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N° 77 - DICEMBRE 2004 - Periodico quadrimestrale Spedizione in A.P. - art.2 comma 20/c L. 662/96 - Siena

N° 77 - DICEMBRE 2004 - Periodico quadrimestrale ... · Credo che dal 2 luglio in poi non siano mancate le occasioni per i ringraziamenti per lo stupendo lavoro che è stato fatto

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N° 77 - DICEMBRE 2004 - Periodico quadrimestrale Spedizione in A.P. - art.2 comma 20/c L. 662/96 - Siena

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in questo numero:

gli auguri del Priore 4 il lungo inverno 8 Fantomatik 11 a New York per grazia ricevuta racconto un ritorno filodrammatica

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ERRATA CORRIGENel Biancorosso n° 75 dello scorso Giugno è pubbli-cato un articolo intitolato “Spigolature e commenti sui verbali della Società della Giraffa” scritto da Alfio Corsi ed erroneamente attribuito ad un autore diverso. Ci scusiamo con Alfio per l’involontario errore. Nello stesso numero è pubblicato lo stato civile della nostra Contrada per l’anno 2003 in cui sono conte-nuti i seguenti errori che correggiamo: Fiocchi Rosa e Celesti: Rossi Rebecca figlia di Raffaele (non Gabriele)Ci hanno lasciato: Galoppi Novilia ved. Starnini (non Stagnini). Anche per questi involontari errori ci scusiamo con le famiglie interessate e con tutti i lettori

BiancoRossoil giornale dell'Imperiale Contrada della Giraffa

Decr. Trib. di Siena N° 391 del 15-6-1978

Direzione: Via delle Vergini, 18 - Siena

Direttore: Michele Montixi

Direttore Responsabile: Raffaello Ginanneschi

Hanno collaborato: Alessandro Lorenzini, Marta Fabbrini, Federica Bonocore, Lorenza Rossi, G.Paolo Betti, Pietro Bazzani, Maria Cristina Mignarri.

Stampa: Grafiche Pistolesi - Siena

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Salutare il 2004, in fondo, non ci dispiace, perché ci lascia con un senso di appaga-

mento e di soddisfazione per le grandi imprese che siamo riusciti a compiere.

Per la maturità dimostrata nella prima parte dell’anno reagendo quasi con indifferenza

alle brutte vicende occorseci; per la forza con la quale abbiamo reagito ai ripetuti lutti

che ci hanno colpito; per la determinazione dimostrata al momento di presentarsi in

Piazza; per la compattezza e l’unità esibite nei giorni della Festa.

Il premio che la sorte ha voluto elargirci è stato logica conseguenza di un comporta-

mento esemplare, sul Campo e fuori, nei giorni del Palio e per tutto l’anno.

Un motto recita “la fortuna aiuta gli audaci” e l’audacia dei Giraffini alberga nel loro

amore per la Contrada, nel desiderio di vederla primeggiare sempre, in qualsiasi

campo essa si cimenti e nella consapevolezza di doversi impegnare, a prescindere

dal ruolo che si rivesta, per dare, tutti, un contributo, piccolo o grande che sia purché

serva a far girare i meccanismi di questa nostra complicata macchina che corrisponde

al nome di Contrada.

Credo che dal 2 luglio in poi non siano mancate le occasioni per i ringraziamenti per lo

stupendo lavoro che è stato fatto da tutte le componenti della Contrada, dalle Com-

missioni, dal popolo; ma lo vogliamo ribadire anche in questa circostanza, con l’au-

spicio che tutte le esperienze che abbiamo vissuto assieme ci abbiano lasciato dentro

qualcosa di positivo da poter sfruttare nel futuro, soprattutto la convinzione che ad

una Contrada coesa, non è precluso alcun obiettivo.

Con piacere, formulo a tutti i Giraffini, alle loro famiglie, i più fervidi auguri per le Feste

Natalizie e l’auspicio che sappiamo sempre trovare quella serenità che ci fa vivere in

pace, soprattutto con se stessi.

Il Priore

Alessandro Giusti

gli Auguri del nostro Priore

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2 Ottobre 2004: cenino di chiusura. Come ha detto il nostro Priore si spengono le luci su Piazza Proven-zano, i cavalli alati tornano sulla terra e la Giraffa che si affacciava vegliando sui contradaioli in festa ha chiuso gli occhi. Tutto sembra segnare l’inizio di un lungo freddo e i giraffini che attendevano un inverno decisamente più tranquillo di quello precedente, vedono i loro sogni infranti...

Il lungo inverno bianco rosso

“O ragazzi, ma con un Palio in Chiesa ve lo immaginate quanti servizi dovremmo fare? Tutti i 2 i complemese, c’è chi propone almeno un cenino a settimana, in più la sfida di “Sotto il segno della Giraffa” (anche se le stelle dello zodiaco quest’anno sono state favorevoli a tutti i giraf-fini!!), e poi ancora feste, fino ad arrivare alla cena del Piatto, quella dell’Asta e quella delle Nappe…ci aspetta davvero un duro lavoro!! Fortuna che ci siamo abituati!!”

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Il lungo inverno bianco rosso Federica e Marta

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“ Va bè, dai, tanto siamo sempre i soliti quattro gatti ai cenini, così si fa alla svelta e ci rimane giusto il tempo di andare in su col Palio…se a qualcuno fa voglia, perché tanto si fa sempre il solito giro, d’inverno in Piazza non c’è nessuno, tranne le solite facce che ci guardano indifferenti: non c’è nemmeno più gusto a far sformare qualche contradaiolo invidioso!”

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E adesso eccoci qua, tra una settimana siamo già al quinto complemese, (come passa veloce il tempo quando ci si diverte!), e se l’atmosfera in società non è proprio quella del 2 ottobre, si respira ancora aria di vittoria nel salone che accoglie una nuova foto del-l’arrivo, mentre la cassetta del Palio scorre nel video-registratore e c’è ancora qualcuno che tra un gotto e l’altro si chiede: “Ma se Alberto girava più largo, e se la Torre girava più stretto, e se l’Oca non cascava, e se la Pantera aveva un metro di più, e se il Drago…”.

Ma la realtà è sicuramente più bella d’ogni ipotesi e quest’in-vernata sarà di certo diversa dalle altre, anche perché festeg-geremo in due sedi diverse: la nuova società sarà battezzata da subito con il sesto complimese del Palio, e questo forse ci renderà meno difficile il distacco dalla nostra “vecchia casa” che ha assistito a così tanti eventi straordinari. Quindi rimbocchiamoci le maniche, che il lavoro non è mai troppo pesante e l’inverno mai troppo lungo quando c’è da festeggiare un Palio vinto in modo così eccezionale!

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Ho avuto il grande piacere di intervistare Stefano Scalzi,

l’ideatore, promotore nonché coordinatore artistico

della band che ha fatto da sottofondo alla pazzesca

vivacità giraffina nei giorni della festa. Lui mi ha rispo-

sto con altrettanta gioia non appena ha saputo che al

telefono era “una della giraffa”…

- Partiamo dall’inizio, come nascono il gruppo Fantoma-

tik e la sua musica?

Si può dire che esistevamo già dieci anni fa come “Asso-

ciazione Culturale Fantomatica”. Era un gruppo molto

elettrico, sullo stile dei “Negrettes Vertes”. Con loro

siamo stati in giro per un sacco di locali tipo disco pub

poi però c’è stata un’interruzione di 4/5 anni durante

la quale, tramite l’agenzia Terzo Studio di Certaldo,

è nata l’idea di creare qualcosa di più acustico, sulla

scia dei gruppi etnici, popolari. Abbiamo preso spunto

dalle nostre influenze musicali tipo funk, jazz, latine e

le abbiamo riportate ad un livello più acustico, elimi-

nando cioè del tutto gli stili elettrici e lasciando stru-

menti a fiato, percussioni e voci al bisogno…

Così è nata la nostra orchestra, che è una via di mezzo

tra le “marching band” all’americana e le orchestre delle

feste da ballo dell’est, quelle in pratica che non pote-

vano godere di un palco ben definito né dei vari allac-

ciamenti elettrici.

- E ritieni che sia questo il vostro punto di forza?

Sicuramente. Dal punto di vista organizzativo la band

è autonoma, la puoi mettere a suonare in qualsiasi

spazio o luogo, senza alcun problema di scenografie o

illuminazione; ma sicuramente la forza sta anche negli

arrangiamenti, che sono curati moltissimo.

- Ma insomma come ti piacerebbe che la gente vi definisse

ascoltandovi e magari accompagnandovi ballando per le

strade delle città?

Bella domanda… (ci pensa un po’, poi comincia tutto

soddisfatto) A me piacerebbe che ci definissero come

una band di bianchi dall’anima soul che suona musica

internazionale per tutti, ma proprio tutti.

In fondo, non vogliamo essere un prodotto

né troppo erudito né troppo popolare. Met-

tiamo molta cura negli arrangiamenti e nell’ese-

cuzione ma il repertorio e l’improvvisazione ci rendono

più “alla mano”, fuori dai “salotti bene” e più in mezzo

alla gente.

- Che musica ascoltavi prima di cominciare e quale musica

ti piace ascoltare adesso?

Io provengo dal jazz e dal funk, mie vere passioni di

allora e di sempre, anche se alla fine ascolto un po’ di

tutto, anche perché nel mio passato sono stato conta-

minato da molti altri artisti..

- E qui volevo arrivare… Hai avuto un grande passato

musicale, collaborando con alcuni dei più celebri gruppi

ed artisti quali Sergio Caputo, Dirotta su Cuba, Tullio de

Piscopo insieme alle più importanti orchestre nazionali,

compresa quella dei Ritmi moderni della Rai e l’orchestra

di canale 5. Come hanno condizionato il tuo lavoro queste

esperienze?

Ho lavorato sia con il jazz che con la musica diciamo

commerciale. Dopo tanti percorsi musicali diversi, la

Fantomatik si sta rivelando finalmente uno dei prodotti

più belli e più godibili, anche perché le cose più belle

sono quelle che nascono dal cuore.

- E adesso che bilancio faresti della vostra avventura?

Ormai siamo in giro da più di tre anni con un visibilio di

concerti, feste, musica itinerante che riesce ad arrivare

dentro alla gente. Il bilancio è sicuramente positivo.

UNA FESTA... FANTOMATIKAdi Lorenza Rossi

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- Abbiamo parlato degli aspetti positivi che ha il vostro

modo di fare musica, ma suonare improvvisando ed itine-

rando può avere i suoi svantaggi e provocare imprevisti o

è sempre filato tutto secondo programma?

Suonare itinerando è massacrante. C’è voluto un anno e

mezzo per imparare a suonare discretamente muoven-

dosi perché non è una cosa facile.

Alla fine riesci a trovare un rapporto tra il tuo corpo e

il suonare, allora si crea un feeling tra i movimenti del

corpo e le note che stai suonando. E’ una fatica pazze-

sca, infatti i “veterani” del gruppo ci stanno lasciando

uno dopo l’altro, io spero di riuscire a resistere ancora

a lungo. Comunque è un modo di fare musica che dà

grande soddisfazione, è la vera spontaneità del suo-

nare.

- Progetti a breve-medio termine? Avete abbastanza

materiale per l’uscita di un nuovo cd?

Si, infatti è imminente l’uscita del nuovo cd che si

chiamerà PIRATI. Per il titolo abbiamo pensato a come

realmente ci sentiamo, cioè una ciurma che gira per

l’europa.

- Contaminando di musica i popoli?

Esatto. Magari un tempo i pirati contaminavano i popoli

di malattie tipo il vaiolo; noi contaminiamo solo con la

musica che comunque ti entra dentro ed è contagiosa

come una malattia. Io volevo mettere come sottoti-

tolo al cd la frase “i nuovi combattenti”, cioè coloro che

combattono la loro battaglia con i loro strumenti (che

nel nostro caso sono musicali) ma a fin di bene. Siamo

proprio dei pirati burloni, una ciurma sbilenca che ce la

mette tutta per portare nel mondo la propria etnicità.

A differenza dell’altro, questo è un cd che finalmente

ci rende merito, con un forte spessore musicale, una

grande cura negli arrangiamenti, una lavorazione in

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studio seria, anche se poi il concetto popolare

resta, insomma quello che a noi interessa è

che la gente continui ad aver voglia di muo-

versi ascoltandoci.

- E quando uscirà il cd?

Uscirà sicuramente per Natale ma già dal 22

dicembre inizieremo la promozione. Il 23

saremo a Certaldo, per coloro che volessero

seguirci, il calendario delle nostre prossime

date è sul sito www.fantomatikorchestra.

com. Comunque per i mesi di Gennaio e Feb-

braio 2005 prevediamo di continuare la pro-

mozione, mentre da Marzo 2005 inizieremo la

tournée estiva.

- Insomma c’è la sua grande soddisfazione ad essere

leader di una band. Ti ha portato fortuna anche con le

donne?

In generale potrei dire di si, anche se io sono felice-

mente sposato. Anzi, colgo l’occasione per ringraziare

mia moglie che mi segue da sempre, mi sopporta da

una vita e che rispetta il mio lavoro.

- Pensi che se fossi nato a Roma o a Milano ti saresti tro-

vato favorito da scenari più importanti piuttosto che Pra-

toranieri o Senzuno??

(ride) Ma sai, io è dal 1982 che lavoro a Roma, con mae-

stri importanti quali Gianni Ferri, Canfora, Pippo Caruso,

il maestro Pregadio.

Si può dire che Roma mi ha adottato, ci ho anche abitato

con moglie e figli per un periodo, poi abbiamo deciso di

tornare ad abitare a Follonica. Mi capita ancora di fare

il pendolare, ma sono convinto di aver fatto la scelta

giusta. Diversi lavori li faccio da queste parti. Proprio in

questi giorni stiamo registrando il nuovo cd allo Studio

Arte Sonora di Grosseto, che è attrezzatissimo e non ha

niente da invidiare a quelli delle grandi città.

A questo punto mi fa parlare con il produttore del cd,

Dennis Cacciarro, che è anche il responsabile dello

Studio Arte Sonora, il quale si ritiene molto soddisfatto

del lavoro che già si protrae dalla metà di settembre.

Inoltre, si dice fiero che questi validi ragazzi stiano lavo-

rando con la sua etichetta ed è certo che il cd riscuoterà

un discreto successo a livello nazionale.

- Ti è piaciuto suonare il nostro bellissimo inno giraffino?

Si, son quelle cose sacre della tradizione che non vanno

ritoccate, come l’inno di Mameli, è storia, non si può

riarrangiare.

- Noi tutti in Giraffa possiamo dire che siete riusciti a tra-

smetterci una vitalità sconvolgente… Posso permettermi

di chiederti che ricordi ha lasciato a voi l’esperienza giraf-

fina??

Fino ad ora abbiamo avuto esperienze solo di feste

simili a “carnevali”, ci aspettavamo qualcosa del genere

ma ci siamo resi conto che proprio non c’entra niente.

Ovviamente noi a Follonica non abbiamo esperienza di

feste che possano anche solo lontanamente somigliare

al Palio. Non ero mai stato nel cuore di una contrada, a

tavola con i suoi dirigenti e con il popolo tutto. La defini-

rei un’esperienza unica, strana che non si riesce a capire

fino in fondo. Si intuisce che c’è qualcosa di particolare

nell’aria, nella gente, come un ormone che impazza

sia tra gli uomini che tra le donne. Secondo me in quei

momenti vi succede davvero qualcosa di strano. Posso

affermare che l’energia la mettiamo in ogni spettacolo

e di solito siamo noi ad infonderla negli altri, ma in quei

giorni siete stati voi a raddoppiarci la carica.

L’intervista è finita, ma prima mi chiede di salutare tutti

ma proprio tutti i giraffini, in particolare le donne, delle

quali l’intera band conserva un bel ricordo.

Chiudo con la frase “viva la giraffa” e lui, che ormai defi-

nisce sé stesso un quasi giraffino, risponde: “SI, VIVA LA

GIRAFFA!”

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E così la Giraffa si è “sco-

perta” anche contrada di

corridori. Trascinati dall’entu-

siasmo di Guido Guiggiani,

alcuni contradaioli si sono

fatti coinvolgere nella voglia

di intraprendere l’attività

podistica e si sono cimentati,

nel classico appuntamento

datato 8 settembre, ovvero il

“Cross dei rioni” organizzato dalla contrada della Selva.

Un’esperienza positiva, visto che la squadra bianco-

rossa, come sempre “capitanata” strategicamente da

Aldo Brocchi, ha conquistato un onorevolissimo quarto

posto complessivo, risultando dunque fra le squadre

più veloci della pur difficile competizione.

Hanno partecipato Guido Guiggiani, Sara Capotorti,

Alessandro Lorenzini, Marco Di Clemente, Stefano

Petrini, Cristian Tozzi, Mirta Chiola e Matteo Pannini.

Da quella giornata, arrivata peraltro dopo l’altrettanto

positiva esperienza del 25 aprile con la Marcia per l’In-

dipendenza Siena-Montalcino, organizzata dalla con-

trada della Tartufa e conclusa, come sempre, con un

mega pranzo presso il rione del Borghetto (in cui è stato

fatto grande onore al vino della zona…). E proprio per

la prossima Marcia di Montalcino si annunciano grandi

novità, con tanti altri giraffini che hanno cominciato a

percorrere le strade della nostra città per cominciare a

preparare polmoni e gambe. Le iscrizioni sono aperte a

tutte: bastano un paio di scarpe da ginnastica e un paio

di pantaloncini e una maglietta…per il resto basta un

pizzico di volontà e, come sempre, la voglia di divertirsi.

Non è il titolo di un nuovo

film… di successo, ma la

grande esperienza del nostro

mangino Guido Guiggiani, che

dopo i successi in Piazza del

Campo si è cimentato anche

con la mitica Maratona statuni-

tense, che ogni anno coinvolge

decine di migliaia di persone di

tutte le età e di tutte le nazionalità.

Un appuntamento di livello mondiale, che costa tanta

fatica e tanti allenamenti.

“Infatti se sapevo che si vin-

ceva il Palio non mi iscrivevo”

ci ha detto Guido quando gli

abbiamo rivolto, dopo il 2

luglio, la consueta domanda

“ma chi te l’ha fatto fare di

andare a New York per fare

più di quaranta chilometri di

corsa?”. Al di là di tutto è stata

senz’altro una bella esperienza passare attraverso le vie

più belle di New York, attorniato da una folla cosmopo-

lita e festante, sempre pronta a spingerti e a incitarti.

E magari anche ad offrirti caramelle, frutta e beveraggi

vari: quaranta e più chilometri attraverso musica, bam-

bini festanti e gente che

balla. Guido è stato capace

anche di mettere dietro di

sé più di trentamila corri-

dori, riuscendo a superare

per le strade affollate di

New York anche qual-

cuno più allenato di lui

(del resto il sangue giraf-

fino, si sa, pulsa sempre

un pochino più degli altri)

e giungendo al posto

numero quattromila con un ottimo tempo inferiore alle

quattro ore. All’arrivo non poteva mancare il fazzoletto

della Giraffa, che Guido si è por-

tato dietro per tutta la corsa.

Certo che questa grande sod-

disfazione gli è magari costata

qualche nottata di meno in

Giraffa per i festeggiamenti

(c’era da tenersi in forma!!),

ma va bene lo stesso…

Un giraffino a New York

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PER GRAZIA RICEVUTA

Dopo aver dimostrato ampia dose di coraggio nel compimento del primo, dove abbiamo aff ron-

tato con spavalderia inaudita gli aghi vibranti del grande “Pesca” (nonostante incipienti sudorazioni e preoccupanti accenni di svenimenti, monitorati con amorevole professionalità dalla fi da Nicoletta), ci siamo tuff ati nella più dura avventura che un essere umano (specialmente poco allenato) avrebbe mai potuto concepire:

LA BICICLETTATA SIENA - FOLLONICA

Già al ritrovo della partenza, fi ssato all’alba del giorno 18 Settembre all’ex campino di San Prospero, anche l’occhio meno esperto avrebbe potuto scorgere quanta poca professionalità traspariva sia dai mezzi che dall’abbigliamento dei partecipanti (fatta forse eccezione per Lello ed il Sembola).

Mountain bikes modello discount, fascia primo prezzo, biciclette da corsa anni ’70 con telaio in piombo e ruote vespa, vestitini attillati che mettevano in risalto fi sici scolpiti da troppi cenini in Società e baschetti copricapo che facevano tanto Top Gun.

E COSÌ ANCHE IL SECONDO VOTO È STATO SCIOLTO

In compenso l’ammiraglia della Direzione Corsa, la sportiva e sempreverde Ford Fiesta 1.1 dello Zanna, aff ollata come Piazza il giorno della Prova Generale, rassicurava i partecipanti circa la professionalità ed il puntiglio con il quale tutto era stato preparato ed organizzato: in particolar modo la grande quantità di salumi, vino e pani da un chilo che si trovavano stivati nel baule del capiente autoveicolo.

A completare la schiera degli assistenti a questa dura prova, da segnalare la presenza di vari motociclisti, dotati di corde per il traino, di cameraman professio-nisti, pronti ad immortalare per le future generazioni di giraffi ni una testimonianza dell’evento, di un Quad a quattro ruote motrici, nel caso ci fosse stato da aff rontare improbabili tempeste di sabbia e di un For-dino giallo per bagagli, con Brocchi a bordo, avente il compito di sedare, con tatto e diplomazia, le eventuali intemperanze di coloro che si fossero trovati dietro, costretti ad arrivare a Follonica con un tempo di per-correnza stimabile in circa tre ore e mezzo.

In sostanza, quindi, una lunga e colorata colonna di mezzi che non poteva passare certo inosservata, soprattutto agli ignari villeggianti che quel Sabato si erano messi in viaggio per trascorrere il fi ne setti-mana al mare... e si sono trovati davanti una barriera

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invalicabile, che aveva nel Dott. Casini la punta di dia-mante: lo stesso, infatti, facendosi trainare per gran parte del percorso (pianura compresa), ingombrava, con fare spavaldo e sorriso gagliardo la gran parte della carreggiata (scusa ufficiale trasmessa alla fami-glia: cambio Shimano 18 rapporti bloccato, dopo soli cento metri dalla partenza, sul 1°, quello di discesa).

Da non scordare, poi, i vari aneddoti accaduti nel corso della “ bici – transumanza”, come lo sprint, scor-retto e beffardo del Guiggiani sul povero Lello, all’al-tezza del Passo “Cima Montebello”, la finta caduta di Poldino che ha finito per preoccupare, non poco, tutti coloro che si trovavano a passare in quel momento e lo slalom dei fiaschi su asfalto, organizzato dal duo Flamini - Maffei, precipitosamente interrotto dal pas-saggio di un camion da cava.

L’arrivo a Follonica, salutati da chiassosi clacsons degli abitanti della ridente cittadina marinara (anche perché avevamo intasato completamente le vie del centro) ha significato per tutti il sospirato riposo, allietato tra l’altro, dal tuffo nelle acque del Golfo, dall’aperitivo tutti insieme sulla spiaggia e dal pranzo, luculliano, presso il ristorante la Lanternina.

Una giornata particolare, spensierata e divertente, che ci ha visto protagonisti di “una piccola impresa“.

Pietro

SPIGOLATURE E COMMENTI SUI VERBALI DELLA SOCIETA’ DELLA

GIRAFFANel numero 75 di Biancorosso del Giugno 2004 abbiamo pubblicato un articolo uguale a quello sopra indicato nel quale sono riportate alcune curiose decisioni prese dalla nostra Società negli anni a cavallo dei secoli 1800-1900. Ritenendo interessante far conoscere ai giraffini di oggi altri episodi parimenti curiosi, proseguiamo il nostro lavoro e attingiamo ancora una volta le notizie dal numero unico pubblicato nel 1972 in occasione del Centenario della fondazione della Società della Giraffa. Andiamo indietro nel tempo ed arriviamo ad una adunanza cha ha avuto luogo il 2 febbraio 1882, nel corso del quale fu decisa l’espulsione di due soci” PER CONDOTTA IRREGOLARE”. E’ stata una curiosità quasi morbosa cercar di sapere se quelli erano i veri motivi che avevano provocato un così grave provvedimento. Abbiamo rovistato l’Archivio per cercare documenti, lettere, mote relative al fatto, appunti e altro, insomma tutto ciò che poteva far capire il vero motivo di quella drastica decisione. La fortuna e la perseve-ranza ci hanno premiato e così abbiamo potuto comporre il mosaico per dare una logica spiega-zione al fatto. Alessandro Del Bigio e Artemisia Biagioni giovanissimi coniugi sposati solo da qual-che mese, lui manovale comune e lei donna atta a casa ma molto formosa e piacente, avevano avuto incarico dal presidente della Società di sistemare in cantina alcuni scaffali che dovevano servire all’Economato. Il lavoro procedeva spedito, anche se in parte condizionato dalla poca luce di una fioca lampadina. Alessandro, per sistemare alcuni piani alti degli scaffali, aveva chiamato vicino a sé la moglie perché lo sostenesse. Ad un certo punto entrarono improvvisamente in società due consiglieri e cioè certo Palmiro Mattii, ex sottufficiale dell’Arma dei Carabinieri e certo Prosdocimo Contorni, Sagrestano dell’Opera di Provenzano, i quali attratti e incuriositi da rumori e lamenti sospetti provenienti dalla cantina si erano recati in quel luogo e si erano bloccati sulla porta perché avevano trovato i due coniugi abbracciati che si palpeggiavano a vicenda al punto che i due consiglieri, avendo visto anche le parti anatomi-che femminili scoperte non poterono esimersi da emettere un prolungato e sonoro “oh!!!” di stu-pore. (segue)

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Un volo incredibile per quel cavallo che apparentemente sembrava così esile, immaturo e non pronto per il tufo. Un’emozione voluta e cullata, nonostante il discredito che Siena ci voleva buttare addosso. E per questo il ricordo va anche a Marco Roghi, allora veterinario della nostra contrada, che seppe con dovizia curare e pazientemente lavorare Fenosu per quattro giorni di Palio. Tre giri al fulmicotone su traettorie perfette e il Drappellone di Tommaso Ferroni andò ad aggiungersi agli altri capolavori che abbiamo nella Sala delle Vittorie. Per questo Fenosu in questi anni ci è sempre rimasto nel cuore ed è stato ricordato con tanto aff etto. Fenosu ha vinto con i colori biancorossi, contro tutti gli “espertoni” di Palio e tutti i pronostici. Insomma è proprio un cavallo…giraffi no. A presto, campione, verremo a trovarti e ti porteremo qualche bella carota.

Alla vista dei due consiglieri gli sposi si ricompo-sero frettolosamente e vergognandosi chiesero scusa del momento di debolezza che aveva preso loro la mano..anzi le mani! Il fatto non poteva passare sotto silenzio e fu avvertito il presidente. E così il Consiglio propose all’assemblea dei soci l’espulsione con la motivazione “per condotta irregolare”, come abbiamo riferito, senza far cono-scere ai soci la verità sull’accaduto. Altro episodio curioso è il seguente: nell’adunanza di Asseblea Generale del 10 dicembre 1885 i soci discussero di un pranzo e successiva festa danzante. Come al solito le casse della Società non erano fl oride però dopo un anno di duro lavoro era giusto che i soci, come tradizione, godessero di alcuni benefi ci e quindi la società propose di organizzare un lauto banchetto a sbafo cioè a suo completo carico. La cifra complessiva disponibile per la spesa era 100 lire, cioè tutto ciò che risultava in cassa. Tale importo era ritenuto abbondante se utilzzato solo per mangiare e pertanto fu proposto di spendere lire 80 per il banchetto e lire 20 per lo “svago” cioè balli per il divertimento dei soci e delle loro fami-glie.Il consigliere Giacomo Stacchini nel sentire che parte dei danari disponibili sarebbero stati utiliz-zati per futili balli e quindi a favore, secondo lui esclusivamente dei giovani, protestò ed aff ermò cha la decisione non era giusta nei riguardi deglia ltri soci. Seguì un’animata discussione e si formò una spaccatura tra i presenti, addirittura una netta divisione tra giovani e vecchi.Volarono parole grosse e ci fu anche una “fogata” subitamente frenata dai consiglieri e principal-mente dal presidente che indignato per la gazzarra paventò l’idea di sciogliere l’assemblea e battè fortemente il pugno sul tavolo. La discussione proseguì fi no a tarda ora senza togliere il ragno dal buco fi no a quando il consigliere Achille Aloigi, detto il Monco dopo aver chiesto la parola pregò l’assemblea di fare il massimo silenzio avendo da esporre una sua proposta di fondamentale impor-tanza che avrebbe certamente accontentato le due fazioni. Nel silenzio assoluto disse: “ Chiedo al presidente e all’assemblea tutta di ridurre l’im-porto per il pranzo da lire 80 a lire 50 perché anche con 50 lire si può mangiare bene. Propongo che le rimanenti 50 lire vengano devolute alla nostra amata contrada della Giraff a” Seguì uno scro-sciante e prolungato applauso e quindi la propo-sta fu approvata all’unanimità

Alfi o Corsi

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Noi ci riproviamo. Non sappiamo se e quanto le nostre “commedie” in pas-

sato vi abbiamo divertito, ma siamo testardi e cercheremo anche in questo inverno, senz’altro più giulivo degli altri, ci ritroveremo per lunghe serate in società, o in sala delle Vitto-rie, per provare mosse e dialoghi. Insomma, presumibilmente e se tutto andrà bene, per la settimana del Giro ci dovrete sop-portare un’altra volta. Allestiremo di nuovo il palco, magari nei locali della società in Vigna, e rinnoveremo lo spettacolo della Filodrammatica giraffi na. A parte gli scherzi, infatti, la voglia è quella della prima commedia (“L’acqua cheta”, vi ricordate?), quando per noi si trattava della primissima esperienza su un palcoscenico (e meno male che c’era Maurizio a guidarci…). Da allora ci abbiamo preso gusto. E l’emozione che si prova, al di là di tutto, nel provare a regalare qualche risata ai giraffi ni e a tutti i nostri “ventotto” spettatori che ci vengono ad osservare e, speriamo, ad applaudire, è troppo forte per riuscire a resi-stere. Sul testo della commedia che manderemo (sempre se ci riusci-remo) in scena non anticipiamo niente. Anche perché ancora dobbiamo capirci qualcosa… Scherzi a parte Fabio e Barbara sono già al lavoro e sicuramente, come lo scorso anno, i loro cervelli eclettici riusciranno a produrre qual-cosa di piacevole e divertente. Nello spettacolo “Il colore dei soldi” di qualche mese fa il divertimento non è mancato come al solito: e ve lo può assicurare chi, come Mao, Vacco, Eraclio, Francesco e Giacomo, per la prima volta ha preso in mano un copione e si è misurato con la prosa. In realtà poi la commedia serve anche a noi, per passare quei lunghi mesi di freddo inver-nale con un appuntamento fi sso con le prove, con la ricerca dei costumi, con la scenografi a. la fatica (si fa per dire…) alla fi ne è ripagata dal “calore” del pubblico…e, perchè no, dalle tantis-sime risate che facciamo in quei giorni in cui la Filodrammatica freme perché deve andare in scena. Naturalmente la nostra “compagnia” è tutt’altro che chiusa. Anzi, ogni anno vorremmo scoprire nuovi attori da “gettare” (nel senso letterale del ter-mine” sulla scena per la prima volta.Vi assicuriamo che è un’esperienza che diffi cilmente dimen-ticherete…Quindi se avete voglia di cimentarvi con il teatro (forse per noi è una parola un po’ troppo grossa) potete farvi avanti con uno qualsiasi degli “attori” che avete… applau-dito sui palchi degli scorsi anni. In realtà basta un pochino di impegno durante la settimana e qualche giorno di studio della parte. Poi se ce l’abbiamo fatta noi.. ce la possono fare tutti: questo è poco, ma sicuro. E se magari non ve la sentite di provare l’ebbrezza di salire sul palcoscenico, ma avete voglia di dare una mano… non ci sono problemi, da fare c’è sempre: suggeritrici, costumiste, sceneggiatori, aiuti regista, factotum, addetti alle luci, consulenze. Poi se ci volete “mettere solo il bercio”, va bene uguale.

(Alessandro)

Filodrammatica giraffina

Il mitico Fenosu, la freccia che ci portò il Palio del 16 agosto del 1986, grazie alla destrezza di Mario Cottone detto Truciolo, ha fatto ritorno nella terra che gli dette gloria. Da qualche giorno, infatti, Fenosu è ospitato al pensionario per cavalli di Radicondoli, dove si gode il riposo nello splendido panorama delle colline senesi e dove può mangiare fi eno in quantità. A ben ventiquattro anni e con un Palio nel suo “palmares” se lo è proprio meritato. Il nostro eroe trascorrerà la vecchiaia fra altri campioni del Palio. A Fenosu siamo legatissimi, come del resto ad altri “nostri” cavallini, non solo perché ci regalò quelle grandissime emozioni, ma pure perché in quei giorni del 1986 nessuno dava credito a lui e alla contrada. I commenti quando passavamo prima e dopo le prove si sprecavano e non erano certo positivi. “Ma dove volete andà con quel mezzo cavallo?”. Ma la Giraff a ha sempre dimostrato che quando è in Piazza… per le altre le cose sono molto diffi cili. Ed infatti anche quella volta, con la saggia regia di Romano Rossi, la Giraff a trionfò mettendo tutti in riga: tre giri prima e tutti gli altri a letto.

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