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Magazine Md- X UTeam Juergensen Hammerhead A Diving Adventure Journal N.0 Giugno 2010 Teoria dei Flussi Quando la mix e’ esotica Tabelle Basate sulla statistica LA PRIMAVE... UN ESPLOSIONE DI VITA Supplemento Gratuito per tutti i membri Md-X UTeam Copyright 2010 By Metapia Deep Water eXplorers Rebreathers Tabelle Decompressive Medicina Subacquea Il Fatto Appunti di Biologia

N.0 Giugno 2010 Magazine - assets00.grou.psassets00.grou.ps/0F2E3C/wysiwyg_files/FilesModule/mdx/... · sangue nei capillari polmonari da un lato,ed il suo continuo rimpiazzo ad opera

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MagazineMd-X UTeam

Juergensen Hammerhead

A Diving Adventure Journal

N.0 Giugno 2010

Teoria dei Flussi

Quando la mix e’ esotica

Tabelle Basate sulla statistica

LA PRIMAVERA... UN ESPLOSIONE DI VITA

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Rebreathers

Tabelle Decompressive

Medicina Subacquea

Il Fatto

Appunti di Biologia

ContenutiPg 3 Hammerhead RebUn articolo che spiega le caratteristiche delle macchina

Md-X UTeam Magazine

Pg 5 Teoria dei FlussiUn articolo che spiega la differenza dei moti cinetici al cambiare dei gas respi-rati

Pg 7 Quando la mix e’ esoticaUn episodio accaduto ad un nostro amico Sub

Pg 9 Tabelle basate sulla statisticaUn articolo che spiega come vengono generate le nostre tabelle NDL

Pg 11 La Foto del MeseLa Nostra rubrica dedicata alla fotogra-fia subacquea.

Pg 13 Le AnforeIl Loro Significato ed una sem-plice rappresentazione nelle tavole di Dressel

Pg 15 La Primavera Un’ es-plosione di vitaUn articolo Che Spiega cosa suc-cede in primavera nel nostro

Pg 17 Le Nostre ImmersioniQuesto articolo ci porta a capo D’acqua un bellissimo sito di immersione...

Pag. 1 Md-X Uteam Magazine Pag. 2 Md-X Uteam Magazine

Md-X UTeam Rebreathers

CCR HammerHead della Juergensen Marine

A cura di Marco Valenti

CCR HammerHead vede la sua presentazione ufficiale durante

l’edizione 2007 del DEMA tenutasi ad Orlando. La Juergensen Marine produce elettroniche per rebreather da diversi anni, disponibili come parti terze in sostituzione alle elettroniche originali e montate di serie sui re-breather O2ptima della Dive Rite. I prodotti della Juergensen Marine ad oggi non risultano certificati CE.

La Juergensen Defense Corporation è la fornitrice delle elettroniche MARK V per le nuove unità rebreather Mark 16 MOD 2 e 3 della US Navy e del rebreather eCCR Viper E della NATO.

L’HammerHead CCR ricreativo è il completamente di uno sviluppo produttivo-commerciale dell’azienda iniziato anni fa. Nasce come rebreath-er a circuito chiuso a controllo elettro-nico con il senso di circolazione del gas orario con macchina indossata. I sacchi polmone sono montati di serie anteriormente anche se l’azienda ha previsto la possibilità di montarli pos-teriormente. Le dimensioni standard sono di 3 lt l’uno. Sono a doppio sacco con quello esterno protettivo in cordu-ra; i pulsanti di insufflazione manuale sono comodi ed a portata di mano come l’ADV a ‘fungo’ direttamente in-nestato sul sacco inspiratorio. La sua entrata in funzione è fluida ed il flow stop risulta comodo all’azionamento. La macchina è dotata di serie del BOV Golem, dispositivo di sicurezza per passare in CA che nell’ultimo anno ha registrato una grande diffusione su molti rebreather. I corrugati sono di dimensioni generose (diametro tra 4,5-5,5cm); il materiale estremamente resistente impedisce il collassamento diametrale. Per effettuare il test nega-tivo

Nella foto:L’ HammerHead della Juergensen

del loop la messa ‘sotto vuoto’ porta ad un accorciamento a fisarmonica degli stessi corrugati. Il controllo di tenuta risulta facilitato. Tutti i corrugati sono dotati di filettatura differente per evi-tare errori nella fase di montaggio.

Gli stessi giunti a ‘T’ delle connes-sioni riportano incisa la sigla ‘INH’ per l’inspiratorio ed ‘EXH’ per l’espiratorio. La testa del canister, quest’ultimo costruito in alluminio anodizzato, pone in risalto alcune caratteristiche presso-ché uniche.

In corrispondenza dell’entrata del gas espirato si nota subito il foro di immis-sione tangenziale.dell’ossigeno e la valvola solenoide che in questa mac-china è a monte del filtro stesso. Ne deriva una miscelazione ottimale con un funzionamento del solenoide es-tremamente efficiente e scevro da picchi; di ciò se ne ha una conferma dalla mancanza di lampeggi di allarme dell’Head Up Display al contrario visi-bile montando la stessa elettronica su un Inspiration dotato di immissio-ne dell’ossigeno vicino ai sensori. In questo ampio spazio si trovano anche i collegamenti tra la parte posteriore dei ed i cavi, smontabili e sostituibili in po-chi secondi, che portano alle due

elettroniche esterne al loop respiratorio. Il filtro è del tipo radiale con disposizione as-siale. Il gas esalato entra lateralmente lun-go la circonferenza del filtro in acciaio per passare nella parte centrale e risalire verso i sensori. La capacità del filtro e la sua ef-ficienza portano a dichiarare all’azienda una durata di sei ore con carico di lavoro leggero. Continuando il percorso all’interno del loop si arriva appunto ai sensori posti perpendicolarmente rispetto al flusso, cioè contro il flusso. Questa è una caratteristica per le elettroniche Juergensen come lo è tradizionalmente il vano di serie per il quar-to sensore per coloro che non ne hanno abbastanza. Come si può intuire le facce dei sensori sono l’unica parte di questi in contatto con il gas filtrato che prosegue il suo cammino nel contro polmone di inspi-razione.

Prima di passare al cuore della macchina, l’elettronica, è da notare il sistema di chi-usura della testa sul canister in alluminio anodizzato che ricorda un po’ quelli a baio-netta degli oblò delle macchine fotogra-fiche. In questo caso però vi è una ghiera di sicura ed un doppio o-ring radiale di te-nuta. Personalmente ho effettuato prove di immersione anche con un solo o-ring con-fermando ulteriormente l’attenzione messa dal costruttore nella ricerca della sicurezza nell’integrità del loop. Sulla testa troviamo la connessione per l’Head Up Display, dell’ossigeno per alimentare il solenoide e un’altra porta per rendere l’eCCR un CCR ibrido, altra possibilità dell’HammerHead. L’elettronica dell’Hammerhead è originale per progetto e filosofia adottata. Innanzi-tutto le elettroniche sono, escludendo ov-viamente i sensori dell’ossigeno, comple-tamente al di fuori del loop respiratorio.Le stesse batterie sono nelle unità da polso (handset) sostituibili dall’utente senza bi-sogno di attrezzi o chiavi. Il progetto pre-vede l’utilizzo di diversi tipi di batterie: alka-line AA da 1,5v, litio AA da 1,5v ricaricabili e non, litio 3,6v ricaricabili e non. In realtà l’elettronica può gestire voltaggi fino a 7v. Si deduce che gli handset quindi non sono di tipo compensato dal loop ma sono unità a se stanti vere e proprie. Ciò significa che in caso di allagamento del loop non vi sarà nessuna entrata d’acqua dai cavi, potendo quindi continuare a funzionare. Discorso analogo per gas sviluppati dalle batterie che non entreranno nel loop respiratorio.

Le elettroniche sono fra loro completa-mente indipendenti ed hanno funzioni diverse. La primaria è responsabile del funzionamento del solenoide che può es-sere comunque escluso in emergenza scegliendo la funzione manuale. Prevede inoltre un computer decompressivo con algoritmo Buhlmann con 5 gradient fac-tor gia impostati ed uno personalizzabile dall’utente. L’unità secondaria è un back up che non ha alcun controllo sul solenoide. Visualizza oltre la PO2 molti altri dati quali temperatura, contaminuti per la durata del filtro e come opzione prevede la funzione di decompressione come sulla primaria. In pratica si ha un computer di back up. I gas settabili sono 10 su entrambe, i set point 5 tutti modificabili dall’utente. Nella moltitudi-ne di funzioni troviamo solo per l’elettronica primaria il tipo di funzionamento del sole-noide (standard, Juergensen, manuale), funzione Open Circuit e FO2; solo per l’elettronica secondaria la scelta di 3 tipi di visualizzazione dei dati ed il contaminuti per la durata del filtro. Entrambe sono dot-ate dell’impostazione della durata della retroilluminazione, la lettura dei mV delle singole celle, il barometro, il settaggio del livello minimo di allarme delle batterie, reg-istro cumulativo di ore utilizzo e massima profondità raggiunta, gestione delle pass-word, la modalità ‘go to sleep’ per la sosti-tuzione delle batterie.Per quanto riguarda la sicurezza dell’utilizzatore l’elettronica basa il suo funzionamento sulla sem-plice ‘matrice del rischio di Juergensen’. Il costruttore ha sostanzialmente descritto i più gravi errori che l’utilizzatore potrebbe commettere nell’utilizzo. Per ognuna di queste situazioni la macchina interviene e/o bypassando la funzione manuale e/o cominciando a segnalare il mancato fun-zionamento/errore in diversi modi: visivo e/o meccanico attraverso la vibrazione del Head Up Display che viene trasmessa al boccaglio rendendo sostanzialmente im-possibile non accorgersi di un problema. I materiali usati nella macchina sono tutti di altissima qualità: alluminio anticorodal, acciaio, cordura, plastiche e delrin un po ovunque.Concludendo personalmente non penso che esista il rebreather perfetto.

Da un po di tempo si è però imboccata a mio avviso una strada positiva per i miglio-ramenti che i vari costruttori stanno met-tendo in campo. Rimane di fondamentale importanza una buona formazione in quan-to sono macchine di una certa complessità e gli standard di sicurezza raggiunti non devono far spegnere il cervello dell’utente che rimane la prima dotazione tecnica. In-fatti è da ricordare che immergersi con un reb è praticamente più semplice che in cir-cuito aperto.

Pag. 4 Md-X Uteam Magazine Pag. 3 Md-X Uteam Magazine

Md-X Medicina

Meccanismo (Ventilazione-Perfusione)

Un argomento molto particolare e difficile di come la relazione fra ventilazione e perfu-sione determina lo scambio gassoso.E’ noto che la PO2 scende quando il gas si muove dall’atmosfera in cui viviamo ai Mitocondri dove e’ utilizzato.Diamo un po’ di numeri..La PO2 dell’aria e’ 20,93% della pressio-ne totale(escluso il vapor acqueo).Al livello del mare,la pressione Barometrica e’ di 760 mmHg e alla temperatura corporea di 37 gradi Centigradi la pressione di vapor acqueo del gas umido inspirato e’ 47 mmHg.Cosi’ la PO2 dell’aria inspirata e’ (20,93/100)x(760-47) =149 mmHg.Se consideriamo un ipotetico polmone perfetto,quando l’O2 raggiunge gli alveoli ,la PO2 e’ di soli 100 mmhg circa quin-di gia’ caduta.Questo perche’ la PO2 del gas alveolare e’ determinata da un equilibrio tra due processi:La rimozione di O2 da parte del sangue nei capillari polmonari da un lato,ed il suo continuo rimpiazzo ad opera della ven-tilazione alveolare dall’altro.A rigor di termini la ventilazione alveolare non e’ continua ma respiro x respito.Tuttavia la fluttuazione della PO2 alveolare con ciascun respiro e’ solo di 3mmHg circa,cosi’ che il processo puo’ es-sere considerato come continuo.La velocita’ di rimozione dell’O2 dei tessuti e varia di poco in condizioni di riposo.In pratica ,la pO2 alveolare e’ principalmente determinata dal livello della ventilazione polmonare.Lo stesso principio si applica all PCo2 alveolare che e’ normalmente di circa 40 mmHg.Quando il sangue arterioso sistemico raggiunge i capillari tessutali L’O2 diffonde ai mitocondri(centrale dellla cellula) dove la PO2 e’ molto piu’ bassa.La PO2 “tes-sutale” probabilmente differisce considerevol-mente da una parte ad un’altra del corpo,ed al limite,in alcune cellule puo’ essere solo di 1 mmHg.Tuttavia il polmone,e’ un anello essen-ziale della catena del trasporto dell’O2 ed ogni decremento della PO2 del sangue arterioso deve risultare in un abbassamento dellPO2 tessutale,a parita’ degli altri fattori.Per le st-esse ragioni,uno scambio gassoso polmonare insufficente risultera’ in una salita della Pco2 tessutale..

Teoria dei flussi Di Giancarlo Casale

A cura di Giancarlo Casale

Cosa ne pensate della deco in heliox 50/50 invece dell’ean50 e cosa ne pen-

sate della trasformazione in alcune zone da flussi turbolenti se uso ean50 in flussi lami-nari su uso heliox e quindi un miglior off-gas-sing di inerte?Sembrerebbe da alcune letture di testi amer-icani che c’e’ un sottile, vantaggio nell’ utiliz-zare l’elio in decompressione . Una miscela Heliox (ad esempio, 50/50) avrebbe circa una viscosità simile all’EAN50 , ma ha solo un quinto di densità. Ciò comporterebbe un maggiore flusso per l’ Heliox. L’Elio ab-bassa ulteriormente la resistenza respirato-rie delle vie aeree, riducendo il numero di Reynolds di circa quattro volte, in modo che alcune aree del sistema non si crei un flusso turbolento(vorticoso), ma un flusso laminare (Piano) .L’ Heliox permetterebbe una mag-giore diffusione di biossido di carbonio, at-traverso la sua densità inferiore rispetto a quello di EAN50. Pertanto, la sostituzione di elio per l’azoto (ad esempio, in alta PpO2 miscele di decompressione) migliori le forze sia convettive che diffusive, in modo effi-cace.Inoltre, l’elio può aumentare il trasporto del gas attraverso la ventilazione (migliora-mento offgasing).Inoltre, il fatto che l’elio è del 40% meno solubile dell’ azoto dovrebbe avere effetti di meno carico di inerte...l numero di Reynolds (Re) è un gruppo adimensionale usato in fluidodinamica, pro-porzionale al rapporto tra le forze d’inerzia e le forze viscose e parlando di fluidi parliamo di liquidi quindi di sangue/plasma..Questo signore si interesso’ dello studio dei fluidi in condotte circolari e in particolare dello studio dei moti dei fluidi.Per cui un regime turbolento di un fluido le forze viscose non sono sufficienti a con-trastare le forze di inerzia, il moto delle par-ticelle del fluido avviene in maniera caotica, senza seguire traiettorie ordinate come nel caso di regime laminare,nel senso che ....>

Blue Edge srl nasce nel 2009 come azienda di importazione e vendita on-line di equipaggiamento subacqueo dalle elevate caratteristiche tecniche.L’azienda nasce sostanzialmente dalla passione per l’attività subacquea da parte del titolare, cercando di sfruttare le espe-rienze formative e lavorative fatte negli anni precedenti in altri settori ed ambienti lavorativi.La filosofia dell’azienda si basa per quanto possibile sulla prova diretta in acqua degli articoli prima di deciderne la commercial-izzazione. Quando possibile queste prove durano qualche mese, volendo dare un’ulteriore certezza ai clienti oltre che a noi st-essi. Tra gli obiettivi aziendali c’è inoltre la volontà di offrire la mas-sima qualità possibile anche nel post vendita tenendo sempre in mente che:

nulla è eterno e tutto è migliorabile

Sito Web : www.bluedge.itFigura (A) Quando il flusso è turbolento, la direzione del flusso varia all’interno del vaso causando un rallentamento dell’off gassing.

Figura(B) Quando il flusso è laminare, il sangue si muove nella stessa direzione in tutte le parti del vaso. La lunghezza di cias-cuna linea qui rappresenta la velocità del sangue, che è massima al centro del vaso e diminuisce man mano che ci si avvicine alla parete, a causa della frizione esercitata dalla parte del vaso. Foto di Stefano D’Urso

Pag. 5 Md-X Uteam Magazine Pag. 6 Md-X Uteam Magazine

il flusso laminare viaggia parallelamente alla sezione del tubo.Ricordiamoci che la decom-pressione non e’ solo soggetta a scambi di gas o pressioni parziali,ma anche a mec-canismi Di meccanica dei fluidi come in ques-to caso e non dimentichiamoci anche la mec-canica delle bolle...

Ma cosa sono le forze d’inerzia e viscose?come dice la parola stessa le forze d’inerzia o inerziali sono quelle forze che spingono la tua macchia quando cammini a 200 e poi freni tutto di un botto....mantenendo sempre il piede sul freno..la macchina continua a cam-minare si chiama forza di inerzia...se invece di frenare su una strada su potessi teoricamente correre dentro un liquido ,questa forza eser-citerebbe una forza contraria al tuo senso di marcia(detto moto), ovvero tenderebbe a far diminuirel’energia meccanica del punto in

movimento.

Md-X “Il Fatto”

Il lunedì era saltato, il mare aveva sconsigliato l’uscita.

Così sono rimasto in ufficio a sacramentare sperando nella buona sorte del mercoledì.Mer-coledì mattina. Ieri sera Simone non mi ha chiamato per annul-lare anche questa giornata, così parto alle 05:30 e la mia new-dive-car viaggia senza battere ciglio. Però quando a Siena mi fermo per un caffè e per riforni-re, mentre in una mano tengo il bancomat, l’altra affonda nella tasca e di nascosto alterna un rosario, un corno ed mini ferro di cavallo; non si sa mai.Sia come sia, giungo a Porto Ercole senza intoppi. Nemmeno il tempo di un caffè e subito in gommone alla volta di Giannutri. La compag-nia è di quelle con le quali sei sicuro di divertirti. Ci sono un paio di Marco, un Ale, un Mauro, oltre naturalmente a S&S.Loro sono tutti armati pesantemente,

io devo provare l’NT1 oltre i 30 metri cui sono confinato quando a Godego. In realtà è la secon-da immersione con l’NT1 nella definitiva versione passiva. La prima è stata, appunto a Go-dego ma non ci penso troppo.Caliamo stages e scooters e tra le reciproche prese in giro ci si tuffa. Scendo a -15 e con Sim-one ci si controlla vicendevol-mente l’attrezzatura. Niente da fare, perdo gas dall’attacco di un corrugato. Si riemerge e Sim-one con una martellata qua ed un’avvitata là sistema la perdita.Torniamo giù. Questa volta è tut-to in ordine e, mano agli scoot-ers, si scende. Il Bonex gira si-lenzioso e la VeeCam che vi ho fissato sopra riprende le meravi-glie di Giannutri.A -35 effettuo il primo dei 6 cambi gas previsti per l’immersione; l’NT1 è fantas-tico, si respira facilmente, molto facilmente. Scambio di OK con Simone e si continua. www.hypoxic.it

Quando la miscela

Pag. 8 Md-X Uteam Magazine

Testo e Foto di Leonardo Zillo

cizio o una simulazione. So quali ne siano i sintomi e ne conosco le sensazioni. Ora è diverso, il gas ha un gusto amaro ed il mal di testa s’è fatto feroce ma non ho quella “fame d’aria” che mi aveva provo-cato la CO2.Con Simone costantemente al fianco raggiungo i -70. Cambio gas e dopo tre o quattro respiri con il 15/55 ogni sintomo scompare. Mi prendo qualche minuto per riordinare le idee e dopo aver avvertito Simone, riprovo ad innestare la 12/60: due respiri e di nuovo gusto amaro e mal di testa. Mugugnando irripetibili im-properi nel mouthpiece, sgancio la S80 di 12/60 e la fisso alla maniglia. Mi sono con-vinto ci sia qualcosa di strano in quel gas; penso all’olio del compressore o alla bom-bola sporca.Ormai l’immersione è andata e con calma iniziamo la risalita, Lavoro con le stages e cambio gas a -39, -24, -6. Nessun sapore particolare ed il mal di testa è solo un ricordo. Approfittiamo del-la deco per scooterare in giro. Apprezzo l’NT1 ed il Bonex. Il primo perché è respi-rabile quasi come in OC, il secondo per il soft-start che evita i fastidiosi strappi in partenza.Pizza e Coca-Cola in gommone e con gli scherzi di rito si torna a Porto Ercole. Ringrazio, saluto e dopo un caffè riprendo la strada verso casa.Giovedì mattina ho portato la S80 al Dipartimento di Medicina Ambientale e Sanità Pubblica dell’Università di Padova:

He 61.81%,

N2 12,76%,

A 12.29% Shocked

O2 10.94%

più una pletora di altri gas.A questo punto immagino che i problemi siano derivati da quel 12% di Argon che chissà come sono finiti nella mia S80.Questa volta non ave-vo caricato in uno dei due posti ove solita-mente mi servo.

Secondo cambio gas a -60. Ancora una volta Bonex,

VeeCam e NT1 sono perfetti. Vuoi vedere che per una volta riesco a fare un’immersione senza intoppi? Vabbé, c’è stata la questione della perdita di gas ma è una quisquilia. Anche la nuova configurazione è magnifi-ca. Il frame con le due 8,5 litri ha un trim praticamente perfetto sia pur se ho due S80 al fianco ed una S80 più una S40 alla mani-glia. Ancora OK e proseguiamo. A -75 avverto un sapore amaro. Mi fermo, provo un rality-check via BOV con il back-gas anche se è un 15/55. L’amaro scom-pare ed il mal di testa si atten-ua, però tutto torna come prima quando riprendo a respirare la stage di 12/60 attraverso il reb.Tenendo la mano destra pronta sul BOV, sfanalo a Simone che arriva in un lampo porgendomi il suo erogatore. A cenni gli spie-go che c’è qualcosa che non va ma che, almeno per il momento, riesco a gestire la situazione senza bisogno del suo gas.In-iziamo a risalire mentre il mal di testa è ormai lancinante. So non essere un problema di CO2, quello purtroppo l’ho già provato in grotta e non durante un eser

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Pag. 7 Md-X Uteam Magazine

e’ data da una sovrapressione relativa modificata:

Ψ(t)=A[Ptiss(t)-Pambient(t)-Pthr]/Pambient(t)

L’abolizione dei parametri A e Pthr,diventa semplicemente la sovra-pressione relativa che era usata come indice di un processo di sicurezza in immersione.Per quanto riguarda i parametri che sono stati aggiunti all’espressione tradizionale, il guad-agno A e il livello soglia Pthr general-mente sono considerati come parame-tri che si possono aggiustare quando i modelli sono adattati ai dati. In altre parole i loro valori sono ottimizzati per migliorare l’adattamento dei modelli ai dati, il valore Pthr può essere fissato a zero per esempio. Per valutare la fun-zione di sovrapressione di un tessuto ad un tempo t ci deve essere un valore Ttiss a questo tempo, richiedendo un modello Cinetico di scambio di gas. Il modello che conosciamo tutti è il Cinetico-Esponenziale, utilizzato non perché fosse fisiologicamente cor-retto, ma perché rendeva i numeri più facili da elaborare. Il singolo modello esponenziale e’ anche proposto come una possibile rappresentazione della fase disciolta e della fase gassosa.

Ptissue= o Ptissue , o exp(-t/tau)

dove Tau è la costante minima di tem-po del tessuto.

Una costante minima di tempo sig-nifica un assorbimento maggiore del gas durante la discesa e un più veloce rilascio durante la risalita.

Nei nostri giorni si usa un modello chiamato Lineare-Esponenziale (buhl-mann, haldane)

Secondo questo modello il gas è ass-orbito da un tessuto ad un tasso o rate determinato dal singolo modello espo-nenziale. Durante il rilascio la Ptiss è una funzione quadratica del tempo per tutto il tempo che la sovrapressione e’ più grande di un certo valore detto di “Crossover”; non appena la sovrapres-sione cade al disotto di questo punto, il rilascio cinetico del gas diventa sin-golo esponenziale.

In circostanze speciali la cinetica qua-dratica si semplifica nella cinetica lin-eare e quindi Ptiss diventa funzione lineare di tempo.

Md-X Theory

Tabelle Basate sulla statistica

A cura di Giancarlo Casale

Scrivo questo articolo per spiegare a tutti coloro che non con-oscono la storia di come sono nate le tabelle di Decompressione attraverso una via Matematica piu’ precisamente quella Statistica.Un argomento che studiai un po’ di anni fa’ e che mi sembro’ molto interessante e ve la propongo sperando che vi faccia piacere.

La questione verte sull’uso delle prob-abilità di massimizzare ed adattare i modelli dei dati sulle malattie di De-compressione, con lo scopo di usare detti modelli “calibrati” per generare tavole di immersioni o per formare i nuclei di un algoritmo in grado di cal-colare l’ esecuzione di una risalita in sicurezza (Safe Ascent) in tempo reale con un elaboratore.

La massimizzazione è un mezzo per adattare rigorosamente modelli mate-matici a dati binari probabilistici. I dati binari sono derivati da esperimenti che hanno solo due probabili risultati; per esempio DCS e non DCS possono essere considerati due possibili risul-tati di un’immersione.

I dati probabilistici determinano i risul-tati di un esperimento come un evento casuale. In sostanza, la previsione del risultato di un processo non è più at-tendibile di quella di assegnare proba-bilità a due o più risultati alternativi.

La designazione (a caso) e’ vista come l’opposto “Deterministico”.

La pioggia, per esempio, e’ un evento a caso, non può essere previsto se pi-overà, ma la probabilità di pioggia può essere stimata.

La Mdd è un altro esempio. Dcs (De-compression Sickness) dimostra la sua casualità quando due subacquei sullo stesso profilo di immersione pre-sentano risultati diversi (es. Uno con mdd o pdd e l’altro no).

Considerato che non esiste un altro modello ultra sofisticato che spieghi proprio perchè la DCS si verifica in un caso e non nell’altro, DCS e’ un evento casuale..Se fossero presenti sufficienti informazioni sulle immer-sioni ed una giusta comprensione dell’EZIOLOGIA della Dcs, questa potrebbe cessare di essere casuale.

Funzione di TrasferimentoLa funzione di trasferimento è il mod-ello matematico che converte il profilo di un’immersione al quale un subac-queo e’ esposto alla probabile DCS.

La formulazione di un attendibile mod-ello deterministico è estremamente difficile, ma ci sono caratteristiche che potrebbero essere utili in un modello probabilistico; inoltre possono essere proposti modelli plausibili, seppure non si possa dire a priori quali di ques-ti sia il migliore per prevedere una probabile DCS.Al contrario, i modelli devono essere testati determinando in quale misura possano adattarsi ai dati di immersione disponibili in ma-niera adeguata. Prima di tutto la F.D.T. dovrebbe essere la stessa per ogni sub, considerando che l’osservatore ha poche o nessuna informazione su ciascun sub che ci si aspetta, sia rile-vante per i loro rischi di DCS.

E’ quindi difficile differenziare i livelli di rischio assegnando F.D.T. diverse. Sembra che non ci sia un indice po-tenzialmente utile (una misura di gras-so corporeo per es.) che sia registrata per tutti o almeno per la maggior parte dei sub. La definizione di una funzione “Sovrapressione” i cui valori istantanei in un certo ipotetico “tessuto”

MaldiveUn’Isola perfetta nell’atollo di Ari, tondeggiante, ricca di vegetazione, con una lagu-na mozzafiato, orlata da una ininterrotta spiaggia di sabbia bianca.Oltre alla bellezza naturale di spiaggia e mare, l’isola ha un Reef splendido ed particolarmente ricco di vita.

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Md-X Viaggi

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Le Anfore A cura di Giancarlo Casale

Le Anfore per antonomasia rappresen-tano i simboli dell’archeologia subac-quea.Questi reperti rappresentano il capolavoro dell’umanita’ e la tappa piu’ importante del genere umano lungo il percorso che unisce il tardo paleolitico con i primi anni del Neolitico Mediter-raneo.Agli inizi del periodo di tempo preso in esame l’Uomo comincia a consociarsi per ragioni difen-sive e di soppravivenza creando il branco,il gruppo familiare e poi la tribu’.La specializzazzione comincia cosi’ ad operare la prima selezione attidudinale del gruppo e permette all’artigianato l’esecuzione di un lavoro che va a beneficio della Comunita’. Questa lo sfama quando incide la pietra e non ha il tempo per cacciare o arere il campo.Si ha cosi’ una prima distinzione tra cacciaore ed agricoltore,tra artigiano e guerriero la’ dove l’uno e’ necessario all’altro nel primo scambio di merce e di servizi registrato dalla protostoria.Cosi’ l’uomo inventa l’attrezzo agricolo che gli permette di sfruttare meglio la terra che non e’ piu’ sufficente con i soli prodotti spontanei a sfamare la sua famiglia sempre piu’ numerosa,,inventa,ma piu’ che invenzione si tratta di una vera scoperta,il modo di modellare l’argilla.

Prima la impasta poi,dopo averla lasciata es-siccare al sole,la cuoce al fuoco libero che gia’ conosce da tempo. Ne ricava cosi’ contenitori che gli permettono di preservare per i periodi di carestia o per l’inverno le scorte preziose.Comin-cia a portare l’acqua al suo domicilio e non piu la sua gente alla fonte.Tutto cio’ perche’ possiede questa ceramica che e’ ancora grezza,impura e rozzamente modellata in forme globulari...Pas-sano molti anni e l’uso di questa ceramica,gia’ privilegio di pochi,diviene universale anche perche’ i commerci e gli scambi cominciano a diffonderla in tutto il mediterraneo.

Ma ancora non si parla di anfore commerciali ma soltanto di contenitori in cotto che, fin dal primo ap-parire dei fragili gusci che sfidano il mare,sono certa-mente adoperati dall’uomo per il trasporto degli ali-menti necessari al suo sostentamento durante le non facili navigazioni.Solamente molto piu’ tardi,non prima della meta’ del secondo millennio avanti Cristo,l’anfora divi-ene un recipiente commer-

ciale standard con il quale trasportare da una sponda all’altra le piu’ disparate mercanzie.

Md-X ArcheoSub

La Tavola di DresselQuesta è la classica tavola disegnata da Heinrich Dressel per il Corpus Inscriptionum Latinarum, edito a Berlino nel 1899. Essa descrive i tipi e l’epoca della loro diffusione: studi ulteriori hanno modificato le ipotesi origi-nali di Dressel. La “Tavola di Dressel”, tuttavia, è stata il modello e la base di tutti i successivi studi sulle anfore come contenitori commerciali. La descrizione originale di Heinrich Dressel:

1: Anfora vinaria Romana, 129 A.C. to 13 A.C.2: Anfora vinaria Romana, 16 A.C. to 29 D.C.3: Anfora vinaria Romana, 28 D.C. to 146 D.C.4: Anfora vinaria Romana, 4 A.C. to 24 D.C.5: Anfora vinaria Romana, 12 A.C. - olotipo6: Anfora vinaria Romana, 36 D.C. - olotipo7, 8: Anfore Betiche per conserve di pesce

9, 10, 11: Anfore Betiche per conserve di pesce12: Anfora Romana per conserve di pesce13, 14, 15: Anfore Betiche per conserve di pesce

20: Anfora Betica per olio d’oliva, II to III Secolo D.C.26, 27: III Secolo D.C. e successivi

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Md-X Biologia Marina

A cura di Marcello Guadagnini

LA PRIMAVERA... UN ESPLOSIONE DI VITA

Alicia

Mirabilis

foto di Ciro Varchetta

Con la primavera ormai alle porte si risveglia la nostra passione per il mare. Si intravedono seppur ancora

da lontano le belle giornate primaverili, l’inverno è ormai finito ed è tempo di cominciare a lucidare le nostre at-trezzature. Ma cosa succede sott’ acqua in primavera? Come sulla terraferma anche il mare subisce profondi mutamenti durante l’anno. Il lungo inverno sta passan-do e il mare che è stato influenzato da correnti di aria fredda, ha perso tutto il calore che aveva immagazzinato con le calde temperature della bella stagione. La tem-peratura dell’ acqua che è scesa prepotentemente con l’inizio dei primi freddi ha indotto in uno stato di torpore la vita subacquea, molte specie ittiche si sono rifugiate nelle grandi profondità del Mediterraneo, dove l’acqua è più calda, aspettando l’ arrivo della primavera. Mentre i primi raggi tentano di scaldare le acque, gli strati super-ficiali. della colonna d’acqua, con una temperatura più bassa rispetto ad acque più profonde, affondano sotto il loro stesso peso.Si ha un inversione di masse d’acqua, con una risalita delle acque profonde più calde e ricche di elementi nutritivi. Questo fenomeno di risalita delle ac-que profonde è detto Upwelling. Il primo effetto si osser-va sul fitoplancton, che ricopre un ruolo fondamentale: Il fitoplancton costituisce il cibo dello zooplancton erbivoro, il quale a sua volta è attivamente predato dallo zooplan-cton carnivoro e da pesci planctivori, questi ultimi, a loro volta, preda dei grandi piscivori.Le piccole diatomee si riproducono a ritmi sbalorditivi, aumentando il loro volu-me ed il loro numero.Non è possibile osservarle senza binoculare, ma sono così tante da intorbidire le acque.

Si innesca cosi quella che in ecologia prende il nome di catena trofica :gli erbivori approfittano di questo immenso pascolo acquatico e si radunano a flotte nella colonna d’acqua più ricca di fitoplan-cton, fitte schiere di carnivori attirati dal banchet-to degli erbivori si radunano anch’essi per nutrirsi degli erbivori. fitte schiere di carnivori attirati dal banchetto degli erbivori si radunano anch’essi per nutrirsi degli erbivori. Tutto questo movimento non può far altro che richiamare i grandi pelagici pre-datori, e dopo l’inverno passato in altre acque i no-stri mari ritornano ad essere ricchi di vita Sospese nella colonna d’ acqua oltre che miliardi e miliardi di organismi fitoplanctonici vi sono una moltitudi-ne di larve di organismi grandi e piccoli generate per nascere e crescere nello stesso tempo a que-sta grande fioritura algale, approfittando di questa grande abbondanza di nutrimento,importantissimo nei primi stadi del ciclo vitale. In tantissimi ritornano verso la costa, tornano le sardine, gli sgombri si aggregano in fitti banchi, i tonni si riuniscono per riprodursi come anche pagelli, saraghi e occhiate. Maturano anche le olive di mare ovvero i frutti della Posidonia. Questo è solo un accenno di quello che succede in mare per spiegare che come ogni anno arriva inesorabilmente la PRIMAVERA

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Md-X Le Nostre immersioni

Immersione Capo D’AcquaA cura di De Vitis Ugo

Durante le prime fasi dei preparativi, l’organizzato-re (cioè IO), aveva temuto per la riuscita dell’evento per via della masiccia adesione degli utenti iscritti al forum infatti, circa quindici persone, esprimendo entusiasmo e spirito di adattamento, davano tele-maticamente la loro adesione all’iniziativa, tanto da far temere per la fattibilità logistica dell’evento.

Infatti, molti B&B e vari hotel interpellati, rispondevano negativamente alle mie e-mails di richie-sta di alloggio per 15 persone.Ma come la storia ci insegna, i problemi anche di natura economica, gli impegni lavorativi e so-prattutto le mogli, creano una sorta di selezione naturale che anche in questo caso, ha ridotto il numero dei partecipanto a solo 4 persone.Pompiere, Doris, F. De massis ed io, ci siamo incontrati sabato mattina alle dieci sotto il portone di casa mia per dare inizio a questo mini raduno full immersion.Il programma della giornata prevedeva, come da titolo del post, un’immersione al lago di capo d’acqua, e noi, rispettando l’appuntamento, alle 11 in punto ci troviamo davanti al cancello d’ac-cesso al lago, totalmente recintato dai proprietari dello stasso, per far si che non ci si possa im-mergere senza il loro consenso e soprattutto senza pagare la quota a loro spettante.Scaricate le pesanti attrezzature dalle auto e preparati i gruppi, la guida, con l’aiuto di una pian-tina del lago, ci tiene un breve briefing che F.De Massis provvede a tradurre in tempo reale in lingua inglese per dar modo ad un ragazzo tedesco, partecipante all’immersione di non perdersi negli oscuri meandri lacustri.

In questo periodo, il lago presenta acque terse solo sul suo lato destro mentre, sul lato sinistro, la statua di San Paolo protetore dei subacquei, posizionata in questo punto del lago è avvolta da un fluido nerastro che ne preclude la visita.Nonostante la riluttanza della guida, Insistiamo per andare a visitarla ma, strada facendo, dobbiamo ricrederci e a malincuore tornare sull’altro versante dove acque più limpide permettono ai nostri occhi di avere più ampie visuali.A metà strada, il primo gruppo di rovine che incontriamo è ancora sommerso in un liquido non del tutto traspa-rente, come si vede dalla foto in cui la Doris affronta un passaggio tra le mura. ma il fenomeno è condannato a durare poco perchè, mam mano che ci spostiamo, le acque tendono a schiarirsi sempre di più, sino ad arrivare al secondo gruppo di muretti in pietra sopra i quali ci attardiamo per far si che Michele alias Pompiere, appro-fittando della limpidezza dell’acqua, dia sfogo alla sua creatività fotografica.

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