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Torna il grande
calcio A.C.S.I.
09
Ottobre 2013
Anno III
OMNIBUS
All’interno: Speciale Calcio A.C.S.I. - L’attività istituzionale dell’ACSI - Nicolò Machiavelli e il Principe
Arti marziali - Attività cinofila - I corsari del Tirreno - I libri dei nostri soci - Musica - Gite nel nostro territorio
Pagina 2 OMNIBUS
nostro Ente fino ad allora,
avrebbe comportato un diso-
rientamento tra coloro che,
ancora tutt’oggi, dicono di
giocare all’ACSI di Coteto
quando, in quella località,
non sussiste alcuna società
di Sergio Di Ninno
Per l’annata sportiva
2013/2014, che si profila
come un’annata di buoni
auspici per la nostra promo-
zione sportiva, mi preme far
rilevare la compattezza di
idee e di progetti che hanno
tenuto uniti i nostri Dirigenti
Provinciali Organizzatori
nell’espletare le loro attività,
all’insegna di una sana com-
petizione nelle varie dispara-
te discipline. Tra tutti gli
interessi sportivi dei nostri
giovani sicuramente la disci-
plina del calcio rifulge so-
prattutto per il numero dei
partecipanti. A loro racco-
mando lo stesso spirito di
correttezza, lealtà e signorili-
tà che avevamo lasciato alcu-
ni anni fa allorché venne
preferita all’ACSI un’altra
sigla di Ente Promozionale.
In quel momento i Dirigenti
del nostro Comitato, da me
consigliati, tacquero e non
espressero alcun tipo di ap-
prezzamento, poiché qualsia-
si commento sull’abbandono
dell’ACSI da parte di coloro
che avevano fatto grande il
sportive di calcio affiliata al
nostro Ente. Con l’affiliazio-
ne all’Acsi della Promosport
dell’amico Ghiselli, notissi-
mo quanto validissimo orga-
nizzatore, viene ristabilito
quel legame sospeso, ma
non interrotto, tra l’ACSI ed
i suoi giovani soci atleti. La
speranza di ben servire la
L’immagine di copertina: “Calciatore” ©Corpus Christi Youth Soccer Training Academy http://www.flickr.com/photos/soccercorpuschristi/5860933802
promozione del nostro calcio
amatoriale, anche a livello
provinciale, si unisce qui
all’augurio di un sano diver-
timento che non va mai di-
sgiunto dall’augurio di riu-
scire ad essere sempre prota-
gonisti di un mondo miglio-
re.
Un nuovo anno sportivo con l’A.C.S.I. di Livorno Parte la stagione 2013/2014. Nuove affiliazioni e moltissime novità. Il saluto del presidente Sergio Di Ninno
L’apertura della sede A.C.S.I. Il presidente provinciale è sempre disponibile al nume-ro 347 768 77 77 anche di sabato e di domenica. In segreteria si possono espletare le pratiche e prendere eventuali tessere. L’orario della segreteria è cambiato: siamo aperti soltanto il pomeriggio dalle ore 16,30 alle ore 20,30. Ogni venerdì alle ore 16,30 a cura della Dott.ssa Bacci viene fatta, a titolo esclusivamente isti-tuzionale (e quindi gratuito), una lezione sulle associa-zioni in genere e sulla loro corretta tenuta. Seguono richieste di notizie e chiarimenti al presidente provin-ciale con eventuali dibattiti di ordine pratico. Le lezioni, le notizie, i chiarimenti e i dibattiti sono rivolti all’intera popolazione sia circolistica che non circolistica.
Sergio Di Ninno
Il nuovo aumento dell’IVA Dal 1° ottobre 2013 l’iva ordinaria è passata al 22% . L’aumento è previsto per la sola aliquota ordinaria, men-tre per quella ridotta (10%) e per quella agevolata (4%) tutto è rimasto invariato. L’aliquota ordinaria si applica su tutti i beni e su tutti i servizi che non siano di prima necessità. L’applicazione dell’aumento avviene tenendo presente il “momento impositivo” che, per le cessioni di beni mobili, corrisponde al momento della consegna mentre, per le prestazioni di servizi, corrisponde al mo-mento del pagamento.
Sergio Di Ninno
La riunione del direttivo di inizio settembre
con tutti gli organizzatori del settore calcio
Editoriale IS
TIT
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Pagina 3 OMNIBUS
(complesso “Le 5 Querce”),
di PALLA AL CENTRO di
Hassen Chebbi (che proba-
bilmente condurrà l’omoni-
ma trasmissione televisiva su
Granducato TV per intervi-
stare i giocatori) e del Comi-
tato zonale di Rosignano
Marittimo con Emiliano
Gronchi e Stefano Cardinali
(nell’impianto de Le Pescine
come LEGA CALCIO ACSI
ROSIGNANO). «Siamo
molto soddisfatti di questa
collaborazione - spiega Ghi-
selli - nata unendo professio-
nalità diverse ma che perse-
guono un fine comune.
Ognuna delle nostre associa-
zioni organizzerà il proprio
torneo, e le squadre finaliste
di ogni competizione parteci-
peranno alle finali provinciali
indette direttamente dall’AC-
di Fabio Figara
Tre diverse associazioni per
altrettanti tornei, a cui vanno
aggiunte varie coppe e trofei
sotto il marchio azzurro
dell’Associazione Centri
Sportivi Italiani, che si svol-
geranno nel corso di tutto
l’anno sportivo 2013/2014
coinvolgendo più di cento
squadre e migliaia di tessera-
ti, all’insegna dello sport e
del divertimento. Il settore
calcio, un tempo gestito
dall’ACSI Calcetto Livorno,
ha conosciuto un periodo di
stop durato circa tre anni: ma
adesso “la palla” passa ad
uno staff di organizzatori
affiatato che gestirà campio-
nati, strutture e campi. «Sono
orgoglioso di poter riavere il
settore calcistico e squadre di
alto livello sotto la nostra
insegna - spiega Sergio Di
Ninno, presidente dell’AC-
SI Livorno - e con responsa-
bili e tecnici che hanno l’e-
sperienza giusta. Negli ultimi
tre anni siamo stati apposita-
mente fermi, non occupando-
ci di questa disciplina, per
non creare disorientamento e
discrasia tra i giovani che
ancora partecipano ai cam-
pionati dei precedenti orga-
nizzatori, oggi affiliati ad
altri enti: molti continuano a
recarsi presso la nostra sede
credendo di giocare in tornei
di nostra competenza che in
realtà non lo sono più.»
Perché infatti, da quest’anno,
gli unici tornei con insegna
ACSI saranno quelli organiz-
zati dall’associazione PRO-
MOSPORT di Dario Ghiselli
SI. Insieme ad Hassen colla-
boreremo per promuovere un
grande torneo di calcio a 8.
Per aumentare le gare, abbia-
mo aggiunto anche la Coppa
del Litorale, da disputarsi in
inverno. In questo modo i
nostri giocatori avranno la
possibilità di confrontarsi
con altre realtà e usufruire di
un’ampia offerta di competi-
zioni sportive.» Promosport è
partita con i pre-campionati
del IX Memorial “Pino Guer-
ri” di calcio a 5, a cui hanno
partecipato 50 squadre suddi-
vise in 10 gironi, e il I trofeo
“Mattia Tour Operator” di
calcio a 8, a cui partecipano
otto squadre. Da segnalare il
torneo di calcio a 5 femmini-
le. Invece l’inizio dei cam-
pionati ufficiali è stato il 14
ottobre, con un girone unico
per il calcio a 8 e sette per
il calcio a 5 (dalla serie A
alla 3° categoria). «Grazie
alla serietà e alla compe-
tenza dell’Ente ACSI orga-
nizzeremo tornei importan-
ti e con squadre di buon
livello – aggiunge Hassen –
come “Palla al Centro”,
oltre che collaborare con
Dario e con i referenti di
Rosignano, partecipiamo
anche al circuito 24H, una
grande organizzazione che
gestisce un ulteriore cam-
pionato nazionale, facendo-
vi partecipare le migliori
squadre di ogni provincia.»
Dopo aver stabilito le pros-
sime date delle coppe,
prossimamente lo staff si
impegnerà nell’organizza-
zione delle finali regionali.
Il calcio torna a parlare ACSI Livorno L’orgoglio del nostro Presidente per l’accordo con Promosport, Palla al Centro e la Lega Rosignano
Calcio
@ffigara Nella foto, da sinistra, Hassen Chebbi (Palla al Centro),
Sergio Di Ninno (presidente provinciale ACSI) e Dario Ghiselli (Promosport)
OMNIBUS
L’A.s.d. Promosport Livorno
«Direi più che positiva, aven-
do circa un centinaio di squa-
dre tra calcio a 5 e calcio a 8!
Abbiamo registrato una cre-
scita del 20% negli ultimi
anni, segnale importante che
dimostra come la nostra or-
ganizzazione piaccia agli
sportivi.»
Qual è la formula dei tor-
nei di questa stagione
2013/14?
«I tornei sono iniziati uffi-
cialmente il 14 ottobre. Ab-
biamo la lega di calcio a 5, in
cui le squadre sono divise in
7 serie, un campionato unico
per il calcio a 8 e la
Coppa di Lega. In
settembre abbiamo già
organizzato coppe
precampionato. Nel
corso dell’anno, oltre
ad altre competizioni
interprovinciali o le-
gate a festività quali il
Natale, portiamo
avanti altri progetti,
tra cui vari
“Memorial”, e, una
volta l’anno, una ma-
nifestazione sportiva a
favore del Reparto
Pediatrico della
ASL6. Alla premia-
zione abbiamo sempre
l’onore di avere il
Primario dell’unità
ospedaliera.»
Veniamo ai certifica-
ti medici: le attuali
normative, regionali
e nazionali, affronta-
no il problema sotto-
lineando i rischi di
un’attività agonistica
o con intenso sforzo,
fino ad arrivare
all’obbligo di avere
Dario, come è iniziata que-
sta grande passione per il
calcio?
«Da piccolo, giocando in
alcune squadre locali; negli
anni successivi cominciai ad
organizzare piccoli tornei
con i ragazzi del quartiere
Collinaia, in cui sono cre-
sciuto, e iniziai anche a dedi-
carmi al ruolo dell’allenato-
re.»
Poi sei passato ai tornei “in
grande stile”…
«Prima ho fatto una buona
“scuola” con Giuseppe Guer-
ri, Luciano Filippi e con
Gianmarco Cignetti, che già
da qualche anno organizza-
vano tornei di calcetto a Li-
vorno, in varie strutture. Poi
proseguii a Banditella e, infi-
ne, ho “messo radici” alle
Cinque Querce, impianto
attualmente gestito diretta-
mente da noi, e in cui ho
trovato la collaborazione da
parte di molti appassionati di
calcio, in particolare di Mas-
similiano Zannotti, attuale
responsabile del settore arbi-
tri.»
Qual è stata la risposta dei
livornesi?
un defibrillatore…
«Ciò che ci interessa è anzi-
tutto la salute e la sicurezza
dell’atleta: attraverso una
serie di convenzioni Promo-
sport e ACSI indichiamo
sempre agli atleti di conse-
gnarci i certificati medici
agonistici. Ciò ha purtroppo
comportato la perdita di alcu-
ne squadre, che hanno prefe-
rito andare in altre strutture
pur di non avere “l’impegno”
di sottoporsi ad accurata visi-
ta medica. Abbiamo inoltre
un defibrillatore per ogni
impianto, e abbiamo organiz-
zato un corso, suddiviso in
due giorni, per tutti i nostri
arbitri con l’Agenzia Forma-
vol, legata alla SVS: nei no-
stri tornei non si può dirigere
le partite se non si hanno le
giuste basi di pronto soccor-
so.»
Nel corso degli anni hai
organizzato con vari Enti
di promozione e poi sei ar-
rivato all’ACSI...
«Prima AICS, poi OPES e
poi ancora, per sei anni,
MSP. E adesso all’ACSI, un
grande Ente ben radicato sul
territorio, che vanta l’espe-
rienza e le competenze giuste
per sviluppare ulteriormente
il settore calcio. Con il presi-
dente provinciale Sergio Di
Ninno abbiamo un grande
rapporto di amicizia e stima.
Già lo scorso anno decidem-
mo di unire le forze, organiz-
zando il torneo, totalmente
gratuito, “La Domenica con
l’ACSI” (vedi Omnibus 7 e
8, ndr). Sono sicuro che sarà
una stagione di grandi soddi-
sfazioni!»
Intervista a cura di Fabio Figara
Sono iniziati i tornei di calcio di Promosport Livorno. Dario
Ghiselli, presidente dell’Associazione, ci svela tutte le novità
Calcio S
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A
Pagina 4
Pagina 5 OMNIBUS
18 gennaio 1914. Il primo vero derby tra Pisa e Livorno
no. Tra i tanti assaliti ricor-
diamo Gastone Lusena, per-
sonaggio di spicco della
Comunità israelitica, che si
vide costretto a spaccare il
proprio bastone in testa ad
un pisano e il maresciallo di
Marina Orazio Pettinelli,
assalito sulla carrozza che
condivideva con tre amici.
Vistosi in pericolo astrasse
la pistola d'ordinanza feren-
do un esagitato.
Nella serata della domenica
alla redazione della Gazzetta
Livornese bussarono molte
persone, quasi tutti apparte-
nenti alla classe borghese. I
tifosi andarono al giornale
per raccontare quella giorna-
ta di ordinaria follia. Il con-
sigliere comunale, nonché
costruttore edile, nonché
presidente della Spes Giu-
seppe Bricoli, l'avvocato
Campi, colui che scriverà
l'Inno dell' Unione Sportiva
Livorno, Enrico Verdinois,
figlio dell'ingegnere del Ge-
di Antonio Papini
La gloriosa Unione Sportiva
Livorno doveva sempre na-
scere in quell'uggioso e fred-
do mercoledì pomeriggio del
14 febbraio del 1915. Da
almeno dieci anni, però, in
città erano sorte molte asso-
ciazioni come le due più
famose che prendevano il
nome di Spes (Società per
l'Esercizio Sportivo, fondata
il 19 marzo 1906), e di Vir-
tus Juventusque (la prima
società nata a Livorno, fon-
data nel gennaio del 1905).
Fino al 1913, il campionato
di calcio era rimasto circo-
scritto al Nord, con le due
compagini livornesi che si
davano battaglia solo nelle
ville cittadine. Poi nel 1913
quando venne prevista anche
la partecipazione delle com-
pagini dell'Italia Centro-
Meridionale, le due squadre
livornesi divennero subito le
protagoniste del girone to-
scano. Il 18 gennaio 1914 da
Livorno partirono quasi 200
tifosi (un record per quei
tempi), per assistere al pri-
mo vero derby tra Pisa e
Livorno. La partita fu molto
sentita da tutti i tifosi, con il
verdetto finale che andò a
favore della Virtus Juventu-
sque con un secco 1-3. Dopo
il fischio finale, però, i livor-
nesi non resistettero e fecero
partire i loro sfottò. I pisani,
convinti di aver subito un
enorme torto durante la par-
tita, dalle urla passarono alle
bastonate ed infine ad un'im-
mensa sassaiola. In quei
momenti convulsi erano
presenti solo due carabinieri
che decisero di intervenire
non appena il commerciante
livornese Selecuro Tronieri,
già sanguinante alla testa,
estrasse la pistola. La rissa si
trasformò in una caccia al
livornese fino a quando i
supporter labronici riusciro-
no a lasciare Pisa con il tre-
nio Civile, Cesare Pellini,
proprietario di diversi nego-
zi di rivendita di prodotti
chimici, farmaceutici e pe-
troliferi, il macellaio Carlo
Capuis, fratello di Ugo, se-
gretario dell'Ordine dei No-
tai, e alcuni sottufficiali del-
la Marina Militare furono
solo alcuni dei tanti che rila-
sciarono a caldo le loro testi-
monianze.
Anche da Pisa gli sportman
condannarono apertamente
l'inconsueto atteggiamento
tenuto dai loro giovani con-
cittadini, riconoscendo che i
tifosi livornesi erano stati
attaccati per primi, proprio
da "energumeni" che non
potevano di certo essere
chiamati tifosi.
Il dado era tratto, e il
"sempre meglio un morto in
casa che un pisano all'uscio"
era ormai diventato una cer-
tezza.
La cronaca di un giorno di sport finito tra pistolettate e sassaiole… quasi un secolo fa
@maledettoscano
Su e giù per Livorno
Pagina 6 OMNIBUS
Di Ninno: «L’ACSI ha solo poteri di indirizzo e non di controllo»
per nascondere attività ogget-
tivamente commerciali.
L'ACSI provvede, dietro
contributo associativo, a con-
segnare le tessere nazionali
che, per statuto, ogni singola
associazione adotta come
tessere sociali dell'Associa-
zione stessa. L'ACSI provve-
de a far firmare un impegno
scritto all'uso legale di tali
tessere ed a fornirne una ad
ogni singolo socio da regi-
strare regolarmente sul libro
soci. Tutto l'indirizzo asso-
ciativo è stato già, da oltre un
decennio, indicato nelle varie
circolari che vengono pubbli-
cate perennemente sul sito
dell'ACSI Provinciale Livor-
no. La reiterata mancanza di
uniformità all'indirizzo asso-
ciativo, contestata dagli orga-
ni di controllo, viene prevista
dall’Acsi come elemento di
ritiro dell'Affiliazione. La
Da più parti ed in vari modi
giungono voci all'ACSI che i
circoli ricreativi affiliati sia-
no indirizzati in maniera ed
in modo difforme da quelle
che sono le norme dello Sta-
to. Si tiene a precisare che
ogni venerdì, alle ore 16,30,
in maniera del tutto istituzio-
nale ed in forma completa-
mente gratuita, personale
qualificato spiega a tutti co-
loro che vogliono fare
“associazione” come la stes-
sa deve essere regolarmente
costituita e soprattutto rego-
larmente tenuta. Spieghiamo,
presso la sede dell’ACSI,
l'esatta portata dell’articolo
149 del TUIR e dell'art. 4
della legge Iva , con i bene-
fici di cui all'art 90 dell'ormai
consolidata disposizione pre-
vista nella Finanziaria 2003 ,
oltre alla portata di tutte le
norme di favore previste suc-
cessivamente. Gli atti costitu-
tivi e gli statuti vengono tutti
registrati presso l'Agenzia
delle Entrate, dove viene ri-
chiesto il Codice Fiscale
dell’associazione costituita.
L'ACSI procede, come per
Legge, a trasmettere il tutto
alla Direzione Nazionale ed a
registrare l'associazione istan-
te al registro CONI.
Il nostro compito finisce qui:
abbiamo informato secondo
le norme istituzionali,
abbiamo provveduto ad una
formazione extra- scolastica
della persona, abbiamo prov-
veduto a mettere in guardia
ciascuna delle associazioni di
non usare tale forma giuridica
Il presidente provinciale dell’ACSI spiega il perché della chiusura di alcuni
circoli e delle ingiustificate accuse rivolte all’Ente da parte di alcuni mass media
Associazionismo
cosa, però, che suscita mag-
giore perplessità, per non
dire di peggio, è che quelle
stesse associazioni contestate
non fanno altro che gettare
fango sull'ACSI adducendo
motivazioni pretestuose per
giustificare il loro sedicente
“corretto” comportamento e
provvedendo nel contempo
ad affiliarsi ad altri Enti, per
continuare la loro storia di
travestimento delle attività
commerciali poste in essere
in netto contrasto con quanto
insegnato e con quanto previ-
sto nel loro statuto registrato
presso l’Agenzia delle Entra-
te. Orbene, avendo l'Acsi
Provinciale solo poteri di
indirizzo e non di controllo,
spettando tale attività agli
organi preposti, non si vede
quale possa essere l'ulteriore
nostra attività di prevenzio-
ne. Sergio Di Ninno
sportiva, aumentare il tasso
d'innovazione delle cono-
scenze degli esperti, per di-
vulgarlo ad una platea più
ampia che vada oltre gli ope-
ratori del settore, quindi au-
mentare le capacità organiz-
zative con l'intendimento di
riproporzionare strategica-
mente gli interessi ed i valori
con le competenze nella for-
mazione atletica sportiva.
Concretamente il compito
dell'Istituto sarà quello di
fornire un adeguato sostegno
tecnico scientifico alle socie-
tà per la promozione dell’at-
tività sportiva, incoraggiare e
diffondere la cultura dell’in-
In un sistema sportivo fin
troppo sbilanciato verso esi-
genze economiche, a svan-
taggio di una qualità dei ser-
vizi, delle competenze e delle
protezioni (prevenzioni e
salvaguardia dei rischi), l'AC-
SI con l'istituzione dell'I-
SACSI intende recuperare i
fattori fondanti della cultura
novazione e della sperimen-
tazione, fornendo un indiriz-
zo di gestione negli investi-
menti sulle sfide per lo svi-
luppo di nuovi ambiti della
pratica sportiva e valorizzare
i vantaggi competitivi ed
etici del “sistema” AC-
SI. L'ISACSI s'impegnerà,
oltre la formazione, nella
pubblicistica scientifica e
nell’organizzazione di semi-
nari e convegni, prestando
particolare attenzione nell'in-
dicare Linee Guida alla ge-
stione delle risorse umane e
scientifiche.
Il Comitato Nazionale
Dal sito www.acsi.it
L’accesso ai circoli? Solo con la tessera Si ricorda che, essendo le associazioni ed i circoli locali
NON aperti al pubblico, per entrare nei medesimi, occor-
re essere in possesso della tessera dell´Ente Nazionale di
riferimento.
Sergio Di Ninno
IST
ITU
ZIO
NA
LE
ACSI Nazionale
L'ACSI presenta la costituzione dell’Istituto di Studi dell'Associazione di Cultura Sport e
Tempo Libero per la Ricerca Scientifica nel settore della pratica motoria dilettantistica
È nata l’ISACSI per l’alta formazione e lo sport
OMNIBUS
indicate nella legge: inoltre, è
fondamentale che
i rappresentanti
di un’azienda,
di un’Ente o di
un’Associazio-
ne avessero delle
conoscenze, almeno basilari,
di primo soccorso e la gestio-
ne delle emergenze anti-
incendio per tutelare la pro-
pria salute e soprattutto quel-
la della collettività, oltre che
nell’ambito lavorativo anche
nella vita privata; imparare a
gestire un infortunio o a
prendere accorgimenti neces-
sari ad evitare l’innesco di un
incendio: riuscire a control-
lare un principio d’incendio è
una garanzia per una vita più
sicura!» Ogni associazione è
amministrativamente e
giuridicamente autonoma,
di Fabio Figara
Fabio Bolognesi è uno spe-
cialista in materia di sicurez-
za sui luoghi di lavoro
(Decreto Legge 81/08).
All’interno dell’ACSI è diri-
gente provinciale organizza-
tore e, in qualità di volonta-
rio, offre le sue conoscenze
alle Associazioni che neces-
sitino di chiarimenti su pro-
cedure e obblighi, un settore
vasto e con una normativa in
continuo aggiornamento.
«Ho conosciuto l’ACSI tra-
mite un amico - spiega Bolo-
gnesi - e scoprendo le varie
attività sportive e di volonta-
riato che si svolgono all’in-
terno dell’Ente, ho deciso di
offrire le mie competenze per
dare una mano in questo set-
tore così complesso, che ri-
chiede un aggiornamento
continuo.» Infatti il decreto
che regola la materia è da
applicarsi anche a tutte le
associazioni sportive dilet-
tantistiche che abbiano un
luogo preciso di svolgimento
di una determinata attività.
Sono molti i soci che si rivol-
gono a Fabio per un aiuto.
«In Italia soffriamo di una
mancanza di quella che chia-
mo la “cultura della sicurez-
za”, trovandomi a volte di
fronte a situazioni di incon-
sapevolezza da parte dei miei
interlocutori. Gli unici accor-
gimenti che tutti conoscono
riguardano l’applicazione
degli estintori e l’ottenimento
dell’HACCP per la sommini-
strazione di cibi e bevande.
Ma occorrono molte altre
accortezze, espressamente
Presidenti e soci del diretti-
vo, una volta affiliata la
propria asd
all’ACSI,
vengono
istruiti e
aggiornati
su tutte le
normative vigenti, com-
prese le leggi sulla sicurezza.
«L’Associazionismo livorne-
se sta vivendo una sorta di
trasformazione, un nuovo
start-up, una vera e propria
evoluzione; in questo conte-
sto l’ACSI di Livorno, con
Sergio Di Ninno (nella foto,
a destra) e tutto lo staff,
esprime un valore aggiunto
sulla “piazza”: competenza e
professionalità in un mondo
complesso come quello
dell’Associazionismo fanno
sicuramente la differenza!»
Essere aggiornati sulle normative di sicurezza vigenti è fondamentale. Un nostro dirigente, Fabio Bolognesi,
si interessa di offrire consigli a tutte le associazioni che si affiliano al nostro Ente di promozione sportiva
L’attività istituzionale
Bolognesi: «La sicurezza delle Associazioni prima di tutto»
I gioielli: storia e tecniche di lavorazione Nei locali dell’A.s.d. MULINO SUL TORA, tra settembre e ottobre, si sono svolti quattro incontri per un percorso formativo con esperti di settore, per conoscere usi e attrezzature per la modellazione di pietre preziose e monili. Nello specifico si è affrontato uno studio sull’argilla e sul suo ruolo nella storia umana, fino all’impasto ceramico, con una panoramica su tecniche, smaltatura e decorazione del materiale.
FO
RM
AZ
ION
E
Pagina 7
“Mons. Pio Alberto Del Corona, illustre figlio della Venezia e Livorno”
Sabato 14 Dicembre, alle 17,30, nella Sala Fagioli del Vescovado di Livorno si svolgerà la tavola rotonda dedicata all’illu-stre prelato , i cui relatori saranno il Prof. Paolo Morelli ed il Dott. Andrea Zargani, moderatore il Dott. Marco Marocchini, curatore della nuova biografia del P. Lodovico Ferretti. Avevamo sempre sperato di poter far conoscere i rapporti ed i le-gami di Mons. Del Corona e Livorno, dopo le varie Tavole Rotonde degli anni precedenti, che lo avevano presentato come giovanetto, analizzando la sua vita, le sue scelte, inquadrandolo storicamente come figura di grande rilievo, a cavallo tra due secoli. Abbiamo poi studiato il suo pensiero in relazione al periodo storico del Risorgimento e, dopo aver presentato il fondamentale apporto da lui dato alla identità scolastica ed alla cultura livornese, con una visione da vero santo sociale, avremmo voluto far conoscere quanto abbia amato Livorno e si sia prodigato per la sua cara patria. Per l’occasione verrà celebrata la S. Messa in gregoriano nella Chiesa di S. Andrea alle ore 16,30, presieduta da Mons. Simone Giusti, Vescovo di Livorno e concelebrata da Mons. Fausto Tardelli, Vescovo di S. Miniato.
Mariangela Moscato
EV
EN
TI
Pagina 8 OMNIBUS
Forza, agilità e resistenza: gli stili esterni
di svariati stili del Sud e del
Nord. E' ispirato all'antico
detto "Pugni del Sud e Calci
del Nord": per ragioni topo-
grafiche le tecniche potenti
di mano si sono sviluppate
maggiormente nelle regioni
del Sud della Cina mentre
movimenti agili e veloci del-
le gambe si sono sviluppati
maggiormente nelle regioni
del Nord. Si divide oggi in
due fondamentali branche:
Hung Sing e Bak Sing.
Chat Sing Tang Lang
Qi Xing Tang Lang Quan
L'ideatore dello Stile fu un
monaco del tempio Shaolin
che ispirandosi alla strategia
di combattimento della
mantide religiosa e della
scimmia mise a punto un
sistema che fa molto uso
di leve ed intrappolamenti.
Nel corso del tempo lo
stile si diramò in diversi
sottostili fra cui i maggiori
sono: Qi Xing Tang lang
(Mantide delle
Sette stelle), Mei
Hua Tang Lang
(Mantide del
Fiore di Prugno),
Tai Ji Tang Lang
(Mantide Tai Ji),
Tai Ji Mei Hua
Tang Lang, Liu He Tang
Lang (Mantide delle Sei
Armonie), Mi Men Tang
Lang (Mantide della Porta
Segreta), Tan Tui Tang
Lang (Mantide dalle Gam-
be a Molla), Chang Quan
Tang Lang (Mantide del
Pugno Lungo), Tong Bei
Tang Lang (Mantide delle
Braccia Collegate), Yu
Huan Tang Lang (Mantide
del Cerchio di Giada).
Gli Stili Esterni allenano ini-
zialmente forza, velocità, agi-
lità e resistenza. Quando il
praticante ha raggiunto la
padronanza del suo corpo
l'attenzione si sposta su un
livello più interno per svilup-
pare quello che in Cina viene
chiamato "Qi", l'energia inter-
na propria di ogni essere vi-
vente.
I maggiori Stili Esterni prati-
cati nella nostra Scuola sono:
Hung Gar
Hung Kuen / Hong Jia Quan
Stile esterno tra i più cono-
sciuti al mondo. Basato su
posizioni basse e forti, esso
costituisce un pa-
trimonio di cono-
scenza indispensa-
bile per ogni prati-
cante di Kung Fu
tradizionale. La
potenza che espri-
me è frutto dei duri
allenamenti ai quali è neces-
sario sottoporsi per arrivare
a padroneggiare questo si-
stema di combattimento a
medio-corta distanza.
Choy Lay Fut
Choy Li Fut / Tsai Li
Fo
Stile codificato da
Chan Heung che
racchiude i principi
Wing Chun
Yung Chun
Inventato da una monaca
questo stile è caratterizzato
da: economia di movimento,
rapidità di reazio-
ne e traiettorie
rettilinee. Questo
permette un ap-
proccio molto
efficace al com-
battimento a corta
distanza. Proprio
perché più limita-
to degli altri è uno stile rela-
tivamente facile da apprende-
re almeno nei suoi principi
basilari.
Michele Montelatici
Sifu Kung Fu tradizionale
Gong Fu T.I. Acsi
Hung Gar, Choy lai Fut, Tang Lang e Yung Chun. Viaggio tra i quattro sistemi esterni praticati dai soci della GFTI
ARTI MARZIALI
La Gong Fu traditional Insti-
tute apre due nuovi corsi in
località La Rosa, rivolti ai
principianti.
ADULTI KUNG FU
Stili Esterni
Martedì-Giovedì
20.00-22.00
Palestra delle Scuole Medie
"TESEO TESEI"
Stili Interni (Tai Ji Quan)
Martedì-Giovedì
20.00-21.00
Palestra delle Scuole Medie
"TESEO TESEI"
KUNG FU Principianti
INIZIO 4 NOVEMBRE
Stili Esterni ogni Lunedì
orario 20.00 - 21.30
loc. La Rosa
KUNG FU
per BAMBINI
Martedì-Giovedì
17.00-18.00
Palestra - "KRIPTON Club"
Borgo dei Cappuccini, 276
I cinquecento anni del Principe
di Myriam Di Ninno
Niccolò Machiavelli nacque a
Firenze nel 1469 da Bernardo
e Bartolomea de’ Nelli; aveva
perciò 23 anni quando Cristo-
foro Colombo il 12 ottobre
1492 scoprì l’America. In
quello stesso anno moriva
Lorenzo dei Medici, detto Il
Magnifico per le sue grandi
doti di mecenate, letterato e
politico. Non sappiamo molto
dei suoi studi; conosceva cer-
tamente il latino e i classici
antichi, nonché gli scrittori
della tradizione letteraria vol-
gare, soprattutto i tre grandi
trecentisti; sicuramente subì
l’influenza dell’ambiente cul-
turale della Firenze di Lorenzo
de’ Medici e fu sconvolto da-
gli avvenimenti politici avve-
nuti negli anni della sua giovi-
nezza: la discesa del re france-
se Carlo VIII di Valois al cui
esercito la repubblica cittadina
fu incapace di far fronte per-
dendo territori, la comparsa
sulla scena politica di Girola-
mo Savonarola, domenicano
di origine ferrarese che trovò a
Firenze le condizioni per di-
ventare un capo politico oltre
che un profeta che si scontrò
subito con il corrotto e ambi-
zioso Papa Alessandro VI
Borgia, di cui disconobbe
l’autorità e che, dopo averlo
scomunicato, nel 1498 lo man-
dò sul rogo con la complicità
di banchieri e mercanti fioren-
tini abituati a far buoni affari
con Roma; il governo di Fi-
renze passò quindi dalle mani
dei ricchi mercanti alle nuove
classi popolari con l’istituzio-
ne del Gonfalonierato a vita
(fu eletto a tale carica Pier
Soderini). Machiavelli iniziò
in quegli anni difficili la sua
attività pubblica entrando pro-
prio nel 1498 al servizio della
repubblica come segretario
della seconda cancelleria,
svolgendo vari incarichi che
gli permisero non solo di ac-
Storia e letteratura
Nell’estate del 1513 Machiavelli iniziò la stesura della sua opera più famosa, il “De Principatibus”
quisire molteplici esperienze
sia umane che politiche ma
anche di seguire con particola-
re attenzione la situazione
politica di Firenze sia all’in-
terno che nel quadro generale
della politica italiana. Sono
del 1503 due scritti importanti
(“Parole da dirle sopra la pro-
visione del denaio” e “Del
modo di trattare i popoli della
Valdichiana ribellati”) nei
quali troviamo espressa una
costante del pensiero politico
del Machiavelli: la forza delle
armi unita alla prudenza poli-
tica, quali mezzi essenziali ed
inscindibili per la difesa di
uno stato. Inoltre in essi viene
affermato che il passato può
servire da insegnamento per il
presente, dato che la natura
degli uomini è in ogni tempo
la stessa, e che uno stato, per
la sua stessa esistenza e gran-
dezza ha bisogno di appog-
giarsi su armi proprie e non su
milizie mercenarie. Fu proprio
su suggerimento del Machia-
velli che Soderini istituì a Fi-
renze una milizia propria, sta-
bilendo il servizio militare
obbligatorio per gli uomini dai
18 ai trenta anni. Finito con la
sconfitta da parte dell’esercito
dell’imperatore il governo del
Soderini, si restaurò la domi-
nazione medicea che privò il
Machiavelli dell’ufficio per-
ché sospettato di aver parteci-
pato ad una congiura antime-
dicea e perciò confinato nella
sua villa avìta di S. Andrea in
Percussina presso San Cascia-
no, dopo essere stato impri-
gionato e torturato. L’ozio
forzoso lo costrinse ad un pro-
fondo raccoglimento interiore,
ad un riesame delle proprie
esperienze e delle proprie con-
vinzioni politiche ed esisten-
ziali. In una lettera al Soderini
scritta ai primi del 1513, Ma-
chiavelli riconosceva l’assolu-
to dominio della “fortuna”,
cioè della sorte, sull’uomo: “la
fortuna varia e comanda agli
Pagina 9 OMNIBUS
Pagina 10 OMNIBUS
alla frode, se necessari. La
teoria che il fine giustifica i
mezzi fu biasimata come
immorale e l’epiteto di
“machiavellico” ancora oggi
indica una politica basata
sull’astuzia e la perfidia. Il
Machiavelli non condivide
quanto afferma, ma, doven-
dosi calare nella realtà delle
cose, in un’età di prepotenze
e di violenza, egli ritiene che
soltanto un principe energico
e senza scrupoli avrebbe po-
tuto fare dell’Italia uno stato
unito e potente: è questo l’i-
deale del Machiavelli. Infatti,
dopo la morte di Lorenzo il
Magnifico che, grazie alla
sua abilità diplomatica di
equilibrio tra i vari stati ita-
liani era stato denominato
“ago della bilancia d’Italia”,
per oltre un trentennio fran-
uomini, e tiengli sotto il giogo
suo”; affermava tuttavia l’im-
portanza della “natura” di
ogni uomo nel suo comporta-
mento: l’uomo, cioè, è condi-
zionato dalla sua “natura” a
tal punto che l’esito delle sue
azioni non derivano dalle sue
scelte razionali ma dal rappor-
to tra la sua “natura e la
“fortuna”, cioè dalle circo-
stanze entro le quali si trova
ad agire. Pertanto il centro del
suo pensiero diverrà la ricerca
e la misurazione delle possibi-
lità dell’uomo di dirigere o
controllare responsabilmente
il proprio comportamento,
all’interno del condiziona-
mento della “natura”. Nell’o-
zio di San Casciano il Ma-
chiavelli svolse un’intensa e
feconda attività letteraria; in
quegli anni scrisse le sue ope-
re più grandi: “Il Principe”, “I
Discorsi sopra la prima deca
di Tito Livio”(in entrambe
viene esposta la sua dottrina
politica), la commedia
“Mandragola” (la più bella del
Cinquecento), ”L’Arte della
guerra”. Non rimase tuttavia
sempre a San Casciano, per-
ché spesso si recava a Firenze
dove, fin dal 1515, strinse
relazioni con il circolo cultu-
rale degli Oricellari dalle cui
discussioni seguì il trattato
“Dell’arte della guerra” e il
“Dialogo intorno alla nostra
lingua” in cui indentificava la
lingua letteraria con la lingua
viva e parlata di Firenze. In-
tanto avveniva un progressivo
riavvicinamento con i Medici.
Stringe una profonda amicizia
con uno dei più grandi storici
di ogni tempo, autore della
“Storia d’Italia”: il fiorentino
Francesco Guicciardini che
svolgeva incarichi politici di
grande importanza al servizio
dei papi. Come il Machiavelli,
analizzò i problemi e gli even-
ti contemporanei sulla base
dell’esperienza, ma, mentre il
Machiavelli, pur riconoscendo
il continuo variare delle cose,
tentò di scoprire al di là del
corso irrazionale degli eventi,
le leggi universali e costanti, e
di trarre dalla lezione del pas-
sato, cioè dalla storia antica,
una lezione valida per il
presente, il Guicciardini,
convinto dell’inarrestabile e
irripetibile fluire delle cose,
trascrisse nelle sue opere, in
una visione drammatica e
dolorosa, la sua visione della
misera condizione dell’uo-
mo, che si riscatta resistendo
alle seduzioni dei beni in-
gannevoli e riconoscendo la
negatività che azioni incon-
trollate potevano avere sulla
sua dignità e sul suo onore.
Precipitando poi gli avveni-
menti (che portarono all’im-
prigionamento del Papa e
alla cacciata dei Medici da
Firenze, dove fu restaurata la
repubblica), Machiavelli,
lasciato in disparte, morì il
21 giugno 1527. Il suo corpo
riposa nella Chiesa di S.
Croce in Firenze. Parliamo
oggi del Machiavelli perché
quest’anno ricorre il quinto
centenario della composizio-
ne della sua opera più famo-
sa: “Il Principe”, un trattato
in 26 capitoli, dedicato a
Lorenzo di Piero dei Medici,
nipote di Lorenzo il Magni-
fico, uscito postumo nel
1532, ritenuto comunemente
scritto di getto nell’estate
del 1513, in cui il Ma-
chiavelli espone le norme
che sono necessarie ad un
principe per fondare uno
stato e conservarlo nel
tempo. Egli propone cioè
il modello di un principe
che crede nella possibilità
di dar vita ad uno Stato
libero dai barbari, sfrut-
tando la capacità (la
“virtù fondamentale”) di
essere di volta in volta
forte come il leone o astu-
to come la volpe per con-
trastare e combattere la
sorte secondo le circostanze
che essa gli pone di fronte,
per vincerla e non subirla.
Un principe che non deve
perciò temere di essere rite-
nuto crudele; meglio temuto
che amato, se come tale rie-
sce a tenere i sudditi uniti e
devoti, facendosi aiutare da
amministratori capaci, po-
tendo ricorrere anche all’in-
ganno e al tradimento come
cesi, spagnoli, tedeschi e
svizzeri corsero l’Italia in
alleanze continuamente di-
verse con questo o quel
“signore”, con questo o quel
principe, in un intrigo di ca-
late, di assedi, di sacchi, di
sventure e di mali. E quando
questo periodo ebbe fine, la
fisionomia politica dell’Italia
era completamente diversa
da quella di prima: la Spa-
gna, impiantatasi nel Napole-
tano, in Sicilia e nel Milane-
se, aveva acquistato una su-
premazia indiretta su quasi
tutta la penisola: il moto ver-
so l’unità era stato interrotto.
“Il Principe” termina infatti
con l’esortazione a liberare
l’Italia dagli stranieri, invo-
cando commosso il principe
redentore che venga in soc-
corso dell’Italia.
Corsi di KRAV-MAGA Per l’anno sportivo 2013-2014 l’ACSI arricchisce il proprio pa-norama sportivo nell’ambito delle arti marziali con l’affiliazione dei soci del Krav Maga, la disciplina di autodifesa originaria dello Stato di Israele. Peculiarità di questo sistema è il com-battimento a distanza ravvicinata con tecniche di difesa imme-diate. Informazioni presso la sede dell’ACSI provinciale o ai
numeri indicati.
Storia e letteratura
AR
TI
MA
RZ
IALI
Pagina 11 OMNIBUS
Cinofilia
Passeggiata storica “a 6 zampe” lungo l’Acquedotto
Un percorso tra i resti
dell’Acquedotto leopoldino
di Colognole, studiato appo-
sitamente per trascorrere una
giornata all’aria aperta con i
nostri amici animali (nelle
foto, momenti della passeg-
giata). E così domenica 27
ottobre, partiti da Valle Be-
nedetta, lungo il tragitto i
soci (circa una ventina) han-
no avuto la possibilità di
visitare le strutture dell’opera
idrica, e confrontarsi con le
guide su alcuni aspetti di
interesse storico e architetto-
nico che riguardano l’im-
pianto, strettamente connesso
con lo sviluppo urbanistico e
demografico della città di
Livorno. Costruito su proget-
to del Salvetti, l’acquedotto
portava infatti acqua potabile
a tutta la nostra città. Nella
prima metà del XIX secolo il
Poccianti progetto il Cisterni-
no di Pian di Rota, il Cister-
none e il Cisternino di città
per poter immagazzinare l’ac-
qua trasportare per i casi di
necessità. Prossima probabile
escursione ai resti dell’Eremo
della Sambuca.
L’associazione People & Dogs, con la collaborazione di istruttori e soci ACSI, CSEN e LIBERTAS,
ha organizzato il primo percorso “storico” rivolto a tutti gli appassionati di cinofilia e trekking
Scent Game: lo sport cinofilo che “caccia” gli odori
stesse all’interno di sequen-
ze di scatole, di ambienti e
di autovetture. Possono esse-
re altresì organizzate Prove
Speciali basate su ricerche o
su odori particolari (es. ri-
cerche su di sostanze su per-
sone fra la folla, ricerche su
valigie, ricerche di sostanze
diverse ecc…). Tutti i cani
hanno un buon naso! E’
quindi un’attività nella quale
possono essere impiegati
cani di tutte le razze e di
tutte le taglie, compresi i
Lo SCENT GAME® è uno
sport cinofilo che sviluppa le
grandi capacità olfattive del
cane attraverso un divertente
gioco di naso, che si ispira
all’attività altamente profes-
sionale dei cani da ricerca di
sostanze e odori particolari
(droghe, esplosivi, bancono-
te), elaborandolo a fini spor-
tivi e ricreativi. Questo
sport, incentivando nell’ani-
male il lavoro di naso, oltre
ad incanalarne le enormi
capacità olfattive in un’atti-
vità che uomo e cane posso-
no fare insieme, può essere
un completamento ideale per
un programma di modifica-
zione del comportamento.
Impiegare un cane sulla ri-
cerca di un odore, infatti,
può aiutarlo nei problemi
legati alla paura, all’ aggres-
sività e in tutte quelle situa-
zioni in cui il cane ha diffi-
coltà di concentrazione. Lo
sport consiste nel riconosci-
mento degli odori di diverse
sostanze e nella ricerca delle
cani anziani e quelli portato-
ri di handicap fisici. E’
un’attività completa che
comporta esercizio fisico e
mentale.
Gaia Nannicini
Educatore Cinofilo Iscritta APNEC. Scent Game 1° Liv.
Preparatore “Certificazione Cane Urbano”
Assistente di vasca e Operatore Idroterapia Telefono 334/8648835
E-mail: [email protected]
Stimoliamo le capacità olfattive dei nostri amici animali a fini sportivi e ricreativi
@Gaiananni
Pagina 12 OMNIBUS
L’A.s.d. Old West Country, tra divertimento e formazione
Corsi di ballo e musica country, corsi per barman, tornei di videogiochi e di calcio Balilla
impegnano tutto l’anno i soci dell’associazione di Stefania Comotto e di Francesco Maddaluno
Il corso per Barman
di Martina Corradi
Lunedì 21 Ottobre, presso l'Associazione OldWest Country
Club, si è svolto l'esame dei 9 partecipanti del corso
"Destinazione Barman". Il corso, della durata di 10 lezioni di
due ore ciascuna, si è suddiviso in una parte teorica e in una
parte pratica. Nella prima parte sono state acquisite tutte le
strumentazioni, le loro funzioni, le dosi e cenni storici sui
Cocktail, mentre nella parte pratica è stata eseguita la prepa-
razione e la presentazione die drink. Lo scopo del corso è
stato quello di istruire i partecipanti per poter essere in grado
di inserirsi nel campo lavorativo. La verifica tenutasi davanti
a un comitato esaminatore, composto da Diego Gianfranchi in
qualità d'insegnate, dal presidente provinciale dell'ACSI Sig.
Sergio Di Ninno e da un delegato amministrativo ACSI, è
stato articolato da una parte scritta con quiz a risposta mul-
tipla e dalla preparazione a sorteggio di un Cocktail. In questa ultima parte l'allievo ha dovuto illustrare inizialmente tutta la
parte teorica, facendo riferimento all'attrezzatura
che avrebbe adoperato e, oltre alla preparazione, ha
dovuto pensare alla presentazione finale, ag-
giungendo qualche tocco di fantasia per far appar-
ire il suo Cocktail più stuzzicante. Tutti gli allievi
sono stati in grado di eseguire ottimamente ciò che
era stato richiesto, facendo rimanere gli esaminato-
ri deliziati, ad ognuno di essi è stato rilasciato l'at-
testato di partecipazione del corso. Si ringraziano
tutti i partecipanti: Angela Pellegrini, Jacopo Palla-
vicini,,Nicola Del Santo, Emanuele Antoni, Lucia
Meini, Alice Cintolesi, Lara Tampucci, Francesco
Maddaluno e Comotto Maria Stefania (nella foto a
destra, il gruppo del corso di Barman) che hanno
anche messo a disposizione i locali della loro
associazione per il regolare svolgimento delle lezi-
oni. Il corso che ha avuto un grande successo,
verrà ripetuto nel mese di novembre.
La nascita di Old West Country
di Fabio Figara
«Il nostro sogno consisteva nel creare un circolo dove le per-
sone potessero divertirsi e passare un po‘ di tempo insieme,
condividendo le stesse passioni!» A parlare è Stefania Maria
Comotto, presidente del circolo Old West Country Club,
l‘associazione Acsi che si occupa di promuovere serate di
ballo, musica country e tornei di videogiochi, alternandoli a
momenti di alta formazione. Attualmente il venerdì sono in programma serate country,
mentre il sabato è dedicato alle danze caraibiche. Prossima-
mente sono previste sessioni di ballo argentino.
«Nei nostri locali organizziamo anche tornei di Tekken -
spiega Francesco Maddaluno, vicepresidente dell‘asd - auto-
rizzati dalla Tekken Italia. Ogni partecipante porta il proprio
joypad, noi mettiamo a disposizione le consolle. Nel corso
della settimana si tengono gli allenamenti, che vedono coin-
volti ragazzi e uomini di età compresa tra i 20 e i 40 anni!»
E non solo: nei locali dell‘associazione sono disponibili due
biliardini per il Calcio Balilla. Per i prossimi avvenimenti
presso il circolo è possibile re-
carsi in Via Cimarosa 192 -
zona industriale Salviano - a
Livorno, o chiedere in segreta-
ria dell’ACSI provinciale.
A sinistra un wallpaper tratto del videogioco
di Tekken tratto da www.tekken-italia.com
Musica
Pagina 13 OMNIBUS
Pink Floyd: le origini di un mito Per i settant'anni di Roger Waters, bassista dei Pink Floyd, ripercorriamo in breve gli esordi del gruppo
A scegliere il nome del gruppo fu Syd Barrett che mise insieme i nomi di battesimo di un bluesman, Pink Anderson, e di un
chitarrista nero Floyd Council. Ma fu proprio Syd, travolto dalla rivolta degli anni ‘60 e dall’LSD, ad allontanarsi dalla band nel
1968. Gli altri protagonisti del gruppo, Roger Waters, Nick
Mason e Rick Wright studiavano architettura e con Barrett
avevano cominciato a suonare nel 1966 dando respiro e vita
a quell’alone psichedelico. Spesso capitava che durante i
concerti, Syd, a causa degli effetti della droga , non riuscis-
se a suonare più di un accordo. Così che per riparare e fron-
teggiare la situazione ormai tragica al suo posto arrivò Da-
vid Gilmour, destinato a diventare una dei pilastri impor-
tanti del gruppo. Anche perché questa band non ha avuto un
solo protagonista ma bensì ha avuto nel suo lungo cammino
tre diversi elementi portanti: la psicadelia visionaria di Syd,
la causticità, la determinazione e la durezza di Roger e l’in-
canto e la bellezza di David.
Tre leader, tre maestri che segnano momenti diversi della
storia lunghissima dei Pink Floyd, una storia che comunque
continua con nuove sorprese, come il concerto tenuto il 2
luglio 2005 per il Live Aid contro la povertà del popolo afri-
cano, in cui Roger Waters contattato da Bob Geldof, convinse i tre Pink Floyd a suonare di nuovo insieme.
Veronica Waters
Musica
Festa celtica di fine estate Straordinario successo per la rievocazione
dell’antica celebrazione Samhain Ancora una grande manifestazione quella che si è svolta sabato 19 ottobre organiz-
zata dagli amici dell’Associazione Laghetto La Bua di Livorno e dell’A.s.d. Il Ri-
fugio del Pescatore, entrambe a sigla ACSI Livorno. Questa volta il nome dello
spettacolo affonda le radici in un’antica tradizione di origine celtica, per rievocare
la festa del “Samhain”, la celebrazione per la fine dell’estate. Nello splendido sce-
nario del Laghetto La Bua, tra musiche e balli della tradizione popolare, si sono
alternate anche le gare di pesca sportava. Le quote di partecipazione alla manife-
stazione sono state destinate al Reparto Curie Palliative dell’Ospedale livornese. I
soci del laghetto non sono nuovi a questi successi: recentemente hanno anche avu-
to come ospite Riccardo GALIGANI, della Nazionale Italiana Veterani di Pesca al
Colpo, con cui è stato girato il filmato sulla pesca a galla nei laghetti con il feeder
per il programma Caccia e Pesca (canali Sky 235/236). Si ricorda che ogni giove-
dì, ogni sabato pomeriggio e tutte le domeniche mattina al Laghetto si svolgono
gare di pesca sportiva roubaisienne. È già in programma l’organizzazione del pros-
simo torneo di Natale. Ogni informazione su www.laghetto-labua-livorno.it oppure facebook.com/groups/laghettolabua.
Pagina 14 OMNIBUS
Il ritorno de “I corsari del Tirreno”
combattere la guerra di corsa,
e finirà solo con Napoleone.
Ma non solo. «All’Elba, a
Montecristo, a Pianosa ma
soprattutto al Giglio abbiamo
il fulcro dell’attività barbare-
sca (da Barberia, regione
storica dell’Africa settentrio-
nale), dove era stata predi-
sposta una torre per segnala-
re alle fortezze sulla costa
problemi con i corsari, in
modo da creare una rete di
collaborazione con gli altri
luoghi per arginare il feno-
meno. Ma tutto la costa nord-
tirrenica, fino a Livorno e
Pisa, era interessata dalle
incursioni.»
In questo mare si muovevano
personaggi entrati poi nelle
leggende popolari quali Dra-
gut e Barbarossa, e si calcola
che le incursioni abbiano
causato milioni di morti e di
ostaggi ridotti in schiavitù.
Le battaglie in mare, inoltre,
hanno sempre avuto risvolti
religiosi oltre che economici
e politici. «La religione è
stata spesso usata come scu-
sante per soddisfare
avidità e convenien-
ze: nella battaglia di
Lepanto, che vide la
sconfitta della flotta
ottomana, c’erano 6
gigliesi deportati,
che divennero capi-
tani turchi; la Fran-
cia di Francesco I era
alleata della Turchia
di Solimano… e
potremmo dirne mol-
tissime. Ma noi sia-
mo abituati a pensare
ai corsari-pirati come
musulmani, quando
di Fabio Figara
Siamo soliti immaginarli
come avventurieri alla ricer-
ca di meravigliosi tesori o
come delinquenti senza legge
che vivono di rapina, violen-
za e saccheggio. E siamo
abituati ad accomunare la
figura del corsaro a quella
del pirata. Ma non è proprio
così. Danilo Terramoccia da
Porto S. Stefano (GR), uffi-
ciale di macchina per quasi
40 anni, studioso di fama
nazionale di storia locale e
curatore della mostra I Cor-
sari e la Maremma, conclusa
il 22 settembre, ci racconta
questa storia “parallela” di
cui i libri parlano poco, ma
che ha rappresentato una
pagina importante nel quadro
delle vicende toscane. Danilo
inizia ad interessarsi al pro-
blema della guerra di corsa
seguendo le tracce di un suo
antenato, Giovanni Terra-
moccia, soldato spagnolo di
istanza all’Argentario nel
1670. È il periodo in cui na-
sce proprio il paese di Porto
S. Stefano di supporto al già
esistente Porto Ercole
«Il corsaro era un marinaio
esperto nella guerra “di cor-
sa” – spiega Terramoccia - a
cui un sovrano aveva rilascia-
to un apposito documento o
“patente” per poter gestire
rotte commerciali e attaccare
le navi dei Paesi nemici. Il
pirata, invece, era un delin-
quente, non aveva regole,
poteva assalire chiunque sem-
plicemente per saccheggiare e
uccidere. Tuttavia, per conve-
nienza, si faceva presto “a
cambiar bandiera” e passare
da una parte o dall’altra.»
L’Argentario è sempre stato
l’ambiente ideale per i corsa-
ri, ricco di legna per le ripara-
zioni e di acqua, con gole e
anfratti che servivano per
ripararsi e poi attaccare
all’improvviso con le loro
imbarcazioni, le “fuste”. Tut-
to lo Stato dei Presidi, nato
nel 1557 e dipendente dalla
Spagna tramite il Viceré di
Napoli, venne creato per
Per più di mille anni l’alto Tirreno ha rappresentato il fulcro dell’attività barbaresca.
Una mostra alla Rocca di Giglio ha raccontato questa incredibile epopea
per secoli genovesi, pisani e
livornesi si sono imbarcati
per portare lo stesso scompi-
glio nel nord Africa, a disca-
pito delle popolazioni e del
commercio locali: l’Archivio
di Stato di Livorno è ricco di
carte seicentesche che docu-
mentano queste attività.» A
tal proposito è importante
ricordare la presenza dei Pa-
dri Trinitari sul nostro terri-
torio, l’ordine fondato da San
Giovanni de Matha e da San
Felice di Valois nel 1198 per
la liberazione dei militari
crociati caduti prigionieri in
mani nemiche. Infatti, la fon-
dazione dell’attuale chiesa di
S. Ferdinando Re, nel quar-
tiere La Venezia, è dovuta
all’opera del padre trinitario
Francesco di S. Lorenzo: il
sacerdote si imbarcò a Livor-
no alla volta di Tunisi per
liberare alcuni schiavi cristia-
ni. La missione ebbe esito
positivo e, al suo ritorno, ci
furono giorni di festa e di
processione sia a Livorno
che a Pisa volute dai Cavalie-
ri di S. Stefano, Ordine fon-
dato dai Medici proprio per
contenere il problema delle
incursioni barbaresche, con i
quali iniziarono un’importan-
te collaborazione per la tutela
degli schiavi e dei traffici nel
Tirreno. Vista la posizione di
Livorno e l’importanza del
suo porto per gli scambi con
i paesi islamici, i Trinitari,
d’accordo con i Cavalieri,
ottennero di potersi stabilire
proprio nel quartiere La Ve-
nezia, e nel 1707 iniziarono i
lavori per l’edificazione della
loro chiesa.
Storia e storie
Le fortezze di Monte Argentario (sito della proLoco)
Pagina 15 OMNIBUS
Liburnia, seconda metà del 1700. Agostino, nipote di un mercante,
si ritrova in città in occasione dei festeggiamenti dell’arrivo del
giovanissimo Granduca Leopoldo, suo coetaneo. Conosce i primi
turbamenti amorosi per Berenice e si getta, con alcuni compagni di
avventura, alla ricerca di un favoloso tesoro nascosto nella miste-
riosa città sotterranea, oggetto di leggendari racconti. Costretto a
riprendere il viaggio di ritorno insieme allo zio, saluta gli amici e la
bella Berenice. Ma il destino lo riporterà a Liburnia, circa dieci
anni dopo, per cercare di risolvere l’enigma di un misterioso anello
collegato al rapimento di una fanciulla da parte dei pirati. Agostino
dovrà fidarsi del suo intuito e contare quasi esclusivamente sulla
sua determinazione per portare a termine l’indagine. Una dura pro-
va che rafforzerà la consapevolezza di sé stesso e dei suoi senti-
menti. «È un modello positivo - commenta l’autrice - un giovane
ragazzo che unisce al senso dell'avventura il rispetto per gli altri,
abbastanza intraprendente da affrontare i pericoli superando le in-
decisioni e le timidezze dell'età. E alla fine realizza quello che si
era riproposto, la soluzione di quel mistero che lo aveva fatto parti-
re, un amore sincero contraccambiato per un giovane ragazza, e
un’emancipazione in direzione dell'età adulta.»
Giovane Holden Edizioni, isbn: 978-88-6396-383-0
Agostino e il mistero dell’anello Il nuovo libro di Paola Ceccotti, nostra collaboratrice,
ci riporta nel XVIII secolo, tra indagini e misteri
Libri
“Dopo la lunga esperienza nella Sabina e nel Sannio ritengo di volgere l’attenzione a quella
parte del territorio partenopeo legato alle mie radici, oggi in primo piano per la pericolosità
prospettata dagli studiosi su possibili eruzioni del vulcano più noto al mondo, il Vesuvio. I
paesi che si ergono ai piedi di questo vulcano, denominati così vesuviani, sono rinomati per la
loro felice condizione climatica e per la straordinaria fertilità della terra, già nota in epoca ro-
mana con la presenza delle numerose ville che attorniavano città come Pompei, distrutta dalla
catastrofica eruzione nel 79 d.C. Fornirò quindi una visione sull’unicità della mirabile zona da
cui hanno tratto ispirazione tanti poeti, letterati, scrittori ed artisti, sin dalla nascita della cultu-
ra greca, ma anche una sintesi di quegli aspetti che la identificano come un immenso agglome-
rato urbano che lievita sino a lambire le chiome delle splendide pinete vesuviane. Un braccio del golfo di Napoli che appare
come un’insenatura plasmata naturalmente dalle falde vulcaniche, è l’immagine idilliaca, direi più nota, che si contrappone a
quella dell’ambiente devastato dalle sostanze velenose smaltite illegalmente. Prenderò in esame il patrimonio faunistico, forse
per molti lettori non ancora adeguatamente conosciuto e la flora di questo lembo mediterraneo, nonché il problema correlato
all’incolumità di quanti dimorano nei paesi già provati dalle eruzioni del Vesuvio. Questo percorso nascerà da un confronto con
un paesaggio del territorio toscano, anch’esso ricco di singolarità: un secondo lembo bagnato dal Tirreno, rispondente alla c ittà
di Livorno, fondata nel XVII secolo, oggi mia attuale dimora. I cenni storici da me evidenziati riguardano i primati raggiunti nel
campo internazionale da Napoli e dal suo Regno Borbonico, fino all’Unità d’Italia, quando ha inizio l’esodo delle popolazioni
meridionali, fenomeno “trascurato” dalla storiografia post-risorgimentale e filo-sabauda. Il viaggio nel tempo mi consente anche
di stabilire un parallelismo con un’altra città marinara come l’eclettica Livorno. La salvaguardia del patrimonio storico, artistico,
archeologico ed ambientale è il punto focale della ricerca, come già mostrato nelle mie precedenti pubblicazioni; un tema dalle
molteplici sfaccettature in una realtà come quella partenopea ove incombono ombre d’incertezza e titubanza.”
Testo tratto dal sito ufficiale federicodati.altervista.org.
Luci e ombre sul Tirreno Il libro di Federico Dati, Maresciallo nell’Arma dei Carabinieri e nostro
associato, ci offre un confronto affascinante tra i paesaggi di Napoli e Livorno
Pagina 16 OMNIBUS
Tango argentino: il ballo dei poveri
DANZA
Ogni mercoledì, dalle 21:00 alle 22:30, rivivi l’atmosfera di Buenos Aires
con i corsi per principianti dell’Associazione “Laboratorio Olistico”
Combattere l’emarginazione attraverso lo sport
utilizzare al meglio lo sport
come strumento socio-
terapeutico e come veicolo di
integrazione per le categorie
di persone disagiate e a ri-
schio emarginazione.
Non mancherà, inoltre, la
nostra partecipazione attiva
ad iniziative di informazione,
formazione e varie attività
culturali, anche attraverso
opere benefiche, magari in
Il giorno 9 settembre è nata l'
Associazione "Acsi Volonta-
riato" che opera in maniera
specifica per fini di solidarie-
tà sociale. Data la vasta e
riconosciuta esperienza di
"Acsi Provinciale Livorno"
nel settore ricreativo e so-
prattutto sportivo dilettanti-
stico, l' Associazione sicura-
mente sfrutterà questo pre-
zioso bagaglio, cercando di
collaborazione con altre real-
tà sportive e non, già presenti
sul territorio. Acsi volon-
tariato non ha ancora ini-
ziato ad operare a pieno
regime, essendo da poco
costituita, ma già ci stia-
mo attivando in tal senso,
grazie alla collaborazione
di tutti i volontari presenti
nel direttivo.
Chiara Bacci
Terzo settore
Il nuovo anno sportivo vede la nascita di ACSI Volontariato, per la
formazione e la partecipazione ad iniziative di alto contenuto sociale
TOKYO
2020 Tokyo è riusci-ta ad aggiudi-
carsi le Olimpiadi del 2020, un segnale importante per un Paese in serie difficoltà, so-prattutto dopo l’incidente di
Fukushima. Il progetto prevede che l’intera atti-vità dei Giochi si svolgerà all’interno della capitale asiatica, senza dispersio-ne su tutto il territorio nipponico. Gli sport scelti dal CIO per questa edizio-ne sono lotta, atletica, badminton, calcio, canoa, canottaggio, ciclismo,
ginnastica, hockey, judo, nuo-to (con le specialità annesse), pallacanestro, pallamano,
pallavolo, pentathlon moder-no, pesi, pugilato, scherma, sport equestri, taekwondo, tennis, tennistavolo, tiro con l'arco, tiro a segno-tiro a volo, triathlon e vela.
OLIM
PIA
DI
La Crema pasticciera Questa volta vi invito a preparare un’ottima crema pasticciera che necessita dei seguenti ingredienti: un uovo, una buccia di limone, tre cucchiai di zucchero, un cucchiaino di farina e un bicchiere di latte. Tutti questi elementi dovranno essere ininterrottamente mescolati in un tegamino posto su di un fornello a fuoco basso che dovrà essere spento appena un attimo prima che il liquido, così ottenuto, cominci a bollire. Usando degli stampi, si posso-no preparare così anche dei gustosi budini. Prosit!
Myiriam Di Ninno
CU
CIN
A
Il Tango Argentino è una forma d'arte che comprende musica e danza nata a Buenos
Aires intorno alla seconda metà dell'800. In origine si produsse nei quartieri poveri ed
emarginati e si affermò successivamente come musica popolare nel rapido e tumultuoso
sviluppo di Buenos Aires. Il tango argentino è un ballo basato sull'improvvisazione,
caratterizzato dalla sua eleganza e passionalità.
Il passo base del tango è il passo in sé, dove per passo si intende la normale camminata.
Essendo un ballo di improvvisazione in pista non esiste l'idea di sequenze di passi pre-
definite, e sta alla fantasia dei ballerini costruire come in un dialogo il proprio ballo. La
posizione di ballo è un abbraccio frontale asimmetrico in cui l'uomo con la destra cinge
la schiena della propria ballerina e con la sinistra le tiene la mano, creando quindi una
maggiore distanza tra la spalla sinistra dell'uomo e la destra della donna. Poche regole
semplici dettano i limiti dell'improvvisazione: l'uomo guida, la donna segue. Fondamen-
talmente è l'uomo che chiede con un linguaggio puramente corporeo alla propria balleri-
na di spostarsi.
Per motivi didattici sono state introdotte delle sequenze con passi predefiniti, come la
Salida basica, questa è la prima sequenza didattica di passi che viene insegnata nel tan-
go Argentino.
Provatelo nei locali del LABORATORIO OLISTICO di via Lamarmora, 2 int.1 - Livor-
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Pagina 17 OMNIBUS
“Arcobaleno d’estate”: visitando il parco di San Rossore
duzione di pinoli, con i Lore-
na fu introdotto il pino marit-
timo nelle zone più vicine al
mare, bonificate le aree palu-
stri, costruito il viale del
Gombo e lo chalet, realizzata
anche una pista per le corse a
cavallo primo nucleo del
futuro ippodromo di San
Rossore. Durante la parentesi
napoleonica la sorella di Na-
poleone fece portare dalla
maremma cinghiali per incre-
mentare l’attività venatoria.
Il Granduca dispose anche di
dare in affitto la spiaggia a
Gaetano Ceccherini che nel
1840 edificò gli stabilimenti
balneari per la cura della
scrofolosi, una malattia che
colpiva particolarmente gli
abitanti delle campagne pro-
vocata da carenze nell’ali-
mentazione. Il Ceccherini
addirittura vendeva a fiaschi
l’acqua di mare che teneva in
depositi a Pisa. In quel perio-
do molti cantanti lirici erano
abituali frequentatori degli
stabilimenti perché confida-
vano nell’effetto balsamico
dell’acqua di mare sulle cor-
de vocali, anche il musicista
ungherese Listz si innamorò
del posto. Poi gli stabilimenti
si ampliarono con spogliatoi
maschili e femminili e co-
minciarono ad essere fre-
quentati da benestanti che
potevano permettersi di arri-
varci in carrozza, pian piano
lo stabilimento per i malati
cominciò a ridursi e si am-
pliò quello per i ricchi. So-
praggiunta l’unità d’Italia
arrivarono i Savoia che deci-
sero di costruirsi una villa
sulla spiaggia, il Ceccherini
venne liquidato con 41.000
lire e si trasferì portandosi
dietro il materiale in legno
per ricostruire lo stabilimento
scegliendo la zona a sud
dell’Arno, dove oggi c’è
Marina di Pisa, che a quel
tempo non esisteva. Il re co-
struì la villa reale a partire
dal palazzo costruito da Cec-
di Paola Ceccotti
Il 24 agosto l’Ente Parco
regionale di Migliarino, San
Rossore e Massaciuccoli ha
aperto ai visitatori aree del
parco di solito non accessibi-
li aderendo all’iniziativa
“Arcobaleno d’estate”, pro-
mosso dalla Regione Tosca-
na. Il programma del 24 ago-
sto ha previsto visite guidate
straordinarie e gratuite alla
Riserva del palazzotto nella
Tenuta di San Rossore e alla
Villa del Gombo; punto di
partenza il centro visite a
poche centinaia di metri
dall’ingresso principale della
Tenuta, in località Cascine
Vecchie. Ho avuto la fortuna
di venire a conoscenza dell’i-
niziativa e la mattina mi sono
presentata nel luogo previsto
per la partenza insieme ad un
folto gruppo di persone; alle
9.00 è iniziata l’escursione
guidata alla Riserva integrale
del Palazzotto, e alle 18.00 la
visita guidata alla Villa Pre-
sidenziale del Gombo. L’e-
scursione alla riserva non è
stata solo una passeggiata in
un ambiente esclusivo di
grande bellezza: la visita ha
potuto godere del beneficio
di esperti che hanno illustrato
passo passo i vari aspetti
dell’incontaminato ambiente
naturale. Sia il direttore del
parco che il comandante del-
le guardie forestali, i biologi,
le guide turistiche, hanno
offerto ai visitatori la loro
disponibilità e competenza
professionale presentando
l’ambiente e la sua storia. Il
Parco è stato istituito nel
1979, è molto grande, ha
una estensione di oltre
23.000 ettari. San Rossore
(antico nome San Luxorio)
ne è solo una piccola parte, è
la parte centrale compresa tra
i fiumi, il lago naturale di
Massaciuccoli, i canali medi-
cei e il mare; è quindi cir-
condata dall’acqua, come
un’isola, gli animali non pos-
sono entrare e uscire facil-
mente perché si trovano da-
vanti uno sbarramento natu-
rale. Il simbolo del Parco è la
farnia, la quercia più diffusa
in Europa e la più comune in
Toscana, insieme al leccio,
che si caratterizza per la sua
longevità e la sua imponenza.
San Rossore è sempre stata
appannaggio di chi governa-
va la Toscana: le notizie più
antiche che ci sono pervenute
parlano del Capitolo dei Ca-
nonici di Pisa che avevano in
gestione la Tenuta e la utiliz-
zavano per raccolta di legna-
me, pastorizia; nel progredire
del tempo si sono succeduti i
Medici, i Lorena, i Savoia
che risiedevano a San Rosso-
re nel periodo estivo con la
corte da giugno a novembre,
trasferendosi nel palazzo
reale che era a Cascine Vec-
chie e che fu minato dai tede-
schi insieme alla palazzina
del Gombo, uno chalet al
mare. Nel 1957 fu assegnata
alla Presidenza della Repub-
blica e nel 1959 venne inizia-
ta la costruzione della villa
del Gombo; in questa zona è
passata la storia d’Italia com-
presa la firma delle famige-
rate leggi razziali da parte del
re. Oggi, in seguito alla Con-
venzione tra il Presidente
Scalfaro e la Regione Tosca-
na approvata dal Parlamento,
la tenuta fa parte del patrimo-
nio della Regione Toscana
che ne ha demandato la ge-
stione all’Ente Parco Miglia-
rino San Rossore Massaciuc-
coli. I vari signori che si
sono succeduti nella proprie-
tà della tenuta hanno fatto
interventi di miglioramento
delle condizioni ambientali e
introdotto piante e animali da
altre regioni e paesi lontani.
Con i Medici furono portati
daini dalla Sicilia e dalla
Sardegna, alcuni esemplari di
dromedari dall’Africa, i pini
domestici destinati alla pro-
cherini e chiuse l’accesso,
tutto divenne residenza e
riserva di caccia del re. I
Savoia fecero costruire la
Sterpaia come allevamento di
cavalli purosangue, poi ri-
convertita in vaccheria, ven-
ne intensificato lo sfrutta-
mento economico della tenu-
ta e molte aree furono affida-
te a mezzadria. La famiglia
reale amava San Rossore ed
è noto che Elena di Savoia,
moglie di Vittorio Emanuele
III, nel periodo in cui vi risie-
devano si dedicava con pas-
sione alla attività della pesca
al fiume Morto, dove fu co-
struita una rimessa per le
barche reali. Al tempo dei
Savoia San Rossore era un
piccolo paese con personale
di servizio, sorveglianti, con-
tadini (200 famiglie). Nella
seconda guerra mondiale
divenne un caposaldo tede-
sco: i soldati, quando si riti-
rarono, minarono oltre alla
villa reale, altri edifici e tutti
i ponti. Poi ci furono i bom-
bardamenti degli americani.
Durante l’occupazione dei
tedeschi il numero dei dro-
medari si ridusse sensibil-
mente perché vennero man-
giati dalle truppe mongole al
seguito dell’esercito tedesco;
un tentativo di reintroduzione
del Presidente Gronchi non
ebbe successo, l’ultimo
esemplare di dromedario è
degli anni sessanta del ‘900,
il suo scheletro è esposto al
Museo di storia naturale di
Calci. La tenuta di San Ros-
sore è stata utilizzata oltre
che per il legname, la pasto-
rizia, anche per la caccia;
come sedi di rappresentanza
della Presidenza della Re-
pubblica, San Rossore e
Castelporziano erano le uni-
che due zone in cui non vige-
va la legge sulla caccia del
’79 e il Presidente o chi da
lui indicato poteva cacciare
in tutto il periodo dell’anno.
Gli esperti che hanno costan-
Una gita all’interno del noto parco pisano, un ambiente naturale ancora incontaminato e ricco di storia
Storia e storie
Pagina 18 OMNIBUS
temente arricchito la visita di
commenti, note storiche,
hanno evidenziato l’unicità
della riserva; si tratta di un
bosco costiero di 120 ettari
che fa parte di una foresta
sopra i 9.000 ettari; l’am-
biente naturale è recintato
per tutelare la zona da ingres-
si abusivi e da intrusione di
animali che potrebbero alte-
rarne l’equilibrio, le piante
non avrebbero più la possibi-
lità di rigenerarsi se il nume-
ro degli animali non fosse
tenuto sotto controllo. Con
periodicità il Parco provvede
all’abbattimento o al trasferi-
mento di un certo numero di
daini per evitare che il so-
prannumero possa danneg-
giare la ricrescita delle piante
visto che un daino mangia
circa 7 kg di sostanze vegeta-
li al giorno, e proprio grazie
al periodico controllo questo
bosco ha piante sia piccole
che grandi e si trova in una
situazione di equilibrio. Il
comandante e il direttore
hanno spiegato ad alcuni
visitatori che si raccapriccia-
vano del fatto che la salva-
guardia dell’ambiente fosse
legata al prelievo di animali
anche giovani, che ciò è ne-
cessario per la sopravvivenza
della riserva; se si salva il
daino si condanna all’estin-
zione piante che sono so-
pravvissute per millenni. Il
pomeriggio alle 18.00 tutti
pronti per la visita alla villa
del Gombo, saliti sul trenino
abbiamo percorso il lungo
viale che porta alla villa se-
guendo i commenti della
guida turistica. Attraversia-
mo il prato dove si trovava la
villa reale che è stata minata
dai tedeschi e distrutta
nell’ultima guerra, sono ri-
maste le Cascine Vecchie il
complesso costruito dal
Granduca di Toscana nel
1829–30 che servivano da
magazzini e da lavanderia.
Alla nostra destra c’è una
pista di allenamento di caval-
li da corsa e l’ippodromo di
San Rossore creato dal Gran-
duca di Toscana nel 1829,
uno dei più antichi d’Italia.
Imbocchiamo il viale del
Gombo lungo circa 5 km che
arriva fino al mare. Il viale
del Gombo fu aperto a più
riprese e arrivò al mare nel
1837, rappresentò l’accesso
al mare per Pisa con una stra-
da diretta che da piazza dei
Miracoli, per via delle Casci-
ne, passando dal ponte delle
trombe attraverso il Gombo
arrivava alla spiaggia. Se
fossimo al tempo di Roma
antica, il viale sarebbe coper-
to dal mare, lo sappiamo
perché vicino alla torre di
Pisa sono stati trovati relitti
di navi romane, il mare era
molto vicino alle montagne
nella zona di San Rossore e
Versilia, poi col passare dei
secoli lentamente si è allon-
tanato principalmente per
l’apporto dei grandi fiumi,
lasciando zone paludose che
sono state poi bonificate. Fu
il Presidente Giovanni Gron-
chi a volere la realizzazione
della villa presidenziale che
doveva sostituire il preesi-
stente casino di caccia; que-
sto nuovo edificio fu proget-
tato dagli architetti Amedeo
Luccichenti e Vincenzo Mo-
naco. La veduta della villa ha
suscitato una generale sor-
presa per la modernità e l’es-
senzialità della forma, essa si
estende su circa 640 mq ed è
sollevata da terra per mezzo
di quattro supporti di acciaio
all’interno dei quali si trova-
no i cavi degli impianti, si
accede da una salita in mar-
mo. La struttura è molto
semplice, è un quadrato; i
locali - 8 camere, 7 bagni, 2
sale grandi - si sviluppano
intorno ad un cortile interno
dove originariamente c’era
un pino che fungeva da se-
condo tetto, mentre gli am-
bienti di servizio con la
cucina furono concepiti
separati dalla villa per evita-
re contaminazione di odori
e rumori. Il pino ora non c’è
più; negli anni 1960 – ’70
c’è stato il problema del
cromo che veniva utilizzato
dalle concerie di Fucecchio,
a quel tempo non
c’erano i depuratori
e attraverso l’ar-
no arrivava fino
al mare, il libec-
cio lo ributtava
sulla spiaggia
nebulizzandolo;
il cromo finiva
così sugli alberi
avvelenandoli,
sulla costa ci fu
una strage. Il
pino si ammalò
e dovettero ta-
gliarlo; si dice
che il taglio
dell’albero co-
stò più della
villa. Percorren-
do gli ambienti
interni si osser-
va con una certa
delusione che
sono piuttosto spo-
gli, l’arredamento
non fa pensare ad
una sede illustre, non ci sono
né quadri né tappeti che furo-
no tolti insieme ai mobili
originali al momento del
passaggio dalla Presidenza
della Repubblica alla Regio-
ne Toscana. Attualmente ci
sono contatti con la segrete-
ria della presidenza della
Repubblica per riavere indie-
tro quegli arredi che sono
testimoni del passato storico.
La villa è stata utilizzata co-
me sede di rappresentanza
del Presidente della Repub-
blica ed ha ospitato persona-
lità illustri come l’ex primo
ministro britannico Tony
Blair con moglie e figli. Oggi
la villa è sede congressuale
di alto livello, ciò consente di
poter provvedere ai costi
elevati di manutenzione. Stu-
penda è stata, prima di salire
al trenino per il viaggio di
ritorno, la vista della spiaggia
del Gombo da cui ci separava
la rete di recinzione, un am-
biente naturale selvaggio e
primitivo abitato dagli arbu-
sti mossi dal vento e dalla
sabbia leggera sfiorata dalle
onde.
La 1° Lorenzana-Crespina
Il 26 e il 27 ottobre si è svolta la “1° Historic Lorenzana Cre-spina Cup”, organizzata dalla Scuderia Don Chisciotte. La competizione ha visto coin-volte numerose squadre con auto storiche e moderne.
AU
TO
MO
BIL
ISM
O S
TO
RIC
O
Diventare “Club Manager” Il Club Manager è una figura professionale, inserita nel contesto di Club o società sportive, che ha come missio-ne il garantire l’attuazione di piani strategici del Club, l’assicurare la gestione e lo sviluppo del Club Sportivo mediante la progettazione, l’erogazione e il controllo dei servizi erogati, degli impianti gestiti e degli eventi organizzati nella massima efficienza, l’assicurare lo svi-luppo, il coordinamento e la valorizzazione delle risorse umane. Tutti i dati dei corsi (una prima sessione già iniziata a ottobre, sono disponibili sul sito
www.coni.it
CO
NI
SE
RV
IZI
Storia e storie
@paolac521
Pagina 19 OMNIBUS
Un nuovo sport, lo SMAGGXX
risultati positivi. Nella ver-
sione BASE è uno sport
adatto a tutte le età, molto
divertente e dinamico, le
varianti "smaggxx PRO" e
"BEACH smaggxx" sono
adatte a chi cerca maggiore
competitività e velocità. Si
gioca su qualsiasi superficie,
indoor o outdoor compresa
erba o sabbia, in palestra o
all'aperto, ovunque sia possi-
bile montare la rete e delimi-
tare il campo di gioco. Gra-
zie all’accordo in esclusiva
con l’ACSI, e alla nascita
dello Smaggxx Sport Italy
con sede nazionale a Viareg-
gio, questo nuovo sport si
avvia verso una diffusione
capillare su tutto il territorio
nazionale con la nascita di
Smaggxx Center e di
Smaggxx Training point, con
l’organizzazione di corsi di
formazione e tornei ufficiali.
Tratto da www.smaggxx.it e da
Toscana Tempo Libero n° 69,
settembre 2013. Si ringrazia
Franco Baroni, presidente Acsi Lucca, per la collaborazione
Finalmente anche in Italia il nuovo sport che ha contagiato Florida, Svizzera e
Olanda. Presentato lo scorso anno nel Salento, oggi approda anche in Toscana
Smagg OMNIBUS
Rivista dell’ A.C.S.I. di Livorno
Anno III, numero 9, Ottobre 2013
Trimestrale
ISSN 2037-1276 (online)
ISSN 2035-9527 (ver. cartacea)
Iscrizione n° 09 dell’11 luglio 2011 al Tribu-
nale di Livorno
Sede A.C.S.I. Livorno
Via dei Pelaghi 150, Livorno
Tel: 0586 85 99 32
Cel: 347 768 77 77
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Direttore responsabile
Fabio Figara
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A.C.S.I. Livorno nella persona di Sergio Di
Ninno, presidente provinciale;
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La presente pubblicazione del Comitato
provinciale di Livorno dell’A.C.S.I.
(Associazione Centri Sportivi Italiani), ceduta
prevalentemente ai propri associati, non ha
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zioni affiliate A.C.S.I. Livorno, delle comuni-
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te per semplice scopo illustrativo e con
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Hanno contribuito volontariamente alla
realizzazione di questo numero: Martina
Corradi, assistente di direzione; Fabio
Bolognesi, consulente Sicurezza e Qualità;
Myriam Di Ninno, scrittrice; Chiara Bacci,
assistente di direzione; Antonio Papini
(giornalista); Gaia Nannicini (educatore
Cinofilo); Nino Buozzi (tipografo); Dario
Ghiselli (Promosport Livorno); Hassen
Chebbi (Palla al Centro); Emiliano Gronchi,
preparatore dei portieri e organizzatore
ACSI; Michele Montelatici, Sifu Kung Fu
tradizionale (GFTI); Paola Ceccotti, scrittrice;
Stefania Comotto e di Francesco Maddalu-
no (Old West Country); lo staff dell’Associa-
zione Mulino sul Tora; Veronica “Waters”,
esperta di musica; Danilo Terramoccia,
storico; Federico Dati, Maresciallo dell’Arma
dei Carabinieri e scrittore; lo staff dell’Asso-
ciazione Laboratorio Olistico; lo staff della
Scuderia Don Chisciotte; Franco Baroni,
presidente ACSI Lucca; lo staff dell’Associa-
zione Laghetto La Bua e Rifugio del Pescato-
re; Marco Bianchi (maestro di Krav Maga);
Mariangela Moscato (Coro Polifonico “Pio
Alberto Del Corona”); Gianfranco Vierucci,
associato Acsi. La versione cartacea è
stampata presso il Centro Tipografico Livor-
nese, Borgo San Jacopo 63, 57126 Livorno
Arrivederci al prossimo numero!
ATTIVITA’ CONVENZIONATA A.C.S.I. LIVORNO
SMAGGXX è un nuovo sport,
inventato dal designer Carlo
Maggio. Si gioca impugnando
2 attrezzi (Splates), uno in
ciascuna mano, cercando di
mandare la palla nel campo
avversario al di sopra di una
rete, senza che la palla tocchi
terra. Può essere giocato in
singolo o in doppio su un cam-
po rettangolare di 9m. X 4,5m.
(6 metri per 3 Minismaggxx),
diviso da una rete alta
1,55m. Le partite si svolgono
in SET da 10 punti ciascuno, e
vince la partita chi ottiene 5