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NUTRIZIONE E CICLISMO
Dr. Giuseppe Musolino Biologo Nutrizionista
www.musolino.jimdo.com
Dr. Giuseppe Musolino
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Lo sforzo di base che sta dietro al ciclismo è quello di un esercizio aerobico.
Entra in gioco la conformazione fisica: tanto maggiore sarà la nostra massa (peso), tanto maggiore sarà lo sforzo che dovremo sopportare per sconfiggere la forza del vento e la pendenza della salita.
Essere leggeri aiuta ad avere più brillantezza, soprattutto nelle tappe di montagna.
Sistema anaerobico lattacido
(glicolisi)
Utilizza i carboidrati (glicogeno) per produrre l’energia necessaria alla resintesi di ATP.
Se l'esercizio è sùbito molto intenso, il lattacido interviene in coda al sistema alattacido.
Se l’esercizio è di tipo aerobico ma prevede momenti di intensità (es. scatti, salite, aumento intensità pedalata) interviene in sostegno di quello aerobico.
Questo meccanismo permette di protrarre uno sforzo fisico da 7-8” fino a circa 3-4’.
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epatico
(5 gr/100 gr di tessuto =tot.
100 g ca.)
muscolare
(1 gr/100 gr di tessuto =tot.
500 g ca.)
Il glicogeno epatico è responsabile del controllo
sulla glicemia; quello muscolare sostiene invece la
contrazione.
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Il glicogeno epatico è una riserva per l’intero
organismo, mentre quello muscolare viene utilizzato
solo in loco, cioè dal muscolo stesso.
Ecco perché la condizione primaria per una prestazione sportiva ottimale è un
alto livello di partenza di glicogeno nei muscoli.
Glicogeno
Alla fine della glicolisi, il risultato è la produzione di acido lattico. Quando l’acido lattico si accumula nei muscoli e nel sangue, incorre la fatica muscolare.
L’eliminazione dell’acido lattico si attua nel
giro di circa 15 minuti durante il riposo ed
è favorita dal un recupero attivo (cool
down). Questo smaltimento avviene nel
fegato attraverso la riduzione a glucosio
(ciclo di Cori).
Acido lattico
Creatina e beta-alanina generano un effetto tampone sull’acido lattico stesso.
Anche una dieta ipoglucidica nei giorni e nel periodo immediatamente precedente l’allenamento ridurrà il quantitativo di glicogeno, e la prestazione ne risentirà.
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Condizioni favorenti la
produzione di acido lattico
Sessioni di allenamento molto intense o
molto lunghe nel periodo precedente (es. sala
pesi prima dell’all. in bici) ridurranno le riserve di
glicogeno, e la produzione di acido lattico sarà
anticipata.
Funzione ormonale del lattato
Il lattato esce dal muscolo grazie al ciclo di Cori e arriva al fegato per
essere convertito per neoglucogenesi prima in Piruvato e poi in glucosio.
Come esce il lattato dal muscolo? Grazie agli MCT, trasportatori degli
acidi monocarbossilici (il lattato è un acido monocarbossilico) siti nella
membrana plasmatica del muscolo.
Il lattato aumenta l’espressione di MCT. In questo modo il muscolo è in
grado di bruciare più carburante perché il lattato aumenta il suo stesso
trasportatore (MCT). Quindi allenando la resistenza lattacida (ripetute brevi)
il muscolo smaltisce meglio il lattato.
Spesso il livello di allenamento di un soggetto sedentario è talmente basso da coinvolgere il metabolismo lattacido anche a bassissime intensità.
Questo significa che l’accumulo di acido lattico può manifestarsi ad un livello di esercizio anche basso (50-55%).
In una situazione simile è molto più corretto procedere con l‘avviamento graduale all'esercizio, fino al raggiungimento di una buona condizione fisica. Questa si potrebbe identificare nella capacità di svolgere attività fisica protratta per 45-60' ad almeno il 60-70% della FCmax.
Un iter del genere potrebbe durare anche un paio d’anni.
Nota per i principianti
Qual è la giusta ripartizione di grassi, proteine e
carboidrati per il ciclismo?
In periodi di intenso allenamento, la quota di carboidrati ottimale per garantire
idonee scorte di glicogeno muscolare va da 8 ai 12 g/Kg di massa magra al giorno
(contenuto in carboidrati mai inferiore al 55-60%).
Per le proteine non scendere mai sotto 1,5-1,6 g/kg di peso corporeo, fino ad arrivare
ai 2-2,2 g/kg di peso corporeo in periodi di attività particolarmente intensa.
I grassi oscillano in una percentuale che va dal 25 al 30% del totale apporto calorico.
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Soggetto di 70 kg con 50 kg di massa magra (FFM)
Carbs 8 g/kg FFM = (8x50) 400 g (1600 kcal) 55%
Proteine 2 g/kg pc = (2x70) 140 g (560 kcal) 20%
Grassi = 80 g (720 kcal) 25%
Kcal tot. = 2880
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Carbs 10 g/kg FFM = (10x50) 500 g (2000 kcal) 67%
Proteine 1.6 g/kg pc = (1.6x70) 112 g (450 kcal) 15%
Grassi = 60 g (540 kcal) 18%
Kcal tot. = 2990
Cosa e come mangiare prima
dell’uscita?
Dipende dall’ora di partenza
e da quanto dura l’uscita
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Uscita intorno alle 7.00
Un’idea potrebbe essere muesli, fette biscottate, miele o marmellata
+ burro
5-10’ prima di partire, un integratore che contenga:
polisaccaridi a catena complessa (es. amilopectina)
aminoacidi ramificati
acidi grassi a corta catena (MCT)
ad una concentrazione del 5% diluito in 500 cc. di acqua e assunto a piccoli
sorsi anche nella prima parte di allenamento.
Sconsigliata un’abbondante colazione con alimenti solidi
(a meno che non ci si voglia svegliare intorno alle 4.30).
Cercare di aumentare l’apporto di carboidrati dal giorno precedente.
Una volta terminato l’allenamento si può consumare una vera prima colazione con
carboidrati rapidi (es. pane tostato o gallette con miele), aggiungendo anche una fonte
proteica (uova, prosciutto crudo, bresaola, proteine in polvere).
Uscita alle 9.00
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Aggiungere proteine: albumi, prosciutto crudo, bresaola
o formaggi freschi magri quali ricotta.
Evitare il latte solo se presenti problemi di digeribilità.
Ok grassi da burro o olio di cocco (MCT).
Preferibile non mischiare molti alimenti e preferire
cibi facilmente digeribili in quantità moderate.
Attenzione alle ipoglicemie reattive.
Bisogna alzarsi presto e almeno 2,5-3 ore prima consumare
un’abbondante prima colazione. In base ai propri gusti scegliere
fra i seguenti alimenti: muesli, gallette, fette biscottate, pane, dolce
casalingo (es. porridge).
MCT
Perciò sono più disponibili all’ossidazione per ricavarne
energia, ma ATTENZIONE: solo se abbiamo necessità di
bruciare energia da lipidi!
Permettono un risparmio di glicogeno (ma anche
di amminoacidi) a livello muscolare.
Non oltre 80 g/die (disturbi gastro-intestinali).
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6-12 C
Vengono assorbiti più rapidamente (diffusione passiva) perché al
contrario di quelli a lunga catena:
1. non devono essere smontati e rimontati negli enterociti
2. non richiedono l'azione emulsionante dei sali biliari
3. dopo l’assorbimento non devono essere incorporati nelle lipoproteine
di trasporto ma possono andare direttamente in circolo nel sangue
legati all’albumina, senza prima passare per la via linfatica.
Uscita pomeridiana (15.00)
Abbondante prima colazione
Spuntino a metà mattina (es. panino con prosciutto crudo e grana, più un
frutto).
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Pranzo leggero ma ricco in carboidrati
Grassi a corta catena (burro o parmigiano, 25% di MCT)
Vegetali probiotici: il processo di fermentazione dei prebiotici origina acidi
grassi a catena corta (MCT)
Se la gara non supera le 2–2,5 ore non sono
necessari alimenti solidi, può essere utile assumere
nella seconda parte della prestazione gel o bevande
con maltodestrine e glucosio.
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Una buona soluzione è associare questi zuccheri
ai fluidi, per esempio nei cosiddetti sport drink.
Le maltodestrine sono una miscela di carboidrati,
comprendente catene di varia lunghezza. Maggiore è la
destrosio equivalenza (DE), più corta sarà la catena
polimerica e quindi più alto risulterà l’IG.
Assunzione di glucosio
durante lo sforzo fisico
Se invece la gara supera le 3 ore è opportuno
mangiare qualcosa.
Alcuni assumono piccoli panini con marmellata, altri
crostatine, altri barrette.
L’ideale sono piccole ma frequenti assunzioni di
zuccheri pronti ogni 30-50 minuti a partire dal 35°
km circa.
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Si consigliano carboidrati ad elevato indice
glicemico (es.) banane
Nel primo pasto successivo, proteine da carne o pesce, altri
carbs rapidi (es. riso oppure patate) e grassi da olio e/o frutta
secca.
Finito il lavoro si crea la cosiddetta finestra dei 30 minuti, in cui l’organismo accelera
la capacità di utilizzare carboidrati soprattutto se abbinati a proteine. Tutta la quota di
alimenti che è mancata fino a quel punto, cioè proteine e grassi, andrà assunta nel
post.
Un integratore di proteine ad alto valore biologico(siero del latte)
oppure dei BCAA
Integrare vitamine del gruppo B e
complesso ACE (antiox).
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Acqua e disidratazione
La perdita d’acqua che si verifica con la sudorazione porta a riduzione della massa sanguigna, con una diminuzione del ritorno venoso al cuore.
Questo aumenta la frequenza cardiaca per compensare la diminuzione della gittata pulsorea.
Il corpo cerca di controbilanciare l’eccesso di calore tentando di mantenere la sua temperatura interna a 37°C, indirizzando tramite il sangue l’eccesso di calore verso la cute (termoregolazione).
Dalla cute il calore viene poi disperso nell’aria.
La regola vuole un sorso d’acqua ogni 15’.
Eventualmente Sali minerali in caso di grosse sudorazioni.