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per il tecnico della refrigerazione e climatizzazione ORGANO UFFICIALE CENTRO STUDI GALILEO N° 369 LE ULTIME NOVITÀ SUI PATENTINI E SULLE INNOVAZIONITECNOLOGICHE AL XV CONVEGNO EUROPEO Anno XXXVII - N. 5 - 2013 - Sped. a. p. - 70% - Fil. Alessandria - Dir. resp. E. Buoni - Via Alessandria, 26 - Tel. 0142.453684 - 15033 Casale Monferrato I PRESIDENTI DEL XV CONVEGNO EUROPEO (didascalia a pag.16) COP_05.indd 1 11/07/13 15:08

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per il tecnico della refrigerazione e climatizzazione

ORGANO UFFICIALECENTRO STUDI GALILEO

N° 369

LE ULTIME NOVITÀ SUI PATENTINI E SULLE INNOVAZIONI TECNOLOGICHEAL XV CONVEGNO EUROPEO

Anno XXXVII - N. 5 - 2013 - Sped. a. p. - 70% - Fil. Alessandria - Dir. resp. E. Buoni - Via Alessandria, 26 - Tel. 0142.453684 - 15033 Casale Monferrato

I PRESIDENTI DEL XV CONVEGNO EUROPEO (didascalia a pag.16)

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per il tecnico della refrigerazione e climatizzazione

ORGANO UFFICIALECENTRO STUDI GALILEO

N° 369

LE ULTIME NOVITÀ SUI PATENTINI E SULLE INNOVAZIONI TECNOLOGICHEAL XV CONVEGNO EUROPEO

Anno XXXVII - N. 5 - 2013 - Sped. a. p. - 70% - Fil. Alessandria - Dir. resp. E. Buoni - Via Alessandria, 26 - Tel. 0142.453684 - 15033 Casale Monferrato

I PRESIDENTI DEL XV CONVEGNO EUROPEO (didascalia a pag.16)

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per il tecnico della refrigerazione e climatizzazione

ORGANO UFFICIALECENTRO STUDI GALILEO

N° 369

LE ULTIME NOVITÀ SUI PATENTINI E SULLE INNOVAZIONI TECNOLOGICHEAL XV CONVEGNO EUROPEO

Anno XXXVII - N. 5 - 2013 - Sped. a. p. - 70% - Fil. Alessandria - Dir. resp. E. Buoni - Via Alessandria, 26 - Tel. 0142.453684 - 15033 Casale Monferrato

I PRESIDENTI DEL XV CONVEGNO EUROPEO (didascalia a pag.16)

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CERTIFICAZIONE FRIGORISTI - PIF PRESSO UNA SEDE DEL CENTRO STUDI GALILEOPer tutte le più frequenti domande e risposte sul Patentino Italiano Frigoristi - PIF e sulla sua obbligatorietà, visionare

www.centrogalileo.it oppure www.associazioneATF.org

Nella foto la premessa teorica alla Certificazione/Patentino per frigoristi in una delle 12 sedi di esami del CentroStudi Galileo presso l’ElettronicaVeneta, aTreviso, con l’ausilio di decine di impianti didattici. Sulla destra uno deinumerosi docenti CSG Gianfranco Cattabriga mentre svolge la lezione nei due giorni di preparazione all’esame.

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XV CONVEGNO EUROPEO“LE INNOVAZIONITECNOLOGICHENEL FREDDO ENEL CONDIZIONAMENTOPolitecnico di Milano7-8 giugno 2013

ABB SCHWEIZ AGTorresin DanieleAargau, Switzerland

ABBONIZIO GIUSEPPECastel Frentano

AC CLIMACenerini AdrianoMonza

AIR CONDITIONINGREFRIGERATION EUROPEANASSOCIATION AREAFox GraemeDundee, UK

AIR CONDITIONING,HEATING ANDREFRIGERATION INSTITUTEYurek StephenArlington, USA

AIR LIQUIDE SERVICEPugliese AlessandroMilano

ALFA LAVALCalaciura PaoloAlonte

ALIFilippetto FedericoChions

ALIFontanive RobertoBelluno

ANGELANTONITESTINGTECHNOLOGIESQuattrocchi PatrizioMilano

ARNEGCusin AndreaPiovesan SimoneToscano FabioCampo San Martino

ATF ASSOCIAZIONETECNICIITALIANI DEL FREDDOBuoni MarcoCasale Monferrato

ATF ASSOCIAZIONETECNICIITALIANI DEL FREDDOSacchi AlfredoTorino

BASSI MARINOTorino

BERNARDI UMBERTOMilano

BITZERTrevisan Pietro DomenicoVicenza

BITZERKUEHLMASCHINENBAUHeinz JuergensenSindelfingen, Germany

BRAIDOTTI FABIOPadova

BUREAUVERITASNorcia CristinaMilano

BUSINESS EDGEKelly KelvinWaterlooville - Hampshire UK

CAREL INDUSTRIESFerrarese TommasoPoldelmengo LucaBroggio MauroBrugine

CASTELFarina AlessandroDabanello LucreziaPessano con Bornago

CATTABRIGA GIANFRANCOMilano

CEMAFROIDCavalier GerardFresnes, France

CENTRO RICERCHE FIATBracco RobertoOrbassano

CENTRO STUDI GALILEOBuoni EnricoCasale Monferrato

CERUTTI SPIRITOCerutti FabioCasale Monferrato

CHIESA FARMACEUTICISpinola MonicaParma

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Partecipantidel XV Convegno EuropeoOrganizzato dal Centro Studi Galileo, dall’AssociazionedeiTecnici italiani del Freddo, dalle Nazioni Unite-UNEP edall’Istituto Internazionale del Freddo di Parigi

Patrocinato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministrie dal Ministero dell’Ambiente con la rappresentanza di 25 Nazionie di Ministeri europei ed extraeuropei (per gli atti o la ripresatelevisiva del convegno vedi www.centrogalileo.it)

Il Responsabile Relazioni Esterne CSGFederico Riboldi interviene in apertura dellaseconda giornata di lavori del XV ConvegnoEuropeo, presentando l’importanza dei

cambiamenti normativi che hanno lo scopo di unaspinta economica verso lo sviluppo di tecnologierispettose dell’ambiente: la Green Economy.

Panoramica della platea durante l’intervento di apertura del XV Convegno Europeo da parte del Chiar.mo Prof. Ennio Macchi del Politecnico diMilano, al convegno hanno partecipato oltre 200 persone provenienti da circa 20 nazioni di tutto il mondo, inclusa Cina, India, Canada, Kuwait, etc…

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CLIMAVENETAAltenbokum MartinBochum, Germany

CLIMAVENETATrevisan MarcoTreviso

COLD CARPatrucco LuigiOccimiano

COLLANTIN MARCELLOPadova

CONSIGLIO NAZIONALEDELLE RICERCHE ITCBobbo SergioPadova

COSTANBortoluzzi DavideSabatini MassimoCavalleri PaoloDe Bona MarioLimana

CPL CONCORDIALodi BarbaraFontanesi AlessandroConcordia S/Secchia

CREABresolin FrancoBellusco

DAIKIN CHEMICALEUROPEDaisuke TomidaDusseldorf, Germany

DALKIA FRANCERiachi YoussefParis La Defense Cedex, France

DANFOSSTorben Funder-KristensenNordborg, Denmark

DUPONTDE NEMOURSKontomaris KostasGerstel JoachimNeu-Isenburg, Germany

ELECTROLUXBellomare FilippoPorcia

ELECTROLUXPROFESSIONALBoschiero LidiaPordenone

ELIWELL CONTROLSTollot AntonelloSoccal AngeloPieve Alpago

EMBRACOCasamassima RenzoZgliczynski MarekRiva presso Chieri

EMERSON CLIMATETECHNOLOGIESBella BachirAachen, Germany

EMERSON CLIMATETECHNOLOGIESBianchi WalterSaronno

ENEARovella PaolaCalabrese AndreaSanta Maria di Galeria

ESSELUNGAFossati GianpietroMolteni FabioConti MaurizioLimito di Pioltello

EUROPEAN COMMISSION -ACTION CLIMAKaschl ArnoBruxelles, Belgium

EUROPEAN ENERGYCENTREBuoni PaoloEdinburgh, UK

EUROPEAN PARLIAMENTRossi OresteBruxelles, Belgium

EUROPEAN PARTNERSHIPENERGY ENVIRONMENTEPEEVoigt AndreaBruxelles, Belgium

EVCOPiccoli StefanoCasanova IvanoSedico

EXPOCLIMABano NicolaBrugine

FERRARIS ROBERTOCasale Monferrato

FERREROSpallazzo GianpieroAlba

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Intervento del Chiar.mo Prof. Marco Carlo Masoero, Direttore del Dipartimento di Energetica del Politecnicodi Torino, sulla conversione degli impianti esistenti in Pompe di Calore

Panoramica della sala durante i lavori del XV Convegno Europeo, nella prima giornata si è discusso di tecnologia e nuovi fluidi rispettosi perl’ambiente, mentre nella seconda giornata l’argomento principale è stato la revisione della regolamentazione sulla gestione dei refrigeranti fluorurati.

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FIAT GROUP AUTOMOBILESMalvicino CarloandreaMonforte RobertoMandrile MassimilianoTorino

FICFeci WalterMese

FRANCO SPERANZASperanza FrancescoTaurianova

FRASCOLDBroglia ThomasIsgrò VincenzoAlinovi LucaRescaldina

FT FUTURETECHNOLOGIESGiaramita DomenicoCastel del Piano

FUCHS LUBRIFICANTIGherlone DiegoCurti DiegoButtigliera d’Asti

GEA REFRIGERATIONTECHNOLOGIES SMBHHerten ChristianBochum, Germany

GENERAL GASPalermo PietroFedeli StefanoNapoli

GNODI SERVICESpinella PaoloSomma L.

GRAZ UNIVERSITY OFTECHNOLOGYHalozan HermannGraz, Austria

GREENPEACEMate Janos JohnVancouver, Canada

GRICINI ENNIOCesano Maderno

HONEYWELLAchaichia AbdennacerHeverlee, Belgium

HONEYWELLMatteo GiancarloCaretto LucaAssago

HONEYWELLKebby RobertAlton, UK

HONEYWELLSan Roman MartaMadrid, Spagna

ICILNatali AlbertoCastellanza

IL DISGELODI DAVIDE MODICAModica DavidePontey

INDUSTRIALTECHNOLOGYRESEARCH ISTITUTE (ITRI)Yang Fei ChiaoChu Tung, Hsinchu, Taiwan

INTERNATIONAL INSTITUTEOF REFRIGERATIONCoulomb DidierParis, France

INTERNATIONAL INSTITUTEOF REFRIGERATIONEgolf Peter W.Yverdon Bains, Svizzera

ISABiagioli MaurizioBastia Umbra

ITIS “AVOGADRO”Stanchi GuidoTorino

JOHNSON CONTROLSINDUSTRIESDe Larminat PaulCarquefou, France

KME FRANCELeterrible PascalCourbevoie, France

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Intervento di Sergio Bobbo del Consiglio Nazionale delle Ricerche riguardo nuove tecnologie alternativequali i nanofluidi. Nella foto da destra: Jim Curlin (UNEP), On.le Oreste Rossi (Parlamento Europeo) e Prof.

Alberto Cavallini (Università di Padova)

Ingresso della sala De Donato del Politecnico di Milano. Da destra: Didier Coulomb (Direttore IIR), MarcoBuoni (Direttore CSG), Kelvin Kelly (Business Edge), Rajendra Shende (Terre Policy Centre), Walid

Chakroun (Direttore ASHRAE).

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KME GERMANY& CO KGBosoni GianlucaMenden, Germany

KOREA ENVIRONMENTCORPORATIONSeonYeob KimWanWwoiYoonMinYoung LeeSeo Gv, Incheon, Korea

KUWAIT UNIVERSITYChakrounWalidSafat, Kuwait

KW APPARECCHISCIENTIFICIFabiani StefanoMonteriggioni

LUVATADi Barbora UmbertoPocenia

LU-VELancellotti MichelePerfetti CarloFilippini StefanoUboldo

MAOULAOUI KHALEDAncona

MARIELVeggetti RobertoBusto Arsizio

MAYEKAWA EUROPEYagitani ToshioBoone JanNossegem, Belgium

MEXICHEM UKPeral-Antunez EnriqueRuncorn Cheshire, UK

MICHELETTI IMPIANTIBarsanti EmidioRoma

MINISTERO AMBIENTECirillo Marco FlavioSottosegretario di StatoRoma

MONDIAL GROUPPisoni ClaudioFossati ClaudioSan Giorgio M.to

MOSCA MASSIMOFermo

MPC4 DI PATRUCCOPatrucco MassimoCasale Monferrato

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I Presidenti del XV Convegno Europeo.Da sinistra Enrico Buoni, direttore del Centro Studi Galileo, Paolo Buoni direttore European Energy Centre(UK), Alberto Cavallini presidente onorario Istituto Internazionale del Freddo, Università di Padova, Marco Masoero, direttore Dipartimento di EnergiaPolitecnico di Torino, Gerald Cavalier direttore Cemafroid, Associazione Francese del Freddo AFF, Arno Kaschl European Commission Action Clima,Marco Buoni segreterio ATF e vicepresidente AREA Air Conditioning Refrigeration European Association, Jim Curlin Head OzonAction United NationEnvironment Programme,Walid Chackroun direttore ASHRAE (American Society Heating Refrigeration and Air conditioning Engineers), Graeme FoxPresidente AREA, StephenYurek presidente AHRI (Air conditioning Heating and Refrigeration Institute), Pega Hrnjak President Creative ThermalSolutions, Co-Director Air Conditioning and Refrigeration Center, Res. Professor of Mechanical Science and Engineering University of Illinois atUrbana-Champaign, Didier Coulomb direttore Istituto Internazionale del Freddo, Hermann Halozan Graz University of Technology, Austria.

Intervento del Presidente AREA Graeme Fox. L’Associazione Europea dei Tecnici del Freddo vedepositivamente una graduale riduzione dell’uso dei refrigeranti HFC ma contestualmente una maggiore

professionalità dei tecnici nell’uso dei refrigeranti naturali ed alternativi tramite la certificazione del personaleche li utilizza, in quanto infiammabili, tossici e ad alte pressioni.

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NEW COLD SYSTEMSakande MadiBologna

NORWEGIAN UNIVERSITYOF SCIENCE ANDTECHNOLOGYHaitao HuTrondheim, Norvegia

OFFICINE MARIO DORINArsenio MauroCompiobbi

OLIMPIA SPLENDIDMacrì SalvatoreGualtieri

OTS IMPIANTIOrecchio GiuseppeGenzano di Roma

OXYWELDPeris SimoneSacile

POLITECNICO DI MILANOMacchi EnnioLozza GiovanniMilano

POLITECNICO DITORINOMasoero MarcoTorino

PORTA SIMONECasale Monferrato

REFRIGERANTPartipilo NicolaNoventa di Piave

RIVACOLDDel Prete LeonardoBarilari MarcoMontecchio

RIVOIRADi Ciccio LucianaCampagna EnnioMilano

ROYAL INSTITUTE OFTECHNOLOGYKarampour MazyarStockholm, Sweden

SAGIMascetti AdrianoBiscotti MicheleAscoli Piceno

SANDENVENDOEUROPEBarbierato DanieleConiolo

SANITALMantegazza SergioMilano

SCAR REFRIGERAZIONELeva RiccardoGulizia DavideNova Milanese

SHRIEVE PRODUCTINTERNATIONALAlonso Manuel MunozKing Hill, West Malling, Kent, UK

SIDAT DIV. KRIOS ACScotti LeandroMoncalieri

SINTEF ENERGY RESEARCHNeksa PetterTrondheim, Norvegia

SOLVAY FLUORFlohr FelixHannover, Germany

SOTTOZEROREFRIGERAZIONIINDUSTRIALIFurlani AlessandroMontirone

SPINELLO ILARIOPiove di Sacco

STULZMontini MauroGiancotti LorisValeggio S/M

SUNGKYUNKWANUNIVERSITYCho KeumnamSuwon, Korea

TECNICHE NUOVEDoldi LuisaArese

TECNO SERVICEPicchiotti GiuseppePrato

TECNOFRIGODI BIANCHETTI G.Bianchetti GiovanniBrescia

TECOCani Filippo MicheleRavenna

TERGASDI ZECCHINEL L. & C.Ronchiadin SimoneNoventa di Piave

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Il Sottosegretario all’Ambiente Marco Flavio Cirillo con il direttore generale CSG prof. Enrico Buoni, ildirettore tecnico CSG ing. Marco Buoni e il direttore generale EU Energy Centre Paolo Buoni, nei minuti

precedenti al Suo intervento il numero 2 del Ministero dell’Ambiente ha commentato le ultimissime decisioninormative attuate riguardo al Patentino Frigoristi.

Tavolo di Presidenza del XV Convegno Europeo. Da destra:Voigt, Cavalier, Fox, Kaschl, Coulomb.Importante il dibattito di presentazione dei cambiamenti normativi con i partecipanti che in generale hanno

dato risposta positiva, nonostante l’Italia abbia ancora molta strada da percorrere.

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TERMALMinghini AndreaBologna

TERRE POLICY CENTREShende RajendraPune, India

TONIATO GIUSEPPEVerona

UNIFLAIRLupi RaffaeleGirardi StefanoConselve

UNITED NATIONS OZONACTION - UNEPCurlin James S.Paris, France

UNIVERSITÀ DI FIRENZE DIP.ING. INDUSTRIALEMilazzo AdrianoFirenze

UNIVERSITÀ DI PADOVAINTERNATIONAL INSTITUTEOF REFRIGERATIONCavallini AlbertoPadova

UNIVERSITÀ DI PADOVADel Col DavidePadova

UNIVERSITY OF ILLINOIS ATURBANA- CHAMPAIGNPredrag Stojan HrnjakUrbana-Champaign, Usa

VAILLANT GROUPRamirez Nestor AntonioMilano

VALMEXMarchionni MartinaBargnesi LucaCartoceto

VORTICEELETTROSOCIALIFumi AldoTribiano

ZOPPIZoppi StefanoAccigliaro LorenzaTreiso Alba

ZORZI FRIGOTECNICAZorzi OskarD’Erman MarcoMerano

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Intervento di Rajendra Shende, former Director UNEP e Chairman di Terre Policy Centre. Le sueconclusioni al convegno hanno chiaramente presentato la fattibilità di un’economia maggiormente legata ainuovi fluidi naturali quali in particolare gli idrocarburi, attualmente già utilizzati in Europa su oltre l’80% dei

frigoriferi domestici a causa della loro piccola carica di refrigerante.

Foto di gruppo precedente i lavori della seconda giornata del XV Convegno Europeo. Da destra: Enrico Buoni (Direttore Generale CSG), DidierCoulomb (Direttore IIR), Andrea Voigt (Direttore Generale EPEE), Marco Carlo Masoero (Professore Ordinario, Direttore del Dipartimento di

Energetica Politecnico di Torino), Jim Curlin (Network and Policy Manager UNEP), Alberto Cavallini (Professore Ordinario, Università di Padova),Walid Chakroun (Direttore Ashrae), Marco Buoni (VicePresidente AREA).

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Partecipanti del XV Convegno Europeo

EditorialeNon tutti i patentini frigoristi sono uguali(Conclusioni del XV Convegno Europeo)M. Buoni – Vice Presidente Air Conditioning and Refrigeration European Association -AREA e Segretario Associazione dei Tecnici Italiani del Freddo – ATFRequisiti minimi richiesti di competenza teorica e pratica – Materiale del XVConvegno Europeo.

Il Sottosegretario all’Ambiente e il Parlamento Europeoapprovano la linea del New Deal e lanciano Casale MonferratoCapitale del FreddoF.Riboldi – Responsabile relazioni esterne Centro Studi GalileoL’Italia esce dalla procedura di infrazione.

Le ultime tecnologie nella climatizzazione e refrigerazioneJ. Curlin – Network e Policy Manager, OzonAction BranchProgramma delle Nazioni Unite per l’Ambiente UNEP

I legami alla base della sopravvivenzaJ.Mate – Ex Consulente della Greenpeace International Political Business UnitIl caos climatico è già una realtà – Capovolgimento del clima – E’ necessario abolire gli HFC –Utilizzo del sistema a 20 anni per valutare il GWP degli HFC a breve termine – Le tecnologiedel freddo: come farle funzionare senza HFC – Greenfreeze: la refrigerazione domestica adidrocarburi – I refrigeranti naturali negli impianti commerciali – Applicazione industriale dell’am-moniaca nel freddo – Condizionamento domestico e commerciale – Conversioni dall’HCFC-22 agli idrocarburi nel condizionamento – District cooling-Teleraffreddamento – Aria condizio-nata negli autoveicoli – HFO.

Principi di base del condizionamento dell’ariaPompe di calore geotermiche con scambiatori e posa verticaleP.F. Fantoni – 144ª lezioneIntroduzione – Posa verticale delle sonde – Costruzione dello scambiatore– Problemi ambientali – Punti di forza e di debolezza.

Funzionamento dei sistemi di aria condizionata split utilizzandorefrigerante idrocarburo - HCR.Hueren – GIZ Proklima: “Good Practices in Refrigeration”Esempio di conversione condizionatore d’aria split.

L’installazione dei compressoriConsigli pratici per il montaggio e l’installazione dei compressoriermetici e semiermetici trifasiR.Ferraris – Coordinatore pratico dei corsi di tecniche frigorifere del Centro Studi GalileoScelta del contattore – Dispositivi di sicurezza – Raffreddamento del compressore –Applicazione su mezzi mobili – Lubrificazione – Mancanza di lubrificazione – Formazione diacido – Ricarica dell’olio – Cambio della carica d’olio in un compressore ermetico –Refrigeranti – Carica refrigerante – Ritorni di liquido refrigerante – Migrazione del refrigerante– Surriscaldamento del gas aspirato – Accorgimenti per l’uso dell’R134a – Oli esteri –Compatibilità dei materiali – Progetto dell’impianto – Vuoto - Riparazioni.

Vuotatura del circuito frigorifero, tenuta delle giunzionie l’aiuto della tecnologia digitaleP.F. Fantoni – 164ª lezioneIntroduzione – Decimi di bar – Livello di vuoto – Esecuzione del vuoto –Anche il tempo è fondamentale.

Misure precise del vuotoElevata sicurezza nello svuotamento di impiantidi refrigerazione e climatizzazioneF.Mastromatteo - TestoRisultati affidabili grazie a informazioni aggiuntive - Conclusioni.

Glossario dei termini della refrigerazione e del condizionamento(Parte centoventottesima) – A cura di P. Fantoni

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N. 369 - Periodico mensile - Autorizzazionedel Tribunale di Casale M. n. 123 del13.6.1977 - Spedizione in a. p. - 70% -Filiale di Alessandria - Abbonamento annuo(10 numeri) € 36,00 da versare sul ccp10763159 intestato a Industria & Forma-zione. Estero € 91,00 - una copia € 3,60 -arretrati € 5,00.

Direttore responsabileEnrico Buoni

Responsabile di RedazioneM.C. Guaschino

Comitato scientificoMarco Buoni, Enrico Girola,PierFrancesco Fantoni, Luigi Nano,Alfredo Sacchi

Redazione e AmministrazioneCentro Studi Galileo srlvia Alessandria, 2615033 Casale Monferratotel. 0142/452403fax 0142/525200

Pubblicitàtel. 0142/453684

Grafica e impaginazioneA.Vi. Casale M.

Fotocomposizione e stampaA.Valterza - Casale MonferratoE-mail: [email protected]

www.centrogalileo.itcontinuamente aggiornato

www.EUenergycentre.orgper l’attività in U.K. e India

www.associazioneATF.orgper l’attività dell’Associazione deiTecnici del Freddo (ATF)

Corrispondente in Argentina:La Tecnica del Frio

Corrispondente in Francia:CVC

Sommario

La rivista viene inviata a:1) installatori, manutentori, ripara-tori, produttori e progettisti di:A) impianti frigoriferi industriali,commerciali e domestici;B) impianti di condizionamento epompe di calore.

2) Utilizzatori, produttori e rivendi-tori di componenti per la refrige-razione.

3) Produttori e concessionari di ge-lati e surgelati.

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Con questo titolo provocatorio voglia-mo sottolineare, dopo 2 anni di sessio-ni di esami, che il Patentino Frigoristi èun valore aggiunto che viene dato allavoro del tecnico frigorista.Quindi grazie a questa certificazione iltecnico potrà dare garanzia, tra l’altroanche documentata tramite l’elencoonline del Registro Telematico, che ècompetente e che dispone dei requisi-ti minimi di competenza per installare,manutenere, controllare le perdite erecuperare il refrigerante negli impian-ti di refrigerazione e condizionamento.Solo le persone correttamente elenca-te nel registro e munite di PatentinoFrigorista potranno compilare il regi-stro d’impianto, effettuare le visiteperiodiche e le altre operazioni tipichedel frigorista.Chi ancora deve prendere il PatentinoFrigoristi deve urgentemente provve-dere; infatti il periodo transitorio staper scadere. Chi si è iscritto alRegistro Telematico www.fgas.it loscorso febbraio avrà in scadenza adAgosto il certificato provvisorio, dataultima per ottenere il certificato defini-tivo - Patentino Frigorista; e così via,ad esempio gli iscritti a marzo avrannoscadenza settembre.Tutti i tecnici che si sono iscritti al regi-stro telematico hanno infatti 6 mesidalla data d’iscrizione allo stesso perprendere il patentino della persona,che serve a verificare le competenzedella persona stessa.Il CSG ad oggi ha esaminato e quindicertificato tramite il PIF oltre 3000 tec-nici (oltre 600 altri tecnici con ente cer-tificatore inglese).Il CSG è l’organismo di valutazione

primario in Italia. Anche da una recen-te visita di Accredia, unico ente diaccreditamento a livello nazionale, èemerso come gli esami svolti dalCSG rispettino appieno le normati-ve. Inoltre dal grande numero di tecni-ci soddisfatti si evince che sono di altaqualità e rivolti a dare al tecnico checonsegue il Patentino con il CentroStudi Galileo una particolare impor-tanza che potrà mostrare al mercato eai suoi clienti.La formazione in aula, anche questarealizzata da oltre 36 anni dal CentroStudi Galileo, pur non essendo obbli-gatoria, permette al tecnico di distin-guersi grazie all’attestato di partecipa-zione ottenuto a fine corso.

Purtroppo nel marasma delle esami-nazioni obbligatorie per legge e dellastringente tempistica, l’Italia è statal’unica in Europa con tali tempi ristret-ti(gli altri paesi hanno avuto dal 2008al 2011 come periodo di transizione),sono diversi gli enti privi di storia chesi sono improvvisati in questo settorementre in precedenza svolgevano sol-tanto corsi di formazione sulla sicurez-za o di brasatura, per non parlare dichi ha aperto un’azienda su misurasolo per realizzare tale esaminazionerendendola così non una qualifica dicui vantarsi ma una pura tassa fattapagare da un ente sconosciuto.Ci è inoltre anche stato segnalata dapiù parti la realizzazione di esami non

Editoriale

Non tutti i Patentini Frigoristisono uguali(conclusioni del XV Convegno Europeo)

MARCO BUONI

Vice-Presidente Air Conditioning and Refrigeration European Association - AREASegretario Generale Associazione deiTecnici italiani del Freddo - ATFCoordinatorepratico dei corsi nazionali del Centro Studi Galileo

REQUISITI MINIMI RICHIESTI DI COMPETENZATEORICA E PRATICAil tecnico deve conoscere:

1.Termodinamica elementare2. Impatto dei refrigeranti sull’ambiente e relativa normativa ambientale3. Controlli da effettuarsi prima di mettere in funzione l’impianto, dopo unlungo arresto, una manutenzione o una riparazione o durante il funziona-mento

4. Controlli per la ricerca di perdite5. Gestione ecocompatibile del sistema e del refrigerante nelle operazioni diinstallazione, manutenzione, riparazione o recupero

6.Componente: installazione, messa in funzione e manutenzione di com-pressori alternativi, a pistoni e di tipo“scroll”, a semplice e doppio stadio

7. Componente: installazione, messa in funzione e manutenzione di con-densatori con raffreddamento ad acqua o ad aria

8. Componente: installazione, messa in funzione e manutenzione di evapo-ratori con raffreddamento ad acqua o ad aria

9. Componente: installazione, messa in funzione e riparazione di valvole diespansione termostatica e di altri componenti

10.Tubazioni: allestire una tubazione a tenuta ermetica in un impianto di are-frigerazione

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confacenti agli standard ufficiali e rico-nosciuti da Accredia nel RT28, unichecaratteristiche che permettono all’esa-me di essere ufficialmente riconosciu-to dallo Stato italiano come vera e pro-pria qualifica personale e abilitanteall’uso dei refrigeranti secondo regola-mentazioni 842/06 e 303/08 per l’in-stallazione degli impianti.Per cui consigliamo fortemente tutti itecnici italiani del freddo a verificareche l’esame venga svolto correttamen-te per un sicuro riconoscimento nonsolo in Italia ma in ogni Stato europeo.L’esame deve essere svolto con larichiesta di verifica e esaminazione ditutti i punti dei requisiti minimi secondoregolamentazione 303/08 qui elencati,sia prove teoriche sia prove pratiche(vedi riquadro esplicativo)Per cui l’esaminazione pratica delCentro Studi Galileo (che segue laprova teorica con 30 domande) in par-ticolare consiste in 3 stazioni conimpianti didattici:1. Stazione 1 con impianto didatticoper la verifica indiretta del controlloperdite e della corretta carica di refri-gerante HFC.Verificando tutte le misu-re presenti sull’impianto didattico ditemperatura e pressione, sofferman-dosi sul sottoraffreddamento e surri-scaldamento per stilare un report difunzionamento dell’impianto2. Stazione 2 su cui realizzare recu-pero, vuoto, carica con minime emis-sioni di refrigerante durante le variefasi, dimostrando pure il corretto utiliz-zo della bombola di refrigerante3. Stazione 3 per la realizzazione diuna tubazione a tenuta tramite unasaldaturaQuanto sopra esposto sono stateanche le conclusioni del XV ConvegnoEuropeo ampiamente dettagliato sulsito internet del Centro Studi Galileocon tutto il materiale disponibile perconoscere le ultime tecnologie delfreddo e del condizionamento.

Materiale del XV Convegno Europeo(usare stesse maiuscole/minuscole):Le presentazioni in Powerpointbit.ly/PowerPointXVConvegnoEuropeoI video da youtubebit.ly/VideoXVConvegnoEuropeoLe foto del convegnobit.ly/FotoXVconvegnoeuropeo

Inoltre la graduale limitazione nell’uso

dei refrigeranti sintetici dannosi perchécolpevoli dell’effetto serra permetterà losviluppo di tecnologie più evolute conl’uso di refrigeranti e tecnologie amichedell’ambiente, come per esempio i refri-geranti naturali: gli idrocarburi, l’anidri-de carbonica e l’ammoniaca.Tali refrigeranti dovranno ovviamenteanch’essi essere maneggiati da perso-nale qualificato e che conosca bene irischi dovuti ad un loro utilizzo scorretto.La certificazione del personale che uti-lizza tali refrigeranti sarà quindi obbliga-toria, probabilmente già dal 2014, appe-na la revisione della regolamentazioneF-gas (che ne vedrà una loro riduzione)verrà votata, probabilmente in prima let-tura, all’inizio del prossimo anno.

Le conclusioni confermano che tutte leistituzioni europee riunite mirano adavere tutti i rami del nostro settoredella refrigerazione, condizionamentoe delle pompe di calore, a partire daiproduttori, distributori, installatori eanche clienti finali detti operatori, par-ticolarmente preparati e pronti ai cam-biamenti necessari a sconfiggere ilproblema dei cambiamenti climatici,garantendo un’alta qualità dei sistemie degli impianti.Di conseguenza la certificazione delleinstallazioni e dei prodotti dal punto divista ambientale ed energetico saran-no svolte solo da personale compe-tente e ciò servirà a tutti per un’eco-nomia fiorente di tutto il settore.

�� LEGISLAZIONE

Revisione Regolamento F-gas – Continuano in seno ai lavori del Parlamento Europeole proposte per la revisione del Regolamento 842 sugli F-gas. La CommissioneAmbiente del Parlamento propone una veloce dismissione degli HFC assieme al divietod’uso di tali gas in parecchi tipi di impianti già entro il 2020. La Commissione si è ancheespressa favorevolmente sul divieto di commercializzazione di apparecchiature pre-cari-cate e sulla necessità di consentire la manutenzione degli impianti solo con HFC ricicla-ti/rigenerati a partire dal 2017. Ora spetta al Consiglio Europeo e poi al Parlamento giun-gere a decisioni definitive in merito. (Pagina 2 della Newsletter AREA)

�� REFRIGERANTI

Usa e Cina d’accordo sugli HFC – Il presidente americano Barack Obama e il presiden-te cinese Xi Jinping hanno concordato un piano per tagliare i consumi e la produzionedi idrofluorocarburi. Per la prima volta, gli Stati Uniti e la Cina lavoreranno insieme e conaltri Paesi per utilizzare le competenze e le istituzioni del protocollo di Montreal per eli-minare gradualmente il consumo e la produzione di HFC.Tale annuncio - anche se ci vorrà tempo affinchè si possa concretizzare in un accordomultilaterale - è un passo importante a favore di una fase di progressiva eliminazionedegli HFC in quanto coinvolge i 3 continenti (assieme all’Europa) responsabili dei mag-giori consumi di questi gas. (Pagina 6 della Newsletter AREA)Dubbi sull’R1234yf – Daimler e Volkswagen non hanno rispettato l’obbligo impostodall’Unione Europea di utilizzo di gas refrigeranti a basso GWP, come l’R1234yf, in sosti-tuzione di quelli con alto GWP come l’R134a, negli impianti di condizionamento dei nuoviveicoli. Da parte loro permane ancora qualche perplessità sul fatto che tale refrigerantepossa avere effetto tossico se inalato per un certo periodo, nonostante le rassicurazioni dellacasa produttrice. Ulteriori accertamenti sono in corso. (Pagina 7 della Newsletter AREA)

�� ENERGIA & AMBIENTE

Obiettivi energetici dell’UE – Il tema dell’energia è al centro degli sforzi dell’UE per pro-muovere la crescita, l’occupazione e la competitività. Il Consiglio europeo ha convenutoche gli attuali prezzi ed i costi elevati dell’energia devono essere seriamente presi in con-siderazione anche attraverso la diversificazione sistematica dell’approvvigionamento eattraverso lo sviluppo di risorse interne di energia. La priorità politico-economica dell’UEsarà quindi data alla competitività energetica e industriale.(Pagina 6 della Newsletter AREA)Strategie UE per il riscaldamento e la refrigerazione – La Commissione europea haannunciato che in autunno proporrà una strategia per il futuro del riscaldamento e dellarefrigerazione. Il piano, che avrà carattere non legislativo, delineerà il ruolo dei due set-tori in relazione alle fonti di energia rinnovabile ed alle politiche per l’innovazione e l’ef-ficienza energetica. In particolare, verrà definito il ruolo delle energie rinnovabili per ilriscaldamento e la refrigerazione.(Pagina 7 della Newsletter AREA)

ULTIME NOTIZIE

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Obama e il Presidente cinese Xi sisono incontrati nelle scorse settima-ne e nonostante non siano addive-nuti a decisioni concrete nel campoeconomico, molto hanno deciso peril settore del Freddo e del Condizio-namento: combattere il cambiamen-to climatico e ridurre i gas HFC uti-lizzati nella refrigerazione e condi-zionamento.La conclusione a cui sono arrivati èla stessa che le Nazioni Unite nel XVConvegno Europeo avevano rag-giunto con le maggiori associazionimondiali sotto l’organizzazione delCentro Studi Galileo.Se non si fermano i gas serra la tem-peratura del pianeta, dicono gliscienziati, aumenterà di 2 gradi.Sempre il Presidente USA BarackObama in queste ore ha lanciatodelle nuove sfide su temi ampiamen-te dibattuti al Convegno Europeo:giù le emissioni nocive entro il 2030,energie rinnovabili per sei milioni dicase, aumento della protezione dellapopolazione e spinta nei confrontidei Paesi emergenti ad adeguarsiagli stessi standard.Grande successo, per numero (oltre20 nazioni presenti) e altissimo presti-gio dei partecipanti, il XV convegnoEuropeo del Centro Studi Galileo.Il grande evento biennale, organizzatoin stretta collaborazione con le NazioniUnite, l’Istituto Internazionale delFreddo di Parigi (Ente Intergovernativofinanziato da 61 Nazioni rappresentan-te più dell’ 80% della popolazione mon-diale) e patrocinato dalla Presidenzadel Consiglio dei Ministri termina con

importanti risultati nell’ambito dellaricerca sul freddo, il condizionamentoe le energie rinnovabili.I Presidenti e i Direttori dei maggioriEnti Mondiali si sono susseguiti nellacornice del Politecnico di Milano perfare il punto e cercare una soluzione aiquesiti energetico ambientali che inve-stono in questo periodo di crisi tutte leindustrie italiane, europee e mondiali.Tema caldo, lo sviluppo sostenibile, lun-gamente affrontato nell’intervento delSottosegretario di Stato al Ministerodell’Ambiente, Marco Flavio Cirillo,che ha aperto i lavori del XV Convegnocon queste parole “Credo molto nellosviluppo sostenibile. Non possiamodimenticare che viviamo in ambientedove le risorse non sono infinite ed ègrazie a questa consapevolezza cheparliamo di Energie rinnovabili, altera-zioni climatiche e emissioni di CO2.Questo sviluppo sostenibile non puòsignificare limitare l’economia, deveanzi essere la spinta perché la stessatenga conto delle esigenze ambientali.”Il Sottosegretario, nelle sue parole, hasposato in pieno la politica perseguitain questi anni dal Centro Studi Galileo:il Green New Deal, presentato per laprima volta a livello mondiale dalleNazioni Unite – UNEP con il CentroStudi Galileo proprio nel corso del XIIIConvegno Europeo.Quale sarà la prossima innovazioneproposta dagli organi legislativi dellaComunità Europea? L’intervento dell’On. Oreste Rossi, Deputato alParlamento Europeo, membro dellaCommissione per l’industria, la ricer-ca e l’energia ha permesso di fare

maggiore chiarezza, ribadendo l’impe-gno europeo: “Ho partecipato perso-nalmente alle ultime due conferenzemondiali sul clima a Doha e inSudafrica. Sono stati dei fallimenti per-ché l’Europa chiedeva troppo. A Dohanon si è neppure riusciti a trovare l’ac-cordo per firmare un Kyoto 2. Non iPaesi del terzo mondo, che possiamodire Cina e India, ma l’Australia, laNuova Zelanda, il Canada, gli StatiUniti e il Brasile hanno rifiutato qual-siasi ulteriore riduzione alle emissionidi CO2 a livello globale. Non si puòchiedere alle nostre imprese di salva-re il mondo. Ci sono prodotti come glispray medicinali e le schiume isolantiche non vedono ad oggi un’alternativaagli attuali gas e per i quali la data del2020 è inattuabile” e conclude: “E’ fon-damentale l’innovazione, per questopartecipo con piacere al ProgettoCasale Capitale del Freddo, con unCentro di Ricerca sul freddo. Con laricerca risolveremo i problemi, con lafretta ne creeremo di ulteriori”.Quindi, con buon senso e attenzioneagli interessi delle categorie operantinegli stati membri, l’Europa vuole con-tinuare nella politica di regolamenta-zione delle sostanze dannose perl’ambiente, particolarmente quelleresponsabili del buco dell’ozono e delriscaldamento globale.In questo solco si inserisce l’ambizio-so progetto, citato dall’On. OresteRossi “Casale Monferrato Capitale delFreddo” che partendo dalla realtà diun territorio omogeneo, quello delMonferrato Casalese, riunisce sotto leparole chiave di formazione, innova-

Speciale

Il Sottosegretario all’Ambientee il Parlamento Europeo approvanola linea del NewDeal e lancianoCasaleMonferrato Capitale del FreddoGrande successo per il XV Convegno Europeosulle innovazioni del Freddo e del Condizionamentopresso il Politecnico di Milano

FEDERICO RIBOLDI

Responsabile relazioni esterne Centro Studi Galileo

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zione e ricerca le principali realtà pro-duttive locali, molte delle quali sonoleader nazionali e internazionali delsettore.Il quartier generale del progetto, soste-nuto dal comune di Casale Monferrato,dall’agenzia di sviluppo Lamoro e dalCentro Studi Galileo è stato scelto, conforte valore simbolico, nella fortezzadel Monferrato cuore di Casale, capita-le dell’antico marchesato.Il progetto Casale Capitale del Freddonasce anche dalla consapevolezzache il settore del freddo ha subitonegli ultimi anni mutamenti radicali.Innovazioni che, nonostante il brevis-simo lasso di tempo, sono state benrecepite da Aziende, Accademici eTecnici che hanno portato ad unadefinizione della Professione delTecnico del freddo (grazie alle certifi-cazioni) e ad un rinnovato modusoperandi degli operatori tendente asempre maggiori standard qualitativinel rispetto dell’ambiente.Ora l’Europa, nonostante la consape-volezza che l’industria sia il principaleelemento di sviluppo e l’unico in gradodi mantenere l’alto tasso di qualitàdella vita acquisito, chiede innovazio-ni ancora maggiori.E’ una sfida importante quella lanciatadalla CE, che si vince solo con la ricer-ca e la formazione. Integrando semprepiù i tecnici, le imprese e le Università.Un guanto da raccogliere per garanti-re un futuro di vero benessere alleprossime generazioni.

L’ITALIA ESCEDALLA PROCEDURA DI

INFRAZIONEPATENTINI FRIGORISTI

Grazie all’avvento del PatentinoEuropeo Frigoristi PEF, propostoda 2 anni dal CSG, ed alla continuaspinta generata, al XV ConvegnoEuropeo la Commissione Europeacomunica che con l'introduzionedel decreto sanzioni (DecretoLegislativo 5 marzo 2013, n. 26),l'Italia esce dal procedimento diinfrazione per mancata implemen-tazione del regolamento sui gasfluorurati. Video disponibile al link:bit.ly/EUpatentino.

XV CONVEGNO EUROPEOLE INNOVAZIONI TECNOLOGICHE

NEL FREDDO E NEL CONDIZIONAMENTOCON PARTICOLARE RIFERIMENTO ALLA REVISIONE REGOLAMENTAZIONE FGASOttimizzazione energetica e ambientale: nuovi fluidi e impiantistica regolamentazione

europea – condizionamento auto – catena del freddo e camion refrigeratiPolitecnico di Milano

1a SessioneL’EVOLUZIONE DEI NUOVI FLUIDI A BASSO IMPATTO AMBIENTALE E LORO

SCELTA: PROSPETTIVE FUTURECHAIRMEN:M.F. Cirillo - Ministero dell’Ambiente;O.Rossi - Parlamento Europeo; J. Curlin UnitedNations - UNEP; D. Coulomb - International Institute of Refrigeration; A. Cavallini - Università diPadova - I.I.R.; P. Hrnjak - University of Illinois; S.Yurek - AHRI;A.Voigt - EPEENuovi refrigeranti a basso GWP. Sviluppi e prospettive sui nuovi refrigeranti. Nuovi fluidi sin-tetici e naturali, puri e miscele HFC, HFO-1234yf/ze,miscele HFO, CO2, ammoniaca, idrocarbu-ri; fluidi secondari; nuovi lubrificanti per refrigeranti naturali e sintetici; Nano-fluidi.

2a SessioneULTIMETECNOLOGIE NEI COMPONENTI E NUOVETIPOLOGIE DI IMPIANTI

IN RELAZIONE AI NUOVI FLUIDI E ALLE NUOVE PROBLEMATICHEENERGETICHE E AMBIENTALI

RISULTATI E AGGIORNAMENTI NELL’IMPIANTISTICACHAIRMEN: E. Macchi, G. Lozza - Politecnico di Milano; P.W. Egolf - Working Party on MagneticCooling - I.I.R; H. Halozan - Graz University of Technology, Austria; W. Chakroun - ASHRAE;R. Shende - TERRE Policy Centre;D. Coulomb - IIR;A. Calabrese - ENEALe ultime tecnologie nei componenti e negli impianti di refrigerazione e di condizionamento:loro ottimizzazione energetica e ambientale. La refrigerazione magnetica. La refrigerazionesolare con sistemi ad assorbimento. Le nuove energie rinnovabili applicate alla refrigerazio-ne e all’aria condizionata, pompe di calore. Nuovi impianti a fluidi secondari, ad ammoniaca,a CO2, ad assorbimento, ad idrocarburi. Ice slurry. Nuovi tipi di compressori, condensatori,nuovi componenti per i circuiti di refrigerazione (a livello domestico, commerciale ed indu-striale). Nuove tecnologie nei processi di condizionamento e nella progettazione degliimpianti di refrigerazione.

3a SessioneTAVOLA ROTONDA SUI PROBLEMI ENERGETICI, AMBIENTALI E SUI NUOVIFLUIDI E SULLA FORMAZIONE DEITECNICI DEL FREDDO CON RIFERIMENTO

ALLA REVISIONE DEL REGOLAMENTO EUROPEO SUGLI F-GASCHAIRMEN (open discussion): J. Curlin United Nations - UNEP;D. Coulomb International Instituteof Refrigeration I.I.R.;A. Cavallini International Institute of Refrigeration I.I.R.;A. Kaschl EuropeanCommission;R. Shende - TERRE Policy Centre;W. Chakroun ASHRAE;G. Fox AREA; P. Hrnjak- University of Illinois;H. Halozan Graz University of Technology, AustriaDiscussione sui problemi energetici in relazione all’ottimizzazione energetica degli impiantidi refrigerazione, di aria condizionata. Pompe di calore ed impianti geotermici. Discussionesui relativi risparmi di energia e sulla manutenzione. Discussione sulla revisione delRegolamento Europeo sui gas fluorurati, situazione in Europa e in Italia.

4a SessioneLA REVISIONE DELLA REGOLAMENTAZIONE F-GAS, CERTIFICAZIONI,

PATENTINI EUROPEI E ITALIANI NELLA REFRIGERAZIONECHAIRMEN: A. Cavallini International Institute of Refrigeration I.I.R.; J. Curlin United Nations -UNEP; A. Kaschl European Commission; D. Coulomb International Institute of Refrigeration I.I.R.;M. Masoero Politecnico of Torino;G. Fox AREA;A.Voigt E.P.E.E; S.Yurek AHRIRevisione regolamentazione sugli F-gas: ispezioni, libretto d’impianto, manutenzione, requi-siti minimi per i tecnici e le aziende, formazione. Nuovi fluidi: controllo perdite di refrigeran-te; recupero, riciclo e distruzione dei fluidi. Certificazioni e formazione in Europa e in Italia,brasatura. Problematiche legate alla produzione e installazione degli impianti.

5a SessioneCONDIZIONAMENTO NEGLI AUTOVEICOLI E AUTOMEZZI REFRIGERATI

CHAIRMEN:M. Masoero Politecnico of Torino;D. Coulomb International Institute of Refrigeration -I.I.R;C. Malvicino Centro Ricerche FIAT;G. Cavalier Cemafroid;R. Shende TERRE Policy CentreLa direttiva europea sul condizionamento nelle automobili (MACs) e la regolamentazione sugliautomezzi refrigerati. Nuove tecnologie nella catena del freddo.Eliminazione dell’R134a, nuovirefrigeranti, come rispettare le richieste della direttiva. Direttiva 2006/40/CE. Reg. 307/08/CE.Competenze. Corsi di formazione obbligatori: Patentino/Attestato Condizionamento auto.

RICHIEDI ATTI DEL CONVEGNO

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Fino ad oggi, il protocollo di Montrealsulle sostanze che impoveriscono lostrato di ozono è ampiamente consi-derato come l’accordo di maggior suc-cesso nella politica ambientale inter-nazionale. Questo trattato, ratificatoda tutti i paesi del mondo, ha avutosuccesso in quanto continua a rag-giungere gli obiettivi dichiarati di elimi-nazione graduale dell’ozono riducen-do le sostanze chimiche a livello glo-bale secondo un programma stabilito.Il trattato è in grado di raggiungerequesto obiettivo per via del coinvolgi-mento e delle opere dei diversi gruppidi soggetti economici.Fino ad ora il protocollo è stato un suc-cesso grazie in gran parte alle personeche lavorano in questo settore poiché ilcampo della refrigerazione e del condi-zionamento rappresentano la quotamaggiore del consumo di sostanzelesive dell’ozono in tutti i paesi. E’ quin-di grazie in gran parte alle persone chelavorano in questo settore, che il proto-collo è stato fino ad ora un successo.Ad oggi, il 98% delle sostanze dannoseper l’ozono controllate sono state gra-dualmente eliminate. Questo risultato èin larga misura la storia del vostro suc-cesso ed è per questo che la mia orga-nizzazione, la United Nations Environ-ment Programme (UNEP), vi rivolge isuoi complimenti per il proficuo lavoronel proteggere l’ambiente globale.Refrigerazione e condizionamentosono pilastri fondamentali dellasocietà moderna. Essi continuano acontribuire in modo significativo albenessere della società attraverso laprotezione della salute umana, la con-

servazione delle derrate alimentari, laprotezione delle popolazioni in ambien-ti difficili, fornendo mezzi di sussistenzae contribuendo alla comodità degliuomini. In aggiunta il vostro settoregode di grande successo; la vostraindustria è vivace e in crescita sia neipaesi sviluppati che in quelli in via disviluppo. Refrigerazione e condiziona-mento sono settori che si stannoespandendo e stanno letteralmenteraggiungendo i più lontani e remotiposti del mondo e sempre di più neipaesi in via di sviluppo.L’Agenzia internazionale per l’energiastima che attualmente il riscaldamentoe il raffreddamento ammontano a nem-meno il 46% della domanda finale dienergia globale. Si prevede inoltre chel’uso di energia e le emissioni di CO2saranno quasi raddoppiate entro il2050 se le tendenze attuali persisteran-no; ed in base ad uno dei loro piùrecenti modelli ciò condurrebbe versoun aumento di 6 °C della temperaturamedia ambientale.1 Refrigerazione econdizionamento giocano un ruoloimportante per quanto riguarda il con-sumo globale di energia e, di conse-guenza, nell’emissione di CO2.Dal 1987, quando il protocollo diMontreal è stato firmato, fino ad oggi,il settore globale della refrigerazione edel condizionamento ha fatto enormiprogressi nell’affrontare la dupliceminaccia ambientale di riduzione del-l’ozono e dei cambiamenti climatici.

Questo trattato ha innescato una rivo-luzione tecnologica e da quel momen-to l’industria della refrigerazione e delcondizionamento dell’aria ha sviluppa-to diverse generazioni di fluidi alterna-tivi per sostituire i CFC, inclusi gliHCFC transitori (che ora sono in fasedi eliminazione) e quelli che includonoHFC (sia ad alto che a basso GWP)con opzioni a basso e zero GWP qualiammoniaca, anidride carbonica, idro-carburi, e tecnologie particolari. Inparallelo, i produttori hanno studiato,sviluppato e commercializzato attrez-zature sempre più efficienti a livello dienergia.Nel settembre 2007 le nazioni del pro-tocollo di Montreal hanno deciso diaccelerare il congelamento e la gra-duale eliminazione degli HCFC cheimpoveriscono l’ozono e hanno un altopotenziale di surriscaldamento globa-le. I paesi sviluppati stanno già ridu-cendo il consumo di HCFC per soddi-sfare i loro obblighi di eliminazionegraduale che prevedono una riduzionedel 90% rispetto all’indice di partenzaentro il 2015 e la completa eliminazio-ne entro il 2020.L’eliminazione graduale degli HCFCnei paesi in via di sviluppo inizierà conun congelamento del consumo e dellaproduzione a partire dal 1 gennaio diquest’anno, seguita da una riduzionegraduale fino a completa eliminazioneentro il 2030. I delegati dei singoli statiaderenti hanno inoltre deciso di inco-raggiare i paesi a promuovere la scel-ta di gas alternativi al HCFC che ridu-cano al minimo l’impatto ambientale,in particolare gli effetti sul clima e le

Speciale il futuro del nostro settore

Le ultime tecnologie nellaclimatizzazione e refrigerazione

JAMES S. CURLIN

Network e Policy Manager, OzonAction BranchProgramma delle Nazioni Unite per l’Ambiente UNEP

1. OECD/IEA 2012. Energy TechnologyPerspectives 2012 Pathways to a Clean EnergySystem, 29, 175, 176, 182, 183, 184, 530.

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problematiche relative alla salute deicittadini, l’economia e la sicurezza.Per quanto riguarda il clima ciò signifi-ca tenere in conto il potenziale di sur-riscaldamento globale, l’utilizzo dienergia e altri fattori rilevanti. Per larefrigerazione e il condizionamentociò implica l’ottimizzazione dei refrige-ranti, delle attrezzature, delle pratichedi manutenzione, recupero, riciclaggioe smaltimento a fine vita.Il 9 maggio di quest’anno, gli scienziatihanno riferito che il livello simbolicodella concentrazione di CO2 nell’atmo-sfera ha raggiunto le 400 parti permilione, il livello più alto da 2,5 milioni dianni. Ridurre il cambiamento climaticoattraverso una eliminazione gradualedegli HCFC può contribuire a invertirela tendenza all’aumento delle emissionidi CO2. Refrigerazione e condiziona-mento stanno giocando un ruolo diprimo piano in questo processo.Il Fondo multilaterale, meccanismofinanziario del Protocollo di Montreal,ha approvato lo stanziamento di circa3 miliardi di dollari per aiutare i paesiin via di sviluppo a rispettare il trattato.UNEP insieme con l’UNDP, UNIDO ela Banca Mondiale sono le agenzieattraverso cui tale assistenza vienefornita. Questo include la riconversio-ne industriale, l’assistenza tecnica, laformazione e i progetti di sviluppodelle capacità che mirano a eliminaregradualmente più di 460.000 tonnella-te ODP di consumo e produzione diODS. Ad oggi 138 paesi in via di svi-luppo hanno già piani nazionali di eli-minazione graduale degli HCFC attra-verso una combinazione di politiche,investimenti e attività finanziarie.Questi paesi stanno sostituendo gliHCFC con alternative , ma è essen-ziale che queste alternative venganoscelte con cura al fine di massimizza-re i loro benefici sul clima. Le decisio-ni tecnologiche prese ora avranno unimpatto a lungo termine sul clima diquesti paesi. UNEP attraverso il suoOzon Action Branch sta assistendo ipaesi in via di sviluppo in questo pro-cesso.A partire dal 2011, sette paesi in via disviluppo ancora producevano HCFC.Con una decisione storica, il Fondomultilaterale, di recente, ha accettatodi fornire alla Cina 385 milioni dollariper eliminare totalmente la produzionedi HCFC entro il 2030. La Cina rap-

presenta il 92% della produzione tota-le di HCFC dei paesi in via di sviluppo,e i suoi HCFC vengono forniti ai setto-ri di refrigerazione e del condiziona-mento di tutto il mondo. La gradualeeliminazione della produzione diHCFC in Cina è quindi fondamentaleper garantire il successo globale deipatti sull’ozono. Dal lato dei consumi apartire da aprile ci sono più di 500.000tonnellate di HCFC nei paesi in via disviluppo ancora da eliminare, il 60%dei quali è l’HCFC-22.2 La stragrandemaggioranza di quel 22 è utilizzato nelvostro settore.Gli HFC sono diventati i comuni sosti-tuti degli HCFC-22 in molte applicazio-ni. Essi sono utilizzati negli impianti direfrigerazione e di condizionamentodelle abitazioni, dei palazzi e degliimpianti industriali (che rappresentanocirca il 55% del consumo totale di HFCnel 2010 espresso in CO2eq) e per ilcondizionamento d’aria nei veicoli, cherappresenta circa il 24% dell’uso. Nelnovembre del 2011, l’UNEP ha pubbli-cato un rapporto di sintesi sugli HFCche era un invito ad agire in fretta perproteggere il sistema climatico.Gli HFC sono stati introdotti comesostituti in gran parte come conse-guenza del successo del Protocollo diMontreal. Essi sono in rapido aumen-to nell’atmosfera per lo più a causa diun aumento della domanda per larefrigerazione e il condizionamento, inparticolare nei paesi in via di sviluppo.Alcuni HFC hanno alto GWP e leemissioni di HFC in generale stannocrescendo ad un tasso dell’ 8% annuo.Si prevede che le emissioni annue sialzeranno tra 3,5-8,8 Gt CO2-eq nel2050, che sarebbe equivalente adalmeno il 7-19% delle emissioni di CO2nel 2050. La crescita incontrollata delleemissioni di HFC può mettere allaprova gli sforzi per mantenere la cresci-ta della temperatura globale pari o infe-riore a 2 °C in questo secolo. Sononecessarie misure urgenti. Agendo orapossiamo ridurre la crescita dell’utilizzodi HFC e di emissioni.Questa preoccupazione ha trovato unterreno fertile in un certo numero disedi. L’Unione europea ha preso prov-vedimenti per controllare i gas fluoru-rati nel quadro della sua politica dilotta contro il cambiamento climatico.La legislazione è stata approvata nel2006 e nel 2012 la CE ha presentato

una proposta per rafforzarla al fine diridurre le emissioni di gas fluorurati didue terzi rispetto ai livelli attuali entro il2030.In occasione della conferenza delleNazioni Unite tenutasi a Rio deJaneiro nel 2012, i paesi hanno evi-denziato preoccupazione per la cre-scita di alcuni HFC. Il risultato chiavedel documento, negoziato in accordocon circa 100 capi di Stato e governi,riconosce che l’eliminazione gradualedelle sostanze che impoveriscono l’o-zono si traduce in un rapido aumentonell’uso di HFC ad alto potenziale disurriscaldamento globale nell’ambien-te e ciò giustifica la graduale diminu-zione nel consumo e nella produzionedi HFC.Dal 2009 due gruppi di paesi hannopresentato gli emendamenti propostial protocollo di Montreal in materia diHFC. Una proposta è stata presentatadalle Mauritius e dagli Stati federati diMicronesia e un altro da Canada,Messico e Stati Uniti. Entrambe le pro-poste sono simili. Quella nordamerica-na propone controlli per i paesi svilup-pati e in via di sviluppo sulla produzio-ne e il consumo di HFC 19, tra cui duedegli HFO, su base GWP ponderata.L’ultima versione della proposta diffu-sa suggerisce di iniziare a controllaregli HFC nei paesi sviluppati nel 2016 enei paesi in via di sviluppo nel 2018.Riconoscendo che oggi le alternativenon esistono ancora per tutte le appli-cazioni HFC, si propone una gradualediminuzione invece dell’eliminazionegraduale. La graduale diminuzioneridurrebbe gli HFC del 15% rispetto ailivelli di riferimento entro il 2033 neipaesi sviluppati ed entro il 2043 inquelli in via di sviluppo.Le modifiche proposte dovrebberoessere discusse nuovamente al 35°meeting Open-Ended Working Groupdi giugno e poi, a seconda del risulta-to, potrebbero essere riconsideratenel 25° incontro fra le parti del proto-collo di Montreal nel mese di ottobre.UNEP non ha una posizione su questiemendamenti e noi non vogliamo spe-culare sul risultato, ma ciò che vorreisottolineare è che la questione degliHFC è collegata all’eliminazione degliHCFC e che i governi, l’industria e leONG stanno guardando attentamenteal futuro degli HFC.Alcuni gruppi stanno iniziando a spin-

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gere verso gli HFC ad alto potenzialedi riscaldamento globale. L’industriadei refrigeranti ha naturalmenteassunto una posizione di leadership inquesta area. Più di recente, ilConsumer Goods Forum ha presouna posizione politica. Il primo sforzoglobale è il Climate and Clean AirCoalition per ridurre gli inquinanti cli-matici di breve durata, una partnershipcostituita nel febbraio 2012 che uniscegoverni, intergovernative e organizza-zioni non governative, rappresentantidella società civile e del settore priva-to per affrontare un gruppo di inqui-nanti del clima; sostanzialmente meta-no, carbonio nero, e HFC. Il CCACmira ad un impegno di alto livello ingrado di supportare lo sviluppo e ladistribuzione delle tecnologie alterna-tive ad alta efficienza energetica, ridu-cendo al minimo l’uso e le emissioni diHFC ad alto potenziale di riscalda-mento globale. Vi incoraggio adapprofondire il CACC e considerare sela vostra azienda potrebbe avere unruolo da svolgere.Nel complesso, i paesi in via di svilup-po continuano a fare un lavoro eccezio-nale nel quadro del protocollo diMontreal. Hanno accolto l’eliminazionedi CFC a pieni voti e sono sulla buonastrada per replicare questo successocon l’eliminazione graduale di HCFC.Tuttavia, il mondo in via di sviluppodeve affrontare una serie di nuoveprove nella transizione dai HCFC nelsettore della refrigerazione e del condi-zionamento. Voglio elencarne alcune inquantomolte di esse riguardano le ses-sioni di questa conferenza.La commercializzazione dei nuovi

refrigeranti alternativi sembra essereun processo lento e irregolare. Nuovifluidi sono stati annunciati dai produt-tori, ma non stanno raggiungendo imercati dei paesi in via di sviluppo conla rapidità auspicata. In alcuni casi idati completi a riguardo non sonofacilmente disponibili. Al momento gliutilizzatori finali vedono le nuovesostanze chimiche come economica-mente proibitive.Le apparecchiature che dipendono darefrigeranti alternativi a basso poten-ziale di riscaldamento globale nonsono disponibili per alcune applicazio-ni, in particolare nel condizionamentodell’aria negli ambienti. Potrebberoesserci permessi nell’uso di HFC adalto GWPP siccome alcune apparec-chiature che usano refrigeranti alter-nativi non sono adeguate.La manutenzione delle infrastruttureper le alternative è carente in moltipaesi. Per esempio non è possibiletrovare l’attrezzatura di manutenzionedell’anidride carbonica nella zonaSub-sahariana. I tecnici necessitanouna formazione sui fluidi alternativi, lemiscele, gli idrocarburi, l’ anidride car-bonica e gli HFO.La sicurezza dei refrigeranti infiamma-bili è un problema globale. Questo pro-blema non è necessariamente limitatoagli idrocarburi, ma si estende ad altrirefrigeranti ad infiammabilità inferiore.UNEP e i suoi partner hanno visto chein assenza di altre alternative (o inassenza di alternative con costi effica-ci) i tecnici nei paesi in via di sviluppostanno già procedendo ad un ammo-dernamento incappando negli idrocar-buri praticamente per qualsiasi tipo di

refrigerazione ed impianto di condizio-namento esistente, spesso senza leadeguate misure di sicurezza. É indi-spensabile che tali pratiche venganoscoraggiate o guidate attraverso unaformazione adeguata e misure di sen-sibilizzazione al fine di garantire che lasicurezza venga mantenuta.Alla maggior parte dei paesi in via disviluppo mancano gli schemi formalied obbligatori di certificazione per tec-nici della refrigerazione e del condizio-namento. Hanno bisogno della nostraassistenza e orientamento per com-prendere, progettare e stabilire pro-grammi di certificazione che garanti-scano che solo persone qualificate agestire refrigeranti lo facciano. Il lavoroche si sta facendo qui Europa, ai sensidella normativa F-gas dell’Unioneeuropea, è un modello che dovrebbeessere condiviso tra tutti gli altri paesi.I paesi con temperature ambientalimolto elevate, come Asia occidentalee parti dell’Africa, devono affrontaresfide tecniche uniche legate al rendi-mento degli impianti di climatizzazio-ne. In tali zone, vi è la necessità ditestare, confrontare e sviluppare fluidie apparecchiature che funzioninomeglio degli HFC ad alta GWP.Le norme ed i codici di costruzione peril condizionamento ad alta efficienzaenergetica potrebbero portare ad unagrande riforma, ma sono ancora pochie rari nel mondo in via di sviluppo. Sistima che circa fra il 52% e il 64% delpatrimonio edilizio in paesi non OECDentro il 2050 non sarà ancora statocostruito. L’opportunità di costruire constandard più efficienti in queste regio-ni è grande. L’assenza di norme per iltrattamento, il trasporto, ecc di refrige-ranti alternativi è uno dei più grandiostacoli alla loro introduzione neipaesi in via di sviluppo. La Cina staattivamente lavorando allo sviluppo distandard personali. Organizzazionicome ASHRAE e ISO possono inlarga misura contribuire alla creazionedi un nuovo quadro di norme interna-zionali nei paesi in via di sviluppo.Il tema dei refrigeranti contaminati econtraffatti solleva una questione dav-vero importanti nella maggior partedel mondo in via di sviluppo, ad esem-pio in Africa, in quanto questi prodottimettono direttamente in pericolo lavita umana e gli impianti. Questo è unproblema grave che colpisce in modo

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sproporzionato i paesi a basso reddi-to, che non possono permettersi di farfronte alle conseguenze.Con l’applicazione delle misure di con-trollo sugli HCFC sta iniziando ancheil loro commercio illegale, il qualepotrebbe diventare una minaccia per ilsuccesso delle alternative. I governi el’industria devono collaborare perrafforzare l’applicazione dei sistemi dilicenze, contingenti nazionali e regola-menti doganali sugli HCFC.Le associazioni industriali svolgono unruolo chiave nel garantire le prestazio-ni ambientali del settore. Queste devo-no essere consolidate in molti paesi, erafforzate in altri. La condivisione diesperienze tra le associazioni di refri-gerazione e associazioni professionalinei paesi in via di sviluppo dovrebbeessere messa in rete come avviene alivello globale da IIR, in Europa attra-verso AREA, e in Nord America attra-verso AHRI.Vorrei concludere con una nota cheprendo in prestito da unmessaggio cheil Segretario Generale delle NazioniUnite ha rilasciato all’inizio di questasettimana sulla Giornata Mondialedell’Ambiente, il 5 giugno. Il tema diquest’anno è “Think.Eat.Save:. Ridurreil Foodprint” Il segretario generale haosservato che viviamo in un mondo diabbondanza, dove la produzione ali-mentare supera la domanda; ancora870 milioni di persone soffrono didenutrizione e il rachitismo infantile èuna pandemia silenziosa. Un modoper ridurre il divario della fame emigliorare il benessere delle personepiù vulnerabili è quello di affrontare lamassiccia perdita e lo spreco insito neisistemi alimentari di oggi. Attualmentealmeno un terzo di tutto il cibo prodot-to non raggiunge la tavola. Il settoredella refrigerazione e del condiziona-mento ha un ruolo importante in que-sta sfida verso lo sviluppo e la diffu-sione di infrastrutture e tecnologia ingrado di ridurre la quantità di cibo chemarcisce dopo essere stato raccolto,in modo che si conservi, venga tra-sportato e infine raggiunga il piatto delconsumatore. Vi incoraggio ad appli-care la vostra creatività e duro lavoro alproblema della perdita di cibo con lastessa determinazione e successo concui state affrontando la sfida all’esauri-mento dell’ozono sotto il Protocollo diMontreal.

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La sopravvivenza dell’uomo, la soprav-vivenza della vita così come noi laconosciamo, richiede uno stretto lega-me tra la realtà del cambiamento cli-matico, le politiche di prevenzione euno sviluppo tecnologico sostenibile.

Il caos climatico è già una realtà

Il nostro pianeta è in fiamme. Le noti-zie di fenomeni climatici sempre piùestremi ci dicono che il caos climaticodovuto al riscaldamento della terra ègià in essere. Come era scritto nellacopertina di Newsweek del 6 giugno2001, il panico causato dalle manife-stazioni metereologiche estreme èoggi la nuova normalità.Nove dei dieci anni più caldi dell’eradella meteorologia moderna si sonoverificati a partire dall’anno 2000! Leemissioni di CO2 hanno raggiunto ilvalore record di 30.6 Gt e quelle di gasad effetto serra sono aumentate del36% dalla Convenzione di Rio del1992, malgrado la firma di trattaticaratterizzati dall’obiettivo di una sta-bilizzazione e di una riduzione delleemissioni.Nel 2010, 2011 e 2012 il mondo haassistito ad eventi devastanti qualialluvioni, incendi, siccità, tornado euragani sempre più potenti e frequen-ti. In alcuni paesi, milioni di acri di ter-reno agricolo sono stati gravementedanneggiati a causa delle alluvioni,mentre in altri i raccolti sono stati dra-sticamente ridotti a causa delle tem-perature elevate e della siccità.Nel 2010, vi erano circa 38 milioni dirifugiati, che hanno dovuto lasciare le

loro terre a causa di questi fenomeniclimatici. Lo stesso anno centinaia dimilioni di alberi sono morti a causadella siccità in Amazzonia, creando iltimore che l’Amazzonia, considerata ilpolmone del pianeta, sia sul punto dicapovolgere la sua funzione; in questocaso non assorbirebbe più le emissio-ni di gas ad effetto serra ma le aumen-terebbe.Nel 2011, milioni di persone in Cinahanno dovuto affrontare mancanza diacqua potabile a causa della siccitàche si è verificata lungo il fiumeYangtze, con conseguente chiusura ditratti del fiume alla navigazione. Nelsettembre del 2012 le dimensioni delmare ghiacciato dell’Artico, considera-to come il condizionatore del pianeta,si sono ridotte del 49%, rispetto allecondizioni medie del ghiaccio tra il1979 e il 2000, con la perdita di oltreun milione di chilometri quadrati.

Capovolgimento del clima

Il capovolgimento del sistema climati-co causa mutamenti repentini e nonlineari. Sta raggiungendo il punto dinon ritorno, quando l’intervento del-l’uomo non è più in grado di ottenerel’equilibrio naturale. L’attività umanasta spingendo verso l’accelerazione diquesto momento e il cambiamento inun sistema comporta un numero ele-vato di cambiamenti in altri. Questomomento potrebbe essere raggiuntotra pochi decenni.Vi è ora un accordo sia a livello scien-tifico che a livello politico riguardo alfatto che l’aumento delle temperature

nel XXI secolo dovrà essere mantenu-to tra 1,5°C e 2 °C al fine di scongiu-rare catastrofi ancora maggiori. La tem-peratura media sulle terra nel 2011superava di 0.92 gradi F (0.51 °C)quella di metà del XX secolo.Secondo il Direttore Esecutivodell’UNEP, Achim Steiner, per assicu-rarsi che entro il 2020 i livelli della tem-peratura non superino tra l’1,5° e 2°, leemissioni di gas ad effetto serra nondevono superare le 44 giga tonnellate(Gt) di CO2 equivalente. Tuttavia, siprevede che le emissioni arriverannoa 56 giga tonnellate e, anche se siprenderanno tutte le misure possibiliper salvaguardare l’ambiente, le emis-sioni raggiungeranno le 49 giga ton-nellate di CO2 equivalente entro il2020.Dobbiamo, dunque, pensare sia abreve termine che a lungo termine eintraprendere delle misure efficaci cheriducano le emissioni di gas ad effettoserra e offrano dei benefici climatici alungo termine. La questione allora è:quali sono le azioni da porre in essereal fine di ridurre il flusso di gas adeffetto serra mentre si sta cogliendola sfida di liberare la terra dalla dipen-denza dai combustibili fossili?

E’ necessario abolire gli HFC

Gli HFC sono sostanze a breve termi-ne. Il potenziale di riscaldamento delpianeta (GWP) supera di migliaia divolte quello del biossido di carbonio eil loro impatto sul clima è maggior-mente concentrato a breve termine inquanto è legato alla loro emissione

Speciale il futuro dei gas refrigeranti

I legami alla basedella sopravvivenza

JANOS MATÉ

Ex Consulente della Greenpeace International Political Business Unit

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nell’atmosfera.Le emissioni di CO2 equivalente degliHFC è aumentata dell’8% all’anno dal2004 al 2008. Entro il 2050 le emissio-ni annuali aumenteranno da 3.5 a 8.8Gt CO2 eq. o tra il 18 e il 45% delleemissioni globali di CO2. Dunque,un’abolizione rapida degli HFC rap-presenta una delle misure preventiveda prendere senza indugio al fine dievitare problemi insormontabili a livel-lo climatico.La loro eliminazione entro il 2020 per-metterebbe di avere del tempo peraffrontare le sfide create dall’obiettivodi una riduzione delle emissioni diCO2 da parte dei combustibili fossili.Inoltre, i benefici climatici a breve ter-mine ottenuti grazie ad una abolizionerapida degli HFC acquisterebbero unarilevanza ancora maggiore se valutatiin un periodo di 20 anni di GWP piut-tosto che in uno di 100 anni.

Utilizzo del sistema a 20 anniper valutare il potenzialedi riscaldamento potenzialedegli HFC a breve termine

Il periodo di vita medio degli HFC è di21,7 anni. Dunque, il loro GWP è moltopiù elevato se misurato in un periodo di20 anni rispetto ad un periodo di 100anni. Infatti, il GWP 100 convenzional-mente utilizzato riduce l’impatto degliHFC a breve termine sul clima. Il GWP20 riflette meglio l’impatto reale degliHFC nell’atmosfera.Le emissioni annuali di HFC valutatein GWP20 sono doppie rispetto a quel-le valutate in GWP100.L’adozione del sistema in GWP20avrebbe diverse conseguenze. Offri-rebbe ai governi un resoconto piùaccurato dei benefici a breve terminesul clima ottenuti grazie all’abolizione

degli HFC. Permetterebbe inoltre didefinire con più accuratezza i refrige-ranti a basso GWP. Per esempio, conl’HFC-32 con un GWP100 di 675 e unGWP20 di 2330 non potrebbe essereetichettato come un refrigerante abasso GWP.

Le tecnologie del freddo:come farle funzionare senza HFC

Dagli anni ’90, la relazione diGreenpeace “Le tecnologie del fred-do: come farle funzionare senza HFC”sta valutando la presenza di alternati-ve prive di HFC e a basso GWP comesostituti degli HCFC. Vi sono ora moltidocumenti (oltre 100 pagine) del 2012che illustrano la grande varietà di tec-nologie che utilizzano i refrigerantinaturali e gli agenti schiumogeni pre-senti sul mercato.La maggior parte di queste tecnologieutilizzano CO2, idrocarburi, ammonia-ca, acqua ed aria. I refrigeranti natura-li e gli agenti schiumogeni, diversa-mente dai fluoro carburi, sono presen-ti in abbondanza nella biosfera, sonostabili e sono assorbiti facilmente innatura. Le tecnologie prive di HFCesistono in quasi tutti i tipi di applica-zioni, come: a) il settore della refrige-razione e del condizionamento dome-stico; b) la refrigerazione e il condizio-namento commerciale; c) il condizio-namento mobile; d) la lavorazioneindustriale e e) l’isolamento.La relazione di Greenpeace ha stilatol’elenco delle ditte produttrici e/o utiliz-zatrici di impianti a refrigeranti natura-li e ne ha descritto gli impianti. I docu-menti, basati sui dati rilasciati dalleditte stesse, hanno permesso di con-frontare il vantaggio dell’utilizzo diimpianti a refrigeranti naturali piuttostoche a HFC.

Greenfreeze: la refrigerazionedomestica ad idrocarburi

La “Greenfreeze”, la tecnologia dellarefrigerazione domestica ad idrocar-buri è stata sviluppata da Greenpeacenel 1992. Oggi ci sono più di 659 milio-ni di refrigeratori Greenfreeze nelmondo. Ogni anno si producono nelmondo 100 milioni di refrigeratori e dicondizionatori domestici e la tecnolo-gia Greenfreeze rappresenta tra il35% e il 40% del totale. Si pensa chedal 75 all’80% della nuova produzionedi refrigeratori utilizzerà i refrigerantiad idrocarburi entro il 2020. La rela-zione della tecnologia del Freddoelenca circa 50 ditte nel mondo cheproducono refrigeratori Greenfreeze. Il95% dei refrigeratori domestici euro-pei e il 75% di quelli cinesi utilizzanoidrocarburi. Grenfreeze è prodottoanche in Sud America, in paesi comel’Argentina e il Brasile. Nel 2010, leditte brasiliane hanno dato il via ad unprogramma di scambio, sostituendo ivecchi modelli a fluoro carburi conrefrigeratori nuovi ad idrocarburi.Greenfreeze è entrato nel mercatomessicano nel 2009. Nel 2011 l’EPAamericano ha approvato l’utilizzo degliidrocarburi nella refrigerazione dome-stica negli Stati Uniti.

I refrigeranti naturalinegli impianti commerciali

Oggi la refrigerazione commercialerappresenta il 40% delle emissioniannuali di refrigeranti e si pensa che ilvalore salirà al 47% entro il 2015. E’ ilsub settore della refrigerazione con ilmaggior numero di emissioni di CFC,HCFC e HFC CO2 equivalente.Ci sono tre tipi principali di impiantidella refrigerazione commerciale edindustriale: 1) impianto unico ad inse-rimento, 2) unità di condensazione, 3)sistemi centralizzati. I documenti rela-tivi alla relazione “Tecnologie del fred-do: come farle funzionare senza HFC”,illustrano la presenza nel mercato deirefrigeranti naturali in tutte queste appli-cazioni.Alcuni esempi sono Coca-Cola,Unilever, McDonald’s, PepsiCO e RedBull. Questo programma sta proceden-do, infatti entro il 2015 sia Coca Colache Unilever avranno impianti refrige-ranti e congelatori privi di HFC.

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Tabella 1.Proiezioni del consumo globale di HFC (Mt CO2-eq)

espresse in GWP100 and GWP20

100 GVP 2010 2020 2030 2040 2050Industrializzati 637 909 1,047 1,137 1,253In via di sviluppo 163 1,179 2,570 3,802 5,008Globali 800 2,088 3,617 4,939 6,261

20 GVP 2010 2020 2030 2040 2050Industrializzati 1,395 1,992 2,323 2,537 2,807In via di sviluppo 379 2,546 5,539 8,209 10,875Globali 1,558 4,538 7,862 10,746 13,182

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Vi sono anche molte altre compagnie digrandi dimensioni che utilizzano i refri-geranti naturali, alcune sono: Carlsberg,Danone, Heineken e Nestlè. E nel 2010il Forum dei Consumatori (CGF), ungruppo che comprende 650 compa-gnie di 70 paesi, ha iniziato a sostene-re l’abolizione degli HFC e la loro sosti-tuzione con refrigeranti privi di HFC.Molti supermercati nel mondo stannoutilizzando refrigeranti naturali in moltiimpianti unitari e sistemi centralizzati.C’è, per esempio, una crescita espo-nenziale nell’installazioni di sistemitrans critici a CO2 nei supermercati.Nella sola Europa il numero di impian-ti installati nel 2011 è stato di circa2000 unità.Vi è, inoltre, l’elenco di circa 50 super-mercati nel mono che hanno utilizzatorefrigeranti naturali negli impianti refri-geranti e di raffreddamento. Moltecatene di supermercati utilizzerannosolo refrigeranti naturali nei puntivendita nuovi e convertiranno gliimpianti vecchi. Si parla di migliaia dipunti vendita.Questa relazione elenca anche fino a50 produttori e distributori di impiantiche utilizzano refrigeranti naturali.Alcuni esempi comprendono: esposi-tori nei supermercati, diversi dispositi-vi di raffreddamento refrigeratori econgelatori commerciali, congelatoriper gelati, dispositivi di raffreddamen-to dell’acqua; unità di produzione delghiaccio distributori automatici, cellefrigorifere, sistemi CO2 trans critici acascata, sistemi integrati per il condi-zionamento, riscaldamento e refrige-razione.

Applicazione industrialedell’ammoniaca nel freddo

L’ammoniaca è utilizzata diffusamentein molte applicazioni industriali delfreddo. Nell’industria alimentare, l’am-moniaca è utilizzata in vari processi.L’Europa è al primo posto per l’utilizzodell’ammoniaca nei processi industria-li. E’ inoltre utilizzata nel raffredda-mento degli ambienti.I sistemi ad ammoniaca sono utilizza-ti in molti processi come nella produ-zione dei gelati, nella produzione dibibite, nella lavorazione dei prodotticaseari, nella conservazione di fruttafresca, nella lavorazione della carne,nella produzione di prodotti avicoli,nella produzione di cioccolato, nellaproduzione di birra, nella produzionedi medicinali, nelle raffinerie di olio.La relazione di Greenpeace elenca leditte che installano sistemi avanzatiad ammoniaca e descrive degliimpianti industriali e dei centri didistribuzione.

Condizionamento domesticoe commerciale

Dato che le temperature stannoaumentando a causa del riscaldamen-to globale, la richiesta di condizionato-ri domestici e commerciali sta aumen-tando sia nei paesi industrializzati chein quelli in via di sviluppo.L’inventario globale dei condizionatorifissi è di circa 790 milioni di unità.Questo numero comprende anche icondizionatori portatili, a finestra,quelli a split singolo e multiplo, quelli di

piccole e di grandi dimensioni e quellicentrifughi. La produzione annualeglobale di nuove unità fisse, compresii tipi sopraelencati, è di circa 87,5milioni.Vi sono refrigeranti naturali comealternativa agli HFC per ogni sotto tipodi condizionatore. Si stanno verifican-do molte novità.Per esempio, in Cina la Gree Companye in India la Godrej Company, stannointroducendo il condizionamento splitad idrocarburi nel settore domestico. IlProgetto di Abolizione degli HCFCcinese, sotto il Protocollo di Montreal,sta progettando di convertire 18 linee diproduzione all’HCFC-22, con una pro-duzione di 4,5 milioni di unità, all’R290entro la fine del 2015.Secondo uno studio, raffrontando lacarica di idrocarburo con lo standard diinfiammabilità indica che gli idrocarburipossono essere utilizzati nei condizio-natori split nel 65% dei casi in cui ven-gono utilizzati gli HCFC o gli HFC.La relazione sopra citata elenca nume-rosi supermercati, grandi magazzini,edifici pubblici, ospedali, università,aeroporti, centri congressi e altreimprese in vari paesi che utilizzanoimpianti a refrigeranti naturali.

Conversioni dall’HCFC-22 agliidrocarburi nel condizionamento

Si sa che il propano ed altri idrocarburisono alternative ottime come sostitutiall’HCFC-22 nel condizionamento. Larelazione di Greenpeace documentala conversione di circa 160 edifici aduso commerciale e ad uso pubblico

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Presentazione di Janos Maté: nella foto la XII Conferenza Europea sulle ultime tecnologie nella refrigerazione e aria condizionata con par-ticolare riferimento ai problemi energetici che è stata organizzata da CSG-ATF e dall’United Nations Environmental Programme-UNEP el’International Institute of Refrigeration nel giugno 2007 al Politecnico di Milano.

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dall’HCFC-22 agli idrocarburi in Ma-lesia, Singapore, Indonesia, Thailandia,Giamaica e Filippine. Queste conversio-ni hanno permesso un risparmio ener-getico del 30%.

District cooling -Teleraffreddamento

Questo sistema (DCS) distribuisceenergia termica sotto forma di acquafredda o di altre sostanze a partire dauna fonte centrale verso più edificiattraverso una rete di tubature sotter-ranee per il condizionamento degliambienti.L’emissione di calore o di freddo èottenuta grazie ad un impianto refrige-rante centrale; in questo modo è pos-sibile eliminare la presenza di sistemiseparati negli edifici. Il DCS utilizzadiversi agenti come gli HFC, l’ammo-niaca, l’acqua o i dispositivi ad assor-bimento.Tuttavia, l’utilizzo degli HFC per i DCSè inutile perché si possono utilizzare irefrigeranti naturali in modo sicuroanche nei dispositivi di grandi dimen-sioni.I DCS esistono in molte parti delmondo. Ci sono circa 100 DCS inEuropa. Negli Stati Uniti sono circa2000 che operano in edifici ad usocommerciale, in scuole, istituzioni eedifici ad uso abitativo. Sono statiinstallati anche in Medio Oriente e aSingapore.

Aria condizionata negli autoveicoli

La produzione globale di auto nel2010 è stata di circa 66 milioni, deiquali il 75%, o 49,5 milioni, è dotata dicondizionatori. Nel 2010 c’erano 600milioni di auto nel mondo e il 70%circa era dotata di un condizionatore,con una carica media di 0,6-0,8 kg. direfrigerante.Lo stock totale di refrigerante era di70,100 tonnellate nel 2006, con untasso medio di fuga del 17%. Ora tuttele nuove unità di condizionamentomobile (MAC) utilizzano l’HFC-134a.Gli idrocarburi sono un’alternativa affi-dabile e più efficiente degli HFC nelcondizionamento mobile (MAC).Benché al momento non vi siano con-dizionatori ad idrocarburi, i MAC adHFC vengono convertiti ad idrocarburiin molti paesi come la Cina, gli StatiUniti, l’Australia e altrove.

Greenpeace stima che fino a 50 milio-ni di auto possano essere state con-vertite, al di là delle vie ufficiali, daiCFC e HFC agli idrocarburi.Da un punto di vista tecnico i MAC aCO2 sono un’ottima alternativa agliHFC. Valutazioni effettuate nel 1999presso l’Università dell’Illinois hannodimostrato che i MAC a CO2 hanno unTEWI minore del 30% rispetto a quel-lo dei sistemi a HFC.La relazione sopra citata elenca diver-se ditte che stanno utilizzando refrige-ranti naturali per il condizionamentodei camion, degli autobus e dei veico-li ad uso commerciale o utilizzati per laspedizione delle merci.

HFO

A causa dell’elevato GWP degli HFC,l’industria chimica sta producendouna nuova generazione di HFC insa-

turi e a basso GWP, gli HFO o idro-fluoro olefine.L’HFC 1234yf sostituirà l’HFC 134anel condizionamento mobile. Altri HFOverranno utilizzati in altre applicazioni.Gli HFO non danneggiano lo strato del-l’ozono ed hanno un GWP basso mapresentano alcuni problemi di sicurez-za per l’ambiente e per l’uomo. La rela-zione di Greenpeace riassume questidati e spiega come il 25 settembre del2012 la Mercedes-Benz/Daimler abbiaannunciato che non utilizzerà l’HFC-1234yf nei suoi prodotti.

Sommario

La relazione “Tecnologie del freddo:come farle funzionare senza HFC”dimostra che è necessario che le poli-tiche di protezione del clima e lo svi-luppo tecnologico possano e debbanoagire di comune accordo.

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ULTIME NOTIZIE

� INFORMAZIONI VARIE DALL’EUROPA

Da www.RefriPro.eu

• Politica & Ambiente

Richiesti obiettivi fissi per il 2030 sulle quote delle energie rinnovabi-li – Una risoluzione non legislativa votata di recente dal Parlamento ha evi-denziato la necessità di un sistema meglio integrato a livello dell'UE, fina-lizzato alla promozione dell'energia rinnovabile, la possibilità di fissare unobiettivo obbligatorio per il 2030 e l'opportunità d'incentivi volti all'investi-mento.

• Industria & Tecnologia

Nuove miscele negli impianti di condizionamento automobilistico? –La SAE, l'associazione scientifica internazionale dei produttori di auto, staanalizzando due nuove miscele di refrigeranti, per impianti di condiziona-mento dell'aria automobilistico, messe a punto da Mexichem e che soddi-sfano i requisiti della direttiva UE MAC.

Ambiente: la riduzione delle fuoriuscite offre più vantaggi di qualsiasi altratecnologia – Un recente rapporto sulla prestazione energetica e l'impattoambientale degli impianti di refrigerazione, installati ultimamente in unagrande catena di vendita al dettaglio, ha dimostrato che l'adozione di unastrategia contro le fuoriuscite di gas, unita alla sostituzione dell'R404A conl'R407F, migliora l'impatto ambientale globale degli impianti di refrigerazio-ne più di qualsiasi altra tecnologia, se si considera la miglior efficienzaenergetica e la riduzione del potenziale di riscaldamento globale.

• Economia & Generalità

I prodotti fluorochimici: un mercato globale in continua crescita – Negliultimi due anni, la domanda globale di prodotti fluorochimici è cresciutacostantemente in seguito ad ampliamento dell'ambito di applicazione, inno-vazione tecnologica e aumento della domanda nell'area Asia - Pacifico.

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INTRODUZIONE

Come già visto, le pompe di caloregeotermiche con scambiatori orizzon-tali non risultano attualmente esseremolto diffuse in Italia principalmenteper il fatto che richiedono di avere adisposizione aree di superficie moltoampia per la posa del circuito di cap-tazione. Una maggiore diffusione la sipotrebbe avere se le aree destinate adaccogliere in profondità gli scambiatoripotessero essere utilizzate in superfi-cie per altri scopi. Esistono, comun-que, delle tipologie di posa degli scam-biatori che sono molto simili a quellaorizzontale che richiedono di impegna-re superfici di terreno inferiori.Quando gli spazi sono molto ristrettil’unica soluzione praticabile rimanequella della posa in verticale dellesonde.

POSAVERTICALE DELLE SONDE

Per posare le sonde nel terrenovengono scavati dei fori verticali deldiametro di 10-15 centimetri circa e diprofondità variabile in funzione di unaserie di fattori quali, ad esempio, lanatura del terreno e la sua conducibi-lità termica, la potenza termica che siintende estrarre, la presenza di zonedi umidità nel sottosuolo. In genere leprofondità che si raggiungono sonodai 90 ai 120 metri, ma in taluni casi sipuò arrivare anche a 200 metri al disotto della superficie del terreno.Scendendo a grandi profondità si ha ilvantaggio che la temperatura del ter-

reno aumenta piuttosto velocemente eche vengono fortemente smorzate lesue fluttuazioni. Considerando media-mente un gradiente di temperatura di0,03 °C per ogni metro di profondità, sipuò facilmente calcolare come a 200m al di sotto della superficie si possadisporre di circa 6 °C in più, con note-vole vantaggio dal punto di vista dellapotenza termica estraibile.Come si può vedere in figura 1, in cia-scun foro si sistema in genere 1 sonda(composta da due tubazioni, una dimandata, l’altra di ritorno) unite all’e-stremità da un raccordo ad U al qualeviene appesa una zavorra che aiuta lasonda a scendere all’interno del forostesso (vedi figura 2) durante la fase diposa. Tale zavorra viene lasciata, poi,all’interno del foro stesso.Talvolta, in alcuni casi particolari, èpossibile inserire anche due sondeall’interno del medesimo foro. In ognicaso va posta particolare attenzioneal fatto che ciascun tubo sia opportu-namente distanziato da quelli vicini:allo scopo si utilizzano appositi ele-menti che mantengono adeguatamen-te lontani uno dall’altro i tubi. Talidistanziometri vengono inseriti ognidecina di metri circa (talvolta anchemeno) lungo tutto lo sviluppo delletubazioni.In linea di principio occorre tenere pre-sente che l’interasse tra i fori di unasonda e l’altra deve essere adeguato(dai 5 ai 10 metri, a seconda del tipodi terreno) per fare in modo che gliscambi di calore di una sonda con ilterreno non portino a perturbazionitermiche alle altre sonde adiacenti.

Speciale corso di climatizzazione per i soci ATF

Principi di basedel condizionamento dell’aria144ª lezionePompe di calore geotermichecon scambiatori e posa verticale

(Continua dal numero precedente)PIERFRANCESCO FANTONI

CENTOQUARANTAQUATTRESIMALEZIONE DI BASE SULCONDIZIONAMENTO DELL’ARIA

Continuiamo con questo numero ilciclo di lezioni di base semplificateper gli associati sulcondizionamento dell’aria, così comeda 15 anni sulla nostra stessa rivistail prof. Ing. Pierfrancesco Fantonitiene le lezioni di base sulle tecnichefrigorifere.Vedi www.centrogalileo.it.Il prof. Ing. Fantoni è inoltrecoordinatore didattico e docente delCentro Studi Galileo presso le sedidei corsi CSG in cui periodicamentevengono svolte decine di incontri sucondizionamento, refrigerazione eenergie alternative.In particolare sia nelle lezioni in aulasia nelle lezioni sulla rivista vengonospiegati in modo semplice ecompleto gli aspetti teorico-praticidegli impianti e dei loro componenti.

È DISPONIBILELA RACCOLTA COMPLETA

DEGLI ARTICOLIDEL PROF. FANTONI

Per informazioni [email protected]

È vietata la riproduzione dei disegni suqualsiasi tipo di supporto.

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COSTRUZIONEDELLO SCAMBIATORE

Una delle problematiche cui sono sog-gette le sonde verticali è quello delleelevate pressioni che entrano in gioco,sia dovute alla colonna di liquido cheesse contengono al loro interno siadovute all’azione di schiacciamentoche può esercitare il terreno.Per tale ragione è fondamentale utiliz-zare materiali ad elevata resistenzaper costruire lo scambiatore di calore,che in genere è costituito in polietileneo in polipropilene.

Come detto le tubazioni vanno ade-guatamente distanziate tra di loro evanno anche opportunamente mante-nute a contatto, attraverso l’impiego dispeciali fermi, con le pareti del foro permigliorare lo scambio di calore.Sempre nell’ottica di ottenere i miglio-ri flussi termici possibili (Figura 1) soli-tamente si riempiono gli spazi esisten-ti tra le tubazioni e le pareti interne delforo. Il materiale di riempimento puòessere il terreno stesso se esso è digranulometria sottile in modo che nonrimangano interstizi vuoti (come puòcapitare, ad esempio, con i terreni cre-

tosi in cui nelle risultanze dello scavorimangono agglomerati di varie formee dimensioni se non si provvede inmaniera specifica alla loro frantuma-zione) oppure si possono utilizzaremiscele di cemento apposite (adesempio bentonite). Capita spesso,però, che quest’ultime miscele abbia-no un coefficiente di trasmissione ter-mica inferiore al tipo di terreno in loco,per cui il loro utilizzo porta ad un peg-gioramento degli scambi di calore.Per limitare, almeno in parte, taleinconveniente si possono usaremiscele additivate con sostanze chemigliorano la prestazione termica, adesempio più ricche di sabbia.I terreni sabbiosi sono adatti per otte-nere buoni scambi termici, anche per-chè sono permeabili alla circolazionedell’acqua che favorisce il migliora-mento delle prestazioni termiche.

PROBLEMI AMBIENTALI

La possibilità di rotture delle tubazioniè sempre un’evenienza da tenere inconsiderazione. Quando questo siverifica c’è il serio rischio che il fluidoche scorre all’interno delle tubazionivada ad inquinare la falda.Questo è tanto più probabile proprio a

Figura 1.Inserimento di una sonda verticale

all’interno del foro scavatonel terreno.

(Tratto da http://www.geo4va.vt.edu/A3/A3.htm)

Figura 2.Esempio di sonda verticale con raccordo a U all’estremità e zavorra per la

posa fino alla profondità desiderata.

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causa del fatto che le sonde verticaleraggiungono profondità di centinaia dimetri al di sotto del suolo.Per tale ragione, in alcuni casi, lenorme impongono obbligatoriamentedi affogare le tubazioni dentro un gettodi bentonite o di malta specifica.Tale fatto, come appena detto, portaquasi sempre ad un peggioramentodelle capacità di scambio della sonda,con diminuzione della potenza termi-ca trasferita per unità di lunghezza equindi conseguente necessità di averetubazioni più lunghe, sia a causa delleminori prestazioni termiche di talemateriale sia perchè esso risultaessere impermeabile all’acqua che èun elemento che favorisce gli scambidi calore.In parte si può far fronte a questo pro-blema cercando di eseguire fori di tri-vellazione del terreno più piccoli pos-sibile, in modo da evitare al massimol’utilizzo di grosse quantità di sostanzeper la sigillatura del foro.

PUNTI DI FORZA E DI DEBOLEZZA

La possibilità di lavorare con tempera-ture più alte e più stabili nel corso del-l’anno è uno dei punti a favore dellepompe di calore geotermiche consonde verticali.Le potenze termiche estraibili dalsuolo per unità di lunghezza sonomaggiori rispetto a tutte le altre tipolo-gie di posa delle sonde.Inoltre, dato che lo sviluppo dellesonde è verticale, la posa richiede ladisponibilità di aree superficiali ridotte,il che si adatta bene alle esigenze diinstallazione, ad esempio, in città.D’altra parte, la necessità di dovereraggiungere grandi profondità com-porta spese di scavo non indifferenti,soprattutto nei terreni rocciosi e com-patti (che comunque offrono poi, infase di esercizio, alte prestazioni ter-miche).Particolare attenzione va posta alledistanze di posa di ciascuna sonda da

quelle vicine, per evitare perturbazionitermiche reciproche.Infine, va sempre considerato il rischioambientale connesso alla possibilità dirottura in profondità delle sonde, conpossibilità di provocare inquinamentoambientale alle falde acquifere pre-senti.

Ultime informazioni suwww.associazioneATF.org

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ESEMPIO DI CONVERSIONE CONDIZIONATORED’ARIA SPLIT

Le seguenti immagini forniscono un esempio dei vari pas-saggi che si possono fare per convertire un condizionatored’aria da R22 a R290.Identificare un problema con il condizionatore d’aria.Il corretto funzionamento degli impianti refrigerazione econdizionamento generalmente non deve essere conver-

tito in alcun altro refrigerante (non toc-care un sistema con buon funziona-mento)I sistemi che possono generare mag-giori problemi, per esempio di corrosio-

ne per scambio di calore o per il telaio principale o il siste-ma troppo vecchio, nondovrebbero essere oggettodi conversione in refrige-rante HC.Se il sistema (R)AC è incondizioni generalmentebuone e non è stato sog-getto ad alcuna riparazioneo manutenzione quandoavviene una rottura nel cir-cuito refrigerante (cioè,compressore danneggiato,perdite di sistema) potreb-be essere presa in conside-razione l’eventualità di con-vertire il sistema in un refri-gerante HC se le condizionidi sicurezza lo consentono.

Presupposto:Un sistema completamente funzionale non ha bisogno diessere convertito.L’unico momento in cui un sistema potrebbe essere con-vertito è quando sussiste un problema con l’apparecchia-tura che richiede almeno una manipolazione del refrige-rante e/o rottura nel sistema.

Conversione delle attività del sistema AC splitda HCFC R22 a HC R290

Questo esempio illustra la conversione di un sistema conrefrigerante HCFC R22 AC split (2,8 kW / 9000 BTU - soloraffreddamento) dopo la riparazione di una perdita di aspi-razione sul connettore della linea tra l’unità interna edesterna, individuato durante procedura di ricerca perditenel sistema HCFC R22

Passo 1Ottenere la dimensione di carica � 0.68 kg di R22La dimensione di carica è complessivamente indicata coni dati di targa.Se non vi sono informazioni disponibili nell’unità esterna(per esempio per esposizione alle intemperie) verificare sevi sono informazioni disponibili nell’ unità interna.Infine, l’importo della carica può anche essere stimatodall’ equivalente quantità di carica refrigerante HCFC(vecchia), supponendo che non vi sia stata alcuna perdi-ta prevalente.

Figura. 2. Targhetta di sistema AC split.

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Funzionamento dei sistemidi aria condizionata split utilizzandorefrigerante idrocarburo – HCUna guida di conversione per tecnici e formatori

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Fig 1. Esempio di sistema ACinadatto alla conversione.

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Passo 2Carica HC equivalente stimata � Conversione a R290,In base al diagramma la carica R22 è di 0,68 Kg e la cari-ca HC equivalente è di 0,28 Kg di HC R290

Figura 3. Diagramma di calcolo della carica refrigerante.

Passo 3Identificare posizioni � L’unità esterna è in un’area benventilata e la posizione generale (categoria A) è sopra illivello di terra.

� L’unità interna dentro all’ufficio per il comfort umano.

Figura 4. Esempio di installazione di sistema AC.

Passo 4Controllare i limiti della dimensione di carica� La dimensione della carica è al di sotto del limite massi-mo di 1,5 Kg (0,28 Kg < 1,5 Kg)� La dimensione della stanza è di 6m x 5m = 30 m2, ossiaal di sotto della carica consentita (0,28 Kg < 0,48 Kg)

Figura. 5.Massima quantità di carica per dimensione distanza esistente.

Passo 5Controllare che tutti gli strumenti necessari siano presentie che la zona sia sicura per il lavoro.� Ok1) Attrezzi appropriati per l’uso del circuito refrigerante edelettrico.

2) Macchina di recupero del refrigerante destinato in primoluogo alla carica HCFCR22ma adatto all’uso con refri-geranti infiammabili (se il successivo servizio/riparazio-ne con HC R290 è necessario)

3) Tubo flessibile di sfiato del refrigerante (solo per la ven-tilazione di piccole quantità di HC durante il servizio oriparazione) e minimo di 1/2” OD

4) Cilindro di recupero refrigerante (due valvole) per l’esi-stente R22

5) Cilindro di recupero lubrificante (due valvole) utilizzati inserie tra ingresso unità di recupero e porta unità di ser-vizio AC (separatore olio)

6) Tabelle Regolo pressione-/ temperatura per il refrige-rante HC (richiedilo al Centro Studi Galileo)

7) Pompa a vuoto con connettore del tubo di sfiato allaporta di scarico

8) Vacuometro (elettronico), per verificare 200 micron dilivello di vuoto

9) Bilancia elettronica refrigerante (precisione di almeno il± 3% del fondo scala)

10) Rivelatore palmare di gas refrigerante HC11) Cilindro di azoto di servizio con regolatore di pressione12) Set di brasatura (ossigeno / propano)13) Adesivi gas infiammabili (triangolo giallo)14) Segnali di avvertimento refrigerante infiammabile15) Segnali di pericolo zona lavoro16) Guanti e occhiali di sicurezza17) EstintoreIn aggiunta parti di ricambio e refrigerante HC R290richieste.

NOTA! Per quanto possibile il sistema deveessere scollegato dalla rete di alimentazione!Assicurarsi che non ci possa essere un riav-vio accidentale del sistema!

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Passo 6Eliminare tutte le giunzioni meccaniche dallo spazio occu-pato da persone!In questo caso specifico l’accoppiatore fallato identificatoall’interno della linea di aspirazione è stato rimosso e conesso la perdita è stata riparata.

Prima della riparazione: la freccia indica la svasaturadell’accoppiatore che perde all’interno del condotto diaspirazione.

Figura 7. Rimozione di collegamenti meccanici dai tubicon giunzione a brasatura.

Dopo la riparazione: Entrambi i giunti meccanici vengonorimossi dallo spazio occupato e così facendo, la falla identi-ficata (accoppiatore di linea di aspirazione) è stata riparata.

Figura 8.Giunti di tubi con raccordi LOKRING.

Riparazione alternativa: Laddove non fosse possibile labrasatura o un generale metodo alternativo di giunzionedei tubi, può essere usata la connessione a pressione(Lokring).

Figura 9. Accoppiatore LOKRING per tubi di trasferimentodel refrigerante

Passo 7Ripristino della pressione all’impianto? �Ok

Passo 8Eliminare ogni potenziale fonte di ignizione� Unità Interna: trasformatore, display / LED, motori di rota-zione, motore del ventilatore, blocco di connessione, PCB(relè, micro interruttore) - tutte non-sorgenti di accensione.�Unità esterna:motore del ventilatore, condensatori, bloc-co di connessione, terminali compressore (sovraccaricointerno) – tutte non-sorgenti di accensione.

Figura 10.Controllo di sorgenti di ignizione nell’ unità interna.

In generale le viti di connessione del filo devono essere fis-sate e i fili devono essere in buone condizioni. Tutte le con-nessioni elettriche devono essere soggette a controlli difunzionalità e qualità. Un collegamento allentato potrà, pre-sto o tardi, creare scintille e danni ai componenti. Sporciziaed umidità potrebbero creare piccoli tagli.Utilizzare connettori a lama, terminali ad anello e forcella emanicotti adeguati all’estremità del cavo. Garantire l’isola-mento di ogni singola connessione e tra i diversi terminali.Allentare i cavi flessibili connessi ai terminali potrebbe cau-sare scariche elettriche o scintille.

Figura. 11. Adeguati connettori per cavi.

I tappini del terminale del compressore devono esserestretti e le viti del cavo di collegamento fissate. I fili di con-nessione dovrebbero essere in buone condizioni e ade-guatamente isolati per evitare curvature.

Figura. 12. Adeguati manicotti per cavo.

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Figura 6. Giunzioni meccaniche in spazio occupato.

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.La morsettiera di reteelettrica (sia quella esi-stente che una nuova)deve essere montataall’interno di una scatolasigillata.La distanza tra la lamadel ventilatore e la custo-dia deve essere suffi-ciente ad evitare qual-siasi impatto.Guarnizioni del compres-sore, occhielli e manicotti devono essere in buone condizioniper evitare vibrazioni.Il livello delle vibrazioni associate al sistema deve rimane-re entro i normali limiti accettabili; troppa vibrazione impli-ca una maggiore possibilità di perdite che potrebbero quin-di compromettere la sicurezza.La maggior parte dei tubi di trasferimento del refrigerantedevono avere abbastanza spazio nel mezzo per evitare fri-zioni ed evitare così surriscaldamenti.

Figura 15. Sostituire il contatore con uno in scatola isolata!

I collegamenti dei condensatori dovrebbero essere o sigil-lati con un coperchio e un cavo cablato o collegati tramiteun tipo isolato di connettore a forcella.

Figura 16. Controllo dell’unità esterna.

Figura 17: Sostituzione della contattiera di rete e controllodei condensatori.

Passo 9Set-up di emergenza ventilazione / rilevamento e sistemadi allarme.

Messa in servizio di sistema di aria condizionatacon HC R290

Passo 10Test di integrità (test di pressione / test di resistenza)Dal momento che il circuito refrigerante è stato rotto all’in-terno per sostituire in ordine i giunti a tubo svasato all’a-spirazione e sulla linea del liquido e anche il filtro-essicca-tore, è necessario eseguire prove di ricerca perdite e testdi tenuta della pressione.Questo viene effettuato contemporaneamente con il siste-ma in pressione con azoto secco(privo di ossigeno OFDN)al massimo della pressione di esercizio (PS) del sistemao della sezione del sistema (come indicato sulla targhetta)più 10% (in accordo con EN 378-2).

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Potenziale sorgente di ignizione:contattiera di rete

Controllo condensatore

Controllo guarnizionidi gomma, manicotti e tubi

Condensatoriaccettabili

Contattiera di rete sostituita

Terminale ecablaggioaccettabileContattieradi retesostituita

Controllare il motore delventilatore e il condensatore

Controllare che il terminaledel compressore sia sigillato

Figura 14. Un condensatorenon adeguato può causare

contatto e scintille.

Figura 13. Collegamentoallentato causa

inarcamento e contatto.

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Valore Pressione di prova: 1.1 x PS (2.55 x 1.1) = 2.80 MPa(28 bar)

Figura 18. Pressione/prova di tenuta con azoto OFDN.

1) La bombola di azoto è collegata da un comune ma affi-dabile tubo di trasferimento alla porta di servizio dell’unitàesterna. Per ragioni di sicurezza, all’inizio della proceduradi prova la maniglia di pressione del regolatore è in posi-zione (regolatore di pressione scarica).2) L’ azoto viene trasferito al sistema regolando e aprendolentamente il regolatore di pressione (manopola di regola-zione pressione) e applicando con cura una pressione di28 bar (2,8 MPa) per il sistema.3) Controllare ogni singolo giunto, connessione e compo-nente per bolle che provengono da acqua saponata o altriliquidi simili.4) Nel caso venga identificata una perdita seguire le pro-cedure appropriate di riparazione.5) Se il sistema è risultato essere privo di perdite, rilascia-re lentamente e prestando attenzione l’azoto dal sistemaverso l’aria ambiente.Il lavaggio del sistema con azoto richiederà le stesse atti-vità lavorative e disposizioni, ma con l’applicazione di unapressione più bassa (max. 10 bar).

Passo 11Zona temporaneamente infiammabile.Pianificare strategicamente l’orario di lavoro, al fine diavere gli strumenti e le attrezzature a disposizione direttaal fine di evitare di dover modificare l’apparecchiatura e leinterconnessioni del tubo refrigerante durante la manuten-zione dell’unità AC con HC.Quando si lavora su sistemi che utilizzano refrigeranti infiam-mabili il tecnico dovrebbe prendere in considerazione certi

luoghi come “zona temporaneamente infiammabile”. Questesono normalmente regioni dove sono previste almeno alcu-

ne emissioni di refrigerante durante le normali procedure dilavoro, come il recupero, la carica, e così via, in cui tipica-mente il tubo può essere collegato o scollegato.In generale, il piano di lavoro per la manipolazione delrefrigerante durante le attività di assistenza e riparazionedeve essere disposto in modo che la dispersione di refri-gerante non sia necessaria (ad esempio nel “pompaggio”del sistema spostando la carica di refrigerante verso illato alto della sistema).In previsione della quantità massima di refrigerante chepuò essere rilasciata durante tale procedura (ad esempioscollegando un tubo mentre è pieno di liquido refrigerante),la distanza minima in tutte le direzioni, nel rispetto dellazona di lavorazione occupata in cui è collocato l’apparec-chio di servizio, dovrebbe essere di un minimo di due metri.Collocare segnali di pericolo nella zona di lavoro.Assicurarsi che il gas rivelatore sia operativo e posizio-narlo sul pavimento dentro l’area di lavoro. Questo serviràa fornire una chiara indicazione se il refrigerante idrocar-buro HC è presente nell’ambiente circostante.Per qualsiasi motivo e in circostanze specifiche dove leattività di assistenza o di riparazione devono essere ese-guite presso l’unità interna (rottura nel sistema del refri-gerante), i due metri designati per la zona di sicurezza siapplicano allo stesso modo indicato per l’unità esterna!

Passo 12Sistema di evacuazione e di carica.Lo schema che segue indica la disposizione di attrezzaturee strumenti e l’interconnessione con tubi refrigeranti per

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Unitàesterna

Unitàinterna

Figura 19. Zona temporaneamente infiammabile.

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effettuare un vuoto nel sistema ed infine ricaricarlo con ilrefrigerante. In generale si tratta di attività in cui il refrigeran-te infiammabile può essere presente.È importante rispettare la zona temporaneamente infiam-mabile, come indicato in precedenza, per lo svolgimentodelle attività di lavoro previste e durante la sistemazione del-l’area di sicurezza.Il processo di evacuazione richiede l’uso di una pompa edi manometri elettronici ad aspirazione. Il sistema devemantenere un vuoto di 200 micron (0,5 mbar, 50 Pa), chesi tiene per almeno 15 minuti (senza la variazione dellapressione).

Figura 20.Attrezzature e strumenti di accordoper aspirazione e ricarica.

Il processo di carica di sistemi AC con HC refrigeranti èsimile a quello con refrigeranti alocarburi (ad esempioHCFC R22). Poiché l’R290 è un refrigerante puro la rica-rica può avvenire in forma gassosa o allo stato liquido.Per piccole quantità di refrigerante (come per esempio kg0,280), la riscossione di tale sistema può essere fattaprendendo solo vapore dal cilindro refrigerante e carican-do dalla tubatura di aspirazione del compressore misu-rando nel frattempo il peso del refrigerante immesso.Se la carica avviene con del refrigerante liquido nel latodi aspirazione del sistema questo deve essere evaporatoprima che raggiunga il sistema stesso. Collegare undispositivo di espansione (ad esempio, un breve tratto ditubatura capillare) tra il tubo e il sistema, per consentirel’evaporazione refrigeranti. L’importo della ricarica deveessere monitorato mediante l’uso di una bilancia accura-ta e sensibile. Per motivi di sicurezzae per fornire unacarica accurata, deve essere usata la bombola refrige-rante della più piccola taglia possibile.

Passo 13Applicare le pertinenti documentazioni e sistemi dei cartelli.

Figura 21. Segnale attenzione sul compressore.

Figura 22. Etichettatura dell’unità esterna.

Passo 14Controllo finale di perdita.Con un rivelatore di gasHC - Controllare ognisingola articolazione,connessione e compo-nente per la presenza direfrigerante.Utilizzando un testdelle bolle - controllareogni singola giuntura,connessione e compo-nente per le bolle dovu-te all’utilizzo di acquasaponata o altri liquidisimili.Fine della conversionedel sistema di AriaCondizionata.

NOTA: Per l’uso con irefrigeranti idrocarburi(qui HC R290), è impor-tante fare in modo che ilrivelatore sia sicuro esensibile a questo refrigerante. Di norma il cerca-fugheelettronico usato per CFC, HCFC o HFC refrigeranti inmolti casi non è progettato per l’uso con HC R290, quindiverificare con l’attrezzatura fornita e il manuale del prodot-to se il rivelatore di gas è sicuro per questo uso specifico.

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Etichetta di conversionecon informazionidettagliate sull’unitàesterna

Segnali di avvertimentosull’unità esterna

Segnale attenzionesul compressore

Unitàesterna

Unitàinterna

Figura 23. Test delle bolle.

Figura 24.Controllo perdite conrilevatore di fughe elettronico.

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ASSISTENZA TECNICAAI SOCI ATFIn seguito alla richiesta di numerosiinstallatori approfondiamoargomenti estremamente importantigià trattati da Roberto Ferrarisdurante i nostri corsi nelle varieUniversità e presso il Centro StudiGalileo.In particolare le tecniche del freddoa livello pratico e tutti gli argomenti,quali carica dei nuovi fluidi, guasti,riparazioni, ecc., sono oggetto dinumerosi corsi appositamenterichiesti proprio da moltissimeindustrie ed artigiani.Visionare suwww.centrogalileo.it ulterioriinformazioni tecniche alla voce“articoli” e quindi alla voce “corsi”calendario corsi, programmi,elenco tecnici specializzati negliultimi anni divisi per provincia neicorsi del Centro Studi Galileo.

Scelta del contattoreSe i contattori sono sottodimensionati icontatti si possono saldare.Ciò può produrre la completa bruciatu-ra del motore su tutte e tre le fasi nono-stante il dispositivo di protezione delmotore. Le informazioni per il dimensio-namento dei contattori possono esseredesunte dai relativi fogli tecnici. Se l’ap-plicazione di un compressore subiscedelle modifiche è necessario ricontrol-lare il dimensionamento del contattore.Dispositivi di sicurezzaLe pressioni di funzionamento massi-me sono: lato alta pressione (HP):26,5 bar; lato bassa pressione (LP):17 bar. Con l’uso del R410A il lato di

alta pressione funziona anche a 35bar. L’installazione e la regolazione deidispositivi di sicurezza contro pressio-ni eccessive è soggetta a regolamentitecnici nazionali. Perciò si raccoman-da di installare un pressostato di altapressione.I pressostati di bassa pressione sonoinstallati negli impianti per:- limitare il campo di lavoro del com-pressore;- prevenire il funzionamento a bassapressione (perdita di carica di refrige-rante);- funzionamento in pump-down.Raffreddamento del compressoreI compressori sono raffreddati dal gasaspirato, nel senso che il motore è raf-freddato dal vapore refrigerante chefluisce attorno lo statore e il rotore.Con il diminuire della temperatura dievaporazione, la densità del gas aspi-rato diminuisce e ciò produce unaumento eccessivo della temperaturadel gas dopo aver attraversato il moto-re. Per questa ragione la temperaturadi mandata aumenta a propria volta.Perciò, in certe condizioni di applicazio-ne, il compressore deve essere raffred-dato mediante una ventilazione addi-zionale di circa 18 m3/min.Un abbondante isolamento del com-pressore o del vano compressore puòanch’esso produrre un aumento ecces-sivo della temperatura dell’olio e delgas di mandata.La massima temperatura di mandata èdi 120° C. Essa è misurata sulla linea apochi centimetri a valle dell’attacco dimandata del compressore.Temperature di mandata eccessive

sono rivelate generalmente dall’inter-vento del pressostato di alta pressione,dalla cottura dell’olio, dall’annerimentodelI’olio (carbonizzazione) e dalla for-mazione di acidi. Le caratteristichedella lubrificazione vengono severa-mente penalizzate. E’ necessario evita-re il funzionamento al di fuori delcampo di lavoro ammesso.Applicazione su mezzi mobiliA causa della possibilità di vibrazioninon controllabili nelle applicazioni sumezzi mobili (camion, imbarcazioni,ecc.) non è possibile confermare unagenerale possibilità di funzionamentodei compressori ermetici, montati sumolle interne, in tali condizioni.In questi casi è consigliabile montarecompressori semiermetici.LubrificazioneIl compressore è fornito con una caricad’olio iniziale. Il corretto livello puòessere controllato per mezzo del vetrospia, se presente. L’olio è distribuito permezzo di una pompa dell’olio il cui fun-zionamento è indipendente dal sensodi rotazione. L’olio di ritorno trascinatodal gas di aspirazione si deposita diret-tamente nel carter.Mancanza di lubrificazioneIl numero di cicli di attacca e stacca delcompressore non dovrebbe superare i6 I’ora. Un maggior numero di ciclipomperà olio nel circuito con il rischiodi lubrificazione insufficiente.L’olio lascia il compressore all’avvia-mento e un breve periodo di funziona-mento non è sufficiente per assicurareil ritorno dell’olio al compressore, con laconseguenza di unamancanza di lubri-ficazione.

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Assistenza tecnica ai soci ATF

L’installazione dei compressoriConsigli pratici per il montaggioe l’installazione dei compressori ermeticie semiermetici trifasi

ROBERTO FERRARIS

Coordinatore pratico dei corsi di tecniche frigorifere del Centro Studi Galileo

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E’ necessario tener presente che l’inte-ro circuito verrà bagnato d’olio per unacerta entità. La viscosità dell’olio cam-bia con la temperatura. La velocità delgas nel circuito varia in funzione dellatemperatura e del carico. Nelle condi-zioni di basso carico la velocità del gaspuò non essere sufficiente per assicu-rare il ritorno dell’olio al compressore.Ciò può essere aggravato da un pro-getto errato del circuito frigorifero.Formazione di acidoL’acido si forma in presenza di umidità,ossigeno, sali e ossidi metallici. Le rea-zioni chimiche risultano accelerate allealte temperature.Olio e acido reagisco-no l’uno con l’altro. La formazione diacido produce danni alle parti mobili e,in casi estremi, può provocare la bru-ciatura del motore. Il solo rimedio con-siste nella totale sostituzione della cari-ca d’olio con l’aggiunta di un filtro antia-cido sulla linea di aspirazione.Ricarica dell’olioCiascun compressore è dotato di unacarica d’olio sufficiente per le normalicondizioni di funzionamento, la cosid-detta carica iniziale. Dopo l’avviamentodel compressore e durante il primoperiodo di funzionamento dell’impianto,parte dell’olio lascia il compressoremiscelato con il refrigerante.Secondo il progetto del circuito essoverrà distribuito nel circuito stesso enon ritornerà completamente al com-pressore. Sebbene tale quantità siastata considerata nella carica iniziale, illivello delI’olio nel vetro spia (quandopresente) deve essere costantementecontrollato. Fin tanto che le condizionidi funzionamento dell’impianto nonsiano state raggiunte (ad es. fino al

completamento della carica di refrige-rante) non si deve aggiungere olio ameno che il livello non sia divenutomolto basso, al punto da non esserepiù visibile nel vetro spia.Dopo aver raggiunto un funzionamentostabile dell’impianto il livello dell’oliodeve essere mantenuto tra 1/4 e 3/4del vetro spia.Si osserverà sempre unacerta quantità di schiuma dovuta allecaratteristiche interne di progetto.Cambio della carica d’olioin un compressore ermeticoPer cambiare la carica d’olio è neces-sario rimuovere il compressore e dre-nare l’olio attraverso l’attacco di aspira-zione. La quantità d’olio per la secondacarica dopo il drenaggio deve esserericavata dalle tabelle.

REFRIGERANTI

Carica refrigeranteLe cariche massime di refrigerantesono indicate in apposite tabelle.In caso di eccesso di carica è necessa-rio prendere precauzioni per prevenirela migrazione del refrigerante nel com-pressore (ad esempio mediante ciclo dipump-down).Ritorni di liquido refrigeranteMolti compressori comprendono unriscaldatore del carter come standard.L’esperienza pratica dimostra che, conl’aumento di carica di refrigerantenelI’impianto, aumentano anche glisforzi meccanici potenziali dovuti all’al-lagamento di liquido o alla migrazionedi liquido. Inoltre, per effetto di gravità,può aversi anche ritorno di refrigeranteal compressore dall’evaporatore.Oltre alla ricondensazione del refrige-

rante ciò può produrre un sovraccaricodel riscaldatore del carter.Sebbene il compressore possa tollera-re occasionalmente piccole quantità diliquido refrigerante, sforzi frequenti pro-vocati dal liquido possono produrredanni meccanici.Oltre al riscaldatore del carter è obbli-gatorio l’uso di un accumulatore sull’a-spirazione per questi modelli se la cari-ca di refrigerante supera i 7 kg. I condi-zionatori d’ambiente richiedono unaccumulatore in tutte le condizioni acausa dei cicli potenzialmente frequen-ti di attacca e stacca e della brevità deicollegamenti tra i componenti.Se la carica di refrigerante supera i 13kg, qualunque sia il tipo di impiantodeve essere usato un sistema pump-down oltre all’accumulatore.La mancata applicazione di questespecifiche può invalidare la garanziadel compressore.Concentrazione del refrigeranteDurante gli arresti un certo quantitativodi refrigerante è sempre presentenelI’olio in funzione della temperaturadel compressore e della pressione nelcarter. Ad esempio: con una pressionenel carter di circa 8 bar, corrispondentea una temperatura di saturazione di 12°C per l’R404A, nel carter del com-pressore vi sarà una miscela compostaper il 35% di R404A e per il 65% d’olio.Questo inconveniente avviene con tuttii fluidi frigorigeni. Il rapido ridursi dellapressione all’avviamento produce l’e-vaporazione del refrigerante dall’olio.Ciò causa la formazione di schiumad’olio che può essere vista attraverso ilvetro spia (quando presente). Lapompa dell’olio aspira perciò olio moltodiluito e schiuma e non può produrreuna sufficiente pressione di lubrificazio-ne. Se questo si ripete spesso possonoprodursi danni soprattutto al cuscinettoinferiore.Per prevenire questo rischio è neces-sario usare un riscaldatore del cartere/o un sistema di pump-down.Migrazione del refrigeranteQuando il compressore viene arrestatoper un lungo periodo il refrigerante puòcondensare nel carter. Se il corpo com-pressore è più freddo dell’evaporatore ilrefrigerante migrerà dall’evaporatore alcarter del compressore.La migrazione del refrigerante si verifi-ca normalmente durante lo sbrinamen-to o quando il compressore è installato

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in un ambiente freddo. Il riscaldatoredel carter e/o un ciclo pump-down for-niscono una buona protezione controla migrazione di refrigerante.Surriscaldamento del gas aspiratoIl surriscaldamento del gas aspiratonon dovrebbe mai essere inferiore a 8K poiché un surriscaldamento ridottopuò danneggiare piastre, valvole, pisto-ni, cilindri e bielle. Un surriscaldamentoridotto può essere provocato da unavalvola di espansione difettosa o malregolata, errato montaggio del bulbo oda una linea di aspirazione moltobreve. L’installazione di uno scambiato-re di calore tra la linea del gas e quelladel liquido o di un accumulatore costi-tuisce un rimedio raccomandato.Accorgimenti per l’uso dell’R134aPer la sua similarità termodinamical’R134a è stato subito visto come unsostituto delI’R12 per temperature dievaporazione maggiori di -20°C.Non è stato utilizzato come sostitutodell’R22 nelle applicazioni di condizio-namento dell’aria. I tipi di motori, le pro-tezioni del motore e la classe delle mor-settiere sono le stesse che per i model-li che erano del R22. La combinazionemotore/cilindrata tuttavia è stata cam-biata per far fronte alla minor densità diquesto refrigerante.Oli esteriL’R134a è un fluorocarburo non misci-bile con gli oli minerali e /o alchilbenze-ni i quali possono produrre depositi ointasamenti. Gli oli poliestere o, abbre-viando, esteri si sono dimostrati deilubrificanti idonei per funzionare conl’R134a. I compressori per l’R134a ad

esempio sono caricati con gli oli esteri:- Mobil EAL Arctic 22 CC- ICI Emkarate RL 32 S.Essi devono funzionare solamente conquesti oli.Per nessuna ragione gli oli esteri pos-sono essere miscelati con oli mineralie/o alchilbenzeni nel funzionamentocon refrigeranti quali l’R134a. Il refrige-rante R134a non è del tutto miscibilecon gli oli esteri.Tuttavia questa incompleta miscibilitànon dovrebbe provocare problemi nelleinstallazioni, analogamente a quantoavviene per le miscibilità incompletecon R22 e R502.Gli oli esteri sono estremamente igro-scopici (vedi figura) e questo influenzala stabilità chimica dell’olio.Perciò l’umidità residua nell’impiantodeve essere inferiore a 50 ppm.Essa deve venire determinata dopoapprossimativamente 48 ore di funzio-namento. A causa di tale comporta-mento è obbligatorio l’uso di un filtrodisidratatore adatto per l’R134a. Ingenerale per lavorare con questi oli sirichiedono procedure di particolarepulizia e molto accurate.Compatibilità dei materialiI materiali utilizzati nei compressorisono compatibili con l’R134a e gli oliesteri. Per ulteriori informazioni, notesull’impiego e di sicurezza dei materia-li riferirsi alle specifiche date dai produt-tori dei refrigeranti e degli oli.Progetto dell’impiantoGli impianti devono essere progettaticome segue, prestando particolare at-tenzione alle caratteristiche dell’R134a

in considerazione delle specifiche deicostruttori dei componenti:- uso di valvole di espansione progetta-te per R134a;- uso di un filtro disidratatore di grandecapacità progettato per R134a;- regolazione o scelta di pressostati,valvole solenoidi e valvole di ritegno se-condo la portata massica dell’R134a;- uso di componenti ammessi per appli-cazioni con R134a (esempio flessibiliper effettuare la carica di refrigerante).Poiché l’R134a è una molecola piccolae sfugge con grande facilità, è moltoimportante progettare l’impianto conelevate tenute ed utilizzare altresìmetodi di grande sensibilità e precisio-ne per individuare le perdite. Sul mer-cato sono disponibili dei dispositivi perla ricerca delle perdite di R134a comericercafughe elettronici.EvacuazionePrima di effettuare il collaudo, l’impian-to deve essere evacuato con unapompa a vuoto. Una corretta evacua-zione abbassa l’umidità residua a 10ppm.Durante questa operazione le val-vole di aspirazione e di mandata delcompressore devono rimanere chiuse.La pressione deve essere misuratausando un manometro di vuoto sul latoimpianto, non sul lato pompa; questoevita errori dovuti ai gradienti di pres-sione entro le linee di collegamento allapompa.L’impianto deve essere evacua-to fino a 0,3 mbar.Successivamente si deve sfogarenelI’atmosfera la carica di tenuta di ariaanidra immessa in fabbrica nel com-pressore, vanno aperte le valvole diintercettazione e l’impianto, compreso ilcompressore, deve essere nuovamen-te evacuato come detto sopra.RiparazioniQuando si rende necessaria una ripa-razione o la manutenzione, valgono lestesse regole e misure di sicurezzacome per le nuove installazioni.Per sollevare il compressore va usatol’anello nella parte superiore dell’involu-cro. Per prevenire la contaminazioneda parte di oli non esteri o alchilbenze-ni si raccomanda di separare rigorosa-mente attrezzi, pompe a vuoto, attacchie componenti per la carica o il recupe-ro dell’R134a. L’olio estere necessarioper il ripristino di carica deve essereprelevato da contenitori nuovi di picco-la capacità per ridurne al minimo l’as-sorbimento di umidità dall’aria.

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Minuti

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Introduzione

Riuscire a capire se il circuito è a tenu-ta verificando che tenga il vuoto per-mette di risparmiare tempo e lavoro,perchè evita di dover eseguire opera-zioni aggiuntive quali, ad esempio, lapressatura. Ma riuscire ad apprezzarela tenuta attraverso la lettura di unostrumento analogico, quale i tradizio-nali vuotometri, non è cosa semplicein quanto i risultati che si ottengonovanno interpretati nella maniera cor-retta.

Decimi di bar

La tenuta del vuoto. Una delle fasi piùdelicate e di difficile valutazione quan-do ci si appresta a mettere in funzioneun circuito frigorifero. Dopo aver com-piuto le lavorazioni che erano neces-sarie, aver richiuso il circuito, fatto unbuon vuoto per eliminare tutti gliincondensabili e l’umidità presentedentro le tubazioni, si lascia in vuoto ilcircuito per un certo tempo, in mododa verificare se ci sono delle perdite.Si isola il circuito, rimane il collega-mento con il vuotometro.Si posiziona l’indicatore rosso in corri-spondenza dell’indicatore nero e, nelfrattempo, ci si preoccupa di fare altro.Si ritorna dopo un po’ per vedere se ilnostro impianto tiene. Si mette incomunicazione il circuito con il vuoto-metro e, nel 99% dei casi, l’indicatorenero del vuotometro risale. Il circuitoperde? Al tecnico scrupoloso, a que-sto punto, sorgono molti dubbi: quella

risalita della pressione è fisiologicaoppure il giunto che ho realizzato dapoco non è a tenuta? Conviene lascia-re il circuito ancora fermo per un po’ evedere se il vuotometro si muoveancora o è meglio pressurizzare il cir-cuito per avere un indicatore più sen-sibile dell’eventuale presenza difughe? Ma il tempo? Sia che aspettiancora un po’, sia che pressurizzi ilcircuito è necessario attendere ancoraprima della messa in funzione dell’im-pianto. Ma il tempo a disposizione, sisa, è sempre poco. E poi il cliente mifa pressione, vuole che il lavoro siafinito il prima possibile.Non parliamo poi della possibilità dipressurizzare il circuito con azoto euna minima quantità di refrigeranteper fare la ricerca delle fughe con uno“sniffer” portatile: in aggiunta, poi, cisarebbe da gestire al termine delleoperazioni la miscela come rifiuto spe-ciale. Un costo in più per il cliente chenon è detto accetti di buona voglia.Dunque, che fare?Quel decimo o quei due decimi di barche il vuotometro segna in più a cosasono dovuti? Effettivamente il circuitoperde oppure è normale quella risalita?

Livello di vuoto

La misurazione del livello di vuoto cheviene raggiunta all’interno del circuitofrigorifero non è cosa semplice da rea-lizzare. È vero che il vuotometro ci for-nisce un’indicazione, ma bisognasempre tenere presente a cosa si rife-risce tale indicazione.

Speciale corso di tecniche frigorifere per i soci ATF

Vuotatura del circuito frigorifero,tenuta delle giunzioni e l’aiuto dellatecnologia digitale164ª lezione di base

PIERFRANCESCO FANTONI

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Continuiamo con questo numero ilciclo di lezioni semplificate per isoci ATF del corso teorico-praticodi tecniche frigorifere curato dalprof. ing. Pierfrancesco Fantoni.In particolare con questo ciclo dilezioni di base abbiamo voluto, inquesti 15 anni, presentare ladidattica del prof. ing. Fantoni, cheha tenuto, su questa stessa linea,lezioni sulle tecniche dellarefrigerazione ed in particolare dispecializzazione sullatermodinamica del circuitofrigorifero.Visionare su www.centrogalileo.itulteriori informazioni tecnichealle voci “articoli”e “organizzazione corsi”:1) calendario corsi 2013,2) programmi,3) elenco tecnici specializzati negliultimi anni nei corsi del CentroStudi Galileo divisi per provincia,4) esempi video-corsi,5) foto attività didattica.

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ARTICOLO DIPREPARAZIONE ALPATENTINO FRIGORISTI

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Generalmente il vuotometro utilizzatoper la misurazione o si trova installa-to direttamente sulla pompa delvuoto oppure viene collegato al cir-

cuito frigorifero tramite il gruppomanometrico.Pertanto occorre sempre tenere benpresente che l’indicazione che ci for-

nisce il vuotometro è relativa al puntoin cui esso è collegato che, comedire, è una situazione favorevole perl’esecuzione della misura in quanto sitrova vicino alla pompa del vuoto, cheè il punto in cui si raggiunge il miglio-re vuoto di tutto il sistema di collega-menti che si realizza (circuito frigori-fero+gomme flessibili+gruppo mano-metrico).Mano a mano che ci si allontana daquesto punto l’azione aspirante dellapompa del vuoto si fa sempre più debo-le, per cui maggiore sarà la presenza digas incondensabili che permarrannoall’interno del nostro circuito.In sostanza, quando la pompa è infunzione si è in grado di avere livelli divuoto prossimi allo 0 assoluto nelleimmediate vicinanze della pompa poi,man-mano che ci allontaniamo daessa, comunque la sua capacità non è

Figura 1. – Livello di vuoto raggiunto in vari punti del circuito frigorifero eseguendo la vuotatura solo dal lato di bassa pres-sione. Il livello di vuoto migliore lo si raggiunge in corrispondenza della presa di pressione posta sul compressore, seguel’evaporatore.Tra monte e valle del capillare si ha la più consistente differenza tra i livelli di vuoto raggiunti. Il livello di vuotopeggiore si ottiene in corrispondenza della mandata del compressore, il punto più lontano dalla bocca di aspirazione dellapompa del vuoto. Le frecce indicano il flusso degli incondensabili rimasti all’interno del circuito dopo aver spento la pompa.Tale flusso è provocato dalle differenti micro-pressioni che si hanno all’interno del circuito frigorifero e prosegue fino aquando esse non si sono equalizzate.

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tale da creare la stessa depressione intutta i punti del circuito, a maggiorragione se esso è molto grande.Quindi, non appena si spegne lapompa, sicuramente non abbiamoraggiunto lo stesso livello di vuoto intutti i punti del circuito: in quelli più lon-tani dalla pompa avremo maggiorepresenza di incondensabili, ossia inquei punti avremo delle sovrapressio-ni (pur se molto piccole) rispetto allabocca di aspirazione della pompa, neicui pressi è sistemato il vuotometro.Tali sovrapressioni continuano a farspostare gli incondensabili rimastiall’interno del circuito anche quando lapompa è ferma, fino a quando in tutti ipunti del circuito non si raggiunge lastessa pressione, momento in cui ilflusso degli incondensabili si ferma.Quindi, se al momento della fermatadella pompa il vuotometro indicava 0bar, a causa della ridistribuzione deiresidui di incondensabili dentro il cir-cuito, dopo un certo tempo, avremouna piccola risalita della pressione,anche di qualche decimo di bar.Tale fenomeno è inevitabile ed è pro-prio dovuto al gradiente di pressioneche si stabilisce a seguito del fatto chel’aspirazione della pompa del vuotoavviene da un solo punto.

Esecuzione del vuoto

È possibile eliminare, almeno in parte,il fenomeno appena descritto? Larisposta è affermativa.Per limitare quella sorta di “stratifica-zione” della pressione è sempre beneeseguire il vuoto del circuito da più

punti. Già è buona cosa realizzare ilvuoto dalla parte di alta e da quella dibassa pressione dell’impianto.Aspirando da due punti si ridurrà note-volmente il verificarsi di differenze dipressioni residue all’interno del circui-to e quindi, al momento della fermatadella pompa, ci sarà una quantità infe-riore di incondensabili da ridistribuirecon la conseguente minore risalita delvuotometro. Questo vale in particolarmodo per circuiti di sviluppo moltolungo, o con geometrie particolari.Inoltre è bene ricordare che l’esecuzio-ne del vuoto dal solo lato di bassa pres-sione del circuito è operazione ben piùdifficoltosa che l’esecuzione dal sololato di alta pressione. Infatti, ricordan-dosi comunque sempre di aprire tuttele valvole solenoidi o barostatiche chesono installate, iniziando la depressio-ne dal lato di bassa pressione per aspi-rare gli incondensabili presenti nel latodi alta si deve giocoforza richiedere illoro passaggio attraverso il capillare ola valvola termostatica, dato che la viache include il compressore risulta esse-re chiusa per il gioco di depressioni chesi vengono a creare.Il passaggio di un gas attraverso lastrozzatura del dispositivo di espan-sione è fenomeno molto lento e,comunque, porta ad ottenere unosvuotamento non ottimale (vedi figura1). Molto meglio, quindi, procederealla vuotatura dal lato di alta pressio-ne, in quanto in questo caso il flussodel gas tra alta e bassa pressioneavviene sia dal lato organo di espan-sione sia dal lato compressore, ove lesezioni di passaggio risultano esseredi dimensioni molto più grandi.

Anche il tempo è fondamentale

A questo punto molti obietterannoche, nella pratica, la vuotatura la si fada dove si può, in quanto normal-mente nei circuiti frigoriferi non sihanno sempre a disposizione due opiù prese di pressione e, nella mag-gioranza dei casi, l’unica presa dipressione che c’è è disponibile sullato di bassa pressione. Quindi già lacondizione di partenza non risultaessere tra le più favorevoli per l’ese-cuzione di un buon vuoto.In tale situazione, ovviamente, non sipuò fare altro che procedere dal latodi bassa pressione, avendo però l’ac-cortezza di utilizzare una buonapompa del vuoto, a doppio stadio,con adeguata portata e con olio benpulito dato che avere olio inquinatoriduce di molto le prestazioni di qual-siasi buona pompa.Inoltre risulta fondamentale il tempo incui si tira il vuoto. Quando si avvia lapompa si vede il vuotometro scenderevelocemente fino a 0 bar per cui si hala sensazione che la vuotatura siaavvenuta in modo completo. Pochiminuti, si spegne la pompa e si proce-de con il resto delle operazioni.Questa è una procedura completa-mente errata in quanto, come giàdetto, l’indicazione fornita dal vuoto-metro è relativa solo al punto in cuiesso esegue la misura, cioè vicino allabocca di aspirazione della pompa. Neipunti più distanti dall’attacco si è benlontani dall’aver aspirato tutti gli incon-densabili presenti.Quindi dedicare all’operazione di vuo-tatura tutto il tempo necessario, dicia-mo che 20-30 minuti sono il minimo dagarantire per i circuiti più piccoli,soprattutto se si esegue il vuoto dallabassa pressione.Impiegare tempi di vuotatura piùbrevi, oltre a comportare inevitabilicattivi funzionamenti dell’impiantouna volta avviato, sicuramente portaal verificarsi di quelle risalite del vuo-tometro, una volta spenta la pompa,che ci pongono sempre nel dilemma“perde o non perde?”

�(continua)

È vietata la riproduzione dei disegni suqualsiasi tipo di supporto.

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Speciale strumentazione necessaria per le aziende

Misure precise del vuotoElevata sicurezza nello svuotamentodi impianti di refrigerazionee climatizzazione

FABIO MASTROMATTEO

Testo

Prima che un impianto di refrigerazione o diclimatizzazione, o anche una pompa di calore,possano essere messi in funzione, ci si deveassicurare che nell’impianto non siano presentiumidità o altre sostanze estranee. A tal fine, un tecnicodella refrigerazione o un altro esperto esegue uncosiddetto svuotamento. Il mercato offre a questoscopo diversi strumenti di misura del vuoto cheforniscono informazioni sul grado di deumidificazione.Il seguente articolo descrive quali strumentiassicurano un livello elevato di sicurezza nellosvuotamento e quali funzioni sono utili e si traduconoin effetti pratici che facilitano il lavoro.

Uno svuotamento affidabile e professionale è una fase dilavoro indispensabile prima della messa in funzione inizialeo successiva di ogni impianto di refrigerazione e climatizza-zione. Con lo svuotamento si rimuovono l’umidità, i gasestranei e le tracce di olio o refrigerante. A tal fine vieneusata una pompa a vuoto che riduce la pressione nell’im-pianto scarico. La riduzione della pressione porta la tempe-ratura di evaporazione dell’umidità o delle sostanze estra-nee al di sotto della temperatura ambiente. Queste posso-no quindi evaporare ed essere prelevate dall’impianto insie-me ad altre sostanze gassose.Per poter monitorare lo svuotamento, è necessario misura-re la pressione assoluta dell’impianto. Tale pressione, e ladurata dello svuotamento, forniscono informazioni sul gradodi deumidificazione dell’impianto. Il processo è spessobasato sull’esperienza e quindi non soggetto a nessunacorrelazione fisica direttamente misurabile. La misura preci-sa della pressione assoluta corrente e un monitoraggio affi-dabile dello svuotamento rivestono tuttavia estrema impor-tanza. Se questo processo viene eseguito in modo incom-pleto o scorretto, l’umidità o le sostanze estranee rimanen-ti nell’impianto potrebbero influenzarne negativamente lacapacità di funzionare alla perfezione. L’olio in particolare,combinato con l’umidità, porta alla formazione di acido, chenel peggiore dei casi può anche danneggiare il compresso-re. Ecco perché molti costruttori di impianti stanno inizian-do a specificare determinate cifre orientative per lo svuota-

mento e a richiedere la documentazione dei rispettivi valoridi misura. Le cifre orientative comprendono di solito unvalore minimo di pressione che deve essere raggiunto e ilperiodo di tempo in cui questo valore deve rimanere stabi-le. La corretta attuazione delle prescrizioni sullo svuota-mento è una condizione essenziale per la concessione diuna garanzia sull’impianto testato.

RISULTATI AFFIDABILI GRAZIE A INFORMAZIONIAGGIUNTIVE

Gli strumenti di misura digitale del vuoto sono usati permisurare con precisione le pressioni minime nel range dipressione negativa. Tuttavia, poiché l’affidabilità e la preci-sione dei risultati di misura dipendono dal rispettivo ambitodi applicazione e dalle condizioni generali presenti, si pos-sono ottenere informazioni molto più affidabili sul correttoavanzamento della procedura di svuotamento se lo stru-mento fornisce a sua volta altre informazioni. Questo com-prende, ad esempio, la visualizzazione della temperatura dievaporazione dell’acqua (TH2O), che dipende dalla rispettivapressione assoluta. A una normale pressione ambiente di1013 mbar (o 760 000 Micron), la temperatura di evapora-zione dell’acqua è notoriamente di 100 °C (212 °F).Se la pressione nell’impianto scende, scende anche la tem-peratura richiesta per l’evaporazione. Affinché lo svuotamen-to abbia successo, la differenza (Delta T, ∆T) tra la tempera-tura ambiente e la temperatura di evaporazione dipendentedalla pressione fisica deve essere pari ad almeno 30 Kelvin.Per tale motivo lo strumento di misura del vuoto mostra suldisplay la rispettiva temperatura di evaporazione dell’acqua ela pressione differenziale ∆T, oltre alla pressione assolutamisurata e alla temperatura ambiente. Ciò assicura che losvuotamento si svolga sempre alla perfezione non appenaviene raggiunto l’intervallo di temperatura raccomandato.Questo tipo di informazioni aggiuntive offre un vantaggio intermini di sicurezza e consente risultati di misura precisi eaffidabili a temperature ambiente e condizioni metereologi-che differenti. Se lo svuotamento ha luogo in ambienti contemperature molto basse – ad esempio in inverno o nelleregioni del nord, ma anche nelle celle frigorifere – le speci-

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fiche dei costruttori o i valori basati sull’esperienza possonodifferire dai parametri effettivi richiesti. Le basse temperatu-re ambiente significano che la pressione assoluta necessa-ria nell’impianto deve essere ridotta di conseguenza o chedeve essere prolungato il tempo di svuotamento. Se non sitiene conto di queste condizioni quadro, l’umidità e lesostanze estranee non vengono completamente rimossedall’impianto, nonostante il rispetto delle specifiche delcostruttore.Se lo strumento di misura ha una funzione di allarme, que-sta può essere di particolare vantaggio. Attivando un valoredi misura della pressione assoluta quale soglia di allarme,qualsiasi violazione sarà immediatamente mostrata suldisplay. Ciò significa che il tecnico responsabile non devemonitorare continuamente i valori di misura in prima perso-na e può eseguire altri lavori sull’impianto durante lo svuo-tamento che, in determinate circostanze, può anche pro-trarsi molto a lungo. Una volta terminato lo svuotamento,uno sguardo al display è sufficiente per confermare che ilprocesso sia stato condotto correttamente.Ai fini di un’ulteriore efficace elaborazione dei dati di misu-ra, il vacuometro in oggetto può essere collegato diretta-mente al manifold digitale (ndr Manometro Digitale) attra-verso un cavo di comunicazione. Ciò permette di salvare,documentare o visualizzare in una misura online i valorimisurati durante lo svuotamento. Inoltre, il tecnico dellarefrigerazione o l’esperto ottiene la prova della corretta ese-cuzione dello svuotamento, che può fornire al proprio clien-te con breve preavviso ai fini dell’accettazione richiestadella garanzia da parte del costruttore. Al tempo stesso

viene meno la necessità di documentare manualmente irisultati di misura, attività ritenuta spesso dispendiosa in ter-mini di tempo. In particolare per gli svuotamenti di lungadurata, come quelli richiesti per gli impianti di refrigerazioneindustriali con un volume particolarmente elevato, unamisura online e il salvataggio e la documentazione elettro-nici dei dati di misura aumentano considerevolmente lasicurezza nel monitoraggio.

INTERPRETAZIONE DELLA RISALITA DEL VUOTO

Durante l’evacuazione dei sistemi a gas refrigerante per l’e-liminazione dell’umidità, si osserva quasi sempre che unavolta spenta la pompa del vuoto ed intercettata, il valore divuoto raggiunto tende a risalire rispetto al valore minimoottenuto con la pompa accesa.Spesso notando la risalita si pensa erroneamente ad unaperdita dell’impianto o tramite i tubi connessi alla strumen-tazione.D’ istinto, per capire se la perdita è nell’impianto o nel siste-ma tubi-strumenti, si intercetta la connessione all’impiantostesso isolando il vuoto solamente nei tubi flessibili e nelvacuometro.Nella quasi totalità dei casi si vedrà il valore delvuoto risalire ancora più velocemente avendo la percezioneche ci sia una perdita nella zona della strumentazione, macosì non è.Infatti, diminuendo il volume della zona di misura del vuotoa pochi cc, anche il minimo degasamento delle tubazioni ingomma o anche delle parti metalliche(anche i metalli assor-bono l’umidità) contenute negli strumenti crea un innalza-

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Per garantire che lo svuotamento sia eseguito correttamente – lo strumento dimisura del vuoto testo 552 – mostra per la prima volta sul display anche larispettiva temperatura di evaporazione dell’acqua e la temperatura differenziale∆T, in aggiunta alla pressione assoluta misurata e alla temperatura di evapora-zione ambiente.

Gli strumenti di misura del vuotodotati di doppio collegamento offro-no un’elevata versatilità nella sceltadel tipo di collegamento tra la tecno-logia di misura e l’impianto di refri-gerazione o di climatizzazione.

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mento di pressione notevole, ma dovuto principalmente alfatto che il volume è ridottissimo.In secondo luogo, per definire una risalita del valore divuoto come una perdita, questa deve essere continua e ret-tilinea(se osservata in forma grafica) mentre se il valorerisale velocemente all’inizio per poi tendere a stabilizzare,siamo sicuramente in una condizione di degasamentosenza perdita e quindi il vuoto deve essere ripetuto perpoter essiccare meglio l’impianto.

Alcuni esempi:Si osservi nel grafico la linea di valore di vuoto.Se in circa 30 minuti(asse x) il valore è risalito da 100 a1500 micron(milliTorr) senza andare ancora in stabilizza-zione, significa che il vuoto è stato troppo breve o troppobasso(valori di pressione più alti), quindi l’impianto contieneancora umidità al suo interno

Esempio 2Si noti la linea del vuoto.In questo caso è stato isolato lo strumento poiché si pen-sava ad una perdita nella strumentazione.Si nota quindi che intercettando il vuoto solo all’interno dellostrumento con un volume quindi ridottissimo, il vuoto risalein maniera repentina e trova una certa stabilizzazione solodopo 1-2 ore. Il rialzo che si nota verso le ore 8 del mattinoè dovuto ad un innalzamento della temperatura(effetto daconsiderare su prove lunghe, qui 48 ore).Effettuando nuovamente il vuoto, la curva una volta spentala pompa riassume la stessa formama rimanendo più bassa,sintomo che è stata ridotta l’umidità all’interno. La risalita è“virtualmente” alta(fino a 8000 micron) solamente per il fattodi avere usato un volume ridottissimo rispetto a quello di un

impianto, errore quindi da evitare nel test dell’attrezzatura.Eventualmente testare l’attrezzatura utilizzando una bom-bola vuota per ottenere un volume adeguato.

Esempio 3Si noti la linea.Effettuando il vuoto in un impianto dove l’umidità è statacompletamente eliminata si noterà che il valore di pressio-ne assoluta sarà molto basso(poche decine di micron),

dopo aver intercettato la pompa si avrà una fisiologica risa-lita del vuoto, ma che tende a stabilizzarsi velocemen-te(pochi minuti) e si attestarà su valori bassi(decine o pochecentinaia di micron).

CONCLUSIONI

In conclusione, si può affermare che uno svuotamento affi-dabile degli impianti di refrigerazione o climatizzazione edelle pompe di calore richiede una tecnologia di misuraaltrettanto affidabile.

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Drop-in, refrigeranti: Miscele direfrigeranti che hanno uncomportamento termodinamicosimile a quello dei refrigeranti CFCche sostituiscono. Dato il divietod’uso dei CFC, per non smantellaregli impianti frigoriferi esistentifunzionanti con tali tipi di refrigeranti(o per non dover apportare onerosemodifiche agli stessi) è possibileutilizzare come fluidi sostitutivi irefrigeranti drop-in, considerate leloro caratteristiche simili a quelle deiCFC, che presentano però un minorimpatto sull’ozono atmosferico.Tuttavia tali refrigeranti non risultanoessere delle soluzioni definitive, inquanto contengono HCFC, il cuibando di utilizzo è previsto entro lafine del 2014.

Ghiaccio secco: Termine utilizzatoper indicare l’anidride carbonicasottoforma solida. Per la suaproduzione, la CO2, chenormalmente si presenta sottoformagassosa, viene prima liquefatta e poisolidificata attraverso un processo diraffreddamento ed espansione cheavviene in appositi impianti. Ilghiaccio secco viene utilizzato per ilraffreddamento veloce di locali oveicoli in assenza di appositi impiantidi refrigerazione.

Indice di prestazione energeticaEP: Esprime il fabbisogno di energiaprimaria globale riferito all’unità disuperficie utile o di volume lordoriscaldato, espresso rispettivamente

in kWh/m2·anno o kWh/m3·anno(Normativa relativa all’efficienzaenergetica degli edifici).

Kelvin: Unità del SistemaInternazionale che permette diesprimere le misure di temperatura.La scala di temperatura kelvinassegna il valore di 273,16 gradi alghiaccio fondente ed il valore di373,16 gradi all’acqua in ebollizionealla pressione atmosferica. Un gradokelvin corrisponde esattamente adun grado centigrado. La scala kelvinè anche detta scala assoluta ditemperatura, in quanto non prevedevalori negativi: non è mai statopossibile, infatti, giungere ad unatemperatura inferiore a 0 gradikelvin, corrispondente a –273,16 °C.Nel campo della refrigerazione e delcondizionamento la scala kelvinviene utilizzata per esprimeredifferenze di temperatura, come adesempio nel caso delsurriscaldamento o delsottoraffreddamento del refrigerante.Ha per simbolo la lettera K.

Miscibilità: Fenomeno che consistenel reciproco mescolamento di dueliquidi fino a formare una singolafase del tutto omogenea. All’internodi un circuito frigorifero olio erefrigerante allo stato liquido simescolano reciprocamente nei varipunti dell’impianto. Tuttavia nonsempre esiste perfetta miscibilità tradue liquidi: in alcuni casi, quindi,refrigerante e olio possono essereanche parzialmente miscibili oaddirittura scarsamente miscibili. È ilcaso, ad esempio, dei refrigerantinon contenenti cloro, come gli HFC,che risultano essere scarsamentemiscibili con gli oli minerali per cui,generalmente, vengono accoppiatiad oli di tipo sintetico. Quando dueliquidi sono scarsamente miscibilisussiste il rischio che essi possanosepararsi in particolari condizioni dipressione e temperatura. In unimpianto frigorifero, ad esempio,questo può succedere incorrispondenza dell’evaporatore,dove le basse temperaturefavoriscono la separazione tra l’olioed il refrigerante con una dupliceconseguenza: l’olio non viene piùtrascinato dal refrigerante verso il

compressore, provocando un calodel suo livello, econtemporaneamente si hal’imbrattamento delle superficiinterne delle tubazioni delloscambiatore ed un generalepeggioramento delle condizioni discambio termico.

R422A:Miscela zeotropa chepresenta uno scorrimento ditemperatura (glide) di circa 3 °C.Essa è composta da 3 refrigeranti eviene utilizzata per sostituire l’R22 inalcune tipologie di impianti dicondizionamento e in quelli direfrigerazione con temperature dievaporazione medio-alte. Icomponenti dell’R422A sono R134a(11,5%), R125 (85,1%) e R600a(3,4%): i primi due sono degli HFC,mentre il terzo è un idrocarburo.Grazie a questo fatto questa miscelapuò essere impiegata anche con oliminerali o alchilbenzenici. Hatemperatura critica di circa 72 °C epressione critica di poco superiore a37 bar assoluti. Non è infiammabileed ha una classificazione disicurezza A1. La carica dell’R422Ava fatta in forma liquida.

SAG: Self Alarming Gas (gas ingrado di allarmare da solo).Terminologia con la quale si indicanoquei fluidi frigoriferi che, dato il loroodore, vengono individuatiimmediatamente in caso di fughedall’impianto. Tra di essi si annoveral’ammoniaca, che si caratterizza peril suo odore acre e pungente,facilmente percepibile in caso diperdite.

Telegestione: Attività che consentedi intervenire a distanza nellamodifica delle regolazionielettroniche di un impianto frigoriferocosì da ripristinare o re-impostare lecondizioni di lavoro desiderate.Come per la telesorveglianza, per latelegestione è necessario che idispositivi elettronici di regolazionesiano collegati telematicamente adun computer, dal quale è possibileinviare le opportune istruzionioperative.

(Parte centoventottesima)

A cura dell’ing.PIERFRANCESCO FANTONI

E’ severamente vietato riprodurre anche parzial-mente il presente glossario.

GLOSSARIODEITERMINIDELLAREFRIGERAZIONEE DELCONDIZIONAMENTO

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