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Master in Programmazione Master in Programmazione comunitaria comunitaria I FONDI STRUTTURALI E LO I FONDI STRUTTURALI E LO SVILUPPO ECONOMICO SVILUPPO ECONOMICO Antonio Bonetti Antonio Bonetti Campobasso, 7 gennaio 2008 Campobasso, 7 gennaio 2008 Provincia di Campobasso Provincia di Campobasso FAI FAI Università del Molise Università del Molise

Master cb fai unimol pres fs2008

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Master in Programmazione comunitariaMaster in Programmazione comunitaria

I FONDI STRUTTURALI E LO I FONDI STRUTTURALI E LO SVILUPPO ECONOMICOSVILUPPO ECONOMICO

Antonio BonettiAntonio Bonetti

Master in Programmazione comunitariaMaster in Programmazione comunitaria

I FONDI STRUTTURALI E LO I FONDI STRUTTURALI E LO SVILUPPO ECONOMICOSVILUPPO ECONOMICO

Antonio BonettiAntonio Bonetti

Campobasso, 7 gennaio 2008Campobasso, 7 gennaio 2008

Provincia di Campobasso Provincia di Campobasso FAI FAI

Università del MoliseUniversità del Molise

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1. Quadro logico della lezione1. Quadro logico della lezione

1. Processo di integrazione comunitaria ed evoluzione storica della “politica di coesione”

2. Natura e funzioni dei Fondi Strutturali

3. Agenda 2000 e il ciclo di programmazione 2000-2006 dei Fondi Strutturali

4. I Fondi Strutturali nel ciclo 2007-2013

5. Il “ciclo del progetto” e la gestione dei Programmi cofinanziati dai Fondi Strutturali

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2. Fondamenta del processo di integrazione comunitaria

Il processo di integrazione europeo, fin dall'inizio (Trattati di Roma del 1957 sulla CEE e sull'EURATOM), si configura principalmente come un processo di integrazione commerciale. L'art. 2 del Trattato CEE prevede: “la CEE ha il compito di assicurare, mediante l’istituzione del MERCATO COMUNE e il graduale riavvicinamento delle politiche economiche degli Stati Membri uno sviluppo armonioso delle attività economiche nell’insieme delle Comunità”.

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Il Trattato CEE prevede che l’istituzione del MERCATO COMUNE si fondi su:1. garanzia delle “quattro libertà fondamentali”:- libera circolazione delle merci; - libera circolazione delle persone e libertà di stabilimento;- libera circolazione dei servizi;- libera circolazione dei capitali;2. principio di “non discriminazione” (il rispetto delle “quattro libertà fondamentali” si fonda sul “divieto di discriminazione sulla base della nazionalità”).

3. Mercato Comune e quattro libertà fondamentali

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L'Art 3 del Trattato CEE prevede “il coordinamento delle politiche nazionali” e l’attuazione di:

(i) una politica commerciale comune nei confronti dei Paesi Terzi (PT) e l'istituzione di una Tariffa Esterna Comune (TEC);

(ii) una politica comune nei settori dell’agricoltura e dei trasporti;

(iii) un rigido quadro giuridico a difesa della concorrenza (norme a tutela del funzionamento concorrenziale del mercato comune e divieto di erogare aiuti di Stato).

4. Mercato Comune e politiche comuni

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5. Forme di integrazione economica

1. Area di libero scambio (oggi il NAFTA).2. Unione doganale: realizzata nel 1968 fra i 6 SM iniziali.3. Mercato comune: obiettivo del Trattato sulla CEE.4. Unione Economica: eliminazione delle barriere fisiche e tecniche nell’area integrata e definizione di politiche comuni.5. Unione Economica e Monetaria: unione economica + introduzione di una moneta unica. L’UEM diviene obiettivo centrale del processo di integrazione europea con il Trattato di Maastricht (1992).

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6. Trattato sulla CEE e “politica di coesione”

Nel Trattato sulla CEE del 1957 non è prevista una specifica politica regionale comune.Il Trattato sulla CEE prevede solo l'istituzione del Fondo Sociale Europeo (FSE) per la riqualificazione dei lavoratori. In realtà esso verrà riservato soprattutto alle regioni più arretrate della CEE (il Mezzogiorno storico dell'Italia e il midi francese).Nella fase iniziale anche i finanziamenti della Banca Europea degli Investimenti (BEI) verranno indirizzati soprattutto alle aree più arretrate.

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7. Il primo allargamento del 1973 e le prime forme di politica regionale comune

Solo dopo il primo allargamento del 1973 (ingresso di Danimarca, Irlanda e Regno Unito) si registra una maggiore attenzione per il problema dei divari di sviluppo regionali. Nel 1975 viene attivato il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR).Già negli anni Settanta emerge come il mancato coordinamento degli “incentivi regionali” per le aree più arretrate possa comportare delle "guerre degli incentivi" negative per il Mercato Comune.A metà degli anni Ottanta viene avviata l'esperienza dei Programmi Integrati Mediterranei (PIM).

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8. Il rilancio del processo di integrazione negli anni ’80 e l’AUE (1987)

Anni ’80: Libro bianco sul completamento del mercato interno del 1985 e Atto Unico Europeo (AUE) del 1986.L'AUE, entrato in vigore nel 1987, inter alia prevede:- la revisione del Trattato di Roma sulla CEE e delle procedure decisionali; - la sostituzione dell'obiettivo del "mercato comune" con quello del "mercato interno”;- la completa liberalizzazione degli scambi entro il 1992;- l'ampliamento del novero delle politiche comuni. Fra queste viene aggiunta anche la "politica di coesione".

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9. L’AUE e la “politica di coesione”

L'AUE inserisce la politica regionale fra le politiche comuni (introduzione del Titolo V; artt. 130A-130E).Gli indirizzi dell'AUE sulla "politica di coesione" trovano concreta attuazione con il "pacchetto Delors" (approvato in un Consiglio Europeo straordinario del febbraio 1988).Il "pacchetto Delors", in pratica, introduce le c.d. "prospettive finanziarie", che corrispondono al bilancio pluriennale relativo alle “risorse proprie” e alle spese della Comunità. Per la "politica di coesione" si prevede un forte incremento delle risorse finanziarie.

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10. La riforma dei FS del 1988

La riforma organica della politica regionale comunitaria viene imperniata su:

1. forte incremento delle risorse destinate ai FS,

2. concentrazione delle risorse su pochi Obiettivi prioritari;

3. integrazione funzionale dei Fondi Strutturali (FESR, FSE, FEOGA Or., a cui si aggiungerà lo SFOP nel 1992);

4. quattro principi fondamentali (concentrazione, addizionalità, programmazione e partenariato) che ancora oggi costituiscono la base della "politica di coesione".

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11. Le basi teoriche della "politica di coesione"11. Le basi teoriche della "politica di coesione"

In un "mercato unico“tanto maggiore è :- l'omogeneità delle strutture produttive e tanto maggiore sarà la capacità di tutte le economie nazionali/regionali di reagire uniformemente a shocks "esogeni".- l'omogeneità delle strutture produttive e dei sistemi di governo delle politiche pubbliche e tanto maggiore sarà la capacità delle Autorità pubbliche di sincronizzare dei cicli congiunturali di tutte le economie nazionali/regionali. - la "convergenza economica" di tutte le economie regionali, tanto maggiore sarà la loro "coesione sociale (concordanza di SM e Regioni sui comuni obiettivi di politica economica).

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12. Politica di Coesione e Fondi Strutturali 12. Politica di Coesione e Fondi Strutturali

1. I FS sono il principale strumento della "politica di coesione" (art. 158 Trattato UE).

2. Possono beneficiarne Amm. Pubbliche, imprese private (anche non profit) e singoli cittadini.

3. Stati Membri e CE concordano Programmi-quadro (QCS) e PO nazionali e regionali pluriennali.

4. Gli obiettivi dei FS nel ciclo 2007-2013 verranno definiti sulla base degli obiettivi strategici UE.

5. I FS pesano per oltre il 35% sul Bilancio 2007-2013.

1. I FS sono il principale strumento della "politica di coesione" (art. 158 Trattato UE).

2. Possono beneficiarne Amm. Pubbliche, imprese private (anche non profit) e singoli cittadini.

3. Stati Membri e CE concordano Programmi-quadro (QCS) e PO nazionali e regionali pluriennali.

4. Gli obiettivi dei FS nel ciclo 2007-2013 verranno definiti sulla base degli obiettivi strategici UE.

5. I FS pesano per oltre il 35% sul Bilancio 2007-2013.

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A. A. Fondi StrutturaliFondi Strutturali::- FESR (1975)- FESR (1975).

- FSE (1957 – 1962)- FEOGA Orientamento (1962)

- SFOP (1993)B. Altri strumenti

Fondo di Coesione (1992 – 1994)Fondo di solidarietà dell’UE (2002)

Strumenti della BEI e del FEI

A. A. Fondi StrutturaliFondi Strutturali::- FESR (1975)- FESR (1975).

- FSE (1957 – 1962)- FEOGA Orientamento (1962)

- SFOP (1993)B. Altri strumenti

Fondo di Coesione (1992 – 1994)Fondo di solidarietà dell’UE (2002)

Strumenti della BEI e del FEI

13. Gli strumenti della “politica di coesione”13. Gli strumenti della “politica di coesione”

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14. Principi fondamentali dei FS14. Principi fondamentali dei FS

1. Concentrazione (finanziaria, geografica e settoriale).2. Complementarietà e partenariato (l’azione delle

Istituzioni comunitarie deve essere complementare a quella delle Regioni e degli Stati Membri).

3.  Programmazione pluriennale: il cofinanziamento dei FS si deve basare su una “programmazione” negoziata di obiettivi e azioni.

4.  Addizionalità: la spesa pubblica per lo sviluppo e per il capitale umano finanziata dall’UE con i FS deve “aggiungersi” e non sostituirsi a quella degli SM.

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15. Concentrazione finanziaria15. Concentrazione finanziaria

Gli interventi cofinanziati dai Fondi Strutturali devono:

1. essere concentrati su un numero limitato di Obiettivi:

- Obiettivi “territoriali” (Obb. 1 e 2 del ciclo 2000-2006);

- Obiettivi “orizzontali” (Ob. 3 del ciclo 2000-2006);

2. prevedere tassi di partecipazione dell’UE differenziati a seconda dell’obiettivo (la partecipazione finanziaria è maggiore nelle aree in maggiore ritardo di sviluppo).

Gli interventi cofinanziati dai Fondi Strutturali devono:

1. essere concentrati su un numero limitato di Obiettivi:

- Obiettivi “territoriali” (Obb. 1 e 2 del ciclo 2000-2006);

- Obiettivi “orizzontali” (Ob. 3 del ciclo 2000-2006);

2. prevedere tassi di partecipazione dell’UE differenziati a seconda dell’obiettivo (la partecipazione finanziaria è maggiore nelle aree in maggiore ritardo di sviluppo).

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Ciclo 1989-93Ciclo 1989-93Obb. territoriali

Ob. 1Ob. 2

Ob. 5b (sv. rurale)

Obb.orizzontaliOb. 3Ob. 4

Ob. 5a (strutture rurali)

Ciclo 1994-99Ciclo 1994-99Obb. orizzontali

Ob. 1Ob. 2

Ob. 5b (sv. rurale)Ob. 6

Obb.orizzontaliOb. 3Ob. 4

Ob. 5a (strutture rurali)

16. Concentrazione finanziaria e Obiettivi 16. Concentrazione finanziaria e Obiettivi nei primi due cicli di programmazionenei primi due cicli di programmazione

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 Gli Obiettivi territoriali possono concernere:a) le regioni: l’intervento sulle regioni costituisce il core della Pol. di Coesione, come previsto dall’art. 158 del Trattato. Il loro inserimento nelle aree Ob. 1 o nelle aree Ob. 2 viene stabilito in base a un unico criterio. Le regioni il cui livello del PIL pro-capite medio è inferiore al 75% di quello medio dell’UE rientrano nell’Ob. 1; b) i Paesi: quegli SM il cui RNL pro-capite risulta inferiore al 90% di quello medio dell’UE possono beneficiare del Fondo di Coesione che interviene a livello nazionale. 

17. Concentrazione e Obiettivi territoriali17. Concentrazione e Obiettivi territoriali

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18. Concentrazione geografica e tematica18. Concentrazione geografica e tematica

L’azione dei FS deve essere concentrata territorialmente e quindi interessare una quota limitata di popolazione comunitaria (concentrazione geografica).

Lo stesso criterio della quota di popolazione beneficiaria viene applicata agli aiuti a finalità regionale.

La concentrazione tematica (o settoriale) implica che ciascuno dei Fondi possa finanziare solo una serie limita di interventi. Generalmente è meno forte nelle regioni più arretrate (Ob. 1).

L’azione dei FS deve essere concentrata territorialmente e quindi interessare una quota limitata di popolazione comunitaria (concentrazione geografica).

Lo stesso criterio della quota di popolazione beneficiaria viene applicata agli aiuti a finalità regionale.

La concentrazione tematica (o settoriale) implica che ciascuno dei Fondi possa finanziare solo una serie limita di interventi. Generalmente è meno forte nelle regioni più arretrate (Ob. 1).

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La riforma del 1988 prevede tre tipi di azioni: le azioni strutturali realizzate su iniziativa

degli SM: sono gli SM a inoltrare le “domande di contributo” alla Commissione (POR; POM e i DocUP);

i Programmi di Iniziativa Comunitaria (PIC); le Azioni innovative che, come suggerisce la

denominazione, sono finalizzate a sperimentare nuove tipologie di intervento.

19. Forme di intervento19. Forme di intervento

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Dopo l’adozione della moneta unica (1999), per il ciclo 2000-2006 il principale obiettivo politico della UE è la positiva conclusione del processo di allargamento.

Il c.d. “allargamento a Est” riceve un impulso decisivo dal documento strategico Agenda 2000.

L’accordo del Consiglio Europeo di Berlino (marzo 1999), si fonda sull’ipotesi di un ingresso di 6 nuovi SM già nel 2002 e su una versione alternativa del bilancio comunitario (per 21 SM), in cui una rubrica è destinata a finanziare le azioni strutturali nei nuovi SM a partire dal 2002.

20. Allargamento e accordo di Berlino (1999) per il bilancio UE 2000-2006

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Gli effetti sul bilancio dell’allargamento sono negativi, infatti:

(i) si registra un forte aumento delle domande di pagamento,

soprattutto per la PAC e la Pol. Coesione. I motivi sono:

- i Paesi in via di adesione hanno un ampio settore agricolo,

- tali Paesi hanno livelli di sviluppo molto inferiori a quelli

dell’UE15;

(ii) tali Paesi, proprio per il fatto di essere meno sviluppati,

hanno una minore capacità di contribuire al bilancio

comunitario (e comunque, non possono essere gravati di

contributi eccessivi).

21. Allargamento ed effettisul bilancio UE 2000-2006

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22. Agenda 2000 e indirizzi di riforma della Pol. Coesione

La Commissione propone una maggiore concentrazione delle risorse finanziarie e quindi:

1. gli Obiettivi prioritari vengono ridotti dai 6 (o meglio 7) del ciclo 1994-99 a 3,

2. vengono ridotti gli strumenti finanziari:  - i FS, nel ciclo 2000-2006 sono 4: FESR, FSE, SFOP e

FEOGA Orientamento;- il numero dei PIC viene ridotto da 13 del ciclo 1994-99 a 4.

3. Viene confermato il principio della programmazione4. Viene introdotto il phasing out (sostegno transitorio) per i

principali Obb. territoriali del ciclo 1994-99.

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23. Obiettivi e strumenti nel ciclo 2000-2006

Obiettivi territoriali Obiettivo orizzontale

Ob. 1 (tutti i Fondi)

Ob. 2 (FESR)

Ob. 3 (FSE)

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24. Obiettivi e “aree obiettivo” per il ciclo 2000-200624. Obiettivi e “aree obiettivo” per il ciclo 2000-2006

Ob. 1

Ob. 2

Ob. 3

Sardegna; Sicilia; CalabriaPuglia; Campania; Basilicata

+ Molise (in phasing out)

12 Regioni del Centro Nord e 2 PP. AA.

12 Regioni del Centro Nord e 2 PP. AA.

FESRFSE

FEOGA Orient.SFOP

FESR

FSE

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25. La programmazione nel ciclo 2000-200625. La programmazione nel ciclo 2000-2006

Sia per le Regioni Ob. 1 che per le Regioni Ob. 3 (Regioni del Centro Nord che hanno attuato POR monofondo FSE) l’Italia ha presentato alla Commissione rispettivamente un Piano di Sviluppo del Mezzogiorno (PSM) e un Piano Nazionale Ob. 3 relativo al FSE. Sono stati negoziati i contenuti del QCS Ob. 1 e del QCS Ob. 3 (strumenti di gestione di cui sono titolari il MEF e il MLPS). Le Regioni hanno presentato alla Commissione i POR Ob. 1 e i POR Ob. 3, documenti aventi una struttura analoga a quella dei QCS, che devono essere approvati dalla UE (e in seguito i CdP).

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26. I meccanismi introdotti per rafforzare 26. I meccanismi introdotti per rafforzare l’efficienza amministratival’efficienza amministrativa

Clausola “n+2”: disimpegno dei crediti non utilizzati

Riserva 4%: riserva di efficacia e di efficienza per i programmi risultati più performanti a metà periodo

* Riserva 6% in Italia

Clausola “n+2”: disimpegno dei crediti non utilizzati

Riserva 4%: riserva di efficacia e di efficienza per i programmi risultati più performanti a metà periodo

* Riserva 6% in Italia

Incentivi all’efficienzaIncentivi

all’efficienza

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PIC

Misure innovative

INTERREG

URBAN

LEADER +

EQUAL

Progetti pilota seguiti dalla CE

FESR (Interreg e Urban)

FSE (Equal)

FEOGA Or.(Leader)

FESRFSE

27. Altri interventi finanziati dai FS nel ciclo 2000-2006

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28. Le “prospettive finanziarie” nel ciclo 2007-201328. Le “prospettive finanziarie” nel ciclo 2007-2013

Le “prospettive finanziarie” corrispondono al bilancio pluriennale della UE e razionalizzano la procedura di bilancio annuale.

Il bilancio UE non una base giuridica nei Trattati ed emerge da un accordo inter-istituzionale tra Commissione, Consiglio dell’UE e Parlamento.

Il bilancio è suddiviso in rubriche. La Commissione, in quanto organo esecutivo della UE, gestisce il bilancio.

Il bilancio 2007-2013 è stato approvato dal Consiglio Europeo (dicembre 2005) e solo nel maggio 2006 dai Vertici istituzionali dell’UE.

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Il negoziato sul bilancio 2007-2013 è ruotato intorno al principale obiettivo dell’agenda politica dell’UE: il rilancio della crescita in Europa. Anche i FS devono contribuire, quindi, alla “agenda di Lisbona”. La Politica di Coesione, quindi, deve al contempo favorire la “convergenza” delle regioni molto più povere dei nuovi SM ed essere finalizzata sui grandi obiettivi prioritari dell’agenda di Lisbona. Si prevede lo stralcio delle risorse per le politiche di sviluppo rurale e per la pesca (in precedenza finanziate da FEOGA Or. e SFOP) dalla linea di bilancio della Pol. Coesione.

29. Le “prospettive finanziarie” 29. Le “prospettive finanziarie” e le proposte di riforma dei Fondie le proposte di riforma dei Fondi

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30. L’evoluzione del negoziato sul bilancio 2007-201330. L’evoluzione del negoziato sul bilancio 2007-2013

 

Nel corso del 2004 vengono presentate: (i) la Terza Relazione sulla Coesione; (ii) la proposta di bilancio 2007-2013; (iii) le proposte regolamentari sui Fondi strutturali (14.07.04).Nel primo semestre 2005 è stata riformata l’agenda di Lisbona ed è stato anche reso più flessibile il “patto di stabilità”.Fallimento del negoziato nel primo semestre 2005. Solo nel dicembre 2005 sono state approvate le prospettive finanziarie. L’accordo inter-istituzionale finale è stato raggiunto solo il 4 aprile 2006. Il 4 luglio 2006 il Parlamento Europeo ha approvato le proposte di regolamento.

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31. L’agenda di Lisbona e i PICO31. L’agenda di Lisbona e i PICO

L’AGENDA DI LISBONA è un complesso programma pluriennale approvato dal Consiglio Europeo di Lisbona (marzo 2000) per il rilancio della competitività europea.La riforma del 2005 ha previsto di applicare fino al 2008 un sistema di definizione concertato tra gli SM dei grandi indirizzi di politica economica sulla base di guidelines approvate dal Consiglio UE.Sulla base di tali indirizzi, gli SM dovranno redigere dei Piani Integrati per la Crescita e l’Occupazione (PICO).I nuovi programmi cofinanziati dai FS dovranno essere coerenti con i PICO.

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32. Agenda di Lisbona e scelte 32. Agenda di Lisbona e scelte strategiche di riforma dei FSstrategiche di riforma dei FS

Finalizzazione dei FS sugli obiettivi di rilancio della competitività: rafforzamento dell’integrazione tra politiche di coesione e strategia di Lisbona.Rafforzamento della dimensione territoriale della Politica di Coesione, a seguito dell’aumento del territorio della UE e dei confini interni ed esterni.Semplificazione della struttura dei programmi (eliminazione delle misure) e dei processi attuativi.

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33. Agenda di Lisbona e approccio strategico 33. Agenda di Lisbona e approccio strategico alla programmazione dei FS (I)alla programmazione dei FS (I)

FS nel ciclo 2007-2013

Strategia di Lisbona

SEO

Accessibilità e servizi di connettività

Agenda sociale

europea

Ambiente

R&ST; SI

Piena occupazione

Qualità del lavoro

Integrazione sociale

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34. Agenda di Lisbona e approccio strategico 34. Agenda di Lisbona e approccio strategico alla programmazione dei FS (II)alla programmazione dei FS (II)

Programmaz. nel ciclo

2007-2013

Approccio strategico

Forte rafforzamento della concentraz. finanziaria e di quella tematica

Settori di intervento vincolati

Vincoli su allocazione di risorse

OSC

Agenda di Lisbona

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35. Altre innovazioni di rilievo 35. Altre innovazioni di rilievo nell’architettura della Pol. Coesionenell’architettura della Pol. Coesione

1. Matrice strategica 3x3: ci sono tre Obb. prioritari (CONVERGENZA, COMPETITIVITA’, COOPERAZIONE TERRITORIALE) e 3 Fondi. 

2. Applicazione di un unico sistema di programmazione: quello dei Programmi operativi (non ci sono PIC e DocUP).

3. Applicazione del principio “un Fondo per Programma” (eccezion fatta per i progetti infrastrutturali che riguardano i “Paesi della Coesione”).

4. Conferma del meccanismo del phasing out. Estensione del principio al Fondo di Coesione decisa dal Cons. Europeo di dicembre 2005.

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36. I Fondi Strutturali nel ciclo 2000-2006 e nel ciclo 2007-2013

Ciclo 2000-2006 Ciclo 2007-2013

FESRFSE

FEOGA Or.SFOP

FONDO DI COESIONE

FESR

FSE

FONDO DI COESIONE

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37. Gli altri strumenti finanziari

Il FEOGA Orientamento e lo SFOP escono dal novero degli strumenti della Pol. Coesione.

Essi vengono sostituiti rispettivamente da:

- il Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR) per finanziare gli interventi a sostegno dello sviluppo rurale;

- il Fondo Europeo per la Pesca (FEP).

Per tali strumenti, comunque, nel ciclo 2007-2013 verranno applicati ancora i principi dei FS.

Gli obiettivi di riequilibrio territoriale della Pol. Coesione vengono perseguiti anche con i prestiti della BEI e del FEI.

Page 39: Master cb fai unimol pres fs2008

38. Forme di intervento innovative del ciclo 2007-2013

Sono state definite nuove forme di intervento, gestite dalla DG Regional Policy e dalla BEI, per rafforzare l’efficacia della politica regionale della UE:JESSICA: strumento per sostenere gli investimenti nelle aree urbane;JASPERS: finanzia studi di fattibilità al fine di realizzare progetti di rilevanti dimensioni, specialmente nei nuovi SM;JEREMIE: strumento finanziario per facilitare l’accesso al credito da parte delle PMI;Regions for Economic Change: iniziativa per convogliare le risorse dei FS sulle priorità della c.d. "agenda di Lisbona".

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39. Il Fondo di Coesione

Il Fondo di Coesione entra nel mainstream della programmazione dei FS e quindi non finanzierà più singoli progetti, ma autentici programmi complessi a livello nazionale.

Per il FC si confermano: (i) meccanismi attuativi più semplici, (ii) migliori condizioni finanziarie (l’anticipo iniziale della UE è più elevato).

Il FC continuerà a intervenire in due grandi aree di policy: (i) reti di trasporto e (ii) tutela dell’ambiente. Viene previsto, tuttavia, un certo ampliamento delle azioni ammissibili che includeranno anche interventi per l’efficienza energetica e la promozione delle fonti rinnovabili.

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40. Il sistema degli Obiettivi

PIC

Convergenza tra Regioni

Obiettivo funzionale

Obiettivi territoriali

Ob. 2 (FESR)

INTERREG

Ob. 1

CICLO 2007-2013CICLO 2007-2013CICLO 2000-2006CICLO 2000-2006

CONVERGENZA

COESIONE TERRITORIALE

Ob. 3

(FSE)

COMPETITIVITÀ e OCCUPAZIONE

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41. L’ Obiettivo CONVERGENZA (ex Ob. 1)

Si tratta dell’Obiettivo prioritario più rilevante ed “è volto ad accelerare la convergenza degli SM e delle regioni in ritardo di sviluppo”.L’Ob. CONVERGENZA, in pratica, corrisponde all’Ob. 1 del ciclo 2000-2006 e interessa tanto le regioni (anche quelle che godono di un sostegno transitorio grazie al phasing out), quanto gli SM oggetto degli interventi specifici del Fondo di Coesione. Per questo Obiettivo si prevede il cofinanziamento di tutti i Fondi, incluso il Fondo di Coesione, i cui interventi sono limitati al settore delle infrastruttrure e a quello ambientale.

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42. Criteri di eleggibilità per l’Ob.CONVERGENZA

L’Ob. CONVERGENZA interessa:(i) le regioni con elevati ritardi di sviluppo: regioni (livello NUTS II) con un PIL pro-capite inferiore al 75% della media dell’UE25;  (ii) quelle escluse dal “vecchio ob. 1” per effetto statistico, che godono di un sostegno transitorio: regioni (a livello NUTS II) con un PIL pro-capite (in SPA) superiore al 75% del PIL medio UE25, ma inferiore al 75% di quello dell’UE15;  (iii) gli SM con un Reddito Nazionale Lordo pro-capite inferiore al 90% di quello medio dell’UE25 (“Paesi della Coesione”); (iv) i “Paesi della Coesione” in “phasing out” (Spagna).

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43. L’Ob.COMPETITIVITA’ REGIONALE e OCCUPAZIONE

L’Ob. Competitività in pratica riunisce l’Ob. 2 e l’Ob. 3 della programmazione 2000-2006. Si prevedono Programmi distinti per la competitività (cofinanziati dal FESR) e per l’occupazione (cofinanziati dal FSE).  Tale Obiettivo interessa tutte le regioni al di fuori dell’Ob. Convergenza che devono affrontare squilibri interni nelle dinamiche di sviluppo e/o in declino economico.  In queste aree più che in quelle dell’Ob. Convergenza risulta elevata la concentrazione tematica degli interventi.

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44. Criteri di eleggibilità per l’Ob.COMPETITIVITA’ REGIONALE

Tale Obiettivo interessa tutte le regioni al di fuori dell’Ob. Convergenza che devono affrontare squilibri interni nelle dinamiche di sviluppo e/o in declino economico e quindi: - regioni che rientravano nel vecchio Ob. 2 (inclusive anche di aree urbane degradate e aree rurali e dipendenti dalla pesca);- regioni escluse dal “vecchio Ob. 1” per effetto “naturale” (regioni che hanno superato la soglia del 75% della media UE15), indicate come regioni “in phasing in” nell’Ob. Competitività e che, rispetto alle altre regioni comunque più sviluppate di questo Obiettivo, beneficieranno di un ammontare maggiore di risorse comunitarie.

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45. Ambito geografico dei Programmi 45. Ambito geografico dei Programmi per gli Obb. territorialiper gli Obb. territoriali

Nell’ambito dell’Obiettivo Convergenza verranno finanziati: 1. Programmi monofondo FESR a livello NUTS II, 2. Programmi monofondo FSE a livello NUTS II,3. Programmi cofinanziati dal FESR e dal Fondo di Coesione a livello nazionale, per i “Paesi della Coesione”. Nell’ambito dell’Obiettivo Competitività si prevede la realizzazione di Programmi distinti FESR e FSE. Tali Programmi, interesseranno l’intero territorio regionale (viene meno la c.d. “zonizzazione” delle regioni dell’Ob. 2 nel ciclo 2000-2006).

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46. Innovazioni relativi agli ambiti 46. Innovazioni relativi agli ambiti geografici degli Obb. territorialigeografici degli Obb. territoriali

Realizzazione, nei Programmi monofondo FESR, di interventi di cooperazione interregionale che interessano la regione titolare del Programma e una regione di un altro Stato Membro.Eliminazione della “microzonizzazione” nelle aree al di fuori dell’Ob. Convergenza (ex Ob. 2).

Nell’ambito dei Programmi regionali FESR si prevede una concentrazione relativa degli interventi su aree territoriali che presentano delle specificità, quali: aree rurali e dipendenti dalla pesca, aree con svantaggi naturali e aree urbane, in relazione alle quali si applicherà l’approccio del PIC URBAN.

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47. Obiettivi e “aree obiettivo” per il ciclo 2007-201347. Obiettivi e “aree obiettivo” per il ciclo 2007-2013

COMPETITIVITA’ E OCCUPAZIONE

CONVERGENZA

“per effetto statistico”: Basilicata

in phasing in: Sardegna

a pieno titolo: 12 Regioni del Centro Nord e 2 PP. AA. + Molise

A pieno titolo: Sicilia; Calabria

Puglia; Campania

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Azioni innovative

PIC

Altre azioni strutturali

URBAN

INTERREG

EQUAL

LEADER

Azioni di sviluppo rurale

Mainstream del FESR

Ob. COESIONE TERRITORIALE

Mainstream del FSE

CICLO 2007-2013CICLO 2007-2013CICLO 2000-2006CICLO 2000-2006

48. La trasformazione dei PIC48. La trasformazione dei PIC

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49. PIC 49. PIC LeaderLeader e sviluppo rurale nel ciclo 2007-2013 e sviluppo rurale nel ciclo 2007-2013

I Programmi per lo sviluppo rurale saranno finanziati esclusivamente dal nuovo fondo FEASR.

Essi saranno imperniati su quattro Assi prioritari. L’asse IV concerne l’applicazione dell’approccio bottom up e partecipato alla programmazione che ha sempre caratterizzato il PIC Leader.

Per il FEASR sono previsti lo stesso approccio alla programmazione e le stesse regole principali dei FS. Questo implica che vanno definiti degli OSC per lo sviluppo rurale, dei Piani Naz. Strategici e dei Programmi (PSR).

I Programmi potranno essere nazionali o regionali. In Italia saranno solo regionali.

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50. La concentrazione tematica50. La concentrazione tematica

1. La concentrazione tematica interessa soprattutto il FESR e

le regioni ammesse all’Ob. Competitività e Occupazione.

2. La forte concentrazione tematica è funzionale alla volontà

di privilegiare gli obiettivi di Lisbona e di Goteborg e quelli

della rinnovata SEO (“piani integrati 2005-2008”).

  3. Nell’ambito del FESR saranno privilegiate tre “priorità

tematiche: (i) economia della conoscenza; (ii) ambiente; (iii)

servizi di interesse economico generale. 

1. La concentrazione tematica interessa soprattutto il FESR e

le regioni ammesse all’Ob. Competitività e Occupazione.

2. La forte concentrazione tematica è funzionale alla volontà

di privilegiare gli obiettivi di Lisbona e di Goteborg e quelli

della rinnovata SEO (“piani integrati 2005-2008”).

  3. Nell’ambito del FESR saranno privilegiate tre “priorità

tematiche: (i) economia della conoscenza; (ii) ambiente; (iii)

servizi di interesse economico generale. 

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51. La concentrazione tematica FESR51. La concentrazione tematica FESR

Con il ciclo 2007-2013 non si modificano sostanzialmente le azioni, ma queste avranno una rilevanza diversa a seconda di:

1. Obiettivo della Politica di Coesione (area obiettivo);

2. le problematiche specifiche di determinate aree territoriali (aree urbane; aree rurali e/o dipendenti dalla pesca) e delle aree con forti handicap naturali (isole, aree ultraperiferiche e/o scarsamente popolate);

3. linee generali di indirizzo della “strategia di Lisbona”.

Con il ciclo 2007-2013 non si modificano sostanzialmente le azioni, ma queste avranno una rilevanza diversa a seconda di:

1. Obiettivo della Politica di Coesione (area obiettivo);

2. le problematiche specifiche di determinate aree territoriali (aree urbane; aree rurali e/o dipendenti dalla pesca) e delle aree con forti handicap naturali (isole, aree ultraperiferiche e/o scarsamente popolate);

3. linee generali di indirizzo della “strategia di Lisbona”.

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52. Area prioritaria INNOVAZIONE del FESR52. Area prioritaria INNOVAZIONE del FESR

1. Rafforzamento della capacità regionale di R&ST e di innovazione

2. Incentivi all’innovazione delle PMI

3. Incentivi alla gemmazione di nuove imprese innovative da imprese esistenti o da Università e centri di ricerca (spin off scientifici)

4. Creazione di strumenti di finanza innovativa per finanziare la R&ST

1. Rafforzamento della capacità regionale di R&ST e di innovazione

2. Incentivi all’innovazione delle PMI

3. Incentivi alla gemmazione di nuove imprese innovative da imprese esistenti o da Università e centri di ricerca (spin off scientifici)

4. Creazione di strumenti di finanza innovativa per finanziare la R&ST

Azioni del FESRAzioni

del FESR

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1. Recupero di aree contaminate e/o la

riconversione di siti industriali;

2. Incentivi per realizzare infrastrutture della

Rete Natura 2000;

3. Efficienza nell’uso delle risorse energetiche;

4. Trasporti pubblici “puliti”;

5. Prevenzione di rischi tecnologici e naturali;

6. Promozione del patrimonio naturale e

culturale per lo sviluppo economico.

1. Recupero di aree contaminate e/o la

riconversione di siti industriali;

2. Incentivi per realizzare infrastrutture della

Rete Natura 2000;

3. Efficienza nell’uso delle risorse energetiche;

4. Trasporti pubblici “puliti”;

5. Prevenzione di rischi tecnologici e naturali;

6. Promozione del patrimonio naturale e

culturale per lo sviluppo economico.

Azioni del FESRAzioni

del FESR

53. Area prioritaria AMBIENTE del FESR53. Area prioritaria AMBIENTE del FESR

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1. Potenziamento delle reti di trasporto secondarie (miglioramento dei collegamenti con i “nodi” del traffico, della rete e dei collegamenti radiali con le principali linee ferroviarie).

2. Promozione dell’accesso alle reti telematiche da parte delle PMI

1. Potenziamento delle reti di trasporto secondarie (miglioramento dei collegamenti con i “nodi” del traffico, della rete e dei collegamenti radiali con le principali linee ferroviarie).

2. Promozione dell’accesso alle reti telematiche da parte delle PMI

Azioni del FESRAzioni

del FESR

54. Area prioritaria ACCESSIBILITÀ del FESR54. Area prioritaria ACCESSIBILITÀ del FESR

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55. Interventi cofinanziabili con il FESR nelle Regioni dell’Ob. CONVERGENZA (I)

Blocco I – Agenda di Lisbona

Blocco II – Sviluppo locale

1. R&ST, innovazione e imprenditorialità2. SI e interventi per l’accesso delle PMI ai servizi digitali

3a. Iniziative locali per lo sviluppo (PIT)

3b. Infrastrutture per ampliare l’offerta di servizi di care

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56. Interventi cofinanziabili con il FESR nelle Regioni dell’Ob. CONVERGENZA (II)

Blocco III – Ambiente

Blocco IV – Cultura e turismo

4. Tutela dell’ambiente (gestione delle risorse idriche, acque reflue, rifiuti, qualità dell’aria)5. Prevenzione dei rischi

6. Turismo (inclusa la tutela dei beni naturali) 7. Promozione del patrimonio culturale

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57. Interventi cofinanziabili con il FESR nelle Regioni dell’Ob. CONVERGENZA (III)

Blocco V – Trasporti ed energia

Blocco VI – Capitale sociale

8. Investimenti nei trasporti

9. Energia (incluse lereti energetiche)

10. Investimenti nell’istruzione

11. Investimenti nella sanità e in altre strutture sociali

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58. Azioni a sostegno dei sistemi regionali di R&ST (I)

1. Rafforzamento delle potenzialità nel campo della R&ST (incluse le infrastrutture);

2. Aiuto agli investimenti in R&ST delle imprese;

3. Aiuto al trasferimento tecnologico (si tratta dei servizi forniti dai c.d. “intermediari tecnologici”, ossia: liaison offices presso le Università; Business Innovation Centres; centri di servizi tecnologici; Parchi Scientifici e Tecnologici);

4. Miglioramento dei legami fra PMI; istituti di AF, istituti di ricerca e centri di ricerca.

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59. Azioni a sostegno dei sistemi regionali di R&ST (II)

5. Sviluppo di reti di imprese;

6. Sostegno alla fornitura di servizi tecnologici e aziendali ai gruppi di PMI;

7. Incentivazione dell’innovazione;

8. Finanziamento dell’innovazione di PMI con strumenti di ingegneria finanziaria (venture capital, fondi di rotazione per il capitale di rischio e prestiti della BEI).

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60. La concentrazione tematica FSE60. La concentrazione tematica FSE

La spinta verso la concentrazione tematica del FSE sarà meno accentuata di quella registrata dal FESR.

Nell’Ob. Competitività e Occupazione sarà meno ampia la possibilità di utilizzo delle azioni di sistema e non verranno finanziati interventi di institutional building.

Gli interventi del FSE dovranno essere coerenti con il cluster C dei PICO che prevede 8 LG specifiche per l’occupazione.

Nell’ambito dei POR FSE 2007-2013 dovranno essere valorizzati l’approccio e i meccanismi attuativi del PIC Equal.

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1. Azioni alle persone: (i) orientamento e counselling; (ii) work experience; (iii) formazione; (iv) percorsi integrati; (v) incentivi (per la formazione, per la creazione di impresa, etc.)

2. Azioni di sistema (sono previste 5 tipologie di azioni di sistema volte a rafforzare il sistema di gestione delle policies e i SPI)

3. Azioni di accompagnamento: (i) informazione e pubblicità; (ii) servizi alle persone e alle imprese

1. Azioni alle persone: (i) orientamento e counselling; (ii) work experience; (iii) formazione; (iv) percorsi integrati; (v) incentivi (per la formazione, per la creazione di impresa, etc.)

2. Azioni di sistema (sono previste 5 tipologie di azioni di sistema volte a rafforzare il sistema di gestione delle policies e i SPI)

3. Azioni di accompagnamento: (i) informazione e pubblicità; (ii) servizi alle persone e alle imprese

Macrotipologie diAzioni del FSE

Macrotipologie diAzioni del FSE

61. Tipologie di azioni del FSE (ciclo 2000-2006)61. Tipologie di azioni del FSE (ciclo 2000-2006)

Page 63: Master cb fai unimol pres fs2008

62. Il “ciclo del progetto”62. Il “ciclo del progetto”

Il “ciclo del progetto” è una metodologia classica di definizione e gestione dei progetti applicata in finanza aziendale ed estesa progressivamente ai progetti pubblici e anche ai Programmi pluriennali di politica economica.

La Commissione la usa tradizionalmente per gli interventi di cooperazione allo sviluppo e progressivamente l’ha estesa anche ai Programmi cofinanziati dai FS.

Nella sua applicazione ai Programmi complessi, prevede la loro definizione sulla base delle “matrici di quadro logico”, la loro gestione secondo principi di PCM e meccanismi di retroazione (M&V).

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Obiettivi generali

Obiettivi specifici

Obiettivi di realizzazione

Bisogni

QuadroLogico

Misure/Coerenza

AttivitàAttività

Risorse

S W

O TIndicatoriIndicatori

Impatti

Risultati

Realizzazioni

Efficienza

Efficacia

Retroazione

Per

tin

enza

63. Il ciclo del progetto per i PO complessi63. Il ciclo del progetto per i PO complessi

Fonte: Bagarani-Bonetti (2005)

Page 65: Master cb fai unimol pres fs2008

UE

Stato

Regione

Ente locale

Coordinamentoe regole

Realizzazionedegli obiettivi

Privati

Fonte: Bagarani-Bonetti (2005)

64. Il percorso di programmazione degli 64. Il percorso di programmazione degli interventi cofinanziati dai FSinterventi cofinanziati dai FS

Page 66: Master cb fai unimol pres fs2008

Bilancio UE Linea 1B “cohesion policy”

Programmi nazionali

Programmi regionali

Commissione Europea

SM – Amm.ni Centrali

Regioni

Finanza UE

Finanza

nazionale

Finanza

regionale

Contributi privati

65. Meccanismi di 65. Meccanismi di deliverydelivery dei FS dei FS

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66. Il sistema multi-livello di governo dei Programmi66. Il sistema multi-livello di governo dei Programmi

I PO vengono negoziati fra Commissione e SM nel caso dei Programmi nazionali (PON) e fra Commissione e Regioni nel caso di POR (anche in questo negoziato, gli SM assumono una rilevante funzione di mediazione).

Una volta approvati dall'UE, la loro implementazione viene affidata alle AdG. Esse sono affiancate dal CdS, organo di controllo aperto a vari portatori di interesse.

La gestione dei PON è affidata a delle Amm.ni centrali (Ministeri), che agiscono in coordinamento con le Regioni, mentre quelli regionali sono gestiti dalle Regioni.

Page 68: Master cb fai unimol pres fs2008

67. Le “autorità di coordinamento” dei FS67. Le “autorità di coordinamento” dei FS

In genere in tutti gli SM vengono individuate delle Amm.ni centrali di riferimento (National Contact Point) per i singoli FS e per il FEASR. In Italia le "autorità di coordinamento" sono:- Ministero dello Sviluppo Economico per il FESR;- Ministero del Lavoro per il FSE;- Ministero delle Politiche Agricole per il FEASR (hanno funzioni rilevanti di supporto l’AGEA e l’INEA).

Page 69: Master cb fai unimol pres fs2008

68. La gestione dei Programmi68. La gestione dei Programmi

La gestione dei Programmi viene fondata sul principio di separazione delle funzioni di:- gestione generale (affidate alle AdG); - gestione dei flussi finanziari (affidate all’Autorità di Certificazione); - controllo della regolarità delle operazioni finanziarie (affidate alla c.d. “autorità di audit”). La valutazione è affidata a un soggetto esterno indipendente dall'AdG.

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69. La 69. La governancegovernance dei nuovi Fondi 2007-2013: dei nuovi Fondi 2007-2013: approccio strategico e riserve di fondiapproccio strategico e riserve di fondi

- Approccio strategico alla programmazione, con Orientamenti strategici del Consiglio UE, Quadri di Riferimento Strategici Nazionali degli SM e Programmi. - Previsione (opzionale) di assegnare una riserva di efficacia e di efficienza a regioni performanti nell’ambito dei due principali Obiettivi territoriali.- Previsione di riserve nazionali per “far fronte a crisi impreviste, locali o settoriali” (utilizzabili anche attraverso uno specifico Programma nazionale).  

Page 71: Master cb fai unimol pres fs2008

70. La 70. La governancegovernance dei nuovi Fondi 2007-2013: dei nuovi Fondi 2007-2013: le innovazioni inerenti gestione e controllile innovazioni inerenti gestione e controlli

 

- Semplificazione dei Programmi con l’eliminazione delle misure (pagamenti solo a livello di Assi).- Maggiore responsabilizzazione degli SM, “proporzionale” al loro contributo finanziario in ordine a:controlli sulla regolarità delle operazioni finanziarie;verifica dell’addizionalità (stringente solo per l’Ob. Convergenza). - Eliminazione dei Complementi di Programmazione. - Possibilità di chiusura parziale dei Programmi.

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71. La programmazione nel ciclo 2007-2013 (I)71. La programmazione nel ciclo 2007-2013 (I)

ELEMENTI CARATTERIZZANTI:1. Definizione top down delle priorità di intervento sulla base degli indirizzi generali delle politiche comunitarie.2. Inclusione delle Politiche di Coesione nel “ciclo annuale di coordinamento” delle politiche comunitarie.3. Semplificazione delle procedure amministrative e rafforzamento della “multilevel governance”.4. Programmazione e gestione più semplici grazie all’abolizione dei CdP. 

Page 73: Master cb fai unimol pres fs2008

72. La programmazione nel ciclo 2007-2013 (II)72. La programmazione nel ciclo 2007-2013 (II)

PERCORSO DI PROGRAMMAZIONE:1. Il Consiglio UE definisce un documento recante gli indirizzi

strategici per la Politica di Coesione nel ciclo 2007-2013 (OSC, approvati il 6 ottobre 2006).

2. Gli SM propongono prima il DSPN e poi un QRSN (documento solamente politico, nel senso che non si configura come uno strumento di gestione) da negoziare con la Commissione.

3. Conformemente agli indirizzi del QRSN vengono negoziati dei Programmi regionali/nazionali da approvare con Decisione comunitaria.

PERCORSO DI PROGRAMMAZIONE:1. Il Consiglio UE definisce un documento recante gli indirizzi

strategici per la Politica di Coesione nel ciclo 2007-2013 (OSC, approvati il 6 ottobre 2006).

2. Gli SM propongono prima il DSPN e poi un QRSN (documento solamente politico, nel senso che non si configura come uno strumento di gestione) da negoziare con la Commissione.

3. Conformemente agli indirizzi del QRSN vengono negoziati dei Programmi regionali/nazionali da approvare con Decisione comunitaria.

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73. La valutazione nel ciclo 2007-201373. La valutazione nel ciclo 2007-2013

Viene confermato il meccanismo di valutazione in tre fasi dei Programmi: ex ante, in itinere ed ex post.

Nel ciclo 2000-2006 la valutazione intermedia era obbligatoria e determinante per la riprogrammazione di medio termine. Nel ciclo 2007-2013 viene conferita molta più discrezionalità agli SM per l’attivazione opzionale di valutazioni ad hoc. La valutazione assume una più debole funzione di supporto consulenziale delle AdG.La valutazione ex post è realizzata dalla Commissione.

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GRAZIE PER L’ATTENZIONEGRAZIE PER L’ATTENZIONE

ANTONIO BONETTI

Mobile phone: 335 5914711

Mailto: [email protected]