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NeNew ooratorio nnews N. 15 anno 4 dicembre 2014 C
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La redazione
Alessandro Granata
Andrea Carenzi
Andrea Coldani
Carlo Maestroni (Coach)
Cristian Di Cosimo
Don Paolo
Edoardo Bramini
Elena Malaraggia
Giada Mainardi
Giovanni Pasquali
Gruppo „98
Jessica Maiocchi
Hefrem Gioia
Laura Bosoni
Luca Fontana
Matteo Carenzi
Matteo Micheli
Mattia Maniezzo
Paola Fulghieri
Sara Pasetti
Stefano Poggi
In questo numero…
Pag. 3 - Editoriale: Non Temete!
Pag. 6 - E‟ Natale...raccontami
una storia
Pag. 8 - Fiera dell‟artigianato -
Rho 2014
Pag. 9 - Mercatini di Natale
Pag. 11 - Musica: Pink Floyd
Pag. 15 - Libro: Wonder
Pag. 18 - Film: Il discorso del re
Pag. 20 - Un anno di sport
Pag. 23 - Videogames: Pokemon
Oras
Pag. 26 - Ricetta: la girella
Pag. 27 - L‟angolo del relax
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L’angolo del relax
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"Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il
popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è
Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvol-
to in fasce, adagiato in una mangiatoia" (Lc 2) con queste parole la
Salvezza irrompe nella vita dei pastori di Betlemme. “Non temete”
inizia così l‟annuncio degli angeli per rassicurare gli uomini del fatto
che la nascita di Gesù è un evento di grazia, per il loro bene. Possia-
mo immaginare che ai pastori quel manifestarsi in modo straordina-
rio dei messaggeri di Dio e le loro parole abbiano provocato del tur-
bamento, proprio come accade davanti a qualsiasi evento imprevisto
sorprendente. Ma prima ancora che possano reagire ecco la rassicu-
razione degli angeli: state sereni e ascoltate ciò che il Signore vi
annuncia: una grande gioia. “Non temete” però riguarda anche il con-
tenuto del messaggio: per voi e per tutto il popolo è nato un Salvato-
re. Cosa avranno pensato i pastori? Si saranno chiesti perché pro-
prio a loro o si saranno preoccupati del giudizio verso di loro? E poi
cosa li lega al resto del popolo? Cosa vuole il Signore da essi? I pa-
stori al tempo di Gesù non erano legati al resto del popolo per via
del loro lavoro e del loro stile di vita; erano ai margini, se non addi-
rittura esclusi. La serenità che la presenza degli angeli deve avergli
trasmesso ha permesso alle parole di arrivare al cuore facendo na-
scere fiducia, attesa e speranza: così hanno iniziato a sentire quella
gioia annunciata a loro. La prima gioia per loro nasce dal fatto di es-
sere stati scelti dal Signore, chiamati gratuitamente a condividere
un evento straordinario insieme a tutto il popolo. Il primo dono rice-
vuto è il legame con gli altri uomini. Gli angeli indicano anche un se-
gno da cercare per accedere pienamente a quella grande gioia: un
bambino avvolto in fasce deposto in una mangiatoia. Un segno strano
e anch‟esso sorprendente: dopo un‟epifania straordinaria di angeli i
pastori devono cercare un segno umile, povero, che al confronto può
sembrare addirittura banale. Il contrasto tra la gloriosa luce degli
angeli in cielo e l‟umiltà di un bambino in una mangiatoia è forte e
Editoriale: Non temete! di Don Paolo
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! può lasciare turbati. Ormai la gioia illumina i cuori dei pastori, che
non temono nemmeno davanti a questa stranezza e si mettono in
cammino in cerca del bambino. Sappiamo poi come proseguono gli
eventi: i pastori trovano il bambino, la gioia. Ora non temono di farsi
annunciatori e grazie a loro il quadro si completerà con il giungere
degli abitanti di Betlemme e l‟arrivo dei magi da oriente in una gran-
de condivisione di gioia.
Dagli angeli ai pastori, un altro cambio contrastante, ma che al tem-
po stesso eleva la dignità dei pastori e avvicina l‟annuncio alla vita
degli uomini: l‟umiltà e la povertà dei pastori sono le stesse del bam-
bino nella mangiatoia, così come la divinità dell‟uomo è la stessa di
quella di Gesù, il Figlio di Dio. Umiltà e divinità, un connubio che dalla
nascita fino alla croce segnerà tutta la vita di Cristo come un carat-
tere distintivo del suo volto.
I pastori non hanno temuto l‟irrompere di Dio nella loro vita. Si sono
fidati, hanno cercato e saputo riconoscere il segno indicato loro da-
gli angeli. Si sono fatti testimoni e hanno cambiato la loro vita ritro-
vando legami perduti con il popolo e una forte stima della propria
vita. Possiamo vedere in questo dono del Signore il suo primo mira-
colo: ha saputo unire gli uomini intorno a sé, nella semplicità della
stalla di Betlemme insieme a Maria e Giuseppe, superando divisioni e
distanze fisiche e spirituali.
I pastori sono diventati una componente fondamentale dei nostri
presepi e sono lì proprio a ricordarci di non temere di mettere in
gioco il nostro cuore. Quando siamo davanti ad un presepe insieme a
qualcuno dobbiamo sforzarci di non vedere solo la realizzazione sti-
listica e tecnica della rappresentazione dell‟evento della nascita di
Gesù, ma dobbiamo “entrare” nel presepe per sperimentare la stes-
sa gioia di chi ora raffiguriamo con delle statuette. Ogni personag-
gio ci ricorda che il Natale di Cristo è un evento che sempre vuole
portare nelle nostre vite la luce del Signore. Egli stesso ci chiede di
essere testimoni e annunciatori cercando di costruire la comunione
con Dio e con tutti gli uomini superando ciò che ci divide dai fratelli
o ciò che ci imprigiona in noi stessi. Non temiamo di lasciare che la
luce del Signore irrompa nelle vostre vite, facciamoci portatori di
quella luce e allora vivremo veramente il Natale come un evento di
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gioia per noi. Condotti sulla strada dell‟umiltà, ci ricorderà la dignità
della vita di ogni uomo (che ci viene donato come fratello), l‟impor-
tanza dei legami e la garanzia che un Salvatore è nato per noi e de-
sidera la nostra gioia.
PREGHIERA A GESÙ BAMBINO
DI GIOVANNI PAOLO II
Asciuga, Bambino Gesù, le lacrime dei fanciulli!
accarezza il malato e l'anziano!
Spingi gli uomini a deporre le armi
e a stringersi in un
universale abbraccio di pace!
Invita i popoli, misericordioso Gesù,
ad abbattere i muri creati
dalla miseria e dalla disoccupazione,
dall'ignoranza e dall'indifferenza,
dalla discriminazione e dall'intolleranza.
Sei Tu, Divino Bambino di Betlemme,
che ci salvi liberandoci dal peccato.
Sei Tu il vero e unico Salvatore,
che l'umanità spesso cerca a tentoni.
Dio della Pace,
dono di pace all'intera umanità,
vieni a vivere nel cuore di ogni uomo
e di ogni famiglia.
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! E’ Natale...raccontami una storia di Paola Fulghieri
Di punto in bianco ho aperto gli occhi, ma ho dovuto richiuderli subi-
to. Luci intermittenti, gialle, rosse, blu, bianche come la nebbia che
da giorni avvolge questa città. Nella notte qualcosa è cambiato:
adesso quando tendo il bicchiere di plastica per chiedere l'elemosi-
na, incontro volti sorridenti, signore avvolte in eleganti pellicce mi
allungano banconote da cinque euro e si scambiano tra loro occhiate
soddisfatte. Se un cane al guinzaglio si ferma ad annusare la mia ca-
setta di cartone, il padrone non lo tira via prima di avermi regalato
un pacchetto di crackers o avermi offerto una sigaretta. Quando ho
starnutito, quel ragazzo che passandomi davanti ogni mattina si tap-
pa il naso, mi ha borbottato qualcosa che suonava come "Salute!".
E' Natale... ho sicuramente preso un abbaglio.
A Natale è venuta la zia che abita in-quel-paese-là-che-non-mi-
ricordo-più-come-si-chiama. Appena mi ha visto, mi ha abbracciato e
non la finiva più di sbaciucchiarmi e aveva messo quel rossetto rosso
che lascia tutto appiccicaticcio e diceva che io sono il suo nipo-
tìììììììììno preferìììììììto-ito-ito-ito-ito. Mi ha portato quella macchini-
na telecomandata che io avevo chiesto, anche se però io avevo chie-
sto dei lego perchè a me le macchine non mi piacciono. Mentre gioca-
vo con la macchinina che mi aveva regalato la zia, le ho fatto cadere
per terra la borsa e la zia mi ha dato uno schiaffo.
Tanto io però sono il nipotìììììììno preferììììììto-ito-ito-ito della zia.
Samantha tamburella nervosamente le dita sul suo tablet. Non può
uscire dal quel bar superaffollato perchè fuori piove e si rovinereb-
be le scarpe nuove, un modello delizioso, ultimo acquisto di ieri, vab-
bè, costate un occhio della testa, però almeno a Natale un regalino
ce lo si può permettere... fa niente se c'è crisi. E poi, come avrebbe
potuto rinunciare a quel solitario in gioielleria? Con lei si sarebbe
sentito in compagnia! E al nuovo piumino firmato? Alla pochette edi-
zione limitata per le feste? Insomma bisogna essere un po' presen-
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tabili! Nel pagare al bancone del bar le avevano detto che la sua
carta di credito risultava esaurita...poco male, stava per andare a
chiedere un prestito in banca per prenotare un "Natale in Madaga-
scar: la vacanza da sogno, impossibile resistere". Avrebbe sfodera-
to all'impiegato il suo sorriso migliore, tanto a Natale sono tutti
più buoni.
Oh, sì! Massimo si è preparato proprio bene per il Natale. Ha ad-
dobbato tutta la casa, ha comprato le lucine da appendere al can-
cello, ha potato la siepe, ha costruito il presepe, ci ha pure spruz-
zato la neve finta! Persino la signora Carla-a-cui-non-va-mai-bene-
niente gli ha fatto i complimenti! Adesso deve solo appendere gli
angioletti e un bel cartello: " qui si festeggia il Natale: neri, zingari
e cinesi alla larga". Poi finalmente potrà andare a letto sereno.
Una parola forse potrebbe accomunare queste quattro storielle di
Natale...come si chiama...sì, ecco dunque: ipocrisia! Ho fatto tanta
fatica a ricordarmela perché nel 2014 niente di tutto questo capi-
ta più, sono solo racconti paleolitici. Fatti, persone, luoghi sono pu-
ramente casuali, se qualcuno si vedesse riconosciuto è pregato di
segnalare lo sfruttamento della propria immagine alla sua coscien-
za, ufficio aperto ventiquattro ore su ventiquattro/sette giorni su
sette, via non-so-più-che-cosa-sia n°0. Ah, dimenticavo...l'ufficio è
chiuso per feste.
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! Fiera dell’artigianato - Rho 2014 di Stefano Poggi
Forse non tutti sanno di questo importante evento che si tiene a Mi-
lano, più precisamente a Rho-Pero; la fiera viene allestita in un im-
menso spazio dedicato agli espositori di tutto il mondo, che possono
in questo modo far conoscere le proprie specialità. Sotto enormi ca-
pannoni ce ne sono per tutti i gusti: stand alimentari, di vestiario,
ristoranti e molto altro. I vari Stati del mondo sono suddivisi in di-
verse aree: per aiutare ad orientarsi vengono distribuite mappe che
illustrano dove si trovano i vari stand di un determinato paese. Sono
ormai diversi anni che viene allestita questa fiera, ma col susseguirsi
delle varie edizioni sempre più persone vi si recano con l‟intento di
trovare qualcosa di originale, specialità, chicche e novità.
La giornata apre alle 10.00 e
chiude la sera alle 22.30 e si
tiene sempre nel periodo che
va dal 29 novembre al 8 dicem-
bre; è diventato ormai un ap-
puntamento fisso per le mi-
gliaia di persone che ogni anno
la affollano. Le origini di que-
sta manifestazione sono lonta-
ne: 16 anni fa si teneva la pri-
ma edizione. In questi ultimi anni si è assistito ad un aumento espo-
nenziale di visitatori; è un‟occasione più unica che rara per potersi
fare un‟idea delle diverse culture e tradizioni dei paesi del mondo.
Un evento che per me dovrebbe essere pubblicizzato molto di più,
poiché è un‟opportunità per conoscere e avere uno “sguardo del mon-
do”.
Questa kermesse è un‟occasione di crescita culturale sia per gli ad-
detti ai lavori che per i visitatori. Il vero e solo protagonista è, sen-
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Il Mercatino di Natale è una manifestazione commerciale pubblica
che si svolge generalmente all'aperto, nel centro cittadino, nel quale
viene esposto tutto ciò che concerne il Natale.
Generalmente vi si trovano dei piccoli stand nei quali vengono messe
in vendita le decorazioni natalizie, i prodotti regionali gastronomici
o dell'artigianato, souvenir, piccoli oggetti regalo. Si effettua diffu-
samente un servizio di ristorazione veloce che propone spesso il vin
brulé, panini, salsicce e wurstel caldi.
La decorazione del luogo cerca di risultare suggestiva: si compone di
una notevole illuminazione, fatta di luminarie, e spesso di fuochi di
ceppi. Sovente il l‟atmosfera è allietata da cori e musiche natalizie.
L'intrattenimento comprende spesso degli spettacoli tradizionali
quali, ad esempio, l'interpretazione di personaggi del Presepe o del-
la nascita di Gesù. A volte, i mercatini hanno anche apertura nottur-
na, talvolta solo in alcune serate notti, talvolta per l'intero arco del-
la manifestazione.
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za alcun dubbio, l‟artigianato in tutte le sue sfaccettature; è un‟oc-
casione per poter ammirare le migliori “perle” dell‟arte manifattu-
riera. È una chance da non perdere: ne vale veramente la pena! Dif-
ficile avere la possibilità di vedere tutti gli stand in un‟unica gior-
nata, vale la pena gustarsi ciò che la fiera offre ritornandoci più
volte. Ogni volta si scopre qualcosa di nuovo. Allora appuntamento
all‟anno prossimo!!
Mercatini di Natale di Elena Malaraggia
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! Oggi, i mercati di Natale più
famosi sono tenuti nelle città
di Augusta, Norimberga, Dre-
sda e Colonia, in Germania, e a
Strasburgo, in Francia. Duran-
te il periodo di dicembre que-
sti mercati le rendono mete
turistiche molto popolari.
La nascita dei mercatini di Na-
tale pare abbia avuto origine attorno al 1400 nei territori compresi
tra la Germania e l'Alsazia. Infatti proprio in queste zone ha avuto
luogo quello che è definito il primo mercatino della storia, a Dresda,
il lunedì precedente il Natale dell'anno 1434.
In questi mercatini si davano appuntamento i migliori artigiani della
zona per esporre le loro "opere" che richiamavano la natività e l'av-
vento.
I piccoli oggetti creati
appositamente per il
mercatino erano decisa-
mente costosi e fuori
portata per le famiglie
medie dell'epoca; quindi
inizialmente solo la bor-
ghesia era attratta da
questi mercatini.
Con il passare degli anni però l'interesse attorno a queste mostre
artigiane cresceva esponenzialmente, fino ad espandersi in quasi
tutto il paese.
Per quanto riguarda gli altri paesi europei, la grande diffusione dei
mercatini di Natale è avvenuta solamente verso la fine del secolo
scorso; ad esempio quello che oggi è considerato il più importante
mercatino di Natale italiano, a Bolzano, è nato solamente nel 1990.
La tradizione dei mercatini di Natale vuole che siano esposti prodot-
ti di artigianato rigorosamente "fatti a mano"; è proprio per questo
motivo che ancora oggi questi oggetti sono una delle attrazioni prin-
cipali della manifestazione.
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Non avendo idea di come iniziare questo articolo, dedicato ad una
band storica che, nata quasi cinquant‟anni fa, riesce ancora ad emo-
zionare intere generazioni di fan, ho deciso di approfittare dei fatti
recentemente accaduti e cominciare a raccontare da lì.
Il 7 novembre di quest‟anno è infatti stato pubblicato “The Endless
River”, l‟ultimo album dei Pink Floyd. Questo album è un omaggio a
Rick Wright, storico componente del gruppo deceduto qualche anno
fa, fatto dai due componenti che fanno ancora parte della band. In
questo lavoro purtroppo non c‟è quasi niente di innovativo, in quanto
si tratta di una sorta di “collage” di tracce registrate anni fa per
precedenti album, riesumate e rielaborate. Nonostante ciò non è as-
solutamente da considerare un album di scarti; è anzi un lavoro ben
curato e ricco di quelle melodie che hanno caratterizzato gli “ultimi”
Pink Floyd. Anche se, a mio avviso, non potrà mai competere con i
capolavori, come “The Dark Side of the Moon” o “The Wall”, che
hanno segnato in maniera indelebile la carriera del gruppo.
È però arrivato il momento di tornare indietro nel tempo e scoprire
chi erano i Pink Floyd e come sono riusciti ad ottenere un immenso
successo.
I Pink Floyd nascono nel-
la Londra del 1965 e la
loro formazione iniziale
vede Syd Barrett alla
voce e alla chitarra, Ro-
ger Waters al basso,
Rick Wright alle tastiere
e Nick Mason alla batte-
ria. Questo primo periodo è caratterizzato dalla creatività e dall‟e-
stro di Syd Barrett, principale autore di quasi tutte le canzoni di
quegli anni.
Inizia così l‟avventura dei giovani Pink Floyd, che si esibiscono nei
locali londinesi proponendo suoni dai forti tratti psichedelici e so-
Musica: Pink Floyd di Cristian Di Cosimo
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prattutto iniziando a sperimentare spettacoli di luci molto evoluti e
utilizzando impianti di amplificazione all‟avanguardia. Questa conti-
nua ricerca di innovativi effetti scenici accompagnerà l‟intera car-
riera del gruppo, che darà vita a concerti sensazionali.
Dopo non molto tempo la salute mentale di Barrett inizia però a va-
cillare, tanto che gli riesce difficile mantenere l‟attenzione necessa-
ria per esibirsi dal vivo. I tre compagni decidono quindi di affiancar-
gli, almeno durante i concerti, un altro chitarrista: David Gilmour. La
situazione però si aggrava a tal punto che diventa impossibile riusci-
re a lavorare con Syd; gli altri quindi decidono, un giorno, di non pas-
sarlo a prendere prima di un concerto. Da quel momento si conclude
la breve, ma fondamentale, era di Syd Barrett con i Pink Floyd.
Ciononostante, nei cinque anni successivi all‟addio di Barrett, i Pink
Floyd vivono un periodo di grande produzione artistica, frutto anche
della collaborazione che si crea all‟interno del gruppo. Questo nono-
stante i quattro componenti rimasti (Gilmour era nel frattempo di-
ventato parte integrante del gruppo) si trovino a dover fare i conti
con la mancanza di una persona in grado di scrivere i testi delle loro
canzoni.
I nuovi brani riprendono sempre le trame psichedeliche precedenti,
ma si differenziano per una più spiccata propensione verso melodie
che più si avvicinano allo stile del rock. Gli album che ne derivano
permettono al gruppo di ottenere una maggiore notorietà a livello
internazionale e di poter partecipare a colonne sonore di diversi
film, tra i quali “More” e “Zabriskie Point”.
Nel 1972 ricevono inoltre l‟offerta
di girare un film-concerto: “Pink
Floyd a Pompei”, ambientato
nell‟anfiteatro romano di Pompei.
Guardandolo oggi, però, questo
periodo ha fatto solo da fase
transitoria verso i successi che
hanno portato i Pink Floyd dritti
nell‟olimpo del rock.
In Roger Waters erano infatti ini-
ziate a germogliare forti critiche
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verso la società e profonde riflessioni sulla condizione umana. Nasce
così “The Dark Side of the Moon”, album che ha fatto ottenere ai
Pink Floyd un immenso successo (“The Dark Side of the Moon” è
tuttora il terzo album più venduto di sempre, con ben 45 milioni di
copie vendute!). È poi curioso come i Pink Floyd abbiano guadagnato
milioni anche grazie a “Money”, canzone contenuta nell‟album, in cui è
presente un‟aspra critica all‟eccessivo attaccamento al denaro. (in un
certo senso hanno convinto i loro fan a non “attaccarsi” al proprio
denaro, ma a spenderlo per comprare l‟album!)
Da qui in poi va progressivamente affermandosi la leadership di Ro-
ger Waters e i Pink Floyd vedono forse il loro periodo più florido,
dando vita ad altri album di successo quali “Wish You Were Here” e
“Animals”, per arrivare ad un‟altra opera colossale: “The Wall”.
The Wall è un'opera rock
concepita fin dalla genesi
come album, film e spet-
tacolo dal vivo. Ideata da
Waters, tratta i temi del-
la solitudine e dell'assen-
za di comunicazione dovu-
te alla presenza di un mu-
ro posto tra le persone.
Alla fine dell'opera il mu-
ro cade, lasciando spazio
ad un messaggio positivo
e di speranza.
In seguito all‟uscita dell‟album il gruppo si presterà ad una difficile
quanto magnifica rappresentazione dal vivo: gli spettacoli saranno
pochissimi ma memorabili, con un muro di polistirolo costruito a poco
a poco sul palco e che occludeva completamente agli spettatori la
vista dei musicisti, enormi pupazzi gonfiabili e coinvolgenti proiezio-
ni.
Il complesso si preoccupa anche di pubblicizzare l‟album, tanto che
Mason, ai tempi dell'uscita di "The Wall", partecipò alla 24 Ore di
Le Mans a bordo di un'auto che riportava sulla carrozzeria il disegno
dei mattoni, simbolo dell'album. Novità per le abitudini della band,
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tutto il disco è nato in studio. Viene meno la consuetudine del gruppo
di portare in concerto le canzoni prima di metterle su disco col fine
di testarle e migliorarle. Questo era successo nei dischi precedenti,
ad esempio con l'intero "The Dark Side Of The Moon e anche per
alcune canzoni fondamentali di "Wish You Were Here" e "Animals.
L‟album che segue, “The Final Cut”, è frutto del solo Roger Waters,
ma diviene il suo atto finale come membro della band. Nel dicembre
del 1985, infatti, Waters annuncia la sua definitiva separazione dai
Pink Floyd.
Da quel momento le “redini” della band vengono prese da David Gil-
mour, ma mancando nuovamente di autori per i testi delle canzoni il
gruppo si deve rivolgere a parolieri esterni. Questo di fatto sperso-
nalizza un po‟ i brani, che quindi non possono più definirsi esclusivi
dei Pink Floyd.
Gli anni che seguono l‟addio di Roger Waters non sono particolar-
mente prolifici dal punto di vista produttivo. Vengono infatti pubbli-
cati solamente due nuovi album tra il 1985 e l‟uscita di “The Endless
River”. Nonostante ciò
portano in scena dei
tour mastodontici, che
competono egregia-
mente con i concerti
del passato. Come
esempio basti pensare
al concerto tenutosi il
15 luglio 1989 a Vene-
zia in cui il gruppo ha
suonato sopra una
piattaforma galleggiate sul Canal Grande.
In conclusione i Pink Floyd, nonostante abbiano dovuto attraversare
alti e bassi e cambi di formazione difficili da “digerire”, sono riusci-
ti segnare la storia della musica inventando sonorità nuove, impres-
sionanti e coinvolgenti, guadagnandosi meritatamente uno spazio tra
i grandi della musica. Chapeau.
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Libro: Wonder di Sara Pasetti
“Un bambino cammina con i genitori e la sorella per le strade, il suo volto non è nor-male, ma lui non si sente di-verso dagli altri, lui è un bambino normale. Ma le per-sone lo fissano per strada, è vero, lui ha un viso che può creare sgomento, può im-pressionare i più deboli, ma non per questo bisogna smet-tere di essere gentili. Non tutti la pensano così: il suo volto è deriso, Julian, lo prende in giro, lo chiama mo-stro, allontana gli altri dalla sua amicizia. Ma fortunatamente il suo volto è anche amato, dalla madre, dal padre, dalla sorel-la Olivia che lo protegge sempre, da Miranda, da Jack, da Summer e da molti altri bambini. Perchè anche se la natura sembra averlo sfavorito, si prende cura di lui: "l'universo mette a posto tutto, alla fine. L'universo si prende cura di tutti i suoi uccellini". Tu da che parte decidi di stare?? Scegli di mettere al primo posto l'ap-parenza, la fama, l'aspetto, la popolarità? Oppure decidi di guar-dare al cuore delle persone, alla vera sostanza dell'essere, senza pregiudizi e imbarazzo?? Forse questo libro ti aiuterà a scegliere” Complici l‟arrivo delle feste e le numerose campagne di aiuto per
le tante malattie che colpiscono i bambini, ho deciso di proporvi
questo libro davvero toccante. Sulla quarta di copertina del libro
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è scritta una frase che recita “Non giudicare un libro dalla coper-
tina”; io per fortuna invece l‟ho fatto e mi sono imbattuta in questo
gioiello che ha davvero una copertina bellissima e d‟impatto.
“Wonder” è veramente un prodigio, una meraviglia (intesa anche
come stupore) già nel titolo giustamente non tradotto in italiano.
August Pullman, per tutti Auggie, è un ragazzino americano. Ha un
cane di nome Daisy molto affettuoso, la Xbox, tutta la collezione
dei film di Guerre Stellari di cui è un fan sfegatato, una sorella più
grande di nome Olivia ed infine una nonna di origini brasiliane che
lo adora. Da poco ha raggiunto l'età per iscriversi in prima media:
andrà alla prestigiosa Beecher Bep diretta da Mister Kiap.
Auggie è un ragazzino sveglio e sensibile con un talento per le ma-
terie scientifiche fuori dal comune, ma è terrorizzato dal primo
giorno di scuola: lui a scuola non è mai andato. Perché non ha fre-
quentato le elementari come ogni bambino? Il suo problema si chia-
ma Sindrome di Treacher-Collins, una malattia rara ed ereditaria
che colpisce le fattezze di una persona lasciando inalterato tutto il
resto. Nonostante fin dalla nascita il bambino abbia affrontato de-
licatissime e dolorosissime operazioni di ricostruzione facciale, il
suo viso è, senza girarci intorno, orribile. Coloro che hanno una cul-
tura cinematografica lo definirebbero un freaks, i più infami un
orco o un mostro, alcuni compagni di classe lo chiameranno E.T. o
Gollum.
La storia di questo ragazzino è sconvolgente, disumana, spiazzan-
te… ma anche incantevole, delicata, sublime. L'autrice ci accompa-
gna nella sofferenza di questo bambino, nella terribile presa di co-
scienza di scoprirsi un diverso, un mostro, perché è così che lo ve-
dono tutti gli altri. Eppure attraverso le vicende narrate nel ro-
manzo scopriamo che c'è speranza per lui e per noi . Per lui di es-
sere accettato e accettarsi, per noi di percorrere lo stesso cammi-
no che ci rende migliori, Umani.
Il libro nasce da una vicenda vera vissuta dall'autrice. La signora
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C’È POSTO PER TUTTI...ANCHE PER TE ! Se leggendo il nostro giornale ti sono venute in mente nuo-ve idee o desideri far parte della redazione manda una mail all‟indirizzo:
ospitiamo volentieri anche manifesti e pubblicità di iniziati-ve proposte dalle associazioni di volontariato della nostra
comunità.
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"Palacio" un pomeriggio newyorkese si trovava in un parco con i suoi
figli e vide, seduta su di una panchina, una bambina con la sindrome
di Treacher-Collins, rimanendone sconvolta. Lei stessa racconta:
"Sono stata presa dal panico, temevo che mio figlio di tre anni ve-
dendola avrebbe reagito urlando, come aveva fatto alla festa di
Halloween. Così mi sono alzata di scatto, ho chiamato l'altro figlio
e sono scappata. Alla mie spalle ho sentito la madre della ragazzina
che, con voce calma, diceva: "Forse è ora di tornare a casa". Mi so-
no sentita un verme e non sono riuscita a dimenticare quest'espe-
rienza." Questo libro è un'esperienza bellissima che vi insegnerà a
superare le apparenze e, come dice la stessa autrice, a “non essere
dei vermi”.
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Film: Il discorso del re di Andrea Carenzi e Matteo Micheli
TRAMA
Dopo la morte di suo padre Re
Giorgio V (Michael Gambon) - e l'
abdicazione di suo fratello Re
Eduardo VIII (Guy Pearce) che
preferì seguire le ragioni sentimen-
tali (la sua relazione con la divor-
ziata Wallis Simpson), a quelle di
Stato - il Duca di York Bertie
(Colin Firth), che soffre da sempre
di una grave forma di balbuzie, vie-
ne incoronato Re Giorgio VI d‟In-
ghilterra. Con il suo paese sull‟orlo
della guerra e disperatamente bi-
sognoso di un leader, sua moglie,
Elisabetta (Helena Bonham Carter),
la futura Regina Madre, organizza
al marito un incontro con l‟eccentri-
co logopedista Lionel Logue
(Geoffrey Rush), nella speranza di
farlo guarire da quella malattia che
lo rende inadatto e perfino ridicolo
in un ruolo così importante. Dopo un
inizio burrascoso, il Re accetta di
sottoporsi ad un tipo di trattamen-
to non convenzionale. Con l‟aiuto di
Logue e della sua famiglia, il Re riu-
scirà a superare la sua balbuzie e
farà un memorabile discorso alla
radio che ispirerà la sua nazione
guidandola contro la Germania nazi-
sta.
Anno: 2010
Durata: 118 min
Genere: biografico,
drammatico, storico
Regia: Tom Hooper
Cast: Colin Firth, Antho-
ny Andrews, Derek Ja-
cobi, Jennifer Ehle,
Timothy Spall, Michael
Gambon, Guy Pearce,
Helena Bonham Carter,
Geoffrey Rush, Eve
Best
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GIUDIZIO E IMPRESSIONI
La scenografia è curata nei minimi dettagli e la vicenda si svolge per
la maggior parte in luoghi interni come la residenza di re Giorgio VI
e lo studio del logopedista Lionel Logue: il regista è stato molto abi-
le e bravo a riprodurre l‟ambiente di corte dell‟epoca.
Sorprendente è il rapporto di amicizia che con il tempo nasce tra il
re e il logopedista: all‟inizio per Bertie (nome familiare di re Giorgio
VI) è molto faticoso accettare la terapia di Lionel, ma dopo l‟abdica-
zione del fratello in suo favore si convince che per lui la terapia è
necessaria, anzi essenziale perché diventato sovrano non può più
sottrarsi ai discorsi pubblici.
Lionel scopre le cause della balbuzie e tra loro nasce una vera e pro-
pria amicizia che sorprende lo spettatore. Infatti è strano che un
re, con regole di etichetta e formalismi, arrivi a diventare amico di
un suddito. Questo film vuole raccontarci come può essere difficile
la vita del re: noi dall‟esterno pensiamo quanto possa essere bella la
vita di un reale, ma dal film capiamo quanto sia impegnativo per Gior-
gio VI ricoprire quella carica. A causa di episodi personali dell‟infan-
zia e dell‟adolescenza egli è balbuziente: pur essendo nato in una fa-
miglia reale, si è trovato ad affrontare i normali problemi di un bam-
bino qualunque, le sue debolezze e le sue insicurezze.
E‟ un bel film che consiglio a tutti di vedere perché suscita grandi
riflessioni ed emozioni.
Voto: 90/100
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Un anno di sport
di Carlo Maestroni
Dicembre è tempo di bilanci
anche nello sport: si
riepilogano i principali fatti
sportivi accaduti tra il mese
di Gennaio 2014 e quello di
Dicembre 2014
Gennaio: le squadre vincitrici
al rally di Montecarlo
premiate dal Principe Alberto
Febbraio: XXII Olimpiade
invernale Sochi 2014 —
Arianna Fontana campionessa
olimpica
Febbraio: Football americano
— XLVIII Superbowl
Seattle Seahawks campioni
NFL
Gennaio: Nani Roma vincitore
Dakar 2014 su MINI
Febbraio: XXVI Universiade
Invernale Trentino 2014
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Marzo: Ciclismo — Classiche
del Nord , vincitore Simon
Gerrans
Maggio: Giro d’Italia: coppa
vinta da Nairo Quintana
Maggio: Champions League:
Real Madrid campione
d‟Europa 2014
Maggio: Women’s Champions
League: Wolfsburg campione
d‟Europa 2014
Maggio: la squadra spagnola
del Siviglia vincitrice
dell‟Europa League
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Giugno: Coppa del Mondo 2014:
Germania squadra v incitr ice
dell‟edizione brasiliana dei Mondiali
Luglio: l’italiano Vincenzo
Nibali vincitore del Tour de
France 2014
Novembre: Marc Marquez
campione del Mondo 2014 di
MotoGP
Giugno: Marcel Fässler, André
Lotterer e Benoît Tréluyer
equipaggio vincitore 24 ore di
Le Mans 2014 su AUDI R18
Novembre: Lewis Hamilton
campione del Mondo 2014 di
Formula Uno
Buon divertimento a tutti con gli eventi sportivi del 2015! Ne vorrei
citare alcuni: Europei di Basket Francia 2015, Mondiali di Nuoto a
Kazan e tanti altri ancora .
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Un decennio fa, nell‟ormai lontano 2003, ero solo un bambino di 8
anni con pochissima esperienza su tutto, specialmente nei videogio-
chi. C‟era ancora il Game Boy Advance, allora, e tanti miei amici ave-
vano la versione di Pokémon Rubino/Zaffiro, imprescindibile per
qualsiasi console Nintendo. Immaginatevi quindi la gioia nel poter
anch‟io giocare e scambiare con amici gli amati mostriciattoli tasca-
bili (dopo aver esasperato i miei genitori per comprare console e
gioco). Ho davvero tantissimi ricordi legati alla Terza Generazione
dei titoli di questa serie, e proprio per questo il loro remake era uno
dei giochi che attendevo di più in assoluto. Ogni volta che sulla rete
saltava fuori qualche presunta notizia, veniva smentita quasi imme-
diatamente… Per questo quando ho visto un trailer del gioco ero ini-
zialmente scettico. Omega Ruby e Alpha Sapphire? Persino i nomi
sembravano piuttosto improbabili; e come se non bastasse, erano
usciti X e Y appena l‟anno prima… “Impossibile siano davvero loro”,
ho pensato. Ma più la grande N(intendo) continuava a pubblicare in-
formazioni ufficiali, più io ero emozionato: sarebbero usciti i remake
di una delle mie generazioni preferite… e oggi, Dicembre 2014, sono
orgoglioso di recensire le ultime due versioni di Pokemon: Rubino
Omega e Zaffiro Alfa.
Nonostante sono passati più di dieci anni, l‟inizio è proprio come lo
ricordavo: sballottati qui e là su un camioncino diretto ad Albanova,
verso la nostra casa. L‟effetto nostalgia è incredibile, ed inizia a
scendere una lacrimuccia. L‟influenza di X e Y è però evidente, spe-
cialmente dal punto di vista grafico (ormai siamo passati alle tre di-
mensioni, rispetto alle originali due), ma non solo: l‟intero gioco è
Videogames: Pokemon Oras di Andrea Coldani & Matteo Carenzi
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stato rivisto in ottica “moderna”, esaltando gli avve-
nimenti con brevi scene di intermezzo e creando
dialoghi di certo più profondi ed interessanti rispet-
to al passato. Rispetto alla precedente accoppiata di
titoli ambientati a Kalos, però, vi sono ulteriori mi-
glioramenti sostanziali, primo tra tutti la presenza
di un post-game bello corposo (l‟Episodio Delta, su
cui non scendo nei dettagli perché rivelerei quella
che è, a mio avviso, la parte più bella degli interi re-
makes) che terrà impegnato il giocatore per ore ed
ore, evitando la noia che sopraggiungeva dopo aver
battuto la Lega in X e Y. Parlando della Lega Poké-
mon, proprio in quest‟ultima ho trovato un motivo di
disappunto: il livello di sfida è stato bilanciato se-
condo le regole della Sesta Generazione, il che ha
portato ad un generale abbassamento della difficoltà (mentre gli
originali in qualche punto erano davvero tosti!).
Le sensazioni provate sono
quindi controverse: abbia-
mo un gioco molto, MOLTO
bello e divertente da gio-
care ma ahimè, fin troppo
facile. Le innovazioni però sono moltissime: senza citare le nuovissi-
me MegaEvoluzioni e l‟ArcheoRisveglio (con cui i leggendari Pokémon
dell‟antichità potranno tornare alle loro forme originali!), il MultiNav
contiene tutte le nuove funzioni introdotte nei giochi precedenti
(Player Search System con cui potremo scambiare, lottare e chatta-
re con tutti i giocatori nelle vicinanze; Pokémon Io&Te, per coccola-
re e cibare i nostri mostriciattoli… dai, chi non vorrebbe accarezza-
re un drago lungo 7 metri?), ma ciò che mi ha davvero colpito è stato
il Radar, con cui potremo individuare sullo schermo inferiore un
qualche Pokémon nascosto nell‟erba alta, sgattaiolargli vicino e ac-
chiapparlo (ottenendo un esemplare che avrà mosse impossibili da
apprendere normalmente). Come ho già detto, però, l‟upgrade più
netto è stato quello grafico: il risultato è assolutamente magnifico.
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PROMOSSI!
BOCCIATI…
la Terza Generazione in tutto il
suo splendore… e anche un po’ di
più!
il 3D del Nintendo 3DS è sfruttato
appieno solo in alcuni casi
l’Episodio Delta fa sperare un
remake di Smeraldo
la trama è sempre quella, nel bene
e nel male
come sempre, longevità straor-
dinaria
l’allenatore non è personalizzabile
come in X/Y
I rinnovati Team Magma e Team Idro fanno proprio la loro figura!
La regione di Hoenn non è mai stata così bella, con svariati scorci
ed ambientazioni d‟impatto che lasciano senza fiato il giocatore,
sia che stiate esplorando un percorso a piedi, sia che stiate sol-
cando i cieli in groppa ad un certo Pokemon (…ops! Ho detto fin
troppo). La magia è addirittura raddoppiata se siete tra chi ha
avuto il piacere di giocare alle versioni originali, ma non pensiate
che la regione sia ricalcata su quella precedente: la nuova Hoenn
vi stuoirà.
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Ricetta: girella di Jessica Maiocchi
Per questo numero ho deciso di proporvi la ricetta di un dolce fa-
cile, veloce, ma soprattutto molto goloso: la girella.
INGREDIENTI:
Per il pan di spagna:
5 uova intere
5 cucchiai di zucchero
5 cucchiai di farina
1 bustina di lievito
Per la crema:
Nutella
250g di mascarpone
PREPARAZIONE
Per cominciare montate i cinque albumi a neve. Poi procedere
sbattendo le uova con la farina, il lievito e lo zucchero con le fru-
ste elettriche.
Una volta creato un composto omogeneo aggiungete gli albumi e
mescolate, questa volta a mano per evitare che si smontino. Met-
tete il composto ottenuto in una teglia da forno, precedentemente
ricoperta con della carta da forno.
Infornate a 200 gradi per 10 minuti.
Nel frattempo preparate la crema: basta mescolare in una ciotola
il mascarpone con 3 cucchiai di nutella.
Quando il pan di spagna sarà pronto, sfornatelo e lasciatelo raf-
freddare, dopodiché spalmate la crema alla nutella e arrotolate il
dolce su se stesso.
L’angolo del relax
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L’angolo del relax
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COLORA IL TUO PRESEPE!