Nostradamus- I Doveri - traduzione di Massimo Sannelli

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    Nostradamus

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    I DOVERI

    Interpretazione di Massimo Sannelli

    con uno scritto di Marina Pizzi e un saggio di Matteo Veronesi

    POESIA 2.0

    Nostradamus

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    Titolo: I doveri

    Testi di: Nostradamus

    Interpretazione di: Massimo SannelliCon uno scritto di Marina Pizzi e un saggio di Matteo Veronesi.

    in copertina: Bruno Munari, immagine tratta da Guardiamoci negli occhi, CorrainiEditore, 2008.

    Il presente documento non un prodotto editoriale ed da intendersi a scopoillustrativo e senza fini di lucro. Tutti i diritti riservati allautore.

    Poesia 2.0, 2012

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    Marina PizziIn queste stanzine

    In queste stanzine dal turbine notturno alla felicitpiena.Il re e la regina si contengono laria.

    La fatalit disgrega qualunque affanno.I morti sono lievi promesse di vita.Laffanno il fantasma di s stesso eppure si avverteconvulso, eremitico comunque.Ma le stazioni piccole viae crucis proteggono il sonnodel lettore che non sapr giammai il sentiero o larotta.Qua valsa una steppa di porpora per i pasticci

    dorati delle lucciole.Un acrobata scrive e parla per manifestare la propriacreatura senza corpo mortale.Un funambolo grandioso non ancorato conosce amenadito la dritta via e le steppe sinchinanoammirate.Quasi un tremulo saluto va a disfare il mondo per poiinchinarsi alle animule rimaste immortali.

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    Qui il silenzio resta macigno buono per i posteri felici(!).

    Chi sente, e non vorr capire niente. sintetizza lazattera da perdere perch Dio si fa piuma sul mareper laria in alto e a fior di acqua e sottomarina.Nessuno pu aggiungere un palmo al martelletto sulginocchio di queste chiose volatili e terresti insieme.I Santi non possono esserci, troppo vicini a noi,forse.Si gioca a nascondino con le vene degli Angeli

    permissivi perch ben si pi forti.A dritta e a manca vorr conoscere chi manca,sembra il sussurro.

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    I DOVERI25 poesie

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    Ho interpretato le quartine di Nostradamus comeazioni del presente, non come lantivedere del futuro:come poesie, pi che come profezie. La libert(metrica e mentale) con cui sono tradotte simmetrica al loro andamento surreale, sagittariano,senza centro. In nome della doppia libert (metrica ementale), non appare il testo antico: quello ilpassato, dal nostro punto di vista un po impuro.Il presente volgare, la lingua il volgare. Qui hosolo notato ed eseguito il devoir francese (dovere,

    compito scolastico, ossequio), come altre volte,liberamente. Se c un filo rosso delle poesie,guardandole dalla fine, il loro annunciare guerra epromettere pace. Un altro filo la parola cielo, al qualenon si sfugge.

    m.s., 8 agosto 2012

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    I DOVERI

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    I 15

    Marte ci sfida con la forza bellica,

    Settanta volte fa cadere il sangueCon rovina e splendoreDellEcclesiastico, e ancora di piChi sente, e non vorr capire niente.

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    I 25

    Perso e trovato, nascosto da molto

    Secolo lungo, il semidio ha la gloria:Questo il pastore. E prima che la lunaFinisca il grande ciclo, il disonoreA lui viene dai vecchi.

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    II 5

    Quello che dentro un pesce,Ferro e lettera chiusa,Dichiara guerra ed esce:Per mare ha la sua flottaImmensa, quando appareAlla terra latina.

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    II 6

    Vicino a delle porteE dentro due cittVerranno due flagelliMai visti cos forti,Dentro la peste fame,Gente offesa dal ferroDi fuori, allimmortaleDio chiedere conforto.

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    II 13

    Il corpo senza lanimaNon pi un olocausto:Il giorno della mortePorta nativit.Lo spirito di DioFar felice lanima,Quando vedr il suo Verbo,Quando diventa eterno.

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    II 16

    Napoli. Siracusa.Palermo. La Sicilia.

    Nuovi tiranni, folgori,Fuoco del cielo. E forzaDi Londra, Gand, BruxellesE Susa: grande strage,Festa grande e trionfo!

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    II 27

    Viene il Verbo di DioGi colpito dal cielo

    E il cielo non potrPi procedere oltre.A chi svela il segretoPi chiuso, quello cheFa andare avanti e sopra.

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    II 45

    Il cielo piange troppoLAndrogino creato.Accanto a questo cieloIl sangue scorre bene.La morte arriva tardiE un popolo si formaTardi, grande, e laiutoNon tarder a venire.

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    II 92

    Il fuoco doro pioveSulla terra dal cielo:Dallalto sono colpi

    Sul nato, fatto cosaMeravigliosa, enormeStrage, poi la catturaDel nipote del grande!La morte uno spettacolo,Lorgoglioso scompare.

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    II 97

    Pontefice di Roma,Non ti avvicinerai

    Alla citt che dueFiumi bagnano: il tuoSangue tu sputeraiL, e la tua gente, quandoLa rosa fiorir.

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    III 2

    La Sapienza di DioDoner alla sostanza,Cielo e terra compresi,

    Al fatto loro misticoChe non si vede. Corpo,Spirito, anima allaSua completa potenza:Come sotto i suoi piedi,Cos nel trono in cielo.

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    III 34

    In pieno giorno il mostroSi vede e c leclisseDi sole: ma si interpretaNon cos come .Non controllano il prezzo,Nessuno ci fa caso.

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    III 40

    Si rialzer il teatro,Gettato il dado e giTese le reti. TroppoIn lutto sar messoIl primo, da turbatiArchi, rotti da tanto.

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    III 44

    Gli animali potrannoAgli uomini domestici,

    Dopo dolore e salti,Dire. Il fulmine cade,Ora uccide la vergineE lei sembra la terraRapita, assunta in cielo.

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    III 48

    Esposti con violenza settecento

    Prigionieri, ne muore la met:Pu essere. Verr rapidamenteLa prossima speranza, ma che fa?Per quindici non c niente da fare.

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    III 63

    Roma e il Potere del tutto a terra.

    Un gran vicino copia i suoi resti:Perch c lodio, segretamente,Nella citt, per i contrasti, rimandata pazzia ai pagliacci.

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    III 67

    La nuovissima chiesaDi Filosofi sprezza

    La morte, loro, i soldiE lonore. Dei montiTedeschi non sarannoI vicini. A seguirliAvranno massa e appoggio.

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    III 81

    Lo svergognato audaceUrlatore, urlatore,

    Diventa imperatoreDellarmata: la fogaDel contenzioso in lui,Il ponte rotto e spasmiDella citt impaurita.

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    III 94

    Di cinquecento anniResta solo il pensiero

    Di chi fu lornamentoDel proprio tempo. E poiLa chiarezza improvvisaPer essere felici.

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    IV 5

    Croce e pace, obbedireA un Verbo adulto, SpagnaE Gallia unite, strageVicina e grossa e liteAcerba: non c un cuoreArdito che non tremi.

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    IV 41

    Il sesso degli atleti incarceratoEluder di notte la custodia.Il signore del campoSi inganna col linguaggio:Mancher alla gente,Far piet a vederlo.

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    Matteo VeronesiDue poeti nel fuoco del verbo

    Nostradamus fu, e volle essere, prima di tutto unpoeta (e come tale fu riconosciuto ed apprezzato daGiulio Cesare Scaligero e da Ronsard): poetaanimato, secondo la dottrina platonicadellenthousiasms(da molti ripresa in un Rinascimentoben lungi dallessere, anche in sede di poetica,

    esclusivamente aristotelico, normativo, regolistico),dal divinus furor, dalla fureur potiqueche prevale, comelo stesso Nostradamus precisava nella letteraprefatoria alledizione del 1558, su qualsiasi ordinariareigle de posie (e par quasi di sentire gi il GiordanoBruno degli Heroici Furori: La poesia non nasce da leregole, se non per leggerissimo accidente...).

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    Se Nostradamus, suo malgrado, passato alla storia,ed stato visto dallo sguardo dei posteri, ora come

    un geniale veggente, ora come un abile ciarlatanosela sua opera stata tanto fraintesa, scarsamenteconsiderata dalla critica e dalla storiografia letteraria,tradotta talora in modo forzato, anzi forzata piuttostoche tradotta , ebbene tutto ci dipeso da coloroche hanno voluto attribuire alle sue profezie (daintendere come genere letterario, e simili, in ci, aquelle di Leonardo) un senso preciso, il riferimento

    ad eventi e contesti circostanziati e determinati mentre esse, come tutte le profezie (anche quelle diDante, che pur sono tutte, tranne quella del Veltro,post eventum, e dunque chiaramente riferite ad eventiprecisi), sono stese e rinvolte nelle spire di uno stilevolutamente ambiguo, oscuro, nebuloso, come di chiveda per speculum et in aenigmate: non si riferiscono adeventi precisi, collocabili nel tempo storico, perch ilpoeta (veggente, se si vuole, nel senso in cui Rimbaudsarpote voyant, proteso cio fino ai limiti estremi deldicibile, alle frontiere ultime degli accostamentiverbali, delle associazioni semantiche, delle arditeremote evocazioni) legge nel libro delleterno, nondella storia, e traduce in un densissimo pensiero perimmagini, in una scrittura (come quella di Dante

    appunto, intrisa e compenetrata da tutti i possibilistrati e superstrati del reale e del metafisico, dellamateria e dello spirito) composita, vertiginosamentepolifonica e plurilinguistica (che mescola grecismi,latinismi, neologismi, forme provenzali edoccitaniche, e lascia spesso sospesi e indeterminati,come in Ungaretti o in Celan, soggetti ed infiniti), ciche ha veduto, o creduto di vedere.

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    Poesia notturna, quella di Nostradamus: vocazionealla parola sorta in prossimit dellaurora, quasi alle

    soglie fra le tenebre indistinte del non-detto e la lucedella scrittura. Noctes vigilare serenas, fami e vigilie innome delle Muse. Estant assis de nuict secret estude,/ Seul repos sur la selle drain: / Flambe exiguesortant de solitude, / Fait prosperer qui nest croireen vain. Rare volte lessenza della concezionepoetica ha trovato unespressione cos lucida epotente: lo studio silenzioso e solitario, la quiete di

    chi sta assorto sedendo e mirando, lo studium (ildantesco lungo studio) che , insieme, passione eapplicazione, dedizione e riflessione; il fuoco dellaparola, la fiamma che sorge dalla solitudine delpensiero e si fa incontro al lettore, ancora indefinito,senza nome n vlto, chiedendo di essere, in sensolato, creduta, accolta, accreditata, fatta propria,ponderata, ripensata (crediting poetry, dice oggi SeamusHeaney); il tripode che fonte di rivelazione einsieme crogiolo creativo, cerchio sciamanico in cui,dir il DAnnunzio notturno, si adunano gli arcanidella Maga e quelli della Poesia non dissimili; parolaa cui non bisogna, per, affidarsi en vain, ciecamente,vacuamente, abbandonatamente, pretendendocertezze e indicazioni esatte, che essa non pu dare.

    Quasi le stesse parole nel suo splendido latino, di unasolennit e di una lunare limpidezza da notturnovirgiliano: Angele, qui meus es custos pietateguberna, fac ut de transformatione rerum naturalium,tanquam ex aeneo tripode vera vaticiner secundumcursum Astronomicum. Da ista, obsecro, per amicasilentia Lunae, per has tenebras Marte orientelucente (Epistulae, 41). Come Rilke, il poeta-profeta

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    invoca lAngelo, perch lo conduca in una sfera pialta e pi pura, ove le visioni sono avvolte nella luce

    intemporale dellOrigine. Et simul metalla cum auroper alambici rostra facile permeando defluant, nihilex mineralibus in sublime tendente, neve aurum abhumido et terrestri separatum in fundo appareat, sedomnia simul distillentur subtili artificio. Non lorodeve essere separato dalla materia vile, ma anchequestutima deve trasmutarsi, interamente, in oro(loro fuoco ardente di Pindaro), senza residuo

    alcuno. Il subtile artificium quella che sar lalchimie duVerbe dei simbolisti, che tutto abbraccia e trasmutanello spazio fatato dello stile. Tout, au monde, existepour aboutir un Livre.Credo che, per inconscia consapevolezza, per nonpremeditato, eppure lineare, disegno, MassimoSannelli sia arrivato a Nostradamus attraverso Dante,di cui ci ha dato un prezioso ed innovativo,ostentatamente antiaccademico, non letterale,commento (come non letterali, non rispondenti adverbume ad versum, ma intente a expromere ... sensume sensu, non verbum e verbo, come raccomandavaGirolamo, sono queste versioni: che spesso straniano,per eccesso di chiarezza e volont di luce, lostinata,pervicace, stratificata oscurit delloriginale in

    sequenze di settenari, limpidissime, melodiose, quasiarcadiche), o anche attraverso Alain de Lille; cheabbia ritrovato, intendo, nel poeta veggente, qualcosadi quellanaloga, e analogica e anagogica, tensione alrinnovamento, alla palingenesi, allhomo novus dafoggiare, plasmare, modellare, anche in Alano, conunoperazione alchemica; e una volont, come inGioacchino da Fiore, di andare oltre la lettera per

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    attingere lo spirito, oltre la superficie per cogliere erendere quello che Benjamin chiamava contenuto di

    verit, e che , in pari tempo, redenzione, della linguacome della storia, che potr purificarsi e pagare ilproprio conto tramite le tribolazioni future figura especchio delle passate, sempre rinnovantisi nel ciclodei secoli, nelle rote del tempo sino alla finaleapocatstasi, allora in cui le lacrime sarannoasciugate su ogni volto.Circola, in tutto Nostradamus, un afflato sacrificale,

    omerico o sofocleo la profezia esige, del resto, unsacrificio da parte del profeta, o delprofeta stesso, intermini esistenziali e psicologici, poich il fuoco dellachiaroveggenza divora dallinterno chi ne toccato eanimato (est deus in nobis, agitante calescimus illo);spargere il sangue, le sang espandre, certo ilsintagma pi ricorrente nelle pagine di Nostradamus;e nella storia stessa, che rinnova ciclicamente ilproprio assurdo logorarsi e distruggersi, il suoannientare i propri stessi artefici, in vista di un fine, diun senso che pure, dentro la storia, sopra di essa, odoltre, deve esistere, si vuole, per natura, che esista, eche il poeta-profeta indaga non meno del filosofodella storia. Come se luomo, poeta e profeta di sestesso, soffrisse e gemesse nella storia, e la storia in

    lui (la storia di cui egli coscienza, e che in lui, pur seancora in aenigmate, si rispecchia).Il Luzi di Vicissitudine e forma dedic un saggioimportante al rapporto fra Glossolalia e profezia. Ilriferimento a san Paolo, alla distinzione fra coluiche parla in lingua, abbandonandosi al libero fluiredella parola, del pensiero, della visione, delladivinazione, e chi invece organizza razionalmente il

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    risonante in cui il totaliter Aliud fluisce e si riverberacome il fiume di fuoco della voce.

    In questo orizzonte metatemporale, osovratemporale, il prima, lora e il poi non esistono, opossono coincidere, o essere invertiti e sovvertiti.Come Enea che nelloltretomba riceve dai defunti,ovvero dal passato, la profezia del futuro, vede ilfuturo guardando dietro di s; o come, viceversa,Orfeo che, volgendosi sulle soglie della luce,determina il suo avvenire di solitario lamento, e infine

    di sbranamento sacrificale ed iniziatico.Diceva Ronsard, nella Elegie sur les troubles dAmboise,che fu, direttamente, du grand Dieu limmenseeternit ad eccitare lentousiasme di Nostradamus, oforse le Daimon bon ou mauvais, un platonico esocratico Dimon, ad agitarlo; o forse il suo slancioanagogico proteso outre le mortel, come san Paolorapito alla sfera del fuoco, o infine lo stesso suosombre esprit, la sua stessa melancholia, fonte a sua volta,al pari dellentusiasmo ad essa antitetico, di visioni.E ancora, nei Prognostiques sur les miseres de nostre temps:Dieu, comme en lettres de chiffre / Douteusementson vouloir nous dechiffre / Dun charactere obscur& mal-ais. La storia scrittura cifrata, serie edintreccio di grmmata, di tracce da decifrare ed

    interpretare, tutte interrelate fra di loro. Parole di coloreoscuro.Intesa nel senso pi alto, la profezia, la divinazione, laveggenza sono gi operazioni semiotiche. E propriodal continuum semiosico, dal continuo, ininterrottorinviare, come in uninfinita catena aurea, dei segni adaltri segni, degli interpretanti gli interpretati, eviceversa, Peirce, anchegli genio visivo e visionario,

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    trarr un argomento dellesistenza di Dio. Di segno insegno, di presagio in presagio, di traccia in traccia,

    lungo una serie di umbriferi prefazi, il mondo, la natura,la storia, come sistemi di segni, non possono chetrascendere, infine, se stessi, rinviare ad un segnoultimo e primo, che il Verbo di Dio. Se ledimensioni, le direzioni del tempo possonointrecciarsi, sovrapporsi, invertirsi, esse possonoanche, anzi non possono fare a meno di, uscire da sestesse, dalle proprie orbite, dalle proprie involute scie,e svanire nelle tenebre delloltre, dal quale forseprovengono.Lotta con lAngelo, contesa con il mistero, agone conloscuro, sforzo vlto a mutare la glossolalia in formadefinita, pur rispettandone gli echi sfumati, lerisonanze e le rispondenze spesso ingovernabili, anche la traduzione di Sannelli, poeta-traduttoreprima che traduttore-poeta.Un paio di esempi.

    Perdu, trouv, cach de si long siecle,Sera Pasteur demy Dieu honor;Ains que la lune acheve son grand siecle,Par autres vieux, sera deshonor.

    Perso e trovato, nascosto da moltoSecolo lungo, il semidio ha la gloria:Questo il pastore. E prima che la lunaFinisca il grande ciclo, il disonoreA lui viene dai vecchi.

    Qui, alla sequenza cantabile di settenari si sostituisceil pi solenne, scolpito accostamento di endecasillabo

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    e settenario, petrarchesco e dantesco, degno dellacanzone, genere sublime e solenne. Una struttura

    metrica che ben si adatta alla concezione metastoricadi un tempo ciclico, tanto che sicle tradotto primacon secolo, nellaccezione di tempo terreno, poi conciclo, nel senso dei cicli astrali, dei danteschi eterni giriesuperne rote: parole, queste (saeculum, kyklos, circulus,cerchio), che hanno tutte una medesima baseetimologica, la quale rientra poi fra le GlobalEtymologies, comuni a tutte o quasi le famiglie

    linguistiche del mondo, che la linguistica comparata venuta ricostruendo in questi ultimi decenni; atestimonianza che siamo di fronte ad un archetipo, aduna modalit di percezione del tempo sacro comerituale reiterarsi di eventi epifanici, comune alleculture pi lontane.Il sicle, il saeculum/kyklos, del tempo profetico, ,diremmo con Gioacchino da Fiore, quasi rota in mediorotae, come una ruota dentro unaltra ruota, cos comeil Libro stesso rotulus in rota: come in una mise enabyme, cerchio dentro un cerchio, ciclo dentro unciclo, gorgo spiraliforme fino allabisso,allindecifrabile, al silenzio, allEssere/Nulla ultimo eprimo, che svela e nasconde, che dice e tace.Alcune edizioni, allultimo verso, anzich vieuxhanno

    vents: varianti che sembrano quasi chiosarsi a vicenda come il dantesco fiato di vento che basta amutare il moderno in antico, il recente in remoto, e lagloria in oblio.

    Le corps sans ame plus nestre en sacrificeJour de la mort mis en nativitLespritdivin fera lme felice

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    Voyant le verbe en son eternit.

    Il corpo senza lanimaNon pi un olocausto:Il giorno della mortePorta nativit.Lo spirito di DioFar felice lanima,Quando vedr il suo Verbo,Quando diventa eterno.

    Sacrifice diviene, con trasposizione giudaico-cristiana,e potenti implicazioni storiche, olocausto; elimmobilit delleternit, sostantivo, movimentata,fluidificata nel divenire del Verbo che diventaeterno, della verit come accadimento e comeinterpretazione. Essere che, dice Luzi, insieme ediviene, Parola gi pronunciata da sempre, gi scritta esegnata da prima del principio dei tempi, eppuresempre diveniente, sempre manifestantesi, odoccultantesi, presente nella sua assenza, urlante nelsuo silenzio. Quasi come nellEliot di A Song forSimeon, ove si chiede a the Infant, the stillunspeaking and unspoken Word di far intravedere,di far traudire almeno un filo, un soffio, della sua

    voce e del suo significato.Profezia e alchimia anche lopera del traduttore, cheriplasma, trasmuta, metamorfosa il testo per offrirloal lettore futuro, e prefigurandone dunque,prevedendone in qualche modo, la futura ricezione.Anche e proprio in questo senso, anche in quantoalchimista e profeta, il traduttore poeta.

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