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PARACUSIS 65 Ore 12.30: Celebrazione della Paraclisis Il Concilio Vaticano II esorta tutti i figli della Chiesa - Vescovi, Sacerdo- ti, operatori di pastorale e fedeli - «perché generosamente promuovano il culto, specialmente .liturgicp, verso la beata Vergine, e abbiano in grande stima le pratiche e gli esercizi di pietà verso di Lei, raccomandati lungo i seco- li dal Magistero della Chiesa» (Lumen gentium, 67). Fra gli esercizi di pietà verso Maria non solo raccomandati dal Magiste- ro della Chiesa, ma anche arricchiti di indulgenze, accanto al santo Rosario (pratica occidentale) figurano l'Inno Akathistos e l'Ufficio della Paraclisis (liturgia bizantina), e altre preghiere di altri riti orientali. In merito all'Aka- thistos e alla Paraclisis, così determina il «Manuale delle indulgenze» (4• edi- zione, Libreria Editrice Vaticana 2003): «Si concede l'indulgenza plenaria al fedele che recita l'inno Akathistos o l'ufficio Paraclisis in chiesa o oratorio, oppure in famiglia, in una Comunità religiosa, in una associazione di fedeli e in modo generale quando più fedeli si riuniscono per un fine onesto. Nelle altre circostante invece l'indulgenza è parziale» (p. 76). Di indulgenza par- ziale gode anche la «Glorificazione a Maria» della tradizione copta. «L'ufficio della Paraclisis» nel rito bizantino è come, e più, di un piccolo ufficio della beata Vergine Maria. Fa parte integrante dei libri liturgici, cattolici e ortodossi, greci e slavi. Venerando per antichità, conosciuto e cantato e recita- to a memoria da quasi tutti i fedeli, in ogni loro necessità e bisogno, per ottene- re aiuto e «consolazione» dalla santissima Madre di Dio, esso è davvero un'e- spressione tra le più popolari del culto bizantino alla Vergine Madre. «Paracli- sis», originariamente, significava «consolazione» (si ricordi l'espressione: «Spi- rito Paraclito», cioè consolatore); ma conteneva anche il significato di «Soccor- so, aiuto, difesa» (napaKaÀÉ<ò =chiamar vicino). Più tardi assunse il significato primario di «invocazione, supplica, implorazione». Così «l'ufficio della Paracli- sis» meglio oggi si traduce: «Ufficio di supplica» alla Madre di Dio. Nell'uso greco-slavo la «Paraclisis» si celebra ordinariamente dopo i Vespri o dopo la Messa, ma anche in modo autonomo, sia nelle chiese che nelle case. Corpo centrale della celebrazione è il «canone paracletico» o di supplica alla Madre di Dio. Sono due i «canoni paracletici» in uso: il più conosciuto e teologicamente più valido è quello composto agli inizi del seco- lo IX probabilmente dal monaco Teostericto: è soprannominato nei libri litur- gici «piccolo canone paracletico», non perché sia piccolo di contenuti, ma perché è meno lungo dell'altro, il «grande canone paracletico», composto nel secolo XIII dall'imperatore (poi fattosi monaco) Teodoro Il Doucas Lascaris. In questo mezzogiorno, dopo la relazione sui percorsi ecumenici nei con- fronti di Maria dal Vaticano II ad oggi, abbiamo ritenuto oppurtuno proporre una parte dell'Ufficio della Paraclisis.

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PARACUSIS 65

Ore 12.30: Celebrazione della Paraclisis

Il Concilio Vaticano II esorta tutti i figli della Chiesa - Vescovi, Sacerdo­ti, operatori di pastorale e fedeli - «perché generosamente promuovano il culto, specialmente .liturgicp, verso la beata Vergine, e abbiano in grande stima le pratiche e gli esercizi di pietà verso di Lei, raccomandati lungo i seco­li dal Magistero della Chiesa» (Lumen gentium, 67).

Fra gli esercizi di pietà verso Maria non solo raccomandati dal Magiste­ro della Chiesa, ma anche arricchiti di indulgenze, accanto al santo Rosario (pratica occidentale) figurano l'Inno Akathistos e l'Ufficio della Paraclisis (liturgia bizantina), e altre preghiere di altri riti orientali. In merito all'Aka­thistos e alla Paraclisis, così determina il «Manuale delle indulgenze» (4• edi­zione, Libreria Editrice Vaticana 2003): «Si concede l'indulgenza plenaria al fedele che recita l'inno Akathistos o l'ufficio Paraclisis in chiesa o oratorio, oppure in famiglia, in una Comunità religiosa, in una associazione di fedeli e in modo generale quando più fedeli si riuniscono per un fine onesto. Nelle altre circostante invece l'indulgenza è parziale» (p. 76). Di indulgenza par­ziale gode anche la «Glorificazione a Maria» della tradizione copta.

«L'ufficio della Paraclisis» nel rito bizantino è come, e più, di un piccolo ufficio della beata Vergine Maria. Fa parte integrante dei libri liturgici, cattolici e ortodossi, greci e slavi. Venerando per antichità, conosciuto e cantato e recita­to a memoria da quasi tutti i fedeli, in ogni loro necessità e bisogno, per ottene­re aiuto e «consolazione» dalla santissima Madre di Dio, esso è davvero un'e­spressione tra le più popolari del culto bizantino alla Vergine Madre. «Paracli­sis», originariamente, significava «consolazione» (si ricordi l'espressione: «Spi­rito Paraclito», cioè consolatore); ma conteneva anche il significato di «Soccor­so, aiuto, difesa» (napaKaÀÉ<ò =chiamar vicino). Più tardi assunse il significato primario di «invocazione, supplica, implorazione». Così «l'ufficio della Paracli­sis» meglio oggi si traduce: «Ufficio di supplica» alla Madre di Dio.

Nell'uso greco-slavo la «Paraclisis» si celebra ordinariamente dopo i Vespri o dopo la Messa, ma anche in modo autonomo, sia nelle chiese che nelle case. Corpo centrale della celebrazione è il «canone paracletico» o di supplica alla Madre di Dio. Sono due i «canoni paracletici» in uso: il più conosciuto e teologicamente più valido è quello composto agli inizi del seco­lo IX probabilmente dal monaco Teostericto: è soprannominato nei libri litur­gici «piccolo canone paracletico», non perché sia piccolo di contenuti, ma perché è meno lungo dell'altro, il «grande canone paracletico», composto nel secolo XIII dall'imperatore (poi fattosi monaco) Teodoro Il Doucas Lascaris.

In questo mezzogiorno, dopo la relazione sui percorsi ecumenici nei con­fronti di Maria dal Vaticano II ad oggi, abbiamo ritenuto oppurtuno proporre una parte dell'Ufficio della Paraclisis.

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66 PARACLJSIS

Introduzione ·

l. ACCLAMAZIONE DI LODE

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11811 J J J J 1 EJF

V). Benedetta tu, fi- glia dal Di- o_al - tis - si - mo,

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più di tut- te le don- ne!

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ha ere - a- to_il

~ ~~~~~~ lUI u F r· P u fJ J J l l T. Tu gloria di Ge- ru-sa-lemme, tu van-to d'I- sra- e- le!

Tu onore del no-stro po-po-lo!

2. SALUTO E MONIZIONE

G. La pace sia con tutti voi. T. E con il tuo spirito.

Il

G. La celebrazione della «Paraclisìs» della liturgia bizantina, composta nel secolo IX, è stata celebrata, cantata o pregata - nella comunità ecclesiale e monastica, o dentro le mura domestiche - da innumere­voli generazioni fino ad oggi: tutti i fedeli hanno sentito il bisogno di rivolgersi supplici alla santa e misericordiosa Madre di Dio, per impetrare il suo potente soccorso nel faticoso impegno di vincere ogni forma di male e di rivestirsi unicamente di Cristo. Anche noi

PARACLJSIS 67

alziamo lo sguardo alla Vergine, che «con la sua molteplice inter­cessione» e «con la sua carità materna si prende cura dei fratelli del suo Figlio ancora peregrinanti e posti tra affanni e pericoli»: la sup­plichiamo di accompagnarci benigna sulle vie della salvezza, «fino a che non saremo condotti nella patria beata» (LG 62).

3. INVOCAZIONE ALLA MADRE DI DIO Di tua pietà

scorrevole M.: L. Lasagna

~ • ~ r J J 1 r· p P a 1) 1 J J. '; n 1

Di tua pie - tà la por- ta_a noi di- schiu-di, Ma-dre di

J J Di - o, fra tut- ti be- ne - det- ta! Spe - ran- do_in

~- s ~ ,_ ~ r· P • FJ l w w. ;l n ; J. a n l te, la via non smar- ri - re-mo; per te vi-vre-mo li- be-ri dai

17\ n fl 1J J ma-li, sal - vez-za_in du - bi - ta- ta dei cri - stia- ni!

T. Di tua pietà la porta a noi dischiudi, Madre di Dio, fra tutti benedetta! Sperando in te, la via non smarriremo; per te vivremo liberi dai mali, salvezza indubitata dei cristiani!

L. Poveri peccatori, accorriamo alla Madre di Dio; prostriamoci pentiti e gridiamole dal fondo del cuore: Signora, soccorrici, nella tua materna pietà; affrettati, perché periamo sotto il cumulo dei nostri peccati. Non respingere i tuoi servi, o unica nostra speranza! Ant.

Il

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L. Mai cesseremo di narrare, benché indegni, la tua grande potenza, o Madre di Dio! Se non ti fossi alzata tu ad intercedere, chi ci avrebbe salvato da così gravi pericoli? E chi fino ad oggi ci ha custodito liberi? Non ci staccheremo, Signora, da te:

PARACUSIS

perché sempre da tutte le angustie tu salvi i tuoi servi! Ant.

Ufficio di supplica

LI. La «Paraclisis» ha come centro il «canone di supplica», cioè una composizione innografica ispirata ai cantici biblici, detti «Odi», che venivano cantati ogni giorno al mattutino nel rito bizantino, in forma fissa (perciò il gruppo di questi cantici si chiama «canone»). Oggi si cantano solo i tropari che li intercalavano.

Ode l

L2. Ode l ispirata al Cantico di Mosè (Es 15, 1-18). La schiavitù degli Israeliti in Egitto è simbolo di ogni schiavitù, specialmente mora­le e spirituale. Faraone, nella tradizione dei Padri, è stato conside­rato il demonio, che tiene soggette alla sua tirannia le creature attraverso il peccato, il dolore e la morte. Ieri Mosè per gli Israeli­ti, oggi la Madre di Dio è mediatrice di salvezza per il popolo cri­stiano e per ogni fedele, che, sospirando la liberazione dal male, a lei grida per attenerne l'aiuto.

SOLO POI TU1T1 M.: V. Miserachs

,.e fij p p Jl ~ Jll Jdl' fiPìT 11 Rit. O Ver- gi- ne Ma-dre di Di - o, sal - va - ci!

~CORO ~ ~

* iiJ'plp p J'p p D IEJF l. So-praf- fat - to da_in-nu- me - ri pro - ve a te_ac-

cor-ro, cer-can-do sal- vez-za,- da mo-le-stie_ed an-go-sce tu

scam- pa - mi, Ma - dre pu - ra del Ver- bo di Di- o.-

PARACUSIS

l. Sopraffatto da innumeri prove a te accorro, cercando salvezza: da molestie ed angosce tu scampami, Madre pura del Verbo di Dio. Rit.

2. Di passioni l'assalto mi turba, sconvolgendomi il cuore e la mente: rasserenami, o Madre illibata, con la pace del Figlio, tuo Dio. Rit.

3. Santa Madre del Dio Salvatore, ti scongiuro, dai mali tu salvami! Ricorrendo con fede al tuo aiuto, a te innalzo lo spirito mio. Rit.

4. Son malato nel corpo e nell'anima: Genitrice di Dio, fammi degno del tuo provvido aiuto divino, dolce Madre del dolce Signore. Rit.

Ode V

69

LI. Ode V, ispirata al cantico di Isaia (26,9-21): «Abbiamo una città forte; egli ha eretto a nostra salvezza muro e baluardo ... ».

L2. La nuova città vivente di Dio, città dalle salde fondamenta, è Maria. In Lei il Verbo ha posto la sua presenza, quando alle paro­le dell'angelo l'accolse nel cuore e nel grembo. Da allora la Madre di Dio è diventata anche nostra madre: premurosa e sollecita, mise­ricordiosa e potente. A lei sale incessante dai fedeli, insieme con la lode, l'implorazione d'aiuto.

SOLO, POI TU1TI M.: V. Miserachs * ~~ e Jill1 Jl l l Jl llfi' Ù p l f t· Ile Rit. O Ver-gi-ne Ma-dre di Di- o, sal - va- ci!

e

e - r 1. Col-ma,_o Pu - ra, di gio- ia_il mio cuo-re, do-na

r 'r ' r ~ p p r D p r san - ta pe-ren ne le - ti- zia: ché del

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Il·! J J ' Il gau - dio ci de - sti I'Au

l. Colma, o Pura, di gioia il mio cuore, dona santa perenne letizia: ché del gaudio ci desti l'Autore. Rit.

2. Dai pericoli salvaci, o Madre, che portasti l'eterna salvezza e la pace che supera i sensi. Rit.

3. Dei peccati disperdi la tenebra con la luce che emani, o Radiosa, tu che desti alla luce la Luce. Rit.

4. Col soccorso celeste, o Signora, di mie colpe il languore risana: la tua prece m'ottenga salute. Rit.

Ode VII

to- re.

PARACUSIS

LI. L 'Ode V~/ si ispi_ra al cantico dei tre fanciulli nella fornace, i quali «passeggiavano m mezzo alle fiamme, lodavano Dio e benedice­vano il Signore» (Dn 3, 24 ), perché Dio aveva mandato il suo angelo a rendere «l'interno della fornace come un luogo dove sof­fiasse un vento pieno di rugiada» (Dn 3, 49-50).

L2. Il grembo della Vergine è il luogo spazioso, dov'è disceso il Verbo di Dio, per liberare gli uomini prigionieri delle fiamme delle loro p_as~ion~ malvage, istigate da Satana. Chiunque a lei ricorre e in lei SI nfugia trova refrigerio e sollievo; e insieme col Dio dei Padri può anche cantare Colei che lo ha donato alla terra, nostro Sal~ vatore e nostra salvezza, nostra Luce e nostra Vita. Cantiamo l'Ode VII del «grande canone di supplica».

Moderato M.: A. Martorell

;il 6 -.: -.: - > r.\ i 11:1 n 1 ~· ~ JJ JJ J\PI J J' 1 F ,J 1 r 11 Rlt. San-tts - si- ma Ma-dre di Di-o, sal - va ci!

l Andante espressivo

~ # r ) p l J cP,J <•) }J l (1 jJ J) l J J ' l. Ver - gi - ne Ma - dre del - la Lu--: ce di - vi - na,

PARACUSIS 71

~ •• r Jl iii u r p Jl 1 a Jl il 1 u u 'l e del-la Lu- ce tra- spa - ren - te di - mo-ra,

brii- la_ al tuo ser - vo, o- scu - ra - to

J per - ché ti can - ti, per- ché ti

l. Vergine Madre - della Luce divina, e della Luce - trasparente dimora, brilla al tuo servo, - oscurato da colpe,

da >

f) c an

perché ti canti! Rit. 2. Forza dei deboli, - degl'inermi speranza,

sii per me, Vergine, - baluardo e presidio; vanto e difesa - sii per me, che son privo d'umano aiuto. Rit.

3. Anima e cuore - sentimenti e parole cantano lodi - ai tuoi grandi favori dati per grazia. - O bontà sconfinata! O doni immensi! Rit.

4. Volgi clemente - i tuoi occhi ai miei mali. Salvami, Madre, - da tremende sventure, rischi e pericoli, - tentazioni ed angosce, per tuo amore! Rit.

Conclusione

col - pe,

l j Il ti.

G. Dopo aver implorato supplici la santa Vergine per le nostre neces­sità materiali e spirituali, ci rivolgiamo a Lei glorificandoLa con le parole della liturgia copta.

T. Sei elevata più dei Cherubini, sei glorificata più dei Serafini: poiché hai attirato il tuo Figlio, lo hai portato sulle tue braccia, e hai dato il latte alla sua bocca!

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Se dico che tu sei un-cielo, ecco che tu -sei degna di onore più del cielo dei cieli; poiché colui che sta· ai di sopra dei Cherubini è venuto, ed ha preso carne da te senza ledere la tua verginità!

Te beata, o Maria! o regina, o agnella immacolata, o Madre del Re!

PARACLISIS

Il tuo nome sarà benedetto in tutti i tempi dalla bocca dei fedeli, che gridano e dicono:

Ave, Maria! A te un «ave» santo! Ave a colei che è degna di onore più di tutta la terra!

Ave, Maria! Un un «ave» santo! Ave alla Vergine di tutti i dolori!

Ave, Maria! Un un «ave» santo! Ave alla regina, a colei che è figlia di re.

Ave, Maria! Un un «ave» santo! Ave al nuovo cielo che sta sulla terra!

Ave, Maria! Un un «ave» santo! Ave a colei della cui grandezza si sono onorati i Patriarchi!

Ave, Maria! Un un «ave» santo! Ave a colei di cui i Profeti hanno predetto l'onore!

Sì, ti supplichiamo, o Maria, o regina: intercedi per noi presso Cristo re!

E tu, o Signore, per l'intercessione della Madre di Dio, Santa Maria: dona a noi la grazia del perdono dei nostri peccati.

G. Andiamo in pace T. Rendiamo grazie a Dio!