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Norme tecniche per la realizzazione di cartografia numerica alle scale nominali 1:1000 e 1:2000 Novembre 1999

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Norme tecniche per la realizzazione di cartografia numerica alle scale

nominali 1:1000 e 1:2000

Novembre 1999

Norme tecniche per la realizzazione di cartografia numerica alle scale nominali 1:1.000 e 1:2.000.

CAPITOLO I ASPETTI GENERALI DELLA CARTOGRAFIA E DELLE MODALITÀ DI ESECUZIONE DEI LAVORI 1. Oggetto dei lavori

2. Modalità di esecuzione dei lavori.

3. Struttura della cartografia. 3.1 La realtà e la sua rappresentazione: oggetti e entità. 3.2 Entità di tipo testo. 3.3 Elementi ausiliari di interpretazione 3.4 Tridimensionalità della cartografia. 3.5 Compiutezza della geometria delle primitive geometriche.

4. Il repertorio delle entità e il sistema di codifica.

5. Precisione della cartografia.

6. Riprese aeree.

7. Formato e struttura dei file numerici.

8. Elaborati da consegnare. 8.1 Cartografia numerica standard 8.2 Cartografia numerica in formati speciali 8.3 Dati di inquadramento 8.4 Materiale fotografico 8.5 Elaborati grafici

9. Prodotti opzionali CAPITOLO II ASPETTI CARATTERIZZANTI E PRECISIONI METRICHE 1. Rappresentazione dell’edificato. 1.1 Gli edifici. 1.2 Gli elementi altimetrici complementari 1.3 Gli edifici con superfici di esclusione. 1.4 Le unità volumetriche. 1.5 Unità volumetriche che si compenetrano. 1.6 Piani attici. 1.7 Volumi tecnici. 1.8 Cavedi. 1.9 Gli edifici minori.

2. La viabilità. 2.1 Strade urbane ed extraurbane. 2.2 Tronchi e nodi 2.2.1 Tronchi 2.2.2 Nodi.

3. Contenuto altimetrico della cartografia. 3.1 Elementi dell’altimetria.

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3.2 Punti quotati a terra. 3.3 Quote dei punti dei particolari planimetrici. 3.4 Elementi altimetrici complementari. 3.5 Curve di livello.

4. Caratteristiche delle primitive geometriche. 4.1 Massimo numero di punti per entità. 4.2 Geometria delle spezzate.

5. Congruenze geometriche planimetriche e altimetriche. 5.1 Origine delle incongruenze geometriche. 5.2 Congruenza geometrica planimetrica. 5.3 Compenetrazioni e dei distacchi. 5.4 Congruenza geometrica altimetrica.

6. Toponomastica e limiti amministrativi.

7. Precisione della carta. 7.1 Tolleranza. 7.2 Punti topografici, punti certi e punti generici. 7.3 Tolleranze planimetriche. 7.4 Tolleranze altimetriche. CAPITOLO III FORMATO DEI DATI. STRUTTURAZIONE DELLA CARTOGRAFIA NUMERICA IN FILE 1. Cartografia numerica ed elaborati grafici.

2. Elaborati numerici. 2.1 Generalità sul formato dei dati. 2.2 Polilinee e linee. 2.3 Cartografia 2D e 3D. 2.4 Cartografie numeriche da consegnare.

3. Strutturazione della cartografia in file corrispondenti ai fogli grafici.

4. Struttura dei dati numerici nel corso dei lavori.

5. Struttura dei dati numerici finali.

CAPITOLO IV REPERTORIO DEI CONTENUTI

1. Struttura del repertorio delle entità 2. Entità previste per la cartografia alla scala nominale 1:1.000 e per quella 1:2000. 2.1 Cartografia alla scala 1:1.000. 2.2 Cartografia alla scala 1:2.000.

TRASPORTO SU ROTAIA ALTRO TRASPORTO

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EDIFICATO IDROGRAFIA VEGETAZIONE LIMITI AMMINISTRATIVI OROGRAFIA PUNTI TOPOGRAFICI TOPONOMASTICA NUMERI CIVICI E PERTINENZE

CAPITOLO V RIPRESE AEROFOTOGRAMMETRICHE. 1. Generalità . 2. Caratteristiche dei velivoli. 3. Caratteristiche delle camere da presa. 4. Caratteristiche del materiale fotografico. 5. Caratteristiche metriche delle riprese. 6. Epoca del volo. 7. Piano di volo. 8. Autorizzazioni civili e militari. 9. Elaborati da consegnare. 10. Tempi di consegna. CAPITOLO VI

RETE DI INQUADRAMENTO DEL RILIEVO

(per le cartografie alla scala 1:1.000 e 1:2.000)

POLIGONALI E RILIEVO CELERIMETRICO

(per la cartografia alla scala 1:1.000)

1. Inquadramento del rilievo.

2. Poligonali (solo per la cartografia alla scala 1:1.000). 2.1 Schema delle operazioni. 2.2 Rete delle poligonali. 2.3 Modalità di esecuzione e precisione delle misure. 2.4 Calcolo delle coordinate planimetriche dei vertici.

2.5 Numerazione delle poligonali e dei loro vertici. 2.6 Memorizzazione delle vertici delle poligonali nei file di appoggio alla

restituzione. 2.7 Documenti da presentare per il collaudo in corso d'opera e finale.

3. Rilievo celerimetro dei punti topografici (solo per la cartografia alla scala 1:1000).

3.1 Scopo delle misure celerimetriche. 3.2 Vertici del perimetro degli isolati. 3.3 Dovranno essere rilevati tutti gli accessi che, interrompendo la continuità

di elementi Metodologia di rilevamento dei Rif. 3.4. Tolleranze plano-altimetriche metriche dei Rif. 3.5 Organizzazione dei Rif in file di appoggio alla restituzione. Ricostruzione

del perimetro degli isolati.

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3.6 Inserimento dei Rif nella cartografia numerica anche come entità autoconsistenti.

allegato VI/1 Norme per la realizzazione delle reti di inquadramento altimetriche allegato VI/2 Norme per la realizzazione delle reti di inquadramento planimetriche

con metodo tradizionale allegato VI/3 Norme per la realizzazione delle reti di inquadramento planimetriche

con metodo GPS allegato VI/4 Norme per la determinazione dei punti di appoggio per la restituzione

mediante Triangolazione Aerea. CAPITOLO VII RESTITUZIONE FOTOGRAMMETRICA E RICOGNIZIONE 1. Caratteristiche della restituzione 1.1 Metodologia di restituzione. 1.2 Orientamento dei modelli. 1.3 Elementi da restituire. 1.4 Software di assistenza alla restituzione. 1.5 Elaborati della restituzione. 1.5.1 Elaborato grafico. 1.5.2 Elaborato numerico.

2. Ricognizione. 2.1 Per la cartografia alla scala 1:1.000. 2.2 Per la cartografia alla scala 1:2.000 CAPITOLO VIII EDITING DELLA CARTOGRAFIA NUMERICA 1. Generalità sulla fase operativa. 2. Operazioni da eseguire. 3. Mantenimento della precisione metrica della cartografia. CAPITOLO IX COLLAUDO 1. Collaudo in corso d'opera.

2. Compiti del collaudatore.

3. Procedure di Collaudo.

4. Tempi di collaudo

5. Obblighi della Ditta appaltatrice.

6. Collaudo delle diverse fasi 6.1 Collaudo delle riprese aeree. 6.2 Collaudo dei punti di inquadramento e di appoggio. 6.2.1 Punti di inquadramento. 6.2.2 Triangolazione aerea. 6.3 Collaudo della restituzione. 6.4 Collaudo della ricognizione.

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6.5 Collaudo degli archivi della cartografia numerica. 6.6 Collaudo degli elaborati grafici.

7. Esecuzione di verifiche mediante operazioni sul terreno.

8. Norme per la misurazione della superficie rilevata.

9. Relazione e verbale di collaudo finale

Norme tecniche per la realizzazione di cartografia numerica alle scale nominali 1:1.000 e 1:2.000.

capitolo I - Aspetti generali della cartografia e delle modalità di esecuzione dei lavori pagina 1

CAPITOLO I ASPETTI GENERALI DELLA CARTOGRAFIA E DELLE MODALITÀ DI ESECUZIONE DEI LAVORI 1. Oggetto dei lavori

Oggetto dei lavori è la realizzazione della cartografia tecnica numerica del territorio del Comune di

Il presente Capitolato contiene le norme tecniche per l’esecuzione di cartografia numerica alla scala nominale 1:1.000 e alla scala nominale 1:2.000. Nel seguito verrà omesso l’aggettivo nominale.

Nel caso in cui la cartografia numerica riguardi un territorio del quale deve essere realizzata la cartografia numerica in parte alla scala 1:1.000 e in parte alla scala 1:2.000, con la dizione zona da cartografare si intende sia la parte da rilevare alla scala 1:1.000 che la parte da rilevare alla scala 1:2.000; oppure la sola parte da rilevare all’una o all’altra scala nel caso che i lavori riguardino il rilievo ad un’unica scala nominale.

In linea di massima ogni norma tecnica di questo Capitolato riguarda sia la cartografia alla scala 1:1.1000 che la cartografia alla scala 1:2.000. Quando una norma tecnica riguarda solo la cartografia alla scala 1:1.000 o solo la cartografia alla scala 1:2.000, verrà indicato per quale delle due cartografie vale tale norma. Nel caso in cui la norma riguardi entrambe le cartografie verrà omessa tale indicazione.

All’atto dell’aggiudicazione dei lavori la Committenza fornirà alla ditta aggiudicataria la perimetrazione della zona da rilevare, sulla cartografia regionale alla scala 1:10.000.

Sarà compito della ditta aggiudicataria trasporre tale perimetrazione in forma numerica, nello stesso formato DXF di consegna della cartografia.

In funzione del perimetro in forma numerica, verrà calcolata, a cura della ditta aggiudicataria, l’area della superficie oggetto dei Lavori.

La perimetrazione in forma numerica e la relativa area in essa racchiusa, dovranno essere esplicitamente approvate dalla Direzione lavori, all’atto della consegna dei Lavori medesimi.

Della perimetrazione di cui sopra, dovrà essere fornito dalla ditta aggiudicataria alla Committenza anche un plottaggio su materiale trasparente alla scala 1:10.000.

All’atto della assegnazione dei Lavori la Committenza nominerà il Direttore dei Lavori e il Collaudatore in corso d’opera.

Per tutto ciò che non risultasse specificato dal presente Capitolato, o per le eventuali integrazioni e modifiche che ad esso intendesse apportare la Committenza, il Direttore dei Lavori redigerà una nota illustrativa che sottoporrà all’attenzione del Collaudatore per una verifica di congruenza con quanto richiesto nel contesto generale del Capitolato.

2. Modalità di esecuzione dei lavori. La cartografia verrà realizzata mediante il metodo della restituzione fotogrammetrica diretta per tutto il territorio comunale.

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capitolo I - Aspetti generali della cartografia e delle modalità di esecuzione dei lavori pagina 2

In linea di massima la cartografia numerica, e i relativi elaborati grafici, dovranno essere prodotte attraverso le fasi di lavoro di seguito riportate:

a) Esecuzione delle riprese aeree.

b) Realizzazione di reti di inquadramento plano altimetrico (con metodo classico, o GPS, o integrati).

c) Determinazione delle coordinate dei punti di appoggio per la restituzione fotogrammetrica ( mediante GPS o triangolazione aerea).

d) Per la sola cartografia 1:1.000: esecuzione di poligonali lungo le sedi viarie e determinazione del perimetro degli isolati mediante misure celerimetriche.

e) Restituzione fotogrammetrica analitica diretta.

f) Ricognizione a terra. Per il rilievo alla scala 1:2.000 il lavoro di ricognizione a terra riguarderà principalmente il completamento del contenuto qualitativo e il controllo della toponomastica. Non è richiesta la sgrondatura a terra degli edifici, che dovrà essere eseguita, ove necessario, con criteri logici, in sede di restituzione. Il rilievo dei particolari planimetrici non visibili perché coperti da vegetazione potrà essere eseguito con metodi speditivi. Per la cartografia 1:1.000: dovrà essere effettuata la sgrondatura a terra con criteri metrici per i lati degli edifici per i quali non sia stato visibile stereoscopicamente il piede. La ricognizione dovrà inoltre dirimere i dubbi interpretativi in modo che ad ogni oggetto cartografato corrisponda la codifica riportata nel repertorio per il rilievo1:1.000 e individuare le dividenti architettoniche dovute a variazione di tipologia architettonica e al cambiamento di numero civico.

g) Editing della cartografia.

h) Strutturazione della cartografia nei file di consegna.

i) Produzione degli elaborati grafici.

3. Struttura della cartografia. 3.1 La realtà e la sua rappresentazione: oggetti e entità. Per essere trasposti nella cartografia, gli elementi naturali ed artificiali del terreno (oggetti) devono essere mappati sul repertorio delle entità.

Un’entità è costituita da un codice e da una primitiva geometrica.

La primitiva geometrica può essere un punto, una spezzata aperta, una spezzata chiusa.

La corrispondenza tra un oggetto della realtà, l’entità che lo rappresentano e la primitiva geometrica che lo descrive sarà univoca. I dati saranno cioè strutturati in modo che ogni entità abbia una descrizione geometrica autoconsistente e non secondo una struttura topologica. Ciò significa l’eliminazione o l’aggiunta di un’entità dalla cartografia numerica non influisce sulla descrizione della geometria di tutte le altre, la quale rimane invariata.

Un’entità può essere di tre tipi:

• puntuale, se rappresenta un oggetto che nella cartografia viene indicato come posizione, ma senza alcuna dimensione (albero isolato, pozzo, sorgente, ecc.); la primitiva geometrica che gli corrisponde è un punto;

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capitolo I - Aspetti generali della cartografia e delle modalità di esecuzione dei lavori pagina 3

• lineare, se rappresenta un oggetto che in cartografia viene rappresentato solo in una dimensione (binario, siepe, muro, ecc.); la primitiva che gli corrisponde può essere una spezzata aperta o chiusa; i punti che descrivono la spezzata sono detti vertici;

• areale, se rappresenta un oggetto al quale è associabile il concetto di area (edificio, lago, piscina, ecc.); la primitiva che gli corrisponde è sempre una spezzata chiusa.

Un’entità di tipo areale deve comunque esistere come entità autoconsistente, alla quale deve corrispondere una spezzata chiusa, anche se, pur non verificandosi questa condizione, nelle visualizzazioni della cartografia numerica l’entità, pur non esistendo nella cartografia numerica, risultasse evincibile dal contesto.

A B

lago

Le figure A e B sopra riportate esemplificano il senso di quanto esposto; nella figura A è rappresentato un piccolo lago che ha come perimetro:

• il paramento della diga; • parte del perimetro della struttura di servizio della diga; • un tratto di costa del lago.

Visualizzando le entità: costa di lago, diga e struttura di servizio alla diga si avrebbe anche implicitamente la visualizzazione del lago; ma nella cartografia numerica deve invece esistere esplicitamente come entità autoconsistente anche l’entità lago, avente come primitiva geometrica associata una spezzata chiusa che descrive il perimetro del lago. La visualizzazione di tale entità deve produrre quanto riportato nella figura B.

Nella cartografia numerica che dovrà essere consegnata dalla ditta aggiudicataria alla committenza, ogni oggetto della la realtà viene rappresentata solo mediante due elementi: il codice dell’entità e la geometria della primitiva geometrica che gli corrispondono.

A questi due elementi, nelle visualizzazioni su videografico, si aggiunge il codice cromatico che può essere associato alla codifica delle entità.

La cartografia numerica che deve venir consegnata non include cioè gli elementi di vestizione che dovranno essere usati dalla ditta aggiudicataria per la produzione degli elaborati grafici.

3.2 Entità di tipo testo. Oltre alle entità areali, lineari e puntuali la cartografia numerica conterrà delle entità di tipo testo.

Le entità di tipo testo riguarderanno la toponomastica e alcune descrizioni associate alle entità che rappresentano l’edificato per agevolarne la destinazione d’uso.

3.3 Elementi ausiliari di interpretazione

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capitolo I - Aspetti generali della cartografia e delle modalità di esecuzione dei lavori pagina 4

Allo scopo di rendere più semplice l’interpretazione delle visualizzazioni della cartografia verranno utilizzate degli elementi ausiliari di interpretazione, cioè delle entità alle quali non corrispondono oggetti nella realtà.

Tali entità consisteranno in:

• scritte rappresentate nella cartografia come testi; ad esempio all’interno della spezzata chiusa che rappresenta una scuola si scriverà il testo Scuola; all’interno della spezzata chiusa che rappresenta il Municipio si scriverà il testo Municipio; e così via.

• entità puntuali alle quali la committenza, col proprio software di gestione della cartografia numerica, potrà associare un simbolo che faciliti l’interpretazione della cartografia; questi simboli potranno rappresentare ad esempio la natura di una costruzione particolare (un faro, una cabina dell’alta tensione, una gru su rotaia, ecc.). Entità puntuali potranno essere utilizzate anche per introdurre simboli che indichino la qualità delle colture o altro.

• entità lineari che vengono utilizzate per contraddistinguere la tipologia di certe entità (ad esempio: le diagonali che indicano che una costruzione è una baracca o una tettoia, i due segmenti ortogonali che formano la croce con la quale si contraddistinguono le chiese, ecc.).

3.4 Tridimensionalità della cartografia.

La cartografia numerica avrà la caratteristica di essere tridimensionale.

Di ogni punto o vertice, anche di quelli che nella cartografia tradizionale disegnata costituiscono il contenuto planimetrico, dovrà essere data, oltre alle coordinate planimetriche E,N , anche la quota ortometrica q.

Le coordinate E, N, q di ogni punto o vertice delle primitive geometriche devono essere memorizzate in metri, con due cifre decimali.

Le uniche due eccezioni a questa regola sono le seguenti. Sarà posta quota q=0 per i punti o i vertici delle spezzate che costituiscono le primitive geometriche delle seguenti categorie di entità:

• gli elementi ausiliari di interpretazione • i tronchi e i nodi stradali (v. Cap. II, punto 2.2). 3.5 Compiutezza della geometria delle primitive geometriche. La descrizione geometrica delle entità dovrà essere realizzata solo mediante punti e spezzate, senza far ricorso a funzioni che realizzino in tempo reale la visualizzazione di cerchi, spline o altro di tipo di linee curve in funzione di un numero di punti che non sarebbero da soli in grado di descrivere compiutamente la geometria dell’entità. Ciò significa che nella cartografia numerica il concetto di linea curva non esiste, e viene sostituito da quello di spezzata. A un oggetto che nella realtà ha l’andamento di una linea curva dovrà quindi corrispondere un’entità che ha come primitiva geometrica una spezzata.

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capitolo I - Aspetti generali della cartografia e delle modalità di esecuzione dei lavori pagina 5

Il numero di vertici della spezzata dovrà essere tale da rispettare la seguente condizione: se si riporta sul terreno il tracciato S della spezzata che rappresenta un oggetto ad andamento curvilineo l, la distanza d tra un suo generico punto R e il corrispondente punto R' della linea che essa rappresenta sulla cartografia dovrà essere sempre inferiore alla tolleranza planimetria.

i

ls

j

R'

Rd

4. Il repertorio delle entità e il sistema di codifica. La rappresentazione cartografica della realtà deve venir realizzata facendo corrispondere ad ogni oggetto l’entità che più gli corrisponde, tra quelle elencate nel repertorio.

Il grado di dettaglio del contenuto qualitativo della cartografia risulta determinato dal repertorio delle entità riportato al capitolo IV. Per la cartografia alla scala 1:1.000 il repertorio delle entità è composto da tutte le entità che compongono il repertorio; per la cartografia alla scala 1:2.000 il repertorio comprende solo entità che hanno SI nella colonna intestata 1:2.000. Il repertorio è completo anche delle entità richieste usualmente quando la Committenza è il gestore delle reti tecnologiche di distribuzione dei servizi. Per questo sono previsti codici per entità come: tombino generico, caditoia, tombino di fognatura bianca, sarcinesca, ecc.; nel repertorio queste entità sono contrassegnate dalla sigla RT alla colonna 4. Per la cartografia numerica alla scala 1:1000 sarà obbligatorio dettagliare questi elementi, peraltro acquisibili solo con rilievo topografico a terra, solo se la Committenza ne farà espressa richiesta. Nel caso in cui la Committenza intenda introdurre entità non previste dal repertorio, dovrà richiedere al Direttore dei Lavori le codifiche da adottare. Il sistema di codifica adottato dovrà essere quello indicato nel repertorio alla voce Layer.

Il sistema di codifica prevede che il codice sia composto da quattro cifre seguite da un underscore e da una descrizione sintetica della tipologia dell’entità (ad es. 3300_EDInd)

La parte di codifica composta dalle quattro cifre iniziali è stata definita in modo che ne risulti una struttura ad albero che procede da categorie generali verso un grado di dettaglio sempre più fine. Questo consente di utilizzare i consueti metodi di selezione previsti da tutti i software di gestione della cartografia numerica basati sul concetto: seleziona tutte le entità aventi codice che cominciano con…(ad es. 3*, selezionerà tutte le entità il cui codice inizia con la cifra 3). Al contempo la parte di descrizione sintetica in chiaro consente l’interpretazione della tipologia delle entità senza che il software debba gestire un file con le descrizioni in chiaro della tipologia delle entità.

In caso di particolari necessità, all’atto della consegna dei lavori la committenza potrà concordare la consegna della cartografia anche con una codifica di tipo diverso. Dovrà tuttavia esserci una corrispondenza biunivoca tra la tabella dei codici non standard e quella prevista dal repertorio. Inoltre la richiesta di un diverso tipo di codifica non esimerà la ditta aggiudicataria dal fornire una versione della cartografia numerica con la codifica prevista dal repertorio.

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capitolo I - Aspetti generali della cartografia e delle modalità di esecuzione dei lavori pagina 6

5. Precisione della cartografia. Le tolleranze riportate al Capitolo II, che definiscono la precisione planimetrica e altimetrica della cartografia numerica oggetto dell’appalto regolato dalle norme tecniche di questo Capitolato, tengono conto delle effettive possibilità del metodo fotogrammetrica in situazione di produzione industriale.

Esse dovranno quindi essere tassativamente rispettate.

6. Riprese aeree. Le riprese aeree verranno effettuate con pellicola a colori, nel rispetto delle norme previste al successivo Cap. V

Al fine di ridurre il lavoro di ricognizione a terra per ottenere il grado di dettaglio nel contenuto qualitativo che corrisponda a quello previsto nel repertorio delle entità e la precisione metrica richiesta, le riprese aere dovranno essere effettuate in modo da ottenere fotogrammi alla scala media tassativamente non inferiore a 1:7.500 per la cartografia alla scala 1:2.000, e non inferiore alla scala 1:4.500 per la cartografia alla scala 1:1.000. 7. Formato e struttura dei file numerici. La cartografia numerica verrà consegnata in file corrispondenti ai fogli di cartografia grafica, così come definiti dal quadro d’unione dei fogli che verrà indicato dalla Direzione Lavori.

Il quadro d’unione dei fogli, ciascuno dei quali del formato di 80 cm x 50 cm, dovrà inserirsi come sottomultiplo in quello della CTR alla scala 1:10.000.

I fogli avranno una doppia numerazione: una numerazione progressiva da 1 a n e una numerazione che indica la loro posizione come sottomultipli della cartografia regionale. Questa seconda numerazione dovrà essere ottenuta applicando la stessa logica che ha generato la numerazione della cartografia regionale.

Il contenuto di un generico file numerico verrà nel seguito indicato anche con il termine di pseudofoglio, per indicare la corrispondenza tra il suo contenuto e il relativo foglio della cartografia grafica.

La corrispondenza tra pseudofoglio e foglio non sarà totale, in quanto le spezzate chiuse non verranno interrotte a bordo foglio, cosa che avverrà invece per le entità lineari.

La cartografia numerica verrà strutturata in una serie di file DXF come specificato al successivo Capitolo III.

All’atto dell’assegnazione dei Lavori, la Committenza specificherà quale livello di complessità dovrà avere la struttura DXF, in modo cioè che tale struttura sia compatibile con il software in uso alla Committenza stessa.

La Committenza potrà concordare con la ditta aggiudicataria la fornitura dei file numerici in un eventuale altro formato, oltre a quello DXF previsto al successivo Capitolo III.

Nel seguito verrà indicata con l’espressione DXF3D la versione della cartografia strutturata secondo quanto previsto al Capitolo III e completa della quota ortometrica q anche per quei punti che descrivono la geometria delle entità che, nella cartografia tradizionale disegnata, costituiscono il contenuto planimetrico.

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La Committenza potrà richiedere anche una versione DXF2D, nella quale il contenuto planimetrico e quello altimetrico corrisponderanno al concetto della cartografia tradizionale disegnata; la consegna della cartografia numerica DXF3D è comunque tassativamente obbligatoria.

8. Elaborati da consegnare. Fatto salvo quanto più avanti specificato relativamente ad ogni fase dei Lavori, dovrà essere consegnato il materiale sotto elencato.

8.1 Cartografia numerica standard

Due versioni della cartografia numerica (3D e 2D) strutturata in pseudofogli, in formato DXF, come meglio specificato al Capitolo III, con la codifica prevista alla voce Layer nel repertorio delle entità (Capitolo IV)).

8.2 Cartografia numerica in formati speciali

Eventuali altre versioni della cartografia numerica concordate con la Committenza all’atto della consegna dei lavori.

8.3 Dati di inquadramento

Dovrà essere consegnato un file, nello stesso formato della cartografia, contenente i seguenti dati:

• quadro d’unione dei fotogrammi (alternati) • quadro d’unione dei fogli • la perimetrazione del rilievo come risulta all’atto della consegna dei lavori • se il rilievo è in parte alla scala 1:1000 e in parte alla scala 1:2000, dovranno

essere dati i perimetri dei contorni delle zone rilevate alle scale diverse con codice diversificato 6001_carta1000, 6002_carta2000

• vertici IGM o catastali utilizzati per l’inquadramento • vertici delle reti principali planimetrica e altimetrica • punti di appoggio per l’orientamento dei modelli stereoscopici.

Copia di questo file dovrà essere consegnato al Collaudatore in corso d’opera sia prima dell’inizio della fase di restituzione fotogrammetrica, sia dopo tale fase con la perimetrazione del territorio effettivamente rilevato

8.4 Materiale fotografico

Dovranno essere consegnati

• almeno una serie a stampa a colori della fotografie aeree • la serie delle diapositive utilizzate per la restituzione fotogrammetrica • il materiale di documentazione richiesto al successivo capitolo VI.

8.5 Elaborati grafici

Dovranno essere consegnati i seguenti elaborati grafici ottenuti come plottaggio della cartografia numerica su materiale elioriproducibile trasparente:

• Una serie dei fogli con campitura dell’edificato e senza gli elementi altimetrici complementari di cui al punto 1.1 del Cap. II (quota di gronda, altezza dell’edificio o quota media al piede)

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capitolo I - Aspetti generali della cartografia e delle modalità di esecuzione dei lavori pagina 8

• Una serie senza la campitura dell’edificato e con gli elementi altimetrici complementari.

Per la produzione degli elaborati grafici si dovrà utilizzare un tipo di vestizione (campiture, linee speciali e simboli) da concordare con la Direzione Lavori.

In sede di consegna dei lavori la Committenza concorderà le modalità grafiche di allestimento degli elaborati grafici (cornici, scritte, legenda, ecc.).

La Committenza potrà richiedere, se disponibili, i file in formato di plottaggio HP dai quali sono state ottenuti gli elaborati grafici.

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capitolo I - Aspetti generali della cartografia e delle modalità di esecuzione dei lavori pagina 9

8.6 La carta dei tetti (solo se richiesta come prodotto opzionale)

Dovranno essere restituiti i particolari dell’edificato necessari a realizzare la “carta dei tetti”.

In particolare dovranno essere restituite come polilinee, non necessariamente chiuse, • le spezzate che costituiscono le linee di gronda dei tetti, • le spezzate che costituiscono le linee di colmo dei tetti, • le spezzate che costituiscono le linee di falda dei tetti.

I vertici di tali spezzate dovranno avere le quote che ad essi competono.

Selezionando le entità con codice 3010_gronda, linea di gronda 3011_colmo, linea di colmo 3012_falda, linea di falda 8323_PQgronda,punto quotato in gronda

l’andamento dei tetti dovrà essere rappresentabile come riportato in figura.

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capitolo I - Aspetti generali della cartografia e delle modalità di esecuzione dei lavori pagina 10

9. Prodotti opzionali Qualora l’Ente committente deliberi in tal senso, oltre a quanto specificatamente richiesto dal Capitolato, la cartografia numerica potrà essere integrata con prodotti opzionali quali:

• rilievo e riporto nella cartografia dei numeri civici • rilievo e riporto nella cartografia delle pertinenze (superficie di competenza di ogni

numero civico) • attribuzione e riporto nella cartografia ad ogni edificio del codice ecografico (codice

che contraddistingue ogni edificio in modo univoco nel contesto del rilievo) • elaborati grafici non previsti al precedente punto 8.5 • carta dei tetti (8.6) • i file numerici con la vestizione, completi di cornici e legenda, utilizzati dalla ditta

aggiudicataria per produrre gli elaborati grafici • foto aeree digitali ottenute per rasterizzazione delle diapositive • fotografie aere digitali georeferenziate sui punti utilizzati per l’orientamento

stereoscopico dei fotogrammi • ortofoto digitale ottenuta secondo procedure rigorose in funzione della descrizione

altimetrica del territorio • ecc.

Le specifiche tecniche per la fornitura di prodotti opzionali non sono contenute nel presente Capitolato e dovranno essere definite dalla Committenza con ricorso a competenze specialistiche esterne.

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CAPITOLO II ASPETTI CARATTERIZZANTI E PRECISIONI METRICHE 1. Rappresentazione dell’edificato. 1.1 Gli edifici. Per quanto riguarda l’edificato, la realtà che deve essere trasposta nella cartografia numerica deve essere vista come composta da oggetti, che sono gli edifici.

Per la cartografia alla scala 1:1.000 con la dizione edificio si intende un corpo costruito che non presenta soluzione di continuità, che ha un’unica tipologia edilizia, che ha un’unica destinazione d’uso, che accorpa un’unità immobiliari che hanno in comune gli stessi spazi di servizio (accessi, cortili, ecc.).

Per la cartografia alla scala 1:2000 con la dizione edificio si intende un corpo costruito che non presenta soluzione di continuità e che, per quanto il restitutista fotogrammetrico può evincere dalla osservazione delle foto aeree, ha un’unica tipologia edilizia, un’unica destinazione d’uso e accorpa un’unità immobiliari che hanno in comune gli stessi spazi di servizio (accessi, cortili, ecc.).

Ogni edificio viene trasposto nella cartografia numerica come un’entità alla quale corrisponde una primitiva geometrica che è una spezzata chiusa.

La quota q di ogni vertice della spezzata sarà quella al piede, cioè la quota della superficie di calpestio prospiciente il punto.

La spezzata dovrà rappresentare il perimetro al piede dell’edificio. Eventuali lati dell’edificio aventi gronda aggettante e dei quali non sia stereoscopicamente collimabile il piede, nella cartografia alla scala 1:2.000 dovranno essere depurati dall’aggetto della gronda con criteri logici in sede di restituzione.

Nella cartografia alla scala 1:1.000 si dovrà invece in tali casi restituire la linea di gronda ed effettuare la sgrondatura con criteri metrici nella fase di ricognizione sul terreno.

Dal punto di vista metrico, sia per la cartografia alla scala 1:1.000 che alla scala 1:2.000, il grado di dettaglio nella rappresentazione planimetrica deve far riferimento ai consueti criteri valevoli per la cartografia tradizionale disegnata; e cioè: non verranno rilevati e riportati nella cartografia numerica quei particolari planimetrici che non sarebbero rappresentabili, a causa dell’errore di graficismo, nelle corrispondenti cartografie disegnate.

Dal punto di vista del contenuto qualitativo il grado di dettaglio con cui deve essere rappresentato l’edificato risulta automaticamente definito dal repertorio della entità.

Ad esempio: per la cartografia 1:2.000 non verranno rappresentati corpi aggettanti, cioè volumi sporgenti dal corpo principale dell’edificio che non partano dal piano di calpestio o gli spazi vuoti sotto un corpo edificato (portici, accessi carrabili, ecc.), poiché in corrispondenza di tali entità non vi è il SI nella colonna del repertorio intestata 1:2.000.

Ugualmente la differenziazione nei tipi di recinzione sarà più dettagliata per la cartografia alla scala 1:1.000, dove sono previste le entità 3055_SIEPI siepe di recinzione, 3054_CANC muro cancellata su muretto 3056_PALIZZATE palizzata, cancellata

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Per la cartografia alla scala 1:2.000 tali entità sono invece tutte accorpate dall’entità 3053_RECINZIONI recinzioni varie E così via.

Nella cartografia alla scala 1:1.000 si avrà inoltre un maggior grado di dettaglio nella rappresentazione dell’edificato, come specificato nei punti che seguono.

La tipologia dell’edificio determinerà il codice dell’entità con cui viene rappresentato nella cartografia numerica (edificio residenziale, stazione ferroviaria, ecc.).

1.2 Gli elementi altimetrici complementari

All’interno della spezzata chiusa che rappresenta il perimetro dell’edificio verranno dati degli elementi altimetrici complementari costituiti da due un’entità puntuali. La quota q di una delle due entità puntuali corrisponde alla quota di gronda dell’edificio. La quota q della seconda entità puntuale potrà rappresentare o la quota media al piede dell’edificio o l’altezza media dell’edificio. In sede di consegna dei lavori la Committenza deciderà quale dei due dati richiedere.

1.3 Gli edifici con superfici di esclusione.

Se un edificio presenta una superficie di esclusione (cioè un vuoto) al suo interno (vedi figura 1) la primitiva geometrica associata all’entità che lo rappresenta dovrà essere un’unica spezzata chiusa, formata dal perimetro esterno collegato al perimetro della superficie di esclusione da un taglio fittizio.

10 9

8

65

43150.20150.20

2

1 11 7

1 11 7

c)b)a)

Nella figura il disegno c) evidenzia meglio il concetto di taglio fittizio ed il modo con cui i vertici della spezzata devono susseguirsi, partendo da un punto, vertice 1 in figura, per ritornare sul medesimo punto dopo aver percorso tutto il perimetro.

Le coordinate dei vertici 1, 11, 7 dovranno essere coincidenti; così pure quelle del vertice 2 dovranno coincidere con quelle del vertice 5.

La tecnica del taglio fittizio dovrà essere applicata anche in presenza di più aree di esclusione all’interno di una stessa superficie.

La tecnica del taglio fittizio dovrà adottata non solo per gli edifici, ma per ogni altra entità di tipo areale che abbia superfici di esclusione al suo interno; ad esempio per rappresentare uno specchio d’acqua in cui vi sia un’isola.

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1.4 Le unità volumetriche.

Un edificio può presentare delle discontinuità altimetriche; può essere cioè costituito da corpi di altezza diversa tra di loro contigui; i singoli corpi di altezza costante che fanno parte di uno stesso edificio vengono qui denominati unità volumetriche.

Le linee di divisione tra unità volumetriche vengono qui denominate dividenti architettoniche.

Le dividenti architettoniche danno luogo a entità che hanno un unico codice, indipendente cioè dalla tipologia di edificio al quale appartengono, e la cui primitiva geometrica è costituita da una spezzata aperta o chiusa. L’entità dividente architettonica è comunque sempre di tipologia lineare. Le unità volumetriche si evincono quindi dalla visualizzazione del perimetro dell’edificio e delle dividenti architettoniche, ma non esistono come entità areali autoconsistenti.

Quando un edificio è suddiviso in unità volumetriche, gli elementi altimetrici complementari devono essere dati per ogni unità volumetrica.

166.5

170.2

173.8

6.3

160.2

10.0

4

32

1= 5

160.2 160.2 160.2

In figura è riportato un edificio costituito da 3 unità volumetriche. Nella cartografia numerica sarà riportata l’entità autoconsistente formata dai vertici 1,2,3,4, 5(=1). Saranno date come due segmenti le dividenti architettoniche (linee tratteggiate). Gli elementi altimetrici complementari dati per ogni unità volumetrica sono la quota media al piede e, in questo caso, l’altezza dell’unità volumetrica.

Per la sola cartografia alla scala 1:2.000 una dividente architettonica può essere omessa nei seguenti casi: • quando delimita una discontinuità altimetrica inferiori a 1,5 m • quando genera unità volumetriche inferiori a 20 mq • quando genera un’unità volumetrica ad andamento lineare e la dimensione nel senso

trasversale a quello dell’andamento lineare è inferiore a 3 m • quando delimita degli aggetti verticali dal corpo dell’edificio costituiti da volumi

tecnici (torri di condizionamento, ecc.).

La suddivisione in unità volumetriche non deve essere fatta per chiese, basiliche ed edifici di culto in genere, né per i monumenti; di tali costruzioni si darà semplicemente il perimetro e la quota del punto più elevato.

1.5 Unità volumetriche che si compenetrano.

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Se un edificio può essere idealmente scomposto in due unità volumetriche A e B, delle quali B ha un’altezza maggiore di A, mentre A include completamente B dal punto di vista planimetrico, (v. fig. che segue), esso dovrà essere rappresentato come segue:

170.5

160.3B

145.6

145.6

170.5

160.3

• entità che rappresenta l’intero edificio, alla quale compete una primitiva geometrica

costituita dalla spezzata chiusa che corrisponde al perimetro esterno dell’unità volumetrica A;

• entità B che rappresenta l'unità volumetrica costituita dal prisma emergente dalla precedente unità volumetrica;

Le quote dei vertici 1, 2, 3, 4, 5 della spezzata dell’entità P saranno quelle della superficie di calpestio prospiciente ai vertici stessi. Le quote dei vertici 1, 2, 3, 4, 5 della spezzata dell’entità B saranno quelle della quota di gronda dell’entità A. Per entrambe le entità P e B saranno dati gli elementi altimetrici complementari; nel caso venga richiesta l’altezza media delle unità volumetriche anziché la quota di gronda, per l’entità B l’altezza sarà data dalla differenza tra la sua quota di gronda e la quota di gronda di P.

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1.6 Piani attici.

a) Cartografia alla scala 1:1.000.

Nel caso di edifici con piano attico, per la cartografia alla scala 1:1.000 si dovranno seguire le regole che seguono. Se un edificio presenta un piano attico realizzato mediante una rientranza dell'ultimo piano rispetto al perimetro dell'edificio (v. figure che seguono) l'edificio non verrà suddiviso in unità volumetriche e si procederà come segue: • si rappresenterà l’edificio come un’unica unità volumetrica • si evidenzierà la rientranza mediante un'entità avente come codice perimetro del piano

attico (linea tratteggiata); • ai fini della determinazione degli elementi altimetrici complementari si considererà che

l’edificio abbia quota di gronda costante, che sarà quella della superficie prevalente, e cioè o la quota di gronda Q del piano attico o quella q del terrazzo, a seconda che la superficie del primo sia maggiore di quella del secondo (casi A e B in figura) o viceversa (caso C in figura).

176.4

Per tutti e tre i casi A, B, C rappresentati in figura, la quota dei vertici delle spezzate che rappresentano le linee di piano attico sarà posta uguale alla quota del terrazzo q.

b) Cartografia alla scala 1:2.000.

Nella cartografia alla scala 1:2.000 le linee che delimitano il piano attico non verranno rappresentate. Come per la cartografia alla scala 1:1.000 la quota di gronda dell’edificio, in base alla quale inserire gli altimetrici complementari, sarà quella del terrazzo o della gronda del piano attico a seconda di quale sarà la superficie prevalente.

1.7 Volumi tecnici.

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Se dal tetto di un edificio sporge un volume del tipo: torre di condizionamento, cabina per motorizzazione ascensori, abbaino di grandi dimensioni, ecc., esso: • nella cartografia alla scala 1:1.000 non darà luogo ad una unità volumetrica, ma verrà

rappresentato da una spezzata chiusa con codice di volume tecnico; le quote dei vertici della spezzata sarà quella della quota di gronda dell'edificio da cui il volume è sporgente

• nella cartografia alla scala 1:2.000 non verrà rappresentato.

1.8 Cavedi.

Col termine di cavedio si intende uno spazio vuoto all’interno di un corpo edificato assimilabile a un piccolo cortile interno. I cavedi verranno sempre rappresentati, indipendentemente dalla loro area, nella cartografia alla scala 1:1.000, mentre verranno rappresentati nella cartografia alla scala 1:2.000 solo di area superiore a 20 mq.

2.1 Gli edifici minori.

Col termine di edifici minori si indicano: • piccole costruzioni in muratura (box isolati, piccole costruzioni rurali, cabine

contenenti strutture di servizio, ecc.) • costruzioni non in muratura, ma di tipo stabile ( tettoie ad uso agricolo, tettoie per

stoccaggio di materiali, ecc.) • ecc.

Per gli edifici minori non verranno dati gli elementi altimetrici complementari.

2.� La viabilità. 2.1 Strade urbane ed extraurbane.

Nelle zone urbane, in particolare in quelle mediamente e densamente edificate, analogamente a quanto avviene per la carta tradizionale disegnata, la sede stradale risulta definita da entità di altra tipologia, quali: marciapiedi, perimetri di edifici, perimetri di aiuole spartitraffico, sede di viale alberato, ecc. . Solo nei casi in cui la sede stradale risulta definita dalla discontinuità dell’asfalto con terreno di altra natura si farà ricorso a entità con codice 2310_SU

Nel caso di strade in zone scarsamente edificate o extraurbane le sedi stradali saranno invece per lo più definite nella realtà dalla discontinuità dell’asfalto col terreno di altra natura e a tale linea di discontinuità corrisponderanno di volta in volta entità del tipo: autostrada, superstrada, strada extraurbana, strada campestre, ecc..

2.2 Tronchi e nodi

Mediante la traduzione in entità degli oggetti reali che materializzano nell’urbanizzato le sedi stradali, si perde però nella cartografia numerica quella caratteristica di continuità che è insita nel concetto stesso di reticolato stradale.

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Questo concetto di reticolato stradale viene recuperato nella cartografia numerica introducendo delle entità fittizie costituite dai tronchi e dai nodi.

2.2.1 Tronchi

Per tronco si intende un tratto di strada delimitato lateralmente da spezzate relative ad altre entità rilevate (edifici sul fronte stradale, muri di recinzione, ecc.,) e trasversalmente da due segmenti virtuali, ciascuno dei quali costituisce la linea di divisione tra il tronco e un nodo.

Un tronco di via includerà anche gli eventuali marciapiedi prospicienti la sede stradale vera e propria, le eventuali aiuole spartitraffico, le sedi di viali alberati, o altri oggetti similari.

Le primitive geometriche che descrivono i lati longitudinali di un tronco saranno prevalentemente sovrapposte alle primitive geometriche che descrivono le entità che corrispondono agli oggetti che nella realtà lo delimitano (edifici sul fronte stradale, muri di recinzione, ecc.,); questa condizione di sovrapposizione potrà essere trasgredita nei casi in cui introducesse nell’andamento dei lati longitudinali del tronco troppe discontinuità di entità geometrica irrilevante.

2.2.2 Nodi.

Per nodo si intende la superficie relativa ad una piazza, ad un largo, o ad un’area ad essi assimilabile e le superfici che costituiscono l’incrocio tra due o più vie.

Un nodo deve essere memorizzato come una spezzata chiusa, i cui lati possono essere o reali (parte del perimetro di edifici che si sviluppano sulla piazza, largo ecc) o virtuali ( linee di separazione con nodi o tronchi contigui).

3. Contenuto altimetrico della cartografia. 3.1 Elementi dell’altimetria.

Il contenuto altimetrico della cartografia numerica è costituito dalle seguenti categorie di entità:

• punti quotati, intesi nell’usuale significato cartografico; • curve di livello; • quota di ogni punto di descrizione di particolari planimetrici naturali o artificiali; • quota delle unità volumetriche alla linea di gronda • quota media a terra di ciascuna unità volumetrica ( in alternativa, a scelta del

committente altezza media dell’unità volumetrica)

3.2 Punti quotati a terra.

I punti quotati dovranno essere localizzati in corrispondenza di elementi del terreno ben definiti altimetricamente.

Dovranno essere quotati:

• su ogni asse viario almeno un punto ogni 70 m per la cartografia alla scala 1:1.000, ogni 140 m per la cartografia alla scala 1:2.000;

• il centro degli incroci fra vie urbane; • il centro delle piazze e le imboccature delle vie confluenti nella piazza; • tutti i punti delle strade dove si ha un evidente cambio di pendenza;

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• i sagrati delle chiese; • gli accessi ad edifici pubblici importanti; • gli ingressi di box o autorimesse con accesso più basso del piano stradale; • punti caratteristici di zone morfologiche particolari; • le sommità di cavalcavia, di sovrappassi ferroviari o stradali e di tutti i ponti; • i punti di inizio e fine di sottopassaggi o gallerie; • tutte le opere idrauliche affioranti; • il centro di cortili, in particolare quelli a cui si accede mediante rampe; • le radure o altri punti visibili al suolo nelle zone coperte da vegetazione arborea.

La densità media dei punti quotati non dovrà essere inferiore a dodici punti per ettaro per la cartografia alla scala 1:1.000 e a quattro punti per ettaro per la cartografia alla scala 1:2.000.

3.3 Quote dei punti dei particolari planimetrici.

Tutti i punti delle primitive geometriche della cartografia numerica sono memorizzati nei file con le tre coordinate E,N, q, con le eccezioni di cui al punto 3.4 del Cap. I.

Sia che un particolare planimetrico abbia o non abbia estensione in altezza, la quota dei punti della primitiva geometrica che gli corrisponde dovrà essere quella al suolo.

E cioè: ai vertici della spezzata che descrivono l’andamento planimetrico di una struttura artificiale che si estende in altezza al di sopra del piano di calpestio, (ad es. il perimetro di un edificio, un muro, ecc.) verrà attribuita la quota al piede della struttura, cioè quella che corrisponde all’intersezione della struttura con il piano di calpestio ad essa adiacente.

Qualora il piede della struttura non sia stereoscopicamente collimabile, la sua quota verrà determinata in sede di restituzione in funzione del più vicino punto al suolo stereoscopicamente collimabile.

Per la cartografia alla scala 1:1.000 questa regola non si applica ai punti che definiscono il perimetro degli isolati, in quanto le loro coordinate, quota inclusa, vanno determinate con operazioni topografiche sul terreno.

Per tralicci e pali della luce dovrà essere data la quota al piede. Invece all’entità che corrisponde alla linea elettrica da essi portata dovrà essere attribuita la quota propria della linea stessa.

A chiarimento di quanto prescritto si veda la figura nel seguito riportata e la relativa didascalia.

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edificio

E

Muro

1

2 3

box

4

C

6 7

linea elettrica

rampa

H

B

5A

D

10

9 8

76

La quota del punto 1 sarà la quota del suolo al livello A; la quota del punto 2 sarà la quota del punto B. Ugualmente i punti 3 e 4 avranno come quota la quota del punto B.

Dovrà anche essere dato il punto 10 con quota uguale a B, in quanto “ingresso di box o autorimesse con accesso più basso del piano stradale”.

Il punto 5, base del muro, i punti 6,7, 8 e 9 (base del traliccio) avranno la quota C.

La linea elettrica avrà la quota D.

All’interno del perimetro dell’edificio sarà data un’entità puntuale che sarà in alternativa o la quota di gronda E, o l’altezza media dell’edificio H

Il box non avrà quota né quota in gronda, né altezza.

3.4 Elementi altimetrici complementari.

Le scritte che visualizzano le quote di gronda degli edifici o delle unità volumetriche dovranno essere situate in prossimità del lato rispetto al quale è avvenuta la misura, parallelamente ad esso, e all’interno del perimetro dell’edificio o dell’unità volumetrica alla quale si riferisce.

Sia l’entità puntuale , sia il toponimo che dà l’altezza o la quota media al piede di un edificio o di un’unità volumetrica, saranno posizionati all’interno della spezzata che descrive geometricamente l’entità.

3.5 Curve di livello.

Per le zone con pendenza media superiore al 3% e non coperte da edificato denso, si darà anche la rappresentazione a curve di livello, con equidistanza di 1 metro per la cartografia alla scala 1:1.000 e di 2 metri per la cartografia alla scala 1:2.000.

Le curve di livello in zone densamente coperte da vegetazione arborea saranno ricavate in funzione della superficie della medesima depurata dell’altezza media degli alberi, valutata in sede di restituzione fotogrammetrica con riferimento alla quota del terreno ai bordi della zona boschiva o in spiazzi o radure della stessa.

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Il numero di vertici, per unità di sviluppo lineare, di una spezzata che costituisce la primitiva geometrica corrispondente a una curva di livello, deve essere tale che la sua rappresentazione grafica, ottenuta dal plottaggio dei file finali di consegna, senza interpolazioni di arrotondamento, non presenti un grado di discontinuità in contrasto con la scala nominale della carta.

Ugualmente la densità dei vertici non dovrà essere inutilmente elevata e comunque mai superiore ad un vertice per metro lineare di sviluppo reale della curva di livello.

4. Caratteristiche delle primitive geometriche. 4.1 Massimo numero di punti per entità.

Le spezzate, aperte o chiuse, che costituiscono le primitive geometriche delle entità corrispondenti agli oggetti che costituiscono i particolari naturali e artificiali planimetrici e altimetrici del territorio, devono avere al massimo 250 vertici.

A richiesta della Committenza, in sede di consegna dei lavori, questo limite può essere portato a valori inferiori, ma mai superiori.

Per rispettare tale regola un oggetto, sia di tipo lineare che areale, potrà essere idealmente diviso in più oggetti dello stesso tipo e rappresentato nella cartografia numerica con più entità.

Ad esempio una curva di livello molto lunga, andrà opportunamente divisa in diversi tratti ai quali corrisponderanno più entità in modo che venga rispettata la condizione esposta.

Un oggetto areale a cui dovesse corrispondere un’entità con una primitiva geometrica costituita da una spezzata con più di 250 vertici, verrà rappresentato con più entità di tipo areale ottenute parzializzando l’oggetto con linee fittizie (v. figura).

4.2 Geometria delle spezzate.

Nelle spezzate con cui viene memorizzata la geometria delle entità, il numero dei vertici deve essere il minimo possibile; non sono ammessi:

• punti sovrapposti, con ciò intendendosi vertici consecutivi di una medesima spezzata con le medesime coordinate planimetriche e che definiscono quindi un lato di lunghezza nulla;

• entità intrecciate, cioè entità in cui un lato ne interseca un altro della stessa entità;

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• lati consecutivi totalmente o parzialmente sovrapposti, cioè casi in cui due lati consecutivi di una stessa spezzata, abbiano le coordinate di entrambi gli estremi coincidenti oppure casi del tipo rappresentato nella figura sottostante in cui il lato 6-7 è parzialmente sovrapposto al lato 5-6).

5. Congruenze geometriche planimetriche e altimetriche. 5.1 Origine delle incongruenze geometriche.

Poiché la struttura dei dati che viene richiesta per la cartografia numerica oggetto dei lavori non è di tipo topologico, bensì prevede che le entità geometriche siano autoconsistenti, può accadere che uno stesso punto fisico del terreno venga acquisito come vertice in primitive geometriche corrispondenti a due o più entità, in quanto comune a elementi fisici differenti.

Uno stesso punto fisico del terreno che appartiene a due o più entità, viene cioè memorizzato più volte, senza che ci sia un vincolo strutturale dei dati che obblighi all’uguaglianza delle coordinate planimetriche e della quota nelle varie memorizzazioni.

Questa caratteristica strutturale della cartografia numerica non esime dal rispettare criteri di congruenza geometrica sia in planimetria che in altimetria.

Questi criteri di congruenza hanno lo scopo di consentire di ricavare dalla cartografia numerica informazioni qualitative e metriche che non sia in contrasto con quella che è la realtà che essa rappresenta.

5.2 Congruenza geometrica planimetrica.

La congruenza geometrica planimetrica verrà realizzata attraverso il rispetto delle seguenti condizioni minimali:

• punti memorizzati più volte negli archivi numerici, perché acquisiti più volte in fase di restituzione, ma che si riferiscono ad uno stesso punto fisico del terreno, dovranno avere coordinate identiche;

• a superfici fisiche di forma regolare dovranno corrispondere, negli archivi numerici, entità che mantengano tale caratteristica geometrica;

• parallelismi esistenti tra elementi fisici del terreno dovranno mantenersi tra le entità mediante le quali tali elementi sono memorizzati negli archivi numerici;

• elementi fisici del terreno che non hanno soluzione di continuità, dovranno tradursi negli archivi numerici in entità che mantengano la stessa caratteristica.

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5.3 Compenetrazioni e dei distacchi.

Non si dovranno verificare compenetrazioni o distacchi tra i perimetri di spezzate adiacenti, di entità tale che configurino situazioni non corrispondenti a quelli reali che la cartografia deve rappresentare.

A B C D

Si consideri, a titolo esemplificativo, la figura; in A è rappresentata la situazione reale (2 edifici adiacenti). Poiché la struttura autoconsistente delle entità non genera alcun vincolo tra il lato 1-2 della spezzata S1, primitiva geometrica associata all’entità che rappresenta nella cartografia numerica l’edificio E, ed il vertice 3’ della spezzata S2, primitiva geometrica associata all’entità che rappresenta nella cartografia numerica l’edificio F, si potrebbe avere nella cartografia numerica una rappresentazione errata della realtà e precisamente: si potrebbe avere un distacco, caso B, o una compenetrazione, caso C, tra le due spezzate.

Solo una struttura topologica che prevedesse la creazione di un nodo sul lato 1-2 della spezzata S1 in corrispondenza del vertice 3’ della spezzata S2 eviterebbe questa possibilità

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in modo rigoroso. Poiché però la struttura dei dati richiesta dal Capitolato non è di tipo topologico, la creazione di nodi di questo tipo non è richiesta.

Al fine però di evitare eventuali compenetrazioni o distacchi, dovrà essere realizzata la seguente condizione: il vertice di una spezzata dovrà giacere sul lato di un’altra speazzata al quale dovrebbe idealmente appartenere; ciò può essere ottenuto con le funzioni di aggancio del software utilizzato.

Con riferimento alla figura d’esempio il vertice 3’ della spezzata S2 dovrà coincidere con il lato 1-2 della spezzata S1.

Questa regola deve essere seguita anche quando l’estremo di un’entità rappresentato da una spezzata aperta termina sul lato di un altra entità (ad esempio quando un muro di recinzione termina contro il paramento esterno del muro perimetrale di un edificio).

Sempre con riferimento alla figura sopra riportata, per quanto detto al precedente punto 5.2, le coordinate del vertice 1 della spezzata S1 e quelle del vertice 2’ della spezzata S2 dovranno invece essere identiche, cioè uguali fino alla seconda cifra decimale.

Nel caso in cui gli elementi di recinzione siano interrotti da un’apertura (cancello o ingresso di altro tipo) la continuità della spezzata dovrà comunque essere garantita mediante l’introduzione di un segmento di raccordo i cui estremi devono soddisfare le condizioni di precisione di cui sopra.

5.4 Congruenza geometrica altimetrica.

La congruenza geometrica altimetrica si intenderà soddisfatta se sarà osservato il seguente criterio: se uno stesso punto fisico del terreno appartiene a due o più elementi fisici e viene quindi memorizzato come vertice in due o più primitive geometriche entità, dovrà avere nelle diverse memorizzazioni la stessa identica quota.

Tale criterio dovrà essere rispettato per tutti i punti in cui convergono spezzate che descrivono entità diverse.

Tenuto conto del fatto che i punti e i vertici delle primitive geometriche dovranno avere come quota quella della superficie di calpestio prospiciente il punto fisico che rappresentano, si dovrà porre attenzione a che non vi sia incongruenza tra quote delle entità e curve di livello o punti quotati.

Ad esempio (v. figura): nel caso che delle curve di livello che si interrompono in corrispondenza del bordo di una strada dovrà verificarsi la condizione che la quota di un generico vertice della spezzata che descrive il bordo della strada sia coerente con la quota delle curve di livello. Con riferimento alla figura la quota del vertice 5 dovrà essere compresa tra i valori Qi e Qi+1 delle due curve di livello che

cadono sui due lati della spezzata che si dipartono dal vertice 5.

La quota dei vertici delle primitive geometriche che rappresentano una curva di livello dovranno avere tutti la medesima quota, corrispondente a quella della curva di livello che rappresentano.

3

4

5

6

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Il valore della quota delle curve di livello dovrà essere riportato, come toponimo, solo per le curve direttrici, in modo da rispettare i consueti standard di densità per la cartografia tradizionale disegnata.

Il toponimo che rappresenta il valore di quota di una curva di livello direttrice dovrà essere posizionato in modo che: • non interrompa la curva di livello • sia scritto a nord della curva di livello a cui si riferisce • sia sempre orientato in modo che le cifre del numero che indica la quota si susseguano

da sinistra a destra.

6. Toponomastica e limiti amministrativi.

La toponomastica e i limiti amministrativi, dovranno essere inseriti nella cartografia numerica, con le modalità indicate nel repertorio.

Col termine di toponomastica si intendono anche le scritte che visualizzano le quote a terra, gli elementi altimetrici complementari, nonché le quote delle curve di livello direttrici.

7. Precisione della carta. 7.1 Tolleranza.

Il termine tolleranza usato nel seguito va inteso come segue.

Si supponga di effettuare un’operazione di controllo mediante la determinazione di n differenze tra: • la misura ottenuta in sede di collaudo di n grandezze di un certo tipo (punti quotati,

distanze tra punti, ecc.) • il corrispondente valore desunto dalla cartografia numerica.

Il controllo sarà giudicato positivamente solo se non più del 5% di tali differenze sarà risultato superiore al valore della tolleranza stabilita.

7.2 Punti certi e punti generici.

Si premette che con la dizione punto certo si intende un punto memorizzato nella cartografia numerica che abbia le seguenti caratteristiche: • sia stereoscopicamente collimabile sui fotogrammi • sia di chiara identificazione nella realtà • appartenga a strutture artificiali.

Ogni altro punto che non abbia questi requisiti sarà indicato con la dizione punto generico.

Per le posizioni planimetriche dei punti certi sono stabilite le seguenti tolleranze.

Norme tecniche per la realizzazione di cartografia numerica alle scale nominali 1:1.000 e 1:2.000

capitolo II – Aspetti caratterizzanti e precisioni metriche pagina 25

7.3 Tolleranze planimetriche.

Tolleranza di posizione.

Siano E’, N’ le coordinate di un punto topografico P, memorizzate nella cartografia numerica, ed E, N le sue coordinate determinate topograficamente in sede di collaudo rispetto al vertice di poligonale più vicino con un e.q.m. di +/- 0.02 m. La tolleranza per il valore S, calcolato come:

22 )'()'( NNEES −+−=

sarà di 0.10 m.

Siano E’, N’ le coordinate di un punto certo P, memorizzate nella cartografia numerica, ed E, N le sue coordinate determinate topograficamente in sede di collaudo rispetto ai vertici della rete di inquadramento con un e.q.m. di +/- 0.10 m. La tolleranza per il valore S calcolato come:

22 )'()'( NNEES −+−=

sarà:

• per la cartografia alla scala 1:1.000 di 0.30 m per i punti certi e di 0.50 m per i punti generici.

• per la cartografia alla scala 1:2.000 di 0.80 m per i punti certi e di 1.20 m per i punti generici.

Tolleranza nella distanza tra punti.

Sia d la distanza, espressa in metri, tra due punti ricavata dalle coordinate memorizzate nella cartografia numerica e D la corrispondente distanza ricavata in sede di collaudo con misura diretta sul terreno.

Per qualsiasi distanza compresa nell’ambito di uno pseudofoglio la tolleranza t della differenza |d-D| è:

a) per i punti topografici:

t=(0,10 + d/5.000) m

b) nella cartografia alla scala 1.1.000 : • per i punti certi:

t = (0.40 +d/1000) m • per i punti generici:

t = (0.70 +d/1000) m

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capitolo II – Aspetti caratterizzanti e precisioni metriche pagina 26

c) nella cartografia alla scala 1.2.000 : • per i punti certi:

t = (1.00 +d/1000) m • per i punti generici:

t = (1.60 +d/1000) m

7.4 Tolleranze altimetriche.

Per le posizioni altimetriche dei punti sulla carta devono essere rispettate le tolleranze che seguono.

Tolleranza delle quote dei punti quotati.

La tolleranza tq della differenza fra la quota q di un punto quotato memorizzato nella banca dati e la sua quota Q, ricavata in sede di collaudo rispetto al più vicino punto di inquadramento altimetrico con un e.q.m. inferiore a +/- 0.03 m, è:

• per la cartografia alla scala 1:1.000

tq = 0,15 m

• per la cartografia alla scala 1:2.000

tq = 0,25 m

Tolleranza delle quote dei punti della planimetria.

a) punti topografici

La tolleranza tq della differenza δq fra la quota q di un punto topografico memorizzato nella banca dati e la sua quota Q, ricavata in sede di collaudo rispetto al più vicino vertice di poligonale con un e.q.m. inferiore a +/- 0.03 m, è:

tq = 0.05 m

b) punti certi

La tolleranza tq della differenza δq fra la quota q di un punto certo memorizzato nella banca dati e la sua quota Q, ricavata in sede di collaudo rispetto al più vicino punto di inquadramento altimetrico con un e.q.m. inferiore a +/- 0.05 m, è:

• per la cartografia alla scala 1:1.000

tq = 0.15 m

• per la cartografia alla scala 1:2.000

tq = 0.25 m

c) punti generici

La tolleranza tq della differenza δq fra la quota q di un punto generico memorizzato nella banca dati e la sua quota Q, ricavata in sede di collaudo rispetto al più vicino punto di inquadramento altimetrico con un e.q.m. inferiore a +/- 0.05 m, è:

• per la cartografia alla scala 1:1.000

Norme tecniche per la realizzazione di cartografia numerica alle scale nominali 1:1.000 e 1:2.000

capitolo II – Aspetti caratterizzanti e precisioni metriche pagina 27

tq = 0.25 m

• per la cartografia alla scala 1:2.000

tq = 0.40 m

Tolleranza della differenza tra le quote di due punti della planimetria.

a) punti topografici

La tolleranza tq della differenza fra le quota di due punti topografici memorizzati nella banca dati e la medesima differenza determinata in sede di collaudo con un e.q.m. inferiore a +/- 0.03 m, è:

tq = 0.08 m

b) punti certi

La tolleranza tq della differenza fra la quota di due punti certi memorizzati nella banca dati e quella ricavata in sede di collaudo con un e.q.m. inferiore a +/- 0.05 m, è:

• per la cartografia alla scala 1:1.000

tq = 0.25 m

• per la cartografia alla scala 1:2.000

tq = 0.40 m

c) punti generici

La tolleranza tq della differenza fra la quota di due punti generici memorizzati nella banca dati e quella ricavata in sede di collaudo con un e.q.m. inferiore a +/- 0.05 m, è:

• per la cartografia alla scala 1:1.000

tq = 0.40 m

• per la cartografia alla scala 1:2.000

tq = 0.60 m

Tolleranza delle quote di gronda.

Sia δq il valore assoluto della differenza fra q, quota media di gronda di un edificio o di un’unità volumetrica, riportata nella cartografia, e la corrispondente quota Q ricavata rispetto al punto di inquadramento altimetrico più vicino, mediante strumenti e procedure topografiche tali da garantirne un e.q.m. inferiore a +/- 0.10 m. La tolleranza tq per tale differenza è:

a) per la cartografia alla scala 1:1.000: tq = 0,60 m.

b) per la cartografia alla scala 1:2.000: tq = pari a pari a 1.00 m.

Tolleranza delle quote medie al piede.

Sia δq il valore assoluto della differenza fra q, quota media a terra di un edificio o di un’unità volumetrica, riportata nella cartografia, e la corrispondente quota Q ricavata

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capitolo II – Aspetti caratterizzanti e precisioni metriche pagina 28

rispetto al punto di inquadramento altimetrico più vicino, mediante strumenti e procedure topografiche tali da garantirne un e.q.m. inferiore a +/- 0.15 m. La tolleranza tq per tale differenza è:

a) per la cartografia alla scala 1:1.000: tq = 0,60 m.

b) per la cartografia alla scala 1:2.000: tq = pari a pari a 1.00 m.

Tolleranza per l’altezza media degli edifici o delle unità volumetriche.

Sia δH il valore assoluto della differenza fra h, altezza media di un edificio o di un’unità volumetrica riportata nella cartografia, e H il corrispondente valore ricavato con misure idonee a garantirne un e.q.m. di +/- 0.50 m. La tolleranza per tale differenza è:

a) per la cartografia alla scala 1:1.000: tq = 1,50 m.

b) per la cartografia alla scala 1:2.000: tq =2.00 m.

Tolleranza delle curve di livello.

La rappresentazione altimetrica mediante curve di livello dovrà rispettare i consueti aspetti formali.

La corretta rappresentazione dell’andamento altimetrico del terreno mediante curve di livello verrà verificata solo mediante la ripetizione di operazioni di restituzione fotogrammetrica.

La ripetizione di una curva di livello non dovrà mai dar luogo ad una nuova curva di livello che intersechi quelle, già restituite, di quota maggiore o minore.

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capitolo III - Formato dei dati. Strutturazione della cartografia numerica in file pagina 29

CAPITOLO III FORMATO DEI DATI. STRUTTURAZIONE DELLA CARTOGRAFIA NUMERICA IN FILE 1. Cartografia numerica ed elaborati grafici.

La cartografia oggetto del presente appalto viene fornita in due forme: una, che deve essere considerata come quella principale, è la cartografia in forma numerica, e l’altra quella in forma di elaborati grafici. La cartografia in forma grafica, nelle due versioni definite al punto 8.4 del Cap.I, dovrà essere ottenuta mediante tracciamento automatico dalla cartografia numerica, ma conterrà anche degli elementi che non sono presenti nella cartografia numerica.

Questi elementi non contenuti nella cartografia numerica vengono indicati col termine di vestizione, termine che indica l’insieme di simboli, linee speciali e campiture con cui si completa il disegno ottenuto per tracciamento delle primitive geometriche delle entità della cartografia numerica, al fine di rendere più agevole l’interpretazione della cartografia disegnata.

La produzione della carta disegnata a partire dalla cartografia numerica, implica una fase di produzione da parte della stazione appaltante nella quale, alla geometria delle entità, viene associata anche la vestizione per la produzione degli elaborai grafici richiesti dal capitolato.

Questa fase della produzione può anche essere realizzata dalla stazione appaltante in maniera dinamica, associando cioè solo nel momento del plottaggio alla geometria della cartografia numerica una libreria di vestizione, senza che venga prodotto un elaborato numerico dal quale desumere, per semplice plottaggio, gli elaborati grafici richiesti.

Pertanto, come già detto al punto 3.1 del Cap. I, nel contesto di questo Capitolato col termine di cartografia numerica non si intende l’equivalente in forma numerica degli elaborati grafici richiesti, bensì l’insieme delle entità che traducono nella cartografia gli oggetti reali, essendo ogni entità composta unicamente da un codice e da una primitiva geometrica che descrive la forma dell’oggetto che essa rappresenta.

Sarà comunque facoltà della Committenza valutare la possibilità di richiedere anche i file numerici completi di vestizione, nel caso in cui la stazione appaltante li produca effettivamente come prodotto intermedio e il software della committenza sia in grado di gestirli.

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capitolo III - Formato dei dati. Strutturazione della cartografia numerica in file pagina 30

2. Elaborati numerici. 2.1 Generalità sul formato dei dati.

La cartografia numerica dovrà essere fornita in formato ASCII DXF. In sede di consegna dei lavori la Committenza stabilirà quale livello di complessità dovrà avere il formato DXF, in modo che esso risulti compatibile con il software con cui la cartografia numerica verrà gestita. La Committenza potrà inoltre richiedere, come prodotti opzionali, se la stazione appaltante è in grado di fornirli, i file numerici con la vestizione utilizzati per la produzione degli elaborati grafici e/o i file nel formato di plottaggio HP.

2.2 Polilinee e linee.

Nel formato DXF una primitiva geometrica che descrive un’entità (spezzata aperta, spezzata chiusa) può venire data come polilinea (che traduce il concetto di spezzata) o per linee, cioè con una serie di segmenti autoconsistenti che corrispondono ai vari lati della spezzata.

2.3 Cartografia 2D e 3D.

Nel formato DXF i vertici della spezzata delle polilinee e delle linee, nonché i punti che rappresentano le entità puntuali, possono venire dati o con le tre coordinate E,N,q o solo con le coordinate planimetriche E,N.

Nel primo caso si dirà che la cartografia numerica è tridimensionale (3D), nel secondo caso che è planimetrica (2D).

2.4 Cartografie numeriche da consegnare.

Di ogni foglio di cartografia dovranno essere obbligatoriamente fornite le seguenti due versioni: • una versione tridimensionale a polilinee • un versione bidimensionale a polilinee.

Eventuali altre versioni potranno essere concordate in sede di consegna dei lavori.

3. Strutturazione della cartografia in file corrispondenti ai fogli grafici.

Come già detto al punto 7. del Cap.I, la cartografia numerica dovrà essere strutturata per pseudofogli.

Ogni pseudofoglio numerico si riferisce ad uno dei fogli grafici, ma il suo perimetro non coinciderà esattamente, in generale, con il perimetro del foglio grafico a cui si riferisce.

Infatti:

• le entità lineari e quelle puntuali avranno piena corrispondenza tra fogli grafici e pseudofgli numerici;

• la toponomastica apparterrà allo pseudofoglio che corrisponde al foglio che contiene il punto di origine della scritta;

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capitolo III - Formato dei dati. Strutturazione della cartografia numerica in file pagina 31

• se una spezzata chiusa che descrive un’entità di tipo areale insiste su due o più fogli grafici, essa non verrà tagliata in corrispondenza delle linee ideali che corrispondono ai lati dei fogli grafici, ma verrà interamente memorizzata in un unico pseudofoglio e precisamente nello pseudofoglio che corrisponde al foglio grafico che ne contiene la parte di area maggiore;

• il file numerico di uno pseudofoglio non contiene la linea di cornice del corrispondente foglio.

Non si dovrà mai verificare che una stessa entità sia memorizzata in più di uno pseudofoglio.

Il nome del file relativo ad un generico pseudofoglio sarà costituito da un carattere alfabetico seguito dal numero che indica la sua posizione sequenziale da 1 a n nel quadro d’unione. Il carattere alfabetico sarà:

• la lettera T se la cartografia è 3D • la lettera B se la cartografia è 2D.

I file dovranno essere consegnati memorizzati su CD-R in forma non compressa.

4. Struttura dei dati numerici nel corso dei lavori.

All’atto della consegna dei lavori la Committenza, sentito il Collaudatore in corso d’opera, concorderà con la stazione appaltante in quale formato dovranno essere messi a disposizione del collaudatore gli elaborati numerici intermedi (dati relativi alla rete di inquadramento, punti di appoggio stereoscopici, restituzione fotogrammetrica o altro). I dati dovranno essere memorizzati su CD-R. Ogni CD-R dovrà contenere un file TXT che indica il contenuto del CD-R, la data di predisposizione, e ogni altro elemento che serva ad inquadrarlo nello sviluppo temporale e sequenziale dei lavori. 5. Struttura dei dati numerici finali

Anche i dati finali dovranno essere memorizzati su CD-R e ogni CD-R dovrà contenere un file TXT riportante il contenuto del CD-R, la data di predisposizione, e ogni altro elemento che serva ad autocertificare il prodotto, così come verrà indicato dalla Direzione Lavori, sentito il collaudatore.

Norme tecniche per la realizzazione di cartografia numerica alle scale nominali 1:1.000 e 1:2.000.

capitolo IV – Repertorio dei contenuti pagina 32

CAPITOLO IV

REPERTORIO DEI CONTENUTI 1. Struttura del repertorio delle entità Il repertorio è strutturato in forma tabellare

Nella prima colonna è riportato il codice dell’entità ; esso si compone da un prefisso numerico seguito da una sigla descrittiva a carattere mnemonico. Nella terza colonna la sua descrizione in chiaro, nella seconda colonna una sigla che può essere A,L,P o T. Il significato delle lettere presenti nella seconda colonna è il seguente: • La lettera A indica che l’entità è di tipo superficie e dovrà quindi essere sempre

rappresentata da una spezzata chiusa • La lettera L indica che l’entità è di tipo lineare e sarà in genere rappresentata da una

spezzata aperta, ma anche, in altri casi da una spezzata chiusa (ad esempio la spezzata che descrive una curva di livello o il limite di bosco, nell’archivio cartografico).

• La lettera P indica che l’entità è di tipo puntuale • La lettera T indica che l’entità è un toponimo.

Per alcuni tipi di entità nella colonna 2 potrà essere riportata più di una sigla per significare la possibile esistenza di più di una tipologia.

Esempio: L’entità “stazione di rifornimento” codificata con 2401_DistrCarb, gli edifici e le tettoie dovranno essere polilinee chiuse (A), i marciapiedi, le perimetrazioni delle piazzole, potranno essere polilinee aperte (L) o chiuse (A), inoltre sarà data un’entità puntuale (P) cui la ditta appaltatrice assocerà in fase di plottaggio il simbolo di stazione di rifornimento carburante . L’entità puntuale potrà essere utilizzata dall’utente o nello stesso modo, o per altre necessità ad esempio come punto di applicazione di collegamenti a data base Indipendentemente dalle tipologie A/L/P/T tutte queste entità saranno sul livello 2401_DistrCarb. 2. Entità previste per la cartografia alla scala nominale 1:1.000 e per quella

1:2000. 2.1 Cartografia alla scala 1:1.000. Il repertorio delle entità indica il grado di dettaglio qualitativo che deve avere la cartografia numerica alla scala 1:1.000.

Tutti gli oggetti del territorio che corrispondono alla descrizione riportata nella terza colonna, dovranno essere rilevati e riportati in cartografia con corrispondenti entità aventi il codice riportato nella colonna Layer. Anche quando la presenza e/o la loro natura di tali oggetti non sia chiaramente evincibile dalle foto aeree, essi dovranno essere rilevati e/o correttamente classificati nella fase di ricognizione sul terreno. 2.2 Cartografia alla scala 1:2.000.

Norme tecniche per la realizzazione di cartografia numerica alle scale nominali 1:1.000 e 1:2.000.

capitolo IV – Repertorio dei contenuti pagina 33

Per la cartografia numerica alla scala 1:2000, il grado di dettaglio è determinato dalle voci del repertorio per le quali vi è la scritta SI nell’ultima colonna della tabella.

Oggetti presenti sul territorio che corrispondono alle descrizioni di codici in corrispondenza dei quali non vi è nella quarta colonna la scritta SI, dovranno però essere inseriti anche nella cartografia alla scala 1:2.000 se esistono le seguenti condizioni:

• siano visibili sui fotogrammi, anche se non classificabili con il dettaglio che risulterebbe da fotogrammi alla scala propria del rilievo alla scala 1:1.000 o dalla ricognizione a terra

• siano necessari alla corretta rappresentazione del territorio anche nella cartografia alla scala 1:2.000

• quando si produca una carta disegnata alla scala 1:2.000 a partire da quella numerica la loro rappresentazione grafica sia compatibile con l’errore di graficismo.

Se sussistono queste condizioni tali oggetti dovranno dare luogo a corrispondenti entità nella cartografia numerica. Tuttavia, tenuto conto della scala media dei fotogrammi prevista per la cartografia alla scala 1:2.000 e del limitato lavoro di ricognizione a terra per essa prevista, si ammette che tali oggetti vengano classificati con un grado di dettaglio inferiore a quello previsto per la cartografia alla scala 1:1.000.

E precisamente: all’entità che rappresenta un oggetto del territorio per il quale non sia previsto il SI nella quarta colonna, ma per il quale ricorrano le condizioni di cui sopra, potrà essere attributo il codice della prima entità che la precede nel repertorio e per la quale vi sia il SI nella quarta colonna.

Ad esempio:

• Un muro a secco andrà obbligatoriamente riportato nella cartografia alla scala 1:1.000 col suo codice 3052_MURISecco; nella cartografia alla scala 1:2.000 potrà invece essere riportato col codice 3050_MURO corrispondente alla descrizione muro generico, a condizione che tale muro sia riconoscibile dalle foto aeree senza necessità di ricognizione a terra.

• Una cancellata su muretto, nella cartografia alla scala 1:1.000 andrà obbligatoriamente riportata e classificata (eventualmente con l’ausilio della ricognizione a terra) col codice 3053_CANCmuro. Nella cartografia alla scala 1:2.000 potrà essere invece codificata col codice 3055_RECINZIONI corrispondente alla descrizione recinzioni varie; potrà inoltre essere omessa se non visibile sui fotogrammi.

• Una sede di viale alberato, nella cartografia alla scala 1:1.000 andrà obbligatoriamente riportata e classificata (eventualmente con l’ausilio della ricognizione a terra) col codice 2324_PEDviale. Nella cartografia alla scala 1:2.000 potrà essere invece codificata col codice 2320_PED corrispondente alla descrizione più generica di viabilità pedonale.

Norme tecniche per la realizzazione di cartografia numerica alle scale nominali 1:1.000 e 1:2.000.

capitolo IV – Repertorio dei contenuti pagina 34

TRASPORTO SU ROTAIA LAYER TIPO DESCRIZIONE IN CHIARO 2000

1100_FSbinario L binario 1di ferrovia ordinaria SI 1110_Binridotto L binario di ferrovia a scartamento ridotto

1210_FSparco A parco ferroviario2 SI 1211_FSedificio A,L edifici stazione, fabbricati viaggiatori,tettoie,pensiline,.. SI 1212_FSstrutt A,L strutture accessorie di staz. ferr. SI 1213_FSscalo L scalo merci SI 1220_FScasello L casello ferroviario SI 1231_FSgalleria L galleria ferroviaria SI 1232_FSponte L ponte ferroviario SI 1233_FSviadotto L viadotto ferroviario SI 1234_FSPassliv L passaggio a livello SI

1300_TRAMvia L tramvia SI

1400_MMlinea L metropolitana SI 1401_MMaccesso P accesso 1402_MMscale L scalinate

1 Con la dizione binario si intende l’insieme delle due rotaie 2 Con la dizione parco ferroviario si intende tutta la superficie occupata da binari, strutture, edifici

e altro, inerenti una stazione ferroviaria

Norme tecniche per la realizzazione di cartografia numerica alle scale nominali 1:1.000 e 1:2.000.

capitolo IV – Repertorio dei contenuti pagina 35

ALTRO TRASPORTO LAYER TIPO DESCRIZIONE IN CHIARO 2000

2010_AEROPORTO A,P,T Aeroporto: perimetro, puntuale, toponimo SI 2011_AEROedif A edifici aeroportuali SI 2012_AEROacc L strutture aeroportuali accessorie

2020_IDROscalo A,L,P,T idroscalo simbolo, toponimo SI 2021_IDROperim A perimetro di idroscalo 2022_IDROstrutt A,L edifici, strutture idroscalo, linee di approdo

2100_AS L Autostrada e raccordo autostradale SI 2102_ASspartitr L spartitraffico autostrada 2103_AScasello L strutture di casello autostradale SI 2104_AScstr L autostrada in costruzione

2201_SS L superstrada SI 2202_SScstr L superstrada in costruzione

2211_SE L strada extraurbana SI 2212_SEcstr L strada extraurbana in costruzione 2220_SEnoncarr L strada extraurbana non carrozzabile SI 2221_SCampestre L strada campestre 2222_Smulatt L mulattiera 2223_Sentiero L sentiero o tratturo 2230_PASSO P passo o valico SI 2231_CIPPO P cippi SI

2310_SU L strada urbana SI

2320_PED L Viabilità pedonale SI 2321_PEDmarciap L marciapiede 2322_PEDscalin L scalinata tra sedi stradali 2323_PEDspartit L spartitraffico, banchina salvagente 2324_PEDviale L sede di viale alberato 2325_PEDstrada L strada pedonale 2326_PEDCavVia L cavalcavia pedonale 2327_PEDpass L passerella pedonale 2328_PEDsottop L accesso a sottopassaggio pedonale 2330_CICLABILE L Viabilità ciclabile SI

2401_STAZCarb A,L,P Stazione Carburante SI 2410_AUTOGRILL A,L,P autogrill (edifici, strutture, puntuale) SI

2501_STAZBus A,L,P stazione autobus di linea (edifici, strutture, puntuale) SI

2610_PONTE L ponte ordinario SI 2611_PONTEFe L ponte in ferro 2612_PONTEca L ponte in muratura o c.a. LAYER TIPO DESCRIZIONE IN CHIARO 2000

Norme tecniche per la realizzazione di cartografia numerica alle scale nominali 1:1.000 e 1:2.000.

capitolo IV – Repertorio dei contenuti pagina 36

2613_PONTElegno L ponte in legno

2614_PONTECop L ponte coperto in muratura 2620_PONTESPEC L ponte speciale SI 2621_PONTEbarc L ponte di barche 2622_PONTElev L ponte levatoio 2623_PONTEgir L ponte girevole 2624_PONTEscorr L ponte scorrevole 2625_PONTEtragh L strutture per traghetti 2631_VIADOTTO L viadotto stradale SI 2632_CAVALCAVIA L cavalcavia 2633_STRgalleria L strada in galleria 2634_STRtrincea L strada in trincea 2641_MUROspec L muro di sostegno stradale SI

2710_RISALITA A,L Impianti di risalita genrici SI 2711_RISALITedi A edificio di funivia, seggiovia, imp. risalita 2712_RISALITbas L funivia, seggiov, imp.risal. (basamenti) 2713_RISALITlin L funivia, seggiovia, imp.risalita (linea) 2721_NastroTras L nastro trasportatore permanente 2722_GRUrotaie P gru su rotaie 2723_GRUperm L gru su installazioni permanenti 272O_TRASPMAT L Impianto generico di trasporto materiali SI 2731_TELEFstr A,L,P teleferica strutture: edifici, piloni SI 2732_TELEFlin L Teleferica linea SI

2800_ASSE l Asse per grafo di via SI 2810_NODO A nodo SI 2820_TRONCO A tronco di strada urbana ordinaria SI

Norme tecniche per la realizzazione di cartografia numerica alle scale nominali 1:1.000 e 1:2.000.

capitolo IV – Repertorio dei contenuti pagina 37

EDIFICATO LAYER TIPO DESCRIZIONE IN CHIARO 2000

3000_UVDivid L dividente di unità volumetrica SI 3002_AGGETTI A corpo aggettante 3005_ATTICI A piano attico 3007_TETTOIE A tettoia 3007_LUCERNARI A lucernario 3008_PENSILINE A pensilina portico 3009_VolumiTec A volume tecnico sopra gronda 3010_gronda L linea di gronda 3011_colmo L linea di colmo 3012_falda L linea di falda 3013_BARACCHE A baracca 3014_MANUFedi A manufatti vari di tipo edificio 3015_MANUFlin L manufatti vari lineari 3016_BOXmur A box in muratura SI 30 17_BOXsotterr A box interrato SI 3018_EDminori A edificio minore in muratura SI 3020_PASSsottoP A sottoportico stradale e pedonale SI 3021_PASSportici A passaggio con portici aperti 3022_CORTILI A cortile interno SI 3040_CARRAI L passo carraio 3041_PASSAGGIO L Passaggio attraverso elementi divisori (muri,recinzioni,ecc.) 3043_RAMPE L rampa 3044_ACCESSGara P accesso a garage sotterranei 3045_PASSSotter L gallerie e passaggi sotterranei 3046_SCALE L scale, scalinate SI 3047_GRADINI L gradini 3050_MURO L muro generico SI 3051_MURIdivis L muro divisorio 3052_MURISecco L muro a secco 3053_RECINZIONI L recinzioni varie SI 3054_CANCmuro L cancellata su muretto 3055_SIEPI L siepe di recinzione 3056_PALIZZATE L palizzata cancellata 3057_RECfit L tratto fittizio su recinzione SI 3061_PAVasfalto P pavimentazione in asfalto 3062_PAVPorfCub P pavimentazione in cubetti di porfido 3063_PAVPorfLas P pavimentazione in lastre di porfido 3063_PAVcls P pavimentazione in c.l.s. varia tipologia 3064_PAVghiaia P pavimentazione in sterrato o ghiaia 3070_EDcostr A edificio in costruzione SI 3071_EDdir A edificio diruto SI LAYER TIPO DESCRIZIONE IN CHIARO 2000

Norme tecniche per la realizzazione di cartografia numerica alle scale nominali 1:1.000 e 1:2.000.

capitolo IV – Repertorio dei contenuti pagina 38

3110_EDresiden A edificio residenziale SI 3120_EDrurale A cascina SI 3121_EDfienile A stalla, fienile 3123_SERRA A serra permanente SI 3131_RIFUGI A, rifugio o casa forestale , puntuale SI 3140_SEGHERIE A, P segheria edificio, puntuale SI 3150_MULINI A mulino edificio, puntuale SI

3200_EDTerziar A edificio di terziario SI 3210_IPER A ipermercato 3211_SUPER A supermercato 3212_EDICOLE P edicola o chiosco 3220_CentriDir A centro direzionale 3230_AREEAttr A area attrezzata per svago e tempo libero SI 3231_TEATRO P puntuale teatro

3300_ED_pubbl A edifici di pubblica utilità SI 3311_OSPEDALE P ospedale SI 3312_MUNICIPIO P municipio SI 3313_PROVINCIA P provincia SI 3314_REGIONE P regione SI 3315_UffGiudiz P uffici giudiziari SI 3316_POLIZIA P stazione di polizia SI 3317_SCUOLA P scuola, biblioteca SI 3318_POSTA P posta SI 3319_ST.TELECOM P stazione telecomunicazioni SI

3410_ED_In A edificio industriale SI 3411_EDInStabil A stabilimento industriale 3412_EDIncapann A capannone industriale 3415_EDInuffici A uffici annessi allo stabilimento 3416_EDInbarac A baracche in lamiera SI 3421_EDInsilos A silos SI 3422_EDInserbat A serbatoio SI 3423_EDIngasom A gasometro SI 3431_CIMINIERE P ciminiera SI 3432_FORNACI P fornace SI 3433_TORRI P torre SI 3440_TRALICCI L,P traliccio antenna comunicazioni strutture, puntuale SI 3450_FARI A,P faro edificio, puntuale SI 3460_POZZI A,P pozzo di petrolio o metano: struttura, puntuale SI 3470_MINIERE A miniera: strutture, puntuale SI

3510_CIMITERI A,L,P cimitero SI 3511_CIMITstrut A edifici e strutture cimiteriali LAYER TIPO DESCRIZIONE IN CHIARO 2000

3513_CIMITlin L,P Vialetti, puntuale

Norme tecniche per la realizzazione di cartografia numerica alle scale nominali 1:1.000 e 1:2.000.

capitolo IV – Repertorio dei contenuti pagina 39

3520_MONUM L,P monumento : struttura, puntuale SI 3521_RUDERI L rudere :struttura SI 3522_BASTIONI L bastione SI 3523_MURA L mura di città SI 3530_C_IDROEL A,L,P centrale idroelettrica SI 3531_C_IDROEstr A,L strutt. accessorie centr. idroelettrica 3540_C_TE A,LP centrale termoelettrica SI 3541_C_TEstrut A,L strutt. accessorie centr. termoelettrica 3550_C_Nucl A,L,P centrale nucleare perimetro, puntuale SI 3551_C_Nuclstr A,L strutt. accessorie centrale nucleare 3560_EnElTrasf A,P edificio di trasform. energia elettr. , puntuale SI 3561_EnElstrutt L impianto per trasf. energia elettr.

3610_CULT_ED A,L,P,T edificio di culto SI 3611_CULT_EAR L linee di croce per chiesa 3620_CULT_cap A,P cappella, edicola, tabernacolo 3630_CULT_camp A campanile

3710_SPORT A,L,P,T campo sportivo SI 3711_SPORTperim L campo sportivo perimetro 3712_SPORTstrut A, L campo sportivo edifici, tribune 3713_SPORTpun L simbolo 3713_SPORTlinee L campo sportivo linee 3720_PISCINA L piscina scoperta SI 3731_TIROstr A,L, edificio di tiro a segno, strutture SI 3741_CAMPINGstr A,L campeggio stabile edificio, strutture SI 3743_CAMPINGpnt P campeggio SI

3800_TRAFFsegn P segnaletica stradale urbana 3801_TRAFFsem P palo semaforico 3802_TRAFFpal P pali o tralicci relativi al traffico

3810_ACQ_interr L acquedotto interrato 3811_ACQ_viadot L acquedotto su viadotto SI 3812_ACQ_sup L acquedotto in superficie SI 3813_ACQ_man L manufatti di acquedotti SI 3814_ACQcondfor L condotta forzata SI LAYER TIPO DESCRIZIONE IN CHIARO 2000

3815_SaraciNT P saracinesca interrata RT 3816_Pozzetti P pozzetto di manovra RT

Norme tecniche per la realizzazione di cartografia numerica alle scale nominali 1:1.000 e 1:2.000.

capitolo IV – Repertorio dei contenuti pagina 40

3817_Idran. f.t. P idrante fuori terra RT 3818_Idran.int P idrante interrato RT 3820_tombini P tombino generico RT 3821_caditoie P caditoia RT 3822_Tom/Fbian P tombino di fognatura bianca RT 3823_Tom/Fnere P tombino di fognatura nera RT 3830_Tom/gas P tombino gas RT 3831_griduz/gas P gruppi riduzione gas RT 3840_BTlinee L linea elettrica aerea bassa tensione RT 3841_BTpali P palo linea elettrica bassa tensione RT 3842_BTtombini P tombino linee elettr. bassa tensione RT 3843_BTcassette P cassetta distribuzione RT 3844_ILL P palo illuminazione pubblica RT 3845_FANALI P fanale a sbraccio o sospeso RT 3846_LINEApali P palo linea elettrica RT 3847_TRASFpali P trasformatore su palo RT 3850_ATlinee L linea elettrica aerea alta tensione SI 3851_ATpali P palo alta tensione 3852_ATENELtr A traliccio alta tensione SI 3854_MTtr P traliccio media tensione SI 3855_MTlinee L linea elettrica aerea media tensione SI 3856_CABINEaper A cabina all'aperto SI 3857_CABINEsott P cabina sotterranea RT 3858_CABINEedif P cabina in edificio 3860_TELlinee L rete telematica (linea telefonica) RT 3861_TELpalo P rete telematica (palo telefonico) RT 3870_METANsup L metanodotto in superficie SI 3871_METANinter L metanodotto interrato SI 3880_OLEDsup L oleodotto in superficie SI 3881_OLEODinter L oleodotto interrato La sigla RT nella colonna 4, indica che tali entità sono obbligatorie per la cartografia alla scala 1:1000 solo se esplicitamente richieste in fase di appalto dei lavori.

Norme tecniche per la realizzazione di cartografia numerica alle scale nominali 1:1.000 e 1:2.000.

capitolo IV – Repertorio dei contenuti pagina 41

IDROGRAFIA LAYER TIPO DESCRIZIONE IN CHIARO 2000

4111_FIUME A fiume SI 4112_corrente P direzione della corrente SI 4121_TORRENTE L torrente SI 4131_corsosott L corso d'acqua sotterraneo 4141_SORGENTE P sorgente SI

4211_CANALE L canale SI 4212_CANavig P puntuale di canale navigabile SI 4231_SCOLINA L fossetto irriguo, scolina SI 4241_SIFONE L sifoni 4251_CHIUSA L conche, porte, chiuse SI

4310_LAGO A lago SI 4321_PALUDE L palude e stagno SI 4322_PALUDE P palude e stagno SI 4340_RISORGIVA L risorgiva 4341_RISORGIVA P risorgiva

4410_LAGOARTIF A lago artificiale SI 442O_PISCICOL A impianto di piscicoltura SI 4421_PISCedi A impianto di piscicoltura - edifici e vasche 4422_PISCman L impianto di piscicoltura - manufatti vari 4423_PISCimp P impianto di piscicoltura - SI 4430_DEPURedi A impianto di depurazione - edifici e vasche SI 4432_DEPURman L impianto di depurazione - manufatti vari SI 4440_CISTERNA A vasca, cisterna SI 4441_POZZO P pozzo 4442_FONTANA P fontana 4450_DIGA L diga SI 4460_BRIGLIA L pescaia e briglia SI

4501_LIMsabbia L limite zona sabbiosa SI 4502_sabbia P sabbia 4503_scoglio L scoglio, scogliera e secca affiorante 4510_ISOLA A isola permanente SI

Norme tecniche per la realizzazione di cartografia numerica alle scale nominali 1:1.000 e 1:2.000.

capitolo IV – Repertorio dei contenuti pagina 42

VEGETAZIONE LAYER TIPO DESCRIZIONE IN CHIARO 2000

5100_ALBERO P albero isolato SI 5110_FILAREalb L filare di alberi SI 5120_FILAREviti L filare vite SI 5130_FILalbviti L filare alberi e viti SI 5140_TAGLIATA L tagliata SI

5200_LIMbosco L limite di bosco SI 5201_MACCHAM L macchia mediterranea SI 5202_RADURA L radura SI

5300_LIMcoltagr A limite coltura agraria SI 5310_SEMINATIVO L seminativo SI 5320_VIGNETO L vigneto SI 5340_PRATO L prato e marcita SI 5350_RISAIA L risaia SI 5360_ORTO L orto SI

5400_INCOLTO A limite di incolto SI

5501_ABETE P abete 5502_PINO P pino 5503_CIPRESSO P cipresso 5504_EUCALIPTO P eucalipto 5505_SUGH/LECC P quercia da sughero e leccio 5506_OLM/QUERC P olmo e quercia 5507_CASTAGNO P castagno 5508_FAGGIO P faggio 5509_LARICE P larice 5510_PIOPPO P pioppo 5511_VARIE P altre essenze 5512_VITE P vite 5513_FRUTTA P albero da frutta 5514_OLIVO P olivo 5515_CEDUO P ceduo 5516_RADURA P sottobosco o radura 5517_MACCHIA P macchia

5518_VIVAIO P vivaio 5519_RISAIA P risaia 5520_CANNETO P canneto 5521_AGRUMETO P agrumeto 5522_ORTO P orto 5523_MARCITA P marcita 5524_PASCOLO P pascolo 5525_INCOLTO P incolto

Norme tecniche per la realizzazione di cartografia numerica alle scale nominali 1:1.000 e 1:2.000.

capitolo IV – Repertorio dei contenuti pagina 43

LAYER TIPO DESCRIZIONE IN CHIARO 2000

5526_PASCOLO C P pascolo cespugliato 5527_INCOLTO P incolto, macchia

5610_GIARDINO A giardino urbano SI 5620_PARCO A parco urbano SI 5631_ALBERO P albero SI 5632_AL SEC P albero secolare SI 5641_AIUOLE L aiuole 5642_CESPUGLI P cespugli 5643_SIEPE L siepe (non di recinzione) SI 5651_VIALETTI L vialetti

Norme tecniche per la realizzazione di cartografia numerica alle scale nominali 1:1.000 e 1:2.000.

capitolo IV – Repertorio dei contenuti pagina 44

LIMITI AMMINISTRATIVI LAYER TIPO DESCRIZIONE IN CHIARO 2000 6001_carta1000 L limite di zona cartografata alla scala 1:1000 6002_carta2000 L limite di zona cartografata alla scala 1:2000 6005_carta6000 L limite di zona cartografata alla scala 1:5000 6010_CONFStato L limite di Stato SI 6020_CONFRegion L limite di regione SI 6030_CONFProv L limite di provincia SI 6040_CONFComun L limite di comune SI 6050_CONFCM L limite della Comunità Montana SI

OROGRAFIA LAYER TIPO DESCRIZIONE IN CHIARO 2000

7010_CLDirett L curva ordinaria direttrice SI 7012_CLInter L curva ordinaria intermedia SI 7020_CLDiretInc L curva ordinaria direttrice incerta SI 7021_CLIntInc L curva ordinaria intermedia incerta SI

7111_SCARciglio L scarpata-ciglio SI 7112_SCARpiede L scarpata-piede SI 7121_TERPciglio L terrapieno-ciglio SI 7122_TERPciglio L terrapieno-piede SI 7131_ARGIciglio L ciglio argine SI 7132_ARGIpiede L piede argine SI 7140_CAVA L cava SI 7141_CAVApietra L cava di pietra SI 7142_CAVAsabbia L cava di sabbia SI 7150_TERRAZZA L terrazzatura per colture agrarie SI 7160_TRINCEA L trincea, strada incassata SI

7210_ROCCE L roccia affiorante, balzi di roccia SI 7220_CALANCO L calanco SI 7230_IMPLUVIO L linee di impluvio SI 7240_DEPRESS L depressione SI 7241_DEPRpnt P puntuale di depressione SI 7250_DOLINA L dolina SI 7260_FRANA L frana SI 7270_PIETRAIA L pietraia e ghiaione SI 7280_GROTTA P caverna, grotta SI

Norme tecniche per la realizzazione di cartografia numerica alle scale nominali 1:1.000 e 1:2.000.

capitolo IV – Repertorio dei contenuti pagina 45

PUNTI TOPOGRAFICI LAYER TIPO DESCRIZIONE IN CHIARO 2000

8110_IGM95 P vertice IGM95 SI 8111_IGM I P vertice IGM 1° ordine SI 8112_IGM II P vertice IGM 2° ordine SI 8113_IGM III P vertice IGM 3° ordine SI 8120_VTcat P vertice catastale SI 8130_VRPRINC P vertice di rete principale SI 8131_VRINFITT P vertice di infittimento SI 8132_VCEL P vertice di celerimensura SI 8140_VAPPFOT P punto d'appoggio fotogrammetrico SI

8200_Rif P punti topografici di riferimento 8201_MisDiretta L distanza misurata direttamente 8210_RICOGNIZ L Limite di restituzione incerta

8300_CSIGM P caposaldo IGM SI 8310_CSCATASTO Caposaldo catasto SI 8320_PQTOP P punto quotato topograficamente SI 8321_PQTerra P punto quotato a terra SI 8322_Qmpiede P quota media al piede di struttura SI 8323_PQgronda P punto quotato in gronda ALTERNATIVI SI 8324_altezza P altezza di unità volumetrica ALTERNATIVI SI

8400_PStereosc P punto stereoscopico

Norme tecniche per la realizzazione di cartografia numerica alle scale nominali 1:1.000 e 1:2.000.

capitolo IV – Repertorio dei contenuti pagina 46

TOPONOMASTICA LAYER TIPO DESCRIZIONE IN CHIARO 2000 T201_ViabExtraUrb T viabilità extraurbana (statali, provinciali, superstrade) SI T202_autostrade T autostrade SI

T301_ViabUrb T vicolo, via, viale, corso, lungo... SI T302_piazza T piazza, largo, piazzale, ecc. SI

T401_fiume T fiume SI T402_torrente T torrente SI T403_rio T rio SII T404_altro T altro corso d'acqua SI

T405_lago T lago SI T405_altro T altro tipo di specchio d'acqua SI

T601_Comune T nome di Comune SI T602_frazione T nome di frazione SI T603_località T nome di località… SI T604_cascina T nome di cascina SI T605_case T gruppo di case SI T606_altro T altro tipo di denominazione SI

T701_monte T monte SI T702_colle T colle SI T703_passo T passo o valico SI

T813_RIFxxxxx T RIFxxxxx SI T814_PAxxxxx T PAxxxxx SI

NUMERI CIVICI E PERTINENZE LAYER TIPO DESCRIZIONE IN CHIARO 2000 Cxxx P Cxxx T numero civico (xxx=cod.via) Txxx A pertinenza (xxx=cod.via

Norme tecniche per la realizzazione di cartografia numerica alla scala nominale 1:1.000 e 1:2.000.

capitolo V - Riprese aerofotogrammetriche pagina 47

CAPITOLO V RIPRESE AEROFOTOGRAMMETRICHE. 1. Generalità . Le riprese fotogrammetriche del territorio da rilevare dovranno avere tutti i requisiti propri della tecnica più aggiornata per l'esecuzione dei rilievi aerofotogrammetrici.

L'esecuzione delle riprese aeree potrà essere affidata direttamente dalla Ditta appaltatrice, che ne risponderà ad ogni effetto, ad una Ditta specializzata in tale tipo di attività .

2. Caratteristiche dei velivoli. Le riprese aeree fotogrammetriche oggetto dei Lavori, devono essere realizzate con velivolo adatto allo scopo.

3. Caratteristiche delle camere da presa. Per le riprese aeree oggetto dei Lavori, dovranno essere utilizzate camere da presa grandangolari, con focale di 150 mm circa e formato utile dell'immagine di 230 mm x 230 mm.

L’impiego di camere da presa con focale 300 mm sarà ammesso solo se tecnicamente motivato nella domanda di offerta.

I dati caratteristici della camera da presa dovranno essere indicati in sede di presentazione dell'offerta; in particolare dovranno essere specificati :

• la marca, il tipo e l'anno di costruzione,

• il certificato di taratura, di data non anteriore a 2 anni, sul quale dovranno essere riportati:

• la distanza principale e le coordinate del punto principale, rispetto al sistema di riferimento definito dalle marche fiduciali, determinate con un e.q.m. di +/- 0.01 mm; dovrà essere riportata inoltre la distanza fra le marche;

• la curva di distorsione media dell'obiettivo, determinata sulle due diagonali, dovrà essere contenuta entro i +/- 0.01 mm;

• il potere separatore dell'obiettivo dovrà essere non inferiore a 30 righe/mm ai bordi e non inferiore a 50 righe/mm entro il 50% della zona fotografata.

4. Caratteristiche del materiale fotografico. Per le riprese aeree fotogrammetriche oggetto dei Lavori, dovrà essere utilizzato materiale fotografico a colori che presenti i migliori requisiti di qualità , in commercio, al momento della stipulazione del contratto.

Norme tecniche per la realizzazione di cartografia numerica alla scala nominale 1:1.000 e 1:2.000.

capitolo V - Riprese aerofotogrammetriche pagina 48

Il supporto dovrà garantire le migliori caratteristiche di indeformabilità ; le qualità di sensibilità e di finezza della grana dovranno essere ottimali per riprese fotogrammetriche e per indagini fotointerpretative.

La Ditta Appaltatrice dovrà garantire che:

• il periodo di validità della pellicola non risulta scaduto,

• dal momento dell'acquisto al momento dello sviluppo, la pellicola è stata conservata nelle condizioni ambientali prescritte dalla casa produttrice,

• le operazioni di sviluppo e asciugatura, soprattutto per quanto attiene la temperatura e la durata dei bagni, sono avvenute seguendo le prescrizioni della casa produttrice,

• che le operazioni di produzione delle diapositive su supporto poliestere sono state compiute con la massima cura e secondo le norme di prescrizione.

Lo spessore delle diapositive su poliestere non dovrà essere inferiore a 0.15 mm.

Se verrà utilizzata una camera da presa con 4 marche fiduciali situate in corrispondenza della metà dei quattro lati del fotogramma, le distanze fra le marche, misurate sia sui negativi sia sulle copie diapositive, non potranno differire dalle corrispondenti distanze, quali risultano dal certificato di taratura della camera da presa, per più di 0.10 mm.

Se verrà utilizzata una camera da presa con le marche fiduciali situate nei quattro angoli del fotogramma, la differenza tra le deformazioni dei due lati opposti non dovrà essere superiore a 0.10 mm; la distanza fra due marche situate lungo una diagonale del fotogramma non potrà differire dalla corrispondente distanza, quale risulta dal certificato di taratura, di più di 0.15 mm.

5. Caratteristiche metriche delle riprese. Per la cartografia alla scala 1:1.000 le riprese dovranno essere effettuate da una altezza di volo tale che per ciascun fotogramma la scala media non sia mai inferiore a 1:4.500.

Per la cartografia alla scala 1:2.000 le riprese dovranno essere effettuate da una altezza di volo tale che per ciascun fotogramma la scala media non sia mai inferiore a 1:7.500.

Il ricoprimento longitudinale per fotogrammi di una stessa strisciata non potrà essere inferiore al 65% con oscillazioni comprese fra +/- 5%; il ricoprimento trasversale, fra fotogrammi consecutivi della stessa strisciata non potrà essere inferiore al 90%.

Il ricoprimento tra strisciate adiacenti dovrà essere compreso fra il 10% e il 20%.

Le variazioni degli elementi angolari di orientamento ω, ϕ , k non dovranno superare i 5 gradi centesimali.

In nessun punto dovranno presentarsi soluzioni di continuità nella copertura stereoscopica delle zone assoggettate a ripresa aerea.

A richiesta della Direzione Lavori la Ditta appaltatrice dovrà ripetere la ripresa aerea per quelle zone nelle quali le riprese eseguite non presentassero i requisiti qualitativi e metrici richiesti e precedentemente indicati.

Le ripetizioni delle riprese dovranno essere eseguite in modo tale da garantire il collegamento con le strisciate collaudate positivamente, senza che questa condizione dia diritto alla Ditta Appaltatrice all'avanzamento di richieste ulteriori.

Norme tecniche per la realizzazione di cartografia numerica alla scala nominale 1:1.000 e 1:2.000.

capitolo V - Riprese aerofotogrammetriche pagina 49

6. Epoca del volo. I voli dovranno essere eseguiti nelle ore a cavallo del mezzogiorno solare e con altezza dei raggi solari non inferiore a 35 gradi sessagesimali.

I fotogrammi dovranno presentarsi nitidi e assolutamente privi di foschia, di nubi e di copertura nevosa.

7. Piano di volo. Prima di procedere all'esecuzione delle riprese aeree fotogrammetriche, la Ditta appaltatrice dovrà predisporre il relativo piano di volo:

a) sulla Cartografia Regionale per le riprese che riguardano la realizzazione di cartografia alla scala 1:1.000

b) sulla cartografia IGMI alla scala 1:25.000 per le riprese che riguardano la realizzazione di cartografia alla scala 1:2.000.

Sul piano di volo, per ogni strisciata, dovranno essere indicati:

• l'asse della strisciata e la quota assoluta di volo,

• l'altezza relativa di volo, lungo l'asse della strisciata.

Il piano di volo dovrà essere sottoposto preventivamente all'approvazione del Collaudatore.

8. Autorizzazioni civili e militari. La Ditta Appaltatrice sarà tenuta :

• ad adempiere a tutti gli oneri ed obblighi di legge circa le autorizzazioni da chiedersi per l'esecuzione della ripresa aerea;

• a sottoporre alle Autorità civili e militari le riprese eseguite, secondo le norme da queste fissate, perché possano essere eseguiti gli esami di riservatezza;

• a comunicare alla Direzione lavori la data di invio dei fotogrammi all'Autorità militare e la data della concessione dell'autorizzazione.

9. Elaborati da consegnare. La Ditta Appaltatrice dovrà consegnare all'Amministrazione comunale i seguenti elaborati e documenti:

a) il piano di volo descritto al punto 7;

b) il quadro d'unione dei fotogrammi, prodotti su materiale elioriproducibile trasparente alla stessa scala della cartografia utilizzata per tracciare il piano di volo ; sui quadri d'unione dovranno essere riportati, per ogni strisciata:

• il numero progressivo della strisciata

• i contorni dei fotogrammi, uno ogni due,

Norme tecniche per la realizzazione di cartografia numerica alla scala nominale 1:1.000 e 1:2.000.

capitolo V - Riprese aerofotogrammetriche pagina 50

• il numero dei fotogrammi riportati, progressivo da 1 nell'ambito di ogni strisciata,

c) una copia diapositiva a colori di ciascun fotogramma su supporto indeformabile di spessore non inferiore a 0.15 mm;

d) due copie positive a colori su carta ottenute per contatto, di ciascun fotogramma, recanti sul retro gli estremi dell'autorizzazione alla diffusione;

e) una copia positive in b/n su carta ottenuta per contatto, di ciascun fotogramma, recante sul retro gli estremi dell'autorizzazione alla diffusione;

f) copia del certificato di taratura della camera utilizzata per le riprese;

g) documenti comprovanti la qualità del materiale fotografico utilizzato e la relativa data di scadenza;

h) elenco nel quale siano riportati, per ciascuna delle strisciate realizzate, il numero dei fotogrammi di cui la strisciata si compone, la camera con cui i fotogrammi sono stati ripresi, la data della ripresa, l'ora d'inizio e l'ora di fine della ripresa della strisciata;

i) dichiarazione da parte del responsabile della Ditta Appaltatrice che le date e le ore riportate sui fotogrammi corrispondono alle date e alle ore di effettiva esecuzione delle riprese.

Sui negativi, sulle copie diapositive e sulle copie su carta dovranno essere chiaramente visibili la data e l'ora di esecuzione delle riprese.

Sulle copie diapositive e su quelle su carta dei fotogrammi, dovrà essere riportata la stessa numerazione usata per il quadro d'unione, e cioè :

• le strisciate verranno numerate con numero progressivo da 1 a n;

• nell'ambito di ciascuna strisciata i fotogrammi verranno numerati con numero progressivo da 1 a m.

Sulle copie diapositive e su quelle su carta dei fotogrammi, verrà inoltre riportata una titolazione da concordare con la Direzione Lavori.

Negativi, copie su carta e copie diapositive non dovranno presentare abrasioni, macchie, irregolarità causate da errate esposizioni e trattamenti.

Il piano di volo e il quadro d’unione dei fotogrammi dovranno essere forniti anche in forma numerica su supporto informatico, nello stesso formato previsto per la consegna dei file di cartografia.

10. Tempi di consegna La Ditta Appaltatrice, a far data dalla consegna dei Lavori,

a) dovrà presentare, entro i successivi 20 giorni, il piano di volo descritto al punto 7;

b) dovrà trasmettere alla Direzione Lavori, entro i successivi 30 giorni, dalla data della consegna dei Lavori, i documenti f e g del precedente punto 9;

c) entro i successivi 20 giorni, dall'approvazione del piano di volo, dovrà iniziare le operazioni di ripresa aerea;

Norme tecniche per la realizzazione di cartografia numerica alla scala nominale 1:1.000 e 1:2.000.

capitolo V - Riprese aerofotogrammetriche pagina 51

d) dovrà ultimare tali operazioni di esecuzione di ripresa aerea entro i successivi 30 giorni.

Trasmesso il materiale alle Autorità civili e militari competenti e ottenuto il nullaosta alla riproduzione dei fotogrammi, la Ditta dovrà consegnare alla Committenza il materiale elencato al punto 9 entro 60 giorni a partire dalla data della concessione del nullaosta.

Sono ammesse, a giustificazione di ritardi, le sole cause di forza maggiore connesse ad avverse condizioni meteorologiche che dovranno comunque essere documentate.

Norme tecniche per la realizzazione di cartografia numerica alle scale nominali 1:1.000 e 1:2.000.

capitolo VI - Reti di inquadramento e di appoggio pagina 52

CAPITOLO VI

RETE DI INQUADRAMENTO DEL RILIEVO (per le cartografie alla scala 1:1.000 e 1:2.000) POLIGONALI E RILIEVO CELERIMETRICO

(per la cartografia alla scala 1:1.000)

1. Inquadramento del rilievo.

La fase di inquadramento del rilievo ha lo scopo di determinare, nel sistema nazionale Riferito ai vertici IGM e Catastali, le coordinate di un opportuno numero di punti da utilizzare come dati di ingresso alle procedure di triangolazione aerea.

In particolare le reti , planimetrica e altimetrica, di inquadramento locale sono realizzate per istituire, con densità prefissata, sul territorio da rilevare e sulle zone limitrofe indicate dalla Committenza, vertici planimetrici e caposaldi (altimetrici) di coordinate conosciute rispettivamente N ed E (planimetriche) e Q ( quota ).

Le coordinate planimetriche sono riferite al sistema nazionale Gauss Boaga attraverso il sistema dei vertici trigonometrici, le quote al mareografo di Genova ( punto zero) mediante il collegamento alla rete di livellazione geometrica di alta precisione istituita dall'IGM sul territorio nazionale.

I vertici e i caposaldi devono essere punti stabili, facilmente reperibili, ben definiti, rispettivamente in planimetria e in quota.

La loro funzione è di inquadrare geometricamente la cartografia in quanto verranno utilizzati come dati di ingresso alle procedure di triangolazione aerea e come punti di appoggio alla restituzione fotogrammetrica, ove identificabili sui fotogrammi.

Nella generalità dei rilievi fotogrammetrici, la fase di inquadramento planimetrico si è sempre articolata nella costruzione di una rete principale i cui punti sono collegati con misure di angoli e distanze secondo lo schema della triangolazione e in successivi infittimenti, mediante operazioni topografiche classiche (intersezioni e poligonali).

L’uso della tecnologia GPS rende questo schema gerarchico di determinazione dei punti meno tassativo, tanto che si può prevedere di realizzare un’unica rete di punti che saranno supporto della triangolazione aerea o servire direttamente i modelli stereoscopici con punti determinati a terra.

Così stanti le cose, non si ritiene di dover preconfigurare una sola metodologia di lavoro, ma di lasciare alla Ditta appaltatrice la scelta della metodologia da attuare.

Il vincolo da rispettare è che le coordinate dei punti che saranno di appoggio per la restituzione fotogrammetrica dovranno avere

• errore quadratico medio in planimetria inferiore o uguale a 0.25 m;

• errore quadratico medio in altimetria inferiore o uguale a 0.20 m.

La Ditta appaltatrice dovrà però redigere un progetto dettagliato sulla metodologia di realizzazione dell’inquadramento e delle successive fasi e sottoporlo alla Direzione lavori che, sentito il Collaudatore, ne valuterà l’idoneità a conseguire le precisioni richieste.

A titolo di linee guida vengono date, allegate a questo capitolato le seguenti specifiche:

Norme tecniche per la realizzazione di cartografia numerica alle scale nominali 1:1.000 e 1:2.000.

capitolo VI - Reti di inquadramento e di appoggio pagina 53

allegato VI/1 Norme per la realizzazione delle reti di inquadramento altimetriche

allegato VI/2 Norme per la realizzazione delle reti di inquadramento planimetriche con metodo tradizionale

allegato VI/3 Norme per la realizzazione delle reti di inquadramento planimetriche con metodo GPS

allegato VI/4 Norme per la determinazione dei punti di appoggio per la restituzione mediante Triangolazione Aerea.

2 Poligonali (solo per la cartografia alla scala 1:1.000).

2.1 Schema delle operazioni. Dovrà essere realizzata una rete di poligonali di precisione vincolate ai vertici della rete di inquadramento, estesa a tutta la rete viaria esistente nella zona da cartografare alla scala 1:1.000.

Mediante operazioni topografiche appoggiate ai vertici delle poligonali, si dovranno determinare:

• punti sul perimetro degli isolati che indicano la posizione planimetrica della linea di divisione tra edifici contigui;

• punti fisici dell’edificato in corrispondenza dei quali si hanno discontinuità di andamento planimetrico o variazione altimetriche;

• punti dell’edificato in corrispondenza dei quali si ha un cambiamento di tipologia edilizia;

• passaggio attraverso elementi divisori (codice 3041_PASSAGGIO del repertorio)

• passi carrai

• punti fotografici di appoggio dei modelli stereoscopici.

Questi punti, determinati con operazioni topografiche riferite ai vertici delle poligonali, sono stati indicati nel II Capitolo col termine di punti topografici. Nel seguito verranno indicati con il termine Rif (punti di riferimento).

2.2 Rete delle poligonali. Tutto il territorio da rilevare dovrà essere coperto da una rete di poligonali plano-altimetriche di precisione appoggiate ai vertici della rete di inquadramento.

Lo schema della rete dovrà essere sottoposto per approvazione al Collaudatore.

La funzione della rete di poligonali plano-altimetriche è quella di creare una fitta rete di punti di coordinate note, costituita appunto dai vertici delle poligonali, da cui effettuare le misure celerimetriche descritte nel seguito.

Il tracciato delle poligonali dovrà essere tale da dare luogo ad un'unica rete di poligonali, che consenta di coinvolgere in uno stesso calcolo di compensazione tutti i vertici delle poligonali.

a) planimetria

Si dovranno includere come nodi o vertici delle poligonali tutti i punti della rete di inquadramento che si trovano nella zona interessata dal rilievo; se questi non garantissero, a giudizio del Collaudatore, un sufficiente grado di controllo della precisione planimetrica della

Norme tecniche per la realizzazione di cartografia numerica alle scale nominali 1:1.000 e 1:2.000.

capitolo VI - Reti di inquadramento e di appoggio pagina 54

rete, si effettueranno delle misure di collegamento anche a quelli situati nella zona circostante.

La lunghezza media di una poligonale semplice che congiunge due nodi della rete delle poligonali, dovrà avere una lunghezza media di 500 m.

b) altimetria

La Ditta appaltatrice sottoporrà all'approvazione del Collaudatore uno schema di collegamento di alcuni vertici di poligonali della rete con i CS dell'IGMI.

Tali collegamenti dovranno essere effettuati con livellazioni (geometriche o trigonometriche) in andata e ritorno, che dovranno presentare un errore di chiusura non superiore ai 3 cm, indipendentemente dalla distanza del vertice di poligonale dal CS a cui viene collegato.

2.3 Modalità di esecuzione e precisione delle misure.

Le poligonali dovranno essere eseguite con il metodo del centramento forzato; si dovrà fare stazione in tutti i vertici, misurando in ognuno di essi la distanza alla stazione precedente e a quella seguente e l'angolo fra le due corrispondenti direzioni. L’angolo zenitale di ogni lato dovrà essere misurato in doppio modo cioè da ognuno dei due vertici che delimitano il lato.

Ogni vertice di poligonale dovrà essere materializzato con chiodi o borchie ed evidenziato con segni di vernice, in modo che esso risulti rintracciabile fino alla esecuzione delle operazioni del collaudo finale.

2.4 Calcolo delle coordinate planimetriche dei vertici.

a) planimetria

Il calcolo e la compensazione delle poligonali verrà eseguito in modo rigoroso assumendo come punti fissi i vertici della rete di inquadramento inclusi come nodi o vertici nella rete delle poligonali.

L’e.q.m. planimetrico di posizione di un generico vertice dovrà risultare inferiore a +/- 0,05 m.

b) altimetria

La rete di poligonali verrà dapprima calcolata e compensata in modo intrinseco rispetto a un punto baricentrico.

L’e.q.m. della quota di un generico vertice dovrà sempre essere inferiore a +/- 0,03 m.

La rete verrà quindi traslata altimetricamente utilizzando come punti di orientamento quelli che hanno sia la quota derivante dalla compensazione intrinseca che quella determinata mediante ai collegamenti ai CS di livellazione.

2.5 Numerazione delle poligonali e dei loro vertici.

In sede di presentazione del progetto della rete alle poligonali dovrà essere attribuita una numerazione, costituita da un numero progressivo di tre cifre a partire da 001.

Norme tecniche per la realizzazione di cartografia numerica alle scale nominali 1:1.000 e 1:2.000.

capitolo VI - Reti di inquadramento e di appoggio pagina 55

In sede di esecuzione delle misure ogni vertice dovrà essere contraddistinto da un codice numerico di cinque cifre, delle quali le prime tre coincidenti col numero della poligonale e le rimanenti due da un numero progressivo da 01 a 99 che indica la posizione progressiva del vertice nell'ambito della poligonale d’appartenenza.

Tale numerazione dovrà essere utilizzata in ogni tipo di documentazione utilizzata nel corso dei lavori o per presentare elaborati al collaudo.

2.6 Memorizzazione delle vertici delle poligonali nei file di appoggio alla restituzione.

I vertici delle poligonali dovranno essere memorizzati nei file di appoggio alla restituzione, definiti più avanti.

Nei file di appoggio alla restituzione i vertici delle poligonali dovranno essere contraddistinti da un codice formato dalla lettera P seguita dal numero della poligonale e dal numero progressivo del vertice nell'ambito della poligonale. Ad esempio il terzo vertice della poligonale n. 045 avrà il codice P04503.

2.7 Documenti da presentare per il collaudo in corso d'opera e finale.

A documentazione dei lavori dovrà essere presentato il seguente materiale:

• progetto della rete di poligonali corredato di relazione illustrativa del progetto;

• libretti di campagna originali ( o dati equivalenti su supporto informatico); calendario delle misure; relazione sulle operazioni di misura;

• calcoli relativi alla determinazione delle coordinate planimetriche e altimetriche dei vertici delle poligonali.

3 Rilievo celerimetro dei punti topografici (solo per la cartografia alla scala 1:1000).

3.1 Scopo delle misure celerimetriche.

Lo scopo delle misure celerimetriche, da effettuarsi solo per la cartografia alla scala 1:1.000, è quello di determinare, in funzione delle coordinate dei vertici delle poligonali, le coordinate plano-altimetriche dei punti elencati al precedente punto 2.1.

Come già detto precedentemente, questi punti, di cui devono essere determinate le coordinate mediante le operazioni celerimetriche, e che sono stati denominati punti topografici nel Cap. II, verranno nel seguito denominati punti di riferimento e richiamati con la sigla Rif.

L'orientamento assoluto planimetrico dei modelli stereoscopici avverrà utilizzando le coordinate dei Rif; in ogni modello stereoscopico dovranno essere presenti almeno 12 Rif che abbiano le caratteristiche proprie dei punti fotografici usualmente utilizzati per l’orientamento assoluto dei modelli stereoscopici.

3.2 Vertici del perimetro degli isolati.

Norme tecniche per la realizzazione di cartografia numerica alle scale nominali 1:1.000 e 1:2.000.

capitolo VI - Reti di inquadramento e di appoggio pagina 56

I Rif che costituiscono i vertici del perimetro degli isolati dovranno permettere il corretto posizionamento ed allineamento di elementi quali: edifici, muri, recinzioni, ecc., che sono disposti longitudinalmente rispetto alla sede viaria, di cui costituiscono la delimitazione e che sono quindi da essa direttamente accessibili.

Sono da rilevare anche le variazioni di andamento degli edifici o dei muri e di altre strutture artificiali, e cioè spigoli o punti in cui convergono superfici verticali che formano un angolo oppure delle riseghe anche di piccola entità, ma che generano la mancanza di allineamenti di superfici molto estese.

I Rif che costituiscono i vertici del perimetro degli isolati dovranno avere la quota della superficie di calpestio ad essi prospiciente, anche nel caso di muretti con zoccolo o edifici con ricoprimenti sporgenti nella parte bassa della parete e altri casi simili.

Sono obbligatoriamente da rilevare anche punti che, pur non costituendo punti di discontinuità del perimetro dell'isolato, si trovano in corrispondenza di variazione di tipologia degli elementi costruttivi.

Dovranno essere rilevati tutti gli accessi che, interrompendo la continuità di elementi divisori isolati (muri, recinzioni metalliche su muro o muretto, reti, ecc.), consentono di accedere alla superficie interna degli isolati provenendo dalla sede stradale.

Dovranno essere rilevati i passi carrai.

Non sono da rilevare quelle discontinuità di dimensioni inferiori ai 30 cm, che non determinano il cambio di allineamento degli elementi sul fronte strada, quali ad esempio bordi di portoni, false colonne, ecc.

3.3 Metodologia di rilevamento dei Rif.

La posizione dei Rif deve essere determinata per coordinate polari rispetto ai vertici delle poligonali secondo lo schema classico della celerimensura; le misure relative ai Rif potranno essere effettuate contestualmente a quelle relative all'esecuzione delle poligonali a cui sono agganciati, oppure in una fase successiva. Dalle misure e con riferimento alle coordinate dei vertici delle poligonali, verranno calcolate le coordinate N, E, q dei Rif.

Per quanto riguarda i Rif che costituiscono il perimetro degli isolati, oltre alla determinazione per coordinate polari, si dovranno anche effettuare misure dirette di distanza tra Rif situati sui lati opposti della sede stradale; si dovrà misurare una di tali distanze almeno ogni 150 m di sviluppo della sede stradale.

Queste misure dovranno essere utilizzate dalla Ditta appaltatrice per controllare in corso d’opera la corretta esecuzione del rilievo celerimetrico dei Rif.

La Ditta dovrà controllare che per ogni coppia di punti tra i quali è stata fatta la misura diretta della distanza, la differenza fra la distanza ricavata dalle coordinate calcolate in funzione delle misure topografiche e la distanza misurata direttamente sia sempre inferiore, in valore assoluto, a 10 cm. Tutti i casi per i quali questa condizione non dovesse essere soddisfatta dovranno essere sottoposti all'attenzione del Collaudatore col quale verranno concordate opportune verifiche.

Queste distanze dovranno essere inserite nella banca dati come entità autoconsistenti contraddistinte dal codice 8201_MisDiretta.

Norme tecniche per la realizzazione di cartografia numerica alle scale nominali 1:1.000 e 1:2.000.

capitolo VI - Reti di inquadramento e di appoggio pagina 57

3.4. Tolleranze plano-altimetriche metriche dei Rif.

Le tolleranze per le coordinate plano-altimetriche dei Rif sono quelle stabilite al Cap. II per i punti topografici.

3.5 Organizzazione dei Rif in file di appoggio alla restituzione. Ricostruzione del perimetro degli isolati.

I Rif dovranno essere memorizzati in file aventi la stessa struttura di quelli in cui viene memorizzata la cartografia numerica, in modo che sia possibile la visualizzazione dei medesimi sul videografico associato allo strumento restitutore contestualmente alla restituzione.

Prima di iniziare la fase della restituzione fotogrammetrica, con procedure manuali o di tipo batch, la Ditta dovrà ricreare, a partire dai Rif, i perimetri degli isolati, che dovranno anch'essi essere memorizzati nei file sopraddetti.

I file contenenti i Rif e i perimetri degli isolati, verranno denominati file di appoggio alla restituzione; da tali file dovranno essere desunte le coordinate dei punti necessari per l'orientamento assoluto dei modelli stereoscopici e gli elementi utili alla corretta interpretazione dei fotogrammi per realizzare sia la cartografia tecnica numerica alla scala 1:1.000.

Prima dell'inizio delle operazioni di restituzione, copia dei file di appoggio dovranno essere consegnati al Collaudatore nel formato dei file finali di consegna.

In questi file i Rif avranno la codifica riportata al paragrafo seguente.

3.6 Inserimento dei Rif nella cartografia numerica anche come entità autoconsistenti.

Fermo restando che le coordinate dei Rif devono essere utilizzate per descrivere vertici di spezzate a cui essi appartengono, I Rif si troveranno memorizzati nella cartografia numerica finale anche come entità puntuali autoconsistenti.

Come entità puntuali i Rif verranno memorizzati con il codice 8200_Rif.

Verrà concordata con la Direzione lavori la modalità della rappresentazione dei Rif sugli elaborati grafici.

Norme tecniche per la realizzazione di cartografia numerica alle scale nominali 1:1.000 e 1:2.000.

capitolo VII - Restituzione fotogrammetrica e Ricognizione pagina 58

CAPITOLO VII

RESTITUZIONE FOTOGRAMMETRICA E RICOGNIZIONE

1. Caratteristiche della restituzione

È fatto obbligo alla Ditta appaltatrice di eseguire ex-novo la restituzione fotogrammetrica numerica diretta di tutto il territorio da rilevare.

È tassativamente vietato acquisire in forma numerica, mediante digitalizzazione, cartografia già esistente.

1.1 Metodologia di restituzione.

All’atto della consegna dei lavori la Ditta aggiudicataria presenterà una relazione relativa agli strumenti e alle modalità che intende adottare per la fase di restituzione .

L’impiego di tecniche di fotogrammetria digitale dovrà essere esplicitamente approvato dalla Direzione Lavori.

Le modalità operative dovranno essere approvate dalla Direzione Lavori, sentito il Collaudatore.

Il Collaudatore dovrà obbligatoriamente redigere una relazione che documenti gli accertamenti eseguiti per valutare che la metodologia proposta dalla Ditta sia idonea a conseguire la qualità della cartografia richiesta dal Capitolato.

1.2 Orientamento dei modelli.

L'orientamento relativo ed assoluto dei modelli deve essere eseguito con procedimento analitico rigoroso.

Per l'orientamento assoluto dovranno essere usati tutti i punti di coordinate note visibili nel modello, sia ottenuti per triangolazione aerea, sia determinate a terra.

Per la restituzione della cartografia alla scala 1:1.000 l’orientamento assoluto dovrà essere eseguito avendo preventivamente caricato, come dati già esistenti per il modello da restituire, il file (o i file) di supporto alla restituzione di cui al precedente punto 3.5 del Cap. VI.

Al termine delle operazioni di orientamento dovrà essere automaticamente compilato un tabulato con tutti i dati relativi:

• all'orientamento interno;

• all'orientamento relativo;

• all'orientamento assoluto.

Le tolleranze per gli scarti delle coordinate plano-altimetriche sui punti di appoggio dei modelli stereoscopici, sono uguali ai 2/3 di quelle fissate per i punti certi (v. Cap. II)

1.3 Elementi da restituire.

Norme tecniche per la realizzazione di cartografia numerica alle scale nominali 1:1.000 e 1:2.000.

capitolo VII - Restituzione fotogrammetrica e Ricognizione pagina 59

Circa la qualità e la quantità degli elementi naturali ed artificiali del territorio da riportare sulla carta, ci si dovrà attenere a quanto dettagliatamente esposto ai capitoli precedenti.

In sede di restituzione la Ditta potrà usare un proprio sistema di codifica e di strutturazione dei file numerici.

I dati acquisiti nella fase di restituzione dovranno però essere resi disponibili al Collaudatore su CD-R, tradotti nel formato previsto per la consegna dei file finali, utilizzando per la classificazione delle entità, i codici previsti dal repertorio.

Il restitutista dovrà tradurre in entità tutte le zone per le quali, a causa della vegetazione o altro, non siano visibili oggetti del terreno che devono essere riportati in cartografia; ognuna di tali entità avrà il codice 8210_RICOGNIZ e come primitiva geometrica una spezzata chiusa.

1.4 Software di assistenza alla restituzione. Interventi sui dati di restituzione, necessari per rendere i dati stessi geometricamente e logicamente compatibili con i dati della banca dati geometrica, potranno avvenire sia all'atto della restituzione, sia all'atto della compilazione della carta, sia all'atto dell'allestimento dell'archivio della banca dati geometrica.

La Ditta Appaltatrice stabilirà autonomamente, in funzione degli strumenti restitutori e dei sistemi di trattamento dei dati di cui dispone, quali e quanti degli interventi necessari a costruire l'archivio della banca dati geometrica, siano già realizzabili all'atto della restituzione e quanti e quali siano invece da rimandare alla fase di costruzione vera e propria dell'archivio.

1.5 Elaborati della restituzione. 1.5.1 Elaborato grafico.

A documentazione della restituzione, e quale documento di riferimento per il riporto dei risultati della ricognizione, dovrà essere prodotto un elaborato grafico automaticamente mediante plotter a partire dai dati numerici memorizzati nei file di restituzione.

Per la cartografia alla scala 1:1.000 su tale elaborato grafico dovranno essere riportati con una grafica che li renda riconoscibili nel contesto generale, i dati esistenti nei file di supporto alla restituzione predisposti in funzione delle misure topografiche.

Dovranno inoltre essere riportate tutte le informazioni che l'operatore ha ritenuto di dare durante la restituzione, atte facilitare l'esecuzione delle successive fasi di ricognizione sul terreno e di editing sui dati.

1.5.2 Elaborato numerico.

Indipendentemente dal formato e dalla codifica usati dalla Ditta per produrre i file di restituzione, copia dei file di restituzione dovranno essere messi a disposizione del collaudatore nello steso formato stabilito per la consegna dei file finali.

Nei file messi a disposizione del collaudatore le entità dovranno essere codificate col codice previsto dal repertorio per i la codifica delle entità nei file di consegna.

I file dovranno essere consegnati al Collaudatore su CD-R in formato non compresso.

2. Ricognizione.

Norme tecniche per la realizzazione di cartografia numerica alle scale nominali 1:1.000 e 1:2.000.

capitolo VII - Restituzione fotogrammetrica e Ricognizione pagina 60

Sarà supporto cartografico del lavoro di ricognizione l'elaborato grafico prodotto al plotter a partire dai dati di restituzione di cui al precedente punto 1.5.1. Su esso verranno riportate le correzioni e le integrazioni qualitative e metriche.

I risultati della ricognizione, dovranno essere inseriti nella cartografia ottenuta nella fase di restituzione, direttamente in forma numerica utilizzando un sistema videografico con opportuno software di editing cartografico oppure, eventualmente, digitalizzando il dato di ricognizione riportato sull'elaborato grafico prodotto al plotter a partire dai dati di restituzione.

2.1 Per la cartografia alla scala 1:1.000. In fase di ricognizione si dovrà:

• completare le zone non visibili sui fotogrammi con metodi di rilievo topografici, idonei a consentire il conseguimento delle precisioni previste al Cap. II

• dirimere i casi dubbi di interpretazione qualitativa

• riportare in cartografia particolari la cui rappresentazione è richiesta nel capitolo IV di questo capitolato e che non è stato possibile rilevare fotogrammetricamente

• effettuare la sgrondatura con criteri metrici dei lati degli edifici sulla sede pubblica, e di quelli liberamente accessibili, dei quali non fosse visibile stereoscopicamente il piede sui fotogrammi.

• controllare la correttezza della toponomastica, che sarà stata preventivamente fornita dalla committenza.

2.2 Per la cartografia alla scala 1:2.000. In fase di ricognizione si dovranno:

• completare con metodi di rilievo speditivi le zone non visibili sui fotogrammi,

• dirimere i casi d’interpretazione che potrebbero generare gravi errori di interpretazione della realtà

• controllare la correttezza della toponomastica, che sarà stata preventivamente fornita dalla committenza.

Norme tecniche per la realizzazione di cartografia numerica alle scale nominali 1:1.000 e 1:2.000.

Capitolo VIII - Editing della cartografia numerica pagina 61

CAPITOLO VIII EDITING DELLA CARTOGRAFIA NUMERICA 1. Generalità sulla fase operativa. Con il termine di editing si intende quella fase del lavoro di realizzazione della cartografia numerica che consiste in un intervento sui dati numerici provenienti dalla restituzione fotogrammetrica per integrarli con i dati provenienti dalla ricognizione, per completarne la codifica, per verificare e realizzare le congruenze geometriche, per realizzare quegli elementi della vestizione che possono essere eseguiti principalmente agendo interattivamente sugli archivi numerici per mezzo di sistemi grafici computerizzati. 2. Operazioni da eseguire. Mediante le operazioni di editing si dovrà: • correggere errori grossolani commessi in restituzione; • riportare le integrazioni, le correzioni e gli aggiornamenti derivanti dalla ricognizione sul

terreno o per acquisizione di dati da altra fonte; • controllare le congruenze geometriche planimetriche e altimetriche ed eventualmente

effettuare le operazioni atte a realizzarle nei casi in cui esse non risultassero verificate; • effettuare tutte le operazioni di intervento atte a migliorare l'aspetto estetico delle

visualizzazioni ottenibili dalla cartografia numerica, quali ad esempio eventuali ricollocazioni delle scritte indicanti la quota dei punti quotati e delle quote di gronda, realizzazione di ortogonalizzazioni e parallelismi di strutture artificiali, ecc.;

• introdurre la toponomastica, che dovrà avere le caratteristiche di dettaglio e di qualità proprie della cartografia tradizionale; in particolare:

• le scritte riferite a linee con andamento irregolare (esempio: corsi d'acqua) dovranno

seguire l'andamento medio di tali linee; • le scritte relative ai nomi delle vie dovranno seguire l'andamento dell'asse mediano

e, possibilmente, essere collocate all'interno della sede stradale; • non dovranno risultare scritte sovrapposte; • l'origine delle scritte dei punti quotati, sia a terra che di gronda, dovranno essere

opportunamente spostate, rispetto al punto di cui si è effettivamente determinata la quota, in modo da non sovrapporsi ad altre scritte o a particolari planimetrici.

3. Mantenimento della precisione metrica della cartografia. Le operazioni di editing potranno portare a cambiamenti delle coordinate dei vertici che ne faranno variare la posizione planimetrica o altimetrica, o entrambe. Ciò sarà consentito nel rispetto della seguente condizione: qualsiasi sia l'algoritmo utilizzato per effettuare le operazioni di editing, le nuove coordinate assunte dai vertici in seguito a tali operazioni, dovranno differire da quelle corrispondenti alla posizione originaria di quantità inferiori alle tolleranze della cartografia. Per la sola cartografia alla scala 1.1.000 la richiesta del rispetto di questa condizione non significa che sia consentito mantenere nella cartografia numerica deformazioni che alterano la forma degli oggetti rispetto alla realtà.

Norme tecniche per la realizzazione di cartografia numerica alle scale nominali 1:1.000 e 1:2.000.

Capitolo VIII - Editing della cartografia numerica pagina 62

E cioè quando ad esempio un’operazione di editing, finalizzata ad effettuare la squadratura di un edificio, che è nella realtà di forma rettangolare, ma che non risulta tale dalla restituzione, porta ad uno spostamento, di uno o più vertici della spezzata chiusa che rappresenta l’edificio, superiore alla tolleranza planimetrica, non significa che l’edificio debba permanere non squadrato; significa invece che l’incongruenza dovrà essere risolta mediante un supplemento di ricognizione. E così dovrà essere fatto per ogni altra necessità di rettifica dei dati della restituzione.

Norme tecniche per la realizzazione di cartografia numerica alle scale nominali 1:1.000 e 1:2.000.

capitolo IX - Collaudo pagina 63

CAPITOLO IX COLLAUDO 1. Collaudo in corso d'opera. Il collaudo si svolgerà in corso d'opera nel senso che:

a) verrà seguito l'andamento del lavoro fin dal suo inizio, eseguendo visite per verificare l'osservanza delle prescrizioni operative;

b) verrà verificato, secondo il sistema del "campione" e con le modalità e nel numero che verranno previsti più oltre, gli elaborati che a mano a mano verranno ultimati in ciascuna fase e che, a questo scopo, verranno raggruppati in "partite" da presentare a verifica di collaudo; il risultato sarà oggetto di apposito certificato di verifica (di accettazione o di rifiuto);

c) alla fine del lavoro, relativo a tutto l'appalto, verrà certificata o meno la collaudabilità di tutte le fasi, sulla scorta delle relazioni di verifica eseguite in corso d'opera, e verrà compilato il certificato di collaudo secondo le norme di legge.

2. Compiti del collaudatore. Oltre a quanto previsto dalla vigente legislazione in materia di opere pubbliche, saranno compiti specifici del Collaudatore:

a) verificare, attraverso la documentazione prodotta dalla Ditta appaltatrice e l'analisi delle procedure di lavoro da Essa seguite, ed effettuando i controlli qualitativi e metrici previsti negli articoli che seguono, che ogni fase sia prodotta secondo le prescrizioni di Capitolato e dare quindi l'autorizzazione a passare alla fase successiva;

b) stendere il certificato finale di collaudo, o respingere motivatamente gli elaborati del lavoro eseguito;

c) verificare che siano soddisfatte le adempienze amministrative, assicurative, fiscali e legali sia da parte dell'amministrazione che da parte dell'appaltatore;

d) esprimere parere sulle eventuali riserve avanzate dall'appaltatore e dal Direttore dei Lavori e in merito alla penalità, qualora ve ne siano gli estremi;

e) accertare l'area della superficie rilevata. 3. Procedure di Collaudo. Di norma una verifica di collaudo avrà esito positivo quando non più del 5% dei controlli eseguiti sarà fuori tolleranza. Per le verifiche per le quali non è possibile stabilire un rapporto percentuale è determinate il giudizio soggettivo del collaudatore. Per ciascuna partita il collaudatore accerterà la qualità del lavoro classificandolo come:

a) positivo o accettabile, sia pure con lievi completamenti e correzioni; b) abbisognevole di notevoli completamenti e correzioni; c) non accettabile.

Norme tecniche per la realizzazione di cartografia numerica alle scale nominali 1:1.000 e 1:2.000.

capitolo IX - Collaudo pagina 64

Nel caso a) il collaudatore compilerà la relazione di accettazione che dovrà essere inviata all'Amministrazione Comunale; in essa dovranno essere indicate le eventuali osservazioni relative alle manchevolezze riscontrate cui l'appaltatore dovrà porre immediato rimedio.

Nel caso b) il collaudatore invierà all'Amministrazione Comunale una relazione di rifiuto nella quale descriverà in dettaglio gli errori e le manchevolezze riscontrati. Sulla base di tale relazione la Direzione dei Lavori notificherà all'appaltatore il risultato della verifica assegnando il termine perentorio per la regolarizzazione del lavoro e la ripresentazione degli elaborati.

Se il secondo controllo risulterà favorevole, verrà emessa la relazione di accettazione come nel caso a), notificando alla Direzione dei Lavori le spese e le proposte di penale, per i maggiori oneri derivanti dalla ripetizione del controllo; altrimenti si ripeterà la procedura del caso b) con spese e penali a carico dell'appaltatore; qualora il terzo controllo risultasse ancora negativo, il lavoro verrà rifiutato come nel seguente caso c).

Nel caso c) o di rifiuto il Collaudatore compilerà una dettagliata relazione, descrivendo gli errori e le manchevolezze riscontrate, e le invierà all'amministrazione.

Per ogni ripetizione delle operazioni di Collaudo verrà riconosciuto al Collaudatore un compenso aggiuntivo pari al 70% del compenso previsto per la fase di Collaudo che ha dato esito negativo; l'onere della maggior spesa verrà addebitata dall'Amministrazione alla Ditta appaltatrice.

Non è ammesso concordato tra l'Ente appaltante e la Ditta appaltatrice che preveda riduzioni nel prezzo o comunque compensazioni economiche in caso di risultato sfavorevole.

4. Tempi di collaudo Ogni fase di lavoro dovrà essere verificata, secondo le procedure indicate nel presente capitolato, entro 30 giorni a partire dalla data di comunicazione, effettuata mediante lettera dalla Direzione dei Lavori, al Collaudatore dell'avvenuta redazione del verbale di ultimazione dei lavori di ogni singola fase. 5. Obblighi della Ditta appaltatrice. Sarà obbligo della Ditta appaltatrice:

a) consentire il libero accesso ai locali ed ai laboratori della Ditta Appaltatrice in cui si svolgono fasi di lavoro inerenti all'appalto;

b) consentire il controllo e l'esame di qualunque documento ed elaborato relativo al lavoro in oggetto e la verifica dell'idoneità dell'attrezzatura impiegata e la sua perfetta rispondenza alle norme del presente capitolato;

c) consentire i controlli necessari ad accertare che il ritmo di lavoro risulta adeguato al rispetto dei tempi contrattuali;

d) mettere a disposizione il materiale da collaudare secondo le modalità richieste dal Collaudatore;

e) mettere a disposizione del Collaudatore strumenti e personale per l'esecuzione delle operazioni di collaudo che richiedono misure topografiche sul terreno;

f) mettere a disposizione del Collaudatore, per le operazioni di collaudo, gli stessi strumenti ed operatori impiegati dalla Ditta per l'esecuzione dei lavori riguardanti le fasi di lavoro da collaudare;

Norme tecniche per la realizzazione di cartografia numerica alle scale nominali 1:1.000 e 1:2.000.

capitolo IX - Collaudo pagina 65

g) consegnare al collaudatore tutto il materiale previsto dal Capitolato, ed in particolare: una serie completa degli archivi numerici derivanti dalla restituzione e una copia completa degli archivi numerici definitivi, nonchè copia degli elaborati grafici ad essi relativi.

I contatti fra la Ditta appaltatrice e il Collaudatore avverranno presso il domicilio del Collaudatore; al domicilio del collaudatore dovrà essere fatto pervenire, a carico della Ditta appaltatrice, tutto il materiale di collaudo. 6. Collaudo delle diverse fasi 6.1 Collaudo delle riprese aeree. Il collaudo in corso d'opera comporterà :

a) il controllo della consistenza e della validità dei documenti descrittivi delle caratteristiche del velivolo, della camera da presa e del materiale fotografico utilizzato;

b) la verifica della corrispondenza fra le strisciate realizzate e il piano di volo presentato;

c) la verifica che la totalità delle riprese aeree copra stereoscopicamente, senza sfilature, tutta la superficie del territorio comunale;

d) la verifica che tutti i fotogrammi siano nitidi, senza nubi, foschia e coperture nevose e che non presentino imperfezioni dovute ad esecuzioni scorrette dei trattamenti di sviluppo e riproduzione;

e) la determinazione della scala media e minima dei fotogrammi, delle percentuali di ricoprimento longitudinale e trasversale e dei valori dei parametri di assetto angolare; tali valori dovranno essere rispondenti alle norme del capitolato; questa operazione verrà eseguita su un campione significativo delle diverse possibili caratteristiche morfologiche del territorio;

f) il ripiazzamento, su strumento restitutore analitico, di almeno un modello per ciascuna strisciata; sul tabulato prodotto per ciascun modello dovranno essere riportati, oltre che i parametri dell'orientamento relativo, le coordinate delle marche, nel sistema di riferimento interno e le parallassi residue; l'analisi di tali dati consentirà la verifica del corretto funzionamento del dispositivo di spianamento della pellicola e la verifica che la deformazione dell'immagine sia contenuta nei valori imposti dal capitolato. La Ditta appaltatrice dovrà mettere a disposizione del Collaudatore lo strumento fotogrammetrico e l'operatore, necessari per l'effettuazione delle operazioni di misura relativi a questi controllo.

La Ditta Appaltatrice dovrà procedere alla riesecuzione delle riprese per quelle zone per le quali i controlli sopra descritti abbiano fornito esito negativo.

Le ripetizioni delle riprese dovranno essere rieseguite in modo tale da assicurate il collegamento con le strisciate già esistenti senza che questo maggior lavoro dia diritto alla Ditta di avanzare richieste di compensi aggiuntivi.

Analogo obbligo è a carico della stessa Ditta appaltatrice per tutte quelle operazioni derivanti dall'uso di materiale fotografico non idoneo o da operazioni di sviluppo non corrette.

Il giudizio globale sulla qualità del prodotto fotografico, diapositive e copie su carta, spetta, insindacabilmente, al Collaudatore, e, ove tale giudizio non fosse positivo, la Ditta appal-tatrice deve dar luogo a tutte le ripetizioni conseguentemente richieste.

Norme tecniche per la realizzazione di cartografia numerica alle scale nominali 1:1.000 e 1:2.000.

capitolo IX - Collaudo pagina 66

6.2 Collaudo dei punti di inquadramento e di appoggio. 6.2.1 Punti di inquadramento. Sulla base dei documenti presentati dalla Ditta appaltatrice, secondo le prescrizioni del Capitolato, il Collaudatore verificherà l’idoneità delle operazioni di misura e calcolo effettuate per conseguire le precisioni richieste per i punti di inquadramento planoaltimetrico. 6.2.2 Triangolazione aerea. Il collaudatore esaminerà tutti i documenti che la Ditta appaltatrice, a norma di capitolato, deve predisporre a documentazione delle operazioni effettuate per l'esecuzione della triangolazione aerea, e sulla base di tale esame accerterà la qualità del lavoro eseguito. 6.3 Collaudo della restituzione. Il collaudo della restituzione comporterà le seguenti verifiche:

a) esame dei documenti comprovanti la rettifica degli strumenti di restituzione.

b) esame dei tabulati dell'orientamento relativo e assoluto di restituzione;

c) sopralluoghi alle operazioni di restituzione per controllare che tutte le prescrizioni operative vengano rispettate;

d) dietro indicazione del Collaudatore la Ditta esecutrice dei lavori dovrà rieseguire ex novo parte della restituzione numerica; la percentuale risulta così determinata: per il 5% dei modelli si dovrà essere ripetuta la restituzione per una zona pari al 5% della zona corrispondente all'intero modello stereoscopico. I modelli per i quali ripetere la restituzione e le zone all'interno di essi, verranno indicati dal collaudatore.

• Il risultato della restituzione verrà trasmesso al collaudatore con le stesse modalità previste per la consegna di tutta la cartografia.

• Sulla base delle differenze riscontrate tra la restituzione originale e quella di controllo il collaudatore accerterà la qualità del lavoro svolto nella fase di restituzione.

e) verifica dell'avvenuta evidenziazione di tutti i particolari da completare mediante ricognizione a terra; in particolare verifica dell'evindenziazione con simbolo puntuale dei vertici delle gronde rispetto alle quali è stata realizzata la sgrondatura allo strumento restitutore con criteri logici.

6.4 Collaudo della ricognizione. Il collaudo della ricognizione comporterà l'esecuzione delle seguenti verifiche :

a) esame dei documenti relativi alle misure ed ai calcoli che sono risultati necessari per eseguire l'integrazione metrica da terra;

b) esame dei documenti relativi alle ricognizioni eseguite per risolvere i casi dubbi;

c) verifica del corretto riporto dei risultati della ricognizione sulle minute di restituzione;

d) verifica del corretto riporto dell’ubicazione dei numeri civici e dei confini delle pertinenze.

6.5 Collaudo degli archivi della cartografia numerica.

Norme tecniche per la realizzazione di cartografia numerica alle scale nominali 1:1.000 e 1:2.000.

capitolo IX - Collaudo pagina 67

Prima dell'inizio della fase di editing il Collaudatore eseguirà il controllo della strumentazione utilizzata per le operazioni di editing della cartografia numerizzata e finalizzate ad ottenere le congruenze geometriche e logiche previste dal capitolato. Il Collaudatore controllerà che le procedure e gli algoritmi su cui le operazioni di editing sono basate non compromettano le caratteristiche di precisione metrica della cartografia.

Il collaudatore eseguirà verifiche su un campione statisticamente significativo degli pseudofogli numerici.

Sui dati di ciascuno pseudofoglio si eseguiranno le seguenti verifiche:

a) controllo della corretta organizzazione dei files in cui i dati sono memorizzati, secondo quanto prescritto al riguardo nel capitolo III;

b) controllo batch che tutte le entità dello pseudofoglio siano caratterizzate da codifiche esistenti nel sistema di codifica;

c) controllo batch che tutte le entità dello pseudofoglio caratterizzate da un codice che definisce una superficie campibile siano entità chiuse;

d) verifica del rispetto della congruenza geometrica planimetrica e altimetrica su un significativo numero di entità;

e) verifica della corretta applicazione delle norme riguardanti l'edificato e le procedure riguardanti la realizzazione dei tagli fittizi.

f) verifica del rispetto dei vincoli riguardanti le geometria delle entità. I controlli di cui ai precedenti punti verranno eseguiti secondo criteri stabiliti dal Collaudatore volti ad ottenere la più ampia garanzia sulla rispondenza della cartografia numerica alle caratteristiche previste dal capitolato. 6.6 Collaudo degli elaborati grafici. Il collaudo degli elaborati grafici consisterà nelle seguenti operazioni:

a) controllo della corrispondenza dei supporti, del taglio e del formato dei fogli alle norme di capitolato;

b) controllo della corrispondenza della simbologia grafica adottata con quanto previsto dal Capitolato;

c) controllo della corrispondenza tra quanto rappresentato mediante il tracciamento automatico al plotter e quanto riportato negli archivi numerici corrispondenti;

d) controllo del corretto posizionamento delle scritte (quote al suolo, quote in gronda, toponomastica).

7. Esecuzione di verifiche mediante operazioni sul terreno. Il collaudo finale sul terreno comporterà l'esecuzione delle verifiche nel seguito elencate. Tali verifiche verranno eseguite con strumenti e personale della Ditta appaltatrice e con la col-laborazione di tecnici dell'Amministrazione appaltante. Le verifiche consisteranno in:

a) misura diretta sul terreno, riguardante il 3% dei fogli di cui si compone la carta, di un numero statisticamente significativo di distanze tra punti di cui sia certa la corrispondenza

Norme tecniche per la realizzazione di cartografia numerica alle scale nominali 1:1.000 e 1:2.000.

capitolo IX - Collaudo pagina 68

tra punti fisici del terreno e vertici memorizzati nella cartografia numerica, in base alle quali verificare la tolleranza planimetrica sulle distanze prescritta dal capitolato;

b) determinazione, con operazioni topografiche riferite alla rete geodetica di inquadramento, di un numero statisticamente significativo di punti isolati ben definiti per verificare la precisone assoluta planimetrica prescritta dal capitolato e riguardante la posizione dei punti;

c) determinazione della quota di un significativo numero di punti quotati sul 3% dei fogli di cui si compone la cartografia, con operazioni di livellazione collegate ai caposaldi della rete altimetrica di inquadramento per verificare il rispetto delle tolleranze altimetriche prescritte dal capitolato;

d) ricognizione sul terreno, da eseguirsi insieme a personale messo a disposizione dalla Ditta appaltatrice, per accertare eventuali omissioni od errori interpretativi e per il controllo qualitativo della rappresentazione morfologica dei particolari naturali ed artificiali del terreno; il controllo della ricognizione dovrà riguardare il 3% dei fogli di cui si compone la cartografia; per ciascun foglio si dovrà esaminare almeno il 20% della superficie del foglio.

8. Norme per la misurazione della superficie rilevata. Al termine del lavoro, verrà determinata l'area totale rilevata, che dovrà corrispondere approssimativamente alla superficie della zona totale concordata all’assegnazione dei lavori,salvo variazioni apportate in seguito a disposizioni della D.L..

I fogli che comprenderanno una superficie rilevata di area inferiore a 5 ha dovranno essere considerati, ai fini della liquidazione, aventi una superficie di area uguale a 5 ha.

9. Relazione e verbale di collaudo finale. Dopo la certificazione dell'avvenuta ultimazione dei lavori da parte della Direzione dei lavori, il Collaudatore, con apposita visita presso la sede dell'Amministrazione appaltante, procederà a verificare la completezza degli elaborati secondo quanto previsto a tal riguardo dal capitolato.

Il Collaudatore redigerà un verbale di collaudo finale in cui saranno brevemente richiamati i risultati delle prove di collaudo eseguite in corso d'opera.

Il collaudo dell'appalto dovrà essere espletato entro due mesi dalla data dell'ultimazione dei lavori, accertata mediante apposito certificato del Direttore dei lavori su segnalazione della Ditta appaltatrice.

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Allegati al capitolo VI - Reti di inquadramento e di appoggio pagina 69

ALLEGATI AL CAPITOLO VI

VERTICI DI INQUADRAMENTO E DI APPOGGIO

allegato VI/1 Norme per la realizzazione delle reti di inquadramento altimetriche

allegato VI/2

Norme per la realizzazione delle reti di inquadramento planimetriche con metodo tradizionale

allegato VI/3 Norme per la realizzazione delle reti di inquadramento planimetriche con metodo GPS allegato VI/4 Norme per la determinazione dei punti di appoggio per la restituzione mediante Triangolazione Aerea

Norme tecniche per la realizzazione di cartografia numerica alle scale nominali 1:1.000 e 1:2.000.

Allegati al capitolo VI - Reti di inquadramento e di appoggio pagina 70

ALLEGATO VI/1 NORME PER LA REALIZZAZIONE DELLE RETI DI INQUADRAMENTO ALTIMETRICHE

1 Rete di inquadramenti altimetrica 1.1 Caratteristiche delle reti altimetriche e modalità di progetto La rete di inquadramento altimetrico si compone di due parti: la rete di inquadramento altimetrico principale e la rete di raffittimento altimetrico locale. Tali reti verranno realizzate in due fasi distinte.

Nella prima fase si procederà all'individuazione di una rete principale di punti, ai quali si farà poi riferimento per la determinazione delle quote di tutti i punti della rete di raffittimento.

La rete principale dovrà comprendere :

• tutti i caposaldi della rete altimetrica nazionale presenti nella zona oggetto del rilievo,

• caposaldi posizionati sul confine della zona da rilevare o esterni ad essa,

• caposaldi distribuiti sulla zona oggetto del rilievo con densità tale da garantire che sia reperibile almeno un punto ogni 4 modelli di restituzione.

Verranno misurati i dislivelli fra i punti della rete principale e verranno calcolate le quote secondo le procedure esposte nel seguito

Si procederà quindi alla seconda fase dell'inquadramento altimetrico e cioè al rilievo di tutti i punti della rete di raffittimento locale.

I punti della rete locale dovranno essere distribuiti uniformemente sulla zona oggetto del rilievo con una densità tale da garantire che su ogni modello di restituzione sia individuabile almeno un punto.

I caposaldi della rete di raffittimento saranno collegati tra loro e ai caposaldi della rete principale mediante linee di livellazione che avranno gli estremi coincidenti con punti della rete principale.

La Ditta appaltatrice dovrà redigere, sulla carta alla scala 1:10000 della Regione Lombardia, il progetto delle reti altimetriche principale e di raffittimento.

I progetti, corredati da una relazione illustrativa, dovranno essere sottoposti, per approvazione preventiva, al collaudatore.

Nei progetti dovranno essere opportunamente indicati, in modo da essere distinguibili, i caposaldi delle reti altimetriche IGM dei diversi ordini, eventuali caposaldi di reti locali eseguite per rilievi precedenti, i caposaldi della rete principale e quelli della rete di raffittimento.

Per tutti i caposaldi preesistenti considerati e riportati, dovranno essere preventivamente verificati, sul terreno, l'esistenza e lo stato di conservazione.

Anche per i nuovi caposaldi, riportati nella rete, dovrà essere eseguito preliminarmente un sopralluogo sul terreno atto a verificarne l'effettiva idoneità.

I caposaldi delle reti altimetriche dovranno essere individuati su particolari di manufatti che diano garanzia di stabilità nel tempo, siano ben definiti altimetricamente, siano facilmente accessibili, siano in generale sulle strade pubbliche, siano ben individuabili.

Norme tecniche per la realizzazione di cartografia numerica alle scale nominali 1:1.000 e 1:2.000.

Allegati al capitolo VI - Reti di inquadramento e di appoggio pagina 71

Oltre a questi CS direttamente inseriti nella rete, che chiameremo principali CSP (caposaldi principali), ed in corrispondenza di ciascuno di essi, dovrà essere individuato e quindi collegato, un secondo CS (detto secondario CSS) avente le stesse caratteristiche di individuazione dei CS Principali e che servirà come garanzia di stabilità nel tempo.

Le distanze fra CS Principali (CSP) e CS Secondari (CSS) dovranno essere brevi, ma i CS corrispondenti debbono essere scelti su manufatti distinti ed indipendenti.

1.2 Operazioni di misura per il rilievo delle reti altimetriche. Le quote dei CSP della rete principale dovranno essere determinate mediante uno schema di livellazioni formato da un anello perimetrale e da sottoanelli con lati in comune; le livellazioni dovranno essere eseguite mediante battute di livellazione effettuate in numero esuberante e con strumenti le cui caratteristiche elencate al punto 2.

Le quote dei CSP della rete di raffittimento dovranno essere determinate mediante linee di livellazione i cui estremi coincidano con caposaldi della rete principale.

Il collegamento fra CS Principali e CS Secondari, sia della rete principale sia della rete di raffittimento, se non inseriti nella linea di livellazione, dovrà essere eseguito (qualora si componga di più battute) in andata e ritorno; se si compone di una sola battuta, dovrà essere ripetuto spostando lo strumento fra le 2 misure.

Le operazioni di misura dei dislivelli fra i punti che costituiscono sia la rete principale sia la rete di raffittimento potranno seguire le procedure operative della livellazione geometrica di precisione o della livellazione trigonometrica.

Se il rilievo avverrà mediante livellazione geometrica lo schema da seguire sarà quello della livellazione dal mezzo.

In ogni battuta di livellazione geometrica dovranno essere effettuate le letture ai tratti distanziometrici per verificare che la distanza del livello dalle stadie non sia mai superiore a 50 m e che l'eccentricità non superi il 2% della distanza tra le stadie.

Se il rilievo avverrà mediante livellazione trigonometrica lo schema da seguire sarà quello delle battute reciproche.

Il dislivello di ogni battuta di livellazione, geometrica o trigonometrica, verrà ottenuto come media di due misure le quali non dovranno differire fra loro per più di 3 mm; in caso contrario la misura del dislivello andrà ripetuta.

Nel il procedimento di determinazione delle quote dei punti di raffittimento, le misure, relative a rami di livellazione con estremi coincidenti con punti della rete principale, dovranno essere eseguite con accuratezza tale da garantire errori di chiusura inferiori a :

± •1 Dcm

essendo D la somma delle lunghezze delle battute di cui si compone la linea di livellazione in esame.

1.3 Calcoli per la determinazione della quote dei CSP e dei CSS Per la determinazione delle quote dei CSP e dei CSS si dovrà procedere come segue.

Calcolata la media dei dislivelli per ogni battuta, ed il dislivello totale per ogni ramo della rete (dislivello fra due CS), la rete principale di inquadramento altimetrico verrà compensata, in un unico blocco.

La compensazione terrà conto dei vertici della rete nazionale e deformerà la rete locale perché si adatti alle loro quote. Le deformazioni tuttavia non verranno imposte qualora le discrepanze

Norme tecniche per la realizzazione di cartografia numerica alle scale nominali 1:1.000 e 1:2.000.

Allegati al capitolo VI - Reti di inquadramento e di appoggio pagina 72

superino i 10 cm. In questo caso la rete verrà compensata intrinsecamente senza tenere conto delle coordinate dei punti della rete nazionale e le quote assolute della rete principale, compensata intrinsecamente, verranno ricavate partendo dalla media delle quote dei vertici nazionali.

Il calcolo dovrà fornire l'e.q.m. della quota di tutti i CSP calcolato con metodo rigoroso.

Il valore dell'e.q.m. della quota di ogni punto non dovrà essere superiore a +/- 5 cm.

Per gli usi successivi relativi alla rete di raffittimento e per tutti i progetti locali, si dovranno usare solo i caposaldi di questa rete con le coordinate così ricavate.

Calcolata la media dei dislivelli per ogni battuta, ed il dislivello totale per ogni ramo della rete (dislivello fra due CS), la rete di raffittimento altimetrico locale verrà compensata, in un unico blocco, sulla rete di inquadramento altimetrico principale, i cui CS vengono assunti con la quota fissa derivante dalla precedente compensazione di tale rete.

Il calcolo eseguito in modo rigoroso e diretto secondo il principio dei minimi quadrati, dovrà fornire, oltre alle quote compensate anche gli e.q.m. delle singole quote compensate (che risultano perciò riferite alla rete di inquadramento principale la cui precisione è, per costruzione, maggiore), i residui delle equazioni alle misure, e (se possibile) gli e.q.m. di questi residui.

2 Strumenti utilizzabili per le misure relative alla rete altimetrica.

Le misure che verranno realizzate mediante livellazione geometrica di precisione, dovranno essere eseguite con livelli che garantiscano precisioni nominali non inferiori a +/- 2mm/Km, dotati di lastra pianparallela e corredati di stadie in invar graduate al mezzo centimetro.

Per le misure relative alle operazioni di livellazione trigonometrica si farà uso di teodoliti con e.q.m. nominali di lettura ai cerchi non superiori a +/- 2 cc e di distanziometri elettronici con errore globale nominale non superiore a 1 cm alla distanza di 1 Km, ovvero di teodoliti integrati di classe di precisione equivalente.

3 Calcolo delle quote dei punti della rete planimetrica.

Indipendentemente dalla procedura utilizzata per la determinazione delle coordinate planimetriche dei punti di inquadramento (tradizionale o GPS), si dovrà procedere alla determinazione delle quote ad essi relative, collegandoli a punti della rete altimetriche.

Nel caso venga adottata la metodologia tradizionale, durante le misure per il rilievo della rete planimetrica di inquadramento dovranno essere misurati anche misurati gli angoli zenitali fra due punti di stazione, i quali, oltre a servire alla riduzione delle lunghezze dei lati al piano orizzontale, permettono di collegare altimetricamente i punti stessi.

Nel 10% almeno dei vertici, uno dei PA dovrà venire collegato al PS corrispondente, anche altimetricamente ed inoltre collegato con uno dei vertici della rete altimetrica

Si eseguirà allora la compensazione della rete altimetrica dei PS con procedimento di calcolo automatico secondo il principio dei minimi quadrati, assumendo come punti di quota nota e quindi vincolati, i vertici della rete altimetrica suddetta

Il programma di calcolo dovrà fornire anche gli e.q.m. della quota dei PS che risulterà così riferita alla rete di infittimento altimetrico.

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ALLEGATO VI/2

NORME PER LA REALIZZAZIONE DELLE RETI DI INQUADRAMENTO PLANIMETRICHE CON METODO TRADIZIONALE

L'inquadramento planimetrico del rilievo eseguito secondo il seguente schema: • Realizzazione della rete di inquadramento planimetrica principale, i cui vertici sono

riferiti sia planimetricamente che altimetricamente ai vertici IGM e Catastali. • Realizzazione di una rete di infittimento di vertici, necessari per la corretta esecuzione

della triangolazione aerea

La rete di inquadramento planimetrica principale (che verrà indicata con la sigla RIPP nel seguito) deve essere costituita da almeno dieci vertici in aggiunta ai vertici IGM e catastali esistenti nell’ambito della zona da cartografare.

Tutti i vertici della RIPP verranno denominati con la dizione di vertici di rete e indicati nel seguito con la sigla VR.

1. Struttura dei vertici della rete principale: punti di stazione e punti ausiliari. Ogni vertice di rete VR si comporrà di un punto di stazione, posto in posizione dominante, e da un minimo di due punti ausiliari collegati direttamente con il punto di stazione, ma localizzati su elementi di manufatti ben definiti planimetricamente e situati al livello del terreno.

I punti di stazione verranno indicati nel seguito con la sigla PS, mentre i punti ausiliari verranno indicati con la sigla PA.

I PS dovranno essere generalmente localizzati in posizioni dominanti, ad esempio su tetti a terrazza di edifici nelle zone urbanizzate.

La posizione dei PS dovrà essere opportunamente materializzata con borchie; il punto inoltre dovrà essere individuabile univocamente mediante la misura di distanze fra esso e almeno tre elementi ben visibili e definiti di particolari artificiali posti nelle vicinanze. Per ognuno dei punti da materializzare dovrà essere redatta una monografia.

I PA, in numero minimo di due per ogni vertice, debbono essere localizzati su elementi ben individuati planimetricamente a livello del terreno, e in posizione tale che se ne possa misurare la distanza con metodo diretto.

I PA debbono essere il più vicino possibile, compatibilmente con la visibilità e con la inclinazione della congiungente al corrispondente PS; debbono essere ubicati in zone di accesso pubblico.

I PA dovranno possibilmente essere costituiti preferibilmente da spigoli di edifici, centri di chiusini sicuramente stabili, elementi ben definiti planimetricamente di monumenti od altro.

I VR, i PS ed i PA saranno indicati con un numero di codice compilato secondo prescrizioni concordate con la Direzione Lavori.

Dei PA dovrà essere fatta una descrizione monografica.

2. Determinazione delle coordinate planimetriche dei PS e loro precisione. I PS dovranno essere collegati fra loro con una rete di misure angolari e laterali.

Norme tecniche per la realizzazione di cartografia numerica alle scale nominali 1:1.000 e 1:2.000.

Allegati al capitolo VI - Reti di inquadramento e di appoggio pagina 74

I PS, i vertici trigonometrici dell’IGM nonché i vertici catastali che devono essere inclusi nella RIPP, dovranno essere collegati secondo uno schema di misure che dovrà essere approvato dal Collaudatore.

Le misure dovranno essere fatte con teodoliti con lettura ai 2 cc, con distanziometri elettroottici con errore globale, alla distanza di 1 Km di circa 1 cm, o con teodoliti integrati di classe e di precisione equivalente.

Per il calcolo della rete si assumeranno come prive di errore le coordinate dei vertici trigonometrici dell’IGM e del Catasto. Il calcolo dovrà fornire le coordinate compensate di ciascuno dei PS secondo il principio dei minimi quadrati, gli e.q.m. delle coordinate stesse ed i residui delle equazioni alle misure.

L’e.q.m della coordinata Est e della coordinata Nord di ciascun PS dovrà risultare inferiore a +/- 0.15 m.

Qualora tale condizione non sia verificata la D.L., dopo aver constato l'osservanza da parte della Ditta appaltatrice di tutte le norme di Capitolato relative a questa fase dei lavori, darà le opportune direttive alla Ditta stessa.

3. Misure e calcoli per la determinazione delle coordinate dei PA e verifica della loro precisione.

Da ciascuno dei PS della rete si dovranno determinare con misure di angoli e distanze le coordinate dei PA ad esso collegati.

Le misure per tali determinazioni dovranno essere eseguite con le stesse caratteristiche procedurali previste per la determinazione delle coordinate dei PS.

Le misure relative alla determinazione di ciascun PA rispetto al corrispondente PS devono essere rigorosamente indipendenti.

La precisione delle coordinate di ogni PA deve essere garantita da due fatti:

• dalla concordanza delle misure indipendenti e ripetute eseguite per la determinazione delle sue coordinate;

• da una verifica eseguita su ogni coppia di PA relativi ad uno stesso PS; tale verifica consisterà nel confrontare la distanza tra i due PA ricavata in funzione delle loro coordinate e quella ottenuta mediante misura diretta; la differenza tra i due valori dovrà essere sempre inferiore in valore assoluto a 10 cm.

4. Monografie descrittive e documenti da presentare. 4.1 Monografie descrittive dei PS e dei PA. Per ognuno dei PS e dei PA dovrà essere predisposta una monografia descrittiva che ne permetta il riconoscimento sul terreno.

Faranno parte della monografia i seguenti elementi grafici: • fotografia ravvicinata del particolare che materializza il punto; • fotografie d'assieme del punto e del suo immediato circondario; • descrizione del punto e del suo immediato circondario; • manufatto (se esiste numero civico) del quale il particolare prescelto fa parte; • vie d'accesso al manufatto; • planimetria della posizione del punto sulla nuova cartografia;

Norme tecniche per la realizzazione di cartografia numerica alle scale nominali 1:1.000 e 1:2.000.

Allegati al capitolo VI - Reti di inquadramento e di appoggio pagina 75

• eventuale altro schizzo planimetrico per aiutare la individuazione, il ritrovamento e la conservazione.

Faranno parte della monografia i seguenti dati numerici riportati o sulle fotografie, o sulle planimetrie, o, a parte, unitamente alle descrizioni: • codice del punto; • coordinate planimetriche (E e N) ; • distanze del particolare dagli elementi circostanti che ne garantiscano la conservazione ed

il ritrovamento; • data di esecuzione della monografia.

4.2 Codifica dei PS e dei PA La codifica dei punti verrà concordata con la Direzione Lavori. Essa sarà fissata in conformità alle esigenze della Committenza.

Questa codifica deve essere usata per indicare i punti in tutti i documenti in cui essi compaiono: libretti di campagna, grafici planimetrici alle diverse scale, tabulati dei calcoli, elenchi riassuntivi, monografie.

4.3 Presentazione dei dati di misura e di calcolo delle reti. Il lavoro di realizzazione delle reti di inquadramento può essere impostato per fasi, al termine di ciascuna delle quali, dovrà essere presentato il seguente materiale:

fase 1 Progetto delle reti planimetriche e altimetriche, corredati di relazione illustrativa di progetto.

fase 2 Operazioni di misura; documenti sugli strumenti; libretti di campagna originali; calendario delle misure; relazione sulle operazioni di misura.

fase 3 Calcoli di preparazione dei dati e di compensazione della rete principale e della rete di infittimento. Input ed output dei calcoli e loro chiave di lettura. Relazione sulle operazioni di calcolo.

fase 4 Monografie definitive dei vertici dei diversi ordini.

Dai libretti di campagna, i dati di misura dovranno essere trascritti in forma tabellare riassuntiva, secondo le indicazioni che verranno impartite dalla Direzione Lavori, sentito il Collaudatore.

I dati contenuti nelle tabelle suddette verranno inoltre trasposti, a cura della Ditta Appaltatrice, su supporto magnetico elaborabile mediante calcolatore, secondo le prescrizioni che verranno stabilite dalla Direzione Lavori, sentito il Collaudatore e faranno parte degli elaborati finali di consegna.

Norme tecniche per la realizzazione di cartografia numerica alle scale nominali 1:1.000 e 1:2.000.

Allegati al capitolo VI - Reti di inquadramento e di appoggio pagina 76

ALLEGATO VI/3

NORME PER LA REALIZZAZIONE DELLE RETI DI INQUADRAMENTO PLANIMETRICHE CON METODO GPS

1. Progetto della rete

La ditta appaltatrice dovrà presentare un progetto di realizzazione della rete specificando

• le caratteristiche della strumentazione che verrà utilizzata,

• se verrà realizzata un’unica rete o se si articolerà l’inquadramento in rete principale e reti secondarie

• l’ubicazione dei punti delle reti e i tempi di stazionamento

• l’indicazione dei punti di collegamento con il sistema nazionale (punti IGM95 e IGM dei diversi ordini)

• l’indicazione del grado di esuberanza delle misure, tenuto conto che, in fase di inquadramento, non potranno essere ammessi collegamenti unici a sbraccio

2. Collegamento alla rete altimetrica.

Comunque venga realizzata la determinazione dei punti della rete di inquadramento, e cioè sia che venga realizzata con metodologia classica, sia con metodologia GPS, è vincolante la formazione di reti di inquadramento altimetrico da realizzarsi in conformità con le linee guida suggerite nell’allegato VI/1.

In particolare se verrà adottata la metodologia GPS, l’istituzione di reti altimetriche fornirà i dati di quota ortometrica con cui convertire le quote ellissoidiche WGS84.

3. Strumenti ricevitori

Se il progetto prevederà un’unica rete di inquadramento si utilizzeranno strumenti a doppia frequenza con codice P.

Se il progetto articolerà una gerarchia di reti principali e di reti di infittimento, per le reti principali , con basi di dimensioni superiori ai 10 km, andranno utilizzati strumenti in doppia frequenza, per le secondarie saranno ammessi strumenti monofrequenza.

In particolare, nell’esecuzione delle reti di infittimento si potranno posizionare almeno due strumenti in doppia frequenza stabili su punti della rete principale e strumenti monofrequenza sui punti di infittimento che via via si andranno a determinare.

Norme tecniche per la realizzazione di cartografia numerica alle scale nominali 1:1.000 e 1:2.000.

Allegati al capitolo VI - Reti di inquadramento e di appoggio pagina 77

4. Documentazione della acquisizione dei dati e della loro elaborazione delle misure Nella relazione di progetto di rete GPS la ditta aggiudicataria dovrà indicare le modalità di acquisizione e di presentazione dei dati. Il Collaudatore esaminando la relazione valuterà l’idoneità delle procedure di acquisizione e di elaborazione proposte e la consistenza della documentazione per la quale è prevista la fornitura. Dovranno essere dichiarati i tempi di stazionamento, in funzione degli strumenti utilizzati e delle procedure di acquisizione (statica , rapido-statica). Dovrà essere dichiarato se e come verranno forniti: • grafici con i vertici utilizzati per l’orientamento e quelli di nuova realizzazione • grafici con gli schemi operativi e delle misure;

• i libretti di campagna originali, o i supporti magnetici di registrazione e la relativa chiave di lettura;

• schede di campagna per ogni stazione G.P.S., relative ad ogni sessione di osservazione; • grafici delle basi G.P.S. con indicazione delle relative sessioni di osservazione • file e relativi tabulati di output del programma di trattamento delle basi; • relazione sulle operazioni di calcolo; • schede monografiche dei punti determinati.

Norme tecniche per la realizzazione di cartografia numerica alle scale nominali 1:1.000 e 1:2.000.

Allegati al capitolo VI - Reti di inquadramento e di appoggio pagina 78

ALLEGATO VI/4

NORME PER LA DETERMINAZIONE DEI PUNTI DI APPOGGIO PER LA RESTITUZIONE MEDIANTE TRIANGOLAZIONE AEREA.

1 Procedimenti.

Dalla rete di inquadramento realizzata o con metodo tradizionale o con metodologia GPS, dovrà essere derivata, mediante triangolazione aerea, la rete dei punti di appoggio per la restituzione fotogrammetrica.

I procedimenti di Triangolazione Aerea consentiti sono: • a modelli indipendenti; • a stelle di raggi proiettanti (fotogrammi isolati).

Le misure per la triangolazione aerea qualunque sia il procedimento scelto devono essere eseguite con un restitutore analitico con correzione delle deformazioni del film.

I punti di appoggio per la compensazione del blocco di strisciate debbono essere: • almeno 1 punto di coordinate planimetriche note per ogni coppia di fotogrammi; • almeno 2 punti di quota nota per ogni coppia di fotogrammi.

I punti di appoggio dovranno essere derivati dai punti fotografici PF descritti precedentemente.

Se si opera a modelli indipendenti, i punti di legame tra i modelli debbono essere: • almeno tre punti di collegamento longitudinale fra modelli consecutivi di una strisciata; • almeno un punto di collegamento trasversale con ciascuno dei modelli appartenenti a

strisciate contigue e che si sovrappongono lateralmente.

Se si opera con le stelle proiettive, il numero dei punti di legame longitudinale e trasversale deve rimanere lo stesso.

La codifica dei punti di legame dovrà essere concordata a suo tempo con la Direzione Lavori.

L'individuazione dei punti di legame dovrà essere ottenuta mediante puntinatura stereoscopica.

Lo strumento di misura deve essere controllato prima dell'esecuzione delle misure ed alla fine delle misure.

I risultati del controllo dovranno essere presentati al collaudatore insieme ai tabulati delle misure fatte.

2 Compensazione di Blocchi di strisciate. Il procedimento di compensazione dello triangolazione aerea deve poter eseguire la compensazione in blocco, contemporaneamente, di tutti i modelli o di tutti i fotogrammi.

Il programma di compensazione deve essere noto internazionalmente e già usato in Italia.

Esso deve dare, come output, oltre alle coordinate definitive (compensate) di tutti i punti, almeno anche: • le differenze fra le coordinate di un punto di legame in ciascun modello e le coordinate

compensate;

Norme tecniche per la realizzazione di cartografia numerica alle scale nominali 1:1.000 e 1:2.000.

Allegati al capitolo VI - Reti di inquadramento e di appoggio pagina 79

• le differenze fra le coordinate di ciascun punto di appoggio in un modello e le coordinate note;

• il σ0 in planimetria; • il σ0 in altimetria; • il v.q.m. delle discrepanze sui punti di legame del modello; • il v.q.m. delle discrepanze sui punti di appoggio.

3 Relazione finale. Misure eliminate. Al termine delle operazioni di compensazione, unitamente al tabulato originale di output del calcolatore, dovrà essere inviata una relazione: • sullo strumento usato e sui controlli; • sulle misure eseguite e sulla precisione interna dei modelli; • sulle operazioni di compensazione e sui risultati ottenuti.

Con la relazione dovranno essere elencate tutte le misure che hanno dovuto essere eliminate, precisando il tipo di punto cui la misura si riferisce e la causa della eliminazione.

Il numero totale delle misure eliminate (sia sui punti di legame che di appoggio) non può mai superare il 5% del numero dei punti (di legame o di appoggio) corrispondenti.

4 Tolleranze. I risultati della compensazione saranno accettati solo se, a parte il soddisfacimento integrale di tutti i requisiti operativi precedenti, siano rispettate le seguenti tolleranze:

• σ0 in planimetria inferiore o uguale a 0.25 m;

• σ0in altimetria inferiore o uguale a 0.20 m;

• la differenza fra le coordinate di un punto di appoggio in ciascun modello in cui compare e le coordinate note di tale punto non debbono superare 0.50 m nelle coordinate planimetriche (N.E.) e 0.40 m nella quota, nel 95% almeno dei valori determinati;

• la differenza fra le coordinate di un punto di legame in ciascun modello in cui compare, e la coordinata compensata definitiva, non deve superare 0.50 m nelle coordinate planimetriche (N.E.) e 0.30 m nelle coordinate altimetriche, nel 95% almeno del numero dei punti di legame esistenti fra coppie di modelli.

5 Elaborati da consegnare. Al termine delle operazioni di Triangolazione Aerea, a documentazione delle operazioni, dovranno essere consegnati inoltre i seguenti documenti:

a) il grafico (alla scala 1:10.000) delle strisciate triangolate con l'ubicazione dei punti di appoggio e dei punti di collegamento delle strisciate indicati con il codice fissato;

b) documenti comprovanti lo stato di rettifica dello strumento utilizzato per la determinazione delle coordinate fotogrammetriche (quadri di inizio e fine delle misure);

c) i moduli con le misure eseguite, o le liste in chiaro dei dati che hanno costituito l'input dei calcoli di triangolazione, e chiave di lettura dei tabulati stessi;

Norme tecniche per la realizzazione di cartografia numerica alle scale nominali 1:1.000 e 1:2.000.

Allegati al capitolo VI - Reti di inquadramento e di appoggio pagina 80

d) gli output dei calcolatori elettronici eseguiti con tutte le indicazioni atte ad illustrare compiutamente i risultati ottenuti;

e) una relazione in cui si espone il procedimento di misura e di compensazione seguiti ed i risultati ottenuti, e nella quale vengono specificati il procedimento e lo strumento usati per puntinare i punti di legame, il numero e la posizione dei punti di legame e di appoggio eliminati in fase di calcolo o a causa di errori grossolani;

f) la serie di fotocopie in carta con riportati i punti fotografici di appoggio di ciascun modello stereoscopico.