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WILLIAM MARX IL ‘MISTERO’ LEONARDO: VALE ´ RY E FREUD TRA OCCULTISMO E RAZIONALISMO Il mistero, se di mistero si tratta, e ` di sapere come noi giudichiamo misteriose tali combinazioni; e temo che proprio questo possa trovare una spiegazione. PAUL VALE ´ RY, Introduzione al metodo di Leonardo da Vinci, 1895. L’enigma del carattere di Leonardo da Vinci mi si e ` im- provvisamente palesato. [...] Voglio svelarvi il mistero. SIGMUND FREUD, lettera a Carl Gustav Jung, 17 ottobre 1909. 1 Leonardo da Vinci e ` misterioso. Ma si tratta di un mistero che non ha nulla di misterioso: e ` un dato allo stato puro, obiettivo, incontestabile, addi- rittura quantificabile e valutabile. I settantacinque milioni di esemplari del Codice Da Vinci di Dan Brown venduti in tutto il mondo lo dimostrano am- piamente. Si e ` sviluppata un’economia attorno al mistero Leonardo. E anche una storia: fino dai primi scritti sul pittore, il mistero e ` inseparabile dalla leg- genda. Da vivo, Leonardo si e ` ingegnato a sorprendere la sua cerchia, a ma- nifestarsi in ambiti diversi. Forse gran parte della notorieta ` del maestro e ` do- vuta alla sua capacita ` di svelare di volta in volta un aspetto nuovo dei suoi talenti e di celare al tempo stesso l’essenza della sua esistenza, che consenti- rebbe di dare un significato e compattezza a tante attivita ` diverse. Chiunque abbia scritto in merito all’artista ha dovuto cimentarsi, in una maniera o nel- l’altra, con questa ambiguita ` e renderne conto con i mezzi a disposizione. E quando cambiano i mezzi, anche il mistero muta aspetto. Come oggetto di 1 SIGMUND FREUD –CARL GUSTAV JUNG, Briefwechsel, Fischer Verlag, Frankfurt am Main, 1991, p. 121: «Das Charakterra ¨tsel Leonardos da Vinci ist mir plo ¨ tzlich durchsichtig geworden. [...] Unterdes will ich Ihnen das Geheimnis verraten». I a bozza il 5-7-2011

Marx, William - Il Mistero Leonardo

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Il mistero Leonardo

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  • WILLIAM MARX

    IL MISTERO LEONARDO:

    VALERY E FREUD TRA OCCULTISMO E RAZIONALISMO

    Il mistero, se di mistero si tratta, e` di sapere comenoi giudichiamo misteriose tali combinazioni; e temoche proprio questo possa trovare una spiegazione.

    PAUL VALERY, Introduzione al metododi Leonardo da Vinci, 1895.

    Lenigma del carattere di Leonardo da Vinci mi si e` im-provvisamente palesato. [...] Voglio svelarvi il mistero.

    SIGMUND FREUD, lettera a Carl Gustav Jung,17 ottobre 1909.1

    Leonardo da Vinci e` misterioso. Ma si tratta di un mistero che non hanulla di misterioso: e` un dato allo stato puro, obiettivo, incontestabile, addi-rittura quantificabile e valutabile. I settantacinque milioni di esemplari delCodice Da Vinci di Dan Brown venduti in tutto il mondo lo dimostrano am-piamente. Si e` sviluppata uneconomia attorno al mistero Leonardo. E ancheuna storia: fino dai primi scritti sul pittore, il mistero e` inseparabile dalla leg-genda. Da vivo, Leonardo si e` ingegnato a sorprendere la sua cerchia, a ma-nifestarsi in ambiti diversi. Forse gran parte della notorieta` del maestro e` do-vuta alla sua capacita` di svelare di volta in volta un aspetto nuovo dei suoitalenti e di celare al tempo stesso lessenza della sua esistenza, che consenti-rebbe di dare un significato e compattezza a tante attivita` diverse. Chiunqueabbia scritto in merito allartista ha dovuto cimentarsi, in una maniera o nel-laltra, con questa ambiguita` e renderne conto con i mezzi a disposizione. Equando cambiano i mezzi, anche il mistero muta aspetto. Come oggetto di

    1 SIGMUND FREUD CARL GUSTAV JUNG, Briefwechsel, Fischer Verlag, Frankfurt am Main,1991, p. 121: Das Charakterratsel Leonardos da Vinci ist mir plotzlich durchsichtig geworden.[...] Unterdes will ich Ihnen das Geheimnis verraten.

    Ia bozza il 5-7-2011

  • studio, Leonardo e` un testimone di fondamentale importanza per levoluzio-ne epistemologica di un discorso che, alla fine, si trasformera` in quello dellescienze umane.

    Gli anni a cavallo tra il XIX e il XX secolo rappresentano quindi un pe-riodo particolarmente interessante, se non addirittura preoccupante, nelle-voluzione del mistero di Leonardo. E` lepoca in cui nasce la psicologia, nuo-va disciplina tesa a spiegare metodicamente il funzionamento della mente,che in Leonardo ravvisa uno dei problemi piu` avvincenti. La nuova scienzacontribuira` al successo di questa sfida. Con Paul Valery e la sua Introduzioneal metodo di Leonardo da Vinci, con Sigmund Freud e la sua analisi di Unricordo dinfanzia di Leonardo da Vinci, il mistero Leonardo, alla fine, di-venta il caso Leonardo. Un caso fra tanti. Luomo straordinario finisceper ubbidire ai meccanismi delle azioni della maggior parte dei mortali. Ilcaso e` chiuso, archiviato. Trionfa il razionalismo e con esso la psicologia. Le-nigma Leonardo scompare. Almeno lo si crede. Vedremo che non e` cos`semplice.

    IL MAGO ROMANTICO

    Senza alcun dubbio, la figura di Leonardo predominante nellOttocento e`quella del mago o magio. Questa rappresentazione ha radici lontane: gia` Va-sari aveva abbozzato un ritratto del personaggio che, in maniera molto paga-na, lo assimilava piu` a un semidio che a un normale essere umano.2

    Con il romanticismo, il tema assume una nuova dimensione. Non senzaragione. Da quando la teoria speculativa dellarte,3 promossa dalla Scuoladi Iena e poi divulgata attraverso tutta lEuropa, ha considerato lopera darteun veicolo privilegiato per accedere a una realta` superiore, un artista sia puremultiforme come Leonardo non puo` sembrare altro che una sorta di stregoneo di medium, dotato di poteri sciamanici. E` quanto afferma anche Jules Mi-chelet nella descrizione della sua visita al Louvre, di fronte a quadri che eglidefinisce pericolosi:

    Bacco, San Giovanni e la Gioconda puntano il loro sguardo su di voi; siete affa-scinati e turbati, linfinito simpossessa di voi attraverso uno strano magnetismo. Arte,natura, futuro, genio del mistero e della scoperta, signore delle profondita` del mondo,dellabisso ignoto dei tempi, orsu` parlate, che volete da me? Questa tela mi attrae, mi

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    2 GIORGIO VASARI, Le vite de piu eccellenti architetti, pittori, et scultori italiani, da Cimabue in-sino a tempi nostri (1550), Torino, Einaudi, 1986, p. 545.

    3 Cfr. JEAN-MARIE SCHAEFFER, LArt de lage moderne: lesthetique et la philosophie de lart duXVIII

    e sie`cle a` nos jours, Parigi, Gallimard, 1992.

  • chiama, mi pervade, mi assorbe; vado verso di lei malgrado me, come luccello va in-contro al serpente.4

    Da qui nasce lo stereotipo di Leonardo mago (magicien), niente di me-no che il fratello italiano di Faust (le fre`re italien de Faust). Lespressioneconobbe unimmensa fortuna: la ripresero a gara numerosi critici europei.Walter Pater calco` deliberatamente la mano in una scena di genere alla manie-ra di Rembrandt:

    Chino sui crogioli a sperimentare i colori, nel tentativo, per una strana deviazio-ne del sogno degli alchimisti, di scoprire il segreto non di un elisir che rendesse im-mortale la vita umana ma che conferisse limmortalita` agli effetti pittorici piu` tenui edelicati, aveva piuttosto laspetto di uno stregone o di un mago, signore di unascienza occulta e di arcani misteri, chiuso in un mondo di cui solo lui possedevala chiave.5

    Dopo Pater, John Addington Symonds raffiguro` il pittore come il magodel Rinascimento (the wizard of Renaissance). Il Rinascimento gli offre ilsuo mistero e gli presta la sua magia (offers her mystery and lends her ma-gic).6 Da un tale contesto si capisce come, nel romanzo Le vergini delle rocce,pregnante di riferimenti a Leonardo, Gabriele DAnnunzio non esita ad evo-care le meraviglie create dalle arti occulte del Mago.7

    Eppure, in tutti questi autori, compreso Michelet, si intuisce che il ritrattodi Leonardo mago funge soprattutto da metafora dei poteri misteriosi che lar-tista esercita sullanima umana. Lesasperazione simbolista delle teorie roman-tiche dellarte contribuisce alla moltiplicazione delle immagini del mago, tantopiu` che la versatilita` del maestro toscano, la sua straordinaria padronanza di

    4 JULES MICHELET, Renaissance, Histoire de France, VII, ripreso in uvres comple`tes, Parigi,1895, p. 69: Bacchus, saint Jean et la Joconde dirigent leurs regards vers vous; vous etes fascineset troubles, un infini agit sur vous par un etrange magnetisme. Art, nature, avenir, genie de myste`reet de decouverte, matre des profondeurs du monde, de labme inconnu des ages, parlez, que vou-lez-vous de moi? Cette toile mattire, mappelle, menvahit, mabsorbe; je vais a` elle malgre moi, com-me loiseau va au serpent. Approfitto delloccasione per ricordare che il presente saggio deve moltoal lavoro di base di SANDRA MIGLIORE, Tra Hermes e Prometeo: il mito di Leonardo nel decadentismoeuropeo, Firenze, Leo S. Olschki, 1994, che elenca numerosissimi testi su Leonardo pubblicati a livel-lo europeo tra la fine del XIX e linizio del XX secolo.

    5 WALTER PATER, Three Major Texts, New York, New York University Press, 1986, p. 139(Leonardo da Vinci 1869): Poring over his crucibles, making experiments with colour, trying, bya strange variation of the alchemists dream, to discover the secret, not of an elixir to make mansnatural life immortal, but of giving immortality to the subtlest and most delicate effects of painting,he seemed to them rather the sorcerer or the magician, possessed of curious secrets and a hiddenknowledge, living in a world of which he alone possessed the key.

    6 JOHN ADDINGTON SYMONDS, The Fine Arts, Renaissance in Italy, III, London, Smith, 18822,pp. 323 e 312.

    7 GABRIELE DANNUNZIO, Le vergini delle rocce, Prose di romanzi, II, a cura di Ezio Raimondi,Milano, Mondadori, 1989, p. 35.

    171VALERY E FREUD TRA OCCULTISMO E RAZIONALISMO

  • innumerevoli campi dellarte e della tecnica tendono ad innalzarlo al livello diun ideale estetico: simbolo di unarte totale, di una sinestesia, il cui lato oppo-sto sarebbe rappresentato da Richard Wagner. Lo stesso Pater non e` vittimadi quellatmosfera soprannaturale nella quale egli colloca il suo eroe: lalchimialeonardiana che egli descrive con abbondanza di particolari e di finezze si con-figura, tutto sommato, come una semplice mescolanza di colori, destinata acreare sulla tela effetti essenzialmente formali. In questo caso il termine magiae` riferibile al virtuosismo artistico e tecnico.

    LINIZIATO ALLE ARTI OCCULTE

    Il discorso cambia completamente nei commentatori dimpostazione pro-priamente esoterica. In effetti, a partire dagli anni 1880, si assiste al rinnova-mento della corrente occultistica gia` sviluppatasi attorno ad Alphonse-LouisConstant, alias Eliphas Levi (1810-1875), i cui maggiori esponenti sono, a va-rio titolo, il dottore Papus (Gerard Encausse, 1865-1915), Stanislas de Guaita(1860-1897), il Sar Josephin Peladan (1858-1918) e, nel mondo germanofono,Rudolf Steiner (1861-1925).8 Per questi autori, a differenza dei critici sopramenzionati, la magia non e` una vana parola. Comincia cos` a diffondersi lideache Leonardo, non pago di avere dimostrato il proprio genio nel campo dellearti, delle scienze e della tecnica, ha aggiunto a tutti i suoi talenti la conoscenzae la pratica delle arti occulte, ai cui arcani sarebbe stato iniziato. Ancora oggitroviamo un richiamo esplicito a questa tesi nel best-seller Il Codice Da Vinci,che attribuisce al pittore il titolo di gran maestro di una societa` segreta, il Prio-rato di Sion.

    Date le circostanze, non bisogna stupirsi se, nel 1890, un collaboratoredella Revue bleue constata che Vinci fu considerato ed e` tuttora consideratodagli occultisti contemporanei un iniziato alla Grande Opera.9 Oramai, lamagia romantica viene presa alla lettera: Leonardo ha barattato i pennellicon la bacchetta magica. E` Harry Potter che incontra il Codice Da Vinci.Ma gli storici dellarte piu` impegnati ritengono che sono stati oltrepassati i li-miti. Nel momento stesso in cui la conoscenza del pensiero di Leonardo si svi-luppa in maniera esponenziale, grazie alla pubblicazione dei manoscritti delmaestro a cura di Charles Ravaisson-Mollien, la proliferazione di queste tesistrampalate non e` tollerabile. Nel 1898, Euge`ne Muntz, autorevole storicodel Rinascimento, membro dellIstituto di Francia e conservatore delle colle-

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    8 Cfr. ANTOINE FAIVRE, LEsoterisme, Parigi, Presses universitaires de France, 20023 (Quesais-je?), pp. 87-90.

    9 HENRY OLIVIER, Les manuscrits de Leonard de Vinci, in Revue bleue: revue politique et lit-teraire, XXVII, 8, 23 agosto 1890, p. 237.

  • zioni della Scuola nazionale di Belle Arti,10 si accinge a sfatare largomentazio-ne degli occultisti in un articolo sobriamente intitolato: Leonardo da Vinci eraun mago? Riportiamo di seguito uno stralcio dellinizio:

    Stando a certi eruditi o romanzieri di oggigiorno, Leonardo da Vinci, questo ge-nio universale, sarebbe stato lerede dei grandi iniziati dellantichita` e il precursore deimagi moderni, come il Dott. Papus o il Sar Peladan. Cos`, ogni generazione sente ilbisogno di creare degli antenati! Poiche il da Vinci non e` stato soltanto lartista eccel-so che ognuno ammira, ma addirittura uno studioso di altissimo livello che ha intuitoo precorso la maggior parte delle conquiste della scienza moderna, ci chiediamo sevale la pena di prendere in esame la questione. Cerchero` quindi di appurare se e` vero,come afferma un collaboratore della Revue Bleue (23 agosto 1890), che i manoscrittidel maestro recano tracce di ricerche sulla magia e se e` giusto, come pretendono Sy-monds o Gabriele DAnnunzio, di affibbiargli lepiteto di Mago.

    Peccato che Gilbert-Augustin Thierry, lo storico dei demonografi, o EdouardSchure, levocatore dei grandi iniziati, o Jules Bois, che conosce cos` bene il satanismoe la magia, non abbiano rivolto la loro immaginazione o la loro critica agli intrighi delda Vinci! Grazie alla loro dimestichezza con Ermete Trismegisto e con Pitagoraavrebbero potuto svelare molti segreti di questo genio indecifrabile avvolto dalla pe-nombra. Le mie vedute non sono profonde e la mia esegesi e` di stampo razionalista:faccio il mea culpa. Lascio a qualcuno che abbia una preparazione migliore della miail compito di squarciare le tenebre luminose che avvolgono il Faust italiano.11

    Lironia dello storico, linvocazione dei grandi occultisti, lallusione finalealla celebre citazione diMichelet, tutti questi lampi di buona retorica rispecchia-no assai bene lirritazione dello studioso nei confronti di coloro che ravvisanonel pittore un adepto delle arti occulte. E Muntz di rimando puntualizza chese Leonardo sinteresso` veramente allesoterismo lo fece sempre, in fin dei conti,per affermarne la falsita`. Ne consegue una conclusione inappellabile:

    10 EUGE`NE MUNTZ fu poi lautore di una monografia riccamente illustrata: Leonard de Vinci:lartiste, le penseur, le savant, Paris, Hachette, 1899.

    11 EUGENE MUNTZ, Leonard de Vinci etait-il mage?, in La Revue des revues, XXIV, maggio1898, pp. 597-598: Si lon en croit certains erudits ou romanciers de nos jours, Leonard de Vinci, cegenie universel, aurait ete lheritier des grands inities de lantiquite et le precurseur des mages moder-nes, a` la facon du Dr Papus ou du Sar Peladan. Ainsi chaque generation eprouve le besoin de secreer des ancetres! Comme le Vinci na pas ete seulement lartiste superieur que chacun admire, maisencore un savant de la premie`re volee, qui a prepare ou entrevu la plupart des conquetes de la scien-ce moderne, lon devine si la question vaut la peine quon lexamine. Je rechercherai donc sil est vrai,comme laffirme un collaborateur de la Revue Bleue (23 aout 1890), que les manuscrits du matreportent la trace de recherches magiques; sil est juste, comme le pretendent Symonds ou GabrieledAnnunzio, de lui accoler lepithe`te de Mage. / Combien il est regrettable que M. Gilbert-AugustinThierry, lhistorien des demonographes, ou M. Edouard Schure, levocateur des grands inities, ou M.Jules Bois, qui connat si bien la Satanie et la Magie, naient pas applique leur imagination ou leurcritique aux agissement du Vinci! Familiarises comme ils le sont avec Herme`s Trismegiste et Pytha-gore, ils nous eussent devoile bien des secrets de ce genie plein de detours et de penombre. Mes vuessont courtes et mon exege`se rationaliste: jen fais mon mea culpa; a` un autre, mieux prepare, de per-cer les tene`bres lumineuses qui entourent le Faust italien.

    173VALERY E FREUD TRA OCCULTISMO E RAZIONALISMO

  • Nessuno studioso della sua epoca, senza eccezione alcuna, si e` scagliato in manie-ra cos` categorica contro la falsa scienza. La sua magia consiste nello scavare piu` inprofondita`, e con maggiore indipendenza rispetto a quanto era stato fatto fino ad al-lora, i misteri della natura: Rerum cognoscere causas.

    Diciamolo pure apertamente: se la sua curiosita` lo ha portato a indagare il campodelle scienze occulte, ne e` stato sempre distolto dallirreprensibilita` del suo giudizio;se amava scherzare con il fuoco, sapeva tirare indietro la mano abbastanza in tempoper non scottarsi. Un vero peccato per quegli animi inclini al mistero e per i pittori!Con la vasta fronte solcata di rughe, i folti sopraccigli, il sorriso amaro e sarcastico e lalunga barba incolta, avrebbe reso cos` bene lidea, in pittura, raffigurato in piedi entroil cerchio magico, con una bacchetta in mano, evocando i defunti e mutando il corsodegli astri!12

    Non si potrebbe essere piu` espliciti nel condannare le tesi occultistiche.Ma non per questo il dibattito e` chiuso. Anzi. Le pubblicazioni leonardianedispirazione esoterica si moltiplicarono e vi fu perfino uno di coloro cheMuntz, in apertura del suo articolo, aveva chiamato ironicamente in soccorso,Edouard Schure (1841-1929), evocatore dei grandi iniziati, che a sua voltaprese la penna per abbozzare un ritratto del suo Leonardo. Lo fece dapprimanellambito del Theatre de lame, parzialmente andato in scena al Goetheanumdi Steiner, col dramma in cinque atti Leonard de Vinci (1905). DopodicheSchure dedico` al pittore un importante capitolo della sua ricerca sui Profetidel Rinascimento (1920). Quando si scopre che Leonardo vi e` rappresentatocome un grande innamorato dell Eterno femmineo (lEternel-Feminin: unafissazione delloccultista), si valuta meglio il divario che separa questo ritrattodispirazione molto personale dalla reale biografia dellartista. Poco importa infondo: finanche nei suoi difetti e nella sua noncuranza delle realta` storiche,Schure, che intrattenne importanti rapporti con la Societa` Teosofica di Hele-na Blavatsky e successivamente con la Societa` Antroposofica di Steiner, e` assairappresentativo della tradizione occultistica leonardiana fiorita negli anni a ca-vallo tra Ottocento e Novecento.

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    12 Ivi, p. 605: Aucun savant de son temps, aucun sans exception, ne sest prononce aussi cate-goriquement contre toute fausse science. Sa magie a` lui consiste a` creuser plus profondement, et avecplus dindependance quon ne lavait fait jusqualors, les myste`res de la nature: Rerum cognoscerecausas. / Proclamons-le donc hautement: si sa curiosite la entrane du cote des sciences occultes,lincomparable rectitude de son jugement len a sans cesse detourne; sil aimait a` jouer avec le feu, ilsavait retirer sa main assez a` temps pour ne pas se bruler. Quel dommage pour les ames portees aumyste`re et pour les peintres! Avec son vaste front sillonne de rides, ses sourcils epais, son sourireamer et sarcastique, sa longue barbe inculte, il eut si bien fait en peinture debout dans le cerclemagique, une baguette a` la main, evoquant les morts et faisant flechir le cours des astres!.

  • LE AMBIGUITA` DEL LEONARDO DI FREUD E DI VALERY

    Cos` si capisce meglio il clima intellettuale in cui, nel 1895, vengono datialle stampe lIntroduzione al metodo di Leonardo da Vinci e, nel 1910, Un ri-cordo dinfanzia di Leonardo da Vinci: una disputa tra occultisti e razionalistinella quale ciascuna delle parti rivendica il monopolio dellinterpretazione.Per i primi, il mistero di Leonardo trova in gran parte una spiegazione nellasua conoscenza delle arti ermetiche. Al contrario, agli occhi degli altri, Leo-nardo si profila come una mente libera, una mente forte, una mente delsuo tempo pero`, i cui successi nei campi dellarte, della tecnica e della scienzasono riconducibili allo studio metodico delle fonti e dellambiente culturalenel quale si colloca la sua riflessione, come si puo` dedurre, in particolare,dai suoi appunti personali. Tra le figure piu` in vista di questultimo schiera-mento, troviamo, ad esempio, Charles Ravaisson-Mollien, Gabriel Seailles,Edmondo Solmi o Pierre Duhem.

    In questa polemica, la posizione di Freud e di Valery non lascia adito adubbi: si schierano dichiaratamente dalla parte dei razionalisti. Senza mezzitermini, essi rifiutano di spiegare la vita e lopera del maestro ricorrendo adei dati che esulano dallesperienza comune. Fin dallinizio del suo saggio,Freud afferma apertamente: [La ricerca medico-psichica] ritiene che non vie` nessuno di cos` importante che si vergogni di sottomettersi alle leggi che go-vernano con pari rigore i comportamenti normali e quelli patologici.13 Quan-to a Valery, egli rifiuta decisamente tutte le interpretazioni aperte, sia pure inmisura minima, al mistero. Pertanto, a proposito della singolare bellezza deicapolavori di Leonardo, la Gioconda e lUltima Cena: Il mistero, se di misterosi tratta, e` di sapere come noi giudichiamo misteriose tali combinazioni; e temoche proprio questo possa trovare una spiegazione.14 Quindi, per Freud e Va-lery non esiste un mistero Leonardo: ai loro occhi, lautore di tanti capolavorinon e` altro che una persona ordinaria, nel quale un osservatore attento puo` ri-trovare esattamente i processi mentali riconoscibili in tutti.

    Con laffermazione dei loro principi, Freud e Valery si configurano netta-mente come razionalisti. Ma il loro metodo di indagine, improntato alla psi-cologia, differisce radicalmente da quello di coloro che sostengono la loro me-desima posizione. Mentre questi ultimi basano la loro indagine su unattenta

    13 SIGMUND FREUD, Un souvenir denfance de Leonard de Vinci (Eine Kindheitserinnerung desLeonardo da Vinci 1910), Paris, Gallimard 1991 (Folio bilingue), p. 46: [...] sie [die seelenartz-liche Forschung] meint, es sei niemand so gro, da es fur ihn eine Schande ware, den Gesetzen zuunterliegen, die normales und krankhaftes Tun mit gleicher Strenge beherrschen.

    14 PAUL VALERY, uvres, I, Paris, Gallimard, 1957 (Bibliothe`que de la Pleiade), p. 1187 (In-troduction a` la methode de Leonard de Vinci, 1895): Le myste`re, sil y en a un, est celui de savoircomment nous jugeons mysterieuses de telles combinaisons; et celui-la`, je crains, peut etre eclairci.

    175VALERY E FREUD TRA OCCULTISMO E RAZIONALISMO

  • ricerca di tipo storico e filologico, approfittando in particolare della pubblica-zione dei manoscritti curata da Ravaisson-Mollien, che rivoluziono` tutti glistudi su Leonardo, Freud e Valery intrattengono un rapporto molto piu` am-biguo con gli studi filologici.

    E` chiaro che Valery considera Leonardo un semplice pretesto per una ri-flessione di carattere piu` generale: Quasi nulla di cio` che potrei dire si dovra`intendere delluomo che ha illustrato questo nome: non ricerco le coincidenzeche giudicherei impossibili da definire neanche in un modo sbagliato.15 Eparimenti il suo rifiuto delle conseguenze di aneddoti poco attendibili (sui-tes danecdotes douteuses), dei commenti dei cataloghi delle raccolte (com-mentaires de catalogues de collections), delle date (dates): Un tale dispie-gamento di conoscenze non farebbe altro che falsare lintento, tutto basato supresupposti, del presente saggio.16 Nonostante la condanna dellapprocciodi stampo erudito, Valery fu paradossalmente un lettore molto attento delle-dizione curata da Ravaisson-Mollien, e lo dimostrano le sue chiose manoscrit-te conservate alla Biblioteca Nazionale di Francia. Ma nella Introduzione nonfa sfoggio di queste conoscenze: Leonardo ci viene presentato come un inco-noscibile, un oggetto inaccessibile per principio, a meno di ricorrere alla co-struzione di un simbolo o di un modello astratto, e cio` conferisce al testo diValery quella forma esoterica tipica di un libro di magia, di un sapere condi-viso tra gli iniziati, in cui le informazioni vengono dispensate al contagocce esolo per il tramite di allusioni.

    In apparenza, il rapporto di Freud con lerudizione filologica e` molto piu`chiaro: vi si trovano citati numerosi documenti, abbondano le note a pie` di pa-gina, tutti i fatti vengono dimostrati. Ma solo in apparenza. In realta` si tratta diun sapere precario, prevalentemente di seconda mano. La polemica esplosaquando Freud era ancora in vita, a partire dal 1923, ad opera di un giovanestudente americano di storia dellarte, Eric Maclagan, e fu poi ripresa sistema-ticamente da Meyer Schapiro nel 1955.17 In conclusione: pressappoco tutti iparticolari biografici sui quali lo psicanalista fonda la sua interpretazione risul-tano inventati di sana pianta. Riassumiamo alcune delle critiche principali: nonfu un avvoltoio (Geier), simbolo dellandroginia, a colpire con la coda Leonar-

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    15 Ivi, p. 1156: Presque rien de ce que jen saurais dire ne devra sentendre de lhomme qui aillustre ce nom: je ne poursuis pas une concidence que je juge impossible a` mal definir.

    16 Ibid.: Une telle erudition ne ferait que fausser lintention tout hypothetique de cet essai.17 ERIC MACLAGAN, Leonardo in the Consulting Room, The Burlington Magazine, XLII, 138,

    gennaio 1923, pp. 54-58; MEYER SCHAPIRO, Leonardo and Freud: An Art-historical Study, Journal ofthe History of Ideas, XVII, n. 2, aprile 1956, pp. 147-178, citati da SANDRA MIGLIORE, op. cit.,pp. 129-136. Riguardo alla riposta psicanalitica a questi attachi, cfr. KURT EISSLER, Leonard de Vinci:etude psychanalytique (1961), trad. S. Mellor-Picaut, Paris, Presses universitaires de France 1980;JEAN-PIERRE MAIDANI GERARD, Leonard de Vinci: mythologie ou theologie?, Paris, Presses universi-taires de France, 1994.

  • do bambino, ma un semplice nibbio; lambiguita` inquietante del disegno diLeonardo raffigurante il coito e` dovuta ad aggiunte apocrife pasticciate; Leo-nardo non fu un omosessuale puramente platonico;18 il tema di S. Anna cometerzo personaggio (Anna metterza) non e` una rarita` nella tradizione pittorica escultorea; Leonardo e, piu` in generale, gli ideali del Rinascimento non ravvisa-vano un conflitto tra le indagini sulla natura e la creazione artistica.19

    A questi gravi errori strettamente limitati ai dati di fatto, che invalidano lamaggior parte delle tesi freudiane, in particolare quelle sul presunto insucces-so di Leonardo, lorigine della sua omosessualita` o lesistenza di un processodi sublimazione, viene a sommarsi la leggerezza di talune interpretazioni: cos`la scena originaria del rapace che colpisce il bambino con la coda non sugge-risce affatto la dolcezza materna della poppata che lo psicanalista cerca di in-dividuare a sostegno della sua argomentazione. Talvolta e` il ragionamentostesso che sembra sbilenco: mentre, nei taccuini di Leonardo, lappunto lapi-dario sulla morte del padre viene letto come sintomo di indifferenza, addirit-tura di ostilita`, la medesima secchezza espressiva in un elenco di conti relativoalle esequie di una certa Catarina (che, stando a una affermazione del roman-ziere Merejkovski, Freud identifica con la madre di Leonardo) e` percepita, nelcaso specifico, come indizio di un grande affetto rimosso. Nel lettore predo-mina la vaga sensazione che i fatti sono interpretati secondo criteri assai varia-bili in funzione della conclusione mirata. Inoltre, molti di questi fatti non sonomai stati opportunamente verificati. La spiegazione di Leonardo non si confa`tanto al problema da risolvere quanto alla riconfigurazione del problema stes-so per adattarlo al metodo interpretativo prescelto. Quando, ad esempio, Ha-velock Ellis dubito` che si fosse trattato di un avvoltoio, fu proprio Freud arispondere che questo punto non incideva affatto sulla sua dimostrazione,contrariamente a quanto aveva affermato nel libro.20 Un tale procedimentosegue una logica diversa da quella della scienza.

    Valery e Freud vogliono, s`, impostare la loro interpretazione di Leonardocontro le teorie occultistiche ed esoteriche allora dominanti, ma nello stessotempo si oppongono a un certo positivismo di cui ritengono di poter fare ameno. Se si sforzano di spiegare il mistero Leonardo, come molti altri avevanofatto, e` perche anchessi sostengono che il loro metodo dinterpretazione e` mi-gliore di tutti gli altri. In tal senso, non si interessano tanto a Leonardo quantoalla dimostrazione che questo personaggio eccezionale consente loro di fare.

    18 Cfr. CHARLES NICHOLL, Leonard de Vinci: biographie (Leonardo da Vinci: the Flights of theMind 2004), Arles, Actes Sud, 2006, pp. 144-153 e 554-556.

    19 Cfr. JEAN-BAPTISTE PONTALIS, Preface, in S. FREUD, op. cit., p. 19.20 SIGMUND FREUD, op. cit., p. 110 (nota del 1919): Der groe Vogel brauchte ja gerade kein

    Geier gewesen zu sein [Non e` necessario, naturalmente, che il grande uccello fosse stato proprio unavvoltoio].

    177VALERY E FREUD TRA OCCULTISMO E RAZIONALISMO

  • Introduzione al metodo di Valery, Introduzione al metodo di Freud: ecco co-me si potrebbero intitolare i saggi. Leonardo non e` altro che un pretesto al-lettante per vendere al pubblico una nuova merce: niente di meno che unanuova scienza dello spirito.

    Il titolo stesso del saggio di Valery e` piuttosto eloquente: nella Introduzio-ne al metodo di Leonardo da Vinci egli pone laccento non tanto sul metododel maestro quanto sul processo mentale atto a fornire i mezzi per compren-derlo. In questo scritto, anche le digressioni metadiscorsive spesso prevalgonosugli sviluppi propriamente dedicati allautore della Gioconda. Il lettore sirende conto rapidamente che il metodo in questione e` sia quello dellautoreche quello dello stesso Leonardo.21 Assumendo il problema sollevato da Va-lery che le menti non possono comunicare direttamente, donde limpossibilita`di penetrare lintimita` del vero Leonardo nonostante tutti i documenti dispo-nibili, allesegeta non rimane che una soluzione: impostare una ricostituzioneintellettuale del maestro in abstracto, sviluppare un modello che funga daLeonardo. Indubbiamente si tratta di una creazione fittizia, illusoria, pero` ef-ficace: Leonardo e` la Gioconda di Valery. Orbene, questa opera fatta di pa-role non e` meno enigmatica del quadro del Louvre. Se da un lato Valerysmonta il mistero di Leonardo, dallaltro lo sostituisce ipso facto con un altromistero legato alla sua interpretazione e alla creativita` della sua mente. Il mi-stero non viene meno, e` semplicemente trasferito.

    Sono tutte caratteristiche che ricompaiono, mutatis mutandis, nel testodi Freud. Anche se, come abbiamo visto, lobiettivo dichiarato dello psica-nalista consiste nel rintracciare in Leonardo le funzioni di un individuo qual-siasi, il lettore non addetto ai lavori al quale si rivolge principalmente il sag-gio si rende conto che leccezionalita` del caso serve, al contrario, a Freud asostenere, se non addirittura a motivare, lesistenza di concetti che esulanodalla sfera del pensiero positivo: ad esempio linconscio, la sublimazione(Sublimierung) o la indistruttibilita` (Unvertilgbarkeit) delle tracce psichi-che. Gli strumenti psicanalitici utili a interpretare Leonardo cercano di legit-timare a loro volta la loro capacita` di spiegare un caso cos` singolare. Si trat-ta, in particolare, della teoria dellomosessualita`, alla quale Freud hadedicato un ampio spazio. In questo caso il mistero di Leonardo serve dapretesto alla formulazione di nuove ipotesi molto generali, la cui validita`,agli occhi del grande pubblico a cui e` destinato il saggio, puo` essere dimo-strata solo dalla loro corretta applicazione al caso preso in esame. Da partesua, Valery aveva trovato un modo pratico, sebbene un poco sofistico, perrisolvere questa dialettica tra il generale e il particolare. Pretendeva di veri-ficare la propria interpretazione del metodo leonardiano applicando questo

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    21 Cfr. PAUL VALERY, op. cit., p. 1155: la methode qui va nous occuper et nous servir.

  • stesso metodo alla sua scrittura.22 Ma la fragilita` di queste costruzioni epi-stemologiche e` ovvia: in entrambi i casi si tratta di ipotesi generali autove-rificabili. Il loro enunciato basta a dimostrarne la validita`.

    Col pretesto che un essere cos` eccezionale non poteva avere che unori-gine soprannaturale, gli occultisti si sono serviti di Leonardo per legittimare laloro visione esoterica del mondo. Freud e Valery non agiscono in manieramolto diversa: anchessi si avvalgono delleccezionalita` del personaggio perproporre un concetto dei processi mentali sui generis. E questo concetto, co-me quello avanzato dagli occultisti, non trova alcuna prova empirica allinfuoridella sua stessa formulazione e della congruenza interna del discorso che lasottende.

    Il raffronto con il pensiero occultistico puo` essere spinto ancora oltre. Se-condo Antoine Faivre, in effetti, lesoterismo occidentale moderno puo` esseredefinito da almeno quattro caratteri fondamentali: il concetto di corrispon-denza [...] tra tutte le parti delluniverso visibile e invisibile (lidee de corre-spondance [...] entre toutes les parties de lunivers visibile et invisible), quellodi una Natura vivente (Nature vivante), limportanza dell immaginazione(imagination) e delle mediazioni (mediations) e, infine, lesperienza dellatrasmutazione (lexperience de la transmutation).23Orbene, questi tratti carat-teristici del pensiero esoterico si incontrano anche nei saggi di Valery e di Freud:

    corrispondenze: una delle singolarita` del metodo di Leonardo, secondo Va-lery, consiste nel porre in relazione le piccole strutture con le grandi strut-ture di cui esse fanno parte, anticipando quanto Maxwell fara` successiva-mente con la sua teoria sullelettromagnetismo,24 mentre, per Freud, lacorrispondenza tra infanzia ed eta` adulta, tra inconscio e conscio, rappre-senta uno dei principali postulati della sua dimostrazione;

    Natura vivente: una visione geometrica, adeguata, della realta` porta a pen-sare, secondo Valery, che gli oggetti agiscono,25 persino immobili; in psi-canalisi, la forza dellinconscio, che anima tutta lesistenza dellindividuo,puo` essere paragonata allanima del mondo in cui credono gli occultisti;

    immaginazione e mediazioni: mentre per Valery la logica immaginativa,26

    che funziona cioe` per immagini, sta alla base del metodo leonardiano, Freud

    22 Cos`, ad esempio, lindignazione (lindignation) che si presume abbia suscitato nel lettorela formulazione della teoria degli effetti o dellopera darte macchina (machine), ispirata da EdgarA. Poe: se leffetto dindignazione e` ottenuto, dimostra ipso facto la validita` di questa stessa teoriadegli effetti (ivi, p. 1198).

    23 ANTOINE FAIVRE, Acce`s de lesoterisme occidental, II, Parigi, Gallimard, 19962, pp. 26-29;LEsoterisme, pp. 15-20.

    24 PAUL VALERY, op. cit., pp. 1191-1196.25 Ivi, p. 1170: les objets agissent (sottolineatura di Valery).26 Ivi, p. 1194: logique imaginative.

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  • attribuisce ai simboli unimportanza determinante nella vita dellinconscio; esperienza della trasmutazione: secondo Valery, la mente di Leonardo pos-siede una facolta` didentificazione27 assoluta con gli oggetti; al centro del-la sua dimostrazione, Freud colloca il concetto di sublimazione, che non e`altro che la derivazione dellenergia sessuale rivolta a unattivita` di caratteresuperiore.

    Questi punti in comune tra il pensiero degli esoteristi e quello di Valery edi Freud non sono del tutto casuali. Per luno come per laltro, dato che Leo-nardo resiste ad ogni spiegazione esistente, giustifica un cambiamento del me-todo di spiegazione. Scegliendo di considerare Leonardo un caso limite, cherende visibili in maniera estrema dei processi mentali altrimenti invisibili,Freud e Valery mettono in pratica un certo dualismo del discorso: sicuramen-te riconducono questo genio misterioso entro i limiti della ragione, ma questaragione non e` quella di tutti; e` una forma di ragionamento inedito che vieneavanzata, fondata su degli strumenti originali. Orbene, la formazione di questanuova serie di cause e di effetti non aspira a una legittimita` molto diversa daquella riservata al soprannaturale degli occultisti. E` ovvio che il concetto na-scosto e svelato (linconscio freudiano o l io puro [moi pur] di Valery) rien-tra anchesso nel campo dellocculto.

    E` significativo che Freud, nella sua interpretazione di Leonardo, faccia di-rettamente riferimento ai geroglifici e ai simboli egizi tanto amati dagli occul-tisti; in particolare alla dea Mut, dalla testa di avvoltoio, alla quale egli associaincautamente il termine tedesco Mutter (la madre): Carl Gustav Jung e il suoinconscio collettivo non sono poi cos` distanti. Non e` un caso se, negli stessigiorni in cui egli comunica con entusiasmo a Jung la sua spiegazione del mi-stero (Geheimnis) di Leonardo, Freud e` preso da vivo interesse, insieme alcollega Sandor Ferenczi, per una medium berlinese, la signora Seidler, chepossiede doti divinatorie e di trasmissione del pensiero.28 Del resto, linteressedi Freud per loccultismo e` cosa abbastanza nota, tanto da permettere a Er-nest Jones di dedicare a questo tema un intero capitolo della sua classica bio-grafia dello psicanalista.29 Ma per Freud, e in misura minore, per Valery, laposta in gioco e` essenzialmente di carattere epistemologico: la loro compia-

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    27 Ivi, p. 1170: faculte didentification.28 Cfr. la lettera a Jung citata in epigrafe, 17 ottobre 1909; S. FREUD e SANDOR FERENCZI, Brief-

    wechsel, I/1 (1908-1911), a cura di A. Haynal et al., Vienna, Bolhau, 1993, pp. 143-145 (letteradell11 ottobre 1909).

    29 Cfr. ERNEST JONES, La Vie et luvre de Sigmund Freud (The Life and Work of SigmundFreud 1957), III: Les Dernie`res Annees (1919-1939), Parigi, Presses universitaires de France 1969,pp. 425-460. Riguardo a Freud e loccultismo, cfr. WLADIMIR GRANOFF e JEAN-MICHEL REY, LOc-culte, objet de la pensee freudienne, Paris, Presses universitaires de France 1983; DIETMUT NIEDEC-KEN, Versuch uber das Okkulte: eine psychoanalytische Studie, Tubingen, Diskord, 2001.

  • cenza nei confronti non solo dei processi del pensiero occultistico, ma anchedi certi suoi temi prediletti, si prefigge fondamentalmente di sottrarre la figuradi Leonardo a un positivismo angusto e a una psicologia di stampo classico.

    UNA LOTTA SU FRONTI INVERTITI TRA OCCULTISTI E RAZIONALISTI

    La cosa piu` strana e` che mentre Valery e Freud si adoperavano a trasferirei metodi e le tematiche dellesoterismo, gli occultisti cercavano di acquisireuna nuova credibilita`, razionalizzando i loro discorsi: la critica di Muntz avevaprodotto i suoi effetti. Il caso di Peladan e` esemplare, perche vi sono, per cos`dire, due Peladan. Quello del 1883, in una rivista seria come LArtiste, ritrasseun Leonardo alchimista di grande levatura, che aveva penetrato semplicemen-te il mistero della pietra filosofale;30 quel Peladan si merito` i rimproveri rivol-tigli nel 1898 dal conservatore della Scuola di belle arti. Orbene, ecco che nel1902 il medesimo Peladan pubblica nella Revue universelle di Larousse, edi-tore piuttosto noto per il suo positivismo, un esposto su Leonardo da Vinci ele scienze occulte, nel quale riporta quasi parola per parola le conclusioni diMuntz: se Leonardo studio` loccultismo, fu solo per biasimarne lassurdita`; lasola magia di Leonardo in senso metaforico e` riscontrabile nella sua operapittorica. Per concludere, come Seailles, che il razionalismo rivendica Leo-nardo a buon diritto come lantenato del metodo sperimentale tra i moder-ni.31 Che ritrattazione! Essa frutto` a Peladan un premio dellAccademia diFrancia, nel 1907, per aver curato unedizione dei testi di Leonardo, mentreprima, nel 1906, era stato invitato a Firenze a un grande simposio organizzatodalla Societa` Leonardo da Vinci, contemporaneamente a Edmondo Solmi e aBenedetto Croce, per pronunziare il discorso di chiusura.32 Il Sar si era defi-nitivamente schierato nel campo razionalistico, come lo dimostrarono le altresue pubblicazioni sul maestro toscano.33

    30 JOSEPHIN PELADAN, Le Grand uvre dapre`s Lionardo da Vinci, in LArtiste, LIII, 1883,pp. 41-48.

    31 ID., Leonard de Vinci et les sciences occultes, Revue universelle, n. 75, 1 dicembre 1902,p. 585: le rationalisme revendique Leonard a` juste titre comme lancetre de la methode experimen-tale parmi les modernes. Cfr. GABRIEL SeAILLES, Leonard de Vinci: lartiste et le savant. Essai de bio-graphie psychologique, Parigi, Didier, 1892.

    32 J. PELADAN, Epilogue, in Leonardo da Vinci: conferenze fiorentine, Milano, Fratelli Treves,1910, pp. 293-312. Il premio Charles Blanc dellAccademia di Francia fu assegnato alledizione dalui curata dei Textes choisis di Leonardo da Vinci, pubblicata nel 1907 dal Mercure de France. Suc-cessivamente, si appurera` purtroppo che questa edizione non era che un plagio di quella di Solmi initaliano. Sulla questione, cfr. CHRISTOPHE BEAUFILS, Josephin Peladan (1858-1918): essai sur une ma-ladie du lyrisme, Grenoble, Jerome Millon, 1993, p. 379.

    33 Cfr., in particolare, J. PELADAN, La Philosophie de Leonard de Vinci dapre`s ses manuscrits,Parigi, Alcan, 1910.

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  • Ancora piu` sorprendente e` il percorso di un giovane discepolo di Peladan,Paul Vulliaud (1875-1950), di mestiere pittore, fondatore della rivista Les En-tretiens idealistes (1906-1914), che diventera` piu` tardi specialista della cabala.Nel 1906 e nel 1910, pubblica due edizioni di un libro intitolato La Penseeesoterique de Leonard de Vinci. Nel 1906, questopera, dedicata a Peladan,si configura come una saggio di Estetica spiritualistica (Esthetique spiritua-liste), con tutta lindeterminatezza che una tale espressione comporta. Nel1910, dopo un alterco tra il discepolo e il Sar, scompare la dedica a Peladan,ma cambia soprattutto la natura del discorso: non solo Vulliaud evita qualsiasiriferimento alle scienze occulte e alliniziazione, ma egli pone le basi di unin-terpretazione simbolica delle immagini.

    In primo luogo, e` necessario astenersi da qualsiasi anacronismo: Ai mieiocchi, e le prove abbondano, Leonardo da Vinci esprimeva le credenze filo-sofiche e religiose della sua epoca.34 Per questo motivo coloro che ravvisanoin Leonardo linventore del metodo sperimentale35 sbagliano di grosso; tut-to sommato, Roger Bacon lo era stato prima di lui: a questo punto ne Seaillesne Peladan lhanno avuta vinta e Vulliaud diventa piu` razionalista dei raziona-listi. Poi, per capire in un quadro il gesto misterioso di Gesu` Bambino cheposa il dito sulle labbra o accarezza un uccellino, per paragonare Bacco aSan Giovanni Battista o per sapere perche e` stata raffigurata unaquilegia inun angolo, non ce` che una soluzione, afferma Vulliaud: ricercare nei testi del-lepoca e decifrare il simbolismo dominante: Prima di caratterizzare unepo-ca occorre imparare a conoscerne la filosofia e il modo di esprimersi.36

    Lenigma dei quadri di Leonardo puo` essere svelato solamente indagandolintellettualismo del Rinascimento. Orbene questepoca si esprimeva attra-verso un simbolismo.37 Le cognizioni impressionanti di Vulliaud lo portanoquindi ad impostare unermeneutica simbolica dellopera darte sorprendente-mente vicina a quella elaborata allo stesso tempo da Aby Warburg in relazionecon le teorie di Cassirer, che successivamente, in particolare con Erwin Panof-sky, assumera` il nome di iconologia.

    Tocco` dunque a un occultista e cabalista partecipare alla fondazione dellastoria moderna e scientifica dellarte, mentre le esegesi leonardiane di raziona-listi come Freud e Valery, per quanto stimolanti, si concretizzarono in realta` in

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    34 PAUL VULLIAUD, La Pensee esoterique de Leonard de Vinci, Parigi, Dervy-Livres, 1981 (ri-stampa della 2a ed. del 1910), p. 69: A` mes yeux, et les preuves sont abondantes, Leonard de Vinciexprimait les croyances philosophiques et religieuses de son epoque.

    35 Ivi, p. 88: linventeur de la methode experimentale.36 Ivi, p. 68: Avant de caracteriser une epoque il est necessaire de sinitier a` la fois dans sa

    philosophie et dans son mode dexpression.37 Ivi, p. 89: Cette enigme ne pouvait etre percee quen interrogeant lintellectualisme de la

    Renaissance. Cet age sexprimait par symbolisme.

  • concetti dispirazione piu` o meno esoterica. Pero` nulla di sorprendente inquesto rovesciamento delle posizioni tra razionalisti e occultisti, in questa lottasu fronti invertiti. E` innanzitutto un segno, tra i tanti, della pregnanza del pen-siero occultistico nellEuropa della fine dellOttocento e dei primi del Nove-cento, che si esprime in particolare attraverso la nuova funzione riconosciutaal simbolo, in campi tanto vari quale limmagine e la cultura (Vulliaud, War-burg, Cassirer), la psiche (Freud) o il sapere (Valery).

    Ma e` anche una conseguenza della natura del mistero Leonardo, che nonpuo` essere forzato ad alcuna spiegazione: lenigmatico Leonardo da Vinci e` ilgranello di sabbia che viene a scompigliare una serie di belle teorie e che, se-condo un procedimento perfettamente descritto da Thomas S. Kuhn, scatenauna rivoluzione paradigmatica sconvolgente.38 Talmente sconvolgente che glioccultisti mirano a un certo razionalismo mentre i razionalisti cercano confortoin un pensiero meno positivo. Donde lo scambio apparente delle posizioni tragli uni e gli altri, in una duplice palinodia. Per rimettere in discussione i nostripregiudizi, non e` inutile, in fin dei conti, che certi enigmi rimangano intatti.

    (Traduzione a cura di Fabio Palmiri)

    38 THOMAS S. KUHN, La Structure des revolutions scientifiques (The Structure of Scientific Revo-lutions 1962), Parigi, Flammarion, 1983.

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