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Periodico di approfondimento su imprese e Pubblica Amministrazione ANNO II - NUMERO 3 - 25 MAGGIO 2012 www.oipamagazine.eu dossier II Rapporto annuale sui servizi a tutela del credito

Oipa Magazine Dossier - Speciale Convegno UNIREC

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Un nuovo Dossier speciale pubblicato in occasione del Convegno annuale di Unirec (unione imprese a tutela del credito) con un’intervista esclusiva al nuovo presidente Gianni Amprino: programmi e prospettive dell’associazione per il prossimo triennio

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Periodico di approfondimento su imprese e Pubblica AmministrazioneANNO II - NUMERO 3 - 25 MAGGIO 2012

www.oipamagazine.eu

dossier

II Rapporto annuale sui servizi a tutela del credito

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Recupero crediti domiciliari su tutto il territorio nazionaleRecupero crediti leasingConsulenza legaleInformazioni commerciali con partnersPhone collection

L’AZIENDA HA SUPERATO CON ESITO POSITIVO LA VISITA ISPETTIVAISO 9001:2008 IL GIORNO 29/06/2011. ENTE CERTIFICATORE: BUREAU VERITAS

Tel. 055 [email protected]

ISTITUTO RECUPEROSTRAGIUDIZ IALE

Associato a:

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Sommario

Programma Giornata Unirec pag 15

Privacy, correggere le storturedella normativa per migliorarel’attività di tutela del credito pag 16di Marco Recchi

“Tutela del credito, bisogna puntaresulla qualità del servizioe degli operatori” pag 18di Pietro Giunti e Maurizio Pezzuco

Gianni Amprino,eletto nuovopresidente Unirec pag 10

II Rapporto annualesui serviziper la tutela del credito pag 11Intervista a Gianni Amprino,nuovo Presidente Unirec.Programma elettorale,obiettivi per i prossimi tre anni e analisidel rapporto UNIRECdi Redazione Oipa Magazine

L’impatto della riforma del lavorosui professionistidel recupero crediti pag 15di Valeria Gubellini

Proposta di Legge“lavoro a progetto” pag 17Intervista all’onorevole Mariarosaria Rossifirmataria della proposta di legge n. 5066“Disposizioni concernenti la certificazioneobbligatoria dei contratti di lavoro a progetto”di Adriana Dimo e Paolo Moretti

L’andamento del mercato italianodel credito alla famiglia:credito al consumo e immobiliare pag 20di Valentino Ghelli

Società di recupero crediti:il sondaggio Assilea 2012 pag 21di Gianluca De Candia

OIPA MAGAZINE DOSSIER

Autorizzazione Tribunale di Roma N. 483 DEL 31/12/2010

DIRETTORE EDITORIALEAntonio Persici [email protected]

DIRETTORE RESPONSABILEFrancesco Ruoppolo [email protected]

COORDINAMENTO PROGETTOGiorgio Scribano [email protected]

REDAZIONEMaurizio Pezzuco, Martina Fusco, Pietro Giunti

HANNO COLLABORATOMarco Recchi, Adriana Dimo, Paolo Moretti, ValeriaGubellini, Valentino Ghelli, Gianluca De Candia.

SEDEVia dei Bergamaschi, 58 – 00186 RomaVia Francesco Gentile 135 – 00173 Roma

CONTATTITel. 06 726542375 Cell. +39 320 [email protected]

PUBBLICITA’[email protected]

PROGETTO GRAFICO e IMPAGINAZIONEMarco [email protected]

STAMPAStar Servizi srl - Roma

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CONVEGNO UNIREC

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ConvegnoUnirec

h 9:00 Registrazione partecipanti.Proiezione del filmato “L'associazionismo di categoria nel settore della tuteladei crediti: 14 anni di storia.”

h 9:30 Apertura lavori.Saluti e introduzione del moderatore Fabrizio Gatta, giornalista RAI.Investitura nuovo Presidente UNIREC e consegna targhe.

h 9:45 Saluti delle Istituzioni e delle Associazioni.On. Mario Cavallaro, Camera dei Deputati, Commissione GiustiziaPietro Giordano, ADICONSUM/EBITECValentino Ghelli, ASSOFINGianluca De Candia, ASSILEA

h 10:15 Presentazione del secondo rapporto annuale dei servizi a tutela del creditoGianni Amprino, UNIREC.

h 10:50 Pausa caffè.h 11:10 “I contratti di lavoro nel settore della tutela dei crediti”

Valeria Gubellini, UNIREC.h 11:30 “Il recupero crediti nei tempi attuali” - Prof. Butch Arell, Università di Gottingen.h 12:00 “Le novità normative sul recupero a livello europeo e comparazione dei dati in

Italia, Spagna, Germania” - Marco Recchi, FENCA.h 12:30 “Regolamentazione dei compensi dell’agenzia di recupero crediti”

Gianpaolo Luzzi, EBITEC.h 13:00 Pausa pranzo.h 14:00 “Reagire alla crisi” - Sergio Borra, Dale Carnegie Italia.h 14:40 “Uscire insieme dalla crisi: capire e gestire i cambiamenti”

Tavola rotonda - Modera Fabrizio Gatta, giornalista RAI.Temi: debt agencies, riforma del lavoro, semplificazioni.

h 15:50 Dibattito.h 16:30 Conclusioni e saluti del Presidente UNIREC.

IN COLLABORAZIONE CON

GIORNATA UNIREC SUI SERVIZI A TUTELA DEL CREDITOSECONDA EDIZIONE

25 MAGGIO 2012 - ore 9:00/17:00ROMA, ATA Hotel Villa Pamphili

PROGRAMMA

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ConvegnoUnirec

Privacy, correggere le storture della normativaper migliorare l’attività di tutela del credito

Marco RecchiSegretario Generale Unirec

livello europeo il settore del recupero creditivive un momento di forte cambiamento. Unirecsta monitarando tali mutamenti grazie alla sua

presenza in FENCA (la federazione europea del com-parto). In particolar modo per alcune normative che ten-dono a impattare su questa attività in maniera diretta emolto forte: prima tra tutte la normativa sulla riserva-tezza dei dati (la privacy), che infatti passerà da essereuna direttiva ad essere un regolamento, insomma unanorma che verrà ad avere un impatto diretto sui singolistati membri in modo rilevante sia in termini di adempi-menti che di divieti.Questo vuol dire che verranno introdotti, salvo modifi-che che potrà inserire il parlamento europeo in sede didiscussione, come fortemente auspicato da UNIREC eda FENCA, anche dei nuovi principi che hanno una ri-levanza primaria nella nostra attività di recupero crediti,quale ad esempio quello dell’esplicito consenso per iltrattamento del dato. Questo fa sì che, evidentemente, le modalità di cono-scenza di questa normativa da parte degli operatori do-vranno essere in futuro molto articolate, quanto menopiù complete di quanto accade oggi.Ad esempio, qualora non venisseraccolto esplicitamenteil consenso da parte del debitore in alcune tipologie direcupero, questo potrebbe comportare l’applicazione disanzioni che saranno anche determinate sulla base delfatturato dell’azienda, perché questo nuovo regolamentocambierà anche il sistema sanzionatorio della norma.Altro profilo di sicuro interesse è quello relativo al di-ritto all’oblio, con una difficoltà maggiore in termini di-profilazione e di scoring (valutazione) della clientela equindi anche sul parco clienti affidati o meglio sui debi-tori. per chi gestisce ovviamente sarà molto più difficileprogrammare efficacemente l’attività.. Partite massive di crediti diventeranno difficili da gestirein termini di efficienza delle operazioni di recupero qua-lora il divieto di profilazione e di valutazione perma-

nesse. Quindi anche ipotizzare in maniera efficiente lalavorazione di queste ultime sarà un esercizio difficile,perché il lavoro diventerà molto più complesso a seguitodei nuovi divieti che verranno introdotti. FENCA edUNIREC hanno più volte espresso la propria preoccu-pazione per queste novità e auspicano fortemente che ilparlamento sappia raddrizzare le storture che porta il di-segno di regolamento licenziato dalla commissione.Per quanto riguarda poi altre normative a livello euro-peo che introdurranno novità sul nostro settore,il com-parto del recupero crediti viene a essere impattatodall’abolizione dell’exequatur e cioè di quella necessitàdi convertire il titolo esecutivo nei singoli paesi prima dipoterlo mettere in esecuzione.E infattil’ue sta cercando di redigere un sistema di normeche consentiranno in un prossimo futuro di effettuarel’attività di recupero del credito nei singoli paesi mem-bri attraverso un sistema che preveda la possibilità dimettere in esecuzione una sentenza senza doversi mu-nire necessariamente dell’exequatur, come già avvieneper il titolo esecutivo europeo.Insomma una sentenzaemessa in uno stato, potremometterla direttamente in esecuzione negli altri statisenza dover passare attraverso questo istituto del rico-noscimento della sentenza nell’altro ordinamento.

A

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E poi ovviamente ci sono i profili di riforma a livello na-zionale che sono di grande impatto per il nostro com-parto: mi riferisco al testopresentato in CommissioneGiustizia alla Camera dei deputati dagli onorevoli Rossie Ventucci, per la modifica dell’articolato oggi in esseree quindi per il superamento dell’articolo 115 del Tulps..L’Organismo vigilerà l’attività di recupero crediti per leagenzie italiane,questo nuovo quadro normativo, nonpremia la bilateralità e Unirec inoltre non ritiene che altriMinisteri diversi da quello dell’Interno, possano effica-cemente contrastare gli abusi che possono essere com-messi. L’associazione di categoria Unirec da semrpeattenta alla deontologia ed alla difesa del buon nome delcomparto ritiene che il provvedimento debba prevedereuna vigilanza sull’organismo da parte del ministero del-l’Interno (soluzione peraltro condivisa anche con le as-sociazioni dei consumatori – in particolar modoAdiconsum – e con il ministero dell’interno stesso). Unirecchiede anche che l’organismo stesso abbia unacomposizione diversa, in grado di assicurare meglio ilruolo terzo e la funzione di controllo su questa attivitàsenza per questo togliere al Ministero dell’Interno unruolo nel rilascio delle licenze.. Per quanto riguarda i numeri del settore, invece, nellacomparazione che verrà articolata nell’intervento, quelloche si riscontra è che il mercato italiano è un mercato si-curamente rilavante per l’attività di recupero. Tuttavia èun mercato difficile quello del recupero a causa della

crisi economica che è peggiorata e dalla quale il nostropaese non riesce ad uscire. L’auspicio è che vengano prese anche a livello governa-tivo e parlamentare tutte le iniziative per la ripresa eco-nomica Il settore del recupero nonostante sia stato capacedi crescere in termini di volumi occupazionali subisce lacrisi economica in termini di capacità del recupero deicrediti affidati, perché se è vero che aumentano gli affi-damenti diventa più difficile recuperare, quindi c’è la ne-cessità di una maggiore professionalizzazione degliaddetti, una maggiore competenza anche alla luce dellenovità normative introdotte a livello europeo e nazio-nale. Vi è insomma la necessità che aziende e operatorisiano tutti molto qualificati e professionali peraffrontaremeglio l’impatto della crisi.Se c’è più lavoro per le agenzie di recupero, evidente-menteè un lavoro più difficile da realizzare e che puòessere gestito efficacemente solo da coloro che riesconoad affrontarlo con un’adeguata professionalità. L’esperienza di Unirec e di Ebitec sono rilevanti e digrande aiuto alle aziende iscritte e garantiscono la com-mittenza sulla qualità del serviio erogato dalle aziendeassociate. Valori per altro molti noti e già riconosciutidai mercati tradizionali delle nostre aziende. Mi riferi-sco al settore bancario finanziario e quello dei servizi. L’auspicio è che il paese e tutti i comparti economici pos-sano beneficiare sempre più e sempre meglio dei serviziofferti dalle associate UNIREC.

ConvegnoUnirec

foto Livio Anticoli

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ConvegnoUnirec

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“Tutela del credito, bisogna puntaresulla qualità del servizio e degli operatori”Intervista a Marco Alborghetti, presidente F.F. UNIREC(Unione nazionale imprese a tutela del credito).

Pietro Giunti, Maurizio Pezzuco

e norme che regolano il

comparto della tutela del

credito risalgono al 1931

(Testo unico pubblica sicurezza).

La necessità di una riforma del

settore è universalmente ricono-

sciuta, in virtù dei mutamenti

socio-economici del Paese e della

professione stessa, intercorsi in

più di 80 anni.

Qual è la sua posizione da presi-

dente UNIREC?

Unirec da sempre si batte per vederriconosciuta la professionalità delnostro lavoro. Una riforma che puntia promuovere la deontologia, la pro-fessionalità e capace al contempo digarantire al meglio le impreseiscritte dall’abusivismo di certo sa-rebbe ben vista dalla nostra associa-zione. Occorre però evidenziaresubito che una nuova legge nondeve inserire o prevedere un aggra-vio dei costi per esercitare questomestiere. E mi riferisco sia alle strut-ture di controllo che in un’ottica disussidiarietà debbono essere snelle,sia ai requisiti che di certo non pos-sono né devono essere patrimoniali.Ma basati sull’onorabilità e la pro-fessionalità. Valori che sono da sem-pre il fondamento dell’azione diUNIREC.

Per la prima volta è giunta alla

Camera la proposta di legge n.

4583 degli Onorevoli Mariarosa-

ria Rossi e Cosimo Ventucci, re-

cante la riforma della disciplina

del settore della tutela del credito.

UNIREC come giudica l’impianto

complessivo del testo?

Riteniamo che il testo promosso, senon modificato, possa portare deiproblemi al settore in quanto rite-niamo che il comparto debba rima-nere sotto il controllo del Ministero

dell’Interno anche alla luce delle no-vità in ordine alla riforma del lavoro. Non solo, la composizione dell’or-ganismo ci pare sia sbilanciata e noncoerente con la bilateralità. Valoreche abbiamo realizzato con i consu-matori, che sono gli utenti finali delnostro servizio e che vorremmo pre-servare al meglio.

Quali sono i punti che Unirec con-

sidera necessario approfondire o

modificare?

Come dicevo prima occorre che iltesto sia modificato lasciando al Mi-nistero dell’Interno il controllo sul-l’attività, per garantire degli effettivicontrolli e per evitare che altri Mi-nisteri, non conoscendo il comparto,possano ad esempio prevedere re-quisiti patrimoniali o professionaliche poco aiutano nel verificare la ca-pacità delle aziende e degli operatoridi svolgere il lavoro adeguatamente.Ma inserirebbero lacci e lacciuolinon necessari per un effettivo con-trollo.

Recentemente Unirec e OIPA (Os-

servatorio su imprese e pubblica

amministrazione) sono stati invi-

tati ad un’audizione presso la

Commissione Giustizia della Ca-

mera dei Deputati per un con-

fronto sulla proposta di legge.

Le posizioni di Unirec e OIPA si

sono contrapposte in relazione al

ruolo e alla composizione dell’Or-

ganismo bilaterale di controllo e

regolazione. Per quali ragioni?

Come ho detto sopra, la posizione diUnirec rappresentata al Parlamentodal nostro segretario generale èemersa a seguito di un profondo edarticolato dibattito durante l’ultimaassemblea associativa e poi durantei lavori del tavolo tecnico istituito

L

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ConvegnoUnirec

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allo scopo. Non solo, il ConsiglioDirettivo di Unirec, anche alla lucedella riforma del lavoro (che sta in-dirizzandosi verso il riconoscimentodelle professioni emergenti per isoggetti ricompresi in elenchi tenutidalla PA e per quelli certificati daglienti bilaterali), ha ritenuto di pro-muovere questi due emendamenti.Non riesco a capire come non possaessere condivisa tale posizione daOIPA, anche perché il Ministerodell’Interno ha più volte detto divoler continuare a controllare que-sta delicata attività.Ad esempio quando il governo

Monti e prima quello Berlusconihanno ipotizzato l’abolizione dellalicenza, il Ministero ha preso posi-zione in difesa di tale adempimentoe per mantenere il controllo.

Quali sono le priorità nell’agenda

di Unirec nell’ottica di una ri-

forma del comparto?

Unirec ha rappresentato e continueràa rappresentare la propria posizione,per altro condivisa con le principaliassociazioni dei consumatori, sia alparlamento che al governo. Spe-riamo che la Commissione giustiziaaccolga le nostre proposte di cam-biamento. Siamo pronti comunque,a ribadirle in ogni sede, a tutela elleaziende iscritte e dei volumi occu-pazionali espressi dal comparto. Ri-forme per contrarre il nostromercato non farebbero altro che av-vantaggiare pochi a danno di molti,portando disoccupazione e non mi-gliorando la qualità del servizio.L’economia di scala soprattutto se

indifferenziata infatti, nel mondo deiservizi, magari dovuta all’inseri-mento di vincoli patrimoniali, por-terebbe solamente ad unlivellamento verso il basso del ser-vizio e favorirebbe l’abusivismo. Alcontempo le aziende del nostro set-tore, capaci di dare, già ora, occupa-zione a centinaia di persone, devonoa nostro parere essere sempre più in-centivate dal legislatore a puntaresulla qualità del servizio e degli ope-ratori. Garantendo loro un equocompenso capace di premiare i mi-gliori e basato su un principio meri-tocratico.

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Gianni Amprino,eletto nuovo presidente Unirec

Nato a Torino nel 1956, sposato con Sonia e 2 bellissimi figli di 14 e 10 anni, Edoardoed Elena. Dopo gli studi in economia e commercio ho lavorato sei anni presso ArthurAndersen, società di revisione e consulenza, quindi i successivi quattro anni inun’azienda finanziaria che si occupava di leasing e prestiti personali, seguendo la partecontenzioso e legale. Nel 1993 ho fondato con il mio amico Ezio Milano la CSS, re-altà che continuo a gestire e amministrare. Inizialmente supportati da un impiegato e qualche collaboratore esterno,siamo riusciti nel tempo a fare della CSS una realtà solida, capace di sviluppare un fatturato di circa 10 milioni dieuro nel recupero crediti, grazie all’ottimo lavoro svolto da 60 dipendenti, altrettanti phone collector e 150 addettiesterni al recupero. Le nostre committenti sono principalmente espressione del settore finanziario e commerciale,seguite da TLC e pubbliche utilità. Sono tra i fondatori di Assorec e UNIREC; eletto nel Consiglio Direttivo diUNIREC nel 2009 e in quello di Ebitec nel 2010. Esperienze tanto impegnative quanto interessanti, grazie allequali ho potuto approfondire la conoscenza, le problematiche e le necessità che caratterizzano il nostro importantecomparto.

Ecco uno schema sintetico di chi si e' avvicendato nelle varie cariche Associative

ASSEMBLEA 20/11/1998

Presidente: Germano Masanello.

Vice Presidente: Gianpaolo Luzzi.

Consiglio Direttivo: Sergio Bom-

marito, Nazzareno D'Atanasio,

Nicoletta Lazzaro, Marco Pasini,

Franco Romagnoli, Ugo Tondolo.

Collegio dei Probiviri: Giuseppe

Forleo, Antonio Milone, Alberto

Solinas.

Revisori dei Conti: Massimo Ciar-

rocca (Presidente), Maurizio d'Al-

terio, Alvaro Pezzini.

ASSEMBLEA 14/06/2003

Presidente: Gianpaolo Luzzi.

Vice Presidente: Nazzareno D'Ata-

nasio. Consiglio Direttivo: Mariano

Canciani, Maurizio d'Alterio, Laura

Gianfaldoni, Milene Sicca, Gu-

glielmo Vovk.

Collegio dei Probiviri: Sergio Bom-

marito, Morello Bottesi, Stefano

Mion.

Revisori dei Conti: Ornella Gheza

(Presidente), Renato Izzo (dal

2007 al 2008), Germano Masa-

nello.

ASSEMBLEA 21/05/1999

Presidente: Milene Sicca.

Vice Presidente: Maurizio d'Alte-

rio.

Consiglio Direttivo: Giovanni

Amato, Sergio Badalassi, Giu-

seppe Forleo, Nicoletta Lazzaro,

Antonio Milone.

Collegio dei Probiviri: Andrea An-

dreotti, Alessandro Benedetti, Pie-

tro Bosazzi.

Revisori dei Conti: Massimo Ciar-

rocca (Presidente), Agostino Fal-

cone, Alvaro Pezzini.

ASSEMBLEA 12/05/2006

Presidente: Sergio Bommarito.

Vice Presidente: Nazzareno D'Atana-

sio (vice Presidente vicario dal 2007).

Consiglio Direttivo: Bruno Colombati,

Maurizio d'Alterio, Valeria Gubellini

(Vice Presidente dal 2007), Stefano In-

guscio (dal 2008), Milene Sicca (vice

Presidente fino al 2007), Guglielmo

Vovk. Collegio dei Probiviri: Mariano

Canciani (dal 2008), Stefano Mion

(Presidente), Laura Gianfaldoni (dal

2007), Stefano Inguscio (fino al 2008),

Gianpaolo Luzzi (fino al 2007).

Revisori dei Conti: Ornella Gheza (Pre-

sidente), Renato Izzo, Marco Pasini.

ASSEMBLEA 20/04/2001

Presidente: Gianpaolo Luzzi.

Vice Presidente: Laura Gianfal-

doni.

Consiglio Direttivo: Alessandro Be-

nedetti, Maurizio d'Alterio, Nazza-

reno D'Atanasio, Stefano Mion,

Guglielmo Vovk.

Collegio dei Probiviri: Andrea An-

dreotti, Sergio Bommarito, Stefano

Inguscio.

Revisori dei Conti: Ornella Gheza

(Presidente), Massimo Nocera, Al-

varo Pezzini.

CARICHE ASSOCIATIVE

USCENTI

Presidente: Antonio Persici

Vice Presidente: Marco Alborghetti

(dal 23/02/2012 Presidente F.F.)

Consiglio Direttivo: Gaetano

Bianco, Gianni Amprino (Vice Pre-

sidente dal 01/03/2012), Leandro

Forni, Valeria Gubellini, Claudio

Iovino, Virgilio Castri

Collegio dei Probiviri: Giuseppe

Gorgone, Luigi Curatola, Agostino

Falcone

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ConvegnoUnirec

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II Rapporto annuale sui serviziper la tutela del creditoIntervista a Gianni Amprino, nuovo Presidente Unirec.Programma elettorale, obiettivi per i prossimi tre anni e analisi del rapporto UNIREC

RedazioneOipa Magazine

econdo appuntamento con la giornata sui ser-vizi a tutela del credito promossa da UNIRECin collaborazione con Il Sole 24 ore. L’evento

coincide anche con l’investitura del nuovo Presidente,che abbiamo avuto il piacere di incontrare per cono-scere nel dettaglio il suo programma elettorale e i suoiobiettivi per i prossimi tre anni.

Dott. Amprino, quali sono in sintesi i principali punti

programmatici del suo programma elettorale?

La mia candidatura avviene in un contesto di difficilecongiuntura economica globale che da anni mette incrisi il Paese, la società, l’intero tessuto produttivo. Ilnostro settore, già duramente colpito dal calo del fat-turato e dall’aumento dei costi, rischia di essere ulte-riormente indebolito dalla mancanza di una normativadi settore e dalle incertezze legate alla riforma del mer-cato del lavoro.L’obiettivo che mi sono posto è operare per miglio-rare UNIREC, affinché sia sempre di più un’Associa-zione moderna, efficiente e organizzata in grado dianticipare e risolvere i problemi della nostra categoria,in continuità con quanto i passati Presidenti, ConsigliDirettivi e Probiviri hanno fatto in 14 anni di batta-glie, successi e sempre maggiori riconoscimenti perla nostra attività. UNIREC deve continuare a rappre-sentare una garanzia per le nostre Committenti, ha ilcompito di difendere e promuovere gli interessi degliAssociati e l’immagine della categoria, vuole conti-nuare a essere riconosciuta quale interlocutore auto-revole per il Legislatore e le Istituzioni, contribuire afornire una corretta informazione sul comparto e a dif-fondere una cultura bilaterale del recupero crediti, pro-muovere la formazione continua e l’eccellenza neiservizi. Sono queste le linee guida del mio programmache mira ambiziosamente a coniugare tradizione e in-

novazione. I punti pro-grammatici all’insegnadella tradizione sono: IlQuadro Normativo, la Ri-forma del Lavoro e For-mazione. L’obiettivo,attraverso l’organizza-zione di un Tavolo di la-voro permanente, è quellodi presidiare e lavorare conle Istituzioni per rendere ilQuadro Normativo più rassicurante, accreditato ed ar-rivare alla definizione di una auspicata e opportunanormativa di settore. Altro tema di estrema attualità èquello della Riforma del Lavoro. Anche in questo casol’obiettivo è quello di promuovere gli inquadramentirispondenti alle esigenze del comparto, attraverso undialogo costante con le Istituzioni e le Associazioniche ci sono vicine, seguendone attentamente gli svi-luppi. Ultimo punto, ma non certo per importanza, è laFormazione: sviluppare programmi formativi d’ec-cellenza per tutti gli addetti delle nostre aziende: solooffrendo servizi ad elevato standard qualitativo pos-siamo davvero essere competitivi in futuro.I punti programmatici all’insegna dell’innovazione in-teresseranno le seguenti tematiche: Marketing Istitu-zionale e la creazione di un Ufficio Studi. ConMarketing Istituzionale, intendo, promuovere e dif-fondere in modo capillare la conoscenza di UNIREC,dei nostri valori e della qualità dei servizi resi in tuttii “Nuovi Mercati”. In Italia ci sono oltre 5 milioni diaziende e più di 8000 Comuni che hanno bisogno deinostri servizi e che ancora conoscono poco il mondo“UNIREC”. Il potenziale lavoro è importante, pari senon superiore a quella dei “mercati tradizionali” – Fi-nanziario e TLC. In questi ultimi occorre continuare a

S

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ConvegnoUnirec

valorizzare l’adesione a UNIREC, che deve acquisiresempre più il valore di certificazione di garanzia, uni-versalmente riconosciuta e richiesta. La creazione del-l’Ufficio Studi si propone l’obiettivo di monitorarel’evoluzione del nostro settore in Italia e all’estero. Un“Osservatorio” sul recupero crediti in grado di seguirel’evoluzione del comparto, raccogliere elementi ed in-dicatori necessari per ottimizzare il dialogo con le Isti-tuzioni e le Associazioni delle nostre Committenti suitemi di comune utilità.

Come vede, in qualità di futuro Presidente, i rap-

porti con EBITEC?

La mia idea va nella direzione di rafforzare ulterior-mente l’importante relazione di bilateralità con ADI-CONSUM avviata nell’ultimo biennio. Inquest’ottica, ritengo opportuno favorire la partecipa-zione di altre Committenti e di altre associazioni diconsumatori.

Alla giornata UNIREC verrà presentato il secondo

rapporto annuale dei servizi per la tutela del cre-

dito. Ci può fornire qualche anticipazione e un suo

commento ai dati emersi?

Intanto tengo a sottolineare che questo studio è risul-tato possibile grazie agli Associati UNIREC chehanno fornito i loro dati, alla nostra Segreteria che liha raccolti e resi anonimi, al consigliere Claudio Io-vino e alle “nostre segreterie” che li hanno analizzatie assemblati.

Dalla lettura dei dati si osserva nel 2011 un incre-mento del numero delle pratiche gestite del + 4,5%rispetto all’anno precedente: da 31,4 a 32,8 milionidi pratiche. Aumentano invece in misura significa-tiva di volumi gestiti: nel 2011 si registra un +22,4% rispetto all’anno precedente (da 30,9 a 37,8miliardi di euro), a differenza del 2010 che ha assi-stito ad una variazione del 6% rispetto al 2009. È da notare altresì l’aumento considerevole del-l’importo medio per posizione affidata: +17% ri-spetto allo scorso anno, passando da 983 euro a1.152 euro.Alla determinazione di tale fenomeno ha inciso inmodo determinante il contributo che il compartobancario/finanziario (caratterizzato da saldo mediopiù elevato rispetto agli altri comparti) ha fornito alsettore, grazie ad una maggiore tendenza ad ester-nalizzare il processo di recupero crediti e ad au-mentare il numero di tentativi di recupero primadella “cessione” del credito. Tale fenomeno ha inevitabilmente indotto nel 2011anche un innalzamento del livello di aging mediocon conseguente aumento delle difficoltà di recu-pero.Pertanto, alla luce di una qualità del credito gestito“peggiore”, unita all’attuale congiuntura economicosociale, si sono verificati alcuni importanti feno-meni: aumento del numero di interventi da attuareper il recupero, incremento dei costi sostenuti per leattività da svolgere e conseguimento di perfor-mance inferiori alla media dell’anno precedente

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ConvegnoUnirec

13dossier

Infatti, pur registrando un

incremento del 13% dei

volumi incassati (da 8,1

miliardi di euro nel 2010 a

9,1 miliardi di euro nel

2011), sono scese le per-

centuali sul recuperato.

Come si può notare dalle

Tabelle allegate, infatti, sul

numero delle pratiche re-

cuperate si registra un calo

pari a 1,2 punti percentuali

(dal 53,3% al 52,1%),

mentre la performance sul

totale affidato scendono di

2 punti percentuali, dal

26,1% al 24,1%.

Credito peggiore, con-

giuntura economico so-

ciale di famiglie e imprese,

aumento dei ritardati paga-

menti, aumento dei prote-

sti, sono purtroppo tutti

indicatori che sembrano

perdurare a detrimento

delle nostre aziende che si

trovano a operare in que-

ste situazioni con sempre

maggiori costi per poterle

“contrastare”: dall’attività

di intelligence, al numero

degli interventi da attuare

e, banalmente, al costo dei

carburanti.

Contiamo tuttavia che

tutto il nostro comparto

faccia “quadrato”

(Aziende di recupero e

Mandanti) per superare

questo difficile momento.

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ConvegnoUnirec

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L’impatto della riforma del lavorosui professionisti del recupero crediti

Valeria GubelliniConsigliere Unirec

e società di gestione e recupero crediti associatead Unirec hanno adottato, in massima parte, unmodello organizzativo nel quale assume centra-

lità il contratto di collaborazione coordinata e continua-tiva in modalità a progetto per le attività di recuperocrediti telefonico ed il mandato con rappresentanza, inregime di mono o pluri-committenza, per gli Agenti direcupero domiciliare.Il modello organizzativo utilizzato, nel rispetto della cir-colare n. 17 del 14 Giugno 2007, presuppone una diver-sificazione delle forme contrattuali in funzione deldiverso livello di specializzazione dell’attività. Infatti,per quanto concerne attività amministrative e attività c.d.inbound viene utilizzato personale inquadrato con con-tratto di tipo subordinato, a differenza delle attività dicontatto e negoziazione outbound, caratteristiche deitrattamenti di recupero crediti telefonico, dove vengonoutilizzati contratti con modalità a progetto. La genuinitàdi tali collaborazioni viene garantito anche attraverso laperiodica certificazione dei contratti ai sensi dell’art. 75e segg. Del d.lgs. 276/2003.Questa logica permea su tutto il mercato del recupero

crediti laddove le stesse società mandanti applicano amonte i medesimi meccanismi in forza di contratti dimandato o appalto che non prevedono obblighi di affi-damento di un numero minimo di pratiche e misuranola professionalità attraverso valutazioni di rispetto qua-litativo (capacità di gestione della relazione e di rispettodegli standard normativi) e quantitative (risultato).In merito alla riforma del lavoro le azioni di Unirec sisono concentrate sulla volontà di esaltare la genuinitàdella collaborazione e sulla possibilità di proseguire leattuali modalità, questo anche attraverso una armoniz-zazione dell’attuale impostazione unita ad un percorsodi professionalizzazione dell’operatore di fonia (su cuiUnirec e tutti i propri associati sono fortemente impe-gnati su tutti gli ambiti del recupero crediti con ricorrentiattività di formazione). La riforma del lavoro rende con-cretamente difficile l’applicazione del contratto con mo-dalità a progetto laddove viene precisato (art.8) che ilprogetto non potrà consistere in una mera riproposizionedell’oggetto sociale del Committente. Ma qual è l’og-

getto sociale? Il recuperocrediti tout-court oppurela fase di lavoro che neidentifica la lavora-zione? Proprio su questoe dunque sulla possibi-lità di espungere taleprecisazione dall’artico-lato o vincolarla esclusi-vamente ai contratti noncertificati, si è concen-trata la presentazionedell’emendamento di Unirec verso il parlamento ma,anche, verso tutti gli altri organi istituzionali. Ritenereche un modello organizzativo che premia in funzione delrisultato conseguito e del livello di professionalità rag-giunto, indipendentemente dall’osservanza dei tempi,ritmi ed orari di lavoro (autodeterminati dal collabora-tore), possa scomparire dimostrerebbe un atteggiamentoutopistico con il rischio che gli operatori economici pos-sano tendere a cercare strumenti alternativi al di fuoridella nostra realtà con una ricaduta negativa sull’occu-pazione del nostro territorio.Va detto anche che l’attivitàdi recupero crediti telefonico ben si coniuga con catego-rie di Persone che, seppure con una forte motivazioneeconomica, necessitano di una flessibilità di imposta-zione oraria nonché di un modello organizzativo chequesta tipologia di contratto in particolare consente. Fraqueste categorie rientrano gli Studenti Universitari,mamme (ma sempre più anche papà) che intendono rien-trare nel mondo del lavoro ma che non hanno ancorauna disponibilità organizzativa ampia, lavoratori diver-samente abili con difficoltà a raggiungere il posto di la-voro. Su queste ultime due categorie si configura unmodello basato sul tele-lavoro che sempre più gli stessiSoci di Unirec stanno iniziando ad utilizzare forti di evo-luti sistemi informativi che consentono una integrazionedelle piattaforme telefoniche e software e di un monito-raggio in real time del livello di raggiungimento degliobiettivi.Dal grafico osserviamo l’incidenza del telelavoro, in ra-pida crescita negli ultimi due anni, e l’incidenza per area

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geografica che si paleserà maggiore sulle aree del Norde Centro Italia rispetto invece al Sud dove, in conse-guenza di una minore disponibilità di infrastrutture eduna ricerca di emancipazione maggiore attraverso la par-tecipazione all’attività in azienda, è meno ricercato daicollaboratori stessi.Dal grafico 2 possiamo osservare che la percentuale distudenti supera il 75% (Persone cioè che hanno una se-conda occupazione) nell’area 4 (dove insistono la mag-gior parte dei contratti) ed è elevata in generale su tuttoil territorio. Per quanto riguarda l’occupazione delle per-sone in funzione dell’area Nielsen emerge che il sud Ita-lia rappresenta ancora oggi un canale di reclutamentomolto positivo con una contribuzione importante all’oc-cupazione di aree massimamente critiche sul piano socioeconomico.Ma entrando più nell’operativo del mondodelle imprese di recupero crediti, particolare menzionemerita la “Professione di Agente di recupero domici-liare”. Non dobbiamo infatti sottovalutare quanto dallapreparazione tecnico-economica, dalla passione e dedi-zione dei nostri Agenti domiciliari discenda l’importantecontributo non solo per il sistema del credito in generale

ma, addirittura, per gli stessi consumatori che trovanoproprio nella sensibilità negoziale dell’Agente di recu-pero la soluzione conciliatoria più adeguata al ripiana-mento del proprio debito. Da ormai un paio d’anniUnirec, con un lavoro congiunto con Il Ministero degliInterni, ha validato un “mandato con rappresentanza”che consente agli agenti di recupero domiciliare inqua-drati a partita Iva di poter svolgere la propria professioneattraverso la Licenza del proprio/i committente/i (im-presa di recupero). Va precisato, a sostegno della vali-dità del modello e della rilevanza dei controlli chevengono effettuati, che l’impresa di recupero crediti hal’obbligo di segnalare alle autorità competenti (Questure)i nominativi dei propri agenti, così che possano esseremonitorati e controllati dagli stessi organi di controllo.La professione dell’agente di recupero è certamente au-tonoma, svolta con mezzi propri e veicolata attraverso

competenze specifiche e maturate in anni di esperienza,corsi ed esami di consolidamento delle competenze rag-giunte. Eppure anche tale Professione ricade a sua voltanelle previsioni introdotte dalla riforma per il “semplicemotivo” che i nostri professionisti non hanno ancora ot-tenuto un riconoscimento legislativo alla stregua di altreprofessioni ordinistiche. E’ proprio su questo punto cheUnirec non solo ha reso maggiormente visibile tale pro-fessione e sta alacremente lavorando sul riconoscimentodi un disegno di legge postando emendamenti utili allamodifica di quanto attualmente presentato, ma vi sonoanche importanti “lavori in corso” perché possa esserericonosciuta questa professione all’interno della discus-sione parlamentare in materia di riforma delle profes-sioni. Infatti sul fronte dei recuperatori domiciliari vi èl’urgenza non solo di meglio definire l’inquadramentoprofessionale ma anche di rendere meno penalizzantel’attuale regime previdenziale e fiscale negli attuali rap-porti.

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Proposta di Legge “lavoro a progetto”

Intervista all’onorevole Mariarosaria Rossi firmataria della proposta di legge n. 5066“Disposizioni concernenti la certificazione obbligatoria dei contratti di lavoro a progetto”

Adriana Dimo, Paolo Moretti

na delle priorità per restituire slancio all’eco-nomia del Paese è scacciare, dal mercato dellavoro, quella flessibilità “cattiva” che troppo

spesso è divenuta sinonimo di precarietà. La strada dapercorrere, però, non può essere quella di eliminarel’impiego del contratto a progetto o incrementare icosti per le imprese.Ne è fortemente convinta l’Onorevole MariarosariaRossi, firmataria della proposta di legge n. 5066 “Di-sposizioni concernenti la certificazione obbligatoriadei contratti di lavoro a progetto”.Ad OIPA Magazine l’Onorevole ha spiegato le moti-vazioni e le caratteristiche della sua iniziativa.

Onorevole Rossi, facciamo un passo indietro. Il

contratto di lavoro a progetto è spesso inteso con

accezione negativa. Flessibilità sinonimo di preca-

rietà, è d’accordo?

Non sono d’accordo, troppo spesso si fa confusionetra questi due termini. A mio avviso la flessibilità delcontratto a progetto diventa precarietà solo quando talicollaborazioni vengono utilizzate per mascherare si-tuazioni di subordinazione, utilizzate al solo fine di ri-durre il costo del lavoro.Il contratto a progetto se correttamente applicato, èperfettamente in linea con i principi stabiliti dallaLegge delega 30/2003 e dal Decreto Legislativo276/2003 e risponde alle esigenze di un particolaretarget di lavoratori. Penso agli studenti universitari,alle casalinghe e a tutti coloro che hanno bisogno diun’occupazione che preveda minore rigidità nei vin-coli del rapporto di lavoro: il contratto a progetto nellasua corretta applicazione garantisce un’ampia auto-nomia e permette al lavoratore di gestire altre attivitào impegni di natura familiare. Una recente rilevazionedell’Isfol, fotografa una realtà di 676mila persone chelavorano nel nostro Paese con questo tipo di contratto.La flessibilità “cattiva” va combattuta a suo avviso in

quale modo?Non trovo né giusto né cor-retto che si debba penaliz-zare o addirittura eliminareuna tipologia di contrattosolo perché qualcuno ne faun uso improprio; ribadiscoche non è sbagliato il con-tratto a progetto se mai sigioca troppo sulla sua ap-plicazione. Le riforme de-vono nascere da una valutazione giusta ed obiettiva.Sarebbe forse giusto porre rimedio a un sistema ditasse non pagate aumentando la contribuzione solo achi invece già le paga? Allo stesso modo non serveeliminare o ridurre l’impiego del contratto a progettoper restituire nuova linfa al mercato del lavoro e in-crementare l’aliquota contributiva sulle collaborazionia carico delle imprese.

Nell’ambito della riforma del lavoro, lascerebbe in-

variata questa tipologia di contratto?

No, dobbiamo combattere l’utilizzo distorto di questaforma contrattuale trovando strumenti efficaci e validicome l’utilizzo sistematico di controlli certi e direttiper eliminare la flessibilità “cattiva”. Ecco perché lamia proposta di legge mira a rendere obbligatoria lacertificazione dei contratti di lavoro a progetto.

Quali, nello specifico i contenuti della sua proposta?

Il testo introduce l’obbligo di sottoporsi ad una pro-cedura fatta di accertamenti che possono spingersi finoalla verifica sostanziale del completo svolgimento delrapporto di lavoro. I controlli saranno effettuati da ap-posite Commissioni di Certificazione che avranno lapossibilità di accesso ispettivo sia prima che dopo ilprovvedimento di certificazione stesso al fine di ve-rificare che i requisiti di rilascio vengano mantenuti.

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L’ispezione delle Commissioni di Certificazione ve-rificherebbe de visu la genuinità del progetto sotto ilprofilo formale e sostanziale. Ricordo che lo stessoDecreto legislativo 276/2003 prevede la certifica-zione dei contratti di lavoro su base volontaria, al finedi garantire le parti e ridurre il contenzioso traazienda e lavoratore. Oltre a questo le commissioniaccerteranno l’assenza di vincoli di subordinazione,la natura prettamente personale della collaborazionela specificità del progetto e tutti le altre caratteristichetipiche di un rapporto che il contratto a progetto va aregolare.Con l’invio alla Commissione di duplice copia delcontratto di collaborazione si dà avvio al procedi-mento obbligatorio di certificazione senza necessitàdi firma di un’istanza comune delle parti.

Non vi è il rischio di sovrapposizioni con organi

di vigilanza già esistenti?

Non ritengo che l’accesso ispettivo della Commis-sione di Certificazione comporti sovrapposizioni congli organi di vigilanza (DPL, INPS, INAL) che re-sterebbero competenti per le attività da sempresvolte, mentre l’ispezione delle Commissioni altronon sarebbe che un completamento dell’iter certifi-catorio vero e proprio, andando a verificare sul postoche l’attività svolta dal collaboratore sia inerente alcontratto. Abolire il contratto a progetto o inserire re-strizioni penalizzanti potrebbe essere l’ennesima mi-naccia per un mercato del lavoro già provato dallaperdita di migliaia di posti di lavoro. È facile immaginare che molti imprenditori decide-rebbero seduta stante di cessare l’attività in Italia edaprire unità operative off-shore. La mia proposta in-vece vuole essere il punto di incontro tra le istanzedi lavoratori e imprese, soprattutto quelle di piccolee medie dimensioni che rappresentano il vero tessutoproduttivo del nostro Paese.

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ConvegnoUnirec

foto Livio Anticoli

L’andamento del mercato italiano del creditoalla famiglia: credito al consumo e immobiliare

Valentino GhelliPresidente Assofin

I generale contesto di debo-lezza del quadro economicoche sta caratterizzando questi

anni condiziona i comportamentidelle famiglie italiane che, anche nel2011, hanno continuato ad esserecaute nelle decisioni di acquisto dibeni di consumo e di investimentoimmobiliare, accentuando la tradi-zionale prudenza all’indebitamentoche le caratterizza.

L’attività di erogazione del credito alconsumo delle associate Assofin hachiuso il 2011 con 51 miliardi diEuro di flussi erogati, in contrazionedel 2,2% rispetto al 2010, sebbenecon una riduzione inferiore rispettoa quanto fatto registrare negli anniprecedenti (- 5,3% nel 2010 e -11,3% nel 2009). Il numero dellenuove operazioni di credito al con-sumo perfezionate nel 2011 am-monta a 5,7 milioni, senzaconsiderare gli utilizzi delle carte dicredito: i soggetti finanziati sonostati prevalentemente i lavoratori di-pendenti (63%), seguiti dai pensio-nati, casalinghe, studenti e atipici(complessivamente il 19%) e da la-voratori autonomi e società, per il18%. Il credito erogato agli stranieriresidenti in Italia, che costituisconol’8% della popolazione, è stato parial 5,8% del totale delle operazioniperfezionate ed al 4,6% del valoredell’erogato. La flessione registratadal mercato nel 2011 è prevalente-mente frutto di una riduzione delladomanda di credito e non di una con-

trazione dell’offerta: la quota delledomande respinte sul totale delle ri-chieste pervenute alle associate As-sofin è infatti in leggera flessionerispetto agli anni precedenti. Gli ope-ratori quindi, anche in un contestodifficile, hanno continuato a fornirecredito alle famiglie senza ingene-rare pericolosi effetti di raziona-mento del credito.Gli indicatori di rischio si manten-gono su livelli elevati ma in leggeraflessione rispetto al recente passato;flessione che risulta più decisa nel-l’indice dei ritardi di pagamento finoa 180 giorni rispetto al credito in es-sere, ma ancora poco marcata per iritardi oltre i 180 giorni.

Anche il credito immobiliare chiudeil 2011 con un saldo negativo, sia nei

flussi finanziati (- 14%), che nel nu-mero dei contratti stipulati (- 16,2%). Sul risultato, oltre alla contra-zione dei mutui per acquisto di abi-tazioni, pesa in modo particolare ilcrollo delle surroghe che, in rela-zione all’andamento degli spread, hareso non conveniente la rinegozia-zione delle condizioni dei mutui ac-cesi negli anni precedenti. Aumentainvece il peso dei mutui di sostitu-zione, che le banche concedonoanche al fine di rendere sostenibilicontratti divenuti troppo onerosi.

Le previsioni per il futuro riman-gono improntate alla massima cau-tela, in un contesto in cui ladomanda di finanziamenti continuaad essere negativamente condizio-nata dall’elevata fragilità del mer-cato del lavoro, dalla debolezza delreddito reale disponibile e da un gra-duale deterioramento del clima di fi-ducia delle famiglie italiane. Ma il sostegno dei consumi e degliinvestimenti delle famiglie rimaneun fattore chiave per lo sviluppo e laripresa economica del Paese. La strategia degli operatori bancari efinanziari sarà certamente impron-tata alla costante ricerca di un cor-retto equilibrio fra erogazione dinuovi finanziamenti e controllo deilivelli di rischio. La collaborazionecon i professionisti della tutela delcredito continuerà quindi a rappre-sentare anche per il prossimo futuroun fattore critico di successo per ilmondo del credito alla famiglia.

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foto Livio Anticoli

Società di recupero crediti:il sondaggio Assilea 2012

Gianluca De CandiaDirettore Generale di Assilea

ssilea ha condotto tra febbraio e marzo2012 un sondaggio tra 41 società di recu-pero crediti per disegnare il quadro attuale

di questo mercato in Italia. Si tratta di operatori,prevalentemente Srl e Spa, che operano sull’in-tero territorio nazionale o comunque in più di unaRegione, per conto di società di credito al con-sumo, società di leasing, di factoring, o altri in-termediari finanziari che offrono varie forme difinanziamento (mutui, crediti commerciali, ces-sione del quinto dello stipendio). Le società par-tecipanti al sondaggio sono associate a una o piùtra le associazioni di categoria del settore, ovveroUnirec, Ebitec e Assilea stessa. Questi operatori sono molto diversi per dimen-sioni, per quanto nella quasi totalità dei casi il nu-mero complessivo di pratiche gestite sia risultatoinferiore o uguale a 140 mila. I servizi offerti allemandanti comprendono il sollecito epistolare, sol-lecito telefonico, home collection (ovvero recu-pero domiciliare), fino al ritiro del bene e alremarketing.Le società di recupero credito interessate gesti-scono complessivamente un volume di importimolto elevato, pari a oltre 6,1 miliardi di euro. In tale somma i contratti di leasing pesano per piùdi un miliardo di euro. Si tratta in media di con-tratti di valore elevato, come suggerisce il fattoche, a fronte dell’alto numero di mandanti opera-tivi nella locazione finanziaria, il numero di pra-tiche leasing gestite dalle società di recupero ègeneralmente basso. Gli operatori specializzati nelrecupero crediti leasing (ossia con una quota pra-tiche leasing sul totale del portafoglio superioreal 75%) sono generalmente di piccole dimensioni,avendo in media 2.807 pratiche in portafoglio e9.148.011 di affidato. Anche grazie alla garanziaderivante dalla proprietà del bene in capo alla so-

cietà di leasing, l’attività di recupero crediti nelleasing risulta essere anche più efficiente, vistoche, a fronte del volume di affidato leasing, iltasso di recupero è del 62,7%, contro il 38,4% direcupero medio sul totale. L’attività delle societàdi recupero crediti si concentra sul recupero do-miciliare. Questo servizio è quello che impegnamaggiormente gli operatori e che genera anche ilvolume più elevato di fatturato, circa i due terzi.Più limitata, ma rilevante, è naturalmente anchel’attività di sollecito telefonico. I ricavi degli ope-ratori si costruiscono sia richiedendo un corri-spettivo sulle spese di recupero, sia applicandouna percentuale sul capitale recuperato, sia rice-vendo una fee fissa sul servizio. In più di un casosu due si richiede una quota sul credito recupe-rato, accompagnata o meno dal compenso sullespese. Nella home collection è maggiore il ricorso

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al corrispettivo sulle spese, segno forse che glioperatori puntano per la loro redditività più sulnumero di crediti recuperati, anche parzialmente,che sulla quantità effettiva di affidato recuperato. Il D. Lgs. 141/2010 modifica la disciplina del-l’attività di mediazione creditizia e le norme ap-plicabili alle due figure degli agenti in attivitàfinanziaria e dei mediatori creditizi. In conse-

guenza di ciò, più del 20% delle società di recu-pero del campione ha manifestato la volontà di al-largare la propria attività alla mediazionecreditizia e/o al mono-mandato “allargato” (fino atre mandati con altrettanti gruppi finanziari). Sitratta di operatori generalmente di medie dimen-sioni e che operano in modo marginale nel recu-pero leasing.

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