Upload
others
View
0
Download
0
Embed Size (px)
Citation preview
nòvawind Sud S.r.l. Unipersonale
Stazione Elettrica 380/150 kV e nuovi raccordi a 380 kV sulla linea “Mt.- S.Sofia”- MELFI (Pz)
S.I.A. – QUADRO PROGRAMMATICO
Pagina 1 di 83
INDICE GENERALE
1. PREMESSA __________________________________________________________ 2
2. introduzione _________________________________________________________ 2
2.1. Il contesto territoriale ___________________________________________________ 4
2.2. Obiettivi dello Studio d’Impatto Ambientale _________________________________ 6
3. QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO _____________________________ 8
3.1. Il Contesto Energetico a livello internazionale ________________________________ 8 3.1.1. Lo scenario mondiale _______________________________________________________ 8 3.1.2. Lo scenario europeo _______________________________________________________ 22 3.1.3. Lo scenario nazionale ______________________________________________________ 41
3.2. La proposta di semplificazione normativa in materia di autorizzazione delle rinnovabili in Italia:le nuove linee guida nazionali _________________________________ 46
3.2.1. Gli incentivi alla diffusione delle energie rinnovabili in Italia ________________________ 48
3.3. La Normativa di riferimento per il settore energetico e territoriale _____________ 49 3.3.1. Il Piano Energetico Nazionale ________________________________________________ 49 3.3.2. La Legge Regionale 9/2007 e la redazione del PIEAR della Basilicata _________________ 51 3.3.3. Il Piano di Indirizzo Energetico Ambientale Regionale (PIEAR) ______________________ 52
3.4. La Legge Regionale n. 1 del 19 gennaio 2010 “Norme in materia di energia e Piano di Indirizzo Energetico Ambientale Regionale” ______________________________________ 54
3.4.1. Il Programma Operativo F.E.S.R. 2007‐2013 _____________________________________ 55 3.4.2. Il Piano di Tutela e Risanamento della Qualità dell’Aria ____________________________ 57
3.5. Normativa di riferimento per il settore ambientale e paesaggistico _____________ 59 3.5.1. Il Testo Unico sull’Ambiente (D.Lgs n. 152/2006) _________________________________ 60 3.5.2. Le principali novità in materia di VIA introdotte dal D.Lgs del 16 gennaio 2008 n. 4 cosiddetto "Correttivo unificato" ______________________________________________________ 60 3.5.3. Il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio _____________________________________ 64 3.5.4. La pianificazione paesistica: i piani territoriali paesaggistici ________________________ 65 3.5.5. Le aree naturali protette in Basilicata __________________________________________ 66 3.5.6. Le Zone a Protezione Speciale ed i Siti d’Interesse Comunitario _____________________ 74 3.5.7. Lo Strumento Urbanistico del Comune di Melfi __________________________________ 81 3.5.8. Vincolo idrogeologico ______________________________________________________ 81 3.5.9. Vincolo archeologico _______________________________________________________ 82
4. Conclusioni _________________________________________________________ 82
nòvawind Sud S.r.l. Unipersonale
Stazione Elettrica 380/150 kV e nuovi raccordi a 380 kV sulla linea “Mt.- S.Sofia”- MELFI (Pz)
S.I.A. – QUADRO PROGRAMMATICO
Pagina 2 di 83
1. PREMESSA
Il presente Studio di Impatto Ambientale (S.I.A.) è redatto a supporto del
progetto della Stazione Elettrica 380/150 kV e dei nuovi raccordi a 380 kV sulla
linea “Mt.- S.Sofia”.
Quest’ultimo è stato redatto da nòvawind Sud S.r.l. , per conto di Terna
S.p.a., nell’ambito del progetto definitivo “Parco Eolico Monte Cervaro”, nel territorio
comunale di Melfi (Pz).
Nell’ambito del procedimento autorizzativo la novawind Sud S.r.l. ha fatto
richiesta di Connessione alla Rete di Trasmissione Nazionale (RTN) ed ha ricevuto la
seguente Soluzione Tecnica Minima Generale (STMG - codice pratica 100005105):
“Lo schema di allacciamento alla RTN prevede che la vostra centrale venga
collegata in antenna a 150 kV con la sezione a 150 kV di una futura stazione elettrica
della RTN a 150/380 kV che sarà collegata in “entra –esce” sulla linea RTN 380 kV
“Matera – S. Sofia”
In ottemperanza a tale indicazione da parte di Terna S.p.a. è stato sviluppato il
progetto di connessione in “entra-esce”sulla linea A.T. “Matera - S. Sofia” attraverso la
realizzazione di due nuovi raccordi e di una nuova stazione elettrica di smistamento
150/380 kV.
2. INTRODUZIONE
La nòvawind Sud S.r.l. è controllata al 100% dal api nòva energia è la
società del gruppo api petroli S.p.a. che si occupa del settore dell’energia e
rappresenta nello scenario italiano un operatore sempre più rilevante nella produzione
della “green energy”. Nata nel 2006, porta in dote l’esperienza di oltre settanta anni di
imprenditoria italiana della famiglia Brachetti Peretti nell’industria del petrolio e
dell’energia. Dagli anni ’90 il gruppo api ha iniziato significativi investimenti nel settore
elettrico, diventando un importante operatore nazionale con 4 centrali oggi in esercizio
per un totale di 370 MW.
nòvawind Sud S.r.l. Unipersonale
Stazione Elettrica 380/150 kV e nuovi raccordi a 380 kV sulla linea “Mt.- S.Sofia”- MELFI (Pz)
S.I.A. – QUADRO PROGRAMMATICO
Pagina 3 di 83
Le attività elettriche sono oggi coordinate da api nòva energia, che raccoglie in
sé anche i frutti dei recenti anni di sviluppo nel settore eolico svolto dalla holding del
gruppo.
Lo Studio di Impatto Ambientale in oggetto è redatto ai sensi del D.Lgs.
152/2006, così come modificato ed integrato dal D.Lgs 4/2008, e della Legge Regionale
14 dicembre 1998 n. 47 della Regione Basilicata, denominata “Disciplina della Valutazione
di Impatto Ambientale e norme per la Tutela dell’Ambiente” che ordina a scala regionale
la materia “al fine di tutelare e migliorare la salute umana, la qualità della vita dei
cittadini, della flora e della fauna, salvaguardare il patrimonio naturale e culturale, la
capacità di riproduzione dell’ecosistema, delle risorse e la molteplicità delle specie”, come
riportato testualmente all’art. 1 delle Norme Generali.
Il documento si articola secondo i seguenti i Quadri di Riferimento:
Quadro di Riferimento PROGRAMMATICO: fornisce gli elementi conoscitivi
sulle relazioni tra l’opera progettata e gli atti di pianificazione e programmazione
territoriale e settoriale;
Quadro di Riferimento PROGETTUALE: descrive il progetto e le soluzioni
adottate a seguito degli studi effettuati, nonché l'inquadramento nel territorio, inteso
come sito e come area vasta interessata;
Quadro di Riferimento AMBIENTALE: definisce l'ambito territoriale ed i
sistemi ambientali interessati dal progetto, sia direttamente che indirettamente, entro cui
è da presumere che possano manifestarsi perturbazioni significative sulla qualità degli
stessi, con particolare attenzione a:
- impatto sul territorio, sulla flora e sulla fauna;
- analisi del rumore;
- rischio incidenti;
- impatto percettivo;
- impatto sul patrimonio naturale.
In questa sezione sono, inoltre, riportate tutte le misure di mitigazione adottate
nonché i benefici che deriverebbero dalla realizzazione dell’opera.
nòvawind Sud S.r.l. Unipersonale
Stazione Elettrica 380/150 kV e nuovi raccordi a 380 kV sulla linea “Mt.- S.Sofia”- MELFI (Pz)
S.I.A. – QUADRO PROGRAMMATICO
Pagina 4 di 83
2.1. IL CONTESTO TERRITORIALE
Il territorio interessato al progetto è ubicato all’estremo nord della Regione, al
confine con la regione Puglia e la provincia di Foggia, in un territorio prettamente
collinare con un'altitudine di circa 530 metri sul livello del mare.
L’area interessata dalle opere di progetto è quella posta a nord-ovest
dell’abitato di Melfi, ai confini con la Regione Puglia e delimitata dal fiume Ofanto a nord
e dalle pendici del monte Cervaro a sud.
In particolare l’area in cui sorgerà la Sottostazione è compresa tra il torrente
Camarda Vecchia, affuente del fiume Ofanto, la strada SS 658 Potenza - Melfi e la strada
provinciale n.108.
La Sottostazione sarà ubicata su di un pianoro alla quota media di 250 m.
s.l.m., a sud est del quale si elevano i monti Cervaro e Galiano, i raccordi A.T.
prenderanno origine dalla sottostazione e risalendo il versante in direzione sud si
collegheranno sulla lina A.T. “Matera S. Sofia” in località “Acqua Dura”.
Il territorio comunale di Melfi confina ad est con i comuni di Venosa e Lavello, a
nord con Candela ed Ascoli Satriano entrambi appartenenti alla provincia di Foggia, a
nord - ovest con il comune di Rocchetta S. Antonio (Fg), ad ovest con Monteverde (Av) e
Lacedonia (Av), a sud con Rionero in Vulture, Rapolla, Barile.
La città di Melfi dista pochi chilometri dalle pendici del Monte Vulture, il suo
territorio si estende per 205,15 Kmq e si affaccia sul fiume Ofanto, che divide la Basilicata
dalla Campania e dalla Puglia.
Melfi è il secondo comune per numero di abitanti della Provincia di Potenza, è
costituito da un centro storico di aspetto complessivamente medievale, è diventato
recentemente uno dei centri più produttivi della Basilicata e uno dei maggiori nuclei
industriali del Meridione: il polo industriale SATA, sorto nei primi anni novanta, ospita
infatti uno dei più importanti stabilimenti del gruppo FIAT e diverse aziende dell'indotto
automobilistico.
L’intera zona del Melfese è stata sede, fin dall’antichità, di insediamenti neolitici
nella pianura lungo il fiume Ofanto. Nuclei abitati del IX-VIII secolo a.C., dell’Età del
Ferro, sono stati individuati sulla collina del castello e nel centro medievale, con corredi
nòvawind Sud S.r.l. Unipersonale
Stazione Elettrica 380/150 kV e nuovi raccordi a 380 kV sulla linea “Mt.- S.Sofia”- MELFI (Pz)
S.I.A. – QUADRO PROGRAMMATICO
Pagina 5 di 83
funebri di tipo Dauno; ulteriori insediamenti sono stati rinvenuti sulle colline di Valleverde
e dei Cappuccini, con necropoli del V sec. a.C.
Il centro storico di Melfi è ubicato su di un colle vulcanico al piede
settentrionale del Monte Vulture, a 530 m.s.m., l'abitato si concentra sulla sommità del
suddetto colle intorno alla piazza del Municipio e presenta una struttura urbanistica
medievale con vie strette, dal tracciato irregolare e racchiusa da un'imponente cinta
muraria che le conferisce il carattere di fortezza militare.
Per ciò che concerne la viabilità le principali direttrici stradali che interessano
Melfi sono costituite dalla Strada Statale 658 Potenza-Melfi, e dalla Strada Statale 93
Appulo-Lucana che collega Barletta a Potenza
In particolare la S.S. 658 collega la città di Potenza con quella di Melfi,
diramandosi dalla statale 407 Basentana all'altezza di Vaglio di Basilicata.
Da Melfi la S.S. 658 si congiunge alla strada statale 655 Bradanica, che termina
a Foggia.
La S.S. 93 parte da Barletta e dopo una ventina di chilometri attraversa
trasversalmente l'abitato di Canosa di Puglia (per intersecarsi con la ex strada statale 98
Andriese Coratina), dove interrompe per circa 800 m il percorso originario per riprenderlo
poi verso la frazione canosina di Loconia e quindi Lavello, da cui si raggiunge
agevolmente lo stabilimento FIAT di Melfi.
nòvawind Sud S.r.l. Unipersonale
Stazione Elettrica 380/150 kV e nuovi raccordi a 380 kV sulla linea “Mt.- S.Sofia”- MELFI (Pz)
S.I.A. – QUADRO PROGRAMMATICO
Pagina 6 di 83
2.2. OBIETTIVI DELLO STUDIO D’IMPATTO AMBIENTALE
L’obiettivo del presente Studio di Impatto Ambientale, così come prescritto dal
D.Lgs 152/2006, modificato ed integrato dal D.Lgs 4/2008 e ai sensi dalla Legge
Regionale n° 47 del 14 dicembre 1998, è quello di esprimere un giudizio “sulle opere e
sugli interventi proposti, in relazione alle modificazioni e ai processi di trasformazione che
la loro realizzazione potrebbe determinare direttamente o indirettamente, a breve o a
lungo termine, temporaneamente o permanentemente, positivamente o negativamente
nell’ambiente naturale e nella realtà sociale ed economica” (art. 1, comma 2).
In particolare lo Studio si prefigge di:
definire e descrivere le relazioni tra l’opera e gli strumenti di pianificazione
vigenti, considerando i rapporti di coerenza e lo stato di attuazione di tali
strumenti;
descrivere i vincoli di varia natura esistenti nell’area prescelta e nell’intera
zona di studio;
descrivere le caratteristiche fisiche del progetto e le esigenze di utilizzazione
del suolo durante le fasi di costruzione e di funzionamento;
descrivere le principali fasi del processo di produzione di energia elettrica da
fonte eolica;
descrivere la tecnica prescelta, con riferimento alle migliori tecniche
disponibili a costi non eccessivi, e le altre tecniche previste per prevenire le
emissioni degli impianti o per ridurre l’utilizzo delle risorse naturali
confrontando le tecniche prescelte con le migliori disponibili;
valutare il tipo e la quantità delle emissioni previste risultanti dalla
realizzazione e dalla attività di progetto;
descrivere le principali alternative possibili, inclusa quella zero, indicando i
motivi che hanno sostenuto la scelta, tenendo conto dell’impatto
sull’ambiente;
analizzare la qualità ambientale, facendo riferimento alle componenti
dell’ambiente potenzialmente soggette ad un impatto rilevante del progetto
proposto, con particolare attenzione verso la popolazione, la fauna, la flora,
nòvawind Sud S.r.l. Unipersonale
Stazione Elettrica 380/150 kV e nuovi raccordi a 380 kV sulla linea “Mt.- S.Sofia”- MELFI (Pz)
S.I.A. – QUADRO PROGRAMMATICO
Pagina 7 di 83
il suolo, il sottosuolo, l’aria, l’acqua, i fattori climatici, i beni materiali
compreso il patrimonio architettonico ed archeologico, il paesaggio;
identificare e valutare la natura e l’intensità degli effetti positivi e negativi
originati dall’esistenza del progetto, dall’utilizzazione delle risorse naturali,
dalle emissioni di inquinanti e dallo smaltimento dei rifiuti;
stabilire metodi di previsione, attraverso i quali valutare gli effetti
sull’ambiente;
stabilire e definire una proposta base delle misure correttive che, essendo
percorribili tecnicamente ed economicamente, minimizzano gli impatti
negativi identificati.
In definitiva, con il presente documento si intendono stabilire, stimare e
valutare gli impatti associati sia alla costruzione che al funzionamento del parco eolico di
progetto, sulla base di una conoscenza esaustiva dell’ambiente interessato, proponendo
al contempo le idonee misure di mitigazione e/o compensazione.
nòvawind Sud S.r.l. Unipersonale
Stazione Elettrica 380/150 kV e nuovi raccordi a 380 kV sulla linea “Mt.- S.Sofia”- MELFI (Pz)
S.I.A. – QUADRO PROGRAMMATICO
Pagina 8 di 83
3. QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO
3.1. IL CONTESTO ENERGETICO A LIVELLO INTERNAZIONALE
3.1.1. Lo scenario mondiale
La crescita continua della domanda di energia a livello mondiale pone problemi
di ordine politico, economico ed ambientale e sollecita a rinnovare gli sforzi per il suo
contenimento. Il miglioramento dell’efficienza energetica ed una attenta gestione della
domanda costituiscono misure di fondamentale importanza per contrastare il trend di
crescita e sono, al tempo stesso, un valido strumento per conseguire ulteriori obiettivi di
politica energetica ed ambientale.
La domanda di energia cresce nel mondo ad un ritmo elevato, soprattutto per il
contributo dei paesi asiatici. La ripartizione geografica dei consumi mondiali mostra un
sempre minor peso relativo dei consumi in aree come il Nord America (Canada e Stati
Uniti) e l’Europa (inclusa la Russia), a fronte di una crescita assoluta e relativa di tutte le
altre aree e in particolare dell’Asia.
Tale fenomeno è la conseguenza di differenti dinamiche di crescita: molto più
elevata della media nelle aree emergenti in Asia, e molto più contenuta nelle zone già
industrializzate in Europa e Nord America.
Uno dei risultati di questa situazione è l’accelerarsi del processo, già
evidenziatosi nel corso degli ultimi anni, di progressiva perdita di peso delle aree di più
antica industrializzazione sul totale dei consumi energetici mondiali. Secondo i dati BP,
l’area OCSE rappresenta nel 2007 oltre la metà dei consumi mondiali ma la sola Cina, che
nel 2007 ha quasi raddoppiato i consumi del 2000, ha ormai superato i consumi totali
dell’UE e si avvia a superare gli Stati Uniti nei prossimi anni.
L’India, invece, con una popolazione di poco inferiore a quella cinese,
rappresenta ancora solo il 3,6% dei consumi mondiali con consumi che nel 2007 sono
cresciuti del 37% rispetto al 2000.
Sono praticamente costanti dal 2000 i consumi del Giappone.
nòvawind Sud S.r.l. Unipersonale
Stazione Elettrica 380/150 kV e nuovi raccordi a 380 kV sulla linea “Mt.- S.Sofia”- MELFI (Pz)
S.I.A. – QUADRO PROGRAMMATICO
Pagina 9 di 83
Figura 1 - Consumi mondiali di energia primaria 2000-2007 (Mtoe)
Figura 2 - Andamento dei consumi mondiali per fonte fossile 2000-2007 (Mtoe)
L’andamento dei consumi per fonti, fra il 2006 ed il 2007, registra un aumento
dell’utilizzo di tutte le fonti energetiche considerate, salvo l’energia nucleare, il cui
consumo cala del 2% a livello mondiale per effetto di riduzioni in Europa, Asia ed America
Latina.
Cresce in particolare l’uso del carbone (4,5% a livello mondiale e 8% in Cina) e
l’uso del gas (3,1% a livello mondiale) con punte di crescita in Asia e Africa. Quanto ai
consumi di petrolio, la progressione è dell’1,1%: questo è il risultato di un andamento
negativo in Europa e quasi stazionario in Nord America, combinato con una crescita
nòvawind Sud S.r.l. Unipersonale
Stazione Elettrica 380/150 kV e nuovi raccordi a 380 kV sulla linea “Mt.- S.Sofia”- MELFI (Pz)
S.I.A. – QUADRO PROGRAMMATICO
Pagina 10 di 83
significativa in America Latina, Medio Oriente ed Africa, ed una domanda ancora robusta
in Asia.
Nella composizione dei consumi per fonti prosegue la tendenza ad una
riduzione del peso del petrolio sul totale, compensato da un incremento della quota di
gas e carbone. Nella generazione elettrica queste due fonti rimpiazzano
progressivamente il petrolio il cui uso si concentra sempre più nelle attività di trasporto o
come materia prima nelle produzioni chimiche e petrolchimiche.
Come si vede nella figura seguente la diminuzione dei consumi è
particolarmente evidente nei paesi dell’UE e incide in particolare su gas e petrolio.
Figura 3 - Andamento dei consumi dei paesi dell’UE per fonte fossile 2000-2007
3.1.1.1. Le dinamiche dell’offerta di energia
Se complessivamente i consumi e la disponibilità totale di energia negli ultimi
anni hanno continuato a crescere, diverse sono state le tendenze delle singole fonti. Pur
trattandosi di quantità finite ed esauribili, la disponibilità accertata di risorse di gas e
petrolio nel sottosuolo a livello mondiale è tale da poter coprire la domanda ancora per
qualche decennio. Lo sfruttamento di riserve esistenti, al momento ritenute non
economiche, dipenderà dall’andamento dei prezzi, dalle aspettative degli operatori
sull’andamento degli stessi e dallo sviluppo di tecniche di estrazione più evolute. La
materiale accessibilità a molte di queste risorse è ostacolata da problemi di natura
geopolitica. Oltre il 56% delle riserve accertate di petrolio è concentrato in Medio Oriente,
nòvawind Sud S.r.l. Unipersonale
Stazione Elettrica 380/150 kV e nuovi raccordi a 380 kV sulla linea “Mt.- S.Sofia”- MELFI (Pz)
S.I.A. – QUADRO PROGRAMMATICO
Pagina 11 di 83
mentre, Russia e Medio Oriente soddisfano circa il 40% del fabbisogno mondiale di gas
naturale e nel lungo termine crescerà la dipendenza dei Paesi consumatori da quelle aree
(figura seguente).
Figura 4 - Produzione di petrolio per area: dati storici e previsioni (dati percentuali)
Il crescente ruolo delle società petrolifere nazionali limita oggettivamente
l’accesso alle risorse delle compagnie private e riduce la possibilità di sfruttamento
ottimale delle risorse esistenti.
In particolare, la propensione ad investire in nuove prospezioni trova un limite
nella convenienza determinata dagli andamenti del mercato di vendere la produzione
disponibile a prezzi sempre più elevati per via della spinta esercitata dalla domanda
crescente.
Per il carbone si registra, invece, un rapido adeguamento della produzione a
fronte dell’incremento della domanda mondiale attribuibile essenzialmente all’impulso
della produzione termoelettrica cinese e degli altri Paesi dell’Asia. La crescita dei consumi
con ritmi più contenuti coinvolge tutte le altre aree geopolitiche con l’eccezione
dell’Europa dove i consumi e la produzione si contraggono.
Le riserve di petrolio sono lievemente diminuite nel 2007 rispetto all’anno
precedente.
Oltre il 60% di queste riserve si concentra in Medio Oriente mentre la quota in
mano ai paesi dell’OPEC supera il 75%.
nòvawind Sud S.r.l. Unipersonale
Stazione Elettrica 380/150 kV e nuovi raccordi a 380 kV sulla linea “Mt.- S.Sofia”- MELFI (Pz)
S.I.A. – QUADRO PROGRAMMATICO
Pagina 12 di 83
Il rapporto riserve su produzione annua è relativamente stabile intorno a 40
anni; tuttavia, le dimensioni dei nuovi giacimenti sono da diversi anni in continua
diminuzione e insistono su zone sempre più inaccessibili (a grandi profondità anche sotto
il fondo del mare, o sotto grossi strati di ghiaccio) e sono dunque tecnicamente più
difficili da sviluppare. Ciò ha fatto sì che i costi per svilupparli e portarli a produzione
siano più che raddoppiati dal 2000.
La produzione di petrolio ha rallentato la sua crescita già dal 2005 e ha fatto
segnare nel 2007 una riduzione della produzione giornaliera di 126.000 barili di petrolio
rispetto al 2006, pari a due decimi di punto percentuale, dovuta alle variazioni negative
nella produzione di quasi tutte le maggiori regioni produttrici, attenuata dalla crescita
della produzione russa e, nei paesi ex-URSS, della zona del Mar Caspio.
Se per i paesi dell’OPEC la riduzione è dovuta ai tagli operati a novembre 2006
e febbraio 2007 da dieci membri del cartello, in altri, come i paesi produttori in seno
all’OCSE (fra cui alcuni membri dell’UE) e fra molti dei paesi produttori non-OPEC, la
produzione è in declino da qualche tempo per il progressivo esaurirsi di molti giacimenti a
cui non è corrisposta tempestivamente una nuova disponibilità. Il discorso vale per Stati
Uniti, Argentina, Venezuela, Norvegia, Regno Unito, Siria, Gabon, Indonesia, per non
menzionare che i maggiori, mentre l’incremento della produzione di Russia, Azerbaijan,
Angola ed Iraq ha in parte colmato queste riduzioni ma non ha impedito che il mercato
restasse teso durante tutto il 2007.
Esiste inoltre uno scarto crescente fra il tipo di petrolio richiesto dal mercato e
quello di fatto prodotto dai giacimenti attualmente in produzione. La quantità disponibile
sul mercato di petroli leggeri (tipo Brent) - preferiti dalle raffinerie per la loro più elevata
resa in benzine e gasoli - è limitata e tende a ridursi mentre esiste maggiore disponibilità
di greggi medi o pesanti, più difficili da lavorare se non in raffinerie più complesse e
sofisticate, che producono prevalentemente oli combustibili da riscaldamento, di cui al
momento esiste sovrapproduzione.
Tale situazione spiega in parte la resistenza di paesi come l’Arabia Saudita o
l’Iran ad aumentare la propria offerta, in ragione della difficoltà a vendere la gran parte
dei greggi pesanti che costituiscono una parte cospicua della loro produzione.
nòvawind Sud S.r.l. Unipersonale
Stazione Elettrica 380/150 kV e nuovi raccordi a 380 kV sulla linea “Mt.- S.Sofia”- MELFI (Pz)
S.I.A. – QUADRO PROGRAMMATICO
Pagina 13 di 83
La produzione di gas naturale è cresciuta di pochi punti percentuali nel 2007,
ma la crescita è avvenuta principalmente in Medio Oriente (Qatar), in Africa e in Cina,
mentre declina irrimediabilmente la produzione nell’Unione Europea (Olanda, Regno
Unito) che diviene sempre più dipendente dalle importazioni dalla Russia o da altri Paesi
dell’ex Unione Sovietica. Le riserve di gas, principalmente situate in Medio Oriente ed in
Russia, sono cresciute molto poco negli ultimi anni facendo scendere il rapporto
riserve/produzione a 61 anni rispetto ai 68 anni nel 2000.
La produzione di carbone è cresciuta negli ultimi anni in Cina e in India mentre
nell’Unione Europea la produzione continua a contrarsi di oltre il 2% l’anno. Le riserve -
collocate in quote equivalenti in tre aree: Nord America; Europa e Paesi ex URSS; Asia -
ammontavano a fine 2007 a 847,5 Miliardi di tonnellate, sufficienti a coprire per 133 anni
la produzione del 2007.
La produzione di energia nucleare è diminuita del 2% nel 2007 dopo un
incremento dell'1,3% dell'anno precedente. In totale nel 2007 sono stati prodotti 2748,9
TWh, di cui circa l'83,7% nei Paesi OCSE. La produzione nell'Unione Europea rappresenta
circa il 40% del totale mondiale ma è diminuita negli ultimi due anni del 6,4%
complessivamente. La produzione ha continuato a crescere nei Paesi non OCSE.
La produzione di energia da fonti rinnovabili è cresciuta complessivamente del
4,7% nel 2006 e copre, nello stesso anno, il 18,6% della produzione elettrica:
l’idroelettrico, che rappresenta nel 2006 l’89% del totale delle rinnovabili, è cresciuto del
4% rispetto al 2005.
Percentualmente, pur rimanendo su valori ancora bassi, sono cresciute in
misura molto maggiore le nuove fonti rinnovabili; nel corso del decennio 1996-2006
l’eolico cresce infatti di 11 volte e il solare di 6 volte.
Nel quadro di un’offerta complessiva che stenta ad adeguarsi alla domanda di
energia, il Rapporto 2008 dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (AIE) sulle prospettive
delle tecnologie al 2050, nel prendere atto della continua crescita delle emissioni di gas
serra, stima, nello scenario di Base (del tipo “business as usual”), entro il 2050, un
incremento del 70% della domanda di petrolio e del 130% delle emissioni di CO2. Questo,
naturalmente, in assenza di modificazioni delle politiche attualmente vigenti e senza
particolari restrizioni per gli approvvigionamenti delle risorse. Secondo quanto indicato dal
nòvawind Sud S.r.l. Unipersonale
Stazione Elettrica 380/150 kV e nuovi raccordi a 380 kV sulla linea “Mt.- S.Sofia”- MELFI (Pz)
S.I.A. – QUADRO PROGRAMMATICO
Pagina 14 di 83
Comitato Intergovernativo sul Cambiamento Climatico (IPCC), una crescita di tale portata
delle emissioni di CO2 potrebbe innalzare la media delle temperature mondiali di 6 °C, o
forse più, con modificazioni rilevanti su tutti gli aspetti della vita e conseguenze
irreversibili sull’ambiente.
Deriva da qui, secondo l’AIE, la necessità di una vera e propria rivoluzione nel
modo di produrre e consumare l’energia a livello mondiale che implichi il netto
miglioramento dell’efficienza energetica, lo sviluppo delle tecnologie per le fonti
rinnovabili, l’energia nucleare e la cattura e confinamento della CO2 e lo sviluppo di un
sistema di trasporti a zero emissioni di carbonio. Nel suo rapporto l’AIE presenta
un’analisi approfondita della situazione attuale e futura delle tecnologie esistenti ed
avanzate per un’energia pulita, illustrando anche, con un’analisi basata su differenti
scenari, come un mix di queste tecnologie possa fare la differenza introducendo il
concetto di “accelerazione tecnologica”. Nel rapporto sono presentati diversi gruppi di
scenari. Gli “Scenari ACT” mostrano come le emissioni di CO2 mondiali possono essere
riportate, nel 2050, ai livelli attuali.
Ancora più spinti sono gli “Scenari BLUE” che hanno come obiettivo una
riduzione del 50% delle emissioni di CO2 nel medesimo arco temporale. Nella Figura 5
sono indicate le emissioni di CO2 nello scenario base e negli scenari di accelerazione
tecnologica con riferimento alle percentuali di riduzione delle emissioni che corrispondono
alle tecnologie adottate.
Figura 5 - Emissioni di CO2 al 2050 secondo lo scenario base e gli scenari di accelerazione
tecnologica
La Figura 6, in cui sono sintetizzati i risultati dell’analisi dell’AIE, mostra come
sia l’efficienza energetica, nelle diverse forme indicate, la voce che più incide nella
nòvawind Sud S.r.l. Unipersonale
Stazione Elettrica 380/150 kV e nuovi raccordi a 380 kV sulla linea “Mt.- S.Sofia”- MELFI (Pz)
S.I.A. – QUADRO PROGRAMMATICO
Pagina 15 di 83
riduzione delle emissioni (43%), seguita dalle rinnovabili (21%), dalla generazione
con cattura e confinamento della CO2 (19%, indicata come CCC in Figura 7), dalla
sostituzione di combustibili nei settori di uso finale (11%) e dal nucleare (6%).
Figura 6 - Incidenza percentuale delle tecnologie nella riduzione delle emissioni serra al 2050
In conclusione ricorrendo a tecnologie che già esistono, o che sono in una fase
di sviluppo avanzato - scenario ACT Map -, le emissioni mondiali di CO2 raggiungono il
loro picco tra il 2020 e il 2030 per essere poi riportate ai livelli attuali entro il 2050. Più
impegnativo è il compito di ridurre le emissioni di CO2 al 2050 del 50% rispetto ai livelli
attuali. Lo scenario BLUE, che fa riferimento a questo obiettivo, presuppone un netto
cambio di direzione in tempi molto brevi. I costi non solo sono sostanzialmente più
elevati, ma anche molto più incerti, perché si ipotizza la diffusione di tecnologie ancora in
fase di sviluppo, il cui progresso e successo finale sono difficili da prevedere. Mentre gli
scenari ACT richiedono un forte impegno, gli scenari BLUE richiedono una messa in atto
urgente di politiche nuove e lungimiranti per il settore energetico, mai adottate sino ad
ora.
La figura di seguito riportata mostra come il costo marginale per l’abbattimento
della CO2 al 2050 aumenti con l’incremento dell’obiettivo di riduzione dallo scenario ACT
Map fino a raggiungere i più alti livelli del BLUE Map in funzione delle tecnologie adottate
(da quelle per l’efficienza energetica negli usi finali ai carburanti alternativi per i
trasporti).
nòvawind Sud S.r.l. Unipersonale
Stazione Elettrica 380/150 kV e nuovi raccordi a 380 kV sulla linea “Mt.- S.Sofia”- MELFI (Pz)
S.I.A. – QUADRO PROGRAMMATICO
Pagina 16 di 83
Figura 7 - Costo marginale della riduzione di emissioni in funzione delle quantità evitate e delle
tecnologie adottate
In Figura 8 sono indicate le tecnologie di generazione di energia adottate, in
corrispondenza dei due scenari ACT Map e BLUE Map, con i relativi apporti di nuova
capacità per anno.
Figura 8 – Tecnologie di generazione di energia adottate - scenari ACT Mape Blue Map
nòvawind Sud S.r.l. Unipersonale
Stazione Elettrica 380/150 kV e nuovi raccordi a 380 kV sulla linea “Mt.- S.Sofia”- MELFI (Pz)
S.I.A. – QUADRO PROGRAMMATICO
Pagina 17 di 83
3.1.1.2. Il G8 2009 e la dichiarazione dei leader su energia e clima
Il Vertice G8 2009 si è svolto a l’Aquila dall’8 al 10 luglio; l’8 luglio i Leader G8
si sono incontrati per discutere di economia mondiale, sviluppo, cambiamento climatico e
questioni politiche internazionali. Dal 9 luglio si sono uniti a loro Brasile, Cina , India,
Messico e Sud Africa stabilendo un dialogo su un ampio raggio di temi globali. Anche
l’Egitto e’ stato invitato a partecipare. Le discussioni sono poi proseguite con la
partecipazione dei Capi delle Organizzazioni Internazionali; tutti gli altri membri del Major
Economies Forum si sono poi uniti a loro per affrontare i temi del commercio e del
cambiamento climatico.
Nella sessione G8, i Leader hanno riconosciuto il punto di vista scientifico sulla
necessità di mantenere l’aumento della temperatura globale al di sotto di due gradi
rispetto ai livelli pre-industriali, e hanno concordato sull’obiettivo di lungo termine di
ridurre le emissioni globali del 50% entro il 2050 e, come parte di ciò, su un obiettivo di
riduzione dell’80% per i paesi sviluppati. Hanno inoltre concordato sulla necessità di
intraprendere obiettivi di medio termine significativi conformi agli obiettivi di lungo
termine, e di raggiungere il picco delle emissioni globali il più presto possibile. Il
coinvolgimento attivo di tutti i principali paesi emettitori, attraverso azioni di mitigazione
quantificate, è stato considerato come un requisito indispensabile per affrontare con
successo i cambiamenti climatici.
I Leader hanno discusso il ruolo delle tecnologie innovative e dei finanziamenti
per i cambiamenti climatici, anche in riferimento al sostegno delle azioni di mitigazione
delle emissioni nei paesi in via di sviluppo. Hanno evidenziato le necessità di adattamento
dei paesi in via di sviluppo in termini di risorse, capacity building e sostegno istituzionale,
soprattutto nei paesi più poveri e vulnerabili.
I paesi G8 hanno adottato una dichiarazione articolata che ha predisposto un
dibattito costruttivo con le economie emergenti il giorno successivo. Nella sessione più
ampia, i 16 Leader del Foro delle Maggiori Economie su Energia e Clima, la Commissione
Europea, la Svezia, la Danimarca e il Segretario Generale delle Nazioni Unite hanno
definito un accordo sui temi più rilevanti dell’accordo di Copenhagen sul clima.
nòvawind Sud S.r.l. Unipersonale
Stazione Elettrica 380/150 kV e nuovi raccordi a 380 kV sulla linea “Mt.- S.Sofia”- MELFI (Pz)
S.I.A. – QUADRO PROGRAMMATICO
Pagina 18 di 83
I Leader di tutti i principali paesi emettitori hanno reiterato l’importanza di
mantenere l’incremento della temperatura media globale entro 2 gradi Celsius, come
riconosciuto dal G8, e hanno deciso di lavorare insieme, nei prossimi mesi fino alla
Conferenza di Copenhagen, per identificare un obiettivo globale di riduzione significativa
delle emissioni di lungo termine al 2050. I Leader hanno concordato sulla necessità che
tutti i paesi intraprendano azioni appropriate di mitigazione delle emissioni a livello
nazionale: i paesi sviluppati dovranno assumere tempestivamente significative riduzioni di
medio termine, mentre i paesi in via di sviluppo intraprenderanno azioni per assicurare
una significativa deviazione dei livelli di emissione rispetto allo scenario business as usual.
E’ stato evidenziato il ruolo chiave delle maggiori economie nel promuovere
l’innovazione e i Leader hanno lanciato una Partnership Globale per accelerare gli
impegni. Si e’ trovato l’accordo sulla necessità di incrementare in modo significativo gli
investimenti pubblici in ricerca e sviluppo, con l’obiettivo di raddoppiarli entro il 2015.
Sottolineando il ruolo del settore privato e della cooperazione internazionale, i
Leader si sono impegnati a creare incentivi per accelerare lo sviluppo, la diffusione e il
trasferimento di tecnologie a basse emissioni di carbonio. Si è verificato un ampio
consenso sulla necessità di incrementare i finanziamenti per il clima, sia da fonti
pubbliche che private, anche tramite mercati del carbonio. I Leader hanno discusso
meccanismi internazionali per i finanziamenti, con particolare attenzione alla proposta
messicana per un Fondo Verde. I Leader G8 hanno adottato la Dichiarazione del Foro
delle Maggiori Economie su Energia e Clima, ponendo le basi per la Conferenza di
Copenhagen che si è tenuta nel dicembre 2009.
3.1.1.3. La Conferenza delle Nazioni Unite di Copenaghen del
dicembre 2009
La Conferenza sul clima di Copenaghen, che ha riunito i leader di oltre 192
paesi del mondo per decidere delle sorti del clima del pianeta, si è tenuta tra il sei e il
diciotto dicembre del 2009.
Gli oltre cento Capi di Stato e di Governo presentatisi all'appuntamento di
Copenaghen hanno descritto come necessaria, improcrastinabile e prioritaria la battaglia
contro il caos climatico fissando il limite dei 2 gradi di aumento entro la fine del
nòvawind Sud S.r.l. Unipersonale
Stazione Elettrica 380/150 kV e nuovi raccordi a 380 kV sulla linea “Mt.- S.Sofia”- MELFI (Pz)
S.I.A. – QUADRO PROGRAMMATICO
Pagina 19 di 83
secolo come la barriera da non superare per evitare il collasso degli ecosistemi
indispensabili alla sopravvivenza dell'umanità.
Tuttavia, malgrado le premesse, la Conferenza di Copenhagen, ha fatto
registrare più ombre che luci nella definizione di un percorso comune di lotta ai
cambiamenti climatici, concludendosi alla fine con un Accordo, stipulato nella notte tra il
18 e il 18 dicembre tra Usa, Cina, India e Sudafrica; rispetto al quale 185 Paesi su 192 si
sono limitati semplicemente a "prenderne nota”.
L’Accordo raggiunto a Copenaghen, sia pure con le riserve di cui sopra, è
costituito da 12 punti che di seguito si descrivono in maniera più analitica.
Il primo punto ribadisce ancora una volta “ la forte volontà politica di lottare
con urgenza contro il cambiamento climatico in conformità con il principio delle
responsabilità comuni ma differenziate e delle rispettive capacità. Al fine di raggiungere
l'obiettivo ultimo della Convenzione, volto a stabilizzare la concentrazione di gas a effetto
serra nell'atmosfera a un livello che eviti un'interferenza antropogenica pericolosa nel
sistema climatico, rafforzeremo la nostra azione cooperativa di lungo termine per
combattere il cambiamento climatico riconoscendo l'opinione scientifica secondo la quale
l'aumento della temperatura mondiale dovrebbe essere inferiore ai 2 gradi
centigradi, basandoci sul principio di equità e operando nel contesto dello sviluppo
sostenibile. Siamo consci degli impatti critici del cambiamento climatico e degli impatti
potenziali che le misure di contrasto hanno sui paesi particolarmente vulnerabili ai suoi
effetti collaterali e ribadiamo la necessità di varare un ampio programma di adattamento
che comprenda aiuti internazionali”.
Il secondo punto ribadisce la ferma volontà di ridurre drasticamente le
emissioni globali in coerenza con quanto sostenuto dal mondo scientifico e documentato
nel Quarto Rapporto di valutazione IPCC, al fine di contenere così l'aumento delle
temperatura globale al di sotto dei 2 gradi centigradi.
L’obiettivo è quello di una collaborazione efficace affinché il picco delle
emissioni globali e nazionali venga raggiunto il più presto possibile, considerando ad ogni
modo che i tempi per il raggiungimento del picco saranno più lunghi nei paesi in via di
sviluppo, per i quali lo sviluppo economico e sociale e l'eliminazione della povertà hanno
nòvawind Sud S.r.l. Unipersonale
Stazione Elettrica 380/150 kV e nuovi raccordi a 380 kV sulla linea “Mt.- S.Sofia”- MELFI (Pz)
S.I.A. – QUADRO PROGRAMMATICO
Pagina 20 di 83
la massima priorità, e che una strategia per lo sviluppo con bassi livelli di emissione è
indispensabile per lo sviluppo sostenibile.
Il terzo punto mira a promuovere una più forte azione e collaborazione
internazionale in materia di adattamento per garantire l'attuazione della Convenzione
facilitando e sostenendo le azioni volte a ridurre la vulnerabilità e potenziare le difese nei
paesi in via di sviluppo, in particolare in quelli meno sviluppati,quali i piccoli Stati insulari
in via di sviluppo e l'Africa.
I Paesi sviluppati dovranno fornire risorse finanziarie, tecnologie e strumenti di
rafforzamento delle capacità adeguati, prevedibili e sostenibili per determinare
l'attuazione delle misure di adattamento nei Paesi in via di sviluppo.
Il quarto punto infatti ribadisce come le Parti dell'Allegato I si impegnino ad
attuare, individualmente o congiuntamente, obiettivi quantificati di riduzione delle
emissioni per il 2020; le Parti dell'Allegato I aderenti al Protocollo di Kyoto rafforzeranno
ulteriormente i tagli alle emissioni promossi da tale Protocollo.
L'attuazione effettiva della riduzione delle emissioni nonché l'erogazione dei
relativi finanziamenti da parte dei paesi sviluppati dovrà essere misurata, riferita e
verificata conformemente alle direttive vigenti e a quelle eventualmente approvate dalla
Conferenza delle Parti, e la revisione di tali obiettivi e finanziamenti dovrà essere
rigorosa, vigorosa e trasparente.
Il quinto punto si riferisce alle Parti non appartenenti all'Allegato I della
Convenzione; queste ultime dovranno mettere in atto misure di mitigazione, comprese
quelle che saranno sottoposte al segretariato dalle Parti non Allegato I nel formato
previsto nell'Appendice II entro il 31 gennaio 2010.
I paesi meno sviluppati e i piccoli paesi insulari in via di sviluppo potranno
adottare misure su base volontaria e in base al sostegno disponibile.
Il sesto punto verte sul riconoscimento dell’importanza cruciale della riduzione
delle emissioni da deforestazione e degrado delle foreste e sulla necessità di promuovere
l'eliminazione delle emissioni di gas serra attraverso le foreste, attraverso la
determinazione di incentivi positivi a tali azioni con l'immediata istituzione di un
meccanismo che includa la riduzione delle emissioni di cui sopra (REDD-plus), per
permettere la mobilitazione di risorse finanziarie da parte di paesi sviluppati.
nòvawind Sud S.r.l. Unipersonale
Stazione Elettrica 380/150 kV e nuovi raccordi a 380 kV sulla linea “Mt.- S.Sofia”- MELFI (Pz)
S.I.A. – QUADRO PROGRAMMATICO
Pagina 21 di 83
Nel settimo punto si manifesta la volontà di aiutare i paesi in via di sviluppo,
specialmente quelli con economie a basso tenore di emissioni, attraverso incentivi di vario
genere nel proseguire il proprio sviluppo sulla via delle basse emissioni.
Il punto 8 infatti dispone che ai paesi in via di sviluppo debbano
essere forniti finanziamenti nuovi, aggiuntivi, maggiorati, prevedibili e
adeguati nonché un migliore accesso ai finanziamenti stessi, in conformità con le
relative disposizioni della Convenzione, al fine di rendere possibili e sostenere più
efficaci misure di mitigazione, ivi inclusi adeguati finanziamenti per la riduzione delle
emissioni da deforestazione e degrado delle foreste, adattamento, sviluppo e
trasferimento di tecnologie e rafforzamento delle capacità, ai fini dell'efficace attuazione
della Convenzione.
L'impegno collettivo dei paesi sviluppati prevede che essi forniscano risorse
nuove e aggiuntive, inclusi foreste e investimenti tramite istituti internazionali, per
arrivare alla cifra di 30 miliardi di dollari statunitensi per il periodo 2010-2012 con una
distribuzione equilibrata tra adattamento e mitigazione. I finanziamenti per l'adattamento
saranno assegnati in via prioritaria ai paesi in via di sviluppo più vulnerabili, come i paesi
meno sviluppati, i piccoli paesi insulari in via di sviluppo e l'Africa. Ai fini di
significative azioni di mitigazione e di un'attuazione trasparente, i paesi
sviluppati si impegneranno a favore dell'obiettivo di mobilitare
congiuntamente 100 miliardi di dollari statunitensi all'anno entro il 2020 per
far fronte alle esigenze dei paesi in via di sviluppo. Tali finanziamenti deriveranno
da un'ampia gamma di fonti, pubbliche e private, bilaterali e multilaterali, ivi incluse fonti
di finanziamento alternative. Nuovi finanziamenti multilaterali destinati all'adattamento
saranno forniti attraverso validi ed efficienti sistemi di fondi, e una struttura governativa
assicurerà uguale rappresentanza ai paesi sviluppati e in via di sviluppo. Una percentuale
significativa di tali fondi dovrebbe provenire dal Copenhagen Green Climate Fund.
Il nono punto, a tal fine, promuove l’istituzione di un High Level Panel posto
sotto la guida della Conferenza delle Parti, atto a studiare il contributo delle potenziali
fonti di reddito, incluse le fonti di finanziamento alternative, per il raggiungimento di tale
obiettivo.
nòvawind Sud S.r.l. Unipersonale
Stazione Elettrica 380/150 kV e nuovi raccordi a 380 kV sulla linea “Mt.- S.Sofia”- MELFI (Pz)
S.I.A. – QUADRO PROGRAMMATICO
Pagina 22 di 83
Il punto dieci stabilisce che “il Copenhagen Green Climate Fund sarà istituito
come entità operativa del meccanismo finanziario della Convenzione al fine di sostenere
progetti, programmi, politiche ed altre attività in paesi in via di sviluppo in materia di
mitigazione, ivi inclusi REDD-plus, adattamento, rafforzamento delle capacità, messa a
punto e trasferimento di tecnologie”.
Al fine di rafforzare le iniziative in materia di messa a punto e trasferimento di
tecnologie, il punto 10 istituisce un “Meccanismo per le tecnologie, volto ad accelerare la
messa a punto e il trasferimento di tecnologie a sostegno delle misure di mitigazione e
adattamento, che saranno guidate da un approccio stabilito dal singolo paese e basate su
circostanze e priorità nazionali”.
Il punto dodici definisce una valutazione dell'attuazione dell’Accordo in oggetto,
da completare entro il 2015, anche alla luce dell'obiettivo ultimo della Convenzione. Ciò
includerebbe l'ipotesi del rafforzamento dell'obiettivo di lungo periodo facendo riferimento
a diversi dati presentati dal mondo scientifico, anche in relazione all'aumento della
temperatura di 1,5 gradi centigradi.
3.1.2. Lo scenario europeo
L'Unione Europea manifesta una forte dipendenza dalle importazioni di
idrocarburi; ove dovessero mantenersi le tendenze attuali la sua dipendenza dalle
importazioni di energia passerebbe dal 50% del consumo energetico totale attuale al
65% nel 2030.
La dipendenza dalle importazioni di gas dovrebbe aumentare dal 57% all'84%
entro il 2030; quella dalle importazioni di petrolio dall'82% al 93%. Questa dipendenza
comporta rischi politici ed economici in quanto la pressione sulle risorse energetiche
mondiali è particolarmente forte.
nòvawind Sud S.r.l. Unipersonale
Stazione Elettrica 380/150 kV e nuovi raccordi a 380 kV sulla linea “Mt.- S.Sofia”- MELFI (Pz)
S.I.A. – QUADRO PROGRAMMATICO
Pagina 23 di 83
Figura 9 - Andamento delle emissioni pro capite e della dipendenza dalle importazioni di
idrocarburi (UE(27) 2005-2030)
Recentemente si è intensificato il dibattito europeo sugli obiettivi e gli
strumenti delle politiche energetiche. È cresciuta, infatti, la preoccupazione per gli alti
prezzi del petrolio e del gas naturale, per la dipendenza dei paesi dell’Unione europea
dalle importazioni di idrocarburi provenienti da un numero limitato di paesi e per il
riscaldamento del pianeta.
Per far fronte a queste sfide, l’UE ha avanzato numerose proposte che
convergono nella strategia cosiddetta del “20-20-20” che di seguito si espliciterà meglio:
riduzione del 20% delle emissioni di CO2 rispetto ai livelli del 1990;
aumento dell’efficienza energetica pari al 20% del consumo totale di
energia;
incremento della quota del consumo energetico proveniente dalle
energie rinnovabili fino al 20% del totale.
Benché questi obiettivi siano stati riaffermati dal Consiglio Europeo dell’11- 12
dicembre 2008, l’attuale crisi economica mondiale, il recente calo del prezzo del
petrolio e le rinnovate tensioni tra Russia e Ucraina sulle forniture di gas
potrebbero indurre l’UE, già nei prossimi mesi, a rivedere alcuni aspetti della sua politica
energetica.
Per garantire la sicurezza degli approvvigionamenti, l’Unione Europea agisce su
due fronti, uno interno e l’altro esterno. Sul piano interno, l’UE ha adottato una serie di
nòvawind Sud S.r.l. Unipersonale
Stazione Elettrica 380/150 kV e nuovi raccordi a 380 kV sulla linea “Mt.- S.Sofia”- MELFI (Pz)
S.I.A. – QUADRO PROGRAMMATICO
Pagina 24 di 83
misure volte a contenere la domanda di energia – favorendo il risparmio e l’efficienza
energetica – e a sviluppare l’offerta interna in particolare attraverso le fonti rinnovabili.
I risultati, tuttavia, non sembrano per ora in linea con le ambizioni. Sul piano
esterno, l’Unione punta ad una diversificazione delle forniture con l’obiettivo di ridurre la
dipendenza di molti Stati membri da un unico produttore, la Russia (ciò vale soprattutto
per le forniture di gas). Tuttavia, la tendenza degli stati membri a privilegiare i rapporti
bilaterali con i paesi fornitori di energia limita la capacità d’azione dell’Unione.
Le difficoltà che l’UE incontra nel dotarsi di una politica energetica comune
dipendono anche dall’assenza di un autentico mercato unico dell’energia. La Commissione
ha fatto numerosi sforzi in questo senso, concentrandosi in particolare sul problema della
separazione delle attività di produzione da quelle di distribuzione (il c.d. unbundling). Le
sue proposte hanno però incontrato la forte resistenza di alcuni stati membri, soprattutto
Francia e Germania, che spingono per soluzione meno drastiche.
Le politiche energetiche europee sono legate alle politiche ambientali a filo
doppio.
L’Unione sostiene con forza la necessità di introdurre limiti vincolanti alle
emissioni di CO2 anche senza analoghi impegni da parte di altri paesi produttori di gas
inquinanti. Essa ha però incontrato crescenti difficoltà a conciliare le sue alte ambizioni in
tema ambientale con le esigenze di crescita dell’industria europea, lamentando il rischio
di perdere competitività a vantaggio di industrie di altri paesi su cui non gravano
restrizioni simili. La grave crisi economica in corso, riducendo i margini di investimento
delle imprese, ha ulteriormente complicato le cose.
L’accordo raggiunto al vertice europeo dell’11-12 dicembre 2008, che lascia
ampie concessioni all’industria per quanto riguarda le emissioni, riflette queste difficoltà.
Esso tuttavia dimostra anche della volontà dell’UE di mantenere un alto profilo
internazionale nel contrasto ai cambiamenti climatici; nell'ambito del Consiglio Europeo
del 19 e 20 marzo 2009, i Paesi membri hanno ribadito che la sicurezza energetica
costituisce una priorità fondamentale da incentivare rafforzando l'efficienza energetica,
diversificando i fornitori, le fonti e le rotte di approvvigionamento di energia e
promuovendo gli interessi energetici dell'Unione nei confronti dei paesi terzi.
nòvawind Sud S.r.l. Unipersonale
Stazione Elettrica 380/150 kV e nuovi raccordi a 380 kV sulla linea “Mt.- S.Sofia”- MELFI (Pz)
S.I.A. – QUADRO PROGRAMMATICO
Pagina 25 di 83
Al fine di conseguire gli obiettivi della sicurezza energetica, l'UE collettivamente
e ciascuno degli Stati membri devono essere preparati ad abbinare solidarietà e
responsabilità. In tale ottica, il Consiglio europeo ha approvato le iniziative generali
stabilite nel secondo riesame strategico della politica energetica e ulteriormente affinate
nelle conclusioni del Consiglio TTE (Trasporti, telecomunicazioni ed energia) del 19
febbraio 2009. In particolare, si è deciso quanto segue:
1. Implementazione delle infrastrutture e delle interconnessioni
energetiche: a tal fine, la Commissione Europea, in cooperazione con
gli Stati membri, dovrà presentare celermente gli interventi
particolareggiati necessari per realizzare le priorità individuate nel
riesame strategico della politica energetica. Tale documento
insiste in particolare su cinque priorità:
- fabbisogno di infrastrutture e diversificazione degli
approvvigionamenti energetici;
- relazioni esterne nel settore energetico;
- scorte di gas e petrolio e meccanismi anticrisi;
- efficienza energetica;
- uso ottimale delle risorse energetiche endogene dell'UE.
2. Istituzione di meccanismi anticrisi adeguati all’unione Europea,
mostratisi necessari ad esempio nella recente crisi del gas, nonché
l’attivazione di garanzie chiare da parte dei fornitori e dei partner di
transito circa il fatto che gli approvvigionamenti non dovranno essere
interrotti.
3. Promozione dell'efficienza energetica per fornire un contributo
importante alla sicurezza energetica. A tal fine sarebbe opportuna entro
la fine del 2009 l’approvazione da parte del Consiglio delle proposte
contenute nel Pacchetto sull'efficienza energetica.
4. Realizzazione di un mercato energetico interno efficiente,
liberalizzato e ben collegato che costituisca condizione preliminare di
un'efficiente politica di sicurezza energetica. Il Consiglio ed il
Parlamento Europeo dovranno pertanto concludere un accordo sul
nòvawind Sud S.r.l. Unipersonale
Stazione Elettrica 380/150 kV e nuovi raccordi a 380 kV sulla linea “Mt.- S.Sofia”- MELFI (Pz)
S.I.A. – QUADRO PROGRAMMATICO
Pagina 26 di 83
terzo pacchetto per il mercato interno dell'energia, prima della
sospensione delle attività parlamentari.
5. Diversificazione delle fonti, dei combustibili e delle rotte
dell'approvvigionamento energetico,.
6. Promozione dell’uso ottimale delle proprie risorse energetiche inclusi
le energie rinnovabili, i combustibili fossili e, nei paesi che operano
tale scelta, l'energia nucleare.
3.1.2.1. Il negoziato internazionale sul clima
In previsione della Conferenza di Copenaghen tenutasi nel dicembre 2009,
come già indicato, la Conferenza di Poznan delle Nazioni Unite (1-12 dicembre
2008) si è posta l' obiettivo generale di verificare i progressi compiuti nel corso del 2008
nella costruzione di un percorso condiviso che entro il 2009 – potesse portare ad un
accordo che includesse tutti i principali paesi emettitori di gas ad effetto serra, in vista
della prima scadenza di Kyoto prevista per il 2012.
Nello specifico, la Conferenza ha perseguito i seguenti obiettivi:
trovare accordo su un piano di azione e programmi di lavoro per l’ultimo
anno dei negoziati;
registrare progressi significativi su una serie di punti chiave necessari a
rafforzare la Convenzione e il protocollo di Kyoto tra cui: la “capacity-
building” dei paesi in via di sviluppo, la riduzione delle emissioni provocate
dalla deforestazione, il trasferimento tecnologico, l’adattamento;
rafforzare la consapevolezza e la necessità di una visione condivisa per un
nuovo contesto di cambiamento climatico;
rafforzare l’impegno per giungere a un accordo entro i tempi previsti.
A Poznan sono state adottate decisioni che rafforzano il processo negoziale
istituito con la Roadmap definita nella Conferenza di Bali (1-13 dicembre 2007).
Gli elementi costitutivi principali del piano d’azione di Bali sono: mitigazione,
adattamento, sviluppo e trasferimento di tecnologie eco-compatibili, risorse
finanziarie.
nòvawind Sud S.r.l. Unipersonale
Stazione Elettrica 380/150 kV e nuovi raccordi a 380 kV sulla linea “Mt.- S.Sofia”- MELFI (Pz)
S.I.A. – QUADRO PROGRAMMATICO
Pagina 27 di 83
La Roadmap definisce una chiara ed articolata agenda per i negoziati, in
connessione con i lavori del’IPCC (il Comitato scientifico intergovernativo dell’Onu che si
occupa di cambiamenti climatici). Sono stati definiti accordi anche per l’avvio di un Fondo
per l’adattamento ai cambiamenti climatici nei paesi in via di sviluppo, sul trasferimento
delle tecnologie, sulla deforestazione e sul mercato del carbonio.
Per quanto concerne le politiche di mitigazione dei cambiamenti climatici
le linee generali dell’accordo prevedono che:
i paesi sviluppati assumano impegni o realizzino azioni appropriate,
compresa la quantificazione delle limitazioni e delle riduzioni delle
emissioni, tenendo conto delle singole specificità nazionali;
i paesi in via di sviluppo realizzino azioni appropriate di mitigazione nel
contesto dello sviluppo sostenibile e con il supporto delle tecnologie e dei
meccanismi finanziari;
siano sviluppati meccanismi di mercato per sostenere le politiche di
mitigazione;
siano incoraggiati gli organismi multilaterali e le cooperazioni pubblico
privato nelle azioni di mitigazione.
Per sostenere le politiche di adattamento ai cambiamenti climatici, e in
particolare le misure necessarie ad affrontare le conseguenze dei fenomeni estremi, è
stato deciso di istituire un Fondo per l’adattamento per i paesi in via di sviluppo
alimentato da un’imposta sul Clean Development Mechanism (uno dei meccanismi
flessibili previsti dal Protocollo di Kyoto che permette ai paesi sviluppati con vincoli di
emissione di realizzare progetti che mirano alla riduzione delle emissioni di gas serra nei
paesi in via di sviluppo senza vincoli di emissione, ottenendo in cambio crediti di
emissione da utilizzare per raggiungere il proprio livello di riduzione da impiegare sul
mercato delle emissioni).
Sono state decise inoltre le modalità di funzionamento e gestione del Fondo
che sarà inizialmente coordinato dal GEF (Global Environment Facility) e diventerà
operativo agli inizi del primo periodo del Protocollo di Kyoto (2008-2012).
Sulle tecnologie c’è stato un accordo su un ambizioso programma di lavoro che
copre sia la mitigazione che l’adattamento e che prevede un’accelerazione degli
nòvawind Sud S.r.l. Unipersonale
Stazione Elettrica 380/150 kV e nuovi raccordi a 380 kV sulla linea “Mt.- S.Sofia”- MELFI (Pz)
S.I.A. – QUADRO PROGRAMMATICO
Pagina 28 di 83
investimenti in tecnologie eco-compatibili e per il loro trasferimento nei paesi meno
sviluppati.
Riguardo alla deforestazione, l’accordo di Bali apre la strada all’istituzione di
incentivi per ridurre le emissioni provocate dalla deforestazione tropicale e dalla
degradazione delle foreste, con l’obiettivo di definire un quadro generale di regole
approvato dalle Nazioni Unite.
La Conferenza di Bali ha deciso di riconoscere il Quarto Rapporto di Valutazione
dell’IPCC come la più esaustiva e autorevole valutazione dei cambiamenti climatici
attualmente disponibile, ed esorta le Parti a fare uso delle informazioni in esso contenute,
anche ai fini dei negoziati sulle future azioni relative ai cambiamenti climatici. Per la prima
volta è stata considerata la possibilità di includere i progetti di CCS (cattura e stoccaggio
dell’anidride carbonica) come attività di Clean Development Mechanism.
3.1.2.2. Il ruolo dell’Unione Europea in tema di cambiamenti
climatici ed energia pulita
Già nel Libro Bianco del 1996 la Comunità Europea fissava gli obiettivi
fondamentali di politica energetica comunitaria. In particolare venivano menzionate:
la sicurezza dell’approvvigionamento, la diversificazione delle fonti e la
dipendenza energetica;
l’apertura del mercato dell’energia e la competitività delle fonti;
il miglioramento dell’efficienza energetica o sviluppo delle fonti
rinnovabili;
la tutela dell’ambiente e gli obiettivi di riduzione dei gas serra.
Pietra miliare della politica ambientale ed energetica nel mondo è certamente il
Protocollo di Kyoto (1997) che prefigura l’impegno, da parte dei principali Paesi del
mondo, alla riduzione delle emissioni globali di sei gas, ritenuti responsabili di una delle
cause del riscaldamento del pianeta, primo tra tutti l’anidride carbonica (CO2).
Gli altri gas interessati sono il metano (CH4), l’ossido di azoto (N2O),
l’esafluoruro di zolfo (SF6), gli idrofluorocarburi (HFCs) e i perfluorocarburi (PFCs).
nòvawind Sud S.r.l. Unipersonale
Stazione Elettrica 380/150 kV e nuovi raccordi a 380 kV sulla linea “Mt.- S.Sofia”- MELFI (Pz)
S.I.A. – QUADRO PROGRAMMATICO
Pagina 29 di 83
Con il termine “Protocollo di Kyoto” dunque si intende l’accordo internazionale
sottoscritto il 7 dicembre 1997 da oltre 160 paesi partecipanti alla terza sessione della
Conferenza delle Parti della Convenzione sui cambiamenti climatici (UNFCCC).
Il Protocollo di Kyoto impegna i Paesi industrializzati ed i Paesi con economia in
transizione a ridurre del 5,2%, rispetto ai livelli del 1990, le emissioni di gas in grado di
alterare l’effetto serra del pianeta entro il 2012. Il Protocollo non prevede infatti vincoli
alle emissioni per tutti i paesi firmatari (oltre 160), ma solo per quelli compresi nell’elenco
riportato nell’Annex I: una lista di 39 paesi che include i paesi OCSE e quelli con
economie in transizione verso il mercato. Tale scelta è stata operata in attuazione del
principio di “responsabilità comune ma differenziata” secondo il quale, nel controllo delle
emissioni i paesi industrializzati si fanno carico di maggiori responsabilità, in
considerazione dei bisogni di sviluppo economico dei PVS. Per quanto riguarda l’onere del
5,2%, esso è stato ripartito fra i Paesi dell’Annex I in maniera non uniforme, in
considerazione del grado di sviluppo industriale, del reddito e dei livelli di efficienza
energetica.
In base all’accordo le riduzioni dovranno essere conseguite nelle seguenti
misure percentuali:
Protocollo di Kyoto Impegni assunti1
Riduzione (entro il 2008-2012) dei gas serra rispetto ai livelli del 1990
Stati membri UE 8% USA 7%
Giappone 6% Canada 6%
Totale paesi Annex I 5,2% Tabella 1 – Impegni assunti con il protocollo di Kyoto
Il Protocollo di Kyoto riconosce all’Unione Europea, che ha provveduto a
ratificarlo in data 31 maggio 2002, la facoltà di ridistribuire tra i suoi Stati membri gli
obiettivi ad essa imposti, a condizione che rimanga invariato il risultato finale. Con la
Decisione politica nota come accordo sulla ripartizione degli oneri (raggiunto nel Consiglio
Ambiente del 16-17 giugno 1998) sono state fissate le seguenti percentuali di riduzione:
1 Le percentuali di responsabilità nelle emissioni globali sono le seguenti: gli Stati membri UE sono responsabili del 22,1%, gli USA del 30,3%, il Giappone del 3,7%, il Canada del 2,3%.
nòvawind Sud S.r.l. Unipersonale
Stazione Elettrica 380/150 kV e nuovi raccordi a 380 kV sulla linea “Mt.- S.Sofia”- MELFI (Pz)
S.I.A. – QUADRO PROGRAMMATICO
Pagina 30 di 83
Austria -13% Italia -6,5% Belgio -7,5% Lussemburgo -28% Danimarca -21% Paesi Bassi -6% Finlandia 0% Portogallo +27% Francia 0% Regno Unito -12,5% Germania -21% Spagna +15% Grecia +25% Svezia +4% Irlanda +13%
Il Protocollo è diventato vincolante a livello internazionale il 16 febbraio 2005 in
seguito al deposito dello strumento di ratifica da parte della Russia .
E’ da ricordare, infatti, che l’art. 24 del Protocollo ne ha previsto l’entrata in
vigore 90 giorni dopo la ratifica da parte di almeno 55 paesi firmatari della Convenzione,
comprendenti un numero di paesi dell’Annex I a cui sia riferibile almeno il 55% delle
emissioni calcolate al 1990.
Più recentemente un Piano di azione globale in materia di energia è quello che
il Consiglio Europeo dell’8-9 marzo 2007 ha approvato per il periodo 2007-2009, sulla
base della comunicazione “Una politica energetica per l’Europa” (COM(2007)1),
presentata dalla Commissione il 10 gennaio 2007.
Esso comprendeva un insieme di azioni prioritarie finalizzate al raggiungimento
dei tre obiettivi della politica energetica europea, già prospettati nel Libro Verde
sull’energia presentato dalla Commissione nel marzo 2006:
aumentare la sicurezza dell'approvvigionamento;
garantire la competitività delle economie europee e la disponibilità di
energia a prezzi accessibili;
promuovere la sostenibilità ambientale e lottare contro i cambiamenti
climatici.
L’ obiettivo strategico per la politica energetica europea è di ridurre almeno del
20%, entro il 2020, le emissioni di gas serra derivanti dal consumo di energia nell’UE
rispetto ai livelli del 1990, all’interno di un’azione internazionale volta a raggiungere
l’obiettivo di ridurre del 30 % le emissioni di gas serra a livello globale, di cui l’UE deve
farsi promotrice.
nòvawind Sud S.r.l. Unipersonale
Stazione Elettrica 380/150 kV e nuovi raccordi a 380 kV sulla linea “Mt.- S.Sofia”- MELFI (Pz)
S.I.A. – QUADRO PROGRAMMATICO
Pagina 31 di 83
Il piano d’azione, tra l’altro, ha stabilito obiettivi quantificati come altamente
ambiziosi in materia di efficienza energetica, di energie rinnovabili e di uso dei
biocarburanti e, in particolare:
ha sottolineato la necessità di aumentare l'efficienza energetica nell'UE in
modo da raggiungere l'obiettivo di risparmio dei consumi energetici dell'UE
del 20% rispetto alle proiezioni per il 2020;
ha adottato un obiettivo vincolante che prevede una quota del 20% di
energie rinnovabili nel totale dei consumi energetici dell'UE entro il 2020;
ha adottato un obiettivo vincolante che prevede una quota minima del 10%
per i biocarburanti nel totale dei consumi di benzina e gasolio per
autotrazione dell'UE entro il 2020.
Il 19 settembre 2007 la Commissione ha presentato un pacchetto (terzo
pacchetto energia) di misure volte a realizzare pienamente l’apertura del mercato
dell’energia nei settori dell’elettricità e del gas completando la normativa esistente.
Nello specifico si tratta di:
- una proposta di regolamento che istituisce un'Agenzia per la cooperazione
fra i regolatori nazionali dell'energia (COM(2007)530);
- una proposta di direttiva che modifica la direttiva 2003/54/CE relativa a
norme comuni per il mercato interno dell'energia elettrica
(COM(2007)528);
- una proposta di regolamento che modifica il regolamento (CE) n.
1228/2003 relativo alle condizioni di accesso alla rete per gli scambi
transfrontalieri di energia elettrica (COM(2007)531);
- una proposta di direttiva che modifica la direttiva 2003/55/CE relativa a
norme comuni per il mercato interno del gas naturale (COM(2007)529);
- una proposta di regolamento che modifica il regolamento (CE) n.
1775/2005 relativo alle condizioni di accesso alle reti di trasporto del gas
naturale (COM(2007)532).
Le proposte della Commissione hanno riguardato essenzialmente i seguenti
aspetti:
nòvawind Sud S.r.l. Unipersonale
Stazione Elettrica 380/150 kV e nuovi raccordi a 380 kV sulla linea “Mt.- S.Sofia”- MELFI (Pz)
S.I.A. – QUADRO PROGRAMMATICO
Pagina 32 di 83
1) la disaggregazione delle attività di produzione/distribuzione
dell’energia e della proprietà delle reti di trasporto (unbundling);
2) misure di salvaguardia volte ad assicurare il rispetto delle norme
UE nell'ipotesi in cui le imprese di paesi terzi vogliano acquisire
un interesse significativo o il controllo su una rete dell'UE;
3) il rafforzamento dei poteri e indipendenza delle autorità di
regolamentazione nazionali negli Stati membri;
4) la creazione di un'Agenzia di cooperazione delle autorità di
regolamentazione nazionali nel settore dell'energia;
5) la realizzazione di una sorta di rete degli operatori europei dei
sistemi di trasmissione europea;
6) il miglioramento del quadro legislativo, così da facilitare l’accesso
dei terzi alle infrastrutture chiave, aumentare la trasparenza sul
mercato, sviluppare l’integrazione del mercato e migliorare
l’accesso dei clienti al dettaglio;
7) la promozione della solidarietà regionale e bilaterale in caso di
minacce per la sicurezza dell’approvvigionamento energetico.
Il 22 novembre 2007 la Commissione ha presentato un Piano strategico
europeo per le tecnologie energetiche teso ad accelerare lo sviluppo e l’impiego
diffuso di tecnologie a bassa emissione di carbonio attraverso la predisposizione di un
nuovo ed ampio programma di ricerca nel campo energetico.
In particolare, la Commissione ha proposto un nuovo modello di cooperazione
che consentisse di sfruttare il potenziale degli interventi pubblici, dell’industria europea e
dei ricercatori a livello degli Stati membri, comunitario nonché a livello globale. A tale
scopo, il piano SET della Commissione ha proposto , tra l’altro di:
creare di un gruppo di pilotaggio sulle tecnologie energetiche strategiche,
all’inizio del 2008, che definisca priorità e azioni nel settore della ricerca
energetica;
lanciare, a partire dal 2008, una serie di nuove iniziative industriali europee
nei seguenti settori prioritari: energia eolica; energia solare; bioenergia;
nòvawind Sud S.r.l. Unipersonale
Stazione Elettrica 380/150 kV e nuovi raccordi a 380 kV sulla linea “Mt.- S.Sofia”- MELFI (Pz)
S.I.A. – QUADRO PROGRAMMATICO
Pagina 33 di 83
cattura, trasporto e stoccaggio di CO2; rete elettrica intelligente; fissione
nucleare sostenibile;
istituire un’alleanza europea per la ricerca nel settore dell’energia anche
avvalendosi del ruolo che potrà svolgere l’Istituto europeo di tecnologia;
aumentare gli investimenti ed ampliare la base delle risorse umane;
promuovere in modo rafforzato la cooperazione internazionale per una
piena attuazione del piano SET.
Il Consiglio Energia del 28 febbraio 2008 ha approvato le conclusioni sul Piano
strategico europeo per le tecnologie energetiche (piano SET) accogliendo con favore la
comunicazione della Commissione.
Il 23 gennaio 2008 la Commissione ha presentato un pacchetto (pacchetto
clima-energia) di proposte nel settore dell'energia e della lotta ai cambiamenti climatici.
Le proposte sono state tese a modificare la struttura del consumo energetico
da parte degli Stati membri privilegiando le fonti di energia meno inquinanti, secondo
quanto previsto dal piano d’azione per una politica energetica europea e dalla strategia
europea per la lotta ai cambiamenti climatici, approvati dal Consiglio europeo del marzo
2007.
Il pacchetto di proposte della Commissione comprende:
- una proposta di direttiva che modifica quella precedente in relazione al
sistema comunitario di scambio delle quote di emissione;
- una proposta di decisione relativa alla ripartizione degli sforzi da
intraprendere per adempiere all’impegno comunitario a ridurre
unilateralmente le emissioni di gas serra in settori non rientranti nel
sistema ETS (come i trasporti, l’edilizia, l’agricoltura e i rifiuti);
- una proposta di direttiva sulla promozione delle energie rinnovabili,
concernente anche l'utilizzo dei biocarburanti, per contribuire a conseguire
entrambi gli obiettivi di riduzione delle emissioni sopra indicati;
- una proposta di direttiva relativa alla disciplina giuridica della cattura e dello
stoccaggio del carbonio, accompagnata da una comunicazione sulle attività
di dimostrazione in materia di cattura e stoccaggio del carbonio;
nòvawind Sud S.r.l. Unipersonale
Stazione Elettrica 380/150 kV e nuovi raccordi a 380 kV sulla linea “Mt.- S.Sofia”- MELFI (Pz)
S.I.A. – QUADRO PROGRAMMATICO
Pagina 34 di 83
- la nuova disciplina comunitaria degli aiuti di Stato per la tutela ambientale.
Il Consiglio europeo del 13 e 14 marzo 2008, nelle sue Conclusioni, ha
espresso la sua determinazione a mantenere gli impegni assunti nel piano d’azione in
materia di clima e di energia approvato dal Consiglio europeo del marzo 2007.
In particolare, il Consiglio europeo ha ritenuto che l'ambizioso pacchetto di
proposte presentato dalla Commissione per attuare il Piano d’Azione rappresentasse un
eccellente punto di partenza ed una buona base di discussione in vista di un accordo su
tali proposte, in forma di pacchetto coerente, da raggiungere prima della fine del 2008 in
modo da consentirne l'adozione nel 2009.
Nel programma legislativo e di lavoro per il 2008 la Commissione ha inserito,
tra le sue priorità, l’impegno a precisare le proposte presentate nel quadro del piano
d’azione in materia di politica energetica europea per il periodo 2007-2009, approvato dal
Consiglio Europeo del marzo 2007, in particolare, per ciò che riguarda gli obiettivi in
materia di gas a effetto serra e di energie rinnovabili, nonché di radicale cambiamento
nel settore delle tecnologie energetiche.
Nella Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea del 5 giugno 2009 è stato
pubblicato il Pacchetto clima-energia rivolto al raggiungimento degli obiettivi europei al
2020. Con l'entrata in vigore del Pacchetto, nei 20 mesi successivi alla pubblicazione in
Gazzetta, gli Stati membri si sono impegnati a recepire le Direttive nei propri ordinamenti.
La Direttiva 2009/28/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 23 aprile
2009 sulla “promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili, recante modifica e
successiva abrogazione delle direttive 2001/77/CE e 2003/30/CE sulla promozione
dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili” dovrà essere recepita entro il 5 dicembre 2010.
In particolare, la Direttiva prevede il controllo del consumo di energia europeo
ed il maggiore ricorso all'energia da fonti rinnovabili, congiuntamente ai risparmi
energetici e ad un aumento dell'efficienza energetica.
I 27 Stati membri, in base a tale Direttiva, dovranno raggiungere, come già
ribadito, tutti l’obiettivo obbligatorio del 20% di energia da fonti rinnovabili sul consumo
di energia complessivo della Comunità entro il 2020.
nòvawind Sud S.r.l. Unipersonale
Stazione Elettrica 380/150 kV e nuovi raccordi a 380 kV sulla linea “Mt.- S.Sofia”- MELFI (Pz)
S.I.A. – QUADRO PROGRAMMATICO
Pagina 35 di 83
A Bruxelles dunque si sono discusse e vergate anche le istruzioni per l'uso su
come redigere il Programma nazionale, che dovrà essere presentato alla Commissione
Europea al massimo entro il 30 giugno 2010, infatti, la CE il 30 giugno 2009 ha approvato
un modello comune per guidare gli Stati Membri alla delineazione dei Piani Nazionali per
le Energie Rinnovabili.
Il modello adottato dalla Commissione Europea aiuterà gli Stati Membri ad
elaborare dei piani attendibili; definendo obiettivi obbligatori riguardanti la parte delle
fonti di energie rinnovabili nel 2020, l’UE ha dato un segnale forte che alimenta la fiducia
degli investitori nelle tecnologie ecologiche che si basano sulle energie rinnovabili. Mentre
i Piani di azione nazionali contribuiranno a stabilizzare ancora di più il clima degli
investimenti, il modello adottato ad oggi dalla Commissione aiuterà gli Stati membri ad
elaborare dei Piani affidabili, il che in seguito aiuterà l’UE a raggiungere i suoi obiettivi nel
tempo giusto, ha sottolineato il Commissario europeo per l’energia, Andris Piebalgs.
Il modello, nel quale sono presentate le metodologie e le terminologie che
dovranno essere utilizzate nei piani d'azione nazionali, consente di precisare e delineare
le misure di facilitazioni da adottare per i vari paesi, la revisione delle procedure
amministrative, i codici del settore edilizio, l'informazione, la formazione e la
qualificazione di personale specializzato in rinnovabili, lo sviluppo e la disponibilità delle
infrastrutture energetiche, oltre alle misure di aiuto e flessibilità.
I NREAP (National Renewable Energy Action Plan) dovranno essere presentati
alla Commissione UE entro il 30 giugno 2010.
Il 24 luglio 2009 infine, la Commissione Europea ha presentato una
comunicazione relativa al riesame 2009 della strategia UE per lo sviluppo
sostenibile (COM(2009)400). Adottata dal Consiglio europeo nel 2006 e sottoposta ad
un primo riesame nel 2007 (COM(2007)642), essa si prefigge di integrare la strategia per
lo sviluppo sostenibile con la strategia di Lisbona e con le altre strategie trasversali
dell’UE, in primo luogo la politica climatica. La Commissione sottolinea che la crisi
economica in atto può costituire un’occasione per accelerare il passaggio ad
un’economia più compatibile con l’ambiente che riduca le emissioni di carbonio e
migliori l’efficienza energetica attraverso un uso razionale delle risorse.
nòvawind Sud S.r.l. Unipersonale
Stazione Elettrica 380/150 kV e nuovi raccordi a 380 kV sulla linea “Mt.- S.Sofia”- MELFI (Pz)
S.I.A. – QUADRO PROGRAMMATICO
Pagina 36 di 83
Il Consiglio europeo informale del 17 settembre 2009, nelle sue
conclusioni, ha raccomandato al vertice del G20, che si è svolto Pittsburgh il 24-25
settembre 2009, di riorientare le politiche di bilancio gradualmente verso la sostenibilità e
indica nell’elaborazione di una Carta dell’attività economica sostenibile basata sui principi
di responsabilità, sostenibilità e trasparenza uno degli strumenti possibili per avviare il
mondo verso una ripresa sostenibile.
La comunicazione “Integrare lo sviluppo sostenibile nelle politiche
dell’UE: riesame 2009 della strategia dell’Unione europea per lo sviluppo
sostenibile” valuta i progressi realizzati rispetto al primo riesame dell’ottobre 2007
evidenziando alcune questioni su cui l'UE deve intensificare i suoi sforzi, in particolare: la
rapida crescita della domanda di risorse naturali, la diminuzione della biodiversità,
l’aumento del consumo di energia nel settore dei trasporti, la povertà globale.
In tale contesto, la Commissione propone, tra l’altro, di:
predisporre un quadro di valutazione dello sviluppo sostenibile
completando, ad esempio, gli indi-catori di sviluppo sostenibile;
concentrarsi in particolare sugli obiettivi a lungo termine dell'UE nei settori
chiave, al fine di accelera-re il passaggio ad un'economia a basse emissioni
di carbonio e a basso uso di fattori pro-duttivi, basata sull'energia e su
tecnologie che consentano un uso razionale delle risorse;
tenere conto della dimensione esterna dello sviluppo sostenibile, per la
quale i cambiamenti climatici e l'energia dovrebbero rimanere settori
prioritari, così come il conseguimento degli obiettivi di sviluppo del
millennio. Il Consiglio europeo informale del 17 settembre 2009, nelle sue
conclu-sioni, ha fatto proprie le proposte della Commissione
(COM(2009)475) per il sostegno internazionale agli sforzi di mitigazione
climatica delle economie più deboli che, in base alle stime della Commissio-
ne europea, potrebbe raggiungere circa 100 miliardi di euro l'anno entro il
2020. La Commissione calcola che il contributo dell’UE potrebbe variare dal
10% circa (se si applicasse esclusivamente un criterio di responsabilità delle
emissioni) al 30% circa (se prevalesse il criterio di capacità contributiva
ovvero il PIL) che corrisponderebbe ad un impegno variabile tra 0,5-2,1
nòvawind Sud S.r.l. Unipersonale
Stazione Elettrica 380/150 kV e nuovi raccordi a 380 kV sulla linea “Mt.- S.Sofia”- MELFI (Pz)
S.I.A. – QUADRO PROGRAMMATICO
Pagina 37 di 83
miliardi di euro nel biennio 2010-2012, e da 0,9-3,9 miliardi di euro l’anno a
2-15 miliardi tra il 2013 e il 2020. Il Consi-glio europeo propone, inoltre, al
G20 di riconoscere la necessità di un sostegno internazionale pubblico per
affrontare i bisogni urgenti di adattamento che, secondo la Commissione,
richiederebbero circa 5-7 miliardi di euro l'anno nel periodo 2010-2012;
• utilizzare i meccanismi della strategia di Lisbona anche per sorvegliare
l'attuazione della strate-gia dell'UE per lo sviluppo sostenibile - attraverso strumenti di
misurazione (indicatori, orientamenti), parametri di riferimento (confronto tra i risultati
dei singoli Stati membri) e la possibilità di riprodurre e promuovere le migliori pratiche.
Il riesame 2009 sarà completato da una relazione Eurostat basata sugli
indicatori di sviluppo sostenibile dell'UE, che sarà pubblicata nell'autunno 2009. Sulla base
di tali documenti e di un parere esplorativo sul futuro della strategia dell'UE per lo
sviluppo sostenibile che il Comitato economico e sociale dovrebbe presentare entro
l'autunno 2009 e del contributo delle parti interessate, la Commissione deciderà se
avviare un riesame globale della strategia dell'UE per lo sviluppo sostenibile al fine di
razionalizzarla ulteriormente, specificarne il suo ruolo nella definizione delle politiche
dell'UE, incentrandola sui settori in cui i progressi sono più necessari e migliorandone la
governance.
La Commissione pone in evidenza il ruolo di primo piano assunto dall’UE nella
lotta globale ai cambiamenti climatici, in particolare con l’impegno affinché nel dicembre
2009 si raggiunga a Copenhagen un accordo internazionale sul clima che consenta di
conseguire l’obiettivo di ridurre le emissioni planetarie di CO2 del 50% rispetto ai livelli del
1990 entro il 2050, necessario a limitare l’aumento medio della temperatura globale a 2°
Celsius rispetto ai livelli preindustriali.
Nel quadro della nuova strategia integrata per l’energia e l’ambiente finalizzata
alla lotta ai cambiamenti climatici, approvata dall’UE nel 2007 e che considera prioritario
migliorare l’efficienza e il risparmio energetico, vanno inseriti: l’attuazione del Piano
strategico europeo per le tecnologie energetiche (Piano SET) COM(2007)723); la
discussione del pacchetto di proposte sull’efficienza energetica, presentato nel novembre
2008 dalla Commissione nel contesto del secondo riesame della politica energetica dell’UE
(COM(2008)781), che tra l’altro rafforza la normativa sul rendimento energetico degli
nòvawind Sud S.r.l. Unipersonale
Stazione Elettrica 380/150 kV e nuovi raccordi a 380 kV sulla linea “Mt.- S.Sofia”- MELFI (Pz)
S.I.A. – QUADRO PROGRAMMATICO
Pagina 38 di 83
edifici (COM(2008)780) mediante prescrizioni più rigorose applicabili ad un numero
maggiore di edifici e il rafforzamento del ruolo dei certificati di rendimento energetico;
rafforza la normativa esistente sull’etichettatura dei prodotti che consumano energia
(COM(2008)778); propone di estendere la direttiva sulla progettazione ecocompatibile ai
prodotti che incidono sul consumo energetico (COM(2008)399).
3.1.2.3. Le prospettive al 2050
Nel prossimo futuro, con il costante aumento della domanda di petrolio e il
declino della capacità produttiva di molti giacimenti petroliferi, l'equilibrio tra domanda e
offerta diventerà sempre più precario.
La necessità di contrastare i cambiamenti climatici richiederà una conversione
massiccia verso tecnologie energetiche ad alta efficienza e a bassa emissione di carbonio.
L'agenda dell'UE per il 2020 ha definito i primi passi indispensabili in questo
lungo cammino. Profonde trasformazioni strutturali come la produzione di elettricità
senza emissioni di carbonio, o una radicale inversione di marcia in campo tecnologico che
permetta di sganciare il trasporto dal petrolio, richiederanno tempi molto più lunghi, ma
dipendono dalle scelte che vengono fatte oggi da politici, investitori, scienziati e
università. La Commissione intende pertanto proporre un rinnovamento della politica
energetica per l'Europa nel 2010, con l'intento di tracciare un'agenda politica fino al 2030
e una prospettiva che vada fino all'orizzonte 2050. Questo lavoro sarà il frutto di ampie
consultazioni volte a esaminare possibili obiettivi a lungo termine, come quelli sotto
elencati.
- Decarbonizzare l'elettricità prodotta nell'UE entro il 2050. Si tratta di una
sfida macroscopica, ma peraltro necessaria se si vuole che l'Europa
partecipi pienamente allo sforzo di riduzione delle emissioni di gas serra
nel mondo per prevenire i cambiamenti climatici entro il 2050. Richiederà
un'ulteriore conversione verso le fonti di energia rinnovabili, la cattura e lo
stoccaggio del carbonio e, per i paesi che lo scelgono, il nucleare.
- Porre fine alla dipendenza dal petrolio nel settore dei trasporti, agevolando
la diffusione dell'automobile elettrica, all'idrogeno o alimentata da
carburanti alternativi. Sulla scorta della comunicazione del 2008 "Rendere
nòvawind Sud S.r.l. Unipersonale
Stazione Elettrica 380/150 kV e nuovi raccordi a 380 kV sulla linea “Mt.- S.Sofia”- MELFI (Pz)
S.I.A. – QUADRO PROGRAMMATICO
Pagina 39 di 83
i trasporti più ecologici", la Commissione dovrà in particolare esaminare, i)
l'opportunità di agevolazioni fiscali ed altri incentivi, nel rispetto della
normativa sugli aiuti di Stato, per l'acquisto di veicoli più ecologici,
elettrici, a biometano e a idrogeno e per il ritiro anticipato di quelli più
vecchi e inquinanti; ii) l'eventuale imposizione di una percentuale minima
di veicoli elettrici, a biometano o a idrogeno su tutti i nuovi veicoli
acquistati dalle pubbliche amministrazioni centrali e locali; e iii) l'eventuale
obbligo per le stazioni di servizio di dotarsi dell'attrezzatura necessaria per
consentire un rapido sviluppo dei trasporti alternativi in tutta Europa.
Rifletterà anche su come promuovere ulteriori miglioramenti dell'efficienza
dei veicoli dopo il 2012.
- Edilizia a basso consumo energetico e ad elettricità positiva. La
Commissione stabilirà criteri comuni per la definizione degli edifici a bassa
emissione di carbonio o "senza carbonio" e a basso consumo energetico
e, se necessario, proporrà misure per aumentarne il numero. La
Commissione e gli Stati membri analizzeranno più in dettaglio le condizioni
del mercato interno e i possibili incentivi per stimolare tali investimenti atti
a risparmiare energia nel settore dell'edilizia abitativa.
- Una rete elettrica interconnessa e "intelligente". L'attuale rete di
trasmissione è stata concepita per portare l'elettricità da grandi centrali
elettriche alle reti nazionali di distribuzione al dettaglio. La rete di domani
dovrà adattarsi alle conseguenze dei cambiamenti climatici e servire un
mercato europeo integrato, con una molteplicità di piccoli fornitori di
energia rinnovabile, siano essi parchi eolici o generatori privati, i quali, a
fianco delle grandi centrali elettriche, contribuiranno in misura crescente
all'approvvigionamento essenziale per l'economia dell'UE. La rete di
trasmissione dell'UE dovrà subire enormi trasformazioni per adeguarsi ad
una produzione decentrata di elettricità. L'idea di una super-rete offshore
disposta ad anello intorno all'Europa per collegare l'energia solare del sud,
quella del moto ondoso ad ovest e quella eolica o idroelettrica delle
regioni settentrionali con i principali centri di consumo merita di essere
nòvawind Sud S.r.l. Unipersonale
Stazione Elettrica 380/150 kV e nuovi raccordi a 380 kV sulla linea “Mt.- S.Sofia”- MELFI (Pz)
S.I.A. – QUADRO PROGRAMMATICO
Pagina 40 di 83
ulteriormente esplorata. Contatori "intelligenti" e controlli a livello
dell'utente possono accrescere notevolmente l'efficienza energetica e
incoraggiare la fabbricazione di veicoli elettrici.
- Promuovere un sistema energetico ad alta efficienza e a bassa emissione di
carbonio a livello mondiale. Un programma ambizioso e tempestivo per la
trasformazione del sistema energetico in Europa farebbe di questo
continente il leader mondiale nel campo della tecnologia automobilistica,
architettonica ed energetica.
- Quello che precede non è un elenco esaustivo degli aspetti da esaminare,
ma soltanto una serie di esempi basati su tecnologie già dimostratesi
valide su scala sperimentale. Si tratta di cambiamenti tecnologici
fondamentali che non potranno verificarsi senza un piano coordinato di
ricerca e sviluppo tecnologico, una regolamentazione appropriata e una
politica di investimento e d'infrastruttura, possibilmente a livello
continentale.
Per procedere in questo senso, la Commissione metterà a punto, nel quadro
del Piano strategico per le tecnologie energetiche, una tabella di marcia per una
politica energetica all'orizzonte 2050, contenente una serie di azioni da
intraprendere, in concertazione con funzionari delle amministrazioni nazionali, esponenti
del mondo accademico ed esperti dell'industria, per favorirne, ove giustificato, la
realizzazione su vasta scala. Questa tabella di marcia indicherà, in particolare, gli
interventi necessari e le opzioni disponibili per ottenere elettricità completamente
decarbonizzata nell'UE entro il 2050.
nòvawind Sud S.r.l. Unipersonale
Stazione Elettrica 380/150 kV e nuovi raccordi a 380 kV sulla linea “Mt.- S.Sofia”- MELFI (Pz)
S.I.A. – QUADRO PROGRAMMATICO
Pagina 41 di 83
3.1.3. Lo scenario nazionale
La domanda di energia, composta non solo dall'elettricità ma anche dai
carburanti per i trasporti e dall'industria, è stata nel 2007 in Italia di 145,5 Mtep.
A fronte di una domanda di 145,5 Mtep il nostro Paese ha offerto però nello
stesso anno di riferimento 194,5 Mtep: il dato indica che il fabbisogno energetico
nazionale è risultato nel 2007 in leggero calo, fatto ricongiungibile alle favorevoli
condizioni climatiche con una diminuzione dello 0,9% rispetto all'anno precedente.
La composizione percentuale delle fonti energetiche impiegate per la copertura
della domanda è stata caratterizzata, rispetto al 2006, dalla crescita della quota del
carbone, passata dall’8,7% al 9,0% e del gas naturale (dal 35,5% al 36,0%). In
diminuzione il contributo offerto dal petrolio, passato dal 43,4% al 42,5%. La differenza,
pari a 49 Mtep (oltre il 30% della domanda nazionale di energia) è composta da consumi
e sprechi del settore energetico italiano. Si tratta di una quota molto importante che
dimostra quanto il sistema energia italiano possa essere ancora migliorato.
L'Italia importa dall'estero gran parte delle risorse energetiche primarie. Ha una
capacità di produzione di energia minima, pari soltanto a 30 Mtep, pertanto è costretta
ad importare 165 Mtep di energia dall'estero, pari a quasi l'80% della domanda
energetica nazionale: è il secondo Paese al mondo per importazione di energia elettrica, il
90% della quale proviene da Svizzera e Francia. L'Italia è anche il paese europeo (sesto
al mondo) maggiormente dipendente dal petrolio per la produzione di energia elettrica.
La dipendenza energetica dall'estero è molto alta e simile a quella di molti altri
paesi occidentali.
Il fabbisogno energetico italiano è fortemente dipendente dal petrolio per il
45% e dal gas per il 32%. La dipendenza italiana dal petrolio è marcata soprattutto nel
settore dei trasporti mentre è marginale nel settore della produzione dell'energia elettrica.
Purtroppo ci sono da segnalare, a fronte di un esiguo incremento della
produzione di energia da fonti rinnovabili, gli alti ratei di crescita che la produzione di
energia da termovalorizzatori (o inceneritori) ha ottenuto dal 1992 (quasi nulla) al 2007,
dove ha raggiunto la quota del 2%.
Nel 2007 l'offerta italiana di energia elettrica è stata di 70,4 Mtep.
nòvawind Sud S.r.l. Unipersonale
Stazione Elettrica 380/150 kV e nuovi raccordi a 380 kV sulla linea “Mt.- S.Sofia”- MELFI (Pz)
S.I.A. – QUADRO PROGRAMMATICO
Pagina 42 di 83
La produzione è rimasta sostanzialmente invariata rispetto al triennio
precedente, con un leggero aumento nell'utilizzo di gas (35%) e carbone (18%). Le
energie rinnovabili contribuiscono con il 15,7%. La produzione di energia elettrica con il
petrolio è pari a circa il 17%.
L'offerta di energia elettrica di 70,4 Mtep è in realtà potenziale. Si riduce
drasticamente di quasi 2/3 a causa degli sprechi e dei consumi del settore energetico
nazionale. In pratica, l'Italia è costretta a importare 10 Mtep di energia elettrica
dall'estero mentre 45 Mtep (pari a circa 4 volte l'importazione di energia elettrica
dall'estero) si perdono a causa delle inefficienze strutturali del sistema. Se l'Italia
migliorasse del 15% l'efficienza della propria rete elettrica potrebbe fare a meno di
importare 10 Mtep l'anno di energia elettrica dall'estero.
Ridurre le inefficienze del sistema energia è fondamentale, ma non risolve il
vero problema strutturale a cui l'Italia dovrà dare una risposta nel futuro prossimo:
l'eccessiva dipendenza dalle fonti di energia fossili.
Come tutti i paesi occidentali anche l'Italia risente degli sbalzi nei prezzi delle
fonti di energia fossili. L'instabile crescita del prezzo del petrolio ha fatto crescere anche i
prezzi di gas e carbone, aumentando la spesa per l'import di energia primaria nei paesi
occidentali. La presenza dell'euro forte ha permesso all'Italia di contenere la crescita della
spesa energetica.
I cambiamenti climatici costituiscono ovviamente un problema anche per
l’Italia. Il Governo Nazionale, come ormai tutti i Governi europei, si occupa
costantemente della messa a punto di strategie per contrastare tali cambiamenti:
essenzialmente si punta al raggiungimento di una completa integrazione tra le azioni di
riduzione delle emissioni di gas serra e le azioni di adattamento sostenibile nelle politiche
sociali, economiche, finanziarie, agricole e territoriali.
3.1.3.1. l’Italia e gli impegni di Kyoto
L’Italia deve ridurre le sue emissioni di gas serra nel periodo 2008 – 2012 del
6,5% rispetto al 1990.
A quattro anni di distanza dall'approvazione del Protocollo di Kyoto, volendo
fare un bilancio, l’Italia potrebbe rispettare gli impegni presi in sede internazionale; le
nòvawind Sud S.r.l. Unipersonale
Stazione Elettrica 380/150 kV e nuovi raccordi a 380 kV sulla linea “Mt.- S.Sofia”- MELFI (Pz)
S.I.A. – QUADRO PROGRAMMATICO
Pagina 43 di 83
emissioni climalteranti italiane si sono infatti ridotte. Nel 2008, in base alle ultime stime,
esse sono state del 6% più alte rispetto al 1990, mentre nel 2004 la distanza rispetto
all’anno base era arrivata a toccare l’11%.
Il recupero degli ultimi anni deriva dall’aumentato prezzo dell’energia, da
inverni poco rigidi, dall’arrivo della recessione e per finire dai primi risultati delle politiche
di efficienza energetica e di incentivazione delle rinnovabili. E tutto fa pensare che anche
il 2010, a seguito della crisi, vedrà una ulteriore riduzione delle emissioni.
Nel 2011 e negli anni successivi, se dovesse esservi una ripresa economica, è
prevedibile anche una ripresa, rapida, del prezzo del petrolio.
Le proiezioni su continue crescite delle emissioni di CO2 in Italia sono risultate
infondate anche se per raggiungere gli obiettivi al 2012 occorre uno sforzo aggiuntivo.
Secondo i calcoli e le proiezioni, documentati dalle tabelle riportate di seguito,
applicando i meccanismi del Protocollo di Kyoto – con le misure già in atto, con
l’istituzione del Registro degli assorbimenti e con i meccanismi flessibili già operativi –
l’Italia arriverebbe a -5,4% (molto vicino all’obiettivo) e con uno sforzo supplementare
potrebbe raggiungerlo, entro il 2012.
Dal grafico di seguito riportato si può desumere come a partire dal 2005 la
domanda di energia in Italia sia in diminuzione costante, e sempre a partire da questa
data, allorquando hanno cominciato a produrre effetti alcune misure (soprattutto
europee: la direttiva ETS sui grandi impianti, la direttiva sulle rinnovabili e sull’efficienza
energetica), le emissioni di CO2 hanno iniziato a calare in modo consistente.
Anche per quanto riguarda i consumi finali si assiste ad una loro diminuzione a
partire dal 2005, sia nell’industria sia nel settore civile, e si vanno stabilizzando nei
trasporti.
Nel 2008 i consumi di energia sono ancora calati.
nòvawind Sud S.r.l. Unipersonale
Stazione Elettrica 380/150 kV e nuovi raccordi a 380 kV sulla linea “Mt.- S.Sofia”- MELFI (Pz)
S.I.A. – QUADRO PROGRAMMATICO
Pagina 44 di 83
Tabella 2 - Bilancio energia elettrica (TWh)
Figura 10 – Energia elettrica richiesta alla rete (Twh) da 1990 al 2008
In Italia le emissioni di gas serra sono diminuite a partire dal 2005 come può
evincersi dalla tabella di seguito riportata.
nòvawind Sud S.r.l. Unipersonale
Stazione Elettrica 380/150 kV e nuovi raccordi a 380 kV sulla linea “Mt.- S.Sofia”- MELFI (Pz)
S.I.A. – QUADRO PROGRAMMATICO
Pagina 45 di 83
Tabella 3 – Andamento delle emissioni di gas serra dal 1990 al 2006
Tabella 4 – Emissioni di CO2 per settore (Mt CO2)
Il calo delle emissioni è proseguito nel 2007 e nel 2008. Nel 2007 il calcolo
delle emissioni è ormai consolidato e definitivo: 555,8 Mton, con ben 12,1 Mton in meno
dell’anno precedente.
Per quanto riguarda il 2008 in considerazione di:
un consumo di petrolio diminuito del 3,6% rispetto al 2007;
un consumo gas diminuito dello 0,1% rispetto al 2007;
un consumo di carbone aumentato del 4% rispetto al 2007;
una forte diminuzione del consumo di benzina (-7,2%) e una leggera
diminuzione di quello del gasolio per autotrazione (- 0,2%),
si può avanzare una stima delle emissioni di gas serra pari a 550 Mton. Tale
stima può ritenersi approssimata per eccesso, in quanto ha previsto per il 2008 meno di
metà della riduzione delle emissioni verificatasi durante l’anno precedente, con una
riduzione di sole 5,8 Mton rispetto al 2007.
Tabella 5 - Emissioni totali di gas serra in Italia nel periodo 1990-2008 (Mton CO2 equiv.)
nòvawind Sud S.r.l. Unipersonale
Stazione Elettrica 380/150 kV e nuovi raccordi a 380 kV sulla linea “Mt.- S.Sofia”- MELFI (Pz)
S.I.A. – QUADRO PROGRAMMATICO
Pagina 46 di 83
3.2. LA PROPOSTA DI SEMPLIFICAZIONE NORMATIVA IN MATERIA DI
AUTORIZZAZIONE DELLE RINNOVABILI IN ITALIA:LE NUOVE LINEE GUIDA
NAZIONALI
Il Governo nazionale, anche grazie alle sollecitazioni dell’Unione Europea si
appresta a varare l’atteso decreto sulle nuove “Linee guida per il procedimento di cui
all’articolo 12 del Decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387 per l’autorizzazione alla
costruzione e all’esercizio di impianti di produzione di elettricità da fonti rinnovabili. linee
guida per l’autorizzazione alla costruzione e all’esercizio di impianti di produzione di
elettricità da fonti rinnovabili in Italia” .
Le nuove procedure ruoteranno attorno al principio dell’Autorizzazione Unica e
del silenzio-assenso da parte della Regione e della Provincia interessata, con una decisa
“blindatura” dai possibili intralci amministrativi.
I punti più rilevanti del testo che costituisce ancora una bozza sono:
- la costruzione e l’esercizio di impianti di produzione di energia elettrica alimentati
da fonti rinnovabili, delle opere connesse e delle infrastrutture indispensabili sono
soggetti ad Autorizzazione Unica rilasciata dalla Regione o dalla Provincia
delegata. Basterà, invece, la semplice “denuncia di inizio attività (Dia)” per gli
impianti con capacità di generazione inferiore alle soglie indicate di seguito.
FONTE SOGLIE
- EOLICA - 60 kW
- SOLARE FOTOVOLTAICA - 20kW
- IDRUALICA - 100 kW
- BIOMASSE - 200kW
- GAS DI DISCARICA,GAS RESIDUATI DAI
PROCESSI DI DEPURAZIONE E BIOGAS
- 250kW
- qualora sia necessario ottenere autorizzazioni ambientali, paesaggistiche, di tutela
del patrimonio storico-artistico, della salute o della pubblica incolumità, le stesse
sono acquisite e allegate alla Dia, salvo che il Comune provveda direttamente per
gli atti di sua competenza.
nòvawind Sud S.r.l. Unipersonale
Stazione Elettrica 380/150 kV e nuovi raccordi a 380 kV sulla linea “Mt.- S.Sofia”- MELFI (Pz)
S.I.A. – QUADRO PROGRAMMATICO
Pagina 47 di 83
- gli impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili da realizzare o
installare in edifici e fabbricati esistenti, qualunque sia la destinazione d’uso, sono
assimilati a tutti gli effetti alla manutenzione straordinaria e sono soggetti alla
disciplina di denuncia inizio attività.
- sono soggette a denuncia di inizio attività le opere di rifacimento realizzate sugli
impianti fotovoltaici ed eolici esistenti che non comportano variazioni delle
dimensioni fisiche degli apparecchi, della volumetria delle strutture dell’area
destinata ad ospitare gli impianti stessi. E’ in ogni caso facoltà del proponente, in
alternativa, presentare istanza per il rilascio dell’Autorizzazione Unica.
- il Procedimento Unico si svolge tramite Conferenza di Servizi, nell’ambito della
quale confluiscono tutti gli apporti amministrativi necessari per la costruzione e
l’esercizio dell’impianto, delle opere connesse e delle infrastrutture indispensabili.
- il Procedimento viene avviato sulla base dell’ordine cronologico di presentazione
delle istanze di autorizzazione, tenendo conto della data in cui queste sono
considerate procedibili ai sensi delle leggi nazionali e regionali di riferimento
conformi alle linee guida in oggetto.
- entro 15 giorni dalla presentazione dell’istanza, l’amministrazione competente,
verificata la completezza della documentazione, comunica al richiedente l’avvio del
procedimento ovvero esprime la improcedibilità dell’istanza per carenza della
documentazione prescritta. Il procedimento può essere avviato solo alla data di
ricevimento dell’istanza completa. Trascorso detto termine senza che
l’amministrazione abbia comunicato la improcedibilità, il procedimento si intende
avviato.
- il superamento di eventuali limitazioni di tipo programmatico contenute nel Piano
Energetico regionale o delle quote minime di incremento dell’energia elettrica da
fonti rinnovabili ripartite ai sensi dell’articolo 8 bis del decreto legge 30 dicembre
2008, n. 208, convertito con modificazioni dalla legge 27 febbraio 2009, n. 13 non
preclude l’avvio e la conclusione favorevole del procedimento.
- ai sensi dell’articolo 12, comma 4, del D.Lgs. 387 del 2003 il termine per la
conclusione del Procedimento Unico non può comunque essere superiore a 180
giorni decorrenti dalla data di ricevimento dell’istanza ritenuta procedibile.
nòvawind Sud S.r.l. Unipersonale
Stazione Elettrica 380/150 kV e nuovi raccordi a 380 kV sulla linea “Mt.- S.Sofia”- MELFI (Pz)
S.I.A. – QUADRO PROGRAMMATICO
Pagina 48 di 83
Il testo introduce anche il principio che "non possono essere posti in via
generale divieti o restrizioni di tipo programmatico per l’utilizzo di determinate fonti
rinnovabili, mentre eventuali restrizioni o divieti di utilizzo, nel caso concreto ossia sul
singolo progetto, devono fondarsi su criteri di ragionevolezza, adeguatezza e
proporzionalità da valutarsi nell’ambito del procedimento amministrativo.
3.2.1. Gli incentivi alla diffusione delle energie rinnovabili in Italia
In materia di incentivi alle rinnovabili il 2008 si è concluso con l’attesa firma da
parte del ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola di concerto con il Ministro
all’Ambiente Stefania Prestigiacomo del Decreto Ministeriale Rinnovabili, che è stato
pubblicato nella GU n. 1 del 2 gennaio 2009.
Tale decreto fornisce le prime direttive generali per regolare la transizione dal
vecchio al nuovo meccanismo di incentivazione nel campo delle energie alternative, in
attuazione dell’ultima Finanziaria. Dalla normativa rimane esclusa la tecnologia
fotovoltaica che gode di una forma di incentivazione specifica, vale a dire il nuovo Conto
Energia introdotto dal DM 19 febbraio 2007. Per tutti gli altri impianti il sistema di
incentivi – certificati verdi (CV) o in alternativa una tariffa omnicomprensiva – è stabilito
in base della taglia e la domanda per accedere all’incentivazione va presentata al Gestore
del Servizio Elettrico (GSE) entro tre anni dall’entrata in esercizio dell’impianto.
E’ dunque il GSE stesso a qualificare gli impianti e a determinare l’energia
elettrica incentivata, definendo il numero di CV e la tariffa onnicomprensiva cui si ha
diritto. Spetta poi all’Autorità per l’energia elettrica e il gas a stabilire dall’entrata in vigore
del provvedimento, modalità, tempi e condizioni per l’erogazione delle tariffe fisse
onnicomprensive, modalità per lo scambio sul posto, nonché per la verifica del rispetto
delle disposizioni che “trovano copertura nel gettito della componente tariffaria A3 delle
tariffe dell’energia elettrica”.
nòvawind Sud S.r.l. Unipersonale
Stazione Elettrica 380/150 kV e nuovi raccordi a 380 kV sulla linea “Mt.- S.Sofia”- MELFI (Pz)
S.I.A. – QUADRO PROGRAMMATICO
Pagina 49 di 83
3.3. LA NORMATIVA DI RIFERIMENTO PER IL SETTORE ENERGETICO E
TERRITORIALE
Gli strumenti principali di programmazione riguardanti l’oggetto del presente
studio sono:
- atti legislativi di livello nazionale con funzione di indirizzo generale in
materia di programmazione nel settore;
- atti di programmazione regionale con funzione di indirizzo e
programmazione operativa.
- normativa nel settore della pianificazione e della tutela del territorio e
dell’ambiente a livello nazionale, regionale e comunale.
3.3.1. Il Piano Energetico Nazionale
Il primo strumento di rilievo a sostegno delle fonti rinnovabili è stato il Piano
Energetico Nazionale (PEN), approvato il 10 agosto 1988.
Gli obiettivi contenuti nel PEN sono:
• promozione dell'uso razionale dell'energia e del risparmio energetico;
• adozione di norme per gli autoproduttori;
• sviluppo progressivo di fonti di energia rinnovabile.
Le leggi n. 9 e n. 10 del 9 gennaio 1991 hanno attuato il Piano Energetico
Nazionale. Il successivo provvedimento CIP 6/92 che ha stabilito prezzi incentivanti per la
cessione all’Enel di energia elettrica prodotta con impianti da fonti rinnovabili o simili, pur
con le sue limitazioni, ha rappresentato un importantissimo strumento utilizzato per le
fonti rinnovabili in Italia.
La legge del 9 gennaio 1991 n. 9 dal titolo “Norme per l'attuazione del nuovo
Piano Energetico Nazionale: aspetti istituzionali, centrali idroelettriche ed elettrodotti,
idrocarburi e geotermia, autoproduzione e disposizioni fiscali” ha introdotto una parziale
liberalizzazione della produzione dell'energia elettrica da fonti rinnovabili e assimilate.
La legge ha in pratica esteso a tutti gli impianti utilizzanti fonti rinnovabili il
regime di liberalizzazione previsto dalla L. 382/82 per gli impianti fino a 3 MW ed ha
nòvawind Sud S.r.l. Unipersonale
Stazione Elettrica 380/150 kV e nuovi raccordi a 380 kV sulla linea “Mt.- S.Sofia”- MELFI (Pz)
S.I.A. – QUADRO PROGRAMMATICO
Pagina 50 di 83
concesso l'utilizzo di tale energia all'interno di consorzi di autoconsumatori (non è invece
possibile distribuire o vendere l'energia a terzi).
L'art. 20 della citata legge, modificando la legge n. 1643 del 6 dicembre 1962,
ha consentito alle imprese di produrre energia elettrica per autoconsumo o per la
cessione all'ENEL.
La Legge 9/1991 ha introdotto incentivi alla produzione di energia elettrica da
fonti di energia rinnovabili o assimilate e in particolare da impianti combinati di energia e
calore.
La stessa Legge ha dedicato un articolo anche al problema della circolazione
dell'energia elettrica prodotta da impianti che usano fonti rinnovabili e assimilate.
La legge 10/91 dal titolo “Norme in materia di uso razionale dell’energia, di
risparmio energetico e di sviluppo delle fonti rinnovabili di energia“ ha posto come
principali obiettivi gli stessi pronunciati in ambito Europeo: uso razionale dell’energia,
contenimento dei consumi nella produzione e nell’utilizzo di manufatti, impiego di fonti
rinnovabili, una più rapida sostituzione degli impianti nei settori a più elevata intensità
energetica.
In particolare, in sede europea, sono stati fissati due obiettivi: il raddoppio del
contributo in fonti rinnovabili sui fabbisogni, e la riduzione dei consumi del 20% al 2010.
La Legge in esame ha previsto inoltre che i comuni con più di 50.000 abitanti
disponessero di un proprio Piano Energetico Locale per il risparmio e la diffusione delle
fonti rinnovabili.
Ancora gli artt. 11, 12 e 14 della 10/91 hanno previsto la possibilità di erogare
contributi per studi e realizzazioni nel campo delle energie rinnovabili.
Come può facilmente evincersi dalle date delle normative richiamate nel
presente paragrafo, il PEN costituisce allo stato dell’arte uno strumento alquanto datato e
forse non più in grado di reggere il passo con lo sviluppo del mercato energetico attuale:
è volontà politica di questi ultimi tempi quella di aggiornare il Piano per adeguarlo alle
sopravvenute esigenze in materia di energia, di promozione delle rinnovabili e ai recenti
riferimenti della Normativa Europea.
nòvawind Sud S.r.l. Unipersonale
Stazione Elettrica 380/150 kV e nuovi raccordi a 380 kV sulla linea “Mt.- S.Sofia”- MELFI (Pz)
S.I.A. – QUADRO PROGRAMMATICO
Pagina 51 di 83
A tal fine il Ministro dello Sviluppo Economico dovrà convocare una
“Conferenza nazionale dell’ energia e dell’ ambiente” d’ intesa con il Ministro dell’
Ambiente.
La strategia del “piano energetico nazionale” dovrebbe essere orientata verso
più direzioni, tra cui:
- diversificazione delle fonti energetiche;
- nuove infrastrutture;
- efficienza energetica;
- sostenibilità ambientale nella produzione e negli usi dell’ energia;
- promozione delle fonti rinnovabili;
- realizzazione di impianti per la produzione di energia elettrica da fonte
nucleare;
- potenziamento della ricerca nel settore energetico con particolare
riferimento allo sviluppo del nucleare;
- potenziamento della partecipazione ad accordi internazionali sulla ricerca
nel settore energetico.
3.3.2. La Legge Regionale 9/2007 e la redazione del PIEAR della
Basilicata
La legge regionale 26 aprile 2007, n. 9 dal titolo “Disposizioni in materia di
energia” ha stabilito all’art. 2 che il Piano di Indirizzo Energetico Ambientale Regionale
(PIEAR) dovesse definire:
a) i fabbisogni energetici stimati e le relative dotazioni infrastrutturali
necessarie;
b) gli obiettivi di risparmio energetico ed efficienza energetica negli usi finali;
c) gli obiettivi di sviluppo delle fonti rinnovabili ivi comprese quelle
connesse al settore agricolo e forestale;
d) gli obiettivi di diversificazione delle fonti energetiche e di riduzione della
dipendenza dalle fonti fossili;
e) gli obiettivi di qualità dei servizi energetici;
nòvawind Sud S.r.l. Unipersonale
Stazione Elettrica 380/150 kV e nuovi raccordi a 380 kV sulla linea “Mt.- S.Sofia”- MELFI (Pz)
S.I.A. – QUADRO PROGRAMMATICO
Pagina 52 di 83
f) gli obiettivi di sviluppo delle reti energetiche, tenuto conto dei programmi
pluriennali che i soggetti operanti nella distribuzione, trasmissione e
trasporto di energia presentano;
g) gli indirizzi e le linee guida per la prevenzione dell’inquinamento luminoso;
h) le azioni per la soddisfazione dei fabbisogni ed il raggiungimento degli
obiettivi di cui al presente comma e le risorse necessarie.
L’art’ 4 della Legge Regionale recita così: “La Regione sostiene il risparmio
energetico e l’uso delle fonti rinnovabili attraverso programmi finanziati con
risorse comunitarie, nazionali e regionali”.
Lo stesso articolo introduce anche il principio per il quale chi vorrà sfruttare il
territorio ai fini della produzione energetica dovrà versare nelle casse della Regione delle
"compensazioni ambientali", anche in aggiunta a quelle concordate con le
Amministrazioni comunali per costituire così un fondo regionale.
3.3.3. Il Piano di Indirizzo Energetico Ambientale Regionale (PIEAR)
Il Piano di Indirizzo Energetico Ambientale Regionale è stato adottato dalla
Giunta Regionale della Basilicata il 22 aprile del 2009 ed approvato dal Consiglio nella
notte tra il 13 e il 14 gennaio 2010.
Il PIEAR copre l’intero territorio regionale e, ai sensi dell’art. 1 della
già citata legge regionale 26 aprile 2007 n. 9, fissa le scelte fondamentali di
programmazione regionale in materia di energia, il suo orizzonte temporale è
fissato all’anno 2020.
Il Piano Energetico si compone di tre parti; la prima, dal titolo “COORDINATE
GENERALI DEL CONTESTO ENERGETICO REGIONALE”, analizza l’evoluzione storica del
settore energetico della Regione Basilicata, e fornisce un resoconto esaustivo dell’attuale
scenario energetico esibendo dati concernenti l’offerta di energia relativamente a fonti
convenzionali, infrastrutture energetiche e fonti rinnovabili, e definisce il bilancio
energetico degli anni 2004 e 2005, da cui si può dedurre che la Basilicata esporta energia
proveniente prevalentemente da fonti energetiche primarie convenzionali (petrolio grezzo
e gas naturale) e in misura minore da fonti rinnovabili (energia idroelettrica, eolica, solare
elettrica e termica, biomasse – principalmente legna – RSU) ed un’importatrice netta di
nòvawind Sud S.r.l. Unipersonale
Stazione Elettrica 380/150 kV e nuovi raccordi a 380 kV sulla linea “Mt.- S.Sofia”- MELFI (Pz)
S.I.A. – QUADRO PROGRAMMATICO
Pagina 53 di 83
energia elettrica dalle regioni circostanti (51% del fabbisogno nel 2005). I consumi
energetici regionali nel 2005 (meno dell’1% dei consumi nazionali) risultano così ripartiti
tra i vari settori: 39% industria, 30% trasporti, 16% residenziale, 10% terziario e 5%
agricoltura e pesca.
La seconda parte del piano, dal titolo “SCENARI EVOLUTIVI DELLO SVILUPPO
ENERGETICO REGIONALE“, traccia le evoluzioni future della domanda e dell’offerta di
energia, sulla base delle risultanze emerse nella prima parte. Secondo una stima del
trend di crescita della domanda di energia per usi finali in Basilicata si registrerebbe al
2020 rispetto al 2005 un aumento del 35% della domanda di energia dovuto
principalmente alla crescita del consumo energetico del settore industriale. L’analisi della
domanda di energia è completata analizzando il trend di crescita della domanda di
energia per usi finali dal 2005 al 2020 disaggregata per tutte le tipologie di fonti di
energia esistenti in regione (prodotti petroliferi, gas naturale, fonti rinnovabili e energia
elettrica); secondo tale previsione si avrebbe un lieve incremento del consumo di prodotti
petroliferi (+13%) e gas naturale (+7%), un aumento del consumo di energia elettrica
(+45%) ed il raddoppio del peso della domanda di energia da fonti rinnovabili sul totale
della domanda (+95%).
Per quanto riguarda l’andamento dell’offerta di energia si prevede un picco di
produzione negli anni 2009 e 2010 delle fonti primarie di energia, petrolio e gas naturale
rispettivamente, un loro declino seppur contenuto fino al 2018 e un forte potenziale
produttivo delle fonti secondarie: generazione termoelettrica da gas naturale e fonti
rinnovabili (eolico, solare fotovoltaico, idroelettrico, biomasse).
La terza parte dal titolo “OBIETTIVI E STRUMENTI DELLA POLITICA
ENERGETICA REGIONALE”, definisce gli obiettivi strategici e gli strumenti della politica
energetica regionale a partire da quelli indicati dalla Unione Europea e dagli impegni
assunti dal Governo italiano.
Gli obiettivi strategici, proiettati al 2020, riguardano in particolare l’aumento
della produzione di energia da fonti rinnovabili, il contenimento dei consumi energetici ed
inoltre, il sostegno della ricerca e dell’innovazione tecnologica a supporto della
produzione di componentistica e di materiali innovativi nel settore dell’efficienza
energetica e della bioarchitettura.
nòvawind Sud S.r.l. Unipersonale
Stazione Elettrica 380/150 kV e nuovi raccordi a 380 kV sulla linea “Mt.- S.Sofia”- MELFI (Pz)
S.I.A. – QUADRO PROGRAMMATICO
Pagina 54 di 83
Sono previste inoltre attività di armonizzazione normativa e semplificazione
amministrativa, funzionali al conseguimento degli obiettivi prefissati al fine di rendere più
efficace e trasparente l’azione amministrativa.
Parte integrante della struttura del Piano è costituita dall’Appendice A che
indica i “Principi generali per la progettazione, la realizzazione, l’esercizio e la
dismissione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili”.
Il punto 3 di tale Appendice nello specifico riguarda gli impianti eolici e
fornisce le indicazioni per un corretto insediamento degli impianti eolici sul territorio
lucano nell’ottica della promozione della qualità degli interventi e dell’integrazione degli
stessi con l’ambiente circostante.
3.4. LA LEGGE REGIONALE N. 1 DEL 19 GENNAIO 2010 “NORME IN MATERIA
DI ENERGIA E PIANO DI INDIRIZZO ENERGETICO AMBIENTALE
REGIONALE”
La L.R. n. 1 del 19 gennaio 2010, la cosiddetta legge istitutiva del Piano
energetico regionale, definisce all’art. 1 le procedure per l’applicazione del PIEAR e le
modalità per le eventuali modifiche e all’ art. 2 ne sancisce l’efficacia.
L’art. 3 della Legge definisce lo svolgimento del procedimento unico volto al
rilascio dell’Autorizzazione Unica prevista dal D.Lgs 387/2003 con lo scopo di semplificare
e dare velocità alla fase procedimentale prevede l’emanazione di un apposito disciplinare
Che definisca in un “unicum” le modalità procedimentali delle varie fasi che
caratterizzano il rilascio dell’Autorizzazione Unica.
L’art. 4 della legge intende contemperare le esigenze di legalità dell’operato
della Pubblica Amministrazione, con quella di evitare pregiudizi ad interessi e legittime
aspettative, già maturate nell’ambito del procedimento di VIA relativamente all’esame dei
Progetti conclusisi con esito positivo per i quali deve essere assicurato un esame
separato.
L’art. 5 introduce una “clausola” valutativa, proprio in ragione del fatto che il
PIEAR disciplina politiche complesse, presupponenti una serie di eventi ed azioni di non
nòvawind Sud S.r.l. Unipersonale
Stazione Elettrica 380/150 kV e nuovi raccordi a 380 kV sulla linea “Mt.- S.Sofia”- MELFI (Pz)
S.I.A. – QUADRO PROGRAMMATICO
Pagina 55 di 83
semplice applicazione. Per queste motivazioni prefigura un controllo sull’attuazione del
PIEAR al fine di valutare l’efficacia delle politiche.
3.4.1. Il Programma Operativo F.E.S.R. 2007-2013
Coerentemente con il Regolamento CE n. 1080/2006 e con gli indirizzi
contenuti nel Quadro Strategico Nazionale 2007-20013 il Programma Operativo F.E.S.R.
2007-2013 è volto a promuovere la crescita economica e a migliorare la capacità di
innovazione per qualificare la Basilicata come territorio aperto, attrattivo, competitivo,
inclusivo e coeso, valorizzando in particolare le sue risorse ambientali ed umane e
sostenere la sua transizione verso l'obiettivo "Competitività ed occupazione".
Al fine di attuare tale strategia di sviluppo regionale può contare su una
dotazione finanziaria, fra contributo comunitario e nazionale di 752 milioni di euro, che
sarà ripartita sugli otto assi individuati e che la politica regionale intende perseguire fino
al 2013.
Gli otto assi prioritari sono:
I - Accessibilità: assicurare ai cittadini e alle imprese elevati standard di
accessibilità e qualità di servizi per la mobilità di merci e persone, mediante
il potenziamento delle reti di trasporto e dei sistemi logistici;
II - Società della conoscenza: fare della Basilicata una società incentrata
sull’economia della conoscenza attraverso il potenziamento della ricerca e la
diffusione delle nuove tecnologie e lo sviluppo delle reti ICT;
III - Competitività produttiva: migliorare il sistema produttivo della
Basilicata a livello settoriale e territoriale sui mercati nazionali ed
internazionali;
IV - Valorizzazione dei beni culturali e naturali: accrescere e rendere
competitivo lo sviluppo turistico sostenibile, valorizzando le risorse culturali
e naturali e della biodiversità presenti sul territorio regionale;
V - Sistemi urbani: favorire lo sviluppo regionale delle città attraverso il
potenziamento delle reti urbane innovative, la diffusione dei servizi avanzati
di qualità e l’innalzamento degli standard di qualità e vivibilità per i residenti
e promuovere l’inclusione sociale;
nòvawind Sud S.r.l. Unipersonale
Stazione Elettrica 380/150 kV e nuovi raccordi a 380 kV sulla linea “Mt.- S.Sofia”- MELFI (Pz)
S.I.A. – QUADRO PROGRAMMATICO
Pagina 56 di 83
VI - Inclusione sociale: rafforzare, ampliare, riqualificare e sostenere i
servizi volti alla promozione dell’inclusione sociale per garantire una
migliore accessibilità e qualità dei servizi collettivi;
VII - Energia e sviluppo sostenibile: valorizzare le risorse energetiche e
migliorare gli standard dei servizi ambientali per promuovere lo sviluppo
sostenibile e tutelare la salute e la sicurezza dei cittadini e delle imprese;
VIII - Governance e assistenza tecnica: accrescere la capacità delle
amministrazioni pubbliche, mediante il rafforzamento e la qualificazione
delle attività di indirizzo, implementazione, gestione, sorveglianza e
controllo per una maggiore efficacia ed efficienza nell’attuazione del PO,
cofinanziato dal Fondo FESR.
Il PO FESR Basilicata 2007-2013, così come richiesto dalla Commissione
Europea, assegna più del 7% (7,41% pari a 55.720.000,00 Euro) del proprio costo
pubblico totale (pari a 752.186.373,00 Euro) per sostenere gli investimenti in
campo energetico.
nòvawind Sud S.r.l. Unipersonale
Stazione Elettrica 380/150 kV e nuovi raccordi a 380 kV sulla linea “Mt.- S.Sofia”- MELFI (Pz)
S.I.A. – QUADRO PROGRAMMATICO
Pagina 57 di 83
Tabella 6 – Asse VII – Energia e Sviluppo sostenibile - fonte Regione Basilicata
3.4.2. Il Piano di Tutela e Risanamento della Qualità dell’Aria
La Regione Basilicata ha adottato “Il Piano di tutela e risanamento della qualità
dell’aria” con Deliberazione della Giunta Regionale n. 640 del 28/03/2000.
Il Piano di tutela e risanamento della qualità dell’aria vuole, tra le altre cose,
intervenire fra la domanda di energia e l'emissione di sostanze inquinanti nell'ambiente
per limitarle e per raggiungere livelli di sostenibilità più alti.
Per tale motivo il Piano di Tutela si pone come piano quadro per gli altri piani
settoriali (energia, rifiuti, trasporti, piano urbanistici, industriali).
Tra gli obiettivi che detto Piano si prefigge di raggiungere si citano:
nòvawind Sud S.r.l. Unipersonale
Stazione Elettrica 380/150 kV e nuovi raccordi a 380 kV sulla linea “Mt.- S.Sofia”- MELFI (Pz)
S.I.A. – QUADRO PROGRAMMATICO
Pagina 58 di 83
- Incentivi all'uso di combustibili puliti nei trasporti;
- diffusione di sistemi ad alto rendimento per migliorare le prestazioni in
termini di intensità energetica;
- diffusione di sistemi di cogenerazione, di recupero energetico da
termodistruzione e di tecnologie che utilizzano le fonti rinnovabili nelle
produzione di elettricità;
- sostituzione delle tecnologie obsolete con impianti ambientalmente virtuosi;
- utilizzo delle migliori tecnologie disponibili;
- promozione di azioni dimostrative per la diffusione delle fonti
rinnovabili;
- erogazione di servizi alle imprese (diagnosi energetica-ambientale, eco-
auditing, innovazione tecnologica);
- erogazione di servizi ai cittadini (informazione e manutenzione);
- incentivazione del risparmio energetico;
- riduzione la domanda di beni ad alta intensità energetica, "pesanti";
- promozione del riciclaggio dei rifiuti.
- stimolo all'uso di combustibili e materie prime puliti;
- analisi ecosostenibile sull'intero ciclo di vita del prodotto;
- diffusione di tecnologie di abbattimento delle emissioni (trattamento e
depurazione dei fumi);
- incentivazione delle rinnovabili, dei combustibili puliti;
- razionalizzazione degli usi elettrici;
- campagne di informazione presso la collettività per stimolare l'adozione di
misure per il corretto uso dell'energia e per creare una sensibilità per i
problemi legati all'uso razionale dell'energia;
- rinnovo del parco veicolare;
- miglioramento della qualità dei carburanti;
- miglioramento del sistema di viabilità regionale, con gestione della
domanda e dell'offerta di mobilità.
Allo stato attuale è in fase di redazione il nuovo Piano di Tutela e
Risanamento della Qualità dell’Aria.
nòvawind Sud S.r.l. Unipersonale
Stazione Elettrica 380/150 kV e nuovi raccordi a 380 kV sulla linea “Mt.- S.Sofia”- MELFI (Pz)
S.I.A. – QUADRO PROGRAMMATICO
Pagina 59 di 83
3.5. NORMATIVA DI RIFERIMENTO PER IL SETTORE AMBIENTALE E
PAESAGGISTICO
Per quanto riguarda il settore paesaggistico-ambientale i principali riferimenti
normativi sono i seguenti:
- D.L. 30 dicembre 1923, n. 3267 “Riordinamento e riforma della legislazione in
materia di boschi e di terreni montani”;
- Legge 29 giugno 1939, n. 1497 “Protezione delle bellezze naturali” (abrogata dal
D.Lgs n. 490/99);
- R.D. 3 giugno 1940, n. 1357 “Regolamento per l’applicazione della legge 29 giugno
1939, n. 1497, sulla protezione delle bellezze naturali”;
- Direttiva europea n. 92/42/CEE del Consiglio del 21 maggio 1992 (Direttiva
Habitat) “Conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della
fauna selvatica”;
- DPR 8 settembre 1997 n. 357 di recepimento della Direttiva 92/43/CEE;
- Dlgs n. 490/99 “testo unico delle disposizioni legislative in materia di beni culturali
e ambientali, a norma dell’articolo 1 della legge 8 ottobre n. 352”;
- Legge 11 dicembre 2000 n. 365 (Soverato) “Conversione in legge, con
modificazioni, del decreto legge 12 ottobre 2000, n. 279, recante interventi urgenti
per le aree a rischio idrogeologico molto elevato ed in materia di protezione civile,
nonché a favore delle zone della Regione Basilicata danneggiate dalle calamità
idrogeologiche di settembre ed ottobre 2000”;
- DGR Regione Basilicata del 13.12.2004, n. 2920, “Atto di indirizzo per il corretto
inserimento degli impianti eolici sul territorio regionale – modifiche alla DGR n.
1138 del 24.06.2002”.
- Dlgs 22 gennaio 2004, n, 42 “Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi
dell’articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137”;
- Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 12 dicembre 2005 “Individuazione
della documentazione necessaria alla verifica della compatibilita' paesaggistica
degli interventi proposti, ai sensi dell'articolo 146, comma 3, del Codice dei beni
culturali e del paesaggio di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42.”
- D.Lgs n. 152 del 3 aprile 2006 “Norme in materia ambientale”;
- D.Lgs del 16 gennaio 2008 n. 4 cosiddetto "Correttivo unificato"
nòvawind Sud S.r.l. Unipersonale
Stazione Elettrica 380/150 kV e nuovi raccordi a 380 kV sulla linea “Mt.- S.Sofia”- MELFI (Pz)
S.I.A. – QUADRO PROGRAMMATICO
Pagina 60 di 83
Nei successivi paragrafi saranno analizzati gli eventuali vincoli territoriali
presenti nell’area interessata dalla realizzazione del parco eolico di Vaglio Basilicata” in
riferimento a dette normative e la compatibilità dell’intervento con le stesse.
3.5.1. Il Testo Unico sull’Ambiente (D.Lgs n. 152/2006)
Il D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 costituisce attuazione della legge delega
15.12.2004 n. 304 e regola cinque settori: 1) VAS, VIA e IPPC, 2) Suolo e acque, 3)
Rifiuti, 4) Aria, 5) Danno ambientale.
Il decreto legislativo in oggetto ha subito vari aggiornamenti attraverso le leggi
successive n. 284/06; e n. 17/07. Il D.Lgs n. 04/08 infine ha apportato ulteriori
modifiche ed integrazioni, giustificate dall’art. 1, comma 6 Legge delega 308/04 che
prevede la possibilità di disposizioni correttive ed integrative “entro due anni dalla data di
entrata in vigore” del decreto di attuazione (cioè dal 3 aprile 2006).
La prima parte del D.Lgs 152/06 conteneva, in tre articoli, alcune “disposizioni
comuni” che restano (ambito di applicazione, finalità, criteri per l’adozione di
provvedimenti successivi), ma con il nuovo testo vi è stata l’integrazione con alcuni
“principi generali”.
La parte seconda del nuovo testo relativa alle procedure di VAS, VIA, IPPC, è
stata completamente riscritta, nel complesso con un criterio unitario, poggiando gli istituti
su una filosofia comune: trattasi di un testo più snello (33 articoli invece di 49), diviso in
cinque titoli: principi generali; VAS, VIA, valutazione ambientale interregionale e
transfrontaliera; norme transitorie e finali. Sui principi non vi sono differenze significative
rispetto al testo precedente.
La parte terza del nuovo testo non modifica le norme in difesa del suolo,
mentre quelle in difesa delle acque, dell’inquinamento hanno ricevuto limitate modifiche
nel complesso più restrittive.
3.5.2. Le principali novità in materia di VIA introdotte dal D.Lgs del 16
gennaio 2008 n. 4 cosiddetto "Correttivo unificato"
Il Decreto Legislativo n. 4 del 2008 introduce rilevanti e numerose innovazioni
rispetto al testo della Parte seconda del Decreto 152/2006, soprattutto per ciò che
nòvawind Sud S.r.l. Unipersonale
Stazione Elettrica 380/150 kV e nuovi raccordi a 380 kV sulla linea “Mt.- S.Sofia”- MELFI (Pz)
S.I.A. – QUADRO PROGRAMMATICO
Pagina 61 di 83
concerne VAS, VIA ed IPPC: tale scelta è stata finalizzata a correggere i numerosi vizi
rispetto alle previsioni della legge delega 308/2004 e le inadempienze rispetto alle
pertinenti Direttive Europee.
Elementi rilevanti del D.Lgs 4/2008 sono costituiti da:
- eliminazione dell’erronea assimilazione delle discipline relative alla VAS a quelle
relative alla VIA ed all’IPPC;
- corretto recepimento degli ambiti di applicazione rispetto a quanto previsto dalle
direttive europee per VAS e VIA,
- chiara individuazione delle competenze statali e regionali sia per la VAS sia per la
VIA;
- esplicita previsione di norme di coordinamento e semplificazione dei procedimenti;
- adeguata strutturazione delle modalità di informazione e partecipazione dei
cittadini ai procedimenti di VAS e di VIA;
- scelta di identici modelli procedimentali relativamente alla VAS ed alla VIA per i
procedimenti di competenza statale ed i procedimenti di competenza regionale,
- completa abrogazione delle norme previgenti in materia di valutazione di impatto
ambientale.
Sostanzialmente La nuova disciplina VIA VAS E IPPC in vigore dal 13 febbraio 2008
sostituisce integralmente la Parte II del D.Lgs 152/2006.
3.5.2.1. I Principi generali VIA/VAS (articoli 4 - 10)
Nel nuovo D.Lgs. aumenta il numero delle disposizioni comuni per Via, Vas e
Ippc che passano dai 3 articoli previsti nel D.Lgs 152/2006, versione ante "Correttivo"
(artt. 4-6), ai 7 articoli recanti "principi generali" in vigore dal 13 febbraio 2008.
Il "nuovo" articolo 7 disciplina le competenze, senza porre innovazioni rispetto
ai criteri di delimitazione tra VAS statale e regionale che continuano a dipendere
dall'Autorità competente - Stato o Regione - per l'approvazione del piano/programma;
cambiano invece gli stessi criteri in relazione alla VIA, mediante l'individuazione puntuale
dei progetti sottoposti a VIA statale (elencati nel nuovo allegato II) o a VIA regionale
(allegati III e IV).
Per i provvedimenti statali rimane competente il Ministero dell’Ambiente, che
opera di concerto con il Ministro Beni Culturali. Per i provvedimenti regionali, l'Autorità
nòvawind Sud S.r.l. Unipersonale
Stazione Elettrica 380/150 kV e nuovi raccordi a 380 kV sulla linea “Mt.- S.Sofia”- MELFI (Pz)
S.I.A. – QUADRO PROGRAMMATICO
Pagina 62 di 83
competente è la P.A. con compiti di tutela e protezione ambientale, individuata dalle leggi
regionali.
Alle Regioni, spetta il compito di disciplinare in particolare:
i criteri per l'individuazione degli enti locali interessati e dei soggetti
competenti;
le eventuali ulteriori modalità per l'individuazione dei piani o progetti da
sottoporre a VIA/VAS o per le modalità di consultazione;
in ambito VAS, le modalità di partecipazione delle Regioni confinanti.
Il supporto tecnico-scientifico è assicurato dalla "Commissione tecnica di
verifica dell'impatto ambientale" (articolo 7), i cui membri, che restano in carica per un
triennio, sono nominati tramite D.M. Ambiente; in caso di progetti sottoposti a Via
statale, la suddetta Commissione dovrà coordinarsi con la "Commissione istruttoria per
l'Autorizzazione ambientale integrata" (entrambe le commissioni sono state istituite dal
D.P.R. 90/2007).
Rientrano nelle disposizioni comuni alla VIA-VAS anche le norme sulla modalità
di partecipazione, i cui principi generali sono fissati dall'articolo 8 che prevede la
possibilità, ove utile, di indire una o più Conferenze di servizi e/o stipulare accordi che
semplifichino e migliorino l'efficacia dei procedimenti.
L'ultimo articolo dei principi generali (articolo 10), infine, è dedicato alle
"norme per il coordinamento e la semplificazione dei procedimenti", dedicate a chiarire il
rapporto tra procedure VIA E AIA (statali o regionali), tra procedure VIA/VAS e
Valutazione d'incidenza nonché tra procedure VIA E VAS.
3.5.2.2. Decisione della VIA
L'Autorità competente conclude - qualora non vi sia necessità di integrazioni
della documentazione - il procedimento di VIA con provvedimento "espresso e motivato",
entro 150 giorni dalla presentazione dell'istanza o, nel caso di indagini particolarmente
complesse, entro 210 giorni dalla data di presentazione dell'istanza: il provvedimento
deve contenere le condizioni per la realizzazione, l'esercizio e la dismissione dei progetti,
nonché quelle relative a eventuali malfunzionamenti.
Entro 120 giorni dalla presentazione dell'istanza, l'Autorità può comunque
chiedere integrazioni alla documentazione, in un'unica soluzione, che il proponente deve
nòvawind Sud S.r.l. Unipersonale
Stazione Elettrica 380/150 kV e nuovi raccordi a 380 kV sulla linea “Mt.- S.Sofia”- MELFI (Pz)
S.I.A. – QUADRO PROGRAMMATICO
Pagina 63 di 83
fornire entro 60 giorni (prorogabili di altri 60). Qualora queste integrazioni vengano
ritenute "rilevanti per il pubblico", il proponente dovrà depositarne copia presso l'Autorità
competente e darne avviso a mezzo stampa, secondo le consuete modalità; a partire
dalla data delle pubblicazione, chiunque sia interessato può presentare osservazioni
aggiuntive entro massimo 60 giorni, e il provvedimento di Via dovrà essere espresso
entro 90 giorni.
I progetti devono essere realizzati entro 5 anni, dopodiché, a meno di proroga
espressa, la procedura di VIA deve essere reiterata.
Il provvedimento di VIA deve essere pubblicato:
- per intero, sul sito web dell'autorità competente (con indicazione del luogo
ove si possono consultare tutti i documenti);
- per estratto (opera, esito e luoghi per la consultazione) sulla Gazzetta
ufficiale o sul Bollettino regionale, in dipendenza del tipo di procedura. Da
quest'ultima pubblicazione scatteranno i termini per le impugnazioni
giurisdizionali del provvedimento.
- Il provvedimento di VIA deve specificatamente contenere "ogni opportuna
indicazione" per la progettazione e lo svolgimento del controllo e
monitoraggio degli impatti, anche tramite il sistema Apat/Arpa, con
l'obiettivo di assicurare il controllo degli impatti significativi sull'ambiente,
la corrispondenza alle prescrizioni espresse, nonché - in caso di impatti
negativi non previsti - per adottare le misure correttive, che dovranno
essere "tempestive". Le Autorità coinvolte dovranno informare le modalità
e i risultati del monitoraggio, tramite i propri siti web.
nòvawind Sud S.r.l. Unipersonale
Stazione Elettrica 380/150 kV e nuovi raccordi a 380 kV sulla linea “Mt.- S.Sofia”- MELFI (Pz)
S.I.A. – QUADRO PROGRAMMATICO
Pagina 64 di 83
3.5.3. Il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio
Il riferimento normativo principale in materia di tutela del paesaggio è
costituito dal “Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio” definito con Decreto Legislativo
del 22 gennaio 2004, n. 42, ai sensi dell’articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137 ed
entrato in vigore il 1° maggio 2004 che ha abrogato il ”Testo Unico della legislazione in
materia di beni culturali e ambientali”, istituito con D. Lgs. 29 ottobre 1999, n. 490.
Ai sensi di tale normativa, gli strumenti che permettono di individuare e
tutelare i beni paesaggistici sono:
la dichiarazione di notevole interesse pubblico su determinati contesti
paesaggistici, effettuata con apposito decreto ministeriale ai sensi degli
articoli 138 - 141;
le aree tutelate per legge elencate nell'art. 142 che ripete l'individuazione
operata dall'ex legge "Galasso" (Legge n. 431 dell'8 agosto 1985);
i Piani Paesaggistici i cui contenuti, individuati dagli articoli 143, stabiliscono
le norme di uso dell'intero territorio.
L’art. 142 del Codice elenca come sottoposte in ogni caso a vincolo
paesaggistico ambientale le seguenti categorie di beni:
a) i territori costieri compresi in una fascia della profondità di 300 metri dalla
linea di battigia, anche per i terreni elevati sul mare;
b) i territori contermini ai laghi compresi in una fascia della profondità di 300
metri dalla linea di battigia, anche per i territori elevati sui laghi;
c) i fiumi, i torrenti ed i corsi d'acqua iscritti negli elenchi previsti dal testo unico
delle disposizioni di legge sulle acque ed impianti elettrici, approvato con regio
decreto 11 dicembre 1933, n. 1775, e le relative sponde o piede degli argini
per una fascia di 150 metri ciascuna;
d) le montagne per la parte eccedente 1.600 metri sul livello del mare per la
catena alpina e 1.200 metri sul livello del mare per la catena appenninica e
per le isole;
e) i ghiacciai ed i circhi glaciali;
nòvawind Sud S.r.l. Unipersonale
Stazione Elettrica 380/150 kV e nuovi raccordi a 380 kV sulla linea “Mt.- S.Sofia”- MELFI (Pz)
S.I.A. – QUADRO PROGRAMMATICO
Pagina 65 di 83
f) i parchi e le riserve nazionali o regionali, nonché i territori di protezione
esterna dei parchi;
g) i territori coperti da foreste e da boschi, ancorché percorsi o danneggiati dal
fuoco, e quelli sottoposti a vincolo di rimboschimento;
h) le aree assegnate alle Università agrarie e le zone gravate da usi civici;
i) le zone umide incluse nell'elenco previsto dal decreto del Presidente della
Repubblica 13 marzo 1976, n. 448;
j) i vulcani;
k) le zone di interesse archeologico.
Il progetto in esame non ricade in area soggetta a tutela di cui all’art.
142 del D.Lgs. 22 gennaio 2004, n. 42 "Codice dei beni culturali e del
paesaggio”.
3.5.4. La pianificazione paesistica: i piani territoriali paesaggistici
L’atto più importante compiuto dalla Regione Basilicata, in funzione della tutela
del suo notevole patrimonio paesaggistico, dotato di un tasso di naturalità fra i più alti tra
quelli delle regioni italiane, è individuabile nella legge regionale n. 3 del 1990 che
approvava ben sei Piani Territoriali Paesistici di aria vasta per un totale di 2596,76 Kmq,
corrispondenti circa ad un quarto della superficie regionale totale.
Tali piani identificano non solo gli elementi di interesse percettivo (quadri
paesaggistici di insieme di cui alla Legge n. 1497/1939, art. 1), ma anche quelli di
interesse naturalistico e produttivo agricolo “per caratteri naturali” e di pericolosità
geologica; sono inclusi anche gli elementi di interesse archeologico e storico (urbanistico,
architettonico), anche se in Basilicata questi piani ruotano, per lo più, proprio intorno alla
tutela e alla valorizzazione della risorsa naturale.
I sei Piani Territoriali Paesistici di aria vasta individuati con la L.R. n. 3/90,
sono:
P.T.P.A.V. Laghi di Monticchio (o del Vulture)
P.T.P.A.V. Volturino-Sellata-Madonna di Viggiano
nòvawind Sud S.r.l. Unipersonale
Stazione Elettrica 380/150 kV e nuovi raccordi a 380 kV sulla linea “Mt.- S.Sofia”- MELFI (Pz)
S.I.A. – QUADRO PROGRAMMATICO
Pagina 66 di 83
P.T.P. di Gallipoli-Cognato
P.T.P. del Massiccio del Sirino
P.T.P. del Metapontino
P.T.P.A.V. Maratea – Trecchina - Rivello
Il Comune di Melfi rientra nel P.T.P.A.V. Laghi di Monticchio (o del
Vulture), tuttavia l’area del progetto è fuori dal perimetro di tale piano
paesistico.
3.5.5. Le aree naturali protette in Basilicata
La Legge 6 dicembre 1991 n. 394 “Legge quadro sulle aree protette”
pubblicata sul Supplemento ordinario alla Gazzetta ufficiale del 13 dicembre 1991 n. 292,
costituisce uno strumento organico per la disciplina normativa delle aree protette.
L’art. 1 delle Legge “detta principi fondamentali per l'istituzione e la gestione
delle aree naturali protette, al fine di garantire e di promuovere, in forma coordinata, la
conservazione e la valorizzazione del patrimonio naturale del paese”.
Per patrimonio naturale deve intendersi quello costituito da: formazioni fisiche,
geologiche, geomorfologiche e biologiche, o gruppi di esse, che hanno rilevante valore
naturalistico e ambientale.
I territori che ospitano gli elementi naturali sopra citati, specialmente se
vulnerabili, secondo la 394/91 devono essere sottoposti ad uno speciale regime di tutela
e di gestione, allo scopo di perseguire le seguenti finalità:
a) conservazione di specie animali o vegetali, di associazioni vegetali o
forestali, di singolarità geologiche, di formazioni paleontologiche, di
comunità biologiche, di biotopi, di valori scenici e panoramici, di processi
naturali, di equilibri idraulici e idrogeologici, di equilibri ecologici;
b) applicazione di metodi di gestione o di restauro ambientale idonei a
realizzare una integrazione tra uomo e ambiente naturale, anche mediante
la salvaguardia dei valori antropologici, archeologici, storici e architettonici e
delle attività agro-silvo-pastorali e tradizionali;
nòvawind Sud S.r.l. Unipersonale
Stazione Elettrica 380/150 kV e nuovi raccordi a 380 kV sulla linea “Mt.- S.Sofia”- MELFI (Pz)
S.I.A. – QUADRO PROGRAMMATICO
Pagina 67 di 83
c) promozione di attività di educazione, di formazione e di ricerca scientifica,
anche interdisciplinare, nonché di attività ricreative compatibili;
d) difesa e ricostituzione degli equilibri idraulici e idrogeologici.
L’art. 2 della Legge fornisce una classificazione delle aree naturali protette”,
che di seguito si riporta:
- PARCHI NAZIONALI: aree terrestri, marine, fluviali, o lacustri che
contengano uno o più ecosistemi intatti o anche parzialmente alterati da
interventi antropici, una o più formazioni fisiche, geologiche,
geomorfologiche, biologiche, di interesse nazionale od internazionale per
valori naturalistici, scientifici, culturali, estetici, educativi e ricreativi tali da
giustificare l'intervento dello Stato per la loro conservazione.
- PARCHI REGIONALI: aree terrestri, fluviali, lacustri ed eventualmente da
tratti di mare prospicienti la costa, di valore ambientale e naturalistico, che
costituiscano, nell'ambito di una o più regioni adiacenti, un sistema
omogeneo, individuato dagli assetti naturalistici dei luoghi, dai valori
paesaggistici e artistici e dalle tradizioni culturali delle popolazioni locali.
- RISERVE NATURALI: aree terrestri, fluviali, lacustri o marine che
contengano una o più specie naturalisticamente rilevanti della fauna e
della flora, ovvero presentino uno o più ecosistemi importanti per la
diversità biologica o per la conservazione delle risorse genetiche. Le riserve
naturali possono essere statali o regionali in base alla rilevanza degli
interessi in esse rappresentati.
- ZONE UMIDE: paludi, aree acquitrinose, torbiere oppure zone di acque
naturali od artificiali, comprese zone di acqua marina la cui profondità non
superi i sei metri (quando c'è bassa marea) che, per le loro caratteristiche,
possano essere considerate di importanza internazionale ai sensi della
Convenzione di Ramsar.
- AREE MARINE PROTETTE: tratti di mare, costieri e non, in cui le attività
umane sono parzialmente o totalmente limitate. La tipologia di queste aree
varia in base ai vincoli di protezione.
nòvawind Sud S.r.l. Unipersonale
Stazione Elettrica 380/150 kV e nuovi raccordi a 380 kV sulla linea “Mt.- S.Sofia”- MELFI (Pz)
S.I.A. – QUADRO PROGRAMMATICO
Pagina 68 di 83
- ALTRE AREE NATURALI PROTETTE: aree (oasi delle associazioni
ambientaliste, parchi suburbani, ecc.) che non rientrano nelle precedenti
classi. Si dividono in aree di gestione pubblica, istituite cioè con leggi
regionali o provvedimenti equivalenti, e aree a gestione privata, istituite
con provvedimenti formali pubblici o con atti contrattuali quali concessioni
o forme equivalenti.
In base alla 394/91 è stato istituito l'”Elenco Ufficiale delle aree protette”,
presso il Ministero dell’Ambiente, nel quale vengono iscritte tutte le aree che rispondono
ai criteri stabiliti dal Comitato nazionale per le aree protette, istituito ai sensi dell’art. 3.
Il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare provvede a
tenere aggiornato l'Elenco Ufficiale delle aree protette e rilascia le relative certificazioni. A
tal fine le Regioni e gli altri soggetti pubblici o privati che attuano forme di protezione
naturalistica di aree sono tenuti ad informare il Ministro dell'Ambiente secondo le
modalità indicate dal Comitato.
Nella Regione Basilicata il patrimonio naturale, costituisce una ricchezza molto
importante, tale da rappresentare l’elemento trainante dello sviluppo economico
regionale.
Il 30% del territorio regionale è area protetta con due parchi nazionali, tre
parchi regionali e sei riserve naturali.
A questi dati va aggiunto il sistema dei Piani Paesistici di area vasta
precedentemente descritto.
La Regione con la Legge regionale 28 giugno 1998 n. 28, in attuazione della
legge 394/91, ha tutelato l’ambiente naturale in tutti i suoi aspetti e ne ha promosso e
disciplinato l’uso sociale e pubblico.
Lo scopo della salvaguardia delle risorse naturalistiche, paesaggistiche ed
ecologiche è perseguito nella prospettiva di un miglioramento della qualità di vita dei
cittadini, del conseguimento di obiettivi di sviluppo socio - economico delle popolazioni
locali e di recupero e valorizzazione delle loro espressioni storiche e culturali, anche con
la sperimentazione di attività produttive attinenti la vocazione agro - silvo - pastorale
presente nel territorio.
nòvawind Sud S.r.l. Unipersonale
Stazione Elettrica 380/150 kV e nuovi raccordi a 380 kV sulla linea “Mt.- S.Sofia”- MELFI (Pz)
S.I.A. – QUADRO PROGRAMMATICO
Pagina 69 di 83
Nel perseguimento di tale finalità la Regione ha istituito le seguenti aree
naturali protette, distinte in:
- Parchi naturali;
- Riserve naturali, divise a loro volta in: Riserve naturali integrali, Riserve
naturali speciali.
I Parchi
Il territorio della Regione Basilicata ospita attualmente due parchi nazionali (il
parco del Pollino e quello dell’Appennino Lucano, Val d’Agri e Lagonegrese) e due parchi
regionali (il parco di Gallipoli – Cognato, Piccole Dolomiti Lucane e il parco archeologico
storico naturale delle Chiese Rupestri del Materano). E’ in fase di costituzione il Parco
Regionale del Vulture.
Parco nazionale del Pollino
Istituito con D.M. 15/11/93, comprende 24 comuni del territorio regionale
(oltre quelli del versante calabro). La normativa di salvaguardia nelle more della
redazione del Piano del Parco è di competenza dell’Ente Parco del Pollino.
Sul territorio di 13 dei 24 comuni compresi nel parco è tuttora vigente il Piano
Territoriale di Coordinamento, approvato, con valenza di piano paesistico.
La regione Basilicata è interfaccia dell’Ente Parco nella gestione del parco
medesimo attraverso l’Ufficio Tutela della Natura del Dipartimento Ambiente, Territorio,
Politiche della Sostenibilità.
Parco nazionale dell’Appennino Lucano, Val d’Agri e Lagonegrese
Tale parco è stato istituito il 09.06.2006. La sua istituzione è stata anticipata
nella Legge Quadro sui Parchi e le Aree Protette n. 394/91, che includeva l’area
nell’elenco di quelle individuate come parchi nazionali da istituire.
Su parte del territorio compreso nel Parco Nazionale è vigente il Piano
territoriale Paesistico di area vasta di Sellata – Volturino – Madonna di Viggiano e quello
del Sirino, approvati con Legge Regionale n. 3/90.
nòvawind Sud S.r.l. Unipersonale
Stazione Elettrica 380/150 kV e nuovi raccordi a 380 kV sulla linea “Mt.- S.Sofia”- MELFI (Pz)
S.I.A. – QUADRO PROGRAMMATICO
Pagina 70 di 83
La Regione Basilicata è deputata a coadiuvare il Ministero nella gestione del
Parco attraverso l’Ufficio Tutela della Natura.
Il parco ha un'estensione di 67.564 ettari lungo l'Appennino lucano, ricade sul
territorio di 29 comuni della Basilicata ed interessa 9 Ccomunità Montane.
I comuni interessati dal Parco sono: Abriola, Brienza, Armento, Calvello,
Castelsaraceno, Corleto Perticara, Grumento N., Lagonegro, Laurenzana, Lauria,
Marsiconuovo, Marsicovetere, Moliterno, Montemurro, Nemoli, Paterno, Pignola, Rivello,
Roccanova, S. Chirico R., San Martino A., Sarconi, Sasso di C., Satriano di L., Spinoso,
Tito, Tramutola, Viggiano.
Nel territorio del Parco ricadono anche 10 siti rete natura 2000.
Parco regionale di Gallipoli Cognato – Piccole Dolomiti Lucane
Istituito con Legge Regionale n. 47/97 con la relativa di salvaguardia, la sua
perimetrazione coincide con quella del vigente Piano Territoriale Paesistico di area vasta,
comprendente i comuni di Pietrapertosa, Castelmezzano, Accettura, Calciano ed Oliveto
Lucano.
Parco regionale archeologico storico-naturale delle Chiese Rupestri del
Materano
Il parco è stato istituito con Legge Regionale n. 11/90, con relativa
denominazione e normativa di salvaguardia.
In seguito con Legge Regionale n. 2/98, la precedente è stata adeguata alle
intervenute Legge 394/91 e Legge Regionale n. 28/94.
Il territorio del "Parco Regionale Archeologico Storico Naturale delle Chiese
Rupestri del Materano" ricade, per oltre seimila ettari, nei Comuni di Matera e
Montescaglioso, che ne rappresentano i vertici urbani, posti a nord ed a sud dell'area
protetta.
Parco regionale del Vulture
Il Parco Regionale del Vulture previsto dalla legge regionale n. 28 del 1994, è
stato istituito il 25 luglio 2007 dalla Giunta Regionale della Basilicata che ha approvato il
relativo disegno di legge. Il parco si estende per circa 469,50 km.
nòvawind Sud S.r.l. Unipersonale
Stazione Elettrica 380/150 kV e nuovi raccordi a 380 kV sulla linea “Mt.- S.Sofia”- MELFI (Pz)
S.I.A. – QUADRO PROGRAMMATICO
Pagina 71 di 83
I comuni facenti parte del parco, inizialmente in numero di quattordici, sono
ora nove: Atella, Barile, Ginestra, Melfi, Rapolla, Rionero in Vulture, Ripacandida, Ruvo
del Monte e San Fele.
Le Riserve Naturali
Nel territorio lucano sono presenti 8 riserve naturali statali e 6 riserve naturali
regionali.
Le riserve regionali di Pantano di Pignola, Lago piccolo di Monticchio, Abetina di
Laurenzana e Lago Laudemio di Lagonegro, sono state istituite ai sensi della Legge
Regionale n. 42/80, sostituita dalla Legge Regionale n. 28/94 con relativo D.P.G.R. del
1984.
Le riserve regionali di Bosco Pantano di Policoro ed Oasi di S. Giuliano sono
state istituite recentemente ai sensi della Legge Regionale n. 28/94 e sono gestite dalle
Amministrazioni Provinciali.
Riserva Naturale orientata Regionale di S. Giuliano
L’area della Riserva naturale orientata “San Giuliano”, comprende i territori del
Comune di Matera, Miglionico e Grottole.
L'area, estesa per oltre 1000 ettari, appartiene al demanio dello Stato ed è in
concessione al Consorzio di Bonifica di Bradano e Metaponto.
Nel 1989 il WWF Italia ha ottenuto, a seguito di una apposita convenzione con
il Consorzio, la gestione naturalistica dell'area.
Ai sensi della L.R. 28/94 è stata istituita, con apposito provvedimento
legislativo regionale n° 39/2000, una Riserva Naturale Orientata con lo scopo di
rafforzare le azioni di tutela e salvaguardia dell’intera area.
Riserva Naturale statale Agromonte Spacciaboschi
Istituita con D.M. 29.03.72, si estende su di una superficie: di 51 ha.
Presenta i resti di una torre e di mura perimetrali e le vestigia di una chiesa di
epoca bizantina coperta da una densa vegetazione forestale. Per quanto riguarda la
fauna, significativa la presenza, anche se saltuaria, del lupo appenninico e di numerose
specie di uccelli rapaci.
nòvawind Sud S.r.l. Unipersonale
Stazione Elettrica 380/150 kV e nuovi raccordi a 380 kV sulla linea “Mt.- S.Sofia”- MELFI (Pz)
S.I.A. – QUADRO PROGRAMMATICO
Pagina 72 di 83
Riserva Statale Coste Castello
E’ stata istituita con. D.M. 11.09.71, si estende per una superficie di 25 ha.
Ospita una densa vegetazione forestale accompagnata da specie erbacee da
fiore tra le quali l'anemone appenninico, il bucaneve, il giglio rosso e l'orchidea
sambucina. La riserva comprende al suo interno il Castello di Lagopesole.
Riserva Naturale statale Grotticelle
E’ stata istituita con D.M. 11.09.71, si estende per 209 ha nel Comune di
Rionero in Vulture.
E’ oasi di protezione faunistica ai sensi della L.R. n. 39 del 1979.
E’ un’area di notevole interesse scientifico, che presenta nella flora e
nell'entomofauna aspetti ed elementi asiatico-balcanici. Di grande interesse anche le
formazioni forestali dell'area.
Riserva statale I Pisconi
Istituita con D.M. 29.03.72 occupa una superficie di 148 ha.
Area che ospita una ricca fauna grazie alla densa vegetazione che favorisce la
riproduzione indisturbata e protetta di numerose specie animali, tra le quali lupo, gatto
selvatico, donnola e faina. Il bosco, che presenta numerose specie di querce e frassini, é
accompagnato da un folto sottobosco. Sono state inoltre rinvenute nell'area della riserva
pitture rupestri risalenti al Paleo Mesolitico.
Riserva Statale Metaponto
Istituita con D.M. del 29.03.72, ricade nel comune di Bernalda, è riserva
naturale biogenetica statale, per la presenza di ristagni retrodunali.
Si estende su 240 ettari tra le foci del Bradano e del Basento.
Costituisce una fascia boscata di protezione a preminente formazione artificiale,
caratterizzata da una associazione tipica di altre specie mediterranee.
Riserva Statale Monte Croccia
Istituita con D.M. 11.09.71 si estende per una superficie di 36 ha
nòvawind Sud S.r.l. Unipersonale
Stazione Elettrica 380/150 kV e nuovi raccordi a 380 kV sulla linea “Mt.- S.Sofia”- MELFI (Pz)
S.I.A. – QUADRO PROGRAMMATICO
Pagina 73 di 83
E’ un’area boscata a prevalenza di farnetto, con sottobosco rado, in cui oltre al
cinghiale, si rileva la presenza di specie quali volpe, faina, donnola e tasso. Fra i rapaci si
segnala la presenza dello sparviero. Al suo interno si ritrovano i resti di un'antica città
alpestre fortificata.
Riserva naturale statale Rubbio
E’ riserva statale, ricade nel Comune di Francavilla sul Sinni. Si estende su di
un’area di circa 211 ha. E’ stata istituita con D.M. del 29.03.1972.
Nel bosco Rubbio di Francavilla sul Sinni vegeta uno degli ultimi relitti forestali
della consociazione Fagus-Abies, collocata sulle pendici lucane del Pollino.
Riserva statale Marinella Stornara
Istituita nel 1977 con D.M., questa riserva naturale biogenetica ricade in
un’area di 45 ettari nel Comune di Bernalda.
Riserva Naturale Regionale Abetina di Laurenzana
In questa riserva è da evidenziare la presenza dell’abete bianco, una specie
glaciale relitta molto diffusa durante l’era della glaciazione, attualmente riscontrabile in
pochi siti quali l’abetina di Ruoti ed il Pomo.
Riserva Naturale orientata Regionale Bosco Pantano di Policoro
Area costiera del Metaponto in cui è presente la residua parte del bosco
litoraneo riconosciuto come habitat di particolare valore naturalistico e storico. La riserva
è stata istituita con legge regionale 8 settembre 1999, n. 28
Riserva Naturale Regionale Lago Laudemio
E’ un lago morenico, quindi creato dalle glaciazioni: il ghiaccio ha scavato una
morena dove si è formato il lago. La riserva è caratterizzata dalla presenza di particolari
specie vegetali ed animali.
Riserva Naturale Regionale Lago Pantano di Pignola
nòvawind Sud S.r.l. Unipersonale
Stazione Elettrica 380/150 kV e nuovi raccordi a 380 kV sulla linea “Mt.- S.Sofia”- MELFI (Pz)
S.I.A. – QUADRO PROGRAMMATICO
Pagina 74 di 83
E’ un lago artificiale situato lungo una rotta di migrazioni, pertanto ospita una
grande varietà di uccelli. E’ stata scoperta la presenza di alcuni insetti ed elementi di flora
e di fauna endemici di estremo interesse.
Riserva Naturale Regionale Lago Piccolo di Monticchio
Con L.R. n. 9 del 1984 è stato delimitato il bacino idrominerario del Vulture e
sono state definite le norme per la sua protezione. Il Lago Piccolo e l’annesso patrimonio
forestale sono divenuti, con D.P.G.R. n. 1183 del 1984, riserva naturale regionale per una
estensione di circa 187 ha.
Infine, nell’ambito della L.R. n. 28 del 1994, all’art. n. 10, è individuata l’area
naturale protetta Vulture - S. Croce - Bosco Grande e l’area Lago Grande e Lago Piccolo
di Monticchio.
La foresta di Monticchio, che abbraccia in complesso una superficie di 2368
ettari, si estende su oltre 2068 ettari in territorio del comune di Atella e su 229 ettari in
territorio del comune di Rionero in Vulture.
Parte del comune di Melfi ricade all’interno dell’istituendo Parco del
Vulture, tuttavia l’area interessata al progetto è distante dal perimetro di tale
area protetta.
3.5.6. Le Zone a Protezione Speciale ed i Siti d’Interesse Comunitario
Natura 2000
Natura 2000 è la rete delle aree naturali e seminaturali d’Europa, cui è
riconosciuto un alto valore biologico e naturalistico. Oltre ad habitat naturali, Natura 2000
accoglie al suo interno anche habitat trasformati dall’uomo nel corso dei secoli, come
paesaggi culturali che presentano peculiarità e caratteristiche specifiche.
L’obiettivo di Natura 2000 è contribuire alla salvaguardia della biodiversità degli
habitat, della flora e della fauna selvatiche attraverso la istituzione di Zone di Protezione
Speciale sulla base della Direttiva “Uccelli” e di Zone Speciali di Conservazioni sulla base
della Direttiva “Habitat”.
nòvawind Sud S.r.l. Unipersonale
Stazione Elettrica 380/150 kV e nuovi raccordi a 380 kV sulla linea “Mt.- S.Sofia”- MELFI (Pz)
S.I.A. – QUADRO PROGRAMMATICO
Pagina 75 di 83
Il patrimonio naturale europeo costituisce una ricchezza inestimabile, con
diversi migliaia di tipi di habitat naturali, oltre 10.000 specie vegetali e innumerevoli
specie animali.
Con la Direttiva 79/409/CEE, adottata dal Consiglio in data 2 aprile 1979 e
concernente la conservazione degli uccelli selvatici, si introducono per la prima volta le
Zone di protezione speciale.
Oggetto di tale Direttiva è la protezione a lungo termine di tutti gli uccelli
selvatici e dei loro habitat all’interno degli Stati membri europei. La Direttiva contempla
altresì elementi di tutela delle specie quali il divieto di qualsiasi forma di cattura o di
uccisione. La protezione vale inoltre per tutte le specie migratrici e per le loro aree di
riproduzione, muta, svernamento, nonché per le stazioni lungo le rotte di migrazione.
A tal fine, gli Stati membri devono adottare le necessarie misure per
preservare, mantenere o ristabilire una determinata varietà e superficie di habitat.
In Italia, solo nel 1992, si provvede a recepire la direttiva 79/409/CEE, con la
legge n°157 dell’11 febbraio 1992 (G.U. n°46 del 25 febbraio 1992).
Con la successiva direttiva 92/43/CEE del 21 maggio 1992 (G.U. n° 206 del 22
luglio 1992), ed il D.P.R. attuativo n° 357 dell’ 8 settembre 1997 (G.U. n° 248 del 23
ottobre 1997), ci si pone come obiettivo prioritario la creazione di una rete ecologica
europea coerente di zone speciali di conservazione.
La Direttiva “Uccelli” punta a migliorare la protezione di un’unica classe, ovvero
gli uccelli. La Direttiva “Habitat” estende per contro il proprio mandato agli habitat ed a
specie faunistiche e floristiche sino ad ora non ancora considerate. Insieme, le aree
protette ai sensi della Direttiva “Uccelli” e quella della Direttiva “Habitat” formano la Rete
Natura 2000, ove le disposizioni di protezione della Direttiva “Habitat” si applicano anche
alle zone di protezione speciale dell’avifauna.
La classificazione di un sito come Zona Speciale di Conservazione ai sensi di
Natura 2000 non comporta un divieto generalizzato di qualsiasi tipo di sfruttamento.
L’U.E. è infatti consapevole di come gran parte del patrimonio naturale europeo sia
strettamente legato a uno sfruttamento sostenibile del territorio. Nell’attuare la Direttiva
si dovrà infatti garantire all’interno delle zone di protezione uno sviluppo compatibile con
le istanze di tutela della natura.
nòvawind Sud S.r.l. Unipersonale
Stazione Elettrica 380/150 kV e nuovi raccordi a 380 kV sulla linea “Mt.- S.Sofia”- MELFI (Pz)
S.I.A. – QUADRO PROGRAMMATICO
Pagina 76 di 83
L’uso del territorio in atto potrà proseguire, nella misura in cui esso non
comporti una situazione di grave conflitto nei confronti dello stato di conservazione del
sito. E’ altresì possibile modificare il tipo di utilizzazione o di attività, a condizione che ciò
non si ripercuota negativamente sugli obbiettivi di protezione all’interno delle zone facenti
parte della Rete Natura 2000.
La Direttiva prevede delle misure di conservazione; in particolare stabilisce
che:
per un SIC iscritto nell’elenco fissato della Commissione, gli Stati membri
adottano le misure opportune per evitare il degrado degli habitat naturali e
delle specie;
per le zone speciali di conservazione, gli Stati membri stabiliscono:
le necessarie misure di conservazione attraverso piani di gestione specifici o
integrati ad altri piani di sviluppo;
le opportune misure regolamentari, amministrative o contrattuali conformi
alle esigenze ecologiche dei tipi di habitat naturali e delle specie.
Recentemente è stato approvato il DM AMBIENTE 17 OTTOBRE 2007 dal titolo
“Criteri minimi uniformi per la definizione di misure di conservazione relative a Zone
speciali di conservazione (Zsc) e a Zone di protezione speciale (Zps)” e pubblicato sulla
Gazzetta Ufficiale n. 258 del 6-11-2007.
Il decreto integra la disciplina afferente la gestione dei siti che formano la rete
Natura 2000, dettando i criteri minimi uniformi sulla cui base le regioni e le province
autonome devono adottare le misure di conservazione o all'occorrenza i piani di gestione
per tali aree, in adempimento dell'art. 1, comma 1226, della legge 27 dicembre 2006,n.
296.
In Basilicata sono stati individuati 48 siti per la rete Natura 2000, per una
superficie complessiva di 53.573 ha, pari a circa il 5,32% del territorio regionale. Essi
risultano sufficientemente rappresentativi dal patrimonio lucano. Tra questi, i 17 siti di
particolare importanza ornitologica sono stati già designati con decreto dal Ministro
dell’Ambiente anche come Zone di Protezione Speciale dell’avifauna (ZPS). Tali siti
risultano pertanto già definitivamente inseriti nelle aree Natura 2000. I siti proposti
nòvawind Sud S.r.l. Unipersonale
Stazione Elettrica 380/150 kV e nuovi raccordi a 380 kV sulla linea “Mt.- S.Sofia”- MELFI (Pz)
S.I.A. – QUADRO PROGRAMMATICO
Pagina 77 di 83
comprendono territori dei parchi nazionali e regionali, delle riserve statali e regionali,
delle aree del demanio pubblico e di altre aree lucane di interesse naturalistico.
Nella rete natura 2000 sono pertanto ben rappresentati i monti, i boschi, i
fiumi, i laghi e le coste appartenenti al territorio lucano ricco di biodiversità.
Zone a protezione speciale
Individuata ai sensi della direttiva comunitaria 79/409/CEE “Uccelli”, questi siti
sono abitati da uccelli di interesse comunitario e vanno preservati conservando gli habitat
che ne favoriscono la permanenza.
I siti che ricadono all’interno del territorio lucano sono:
Bosco Cupolicchio;
Dolomiti di Pietrapertosa;
Lago Pantano di Pignola;
Monte Alpi – Malboschetto di Latronico,
Monte Paratiello;
Monte Raparo;
Monte Sirino;
Monte Volturino;
Monte Vulture;
Murgia S.Lorenzo;
Bosco Rubbio;
Bosco Pantano di Policoro e costa ionica foce Sinni;
Foresta Gallipoli-Cognato;
Gravina di Matera;
Lago di S.Giuliano e Timmari;
Valle Basento-Ferrandina scalo;
Valle Basento-Grassano Scalo-Grottole.
Rendina.
Siti di interesse comunitario
Sono stati istituiti ai sensi della direttiva Comunitaria 92/43/CEE “Habitat” I
S.I.C. che costituiscono aree dove sono presenti habitat d’interesse comunitario,
individuati in un apposito elenco.
I siti S.I.C. della regione Basilicata sono individuati nel seguente elenco:
nòvawind Sud S.r.l. Unipersonale
Stazione Elettrica 380/150 kV e nuovi raccordi a 380 kV sulla linea “Mt.- S.Sofia”- MELFI (Pz)
S.I.A. – QUADRO PROGRAMMATICO
Pagina 78 di 83
Abetina di Laurenzana;
Abetina di Ruoti;
Acquafredda di Maratea;
Bosco della Farnetta;
Bosco di Rifreddo;
Bosco di Magnano;
Bosco Mangarrone (Rifreddo);
Bosco Vaccarizzo;
Lago Duglia, casino Toscano e Piana di S. Francesco;
Faggeta di Moliterno;
Faggeta di Monte Pierfaone;
La Falconara;
Grotticelle di Monticchio;
Lago La Rotonda;
Lago Pertusillo;
Madonna del Pollino località Vacuarro;
Marina di Castrocucco;
Isola di S. Ianni e costa Prospiciente;
Monte Caldarosa;
Monte della Madonna di Viaggiano;
Monte la Spina, Monte Zaccana;
Monti Foi;
Serra di Calvello;
Serra di Crispo, Grande Porta del Pollino e Pietra Castello;
Timpa delle Murge;
Valle del Noci;
Bosco di Montepiano;
Costa ionica foce Agri;
Costa ionica foce Basento;
Costa ionica foce Cavone;
Bosco Cupolicchio di Pignola;
Monte Paratiello;
Monte Volturino;
Monte Vulture;
nòvawind Sud S.r.l. Unipersonale
Stazione Elettrica 380/150 kV e nuovi raccordi a 380 kV sulla linea “Mt.- S.Sofia”- MELFI (Pz)
S.I.A. – QUADRO PROGRAMMATICO
Pagina 79 di 83
Murgia di S. Lorenzo;
Bosco Pantano di Policoro e costa ionica foce Sinni;
Foresta Gallipoli-Cognato;
Gravina di Matera;
Lago S.Giuliano e Timmari;
Valle Basento-Ferrandina Scalo;
Valle Basento-Grassano Scalo-Grottole;
Rendina.
L’area di studio non ricade all’interno delle Zone a Protezione
Speciale (ZPS), né tantomeno nell’elenco dei Siti di interesse comunitario
(SIC), come può evincersi dalla cartografia allegata.
nòvawind Sud S.r.l. Unipersonale
Stazione Elettrica 380/150 kV e nuovi raccordi a 380 kV sulla linea “Mt.- S.Sofia”- MELFI (Pz)
S.I.A. – QUADRO PROGRAMMATICO
Pagina 80 di 83
3.5.6.1. Le aree IBA - Important Birds Areas
L'acronimo I.B.A. - Important Birds Areas - identifica i luoghi strategicamente
importanti per la conservazione delle oltre 9.000 specie di uccelli ed è attribuito da
BirdLife International, l'associazione internazionale che riunisce oltre 100 associazioni
ambientaliste e protezioniste.
Nate dalla necessità di individuare le aree da proteggere attraverso la Direttiva
Uccelli n. 409/79, che già prevedeva l'individuazione di "Zone di Protezione Speciali per la
Fauna", le aree I.B.A rivestono oggi grande importanza per lo sviluppo e la tutela delle
popolazioni di uccelli che vi risiedono stanzialmente o stagionalmente.
Le aree I.B.A., per le caratteristiche che le contraddistinguono, rientrano
spessissimo tra le zone protette anche da altre direttive europee o internazionali come,
ad esempio, la convenzione di Ramsar.
Le aree I.B.A. sono:
siti di importanza internazionale per la conservazione dell'avifauna;
individuate secondo criteri standardizzati con accordi internazionali e sono
proposte da enti no profit (in Italia la L.I.P.U.);
da sole, o insieme ad aree vicine , le I.B.A. devono fornire i requisiti per la
conservazione di popolazioni di uccelli per i quali sono state identificate;
aree appropriate per la conservazione di alcune specie di uccelli;
parte di una proposta integrata di più ampio respiro per la conservazione
della biodiversità che include anche la protezione di specie ed habitat.
Le IBA italiane identificate attualmente sono 172, e i territori da esse
interessate sono quasi integralmente stati classificati come ZPS in base alla Direttiva
79/409/CEE.
Le aree IBA della Regione Basilicata sono di seguito riportate:
Area Pollino e Orso Marso (Basilicata – Calabria)
Area Dolomiti di Pietra Pertosa;
Val d’Agri;
Calanchi della Basilicata;
Fiumara di Atella;
Gravine (Basilicata –Puglia)
nòvawind Sud S.r.l. Unipersonale
Stazione Elettrica 380/150 kV e nuovi raccordi a 380 kV sulla linea “Mt.- S.Sofia”- MELFI (Pz)
S.I.A. – QUADRO PROGRAMMATICO
Pagina 81 di 83
Bosco della Manferrara
All’interno del territorio del comune di Melfi non sono presenti aree
I.B.A.
3.5.7. Lo Strumento Urbanistico del Comune di Melfi
Il comune di Melfi è dotato di Piano Regolatore Generale approvato con
D.P.G.R. n. 113 dell’11 febbraio 1992. Successivamente è stata approvata con D.P.G.R. n.
469 del 24 maggio 1993 una variante al suddetto P.R.G..
Il progetto in esame ricade in area classificata come “zona agricola” e
pertanto è verificata la compatibilità dello stesso con lo strumento urbanistico
vigente.
3.5.8. Vincolo idrogeologico
Il territorio del comune di Melfi ricade all’interno dell’Autorità di Bacino della
Regione Puglia, che comprende, oltre all’intera estensione della regione pugliese anche la
parte nord-orientale dei territori delle regioni Campania (bacini dell’Ofanto, del Cervaro
e del Carapelle) e Basilicata (bacino dell’Ofanto).
La Regione Puglia ha istituito, infatti, in attuazione della legge 18 maggio 1989,
n. 183 e successive modificazioni, e secondo la previsione dell'articolo 2, comma 1, della
legge 3 agosto 1998, n. 267, un'unica Autorita' di Bacino, denominata "Autorita' di
Bacino della Puglia", con sede in Bari, con competenza sia sui sistemi idrografici
regionali, cosi' come definiti dalla delibera del Consiglio regionale n. 109 del 18 dicembre
1991, che, per effetto delle intese sottoscritte con le Regioni Basilicata e Campania, sul
bacino idrografico interregionale Ofanto cui appartiene il comune di Melfi,
approvate dal Consiglio regionale con provvedimento n. 110 del 18 dicembre 1991.
All’interno del P.A.I. Puglia sono presenti due tipi di classificazioni del territorio:
1) In funzione della pericolosità idraulica (Alta – Media – Bassa);
2) In funzione della pericolosità geomorfologica. (Molto Elevata – Elevata –
Moderata)
Per quel che riguarda le indicazioni che il P.A.I. fornisce circa le opere che sono
consentite nelle aree ad Alta Pericolosità Idraulica l’ art. 7 lett. D – menziona “la
realizzazione di nuove infrastrutture a rete pubbliche o di interesse pubblico,
nòvawind Sud S.r.l. Unipersonale
Stazione Elettrica 380/150 kV e nuovi raccordi a 380 kV sulla linea “Mt.- S.Sofia”- MELFI (Pz)
S.I.A. – QUADRO PROGRAMMATICO
Pagina 82 di 83
comprensive dei relativi manufatti di servizio, parimenti essenziali e non diversamente
localizzabili, purché risultino coerenti con gli obiettivi del presente Piano e con la
pianificazione degli interventi di mitigazione”. In sostanza è possibile realizzare nuove
infrastrutture di rete che siano classificabili di interesse pubblico anche nelle aree ad Alta
Pericolistà Idraulica.
In ogni caso, nel caso in esame, la zona in cui verranno ubicati la stazione di
smistamento e gli elettrodotti di raccordo non rientrano in aree classificate pericolose dal
punto di vista idraulico.
Dal punto di vista della pericolosità geomorfologica è evidente come
un’infrastruttura analoga a quella oggetto del presente progetto non deve essere ubicata
in aree instabili dal punto di vista geomorfologico: il P.A.I. non menziona proprio le
infrastrutture a rete di interesse pubblico nell’ambito delle aree a rischio geomorfologico.
In ogni caso nell’area in esame non si evidenziano vincoli geomorfologici di
alcun tipo.
3.5.9. Vincolo archeologico
Il progetto oggetto di studio non ricade in aree vincolate
archeologicamente, così come è emerso dalle ricerche svolte presso la Soprintendenza
ai Beni Archeologici della Regione Basilicata e presso il Comune di Melfi.
Nel territorio comunale di Melfi tuttavia ricadono alcune importanti aree
archeologiche vincolate che di seguito si elencano:
Loc. Rendina art. 1 e 3 D.Lgs. 490/99
Loc. Leonessa art. 1 e 3 D.Lgs. 490/99
Ponte romano loc. Pietra dell'Olio art. 21 D.Lgs. 490/99
Loc. Serra dei Canonici art. 2 D.Lgs. 490/99
L’area più vicina è la Località Leonessa.
4. CONCLUSIONI
La riporta sinteticamente i rapporti tra il progetto e gli strumenti di programmazione
e pianificazione analizzati nei precedenti paragrafi.
nòvawind Sud S.r.l. Unipersonale
Stazione Elettrica 380/150 kV e nuovi raccordi a 380 kV sulla linea “Mt.- S.Sofia”- MELFI (Pz)
S.I.A. – QUADRO PROGRAMMATICO
Pagina 83 di 83
Tabella 7 - Compatibilità del Progetto con gli Strumenti di Piano/Programma Vigenti
Piano/Programma Prescrizioni/Indicazioni Livello di compatibilità
Piano Energetico Ambientale Regionale
Il Piano prevede la sostituzionedelle energie provenienti da fonti tradizionali con altre provenienti da fonti rinnovabili, favorendo le condizioni per la continuità degli approvvigionamenti e lo sviluppo di un mercato libero dell’energia, evidenziando tuttavia la presenza di criticità locali legate al vettoriamento.
ll progetto proposto risulta allineato al Piano in quantoconsente di rafforzare ed ammodernare la rete elettrica esistente, migliorando la dispacciabilità dei nuovi impianti in progetto, evitandosituazioni di congestione nella rete.
Piano Regolatore Generale del Comune di Melfi
Il PRG del Comune di Melfi detta norme relative alla conservazione, modificazione e trasformazione del territorio, ai principi ed alle regole insediative costitutive delle singole parti.
L’area interessata dal progetto ricade principalmente in Zona Agricola - E. Il PRG individua vincoli di sorta nelle aree interferenti con il progetto.
Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico della Regione Puglia
Il Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico della Regione Puglia è lo strumento conoscitivo, normativo e tecnico-operativo mediante il quale sono pianificate e programmate le azioni, gli interventi e le norme d’uso riguardanti la difesa dal rischio idrogeologico. Il territorio interessato dal progetto nel comune di Melfi, pur rientrando all’interno del territorio regionale della Basilicata, è sotto la competenza dell’Autorità di Bacino della Regione Puglia.
Il sito individuato per la realizzazione del progetto e le zone limitrofe non risultano interessate da alcun livello di pericolosità idraulica. I sostegni saranno realizzati esternamente ad aree franose. Non si ravvisano criticità legate alla realizzazione delle opere in progetto.
Aree Protette Verificare la presenza di aree designate quali SIC, ZPS, SIR, IBA ed Aree Naturali Protette.
L’area naturale più vicina èl’IBA209 “Fiumara di Atella”, localizzata ad una distanza superiore a 15 km in direzione sud. La SIC più prossima è localizzata a circa 6 km in direzione est.
Aree vincolate dal punto di vista archeologico
Nell’area in cui sorgeranno le opere in progetto sono presenti segnalazioni archeologiche e beni vincolati. (masseria Leonessa)
La distanza tra le opere in progetto e le emergenze archologiche non genera significative criticità.