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Numero 01 - classe 1 sez. L a.s. 2011/2012 Sommario: Iqbal Masih pag. 1 Iqbal Masih pag. 2 Iqbal Masih pag. 3 Bakhita pag. 4 The Invisible Children pag. 5 Bambini schiavi nel mondo pag. 6 English corner pag. 7 English corner pag. 8 English corner pag. 9 English corner pag.10 La speranza pag.11 Riflessioni pag.12 Era nato nel 1983 Iqbal Masih e aveva quattro anni quando suo padre decise di venderlo come schiavo a un fabbricante di tappeti. Per 12 dolla- ri. E' l'inizio di una schiavitù senza fine: gli interessi del "prestito" ottenuto in cambio del lavoro del bambino non faranno che accrescere il debito. Picchiato, sgri- dato e incatenato al suo telaio, Iqbal inizia a la- vorare per più di dodici ore al giorno. Iqbal Masih Ci ha ricordato molti momenti tragici; però eri un ragazzo con tanta voglia di vivere e per questo ti dedico questa poesia. Mani lavoratrici usano molta abilità, non si fermano mai, stessi movimenti, stesse speranze, i loro corpi esausti sono costretti. Altro che felicità ed emozioni: disprezzo, rancore, odio,speranze senza vie, neanche un minimo d’affetto, solo attrezzi pesanti e sporchi. Noi però ricordiamo: on servono attrezzi pesanti ma penne, matite, quaderni. Per tutti i bambini del mondo! Alessandro Alfieri Ciao Iqbal Come stai ? Tutto bene ? Sai, provo molta ammirazione per il tuo coraggio: hai fatto tanto per i tuoi coetanei schiavi. Se fossi stato al tuo posto non avrei avuto la forza per parlare; non ce l’avrei fatta senza i miei fra- telli e soprattutto senza i miei genitori. Per me non è stato giusto che tu sia diventato uno schiavo, che ti abbiano sfruttato anche dopo aver pagato il tuo debito. Davide Pellegrino Pagina 1

Numero 01 a.s. 2011/2012 - Scuola Secondaria 1° grado ... · Caro Iqbal, ho saputo della tua storia attraverso un film. ... ciare tutto quello che ti hanno fatto. Avevi un bel sogno

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Numero 01 - classe 1 sez. L a.s. 2011/2012

Sommario:

Iqbal Masih pag. 1

Iqbal Masih pag. 2

Iqbal Masih pag. 3

Bakhita pag. 4

The Invisible Children pag. 5

Bambini schiavi nel mondo pag. 6

English corner pag. 7

English corner pag. 8

English corner pag. 9

English corner pag.10

La speranza pag.11

Riflessioni pag.12

Era nato nel 1983 Iqbal

Masih e aveva quattro

anni quando suo padre

decise di venderlo come

schiavo a un fabbricante

di tappeti. Per 12 dolla-

ri. E' l'inizio di una

schiavitù senza fine: gli

interessi del "prestito"

ottenuto in cambio del

lavoro del bambino non

faranno che accrescere

il debito. Picchiato, sgri-

dato e incatenato al suo

telaio, Iqbal inizia a la-

vorare per più di dodici

ore al giorno.

Iqbal Masih

Ci ha ricordato molti

momenti tragici; però

eri un ragazzo con

tanta voglia di vivere

e per questo ti dedico

questa poesia.

Mani lavoratrici usano molta abilità,

non si fermano mai,

stessi movimenti, stesse speranze,

i loro corpi esausti sono costretti.

Altro che felicità ed emozioni:

disprezzo, rancore, odio,speranze senza vie,

neanche un minimo d’affetto,

solo attrezzi pesanti e sporchi.

Noi però ricordiamo:

on servono attrezzi pesanti ma

penne, matite, quaderni.

Per tutti i bambini del mondo!

Alessandro Alfieri

Ciao Iqbal

Come stai ? Tutto bene ?

Sai, provo molta ammirazione per il tuo coraggio:

hai fatto tanto per i tuoi coetanei schiavi. Se

fossi stato al tuo posto non avrei avuto la forza

per parlare; non ce l’avrei fatta senza i miei fra-

telli e soprattutto senza i miei genitori. Per me

non è stato giusto che tu sia diventato uno

schiavo, che ti abbiano sfruttato anche dopo

aver pagato il tuo debito.

Davide Pellegrino

Pagina 1

Caro IQBAL,

Purtroppo in tutto il

mondo ci sono ancora

parecchi bambini

schiavi. Noi non possia-

mo aiutarli tutti, ma se

uniamo le forze po-

tremmo almeno salvarne una parte. Spero che

tu sia d’ accordo con me e che voglia unirti a noi

per salvarli, perché essi soffrono la fame, la

sete, sono maltrattati fisicamente, non sanno

cos’ è l’ amore, la gioia e la felicità. Io prego

per loro ogni sera, affinché possono migliorare

la loro vita, ma loro possono migliorare noi stes-

si: sì, perché aiutandoli capiremo finalmente

cosa significa amare.

Sara Bruno

Giovedì 23 febbraio 2012 h. 16:24

Ciao Iqbal,

sono Miriam, ho 11 anni e vivo a Cava de Tirreni

in provincia di Salerno.

Io fino a qualche mesetto fa non ero a cono-

scenza dei bambini schiavi, ma con i nostri pro-

fessori abbiamo approfondito l’ argomento. Ed

ora eccomi qui che ti scrivo per saperne di più,

e per ringraziarti per tutto quello che hai fatto

per i bambini come te, per aver rivelato al Mon-

do l’esistenza dei bambini schiavi.

Perché a volte dire la verità è difficile, soprat-

tutto per noi bambini perché abbiamo paura che

qualcuno potrebbe rimproverarci.

Io vorrei aiutarti a far finire questo incubo.

Perché i bambini che sono schiavi di persone

crudeli a volte non riescono a diventare grandi

e, quando ci riescono, non possono mai dimenti-

care le torture subite.

Spero che queste persone si rendano conto di

ciò che stanno facendo a questi piccoli angeli

innocenti come TE. DA MIRIAM PER IQBAL

Caro Iqbal,

il mio professore di religione ci ha raccontato la

tua storia. Io sono rimasto molto colpito, perché

hai dimostrato molto coraggio, non ti sei fatto

comprare dalla mafia, ma hai deciso di lottare per

te e per tutti gli altri bambini. Hai dato la tua vita,

ma hai dato anche la speranza a tanti. Anche nel

mio paese ci sono bambini schiavi della camorra,

che hanno perso la loro infanzia.

Mi auguro che la tua storia possa essere un esem-

pio per tanti. Ti rispetto molto e ti auguro di esse-

re ora in un posto dove tu possa giocare ed essere

un bambino.

Alessio Adinolfi

Caro Iqbal,

dopo aver ascoltato la tua storia, sono rimasta col-

pita dal tuo grande coraggio perchè ti sei ribellato

alla mafia che ti teneva prigionero. Hai raccontato

la tua storia e quella di tanti altri bambini vittime

dello sfruttamento, sognando di poter cambiare il

tuo destino.

Auguro che il tuo sogno di diventare un avvocato

dei bambini possa essere realizzato da tanti tuoi

coetanei, vittime di persone crudeli.

Martina Diaferio

Ciao Iqbal

Sono un ragazzo di 12 anni, vivo a Cava de’Tirreni.

Io ho avuto il piacere di conoscerti e di conoscere

la tua storia. So che sei stato imprigionato dai

tuoi stessi genitori per un debito di poche monete.

Apprezzo moltissimo il tuo coraggio di rifiutare

denaro. Hai dato voce a quei milioni di bambini e

schiavizzati e tenuti in un posto oscuro, dove il

sole non arriva, mai puniti e picchiati. Per me tu

dovresti essere un vero idolo per i ragazzi. Che

tutti abbiano il tuo coraggio di sorridere!

Ciao Iqbal

Claudio Di Marino Pagina 2

Caro Iqbal,

ho saputo della tua storia attraverso un film.

Sinceramente a me è dispiaciuto molto vedere te

e i tuoi amici lavorare per quegli uomini.

Vedervi al telaio, addirittu-

ra incatenati, senza mangia-

re né bere.

Ciò mi ha fatto stare molto

male, mai patito tanta sof-

ferenza e spesso per cerca-

re aiuto sei scappato, senza

timore delle conseguenze.

Infatti per punizione venivi

rinchiuso in un buco o lega-

to con i piedi e con le mani.

Tu non hai mai avuto paura! Sei andato sempre

avanti sempre rischiando! Sei stato molto corag-

gioso a denunciare la mafia dei tappeti, a denun-

ciare tutto quello che ti hanno fatto.

Avevi un bel sogno da realizzare, ma purtroppo,

quando denunci queste brutte azioni, rischi gros-

so e si mettono tutti contro di te. Per questo è

pericoloso! Ti prometto che da grande farò qual-

cosa per aiutare questi bambini schiavi, come lo

sei stato tu!!

Ora posso solo pregare il Signore, affinchè aiuti

quelli che soffrono e subiscono violenze proprio

come è successo a te!!

Carmen Pisapia

Caro Iqbal,

ho visto un film a scuola che mi ha fatto capire la

condizione di schiavitù che tu hai passato quando

eri bambino, ed è veramente una cosa vergogno-

sa.

Oggi purtroppo esistono ancora casi di schiavitù

nel mondo, anche se il lavoro minorile è vietato.

È così che mi accorgo che sono un bambino fortu-

nato perché ho potuto studiare e giocare come

altri bambini.

Spero che tutte le persone che maltrattano i

bambini vengono punite perché non è giusto che a

un bambino venga tolta la possibilità di giocare e

studiare .

Andrea Trapanese

Caro Iqbal,

io sono Francesca, una bambina di 11 anni e fre-

quento la prima media. Il professore di religione

ci ha raccontato la tua storia che è molto triste.

Non so come hai trovato il coraggio di ribellarti

e di raccontare la tua storia al mondo intero. Io

al posto tuo non ce l’avrei fatta, solo perché non

avrei avuto il tuo stesso coraggio. Sei stato il

nostro piccolo eroe perché ancor oggi molta

gente crede che la vita è fatta solo di bei mo-

menti e non sa che esiste lo sfruttamento mino-

rile, non solo fisico ma anche mentale. È imper-

donabile pensare che esista ancora oggi questo

fenomeno, dove i diritti umani vengono comple-

tamente violati, io solo al pensiero di stare al

posto di altri bambini che sono stati schiavizza-

ti, mi sento male e nello stesso momento molto

fortunata.

Ciao EROE!!

Francesca Bisogno

Pagina 3

Secondo me il film di Ba-

khita che ho visto con la

mia classe e con la profes-

soressa Annaruma mi ha

fatto capire come tratta-

no i bambini schiavi. Que-

sto film è stato commovente e triste, commovente

perché quando era piccola ha visto con i suoi occhi

la morte della mamma ed inoltre lei era come un

giocattolo che veniva barattato. Bakhita veniva

frustata se il suo lavoro non era buono, lei ha sal-

vato molte persone ma è stata sempre trattata

male perché la consideravano un demonio. Ha sal-

vato Andrea quando si voleva suicidare, ha salvato

la piccola bambina e alla fine ha salvato Giovanna

che voleva uccidere il suo bambino che stava par-

torendo. La parte più bella per me è stato quando:

Bakhita era stata frustata dal suo padrone allora

la figlia le è andata vicino e le ha detto che era

tutta colpa sua, ma Bakhita le ha risposto che non

era così perché in fondo lei era una schiava, la fi-

glia del padron e le risponde che per lei era un’

amica. Alla fine ho visto che Giovanna ha partorito

una bella bambina ed è andata in Germania da An-

drea, il padre di Eleonora alla fine ha lasciato an-

dare via Bakhita e lei ha seguito la strada di Dio

ed è diventata suora .

Davide Pellegrino

Il film che abbiamo visto in classe parla di una

bambina africana, “comprata come schiava da una

ricca famiglia del suo villaggio, che la chiamò Ba-

khita “ cioè la fortunata . In seguito passò a servi-

zio di un’ altra famiglia italiana, il cui padrone ave-

va una bambina di nome Aurora. Bakhita veniva vi-

sta come creatura proveniente da un altro pianeta.

Un giorno venne frustata perché aveva lasciata

solo Aurora, ma la bambina le era molto affeziona-

ta e soffri molto. Bakhita si rifugiò da Padre An-

tonio che la accolse sotto la sua protezione nel

frattempo dilagò un’epidemia di vaiolo e il suo pa-

drone andò a Venezia. Qui si rese conto di aver

maltrattato Bakhita e decise di rimandarla nel suo

villaggio in Africa. Ma Bakhita volle restare in Ita-

lia perché aveva una forte vocazione religiosa .

Matteo Rispoli-Ontonio Orlando

Commento sul film

Bakhita

Bakhita è una bambina speciale, sempre giosa e

sorridente, che diventerà una schiava . è stato

un film bellissimo, ho imparato tante cose. Ba-

khita è andata in Italia e ha aiutato tanta gente

anche li. saprà sarà ridere e giocare, ha lottato

anche contro la malattia che ha colpito il paese,

il vaiolo. Quando andò a Venezia si battezzò e

volle diventare anche suora.

Claudio Di Marino

Io e la mia classe abbiamo visto il film di

“Bakhita” di “Iqbal” e “All the invisible children”.

Il film che mi è piaciuto di più e che mi ha col-

pito in particolare è stato il film di “Bakhita”.

Questo film parla di una bambina africana che

perse la madre e il padre, rimanendo sola e in-

difesa. Questa bambina viene fatta schiava. Da

adulta viene comprata da un signore, che la porta

con sé. La figlia di questo signore si affeziona a

Bakhita. E’ un film che all’ inizio mi ha rattrista-

to molto, ma per fortuna alla fine la ragazza non

è più schiava e diventa suora.

Giuseppe Siani

Io e la mia classe abbiamo

visto il film di “Bakhita” , il

quale mi è piaciuto molto.

Questo film raccontava che

Bakhita era molto felice con

la sua mamma la sua sorellina, finchè non attac-

carono il loro villaggio. Bakhita

venne fatta schiava sin da piccola.

Venne maltrattata, imprigionata e

schiavizzata. Da adulta venne

comprata da un signore ricco. La

figlia di quest’ultimo si affezionò

molto a Bakhita. Questo film mi

ha fatto molto emozionare e rat-

tristare, per fortuna alla fine non è più schiava e

diviene suora.

Lucio Gigantino

Pagina 4

In questo pe-

riodo scola-

stico abbiamo

visto una se-

rie di film,

“All the invi-

sible chil-

dren”, che

trattava vari problemi dei minori e ho notato che

ci sono molti bambini sfruttati.

I bambini-soldato vengono utilizzati per combat-

tere al posto degli adulti, spesso fumano, si dro-

gano per vincere la paura e così perdono la loro

infanzia in guerra.

Altri bambini per guadagnarsi il cibo vanno a ru-

bare, altri fanno fotografie alle scene di guerra,

mettendo a rischio la propria vita.

Molti ragazzi, invece di frequentare la scuola

vengono sfruttati per lavoro al posto degli adulti

e si accontentano anche di poche monete.

Alessandro Giordano

In quest’ ultimo periodo scolastico abbiamo visto

molti film che trattavano gravi problemi dell’ in-

fanzia.

Il film “All the invisible children” faceva vedere

le condizioni di vita dei bambini. In un secondo

film si parlava dei bambini che per vivere dove-

vano fare le fotografie alla guerra. Un film

aveva come protagonisti bambini malati con i

genitori che si drogavano, un altro ragazzi di Na-

poli che per vivere dovevano fare degli scippi a

persone vecchie. E’ molto triste pensare che que-

ste immagini non siano proprio tutta finzione, ma

rispecchiano realtà esistenti in molti Paesi. Vittorio D’ Amico

Un cortometraggio era sui bambini-soldato, che a

causa della

povertà e

della guerra

v e n g o n o

cacciati dal

proprio vil-

laggio e ad-

destrati a

combattere.

In un altro cortometraggio si vedevano scene di

droga, in cui le famiglie si drogavano e la figlia

ha una malattia chiamata A.I.D.S e per questo

viene isolata. In un film si vedono scene in cui i

bambini vivono per strada e raccolgono oggetti

per rivenderli e poter mangiare, scene in cui i

bambini rubano, mettendo a rischio la propria vi-

ta.

Davide Cicco

Questi film sono stati ab-

bastanza violenti, crudi,

ma credo che sia stato

necessario per far apri-

re gli occhi a tutti noi, su

come i bambini vengono

distrutti mentalmente e

anche fisicamente per colpa degli adulti.

Alessio Adinolfi

Pagina 5

Oggi i bambini schiavi sono tan-

tissimi al mondo. Alcuni non vengono registrati

alla nascita,altri invece sono vittime dello

sfruttamento “SESSUALE”. 110 milioni non van-

no a scuola, invece 5 milioni sotto i 5 anni so-

pravvivono con meno di un dollaro al giorno.

Molti sono costretti a: lavorare in mezzo a una

strada o a vendere rose.

Invece altre sono costrette a prostituirsi in

mezzo alle strade. Questa è l’orrenda storia di

molti bambini e adulti innocenti. Ma il destino

non è scritto su un pezzo di carta, succede e

basta non si decide. Noi potremmo aiutare que-

ste persone solo con un sorriso. Perché i soldi

non fanno la felicità. Perché i buoni vincono

sempre.

Miriam e Antonio

I BAMBINI SCHIAVI NEL MONDO

I BAMBINI SCHIAVI NEL MONDO SONO IN-

FINITI DI TUTTE LE NAZIONI.

PURTROPPO NON E’ POSSIBILE SALVARLI

TUTTI MA SE UNIAMO LE NOSTRE

FORZE POTREMMO SALVARNE ALMENO LA

META’. QUESTI BAMBINI

SONO SFRUTTATI SIA MATERIALMENTE,

SIA SPIRITUALMENTE.

SCHIAVI

S COME SOLE

C COME CANZONE

H COME HABITAT

I COME INCUBO

A COME AMORE

V COME VOLARE

I COME INDEGNITA'

Sara e Matteo

Pagina 6

Looking up at the clouds

A children’s poem

about slavery

Dreams are not enough I sogni non sono sufficienti

In the beginning All’inizio

Children ran free i bambini correvano liberi

Playing games giocando

Dancing with flowers ballando con i fiori

Looking up at the clauds guardando le nuvole

And making dreams. E sognando.

Alessandro Alfieri

In the beginning

Children ran free

Playing games

Dancing with flowers

And making dreams

Pagina 7

It is a land

not so very far away

a neighborhood

like yours

where the children

look just

like you and me.

E’ una terra

non molto lontana

un vicinato

come il vostro

dove I bambini

sono proprio

Come voi e me.

Martina Diaferio

The people Le persone

are kind sono gentili

but the village ma il villaggio

is sad è triste

caught up intrappolato

in an unfair world in un mondo ingiusto

full of greed pieno di avidità

and war. e guerra.

A world where Un mondo dove

evil still lives il male vive ancora

and men e gli uomini

make plans fanno progetti

to hurt the people per ferire le persone

And the village. e il villaggio.

Matteo Rispoli

They smile

and make funny faces

to each other

happy

Sorridono

e si fanno

delle smorfie divertenti

felici

sentendosi al sicuro

e amati.

Sara Bruno

And the worst E la cosa peggiore

of these plans di questi progetti

is slavery è la schiavitù

where men dove gli uomini

women le donne

and even children e perfino i bambini

are owned sono posseduti

like animals come animali

and have no rights e non hanno

of their own. propri diritti.

Davide Pellegrino

Alessandro Giordano

And so the slave traders

came capturing

the peoples

of the village

hurting the men

stealing mothers

and children

taking their lives

and chaining them

into slavery.

Davide Cicco

They are sent

to camps and facto-

ries

cities and countries

all over the world

children no longer

with their mothers

forced to work

and hunger

they no longer

run free

Carmen Pisapia

Vengono mandati

nei campi e nelle fabbri-

che

nelle città e nelle campa-

gne

di tutto il mondo

i bambini non più

con le loro madri

obbligati a lavorare

e a soffrire la fame

non corrono più liberi.

Pagina 8

E così I commercianti di

schiavi

Sono venuti a catturare

le persone

del villaggio

a ferire gli uomini

a rubare le madri

e i bambini

a prendere le loro vite

e a incatenarli

nella schiavitù.

Hi, I'm Alessio, what's your

Jamail: my name is Jamail I'm 12 and I'm from Senegal.

A.: what's your mobile phone number?

J.: I haven't got a mobile phone! A.:what's your e-mail address?

J.: I haven't got a

Computer!

A.: what's your favourite food?

J.: every food is OK for me! A.: I'm sorry for you Jamail.

Alessio Adinolfi IL

Pagina 9

The children are sad

and cry out – alone

as slavers

steal their lives

and destroy villages

but they cannot

steal dreams

and in their

dreams

the children

always run free.

But dreams

are not enough

for children

I bambini sono tristi

e piangono - soli

mentre gli schiavisti

rubano le loro vite

e distruggono i villaggi

ma non possono

rubare i loro sogni

e nei loro sogni

I bambini

corrono sempre liberi.

Ma i sogni

non sono sufficienti

per i bambini

piccoli o grandi.

Alessio Adinolfi

Through teary eyes

A chid remembers

what it was like

to run free

a shackled

moves out

the darkness

reaching for

freedom

voices echo

END SLAVERY NOW!

Claudio Di Marino

Con gli occhi

pieni di lacrime

un bambino

ricorda

come era

correre libero

una mano

incatenata

sposta

il buio

cercando di

afferrare

la libertà

voci riecheggiano

PONETE FINE ALLA

SCHIAVITU’ ORA!

THEY HAVE SUFFERING

THEY HAVE EXPLOITATION

THEY HAVE PAIN

THEY HAVE WAR

THEY HAVE HUNGER

EMANUEL DEL GATTO 1 L

WE HAVE WATER

WE HAVE FOOD EVERY DAY

WE HAVE DRESSES

WE HAVE ELECTRICITY

WE HAVE GAMES

WE HAVE A HOME

WE HAVE FREEDOM

WE HAVE A SCHOOL

WE HAVE MEDICINE

Pagina 10

Arcobaleno, segno di pace, ma

molti bambini non vedono la luce

ci sono alcuni che lavorano nelle

miniere e la loro vita è peggio che

nelle galere! Matteo Rispoli Antonio Orlando

L’arcobaleno è bello e gioioso ma ci

sono bambini con un futuro penoso

incatenati, che vedono solo il bianco e

il nero! Aiutiamo questi bambini

schiavizzati a vedere questi colori

freschi e colorasti! Mentre noi guardiamo gioiosi

questo arcobaleno nel cielo,

alcuni di loro lavorano e spera-

no di vederrne uno che illumi-

ni la loro vita.

Francesco Apostolico

Noi guardiamo l’arcobaleno

con stupore e i suoi colori ci

ricordano l’ amore ma più

lontano, in molti altrie regioni,

ci sono guerre, e son tra le peg-

giori!

Emanuel Del Gatto

L’arcobaleno esprime speranza,

gioia, ma non ci sarà mai felicità

finchè un solo bambino soffrirà. Davide Cicco

Noi, che sogniamo sempre e sappiamo

che dopo ogni pioggia ci sarà un arco-

baleno, pensiamo soprattutto ai bam-

bini rinchiusi nelle fabbriche, che non

vedono neanche la luce del sole!

Eppure, riescono

a sorridere

sempre!

Carmen Pisapia

Noi, che sogniamo sempre e sappiamo

che dopo ogni pioggia ci sarà un arcoba-

leno, pensiamo soprattutto ai bambini

rinchiusi nelle fabbriche, che non vedo-

no neanche la luce del sole!

Eppure, riescono a sorridere sempre!

Carmen Pisapia

Pagina 11

Thomas Lubanga, accusato di

aver costretto alla guerra ra-

gazzini sotto i 15 anni durante

il conflitto inter-etnico nella regione Ituri, nella

Repubblica Democratica del Congo .

Maggio 1944 soldato cinese

di solo 10 anni

Con questo progetto abbiamo conosciuto tutte

le cattiverie che l’uomo fa ricadere sugli esseri

più piccoli della sua specie e abbiamo cercato di

dare voce ai “bambini invisibili”che ancora oggi,

in ogni parte del mondo, subiscono ogni genere

di maltrattamenti e non vengono ascoltati da

nessuno. Forse, facendo conoscere i loro proble-

mi, abbiamo contribuito anche noi ad aiutarli.

Per questo non ci fermeremo qui e continueremo

ad occuparci di loro anche in futuro.

Ci sono bambini non amati

Sempre sfruttati

E maltrattati

Aiutiamo questi piccoli soldati.

Guardate questo mondo senza religione…

bambini venuti al mondo solo per una ragione

ai militari della guerra pagano il mese,

e i bambini di questo ne pagano le spese.

Dai dieci anni e meno diventano soldati,

resistono al dolore perché vengono drogati…

anche le bambine entrano nelle forze armate,

e poi dai militari vengono stuprate!

Esposti completamente ai pericoli della battaglia

vengono puniti severamente se uno sbaglia.

il kalasnikof è il loro mezzo di sostentamento,

vengono ricompensati se stendono un uomo al pavimento.

Non chiedono paghe questi piccoli soldati,

si controllano meglio quando sono arruolati,

affrontano il pericolo con molta incoscienza,

attraversano i campi minati senza alcuna prudenza.

Non hanno con loro carte d’identità,

così non possono definire la loro vera età,

per rimpiazzare le perdite vanno contro alla legge,

inseriscono queste nuove reclute nell’armato gregge.

Francesca Bisogno Alessio Adinolfi

Vorremmo chiudere il nostro giornalino con un mes-

saggio di speranza per i “bambini invisibili”, che ci

arriva dalle recenti cronache. E’ una notizia che ci

piacerebbe leggere ogni giorno e che potremmo

considerare come l’inizio di una serie di azioni che

non si esauriranno mai e che porteranno alla libera-

zione di tanti piccoli angeli schiavi degli adulti.

Congo, condannato un criminale

Reclutava bambini-soldato

La Corte Penale Internazionale dell'Aia ha emesso

la sentenza, la prima a 10 anni dalla sua nascita, che

si riferisce a questo genere di reati. Si tratta di Pagina 12

Adinolfi Alessio, Alfieri Alessandro,

Apostolico Francesco, Bertone Claudio

Bisogno Francesca, Bruno Sara, Cicco Davide

D'Amico Vittorio, Del Gatto Emanuel

Di Marino Claudio, Diaferio Martina

Gigantino Lucio, Giordano Alessandro

Leone Giovanni, Nigro Sofia, Orlando Antonio

Pellegrino Davide, Pisapia Carmen

Rispoli Matteo, Siani Giuseppe

Trapanese Andrea, Zolli Miriam.

In questo lavoro gli alunni sono stati guidati dai

seguenti docenti:

Prof.ssa C lara Annarumma

Prof.ssa Annamaria Maddalo

Prof. C laudio R ispo l i

Prof.ssa El iana Tarant ino