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distribuzione gratuita www.nuove-proposte.com pag. 35 pag. 25 Estate paura da Anno XIX- luglio/agosto 2012 - n. 268 pag. 18 Anche la Street Art ha il suo museo Amici: Antonino Spadaccino Musterchef: Alberico Nunziata FOCUS GHR: Tra normale e paranormale Fotografia di Federico Classetti

Nuove Proposte luglio-agosto 2012

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Nuove Proposte luglio-agosto 2012

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distribuzione gratuita

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pag. 35pag. 25

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Anche la Street Art ha il suo museo

Amici: Antonino Spadaccino

Musterchef:Alberico Nunziata

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| Editoriale e periscopio 4 _ Ad agosto, popolo mio non ti conosco 5 _ Ci salvi chi può | Attualità 6_ Il sisma in Emilia 8 _ Quando il libero mercato non si controlla 9_ Festa della Repubblica10_ IV Giornata Mondiale dell’Omeopatia11_ Una sera d’estate a Colle Fiorito12 _ Estate in città, si salvi chi può13_ Al via Eataly Roma14_ Il mare di Roma | Società16_ I controllori del destino17_ Il bambino dove lo metto?18_ Quando semplicità fa rima con talento19_ Cucina per passione20_ Sole si, ma con cautela21_ XX Olimpiade, Londra 2012 Palestre all’aria aperta22_ “Memoro.org”, la banca della memoria23_ La “bestia” con un miliardo di occhi24_ “Pianura Blu” | Focus25 _ Contatti speciali26 _ Indagine a Borgo Ceri28_ Il Paranormale in Italia | Arti & culture29_ Il Manoscritto Voynich30_ Dove finisce Roma31 _ “Nulla andrà perduto”32 _ Giulietta Simionato33 _ Il mistero del doppio Beatle34 _ Le vacanze del cinema Italiano35_ Anche la Street Art ha il suo museo Forte piano36_ Roma, attrazione perenne37_ Vacanze romane38_ Virtuosismi strumentali39_ Il mistero di Atlantide | Modi & Mode40 _ L’arte del giusto movimento Solo Sole41 _ Risparmio e vacanza Fare impresa con 1 euro

42 _ Da Rio alle nostre spiagge43_ VII Incontro mondiale delle famiglie

| Assaggi & paesaggi44 _ Egitto, non solo ar-cheologia45 _ Isole Tremiti, “perle dell’Adriatico”46_ Dalle necropoli alle spiagge47_ Orecchiette alle Cime di Rapa con Gamberetti | Liberamente48 _ Imposte curiose (parte prima)49_ Vita nell’ universo | Post it50 _ Auguri

Nuove ProPoste |

uglio/Agosto 12direzione editoriale | Borgia Edizioni | [email protected] responsabile | Luigino Borgia |[email protected] direttore | Mario Russo |[email protected] | Andrea Vitale |[email protected] coordinatori editoriali | Andrea Colantoni |[email protected]| Simona Mastropaolo |[email protected]| Samir Hassan |[email protected]| Priscilla Rucco Buzzantro |[email protected]| Riccardo Borgia |[email protected] grafico | Anna Maria Pugliese (responsabile grafico)[email protected] | Lina Borgia | [email protected]@nuove-proposte.com(per comunicazioni, eventi e compleanni)hanno collaborato a questo numero:| Rosalba Abozzi, Angela Abozzi Cecchetto, Piero Ambrosi, Fernanda Annicchiarico, Luigi Bernardi, Fabio Bogi, Attilio Colagrossi, Cristina E. Cordsen, Gennaro Francione, Carlo Franciosa, Iwona Grzesiukiewicz, Albe-rico Nunziata, Alberto Pellè, Federico Polignano, Adolfo Alessandro Maria Polignano, Alessio Serenellini, Valerio Zannetti, Luciana Zanuccoli |ufficio stampa eventi@eventi&proposte.compubblicità in proprioTel. : 06 43598964 / 43683672Mobile : 335 [email protected] e amministrazioneVia Ettore Bertolè Viale, 17 - 00159 Roma Tel. 06 43598964 / 43683672Fax 06 43566719www.nuove-proposte.comabbonamento (spedizione postale)annuo ordinario euro 30,00annuo sostenitore euro 60,00per abbonamenti:Codice IBAN:IT56 B050 3503 2011 1857 0266 387VENETO BANCA Fil. Roma TiburtinaNuove Proposteiscrizione nel registro stampadel tribunale di Roma n. 660/92 del 19/12/1992stampa | C.S.R.

Si ringraziano gli inserzionisti pubblicitari per il loro con-tributo che consente la pubblicazione di questo periodico.Finito di stampare: luglio 2012

Associato all’USPIUnione StampaPeriodica Italiana

39La riproduzione di testi e immagini deve essere autoriz-zata per iscritto dall’editore. La responsabilità dei conte-nuti dei testi è esclusivamente degli autori. Salvo accordi scritti o contratti di cessione copyright, la collaborazio-ne è da considerarsi del tutto gratuita e non retribuita. Manoscritti e fotografie, anche se non pubblicati, non si restituiscono.

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Nuove Proposte | Luglio/Agosto ‘12

Finalmente siamo giunti all’estate, quella vera, anche se ancora spolverata di qual-

che briciola di cattivo tempo. Il sole ci sta inondando dei suoi benefici raggi, ed oltre a tutto, quest’anno ci sono pure i campionati europei di calcio e sventoleranno anche le bandiere con i cinque cerchi. Un ottimo mix di even-ti che ci faranno concentrare molto di più sugli avvenimenti sportivi e, ahi-mè, molto meno su quanto i nostri go-vernanti si preparano a fornirci. Ma vi siete mai accorti che sempre durante il periodo estivo, come per un’azione

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di magia assai macabra ma altrettan-to ben camuffata, aumentano bollet-te, servizi, generi di prima necessità e quant’altro possa servire ad “estrarre” dalle nostre tasche quanto più possi-bile? Ci accorgiamo immediatamente, in un periodo “normale” della nostra vita, che il prezzo del petrolio aumenta (e se non lo fa il petrolio lo fanno ine-sorabilmente i carburanti da esso deri-vati, e questo è uno dei “misteri” della scienza finanziaria: il valore del bene primario resta lo stesso, ma mai per le nostre misere tasche. Quelle vengono svuotate sempre di più. Mah!). Nel periodo estivo, vuoi per la stan-chezza accumulata durante tutto l’an-no, vuoi per il pensiero fisso delle fe-rie, vuoi per qualunque altra ragione, ci facciamo sempre meno caso. Salvo arrivare a settembre/ottobre ed accor-gerci dell’iniquo salasso che nel frat-tempo, fra decreti e “leggine” dell’ulti-ma ora, ci ritroviamo addosso e contro il quale non abbiamo più la forza e la possibilità di reagire. Ma tanto che importa, forse l’Italia avrà fatto la sua figura al campionato europeo o avrà

d agosto, popolo mio non ti conosco

Direttore resPoNsabileluigiNo borgia

vinto qualche medaglia alle Olimpia-di, quindi “Evviva l’Italia” (sportiva). Ma l’altra Italia, quella che lavora e che produce, quella di chi si alza alle 6 del mattino e deve correre non per arrivare sul pallone, ma per arrivare sul posto di lavoro (impresa ancora più ardua, viste le condizioni dei tra-sporti pubblici e i prezzi dei carbu-ranti), quell’Italia che con le unghie e con i denti cerca di uscire dalla crisi e alla quale viene chiesto di lavorare di più e di guadagnare meno, quella dalla quale vengono “estratti” coatti-vamente i finanziamenti per risanare i debiti di chi non ha saputo gestire (ma in compenso ha saputo riscuotere vergognosamente enormi emolumen-ti), quella Italia lì, cosa vince? Medita-te gente, meditate; state con gli occhi aperti, guardate la realtà vera, di tutti i giorni, che non è quella dei “ballet-ti”, ma quella che vivono i milioni di Italiani (permettetemi la maiuscola, se lo meritano) che non verranno mai citati nei giornali, ma che ci rendono orgogliosi di appartenere a questa bella, magnifica, unica nazione.

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Siamo tutti ben felici delle pa-ventate vittorie dei nostri “su-per-Mario” in campo europeo.

Ma come dice il nostro portierone na-zionale: “Le vittorie si festeggiano solo quando arrivano”. Una è già sfumata (quella calcistica). Ora staremo a ve-dere se quella del “Monti” si rivelerà davvero tale. Quello che è certo è che, per ora, continuano a propinarci ricette trite e ritrite. Continuano a “pompare” soldi per riempire il “vascone” dello Stato. Ma non guardano (fanno finta di non vedere) e, soprattutto, non toccano le “falle” da cui zampillano miliardi e miliardi tra sprechi, privilegi e follie. E

Direttore Mario russo

i salvi chi puòtra un po’ ci aspetta la vendita (leggi svendita) dei beni dello Stato. Un atto al quale, dopo il torpore a cui ci hanno indotto (non siamo più indignati), se-guiranno il solito scandalo e le relative inchieste. La realtà è che siamo vitti-me di un’azione soporifera che ci ha portato ad accettare le modifiche anche di quello che era tabù, che sembrava intoccabile ma, soprattutto, ci ha con-dotti a condividere il paradosso econo-mico di rilanciare il Paese aumentando le tasse. L’economia (non è un assurdo) riparte diminuendo le tasse. Non è dif-ficile capirlo: più si esaspera il prelievo fiscale meno si compra; meno si com-pra più aziende chiudono e non pagano le tasse. Occorre dare ossigeno a per-sone e imprese per rimettere in moto il Paese. Diminuire le tasse e chiudere le “falle”! Perché non lo si fa? La rispo-sta è semplice e non serve scomodare grilli “sparlanti”: perché non conviene ai partiti. Le “falle”, la distribuzione furba e subdola di quei soldi sono la fonte del loro potere. “Bevono” da de-cenni. Continuano a dire che bisogna fare quello che non hanno mai fatto e,

d agosto, popolo mio non ti conoscoquel che è peggio, si vestono del ruo-lo di salvatori della Patria. Ebbene, ci salvino: vadano a casa! È l’unico atto, dovuto, per aver fallito il loro compito. In qualsiasi altro campo chi fallisce la-scia, o è invitato caldamente a lasciare, il posto a qualcun altro. Ma, a quan-to pare, questa politica è un mistero a cui, noi italiani, siamo affezionati. Una caratteristica che ci contraddistingue. Un fardello che subiamo, in attesa che “qualcuno” venga a salvarci. Sono un mistero i miliardi che spariscono, così come lo sono i politici che, guarda caso, “ignorano” quello che spendono. Un miracolo è, invece, che tanta gente arrivi ancora alla fine del mese.Riguardo ai contenuti del giornale, stavolta vi dico soltanto che il mistero è anche il tema portante di questo nu-mero di Nuove Proposte. Si parlerà di enigmi, di “presenze”e, ovviamente, di molto altro, ma lascio a voi lettori il gusto di scoprirlo. Aggiungo solo, essendo questo un numero unico (lu-glio-agosto), il mio augurio di buone vacanze e vi do appuntamento a set-tembre.

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| iN PriMo PiaNo

Quando l’Italia pianse le cen-tinaia di vittime del terre-moto verificatosi a L’Aqui-

la il 6 aprile 2009, ci fu una vera e propria gara tra coloro che volevano essere i primi a dichiarare, oltre il cordoglio e il sostegno alla popolazio-ne abruzzese, che «mai più» si sareb-be permesso una sottovalutazione dei sintomi sismici nella penisola italia-na, «mai più» si sarebbero costruiti edifici di sabbia e fango (neanche fos-simo tornati tra antiche civiltà a.C.), e soprattutto «mai più» si sarebbero abbandonate le popolazioni colpite dal sisma dopo aver millantato aiuti, ricostruzioni e interdizioni da spese, mutui e quant’altro potesse gravare sulla testa di una famiglia già provata dalla calamità. Il sisma in Emilia di questi mesi, al-trettanto previsto e sottovalutato come quello aquilano, ci regala un quadro assai variopinto in cui le responsabi-

l sisma in EmiliaUn’altra anomalia italiana: lo strano caso del terremoto a “responsabilità limitata” _ di Samir Hassan

lità politiche e gestionali si rimpallano come un flipper di quart’ordine: scampanellii, fondi che schizzano da una parte all’altra delle articola-zioni amministrative, qualche brusco colpo di assestamento e poi il “tilt” che chiude la par-tita. Cominciamo col dire che, nel momento in cui la terra ha tremato in Emilia, sono morti 18 operai al lavoro, evi-denziando un cedimento strutturale dell’edilizia industriale in una delle zone più produttive del Paese. A ciò si aggiunga che alcune aziende delle aree terremotate, pur di riprendere quanto pri-ma l’attività produttiva (anche senza certifica-zione di agibilità), han-no cercato di bypassare l’ordinanza della Pro-tezione Civile facendo firma-re ai lavoratori

delle liberatorie individuali, ovvero il modo più semplice e veloce per declinare qua-lunque responsabilità diretta dell’azienda nel caso doves-sero verificarsi ulteriori inci-denti sui luoghi di lavoro. La “responsabilità limita-ta” che si sta diffondendo in Emilia, secondo la quale si riparte verso crescita e pro-duttività tenendosi per mano - anche a costo di sacrifici e rischi procedurali che co-munque esentano le istituzio-ni da responsabilità oggetti-ve, è oggi forse il rischio più grande che ostacola la ripar-tenza delle aree terremotate. Credere che il sacrificio ed il rischio debbano essere oneri assunti dalla cittadinanza già piegata dalla calamità è un subdolo tentativo di oscurare

le responsabilità politiche di chi, pur avendo fondi e mandati di gestione, non riesce - caso cronico per l’espe-rienza italiana in drammi sismici - a dare un imprinting di vivacità e pro-spettiva ad una terra che, con la sua storia di cooperativismo e tradizione di piccola imprenditoria, chiede a gran voce di accendere il semaforo verde della ripartenza.Una situazione di stallo, purtroppo, che fa il paio con le gravi anomalie italiane. Da pochi giorni infatti, il Ministero delle Infrastrutture e Tra-sporti ha stanziato oltre 51 milioni di euro (!) per il piano di ricostruzione e miglioria dell’Irpinia, travolta dal terremoto nel 1980 (!!). A distanza di 32 anni, dunque, il pozzo senza fon-do che ha nutrito la Campania dopo il sisma continua ad elargire ingenti somme di denaro pubblico; proprio nei giorni in cui, tra maratone di sms e piccoli aiuti esterni, si cerca di met-tere su una dignitosa quota da stan-ziare come start-up per far ripartire l’Emilia. Anomalie italiane. Purtrop-po non da contagio, ma di derivazione genetica.

| Terremoto in Emilia

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roMa & Co. |

l sisma in Emilia

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| Fatti e MisFatti

Si è parlato dello scandalo del calcio scommesse in va-rie salse. C’è chi ha eviden-

ziato come fosse assurdo trovarsi im-pantanati in una situazione identica a quella di qualche anno fa, troppo frettolosamente derubricata sotto la voce “debellata”. Altri, altrettanto giustamente, hanno preferito assu-mere il punto di vista dell’utenza, di quelle tifoserie (praticanti ortodossi o sportivi dall’impronta più laica) che sono il motore commerciale del giocattolo sportivo e televisivo. C’è stato anche chi, pur conscio di into-nare un ritornello già sentito, ha in-

vece invocato tuoni, fulmini e saette della giustizia sportiva, forte del fatto che fa-cendole fare il suo corso si sarebbe giunti ad un duplice risultato: l’allontanamento dei colpevoli dai loro rispettivi ambiti e competenze, e la consacrazione nazionale

uando il libero mercato non si controllaCalcio Scommesse. Lo scandalo italiano visto da dietro le quinte: finanza e S.p.A._ di Samir Hassan

della Giustizia spor-tiva, quella con la G maiuscola. Quel-la che ha tempi più brevi di quella ordi-naria e che anzi con-segna a quest’ultima una pratica giudizia-ria già marcata dalla propria impronta; una sorta di brand di efficienza che, in un Paese altamente

corrotto e rallentato nella macchina giudiziaria, si erge a nuova best practice, mutuando la nuova deon-tologia giurisprudenziale proprio dall’ambito della sportivo.Quello che non si dice mai e che si dimentica di in-dagare, quasi in maniera sistematica, è come sia sta-to possibile spostare l’asse portante del calcio in una dimensione virtuale, fatta

di scommesse, diritti televisivi, S.p.A. e finanziarizzazioni varie. Il mercato nato intorno al calcio (non lo scopre certo Nuo-ve Proposte) ha rappresentato un modello di sviluppo a capitale avanzato in cui per primo si sono sperimentate nuove forme

di liberalizzazione selvaggia, salvo poi retrocedere e salvarsi in corner con inni al fair play finanziario e ai tetti massimi di ingaggi e acquisti. La speculazione che oggi avvolge l’intero pianeta – pratica-mente quello che da 4 anni conosciamo come crisi – ha da tempo posto un tas-sello fondamentale del proprio mosaico nella speculazione sportiva, in primis nel calcio. Le prime società sportive costitui-tesi S.p.A., le prime forme di azionariato per sollevare i bilanci in rosso, le partner-ship con banche ed istituti di credito, gli

aumenti di capitale, sono espressioni e categorie semantiche non più confinate sulle colonne de Il Sole 24 Ore ma anzi ormai entrate a pieno titolo nelle stanze delle Presidenze dei club di Serie A, B e Lega Pro. Anche la nuova sistematizzazione nata dentro la Lega Calcio, con la creazio-ne di una Lega per la serie maggiore e quelle cadette, è stata (anche) frutto dell’acuirsi di una disputa sorta intorno alla spartizione della torta (assai invi-tante) dei diritti televisivi, dello smem-bramento della “classica domenica fantozziana” in tanti piccoli appunta-menti calcistici alle ore più improbabi-li, di cordate di Presidenti, fazioni e chi più ne ha più ne metta.Questo, ovviamente, non vuole far passare in secondo piano la rilevanza e l’impatto pubblico che le vicende di noti calciatori della Serie A e B hanno esercitato sugli appassionati del calcio.

Tuttavia, sarebbe miope leggere degene-razioni di tale portata, quali scommesse e partite combinate, come un fenomeno fine a se stesso e auto-generatosi, capace inoltre di cessare il propagare dei suoi ne-fasti effetti con le prime misure cautelari e la fine delle istruttorie delle Procure di Cremona, Napoli e Roma. Anche aspetti di questa degenerazione sono figli di una liberalizzazione del mercato dentro l’am-bito sportivo. Attendere quindi il corso della giustizia sportiva non farà venir meno la bieca cultura in cui sembra esse-re sprofondato il mondo del calcio italia-no. Capire, invece, perché in Italia questo sistema mostra falle ampie da colare a picco mentre in Europa (bene o male) si galleggia ancora, è forse un altro punto interrogativo che andrebbe indagato.

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Fatti e MisFatti |

Di fronte a una crisi ripetuta-mente speculativa che grava, ancora una volta, sulla spesa

pubblica, abbiamo avuto pure la festa della Repubblica, seppur sobria quanto smorzata. Quella pagata da tanti citta-dini che hanno l’onesto senso dello Sta-to. È l’ennesimo furto istituzionalizzato verso una popolazione già provata, in ogni ambito, attraverso scellerati ta-gli che si trasformano poi in sperperi reite-rati dalle caste (auto-privilegiatesi) come ad esempio della po-litica, di insospetta-bili sindacati e di un Quirinale che, con ri-chiami commossi alla “crescita e sobrietà” nazionale, consuma disinvoltamente costi quattro volte superiori al Buckingham Palace della contenuta quan-to trasparente Regina d’Inghilterra.La parata, bandita prima della crisi, si è ora trasformata in una dispendiosa sceneggiata voluta dal Presidente della Repubblica. Colui che, unitamente al Presidente del Consi-glio (tra rigore e lo spauracchio dello spread), chiede oggi agli italiani di es-sere “uniti e solidali”, mentre li stanno tradendo imbracciando il baluardo di ambigui patriottismi ben lontani dagli ideali dei Padri dell’Unità d’Italia oggi tanto propagandati.Le sofferenze provocate e soffocate così

esta della RepubblicaNella farsa della crisi sperpero e ipocrisia che indignano i cittadini_ di Alberto Pellè - www.albertopelle.it

a lungo, rischiano fortemente di esplo-dere, insieme a una sorta di “colpo di stato” attuato dallo stesso Governo che non è poi stato eletto dai cittadini. Giacché la repressione, la mala politi-ca, ovattata ora di perbenismo subdolo mummificato, può trasformarsi presto in catastrofe.Si provi, come accade nelle società ci-vili, ad ascoltare seriamente gli italiani

onesti per sapere se approvano o se è sano tutto questo. Quando è stato loro sottratto denaro, servizi, lavoro e, in modo velocemente criminoso, le pen-sioni d’anzianità (da restituire); quan-do la pressione fiscale e costi, ormai insopportabili, della politica sono tra i più alti al mondo, invocazioni quali: “crescita, sobrietà, equità”, sono ormai spoglie ipocrisie.Un Governo intento sostanzialmente a

fare cassa, sopprimendo la collettività nei valori e nello sviluppo, fa venire in mente Max Weber quando parla di “Specialisti senza coscienza”.È criminale, mentre continuano i suicidi e si mette da anni in ginocchio il Paese su ogni fronte: etico-sociale-economico, che fiumi di ricchezze, derubati ai ser-vizi e ai cittadini comuni già impove-riti, vadano sciupati ai fini speculativi

e improduttivi dalle va-rie lobbies, sempre più svincolate dai sani vin-coli giuridici. Che po-litica è dunque, anche se non è semplice go-vernare, quella con cui, per non abbattere i veri sperperi, la concussione, la corruzione dilagante anche ai vertici istitu-zionali, sono colpite con fare politichese le fasce più vulnerabili e oneste che sono poi superiori a quelle disoneste?Ci si rivolge ai cittadini indignati, a quelli con-sapevoli e nuovi ben pensanti, alle rappre-

sentanze istituzionali e sociali che stan-no continuando, nell’autoreferenzialità, a generare lo sfacelo e a perdere signi-ficativamente il contatto con la realtà della popolazione. Pur pretendendo di rappresentarla. Badando di fatto alla ricchezza di pochi, sottraendola ai più contro il Bene Comune a cui tutti siamo responsabilmente chiamati.

uando il libero mercato non si controlla

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| Diritto e legalita’

L’isola di Gorgona, di fronte a Livorno, è l’ultima isola–penitenziario rimasta in

Italia. Qui vivono circa 70 detenuti, che non indossano divise ma abiti da lavoro. Tutti, infatti, fanno un me-stiere e per questo vengono pagati. Ti sembra di essere in un villaggio di una qualche campagna italiana, inizialmente. Vedi solo verde, gente che si muove sui trattori e persone che girano con attrezzi per i campi. I detenuti non stanno chiusi sempre in celle, ma vivono quasi liberi.

Qui si è tenuta la IV Giornata Mon-diale dell’Omeopatia cui ho parteci-pato in veste di giudice. Quest’anno la partecipazione è stata particolarmen-te “trasversale” perché ha registrato la presenza di persone provenienti da percorsi diversi ma accomunati dal-lo stesso desiderio di rimuovere gli ostacoli alla salute, promuovendola in termini olistici per la realizzazione piena dell’essere umano (art. 3 Co-stituzione Italiana), con una dove-rosa estensione anche ai non umani. Le figure intervenute sono state: un medico tradizionale (penitenziario, ospedaliero, mutualistico), un medi-co omeopata, un veterinario omeopa-ta, un farmacista, un fitoterapeuta, uno psicopedagogista, un detenuto, un agente di polizia penitenziaria, abitante di Gorgona, ospiti non me-dici (tra i quali un giovane di scuola media). E poi c’ero io come giudice drammaturgo, volontario.

V Giornata Mondiale dell’OmeopatiaGorgona, isola dei detenuti, modello per una nuova struttura carceraria dal volto umano_ di Gennaro Francione

Queste giornate, sempre attese con molto interesse, si stanno configu-rando come autentici momenti di condivisione fraterna rispetto a una “salute globale” dove l’obiettivo è l’elevazione di ogni vivente attraver-so percorsi di “cura” che attingano a tradizioni culturali diverse e non necessariamente legati alla sommini-strazione di farmaci. Il “prendersi in cura”, nella sua accezione più ampia, è stata la modalità sperimentata in questi giorni grazie anche alla parti-colare energia vitale che si respira su

questa straordinaria isola-carcere.L’approccio complementa-re/non convenzionale alla cura nasce in Gorgona ai primi anni ’90 con l’in-troduzione della medicina omeopatica per la cura e gestione degli animali alle-vati. In seguito a un inedi-to processo di contamina-

zione culturale con il settore umano, alcuni medici hanno seguito un loro percorso formativo in varie discipline complementari. Oggi Gorgona, unica nel panorama penitenziario nazio-nale, presenta una “Carta dei servi-zi sanitari” dove chiarisce la possi-bilità per i detenuti di essere curati anche con medicine complementari. In questo senso è stato recentemente approvato un progetto dalla Regione Toscana proprio per sostenere le at-tività di medicina complementare in

Gorgona sia nel settore umano che animale.Ci si può chiedere che ci faceva un magistrato in un convegno interna-zionale di medici omeopatici. La spiegazione è presto data.Il sistema penale e penitenziale ita-liano è in agonia. Carceri che po-trebbero contenere 40.000 detenuti ne ospitano 70.000, rinserrati come topi in gabbia e con evidente tratta-mento disumano. In un apparente sistema punitivo la gente va dentro e ne riesce dopo gior-ni o mesi. La mia esperienza di giudice mi ha insegnato che il carcere non redime e anzi aggrava la situazione di molti delinquenti che escono più arrabbia-ti e disperati di prima. Ritornando al nostro convegno ome-opatico Marco Verdone, veterinario omeopata di Gorgona e organizza-tore principe del convegno insieme al dottore Giampiero Leonessi, me-

dico di guardia nell’iso-la, ha sottolineato la funzione decisiva che hanno nel percorso di recupero e rieducazione dei devianti gli animali di Gorgona. A tutte le persone che vengono in visita in Gorgona si cer-ca di far conoscere da vicino le attività svolte con gli animali e i meto-di di cura che vengono utilizzati. Per tale mo-tivo, proprio nell’ottica di riconoscere dignità a questi altri “esseri sen-zienti”, la condivisione

della salute è stata allargata ai loro diritti. La salute, intesa in modo in-terspecifico, sistemico e collettivo ha incluso anche la dimensione etica e per questo è in corso di elaborazio-ne un documento chiamato “Carta dei diritti degli animali di Gorgona”. Solo attraverso il riconoscimento del-le varie “alterità” e dei diritti degli “ultimi” possiamo liberare loro, noi ed aspirare a una società tesa verso uno stato di salute allargato a tutti.

| Isola di Gorgona

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roMa & Co. |

V Giornata Mondiale dell’Omeopatia

In ogni periodo dell’anno, tra televi-sione e in giro per l’Italia, impazza-no programmi e provini canori, che

si prefiggono lo scopo di far diventare fa-mosi giovanissimi e non, spesso celebran-do più l’aspetto fisico che le doti artisctico/canore.Lo scorso giugno, nel suggestivo scenario di Colle fiorito (Guidonia) si è tenuta una importante kermesse canora. Come in ogni appuntamento importante, Nuove Propo-ste non poteva mancare per la celebrazione di un tale evento.La serata è trascorsa in maniera molto pia-cevole e toccante, grazie anche, alla parte-cipazione di due ragazze che hanno allieta-to le nostre orecchie e le nostre anime, con la loro superba voce.Non saranno ancora famosissime, ma si-curamente, a nostro parere, meriterebbero più di tanti altri pseudo cantanti di esserlo, avendo delle doti vocali non indifferenti.La prima, Giulia Piacentini, ha interpreta-to la famosissima e difficilissima canzone “L’anno che verrà” (del noto cantautore, da pochi mesi scomparso, Lucio Dalla,

na sera d’estate a Colle FioritoGiulia Piacentini e Vanessa Bonanno, due promesse della canzone italiana_ di Luigino Borgia

scritta nel 1979).La voce di Giulia, dol-ce e incantevole, non ha deluso le aspettative del pubblico, anzi, con la sua semplicità inter-pretativa, ha incantato tutti gli spettatori.L’altra cantante, Vanes-sa Bonanno, altrettanto brava, ha interpretato anch’essa, un altro pila-stro della nostra musi-ca; “I migliori anni della nostra vita”, una canzo-ne scritta da Maurizio Fabrizio e Guido Morra per Renato Zero, pub-blicata nel 1995 (uno dei brani tratti dall’ album “Sulle tracce dell’imperfetto”). Una canzone importante e di complicata interpre-tazione, la cui difficoltà non ha toccato né preoccupato minimamente Vanessa (per

lo meno in apparenza), che ha saputo dare perfet-tamente la giusta enfasi al momento.La serata a Colle Fiorito è stata la celebrazione del-la musica italiana, troppo spesso sottovalutata ed in-flazionata e l’interpretazio-ne dei partecipanti è stata il connubio perfetto di un evento indimenticabile.Nuove Proposte, non può che augurare alla scuola S.A.F. DANCE, a Giulia Piacentini e Vanessa Bo-nanno, una lunga carriera da cantanti, poiché saper interpretare in maniera così perfetta canzoni di un tale calibro, divenute famo-se poiché cantate dai più grandi cantautori contem-poranei, non può che far

presagire un futuro roseo per queste due splendide ragazze.

| Vanessa Bonanno

| Giulia Piacentini

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| roMa & Co.

Cerco l’estate tutto l’anno…e poi magari prima passa, meglio stiamo! La conclu-

sione è un po’ forzata, ma rende. E’ innegabile il fascino illimitato di que-sta stagione. La retorica prevalente l’associa ad una nota sequela di luoghi comuni: fame di vacanze, richiamo di evasioni nella città deserta, modifica dei bioritmi, tirare alle ore piccole alla ricerca di eventi ed aria fresca.Estate, emozioni forti ed umori contraddittori. Guai a pensare che sia solo una questione d’età. L’estate è una condizione di sconfinata giovinezza che deborda da ogni canone di maturità. Ti assale la nostalgia dei 100 giorni di stacco tra un anno scolastico e un altro, delle scorribande notturne e de-gli innamoramenti balnea-ri. Eppure nei mesi torridi è come fare un ‘copia e incolla’ e riassaporare, con la scusa del rilassamento, profumi ed ebbrezze senza dover giu-stificare a sé stessi qualche fuori programma. Ti aiuta all’inizio un po’ di mestiere nel saperti barcamenare tra luoghi e abitudini collauda-ti, ricorrendo, ad esempio, all’intero campionario del-le consolazioni ‘fantozzia-ne’. Le scuole sono chiuse e ci sono vantaggi evidenti nella riduzione del traffico mattutino, generando illu-sioni durature che ti annoiano solo a pensarle; pratichi il “bagni e fuggi”, presumendo di distinguerti dai pin-gui congressi di carne umana, eroica-mente esposti senza filtri al solleone; pregusti la visione di film all’aperto e l’attrazione di coni e coppette che dovrebbero conciliarti con il riposo, preceduto dal rito liberatorio dell’al-leggerimento domestico da giacche e scarpe che hanno blindato il tuo pere-grinare intorno ai 40 gradi.Ma poi siccome bisogna pur vivere, anche d’estate, assai meno liriche

state in città, si salvi chi puòStagione adorabile, ordinarie difficoltà _ di Piero Ambrosi

sono le frustrazioni che accumuli quando comunque ti devi muovere ed organizzare la giornata, ricorrendo a tutto quello che dovrebbe funzionare. Chissà perché quello che non funziona lo vedi soprattutto nelle settimane più calde. Quando rientri a casa ad una certa ora, non puoi non contempla-

re i cassonetti dei rifiuti che, assenti i vacanzieri, dovrebbero essere meno colmi, ma in compenso sono frequen-tati da allegre compagnie di cani, che dilatano l’area dell’indecenza, span-dendo in lungo e largo buste e car-toni. Succede anche negli altri mesi, ma in questo periodo i cani sono più numerosi. E così realizzi che si sono uniti alla compagnia quelli ‘stagiona-li’, abbandonati dai padroni che pro-prio non ce la fanno né a portarseli dietro in villeggiatura e neppure ad assicurargli un ricovero dignitoso in

loro assenza. La statistica parla di un calo degli abbandoni dei cani e di un aumento invece per gli altri animali. Impauriti dalla guardia che montano ai contenitori e impossibilitati a con-servare (complice la calura) i rifiuti tra le mura amiche, avremmo di che decidere sul da farsi. Nel frattempo

continueremo invano ad imprecare contro l’esibi-zione di ingombri (elettro-domestici, materassi) ino-pinatamente ‘dimenticati’ agli angoli di strada da chi evidentemente libera nella bella stagione istinti di at-tacco al decoro e alla nor-male convivenza.Non va meglio durante il giorno con i mezzi pub-blici. Orbi degli scolari, bus e treni diminuiscono la frequenza e talvolta ri-nunciano all’aria condizio-nata. Accalcati su pedane e vagoni, ci rassegniamo do-cilmente a viaggi incompa-tibili, non solo con elemen-tari standard di comodità (che non dovrebbero essere discrezionali), ma con la tutela della salute, specie dei più anziani. A proposi-to, Venditti invitava in un suo pezzo a non morire di domenica. Noi sommessa-mente aggiungeremmo di non ammalarsi d’estate per non sperimentare file da stadio o ritardi e annulla-menti di visite all’ultimo

momento o soggiorni in strutture ospedaliere dove l’attenzione per il paziente scema in modo direttamente proporzionale all’approssimarsi delle ferie o del mitico ferragosto.Che dire dell’acqua che scarseggia, di uffici semiaperti, del negozio che an-ticipa la chiusura (proprio quello che ti serviva) del manutentore o dell’ar-tigiano sommerso da richieste d’inter-vento che riuscirà forse ad evadere prima di Natale. E la chiamano estate ….

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Apre a Roma il più grande luogo al mondo dedicato alle eccel-lenze agroalimentari italiane.

Circa 16.000 metri quadrati dove il cibo di grande qualità sarà esposto e messo in vendita, degustato nei vari ristoranti e studiato nelle aree ed aule didattiche. Un’in-tegrazione totale tra mercato, ristorazione e didattica che già gode di grandi successi a Tori-no, Genova, Milano, Bologna, a New York e a Tokyo.Il progetto Eataly, nato da un incontro tra il patron Oscar Farinetti e il fondatore di Slow Food, Carlo Petrini, trova sede presso l’edificio dell’ex Air Ter-minal all’Ostiense, in piazzale XII Ottobre 1942, che ospita anche la nuova Casa Italo di Ntv. All’esterno del-la struttura sono disponibili quasi 600 posti auto. Internamente, invece, ci sono quattro piani all’insegna del buon man-giare nostrano che contengono 23 risto-ranti specializzati in pasta, pesce, carne

l via Eataly RomaUn grande contenitore di prodotti agroalimentari della ristorazione made in Italy_ di Andrea Vitale

o corner di ristoro di fritti romani e di mozzarella di bufala, 40 aree didattiche, 8 aule per i corsi (di cui un centro con-gressi capace di ospitare dai 100 a 300

ospiti), stand per la vendita dei prodot-ti e molto altro ancora. I prezzi? Una birra Menabrea da 33cl fredda di frigo 1,90 euro, invece, per mangiare si va dai 3 euro dei chioschi ai 100 euro del risto-rante Italia. Nell’Air Terminal, la struttura realizzata

per i Mondiali di calcio del 1990 dall’ar-chitetto postmoderno Julio Lafuente, troveranno luogo oltre 14.000 prodotti agroalimentari di qualità, vi troveran-

no lavoro circa 500 persone e si attenderanno ogni giorno più di 20.000 clienti di Roma, della regione Lazio e delle regioni li-mitrofe oltre naturalmente a un grande numero di turisti che, dopo aver visitato il Colosseo, i Musei Vaticani ecc. troveranno in Eataly Roma un altro grande luogo della bellezza italica dedi-cato appunto al cibo.All’interno di Eataly Roma ogni reparto di vendita è preceduto da aree, chiamate dagli ideatori didattiche e emozionali, le quali

hanno il compito di educare i clienti su storia, cultura e caratteristiche dei pro-dotti in esposizione, che comprendono l’eccellenza nel campo dei vini, degli olii, della pasta, del pane, dei formaggi, dei salumi e di tutto ciò che rappresenta l’agroalimentare made in Italy.

state in città, si salvi chi può

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Anna Magnani non ci pensò due volte. Alla guida della sua fiammante automobile, stufa

del traffico del centro, scelse la libertà e si diresse verso il mare, a Ostia, il Mare di Roma. Era il 1970 ed il film “L’automobi-le” mostrava al mondo intero due simboli del boom economico italiano: l’auto, sim-bolo di benessere, e la ricerca del mare, simbolo di libertà. In effetti già da qual-che decennio Ostia stava crescendo, in ri-presa dopo una lunga serie di decadenze e rinascite. Già, Ostia, il Mare di Roma. Circa duemilaseicento anni fa, Anco Mar-cio, il quarto Re, la fondò alla foce del Tevere, in una località che soltanto pochi secoli prima era emersa dal mare che ne aveva pervaso ogni angolo. Analisi pale-ogeografiche hanno infatti rivelato che diecimila anni fa il luogo dove sorge ora Ostia si trovava ad almeno 80 metri sotto

l mare di RomaLa rinascita di Ostia: da Traiano al Kursaal, dall’oggi al futuro prossimo_ di Attilio Colagrossi

il livello del mare ed il Tevere vi si riversa-va a molti chilometri a monte rispetto ad ora. I Romani trae-vano vantaggi com-merciali sfruttando la navigabilità del Tevere da Ostia fino ai piedi dell’Aven-tino, là dove ora c’è Piazza dell’Em-porio ed inizia Via Marmorata. Proprio all’odierno Emporio le chiatte scaricava-no i pregiati marmi

provenienti dall’Africa e dall’Oriente, ma anche il grano proveniente dall’Egitto. Le pesanti navi onerarie non potevano risali-re il Tevere e nemmeno avvicinarsi troppo alla costa, perché Ostia ha sempre avuto i fondali sabbiosi e bassi. La risalita verso Roma navigando il Tevere avveniva per-ciò con chiatte e piccole imbarcazioni, di modesto pescaggio, che avanzano verso Roma con la tecnica dell’alaggio: trainate da riva con robuste funi tirate da stuoli di schiavi e da buoi. La flotta romana, quella che aveva sconfitto Cartagine nelle Guerre Puniche (Delenda Cartago Est) però non aveva Ostia come porto, ma Pozzuoli e Brindisi. Per dotare Roma di un porto de-gno della sua grandezza, Claudio e, suc-cessivamente, Traiano hanno realizzato il Porto di Roma, scavando anche un nuovo ramo del Tevere (il Canale di Fiumicino) e favorendo così la formazione dell’Isola

Sacra. In questo modo Roma, dominatri-ce del Mediterraneo (Mare Nostrum) si era dotata di un proprio porto come pri-mo avamposto marino, facendo di Ostia ancor di più il Mare di Roma. Quei porti non ebbero molta fortuna: quello di Clau-dio si insabbiò presto e quello di Traiano subì, addirittura anticipandoli, gli stessi destini della caduta dell’Impero Romano d’Occidente. Varie vicende storiche videro Ostia come protagonista, ma i tentativi di accrescerne l’importanza non ebbero for-tuna. Può essere emblematica, a proposito di fortuna, la vicenda del Castello di Ostia, eretto nel 1483 per volontà di Giulio II, sul meandro che il Tevere descriveva prima di tuffarsi nel mare. Sì, “descriveva”, per-ché un cambiamento climatico avvenuto a metà del XVI secolo, noto come “picco-la era glaciale”, fece registrare fortissimi afflussi di acqua che causarono, nel 1557, l’ultima importante modifica naturale del corso del Tevere il quale, a causa delle vio-lentissime piene, abbandonò il meandro, assumendo l’aspetto che presenta ancora oggi. Il meandro abbandonato dal Tevere fu chiamato Fiume Morto (oggi è del tutto ricoperto) ed il Castello di Giulio II perse così la sua funzione di difesa del fiume e di controllo dei traffici commerciali. Già in epoca Romana, man mano che il mare si ritraeva e le terre emergevano, a destra ed a sinistra della foce del Tevere si erano venute a formare due lagune. Alla fine dell’Ottocento le lagune furono bonificate e di esse sparì, così, ogni trac-cia. Sui siti bonificati sorgono oggi aree pianeggianti fortemente urbanizzate: gli

| Trampolino del Kursaal

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l mare di Roma ex-stagni di Ostia e Maccarese.Ma a quale Ostia si recava Anna Magnani nel 1970? Nannarella cercava il Mare di Roma, perciò si dirigeva a Ostia Lido, la cui costruzione iniziò nei primi anni del

Secolo XX. Lo sviluppo attuale di Ostia è dovuto a numerosi interventi, principali fra tutti il prolungamento della Via Ostien-se e la costruzione della ferrovia Roma-Ostia Lido. A questo sviluppo si è affian-cato nel dopoguerra la nascita del mito di Ostia, luogo di vacanze, sole, divertimen-

to e di evasione dal caos della metropoli. Forse l’evento che più degli altri ha con-tribuito, con la sua carica simbolica, al sorgere di questo mito è stato, nel 1950, l’inaugurazione dello stabilimento balne-

are Kursaal, realiz-zato su una idea di Pierluigi Nervi. Il grande trampolino, aggiunto nel 1952 e ben visibile a chi in auto arrivava ad Ostia dalla Cristofo-ro Colombo, ne au-mentava il fascino accrescendo il mito di Ostia. Kursaal si-gnificava danaro in quantità, boom eco-nomico e, soprat-tutto, tanto, tanto cinema. Ma già nel 1974 il trampolino fu demolito per es-sere ricostruito ben

ventitre anni dopo, nel 1997. Il forte sviluppo di Roma, accompagnato dalla costruzione di edifici ed infrastrut-ture imponenti, come ad esempio le gran-di opere di sbarramento a fini idroelettrici del Tevere, non ha fatto bene alla spiaggia di Ostia. Il trasporto solido del fiume nel

1970 era misurato in poco più di 3 milio-ni di tonnellate l’anno, appena un terzo dei 10 milioni di tonnellate trasportate un secolo prima. Questa situazione ha inesorabilmente prodotto il fenomeno di erosione: se non si porta terra al mare, è il mare che si riprende la terra. Per contra-stare l’erosione marina delle spiagge sono state costruite dapprima le barriere fran-giflutti e, successivamente, i “pennelli”, barriere oblique o, in alcuni casi, perpen-dicolari alla spiaggia. Già alla fine degli anni ’80 tutto il litorale di Ostia risultava ben protetto. Ma ormai Anna Magnani corre verso mari celesti, ed oggi Ostia ha un altro futuro, che la lega sempre di più alla Capitale e ne giustifica maggiormente e con più forza il destino di Mare di Roma: la re-alizzazione del Secondo Polo Turistico di Roma. Questo progetto vuole fare di Ostia il centro turistico di interessi più vari: convegnistico-fieristico, ludico-sportivo, aero-portuale, naturalistico-archeologico. L’obiettivo? Attrarre ad Ostia, diversifi-cando l’offerta, i milioni di visitatori che ogni anno calcano le strade di Roma, in-tegrando così sviluppo economico e valo-rizzazione dei tesori storici e naturalistici del territorio scelto dai Romani per domi-nare terra e mare.

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| segreti

Alcuni la ritengono un’invenzione, altri una struttura illegittima e con-troversa, troppi non sanno cosa sia e

pochi hanno cercato di combatterla, ma senza risultati. Stiamo parlando del Gruppo (o club) Bilderberg, formato da personalità del mondo politico, sociale e militare, dove si dice vengano decise le regole per “convogliare” la popolazio-ne mondiale verso i loro scopi. Questa storia, che non ha nulla di irreale o fantascientifico, ha inizio in un luogo e in una data precisa, il 29 maggio 1954, a Oosterbeek, una piccola città dei Paesi Bassi, nell’Hotel de Bilderberg. Da quella data, da quel momento preciso, ogni anno, per tre giorni, il Club si riunisce per di-scutere delle problematiche del Pianeta.L’accesso alle riunioni è su invito e non è un caso che si svolgano in piccole cittadine di Pa-esi Europei, lontane da occhi indiscreti e dai Mass-media. Ai partecipanti è vietato rilasciare dichiarazioni e l’ingresso è off-limits soprattut-to per i giornalisti; l’avvicinamento al luogo della riunione è punito con l’arresto.Alquanto criptici e controversi furono l’at-teggiamento e il comportamento di Fehru Koru, giornalista Turco, che da propugnatore di posizioni aspramente critiche nei confronti

controllori del destinoClub Bilderberg: organizzazione segreta per un ordine mondiale _ di Andrea Colantoni

dell’associazione, cambiò magicamente idea dopo essere stato invitato alla ri-unione del 2006.Segretezza, controllo, pote-re, il gruppo include tutte le persone che nei loro campi rispecchiano pienamente questi requisiti come, ad esempio, stando almeno a quanto emergerebbe, Giovanni Agnelli, Romano Prodi, Bill Clinton, Jean-Claude Trichet, Mario Dra-ghi e David Rockfeller, esponente di una fami-glia che dietro la copertura di organizzazioni umanitarie e iniziative benefiche, avrebbe cer-cato di instaurare il “Nuovo Ordine Mondia-le”. Se così fosse sarebbe impressionante, senza dubbio incredibile, il succedersi di avvenimenti che, secondo gli addetti ai lavori, sarebbero da collegare al Gruppo Bilderberg, come il Piano Marshall, l’uccisione di Aldo Moro, lo scan-dalo Watergate, il caso Iran-Contra, la voluta guerra in Afghanistan e l’inimmaginabile, e non ancora avvenuta, annessione del Canada agli Stati Uniti d’ America. Ma può un gruppo

di 120 uomini logorati dal potere, dall’imperialismo, che ogni anno si incon-trano segretamente sotto uno stesso tetto, prendere decisioni che cambiano le sorti del mondo, senza che i media captino la benché minima notizia e senza che la gente comune si ac-corga di nulla? Tutto ciò è davvero molto strano, ma spiega anche il perché della scelta di luoghi come Fiug-

gi nel 1957, Villa d’Este nel 1965, Cernobbio nel 1987 e Stresa nel 2004, dove il gruppo si è riunito per sfuggire all’occhio dei media. La conferenza è organizzata da una commissione, che ha un suo Presidente, un Segretario Gene-rale Onorario e alcuni supervisori.L’incontro di quest’anno si è svolto dal 9 al 12 giungo a Sant-Moritz in Svizzera, ma di cosa si sia discusso a nessuno è dato sapere. Quel che è certo, invece, è che il nostro mondo, sia o meno regolato da altri, ha bisogno di scuotersi, di ag-grapparsi e difendere, quei valori intoccabili da e per chiunque.

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sCuola all’aPerto |

controllori del destino

È finita la scuola. Dopo “le tan-te sudate carte” ben vengano relax e divertimento. Puntua-

le come ogni anno arriva per i genitori il grande compito di “parcheggiare” i figli. Abituati ad avere giornate super impegnate tra piscina, corsi di lingua e quant’altro, i ragazzi non possono proprio rimanere inattivi. Già poco pri-ma della chiusura della scuola corre un tam tam tra i genitori per diffondere informazioni su questo o quell’altro centro estivo al fine di evitare che i pro-pri figli, durante le calde giornate esti-ve, trascorrano troppo tempo davanti alla televisione. Per lo più sono centri dove i ragazzi possono svolgere una serie di attività divertenti e formative, essere coinvolti in laboratori manuali, sportivi o nello studio ludico di una lin-gua straniera. Numerose sono le offerte che Roma propone adeguandole ai gu-sti dei ragazzi e alle tasche dei genitori. Il comune, ogni anno, organizza centri ricreativi estivi in cui, a fronte di un

l bambino dove lo metto?Centri estivi e vacanze istruttive per tutti i gusti_ di Rosalba Abozzi

piccolo contributo, è possibile iscriversi rispettando una graduatoria. Disponi-bilità è anche data da molti volontari che operano nelle parrocchie prodighi nell’aiutare anche d’estate chiunque, non potendo andare in vacanza, voglia impegnare i propri figli. Molti sono an-che gli istituti privati che propongono infinite attività. Se poi si desidera e si ha la possibilità di aderire a qualche iniziativa fuori città, c’è l’imbarazzo della scelta. Il Wwf, prima associazio-ne ad aver organizzato una particolare forma di vacanza-apprendimento per bambini e ragazzi, propone circa 80 destinazioni in tutta Italia con l’obietti-vo di sensibilizzare i più piccoli ai pro-blemi della natura e del degrado am-bientale. Legambiente, con i suoi 250 campi estivi, cerca invece di evidenziare il rapporto ambiente e legalità organiz-zandoli, in collaborazione dell’Associa-zione Libera Don Ciotti, anche in luo-ghi simbolo del degrado criminale come Corleone o Marina di Gioiosa Ionica. Ci

sono, inoltre, molte fattorie che anche d’estate aprono il loro mondo ai giovani facendo vivere loro esperienze a volte sconosciute: contatto con le piante, con gli animali, preparazione di formaggi ed altri prodotti genuini. Queste sono solo alcune delle proposte per regalare un’estate piacevole ai propri figli. Ma, se tutto ciò non basta, ci sono sempre i “campi inglesi” presso qualche località in Inghilterra e oltreoceano dove po-tranno imparare la lingua e nello stesso tempo provare l’ebbrezza di vivere lon-tano da casa.

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“Non puoi mentire alle emozioni che provi”, e non si può nascondere la realtà che splende intorno ad An-

tonino, vincitore dell’edizione di “Amici” del 2005. Un talento ormai consolidato, e arri-vato in finale all’Arena di Verona dopo aver partecipato al circuito Big della stessa tra-smissione, conclusasi il mese scorso.E’ un Antonino Spadaccino cresciuto, più maturo di quello che ritroviamo oggi e, so-prattutto, umile e disposto a qualsiasi con-fronto.Cosa prova quando canta ?Quando canto cerco uno scambio di energia con il pubblico che ho di fronte. Non contano le dimensioni del palco, grande o piccolo che sia, quello che cerco è avere un’interazione profonda con il pubblico. L’Arena di Verona nella finale di “Amici”, in tal senso, è stato un episodio singolare, da brividi. Il ritorno che ho avuto è stato pazzesco.Quale messaggio vuole trasmettere con le sue canzoni?Il messaggio che cerco di trasmettere negli ultimi anni è più “buono”, nella mia musica cerco di raccontare delle storie, avvenimenti belli in cui ci si può identificare, ma fonda-mentalmente storie, il bel canto è importante, ma se non hai un messaggio da dare, una sto-ria da raccontare, la canzone non arriva.Ci parli del suo ultimo album “Libera quest’anima”.L’album è una riedizione del lavoro che ho fatto precedentemente “Costellazioni”. E’ un lavoro più completo. Rispetto al precedente, infatti, contiene tre brani inediti in più. Uno è stato scritto da un membro di una band, gli “Studio 3”, l’altro è un pezzo che è stato scrit-to da Emma Marrone dal titolo “Resta anco-ra un po’” e l’ultimo è stato scritto da me.Quali sono le sue aspettative?Questo è un album diverso dagli altri, le

uando semplicità fa rima con talentoIntervista ad Antonino Spadaccino, big della scuola di “Amici”_ di Andrea Colantoni

aspettative finora sono state buone, le visualizzazioni del video su Youtube sono oltre 52000, spero sia apprezza-to da tutti, addetti ai lavori e non.Quali sono i grandi cantanti del passato a cui si ispira?

Ho tanti punti di riferimento, per quanto riguarda i cantanti internazionali, mi ispiro a Macy Gray, la musica Black, Mow Town, Amy Winehouse, Adele, Coldplay e James Morrison, la musica Soul e il Pop, quello vero. Per quanto riguarda i cantanti Italiani Lucio Battisti e non dimentico le Ballad di Mia Mar-tini, unica nel suo genere. Ha altre passioni oltre la musica?Le altre passioni oltre alla palestra impo-sta (l’affermazione è accompagnata da una grande risata), sono i vinili, la forma fisica, la buona cucina e la tecnologia che mi accom-pagna sempre nei miei spostamenti. Ma ciò

che amo veramente è scattare foto con la mia Polaroid, sarò antico ma il gusto di guardare una foto, averla tra le mani, è un’emozione che lo schermo non è in grado di darti.Ha degli oggetti da cui non si separa mai?Certamente, vado sempre in giro con il mio I-phone e Ipad, sono i miei piccoli strumen-ti per collegarmi con il mondo, per essere in contatto con gli amici e con i miei fans anche su Facebook, senza contare che molti dei miei brani li ho scritti usando proprio questi due “strumentini”.L’ultima domanda riguarda il suo sorriso, che non manca mai sul suo viso.Il sorriso è una delle mie prerogative, cantare mi fa stare bene, e quando salgo su un pal-co sento che sto facendo la cosa per cui sono nato e questo il pubblico lo percepisce anche grazie al mio sorriso, anche perché non puoi mentire alle emozioni che provi.

Noi di Nuove Proposte auguriamo ad Antoni-no un’estate ricca di soddisfazione e successi. Intanto ci ascoltiamo due brani già disponi-bili dell’ultimo disco: “Ritornerà”, pezzo dal sapore estivo, dal ritmo reggae e al contempo malinconico, e “Libera quest’anima”, che dà il titolo all’album.

| Antonino Spadaccino

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a tu Per tu |

uando semplicità fa rima con talento

“La cucina è la mia passione, il mio mondo, quello che

io considero il mio habitat e il lavoro che io amo fare”. Esordisce così Alberico Nun-ziata, ex sergente dell’aero-nautica e fortunato parteci-pante della prima edizione Italiana di Masterchef, for-mat culinario in onda su Sky, rispondendo alle nostre domande sulla sua passione, il suo passato tra i fornelli del reality e il futuro prossimo.Parliamo del program-ma a cui hai partecipato. Come veniva preparata la puntata che poi andava in onda?La preparazione del piatto all’interno del-la cucina di Masterchef durava 50 minuti, quando affrontavamo prove come la mi-stery box o il pressure test, giravamo le due prove in giorni differenti ma veniva-no montate all’interno di una sola. Quello che avete visto dopo come interviste, com-menti e pensieri venivano registrati dopo la prova. Le interviste venivano fatte al presente, al passato o al futuro a seconda dei casi.I piatti preparati per le prove che fine facevano?I nostri piatti erano la gioia dei camera-man, che assaporavano ogni cosa che pre-paravamo, alcune volte anche esprimendo opinioni personali su un determinato piat-to, con commenti di vario tipo per ognuno di noi.Chi era il giudice più arduo da convin-cere della propria passione e talento?Senza dubbio Bruno Barbieri, diciamo che non ero amato da nessuno dei tre. Ma, scherzi a parte, loro erano lì esclusivamen-te per giudicarci, non abbiamo mai avuto alcun tipo di contatto con loro, se non nella cucina di Masterchef dove ci giudicavano per le pietanza cucinate, quindi non posso avere opionioni su di loro, noi cuochi ab-biamo passato molto tempo insieme, non si può dire la stessa cosa parlando di loro.Quali sono gli elementi che ti ispirano quando sei in cucina?Io ho una formazione basata sulla cucina tradizionale, traggo ispirazione dai colori, dai sapori, dagli odori che i prodotti che ho davanti mi sanno trasmettere, e an-

ucina per passioneIntervista ad Alberico Nunziata, protagonista del programma televisivo Masterchef di Sky _ di Andrea Colantoni

che la mia memoria visiva mi aiuta a preparare dei piatti sempre nuovi e curiosi, riuscire ad abbinare un sapo-re o un odore anche solo pensandoci e saperlo ricreare nella tua mente è una capacità che ho acquisito grazie all’esperienza.Quale piatto ti ha dato più soddi-sfazione?Sicuramente gli gnocchi, perché nel-la mia famiglia, quando mio padre era in vita, era lui l’addetto alla pre-parazione degli gnocchi, e un giorno mi disse “falli anche tu con me”. Mi vennero bene e mi sentii veramente soddisfatto.E’ rimasto in contatto con alcuni dei partecipanti?Si, sono rimasto in contatto con Irma e Ilenia, non abitando nella stessa cit-tà abbiamo, ovviamente, soprattutto contatti telefonici, ci sentiamo anche due o tre volte in una settimana. Ho con-tatti, comunque, con tutti coloro che sono rimasti nel mondo del food. Chi sento di più, però, è Irma che per me era una delle possibile vincitrici. Spyros è molto bravo, senza nulla togliergli, ma non il migliore di noi.Cosa le è rimasto dell’esperienza di Masterchef?Masterchef è un’esperienza fortissima, al confine tra reality e storie personali, soffri-vamo moltissimo su quali piatti cucinare e come prepararli. La notte sognavamo le prove che avremmo dovuto affrontare, o con chi ci saremmo sfidati nei test. Anco-ra oggi mi sogno gli errori che ho fatto in alcuni piatti o gli accorgimenti che avrei potuto adottare nella preparazione di un

piatto. Per me è stato molto inte-ressante Masterchef. Sono stato lì dal 17 aprile al 13 luglio, 7 giorni su 7, 24 ore su 24.E’ un esperienza che ripete-rebbe?Assolutamente si, stiamo parlan-do della mia passione.Consiglierebbe ai ragazzi di avvicinarsi al mondo della cu-cina?Si, lo consiglierei solo se per loro è una passione, perché se la alimen-

ti come tale allora è giusto arrivare fino in fondo. Consiglierei anche di provare pri-ma un corso di cucina e se pensano che sia la loro strada allora di seguire scuole e curare quella che può essere la loro scelta di vita.Un’ultima domanda, qual è il sogno che vorrebbe realizzare?Il sogno che vorrei realizzare è quello di aprire un ristorante tutto mio, sarebbe il massimo per me, in Italia, però, è compli-cato, ma non smetto di crederci.

Noi di Nuove Proposte facciamo i miglio-ri auguri ad Alberico per i suoi progetti prossimi e futuri sperando di assaggiare quanto prima qualcuno dei suoi piatti nel “suo” ristorante.

| Antonino Spadaccino

| Lo chef Alberico Nunziata

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| salute

Estate significa soprattutto sole e abbronzatura. Assaporare l’esposizione ai caldi raggi non

solo è piacevole, ma produce effetti be-nefici su tutto l’organismo. Il sole influ-isce sul sistema immunitario, tonifica il fisico e stimola la sintesi della vitamina D necessaria per lo sviluppo scheletrico e, come se non bastasse, mette di buonu-more. Un’esposizione prolungata produ-ce, infatti, serotonina, un neurotrasmet-titore che agisce, appunto, sull’umore.

ole si, ma con cautelaConoscere i raggi solari per ricavarne benefici e prevenire danni alla salute_ di Fernanda Annichiarico

Come in tutte le cose, però, è ne-cessaria la giusta misura, i rischi sono sempre in agguato. Tra i raggi solari ad arrivare sulla terra sono solo gli infrarossi e gli ultra-violetti. I primi provocano disidra-tazione facendo rischiare il colpo di sole e l’eccessiva vasodilatazio-ne, nociva per chi soffre di vene varicose. I secondi, invece, sono i maggiori responsabili degli erite-mi, ma possono provocare anche danni maggiori. Mentre un tipo di ultravioletti, infatti, gli uvb, si ar-

restano sull’epidermide, un altro tipo, gli uva, penetrano in profondità nel derma invecchiando la cute. Un’eccessiva e non corretta esposizione, quindi, può causare danni immediati come orticaria e scotta-ture, o tardivi come macchie scure, che-ratosi, invecchiamento precoce e, a volte, anche tumori. Tra i danni tardivi legati all’esposizione solare i tumori della pelle sono sicuramente i più seri. Questi si pos-sono classificare in tre tipi. Il carcinoma basalioma, che appare come un piccolo

nodo duro al tatto che cresce di dimen-sioni. Lo spino cellulare, che nasce dalle cellule più superficiali, indice di esposi-zione cronica, e colpisce prevalentemente le parti più esposte come viso, orecchie, collo, cuoio capelluto e dorso. Questo tipo cresce molto lentamente e difficilmente dà luogo a metastasi. Non è così, invece, per i melanomi, che possono crescere sia in superficie che in profondità intaccando anche i linfonodi più vicini. Un’eccessiva esposizione, però, può pro-vocare anche danni alla vista in quanto le radiazioni ultraviolette possono cau-sare problemi alla cornea, alla retina e al cristallino provocando dolori, foto-sensibilizzazione e lacrimazione. Utile prevenzione è l’utilizzo delle lenti scure. Da tener presente, infine, che anche l’uti-lizzo di farmaci come antibiotici, alcuni antiallergici e la pillola anticoncezionale possono sviluppare una fotosensibilizza-zione. E’ importante perciò, per usufrui-re appieno dei benefici dell’”oro celeste”, adottare le dovute precauzioni e…buon sole a tutti.

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sPort |

Siamo nei mesi più caldi dell’an-no. Tra vacanze al mare e in montagna, ogni luogo è perfet-

to per tenersi o rimanere in forma, oltre al meritato riposo dopo un faticoso anno lavorativo o di studio. Il periodo estivo è si-curamente il momento ideale per prendersi cura di sé, dopo un intero anno di impegni e stress. A dirla tutta, quando si avvicinano le agognate ferie, arriva anche un pizzico di preoccupazione. Primo problema da affrontare per tutti, uomini e donne, è la prova costume. Per quanto si possa essere magri e tonici, infatti, prima delle vacanze, nella stragrande maggioranza, si è meno in forma di quanto si sia alla fine. Le vacanze fanno bene? Certo! Quest’affermazione si può spiegare in molti modi, la prima dif-ferenza fra vita cittadina e vita “da vacan-za” è il movimento. Se l’inverno, salvo che nelle palestre attrezzate, è quasi impossibi-le fare movimento, durante l’estate, invece, tra una pedalata e una nuotata si riesce a dedicare più tempo allo sport. Insomma le

alestre all’aria apertaOgni luogo è perfetto per continuare l’allenamento effettuato durante tutto l’anno_ di Riccardo Borgia

vacanze sono una palestra all’aria aperta, ma vediamo come ogni ambiente può re-galare momenti di sport. Intanto il luogo estivo per eccellenza, il mare. Sole e acqua salata fanno bene già di per sé, ma si può sfruttare la spiaggia per allenarsi. Ad esem-pio una camminata di 20 minuti che inizia con l’acqua alle caviglie per concludersi a livello del bacino, è un ottimo esercizio. Un altro buon allenamento può essere decisa-mente il nuoto, infatti, 20 minuti al giorno è l’attività più completa che si possa desi-derare. Per chiudere in bellezza partite a beach volley e racchettoni sono ottimi per un buon training cardio-circolatorio. Molti italiani però scelgono la montagna per le loro vacanze estive. Anche per loro ci sono molti modi per mantenersi in forma. Oltre i 1.500 metri, infatti, l’altitudine è già un allenamento a livello respiratorio. In ogni caso, se ci si reca in montagna, è sempre meglio concedere al fisico un paio di giorni per potersi adattare alla nuova condizione prima di praticare attività sportiva. Dopo si

può iniziare con una piacevole camminata o corsa tra i sentieri montani o una pedala-ta in mountain bike per bruciare le calorie assunte nei pasti ricchi di montagna. Na-turalmente si può terminare con una bella seduta di respirazione a pieni polmoni per chiudere al meglio una giornata di sport. Se quest’estate preferirete andare in un’in-solita spiaggia o assaporare dei paesaggi mozzafiato in montagna, ricordate sempre di fare del moto per rimanere in forma e soprattutto migliorare il proprio stato di salute.

ole si, ma con cautela

Nella grande estate di sport proposta in questo scorcio di 2012, le Olimpiadi di

Londra sono senz’altro l’evento più importante e seguito in ogni parte del globo. Il grande sforzo economico sostenuto dal CIO (Comitato Inter-nazionale Olimpico) ha reso possibi-le il ritorno della più antica manife-stazione sportiva in Europa. Londra, che vinse nettamente l’assegnazione dell’ambito progetto (sbaragliando

XX Olimpiade, Londra 2012Il 27 Luglio inizia l’avventura della più antica e blasonata competizione sportiva internazionale_ di Samir Hassan

anche la debole concorrenza di Mosca e Parigi nel luglio 2005), vive oggi frenetiche giornate di sistemazioni, rifiniture e cura nei dettagli. Dal 27 luglio al 12 agosto oltre trenta discipline sportive verranno interpretate da attori di primo livello del palcoscenico sportivo interna-zionale, a garanzia di uno spet-tacolo certamente fantastico.Lo scorso 22 giugno il Presi-dente della repubblica Giorgio

Napolitano ha ufficialmente ricevu-to nelle stanze del Quirinale l’inte-ra rosa azzurra che parteciperà ai Giochi Olimpici e Paralimpici; oltre a numerosi atleti, erano presenti le eminenti personalità dei vertici spor-tivi italiani, tra cui Giovanni Petrucci (Presidente del CONI) e Raffaele Pa-gnozzi (Segretario Generale e Capo Missione ai Giochi Olimpici). L’occa-sione dell’incontro al Quirinale, oltre alle solite rituali raccomandazioni,

incoraggiamenti e scaramanzie, è stato il momento in cui Napolitano ha ufficialmente investito Valentina Vezzali e Oscar De Pellegrin come portabandiera ufficiali delle nostre due rappresentativa nazionali, sia ai Giochi Olimpici che in quelli Para-limpici. La rappresentativa azzurra, quindi, tenterà nuovamente di stupire nelle discipline che già ci hanno consacrato, nel corso degli ultimi anni, nell’olim-po dei migliori atleti del mondo. La scherma, il nuoto, la boxe, ma anche ciclismo e canottaggio. 15 giorni ad alta intensità agonistica, 15 giorni in cui le arti più nobili dell’universo sportivo ritrovano il degno palcosce-nico della competizione più ambita. La XXX Olimpiade internazionale è alle porte, una degna compagnia in quest’estate che, tra Europeo di Calcio e scandali scommesse, aveva avvelenato la voglia di sport e sana competizione.

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| teCNologia

Chi da bambino non si è mai accucciato sulle ginocchia dei nonni per ascoltare i loro rac-

conti? Storie a volte tristi, altre invece divertenti o nostalgiche. Sempre attenti a cogliere un’espressione del volto e a non perdere una sola parola di quei fatti che ci venivano rivelati. Purtroppo molti di quei racconti spariscono assieme alle persone stesse e quello che ci resta è solo un vago ricordo. Oggi, però il web può aiutarci a non dimenticare, a fissare il passato e tutto l’immenso valore dei ri-cordi.“Memoro.org” nasce a Torino nel 2007, un progetto no profit gestito dall’Asso-ciazione Banca della Memoria Onlus. Il suo scopo è quello di raccogliere tutte le esperienze e i racconti di vita delle per-sone nate prima del 1950. Le persone comuni sono protagoniste di clip audio, ma soprattutto video, di pochi minu-ti, che raccontano la storia dal proprio punto di vista.Questa iniziativa è scaturita dalla vo-lontà di generare ricchezza culturale, accumularla e distribuirla in modo asso-lutamente gratuito. Ognuno di noi può diventare un “cercatore di memoria” perché è sufficiente essere in possesso di un registratore, di una macchina foto-grafica, di una videocamera o semplice-mente di un telefonino, registrarsi al sito (www.bancadellamemoria.it) e caricare i propri filmati nella pagina personale. Si potrà sempre modificare, aggiungere o cancellare i contenuti creati, ma non solo, perché ogni utente avrà anche la possibilità di creare nuovi “percorsi”, ossia insiemi di racconti audio e video da condividere con gli altri. La redazio-ne di “Memoro.org” poi visiona tutti i filmati e li completa tramite un lavoro di montaggio, inserendo ove necessario sottotitoli e altri dati relativi al contesto storico o all’autore.Per dare un’idea abbiamo raccolto qual-che esempio. Il signor Bruno nato nel

Memoro.org”, la banca della memoriaUn progetto capace di generare ricchezza culturale_ di Simona Mastropaolo

1928 era solo un ragazzo quando venne deportato in un campo di concentra-mento nazista in Germania, ed è così che racconta uno dei tanti momenti difficili di quella terribile esperienza: “Nel cam-po ci davano una pagnotta di pane da dividerci, ma noi non avevamo neanche un coltello con cui tagliarla, quindi ci ar-rangiavamo con un cucchiaio. Le fette, ovviamente, non potevano riuscire tutte uguali. Di certo non volevamo litigare tra di noi per il cibo, quindi, per non fare torto a nessuno, avevamo inventato una specie di tombola con dei numeri ri-tagliati da pezzetti di cartone, ci mette-vamo in fila e si estraeva a sorte.” Oggi il volto di quest’uomo ci appare sereno e il racconto viene descritto con tanti sorrisi. È proprio questa la bellezza di guarda-re un videoclip, perché non ci si limita solo ad ascoltare, ma si possono notare tutte quelle espressioni e quei particolari che caratterizzano e rendono unica una precisa esperienza storica e personale.

Ma ci sono anche video divertenti e di costume come quello della signora Zoe, la “ritoccatrice di foto”, che nel 1939 lavorava presso lo studio fotografico del padre. Durante la guerra, si occupò di abbellire e correggere le fotografie delle ragazze che poi venivano spedite ai fi-danzati militari. Oppure il racconto del signor Marino, oggi settantenne, che ci ricorda di come una volta non ci fosse-ro molte occasioni per corteggiare una ragazza e quindi, spesso, per riuscire a stare un po’ insieme, l’unico modo era andare nella stalla e recitare il rosario assieme a tutta la sua famiglia. Davvero incredibile da credere oggi!“Memoro.org” offre la possibilità di sal-vaguardare la storia e tutte le sue pe-culiarità culturali e sociali grazie anche alla collaborazione che da tempo ha in-trapreso con gli Istituti Scolastici: sono stati proposti programmi di formazione e coinvolgimento per gli alunni che in-tendono diventare “cercatori di memo-rie” tramite interviste mirate e la costru-zione di percorsi di fruizione specifici.Lo scopo è di ristabilire un dialogo inter-generazionale, che oggi sembra essersi interrotto ma che può essere ripristinato grazie a internet, il media preferito dai giovani, unici destinatari della memoria e custodi dell’esperienza.

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teCNologia |

| Squadra Liceo F. D’Assisi

Per ogni minuto di vita reale, su You Tube vengono caricate 60 ore di video; vale a dire 5 mesi

di video ogni ora, e 10 anni di video ogni giorno. I filmati caricati mensilmente sul portale di You Tube sono più di quelli pro-dotti dai tre maggiori network televisivi (a livello globale) nel corso degli ultimi 60 anni. Il fenomeno mostra la tendenza all’accelerazione: infatti l’anno scorso si parlava di “sole” 48 ore per minuto. Wil-liam Blake tempo fa ha scritto qualcosa riguardo al vedere un mondo in un gra-nello di sabbia e un’eternità (holding) in un’ora. You Tube non ha ancora equipa-rato un simile risultato, ma è sicuramente sul binario giusto per farlo. Nella storia del genere umano si può affermare che non vi sia mai stato nulla come You Tube: può vantare 4 miliardi di visite giorna-liere, il che significa 1 trilione all’anno. Circa 800 milioni di utenti (pressappo-co lo stesso numero di Facebook) che guardano 3 miliardi di ore di video (più o meno 340 mila anni) ogni mese. La ci-viltà umana genera massicce quantità di video semplicemente come sottoprodotto del suo funzionamento quotidiano, così come alcuni processi industriali generano scorie tossiche. Prima dell’affermarsi di You Tube non c’era nessun “aggregante” per tutto questo materiale video, che oggi s’incanala in un singolo bacino in cui noi possiamo sguazzare comodamente senza fine. Nell’ottobre 2006, quando Google ha acquistato You Tube per 1,65 miliar-

a “bestia” con un miliardo di occhiIn soli 7 anni You Tube è diventata la più rapida forza in espansione nella storia umana_ di Samir Hassan

di di dollari, si ipotizzava che la fusione avrebbe creato uno scompiglio epocale. Si pensava che i rivali di You Tube avreb-bero conquistato il mercato, oppure che la rete avrebbe collassato sotto il peso di quest’imponente traffico di video, o ancora che You Tube sarebbe stato ridotto ad una nullità a causa di provvedimenti conseguenti a violazioni del copyright. Ma non è accaduto nulla di tutto questo: i rivali di You Tube non hanno pro-sperato, la rete ha retto, e You Tube ha individuato elaborate soluzioni tecno-logiche per far fronte alle violazioni del copyright. Soluzioni ingegnose, per ammissione dei suoi stes-si detrattori. Insomma, si potrebbe pensare che tut-to ciò rappresenti davvero un paradisiaco evento per Google. Ma, a ben guarda-re, la situazione potrebbe rivelarsi un’arma a doppio taglio. La ricerca di una soluzione infatti, che tenga unite le esigenze d’azien-da del brand di Google potrebbe scontrarsi con la natura di You Tube. Una natura di per sé anarchica e rappresentativa del cuo-

re pulsante di questa “bestia” con mi-liardi di occhi. Nel campo della biologia c’è qualcosa chiamato “la legge del cubo al quadrato”, che spiega perché animali troppo grandi non potrebbero restare in piedi. L’astrofisica afferma che anche alla luce è impossibile sfuggire ai buchi neri, a causa della loro elevatissima densità. Un destino analogo minaccia costante-mente You Tube: la sua caotica e ingo-vernabile enormità è allo stesso tempo la sua più grande forza e la sua debolezza fatale. Vale a dire, mentre noi si trascura il lavoro per guardare una scimmia che cavalca un maiale, un piccolo esercito sta combattendo un’infinita guerra volta ad evitare che il gigante collassi sotto il suo stesso peso. Se You Tube dovesse riusci-re a vincere questa guerra, la sua vittoria avrà conseguenze sull’intero universo dei media. Quale possa essere la soluzione migliore per ovviare a questo rischio è il nodo del dibattito che sta animando la comunità tecnologica mondiale.

Memoro.org”, la banca della memoria

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| reCuPero aMbieNtale

no, nacquero numerose in-dustrie. Oggi questa zona vanta anche importanti investimenti sia nel settore informatico che nella ri-cerca tecnologica e scien-tifica. Ma c’è chi immagi-na per questo territorio un nuovo scenario.Lo scrittore e Premio Stre-ga 2010, Antonio Pennac-chi, insieme alla Camera di Commercio di Latina e al Pomos (Polo di Ricerca per la Mobilità Sosteni-

bile dell’Università La Sapienza), infatti, si è impegnato in una nuova iniziativa davvero futu-ristica: il progetto “Pia-nura Blu, le vie d’acqua dell’Agro Pontino”. L’intento è quello di ridi-segnare completamente l’assetto agrario e urba-nistico del luogo, renden-do navigabile l’intera rete dei fiumi e dei canali per una percorribilità com-

plessiva di oltre 300 chilometri. Lo scopo, oltre a valorizzare le ricchezze del territorio, è di restituire ai circa 350.000 abitanti una qualità di vita che da tempo sembra andata persa, dal momento che l’unico collegamento tra le varie cittadine e Roma, avviene

Fino a quasi ot-tant’anni fa gli ol-tre 700 chilometri

del territorio dell’Agro Pon-tino erano coperti da mal-sane paludi. Foreste impe-netrabili e stagni malarici. È nel 1930, infatti, con la bonifica avvenuta durante

il regime fascista, che il suo aspetto paesaggistico cambia notevolmente: strade asfaltate e fiancheggiate da eu-calipti iniziarono a diramarsi lungo i nuovi borghi e le neonate cittadine. Negli anni sessanta poi, con il denaro ricavato dalla Cassa per il Mezzogior-

Pianura Blu” Le vie d’acqua dell’Agro Pontino_ di Simona Mastropaolo

tramite strade come la trafficata via Appia o la pericolosissima via Ponti-na. Questo progetto agevolerebbe mol-tissimo non solo i residenti, ma anche i tanti romani che ogni fine settimana si mettono in fila per raggiungere le lo-calità lungo la costa. In più potrà be-neficiarne anche il settore turistico. Il progetto prevede, infatti, anche la re-alizzazione di parchi fluviali e arche-ologici, aree di sosta con zona ristoro, piste ciclabili e campeggi, attraverso percorsi che si snodano lungo tutto il territorio, dalle montagne fino al mare. Si potrà andare in bicicletta, in barca,

a cavallo o in aerosca-fo, in ogni direzione, da Campoverde a Terracina, dai monti Lepino-Ausoni al mar Tirreno. Ovvia-mente tutto rigorosamen-te ecocompatibile, sia per gli impianti fissi, sia per quanto concerne i mez-zi di trasporto. I battelli, progettati appositamente dal Pomos, funzioneranno grazie all’impiego del mi-ni-eolico, del mini-hydro o dei pannelli solari. Inol-tre la sicurezza dell’intera rete idrica e il monitorag-gio della qualità e della quantità dell’acqua verrà tenuta costantemente sot-

to controllo da una centrale informa-tica. Il progetto “Pianura Blu” è stato presentato, lo scorso 16 marzo pres-so il palazzo della cultura di Latina, dallo stesso Antonio Pennacchi agli enti locali, alle autorità politiche e alle associazione della comunità pontina ed è stato accolto positivamente per le sue evidenti finalità non solo este-tiche ma anche storico-ambientali, occupazionali ed economiche. Anche noi ne sosteniamo la realizzazione e siamo d’accordo con lo scrittore, che per l’occasione ha affermato: “Erava-mo una palude, ma abbiamo imparato che l’acqua è una risorsa che dobbia-mo utilizzare e valorizzare. Dalla for-za del nostro passato possiamo costru-ire il futuro e una diversa qualità della vita in una provincia che è ormai al collasso”.

| L’Agro Pontino

| Le paludi pontine

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tra NorMale e ParaNorMale |

Pianura Blu”

Ghost Hunters Roma, tre ragazzi che, da oltre dieci anni svolgono, durante il

tempo libero, indagini in tutta Italia, riguardanti la presenza di fenomeni paranormali. Li abbiamo incontrati nella nostra redazione. Trattandosi di un argomento tanto delicato quanto inflazionato, abbiamo voluto conoscer-li personalmente per poter proporre ai nostri lettori un team serio e compe-tente che non si approfitta dei deboli, bensì cerca di dare delle spiegazio-ni logiche e soprattutto scientifiche a tutti coloro che ritengono di avvertire delle presenze paranormali nelle pro-prie abitazioni.Il fondatore, Daniele Cipriani, ci spie-ga con padronanza e semplicità che la loro è una passione nata per cercare di dare delle risposte alle domande più primordiali dell’uomo, cioè se vi sia la possibilità di entrare in contatto con entità soprannaturali in maniera ra-zionale e scientifica, grazie anche agli studi universitari in psicologia.A spiegare quali strumenti vengano utilizzati per le ricerche è Alessio Sere-nellini, il tecnico del gruppo.“L’attrezzatura base comprende una macchina digitale (nel loro caso pro-fessionale), un registratore, o meglio ancora amplificatore a 9 canali com-prensivo di microfono e poi, a secon-da del posto in cui si va a indagare, possono essere utilizzati illuminatori ad infrarossi ed ultravioletti e luci ar-tificiali (nei luoghi chiusi).La parte video è costituita da un regi-stratore a quattro canali al quale sono colegate altrettante telecamere da po-sizionare in differenti posti per tenere sotto osservazione fino a quattro luo-ghi contemporaneamente.E’ fondamentale anche monitorare la variazione della temperatura, grazie ad una termocamera, controllare la presenza di campi elettromagnetici, con l’aiuto fondamentale del K2 che, al momento della rivelazione di eventi anomali, li segnalerà attraverso l’ac-censione delle luci.Immancabili sono i rilevatori di mo-vimento da posizionare nei posti rite-nuti più strategici, o dove siano stati segnalati la presenza o “avvistamenti”

ontatti speciali_ di Priscilla Rucco Buzzantro

Qualche volta è capitato. In generale la routine di questa attività col tempo ti fa perdere il brivido iniziale che c’è, però ci sono delle volte che l’adrena-lina sale all’improvviso e ti ritrovi col cuore in gola e commenti: “Lo sapevo che prima o poi mi sarei fatto male”. E’ una paura primordiale, sapere che qualcosa che non vedi e non conosci e nemmeno immagini quali intenzioni abbia, è lì vicino, destabilizza parec-chio il tuo autocontrollo. Questa, però, è la sensazione che spero di ritrovare ad ogni indagine.Sandro, cosa vuoi dire ai nostri let-tori?Approfitto per precisare che noi non

svolgiamo indagini a scopo di lucro. I nostri interventi, infatti, sono total-mente gratuiti. È la semplice passione che ci spinge in giro per l’Italia a fare queste ricerche: ognuno di noi ha un lavoro. I Ghost Hunters Roma, consta-tano o meno la presenta di entità, poi , chi ci ha contattato potrà chiamare chi ritiene più opportuno.

Non immaginatevi, quindi, tre ragazzi che vanno in giro con trappole per ac-chiappare fantasmi. Non paragonateli a personaggi di qualche film che avete visto. I GHR offrono prove scientifiche alle loro indagini e noi di Nuove Pro-poste non possiamo che garantirne la serietà e la professionalità. Ma sicco-me fidarsi è bene e non fidarsi è meglio abbiamo seguito il team in un loro in-tervento: le cantine di un palazzo di Borgo Ceri (Cerveteri) che da alcuni decenni ospita un noto ristorante.

particolari.Sandro Serafini, l’investigatore dei GHR, ci descrive passo passo l’ inte-ressantissimo svolgimento dell’ inda-gine standard sia che riguardi un ca-stello che un’abitazione privata.Le fasi dell’indagine sono molteplici, si inizia cone il cercare testimonian-ze, per avere maggiori informazioni e dettagli possibili sul posto in cui ver-rà svolto l’esame che accerti o meno presenze ultraterrene, successivamen-te seguirà un sopralluogo diurno per accertarsi e valutare la stabilità dei luoghi e per sincerarsi sulla sicurezza del posto.Una volta chiarita la loro attività e la

loro modalità di intervento rivolgiamo al gruppo alcune domande.Daniele, che cosa avete accertato fino ad ora?In molti casi le persone che ci contat-tano “vogliono” sentire presenze che poi, non vengono rilevate dalle nostre apparecchiature. In altri casi, siamo riusciti a registrare tramite EVP (elec-tronic voice phenomena), voci dalla provenienza sconosciuta, probabil-mente appartenenti a persone che non ci sono più. Già perché le anime pos-sono essere senzienti e quindi si rendo-no conto di essere morte e si evolvono mettendosi in contatto, come possono; mentre esistono anche anime che, ma-gari in seguito ad una morte violenta, non si renderebbero conto di essere trapassate. In più possediamo nume-rose foto in cui si rilevano cambiamen-ti termici e sagome di entità.Alessio, hai mai avuto paura?

GHR, un team a caccia di strane presenze

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| tra NorMale e ParaNorMale

ndagine a Borgo Ceri

Il giorno 22 giugno scorso, ab-biamo seguito i Ghost Hunters Roma, in un’indagine sul cam-

po. Il luogo è Borgo Ceri, una fra-zione di Cerveteri, il posto destinato alla ricerca di fenomeni paranormali è un noto ristorante della zona in cui sono stati avvistati, sia da un sensiti-vo giunto nel luogo negli anni passati, sia da un cliente della trattoria, che quasi 40 anni fa, scattando delle foto nelle cantine di tufo, ha avuto la sor-presa di riprendere, in una delle sue immagini,una figura ben distinta che però non c’ra effettivamente all’inter-no della cantina; fotografia che è sta-ta studiata da numerosi professionisti del paranormale e che, ad oggi, risulta essere autentica.Tiziana, la proprietaria del ristorante ci ha raccontato i retroscena del per-

Dopo quasi due ore di lavoro per la sistemazione di tutto l’ equipaggia-mento, siamo pronti a dare inizio all’ indagine. Si parte dalla prima cantina e ci diviamo in due gruppi. Dappri-ma seguiamo, muniti di torce, San-dro e Alessio. Scendiamo sempre più giù, con le luci spente e l’aria che si fa sempre più fredda, fino a raggiungere 5/6° in meno rispetto a dove erava-mo pochi minuti prima. La tensione aumenta esponenzialmente. Alessio, munito di termometro laser, inizia a monitorare la temperatura di tutto l’ambiente; Sandro, invece, parte con la registrazione di EVP, tramite regi-stratori vocali, ponendo domande a qualche ipotetica presenza.Successivamente, vediamo entrare in scena il k2, ovvero il rilevatore a led di campi magnetici. Dopo circa sei minuti, inspiegabilmente, il registra-tore di Nuove Proposte si spegne da solo, pur essendo state ricaricate per tutto il pomeriggio le batterie. Suc-cessivamente ci sarà spiegato che il fenomeno, per quanto bizzarro, non potrà essere catalogato come qualcosa di paranormale, anche se la medesi-ma cosa è successa per ben due volte a Daniele mentre era nell’altra cantina.Ritornati in “superficie”, facciamo un giro per il giardino cercando di rile-vare qualche presenza, nel frattempo, Daniele e Federico, sono insieme a noi,

ché si sia scelto questo posto per l’ indagine.La terra, acquistata dal non-no, direttamente dai princi-pi Torlonia, ha visto ergere la costruzione del ristorante e delle sottostanti cantine, cunicoli preesistenti già dal 1200, che però erano stati cementati e che, se scava-ti, percorrerebbero l’ intero Borgo di Ceri. Le cantine, possono essere suddivise in tre sezioni , lo scenario che si presenta scendendo i gra-dini che conducono sempre più in basso è un insieme di sensazioni contrastan-ti di curiosità e timore, le luci colorate che illuminano l’ambiente rendono ancora più suggestivo il tutto. La pace che circonda il borgo ti conduce in una dimensione di spensieratezza e pace.Alle 23 circa, arrivano i Ghost Hunters Roma: Da-niele Cipriani, Alessio Se-renellini e Sandro Serafini, accompagnati dal fotografo Federico Classetti. Dopo aver scaricato ben otto va-ligie di attrezzature, Alessio e Sandro iniziano a montare

le apparecchiature nei posti più stra-tegici, mentre Daniele pre-para la termo-camera, le luci ad infrarossi e gli illuminatori full spectrum (supporti per fotocamera re-flex). Una vol-ta posizionate le telecamere, e verificata la loro funziona-lità, le imma-gini vengono trasmesse ad un monitor che registrerà ogni istante.

_ di Priscilla Rucco Buzzantro

Al seguito dei GHR nei meandri del mistero

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ndagine a Borgo Ceri

Il responso dei Ghost Hunters RomaA circa una settimana dall’ evento, Daniele Cipriani, Alessio Serenellini e Sandro Serafini, ci hanno dato il responso delle regi-strazioni, delle immagini e degli evp.L’analisi del materiale acquisito ha permesso ai GHR di analizzare, scomponendo fotogramma per fotogramma, il momento in cui sono comparsi in maniera spontanea dei flash all’interno dell’ultima cantina. Il fenomeno si è ripetuto per 2 volte ed è stato registrato come possibile anomalia di natura paranoramale.E’ importante da sottolineare che, nello stesso punto di provenienza del flash, Alessio ha ricevuto una scossa al braccio, con successiva interruzione della corrente; questo episodio insegna, come tutti gli indizi di paranormalità che si incontrano durante un’ indagine, vadano contestualizzati, altrimenti si rischia di considerarle pure coincidenze.Dalle registrazioni sono emersi poi, quelli che, in gergo tecnico, vengono chiamati RAPS, ovvero colpi che si creano spontane-amente e provengono da mobili, pareti o punti indefiniti della stanza che si sta analizzando. Altro fatto anomalo. In conclusione il gruppo ha reputato interessante il luogo nel quale si è indagato, è emersa qualche anomalia, e l’analisi ha dato esiti positivi se pur minimi.

Daniele Cipriani, Alessio Serenellini e Sandro Serafini

tra NorMale e ParaNorMale |

dopo aver scattato più di 100 foto, rigorosamente senza flash, con una fotocamera professionale reflex, uti-lizzando numerosi filtri per le scher-mature delle luci sia ad ultravioletto che ad infrarossi.E’ arrivato il momento di affrontare l’ultima cantina che ha delle ulteriori scale che permettono l’accesso ad un’ altra cantina.La procedura è la stessa eseguita pre-cedentemente, anche se la registra-zione degli EVP è decisamente più

complicata a causa delle presenza di interferenze dovute al sottofondo di un ruscello e all’abbaiare di alcuni cani. L’ ultima e più profonda can-tina, ancora più austera rispetto alle altre, è stata analizzata con una gri-glia laser verde per la rilevazione di movimento.L’ apparizione di alcuni flash evidenziati quando eravamo nel-le cantine, dalla titolare del ristorante che guardava attentamente i vari mo-nitor che trasmettevano le immagini delle telecamere dislocate in tutti i po-

sti strategici ha incuriosito i presenti poiché nessuno, nelle cantine, ha no-tato nulla.L’ ultima parte analizzata è stata una stanza nel quale è stata posizionata una radio multibanda (9 bande) ad onde corte, utile nella registrazione degli evp; infatti, attraverso la stessa, e ponendo delle domande, le possibili risposte di qualche entità, potrebbero sentirsi proprio tramite la radio.L’ indagine è terminata verso le 3.30 di mattina.

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| tra NorMale e ParaNorMale

Credete ai fantasmi? Un italiano su quattro ci crede. Oltremare, inve-ce, programmi come “T.A.P.S.” e

“Ghost Adventures” spopolano da tempo, in Italia solo da poco è cominciata la moda del Paranormale. Serie Tv come “Il tredicesimo apostolo” e film come “ESP”, compaiono nel-le case e nei cinema italiani, per non parlare poi di “Mistero” su Italia uno, che ha dato il via alla spettacolarizzazione di un fenomeno che da anni era rimasto di nicchia nella nostra penisola, il Ghost Hunting.I cosiddetti Ghost Hunters sono i ricercatori, sul campo, di fenomeni paranormali, associati spesso al famoso film “GhostBusters”. Questi gruppi passano le notti in castelli o case infe-state, alla ricerca di prove dell’esistenza della vita dopo la morte. Intervistando vari gruppi di ricerca, si scopre che le segnalazioni di eventi paranormali non mancano nel panorama italiano e che il nostro Bel Paese possiede un vero e proprio patrimo-nio di leggende. Si va da spiriti di dame suicide a personaggi storici, che albergano in piazze e castelli. Solo a Roma, vengono registrati più

l Paranormale in Italia_ di Luigino Borgia

Italia possono permettersi di annoverare nel proprio parco strumenti. Anche i tour sui fantasmi sono molto seguiti dal pubblico, alcuni gruppi ne hanno fatto ad-dirittura un secondo lavoro. Che l’arte di arrangiarsi sia intrinseca nel nostro essere italiani non è un mistero, ma c’è chi storce il naso, e non poco, vedendo trasformare la pura ricerca dell’inspie-gabile, in un altro modo per fare soldi. Ci riferiamo a tutti i ricercatori autofinanziati, che operavano molto prima

di Mistero e molto prima che i fantasmi dive-nissero una moda. Persone che, con serietà, hanno dedicato il loro tempo ed i loro soldi stu-diando e investendo sulla ricerca del mistero e che ancora oggi non vedono riconosciuti i loro sforzi. Facciamo attenzione, quindi, e cerchia-mo di distinguere tra gli “acchiappasoldi” e gli “acchiappafantasmi”.

di trenta luoghi infestati, più o meno famosi, tra cui il Colosseo e Castel Sant’An-gelo. Si dice infatti, anche se nessuno è mai riuscito a verificarlo, che all’interno dell’anfiteatro aleggino spi-riti di gladiatori assassinati e di schiavi trucidati durante i giochi romani.Il lavoro non manca per gli “acchiappafantasmi” italia-ni. Facendo un breve censi-mento, in quasi tutte le regio-ni italiane esiste un gruppo di ricerca sul paranormale, dai gruppi improvvisati a veri team organizzati con strumentazioni all’avan-guardia. La ricerca del paranormale in Italia è divenuta molto più che un passatempo, c’è chi ne ha fatto un vero e proprio business. Il K2, uno degli strumenti più utilizzati, viene venduto dai 60 agli 80 euro, per non parlare poi degli impianti di videosorveglianza o del-le costosissime Termocamere, che in pochi in

In quasi tutte le regioni italiane esiste un gruppo di ricerca, vero o presunto

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E’ il libro più misterioso del pia-neta, l’enigma letterario più sorprendente di tutti i tempi. Il

mistero avvolge l’unico manoscritto che nes-sun uomo è riuscito a decifrare perché la sua lingua è sconosciuta a studiosi, filosofi, storici e dottori.1404-1438, è questa la data, secondo l’ana-lisi al radiocarbonio,in cui è stato redatto il tomo. All’apparenza un libro antico, antichis-simo, come un altro, ma è quando lo si apre che si scorgono particolarità che lo rendono speciale e avvolto da un alone di mistero non indifferente. Il testo è diviso in quattro sezioni. La prima, intitolata “Botanica”, comprende 113 disegni di piante sconosciute. La secon-da, “Astronomia”, comprende 25 illustrazio-ni: diagrammi, stelle e segni zodiacali, disegni che raffigurano le costellazioni, immutabili nel tempo. Nella terza parte chiamata “Bio-logia”, termine fittizio, sono riportate nomen-clature di figure femminili nude, immerse in grandi vasche comunicanti contenenti un liquido scuro, quasi nero.L’ultima parte è denominata “Farmacia”, per le immagini che ritraggono ampolle, fia-

l Manoscritto VoynichDa Frascati un testo misterioso. Uno dei pochi al mondo a non essere stato tradotto_ di Andrea Colantoni

le, piante e radici. Attualmente il manoscritto Voynich è custodito presso la “Beinecke Rare Book and Manuscript Library”, nell’Univer-sità di Yale, catalogato alla voce MS 408.Un’altra peculiarità che accompagna il libro più misterioso del mondo è la sua localizza-zione iniziale. Il manoscritto, infatti, era ori-ginariamente custodito nel Collegio Gesuita di Villa Mondragone, a Frascati. Nel 1912 i gesuiti, bisognosi di fondi, vendettero trenta volumi della loro biblioteca e, tra questi, il testo citato. Quest’ultimo fu acquistato dal mercante polacco di libri rari, Wilfrid Voy-nich, dal quale, il manoscritto, prenderà ap-punto il nome. Il testo ha attirato l’attenzione di molti studiosi tra i quali Richard Rogers, studioso di 61 anni, di cui 40 dedicati al Go-verno Americano, che afferma di aver prova-to a tradurne le prime pagine. Il manoscritto, secondo lo studioso, in realtà non compren-derebbe parole, ma sarebbe il primo “foglio” di calcolo della storia.Alla base del documento c’è una griglia 8x8, come quella della scacchiera, simbolo Mas-sonico. Secondo Rogers, quelle contenute nella prima pagina non sarebbero altro che

le istruzioni per leggere il libro. Il ricercatore, dopo numerosi studi e ricerche, ha concluso che il libro è stato scritto a più mani dalla fa-miglia Longhi, in Italia. Marti-no Longhi, Onorio Longhi e Martino Longhi il giovane, sarebbero gli autori. Secondo lo studioso Americano il giardino della Villa a Frascati sarebbe la chiave per decifrare il li-bro. La griglia del giardino, infatti, si integre-rebbe perfettamente con quella rappresenta-ta nel manoscritto, e conterrebbe importanti e segrete informazioni su scambi commerciali occultati dalla Chiesa.Di più, forse, non sapremo mai, visto che il si-gnor Rogers è andato in pensione e non potrà terminare i suoi lunghi e dispendiosi studi. O ci sarà, quindi, chi ne raccoglierà l’eredità oppure il mistero che accompagna il Mano-scritto Voynich continuerà a rimanere tale.

l Paranormale in Italiasegreti |

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| libri

Parla l’autrice, che svela antefatti e aneddoti del nuovo caso editoriale edi-

to da Einaudi.L’ondata di caldo che pervade Roma in questa nuova, torrida estate non deve esimerci da qualche buona lettura va-lida in ogni momento della giornata: nel pomeriggio all’ombra del terraz-zo, prima di dormire o direttamente sotto l’ombrellone. Ebbene, se cercate una lettura avvolgente, fresca, armo-niosa e capace di catturarvi pagina dopo pagina, ancora una volta Einau-di Stile Libero ha ciò che fa per voi. A marzo, infatti, la casa editrice tori-nese ha dato alle stampe l’esordio di Paola Soriga, 33enne scrittrice sarda, ma già da tempo stabilitasi all’ombra del Cuppolone. Il suo romanzo, Dove finisce Roma (pp. 140, euro 15.50), è un tratteggio quasi autobiografico, che disegna la storia della giovane Ida tra

ove finisce Roma_ di Samir Hassan

Resistenza. Se poi dovessi comunque accordare ad un testo il ruolo di fonte ispiratrice, credo che farei riferimento a Città di parole, edito da Donzelli; un volume con contributi di molti storici e ricercatori curato da Alessandro Por-telli. Si tratta di una sorta di intervista orale continuata agli abitanti di Cen-tocelle, dagli anni ’30 ad oggi. Questo sicuramente mi ha dato il là per scri-vere un romanzo ambientato a Roma.A proposito dei motivi che sono alla base del libro, quale direttrice ha prevalso sulla scelta di scriverlo? Il tratteggio di una figura femminile? Il racconto della Resistenza? Op-pure la volontà di ambientare una storia a Roma, o Centocelle in par-ticolare?Parlare di una donna è stata una scel-ta naturale, che viene prima di tutto; e non solo per una questione di gene-re, ma soprattutto per una questione diretta di appartenenza. L’ambienta-zione anche è stata fondamentale. Pri-ma ancora di immaginare il romanzo, avevo provato a scrivere qualcosa che mi potesse portare a questi luoghi di Roma Est, luoghi con i quali ho co-munque un rapporto diretto: la pa-lestra al Forte Prenestino dove faccio capoeira, una scuola di periferia dove ho insegnato, maturando un particola-re rapporto con i ragazzi che vivevano realtà quotidiane non certo idilliache. La Resistenza mi è sembrata il cro-cevia ideale dove far confluire queste riflessioni, anzi è stato quasi naturale parlarne.Ha fatto molto discutere, positiva-mente, l’anomalia della sintassi e

delusioni di amore e maturità precoce, sul crudo sfondo della Resistenza romana a Centocelle. Il te-sto, torrenziale come un monologo inte-riore, sperimenta la bellezza del discorso indiretto libero, ren-dendo l’esperienza di Ida una sorta di confronto pubblico sul proprio percorso interiore, quasi un atto di plateale con-fessione nell’agorà di una Roma sorniona,

distratta, ma furente di rabbia antifa-scista e vicina alla Liberazione.Sarebbero quindi molte le curiosità da chiedere a Paola: sullo stile e la sintas-si usata; sulla costruzione della storia e le scelte che poi, fattivamente, sono state determinanti nella stesura del ro-manzo, ovvero il focus su una figura femminile e l’ambientazione a Roma. Grazie alla sua disponibilità, incon-triamo Paola in un’enoteca al Pigneto, quartiere dove al momento risiede.Come tu stessa hai più volte dichia-rato, non si tratta solo di un ro-manzo di formazione ma anche di un romanzo storico. Qual è stata la documentazione cui hai attinto per la stesura del libro?Mah, diciamo che non c’è mai stata una vera e propria bibliografia di par-tenza. Mi sono spesso trovata a leggere documenti (i più disparati), raccolte, scambi epistolari e saggi storici sulla

Intervista a Paola Soriga, che svela antefatti ed aneddoti del suo esordio editoriale

| L’autrice Paola Soriga

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Luglio/Agosto ‘12 | Nuove Proposte31

libri |

ove finisce Roma dello stile che hai usato, privile-giando il discorso indiretto libero. È stato un modo per rendere più esplicito il tentativo di una rifles-sione interiore fatta ad alta voce? Oppure una sorta di storia orale della Resistenza?«Calcare il discorso indiretto libero non è stata una scelta programmata per diversificare un romanzo. Rappre-senta una sorta di modus operandi per permettere al lettore di immedesimarsi nelle ansie di Ida (anche e soprattut-to in riferimento al suo nascondersi in una cava, sottintendendo un senso di apnea e apprensione), ma anche un omaggio alla tradizione della storia orale che è alla base della memoria storica della Resistenza. La stessa tra-dizione orale, seppur in forma di versi, che sento mia e che faccio discendere anche dalla letteratura popolare sarda che ho avuto il piacere di conoscere, studiare e rielaborare».Rimaniamo nel campo delle “in-fluenze stilistiche”. In molti blog, forum e siti di addetti ai lavori, si parlava del tuo romanzo come un continuo riferimento a molte altre opere che hanno avuto a che fare

con la Resistenza, e soprattutto ad alcuni autori e autrici i cui ri-chiami, nelle tue pagine, sono più che evidenti. Fenoglio, la Morante, Calvino, Bassani, Renata Viganò… fantasiose critiche letterarie o sempli-ce verità?«Sono richiami espli-citi. I nomi stessi di alcuni personaggi sono un omaggio a molti degli autori che hai citato; di tutti questi autori ci sono cose che rientrano in maniera del tutto inconsapevole…ad esempio si è sempre messo in evidenzia il parallelo con Il sen-tiero dei nidi di ragno di Calvino, libro che ad esempio io non avevo letto prima di scrivere il romanzo. In generale, co-munque, la dinamica del riscatto so-ciale e umano che pervade la maggior parte delle opere accostate alla mia».Chiuderei questa bellissima chiac-

chierata su una delle frasi che più ha fatto discutere sul tuo libro, ov-vero quella in cui affermi che si era “antifascisti per natura, quasi per solidarietà e giustizia sociale”.

Qual è il ragionamen-to che ti ha portato a questa affermazione?«Quando parlavo del romanzo di formazione e facevo riferimento ad un percorso che faceva diventare grandi fin dal-la tenera età, intendevo proprio questo. Si era antifascisti perché era quasi un sentire comu-ne in molti quartieri, e la dinamica della com-plicità (umana prima che politica) non aveva argini. L’antifascismo era allora per natura in una Roma vessata dal ventennio, e forse

la spiegazione più semplice è anche la più appropriata».

Quando si pensa al terremoto vengono in mente macerie, di-struzione, paura, e il pensiero

va alle migliaia di persone che lo subiscono, inermi.Quelle persone una volta colpite dal sisma vedono annullarsi il loro desiderio di speran-za, vedono sparire la loro fede.“Perché un Dio dovrebbe permettere que-sto?”, la domanda più frequente che ha sen-tito Monsignor D’Ercole una volta arrivato, come vescovo ausiliare, a L’Aquila, colpita dal terremoto.Molti gli incarichi rivestiti, prima della no-mina a vescovo, da don Giovanni D’Ercole: parroco nella chiesa di Ognissanti, nel quar-tiere Appio, vicedirettore della sala stampa vaticana, poi presso la Segreteria di Stato.“Nulla andrà perduto” è un libro che rac-conta i fatti del terremoto de L’Aquila, l’ar-rivo, l’incontro con la gente, le macerie, e la voglia di ricominciare da capo, rimboccarsi le maniche, tutti insieme.“Parlo del terremoto non come se avessi

Nulla andrà perduto”È il grido di speranza che mons. Giovanni D’Ercole lancia con il suo nuovo libro_ di Andrea Colantoni

davanti una telecamera, ma come se avessi davanti ai miei occhi dei ragazzi, dei giovani di oggi, che dinanzi alle difficoltà, ai problemi, si spaventano. Così facendo io mostro loro che la vita è que-sta e vale la pena di essere vissuta pienamente. Dentro la più grande delle difficoltà, c’è già la soluzione, non biso-gna mai perdere la speran-za”. Così presenta il suo libro monsignor D’Ercole che, una volta arrivato a L’Aquila e vista la situazione in cui ver-sava quella terra colpita alla sprovvista e lasciata sola a se stessa, non si è perso d’animo. Ha spalato le macerie in-sieme ai terremotati, ha portato conforto laddove mancava, si è attivato in prima per-sona per far si che la nazione non dimentichi quanto successo in Abruzzo, ma anzi, che il ricordo, ci permetta di non commettere que-

gli errori che già sono stati fatti in passato.“Il terremoto de L’Aquila, è la metafora dello scon-quasso italiano. Dobbiamo ricostruire sulle macerie per riprenderci il futuro, raccogliendo ogni fram-mento andato distrutto di bontà e bellezza, affinché nulla vada perduto”.L’introduzione del libro spiega a chiare lettere quale vuole essere l’inten-to dello scrittore, parlare a tutti a cuore aperto, pren-dere i fatti del terremoto

abruzzese per usarli come metafore della vita di oggi di ognuno di noi, perché ogni difficoltà può essere ardua da superare, ma se accanto c’è qualcuno disposto a sacrifi-carsi insieme a noi allora tutto può essere superato, e tutto, può sembrare più bello.

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| MusiCa

Giulietta Simionato, uno dei piu grandi mezzosoprano della storia del “Bel Canto”, nacque a Forli

il 12 maggio 1910. Può benissimo essere considerata la terza Signora della lirica ita-liana, non dopo, ma tra Callas e Tebaldi. Se Maria Callas fu la “Tigre”e Renata Tebaldi, per propria precisa scelta, la “Cenerentola “, Giulietta Simionato si distinse per la discre-zione e per non far parlare di sé se non nelle pagine musicali dei giornali. Una carriera, la sua, che agli inizi fu tutt’altro che facile. Da ragazza studiò in un collegio di suore che ne intuirono le qualità e la invitarono a studia-re canto. Ma la giovane Simionato si trovò davanti l’opposizione della famiglia, soprat-tutto quella della madre. Dopo la morte di quest’ultima il padre fu convinto, sempre dalle suore, e le dette il suo permesso: Giu-lietta studiò canto prima a Rovigo e poi a Padova e debuttò nel 1927 con la commedia musicale “Nina non far la stupida”. L’anno successivo esordì nella lirica a Montagnana. Nel 1933, su 385 concorrenti, vinse il Primo “Concorso di Bel Canto” tenutosi a Firenze ed ottenne un’audizione al Teatro alla Sca-

iulietta Simionato_ di Iwona Grzesiukiewicz

non fu una Callas, ma neanche lo avrebbe voluto essere. Gulietta si ritagliò, comunque, una notevole fetta di pubblico: ammiratori discreti che, senza mai trascendere a episodi di vero e proprio fanatismo, seppero dimo-strare alla cantante tutta la loro ammirazio-ne. Nel 1966 dette l’addio alle scene con la parte di Servilia dalla “Clemenza di Tito” di Wolfgang Amadeus Mozart, rappresentata alla Piccola Scala; si ritirò quindi a vita pri-vata dopo il matrimonio con il noto clinico Cesare Frugoni (morto nel 1976), il secondo della sua vita, che le fece la corte per oltre 10 anni. Dopo il ritiro dalle scene fu attiva come insegnante e talent scout. Si è spenta nella sua abitazione romana in via di Trigoria il 5 maggio 2010, ad una settimana esatta dal suo centesimo compleanno.

la dove, due anni dopo, venne messa sotto contratto. Ma è solo nel dopoguerra che ar-rivò, meritatissimo, il successo: nel 1947 fu Dorabella in “Così fan tutte “e quindi pro-tagonista assoluta in “Mignon”. Nel 1957 fu Giovanna di Seymour in “Anna Bolena”, di Gaetano Donizetti, dove tenne testa alla pro-tagonista interpretata dalla “divina” Maria Callas con un duetto rimasto nella memoria degli annali della lirica. Giulietta Simionato è stata la più grande amica del grandissimo soprano. Sapeva tutto di lei e dopo la mor-te di Maria mantenne la promessa fattale di poter rivelare alcune verità della vita della “divina”. I teatri internazionali nei quali si esibì dal 1947 al 1960 furono il Covent Garden di Londra, il San Carlos di Lisbona, l’Opera di Chicago, il Munical di Rio de Janeiro, la Sta-atsoper di Vienna, il Toho di Tokio e il Me-tropolitan di New York. Prese parte al Festi-val di Edimburgo nel 1947 con “Le nozze di Figaro” e al Maggio Musicale Fiorentino nel 1953, dove partecipò alla prima esecuzione mondiale dell’opera “Amahl e gli ospiti not-turni“ di Giancarlo Menotti. La Simionato

Una “Primadonna” della lirica, discreta e ammirata

| Giulietta Simionato

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MusiCa |

Le Star, soprattutto quelle della musica, non muoiono mai, perché rimangono nei cuori dei fans con

le loro canzoni, le loro parole. Ma lui, Paul Mc-Cartney, per molti, troppi, è morto davvero.E’ il 9 novembre 1966, sono le 5:00 del mat-tino e il bassista della Band di Liverpool esce dalla sede dell’etichetta discografica piuttosto contrariato e stanco, forse ha appena avuto un diverbio con gli altri membri del gruppo; entra nella sua Aston Martin, e va verso casa sfrec-ciando per le vie della città. Ad un incrocio non si ferma, passa mentre il semaforo da verde è diventato rosso e finisce contro un tir che so-praggiunge, è la fine. Qui comincia il mistero della morte di Paul McCartney.Il 12 ottobre 1969, un giovane Dj di Detroit, tale Russel Gibbs, riceve una telefonata nel bel mezzo della sua trasmissione dove la voce di uno sconosciuto che dice di chiamarsi Tom, afferma di essere a conoscenza di un segreto agghiacciante che riguarda i Beatles, di cui ha le prove, oltre ai dischi, copertine e testi di can-

l mistero del doppio Beatle_ di Andrea Colantoni

tire dal 1966. Nello specifico, si parla di dati immutabili nel tempo.Due scienziati Italiani, in particolare, hanno sottoposto ad analisi grafologiche, identifica-zioni antropometriche, perizie vocali e indagini forensi: foto, documenti, video e hanno riscon-trato, ad esempio, come le orecchie, le labbra e gli occhi presentino asimmetrie a partire dalla data della presunta morte rispetto a prima. In più, la linea della mandibola, immutabile nella crescita di un individuo, non combacerebbe con quella del giovane Paul.Le analisi eseguite sui tratti facciali, e anche sulle corde vocali, del McCartney originale e del presunto sosia dimostrerebbero, quindi, che i due soggetti sono incompatibili, ovve-ro due persone completamente diverse l’una dall’altra. Il mistero perciò rimane.

zoni.Da poco più di un mese è uscito “Abbey Road”, album che la Band sapeva essere l’ultimo, tanto da chiudere l’Lp con una canzone intitolata “The End”, la fine. Ma non sarà così. Nella copertina appaiono i Beatles in fila come in una marcia funeraria, Paul è scalzo e, secondo un rito orientale, le persone scalze sono dichiarate defunte; in più tiene la sigaretta con la mano destra, mentre Paul era mancino.Nasce così il fenomeno denominato P.I.D, ovvero Paul Is Dead, Paul è morto, mi-stero che viene accentuato anche dai membri del gruppo. John Lennon, in alcuni brani, inserisce voci che ascoltate al contrario suonano come pianti, rumori

di un incidente, gomme che fischiano, e voci che affermano che “lui è morto”. Nelle coper-tine Paul, dal 1966 in poi, data della presunta morte, assumerà sempre una posizione diversa rispetto agli altri membri della Band, fino ad arrivare ai giorni nostri con Ringo Starr che alla presentazione di un gioco per consolle sui Beatles nel 2009 afferma “Io sono l’ultimo Be-atle ”.È qui che nasce la teoria del sosia, secondo cui Brian Appstein, manager che trasformò i 4 teppisti di Liverpool da Quarrymen in Beatles, avrebbe nascosto la morte del bassista in fretta e furia e lo avrebbe sostituito, anche contro la volontà del gruppo, appunto con un sosia.A questo punto subentra la figura di William Cambpell, ex poliziotto in contatto con App-stein che dopo essere stato sottoposto a cure chirurgiche, avrebbe preso il posto del defunto Paul.Ma è negli ultimi anni che si sono incrementate le indagini su McCartney. Indagini che confer-merebbero alcune incongruenze emerse a par-

Paul McCartney e la leggenda della sua morte

iulietta Simionato

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| CiNeMa

Abbandonate a se stesse, le sale cinematografiche italiane, stanno per vivere un momen-

to drammatico. Che non sia un periodo splendido per il panorama mondiale lo si era capito, e già da tempo, ma riuscire a farsi del male da soli, questa proprio non se l’aspettava nessuno.I cinema nostrani resteranno desolati e quei pochi film che saranno proiettati, non fanno gridare al miracolo estivo. L’unico titolo degno di nota sarà “The amazing Spider-man”, ovviamente di matrice Americana, che arriverà il 4 luglio. Poi, incredibilmente, ci sarà un vuoto fino al 22 Agosto quando, seguendo una strategia suicida, arriveranno nelle nostre sale tutti i grandi film Hollywoodiani. Da “Madaga-scar 3” a “Brave”, da “L’era glaciale 4”, “Batman, il Cavaliere Oscuro - il ritorno” a “The Bourne Legacy”, tutti film che, co-munque, nel resto del mondo saranno già pronti per uscire in dvd nei negozi.Per vedere il film più atteso del 2012, “Prometheus” di Ridley Scott, già nelle

e vacanze del cinema italiano_ di Andrea Colantoni Alessio Serenellini

Tutto questo coincide con il mercato ci-nematografico sempre più in rosso, dove i numeri parlano chiaro, l’affluenza nelle sale da Giugno 2011 a quello del 2012 è calata del 17 %, da gennaio a oggi si sono persi 5,5 milioni di biglietti nei confronti dell’analogo periodo del 2011.“Sul periodo estivo anche noi produttori dobbiamo cambiare mentalità” afferma il Presidente dell’Anica, Riccardo Tozzi, aggiungendo purtroppo, “dall’anno pros-simo”.

sale di Usa, Gran Bretagna , Francia, Spa-gna e Germania, noi, in Italia, dovremo attendere niente di meno che il 19 ottobre. In questi giorni il film è stato oggetto di una viscerale campagna pubblicitaria, ma quando arriverà da noi tutto sarà passato, già visto e forse apprezzato.Ma tutto questo non basta, perché potre-mo vedere nelle nostre sale i film italiani che hanno trionfato al festival di Cannes, svoltosi dal 15 al 26 maggio, come “Re-ality” di Garrone e “Io e te” di Bertoluc-ci, solo a Settembre e Ottobre. Un ritardo inaccettabile.Protestano contro questa serie di scelte scellerate le varie categorie del “Cinema Italiano”, come il Presidente degli eser-centi della categoria, Lionello Cerri, se-condo il quale “la scelta non penalizza solo i film, ma l’intero settore”. Della me-desima opinione l’Associazione 100 Auto-ri “tra Settembre e Novembre – si afferma - complici i grandi Festival, usciranno 30 film italiani d’autore. Sarà un bagno di sangue”.

Programmazioni estive inesistenti nelle sale cinematografiche italiane

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Mostre |

e vacanze del cinema italiano

Spesso si parla di Street Art come se fosse figlia di un dio minore, non all’altezza dei grandi palco-

scenici artistici. Questa, invece, può esse-re un’incredibile risorsa sia per la portata comunicativa che tale forma possiede, che per tentare di riqualificare ambienti urba-ni degradati. Prendendo ad esempio Pari-gi: chi non è mai stato colpito dai graffiti colorati e vivaci che popolano le stazioni della metro? Niente in confronto alle no-stre fermate monocromatiche o al massi-

nche la Street Art ha il suo museo_ di Fernanda Annicchiarico

astratta. Ma guardando con più attenzio-ne si potrà notare che, invece, raffigurano un uragano fotografato da un satellite.Sten e Lex, iniziano a realizzare stencil per Roma a partire dal 2001. Dal 2006 danno il via ad esposizioni in gallerie italiane, dal 2008 approdano definitiviamente in tutta Europa, soprattutto a Londra, Berlino e in Norvegia. Il loro apporto nella Urban Are-na ha riguardato una delle grandi pareti esterne del museo, utilizzando una tecnica da loro ideata, lo “stencil poster”. Dopo aver incollato, lasciato asciugare e rita-gliato una matrice di carta sul muro, han-no dipinto di nero gli spazi vuoti. D’ora in poi, il disvelamento dell’opera diverrà gra-duale, per via degli agenti esterni, come le intemperie e il passaggio degli spettatori, eliminando pian piano lo stencil e facendo emergere l’opera.Seppur la mostra sia visibile gratuitamen-te fino alle 21 (tranne il lunedì), si consi-glia comunque di approfittare dell’illumi-nazione solare, per godere dei meravigliosi giochi di luce delle vetrate.

mo imbrattate da qualche incivile.Ed è così che il MACRO, Museo d’Ar-te Contemporanea di Roma in via Nizza 138, dona addirittura un’Arena, aperta al pubblico, che diventa una sorta di pale-stra dove gli artisti possono misurarsi con pareti, superfici e spazi mai utilizzati. Ur-ban Arena, per l’esattezza, è il suo nome e si configura come un progetto diviso in più tappe, volto a dare visibilità e dignità ad artisti maestri di tale tecniche. I primi protagonisti sono “Bros” e “Sten e Lex”, tra gli street artist più attivi ed in voga del panorama italiano e non solo, i quali rea-lizzeranno due opere concepite apposita-mente per gli spazi dello stesso museo.“Bros”, inizia la sua carriera nel 1997, re-alizzando wallpainting in mezza Europa e perfino a Cuba. Partecipa ad importanti collettive in tutto il mondo ed alla Bienna-le di Mosca nel 2010 e quella di Venezia nel 2011. Al MACRO è intervenuto su uno spazio non convenzionale: una fontana. Un collage di pellicole traslucide colorate che sembrano essere una rappresentazione

Urban Arena al Macro fino al 4 novembre 2012

In un tempo in cui si è visto tutto, forse troppo, la mostra presente all’Auditorium Parco della Musi-

ca stravolge il comune modo di imma-ginare l’arte. Oggi è il “come” che fa la differenza. “Forte piano: le forme del suono” ribalta totalmente l’affermazio-ne di Paul Klee secondo la quale “l’arte rende visibile l’invisibile”. La visita di questa mostra si sviluppa attraverso un vero e proprio viaggio polisensoriale e di integrazione nell’architettura dei luoghi ideati da Renzo Piano.L’esposizione, presente in due distin-te tranche di opere, la prima fino al 10 luglio e la seconda dal 19 luglio al 31 ottobre, è più simile ad una caccia al te-soro che non ad una classica vetrina ar-tistica. Sarà infatti lo spettatore a dover cercare i frutti dell’ingegno di 80 artisti contemporanei, da John Cage e dalle Neo-avanguardie, fino ad un panorama sugli artisti d’oggi, disseminate per tutti gli spazi interni ed esterni del comples-

orte piano_ di Valerio Zannetti

di poter utilizzare opere di, oltre al già citato Cage, Gino De Dominicis, Vettor Pisani, Emilio Fantin, Yoko Ono, Ma-rio Schifano e molti altri ancora, tra i quali persino Roberto Benigni e Michael Schumacher.La mostra, assolutamente gratuita e vi-sitabile fino alle ore 20.00 di tutti i gior-ni, è una rara occasione per provare a non dare per scontato il mondo in cui viviamo, iniziare a sorprenderci e tut-to ciò cercando di ammirare gli spazi pubblici, segreti, umili e nobili ideati e progettati da Renzo Piano. Un’occasione imperdibile.

so. Il tema unificante è il me-desimo: la smaterializzazione dell’opera, approdando a nuove forme di arte. Ovvia-mente sonora, visto che ci si trova in un vero e proprio pa-radiso per audiofili. Sarà possibile sorprender-si, cosa quanto mai rara, in qualsiasi ambiente. Gli spazi allestiti sono letteralmente ovunque: nel bar, nelle sale concerto, nelle scale, nella biglietteria, nel foyer, nei corridoi, nei ristoranti, negli spazi di passaggio e, persino, nelle toilette. In questo modo, le opere sonore circondano lo spettatore da ogni lato e aggirano così la canonica frontalità del rapporto soggetto osserva-tore – oggetto osservato.Non è un caso che dietro a questa in-novativissima mostra vi sia uno dei più grandi critici d’arte e curatori italiani: Achille Bonito Oliva. Già ideata una Biennale, Bonito Oliva ha la fortuna

L’arte “visibile” alle orecchie

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| eveNti e riCorDi

Impossibile stabilire con precisione il periodo, ma si ritiene che sin dall’anti-chità Roma prese ad esercitare un’irre-

sistibile fascino su artisti del Nord Europa. Ad affrontare il lungo viaggio verso la città eterna furono soprattutto i fiamminghi, nome generico che indicava gli abitanti delle regioni del nord dei Paesi Bassi (Olandesi), sia quelli delle regioni del sud.Il primo pittore Fiammingo, di fama, che af-frontò il viaggio per l’Italia fu Roger van der Weyden, attirato anche dalle cerimonie per l’An-no Santo del 1450. In quel secolo anche qualche miniaturista e un paio di scultori affrontarono la grande avventura ma se ne hanno scarse noti-zie. Via via col passare del tempo, si fecero un po’ più numerosi i giovani intraprendenti che per acquisire una visione nuova e vasta dell’arte che offrivano l’Italia, e Roma in particolare, si lanciavano , quasi sempre senza risorse econo-miche, verso un destino incerto, affrontando un viaggio faticoso e lungo. E rarissimi erano gli artisti che avrebbero potuto contare su un per-sonaggio importante, o meglio un prelato, che li avrebbe potuto accogliere o proteggere.

oma, attrazione perenne _ di Luciana Zanuccoli

si potevano verificare colpi di fortuna, ma anche drammati-che coincidenze determinanti il fallimento del loro viaggio. Ad alcuni è toccata la triste sorte di aver lasciato ottimi dipinti sen-za però raggiungere notorietà. Come pure è successo che di alcuni pittori di grande fama si ignorano le date di nascita e di morte e il luogo in cui avvenne. La sorte poteva dunque avere una parte importante, come avvenne per il pittore Jan van

Scorel che ebbe la fortuna di arrivare a Roma proprio quando saliva al pontificato Adriano VI, il solo papa olandese della storia. Pur non comprendendo un bel niente di arte, pur non amando la pittura e professando un cattolicesimo severo, rigido, austero – si potreb-be dire “in chiave protestante” – prese a proteg-gere van Scorel come connazionale più che qua-le artista, in modo che il pittore – tornato dopo qualche anno a Utrecht – aprì un’importante “Bottega” ed ebbe grande notorietà.

Ciò che più affascinava gli arti-sti fiamminghi erano le vestigia dell’arte classica e il paesaggio laziale con colline, montagne, cascate d’acqua, visioni insolite per loro, abituati a pianure qua-si deserte e, in certe zone, sotto il livello del mare.Da parte italiana si osservava con interesse come gli artisti del Nord Europa avessero un gusto raffinato per la “Natura Mor-ta”, come fossero abilissimi nel dipingere fiori, oggetti, scene di interni ed accurati nel rendere la preziosità delle stoffe, dei gioielli, nelle capacità di evidenziare ogni minimo particolare. I fiamminghi, inol-tre, erano riusciti a portare il paesaggio ad una grande dignità e monumentalità mentre in Italia – come aveva osservato Vasari – era considerato un genere destinato ad una clientela inferiore. La maggior parte degli artisti fiamminghi dove-va accontentarsi di eseguire, a prezzo modesto, quadri di piccolo formato e a confidare, oltre che nella propria arte, anche nel destino poiché

Ogni difficoltà si affrontava pur di arrivare nella città eterna

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Luglio/Agosto ‘12 | Nuove Proposte37

eveNti e riCorDi |

Addio alla Roma deserta del-la stagione estiva. Il regno dei turisti ritorna in mano a chi la

propria città la vive quotidianamente. E se in tempo di crisi bisogna risparmiare, non è detto che non si possa trovare un’alter-nativa altrettanto divertente e rilassante, senza spostarsi da casa. Proprio per que-sto, da qualche anno, le iniziative proposte nei mesi di luglio ed agosto si sono molti-plicate per accontentare ogni tipologia di pubblico ed ogni fascia di età. Piazze, stra-de, viali e giardini cambiano le loro vesti, illuminandosi e mettendosi a disposizione non solo dei romani, ma di tutti i passanti. Quante volte, durante l’anno, ci si conce-de una passeggiata in uno dei luoghi più incantevoli del mondo? Quasi mai. Per non parlare del Tevere, classificato sem-plicemente come una delle arterie stradali fondamentali per la nostra città, nonché scenografia del traffico pazzo e snervante durante le ore di punta. Ecco, che il fiume, da scenario di ordinaria follia, diventa, nelle notti estive, una quinta suggestiva

acanze romane _ di Fernanda Annicchiarico

di Shakespeare. Fino al 15 agosto, invece, verso piazzale Numa Pompilio nel parco di San Sebastiano, Roma Vintage orga-nizza un calendario variegato tra cultura, sport, gastronomia, concerti e mercatini. Insomma, quest’anno addio alla noia e alla tristezza da vacanza sfumata: in fin dei conti basta scegliere, qualcosa da fare c’è sempre e a qualsiasi ora!

e pacifica dove potersi concedere qualche ora di svago. Tra le ormai storiche banca-relle e i punti ristoro più trendy, fino al 2 settembre sono numerosi gli appuntamen-ti proposti dalla manifestazione “Lungo il Tevere”. Laboratori manuali, musica, arte, gastronomia e diversi spettacoli tra comicità e film di altri tempi. Ma questa non è l’unica iniziativa messa su “piazza”. Le aree del centro storico prendono nuova vita e luce, con serate organizzate sia dal Comune che da altre associazioni. Tra questi non si può non ricordare “All’Ombra del Colosseo” che, con i suoi immancabili appuntamenti con la comicità, riesce a far sorridere e a in-trattenere grandi e piccini. Anche le Terme di Caracalla riaprono i battenti per nuovi spettacoli e concerti sotto il cielo stellato e la brezza serale. Stesso discorso per un altro teatro di Roma, che ha dato il via alla stagione il 16 giugno scorso: il Globe theatre, riproduzione dell’originale teatro londinese, che propone una programma-zione interessante delle opere più famose

Svago e cultura, l’estate capitolina ne ha per tutti i gustioma, attrazione perenne

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Nuove Proposte | Luglio/Agosto ‘12 38

| eveNti e riCorDi

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Decollato all’inizio del Terzo mil-lennio, il Festival Paganiniano di Carro, è giunto all’undicesima

edizione. Ormai è uno degli eventi estivi più attraenti nel panorama musicale italiano. La rassegna, dedicata a Nicolò Paganini e al virtuosismo strumentale, realizzata dalla Società dei Concerti di La Spezia si svolgerà secondo un calendario itinerante dal 14 lu-glio al 14 agosto nei borghi più incantevoli della Val di Vara, con una tappa in Val di Magra e due in Riviera. Il programma stilato per la stagione 2012 dal maestro Bruno Fiorentini, direttore ar-tistico della manifestazione, presenta undici concerti tre dei quali si terranno a Carro, pa-esino d’origine della famiglia Paganini. Oltre al concerto di apertura e quello di chiusura del Festival come ormai da tradizione, Car-ro, infatti, quest’anno ospiterà anche quello del 28 luglio che vedrà il gradito e atteso ritorno di un fuoriclasse dell’archetto, Mas-simo Quarta.Gli altri concerti in programma saranno ospitati da borghi e paesini altrettanto sug-

irtuosismi strumentali _ di Mario Russo

franco-belga da G.B.Viotti a E.Ysaye”.Il Festival Paganiniano di Carro si avvale del sostegno, tra l’altro, della Regione Liguria, della Provincia di La Spezia e dell’Associa-zione Amici di Niccolò Paganini, nonché del patrocinio del Touring Club Italiano e del contributo di Isagro S.p.a.Nelle serate di concerto sarà attivo un ser-vizio Navetta A/R gratuito da La Spezia ai luoghi dei concerti in programma. Partenza ed orari saranno pubblicati sul sito www.sdclaspezia.it. Per i turisti è stata predisposta la (conveniente) formula “Due per Uno”: tutto compreso (albergo, ristoranti, musei, escursioni Cinque Terre, transfert e concerti) per due al prezzo di uno.

gestivi. Da Framura, Varese Ligure, Bonas-sola a Beverino Castello, S.Stefano Magra, Borghetto Vara e Pignone echeggeranno le note dei capolavori paganinianiIl denso e articolato calendario festivaliero include altresì una sosta nei borghi (Pignone, Borghetto e Brugnato)devastati dall’alluvio-ne dello scorso ottobre. E ciò in sintonia con la vocazione per il rilancio culturale e turisti-co della Società dei Concerti spezzina. “La funzione di valorizzazione del territorio, che già era tra gli scopi prioritari del Festival- ri-badisce il presidente della Società, Francesco Masinelli- viene resa così quest’anno ancora più significativa dagli interventi in queste zone che stanno faticosamente riprendendo la loro vita ordinaria”.Nei giorni 9, 10 e 11 luglio al CAMeC (Cen-tro Arte Moderna e Contemporanea) si terrà il quarto Convegno Internazionale di Stu-di paganiniani, realizzato dalla Società dei Concerti spezzina, dal Palazzetto Bru Zan di Venezia, dal Centro Studi Opera Omnia Luigi Boccherini di Lucca e MusicalWords.it di Cremona. Tema: “La scuola violinistica

Al via il “Festival Paganiniano di Carro” 2012

| Salvatore Accardo

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Luglio/Agosto ‘12 | Nuove Proposte39

segreti |

Si definisce “mistero” (dal la-tino «mysterium», dal greco «μψψστεριον» (misterion): cosa

da tacere) un evento arcano, di cui non si deve parlare pubblicamente, perché ri-servata agli iniziati. Un fatto inspiegabile, spesso associato alla natura di accaduti riguardanti la pseudoscienza, il paranor-male o altre branche delle quali la scienza ortodossa ed il comune senso razionale non ci danno alcuna spiegazione logica. I nostri vissuti sono pieni di “misteri” più o meno reali, da quelli “veraci” a quelli “pseudo” che restano tali soltanto perché “qualcuno” non vuole che la gente comune sappia. È un mistero, per esempio, come mai ci ri-troviamo fra le mani una banconota su cui può essere scritto “100 €” o “100 $”, quan-do il valore intrinseco della stessa non arri-va, fra carta, inchiostro, stampa ecc. a circa 30 centesimi. Un mistero solo per i non addetti ai lavori, perché l’arcano, chiama-to con il termine tecnico di “signoraggio”, serve a fare in modo, detto in poche parole (ma che rendono l’idea), che chi stampa moneta (in modo legale, ovviamente) si ar-ricchisca sulle tasche di chi quella moneta è obbligato a usare. In tal modo c’è chi si arricchisce sempre di più e chi si indebi-ta sempre di più. Ma passiamo ai misteri quelli veri, quelli che la tradizione definisce “leggende” (ma saranno poi tali?). Senza alcun dubbio il mistero per eccellenza re-sta, imprescindibilmente, quello di Atlan-

l mistero di AtlantideDal Crizia di Platone notizie sul continente scomparso_ di Fabio Bogi

tide, il famoso continente scomparso e del quale ognuno dice la sua. Chi lo voleva nell’oceano atlantico fra Europa e Nuovo Mondo, chi lo identificava con l’Antartide, chi con Santorino (Τηερα – Théra in gre-co), chi lo poneva nel Mare del Nord, chi l’ha identificato persino con la Sardegna. Ma risaliamo all’origine, appunto, del mi-stero, ai frammenti che ci sono rimasti del “Κριτιασ” (Crizia) e del “Τιμειον” (Timeo), dialoghi scritti da Platone, che riportano discorsi ascoltati in gioventù fra suo zio Crizia e altre personalità. Crizia racconta che un secolo prima, nel 590 a.C., il legi-slatore Solone si era fermato a Sais, la capi-

tale amministrativa dell’Egitto, dove aveva cercato di illustrare ai Sacerdoti di Iside le antiche tradizioni greche. Uno di questi Sacerdoti aveva risposto in modo ironico a quanto esposto da Solone affermando che il popolo greco era un popolo poco evoluto, mentre ne esisteva un altro, molto più evo-luto, su cui gli Egizi possedevano molta do-cumentazione scritta. Riportava infatti che “al di là di quello stretto di mare chiamato le Colonne d’Ercole, si trovava un’isola più grande della Libia e dell’Asia messe in-sieme, e da essa si poteva passare ad altre isole, e da queste isole alla terraferma di fronte. In quell’isola chiamata Atlantide vi era un regno che dominava non solo l’isola stessa, ma anche molte altre isole nonché alcune regioni del continente al di là: il suo

potere si spingeva, inoltre, al di qua delle Colonne d’Ercole; includendo la Libia, l’Egitto e altre regioni dell’Europa”. Poi, a seguito di un immane cataclisma avvenuto circa novemila anni prima, in un giorno ed una notte, l’isola era sprofondata insieme a tutti i suoi abitanti. Ora, a distanza di più di 12.000 anni, il mistero, pur con tutta la tecnologia a nostra disposizione, resta tale. L’ipotesi più accreditata attualmente è che il Continente Perduto si trovasse nell’Ocea-no Atlantico, quindi oltre le “Colonne d’Er-cole” (Stretto di Gibilterra) con i confini delimitati dalla Groenlandia, le Azzorre, le isole di Capo Verde e le Bahamas.

irtuosismi strumentali

| Salvatore Accardo

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| beNessere

Si è chiusa a Rimini la settima edi-zione del più importante appunta-mento nazionale del settore fitness,

benessere e sport RiminiWellness. Quattro giornate di straordinario afflusso per miglia-ia di visitatori e operatori nazionali ed esteri che hanno animato ogni angolo dei 14 padi-glioni della fiera. Donne e uomini di ogni età, tutti vogliosi di passare una giornata all’in-

’arte del giusto movimento_ di Cristina Cordsen

do è la “Gymhouse”, ovvero palestra do-mestica, fenomeno che ha cambiato molto la domanda nel settore fitness, il quale si è adeguato creando un mercato di attrezzisti-ca più pratica, maneggevole e meno ingom-brante. Infatti, due appassionati su cinque, 47,4% uomini e 38,1% donne, posseggono e usano attrezzi per praticare l’home fitness. I più avanzati si servono addirittura di un personal trainer virtuale, attivabile tramite comandi vocali e gestuali, per mezzo del programma di ginnastica virtuale collegato ad una periferica. Anche il concetto di dieta si è molto evoluto, non si parla più di digiuni o di ridurre un alimento piuttosto che un altro. Si parla di approccio alimentare innovativo, basato su diversi segnali ipotalamici di ingrassamen-to e dimagrimento, come ci spiega il dottor Luca Speciani, medico consulente della nu-trizione e tecnico della Federazione di Atleti-ca Leggera. Durante i suoi studi, ha svilup-pato un approccio originale al movimento e all’attività sportiva, centrato sulla consa-pevolezza della profonda unità tra mente e corpo. Una teoria innovativa per restituire equilibrio ed armonia che di per sé produ-cono enormi benefici sulla forma fisica. E’ dimostrato che distogliere il pensiero dalla materia, rivolgendolo a concetti interiori che lo mettono in contatto con la coscienza, pro-duce un’energia positiva, un senso di pace e di armonia che portano benessere. Lo con-ferma anche la moderna Fisica Quantistica, mettendo in dubbio la realtà della materia e sostenendo che la coscienza-intelligenza è energia e che pensare meno alle condizioni materiali espande la propria consapevolez-za. In questo modo l’uomo riesce ad attivare e dirigere coscientemente, a proprio vantag-gio, la propria vita, rendendola più luminosa e prosperosa in ogni campo dell’esistenza.

segna del movimento, entrando in contatto con le ultime novità in fatto di allenamento. Questo successo che ormai si ripete da 7 anni, mette in risalto l’importanza rivestita dal “fattore movimento” ed il suo diretto collegamento con il benessere psico-fisico. Il Coni ed il Ministero della Salute nel 2011 ne hanno persino fatto un protocollo d’inte-sa denominato “Guadagnare in Salute”con

lo scopo comune di collaborare alla promozione di stili di vita orientati al movimento ed all’at-tività fisica, per contrastare la sedentarietà ed il conseguente sovrappeso; un programma che vuole favorire l’attività motoria come momento di benessere fisico e psicologico ma che ha anche come valore l’aggrega-zione sociale soprattutto in età scolare. Come ci dimostra questo even-to, unico nel suo genere, l’offerta delle alternative nel campo del fitness sono diventate tantissi-me: dall’aerobica all’acquagym, dallo spinning alla ginnastica dolce, come il pilates che ora va per la maggiore. In palestra si va non solo per dimagrire e tenersi in forma, ma anche per diver-tirsi e combattere lo stress. La domanda del “wellness”, ovve-ro benessere, è molto cambiata negli ultimi anni. Il pubblico è più informato e di conseguenza più selettivo e deciso nelle pro-prie scelte, lo dichiara la NETS, l’istituto incaricato dall’organiz-zazione di RiminiWellness per lo studio e la valutazione delle nuove tendenze. Una di queste che si va sempre più diffonden-

Distogliere il pensiero dalla materia produce energia positiva

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eCoNoMia |

’arte del giusto movimento

Periodo di vacanza e relax: come organizzarlo? Nel mare di internet numerose sono le

offerte in cui ci s’imbatte, ma spes-so si rischia di annegare se non si fa attenzione ai classici specchietti per le allodole. Il risparmio al momen-to delle prenotazioni: sogno o realtà? Realtà bella e buona. Quindi, all’atto pratico, cosa fare realmente? Come prima cosa, qualora si dovesse opta-re per i “daily deal”, che sono tanto in voga in questo momento, bisogna sempre controllare l’offerta reale con-frontandola con i prezzi di listino delle strutture scelte. In più, è consigliabile, chiamando o attraverso una e-mail (si sa, “scripta manent”), la disponibilità delle date in cui si desidera soggior-nare. Se, invece, al posto della classi-ca agenzia di viaggi, ci si appresta al fai da te, gli elementi da tenere sotto controllo sono svariati. In primo luo-go è fondamentale fissare un budget, per evitare gli sprechi e per trovare

isparmio e vacanza_ di Fernanda Annicchiarico

aver scelto il posto sbagliato. Proprio a questo servono molti forum di viag-giatori che, gratuitamente, postano le proprie esperienze dando vita ad una lista di gradimento degli alloggi nelle varie città sparse nel mondo. Molti di questi danno la possibilità di inserire le foto degli ospitati riguardo le condi-zioni delle varie strutture. Commenti e considerazioni non sono da prendere alla lettera perché, in fondo, i giudizi rimangono sempre soggettivi ma, di si-curo, è una base per iniziare a capire dove si finirà una volta arrivati a desti-nazione. Una vacanza a basso prezzo? Bastano adattamento, spirito d’inizia-tiva ed un’accurata ricerca. Buone va-canze!

una vacanza su misura a seconda del-le proprie esigenze. Se la meta non è l’oggetto fondamentale del vostro de-siderio due sono le opzioni: vedere ciò che offre il mercato o con largo anti-cipo o all’ultimo secondo, in genere con partenza nell’arco di un paio di giorni. Per una maggiore scelta e per gestire al meglio la questione biglietto aereo è preferibile la prima opzione, in quanto attraverso una prenotazione con largo anticipo si può risparmiare fino al 35%. Viaggiare leggeri, inoltre, senza necessità di imbarco bagagli, aiuta a far rimanere la tariffa light: in fin dei conti è estate! Stesso discorso per la scelta dell’albergo: prima pre-noti meno paghi. Infatti, molti hotel, anche i più lussuosi, applicano tariffe agevolate con sconti dal 20 al 30% sul prezzo medio nei confronti dei clien-ti più “veloci”; per non parlare della maggiore possibilità di scelta. Una vol-ta trovato il luogo ideale dove dormi-re, però, incombe sempre la paura di

Scegliere bene e controllare le offerte per evitare sorprese

Quante volte sarà capitato di dire: “Basta! Mollo tutto e mi metto in proprio”? Avere

una buona idea e lasciarla cadere nel dimenticatoio per pigrizia o per l’ecces-siva, apparente difficoltà di realizzarla, con tutte le formalità e le lungaggini che questa comporterebbe?In effetti, sbloccare il mercato delle im-prese semplificando (o almeno provare a farlo) il quadro normativo ed attuativo, aiuterebbe ogni neo-imprenditore. Da poco tempo, a tal proposito, è diventato legge un articolo su misura con il Decre-to semplificazioni di inizio anno. Que-sto include una nuova forma societaria che prevede, solo per i giovani fino a 35 anni, di aprire una società di capitali in poco tempo, con pochi oneri e senza tan-ti cavilli. Stiamo parlando delle inedite SSRL, Società a Responsabilità Limita-ta Semplificata.L’articolo dichiara che la SSRL può es-sere costituita con un contratto o atto

are impresa con 1 euro_ di Valerio Zannetti

SSRL: nuova forma societaria low cost

unilaterale da persone fisiche che non abbiano compiuto i 35 anni d’età alla data della costituzione. L’atto costitutivo deve essere redatto per atto pubblico in conformità al modello standard”. Ma le novità non sono finite: il capitale sociale deve essere “pari almeno a 1 euro”. Un bel risparmio, considerato che il capita-le interamente versato di una SRL deve essere di almeno 10.000 euro. Inoltre, sempre sul fronte dei risparmi, “l’atto costitutivo e l’iscrizione nel Registro del-le imprese sono esenti da diritto di bol-lo e di segreteria e non sono dovuti atti notarili”.Facendo due conti, si nota che il rispar-mio sui bolli e spese di segreteria è evi-dente, ma rimangono 200 euro di primo diritto camerale, imposta di registro da 150 euro, la tassa annuale per numera-zione e bollatura dei libri e dei registri sociali per circa 300 euro, più il rapporto con il commercialista per Iva, dichiara-zioni e bilancio. In pratica l’euro iniziale

si moltiplica subito. Ma è innegabile il risparmio su segreteria e bolli, nota-io e 10.000 € di capitale sociale. È stato stimato che aprire una SSRL costa circa 700 euro e che il ri-sparmio realistico rispetto all’apertura di una SRL è di circa 11.500 euro: una bella somma, non c’è che dire. Interessante il risparmio, ma vincolan-te il discorso sull’età i soci che devono avere meno di 35 anni. Quando li com-piranno dovranno o lasciare la società o trasmutarla in una SRL ordinaria con tutte le spese che ne deriveranno. In un momento di immobilità un’iniziativa simile, volta ad aiutare i giovani e chi ha pochi liquidi, è comunque un espe-rimento interessante: vedremo cosa suc-cederà.

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| teNDeNze

Puntuale come sempre, con l’arrivo dell’estate, la tanto temuta prova costume. Diete

drastiche ed improponibili (pericolo-se oltre che per la salute, anche per l’ umore) incalzano sulle riviste. Modelle perfette, lontane anni luce dalla nor-malità, rimbalzano dalle pubblicità alla televisione e sui cartelloni delle città in pose provocanti e sensuali, indossando

a Rio alle nostre spiagge_ di Priscilla Rucco Buzzantro

delle bretelle sull’abbronzatura.Tantissimi i modelli, più semplici ri-spetto all’ anno scorso, nelle forme e nei colori, abbandonati infatti i colori fluo-rescenti del 2011, i costumi di questa nuova estate saranno multicolor e dav-vero minimali.Da abbinare ai costumi, gli importan-tissimi accessori quali cappelli stile reali inglesi e tacchi altissimi e dalle forme più bizzarre, o sandali senza tacco, raso terra ma in materiali come la gomma per sfilare sul bagnasciuga. Non dimen-

ticate nemmeno le pochette da mare in plastica semilucida, trasparenti o con temi prettamente estivi.Anche per i costumi maschili c’è un ri-torno al tanto discusso, quanto poco uti-lizzato, slip, ritornato in voga quest’an-no accompagnato da disegni etnici e tanto colore.Se invece, siete amanti dei costumi bo-xer sappiate che nei negozi saranno dif-ficili da trovare quelli particolarmente lunghi, infatti i pantaloncini sono stati notevolmente accorciati anche per i ma-schietti.Per lasciare senza fiato e per farvi acca-rezzare dagli sguardi cercate, comunque, sempre di adattare la moda al vostro corpo e alla vostra mente, per ottenere giramenti di testa nel senso migliore del termine.

dei ridottissimi costu-mi.Quest’estate la moda costumi arriva diret-tamente dal Brasile. Linee minimal, tessuti cangianti si scontrano con la tendenza retrò che cerca d’ incalzare sulle nostre spiagge. E così, tra il ritorno del costume intero e l’ abbandono del tri-

kini, il consueto bikini la farà da padrone anche stavolta.Per chi non ha un fisico fili-forme lo stile anni 40 sem-brerebbe più opportuno, ma non pensate alle inflazionate coulotte; anzi, dimenticate-vele proprio, optate invece per costumi a vita alta, ma-gari leggermente contenitivi e push-up.Se invece volete osare di più fate vostri i costumi arrivati nei negozi direttamente dal-le spiagge di Rio, ovvero slip effetto tanga e rigorosamente legati da laccetti laterali.Per la parte superiore, i co-stumi a fascia sono i più get-tonati, soprattutto per la co-modità di non avere il segno

Moda costumi 2012

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eveNti |

a Rio alle nostre spiagge

“Famiglia, lavoro e festa” sono le tre parole chiave del VII Incontro Mondiale delle

Famiglie con Benedetto XVI, tenuto-si a Milano dal 1 al 3 giugno 2012, al quale hanno partecipato circa un milione e mezzo di fedeli di tutto il mondo. Nelle nove sessioni del congresso si sono tenuti dibattiti e temi specifici con particolare riferimento all’iden-tità della famiglia di oggi, alle sue

II Incontro mondiale delle famiglie _ di Angela Abozzi Cecchetto

nel mondo. L’omelia rivolta da Papa Benedetto XVI, ai numerosi fedeli ac-corsi nel Parco Bresso, è un profondo trattato pastorale, una summa del pensiero della Chiesa sui valori della famiglia: una famiglia “fondata sul matrimonio tra l’uomo e la donna” e aperta alla procreazione “generosa e responsabile”. A quanti sono segnati da esperienze dolorose di fallimento e di separazione, Benedetto XVI ha rivolto queste parole: “Sappiate che il Papa e la Chiesa vi sostengono nel-la vostra fatica”.Alla messa solenne di chiusura era-no presenti il Presidente del Consi-glio Mario Monti, i ministri Lorenzo Ornaghi ed Andrea Riccardi ed altri politici ed autorità locali. Un evento indimenticabile che è stato prezioso per tutte le famiglie presen-ti, raccolte in una comune riflessio-ne, condividendo problemi, difficoltà e progetti solidali per il futuro.

trasformazioni e alle sfide con le quali è chiamata a misurarsi. La domenica, giorno di riposo, ha come centro la Messa dome-nicale, che è alla base della vita familiare e sorgente zampillante della vita cristiana. È la fonte che alimenta il senso della spe-ranza.Conciliare il lavoro e la famiglia è stata una delle problematiche più calde a livello internazio-nale, su cui si sono confrontati

relatori e pubblico di tutti i conti-nenti.L’importanza dei mezzi di comuni-cazione relativi alle sfide educative è stata discussa approfonditamente all’interno di un dibattito di comuni-cazione multimediale.La catechesi della Messa di chiusura ha dato l’impronta dello stile della vita familiare, illuminando l’intrec-cio fra l’esperienza della famiglia e della vita quotidiana nella società e

Un fiume di fedeli accoglie il Papa a Milano

| Il Papa a Milano

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| viaggi MoNDo

indispensabile alla sopravvivenza dell’Egitto. Ma il Paese non è solo archeologia e ricordi; un grande storico greco non a caso chiamava l’Egitto “ un dono dal Nilo” . Da vedersi il Cairo sulla destra del Nilo. Fon-data dagli Arabi nel VII secolo, divenuta ca-pitale nel 969, attualmente il massimo centro culturale islamico e meta frequentissima del turismo internazionale. La Cittadella, un complesso fortificato fatto erigere dal Saladino nel 1179, da cui si gode un magnifico panorama, uno dei mercati più affascinanti del mondo. Attualmente è una delle più affollate megalopoli del terzo mondo. Ma altre città non sono da meno. Alessandria considerata la perla del Mediter-raneo poiché con la luce della sua storia illu-mina tutto il mondo. Giza dove la maestosa mole delle tre piramidi di Chefren, Cheope e Micerino e la sagoma della Sfinge dominano incontrastate. Esma a 60 km a sud di Luxor, all’altezza di una diga costruita all’inizio del Novecento che permette di irrigare altre 70.000 ettari.Abidos, celebre nell’antichità per aver ospi-tato la tomba di Osiride. Dendera una delle più antiche città religiose: un tempo vi regna-va Hator, la madre degli dei.Luxor con tombe di vari faraoni e tantissime altre città. Per chi ha tempo e soldi da non perdersi la navigazione tra Aswan e Luxor a bordo di navi di lusso che sono dei veri e propri hotel a cinque stelle.

Visitare l’Egitto è viaggiare nel tempo, è rivivere il fascino di una civiltà che tremila anni fa lascia-

va solide e grandiosi testimonianze nel suo splendore scavate nella roccia o innalzate con tecniche ancora oggi sorprendenti. Non cre-do esista un altro paese al mondo che, come l’Egitto con i suoi monumenti, sia in grado di farti sentire così piccolo. Eppure l’Egitto, come entità territoriale, non è che una striscia di terra lambita dal grande Nilo. Una striscia in cui si concentra tutta la popolazione uma-na ed animale di un paese antico di millenni. Ma non è questa la direzione verso la quale convergono di preferenza gli sguardi dei vi-sitatori, ma la distesa desolata di sabbia che si perde all’infinito e che ha inizio non appe-na si spegne l’ultima vibrazione di verde. E’ quella sabbia che attrae, quelle dune ondeg-gianti, ossessive nel loro incessante ripropor-si, ritmate dal capriccio del vento che macina ogni cosa in frammenti che vorresti rimettere insieme, per ritrovare le immagini perdute. Guardando alla Grande Sfinge, che si erge aggressiva, ti dimentichi in realtà, che non è lei a venirti incontro, ma che fu essa a costi-tuire per tempi immensurabili una barriera contro i venti che tutt’ora le sibilano intor-no, sbriciolandone i contorni. Che un masso d’arenaria si stacchi di tanto in tanto dal co-losso è un fatto naturale, determinato princi-palmente dalla non felice scelta della qualità della roccia nella quale venne scolpita. Una delle sue debolezze è la non omo-geneità del blocco inter-

gitto, non solo archeologiaAlla scoperta di una terra dai magnifici contorni_ di Carlo Franciosa

rotto da falde terrose poco idonee a resistere alle forze della natura. Non va dimenticato, inoltre, che altre cause vanno imputate agli uomini, non ultimi i mammalucchi, nonché i soldati di Napoleone che ne sfigurarono il volto asportandole il naso. Ogni tanto i mo-numenti vanno restaurati. Ricordiamo a questo proposito che restaurare non signi-fica affidare l’oggetto all’eternità, bensì prolungarne l’agonia, fatalmente avviato alla morte. Se il deserto non lo si contra-sta, avanza e cancella inesauribilmente ogni traccia di vita. Altro appuntamento da non perdere è la Valle dei Re, il posto più ter-rificante che mente umana possa immaginare. Già a qualche di-stanza dalla località nella quale si estende, ogni segno di vegetazione cessa di esistere. La montagna tebana chiude l’orizzonte in un rincorrersi di gole e canaloni che sembrano ignorare le più elementari re-gole della fisica. E’ un panorama terrificante, pieno di asperità e flagellato da furiosi venti. Allora ti chiedi meravigliato come, nonostan-te l’impraticabilità del posto, quasi nessuna tomba sia rimasta inviolata. Dopo aver fatto visita al Museo del Cairo ed esserti reso conto dell’abbondanza dell’ar-redo di Tutankhamon tenti di immaginare come abbia potuto venire ammassato tan-to materiale in uno spazio così angusto. La mummia, dopo aver subito infinite peripezie da parte degli studiosi, è tornata a giacere lì (coperto il volto dalla splendida maschera d’oro, copia dell’originale conservata nel museo), dentro il suo sarcofago di porfido che risalta contro le figurazioni delle pa-reti che raccontano le imprese del fara-one giovinetto. Questi, dignitosamente composto non riesce più a rievocare le maledizioni del tempo della sua sco-perta, ma un sentimento di umana tenerezza. Circa i grandi Templi, da quello di Luxor a quello di Karmak, da quello di Sappura a quello di Giza, da quello di Denderu a quello di Aba Simbet, non rimane altro da dire se non che costituiscono quanto di più grandioso mente umana abbia mai osato concepi-re. Stesso discorso va fatto per il tempio di File, trapiantato addirittura su un’isola. Non è lontana da questo luogo la

diga di Assuan che imprigiona nel suo baci-no milioni di tonnellate di acqua, ingrediente | Le Piramidi egizie

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Luglio/Agosto ‘12 | Nuove Proposte45

viaggi italia |

lago che, una volta catturato, venne de-capitato proprio su questo isolotto. Ma i misteri di queste fantastiche isole non fini-scono qui: vengono chiamate anche le iso-le Diomedee, perché create dall’eroe acheo Diomede che, come si racconta, gettò in mare tre giganteschi massi provenienti da Troia che si trasformarono in isole. A San Nicola, infatti, vi è una tomba di epoca ellenica chiamata ancora oggi “tomba di Diomede”. La leggenda narra anche del-la dea Afrodite che avrebbe trasformato i compagni del valoroso guerriero in grandi uccelli marini notturni, le “diomedee” ap-punto, che con i loro garriti andrebbero a consolare il sepolcro del loro amato con-dottiero. Una terra in cui il mito, la storia e le credenze indigene si incontrano e si intersecano creando un’atmosfera magica, spesso surreale e soprattutto immersa in un contesto naturalistico e marino davve-ro straordinario. L’unica nota dolente di questo incantevole luogo riguarda la re-cente notizia della messa all’asta al miglior offerente di sette ettari di terreno edifica-bile. Una scelta del Comune delle Tremiti per risanare il deficit di quattro milioni di euro, ma che ha suscitato molte polemiche e proteste da parte dei cittadini. La paura è che questo paradiso non resisterà all’in-vasione di cemento dei costruttori che ha già invaso il Gargano e alla minaccia del-le ricerche petrolifere in mare paventate qualche mese fa, quando invece bisogne-rebbe puntare alla salvaguardia di questa preziosa terra ed investire maggiormente su un turismo sostenibile.

In provin-

cia di Foggia, a cir-ca 12 miglia a nord del promontorio del Gargano, sorge l’arcipelago delle Isole Tre-miti. Definite le “Perle dell’Adriati-co”, sono state più volte conferite del pre-stigioso riconoscimento della Bandiera Blu e dal 1989 sono divenute Riserva Naturale Marina. Pur essendo il Comune più picco-lo della Puglia, poco meno di 500 abitanti, ogni anno le Tremiti sono una delle mete turistiche più ambite per la straordinaria bellezza del mare e della natura circostan-te. L’arcipelago è composto dalle isole di San Nicola, che è il centro storico, religio-so e amministrativo, ma soprattutto un vero e proprio museo a cielo aperto per i suoi numerosi monumenti. L’isola di San Domino, chiamata dai monaci benedet-tini anche “Orto di Paradiso” per i tanti fiori d’ogni colore che la ricoprono, è la più turistica grazie alle numerose calette e all’unica spiaggia sabbiosa (Cala delle Arene). Qui, con la barca, vale sicuramen-te la pena visitare la Grotta delle Viole, del Bue Marino e delle Rondinelle e arrivare al famoso scoglio dell’Elefante e ai “Pagliai”, monoliti a forma di piramide. Capraia, la

sole Tremiti, “perle dell’Adriatico”La leggenda di Diomede e altri misteri

_ di Simona Mastropaolo

seconda isola per grandezza, è disabitata ma è altrettanto interessante per il rino-mato “architiello”, un arco che forma un laghetto color smeraldo contornato dal mare, un vero capolavoro della natura.

Vicino alla costa, a 10 metri di pro-fondità, è stata posta nel 1998 la

statua di Padre Pio che con i suoi 3 metri di altezza

è la statua sottoma-rina più grande

del mondo. Piano-

sa, i l

c u i n o m e

d e r i v a p r o p r i o

dalla strut-tura pianeg-

giante, è Riserva Naturale e di fon-

damentale importan-za per le numerosissime

specie ittiche che popola-no i suoi fondali, vige infatti

il divieto assoluto di pesca e di immersioni se non accompagna-

ti da guide subacquee autorizzate. A breve distanza troviamo il Cretac-

cio che, più che un’isola, è un gran-de argilloso ammasso roccioso di colore

giallo, al quale sono legate due macabre leggende: la prima narra di una vecchia, che in passato fu la proprietaria dell’isola, che si aggira nelle notti tempestose inten-ta a filare. La seconda leggenda riguarda l’avvistamento del fantasma di un uomo che tiene tra le mani la sua testa; si pensa pos-s a esse-re lo spirito di un detenu-to eva-so dal c a r c e r e p e n a l e p r e s en t e un tempo sull’arcipe-

gitto, non solo archeologia

| Le Isole Tremiti

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Nuove Proposte | Luglio/Agosto ‘12 46

| FuoriPorta

A soli 40 chilometri da Roma, troviamo l’antica Caere, una delle città etrusche più

ricche e prestigiose dell’antichità. Per la sua intensa attività commerciale, era il luogo preferito da tantissimi artisti provenienti dalla Grecia. Nel 2004 è entrata a far parte del patri-monio dell’Unesco grazie soprattutto alle sue necropoli, che costituiscono il più importante sepolcreto etrusco del mediterraneo. Questa città rappresen-ta una vera e propria attrattiva mon-diale ed è considerata uno dei centri archeologici meglio conservati. Tra il verde dei boschi circostanti si possono ammirare numerose cascate e ruscelli, il luogo ideale per chi ama passeggiare immerso nella natura. Ma Cerveteri è una mèta molto ambi-ta anche per coloro che preferiscono trascorrere al mare le calde giornate

alle necropoli alle spiagge_ di Simona Mastropaolo

Un week end a Cerveteri, tra sagre, mare e tanta storia

estive.Per gli amanti della cultu-ra merita una visita duran-te tutto il resto dell’anno e consigliamo di iniziare dal-la “Necropoli della Bandi-taccia”, il cui nome deriva da un fatto accaduto alla fine dell’Ottocento, quan-do la zona venne “bandita” (cioè affittata tramite ban-do) dai proprietari terrieri di Cerveteri a favore della popolazione locale. Costi-tuita da migliaia di sepol-ture che vanno dal IX seco-lo a.C. alle più recenti del

periodo etrusco, è la necropoli antica più estesa di tutta l’area mediterranea e grazie all’abbondanza dei particola-ri recuperati all’interno delle sepoltu-re, gli archeologi sono potuti venire a conoscenza degli usi e costumi degli etruschi. La città instaurò nel 390 a. C. soli-di legami politici con Roma, tanto da ospitare le Vestali durante l’invasione dei Galli e circa un secolo dopo di-venne alleata all’Urbe. Un esempio di questo periodo è il complesso ter-male delle “Acquae Ceretanae” che, caratterizzato da elementi sacri, oggi si trova nella frazione di Sasso di Fur-bara. Anche per Cerveteri il medioevo non fu un periodo florido; venne spes-so oppressa da un regime turbolento e dalla mancanza di attività economica, tanto che fu man mano abbandonata

e alcune aree divennero incolte. La città ha dovuto attendere il Rinasci-mento per ritornare alla sua fioritura, quando entrò a far parte del princi-pato della famiglia Ruspoli, che intor-no al 1700 comprò il Castello Orsini, trasformandolo in un lussuoso palaz-zo residenziale. Situato nell’incante-vole piazza incorniciata dalle vecchie mura medievali, divenne in poco tem-po uno dei centri mondani più impor-tanti della città e famoso per i tanti personaggi illustri che vi abitarono (come Napoleone III e sua madre la regina d’Olanda). Successivamente venne trasformato in un Caffè, dap-prima frequentato dall’alta borghe-sia ottocentesca e poi, con l’entrata a Roma dei francesi, finì per diventare una bettola per le truppe straniere. Oggi il Castello Ruspoli è un impor-tante centro espositivo di mostre ar-cheologiche e artistiche temporanee.Cerveteri è una tappa importante e obbligata per capire l’evoluzione del-la civiltà occidentale e regala a tutti i visitatori un’esperienza suggestiva e indimenticabile.Un motivo in più per visitarla nei mesi estivi sono le numerose manife-stazioni cinematografiche, musicali e teatrali che vi si svolgono in questo periodo. L’ultima domenica di agosto poi, si festeggia la Sagra dell’Uva e del Vino dei Colli Ceriti con sfilate di carri allegorici. Un’altra occasione per godere appieno di un connubio perfetto tra cultura e sapori.

| Necropoli di Cerveteri | Castello Ruspoli

| Cascate di Cerveteri

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Luglio/Agosto ‘12 | Nuove Proposte47

saPori |

Vino abbinatoBianco di Pitigliano

Caratteristiche: Colore paglierino bril-lante, con riflessi verdognoli, profumo delicato e caratteristico, sapore asciutto appena amarognolo.

Temperatura di servizio consigliata:10°CPreparazione: 20 minutiDifficoltà: bassaSpesa: mediaConsiglio: potete sostituire l’aglio con un

recchiette alle Cime di Rapa con Gamberetti

trito di scalogno.

Ingredienti per 4 persone400 gr. di Orecchiette fresche800 gr. di Cime di Rapa200 gr. di Gamberetti Bianchi2 Alici sottolioq.b. Olio e.v.o., Aglio, Peperoncino,

Sale, Pepe.

PreparazioneIn una padella mettere un filo d’olio d’oli-va e soffriggere uno spicchio d’aglio in

camicia e il peperoncino sminuzzato. Ag-giungere le alici e quando esse si saranno sfaldate nell’olio, mettere i gamberetti.In una pentola con abbondante acqua sa-lata, mettere prima le cime di rapa, poi le orecchiette e lasciare cuocere insieme per circa metà della cottura prevista dalla pa-sta. Quindi trasferire il tutto nella padella con i gamberetti, avendo l’accortezza di aggiungere sufficiente acqua di cottura

della pasta Aggiungere un pizzico di sale e saltare il tutto fino a cottura completata. Servire ben caldo con un filo d’olio d’oliva ed un leggero trito di pepe nero. Buon appetito!

Questo mese ho deciso di portarvi in Puglia con una rivisita-zione di una delle più antiche ricette che nelle famiglie pu-gliesi si tramanda da tempo: Orecchiette alle Cime di Rapa. Le cime di rapa, denominate a Napoli “Friarielli”, con quel retrogusto amarognolo sono degli ottimi accompagni per pranzi a base di carne e per condimenti di paste saporite. Io, con questa ricette, ho voluto mostrarvi quanto risultino es-sere duttili ed abbinabili al pesce. Infatti, il mio piatto, cerca una delicata consistenza nella pasta fatta a mano, un stimolo al palato con il sapore intenso delle Cime di Rapa ed infine la

dolcezza dei Gamberetti bianchi.

_ a cura di Alberico Nunziataalle necropoli alle spiagge

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Nuove Proposte | Luglio/Agosto ‘12 48

Un argomento che, a pri-ma vista, deve sembrare ben poco allegro, è quello

delle tasse o pubbliche imposizioni, non risparmiate mai ai cittadini da nessun governo, di qualunque for-ma esso sia. Argomento assai do-loroso se volgiamo il pensiero alle molte lacrime che, nei secoli, le imposte hanno spremuto ai sudditi insieme al denaro e alle sedizioni e sommosse popolari, spesso sfociate nel sangue. Oltre ai riferimenti bi-blici all’epoca di Roboamo, ci ba-sterà ricordare che Gaio Pescennio Nigro (Caio Pescennius Niger Iu-stus, 135-194 d.C.), il competitore di Settimio Severo al trono impe-riale di Roma, quando egli era go-vernatore della Siria, agli ebrei che lo avevano supplicato di alleggerir-li dalle tasse troppo gravose dalle quali erano oppressi, così rispose, senza temere lapidazioni:«Vorrei, se potessi, farvi pagare anche l’aria che respirate!». Ma Gaio Pescennio non disponeva del genio della fisca-lità, come vedremo in seguito. La tassa sull’aria respirabile, però, im-posta più tardi da ingegnosi uomini fiscali, colpendo la cubatura degli ambienti abitati. Uno di questi fu l’imperatore bizantino Michele IV, detto il Paflagone, ampiamente cri-ticato da San Girolamo. Gli epigrammi contro le esazioni fi-scali risalgono, si pensa, al giorno nel quale le tasse vennero inven-tate. L’Antologia ci ha conservato quello di un poeta greco il quale, scherzosamente, asseriva che persi-no Caronte aveva fatto salire a tre oboli, invece di uno, la tassa che dovevano pagare i morti per essere traghettati sull’altra sponda ache-rontea. Alcune pasquinate simpa-tiche cantavano così: Papa Urbano dalla barba bella, dopo il Giubileo mette la gabella. Versi che “gua-dagnarano” a Papa Urbano VIII il soprannome di “Papa Gabella”. C’è poi l’epigramma del torinese Ba-ratta che, davanti alla tomba del Cavour, ricordando le varie tas-se inflitte ai piemontesi, scriveva:

mposte curiose (parte prima)_ di Federico Polignano Adolfo Alessandro Maria Polignano

a tassa-re una lira soltanto ed esonerasse dalla tassa gli uomini sopra i set-tant’anni e le donne molto brutte di qualsiasi età. Quanto al modo di esigerla non si preoccupava affatto, dicendo: «Io ho mostrato la lepre: tocca ai cacciatori acchiapparla». L’idea umoristica di mettere una tassa sui vizi non era peraltro nuo-va, anzi già molto tempo prima era stata messa in pratica da papa Gio-vanni XXII in quale, come è noto, aveva tassato i peccati, stabilendo un tariffario per la loro remissione: tanto per un omicidio, tanto per il furto, tanto ancora per un adulte-rio…Il suddetto papa, nota lo sto-rico Gregorius, lasciò in monete d’oro e in gioielli un tesoro calco-lato in 25 milioni di fiorini, somma enorme per quei tempi. Ma neppure ai nostri giorni si può dire che i vizi siano esenti da tassazione, visto che coloro che fumano, bevono e gioca-no, versano ogni anno una grossa cifra nelle casse dello Stato. Di im-poste curiosissime, realmente esi-stite e storicamente documentabili faremo prossimamente una rapida rassegna.

“Passeggero, non ti accostare!... / Se si sveglia l’inquilino, paghi su-bito un’imposta!”. Quando nel 1787, in Francia, il ministro delle finanze Colonna con-sigliò a Luigi XVI di convocare il parla-mento, sostenendo che soltanto al re spettava il dirit-to di ordinare le imposte e che l’assemblea d o v e v a s o l o p r o -

nunciarsi sul modo di esigerle, comparve una caricatura che rap-presentava quel ministro nella ve-ste di contadino il quale, riuniti nel cortile galli, galline, tacchini, oche e piccioni, diceva: «Miei buoni ami-ci, vi ho radunati per chiedervi se preferite essere mangiati lessi, ar-rostiti o fritti…». Un gallo, alzando la testa, rispose:«Ma noi non voglia-mo essere mangiati!». Il contadino rispose:«Non si tratta se a voi fa piacere o no di essere mangiati, ma si tratta soltanto di sapere á quelle sauce vous voulez être mangés». La sauce di quella satira rimase in se-guito proverbiale e probabilmente avrà avuto non poca influenza nel preparare le gravi sommosse che furono il preludio alla Rivoluzione Francese. Un’altra proposta di tas-sazione curiosa è quella che l’abate Coyer inserì nelle sue “Bagattelles Morales”, stampate prudentemente a Londra nel 1759 (che, se si vuole, è un rifacimento del grande umori-sta inglese Jonathan Swift, l’autore del Gulliver), di colpire non i beni dei cittadini ma i loro vizi. Un’al-tra imposta che, secondo l’abate, sarebbe stata molto produttiva era quella che egli proponeva sulle infe-deltà coniugali, sebbene si limitasse

Nemmeno l’aria e i peccati sono “esentasse”

| Curiosità

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Luglio/Agosto ‘12 | Nuove Proposte49

mposte curiose (parte prima)

Lo scorso 16 giugno si è svolto a

Roma, nella sala con-vegni di villa Maria, il I Convegno Nazionale del C.N.A.I. Centro Na-zionale Astroricercatori indipendenti.Il C.N.A.I, come ha spie-gato il presidente Silvio Eugeni, nasce dalla vo-lontà di un gruppo di amici ed appassionati astrofili per diffondere, spiegare e studiare i fe-nomeni ad esso correlati.Le innumerevoli esperienze professio-nali e culturali hanno permesso a que-sto gruppo di avere la possibilità di far incontrare sia i ricercatori che gli ap-passionati del settore, in modo da po-tersi confrontare, diffondere e mettere a disposizione di tutti coloro che ne sono interessati, le notizie relative alla ricerca della vita nell’ universo e di far accrescere la passione per la ricerca in campo astronomico.Per tutti i ricercatori del C.N.A.I. questo evento rappresenta un grande obbiettivo raggiunto dopo un grande impegno che ha visto coinvolti relato-

ita nell’ universo _ di Andrea Colantoni Priscilla Rucco Buzzantro

TLE Network) ovvero lo studio di pro-cessi ionizzati e ad alta energia prodot-ti dai temporalinell’ alta atmosfera.In Collegamento dall’Inghilterra poi, il professor Cook della British Astro-nomical Association ha spiegato la na-scita e le metodologie di indagine sui fenomeni transienti lunari , cioè degli eventi osservati a volte sulla superficie lunare, che si possono manifestare con un temporaneo cambiamento di colore o di luce della superficie della stessa.La sessione pomeridiana ha visto gli interventi del prof. Cristiano Natalli Cosmovici, IAPS- INAF, riguardo la ricerca di vita primordiale e intelligen-te nel Cosmo, seguito dalla dottoressa Annalisa Calamida che ha presentato il progetto della costruzione del più grande telescopio europeo situato in Cile.Molto interessanti anche gli interventi del dott. Carlo Albanese, Responsabile dei Programmi Scientifici/Telespazio S.p.A - A Finmeccanica e del dr Fran-cesco D’ Alessio con un collegamento in remoto con il telescopio italiano VST installato sul Cerro Paranal a 2635mt nel deserto di Atacama (Cile).A conclusione dell’incontro, abbiamo chiesto un commento Fabrizio Albani, responsabile scientifico del C.N.A.I. il ci ha detto: “Il mio compito è quello di valutare, proporre e coordinare le possibili attività da svolgere durante l’anno compatibilmente con le risorse a disposizione, non dimenticando la natura no profit dell’associazione. A tal proposito è importante creare link e collaborazioni con prestigiosi soggetti terzi con i quali sviluppare operatività di interesse scientifico. Nonostante la nostra sia una piccola realtà nel pano-rama scientifico nazionale possiamo affermare con orgoglio di essere riusci-ti ad ottenere stima e credibilità pro-prio da quei soggetti prestigiosi quali l’INAF (Istituto Nazionale di Astrofi-sica), Telespazio, IMTN (Italian Mete-or and TLE Network), B.A.A ( British Astronomical Association) ecc., forse proprio per la nostra peculiarità di es-sere un’associazione di ricercatori re-almente indipendenti”.

ri anche internazionali di grande spessore.Nella sessione mattutina del con-vegno, c’è stata la relazione del Dr Gian Franco Lollino, impegnato nel progetto di ricerca CROSS Project, avviato nel 2000.Il Dr Lollino, direttore dell’osser-vatorio astronomico del Gruppo Astrofili “N. Copernico” di Sa-ludecio (RN), supportato dal tec-nico informatico Marco Pazzagli e con la collaborazione del Dip. di Radioastronomia IRA-INAF (Istit. Radioastronomia - Istit. Naz. Astrofisica), Medicina (BO), si prefigge di catalogare e studia-re in senso epistemologico “l’assi-duo e non identificato fenomeno luminoso” che spesso si manife-

stano nell’atmo-sfera, mettendo a confronto la nostra fenome-nologia lumi-nosa con quella più nota delle luci di Hessd-lan in Norve-gia. Il progetto, che ha visto le importanti co l l aboraz io -ni e consulenze dell’Astrofisico Massimo Teodo-rani e dell’Ing. Stelio Montebu-gnoli, oltre che

del Dipartimento di Radioastronomia IRA-INAF, ha permesso ai ricercato-ri di mettere a confronto e di affinare l’ utilizzo di strumenti di indagine in campo ottico ed elettromagnetico, uti-lizzando un sistema di monitoraggio video permanente al fine di controllare il tratto di costa dove si sono mani-festati fenomeni misteriosi di appari-zione di luci, al fine di identificarne l’ origine fisica.Il prof. Enrico Arnone, nella sua rela-zione, ha esposto i risultati relativi al “Monitoraggio e lo studio di fenomeni in alta atmosfera: il ruolo della reteos-servativa IMTN” (Italian Meteor and

Al primo convegno del C.N.A.I. le Nuove frontiere della ricerca

| Fabrizio Albani

eveNti |

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Nuove Proposte | Luglio/Agosto ‘12

| auguri

50

Segnalateci le vostre ricorrenze a: [email protected]

28 luglio

1 luglio

A Laura

Grazie di esserci

Fabio

25 agostoA Pietro

il papàmigliore

del mondo

Tanti auguri

Anna

Avv. Marco

Un augurio

speciale

diBuon Compleanno

Luigino

10 agosto

7 luglio

A MassimilianoWOW!

Ogni anno che passa diventi sempre più dolce...!!!

Tanti e zuccherati auguri Mamma

28 luglio

2 ANNIA Emanueleun augurio speciale per un bambino speciale

Nicolas, mamma e papà 22 luglioAl Nostro CapitanoLe tempeste passano,i veri duri restano!!!Tanti cari auguri dalla Redazione

27 agosto

A DinoTanti cari auguri!!!Luigino

29 luglio

A Giovanniun mondo di auguri...la tua famiglia

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A ValerioCi hai regalato anni di gioia e di vitalità In occasione del tuo compleannol’augurio è che tu possa cntinuare a distribuire a chi ti circonda questi doni prezioni

Nonno Luigino

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