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del Parmigiano Reggiano le strade CASEIFICI E TERRITORIO Oltrepò Mantovano

Oltrepò Mantovano le strade - parmigianoreggiano.com · Grafiche Callegaro (Padova) ... Si ringrazia la Provincia di Mantova per la collaborazione fornita ... meravigliose, pareti

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Consorzio del Formaggio Parmigiano-ReggianoSezione di Mantova

Via Cappello, 13 - 46100 MantovaTel. 0376.327621 Fax 0376.322502

www.parmigiano-reggiano.it

Dedicata ai curiosi ed ai golosi, a chi si muove per

diletto o per lavoro, a chi sa apprezzare le cose

belle e le cose buone.

Questa guida è un piccolo compagno di viaggio

per conoscere la costellazione di sapori, arte, cul-

tura e natura che brilla nel territorio dell’Oltrepò

Mantovano.

del ParmigianoReggiano

le stradeLa prima guida dedicata ai caseifici che

producono il Parmigiano-Reggiano

nel territorio dell’ Oltrepo Mantovano.

Acquistare il Parmigiano-Reggiano

direttamente dal produttore diventa

un’occasione per scoprire il territorio

mantovano nei dintorni del caseificio,

territorio che è la vera e propria “culla”

di questa eccellenza gastronomica.

Godere della bontà di un prodotto tradizionale

e genuino scoprendo le caratteristiche uniche

dei luoghi che hanno contribuito a renderlo così

speciale.

CASEIF IC I E TERRITORIO

eccentrico.eu

Per tutte le informazioni aggiornate

sul mondo del Parmigiano-Reggiano

e i caseifici che lo producono

consultate il sito www.parmigiano-reggiano.it

Dal sito è possibile scaricare anche

la guida ai caseifici in versione GPS

per i principali navigatori satellitari.

OltrepòMantovano

case

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caseifici e territorio nell’Oltrepò mantovano

del Parmigiano-Reggianole strade

con il patrocinio dicon il contributo di

Consorzio del Formaggio Parmigiano-ReggianoSezione di Mantova

Via Cappello, 13 - 46100 MantovaTel. 0376.327621 Fax 0376.322502

www.parmigiano-reggiano.it

Dedicata ai curiosi ed ai golosi, a chi si muove per

diletto o per lavoro, a chi sa apprezzare le cose

belle e le cose buone.

Questa guida è un piccolo compagno di viaggio

per conoscere la costellazione di sapori, arte, cul-

tura e natura che brilla nel territorio dell’Oltrepò

Mantovano.

del ParmigianoReggiano

le stradeLa prima guida dedicata ai caseifici che

producono il Parmigiano-Reggiano

nel territorio dell’ Oltrepo Mantovano.

Acquistare il Parmigiano-Reggiano

direttamente dal produttore diventa

un’occasione per scoprire il territorio

mantovano nei dintorni del caseificio,

territorio che è la vera e propria “culla”

di questa eccellenza gastronomica.

Godere della bontà di un prodotto tradizionale

e genuino scoprendo le caratteristiche uniche

dei luoghi che hanno contribuito a renderlo così

speciale.

CASEIF IC I E TERRITORIO

eccentrico.eu

Per tutte le informazioni aggiornate

sul mondo del Parmigiano-Reggiano

e i caseifici che lo producono

consultate il sito www.parmigiano-reggiano.it

Dal sito è possibile scaricare anche

la guida ai caseifici in versione GPS

per i principali navigatori satellitari.

OltrepòMantovano

case

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Le Strade del Parmigiano-ReggianoCaseifici e territorio nell’Oltrepò mantovano

© Consorzio del Formaggio Parmigiano-Reggiano sezione di Mantova

© Eccentrico

riproduzione vietata

Coordinamento editoriale, progetto grafico, impaginazioneEccentrico

TestiFrancesca Zanetti

Testi da pagina 22 a pagina 39Consorzio del Formaggio Parmigiano-Reggiano

Coordinamento pagine caseificiFranco GardinazziSezione di Mantova del Consorzio del Formaggio Parmigiano-Reggiano

Raccolta dati caseificiSezione di Mantova del Consorzio del Formaggio Parmigiano-Reggiano

I crediti fotografici sono indicati alla fine del volume

StampaGrafiche Callegaro (Padova)Finito di stampare nel mese di luglio 2011

Si ringrazia la Provincia di Mantova per la collaborazione fornitadal Servizio Cultura e Turismo in relazione a materiale fotograficoe redazionale.

Realizzato grazie al cofinanziamento della misura 133“Azioni di informazione e promozione dei prodotti agroalimentari di qualitàin convenzione con il PSL GAL Oltrepò Mantovano”

Mantova

Oltrepò Mantovano

San Benedetto Po

Pegognaga

Gonzaga

Moglia

Quistello Villa PomaSermide

Motteggiana

Indice Generale I comuni dell’Oltrepò mantovano dove trovare caseifici produttori

di Parmigiano-Reggiano con punto vendita aperto al pubblico

intervento di Giuseppe Alai Presidente del Consorzio del Formaggio Parmigiano-Reggiano 9

intervento di Pietro Maria Gattoni Presidente della Sezione di Mantova del Consorzio del Formaggio Parmigiano-Reggiano 11

Come leggere questa guida 13

Ode e Lode al Parmigiano-Reggiano di Patrizio Roversi 16

I segreti e la storia del Parmigiano-Reggiano 21

Le visite nei caseifici del Parmigiano-Reggiano 35

La strada mantovana del Parmigiano-Reggiano di Wainer Mazza 38

L’ Oltrepò mantovanoIndice dell’area 40

Il territorio 44

I caseifici 62

Mantova 70

Elenco dei caseifici con vendita all’ingrosso 80

Bibliografia di approfondimento 88

Indice dei caseifici per matricola 91

Indice tematico 93

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Sul primato di notorietà del Parmigiano-Reggiano non sussistono dubbi:le ricerche lo indicano infatti come il formaggio più conosciuto al mondo.Non sempre sono però altrettanto note le sue caratteristiche, i processi artigianali grazie ai quali nasce, la complessità di un sistema articolato entro il quale vi sono tanti protagonisti ugualmente chiamati ad un grande lavoro e ad una importante responsabilità nel dar vita e nel proporre ai consumatori un prodotto che ha nell’assoluta naturalità il suo punto di forza.Al centro di questo sistema, che parte da 3.500 allevamenti, operano poco meno di 400 caseifici distribuiti in un comprensorio di produzione che si colloca tra il Po e il Reno: il formaggio più conosciuto al mondo nasce proprio qui, in luoghi e strutture in cui si perpetuano secolari tradizioni e l’arte casearia e i suoi segreti si tramandano da una generazione all’altra. Tra le cose che meno si conoscono del Parmigiano-Reggiano, vi sono proprio queste strutture, i gesti e le attività che in esse si compiono, una presenza nel territorio che è fonte di lavoro e costituisce un presidio importante per la tutela dell’ambiente.L’obiettivo di queste pagine è proprio quello di accendere nuove luci di conoscenza su questa rete di imprese artigianali, offrendo ai lettori la possibilità di entrare in uno straordinario mondo in cui ogni cosa è fatta non solo con maestria, ma anche con naturale passione.

Giuseppe AlaiPresidente del Consorziodel Formaggio Parmigiano-Reggiano

11

La presenza del territorio del Basso Mantovano all’interno del comprensorio di produzione del Parmigiano-Reggiano ci ricorda che le tradizioni e le consuetudini superano i limiti territoriali di province e regioni, rimandandoci al passato, quando i confini venivano identificati dall’andamento naturale di fiumi, pianure, colline e montagne.Alla destra del fiume Po, nel Basso Mantovano, viviamo una tradizione agronomica, di allevamento e di lavorazione casearia finalizzata alla produzione del Parmigiano-Reggiano, come avviene anche nelle province di Parma, Reggio, Modena e Bologna, alla sinistra del Reno.Come la natura demarca il nostro comprensorio, così il processo produttivo del Parmigiano-Reggiano che si tramanda di generazione in generazione è strettamente legato ai suoi ritmi e alle sue regole.Questa guida vuole portare l’attenzione sui caseifici mantovani, che sono i protagonisti del nostro amato prodotto e raccolgono i valori e la passione delle persone che ne determinano l’eccellenza.Una traccia per comprendere come i caseifici siano parte integrante dello sviluppo di un territorio, della sua crescita sociale e del suo presidio ambientale. Nodi essenziali di un percorso fatto di sapori, cultura ed arte.Ringrazio le istituzioni che hanno contribuito fattivamente alla realizzazione di questa iniziativa, che, sono certo, sarà di aiuto per chi vorrà intraprendere un viaggio alla scoperta degli interpreti di un prodotto unico, che nel Basso Mantovano ha saputo rinnovarsi rimanendo saldamente legato alla tradizione.

Pietro Maria GattoniPresidente della Sezione di Mantova delConsorzio del Formaggio Parmigiano-Reggiano

Utilizziamo la guida

La Sezione di Mantovadel Consorzio del Formaggio Parmigiano-Reggiano

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L’unicità e le tante qualità di questo formaggio sono strettamente legate alla

cultura e alla natura di un territorio unico.

Acquistare il Parmigiano-Reggiano dal produttore diventa occasione per scoprire e riscoprire il territorio “culla” di una significativa eccellenza gastrono-

mica.

Nella guida il territorio descritto è quello dell’ Oltrepò Mantovano e della città

di Mantova.

La mappa schematica permette di individuare sul territorio i caseifici pro-duttori di Parmigiano-Reggiano con punto vendita aperto al pubblico e

indica i siti di interesse culturale, artistico e ambientale presenti nella zona.

Nell’indice vicino alla mappa si rimanda agli approfondimenti sul territorio

e alle schede dei caseifici con tutte le informazioni pratiche come l’indirizzo,

gli orari di apertura, i prodotti in vendita oltre al Parmigiano-Reggiano.

I dati sono aggiornati a giugno 2011.

Sono state inserite anche informazioni sui principali eventi ed appuntamen-ti: gastronomia, ricorrenze e celebrazioni, feste popolari e tradizioni, eventi cultu-

rali; nel segno della cultura gastronomica mantovana vengono indicati anche

le strutture agrituristiche e le fattorie didattiche nell’Oltrepò, i ristoranti e le cantine sulla Strada dei Vini e Sapori Mantovani.

In fondo al volume si trova il compendio dei caseifici produttori di Parmigiano-Reggiano nella provincia di Mantova che effettuano soltanto la vendita all’in-grosso.

In fondo al volume si trova anche l’indice dei caseifici in ordine di matricola.

Come leggere la guida

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Dicono che il Parmigiano-Reggiano faccia bene… Io non posso dirlo, perché ricadrei in un conflit-to di interesse: non so se il Parmigiano-Reggiano faccia bene, perché io… son fatto di Parmigiano! Infatti, in un certo senso, son stato cresciuto a Parmigiano, anzi, per essere precisi, a Parmigia-no dell’oltrepomantovano. Mio padre, mio nonno, mio zio e altri parenti hanno lavorato da sempre per il Consorzio di Bonifica Mantovano-Reggiano. Io sono nato a vissuto a Mantova, dove “l’indice di benessere collettivo” era ed è tutt’ora il prezzo del latte al mercato del giovedì. Se altrove PIL significa Prodotto Interno Lordo, nel basso mantovano PIL viceversa significa Prodotto Interno Lattiero-caseario. Mio padre, dopo i suoi giri in campagna per con-trollare il livello dei canali di irrigazione, portava sempre a casa dei pezzi di Parmigiano o di burro, acquistati direttamente dai caseifici. E in un caseificio ho passato un bel po’ di tempo della mia infanzia: infatti mio nonno materno era “guardiano” del Consorzio alle chiuse della Boni-fica di Ponte Saino, a Pegognaga. E la casa dove è nata mia madre stava a due passi dal Caseificio Falconiera. Da piccolo andavo a sniffare il profu-

mo delle forme, mi incantavo davanti ai pentoloni di rame, lucidi. Mi inquietavano le vasche con la salamoia, per la paura di cascarci dentro. Le pile di forme del magazzino mi sembravano delle torri meravigliose, pareti fantastiche e profumate. Poi c’erano i cani-da-bicicletta, variante pada-na dei cani-da-slitta: erano dei cani cattivissimi, sempre incazzati, legati alla bicicletta per aiutare a tirare i contadini che portavano al caseificio il loro latte, la sera: la nonna non la finiva mai di mettermi in guardia nei confronti di questi cani da tiro, che infatti mordevano tutto quello che gli capitava a tiro. Ero affascinato dai gesti del casaro e dei sot-cal-dera (gli aiutanti), che mescolavano questa mate-ria bianca, pura, profumata. Da grande avrei voluto fare il casaro, ma mio pa-dre mi ha subito disilluso: “E’ un mestiere difficile, di grande responsabilità! Ma non lo sai che se un casaro sbaglia un giorno ad aprire una finestra del magazzino dove si stagiona, rovina tutte le forme? Butta via il lavoro di un anno di tanti con-tadini?”. Forse, chissà, ho fatto il Turista per Caso, in omaggio alla figura del casaro… Forse ho fatto

il comico, cioè il cazzaro, proprio perché non ho potuto fare il casaro… Ma quando mi è capitato, da Velista per Caso, di organizzare un Giro del Mondo in barca, uno degli sponsor è stato - guarda caso - il Consorzio del Parmigiano-Reggiano. E ricordo che quando abbiamo incontrato in mezzo all’Atlantico un’altra barca, per festeggiare e fare amicizia, gli abbiamo buttato a bordo quello che avevamo di più raro, cioè delle “caramelle” di Parmigiano. Tra l’equi-paggio c’era anche un altro mantovano, pegogna-ghese purosangue, Giacomo, che si era portato in barca anche una confezione di tosello. Da piccolo per me la golosità più rara era appunto il tosello – cioè la rifilatura delle forme, che allora era fatta a mano. Adesso il metodo di lavorazione è cambiato, il tosello non lo fanno più: lo trovo soltanto in qualche raro caseificio moderno che lo commercializza apposta. Adesso non c’è più nem-meno il Caseificio Falconiera. Nei paraggi - guar-da caso - c’è un Parco (il Parco di San Lorenzo), con tre laghetti che derivano da una cava, con un agriturismo che offre attività tipo passeggiate a cavallo o percorsi botanici.Adesso il Parmigiano non si vende più soltanto o principalmente in tagli direttamente e sapiente-mente ricavati dalle forme: adesso il Parmigiano lo trovi appunto anche sotto forma di puntine-confezionate, merendine, caramelle o addirittura grattugiato, sui banchi della grande distribuzione. E questo magari fa storcere la bocca a qualche vecchio casaro tradizionalista…Il fatto è che il Parmigiano-Reggiano, in partico-lare nell’Oltrepò Mantovano, non rappresenta sol-tanto il passato, ma anche e soprattutto il futuro: ancora una volta il Parmigiano - questo formag-

gio squalificato a priori da tutte le gare per ma-nifesta superiorità, questo prodotto che vanta più tentativi di imitazione truffaldina della Settimana Enigmistica - è destinato secondo me a trainare l’agricoltura. Se è vero infatti che il futuro dell’agricoltura pa-dana (e italiana ed europea) è assai incerto, per non dire cupo - soprattutto per quanto riguarda il latte, minacciato dalla concorrenza di altri Paesi che producono a bassa qualità grandi quantità a basso prezzo - è anche vero che solo la altissima qualità e la assoluta tipicità possono salvare un intero mondo contadino, fatto di abilità e tradi-zioni. In un boccone di Parmigiano c’è tutto. A saperlo ben assimilare è più allucinogeno di un peyote messicano: agli iniziati provoca delle visio-ni. Si vede la terra, si vedono generazioni di con-tadini, si vedono le stalle; si vede l’aria umida che stagiona; si vedono le mucche; si sente l’odore del foraggio, del formaggio e anche della stalla; si vedono i caseifici con i pentoloni di rame e le vasche e i magazzini; si vedono le prime coopera-tive che hanno fatto cambiare mentalità ai conta-dini; addirittura si vedono anche alcune scene di grandi opere cinematografiche, come Novecento di Bertolucci…E soprattutto si vede il futuro di una agricoltura che per sopravvivere si affida da una parte ai servizi al territorio, al paesaggio e al turismo, e dall’altra punta sulla qualità assoluta dei prodotti tipici per sviluppare una enogastronomia che sarà ben difficile imitare altrove.E se la gente non riesce a vedere, da sola, tutte queste cose, bisognerà raccontargliele, comunicar-le, come sta facendo anche questa pubblicazione.

Ode e Lodeal Parmigiano-Reggianodi Patrizio RoversiMantovano DOP, Turista e Velista per Caso

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i segreti e la storia del Parmigiano-Reggiano

caratteristiche di un’eccellenza

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Zona d’origine

Il legame tra il Parmigiano-Reggiano e la sua zona di origine è imprescindibile. Il Parmigiano-Reggiano nasce dal suo territorio e dalla sapienza dell’uomo. Oggi, come nove secoli fa, si fa con gli stessi ingredienti (latte, sale, ca-glio), la stessa cura e passione, la stessa zona d’origine. La produzione del latte e la trasformazione in formaggio avvengono nelle province di

Qui si concentrano infatti le oltre 3.500 aziende agricole in cui si produce il latte pregiato e gli oltre 380 caseifici che lo trasformano ogni giorno e che stagionano il formaggio per un minimo di 12 mesi fino a due anni e oltre, controllando ogni forma, fino alla maturazione.

UN LEGAME IMPRESCINDIBILE

IL SEGRETO DI TANTA BONTA’

Mantova alla destra del fiume Po

Reggio Emilia

Parma

Bolognaalla sinistra del fiume Reno

Modena

La storia del Parmigiano-Reggiano DOP

Il Parmigiano-Reggiano è un tutt’uno con la terra in cui nasce e racchiude in sé un viaggio unico e straordinario, lungo nove secoli, che si compie ancora oggi negli stessi luoghi, con la stessa tecnica, per regalare un inimitabile sapore che muove mente e cuore.

Le origini del Parmigiano-Reggiano risalgono al Medioevo e vengono generalmente collocate attorno al XII secolo.Presso i monasteri benedettini, seguendo la regola di San Benedetto, “Ora et Labora”, i monaci svilupparono attività agricole e di allevamento di vacche per il lavoro dei campi e per la produzione di carne e di latte. Elevate erano le quantità di questa materia prima, tanto preziosa quanto facilmente deperibile, così nacque l’esi-genza di escogitare un modo per produrre un formaggio che durasse nel tempo. Comparvero così i primi caselli: grazie all’abbondanza di corsi d’acqua, di ampi pascoli e di latte prodotto dal-le bovine utilizzate nei lavori dei campi, in questa zona circoscritta dell’Emilia si diffuse la produzione di un for-maggio a pasta dura, di grandi dimensioni (allora di circa 16-20 chilogrammi), ottenuto attraverso la lavorazione del latte in ampie caldaie. Questo formaggio ebbe fin da subito una caratteristica importante: riusciva a durare a lungo nel tempo, anzi, più maturava, più migliorava le sue caratteristiche orga-nolettiche. Numerose sono le testimonianze storiche che dimostra-no come già nel 1200 il formaggio chiamato “caseus parmensis”, quello che poi chiameremo “Parmigiano-Reggiano”, avesse raggiunto una diffusione e anche una notorietà al di fuori dei confini della zona di origine.

1934

DALLE ORIGINI AI GIORNI NOSTRI

NOVE SECOLI DI NOBILTA’

Le modalità di produzione del Parmigiano-Reggiano hanno subito alcune evoluzioni nel corso dei secoli. Rispetto ai periodi iniziali sono rimasti immutati gli ingredienti, i luoghi di origine, la cura e i sapienti gesti rituali. E’ la storia di come la garanzia di genuinità del Parmigiano-Reggiano sia oggi assoluta in forza di norme precise, applicate con rigida autodisciplina di conformità e con rigoroso controllo.Il Parmigiano-Reggiano è un formaggio salvaguardato da più di settant’anni dal Consorzio di tutela e amato da nove secoli per il suo gusto sempre generoso.

OGGI

24 25

Nel silenzio dei magazzini le forme si rincorrono in lun-ghe file. Per ognuna di esse sono stati necessari circa 550 litri di latte, e l’impegno costante di allevatori e casari. Ma il lavoro continua. Lasciato riposare su tavole di legno, il formaggio si asciuga lentamente e la crosta formatasi durante la salatura, quindi senza trattamenti, perfettamente edibile, prende un colore paglierino sem-pre più intenso con il passare del tempo.Quella del Parmigiano-Reggiano è una storia lunga, ma è anche una storia lenta, che scorre al naturale ritmo delle stagioni. La stagionatura minima è infatti di dodici mesi, ed è solo a quel punto che si potrà dire se ogni singola forma potrà conservare il nome che le è stato impresso all’origine.

Gli esperti del Consorzio di tutela le esaminano una ad una. Dopo la verifica dell’organismo di controllo, viene applicato il bollo a fuoco sulle forme che hanno i requisiti della Denominazione d’origine Protetta.Alle forme che non presentano i requisiti per la Dop ven-gono asportati tutti i contrassegni e la scritta a puntini.Per i maestri casari è uno dei momenti più delicati, e per i consumatori è la fase più importante: è il momento della selezione e della certificazione di garanzia del pro-dotto. Sul formaggio che viene avviato al consumo come fresco (un termine che può suonare curioso per un pro-dotto che ha già un anno di maturazione) vengono incisi solchi paralleli che lo rendono immediatamente ricono-scibile dai consumatori. Questo è il Parmigiano-Reggiano di seconda categoria detto “Mezzano”. A 18 mesi, e su richiesta volontaria, alle forme può essere apposto il marchio “Extra” o “Export” dopo un ulteriore esame.

STAGIONATURA ED ESPERTIZZAZIONE

MARCHIATURA

Come si fa ilParmigiano-Reggiano

Ogni giorno, il latte della mungitura serale viene lasciato riposare sino al mattino in ampie vasche, nelle quali affiora spontaneamente la parte grassa, destinata alla produzione di burro.Insieme al latte intero della mungitura del mattino, appena giunto dagli allevamenti il latte scremato della sera viene versato nelle tipiche caldaie di rame a forma di campana rovesciata, con l’aggiunta del siero innesto, ricco di fer-menti lattici naturali ottenuti dalla lavorazione del giorno precedente, e di caglio naturale di vitello.Il latte coagula in una decina di minuti.

Si forma così la cagliata che viene frammentata in minuscoli granuli grazie ad un antico attrezzo detto spino.E’ a questo punto che entra in scena il fuoco, per una cottura che raggiunge i 55 gradi centigradi, al termine della quale i granuli caseosi precipitano sul fondo della caldaia aggregandosi in un’unica massa. Dopo circa cinquanta minuti, la massa caseosa viene estratta, dal casaro, con sapienti movimenti. Tagliato in due parti e avvolto nella tela, il formaggio viene immesso in una fascera che gli darà la forma cilindrica.Con l’applicazione di una placca di caseina, ogni forma viene contrassegnata con un numero unico e progressivo che l’accompagnerà proprio come una carta d’identità. Dopo poche ore, una speciale fascia marchiante incide sulla forma il mese e l’anno di produzione, il numero di matricola che contraddistingue il caseificio e l’inconfondibile scritta a puntini su tutta la circonferenza della forma. A distanza di pochi giorni le forme vengono immerse in una soluzione satura di acqua e sale.E’ una salatura per assorbimento che in circa venti giorni conclude il ciclo di produzione e apre quello non meno affascinante della stagionatura.

LA LAVORAZIONE

26 27

a determinare i caratteri organolettici del formaggio fa-cilitandone la digestione.Questi apporti di gusto ed energia sono disponibili an-che per le persone intolleranti al lattosio dato che il Parmigiano-Reggiano ne è privo.Per ottenere un Kg di Parmigiano-Reggiano occorrono ben 16 litri di latte pregiato della zona d’origine.

Una carica nutritiva di proteine, vitamine, fosforo e cal-cio che si concentra nella pasta, durante la produzione, e nel lungo periodo di stagionatura.L’invecchiamento naturale rende facile la digestione del Parmigiano-Reggiano e sviluppa una complessità di aromi e sapori straordinari.

Il Parmigiano-Reggiano è un perfetto alleato per la sa-lute e il benessere psicofisico.Ricco di sostanze nutritive è indispensabile per la cre-scita dei bimbi, per la salute degli adolescenti e degli anziani e per fornire energia pronta a chi pratica sport. A partire dagli anni Ottanta è stata ipotizzata la presen-za nel Parmigiano-Reggiano di un fattore bifidogeno che lo rende indicato nella dieta di bimbi neonati per i suoi effetti prebiotici, destinati a nutrire i batteri pro-biotici, il cui principale effetto benefico è quello della modulazione della flora intestinale che, costituita da un complesso ecosistema in parte dipendente dai nutrien-ti introdotti con la dieta, svolge un ruolo importante su alcune funzioni metaboliche e sulla resistenza alle infezioni batteriche.

La stagionatura è fondamentale per far acquisire al Parmigiano-Reggiano i suoi aromi e la sua struttura.Secondo Disciplinare, si può chiamare Parmigiano-Reg-giano il formaggio solo al compimento del 12° mese.I casari e gli esperti battitori dicono che il formaggio deve passare due estati, deve cioè subire per due anni le trasformazioni enzimatiche che cambiano la pasta del Parmigiano-Reggiano e che in estate, grazie al ca-lore, sono più intense. Queste trasformazioni, ad opera degli enzimi liberati dai batteri lattici, consistono soprattutto in processi di scomposizione della catena delle proteine del formag-gio (le caseine), che vengono frazionate in tanti piccoli pezzi di catena proteica, fino alla liberazione parziale dei mattoni fondamentali, gli aminoacidi. Ecco perché il Parmigiano-Reggiano è più digeribile di altri formaggi. Simili modificazioni subiscono i grassi, che diventano anch’essi più facilmente assorbibili dall’organismo.

La presenza di tanta varietà molecolare determina la ricchezza degli aromi e dei profumi che rendono unico ed inimitabile il Parmigiano-Reggiano, formaggio che raggiunge questa complessità in modo del tutto natu-rale, senza l’aggiunta di alcun additivo che possa cor-reggere o alterare la materia prima: il latte.Subendo i processi di maturazione biologica, il Par-migiano-Reggiano ha un suo picco di fragranza e di tipicità organolettica che si colloca dai 24 ai 36 mesi. Oltre questo termine, i processi di scomposizione pro-teica possono far diventare la struttura sempre più gra-nulosa, quasi gessosa e molto solubile; i profumi ten-dono a svanire e la maturazione dei grassi può portare il formaggio a diventare quasi piccante.

LA LUNGA STAGIONATURA CHE DONA GUSTO E DIGERIBILITÀ

FA BENE A TUTTE LE ETÀ

Le caratteristichealimentari

Il Parmigiano-Reggiano è una risorsa che la natura e l’attività umana ci offrono per conciliare salute e sa-pore all’interno di una dieta equilibrata. Un formaggio non solo buono ma anche sano e nutriente, frutto della lunga tradizione produttiva e del legame col territorio di origine che ne hanno fatto uno dei simboli del Made in Italy alimentare.Formaggio ottenuto dalla parziale scrematura del latte; questa componente lipidica del Parmigiano-Reggiano è nutrizionalmente preziosa per l’energia prontamente utilizzabile fornita dalla sua parte libera. Il Parmigiano-Reggiano è ricchissimo in calcio, particolarmente biodi-sponibile, ed è anche una fonte importante di fosforo: 50 g sono in grado di coprire il 50% del fabbisogno giornaliero dell’adulto.Il Parmigiano-Reggiano è ricchissimo di peptidi e di aminoacidi liberi, dunque prontamente assimilabili da

parte dell’organismo, derivanti dalla lenta trasformazio-ne della caseina, proteina del latte. Questi composti si formano durante la lunga maturazione e contribuiscono

Il Parmigiano-Reggiano è un formaggio a pasta dura e a lunga stagionatura. Contiene solo il 30% di acqua e ben il 70% di so-stanze nutritive: per questo motivo è un formaggio ricchissimo di proteine, vitamine e minerali.Buonissimo, altamente digeribile, assolutamente na-turale: il Parmigiano-Reggiano non perde occasione per eccellere

ACQUA g 30,8PROTEINE TOTALI g 33,0GRASSO g 28,4VALORE ENERGETICO Kcal 392CLORURO DI SODIO g 1,39CALCIO mg 1160FOSFORO mg 680SODIO mg 650POTASSIO mg 100MAGNESIO mg 43ZINCO mg 4VITAMINA A mcg 270VITAMINA B1 mcg 34VITAMINA B2 mcg 370VITAMINA B6 mcg 110VITAMINA B12 mcg 4,2VITAMINA PP mcg 55ACIDO PANTOTENICO mcg 320COLINA mg 40BIOTINA mcg 23

Composizione media per 100 g di Parmigiano-Reggiano

SCAGLIE DI GUSTO E SALUTE IN UNA DIETA EQUILIBRATA

28 29

La guida all’acquisto

PER SALVAGUARDARE LA TIPICITÀ Il Consorzio associa tutti i caseifici produttori.Al Consorzio sono ufficialmente affidati gli incarichi di apposizione dei marchi e dei contrassegni sulle forme certificate da un Organismo terzo di Controllo, in conformità del Disciplinare della DOP (Denominazione d’Origine Protetta).Compito del Consorzio è anche quello di vigilare sull’uso corretto dei marchi e di tutelare dalle contraffazioni.Il Consorzio del Parmigiano-Reggiano, inoltre, ha lo scopo di diffondere e pro-muovere la conoscenza ed il consumo del Parmigiano-Reggiano e di perfezionare e migliorare la qualità per salvaguardarne le caratteristiche peculiari.

IL PARMIGIANO-REGGIANO È UN FORMAGGIO A DENOMINAZIONE D’ORIGINE PROTETTAQuesto significa che è garantito, per i suoi tratti distintivi e per il suo legame con la zona di origine, da un sistema di norme UE volte a tutelare allo stesso tempo i consumatori e i produttori.Il Parmigiano-Reggiano è un formaggio completamente naturale, famoso in tutto il mondo come il “Re dei formaggi” grazie al suo metodo di produzione e alle sue caratteristiche nutrizionali e organolettiche.La sua lavorazione è regolata da stretti standard di produzione, registrati presso gli organismi competenti dell’Unio-ne Europea.

Per questo motivo il marchio Parmigiano-Reggiano può essere esclusivamente apposto sul formaggio che:

è stato prodotto, trasformato e lavorato esclusivamente nella zona d’origineè fatto secondo antichi metodi artigianali e tradizionali, definiti da una rigida regolamentazione (Disciplinare di produzione, norma europea del Reg. CEE 2081/92 e riconoscimento del Reg. (CE) N. 1107/96 sostituiti dal Reg. (CE) 510/06), che impone precisi metodi di produzione (Standard di Produzione), un’alimentazione controllata delle bovine (Regolamento per l’alimentazione del bestiame) e regole per la selezione qualitativa e l’apposizione dei marchi sulle forme (Regolamento di marchiatura)

IL CONSORZIO DI TUTELA

PARMIGIANO-REGGIANO DOP

Cosa sono quei granellini che si sentono sotto i denti quando si mangia un pezzo di Parmigiano-Reggiano?Sono dei cristalli di un aminoacido, la tirosina, che quando si trova in forma libera e concentrata ha la caratteristica, per propria conformazione molecolare, di cristallizzare. Questo aminoacido, insieme agli altri,

viene liberato dai processi di scomposizione delle pro-teine ad opera degli enzimi. La presenza di cristalli di tirosina, quindi, è certamente un indice empirico – che cioè può essere verificato dall’esperienza di ciascuno – di buona stagionatura del Parmigiano-Reggiano.

Il Parmigiano-Reggiano appartiene al genere dei for-maggi a pasta dura, ma possiede caratteristiche parti-colari che lo distinguono, rendendolo unico. Queste caratteristiche sono fondamentalmente dovu-te all’alimentazione delle bovine, produttrici di latte e nascono dalle scelte operate dai produttori riuniti nel Consorzio.Nel secondo dopoguerra – in un momento in cui l’agri-coltura stava profondamente modificandosi in senso produttivistico – i produttori decisero, infatti, di por-re alcune regole per garantire il mantenimento degli aspetti tradizionali della produzione lattiera e casearia legata al Parmigiano-Reggiano. Fin nel primo Regola-mento di alimentazione delle vacche del 1957 veniva

stabilita la scelta di basare l’alimentazione delle vacche da latte sui foraggi locali, consentendo la conservazio-ne di questi secondo il metodo tradizionale dell’essica-zione (la fienagione) e proibendo l’utilizzo dei foraggi fermentati, quali gli insilati di mais.Nel Parmigiano-Reggiano naturalità significa quindi utilizzare un latte che ha in sé un equilibrio micro-biologico; questo permette di produrre il Parmigiano-Reggiano senza alcun additivo. Infatti i batteri lattici, naturalmente presenti, costituiscono la base microbio-logica, tipica del territorio d’origine, il cui sviluppo e la cui attività devono essere favoriti nella trasformazione casearia. Ecco perché il Parmigiano-Reggiano è vera sintesi di natura e sapienza.

CRISTALLI DI TIROSINA, PREZIOSI INDICI DI BUONA STAGIONATURA

LA NATURALITÀ CHE LO DISTINGUE DAGLI ALTRI FORMAGGI A PASTA DURA

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LA PLACCA DI CASEINAapplicata sulla superficie della forma con:• scritta CFPR(Consorzio Formaggio Parmigiano-Reggiano)• codice alfanumerico identificativodi ogni singola forma• etichetta Datamatrix per lettura ottica

Prodotto a Denominazione d’Origine Protetta (DOP), solo il formaggio ottenuto secondo le regole del Disciplinare di Produzione può essere denominato Parmigiano-Reggiano e riportare sulla forma i marchi e contrassegni che, nella loro integrità, lo identificano e distinguono come prodotto DOP. Questi sono distinti tra marchi d’origine e marchi di selezione.

I MARCHI D’ORIGINE Apposti alla nascita del formaggio, sono:

CONTRASSEGNI E MARCHI

IL MARCHIO DI SELEZIONE Il marchio di selezione viene impresso verso il compimento dei 12 mesi di stagionatura, sulle forme che superano la selezione (espertizzazione) a cui vengono sottoposte tutte le forme prodotte.L’esame viene eseguito dagli esperti battitori del Con-sorzio ed a seguito della certificazione data dall’ente di controllo della DOP, il marchio viene impresso in modo indelebile.E’ infatti il Consorzio che detiene i marchi della DOP Parmigiano-Reggiano, identifica quindi il formaggio nel-le varie categorie nell’esame di selezione per la confor-mità alla DOP e svolge attività di vigilanza sul corretto uso dei marchi stessi.

I CONTRASSEGNI D’ORIGINE(IMPRESSI TRAMITE LA FASCERA MARCHIANTE)lungo tutto lo scalzo della forma con:• scritta a puntini PARMIGIANO-REGGIANO• scritte DOP e CONSORZIO TUTELA• numero di matricola del caseificio• mese e anno di produzione

I MARCHI SUL PARMIGIANO-REGGIANO PRECONFEZIONATO

UN’ULTERIORE SELEZIONE: I MARCHI “EXTRA” ED “EXPORT” Su richiesta volontaria del detentore di formaggio già qualificato Parmigiano-Reggiano e che deve avere una stagionatura di almeno 18 mesi, il Consorzio procede, per queste forme, ad una nuova espertizzazione.Sulle forme che risultano “scelte”, si appone un marchio EXTRA o EXPORT, che offre agli ope-ratori commerciali e ai consumatori un’ulteriore indicazione di qualità del Parmigiano-Reggiano.Questi marchi possono essere riportati anche sulle confezioni che contengono formaggio in tal modo identificato.

FORMA E FETTAIl marchio forma e fetta con scritta PARMIGIANO-REGGIANO su fondo nero è il marchio di commercializzazione e riferimento obbligatorio di identifica-zione e riconoscimento del Parmigiano-Reggiano confezionato.

EXTRA e EXPORTLe confezioni che contengono formaggio ottenuto da forme di Parmigia-no-Reggiano che sono state qualificate EXTRA o EXPORT riportano in etichetta un marchio che riporta sotto il logo fetta e forma queste diciture su banda di colore oro.

MEZZANOLe porzioni preconfezionate derivanti dalle forme identificate di seconda categoria “Mezzano” sono distinguibili dal marchio che oltre al logo forma e fetta riporta sotto la scritta “MEZZANO” su banda di colore verde.

Terza categoria: definito “scarto”, ovvero il formaggio che, presentando difetti troppo ri-levanti, non rientra nei limiti fissati dal disciplinare del “Parmigiano-Reggiano”. Queste forme vengono dequalificate eliminando i marchi d’origine tramite fresatura della crosta (rimozione di alcuni millimetri della crosta). In tal modo questo formaggio non può più avere alcun riferi-mento alla DOP.

Prima categoria: Parmigiano-Reggiano, ovvero il formaggio con una struttura della pasta compatta e caratteristiche corrispondenti al disciplinare (scelto-zero-uno), idoneo ad affronta-re la lunga stagionatura per essere apprezzato sia nel consumo diretto a tavola sia nelle pre-parazioni gastronomiche come formaggio grattugiato. Le forme hanno pertanto i contrassegni di origine (scritta a puntini e placca di caseina) e il marchio ovale impresso a fuoco.

Seconda categoria: Parmigiano-Reggiano Mezzano, ovvero il formaggio che presenta alcuni difetti di lieve o media entità nella struttura della pasta e/o sulla crosta, ma senza al-terazioni delle caratteristiche organolettiche tipiche del prodotto. Se ne consiglia il consumo diretto come formaggio da tavola. Le forme portano comunque il marchio ovale a fuoco di selezione “Parmigiano-Reggiano”, distinguendosi dalla prima scelta grazie ai solchi paralleli che vengono indelebilmente tracciati sullo scalzo della forma.

L’esame di selezione identifica tre categorie di formaggio:

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Taglio e conservazione

IL COLTELLO A MANDORLAPer tagliare il Parmigiano-Reggiano, si deve necessaria-mente usare il tipico strumento. Si tratta di un coltello caratteristico, a lama corta e appuntita, dalla forma a mandorla. La forma di Parmigiano-Reggiano quindi non si taglia ma si apre. per mantenere intatta la struttura interna e la naturale granulosità.

COME APRIRE LA FORMACon la punta del coltello a mandorla si traccia una linea che divide la forma a metà, sul diametro delle due facce, proseguendo sulla fiancata (o scalzo). Si incide la crosta lungo questa linea penetrando a tratti con il coltello per una profondità di qualche centimetro: ai due punti estremi del diametro di una delle facce, nelle metà del fianco, si conficcano con vigore 2 coltelli a man-dorla. In questo modo, funzionando da cuneo, la forza sviluppata fa aprire la forma di Parmigiano-Reggiano in due metà.

Questo procedimento richiede esperienza ed attenzione perché l’apertura risulta perfetta solo se la struttura in-terna del formaggio è stata messa in grado di opporre la stessa resistenza sia nell’una che nell’altra metà. Anche le incisioni successive come il taglio o la porzionatura, devono avvenire con lo stesso metodo.Per cui, una metà viene divisa ulteriormente in due parti uguali, che a loro volta verranno divise in altre parti uguali. In questo modo si ottengono da una forma pezzi di Parmi-giano-Reggiano che hanno le stesse proporzioni fra pasta e crosta esterna.

Grazie alla sua struttura e al basso contenuto di acqua, il Parmigiano-Reggiano è uno fra i migliori formaggi de-stinati alla lunga conservazione.La sua capacità di durare nel tempo è una caratteristica peculiare che ha contribuito alla sua fama nei secoli.

COME CONSERVARE IL PARMIGIANO-REGGIANO PRECONFEZIONATO SOTTOVUOTOIl Parmigiano-Reggiano preconfezionato sottovuoto può essere conservato in frigorifero ad una temperatura fra i 4 e gli 8 °C. E’ importante assicurarsi che la confezione sia sigillata e integra, e che il formaggio non sia esposto all’aria.La catena del freddo deve essere mantenuta in modo tale da non produrre effetti sulle caratteristiche organo-lettiche del formaggio.

COME CONSERVARE IL PARMIGIANO-REGGIANO TAGLIATO FRESCO O ESTRATTO DALLA CONFE-ZIONEQuando si acquista un pezzo di Parmigiano-Reggiano fresco o quando lo si estrae dalla confezione sottovuo-

to, lo si deve conservare in frigorifero ad una temperatu-ra fra i 4 e gli 8 °C avendo cura di sostituire il sacchetto entro il quale era confezionato con appositi contenitori.Il Parmigiano-Reggiano mantiene intatte le sue caratte-ristiche organolettiche se conservato:• ad un livello di umidità ottimale (in un refrigeratore ventilato il formaggio tende a seccare)• lontano da altri cibi (la parte grassa del formaggio tende ad assorbire gli altri odori presenti nel frigorifero)E’ consigliato quindi l’utilizzo di contenitori in vetro o in plastica.Un’altra soluzione pratica consiste nell’introdurre il Par-migiano-Reggiano in sacchetti di tela ad uso alimentare.

In questo modo il Parmigiano-Reggiano può essere con-servato a lungo ricordando di controllare periodicamen-te che non si alterino le condizioni di mantenimento.Si consiglia di non congelare mai il formaggio.

COME TAGLIARE IL PARMIGIANO-REGGIANO

COME CONSERVARE IL PARMIGIANO-REGGIANO

TRE STAGIONATURE, TRE DECLINAZIONI DI SAPORI, AROMI E PROFUMILa lunga stagionatura conferisce al Parmigiano-Reggiano caratteristiche straordinarie che si differenziano in funzione del periodo di maturazione. Per questo motivo è stato introdotto un sistema di bollini colorati che può aiutare il con-sumatore nella scelta del prodotto.A partire dal 2007, per una maggior trasparenza ed informazione al consumatore, sono stati predisposti tre bollini colorati che identificano le diverse stagionature del Parmigiano-Reggiano.

I BOLLINI

Bollino aragosta: Oltre 18 mesi di stagionaturaBase lattica piuttosto accentuata, accompagnata da note vegetali quali erba, ver-dura lessa e, a volte, fiori e frutta.Abbinamenti: Ideale tagliato a lamelle per le insalate o a cubetti per l’aperitivo, preferibilmente da abbinare con vini bianchi secchi e accostato a frutta fresca come pere e mele verdi.

Bollino argento: Oltre 22 mesi di stagionaturaGli aromi si accentuano, si possono apprezzare note di burro fuso e frutta fresca, gli agrumi fanno la loro comparsa accanto a cenni di frutta secca. Il formaggio evolve in un equilibrio di dolce e saporito, si presenta perfettamente solubile, friabile e granuloso.Abbinamenti: Perfetto con vini rossi abbastanza strutturati. Ottimo se presentato tagliato a petali in un’insalata di frutta condita con aceto balsamico tradizionale di Modena o Reggio Emilia. Ideale accompagnato a qualsiasi tipo di frutta secca, è superbo con prugne e fichi.

Bollino oro: Oltre 30 mesi di stagionatura (stravecchio)Questo formaggio, il più ricco di elementi nutritivi, è più asciutto, friabile e gra-nuloso. Il sapore è più deciso e complesso negli aromi. Le note di spezie e frutta secca risultano predominanti.Abbinamenti: Sia con vini rossi di elevato corpo e struttura sia con vini bianchi passiti e da meditazione. Da provare l’abbinamento con mieli ed il perfetto connu-bio con l’aceto balsamico tradizionale di Modena o Reggio Emilia.

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Vedere per sapere

Le visite nei caseificidel Parmigiano-Reggiano

Il Consorzio del formaggio Parmigiano-Reggiano offre la possibilità di effettuare visite guidate nei caseifici della

provincia di Mantova per vedere all’opera i casari che ripetono i gesti antichi della trasformazione del latte.

E’ possibile essere condotti alla scoperta di un autentico “mito vivente”, dalla sua nascita che avviene una sola volta

al giorno, alla lunga e lenta maturazione nei magazzini di stagionatura.

Le visite guidate sono gratuite e si svolgono dal lunedì al venerdì.

Orario di inizio entro le ore 8.30

Durata della visita circa due ore

Per ulteriori informazioni potete contattarci:telefono 0376.327621 fax 0376.322502email: [email protected]

Per le province di produzione di Bologna, Modena, Parma e Reggio Emiliaconsultare il sito internet: www.parmigiano-reggiano.it

Un francobollo dedicato al Parmigiano-Reggiano

Simbolo indiscusso dell’eccellenza italiana e dell’agroalimentare nazionale apprezzato in tutto il mondo. Per questo al Parmigiano-Reggiano le Poste Italiane hanno dedicato uno dei quattro nuovi francobolli della serie “Made in Italy” che comprende altri tre formaggi DOP: il Gorgonzola, la Mozzarella di Bufala Campana, il Ragusano. Il 25 marzo 2011 l’Ufficio filatelico delle Poste Ita-liane di Reggio Emilia (città di emissione) e alcuni uffici filatelici di Parma hanno proposto i francobolli al pubblico e, in più, hanno messo a disposizione una cartolina postale dedicata al Parmigiano-Reg-giano, la tessera filatelica e il bollettino che riporta il testo informativo scritto dal Consorzio del Parmi-giano-Reggiano: francobollo e cartoline sono stati

oggetto di un annullo speciale.L’emissione del francobollo, che resterà per sempre nella storia della filatelia, è un modo prestigioso per far conoscere il Parmigiano-Reggiano, unanimemente ritenuto uno dei prodotti italiani più popolari al mondo e tra i più rappresentativi del “Made in Italy”. L’emissione di questo francobollo speciale è anche una significativa celebrazione dei 150 anni dell’Unità d’Italia, esaltando l’unicità ed il valore delle produzioni nazionali di alta qualità.

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Le strade sono tante le vie ancor di più e molte se le segui ti fanno andar su e giù.

E vanno incontro al mare per passi di montagna ti aprono al mondo e ai sapori di campagna.

Per noi quella che conta è in terra mantovana e parla già da secoli di un formaggio di gran fama.

Che ha sulle sue forme preziosi quei puntini e ci fa scoprir di terre e di caseifici.

Che fanno quel formaggio dal marchio Parmigiano e il nome si completa col pronunciar Reggiano.

Onore alle province in cui c’è produzione che danno alla vita ancora più valore.

Son Parma, Reggio, Modena e già anche Bologna con Mantova in destra Po che subito s’intona.

E fa sentire il peso di lavoro e di esperienze e in fatto di formaggio dimostra competenze.

Con belle realtà che sono in produzione e a un prodotto d’eccellenza aggiungono valore.

Ci piace allora qui portarne in vista i nomi tracciarne un profilo e dir di luoghi e amori.

Che son per la campagna le vacche e il bianco latte

veder le forme nascere preziose e sì ben fatte.

Andremo per rispetto in ordin di matricola la certificazione ha passaggi da graticola.

Ed ecco siamo a Moglia in quella via Croce Visconti, i fratelli fanno sentir la voce.

Con grande esperienza si vende e si produce le forme in proporzione vedono la luce.

Siam già a Torricella il nome è La Pironda e della qualità qui si cavalca l’onda.

Il Po è lì vicino e forse dà una mano perché sia all’altezza del marchio Parmigiano.

Si arriva a Pegognaga a quelle Caramasche che come società antiche ha quelle vasche.

Si va all’ottocento ma è al passo con i tempi formaggio, burro e panna per far tutti contenti.

Suzzara ha Magazzini che si chiamano Emiliani e qui ancor formaggio si stagiona a piene mani.

Rispetto e tradizione sei là in via Pasine col gruppo Bergamaschi sicure son le stime.

La Latteria Vò Grande risale agli anni trenta la vedi sulla strada la gente ne è contenta.

Si vende il gran formaggio ma pure dei salumi prodotti della zona riflessi nei costumi.

Società Cooperativa Agricola e Zootecnica diciamo che Portiolo proprio se lo merita.

Di tipo familiare si fa coi propri mezzi il latte in sicurezza e mai prodotti incerti.

Restiamo sempre in zona siam già a Villa Saviola con Gonfo Latteria c’è produzione a iosa.

Di burro e Parmigiano per una lunga storia di una cooperativa ch’è assurta a giusta gloria.

Ancora a Pegognaga in via Viola Sacca c’è un tempio del benessere che Croce il nome impatta.

Caldaie fino a trenta in zona amena e cara sicuro quel formaggio che vanta bontà rara.

Poggio Rusco in via Segonda ha preziosa latteria Arrivabene porta il nome negli anni trenta prende il via.

Sono dodici i suoi soci bene uniti ed informati l’edificio è rinnovato e dà buoni risultati.

San Girolamo all’inizio ma adesso è Sant’Antonio casearia a tutto tondo che produce un patrimonio.

Siamo ancora a Pegognaga in via Chiaviche, signori

il formaggio, quello buono qui esprime i suoi valori.

Produzione in grande stile in via Roncore a Bondeno latteria Venera Vecchia di presenza lascia il segno.

Quarantotto le caldaie venti soci conferenti produzione annuale batte i records precedenti.

E restiamo qui a Bondeno ci addentriamo alle Marzette che in fatto di bontà già raggiunge delle vette.

Suggestivo il luogo e il fare per produrre il buon formaggio e con burro e le caciotte sei portato all’assaggio.

Ci spostiamo a Palidano e Begozzo è Latteria rinnovato è l’impianto sempre lungo quella via.

Centomila i quintali son di latte lavorati c’è lo spaccio in funzione per prodotti assai fidati.

E col fondo di Sacchetta ci troviamo a Bondanello Natura Agricola presente là in via Arginello.

Il formaggio, quello buono i salami, le mostarde miele, burro e caciotte tradizioni mai spezzate.

Nuvolato e la sua Pieve con un carico di storia Latteria San Fiorentino da tenere in memoria.

Qui si vende il Parmigiano anche il burro e la ricotta di bontà qualificate convien farne buona scorta.

Via Coazze a Villa Poma ci segnala l’Andreasi che da quel cinquantaquattro non ha certo altri rivali.

Per rispetto di principi per quel latte trasformato che alla sua cooperativa dà sostegno e risultato.

Mantovana Vecchia a Polesine sempre sotto a Pegognaga

con orgoglio e gran lavoro ci ricorda la sua saga.

Latteria di prestigio risalente agli anni trenta di produrre Parmigiano lei giammai non s’accontenta.

Con La Frizza Pegognaga fa sentir la sua potenza venticinque sono i soci molto attivi e all’altezza.

Qui davvero quelle forme quasi arrivano al cielo Parmigiano e Reggiano dappertutto lascia il segno.

Latteria Nuova San Carlo là vicino all’abbazia già da tempo conquistati ha il prestigio e la stima.

Qui il piccolo è buono e cadenze d’altri tempi una scaglia di formaggio rende tutti più contenti.

In via Ronchi a Palidano Latteria Mortaretta dai fratelli Ballesini ogni giorno una ricetta.

Con lo spaccio nel reggiano ben completa è la proposta mozzarelle e salumi per noi tutti fanno apposta.

Dal sessanta c’è Rocchetta latteria nel sociale che il suo peso fa sentire in Suzzara capitale.

Dal duemila il magazzino è capiente e funzionale e la sala del buon latte già si pensa a migliorare.

Carlo Poma latteria già col nome lascia il segno sostanzioso e importante è quel suo allevamento.

Carni fresche, insaccati e formaggi di giornata produzione contenuta ma per questo di sostanza.

Latteria Agricola di Quistello è struttura bella e nuova produzione di formaggio da trovare sempre a iosa.

In via Cappe puoi sostare c’è esperienza e volontà

tanti soci ormai protesi a raggiunger qualità.

Ancor qui a San Benedetto noi troviam la San Martino latteria adagiata dove c’è Bugno Martino.

Il formaggio, ma anche burro con lo spaccio sempre aperto ma di sabato e domenica c’è il riposo quasi certo.

San Giuseppe Latteria ci fa star a Bugno Martino parmigiano e reggiano già da tempo nel destino.

Terra e luoghi qui votati son da tempo a quel formaggio che i frati in Polirone già provavano all’assaggio.

Siamo a Moglia sul confine e Mogliese è latteria oramai tutti convinti che di meglio non ci sia.

Con impianti innovativi tanto latte lavorato e i prodotti più richiesti bene in vista nello spaccio.

Ecco alfin che il nostro viaggio per adesso qui si ferma senza dubbi, ne patemi porta a casa una conferma.

Di un prodotto d’eccellenza conosciuto in tutto il mondo la sua forma, il suo profilo certamente è sul tondo.

Ventisei caseifici ci hanno dato chiare prove e il voto conquistato certamente è sul nove.

Contadini e casari tutti insieme a costruire un legar di tradizioni che vogliamo benedire.

Su una terra piatta e verde tra gran corti e nei loghini parmigiano e reggiano a unir tanti destini.

Nel lavoro, la famiglia in cucina e in compagnia passa qui, vieni a trovarci ben tracciata è ormai la via.

La strada mantovanadel Parmigiano-Reggianodi Wainer MazzaPoeta e cantastorie

Fioritura lungo l’argine del Po

la pianura millenarialungo il fiume

acqua e terra, storia e culturacompongono un mosaico affascinante

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Indice Territorio e Caseifici

1537 Cas. Fratelli Visconti p.62

1559 Cas. Caramasche p.62

1567 Latt. Vo’ Grande p.63

1579 Latt. Soc. Gonfo p.63

1714 Latt. Agr. Marzette p.64

1720 Latt. Agr. Begozzo p.64

1721 Natura Agricola p.65

1724 Latt. San Fiorentino p.65

1829 Latt. Mortaretta p.66

1831 Latt. Soc. Carlo Poma p.66

1832 Latt. Agr. Quistello p.67

1833 Latt. Agr. San Martino p.67

1834 Latt. Agr. San Giuseppe p.68

1835 Latt. Agr. Mogliese p.68

1 La Fiera Millenaria di Gonzaga p.44

La torta di tagliatelle p.45

2 L’Ecomuseo delle Bonifiche p.45

Dolcezza ardente p.47

Un’Americana a Mantova p.47

I tortelli di zucca p.48

3 Il Parco di San Lorenzo p.48

4 Una pieve matildica p.49

5 Le golene della foce del Secchia p.50

6 San Fiorentino ed il Museo Gorni p.51

7 L’Abbazia di Polirone p.51

Il Lambrusco mantovano Dop p.52

Il Melone e la Cipolla di Sermide p.53

8 Archeologia e natura lungo il Po p.53

9 Un Premio diverso p.54

10 San Colombano p.55

11 L’Oratorio romanico di Ghisione p.56

La pera tipica mantovana p.56

Lungo la Strada del Tartufo p.57

La Sbrisolona p.57

Il Territorio I caseifici con vendita al pubblico

Ristoranti e Cantine sulla strada dei Vini e Sapori Mantovani p.60

Agriturismo e Fattorie didattiche p.61

Eventi & Appuntamenti p.58

L E G E N D A arte - cultura

natura - ambiente - attività

curiosità

ristoranti e cantine

agriturismo e fattorie didattiche

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La pianuralungo il fiumeAcqua e terra, storia e culturacompongono un mosaico affascinante

La geometria verde delle campagne d’Oltrepò è solcata dalle vie d’acqua che scorrono come linfa vitale. La storia di questo territorio è antica ed è scritta dal perpetuo lavoro dell’uomo in lotta con l’acqua: fu nel Medioevo, ad opera dei bendettini la prima grande opera di bonifica. Muovendosi lungo argini e canali si scoprono idrovore, botti e grandi impianti che hanno drasticamente cambiato le sorti di questa pianura. Testimonianze d’arte e cultura eccezionali arricchiscono l’identità unica dell’Oltrepò mantovano: l’Abbazia benedettina di Polirone, le pievi matildiche e l’originale Premio di Suzzara sono solo alcuni aspetti del suo carattere complesso e affasci-nante. Tradizioni enogastronomiche antiche ed eccellenti unite a produzioni tipiche di qualità fanno di questi luoghi una tappa di grande gusto.

Nel 1448 Francesco II Gonzaga cavalcava sulla via di Reggiolo quando fu violentemente sbalzato di sel-la: avendo scampato miracolosamente la morte, volle dimostrare la sua gratitudine alla Vergine dedicandole un giorno di festa, l’8 settembre, in cui elargiva la pos-sibilità di commerciare e scambiare beni senza il versa-mento di alcuna gabella. Da quella volta in poi tutti gli anni in concomitanza con la festa della nati-

Il toponimo Moglia è intriso di acqua…deriva dal tardo latino molleus che significa melmoso, soggetto a rista-gni di acqua: nel nome c’è la storia di un luogo in cui l’uomo ha dovuto lottare per conquistarsi la terra su cui vivere e lavorare. Non stupisce quindi che la pe-culiarità geografica di Moglia sia quella di trovarsi alla confluenza di molti canali di bonifica, gravitanti intorno al fiume Secchia: grazie al lavoro alacre di generazioni il comprensorio mogliese è stato oggetto di una bo-nifica idraulica ed agricola davvero imponente. Qui la terra è stata faticosamente strappata alle acque che la invadevano e resa salubre e produttiva, è stata, in una parola, bonificata: l’Italia, subito dopo l’Olanda, è lo sta-

vità di Maria venne organizzata la grande fiera di merci e divertimenti popolari: si correva il palio, abbondavano i banchi di mercanti e imbonitori con le loro mercanzie curiose e il popolo aveva l’opportunità di alleviare la durezza della vita quotidiana con i numeri di saltimbanchi e musici. Il volume degli affari trattati durante la Fiera assunse via via sempre più importanza per il territorio mantovano, i governanti disciplinarono

to europeo dove la frazione di terre sottratte all’acqua tramite bonifica è più vasta.Nel 1919 iniziano i lavori per il drenaggio del compren-sorio mogliese e al responsabile del progetto, ingegner Prampolini, verrà successivamente affidata anche la bonifica dell’Agro Pontino nel Lazio.I numeri della bonifica Parmigiana-Moglia fanno pensare: in circa cinque anni vennero realizzati più di 1300 km di canali, movimentati 10 milioni di metri cubi di terra, costruiti 150 ponti oltre a numerose ed imponenti opere idrauliche per il sollevamento e la captazione delle acque, a volte su manufatti preesistenti risalenti al XVI e XVII secolo.

lo svolgimento della manifestazione e ancora oggi a settembre ogni anno l’appuntamento con la Fiera Millenaria si rinnova, trasformando Gonzaga in un importante punto di riferimento nei settori dell’agricol-tura, della zootecnia e dell’agroalimentare, oltre ad arte e artigianato, spettacoli e gastronomia.“C’era una volta Gonzaga“ è invece dedicata gli amanti del collezionismo, dell’antiquariato e del vintage: lungo le vie del centro e all’ombra dei torrioni, che ancora oggi testimoniano la grandezza dei trascorsi storici dei

Gonzaga, si tiene un’interessante mostra mercato che richiama ogni volta un gran numero di appassionati. Il calendario completo su www.ceraunavoltagonzaga.it oppure Circolo Filatelico, Numismatico ed Hobbistico.

La Millenaria di Gonzaga

La storia di una terra “a mollo” e l’Ecomuseo delle Bonifiche

I N F OMantova > Suzzara > Gonzaga

piazza Matteotti, 10 tel. 0376 58729

[email protected] www.fieramillenaria.it

Dolce tipico dell’Oltrepò mantovano e diffuso anche nella Bassa pianura

modenese, questa torta speciale iniziò a essere preparata già dal XIX

secolo. Di preparazione non semplicissima, la Turta Tajadleina prevede

l’uso delle tagliatelle di sfoglia all’uovo, proprio quelle da mangiare al

ragù o in brodo ma in versione dolcificata, in un abbinamento insolito ma

sorprendentemente gustoso con mandorle e burro.

Ingredienti: 300 g di farina bianca, 3 tuorli, 200 g di zucchero, 200 g di

mandorle sbucciate e tritate, 70 g di burro, un bicchierino di liquore secco

Preparazione: impastare la classica sfoglia con farina e tuorli con l’ag-

giunta di un cucchiaio raso di zucchero e tagliarla in tagliatelle sottili come

quelle per il brodo. Unire le mandorle con lo zucchero nella tortiera imbur-

rata, disporre un leggero strato di tagliatelle poi uno di mandorle e zuc-

chero, distribuendo qua e là qualche fiocchetto di burro e una spruzzatina

di liquore. Continuare così fino all’esaurimento degli ingredienti: dovrebbe-

ro risultare 3 strati di tagliatelle inframmezzati dalle mandorle. Cuocere in

forno a 180° per 40 minuti circa fino quando la torta sarà dorata.

Sapori d’Oltrepò: la Torta di Tagliatelle

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Il metodo elaborato dall’ingegner Prampolini prevedeva la separazione delle acque alte da quelle basse per evitare che i canali provenienti dai territori più alti potessero riversare le loro acque nei territori più bassi. Pertanto due distinti collettori scaricano in Secchia, in località Mondine le prime e a San Siro di San Benedetto le seconde: la differenza tra le canalizzazioni si nota perché i collettori delle acque alte hanno le sponde protette dagli argini. Una fitta rete di canali che si incro-ciano grazie ad idrovore e botti, fabbricati mediante i quali i canali delle acque basse sottopassano quelli delle acque alte, i grandi impianti idrovori belli da ve-dere, gli effetti disastrosi delle piene… il connubio tra uomo, terra, acqua e storia è un mondo affascinante che oggi si può percorrere e scoprire dal vivo grazie al Museo delle Bonifiche, un progetto che valorizza il territorio e l’opera dell’uomo.A differenza dei musei tradizionali, che portano dentro ciò che sta o stava fuori, qui lo spazio aperto di un intero territorio si fa museo.14 km di percorsi ciclopedonali sugli argini dei canali e del fiume Secchia, quattro aree di sosta e di orientamento, pannelli didattici e informativi, una sede fissa in piazza della Libertà per conservare la storia delle bonifiche e del territorio mogliese, un’area attrez-zata per la sosta di camper nel piazzale del Centro Sportivo Comunale.Tutto questo è il Museo, un’opera che inserisce Moglia nel percorso ciclopedonale Eurovelo 7, rete di colle-gamento nazionale e continentale di interesse storico-

Appartenente alla famiglia delle cucurbitacee e origi-naria dell’America centrale, la zucca trova nel territorio mantovano un luogo d’elezione. E’ una pianta rustica e resistente, si adatta bene al caldo ma necessita di molta acqua durante la crescita, è da sempre considerata il “suino” dei poveri per le sue virtù nutrizionali e per l’uso che si fa di ogni sua parte. Non si butta via niente, come per il maiale: anche fiori, foglie e semi sono commestibili. La sua polpa dolce e pastosa è ricca di vita-mine e nutrienti ed è presente in moltissime preparazioni tipiche mantovane: oltre ai celeberrimi tortelli la si trova negli gnocchi, nei risotti, in zuppe, insalate, alla griglia e anche nella preparazione dei dessert. Esistono tantissime varietà di zucche diverse, nel mantovano le coltivazioni più diffuse riguardano le qualità Mantovana (buccia ver-de-grigio, schiacciata alle estremità), Piacentina e Berret-ta di Mantova (tonde, di polpa ottima), Marina di Chioggia (perfetta per l’uso in cucina, di polpa dolce e saporita), e poi l’Americana, la Turbante, la Delica, l’Ungherese…

Un composto chiamato mustum ardens a base di piccanti semi di senape e mosto di vino, che ser-viva per conservare la frutta, prodotto altamente deperibile. Siamo nel 1300, anno in cui per la prima volta si attesta l’esistenza di questa preparazione alimentare di lusso, presente sulla tavola dei signori di Man-tova, i Gonzaga. Veniva preparata dai farmacisti di corte, gli speziali, e poi conservata nei tipici albarelli di coccio, partico-lari vasi di piccola e media dimensione. Verso il XVII secolo l’uso di zucchero e senape si fa più popolare e la mostar-da inizia a diffondersi nelle famiglie contadine fino a diventa-re uno dei fondamentali della tradizione gastronomica mantovana. Una confettura di frutta

naturalistico dedicata a chi cerca la natura, il silenzio, la lentezza.Il percorso en plein air sugli argini della bonifica Par-migiana-Moglia e del fiume Secchia non permette da solo una comprensione adeguata dei mutamenti che il territorio ha conosciuto nel corso del tempo: nell’edifi-cio di Piazza della Libertà sono stati raccolti documen-ti, testimonianze, immagini e mappe per trasmettere l’importanza vitale delle opere di bonifica nella storia e nella cultura di questa terra.

piccante, connubio coinvolgente di sapori inconsueti, tradizionalmente è preparata con mele o pere acerbe

(mele campanine o cotogne) affettate sottili e lasciate riposare per 24 ore coperte

di zucchero. Il liquido che risul-ta viene fatto bollire, nuova-

mente versato sulla frutta e lasciato riposare: così

per tre volte. Si fa poi bollire lungamente la frutta con lo scirop-po ottenuto in pre-cedenza, aggiun-gendo sei gocce di senape liquida per ogni chilo di composto: si lascia

riposare per poi con-fezionare la confettu-

ra “ardente” in vasetti ermetici. Oltre a dare

carattere e unicità a pre-parazioni tipiche mantovane

come i tortelli di zucca, la mostar-da accompagna bolliti e arrosti e si sposa

magnificamente con il Parmigiano-Reggiano.

I N F OMantova > San Benedetto Po > Moglia

L’opuscolo “Moglia percorso delle bonifiche” è scaricabile dal sito del Comune di Moglia www.comune.moglia.mn.it tel. 0376.511411

Ecomuseo delle bonifiche P.zza della Libertà, 7 tel. 0376.511411

Dolcezza ardente: la mostarda

Un’Americana a Mantova

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Forse il piatto principe della cucina manto-vana, la cui creazione è al centro di dispute stori-che: piatto nobile elaborato dai cuochi della corte Gonzaga o cibo delle campagne?Probabilmente una sintesi della tradizione popola-re e di quella raffinata, per una ricetta che con le sue piccole variazioni si custodisce gelosamente e si tramanda di generazione in generazione, simbolo di indiscussa “mantovanità”.Questi tortelli coniugano la dolcezza di zucca e amaretto con i sapori più speziati della mostarda mantovana e della noce moscata, tutto armonizzato dall’inconfondibile gusto del Parmigiano-Reggiano.Ingredienti: Zucca 1 kg, Parmigiano-Reggiano 300 g, amaretti 200 g, mostarda mantovana 200 g, pangrattato 100 g, sale e noce moscata q.b. Preparazione: Tagliare la zucca in grossi spicchi: cuocerla al vapore o al forno, mondarla da buccia e semi, setacciarla bene in una terrina. Unire il formaggio e il pangrattato , gli amaretti sbri-ciolati, la mostarda tritata; profumare con la noce moscata e salare. Amalgamare bene il composto e lasciarlo riposare per qualche ora al fresco. Preparare la sfoglia con 6 uova e 6 etti di farina di grano duro, tagliarla a strisce larghe circa 7 centimetri. Deporre un cucchiaino abbondante di ripieno ogni 3 o 4 centimetri e ripiegare la sfoglia premendo bene. Ritagliare i rettangoli ottenuti e cuocerli in abbondante acqua salata per pochi minuti. I tortelli si possono condire con burro fuso e salvia, cosparsi di abbondante Parmigiano grattugiato.

Sapori d’Oltrepò: i Tortelli di Zucca

Natura riconquistata e archeologia romana a San Lorenzo

Nei pressi del Parco San Lorenzo si trova l’antica pieve matildica di San Lorenzo, citata già in un documento del sovrano longobardo Liutprando; secondo la tra-dizione venne ricostruita probabilmente nel 1082, in stile romanico, per volere di Matilde di Canossa, i cui vasti possedimenti si estendevano dal Lazio al Lago di Garda e comprendevano anche Pegognaga.Le tracce matildiche sono riscontrabili in tutto il territorio mantovano, particolarmente strategico per la presenza del fiume Po: la presenza della Gran Contessa veniva rafforzata sul territorio gra-zie all’edificazione di monasteri e pievi.La pieve di San Lorenzo viene costruita nello stesso luogo in cui già si trovavano i ruderi di una villa e di un tempio di epoca romana: per questo nelle basi del-la muratura della chiesa ci sono cocci e frammenti di mattoni romani, mentre sul portale è incastonato un frammento di lapide funeraria in tufo. Dalla seconda metà del sec. XVII la chiesa viene ab-

quest’area è data anche dalle testimonianze arche-ologiche che qui sono state restituite: probabil-mente in quest’area sorgeva un luogo importante per la navigazione fluviale padana, dove le navi sostavano e realizzavano scambi e commerci a metà strada tra il porto di Ostiglia e quello di Brescello, at-tività testimoniata dalle grandi quantità di anfore qui ritrovate. Questi antichi reperti si possono ammirare al Museo Civico Archeologico di Pegognaga.

Il Parco San Lorenzo si sviluppa per 54 ettari, 7 dei quali occupati da un’area archeologica di età romana (II sec. a.C. - IV sec. d.C.). Qui si trova la bella Pieve matildica di San Lo-renzo, 37 ettari destinati a parco pubblico e 10 ettari adibiti ad oasi naturale. Nato dalla riconversione di un’area de-dicata a polo estrattivo di argilla è oggi luogo della storia e della natura padana: i tre suggestivi specchi d’acqua che lo caratte-rizzano sono infatti residuali delle escavazioni di argilla operate fino alla fine degli anni ‘80, ma oggi sono ormai divenuti un’oasi naturale in cui la vegetazione tipica della zona umida ha preso il sopravvento sull’opera dell’uomo e si offre come habitat per una ricca avifauna.I percorsi attrezzati e i capanni per il bir-dwatching rendono il parco ancora più piacevole.Oltre agli aspetti naturalistici, la rilevanza di

bandonata dal culto e precipita nel degrado, fungendo da magazzino e stalla, subendo gli attacchi delle piene del fiume Po.Importanti restauri eseguiti nel XVIII secolo e negli anni 1924-32, quando fu destinata a Famedio dei Caduti della prima guerra mondiale riportarono la pieve all’an-tico splendore.Costruita secondo lo stile severo e lineare dell’ar-chitettura neocristiana, la pianta è divisa in tre nava-te con absidi ricurve: dalla navata centrale alcuni scalini scendono nella cripta, mentre dalle navate laterali due rampe di scale salgono rispettivamente nel presbiterio sopraelevato. La stessa scansione dell’interno si rico-nosce anche nelle linee essenziali della facciata.

I N F OMantova > Pegognaga

Parco San Lorenzo strada Falconiera www.comune.pegognaga.mn.it

Museo Civico Archeologico di Pegognaga, Centro Culturale Livia Bottardi Milani piazza Vittorio Veneto, 14 tel. 0376.5546401 [email protected]

I N F OMantova > Pegognaga

Via Provinciale, apertura su richiesta. per qualsiasi informazione tel. 0376.558173

La Pieve di San Lorenzo e il legame con Matilde

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Il fiume Secchia nasce nell’Appennino reggiano e at-traversa la pianura emiliana per quasi 180 km prima di sfociare nel Po: nel luogo in cui le acque dei due fiumi si uniscono è stato creato un parco che valorizza una zona particolarmente interessante dal punto di vista naturalistico e geomorfologico. Il fiume scorre nel verde intagliando fitti meandri nella pianura cui si affiancano le imponenti opere di bonifica.Il mezzo ideale per scoprire il Parco è la biciclet-

ta, pedalando su argini e alzaie di campagna a stretto contatto con la natura: i vantaggi di questo mezzo assolutamente ecologico sono tanti, ad esem-pio la possibilità di collegare gli itinerari lungo il Sec-chia alla sua destra e sinistra passando per il ponte di Quistello, con i percorsi ciclopedonali arginali che fiancheggiano il fiume Po sino in provincia di Ferrara oppure tornano verso Modena sempre costeggiando il Secchia. Per scoprire le terre dell’Oltrepò bastano poi piccole deviazioni verso i centri abitati, ricchi di importanti te-stimonianze storiche, culturali e naturalistiche come gli attracchi turistici sul fiume Po (a Quingentole e a San Benedetto Po), l’Abbazia del Polirone a San Be-nedetto Po, il Museo Lineare delle Bonifiche di Moglia, il Museo della Cultura Popolare Padana di San Bene-detto Po solo per citarne alcuni…oltre a numerose strutture agrituristiche che offrono ottimi ristoro e ospitalità.Tutti i percorsi ciclabili della Provincia mantova-na, integrati a quelli della rete europea Eurove-lo, sono ben segnalati nella cartina “MantoVA in Bici!”, edita dalla Provincia di Mantova.

I N F OMantova > San Benedetto Po > Quistello

ex S.S. 496 “Virgiliana” Comune di Quistello piazza G. Matteotti, 1 tel. 0376.627201/627252

www.parcofocesecchia.it [email protected]

I N F OMantova > San Benedetto Po > Quistello > Nuvolato

via Martiri di Belfiore, 7 tel. 0376.627241, www.comune.quistello.mn.it

Orario: Aperto giovedì ore 9.00-12.00. Sabato: ore 9.00-12.00 e 16.00-19.30. Domenica: ore 16.00-19.30.

Il Parco Golene della Foce del Secchia

La Pieve di Nuvolato è dedicata a San Fiorentino, solda-to di nobile stirpe originario della Borgogna e divenuto martire nel V secolo: si suppone quindi un legame diret-

Considerato la Montecassino dell’Italia settentrionale, questo splendido complesso monastico risale all’inizio del XI secolo quando Tedaldo di Canossa, progenitore della Contessa Matilde, dona ai frati benedettini la metà dell’isola formata dai fiumi Po e Lirone. L’eccezionalità delle architetture si deve al genio di Giulio Romano, l’architetto e pittore rinasci-mentale che tra il 1540 e il 1545 ripristina l’insie-me degli edifici senza demolire le vecchie strutture romaniche e gotiche bensì elaborando soluzioni originali per integrare gli stili preesistenti. Il com-plesso abbaziale è composto da diversi edifici, destinati in origine alle diverse attività dei monaci: di particolare

to con la Francia ad opera forse di monaci cluniacensi che nell’XI secolo giunsero all’abbazia di San Benedetto di Polirone. Citata per la prima volta nel 1059, rispetto alle altre strutture romaniche dell’Oltrepò ha caratteristi-che di costruzione più antiche. La pianta è a croce latina anziché a tre navate, analoga alla prima chiesa di Santa Maria di Cluny in Francia e alla Chiesa di Santa Maria nell’isola di Polirone: la sua collocazione lungo l’antico corso del Po Vecchio, la pone al centro di un percorso culturale, turistico e religioso che collega fra loro le chie-se costruite fra XI e XII secolo. Le suggestioni di questa piccola pieve furono par-ticolarmente care a Giuseppe Gorni (1894-1975) architetto, scultore e pittore di Nuvolato. Le sue opere si possono ammirare su tutto il territorio: suo il progetto del magazzino di granaglie di Quistello, della casa del fruttivendolo, del falegname e del panet-tiere di Nuvolato, la casa del Balilla (attuale palestra) e la scuola elementare di Nuvolato. Le opere di grafica e scultura sono raccolte proprio in quest’ultimo edificio riconvertito a museo: il tributo ad un artista affezionato alla realtà contadina novecentesca, personalità carismatica e amante della propria terra.

Nuvolato: San Fiorentino e il Museo Diffuso Giuseppe Gorni

L’Abbazia benedettina di Polirone

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bellezza il chiostro di San Benedetto e quelli, più raccol-ti, dei Secolari e di San Simeone.Le navate e gli ingressi delle cappelle laterali della ba-silica sono ornati dalle statue di santi plasmate in terra-cotta ad opera del celebre modenese Antonio Begarelli, definito dal Vasari nientemeno che il Michelangelo del-la terracotta. Fino al 1633 nel sacello in alabastro giacevano le spoglie di Matilde di Canossa, figura cardine del Medioevo italiano: da qui vennero succes-sivamente traslate nella Basilica di San Pietro a Roma. Al piano superiore del Chiostro di San Simeone, negli ambienti che un tempo erano l’appartamen-to dell’abate e dei principi, le celle dei monaci,

la biblioteca settecentesca e lo scrittorio, ora si trova uno dei maggiori musei etnografici d’Italia, il Museo Civico Polironiano. Incentrato sulla cultura materiale e la società rurale della pianura fluviale solca-ta dal Po, ne approfondisce anche gli aspetti legati alla magia, alla religione popolare, alle leggende locali e alle espressioni artistiche. Di notevole interesse anche la col-lezione storico-archeologica conservata nei seminterrati dell’ex refettorio e dell’ex infermeria.

I N F OMantova > San Benedetto Po

Abbazia e Museo Civico Polironiano piazza Teofilo Folengo, 22

Uno dei vini più apprezzati e celebri della produzione enologica mantovana, il Lambrusco ha un’origine an-tica che risale ai monaci benedettini di Polirone che riscuotevano corrispettivi in vino dagli affittuari delle terre di proprietà dell’abbazia.La zona di produzione del Lambrusco Mantovano DOPcomprende l’Oltrepò e il Viadanese - Sabbione-tano. E’ un vino da consumare giovane, entro un paio d’anni dalla vendemmia, di colore rosso rubino o rosa-to e vivacemente frizzante: la spuma consistente che invita all’assaggio e alla scoperta del sapore fresco e fruttato di questo nettare. Gli abbinamenti a cui il Lambrusco Mantovano si pre-sta sono tanti: gli insaccati e il tradizionale cotechino vi si sposano benissimo perché il gusto fresco e leggermente acidulo contrasta armoniosamente con i piatti più elaborati. Perfetto con le paste ripiene di carne, anche in brodo: tradizionalmente si usava arricchire il piatto versando un po’ di Lambrusco nel brodo. Nella versione amabile si abbina con i dolci e con i classici tortelli di zucca.

I N F O Consorzio per la Tutela dei Vini Mantovani, via Calvi, 28 - Mantova www.vinimantovani.it, [email protected] tel. 0376.234420

Profumo fragrante e inconfondibile, colore vi-brante e polpa morbida e succosa: il melone è il frutto che più di tutti richiama alla mente l’estate e le giornate afose in cui si mangerebbe solo un piatto di prosciutto e melone… Un vero toccasa-na nei momenti di grande caldo: è ricco di vitami-na A e C, calcio e potassio mentre è al contempo povero di calorie; favorisce la rigenerazione cel-lulare e combatte l’invecchiamento. La storia del melone nel territorio mantovano ri-sale alla metà del XVI secolo quando alcuni do-cumenti attestano che il podestà viadanese Feli-ce Fiera offrì in dono quattro profumati meloni al duca Francesco Gonzaga: nella chiesa matildica di Santa Croce a Sermide il melone compare ad-dirittura in alcuni affreschi riportati alla luce.Il melone estivo è quello più coltivato nel manto-vano e ha polpa arancione-gialla mentre quello invernale ha polpa chiara, biancastra: Sermide e Viadana sono zone di produzione tipica.Un’altra importante produzione agricola di Sermide è la cipolla: alimento da sempre presente nell’alimentazione contadina e non solo, qui se ne coltivano quasi 500 varietà diverse per una produzione annua pari al 10% del totale nazionale. Le specie più diffuse sono quella di Sermide o Paglierina, che si semina in autunno e si raccoglie in estate, e la Dorata Invernale, che invece si semina in primavera e si raccoglie fra luglio e agosto.

I N F O Consorzio del Melone Mantovano, piazza Sordello 43, Mantova, tel. 335.6087178 [email protected], www.melonemantovano.it

Sapori d’Oltrepò: il Lambrusco Mantovano DOP

Il Melone Mantovano e la Cipolla di Sermide

La presenza di una nutrita colonia di gruccioni, uccel-li dalla splendida livrea che hanno iniziato a nidificare lungo il corso del Po, ha definito il nome dell’area pro-

tetta che si estende lungo il corso del Po a Sermide: il paesaggio è quello suggestivo degli ambienti golenali, ricco di pioppeti, specchi d’acqua e for-

Archeologia industriale e natura lungo il Po

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mazioni naturali di salice bianco, vasti sabbioni e lanche, l’Isola Schiavi e l’Isola Bianchi create dallo scorrere del fiume. Seguendo l’itinerario ciclabile che corre lungo la spon-da destra del Grande Fiume percorrendo le belle strade arginali poco trafficate si arriva all’impianto idrovoro di Moglia di Sermide. E’ un impianto ancora funzio-nante e in caso di piogge molto intense ed even-tuali allagamenti le dieci potenti pompe entrano in funzione, alzano di 7 metri e riversano nel Po fino a 40 metri cubi di acqua al secondo: la struttura è monumentale e bella da vedere, realizzata in mattoni

con decorazioni in marmo ed in ferro battuto, presenta ampie vetrate nella parte anteriore.I percorsi ciclabili del Parco Golene del Gruccione sono integrati con quelli della Rete Eurovelo che corrono lun-go l’argine maestro del Po.

I N F OMantova > Ostiglia > Sermide

Cartina degli itinerari ciclabili MantoVa in Bici edita dalla provincia di Mantova

www.comune.sermide.mn.it Iat dell’Oltrepo Mantovano, tel. 0376.623036

I N F OMantova > Borgoforte > Suzzara

Galleria del Premio, via Don G. Bosco, 2/a

tel. 0376.535593 [email protected] www.premiosuzzara.it

I N F OMantova > Suzzara > Riva

Comune di Suzzara, tel. 0376.513248 www.parcosancolombano.it

Il museo permanente Galleria del Premio Suzzara ospi-ta una ricca collezione di opere raccolte a partire dalla prima edizione del Premio Suzzara sino ad oggi.Il Premio di pittura, istituito nel 1948 su propo-sta di Dino Villani e Cesare Zavattini, si distin-gueva da analoghe iniziative del tempo per la composizione della giuria e il carattere dei premi: la giuria non doveva essere composta soltanto

Il Parco Naturale di Interesse So-vracomunale San Colombano si trova nella frazione suzzarese di Riva e comprende un’ampia zona di golena del Po che racchiude tre “bugni”, ovvero tre specchi d’acqua formatisi in seguito alle inondazioni storiche del fiume: oggi questi laghetti sono diventati importanti ambienti naturali cir-condati da vegetazione spontanea tipica delle zone umide.Al centro del Parco si trova an-che il Memoriale della Riconci-liazione, un luogo celebrativo della giustizia e della pace nel mondo. Caratterizzato da una pic-cola cappella ricavata da una nicchia naturale, ai cui piedi sono stati collocati tredici grossi sassi, dodici disposti in cerchio e uno al centro: è uno stones circle, come tanti dell’Irlanda preceltica, ed è dedicato alla figura del monaco irlandese San Colombano. Abate e missionario noto per aver fondato numerosi mona-steri e chiese in Europa, vissuto nel VI - VII secolo, fu

da galleristi, storici e critici d`arte, giornalisti, ma anche da un operaio, un impiegato e un contadi-no. I premi, messi a disposizione dai contadini e dagli operai di Suzzara, erano i prodotti del la-voro e della terra: una forma di formaggio, un vitello, una cucina economica, un fusto di vino, burro, salami, polli, uova... L`idea originale che decretò il successo del Premio fu quella di equiparare i prodotti dell`arte a

quelli del lavoro, favorendo lo scambio alla pari e adot-tando come titolo della rassegna “Lavoro e lavoratori nell’Arte”. Il Premio orientò subito la propria attenzione verso una linea realista dell`arte, attenta alle problema-tiche sociali. Le opere premiate, rimanendo di proprietà comunale, hanno costituito nel tempo un ricchissimo patrimonio storico-artistico, che annovera presenze quali Renato Guttuso, Aligi Sassu, Renato Birolli, Bepi Romagnoli, Giuseppe Zigaina e Antonio Ligabue.Oltre alla mostra permanente, nel periodo che va da settembre alla fine dell’anno si svolge il Premio Suzzara che, in sintonia con la propria tradizione, è particolar-mente attento ai linguaggi artistici della contempora-neità.

portatore di ideali di pace e unità.Il Parco è un luogo verde e tran-quillo e per godersi una sosta ci sono tavoli, panchine, barbecue, area sosta cavalli, parcheggio bi-ciclette, un attracco fluviale e un capanno per l’osservazione della fauna... Chi ama le pedalate invece può proseguire da qui nel comodo sistema di percorsi pianeggianti collegati all’argine maestro, con-nessi direttamente al sistema ci-clabile Eurovelo. Vari pannelli informativi accompa-gnano i visitatori lungo percorsi storici e naturalistici, mentre nel corso dell’anno il Parco propone

passeggiate con guide ambientali, iniziative per i bam-bini e laboratori naturalistici.

Suzzara: un Premio diverso

San Colombano, natura e storia in riva al Po

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Dolcezza e succosità sono le caratteristiche principali della pera tipica coltivata nel territorio mantovano. Le terre dell’Oltrepò sono particolarmente vocate alla pro-duzione delle sei varietà tradizionali mantovane: Abate Fetel, Decana del Comizio, Conference, Kaiser, William, Max Red Bartlett. La coltivazione della pera mantovana è regolata da un disciplinare di produzione e avviene secondo tecniche tradizionali della zona ed un preciso piano di controllo della qualità. Quella delle pere è una coltura svilup-patasi a partire dal Quattrocento sui terreni bonificati dall’opera dei Gonzaga e dei monaci benedettini del monastero di Polirone. A testimoniare l’importanza di questa produzione, uno sguardo agli affreschi del Mantegna nella Camera degli Sposi del Castello di San Giorgio a Mantova rivelerà una decorazione vegetale a festoni nel cui intreccio compaiono tante pere gialle. La pera compare anche nel fregio della Sala del Trono del Palazzo Ducale di Sabbioneta.Le preparazioni gastronomiche di cui la pera è prota-gonista sono numerose, ad esempio la tradizionale e piccante mostarda, oppure semplicemente abbinata ad una bella scaglia di Parmigiano-Reggiano.

I N F O Consorzio Pera Tipica Mantovana,

S.S. 496 Virgiliana n° 20, San Giovanni del Dosso, tel. 0386 757323

Sapori d’Oltrepò: la pera tipica mantovana IGP

I N F OMantova > Ostiglia > Borgofranco sul Po

TRU.MU Museo del Tartufo di Borgofranco sul Po via A. Barbi, 36/b (Località Bonizzo) Borgofranco sul Po

[email protected] tel. 0386.41667,

www.stradadeltartufo.org

Nelle pianure lungo la riva destra del Po si rea-lizza quella felice quanto rara e difficile combi-nazione di elementi che determinano l’ambiente ideale per la nascita del tartufo. Il clima, le caratte-ristiche dei suoli e la presenza di piante che con il tar-tufo stabiliscono uno stretto rapporto vitale: il territorio dell’Oltrepò è una tartufaia naturale del più pregiato tartufo, quello bianco, il Tuber magnatum Pico.Frutto della terra conosciuto fin dall’antichità e presen-te sulle tavole più nobili, è un fungo ipogeo che cresce in simbiosi con le radici di determinati tipi di alberi che ne influenzeranno sapore e profumo: ed è proprio il profumo che lo rende rintracciabile dai trifulìn, i cer-catori di tartufi, o meglio dal fiuto dei loro compagni a quattro zampe ben addestrati.Si dice che il tartufo si mangi con il naso, poiché è il profumo che emana prima ancora del gusto o del colo-re a rappresentarlo al meglio: nella tradizione culinaria viene spesso valorizzato come “solista” abbinandolo a cibi semplici ma scelti con oculatezza come il classico piatto di uova al tegamino o un risotto ben mantecato. E’ eccellente anche con i formaggi e diventa indimenti-cabile quando è protagonista delle ricette più creative.La Strada del Tartufo Mantovano riunisce i comu-ni di Borgofranco sul Po, Carbonara di Po, Felo-nica, San Giacomo delle Segnate, Sermide, Pieve di Coriano e Villa Poma nella valorizzazione del Tartufo Bianco come protagonista indiscusso di

gastronomia, cultura, storia e natura locali: dalle fiere paesane alle ricette tradizionali fino ad arrivare al TRU.MU (Truffle Museum), il Museo del Tartufo di Borgofranco sul Po. Da non perdere.

Lungo la Strada del Tartufo Mantovano

I N F OMantova > San Benedetto Po > Villa Poma

Comune di Villa Poma

tel. 0386.864206

L`oratorio dedicato a Sant’Andrea è un piccolo gioiello architettonico, databile all’ XI secolo e re-alizzato interamente in cotto. La sua struttura è quella semplice e severa del romanico, comune alle altre costruzioni matildiche d’Oltrepò. La parte più antica è costituita dalle tre absidi, dai muri laterali e da una piccola parte della facciata, mentre il campanile fu aggiunto verso la fine del XV secolo. L`interno risulta piuttosto spoglio, con pochi resti di decorazioni.

L’Oratorio romanico di Ghisione

Tipica torta mantovana forse elaborata dai pasticceri della corte Gonzaga

e poi entrata a fare parte della tradizione contadina per gli ingredienti

semplici che la compongono.

E’ caratterizzata da una pasta di consistenza dura e friabile: la Sbrisolona

va spezzata con le mani a formare le caratteristiche brise.

Ottima in abbinamento a vini dolci e liquorosi come Malvasia o Passito.

Ingredienti: 200 g di farina bianca, 200 g di farina gialla, 200 g di zuc-

chero, 200 g di mandorle dolci, 200 g di burro (secondo tradizione 100 g

di burro e 100 g di strutto), due tuorli d’uovo, la scorza grattugiata di un

limone, un pizzico di sale.

Preparazione: mescolare le farine, lo zucchero, le mandorle tritate, l’uo-

vo e la scorza di limone con il burro ammorbidito (ed eventualmente lo

strutto). Impastare rapidamente sbriciolando grossolanamente con le dita

senza schiacciare troppo i grumi: versare il composto in una tortiera im-

burrata e infarinata in modo che risulti alto circa 3 cm.

Cuocere in forno per 40 minuti circa fino quando la torta sarà dorata.

Sapori d’Oltrepò: la Torta Sbrisolona

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eventi & appuntamenti

informazioni & accoglienza

PrimaveraSan Bendetto Po, 1° domenica di ogni mese, Mercatino dell’AntiquariatoSuzzara, marzo, Cicciolata sul PoMantova, 18 marzo, Festa del Patrono Sant’AnselmoMantova, Pasqua - Venerdì Santo, Ostensione dei Sacri VasiSan Bendetto Po, inizio maggio, Sagra dell’AsparagoPegognaga, maggio, PegorockSan Benedetto Po, maggio, San Benedetto Po in Fiore e Acoustic Guitar Festival

Estate San Bendetto Po, 1° domenica di ogni mese, Mercatino dell’AntiquariatoMotteggiana, luglio, Fiera di San CarloMoglia, fine luglio, Fiera di MogliaPegognaga, agosto, Antica Sagra di San LorenzoQuistello, agosto, Sagra di San BartolomeoMantova, inizio settembre, FestivaletteraturaGonzaga, inizio settembre, Fiera MillenariaMantova, metà settembre, Gran Premio NuvolariGonzaga, fine settembre, Fiera dell’Elettronica

AutunnoSan Bendetto Po, 1° domenica di ogni mese, Mercatino dell’AntiquariatoQuistello, settembre, Festa del FungoVilla Poma, settembre, Sagra di San Michele

InvernoSuzzara, inizio novembre, Polenta in FestaSuzzara, metà novembre, Sagra di San ColombanoSuzzara, febbraio, Festival Nebbiagialla

IAT Mantova piazza Mantegna 6, call center 0376.432 432 fax 0376 432 433, sms 329.0189367 turismo.mantova.it - [email protected]

IAT di San Benedetto Po piazza Teofilo Folengo 22, tel. 0376.623036 www.oltrepomantova.it

sapori tipici, musica, mercatini, feste in piazza, teatro, tradizioni e celebrazioni...

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CORTE BAGHINA di Simone Caserta strada Canali, 7 46027 San Benedetto Po tel. 0376 614090 cell. 349 7877866 www.cortebaghina.it

CORTE BERTOIA di Valeria Formigoni strada Bertoia 4, 46027 San Benedetto Po tel. e fax 0376 612012 cell. 340 4830523 www.cortebertoia.it

CORTE MEDAGLIE D’ORO di Claudio Cobellini via Argine Secchia 63, 46027 San Benedetto Po tel. e fax 0376 618802 cell. 338 1401856 www.cortemedagliedoro.it

LA BIANCHINA di Giampaolo Guidetti via Argine Po Nord 70, 46027 San Benedetto Po tel. e fax 0376 615804 cell. 340 5991248 www.labianchina.altervista.org

MERLIN COCAI di Ramon Scansani via Argine Po sud 156, loc. Portiolo, 46027 San Benedetto Po cell. 347 5837393 - 348 5207093

San Giacomo delle Segnate

AZIENDA AGRICOLA STOFFI di Emanuele Papotti via Stoffi 48, 46020 San Giacomo delle Segnate tel. 0376 618967 fax 02 700568410 cell. 333 7863206 www.agricolastoffi.net

CORTE ALDEGATTA di Leda Manfredini via Arrigona, 21 46020 San Giacomo delle Segnate tel. e fax 0376 616415 cell. 333 6426839 www.agriturismomantova.it

CORTE LE CASELLE di Gianfranco Cantadori via Contotta 21 46020 San Giacomo delle Segnate tel. e fax 0376 616391 cell. 348 3859622

LA VIGNA di Fausto Zerbinati via Cantone 1, 46020 San Giacomo delle Segnate tel. 0376 616406 cell. 338 2877482 www.agriturismo.it

Sermide

CORTE GARDINALA di Tarcisio Bettoni via Gardinala 2 - loc. Moglia, 46028 Sermide tel. 0386 969853 cell. 338 7668558 www.agriturismomantova.it www.cortegardinala.altervista.org

Suzzara

CORTE BASAGLIE di Antonio Bonatti Nizzoli via F.lli Cervi, loc. Sailetto, 46030 Suzzara tel. 0376 590265 fax 0376 224342 cell. 347 2629001

LOGHINO GARDONE-ROSSI E BERTONI di Bruno Rossi via Villa Inferiore 55, 46029 Suzzara tel. 0376 522994 fax 0376 532684 cell. 349 6302855

LOGHINO SABBIONI di Fiorenza Nosari via Selmanenti 31, loc. Riva, 46029 Suzzara tel. e fax 0376 532377 cell. 347 4503605 338 568712 www.loghinosabbioni.it

Villa PomaOLIANINA di Fausto Barbi via Gaiardina 4, 46020 Villa Poma tel. 0386 566700 fax. 0386 864249 cell. 349 4678345

FattorieDidatticheCORTE VALLE SAN MARTINO della famiglia Mezza via Valle San Martino 30/C 46024 Moglia Tel. 0376.557943 - 598567 Fax 0376.557943 Cell. 339.6459804 www.agriturismomantova.it

LA BIANCHINA di Giampaolo Guidetti strada Argine Po Nord 70 (vicino al ponte sul fiume Po) San Benedetto Po Tel 0376615804 Cell. 3405991248 Cell. 3478002424 labianchina.altervista.org - www.agriturismomantova.it

Ristoranti sulla strada dei Vini e Sapori Mantovani nel territorio dell’OltrepòRISTORANTE ALL’ANGELO via Martiri di Belfiore 20, 46026 Quistello tel. 0376.618354 fax 0376.619955 www.allangelo.eu

RISTORANTE IL TARTUFO via Guido Rossa 13, 46036 Revere tel. 0386.846076 fax 0386.846076 cell. 346.9597210 www.ristoranteiltartufo.com

Cantine sulla strada dei Vini e Sapori Mantovani nel territorio dell’OltrepòCANTINA SOCIALE DI POGGIO RUSCO via Poma 6, 46025 Poggio Rusco tel. 0386.51028 fax 0386.741287 www.cantinapoggiorusco.it

CANTINA SOCIALE DI GONZAGA viale Stazione 39, Gonzaga tel. 0376.58051 fax 0376.528038 www.cantinagonzaga.it

CANTINA SOCIALE DI QUISTELLO via Roma 46, 46026 Quistello tel. 0376.618118 fax 0376.619772 www.cantinasocialequistello.it

AgriturismoBorgofranco sul PoCORTE BANCARE di Laura Tampellini 12 via Bancare II° 20, 46020 Borgofranco sul Po tel. e fax 0386 41622 cell. 328 6110710

CORTE BROLETTO di Giovanni Rossi via Bassa 17, 46020 Borgofranco sul Po fax 0386 467093 cell. 335 6760682 - 339 5761890

FelonicaCORTE NIGELLA di Stefano Paganini via Argine Valle 75, 46022 Felonica tel. 0386 66222 fax 0386 66405 cell. 338 4057185 www.cortenigella.com

CORTE PROVA di Nicola Pulga via Argine Valle 70, loc. Prova 46022 Felonica tel. e fax 0386 66493 cell. 328 6867629 www.corteprova.com

LA BICOCCA di Remo Minella via Garibaldi 170, 46022 Felonica tel. 0386 62866 cell. 338 3811392 cell. 347 2945037 www.labicocca-agriturismo.com

GonzagaCORTE DINARELLA di Ferrari Carla strada Albereda 4, 46023 Bondeno di Gonzaga tel. 0376 54543 cell. 329 5608033

CORTE VILLORESI di Daniela Zapparoli strada Privata Pianone 1, 46023 Bondeno di Gonzaga tel. e fax 0376 550470 cell. 368 3340954

MagnacavalloLOGHINO VALLAZZA di Gloria Luisa Sagoni via Vallazza 6, loc. Vallazza, 46020 Magnacavallo tel. 0386 55113 tel. e fax 0386 55430 www.agriturismomantova.it

MogliaCORTE VALLE S. MARTINO della famiglia Mezza via Valle S. Martino 30/a, 46024 Moglia tel. e fax 0376 557943 cell. 339 6459804 www.agriturismomantova.it

LA ROCCHETTA di Claudio Agnesio e Margherita Galli via Rocchetta 57, 46024 Moglia tel. e fax 0376 557273 cell. 347 1166480

LOGHINO GIACINTO di Samuele Mazzola via Coazze 31, loc. Bondanello, 46024 Moglia tel. 0376 56133

MotteggianaCORTE FABBRICA di Diego Amista via D. Alighieri 21, loc. Torricella, 46020 Motteggiana tel. e fax 0376 520118 www.cortefabbrica.it

FORTE URBANO di Mattia Dallai via F.lli Cervi 21 loc. Sailetto, 46020 Motteggiana tel. 0376 520318 cell. 348 5333551 - 345 5804482

PegognagaCÀ ROSSA di Patrizia Lasagna strada Provinciale Est 6, 46020 Pegognaga tel. 0376 559072 cell. 348 6929358 www.agriturcarossa.it

CORTE LAGHETTO SPARVIERO di Tiziana Illari Strada Bassa 10, 46020 Pegognaga fax 329 8660346 cell. 339 1002196

CORTE SPIZIERA NUOVA di Giuseppe Bernardelli strada Falconiera 4, loc. Falconiera, 46020 Pegognaga tel. e fax 0376 558556 cell. 349 8809287 349 5969143

SAN LORENZO di Cesira Agosta Tota strada Falconiera 3, loc. Falconiera, 46020 Pegognaga tel. e fax 0376 558062 cell. 340 2864747

VOLIVIA via Vò, 21 46020 Pegognaga tel. 0376 550388 fax 0376 553196 www.volivia.it

QuingentoleCORTE MATIOLA di Franca Goldoni via Libioli 15, 46020 Quingentole tel. e fax 0386 427022 cell. 331 9762853 www.agriturismomantova.it

LA PECORA NERA di Ilaria Guaita strada Belguardare 8/10, 46020 Quingentole tel. 0386 427016 cell. 348 5119981 349 4643774

Quistello

BELVEDERE di Mauro Piva via Ferrarine 4, 46026 Quistello tel. e fax 0376 625129 cell. 335 6591449

IL VECCHIO TROGOLO di Patrizio Soriani & C. s.s. via Cortesa, 53 46026 Quistello tel. 0376 616785 cell. 335 1250305

ZIBRAMONDA di Carlo Breviglieri via Argine Secchia 20, 46026 Quistello tel. 0376 615031 fax 0376 615362 cell. 335 6916130 www.zibramonda.it

San Benedetto PoAGRITURISMO CASARI di Attilio Casari strada Romana sud 20, 46027 San Benedetto Po tel. e fax 0376 615436 cell. 348 4011841 www.agriturismocasari.com

AL PRADLIN di Carlo Battesini e Laura Franzoni strada Romana Nord 23, loc. Gorgo, 46027 San Benedetto Po tel. 0376 615773 - 0376 615120 - cell. 347 1552832

AZ. TUR. VENATORIA ARGINE VECCHIO di Dario Beccari via Arginino Vecchio 194, loc. Mirasole, 46027 San Benedetto Po tel. e fax 0376 612169 cell. 335 8160039

CÀ DEL VENTO di Patrizia Perfetti strada Schiappa 24 - dir. S. Siro, 46027 San Benedetto Po tel. e fax 0376 615633 cell. 340 4758245 www.agricadelvento.it

CÀ VECCHIA di Claudio Sartori via Romana Sud 48, 46027 S. Benedetto Po tel. 0376 622987

62 63caseifici vendita al pubblicocaseifici vendita al pubblico

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punto vendita Via Sant’Antonio, 3 26854 Pieve Fissiraga (Lo) (Uscita casello Autosole Lodi)

aperto tutti i giorni 8.30 - 12 15.30 - 19 chiuso domenica

in vendita oltre al Parmigiano-Reggiano altri formaggi a pasta dura: tipico Lodigiano, Bella Lodi, Gra-na Padano, formaggi teneri, salumi, vino, marmellate, miele

aperto venerdì 9.00 - 12.00

in vendita oltre al Parmigiano-Reggiano burro, panna

Via Benedetto Croce, 8 - 46024 Moglia (Mn)tel. e fax 0371.98036

Via Caramasche, 29 - 46020 Pegognaga (Mn)tel. e fax 0376.558356

L’attività di caseificio inizia a Moglia (Mn) nel 1982 da

Armando Visconti, vantando una pluriennale esperienza nel settore.

Da diversi anni la gestione è passata ai quattro figli.

La Società Caramasche è una delle più antiche del territorio

pegognaghese. Nata nel 1874 è stata ampliata nel 2000 e ad oggi dispone di una struttura funzionale e all’avanguardia.

Nei primi anni’30 un gruppo di agricoltori di Pegognaga si associa per ottimizzare la produzione di Parmigiano-Reggiano e dà vita alla latteria Vo’ Grande. La produzione è di circa 27.000 forme all’anno:Vo’ Grande è un’azienda moderna e all’avanguardia grazie all’impegno costante dei soci e all’attenzione per le innovazioni tecnologiche.

Storico caseificio, già attivo nei primi del ‘900, sulla riva destra del Po sulla strada arginale Motteggiana-San Benedetto Po. La Latteria Gonfo nasce 1955 e da allora ha costantemente aumentato la quantità di latte conferito dai soci e lavorato a Parmigiano-Reggiano. Nel 2008 l’acquisizione, mediante fusione per incorporazione, del caseificio Gazzina Nuova ha ulteriormente rafforzato la cooperativa.

Caseificio F.lli Visconti

Caseificio Caramasche

[email protected]

coordinate geografiche44° 56’ 12’’ N 10° 53’ 38’’ E

[email protected]

coordinate geografiche44° 59’ 02’’ N 10° 51’ 23’’ E

[email protected]

coordinate geografiche44° 59’ 08’’ N 10° 53’ 59’’ E

coordinate geografiche45° 02’ 21’’ N 10° 49’ 49’’ E

Strada Vo’, 68 - 46020 Pegognaga (Mn)tel. 0376.558091 fax 0376.558186

Via Argine Po, 86 - Villa Saviola 46020 Motteggiana (Mn)tel. 0376.527095 fax 0376.510835

LatteriaVo’ Grande

Latteria SocialeGonfo

apertolunedì 15 - 19

martedì-sabato 8.30 - 12 15 - 19chiuso domenica

aperto martedì e venerdì 9 - 12 15.30 - 19

in vendita oltre al Parmigiano-Reggianoprodotti caseari (burro, formaggi freschi), carne,

salumi di puro suino, vini e prodotti tipici della zona

in vendita oltre al Parmigiano-Reggianoburro

Allevamenti conferenti latte (n°) 7Produzione annuale forme (n°) 5.000Caldaie sala lavorazione (n°) 10Attivo dal 1982

Allevamenti conferenti latte (n°) 10Produzione annuale forme (n°) 16.000Caldaie sala lavorazione (n°) 23Attivo dal 1874

Allevamenti conferenti latte (n°) 13Produzione annuale forme (n°) 27.000Caldaie sala lavorazione (n°) 32Attivo dal 1956

Allevamenti conferenti latte (n°) 21Produzione annuale forme (n°) 22.800Caldaie sala lavorazione (n°) 35Attivo dal 1955

64 65caseifici vendita al pubblicocaseifici vendita al pubblico

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aperto martedì e venerdì 9 - 12 15.30 - 19

in vendita oltre al Parmigiano-Reggiano burro,

aperto tutti i giorni 9 - 12 15 - 18

in vendita oltre al Parmigiano-Reggiano burro, caciotte

Strada Begozzo, 10 - Palidano 46023 Gonzaga (Mn)tel. 0376.536343

Via Marzette, 14/B - 46023 Bondeno di Gonzaga (Mn)tel. e fax 0376.54067

Esistente dal 1940 è stato ristrutturato nel 1966 con capacità

lavorativa di 30.000 q l’anno. Il caseificio nuovo è in funzione dal

2000 con capacità lavorativa di 100.000 q l’anno.

Nasce come caseificio padronale nei primi anni del 1900 e si

trasforma in società cooperativa negli anni ‘50.

Azienda di tradizione ultracentenaria sorta nel fondo Sacchetta di Bondanello nel 1907: i nipoti oggi come allora portano avanti le tradizioni del patriarca Antonio nella valorizzazione dei buoni prodotti della terra. Il Parmigiano-Reggiano lavorato è prodotto unicamente con il latte dell’allevamento di famiglia.

Fondato nel 1972 dall’unione di sei piccoli caseifici delle frazioni di Nuvolato e Quingentole. Ristrutturato nel 1995, lavora circa 44.000 q di latte all’anno.

Latteria Agricola Begozzo

Latteria Agricola Marzette

[email protected]

coordinate geografiche44° 57’ 45’’ N 10° 45’ 36’’ E

coordinate geografiche44° 57’ 26’’ N 10° 51’ 56’’ E

[email protected]

coordinate geografiche44° 57’ 07’’ N 10° 56’ 11’’ E

coordinate geografiche45° 02’ 27’’ N 11° 01’ 12’’ E

Via Arginello, 26 - 46024 Bondanello di Moglia (Mn)tel. e fax 0376.56367

Via Europa, 1 - 46020 Nuvolato, Quistello (Mn)tel. 0376.617133 - 0376.617371 fax 0376.617133

Natura Agricola

Latteria San Fiorentino

aperto tutti i giorni 8 - 12.30 15 - 19chiuso domenica

aperto tutti i giorni 9 - 12

in vendita oltre al Parmigiano-Reggianosalame, mostarda, miele, caciotte,

burro di propria produzione

in vendita oltre al Parmigiano-Reggianoburro, ricotta

Allevamenti conferenti latte (n°) 8Produzione annuale forme (n°) 10.500Caldaie sala lavorazione (n°) 24Attivo dal 1966

Allevamenti conferenti latte (n°) 9Produzione annuale forme (n°) 11.300Caldaie sala lavorazione (n°) 18Attivo dal 1955

Allevamenti conferenti latte (n°) 1Produzione annuale forme (n°) 4.400Caldaie sala lavorazione (n°) 8Attivo dal 2003

Allevamenti conferenti latte (n°) 12Produzione annuale forme (n°) 8.000Caldaie sala lavorazione (n°) 20Attivo dal 1972

66 67caseifici vendita al pubblicocaseifici vendita al pubblico

18331833

18321832

1831 1831

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Struttura completamente nuova, inaugurata nel 2001.Nel 2006 in seguito all’acquisizione di un altro caseificio, ha aumentato notevolmente la produzione.

Nasce nel 1971 dalla scissione di un’altra cooperativa. A quel tempo si contavano 34 soci conferenti con una produzione annua di 16.000 q di latte.Oggi con 17 soci si lavorano oltre 60.000 q di latte.

[email protected]

coordinate geografiche45° 00’ 33’’ N 11° 00’ 06’’ E

Via Cappe, 3/B - 46026 Quistello (Mn)tel. 0376.618234 fax 0376.626504

Via Zottole, 101 - Bugno Martino 46027 San Benedetto Po (Mn)tel. e fax 0376.615770

Latteria Agricola Quistello

Latteria Agricola San Martino

aperto tutti i giorni 8.30 - 12chiuso domenica

aperto tutti i giorni 8 - 12.30 16 - 19chiuso sabato e domenica

in vendita oltre al Parmigiano-Reggianoburro virgilio

in vendita oltre al Parmigiano-Reggianoburro

Allevamenti conferenti latte (n°) 27Produzione annuale forme (n°) 22.000Caldaie sala lavorazione (n°) 30

punto vendita si trova a circa 200 metri Via Cattanea, 68 - 42046 Reggiolo (Re)

aperto tutti i giorni 8.30 - 12.30 15 - 19 chiuso lunedì

in vendita oltre al Parmigiano-Reggiano ricotta, mozzarelle, formaggi, salumi, insaccati, carni suine

aperto tutti i giorni 8 - 12.30 15.30 - 19.30 chiuso lunedì pomeriggio e domenica

in vendita oltre al Parmigiano-Reggiano carne suina fresca, insaccati, burro, formaggi teneri

Via Ronchi, 60 - Palidano 46020 Gonzaga (Mn)tel. 0522.972006 fax 0522.972672

Via Roma Sud, 35/A - 46020 Villa Poma (Mn)tel. 0386.864214 fax 0386.864136

Piccolo caseificio industriale partito con la produzione di 4

forme al giorno poi aumentato progressivamente fino alle attuali

12 forme giornaliere che sono la capacità massima. Si avvale della

fornitura di latte da parte di sei conferenti storici.

Nato nel 1962 come cooperativa agricola di trasformazione

casearia dall’unione di aziende agricole: oggi come allora si

producono Parmigiano-Reggiano e altri prodotti caseari di qualità.L’annesso allevamento suinicolo conta 1500 capi e con il moderno

macello garantisce carni genuine per la produzione di salumi o di

tagli di carne fresca.

Latteria Mortaretta

Latteria Sociale Carlo Poma

[email protected]

coordinate geografiche44° 56’ 36’’ N 10° 48’ 00’’ E

[email protected]

coordinate geografiche44° 59’ 39’’ N 11° 07’ 04’’ E

Allevamenti conferenti latte (n°) 6Produzione annuale forme (n°) 4.380Caldaie sala lavorazione (n°) 6Attivo dal 1962

Allevamenti conferenti latte (n°) 4Produzione annuale forme (n°) 3.396Caldaie sala lavorazione (n°) 10Attivo dal 1962

Allevamenti conferenti latte (n°) 17Produzione annuale forme (n°) 11.000Caldaie sala lavorazione (n°) 18Attivo dal 1971

[email protected]

coordinate geografiche45° 00’ 45’’ N 10° 57’ 53’’ E

68 caseifici vendita al pubblico18

35 1835

1834 1834

aperto tutti i giorni 9.30 - 12 16.30 - 19 chiuso domenica

in vendita oltre al Parmigiano-Reggiano burro

aperto tutti i giorni 8.40 - 12.30 solo venerdì e sabato 15 - 19 chiuso domenica

in vendita oltre al Parmigiano-Reggiano burro

Strada Gualanta, 2 - Bugno Martino 46027 San Benedetto Po (Mn)tel. e fax 0376.615265

Via Galvani, 1 - 46020 Sermide (Mn)tel. 0386.61241 fax 0386.961252

Si costituisce nel 1971 con inizio attività l’1.1.1972 a seguito

della cessazione dell’attività del caseificio Cavecchia Canali

Nato nel marzo del 1962, in continua crescita, viene

completamente ristrutturato nel 1997 e nel 2000 è ampliato

il magazzino. Nel 2010 viene introdotto l’impianto per

l’affioramento. Il latte lavorato passa dai 15.000 q nel 1962 agli

82.777 del 2010.

Latteria Agricola San Giuseppe

[email protected]

coordinate geografiche45° 00’ 39’’ N 10° 57’ 09’’ E

[email protected]@gmail.com

coordinate geografiche

45° 00’ 36’’ N 11° 15’ 43’’ E

Allevamenti conferenti latte (n°) 4Produzione annuale forme (n°) 5.000Caldaie sala lavorazione (n°) 12Attivo dal 1972

Allevamenti conferenti latte (n°) 13Produzione annuale forme (n°) 14.500Caldaie sala lavorazione (n°) 27Attivo dal 1962

Latteria Agricola Mogliese

Mantova, il panorama

un cuore di arte e cultura circondato dall’acqua

le tante sfumature di Mantova:capolavori d’arte e di gusto in una cornice unica

72m

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La signoria dei Gonzaga governò il territorio mantovano per quasi cinque secoli a partire dal 1328, trasformando la città in uno dei più im-portanti centri di promozione e diffusione dell’arte e della cultura, nel segno di un mecenatismo che non ha quasi paragoni. Le più gran-di personalità artistiche del tempo convennero a corte: umanisti e letterati, com-positori, architetti e pittori, figure chiave della cultura italiana ed europea venne-ro accolti a Mantova dove lavorarono creando capola-vori alla corte dei Gonzaga. Nel 1460 Ludovico II nominò Andrea Mantegna pittore di corte e chiamò a sé architetti del calibro di Leon Battista Alberti e Luca Fancelli. Un secolo dopo Federico II elevò Mantova a punto di riferimento dell’arte manierista grazie al capola-voro di Giulio Romano, geniale architetto che costruì

e decorò per lui il sublime Palazzo Te, un angolo di svago e delizie della corte gonzaghesca. Vincenzo divenne il mecenate di Rubens, Ferdinando Gonzaga prenderà Van Dyck al proprio servizio.

Ed ecco perché Mantova è così ricca di capolavori: simbolo del potere e della grandiosità gonzaghesca è il Palazzo Ducale, una delle più estese ed elabo-rate regge d’Italia che racchiude in sé circa 500 tra

Mantova città d’arte a misura d’uomo

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sale e stanze con numerose piazze, cortili e giardini interni. E’ una città nella città, i cui tesori sono così numerosi che è difficile elencarli tutti: arazzi di Raf-faello, cicli di affreschi di Giulio Romano e Pisanello, tele di Rubens, ricche collezioni di sculture greche e romane… Il Castello di San Giorgio, opera di

Bartolino da Novara, racchiude in una delle sue torri un vero e proprio gioiello: la celeberrima Camera degli Sposi di Andrea Mantegna.L’altro grande simbolo della Mantova gonza-ghesca è Palazzo Te, raffinatissima villa di ozio e divertimenti realizzata per il duca da Giulio

Romano tra il 1525 e il 1535: gli splendidi am-bienti della Sala dei Giganti, delle sale dette di Amore e Psiche e dei Cavalli lasciano con il fiato sospeso per la forza evocativa della pittura che trascina let-teralmente l’osservatore al centro dell’azione mito-logica. Prima di arrivare a Palazzo Te, tappa d’ob-bligo è la Casa del Mantegna con il caratteristico cortile circolare: appartenuta al grande artista, è un singolare esempio di architettura ci-vile del Rinascimento. Da segnalare anche il Palazzo di San Sebastiano, dimora di Fran-cesco II Gonzaga e impreziosita dai Trionfi di Cesare del Mante-gna, ora sede del Museo della Città. La cupola che caratterizza il profilo di Mantova è parte della Basilica di Sant’Andrea, capolavoro di pro-gettazione di Leon Battista Alberti, autore anche della Chiesa di San Sebastiano, ora Famedio dei Caduti.Di fattura più composita ma notevole per l’interno di Giulio Romano e per le opere che ospita, è il Duo-mo. Mantova conosce un altro periodo di fervore

artistico nel Settecento, negli anni dell’imperatrice Maria Teresa: le testimonianze più importanti sono il Palazzo Vescovile, il Palazzo d’Arco e soprattutto il Teatro Scientifico Bibiena (1769). Nel 1770 il padre del grande Wolfgang Amadeus Mozart, ac-compagnandovi il figlio non ancora quattordicenne

per un memorabile concerto, affermerà davanti allo scintillio degli ori e degli affreschi: Non ho mai veduto in vita mia niente di più bello in questo genere. Ed è

76 77m

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nella storica cornice mantovana dei palazzi cittadini, nelle vie e nelle piazze, che ogni anno a settembre si svolge il Festival della Letteratura, l’evento culturale principale che anima la città: cinque giorni di incontri con autori di fama internazio-nale, letture, concerti, interviste e spettacoli… Pubblico e autori spesso si incontrano in luoghi in-soliti e di grande valore storico artistico, spettacolo unico nella cornice di una splendida e vibrante città d’arte.Oltre alle ricchezze artistiche e culturali che of-fre, Mantova è anche una città a misura di pe-done e di ciclista, incorniciata in una bellissima scenografia d’acqua: è infatti abbracciata da tre laghi comunicanti, il Lago Superiore, il Lago In-feriore ed il Lago di Mezzo. Questi specchi d’ac-qua hanno tutto l’aspetto di laghi naturali ma sono originati da antichi sbarramenti del fiume Mincio, emissario del lago di Garda, regolato nel suo scor-rere da geniali opere idrauliche realizzate nel 1190 dall’ingegnere Pitentino. I laghi hanno un importante valore naturalistico e fanno parte del Parco del Min-cio, un’area protetta da esplorare in bicicletta, a piedi o navigando. Nei Laghi di Mantova, nei mesi di luglio e agosto sbocciano le sorprendenti fioriture del loto:

questa pianta acquatica originaria del Sudest asiatico venne introdotta qui ad opera di una giovane scien-ziata negli anni Venti, con lo scopo di ricavare farina alimentare dai rizomi. La crescita e la fioritura del loto è spettacolare e così rigogliosa da rendere ne-cessario un periodico sfoltimento della vegetazione per non alterare l’equilibrio dell’ecosistema lacustre.Diversi percorsi ciclabili segnano il perimetro esterno della città: la sponda inferiore dei laghi è costeggiata da una pista ciclabile che unisce Borgo Angeli a Porto Catena ed è collegata, all’altezza del Ponte dei Mulini, a quella che giunge sino al lago di Garda.

I N F OIAT Informazione e Accoglienza Turistica piazza Mantegna, 6 - Mantova call center 0376.432432

InfoPoint Rigoletto piazza Sordello, 23 tel .0376.288208 www.turismo.mantova.it [email protected]

Parco del Mincio - Ufficio turistico piazza Porta Giulia 10, Cittadella, Mantova tel. 0376.228320 www.parcodelmincio.it

80 81

I caseifici con vendita all’ingrosso

1545 Cas. Pironda p.82

1561 Magazzini Emiliani Stagionatura Formaggi p.82

1572 Soc. Coop. Agr. Zoo. Portiolo p.82

1583 Cas. Croce p.83

1585 Latt. Agr. Arrivabene p.83

1661 Casearia Sant’Antonio p.83

1703 Latt. Agr. Venera Vecchia p.84

1737 Nuovo Caseificio Andreasi p.84

1772 Latt. Agr. di Polesine Mantovana Vecchia p.84

1801 Cas. Frizza p.85

1811 Latt. Nuova San Carlo p.85

1830 Latt. Soc. Rocchetta p.85

Mantova

1545

1561

1572

1583

1585

1661

1703

17371801

18111830

1772

82 83caseifici vendita all’ingrossocaseifici vendita all’ingrosso15

72

16611661

15851585

15831583

1572

1561 1561

1545 1545

Via Matteotti, 8 - 46020 Torricella di Motteggiana (Mn)tel. 0376.590140 fax 0376.590133

Via Pasine, 29/B - 46029 Suzzara (Mn)tel. 0376.531003 fax 0376.534536

Via Argine Po Sud, 47 - 46020 Portiolo di San Benedeto Po (Mn)tel. e fax 0376.611137

Via Viola Sacca, 19/C - 46020 Pegognaga (Mn)tel. 0376.558263 fax 0376.553700

Via Segonda, 13 - 46025 Poggio Rusco (Mn)tel. e fax 0386.734222

Via Chiaviche, 106 - 46020 Pegognaga (Mn)tel. e fax 0376.611163

Caseificio Pironda

Magazzini EmilianiStagionatura Formaggi

Società Cooperativa Agricola Zootecnica Portiolo

Caseificio Croce

Latteria Agricola Arrivabene

Casearia Sant’Antonio

[email protected]

coordinate geografiche45° 02’ 07’’ N10° 42’ 37’’ E

[email protected]

effettua vendita all’esterocoordinate geografiche

44° 58’ 32’’ N10° 58’ 35’’ E

coordinate geografiche45° 02’ 38’’ N10° 51’ 54’’ E

coordinate geografiche44° 00’ 32’’ N10° 50’ 18’’ E

[email protected]

coordinate geografiche44° 58’ 01’’ N11° 09’ 11’’ E

[email protected]

coordinate geografiche45° 01’ 46’’ N10° 52’ 52’’ E

Caseificio risalente ai primi anni del secolo scorso; l’attuale struttura risale agli anni ‘60.Da 22.000 q di latte il caseificio ha progressivamente aumen-tato la sua capacità produttiva fino a 46.000 qdi latte.

Struttura di recente acquisi-zione, raccoglie e trasforma il latte dei produttori della zona nel rispetto della tradizione.

Il Caseificio è aziendale. Da quando e’ stata costituita la cooperativa viene lavorato soltanto il latte prodotto in azienda (stalla sociale).

Da fonti di tradizione orale sembra che il nostro caseificio

sia stato il primo ad operare agli inizi del ‘900 nel comune

di Pegognaga. L’etimologia del nome “croce” va fatta risalire

alla posizione dell’insediamen-to collocato su di una strada

che si biforca a forma di croce.

Antico caseificio risalenteagli anni ‘30.

Rinnovato negli anni ‘90 con 20 soci che conferiscono 46.000

q di latte annui; ad oggi i soci sono 12 e conferiscono circa

90.000 q di latte all’anno.

Nato negli anni ‘50 e in attività come caseificio cooperativo

San Girolamo fino al ‘96.Sciolta la cooperativa a causa

dei piccoli soci che hanno approfittato della vendita delle

quote latte viene fondata nel ‘97 la casearia S. Antonio fino ad oggi con ottimi risultati in

quantità e qualità.

Allevamenti conferenti latte (n°) 8Produzione annuale forme (n°) 8.800Caldaie sala lavorazione (n°) 14Attivo dal 1949

Allevamenti conferenti latte (n°) 9Caldaie sala lavorazione (n°) 15Attivo dal 2010

Allevamenti conferenti latte (n°) 1Produzione annuale forme (n°) 4.500Caldaie sala lavorazione (n°) 7Attivo dal 1972

Allevamenti conferenti latte (n°) 15Produzione annuale forme (n°) 19.300Caldaie sala lavorazione (n°) 30Attivo dal 1902

Allevamenti conferenti latte (n°) 12Produzione annuale forme (n°) 14.166Caldaie sala lavorazione (n°) 30Attivo dal 1995

Allevamenti conferenti latte (n°) 2Produzione annuale forme (n°) 5.500Caldaie sala lavorazione (n°) 8Attivo dal 1997

84 85caseifici vendita all’ingrossocaseifici vendita all’ingrosso

18301830

18111811

18011801

1772 1772

1737 1737

1703 1703

Via Roncore, 36/A - 46023 Bondeno di Gonzaga (Mn)tel. e fax 0376.54068

Via Coazze, 2 - 46020 Villa Poma (Mn)tel. e fax 0386.565279

Via Mantovana, 66 - 46020 Polesine di Pegognaga (Mn)tel. e fax 0376.58412

Latteria Agricola Venera Vecchia

Nuovo Caseificio Andreasi

Latteria Agricola di Polesine Mantovana Vecchia

[email protected]

coordinate geografiche44° 56’ 07’’ N10° 50’ 24’’ E

coordinate geografiche45° 00’ 17’’ N11° 06’ 12’’ E

coordinate geografiche44° 58’ 45’’ N10° 48’ 06’’ E

Antico caseificio già attivo negli anni ‘30. La cooperativa è stata costituita nel ‘62 da 39 soci conferenti, nel ‘97 è stata costruita la nuova struttura con annesso magazzino di sta-gionatura per far fronte all’au-mento del latte conferito.

L’attività del caseificio consiste nella lavorazione del latte conferito dai soci giornalmente trasformato in burro e formag-gio che dopo la stagionatura viene commercializzato, nel pieno rispetto del principio mu-tualistico a cui fin dal momento della costituzione nel ‘54 la coo-perativa si è sempre ispirata.

Antico caseificio risalente agli anni ‘30. La struttura attuale nasce nel 1976 con 20.000 q di latte lavorato. Via via allarga-tosi, il caseificio oggi lavora 75.000 q di latte.

Allevamenti conferenti latte (n°) 20Produzione annuale forme (n°) 32.000Caldaie sala lavorazione (n°) 48Attivo dal 1962

Allevamenti conferenti latte (n°) 7Produzione annuale forme (n°) 9.400Caldaie sala lavorazione (n°) 15Attivo dal 1954

Allevamenti conferenti latte (n°) 16Produzione annuale forme (n°) 13.800Caldaie sala lavorazione (n°) 21Attivo dal 1976

Via Birla, 55 - 46020 Pegognaga (Mn)tel. 0376.558419 fax 0376.553259

Via Crema, 27 - 46027 San Benedetto Po (Mn)tel. e fax 0376.622946

Via Pecore, 3 - 46029 Suzzara (Mn)tel. 0376.590356

Caseificio Frizza

LatteriaNuova San Carlo

Latteria Sociale Rocchetta

Nasce come antico casello aziendale ubicato in una corte

con casa padronale del 1400. Diventa Soc. Coop. in affitto nel 1954. Negli anni ‘80, allargato-

si progressivamente, passa in proprietà dei soci.

Situato a pochi chilometri dalla abbazia benedettina di San

Benedetto Po, è in funzione con diversi nomi fin dai primi del ‘900. Completamente ristrut-

turato nel 1990 ha mantenuto le caratteristiche di piccolo

caseificio della zona.

Nato nel 1960 con 17 soci che diventano 34 negli anni ‘70 con

circa 20.000 q di latte lavorato. Successivamente i soci diminu-

iscono ma aumenta il latte la-vorato. Attualmente i soci sono

7 con circa 53.000 q all’anno. Nel 2000 è stato ampliato il

magazzino di stagionatura e si sta lavorando all’ampliamento

della sala latte.

[email protected]

coordinate geografiche44° 59’ 02’’ N10° 55’ 10’’ E

coordinate geografiche45° 00’ 57’’ N10° 54’ 32’’ E

coordinate geografiche45° 00’ 50’’ N10° 44’ 42’’ E

Allevamenti conferenti latte (n°) 25Produzione annuale forme (n°) 27.000Caldaie sala lavorazione (n°) 35Attivo dal 1954

Allevamenti conferenti latte (n°) 4Produzione annuale forme (n°) 4.200Caldaie sala lavorazione (n°) 7Attivo dal 2007

Allevamenti conferenti latte (n°) 7Produzione annuale forme (n°) 10.999Caldaie sala lavorazione (n°) 14Attivo dal 2002

88 89

Il Consorzio del Formaggio Parmigiano-Reggiano non si assume alcuna responsabilitàin relazione ai dati dei caseifici, i quali sono direttamente forniti dai produttori interessati.

Il territorio della Provincia di Mantova

Omnia Mantova. La guida, Stefano Scansani, Tre Lune Edizioni

Itinerari a Mantova e Ferrara, Touring Club Italiano

Mantova. con cartina, Roberta D’Adda Lorenzo Bonoldi, Skira

Metafisica del Tortello: Storia, filosofia, ricette della pasta ripiena, Stefano Scansani, Tre Lune Edizioni

Il Mantovano da gustare. Un territorio meraviglioso, Giovanni Urbani, Cairo Publishing

Profilo mantovano: vini, sapori, ospitalità, a cura del Consorzio Provinciale Tutela Vini Mantovani e della Strada dei Vini e Sapori Mantovani

Agriturismo e fattorie didattiche nella provincia di Mantova, a cura della Provincia di Mantova

Prodotti tipici e tradizionali della Provincia di Mantova, a cura della Provincia di Mantova

Rigoletto e la cucina mantovana, Anselmo Attardi, Elisa de Luigi, Ugo Mursia Editore

Delle pietanze e minestre di sostanza. A tavola in una casa mantovana dell’Ottocento, Gilberto Scuderi, Tre Lune Edizioni

Musei, cultura e territorio. Guida ai musei di Mantova e provincia, AA.VV., Tre Lune Edizioni

I Gonzaga - Quattro secoli per una dinastia, Roberto Brunelli, Tre Lune edizioni

Cucinare e mangiare alla mantovana, Le ricette della tradizione che sono buone oggi, Renzo Dall’Ara, Tre Lune edizioni

Bibliografia di approfondimento © immagini fotografiche

Enrico Valenti e Francesca Zanetti (Eccentrico)foto caseifici, pag. 10, 22, 23 alto, 25 basso, 30, 33, 35 basso, 40 - 41, 59

Carlo Guttadauropag. 5, 14 - 15, 18 - 19, 24, 25, 28, 29, 32, 35, 78 - 79, 86 - 87

Archivio fotografico del Consorzio del Formaggio Parmigiano-Reggianopag. 27, 31, 32, 44

Archivio Claudio Guidettipag. 23 basso

Lucio Rossi - Foto R.C.R. Parma36 - 37

Archivio GAL Oltrepò Mantovano - Maria Sole Porcellipag. 48 basso, 50, 52 basso, 53 basso, 55 basso

Archivio GAL Oltrepò Mantovano - Marcello Calendipag. 47

Archivio fotografico della Galleria del Premio di Suzzarapag. 54, 55 alto

Egidio Fogliapag. 16 - 17, 46

Francesca Mennapag. 45

Angelo Damianopag. 48 alto

Archivio fotografico della Provincia di Mantovapag. 49, 5, 52 alto, 53 alto, 56 alto, 57 alto, 75 basso

iStockphotopag. 26, 27, 72 basso, 74, 75, 76

Fotoliapag. 56 basso © subbotina anna, 57 © silvana comugnero, 70 - 71 © massimiliano mattion, 72 alto © christa eder, 73 © maurizio targhetta, 74 basso © olga demchishina, 77 © lulù,

L’editore ha fatto il possibile per rintracciare i titolari dei diritti delle immagini pubblicateed è disponibile ad assolvere ai propri impegni nel caso di eventuali errori o omissioni

91

Indice dei caseifici per matricola

1537 Cas. Fratelli Visconti p.62

1545 Cas. Pironda p.82

1559 Cas. Caramasche p.62

1561 Magazzini Emiliani Stagionatura Formaggi p.82

1567 Latt. Vo’ Grande p.63

1572 Soc. Coop. Agr. Zoo. Portiolo p.82

1579 Latt. Soc. Gonfo p.63

1583 Cas. Croce p.83

1585 Latt. Agr. Arrivabene p.83

1661 Casearia Sant’Antonio p.83

1703 Latt. Agr. Venera Vecchia p.84

1714 Latt. Agr. Marzette p.64

1720 Latt. Agr. Begozzo p.64

1721 Natura Agricola p.65

1724 Latt. San Fiorentino p.65

1737 Nuovo Caseificio Andreasi p.84

1772 Latt. Agr. di Polesine Mantovana Vecchia p.84

1801 Cas. Frizza p.85

1811 Latt. Nuova San Carlo p.85

1829 Latt. Mortaretta p.66

1830 Latt. Soc. Rocchetta p.85

1831 Latt. Soc. Carlo Poma p.66

1832 Latt. Agr. Quistello p.67

1833 Latt. Agr. San Martino p.67

1834 Latt. Agr. San Giuseppe p.68

1835 Latt. Agr. Mogliese p.68

0000 caseifici con vendita al pubblico

0000 caseifici con vendita all’ingrosso

93

Indice TematicoCastelli e ArchitettureLa Pieve di San Lorenzo p.49

San Fiorentino ed il Museo Gorni p.51

L’Abbazia di Polirone p.51

L’Oratorio romanico di Ghisione p.56

MuseiL’Ecomuseo delle Bonifiche p.45

San Fiorentino ed il Museo Gorni p.51

L’abbazia di Polirone p.51

Sapori tipici ed enogastronomiaLa torta di tagliatelle p.45

Dolcezza ardente p.47

Un’Americana a Mantova p.47

I tortelli di zucca p.48

Il Lambrusco Mantovano DOP p.52

Il Melone e la Cipolla di Sermide p.53

La Pera tipica mantovana p.56

Lungo la Strada del Tartufo p.57

La Sbrisolona p.57

Natura, sport e attività all’aria apertaL’Ecomuseo delle Bonifiche p.45

Il Parco di San Lorenzo p.48

Le golene della foce del Secchia p.50

Archeologia e natura lungo il Po p.53

San Colombano p.55

Cultura e storiaArcheologia e natura lungo il Po p.53

L’Abbazia di Polirone p.51

Un Premio diverso p.54

Manifestazioni e tradizioniLa Fiera Millenaria di Gonzaga p.44

Consorzio del Formaggio Parmigiano-ReggianoSezione di Mantova

Via Cappello, 13 - 46100 MantovaTel. 0376.327621 Fax 0376.322502

www.parmigiano-reggiano.it

Dedicata ai curiosi ed ai golosi, a chi si muove per

diletto o per lavoro, a chi sa apprezzare le cose

belle e le cose buone.

Questa guida è un piccolo compagno di viaggio

per conoscere la costellazione di sapori, arte, cul-

tura e natura che brilla nel territorio dell’Oltrepò

Mantovano.

del ParmigianoReggiano

le stradeLa prima guida dedicata ai caseifici che

producono il Parmigiano-Reggiano

nel territorio dell’ Oltrepo Mantovano.

Acquistare il Parmigiano-Reggiano

direttamente dal produttore diventa

un’occasione per scoprire il territorio

mantovano nei dintorni del caseificio,

territorio che è la vera e propria “culla”

di questa eccellenza gastronomica.

Godere della bontà di un prodotto tradizionale

e genuino scoprendo le caratteristiche uniche

dei luoghi che hanno contribuito a renderlo così

speciale.

CASEIF IC I E TERRITORIO

eccentrico.eu

Per tutte le informazioni aggiornate

sul mondo del Parmigiano-Reggiano

e i caseifici che lo producono

consultate il sito www.parmigiano-reggiano.it

Dal sito è possibile scaricare anche

la guida ai caseifici in versione GPS

per i principali navigatori satellitari.

OltrepòMantovano

case

ifici

e te

rrito

rio n

ell’

Oltr

epò

Man

tova

noLe

str

ade

del P

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igia

no-R

eggi

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Consorzio del Formaggio Parmigiano-ReggianoSezione di Mantova

Via Cappello, 13 - 46100 MantovaTel. 0376.327621 Fax 0376.322502

www.parmigiano-reggiano.it

Dedicata ai curiosi ed ai golosi, a chi si muove per

diletto o per lavoro, a chi sa apprezzare le cose

belle e le cose buone.

Questa guida è un piccolo compagno di viaggio

per conoscere la costellazione di sapori, arte, cul-

tura e natura che brilla nel territorio dell’Oltrepò

Mantovano.

del ParmigianoReggiano

le stradeLa prima guida dedicata ai caseifici che

producono il Parmigiano-Reggiano

nel territorio dell’ Oltrepo Mantovano.

Acquistare il Parmigiano-Reggiano

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mantovano nei dintorni del caseificio,

territorio che è la vera e propria “culla”

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Godere della bontà di un prodotto tradizionale

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CASEIF IC I E TERRITORIO

eccentrico.eu

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e i caseifici che lo producono

consultate il sito www.parmigiano-reggiano.it

Dal sito è possibile scaricare anche

la guida ai caseifici in versione GPS

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OltrepòMantovano

case

ifici

e te

rrito

rio n

ell’

Oltr

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Man

tova

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