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lunedì 23 maggio 2016
MISURE COMPENSATIVE Per periti industriali tempi rapidi e misure certe www.adnkronos.com del 20/05/2016 CODICE APPALTI Codice Appalti, in allerta le Casse di previdenza dei tecnici www.edilportale.it del 20/05/2016 PROFESSIONI Professioni regolamentate vitali per la crescita www.lavoripubblici.it del 23/05/2016 Professioni regolamentate, Stella:settore vitale per la crescita www.confprofessioni.eu del 20/05/2016 RISPARMIO ENERGETICO Contabilizzazione del calore: adeguare l’impianto centralizzato www.ediltecnico.it del 23/05/2016 PREVIDENZA Correzioni, <<tecnici>> in pressing Il Sole 24 Ore pag. 46 del 20/05/2016 Alla guerra dei contributi Italia Oggi pag. 38 del 20/05/2016 Un ombrello contro la malattia Italia Oggi pag. 44/46 del 23/05/2016
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Home . Lavoro . Professionisti . Per periti industriali tempi rapidi e misure certe
PROFESSIONISTI
Pubblicato il: 20/05/2016 14:09
"Tempi rapidi e misure certe per esercitare inItalia la professione del perito industriale. Conla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale n. 114 del17 maggio 2016 dello 'Schema di regolamentodel ministero della giustizia in materia dimisure compensative per l’esercizio dellaprofessione di perito industriale e peritoindustriale laureato', viene finalmente recepitala direttiva 2005/36/Ce finalizzata a sostenerela mobilità dei professionisti tra gli stati membridella Ue". E' quanto si legge in una nota.
"Con un paradosso: il soggetto comunitario -continua la nota- sarà molto più avvantaggiato e potrà,infatti, optare tra una delle 7 aree di specializzazione contro le 36 che, tra vecchio e nuovoordinamento, è costretto a scegliere un giovane diplomato o laureato italiano che dopo il tirocinioprofessionale decide di iscriversi all’albo".
"Lo schema di regolamento prevede, per coloro che provengono da uno Stato europeo e intendonoesercitare la professione di perito industriale in Italia, la possibilità di scegliere tra un tirociniopratico integrativo della durata di 18 mesi o il superamento di una prova attitudinale (pratica oscritta), solo nel caso in cui emerga la necessità di colmare differenze sostanziali tra le sue qualificheprofessionali e la formazione richiesta dalle norme nazionali", sottolinea.
"A valutare il tutto -spiega la nota- sarà una Commissione d’esame che dovrà essere istituita presso ilConsiglio nazionale e composta da dieci membri effettivi e dieci supplenti, cinque dei qualiprofessionisti, quattro scelti tra professori o dirigenti scolastici e uno magistrato". Il professionistacomunitario potrà fare domanda di riconoscimento del titolo professionale per una delle sette aree dispecializzazione indicate nello schema, (costruzione, ambiente e territorio, meccanica ed efficienzaenergetica, impiantistica elettrica e automazione, chimica, prevenzione e igiene ambientale,informatica, design) che appartengono alla professione di perito industriale.
“Siamo contenti -ha spiegato Antonio Perra, consigliere nazionale con delega alle riforme europee-che finalmente dopo 10 anni di attesa anche i tecnici europei che vogliono iscriversi al nostro albopossono godere di un tempo accelerato e di procedure certe, ma ora è indispensabile che i ministericompetenti, istruzione e giustizia, rimedino a un pasticcio legislativo che danneggia fortemente inostri giovani. Basti pensare, per esempio, che un laureato italiano in ingegneria industriale, periscriversi nella specifica area professionale, può arrivare a sostenere negli anni fino a 13 esami distato diversi".
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1 di 5 23/05/2016 10:56
decreto, affronta un’unica procedura che, se superata positivamente, gli attribuisce il riconoscimentoall’esercizio della professione di buona parte di quelle specializzazioni che ora corrispondono a duesole aree, cioè l’area in meccanica ed efficienza energetica e quella in impiantistica elettrica eautomazione. E' evidente -ha concluso- che siamo di fronte a un sistema dichiaratamente lesivo dellaconcorrenza che viola il principio della non discriminazione dei professionisti italiani rispetto a quellicomunitari, che deve essere sanato al più presto. In gioco c’è la credibilità dell’intero sistema paese, edella sua permanenza, in termini di concorrenza tra i paesi Ue".
Professioni: per periti industriali tempi rapidi e misure certe http://www.adnkronos.com/lavoro/professionisti/2016/05/20/per-periti-i...
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inadempienze.
RegolaritàContributivaecontrollisullesocietàdiingegneriaNella lettera le Casse hanno evidenziato che i servizi di ingegneria devono essere resi sempre sotto
la responsabilità di un professionista abilitato, anche nei casi in cui risulti aggiudicataria una
società di ingegneria. I professionisti, quindi, devono dimostrare la loro regolarità contributiva
mediante il certificato di regolarità contributiva. Secondo le Casse, però, dalla formulazione del
nuovo Codice Appalti si evince che i professionisti organizzati in società devono produrre il Durc,
come richiesto alle imprese, e non il certificato di regolarità contributiva. Secondo le Casse, poi,
bisognerebbe inserire dei controlli a carico delle società di ingegneria, che fin dalla loro
costituzione non sono mai sottoposte a processi di vigilanza da parte degli Ordini professionali, né
dell’ANAC. Le Casse Tecniche si sono infine rese disponibili a collaborare con il Ministero delle
infrastrutture e dei trasporti per mettere a punto la banca dati nazionale degli operatori
economici. Ricordiamo che, dopo l’approvazione del Codice Appalti, è prevista l’adozione di una
serie di linee guida per la definizione delle norme di dettaglio. Al momento l’Anac, Autorità cui è
demandata la predisposizione dei testi, ha messo a punto sette linee guida, tra cui quella per
l’affidamento dei servizi di ingegneria e architettura.
L'OICEeilcontributodel4%Sull'argomento è intervenuta anche l'OICE, l'Associazione aderente a Confindustria che riunisce le
società di ingegneria e di architettura italiane. "Non possiamo che prendere atto ‐ afferma il
Presidente Gabriele Scicolone ‐ della scelta del legislatore delegato di non riproporre il contributo
introdotto nel 1998. Non vogliamo entrare nel merito delle ragioni che hanno spinto il Governo a
muoversi in tal senso. Potrebbero anche essere legate al fatto che si tratta di una contribuzione in
alcuni casi riguardante quelle attività non esclusivamente professionali che spesso le nostre
società rendono a committenti pubblici e privati, nonché al fatto che le società hanno al loro
interno dipendenti INPS non iscritti agli albi professionali". Il presidente ha sottolineato anche un
altro punto: "Le Casse delle professioni tecniche hanno fatto riferimento alla necessità di
ipotetiche autorizzazioni ad operare come società di ingegneria e a forme di vigilanza sulle nostre
attività. Ci pare che queste richieste siano innanzitutto improprie. Mi risulta che nessuno possa
autorizzare una impresa ad operare sul mercato quando esiste già una norma che le consente di
costituirsi e di svolgere determinate attività. Così è da 20 anni visto che le società sono iscritte al
casellario ANAC, rendono all’Autorità comunicazioni periodiche, sono sanzionabili se non le
inviano entro i termini prescritti e se tali comunicazioni non sono rispondenti al vero. Quindi la
vigilanza già c’è e l’autorizzazione non ha senso di esistere. Se invece si vuole dire che anche le
società che legittimamente operano nel settore privato devono essere iscritte al casellario ANAC
per noi nulla questio, sarebbe una scelta corretta e coerente ma che spetta al legislatore fare.
Quel che è certo è che esula dalle competenze delle Casse chiedere vigilanza sul nostro settore
perché già esiste l'ANAC, con la quale d'altronde collaborano da anni”.Come è noto le società di
ingegneria ‐ ha concluso Scicolone ‐ operano praticamente come sostituto d'imposta, ricevendo
dal committente il 4% e poi versandolo alla Cassa. In questi ultimi anni abbiamo dovuto risolvere
problemi relativi all'applicazione all'estero (non dovuta) e abbiamo subito la scelta di anticipare il
4% ai collaboratori delle nostre società senza potere richiedere fatture con esenzione del
contributo, accollandoci quindi il rischio sul mancato pagamento da parte del committente. Per
noi è essenziale la certezza delle regole e del pagamento del contributo, soprattutto quando il
committente è privato, e in questo momento molto difficile per le nostre società ci sembra iniquo
anche rischiare l’eventuale mancato pagamento del contributo".
© Riproduzione riservata
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posti di lavoro e redditi. I lavori non hanno, però, fornito alcuna indicazione attendibile e univoca. Su questo punto, il Presidente di Confprofessioni ha sottolineato come “l’automatismo secondo cui regolamentare significa agevolare la crescita non sempre si è dimostrato vero, come ha confermato la riforma italiana”.
“Pienamente condivisibile – ha concluso Stella - l’intento della Commissione di rilanciare il mercato dei servizi, e con esso le professioni registrate in tutta Europa: 5.500 per un giro d'affari di circa 500 miliardi di euro e un peso occupazionale rilevante, circa 50 milioni di persone che costituiscono il 22% della forza lavoro del continente. Questo percorso ci permetterà di avere una fotografia più chiara della professioni in Europa e, sulla base dei fatti, ad arrivare non tanto a una deregolamentazione, quanto piuttosto a una semplificazione o a una better regulation”.
A cura di Redazione LavoriPubblici.it
© Riproduzione riservata
Quotidiano online per professionisti tecnici ISSN 2281-4566
Contabilizzazione del calore: adeguare l’impianto centralizzato
Quando in un impianto di riscaldamento centralizzato vengono implementati i sistemi di
contabilizzazione individuale del calore, l’adeguamento deve comprendere anche
l’installazione delle valvole termostatiche. Tali dispositivi di regolazione modificano
significativamente il funzionamento complessivo dell’impianto condominiale perché
ciascun utente, da ora in poi, può modulare il proprio prelievo di fluido termovettore dal
circuito di distribuzione.
In un altro articolo di questo quotidiano si è già accennato all’importanza della funzione di
preregolazione delle valvole affinché in ogni radiatore passi una portata d’acqua corretta.
Un perfetto bilanciamento dell’impianto, però, deve tenere in considerazione anche le
continue variazioni di pressione introdotte proprio dalla modulazione operata dalle valvole
termostatiche, per evitare effetti spiacevoli quali lo scarso comfort (troppo caldo o troppo
freddo) e i rumori provenienti da tubi e valvole.
Oltre alle pompe elettroniche a frequenza variabile, quindi, il professionista termotecnico
che redige il progetto di adeguamento dell’impianto suggerirà l’uso di opportune valvole
per il controllo della pressione differenziale, le quali possono essere dispositivi separati e
installati a piè di colonna oppure già integrati nelle valvole termostatiche cosiddette
“dinamiche”. Un’adeguata pressione differenziale alle colonne montanti o ai radiatori
garantisce portata costante ed evita i fenomeni indesiderati sopra citati.
Il primo passo che il condominio deve assolutamente fare, però, è il lavaggio
dell’impianto con speciali additivi che rimuovano alghe e fanghi interne alle tubazioni di
distribuzione, che altrimenti rimarrebbero in circolo provocando problemi di funzionamento
e guasti sia alle nuove valvole termostatiche sia ai vari dispositivi del circuito (pompe,
valvole di bilanciamento ecc.). E’ comunque opportuna l’installazione di un defangatore
(ed eventuale filtro a Y) per limitare le possibilità di un danneggiamento futuro, in
particolare della pompa.
È evidente che, in presenza di caldaie molto vecchie, il condominio può trarre un
beneficio ancora maggiore dall’installazione di ripartitori e valvole termostatiche se tale
adeguamento al decreto legislativo 102/2014 è accompagnato dalla sostituzione del
generatore originario con uno a condensazione di nuova generazione, in tal modo
usufruendo anche degli sgravi fiscali.
Se invece l’edificio è servito da una rete di teleriscaldamento, l’installazione delle
valvole termostatiche deve essere eseguita a seguito di uno studio approfondito e di una
relazione dettagliata da parte di un professionista termotecnico esperto, il quale indicherà
eventuali modifiche da apportare al circuito o agli scambiatori di calore al fine di evitare
malfunzionamenti del riscaldamento.
Terminati i lavori di installazione dei dispositivi di cui sopra, il manutentore dell’impianto
esegue il riempimento del circuito, che deve avvenire lentamente e contestualmente alle
operazioni di sfiato dell’aria presente nelle tubature. Dato che le opere vengono
solitamente effettuate nel periodo estivo, è possibile che all’accensione invernale
dell’impianto si renda necessario un altro sfiato per garantire la corretta e completa
circolazione del fluido termovettore in tutti i radiatori.
Il messaggio è chiaro: per risparmiare davvero sulle spese di riscaldamento ed evitare
problemi all’impianto, il condominio non può lasciare nulla al caso e deve farsi affiancare
da esperti che sappiano valutare la situazione specifica.