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La nuova ecologia / OTTOBRE 2012 84 in viaggio di Tiziano Fratus Miracolo a Milano All’ombra dei grandi alberi , sotto la Madonnina Giardino imperiale Orto botanico di Brera Cinquemila metri quadrati di estensione, trecento specie di piante, voluto dall’imperatrice Maria Teresa d’Austria (1717-1780), moglie di Francesco I e madre di Giuseppe II, il despota illuminato: Maria Teresa introdusse l’istruzione obbligatoria per i bambini di tutte le terre emerse del Sacro Romano Impero, fu come Pietro il Grande e Caterina II di Russia un’appassionata di piante, fiori e giardini. Da qui la sua volontà di fondare l’Hortus botanicus nel cuore della città lombarda. L’orto venne inaugurato nel 1774, custodito e arricchito di specie fino all’abbandono nel XX secolo, recuperato e quindi riaperto al pubblico nel 1998. La coppia di Ginkgo biloba messi a dimora nel 1775 è la più celebre. Fra gli altri alberi oramai secolari si annotano una Pterocarya fraxinifolia o Noce del Caucaso, col suo tronco massiccio, il maggiore della città. Quindi Diospyros lotus o albero di Sant’Andrea o Loto del Giappone, mentre l’albero più alto è una delle due Tilia tomentosa. Tronchi alla Dalì Parco Sempione Si tratta del secondo parco che nasce nel cuore di Milano. Per secoli piazza d’Armi, a fine Ottocento partono i lavori per il inceramente, questa volta, credevo di perdere tempo. Se non ho alcun dubbio di potermi imbattere in qualche grande albero mentre attraverso paesaggi agresti che connotano l’eccezionale biodiversità paesaggistica del nostro paese, ne manifesto, anche a parole, molti quando mi trovo nelle città. Milano proprio non ha nulla a che fare, nell’immaginario comune quanto nell’opinione degli stessi milanesi, con termini come natura, bosco, incontaminato, avventura, solitudine. Milano è l’opposto. I polmoni della città sono pochi: il Parco Sempione, dietro il Castello Sforzesco, i giardini pubblici di Porta Venezia, recentemente intitolati a Indro Montanelli. Non molti conoscono il giardino botanico adiacente ai muri del complesso di Brera, uno dei più piccoli d’Italia, mentre il giardino della Guastalla è popolato da coloro che vivono il quartiere e da qualche studente. Tutto il resto si trova al di fuori della città, nei parchi del Trenno, Parco Nord, Boscoincittà. Molto noto negli anni ‘70 per la prostituzione era il Parco Ravizza, oggi “ripulito” e restituito alle famiglie, mentre è sempre stato aperto e attivissimo, da un punto di vista sociale il Parco Trotter. In periferia è anche il parco di una villa storica, Villa Litta, uscita Affori Centro, e ancora più lontano dal Duomo è il parco di Villa Scheibler, a Quarto Oggiaro, in verità scarsamente conosciuto anche da chi ci abita. S FOTO: © 1YEN/ FLICKR

Milano, all'ombra dei grandi alberi

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Una città totalmente inedita. Non più capitale economica del Belpaese ma poetica e botanica. Alberi secolari e monumentali a due passi da Brera, dalla Scala e dal Duomo

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La nuova ecologia / ottobre 201284 ottobre 2012 / La nuova ecologia

inviaggio

di Tiziano Fratus

Miracolo a MilanoAll’ombra dei grandi alberi,

sotto la Madonnina

Giardino imperialeOrto botanico di Brera➽ Cinquemila metri quadrati di estensione, trecento specie di piante, voluto dall’imperatrice Maria Teresa d’Austria (1717-1780), moglie di Francesco I e madre di Giuseppe II, il despota illuminato: Maria Teresa introdusse l’istruzione obbligatoria per i bambini di tutte le terre emerse del Sacro Romano Impero, fu come Pietro il Grande e Caterina II di Russia un’appassionata di piante, fiori e giardini. Da qui la sua volontà di fondare l’Hortus botanicus nel cuore della città lombarda. L’orto venne inaugurato nel 1774, custodito e arricchito di specie fino all’abbandono nel XX secolo, recuperato e quindi riaperto al pubblico nel 1998. La coppia di Ginkgo biloba messi a dimora nel 1775 è la più celebre. Fra gli altri alberi oramai secolari si annotano una Pterocarya fraxinifolia o Noce del Caucaso, col suo tronco massiccio, il maggiore della città. Quindi Diospyros lotus o albero di Sant’Andrea o Loto del Giappone, mentre l’albero più alto è una delle due Tilia tomentosa.

Tronchi alla DalìParco Sempione➽ Si tratta del secondo parco che nasce nel cuore di Milano. Per secoli piazza d’Armi, a fine Ottocento partono i lavori per il

inceramente, questa volta, credevo di perdere tempo. Se non ho alcun dubbio di potermi imbattere in qualche grande albero mentre attraverso paesaggi agresti che connotano

l’eccezionale biodiversità paesaggistica del nostro paese, ne manifesto, anche a parole, molti quando mi trovo nelle città. Milano proprio non ha nulla a che fare, nell’immaginario comune quanto nell’opinione degli stessi milanesi, con termini come natura, bosco, incontaminato, avventura, solitudine. Milano è l’opposto. I polmoni della città sono pochi: il Parco Sempione, dietro il Castello Sforzesco, i giardini pubblici di Porta Venezia, recentemente intitolati a Indro

Montanelli. Non molti conoscono il giardino botanico adiacente ai muri del complesso di Brera, uno dei più piccoli d’Italia, mentre il giardino della Guastalla è popolato da coloro che vivono il quartiere e da qualche studente. Tutto il resto si trova al di fuori della città, nei parchi del Trenno, Parco Nord, Boscoincittà. Molto noto negli anni ‘70 per la prostituzione era il Parco Ravizza, oggi “ripulito” e restituito alle famiglie, mentre è sempre stato aperto e attivissimo, da un punto di vista sociale il Parco Trotter. In periferia è anche il parco di una villa storica, Villa Litta, uscita Affori Centro, e ancora più lontano dal Duomo è il parco di Villa Scheibler, a Quarto Oggiaro, in verità scarsamente conosciuto anche da chi ci abita.

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delineamento dei viali e delle aree umide che vanno a identificare gli elementi portanti del parco all’inglese. Gli alberi più significativi sono i tassodi, i cipressi calvi o cipressi delle paludi, provenienti dalla Virginia e dal sud degli Stati Uniti. Li rincontreremo ai giardini pubblici Montanelli. Fra tutti si segnala un esemplare ribattezzato “il tassodio di Dalì”, perché mostra un tronco che si biforca e salendo si piega ricordando i celebri orologi molli del pittore catalano Salvador Dalì. Il ponte delle Sirene è sentinellato da un platano, e poi cedri del Libano, cedri hiamlayani, ippocastani, alberi della pioggia dorata o Koelreuteria paniculata, grandi bagolari, alberi che pochi conoscono ma che sono autoctoni.

Primo di nascitaGiardini Montanelli➽ È il primo parco pubblico milanese: venne progettato da Giuseppe Piermarini, che aveva disegnato l’edificazione di Palazzo Reale, dotato di parco, nel 1770. Nel 1862 i giardini vengono ridisegnati dall’architetto Giuseppe Balzaretto. Sul finire del secolo si progetta il Museo di storia naturale, nel 1930 apre il Planetario Hoepli. L’attuale dimensione dei giardini pubblici è pari a 160.000 m², di cui 60.000 a prato. Ospita circa 1.400 piante. Tre sono gli alberi sensazionali: la quercia rossa più grande d’Italia, un enorme platano obliquo, uno spettacolare tassodio. Milano è una città dove sono presenti tre grandi querce rosse

secolari: questa, la più grande ma malatissima, una al Parco Trotter e una che si trova in piazza XXIV maggio, divenuta celebre alcuni anni fa per l’installazione dell’artista Cattelan. Il grande platano si trova a pochi passi dall’ingresso su via Manin, all’incrocio con via della Moscova. Non è il più grande della città, ma comunque un ultrasecolare. Fra i tassodi ce n’è uno gigante, che alla base emette due branche laterali che salgono come le braccia di un sacerdote sotto la sua tunica scura.

Alberi delle meraviglieGiardini della Guastalla➽ Di antico impianto, addirittura risalente alla metà del Cinquecento, negli anni 1555-69, quando Paola Ludovica Torelli, contessa di Guastalla, acquista l’abitazione preesistente e la adibisce a Collegio delle Guastalline, ragazze di origini povere o aristocratiche che ricevono una particolare educazione. Nel corso del XVIII secolo si aggiunge la Peschiera, la bellissima vasca barocca. Gli alberi protagonisti sono un platano, fra i maggiori della città, ma soprattutto una spettacolare Catalpa bignonioides, secolare, il tronco obliquo, avvitato su se stesso e istoriato di grosse iperplasie. Fra gli altri alberi faggi accanto alle giostre dei bambini, un acero, un bagolaro.

Platano giganteParco di Villa Litta➽ Villa Litta sta in periferia. Un bel prato, la villa che mantiene il suo colore antico e tre grandi platani: il primo che ostenta una chioma sferica, e due doppi, ovvero due platani con grandi impianti radicali dai quali si sono innalzati due coppie di tronchi. Uno dietro una staccionata lungo l’ingresso principale, l’altro, il maggiore, che invece domina il prato. Quest’ultimo misura ben 10 metri e 10 cm di circonferenza a petto d’uomo. Il maggiore platano di Milano, anzi, per circonferenza, il maggiore albero del capoluogo lombardo. l

il libro “L’alber de Milan”, Tiziano Fratus,Edizioni della Meridiana, Firenzepp. 140, 12 euroUna Milano totalmente inedita. Non più capitale economica del Belpaese ma poetica e botanica. Un percorso alla scoperta di alberi secolari e monumentali a due passi da Brera, dalla Scala e dal Duomo.

‘Non molti conoscono l’orto botanico adiacente ai muri del complesso di Brera, uno dei più piccoli d’Italia, mentre il giardino di Guastalla è popolato da quelli del quartiere’