Oltre l'astronomia, la vita: Giulio Bemporad e l'assistenza ai profughi ebrei

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  • 7/25/2019 Oltre l'astronomia, la vita: Giulio Bemporad e l'assistenza ai profughi ebrei

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    le informazioni sulla vita e lattivit scien-tica che sono state nora pubblicate su Giulio

    Bemporad hanno riproposto di fatto quello che Lui-gi Volta scrisse nel necrologio apparso nel volumedel 1948 delle Memorie della Societ astronomicaitaliana dove, a tre anni dalla morte degli astrono-mi Giulio e Azeglio Bemporad, la Societ Astrono-mica Italiana decise nalmente di ricordarli in modoufficiale. Volta, dopo aver ripercorso la carriera diGiulio Bemporad, chiudeva il suo necrologio cos:

    Nellottobre 1938 Giulio Bemporad lasciava lOsservato-rio di Torino e la carriera astronomica, allontanatonedalle deplorate disposizioni razziali, e, riammessovi dalleleggi riparatrici, sul punto di riprenderla, stremato daglistenti e dalle traversie seguitine, lasciava prematuramen-te la vita in Roma il 10 luglio 1945, mentre i nostri studimolto ancora si attendevano da Lui.

    Perdita crudele per la sorella gentile, dopo la lungaconsuetudine di vita comune e di unesemplare, fraternatenerezza.

    Poich nessuno aveva mai approfondito la gura di

    Giulio Bemporad, ho iniziato la mia indagine con-trollando su fonti originali darchivio tutte le infor-mazioni relative alla vita e la carriera riportate nelnecrologio di Volta. Inoltre, dato che nessuno avevamai pubblicato nulla sulla vita di Giulio Bemporaddopo lallontanamento dallOsservatorio di PinoTorinese a causa delle leggi razziali, lobiettivo prin-cipale della mia ricerca stato capire come e doveavesse vissuto dalla ne del 1938 al luglio 1945 e chetipo di stenti e traversie avesse patito.

    Essendo morto a Roma, mi sono chiesta quandoe perch si era spostato da Torino nella capitale,

    qual era stata la causa della sua morte, se effettiva-mente fosse morto il 10 luglio come scritto da Voltae come riportato ovunque e inne se effettivamen-te fosse stato reintegrato.

    Per ultimo, mi sembrava opportuno chiarirequale fosse lesatto legame di parentela con il

    cugino Azeglio Bemporad, che spesso viene cita-to e a volte confuso con lui, e quali fossero i lororapporti personali.

    Notizie biograche: la famiglia,le radici pitiglianesi e la ricerca genealogica

    Giulio Bemporad nasce a Firenze il 3 gennaio 1888,da Socrate Bemporad e da Annetta Sadun. En-

    Giornale di Astronomia 2015, 2 25

    Luigi Volta nel dicembre 1938, quando Giulio Bemporad fuespulso in applicazione delle leggi razziali, era il Direttore del-lOsservatorio astronomico di Torino.

    Azeglio Bemporad, nato a Siena il 19 marzo 1875 e morto aCatania l11 febbraio 1945, nel 1938 era il direttore dellOsservatorioastronomico di Catania. Sulla sua vicenda si veda il contributo diAngela Mangano in questo fascicolo.

    L. V, Giulio Bemporad, Memorie della Societ astrono-mica italiana, 1948, 19, pp. 227-228.

    Sulla data esatta di morte si veda lultima parte di questo ar-ticolo.

    Socrate Bemporad nasce a Pitigliano il 7 maggio 1846 da Isac-co e da Affortunata Capua. Muore a Ravenna il 4 dicembre 1904.Le annotazioni riguardanti la sua professione presenti sulla sche-da anagraca conservata presso il Comune di Ravenna riportanoprima magazziniere, quindi Sali e tabacchi ed inne pensio-nato. Non noto dove fosse magazziniere, ma considerando chea Cervia, presso Ravenna, cerano e ci sono ancora le famose sali-ne, possibile che, se lultima annotazione riporta pensionato,Socrate avesse lavorato come magazziniere presso le saline o pres-so qualche impresa ravennate legata alla produzione del sale.

    Annetta Sadun nasce a Pitigliano il 20 dicembre 1850; non stato nora possibile vericare il luogo e la data di morte.

    Oltre lastronomia, la vita:

    Giulio Bemporad e lassistenza ai profughi ebrei

    Luisa Schiavone Osservatorio astrosico di Torino

    F. 1. Foto ritratto di Giulio Bemporad ( - Osservatorio astro-nomico di Cagliari)

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    trambi i genitori provenivano da Pitigliano, borgomedievale in provincia di Grosseto, che gi a metdel 500 divenne rifugio sicuro per gli ebrei tanto daessere noto come la piccola Gerusalemme. Subi-to dopo la nascita di Giulio, la famiglia si sposta aRavenna, dove nel 1890 nasce Giselda; entrambi ifratelli non si sposarono n ebbero gli, ma visserosempre insieme no alla morte di Giulio.

    Alla ricerca di notizie sulla possibile data di tra-sferimento di Giulio da Torino a Roma, ho con-sultato lArchivio storico della Citt di Torino. Sa-pevo infatti che, dopo aver lasciato lappartamentodi servizio presso lOsservatorio a Pino Torinese, siera stabilito a Torino in Via Massena 94 con lasorella Giselda. Tra i microlm delle schede ana-grache delle persone cancellate non cera nullache riguardasse Giulio o Giselda, ma ho trovato leschede della famiglia di Carlo Massimo Bemporad,glio di Azeglio, nato a Berlino nel 1901, sposatocon Nedda Sadun, con una glia di nome Miriam,nata a Napoli nel 1928 e residente per un certoperiodo in via Massena 94. Lo stesso indirizzo diGiulio. Era evidente che non poteva trattarsi diuna coincidenza: Carlo Massimo era infatti ilprimogenito di Azeglio. Ho pensato che sua gliaMiriam, essendo nata nel 1928, avrebbe potuto es-sere ancora viva e avrebbe potuto sapere qualcosadi Giulio. In Internet ho trovato molte informa-zioni sulla sua vita avventurosa e alcune regi-strazioni pubblicate su YouTube dai suoi gli Uri e

    Avishay. I colloqui con Uri, la consultazione deidue volumi di Lionella Viterbo sul censimento del1841 a Firenze e a Siena e Pitigliano e i riferi-

    menti contenuti nel volume di Liliana Picciotto enel database I nomi della Shoah italiana hannopermesso di ricostruire lalbero genealogico com-pleto della famiglia Bemporad dalla ne del secolo ad oggi.

    quindi confermato che Giulio e Azeglio Bem-porad erano cugini primi, gli di due fratelli, rispet-tivamente di Socrate e di Policarpo, gli di Isacco, -glio di Angelo. Il capostipite dei Bemporad, Angelo,

    oltre ad Isacco aveva un altro glio, Giuseppe, chesi spos due volte ed ebbe ben dieci gli. La gran par-te dei Bemporad discende pertanto da lui, in quantolaltro ramo ha come unica discendente Miriam.

    Gli studi

    Alla ne del 1904, dopo la morte del padre, Giuliorientra con la madre e la sorella a Siena, dove si di-ploma al Regio Liceo il 4 settembre 1905. Il 30 no-vembre dello stesso anno immatricolato allUni-versit di Pisa al corso di Matematica Pura, dovesostiene i primi esami nel 1906. Nei documentiritrovati non c invece alcuna traccia di una suafrequenza della Scuola Normale di Pisa, come Vol-ta riportava nel necrologio: probabile che le infor-mazioni sulla carriera scolastica siano state riporta-te senza vericare le fonti e che anche in questo casosi sia confuso Giulio con il cugino Azeglio, che in-vece studi alla Normale di Pisa.

    Nellultimo anno di universit Giulio comincia acollaborare con lOsservatorio di Catania al Cata-logo astrofotograco e per questo il 18 dicembre1909 si congeda dal quarto anno della facolt diScienze (Matematica) di Pisa per trasferirsi a Ca-tania, dove il 1 marzo 1910 viene inserito al 4 annodi Matematiche Pure per sostenere lesame di lau-rea. Si laurea quindi in Matematica il 28 aprile 1910con 106 su 110, presentando una tesi dal titolo Sulleconruenze normali di curve piane. Tra le rme deicomponenti la Commissione di laurea si nota quel-la di Annibale Ricc, allora direttore dellOsserva-

    torio di Catania.

    La carriera

    Catania (1909-1911)Nel breve periodo di permanenza a Catania col-

    labora con lOsservatorio in qualit di personalestraordinario per la fotograa celeste. Vive inizial-mente in Osservatorio e poi a Casa Grasso in Via S.

    26 Giornale di Astronomia 2015, 2

    Quando la contea di Pitigliano pass dagli Orsini ai Grandu-chi di Toscana, il borgo attir moltissimi ebrei, al punto che, nel

    corso dellOttocento, gli ebrei arrivarono ad essere ben il 12 percento della popolazione pitiglianese. Dopo lUnit dItalia, inparticolare dopo lo spostamento della capitale a Firenze, ci fu unlento abbandono in particolare verso Siena e Firenze.

    Secondo quanto registrato presso il Comune di Ravenna, lafamiglia risulta provenire da Siena. Pertanto la nascita di Giulio aFirenze pu essere considerata casuale. Infatti, presso il Comunedi Firenze risulta solo la sua nascita ma non la residenza familiare.

    Giselda Bemporad nasce a Ravenna il 17 agosto 1890 e muo-re a Firenze, presso lOspizio Israelita, il 1 aprile 1978.

    Miriam in Israele si sposa con Kurt Asher Blumenfeld, natoa Vienna nel 1925, che cambier poi il suo cognome nellebraicoBar-El. Hanno tre gli: Eliezer (1948), Uri (1952) e Avishay (1962).

    Miriam ancora viva, ma con let ha perso un po di me-moria. Per questo motivo i gli, qualche anno fa, hanno comin-ciato a ssare i suoi ricordi in queste interviste che hanno pubbli-cato su YouTube.

    L. V (2004). L. V (2012). L. P; Il libro della memoria; vedi anche www.

    nomidella shoah.it/.

    Giuseppe Bemporad, nato a Pitigliano nel 1816, soprannomi-

    nato Settecervelli per le sue doti e per la sua intelligenza, diventpiuttosto famoso per aver diretto il Monte dei Paschi di Siena. VediG. C ; Il Monte dei Paschi di Siena nei due secoli della deputazioneamministratrice (1786-1986), Siena, Monte dei Paschi, 1986.

    Dal ramo di Settecervelli discende anche Alessandro Bem-porad (1976), astronomo presso lOsservatorio astrosico diTorino: suo padre Paolo (1931) infatti glio di Vittorio (1888) enipote di Michelangelo (ca. 1854), uno dei dieci gli di GiuseppeBemporad.

    , Fascicolo studenti n. 681 Giulio Bemporad, Fogliomatricola e carriera.

    I due cugini vengono spessi confusi luno con laltro. , ibidem, Foglio di congedo dellUniversit di Pisa. , ibidem, Richiesta di iscrizione allesame di laurea. , ibidem, Carriera scolastica. , ibidem, Tesi di laurea. Annuario Universit Catania a.a. 1909-910, p. 69 eAnnuario Uni-

    versit Catania a.a. 1910-911, p. 80. Catania era uno degli osservato-ri che collaborava al grande progetto della Carte du ciel o Catalooastrofotoraco.

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    Maria della Catena, dove abitava anche Azeglio.Dopo la laurea ottiene la nomina ad assistente ono-rario di Geometria analitica per lanno accademico1910-1911, su proposta del Direttore della cattedraCarlo Severini.

    Al periodo catanese sono legati uno studio per ilcalcolo delle costanti per 23 lastre delle zone +51 e+52 gradi del Catalogo astrofotograco di Catania e

    alcune pubblicazioni con i risultati di osservazionipireliometriche sullEtna e di osservazioni fotome-triche sulla variabile W Virginis.

    Carloforte (1911-1925)L8 giugno 1911 viene ufficialmente istituita la

    Stazione astronomica di Carloforte, sotto le dipen-denze della Commissione geodetica italiana presie-duta da Giovanni Celoria. Giulio Bemporad chiamato a ricoprire il ruolo di assistente, mentre ilruolo di direttore reggente viene assegnato a Vitto-rio Fontana.

    SullIsola di San Pietro, di fronte alla costa sud-oc-cidentale della Sardegna, gi dal 1899 si trovava unadelle stazioni che lAssociazione Geodetica Interna-zionale aveva istituito per portare avanti un pro-gramma di osservazioni sistematiche che misurasselo spostamento dei poli per mezzo di osservazionidi latitudine eseguite da osservator posti sullo stes-so parallelo, 3908 N. I dati conuivano a Potsdam,nella sede centrale del Servizio Internazionale delleLatitudini.

    Carloforte era unisola nellisola e sicuramente inquei primi decenni del secolo scorso la vita nondoveva essere facile per un giovane. Giulio per si

    dedic subito con grande passione al suo nuovo la-voro che rimaneva, insieme al Catalogo astrofoto-graco, il progetto scientico di maggior respiro in-ternazionale dellepoca. Purtroppo, dopo qualcheanno di permanenza sullisola, ai problemi legati al-lisolamento sico si aggiunsero quelli dovuti allaconvivenza forzata con il direttore Vittorio Fontana,come emerge dalla tta corrispondenza con il cugi-no Azeglio conservata a Capodimonte.

    Fontana si studia di ripetere nel suo piccolo la condottache si dice di Boccardi verso i dipendenti [] In genera-le sa, con una nezza gesuitica, spingermi allesaspera-

    zione senza che io possa citare un fatto grave commesso

    da lui. il continuo punzecchiare, il sistema che segueche, nel complesso, mi rende insopportabile la convi-venza con lui.

    In una lettera del giugno 1918 risulta evidente comeil rapporto con Fontana fosse ormai del tutto com-promesso; si sfoga con il cugino dicendogli che nonriesce neppure a consultare le riviste scientiche eche Carloforte per lui diventata una vera e propria

    galera.[] non sta a me evitare che lunico periodico astrono-mico che arrivi a Carloforte sia le A.N.! [NdR: Astrono-mische Nachrichten] Credo bens che arrivino anche leMemorie degli Spettroscopisti ma fanno parte (insiemecoi quaderni vecchi dosservazione, con la provvistina dicarta da scrivere e di penne e di inchiostro ecc. ecc.) diquei segreti dufficio che sono gelosamente chiusi sottoduplice chiave da quel sacco di vino cui affidata la dire-zione del nostro piccolo osservatorio.

    Giulio vuole trovare un maestro che lo faccia cre-scere a livello scientico. Per motivi di opportunit

    esclude Napoli e per motivi diversi Torino, Paler-mo, Padova e Roma. Ma alla ne, non avendo al-ternative, dice al cugino che la cosa migliore per luisarebbe proprio andare a Capodimonte, senza darpeso alle malelingue.

    Nel 1919, dopo la Guerra e dopo otto anni di Car-loforte, Giulio ritiene di avere diritto di essere toltoda questo inferno e chiede di andare allOsserva-torio del Collegio Romano diretto da Ellia Millose-vich, ma viene a sapere da suo genero GiovanniZappa che Millosevich si riutato di accoglierloperch convinto, sulla base di quanto riferito da

    Fontana, che sia un assistente ribelle.Se aspetto un altro po sar per me irremissibilmentetroppo tardi e il mio avvenire sar assistente o tuttalpi astronomo aggiunto a vita, oppure professore diScuola Tecnica; perch non certo per me si mover lacamorra napoletana a crearmi professore di meccanicarazionale!

    Azeglio cerca di ottenere il suo trasferimento a Ca-podimonte, ma il Ministero dellIstruzione gli ri-sponde che Giulio non pu essere trasferito in nes-sun osservatorio perch non fa parte del ruologenerale del personale scientico dei R. Osservato-

    ri, ma del ruolo speciale della Stazione di Carlofor-te. Ci sarebbe la possibilit di nominarlo supplenteprovvisorio in sostituzione del dott. Lazzarino che comandato a Messina, ma questo comportereb-

    be uno stipendio ridotto e non valido ai ni dei con-tributi pensionistici. chiaro che per Giulio que-ste sono condizioni inaccettabili, e resta perci

    bloccato a Carloforte senza alcuna via duscita. Al-

    Giornale di Astronomia 2015, 2 27

    Annuario Universit Catania a.a. 1909-910, p. 369 e AnnuarioUniversit Catania a.a. 1910-911, p. 261.

    , Fascicolo docenti B51 Giulio Bemporad, lettera 3 feb-braio 1911.

    Giovanni Celoria, nato a Casale Monferrato nel 1842 e mor-to a Milano il 17 agosto 1920, membro della Commissione geo-detica dal 1882, che presiede dal 1902. Dal 1909 alla morte ricoprela carica di Senatore del Regno-

    Vittorio Fontana, nato a Castino () nel 1880, si era laurea-to in Matematica a Torino nel 1904, dove fu prima assistente pres-so lOsservatorio astronomico. Trasferito a Catania nel 1911, nel1912 passa a dirigere la stazione astronomica di Carloforte, dovemuore il 10 marzo 1920.

    Azeglio Bemporad divent Direttore dellOsservatorioastronomico di Capodimonte nel 1911 e vi rimase no al 1933. Pres-so lArchivio storico di Capodimonte conservato il suo carteggioprivato, che contiene moltissime lettere di Giulio al cugino.

    , Corr. Priv. Azeglio Bemporad, b. 1, f. 1, Lettera 11gennaio 1917.

    , ibidem, b. 1, f. 1, Lettera 20 giugno 1918. , ibidem, b. 1, f. 1, Lettera 16 gennaio 1919. , ibidem, b. 1, f. 1, Lettera 20 gennaio 1919. , Amministrazione, Personale, Fasc. Pers. G. Bem-

    porad, lettera 6 maggio 1919. , ibidem, lettera 15 g iugno 1919.

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    linizio di gennaio del 1920 scrive al cugino una let-tera da cui emerge tutta la sua disperazione perchvede sistemarsi altri astronomi mentre per lui nonsi intravvede alcuna soluzione. A quel punto nongli resta che cercare qualche giovane neolaureatoche possa sostituirlo, ma quando pensa di aver tro-vato qualcuno, ecco che di nuovo sfuma la soluzio-ne. Daltra parte,

    Celoria, dici tu, non poteva consentire al mio trasferi-mento perch privava di un posto la stazione. E allora,se, come probabile, nessuno vorr pi venire in galera,devo starci sempre io?

    Poi accade limprevedibile. Il 10 marzo 1920, dopoappena sette giorni di malattia, a soli 40 anni Vitto-rio Fontana muore improvvisamente a causa di una

    broncopolmonite inuenzale. Giulio ne d subito lanotizia al cugino Azeglio e, nonostante tutti i pro-

    blemi personali che aveva avuto con Fontana, si di-ce molto impressionato e scosso per questa mor-te improvvisa. Nella stessa lettera scrive:

    Questa disgrazia porta cos necessariamente un cambia-mento nei miei piani. Anche per un dovere morale versolOsservatorio non posso per ora pensar pi al trasferi-mento. Attender qui i concorsi quando ci saranno e ve-dremo, anche insieme con te, che cosa sar convenienteed opportuno di fare.

    Ottenuta da Celoria la nomina a reggente, si mettesubito alla ricerca di un aiuto perch a quel puntonon solo costretto a rimanere sullisola, ma an-che rimasto solo a presidiare la Stazione! Intanto, laricerca dellassistente continua, ma riceve un riutodietro laltro:

    Postinger, Aurino, Arcidiacono, Palagi [] E penso che neverranno ancora. La cosa molto spiacevole per me,perch non solo mi porta un sovraccarico di lavoro che,prolungato per molto tempo, diverr intollerabile, mainoltre mi impedisce di poter fruire a suo tempo della li-cenza annua, proprio adesso che avrei potuto sperare digoderla come tutti gli altri mortali, e cio in continente.

    Finalmente trova una persona adatta a ricoprire ilposto di assistente.

    Ho gi fatto la mia scelta: Gino Cecchini, laureato con110 e lode, carriera scolastica tutta di 30 e 30 e lode, pri-

    mo graduato nel concorso per la Normale di Pisa.Con larrivo del Gen. Vacchelli alla guida dellaCommissione geodetica al posto di Celoria, mortoil 17 agosto 1920, la Stazione di Carloforte acquisisceunimportanza notevole:

    oltre a quella di Cecchini si presenta anche la candidatu-ra di Franciosi. Ad entrambi si far la proposta di andare

    a Brera; [] quello che far la migliore riuscita verr aCarloforte.[] Cos resta stabilito che il posto di Carlo-forte il pi importante, e che deve quindi essere ri-guardato come premio e non come pena. Ma per arriva-re a questo ci voleva un generale?

    Nellautunno del 1920 Gino Cecchini viene nomina-to assistente alla Stazione di Carloforte e nal-mente Giulio Bemporad ha un aiuto su cui contare.

    L11 febbraio 1924 entra in vigore il nuovo Regola-mento degli Osservatori astronomici che, oltre adincludere in un unico ruolo il personale degli Osser-vatori e quello della Stazione astronomica di Carlo-forte, stabiliva che di regola la permanenza di talepersonale nellisola non superer la durata di 4 an-ni. A quel punto, eliminati tutti gli impedimentitipo giuridico, Azeglio chiede al Ministero di trasfe-rire Giulio a Capodimonte; dopo un altro anno diattesa, nalmente, dal 1 maggio 1925 Giulio ottienelagognato trasferimento, mentre Gino Cecchiniassume la reggenza della Stazione di Carloforte.

    Quattordici anni: nella storia della Stazione nessunastronomo mai rimasto sullisoletta tanto a lungo.Tra il 1911 e il 1925, oltre ai lavori sulla determina-

    zione di latitudini, Giulio pubblica diversi articoli suosservazioni di variabili e uno studio sul clima diCarloforte. Prima di arrivare a Napoli, sostiene an-che lesame per la libera docenza in astronomia da-vanti ad una commissione composta da VincenzoCerulli ed Emilio Bianchi, ottenendo cos labilita-zione allinsegnamento, che perder poi nel 1939per effetto delle leggi razziali.

    Capodimonte (1925-1933)Giunto a Napoli torna ad occuparsi di misure ecalcoli per la Carte du Ciel, di radiazione solare evariabili, e tiene anche il corso di astronomia inUniversit.

    Purtroppo i rapporti con Azeglio erano destinatia deteriorarsi presto. I due cugini avevano infatti ca-ratteri molto diversi e non potevano lavorare insie-me. Azeglio era una persona molto autoritaria,mentre Giulio era uno spirito libero che mal sop-portava imposizioni e gerarchie e diceva sempremolto chiaramente ci che pensava. Chi li ha cono-

    28 Giornale di Astronomia 2015, 2

    , Corr. Priv. Azeglio Bemporad, b. 1, f. 2, Lettera 4gennaio 1920.

    , ibdem, b. 1, f. 2, Lettera 11 febbraio 1920. , ibidem, b. 1, f. 2, Lettera 11 marzo 1920. , ibidem, b. 1, f. 2, Lettera 13 luglio 1920. , ibidem, b. 1, f. 2, Lettera 10 agosto 1920. Il Gen. Nicola Vacchelli (1870-1932) diresse la Commissione

    geodetica dal 1920 alla sua morte.

    , ibidem, b. 1, f. 2, Lettera 24 agosto 1920. Gino Cecchini (Viareggio 1896 Pisa 1978) assumer la

    reggenza della Stazione nel 1925, quando Giulio sar trasferito aCapodimonte, e la terr per 2 anni. Nel 1927 viene trasferito aMerate e poi nel 1942 diventa direttore dellOsservatorio di Torino,dove rimane no al pensionamento, avvenuto nel 1966. Dal 1949 al1961 fu direttore dellufficio centrale del Servizio internazionaledelle latitudini.

    R.D. 3160 del 31 dicembre 1923, pubblicato sulla GazzettaUfficiale del Regno n. 35 dell11 febbraio 1924.

    , Amministrazione, Personale, Fasc. Pers. G. Bem-porad, lettera 24 maggio 1924.

    , Amministrazione, Personale, Fasc. Pers. G. Bem-porad, lettera 13 aprile 1925.

    , , , . 1, Liberi docenti, b. 32, Relazione dellaCommissione desame 11 novembre 1924.

    , ibidem, b. 32, Decreto 25 gennaio 1925. , ibidem, b. 32, Decreto 18 marzo 1939, lettera prot. 2190

    del 2 giugno 1939.

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    sciuti in quegli anni riferisce che non si potevanovedere. Miriam Bemporad racconta che eranocome cane e gatto e che il nonno era soprannomi-nato il gerarca, sia per il suo modo di fare, sia per-ch si vantava di essere pi fascista di Mussolini.

    I racconti e i documenti ritrovati su Giulio e Aze-glio Bemporad contrastano decisamente con alcu-ne dichiarazioni presenti in un documento incluso

    nel fascicolo del Casellario Politico Centrale inte-stato ad Azeglio, tanto da far sorgere il fondatodubbio che perno la polizia avesse confuso i duecugini! Nella nota del 14 febbraio 1929 inviata dal-lAlto Commissariato per la provincia di Napoli alMinistero dellInterno, con oggetto Federazionesionistica italiana si legge infatti:

    stato accertato che di tale movimento, diretto alrisveglio della coscienza ebraica fra gli ebrei, si sono nqui occupati due giovani: Fo Bruno [] nato a Napolil8.12.1905 e Tagliacozzo Vincenzo [] di anni 20. []Lattivit dei predetti in favore del movimento sionistico

    si nora limitata a mantenere i contatti con la Federa-zione delle Comunit e a raccogliere, tra gli ebrei, obla-zioni volontarie. Il gettito di tali oblazioni, che vengonoraccolte a mezzo di apposite cassettine, che pare siano te-nute in custodia dal Prof. Bemporad direttore dellOs-servatorio di Capodimonte, si aggirato nora intornoalle mille lire annue: somma che viene inviata alla Presi-denza della Comunit in Firenze per lacquisto dei terre-ni in Palestina [].

    Sulla base di quanto successivamente ritrovato, ri-tengo di poter affermare con assoluta certezza chequel Prof. Bemporad che teneva in custodia que-

    sti fondi non fosse affatto Azeglio, bens Giulio. Non infatti mai risultato alcun contatto di Azeglio coni movimenti sionistici n con gli ambienti ebraici ingenerale, mentre Giulio fu una gura preminentedel movimento sionistico italiano, come si dir piavanti.

    Ma, oltre alle diverse convinzioni politiche, unadelle cause della rottura denitiva fra i due cugini stata la vicenda della nota di qualica mediocre.Per lanno 1931, Azeglio Bemporad, direttore del-lOsservatorio di Capodimonte, manda al Ministe-ro la seguente nota:

    Con mio rincrescimento ho dovuto applicare la qualicadi mediocre allastronomo di 1 classe Prof. G. Bemporade allastronomo aggiunto Dr. S. Aurino; anzitutto perlatteggiamento di resistenza passiva assunto nel giugnoscorso contro le disposizioni date dal sottoscritto al nedi assicurare il servizio del telegramma meteorico quo-tidiano, in secondo luogo per inosservanza sistematicadorario (G. Bemporad) e per negligenza sistematica neicalcoli astronomici (S. Aurino).

    I suddetti hanno rmato il modulo soltanto in riservadi ricorrere alla E.V.

    Per lesperienza dei sette mesi scorsi mi permetto ditornare a raccomandare vivamente allE.V. di voler tra-sferire i detti astronomi in altri Osservatori nella speran-za che il provvedimento giovi a richiamarli allordine.

    La vicenda si conclude con il trasferimento di GiulioallOsservatorio di Torino a Pino Torinese e con lo

    spostamento di Azeglio alla direzione dellOsserva-torio di Catania. Invece, Salvatore Aurino, forte del-la sua carica di vice-segretario del Fascio di Napoli,riesce a rimanere a Capodimonte. Da questo mo-mento in poi in nessun documento si trovato alcuncenno ad Azeglio n alcun contatto epistolare fra idue cugini. Giulio rester invece molto unito al gliodi Azeglio, lingegner Carlo Massimo, che succes-sivamente lo raggiunger a Torino con la famiglia.

    Pino Torinese (1933-1938)Il trasferimento a Pino Torinese decorre dal 16

    marzo 1933 e il 22 marzo avviene la presa di servi-zio. Il ricorso presentato contro la nota di quali-ca mediocre viene accolto dal Ministero, che mo-dica la nota in buono, sbloccando cos gliaumenti periodici dello stipendio.

    Arrivato a Torino, fa domanda per esercitare lalibera docenza in Universit, dove tiene il corso di

    Astronomia dallanno accademico 1933-34 no al1937-38. Dai documenti presenti nel suo fascicolodi libero docente si ricava che si iscrisse al il 29ottobre 1932 e che prest giuramento di fedelt alfascismo il 3 febbraio 1934. Gli unici documentiriguardanti Giulio Bemporad conservati pressolArchivio storico dellOsservatorio di Torino sonoil suo fascicolo personale composto da 13 carte le-gate alla nomina e alla sua espulsione e un fondocostituito dagli appunti che lasci a Pino nel dicem-

    bre 1938.Le pubblicazioni del periodo torinese riguardano

    ambiti diversi: declinazioni di stelle quasi zenitali in

    Giornale di Astronomia 2015, 2 29

    Questo quanto raccontava il prof. Fracastoro ai colleghidellOsservatorio di Torino.

    , , b. 479, fascicolo Azeglio Bemporad. , , b. 479, Lettera 14 febbraio 1929 al Ministero Inter-

    no, .. .. I funzionari dello Stato avevano diritto ad aumenti periodi-

    ci di stipendio in base alle note di qualica annuali che i Direttoriinviavano al Ministero.

    , , , . 4, b. 34, Lettera 25.1.1932 di A. Bempo-rad al Ministro dellEducazione Nazionale.

    Carlo Massimo Bemporad, citato spesso come Max, lavora-va al siluricio di Pozzuoli. A causa delle leggi razziali costretto

    a lasciare limpiego perch gli ebrei non potevano lavorare inindustrie belliche. Si sposta quindi a Milano dove lavora per laMagneti Marelli e, quando perde di nuovo il lavoro, nellautunno1942 arriva a Torino dove trova impiego a Settimo Torinese pressola fabbrica di penne Aurora, di propriet di Isaia Levi. Levi, cheottenne prima la discriminazione e poi larianizzazione, riusc amantenere il controllo dei propri beni no allautunno 1943 quan-do, dopo essersi convertito, si rifugia in Vaticano no alla libera-zione di Roma.

    , lotto 2, fald. 1, fasc. 3, Lettera 6 marzo 1933Prot. 1919.

    , lotto 2, fald. 1, fasc. 3, Nota 28 agosto 1933 N.14532.

    , Annuari per gli anni accademici dal 1933-34 al 1937-38. , Fasc. pers. Giulio Bemporad. , lotto 2, fald. 1, fasc. 3. , lotto 1, fald. 67, fasc. 3-5. Si tratta di fascicoli conte-

    nenti i calcoli preparatori alla pubblicazione del saggio sulla de-duzione fotograca dei moti propri e del Calendario astronomicoe alcuni appunti non identicati.

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    6/17

    primo verticale, errori degli strumenti, deduzionefotograca dei moti propri, astronomia sferica, Ca-lendario astronomico di Torino, calendario ebraicoe un metodo pratico per determinare il giorno diPasqua.

    Verso le leggi razziali

    Nellestate del 1938, dopo la pubblicazione del Ma-nifesto deli scienziati razzisti, il fascismo diede avvioad una serie di operazioni di censimento degli ebrei,necessari quanto infausti prologhi allintroduzionedelle leggi razziali. Il Ministero delleducazionenazionale invi a tutte le scuole di ogni ordine egrado la circolare 9 agosto 1938 n. 12336 in base allaquale tutti i dipendenti dovevano dichiarare se ap-partenevano alla razza ebraica. In Archivio Centra-le dello Stato sono conservate le liste e le schede ditutti i professori, assistenti e astronomi che dichia-rarono di essere ebrei, fra cui c naturalmente an-che quella di Giulio Bemporad. LUfficio centraledemograco dispose poi, per il 22 agosto 1938, ilcensimento di tutti coloro che, indipendentementedalle proprie convinzioni personali o dalla fedeprofessata, avevano almeno un genitore ebreo. Larilevazione venne affidata ai Comuni, sotto il coor-dinamento delle Prefetture mentre la raccolta e larielaborazione dei dati fu competenza dellIstitutocentrale di statistica. Presso lArchivio Storico dellaCitt di Torino conservato il fondo del Censimen-to, in cui i nomi di Giulio e Giselda Bemporad sonoregistrati al n. 1024 e 1025 in una lista e nella rubri-

    ca alfabetica.

    Le leggi razziali e lallontanamento

    Una volta censiti tutti gli ebrei italiani, nel settem-bre 1938 vengono approvati i primi provvedimentiantiebraici che riguardano la scuola e gli ebrei stra-nieri, mentre tra novembre e dicembre viene ap-provato un secondo e pi organico gruppo di prov-vedimenti.

    Due furono in particolare le norme che riguarda-

    rono il lavoro che Giulio Bemporad far dopo la suaespulsione, e cio:

    il D.L. 7 settembre 1938, n. 1381 che disponeva che gliebrei che erano residenti in Italia dopo il 1 gennaio1919 dovevano lasciare il territorio nazionale entro 6mesi, cio entro il 12 marzo 1939;

    il D.L. 15 novembre 1938, n. 1779 che disponeva che tut-ti gli ebrei fossero espulsi dalle scuole il 14 dicembre.

    In base a quanto emerso dal censimento del perso-nale di razza ebraica, il 4 dicembre 1938 il MinistrodellEducazione Nazionale Bottai comunica a tuttigli Istituti che, ai sensi del R. Decreto Legge 1779contenente i provvedimenti per la difesa della raz-za nella scuola italiana

    questo Ministero ha dato corso necessari provvedimentiper la dispensa con decorrenza 14 dicembre 1938 delpersonale statale di qualsiasi categoria [].

    Due giorni dopo, il direttore dellOsservatorio diTorino, Luigi Volta, comunica allIntendenza di Fi-nanza, Sez. Tesoro di Torino, che Giulio Bemporad di razza ebraica e chiede che cosa deve fare per ilcalcolo dello stipendio di dicembre, dal momentoche la legge stabiliva che dovesse essere dispensatodal servizio dal giorno 14 dicembre. Il 14 dicembreGiulio lascia il lavoro e lalloggio di servizio a PinoTorinese per trasferirsi nellappartamento di Via

    Massena a Torino, a cui si gi accennato.Sicuramente la sua reazione a questa supremaforma di ingiustizia e discriminazione deve esserestata piuttosto decisa, come si ricava da alcune veli-ne conservate nel suo fascicolo personale. In occa-sione della comunicazione della liquidazione deni-tiva di pensione, Volta risponde alla DivisionePensioni del Ministero con queste parole:

    Ho comunicato immediatamente allinteressato la lette-ra a anco citata. Vorrei per ora pregare codesto On.Ministero a volere dora innanzi, per le successive comu-nicazioni in argomento, compiacersi di rivolgersi diret-

    tamente allinteressato stesso (dott. Giulio Bemporad:Torino, Via Massena 94), col quale, in seguito al suo con-tegno nei miei riguardi, desidero non aver pi rapporti,nemmeno dufficio, se possibile; del resto, infatti, il Bem-porad non appartiene pi a questo Istituto.

    Poi, in risposta ad una lettera con cui la Cassa de-positi e prestiti gli chiede lindirizzo del Prof. Bem-porad per la liquidazione della buonuscita, precisache non gli spetta il titolo di Professore essendoglistata tolta la libera docenza.

    Inne, risponde ad una lettera con cui il Ministe-ro richiede la restituzione dei libretti ferroviari, con

    queste parole:Non ricordo che il Dott. G. Bemporad mi abbia restitui-ti i libretti citati. Vi prego dal dispensarmi di farne ricer-ca, avendo rotto ogni relazione con lui per il suo conte-gno in conseguenza del suo allontanamento perch dirazza giudaica.

    30 Giornale di Astronomia 2015, 2

    Sulle leggi razziali si veda in questo fascicolo il contributo diMicaela Procaccia.

    , , , Misc. Div., b. 109. Il 5 settembre 1938 verr trasformato in Direzione generale

    per la Demograa e la razza, meglio nota come Demorazza. , Affari Divisione , Censimento ebraico 1938, Cart 3. , ibidem, Rubrica denunce.

    , lotto 2, fald.1, fasc. 3, Telegramma Bottai 4 dicem-bre 1938.

    , ibidem, Lettera Volta 6 dicembre 1938. , ibidem, Lettera Volta 31 maggio 1939. , ibidem, Lettera 3 settembre 1939 con risposta mi-

    nuta manoscritta da Volta. , ibidem, Lettera 12 ottobre 1939 con risposta minu-

    ta manoscritta da Volta. Il tono di queste lettere di Volta in deci-so contrasto con quello che, qualche anno dopo, us per scrivereil necrologio di Giulio Bemporad.

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    Limpegno nelle organizzazioni di soccorsoebraiche

    Un breve cenno alla nascita delle organizzazioni disoccorso ebraiche. Tra la ne dellOttocento e laPrima guerra mondiale, a causa deiporom, ci fu ungrande esodo di ebrei dallest Europa verso lAme-rica del Nord: si calcola che furono circa 3 milioni

    coloro che raggiunsero lAmerica. Con la grandeguerra lesodo si ferma, ma ci sono almeno un mi-lione di ebrei che attendono di poter emigrare.

    A livello internazionale, le pi importanti orga-nizzazioni di soccorso ebraiche furono:

    il (American Jewish Joint Distribution Commit-tee), che nanziava tutte le organizzazioni nei vari pae-si e che era un fondamentale organismo di raccordo;

    l (Hebrew Immigrant Aid Society), con sede aNew York, che si occupava della ricerca dei parentiprofughi nei paesi doltremare e forniva supporto perle pratiche di immigrazione e per il rilascio dei visti

    consolari; l (Hias Colonisation Emigrant Association),nata nel 1927 a Lisbona come derivazione dell,che si occupava di fornire i fondi per lacquisto dei bi-glietti marittimi e ferroviari necessari allemigrazione.

    Gli anni Venti vedono uno spostamento del ussomigratorio verso lAmerica del Sud e la Palestina,come conseguenza delle politiche restrittive intro-dotte dagli Stati Uniti. In questo periodo i porti me-diterranei diventano il punto di partenza privilegia-to dei profughi ebrei dalla Russia e dallest Europa.Per aiutare le migliaia di profughi che si riversavano

    verso la citt giuliana, nel 1921 viene fondato a Trie-ste il Comitato Italiano di Assistenza agli emigrantiebrei. Quando, nel 1933, la Germania introduce leleggi razziali, nasce a Milano il Comitato di assi-stenza per gli ebrei profughi dalla Germania. Poi,quando le leggi razziali vengono introdotte anchein Italia, questo Comitato si trasforma in Comitatodi Assistenza per gli Ebrei in Italia (Comasebit), cheavr solo pochi mesi di vita. Dopo la sua chiusura,le sue funzioni vengono assunte dalla Delasem.

    Ho scoperto il ruolo cruciale che Giulio Bempo-rad aveva rivestito a Torino prima nel Comasebit epoi nella Delasem cercando il suo nome in Internet.Tra le varie occorrenze, il nome di Giulio Bemporadveniva citato come rappresentante della Delasem inun opuscolo pubblicato dallIstituto piemontese perla storia della resistenza, ma non ero ancora certache si trattasse proprio di lui. Ho poi trovato lin-ventario dellArchivio Terracini della Comunitebraica di Torino e, solo quando ho letto il suo no-me citato come Bemporad Giulio, delegato del.... di Torino, astronomo e matematico,non ho pi avuto dubbi. Ecco come lo ricorda Bep-

    pe Artom nella testimonianza pubblicata nel libro diAngelo Pezzana Questanno a Gerusalemme.

    La prima volta che ho frequentato, diciamo cos, degliebrei veri fu nel 38, quando a Torino pass un gruppo diprofughi polacchi. Mi ricordo che allora con il prof. Giu-lio Bemporad, astronomo a Pino Torinese, che era sio-nista, e con Giorgio Segre, professore di farmacologia aSiena, cercammo di raccogliere fondi per quella povera

    gente assolutamente priva di mezzi. Non avevano di chemangiare, ma quello che riuscivamo a trovare doveva es-sere assolutamente kasher. Mi accorsi della differenza fraebrei sionisti e non sionisti: fra questi ultimi, non furonomolti quelli che ci aiutarono.

    Il Comasebit

    Nello Statuto del Comasebit, approvato il 15 no-vembre 1938, sono specicati gli scopi che il Comi-tato si proponeva di raggiungere:

    . raccogliere dati statistici sulla condizione degli israe-liti rimasti privi dimpiego e di lavoro e sulle possibili-t di nuove occupazioni;

    . diffondere le notizie che possano interessare gli israe-liti disoccupati;

    . riadattare professionalmente gli israeliti disoccupati,che non hanno pi la possibilit di svolgere la loro abi-tuale attivit, specialmente con listituzione di scuoledi arti e mestieri e di scuole pratiche di agraria;

    . provvedere al collocamento degli israeliti rimasti pri-vi di lavoro;

    . aiutare gli israeliti che, per mancanza di occupazione,siano costretti a lasciare lItalia, svolgendo per essi le

    pratiche per lemigrazione e interessandosi della lorosistemazione nei paesi di destinazione;

    . concludere accordi per la realizzazione e leventualetrasferimento, in conformit delle disposizioni legi-slative in materia di scambi e di valute, dei beni deicorreligionari costretti ad emigrare;

    . concludere accordi con istituzioni estere ebraiche perlassistenza agli italiani ebrei emigrati.

    Per raggiungere i suoi scopi il Comitato poteva con-tare sulle sovvenzioni degli oblatori, dell , delleComunit ebraiche e di enti ebraici stranieri di assi-stenza. Il Comitato era composto da cinque mem-

    bri elettivi tra i quali viene eletto un presidente, un

    Giornale di Astronomia 2015, 2 31

    Torino 1938-45: una uida per la memoria, p. 20. I documenti dellattivit torinese del Comasebit e della De-

    lasem sono conservati presso lArchivio Terracini della Comunitebraica di Torino. Larchivio del Comasebit (novembre 1938-agosto

    1939) costituito dalla sola busta 223 (unit archivistiche 749-754) in-serita nel fondo dellArchivio storico della Comunit ebraica di To-rino, con documentazione suddivisa per iniziale del cognome delcorrispondente. Si tratta principalmente di lettere indirizzate aGiulio Bemporad o di copie spedite da lui. Larchivio della Delasem(dicembre 1939-1956) costituisce invece un fondo a parte suddivisoin due sezioni temporali, ed notevolmente pi corposo. Laprima, dal 1938 al 1943, contiene essenzialmente la corrispondenzaricevuta da Giulio Bemporad, segretario della rappresentanza De-lasem di Torino: lettere di rappresentanti della Delasem, di corri-spondenti in campi e localit dinternamento oppure di assistiti chedomandano aiuti o che ringraziano per aiuti ricevuti. La secondasezione contiene i documenti successivi alla Liberazione, in granparte relativi a ricerche di ebrei dispersi, assistenza a profughi osfollati, carte relative allemigrazione in Palestina.

    A. P (2008). , b. 223, u.a. 749, Statuto del Comasebit, art. 2.

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    vice-presidente e un direttore. Per svolgere la pro-pria attivit il Comitato elegge un delegato pressociascuna Comunit ebraica.

    La seconda iniziativa fu quella di nominare nelle comu-nit pi importanti per il lavoro assistenziale un delega-to duciario che si tenesse in stretto contatto con ilComasebit.

    Tali delegati sarebbero stati scelti, nelle citt prive diun organismo assistenziale efficiente, tra quegli ebrei chein base alle disposizioni razziali avessero perso il posto dilavoro e che per capacit e meriti fossero i pi adatti.

    La scelta per Torino cade su Giulio Bemporad. IlDirettore Renzo Luisada provvede anche ad avvisa-re la Questura di Torino e ne d subito notizia aBemporad (F. 2):

    Le comunico che oggi stesso ho dato notizia alla R. Que-stura di Torino della Sua nomina a delegato del nostroComitato per la Sua citt. Ella farebbe bene quindi arecarsi alla R. Questura per annunziare il Suo inizio di la-voro come pure se la sede sar ancora temporaneamen-te presso la Comunit, in via S. Anselmo, o se sar possi-

    bile e quando che abbia una sua propria sede.

    Finora, contrariamente a quanto avevo inizialmen-te immaginato, non ho trovato alcun fascicoloaperto a suo nome negli archivi della Questura diTorino n nel Casellario Politico.

    I compiti del delegato consistevano essenzial-mente nellassistenza agli ebrei stranieri, che aveva-

    no lobbligo di lasciare lItalia entro il 12 marzo 1939in base al D.L. 7 settembre 1938 n. 1381, e sono bendettagliati in una circolare del 27 dicembre 1938: ri-cerca di informazioni, ricerca di parenti allestero,domanda alla , spese per lemigrazione, assi-stenza in luogo ai profughi, facilitazioni per i passa-porti. In Italia e nei possedimenti allestero i comi-tati avevano sede a Firenze, Fiume, Genova,

    Merano, Napoli, Padova, Rodi, Roma, Torino, Trie-ste, Tripoli e Venezia.Nel 1939 la situazione nel Ponente ligure era di-

    ventata particolarmente problematica perch vi sistavano raccogliendo moltissimi ebrei che, nel ten-tativo di emigrare verso la Francia costretti dal D.L.1381, non erano ancora riusciti a lasciare il Paese. Peraiutare queste persone Ettore Bassi, proprietario diun avviato negozio di stoffe a Ventimiglia, stava or-ganizzando e nanziando molti trasporti clandesti-ni verso la Francia con denaro proprio. Giulio, susegnalazione dello stesso Bassi, informa la direzio-ne milanese del Comasebit di questa situazione:

    Mi viene segnalato da persona ben conosciuta da me chea Ventimiglia si trova ancora circa un centinaio di Ebreiin condizioni di grande difficolt. Suppongo che Voi sa-rete gi informati con maggiore precisione di me. Co-munque credo di dover riferire questa notizia, data anchela persona che me lha data.

    Bassi viene nominato duciario del Comasebit aVentimiglia, che viene posta alle dipendenze delladelegazione di Genova. Luisada ne d notizia aBemporad in una lettera del 12 giugno 1939 in cuiprecisa

    Abbiamo notato con viva gratitudine linteressamentocaritatevole di molti ebrei torinesi per i disgraziati pro-fughi di Ventimiglia e Le saremo veramente grati se vor-r [] accordarsi con il Cavaliere Leoni al riguardo disomme da mettere a disposizione del signor Bassi.

    Uno dei compiti del Comasebit, come si g i detto,era quello di trovare una ricollocazione professiona-le agli israeliti disoccupati e a quelli che, a causa delleleggi razziali, non potevano pi trovare lavoro. Perquesto si cominciarono ad organizzare anche deicorsi di rieducazione professionale agricola destina-

    ti a giovani dai 17 ai 32 anni, di ottima costituzionesica. Dopo un periodo di 18/24 mesi, veniva rila-sciata una dichiarazione ritenuta valida dai consola-ti di Canada, Australia e Argentina per lottenimen-to del visto di ingresso come agricoltore-contadino.Questi corsi erano a pagamento e, per chi non avevamezzi, il Comitato sarebbe intervenuto con nan-ziamenti propri. Il compito dei delegati era quello di

    32 Giornale di Astronomia 2015, 2

    , b. 223, u.a. 749, Statuto del Comasebit, art. 5. Al fondodello stesso verbale riportato che il Comitato elegge Presidenteil Com.te Federico Jarach, Vice-presidente il Prof. Mario Falco eDirettore il Prof. Renzo Luisada.

    , b. 223, u.a. 749, Statuto del Comasebit, art. 9. M. L (1983), p. 153. , b. 223, u.a. 753/2, lettera M. Lettera 25 gennaio 1939 di

    Luisada a Bemporad. Si precisa, peraltro, che gli archivi della Questura di Torino

    non sono arrivati integri no a noi, ma sono in parte andatidispersi subito dopo la Liberazione.

    , b. 223, u.a. 753/3, lettera T. Circolare 27 dicembre 1938. , b. 223, u.a. 753/3, senza mittente. Lista dei Comitati ita-

    liani. Sulla situazione del Ponente ligure e sulla gura di Ettore

    Bassi si vedano i due volumi di Paolo Veziano. , b. 223, u.a. 753/2, lettera M, Velina lettera GB 25 aprile

    1939. , ibidem, lettera M, lettera Comasebit 12 giugno 1939.

    F. 2. Nomina di Giulio Bemporad a delegato del Comasebit,Lettera 25 gennaio 1939 di Renzo Luisada (, b. 223, u.a. 753/2,lettera M)

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    segnalare i nominativi dei candidati alla Sede centra-le. Lespatrio, quando possibile, avveniva preferi-

    bilmente verso la Palestina che facilitava limmigra-zione di persone destinate a lavorare in agricoltura.Queste facilitazioni, inizialmente riservate ai profu-ghi, vengono poi estese anche ai ragazzi ebrei italia-ni: doveva trattarsi di ragazzi tra i 15 e i 17 anni noncompiuti, di sana costituzione sica e attitudine ai

    lavori manuali. Avrebbero preso parte ad un cam-peggio preparatorio che avrebbe dato modo discegliere i pi adatti spiritualmente alla nuova vita.Divisi in gruppi di 20 o 30, sarebbero poi partiti versola Palestina dove sarebbero stati sistemati in una co-lonia agricola in cui per due anni avrebbero dedicatomezza giornata al lavoro e mezza allo studio. Dopodue anni sarebbero stati liberi di scegliere se rimane-re nella colonia agricola o cercarsi unaltra sistema-zione. Il costo di tutto questo non era ancora statoprecisato, ma in casi eccezionali alcuni avrebberopotuto essere accolti gratuitamente. LarchivioTerracini pieno di documenti che si riferiscono allaaliah dei giovani e agli hachscharoth.

    Le donne potevano a volte essere ricollocate inInghilterra, come infermiere o come domestiche.La Sede del Comasebit comunica con una circolareindirizzata a tutti i Comitati quali sono le condi-zioni di immigrazione transitoria per lInghilterra.

    Erano ammessi ad ottenere ilpermit:

    . i capitalisti che fossero in grado di provare il possessodi somme variabili tra le 12 e le 30 sterline mensili a s;

    . studenti iscritti ad una scuola inglese, con garanziabancaria;

    . domestiche di et inferiore ai 45 anni, con conoscen-za dellinglese;

    . apprendisti tra i 16 e i 35 anni con contratto di lavoroe retribuzione di almeno 30 scellini settimanali;

    . infermiere tra i 18 e i 25 anni.

    Anche Giulio ad un certo punto cerca di capire se possibile per lui emigrare in Inghilterra, come si de-duce da una lettera con la quale Luisada gli comu-nica che il Consolato Inglese di Roma ha specica-to che

    per accogliere la domanda di certicato in qualit di pen-sionato, necessario che Ella possa documentare la pos-

    sibilit del trasferimento della pensione stessa.Unaltra destinazione molto ambita erano gli StatiUniti dAmerica. In una lettera del 2 gennaio 1939Wilhelm Brecher chiede a Bemporad un contributo

    per lacquisto dei biglietti di viaggio e di visto perlAmerica e successivamente, una volta ottenuti ifondi, scrive a Bemporad una lettera di ringrazia-menti prima di imbarcarsi sul piroscafo.

    Tra la corrispondenza di Bemporad ho sorpren-dentemente trovato anche una richiesta di GuidoHorn dArturo, che lo prega di aiutare una perso-na (F. 3):

    Carissimo prof. Bemporad,La dott. Ita JACKIR rumena di nascita e laureata in

    medicina a Bologna mi prega di raccomandarla che il Co-mitato di assistenza tenga presente il suo caso tuttaltroche invidiabile. La signorina si trova in questo momentoa Torino per dare gli esami di Stato; io per parte mia pos-so dirLe che mai benecenza sar meglio esercitata chefavorendo il soggetto di cui Le sto scrivendo.

    Augurando a Lei ed a me giorni pi lieti sono intantoil Suo affmo G. Horn dArturo.

    Bemporad gli risponde che ha molto piacere di ri-cevere sue notizie ma che certamente la signorina

    Jackir dimostrava poca comprensione.

    Il Comitato infatti ha lo scopo di alleviare le sofferenzedi coloro che sono stati danneggiati o rovinati dalle leg-gi razziali, e questo non certo il caso della signorinaJackir. []

    Questa signorina avrebbe dovuto vedere quanta mise-ria c, pensare alle donne di cultura non inferiore allasua e che oggi considerano come il massimo delle pro-prie aspirazioni andare a lavar piatti in Inghilterra. Leiriuscir ora a fare il suo esame di Stato assorbendo perquesto scopo una sommetta che magari domani potreb-

    be esser proprio quella che mi mancher per mandare quando la cosa sar ridiventata possibile un giovane ouna ragazza in Palestina, mentre nessuno sente oggi ilbisogno di una medichessa ebrea in pi! []

    Giornale di Astronomia 2015, 2 33

    , ibidem, circolare Comasebit 31 maggio 1939. In ArchivioTerracini infatti conservata una tta corrispondenza fra G. Bem-porad ed E. Bassi (, u.a. 753/1, Lettera B)

    , ibidem, lettera M, circolare Comasebit giugno 1939. Parola ebraica che signica emigrazione. Parola ebraica che signica campi di preparazione, in par-

    ticolare preparazione agricola. , b. 223, u.a. 753/1, lettera C, Lettere Coordinating Com-

    mittee Domestic Bureau, del 28 febbraio e 7 marzo 1939. , b. 223, u.a. 753/2, lettera M,. circolare Comasebit 21 feb-

    braio 1939. , ibidem, lettera M, lettera 8 maggio 1939.

    , b. 223, u.a. 753/1, lettera B, Lettera Brecher 2 gennaio 1939. , ibidem, lettera B, Lettera Brecher 3 agosto 1939. Sulla gura di Guido Horn dArturo si veda il contributo di

    Marina Zuccoli in questo fascicolo. , b. 223, u.a. 753/1, lettera H, Lettera 20 febbraio 1939 di

    Guido Horn.

    F. 3. Lettera 20 febbraio 1939 di Guido Horn dArturo (, b. 223,u.a. 753/1, lettera H)

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    E Lei come sta? Sento che si trova ancora al suoOsservatorio.

    Io ho puntualmente lasciato Pino il 14 dicembre, e misono stabilito per ora a Torino salvo a prendere poi una

    decisione denitiva sul modo migliore di utilizzare iltempo che ho ancora davanti e che spero lungo e fattivoalla faccia degli antisemiti di ogni razza.

    Il Comitato infatti ha lo scopo di alleviare le sofferen-ze di coloro che sono stati danneggiati o rovinati dalleleggi razziali, e questo non certo il caso della signorina

    Jackir.

    L11 maggio 1939 Umberto Coen, che nella comu-nit ebraica di Napoli svolgeva le funzioni di rabbi-no, invia a Giulio una cartolina postale (F. 4):

    Lho servita, anzi per essere pi esatto lho fatta servireaffidando a Max, che ancora qui con la signora, la

    missiva per il recapito. La Signora Nedda, che sta otti-mamente e che ha gi mandato presso i suoi a Siena lasua bambina, la raggiunger fra qualche giorno e Viscriver prima di partire. La mia signora a Roma pertrascorrervi qualche giorno presso il nostro Fausto. Ma-

    yer e Danilo non sono pi in Italia. La spero ottimamen-te con la gentile sorella alla quale vorr ricordarci affet-tuosamente e ad entrambi il mio cordiale Scialom.

    Questa cartolina prova che Giulio aveva mantenutoi contatti con la comunit ebraica napoletana, inparticolare con il rabbino Umberto Coen, e che at-traverso di lui riceveva notizie di Max e della sua fa-

    miglia. Viceversa non si ritrovata alcuna traccia dicontatti diretti o indiretti con Azeglio, a dimostra-zione del fatto che, come gi detto, la rottura fra idue cugini era denitiva.

    Il Comasebit ebbe solo 10 mesi di vita: fu scioltoinfatti il 16 agosto 1939.

    Sciolto dal governo fascista nellagosto 1939 ufficialmen-te per mancanza di autorizzazione governativa ma inrealt perch su di esso avevano cominciato a cadere deisospetti per attivit antifascista, al culmine della gravissi-ma crisi che, con lemanazione dei provvedimenti raz-ziali, travagliava le Comunit ed ancor pi lUnione del-

    le comunit, il Comasebit trov un valido sostituto nellaDelasem, che fu anche lunica organizzazione di assi-stenza ebraica italiana a rivestire carattere nazionale.

    La decisione di sopprimere il Comasebit era prima di tut-to politica, e rientrava nel quadro dellinasprimento del-le misure antiebraiche cui il fascismo mise mano verso lamet del 39 rendendosi conto che la massa degli italianinon seguiva pi il regime ed anzi, sulla questione dellalegislazione antisemita, aveva assunto un chiaro atteg-giamento di resistenza passiva e disobbedienza civile.

    La DelasemIl 9 ottobre 1939 lavvocato genovese Lelio Valobraviene nominato coordinatore dellattivit assisten-ziale in Italia e il 1 dicembre dello stesso anno na-sce ufficialmente la Delasem, Delegazione per lAs-sistenza agli Emigranti. Come sede viene sceltaGenova, sia perch vi era il porto pi importantedItalia da cui partivano quotidianamente navi perogni parte del mondo sia per la vicinanza con laFrancia, che sembrava ai profughi di ogni nazioneil luogo pi sicuro di asilo. Vengono istituite rap-presentanze in tutte le citt, generalmente presso leComunit ebraiche, e naturalmente Giulio Bempo-rad viene confermato alla delegazione di Torino.

    I compiti fondamentali della Delasem erano fa-vorire lemigrazione degli ebrei stranieri e assisterlidurante la loro permanenza in Italia, come sintetiz-zato sulla copertina dellopuscolo Due anni di Dela-sem, pubblicato nel 1942:

    La Delasem poteva godere di un rapporto per cosdire privilegiato con il fascismo. Il suo presidenteera infatti Dante Almansi, un ex prefetto che fu vice-capo della polizia durante il primo governo Musso-lini. Alla direzione viene messo Lelio Vittorio Valo-

    bra, che aveva ottenuto la discriminazione e poteva

    34 Giornale di Astronomia 2015, 2

    , ibidem, Risposta di GB del 23 febbraio 1939. Umberto Coen, nato ad Ancona, era sposato con Margheri-

    ta Di Gioacchino e aveva tre gli: Mayer, Fausto e Danilo. Neglianni Venti si trasferisce a Napoli dove apre un laboratorio di cami-ceria. Le notizie su di lui sono tratte da www.geni.com/people/Umberto-Coen-Senior/3228740.

    Max il diminutivo con cui veniva chiamato il primogenitodi Azeglio Bemporad, Carlo Massimo.

    Nedda Sadun, la moglie di Max Bemporad. La sua famigliaviveva a Siena.

    La bambina Miriam, la glia di Max e Nedda. , b. 223, u.a. 753/1, lettera C, Cartolina postale 11 maggio

    1939 di Umberto Coen.

    S. A (2000), p. 148. M. L (1983), p. 163. A. C,Prefazione a R. P, I sentieri della speran-

    za. Profuhi ebrei, Italia fascista e la Delasem, p. 11.

    F. 4. Cartolina postale 11 maggio 1939 di Umberto Coen (, b.223, u.a. 753/1, lettera C)

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    pertanto continuare ad esercitare la sua professionedi avvocato.

    Ricostituita ex novo la dirigenza, nominato il presidentedella Delasem, occorreva che questultima operasse allaluce del sole, con lautorizzazione e lappoggio delgoverno, indispensabili per muoversi con qualche possi-

    bilit di successo sopra un terreno dove ogni giorno au-mentavano le insidie. Lappoggio fu trovato e lautoriz-

    zazione concessa per lopera di Dante Almansi da unaparte, con le sue conoscenze al Ministero degli Interni,dallaltra a seguito di argomentazioni che non mancaro-no di convincere i funzionali fascisti pi riluttanti. In al-tri termini, non si deve credere che gli indubbi vantaggiottenuti fossero arrivati senza adeguata contropartita;soprattutto due le voci allattivo nei confronti del go-verno. La prima era [] che occupandosi la Delasem deiprofughi avrebbe sgravato il fascismo da notevoli oneri,dispendiosi dal punto di vista burocratico, organizzativoed economico; la seconda, determinante, fu che la Dela-sem avrebbe beneciato dellaiuto di enti internazionali,attivi da molti anni, come lHebrew Immigrant Aid So-

    ciety, [] la Hicem, [], la Jewish Agency e in particola-re lAmerican Joint Distribution Committee.

    Dopo lentrata in guerra il 10 giugno 1940, molti ebreiin attesa di espatrio vengono arrestati e c la primagrande operazione di internamento degli ebreistranieri nei campi di concentramento e nelle locali-t di internamento sparsi su tutto il territorio nazio-nale. In ogni campo di concentramento o localit diinternamento cera un corrispondente Delasem cheaveva il compito di far da tramite tra gli internati e ilDelegato. Allinizio del 1942 i rappresentanti erano

    ben 170, come risulta da una circolare Delasem

    inviata a tutte le rappresentanze. Ad ogni rappre-sentanza era inoltre assegnato un gruppo di rifugia-ti, che il Delegato periodicamente visitava. Le locali-t di competenza di Giulio Bemporad erano quellesituate in Piemonte: Agliano, Antignano, Caluso,Canelli, Castellamonte, Cuorgn, Mombercelli,Nizza Monferrato e S. Vincenzo della Fonte.

    Per il mantenimento dei rifugiati lo Stato dava unsussidio minimo, mentre la Delasem si occupava dissare aiuti di vario genere (abiti, medicinali, cibi)che in genere venivano distribuiti dalle sezioni fem-minili.

    I maschi sani tra i 18 e i 60 anni di et concentrati nei cam-pi hanno naturalmente laffitto gratuito e un sussidio vit-to giornaliero di L. 6,50. In diversi campi si sono forma-te delle cucine autonome che fanno gli acquisti in massae distribuiscono il vitto a prezzi eccezionalmente conve-nienti []. Le donne ed i bambini come pure i vecchi edi malati che sono internati ricevono un sussidio affitto diL. 50 al mese per famiglia e soltanto il capo famigliariceve un sussidio vitto di L. 6.50 al giorno, mentre lemogli unite ai mariti ricevono soltanto L. 1,10 al giorno

    ed i bambini e bambine no ai 20 anni di et ricevonosolamente L. 0,55 al giorno.

    A proposito del lavoro delle donne nella Delasem,vorrei aprire un breve inciso per ricordare la guradi Nella Errera, che collabor con Giulio Bemporaddal gennaio 1941. Era nata nel 1921 da una famigliacolta e antifascista: il padre era un dirigente dazien-da che non si iscrisse mai al Partito, la madre era unaviolinista e la sorella Lia, pi giovane di un anno,divent poi partigiana. Lo zio Giorgio, docente dichimica a Pavia, era uno dei 13 professori universi-tari che non giurarono fedelt al fascismo. Quan-do entrarono in vigore le leggi razziali, Nella fre-quentava la prima liceo classico al Liceo Aleri diTorino. Collabora con Bemporad no ai bombar-damenti dellautunno 1942, dopo sfolla a Caselette evi rimane no all8 settembre quando si sposta adUsseglio. Da l, allinizio del 1945, dopo aver sposatoil medico ebreo polacco Salek Brawer, riesce a fug-gire in Svizzera mentre era incinta del primo glio,

    Leo. Nel 1948 nasce Anna e nel 1949 la famiglia emi-gra in Israele dove nel 1959 nasce il terzo glio, Da-niel. Dopo pochi mesi Salek muore e Nella rientrain Italia con i tre gli.

    Nella era una persona molto conosciuta apprez-zata nella Comunit torinese, molto amica di Mi-riam Bemporad e della sua famiglia e sarebbe statasicuramente in grado di fornirmi preziose informa-zioni su Giulio perch conserv memoria e luciditno allultimo. Disgraziatamente non sono riuscitaa conoscerla perch morta a 93 anni il 26 agosto2014, solo qualche settimana prima che io iniziassi

    questa ricerca.Con lentrata il guerra degli Stati Uniti, si bloccaunaltra possibilit di emigrazione. Dal 30 giugno ilConsolato americano non avrebbe pi concesso vi-sti dimmigrazione e dal 15 luglio tutti i consolatiamericani vengono chiusi. quindi meglio non far-si illusioni e convincere gli assistiti dellinutilit diinviare richieste di assistenza in tal senso perch ledelegazioni non sarebbero in grado di rispondere.Inoltre, con il blocco dellemigrazione, da un latovengono a mancare le rimesse importanti degli ebreiche emigravano denitivamente e dallaltro il caricodi assistiti aumenta. Per far fronte a questo pro-

    blema era necessario da un lato aumentare il contri-buto degli oblatori italiani e dallaltro diminuire leuscite, incluse le assegnazioni alle rappresentanze.

    Noi sappiamo che nei momenti difficili abbiamo semprepotuto contare su Torino come uno dei puntelli della no-stra attivit ed ora il momento per gli ebrei torinesi difarsi avanti in questopera di solidariet umana.

    Giornale di Astronomia 2015, 2 35

    S. A (2000), pp. 151-152. S. A (2000), p. 156. , Fondo Delasem, Circolari e contabilit, b. 1, u.a. 2, d. 1,

    Circolare 24 gennaio 1942. Dal 1927 la Val dAosta era una provincia che comprendeva

    anche il Canavese (ex circondario di Ivrea).

    , Fondo Delasem, b. 1, u.a. 11, d. 5, Lettera 11 ottobre 1940di Enrico Luzzatto, segretario della Delasem.

    Si veda lintervista a Nella e Lia pubblicata nella tesi diBarbara Costamagna.

    , Fondo Delasem, b. 1, u.a. 19, d. 50, Lettera di Luisada 24giugno 1941.

    , Fondo Delasem, b. 1, u.a. 25, d. 77, Lettera 26 dicembre1941 di Luisada a Bemporad.

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    Tra i vari benefattori spicca il nome di Adriano Oli-vetti, che contribu in modo decisamente sostanzio-so e continuativo allassistenza ai profughi, cercan-

    do per in tutti i modi di restare anonimo. In unalettera del febbraio 1942 Olivetti comunica a Bem-porad che nei giorni successivi lingegnere Luria sa-rebbe andato da lui perch voleva occuparsi della si-tuazione dei profughi croati nel circondario di Ivreae gli invia un primo versamento di 5.000 lire che loprega di destinare ai profughi di Aosta a nome di Lu-ria, perch preferiva che il suo nome non comparis-se. Lo assicura inoltre che in qualsiasi momentoavrebbe potuto contare su una medesima cifra.Qualche mese dopo gli scrive nuovamente dicendo

    Le mando un po anticipata la somma che le destinavo in

    questi ultimi tempi, perch non sto bene e temo nonpotrei fargliela avere pi tardi. Devo dirle per la verit chedi tutti i contributi che Lei ha ricevuto 125 mila lire eranomie personali e le altre della Societ da me presieduta. So-no a pregarla di tenere queste cose riservate e cio anchedopo quando non sar pi pericoloso che si sappia e que-sto perch scritto nel Vangelo che la mano destra nonsappia quello che fa la sinistra. Mi raccomando per questomio desiderio la comune nostra fede nel Dio dIsraele.

    Le carte Delasem documentano anche i rarissimicontatti che Giulio mantenne con il mondo del-

    lastronomia. Sono state ritrovate solo due lettere diLuigi Taffara, direttore dellOsservatorio di Ca-tania subentrato ad Azeglio, e una cartolina postaledi Guido Horn dArturo. Taffara gli spedisce lecopie dei volumi del Cataloo astrofotoraco cheGiulio gli aveva chiesto, mentre Horn gli comunicadi aver inviato al suo raccomandato (che non sap-piamo chi sia) la sua memoria sulla sincronizzazio-

    ne di pendoli oscillanti secondo tempi diversi.La quantit di corrispondenza tra gli internati eBemporad invece cospicua e meriterebbe di esse-re adeguatamente valorizzata, attraverso una sche-datura e unindicizzazione sistematica. Ci sono cen-tinaia di richieste aventi per oggetto le materie pivarie (assistenza materiale, medica, invio di coper-te, vestiti, libri, scarpe, giochi ecc.), cui seguiva sem-pre una risposta di Bemporad. Spesso gli assistiti sirivolgevano a Giulio con parole molto dolci e nonmancavano affettuosit anche nei confronti di suasorella Giselda.

    Il bombardamento di Torino(20-21 novembre 1942)

    Nella notte tra il 20 e il 21 novembre 1942 Torinoviene bombardata e la Sinagoga viene distrutta. LaComunit ebraica costretta ad abbandonare gliuffici, da cui vengono salvate le carte darchivioche sono arrivate no a noi (F. 5).

    I bombardamenti colpiscono pesantemente tuttala citt e i torinesi cominciano a sfollare verso lecampagne.

    La riorganizzazione della Delasem

    Dopo Torino vengono colpite anche Genova eMilano. In una relazione del 13 dicembre 1942Luzzatto sottolinea come lo sfollamento totale diGenova e Torino e parziale di Milano abbiano scar-dinato lorganizzazione degli uffici della Delasem.Per questo si rendeva necessaria una riorganizzazio-ne: si decide di trasferire a Roma le pratiche di emi-grazione e di far conuire lattivit di assistenza agliinternati (oltre 3000 famiglie) in un unico ufficio.

    Anche Giulio e Giselda Bemporad lasciano Tori-no. Con il nipote Max, sua moglie Nedda e la giova-ne Miriam sfollano in localit Borgo Talutto di Busca(nei pressi di Saluzzo, in provincia di Cuneo). Ilprimo documento da cui risulta il nuovo domicilio una cartolina postale inviata il 4 febbraio 1943 daElvira Singer in Davidovic, internata a Dronero.

    36 Giornale di Astronomia 2015, 2

    , ibidem, b. 2, u.a. 28, d. 72, Lettera 27 febbraio 1942 di A.Olivetti a Bemporad.

    , ibidem, b. 3, u.a. 39, d. 2, Lettera 30 gennaio 1943 di A.Olivetti a Bemporad.

    , ibidem, b. 2, u.a. 33, d. 90, lettera 23 luglio 1942 e u. 34,d. 94, lettera 21 agosto 1942 di L. Taffara.

    , ibidem, b. 2, u.a. 33, d. 40, cartolina postale 13 settembre1942 di Guido Horn dArturo.

    Gli uffici della Comunit si spostano in Via Orto Botanico13, lattuale via Lombroso.

    , Fondo Delasem, b. 1, u.a. 1, d. 2, relazione Luzzatto 13dicembre 1942.

    , ibidem, b. 3, u.a. 40, d. 11, cartolina 4 febbraio 1943.

    F. 5. Danni prodotti dallincursione aerea del 20-21 novembre1942 sulla Sinagoga di Torino (, 1891_9B03-07)

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    Dopo l8 settembre 1943

    La notizia dellarmistizio di Cassibile, la nascita del-la e la conseguente occupazione tedesca cambiacompletamente il quadro politico. Valobra subitoconvocato in Questura a Genova e riceve lordine dichiudere la Delasem. Riesce a salvare larchivio coni nomi dei delegati e degli assistiti consegnandolo al-

    lArcivescovo di Genova Pietro Boetto che lo na-sconde nelle canne dellorgano di San Lorenzo. Ildenaro viene spostato su un conto intestato alla SanVincenzo, in modo che si potesse operare senzaproblemi. Valobra si nasconde prima nellentroter-ra di Chiavari e poi il 26 novembre entra in Svizze-ra. Giulio Bemporad resta inizialmente a Busca.Con lentrata della Delasem in clandestinit, alcuniesponenti del clero ebbero un ruolo fondamentaleper laiuto agli ebrei. A Torino, ad esempio:

    DallArcivescovado partirono, tramite monsignor Vin-cenzo Barale, segretario dellarcivescovo cardinale Mau-

    rilio Fossati, diversi aiuti morali ed economici a favore diebrei. Gli aiuti si inserivano nel pi generale programmadi intervento organizzato dallarcivescovo di Genova, car-dinale Pietro Boetto, e del suo segretario don FrancescoRepetto, per conto della nella gura del suorappresentante per il Piemonte, Giulio Bemporad. Dallacentrale via Arcivescovado venivano smistati i sussidi eco-nomici, si rintracciavano sicuri rifugi, si ritrovavano per-sone che avevano perso i contatti con le loro famiglie.

    Tutto era coordinato dai due prelati che si succe-dettero in quegli anni alla carica di Arcivescovo diGenova: il cardinal Pietro Boetto e don Francesco

    Repetto.Entrambi diramarono le necessarie informazioni agli al-tri vescovati in modo tale che ebrei e cattolici, lavorandoinsieme e servendosi dei mezzi che il Joint, a contattocon lavv. Valobra, faceva pervenire in Svizzera, trovaro-no asilo a centinaia di perseguitati in case amiche, in con-venti, in parrocchie, e resero possibile la fuga in Svizze-ra a molti profughi. Provvidero inoltre a documentididentit falsi, a carte annonarie, a permessi di viaggio,a viveri, indumenti e medicinali. Riuscirono insomma atenere in piedi per 18 lunghi mesi lorganizzazione di soc-corso ebraica a dispetto delle molte minacce dei tedeschiche erano venuti a conoscenza delle loro attivit e che ar-rivarono addirittura a spiccare contro il cardinale Repet-to un mandato di cattura.

    Il 30 novembre 1943 il Ministro dellInterno Buffari-ni invia a tutti i Capi delle Provincie Libere la tri-stemente famosa ordinanza di polizia n. 5:

    Comunicasi, per la immediata esecuzione, la seguenteordinanza di Polizia che dovr essere applicata in tutto ilterritorio di codesta Provincia:. Tutti gli ebrei, anche se discriminati, a qualunque na-

    zionalit appartengano, e comunque residenti nel ter-ritorio nazionale debbono essere inviati in appositi

    campi di concentramento. Tutti i loro beni, mobili edimmobili, debbono essere sottoposti ad immediato

    sequestro, in attesa di essere conscati nellinteressedella Repubblica Sociale Italiana, la quale li destinera benecio degli indigenti sinistrati dalle incursioniaeree nemiche.

    . Tutti coloro che, nati da matrimonio misto, ebbero,in applicazione delle leggi razziali italiane vigenti, ilriconoscimento di appartenenza alla razza ariana,debbono essere sottoposti a speciale vigilanza dagliorgani di polizia. Siano per intanto concentrati gli

    ebrei in campi di concentramento provinciali in atte-sa di essere riuniti in campi di concentramento spe-ciali appositamente attrezzati.

    Da quel momento e no a dopo la Liberazione nonho pi trovato alcuna traccia scritta che documen-tasse lattivit di Giulio. La documentazione Dela-sem conservata in Archivio Terracini si ferma infat-ti ai primi di settembre 1943, per poi ricominciaredopo la Liberazione. certo che n lui n la sorellafurono deportati, mentre tra i familiari di Azegliomorirono ad Auschwitz tutti i parenti di NeddaSadun, la moglie di Max: il padre Gino e la madre

    Adele, il fratello Vittorio Emanuele con la moglieMatilde Cal e i gli Amiel e Lia. Ad Auschwitzpersero la vita anche Adele Camerino, la vedova diDuilio Bemporad (il fratello di Azeglio caduto du-rante la prima guerra mondiale), e sua glia Lilianacon il marito Emilio Corinaldi.

    Nel fondo Comasebit ho trovato una velinamolto rovinata che contiene uno scritto anonimo dicui riporto alcuni stralci.

    Da oltre un anno gli ebrei sono scomparsi dalla circola-zione. Non ne debbono esistere pi nella RepubblicaSociale Italiana. Eppure di tanto in tanto per la strada ac-

    cade dincontrare qualche parente, qualche amico. I vol-ti si animano, la gioia di ritrovarsi brilla negli occhi. Istin-tivo e reciproco il pensiero: sei ancora vivo! Si narranoin breve a vicenda le peripezie subite. Sono per lo pi lemedesime: gravi pericoli corsi, vagabondaggi di paese inpaese sempre col timore di essere scoperti, separazioniimprovvise di famiglie, sofferenze morali e disagi sicisopportati []

    Il pensiero va agli amici cari [] che non rivedremopi. Uccisi o deportati in Germania lo stesso. Se de-portato in Germania, non se ne sa pi nulla; muore inqualche oscuro campo di concentramento dopo atrocisofferenze siche e morali. I due si lasciano. Natural-

    mente uno tace allaltro il proprio indirizzo, le proprienuove generalit. E chiss quando si incontreranno sepure si incontreranno ancora.

    Il timore che la cattura di uno possa signicare la cat-tura dellaltro fa s che ogni ebreo viva isolato privo dicontatti con ebrei o persone di conoscenza che potreb-

    bero anche involontariamente causare la sua rovina.Estremamente difficile dunque apparsa in un primo

    tempo lopera di assistenza: gli ebrei anche i pi biso-gnosi riutano ostinatamente di dare un indirizzo o re-capito, sempre temendo tranelli e provocazioni.

    Giornale di Astronomia 2015, 2 37

    Torino 1938-45: una uida per la memoria, p. 20-21.

    L. P e www.nomidellashoah.it. , b. 223, u.a. 753/3, senza mittente, relazione allegato n. 3. La relazione, secondo quanto riportato in un saggio di Mi-

    chele Sarfatti, fu in realt redatta da Giorgina Segre nel febbraio194; M. S (2000), pp. 271-283, nota 145.

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    Il trasferimento a Roma e la PresidenzadellUfficio Palestinese Centrale

    probabile che Giulio e Giselda, come tutti gli ebreiche non furono deportati, riuscissero a salvarsi na-scondendosi nelle campagne nch non trovaronoun rifugio pi sicuro. I documenti ci dicono che inun momento non precisato, probabilmente dopo laliberazione di Roma, giunsero a Roma ospiti dellafamiglia di Fernando Pergola, un loro lontanoparente. Le recenti ricerche svolte allarchiviodellUnione delle Comunit Ebraiche mi consento-

    no di affermare con certezza che Giulio Bemporadsi trovava a Roma gi ai primi di settembre 1944.

    NellItalia liberata la decisione della costituzione dellaBrigata fu accolta con grande entusiasmo, tanto che si

    tenne ai primi di settembre del 44 una numerosa riunio-ne a riguardo, presenti il Prof. Bemporad, il Rabbino Ca-po di Roma e il Presidente dellUnione.

    NellArchivio storico dell si trova unulterioree importante conferma della sua presenza nella Ca-pitale. L8 novembre 1944 il Presidente dellOrga-nizzazione Sionistica Italiana Carlo Alberto Viterboscrive al Presidente dellUnione delle Comunit

    Israelitiche Italiane, Dante Almansi, per comunica-re la nomina di Giulio Bemporad alla direzionelUfficio Palestinese Centrale (F. 6):

    Abbiamo il piacere di parteciparvi che la nostra Orga-nizzazione ha dato al suo Ufficio Palestinese un aspettopi completo e rispondente alle necessit del momento.

    A presiedere questufficio stato chiamato il Prof. Giu-lio Bemporad.

    Il presidente avv. C. A. Viterbo.

    LUfficio Palestinese Centrale aveva il compito, perconto dellAgenzia Ebraica, di organizzare lemi-

    grazione degli ebrei italiani verso la Palestina. Bem-porad doveva raccogliere ed esaminare i documen-ti e i dati necessari a scegliere i candidati allAlij,coloro che partivano alla costruzione del futuro sta-to di Israele. Il suo impegno e la sua dedizione allacausa sionista fu totale: cominci infatti subito adorganizzare lUfficio in modo da metterlo in gradodi diventare un efficace strumento dei rapporti conErez Israel, quando lItalia fosse stata completa-mente liberata.

    Giunto il momento di far rinascere il movimentosionista italiano, dal 12 al 15 gennaio si tiene a Roma

    il primo convegno dei rappresentanti dei GruppiSionistici dellItalia liberata con lo scopo di coordi-nare il loro lavoro e di ricostituire, almeno provvi-soriamente, e in attesa della completa liberazione,la Federazione Sionistica Italiana. Giulio Bem-porad vi partecipa come delegato eletto dallOrga-nizzazione sionistica di Roma e presiede la Com-missione per lUfficio Palestinese e lAlij. I lavoridel convegno terminano con la ricostituzione dellaFederazione Sionistica Italiana e con lelezione di unComitato Esecutivo, sotto la presidenza di Carlo Al-

    berto Viterbo, di cui Giulio Bemporad uno degli11 membri.

    Durante gli ultimi mesi a Roma, d vita allAsso-ciazione per la lingua e la cultura ebraica (Audathha-lascin), con lo scopo di diffonderne la conoscen-za, specie fra gli ebrei, e di istituire una biblioteca

    38 Giornale di Astronomia 2015, 2

    Questo quanto risulta allUfficio certicazioni storichedel Comune di Roma: nella scheda anagraca di Giulio Bemporad riportato temporaneamente residente a casa della sorella Gisel-da la quale a sua volta risulta ospite presso la famiglia di Fernan-do Pergola, coniugato con Vanda Funaro e con una glia di nomeLia, nata nel 1946 ed emigrata a Venezia nel 2003 a seguito di ma-trimonio con Roberto Bassi. Sono riuscita a mettermi in contattocon la signora Lia Bassi Pergola che mi ha detto che Giselda hacontinuato a vivere con loro no al 1976, quando andata a Firen-ze dove morta due anni dopo nella casa di riposo israelita. Pur-troppo per non aveva alcuna notizia n su Giulio n sulle moda-lit del loro arrivo a Roma.

    Ci si riferisce alla costituzione della Brigata Ebraica. F. D C, La ripresa delle attivit sionistiche e delle oranizzazioniebraiche alla Liberazione (1944-1945), La Rassegna mensile di Israel,vol. , n. 1/6 (gennaio-giugno 1981), p. 212.

    A, Serie enti mondiali, 93B-4 Federazione sionistica;Ufficio Palestinese.

    Il ruolo di Giulio Bemporad per il sionismo italiano bensottolineato nel necrologio pubblicato sulla prima pagina del n. 31-32 di Israel del 12 luglio 1945.

    Israel, anno 30, n. 6, 11 gennaio 1945. Ibidem, n. 7, 18 gennaio 1945 e F. D C, ibidem, p.

    218, nota 63.

    F. 6. Nomina di Giulio Bemporad alla presidenza dellUfficio Pa-lestinese Centrale, Lettera 8 novembre 1944 di C. A. Viterbo al Pre-sidente dell Dante Almansi ( , Serie enti mondiali, 93B-4Federazione sionistica; Ufficio Palestinese)

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    che desse a tutti la possibilit di disporre di libri in

    ebraico.

    Fu reintegrato? Torn a Torino?

    Nonostante quanto viene spesso riportato, non calcun documento che possa comprovare la suareintegrazione. Certamente le norme gli avrebberodato il diritto ad essere reintegrato, ma in nessunarchivio stata ritrovata una traccia che ci consentadi affermare che questo reintegro fosse stato dispo-sto. A partire dal gennaio 1944 venne infatti emana-

    ta una serie di decreti che disponevano la reintegra-zione nei diritti civili e politici degli ebrei italiani ela riammissione in servizio di chi aveva perso lim-piego. Lapplicazione di queste norme doveva peressere valutata caso per caso e non poteva essere at-tuata nelle zone ancora sotto il dominio nazifasci-sta. inoltre certo che non torn pi a Torinodopo la Liberazione. In una lettera a Davide Momi-gliano, che al momento mi risulta essere il suoultimo scritto, Giulio comunica la sua speranza diessere a Torino tra la ne di giugno e i primi di lu-glio (F. 7).

    Roma, 1 giugno 194520 Sivan 5705Caro Momigliano,Lei uno di quelli dei quali ho saputo solo negli ulti-

    mi giorni che era vivo e sano, e ne sono stato tanto lieto.Ho visto che anche il suo babbo sta bene. Senza ripeterea Lei quel che dico allavvocato, Le confermo la mia spe-ranza di essere a Torino fra gli ultimi di Giugno e i primidi Luglio. Naturalmente sar a Pino Torinese, ma un podi tempo per occuparmi anche delle cose nostre lo trovo.Pi difficile sar trovare ancora energia, perch la malat-tia subita qui a Roma mi ha fatto invecchiare di dieci an-

    ni in poche settimane. Arrivederci, e tante affettuosit aLei e Suoi anche da parte di mia sorella.

    Purtroppo la malattia non gli permise di tornarepi. Giulio Bemporad mor il 9 luglio 1945 allOspe-dale Fatebenefratelli di Roma a causa di un tumoreal polmone. Giselda ne d notizia alla Comunitebraica di Torino con un telegramma inviato alle19:10 del 9 luglio (F. 8). Il giorno successivo laComunit ebraica di Torino invia due telegrammidi cordoglio allUfficio palestinese centrale e allaDelasem di Roma (F. 9).

    Perdita improvvisa immatura Professore Bemporad pri-va Italia ebraica indefesso assertore idealit palestinesi.Porgiamo condoglianze sorella amici tutti.

    Costernati ferale annuncio gravissima perdita bene-merito professore Bemporad porgiamo sentite profondecondoglianze.

    La notizia della sua morte sorprende i suoi collabo-ratori pi stretti, che lo avevano visto assiduo e pre-sente al lavoro no a pochi giorni prima. Il 12 luglio

    Giornale di Astronomia 2015, 2 39

    F. D C, ibidem, p. 192. Segretario della Comunit ebraica di Torino allepoca.

    , Fondo Delasem, b. 39, u.a. 116, d. 1. Si noti che in tutte le pubblicazioni su Giulio Bemporad,

    compreso il necrologio di Volta, riportata una data di morte sba-gliata. Lerrore nasce dallannuncio pubblicato nel volume del 1945delle Memorie della Societ astronomica italiana, su cui scrit-to che morto il 10 luglio anzich il 9.

    , Fondo Delasem, b. 10, u.a. 144, fasc. Giselda Bemporad.

    F. 7. Lettera 1 giugno 1945 di Giulio Bemporad a Davide Mo-migliano (, Fondo Delasem, b. 39, u.a. 116, d. 1)

    F. 8. Telegramma 9 luglio 1945 di Giselda Bemporad alla Co-munit ebraica di Torino (, Fondo Delasem, b. 10, u.a. 144)

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    il settimanale Israel gli dedica un necrologio in pri-ma pagina, in cui si legge:

    LEbraismo italiano perde uno dei suoi uomini migliori,pi colti, pi attivi, pi preparati a svolgere funzioni di-

    rettive, pi decisi a combattere strenuamente quando oc-corresse. A Torino ove risiedeva, a Roma ove lo avevanocondotto temporaneamente le vicende della guerra, la

    sua attivit in campo ebraico stata continua, instanca-bile. []

    In tutte queste molteplici attivit Giulio Bemporadnon portava soltanto lassennato consiglio di un uomoesperto e sagace, ma il sacro fuoco di una passione fer-vente, lo spirito di sacricio che antepone sempre il benegenerale al proprio, il coraggio di condurre le premessealle loro estreme conseguenze, la prontezza ad assume-re tutte le responsabilit.[]

    Ciascuno di noi, ricordandolo, pu assumerlo adesempio; ciascuno di noi, ricordandolo, trover sprone eincitamento nel lavoro che, con la Sua scomparsa, si ag-gravato sulle nostre spalle.

    Nel numero successivo di Israel sono pubblicati unbreve articolo in sua memoria e un ringrazia-mento della sorella Giselda alla Delasem e a Setti-mio Sorani, al Dr. Spring e a Fernando e Vanda Per-gola, per aver assistito con affetto suo fratello noallultimo istante.

    Giulio Bemporad sepolto a Roma, nel repartoisraelitico del cimitero del Verano, al riquadro 34(F. 10). Le lettere poste sulla lapide (T-N-Tz-B-H,cio Tav Nun Tzadi Bet Hey) sono le iniziali di una fra-se spesso presente nelle sepolture ebraiche, Thay

    40 Giornale di Astronomia 2015, 2

    Israel, a. 30, n. 31-32, 12 luglio 1945, p. 1. Israel, a. 30, n. 33, 26 luglio 1945, p. 2. Ibidem, p. 4.

    F. 9. In alto: velina telegramma condoglianze 10 luglio 1945 dallaComunit ebraica di Torino allUfficio Palestinese Centrale (,Fondo Delasem, b. 10, u.a. 144); in basso, velina telegrammacondoglianze 10 luglio 1945 dalla Comunit ebraica di Torino allaDelasem di Roma (, Fondo Delasem, b. 10, u.a. 144)

    F. 10. Tomba di Giulio Bemporad al Cimitero Verano di Romareparto Israelitici, riquadro 34, la 14, fossa 3 (foto di Luisa Schia-vone)

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    nafsho tzrurah btzror hachairn, che signica Possa lasua anima essere legata al legame della vita.

    Nella tradizione ebraica per cui vita e morte so-no legate in modo indissolubile e chi muore conti-nuer a vivere nch il suo nome verr nominato ench qualcuno lo ricorder, con questo lavoro miauguro di aver contribuito alla conoscenza dellastoria di un uomo ingiustamente dimenticato.

    Archivi consultati

    = Archivio Centrale dello Stato = Associazione La Piccola Gerusalemme Piti-

    glianoit = Ufficio anagrafe Comune di Pitigliano () = Archivio Storico Comune di Firenze = Archivio Storico Comune di Ravenna = Archivio Storico Comune di Siena = Archivio Storico Citt di Torino = Archivio Storico Osservatorio astronomico di

    Capodimonte, Napoli = Archivio Storico Osservatorio astrosico di

    Torino, Pino Torinese = Archivio di Stato di Firenze = Archivio di Stato di Torino = Archivio Storico dellUniversit di Catania = Archivio Storico dellUniversit di Torino = Archivio Ebraico B. & A. Terracini, Torino = Archivio storico dellUnione delle Comunit

    Ebraiche Italiane, Roma = Comunit Ebraica di Firenze = Ufficio certicazioni storiche anagrafe di Torino = Ufficio certicazioni storiche anagrafe di Ravenna

    = Ufficio certicazioni storiche anagrafe di Roma = Fondazione EinaudiI = Istituto Storico per la Resistenza in Pie-

    monte

    Referenze bibliograche

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    Come si vede dalla fotograa della tomba, due delle lette-re sono cadute.

    mia intenzione continuare lo studio su Giulio Bemporadcon la pubblicazione della corrispondenza con Azeglio e con unapprofondimento del suo ruolo nel movimento sionistico.

    Luisa Schiavone, laureata in Lettere moderne con una tesi in biblioteconomia sulla storia dellOsservatorio astrono-mico di Torino, un tecnologo dellOsservatorio astrosico di Torino dove ricopre la carica di responsabile della Biblio-teca e dellArchivio storico.