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Intervista completa L'Eco di Bergamo 30/01/14
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14 L’ECO DI BERGAMOGIOVEDÌ 30 GENNAIO 2014
Per i capannonile speranze futuresono aggrappatealle infrastruttureIl mercato nella Bergamasca è pressoché fermo sotto il peso della pesante crisi economicache non risparmia gli immobili produttivi
Il mercato immobiliare produttivo
Fonte: osservatoriocase.it
Adrara San Martino
Adrara San Rocco
Albano San Alessandro
Albino
Almè
Almenno San Bartolomeo
Alzano Lombardo
Antegnate
Arzago d'Adda
Azzano San Paolo
Bagnatica
Barbata
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Barzana
Bedulita
Bergamo - Borgo Palazzo
Bergamo - Canovine
Bergamo - Celadina
Bergamo - Conca Fiorita
Bergamo - Grumellina
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Bergamo - Malpensata
Bergamo - Martinella
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Brembate
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Brembilla
Brignano Gera d'Adda
Brusaporto
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Calcio
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Calvenzano
Canonica d'Adda
Capriate San Gervasio
Caprino Bergamasco
Caravaggio
Carobbio degli Angeli
Carvico
Casazza
Casirate d'Adda
Casnigo
Castel Rozzone
Castelli Calepio
Cavernago
Cazzano Sant'Andrea
Cenate Sopra
Cenate Sotto
Cene
Chignolo d'Isola
Chiuduno
Cisano Bergamasco
Ciserano
Cividate al Piano
Clusone
Cologno al Serio
Colzate
Comun Nuovo
Cortenuova
Costa di Mezzate
Costa Volpino
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Credaro
Curno
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Fara Gera d'Adda
Fara Olivana con Sola
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Fiorano al Serio
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PAOLO PERUCCHINI
È forse la geografia del-le infrastrutture l’unica chiavedi volta a sostegno del mercatodegli immobili produttivi. I ca-pannoni, di per sé, in questa fasedi stagnazione economica nonrappresentano un mercato dina-mico. Anzi. Sembra di essere inuna giungla pietrificata. Quelloche c’è o è utilizzato o, magarivuoto, resta lì.
Poca domanda, anzi, quasi as-sente. E mercato fermo. «Pur-troppo non abbiamo né la bac-chetta magica né la macchina deltempo per ritornare al 2007, ul-timo anno buono per il settore»chiosa Giuliano Olivati, presi-dente Fiaip Bergamo e consiglie-re nazionale della Federazioneitaliana agenti immobiliari pro-fessionali. «Se dobbiamo indivi-duare aree d’interesse, in questafase delicata, di certo potremmopiazzare il nostro sguardo sulledirettrici delle infrastrutture: lafutura Brebemi , come l’attualis-sima A4. Quelle vie rappresenta-no i “fiumi” o le”ferrovie” deitempi passati: vie di comunica-zioni che permettono di esserein una posizione strategica perle aziende. L’autostrada, per esempio, rappresenta ancor oggiun plus: l’essere fronte A4 è difatto un biglietto da visita percoloro i quali vi transitano, cosìcome posizione di vantaggio lo-
gisticamente parlando».E se da sud si va verso nord, le
valli, per intenderci, la situazio-ne diventa traumatica: «In certezone, penso alla Valle Seriana, lacrisi del tessile è stata una iatturaanche sul fronte immobiliare».
Difficile, quindi, ipotizzare unfuturo per le aree industriali inu-tilizzate.
Un rilancio produttivo? Traproduzione che non tira e, a vol-te, delocalizzazioni industriali,sono poche le speranze di unriutilizzo industriale. La rivita-lizzazione nel commerciale? Con un’economia debole diffici-le scommettere sull’apertura dinuovi centri commerciali. E im-maginare una riconversione inresidenziale? Il rischio sarebbedi andare ad inflazionare un am-bito già gonfio d’offerta. E alloraperché non ipotizzare un ricon-versione «sociale» di questi spa-zi, a volte fatiscenti? Verde pub-blico attrezzato, per esempio? Ilproblema, anche qui, è la dispo-nibilità economica. Né Comunipiccoli né Amministrazioni grandi hanno potenziali econo-mici tali da poter intervenire,riacquistare l’area e riconvertir-la.
Di fatto, un cane che si mordela coda. Il sunto? Le superfici cisono e lì restano. In attesa ditempi migliori. �
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Giuliano Olivati
La futura Brebemi e l’autostrada restano
le localizzazionicon maggiore appeal
Difficile ipotizzare un futuro diverso da
quello industriale per le aree sul territorio
E nella Bassa sono in arrivo tre impreseLa Brebemi sta spingendo
sempre più grandi aziende a guardare
alla Bassa bergamasca come territo-
rio dove espandersi.
È quanto emerge da un primobilancio sulle trattative in cor-so delle aree produttive localiz-zate lungo il tratto bergamasco,che va da Calcio a Treviglio,dell’autostrada (la cui aperturaè prevista in luglio).
Il mercato immobiliare pertutti gli esperti del settore staancora attraversando un mo-mento di profonda crisi. Perquello produttivo nel 2013 si
sono visti segnali positivi chedovrebbero concretizzarsiquest’anno: non sono però lega-ti alla richiesta di ampliamentodi realtà produttive bergama-sche; quanto invece di grandiaziende, anche multinazionali,provenienti da fuori provinciae anche Lombardia che stannoguardando con interesse allaBassa bergamasca come luogodove espandersi.
Interesse dovuto all’infra-strutturazione in corso del suoterritorio grazie alla costruzio-ne della Brebemi che proprio
nella Bassa bergamasca avràben cinque caselli. «E poi alfatto - spiega Giancarlo Fuma-galli della Immobiliare Fuma-galli di Treviglio- che qui i prez-zi delle aree produttive sononotevolmente inferiori rispet-to a quelli nelle zone già da tem-po collegate a grandi infra-strutture come ad esempioTrezzo. La differenza può arri-vare fino a 100 euro al metroquadro».
A riprova di queste elementiproprio la Fumagalli sta trat-tando la vendita di tre aree pro-
duttive nella Bassa a tre grandiaziende alimentari e meccani-che, con fatturato fra i 70 e i 100milioni di euro, di cui due pro-venienti dalle province di Mila-no e Cremona. Il loro arrivo sulterritorio significherebbe unarichiesta di lavoro di almeno150 persone.
Ci sono in realtà anche zonedella Bassa-bergamasca dovetrattative di aree produttivelungo il tratto bergamasco dellaBrebemi non si sono ancoraregistrate.
Una di queste è quella fraFara Olivana con Sola, Calcio,Covo dove ci sarà il casello au-tostradale Romano-Fara Oliva-na e dove è attiva l’Immobiliaredi cui è titolare Gianluigi Pe-senti. Pesenti si dice comunqueI lavori di completamento della Brebemi che sarà pronta in luglio
Industria & mattonePrimo piano
Un andamento dalle mille incertezze
Quotazioni e valutazioniin attesa di contratti siglati
Il mercato bergamasco degli immo-
bili produttivi avverte, in pieno, le
difficoltà del momento. Tra econo-
mia che non è in fase felice e disponi-
bilità economiche che non sono bril-
lanti, le transazioni immobiliari che
fanno riferimento ai capannoni, so-
no pressoché ferme. L’Osservatorio
immobiliare della Fiaip di Bergamo
continua ad aggiornare le valutazio-
ni stimate dei prezzi delle vendite e
dei costi degli affitti anche se, come
sottolinea lo stesso presidente pro-
vinciale degli agenti immobiliari
professionali sono le poche opera-
zioni che si concretizzano in questa
fase a dettare la reale portata dei
valori. Al momento, le quotazioni
maggiori si riscontrano nella cintura
della città, con quotazioni stabilmen-
te sopra i mille euro nelle valutazioni
massime. Zone d’appeal, in prospet-
tiva, potranno manifestarsi nei pres-
si delle nuove infrastrutture viarie.
L’ECO DI BERGAMO 15GIOVEDÌ 30 GENNAIO 2014
Grassobbio
Gromo
Grumello del Monte
Isso
Lallio
Leffe
Lenna
Levate
Lovere
Lurano
Luzzana
Madone
Mapello
Martinengo
Medolago
Monasterolo del Castello
Montello
Morengo
Mornico al Serio
Mozzanica
Mozzo
Nembro
Orio al Serio
Osio Sopra
Osio Sotto
Pagazzano
Paladina
Palazzago
Palosco
Pedrengo
Peia
Pianico
Ponte Nosse
Ponteranica
Ponte San Pietro
Pontida
Pontirolo Nuovo
Pradalunga
Presezzo
Pumenengo
Ranica
Ranzanico
Rogno
Romano di Lombardia
San Giovanni Bianco
San Paolo d'Argon
San Pellegrino Terme
Sant'Omobono Imagna
Sarnico
Scanzorosciate
Sedrina
Seriate
Solto Collina
Solza
Sorisole
Sotto il Monte
Sovere
Spinone al Lago
Spirano
Stezzano
Suisio
Telgate
Terno d'Isola
Torre Boldone
Torre de Roveri
Trescore Balneario
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Treviolo
Urgnano
Valbrembo
Verdellino
Verdello
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«Mercato, mare piattoNoi in attesa dell’onda»Giuliano Olivati, presidente Fiaip Bergamo analizza una situazione sempre più difficile
«Dobbiamo stare in ac-qua. Come i surfisti. E avere la pazienza di attendere. Quando leondine che contraddistinguonooggi il mare calmo, anzi piatto, delmercato immobiliare comince-ranno a farsi più grosse, beh, do-vremo essere lì per tornare a ca-valcare l’onda».
Utilizza un paragone «califor-niano», Giuliano Olivati, presi-dente della Fiaip di Bergamo e consigliere nazionale Fiaip, non-ché direttore responsabile del-l’Osservatorio Immobiliare FiaipBergamo, per descrivere l’attualesituazione in cui versa il mercatoimmobiliare dei giorni nostri. «Seoggi l’andamento del residenzialeè difficile, se guardiamo allo spe-cifico settore degli immobili pro-duttivi dobbiamo pensare a qual-cosa che difficilmente si muove.Colpa della crisi, ovviamente. Maanche delle prospettive che, al momento, e nell’immediato, nonoffrono grandi speranze».
A ben guardare, la rilevazionedell’Osservatorio Immobiliare Fiaip, offerta ai bergamaschi al sito Internet www.osservatorio-case.it è esplicita. Per una transa-zione immobiliare sui capannoniil valore massimo in media si at-testa a circa 830 euro. Ci sono punte valutate oltre i 1.000 euroal metroquadro nell’area cittadi-na di Bergamo, e in pochissimi altri comuni (Mozzo, Sarnico,Treviglio e Treviolo), mentre i valori minimi in media si attesta-no intorno ai 670 euro. «Ma sonodati che debbono trovare confer-ma nella realtà dei fatti - eviden-zia Olivati -. Le transazioni sonolimitatissime e le quotazioni sti-mate, di fatto, sono solo indicato-ri a cui tendere. Nella pratica, iltutto, è ampiamente discutibile».
E l’elemento che, oggi, spicca,è semplicemente quello che la conclusione di una transazione
oggi diventa «l’eccezione». «Adifferenza di un mercato residen-ziale che, ancora, in qualche occa-sione si dimostra attivo, sul fron-te del commerciale-industrialesiamo davvero ai minimi termi-ni».
Ma quali possono essere lestrategie per un rilancio del set-tore? Di certo, in questo momen-to, parlare di «nuovo» sul frontedei capannoni è impossibile. «Dinuovo si stanno completando in-terventi che erano già stati pro-grammati. Per altro, diciamo la verità, sarebbe impossibile. C’è
sicuramente il tema della riquali-ficazione di uno stock che oggi appare fuori mercato dal puntodi vista funzionale ma anche dalpunto di vista energetico. Ma è difficile ipotizzare una strategiaper il rilancio del settore».
Fino a quando l’economia nonripartirà, quindi, è difficile che possa ripartire anche questo set-tore: «Alcuni economisti diconoche occorra superare l’atomizza-zione delle imprese con logichedi aggregazione e di reti funzio-nali. Ecco, forse se si diffondessequesto concetto con ogni proba-bilità potrebbe riproporsi un in-teresse sul settore produttivo. Dicerto, va detto che il questo setto-re immobiliare è in ritardo ri-spetto al ciclo economico di al-meno 6 anni. Chi è ottimista, nelnostro ambito stima che prima diun decennio non si tornerà a “ca-valcare l’onda”. Speriamo che, invece, qualcosa possa muoversiun po’ prima. Ecco, perché, come“bravi surfisti” noi operatori delsettore non dobbiamo uscire dal-l’acqua». Per aspettare l’onda giu-sta. Anche se non sarà quella «perfetta» , agognata dai profes-sionisti della tavola. � P. P.
Capannoni: il mercato è in apnea
«Le transazioni sono pressoché ferme:tra 6 e 10 anni la
possibile ripresa»
«Riqualificazionefunzionale
ed energeticadel patrimonio»
L’autostrada di collegamento tra Milano e Brescia sta aumentando l’attrattività della Bassa bergamasca
fiducioso che questa situazionedi stallo si sbloccherà a breve:«Le grandi aziende - afferma-che intendono investire nellearee della Bassa bergamascacollegate alla Brebemi sono allafinestra per vedere se l’auto-strada aprirà realmente».
Un primo tratto dell’infra-struttura fra Brescia e il casellodi Fara Olivana-Romano erastato annunciato che avrebbeaperto entro la fine del 2013.Questa apertura anticipata erastata prevista proprio per lan-ciare un segnale al territorioche l’autostrada stava ormaiper arrivare. Era poi saltata acausa del rischio per la societàBrebemi di perdere alcuni van-taggi fiscali introdotti recente-mente per le grandi infrastrut-
ture ancora in costruzione: «Equesto fatto - sostiene Pesenti- ha raffreddato alcuni investi-tori. Ma sono certo che nonappena entrerà in funzione ri-chieste di aree produttive lun-go il suo tracciato inizierannoad arrivare». Una importantecartina tornasole della capacitàdella Brebemi di attrarre nellaBassa Bergamasca grandiaziende è sicuramente Cara-vaggio dove aprirà il casello Ca-ravaggio-Treviglio. Nella cittàè in fase di realizzazione unanuova area produttiva di 400mila metri quadri pensata pro-prio in funzione dell’arrivo sulterritorio dell’autostrada. Unarrivo che secondo Giovani Ba-ruffi dello studio tecnico Baruf-fi di Caravaggio «non ha ancora
portato lo sviluppo previsto. Gliacquisti più recenti di aree pro-duttive in città sono quelli diaziende cosmetiche e alimen-tari già attive sul territorio fi-nalizzati all’ampliamento deiloro stabilimenti». Qualcosaperò si sta muovendo: interme-diari immobiliari che operanoper grandi aziende anche mul-tinazionali sono attualmenteattivi sul territorio di Caravag-gio proprio per trovare areeadatte ai loro clienti. La confer-ma arriva dal sindaco di Cara-vaggio Giuseppe Prevedini:«Ne ho già incontrati diversi.Speriamo che il loro interessa-mento porti a qualcosa di con-creto. Il fatto comunque che cisia è già un buon segnale». � Patrik Pozzi
“Il mercato è in calma piatta,ma dobbiamo stare in acquaad aspettare l’onda„
Affitti, tra 39 e 56 euroLa media di affitto dei capannoni presenti sul territorio della Bergamasca si attesta tra un minimo di 39 euro ad un massimo di 56 euro56