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8/13/2019 Origine Evoluzione Dell'Uomo
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Origine ed evoluzione delluomo
Dispensa del corso di Preistoria modulo A a.a. 2008-2009
prof. RAFFAELE CARLO DE MARINIS
UNIVERSIT DEGLI STUDI DI MILANO
Dipartimento di Scienze dellAntichit
Sezione di Archeologia
Via Festa del Perdono 7
I 20122 Milano
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Indice
1. Dal mito alla scienza: dai miti delle origini allevoluzionismo darwiniano e alla nascita
dellarcheologia preistorica
1.1 LAntichit 6
1.2 Dal Medioevo allet moderna . . . . . . . . . . . . . . .12
1.3 Le scienze naturali nellet dei Lumi . . . . . . . . . . . . . .22
1.4 Due nuove discipline scientifiche: la paleontologia e la geologia 26
1.5 Il trasformismo di Lamarck . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 31
1.6 Darwin e la teoria dellevoluzione . . . . . . . . . . . . . . . 33
1.7 Il posto delluomo nella natura . . . . 42
1.8 La dimostrazione dellalta antichit delluomo e la nascita dellarcheologia preistorica . . .
. . . . . . . . . . . . 48
1.9 Darwin affronta il tema dellorigine delluomo . . . . . .. . . 52
1.10 Levoluzionismo dopo Darwin . . . . .. . . 54
1.11 Darwinismo e creazionismo ..57
2. La Paleontologia umana
2.1 Metodi di datazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 69
2.2 I fenomeni glaciali e interglaciali 77
2.3 Classificazione zoologica delluomo . . . . . . . . . . . . . . . 79
2.4 Gli sviluppi della paleontologia umana da Darwin ad oggi . . . 802.5 Il falso di Piltdown 82
2.6 Genetisti contro paleoantropologi .. 85
2.7 Qualche nozione di anatomia comparata traApese Uomo . . . . . . . 89
2.8 Le strutture antropologiche fondamentali: il gesto e la parola 92
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3. Dai primi Ominidi al genere Homo
3.1 I primi Ominidi . . . . . . . . . . 99
3.2 LAustralopithecus afarensis. . . . . . . . . . . . . . . . .104
3.3 Altre specie di Australopiteci . . . . . . . . . . . . . . . .. 111
3.4 LAustralopithecus africanus. . . . . . . . . . . . . . . . 112
3.5 Il significato evolutivo della bipedia . . . . . . . . . . .120
3.6 Gli Ominidi si adattano a un nuovo habitat: la savana . . 124
3.7Australopithecus / Homo habilis. . . . . . . . . . . . . . .128
4. LHomo erectus
4.1 Dmanisi.135
4.2Homo ergasterovvero i pi antichiHomo erectusafricani . . . 1384.3 LHomo erectusdellisola di Giava . . . . . . . . . . . 141
4.4 LHomo erectusin Cina . . . . . . . . . . . . . . . . . 155
4.5 LHomo erectusin Europa .160
4.6 Il significato evolutivo dellHomo erectus. . . . . . . . . . . 163
4.7 Il comportamento culturale dei pi antichi membri del genereHomo. . 167
5. Luomo diventa cacciatore
5.1 LHomo rhodesiensis 174
5.2 LHomo heidelbergensis .176
5.3 Luomo diventa cacciatore . . . . . . . . . . . . 181
6. Luomo di Neandertal
6.1 Un po di storia . . . . . . . . . . .. . . . . . . . . . . . . . 187
6.2 Le caratteristiche delluomo di Neandertal . . . . . . . . . . 191
6.3 Indici di umanit per i Neandertaliani. . . . . . . . . . . . . 195
7. Lorigine delluomo anatomicamente modernoe lestinzione delluomo di Neandertal
...200
8. Le radici del comportamento morale: salto ontologico o continuit evolutiva?
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Abbreviazioni .218
Abbreviazioni bibliografiche
Riferimenti Bibliografici
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"alla ricerca di legami profondil'uomo stato considerato sotto l'aspetto zoologico
della sua natura. Ne risultato che l'uomo zoologico non continuava solo ad avere in
comune con gli altri mammiferi l'organizzazione propria agli animali a sangue caldo,
ma che i suoi comportamenti, con l'umanizzazione, restavano identici a quelli di un
mammifero sociale, onnivoro, per il quale i condizionamenti derivanti dal territorio,
dalla ricerca del cibo e dalla riproduzione continuavano a essere concepibili e
interpretabili in termini zoologici. Un simile atteggiamento che pu essere
indifferentemente considerato lapalissiano o pieno di un "bestialismo" eccessivo,
sembra giustificarsi per due ragioni. La prima che nel corso della evoluzione umana,soprattutto dopo la scrittura, si formata una immagine non materializzata,
indispensabile allo sviluppo spirituale e al progresso, ma che, in particolare nelle
scienze umane, ha fatto s che l'uomo perdesse qualsiasi legame con il vasto mondo.
Sull'esempio dell'antenato scimmia ci siamo sforzati di dimostrare a prezzo di quali
difficolt l'immagine reale dell'antenato umano fosse emersa nell'ultimo secolo. La
seconda ragione che la distanza a cui si giunti oggi fra l'uomo che tende a divenire
l'unico mammifero terrestre di qualche importanza numerica e il resto del globo rende
necessaria una presa di coscienza di quello che realmente l'homo sapiens, nato al
tempo delle steppe per la caccia al cavallo selvatico e adattatosi a poco a poco alla
locomozione seduta in un'atmosfera di petrolio bruciato. La paleontologia umana e la
preistoria, che destano curiosit per motivi che vanno molto al di l del punto di vista
scientifico, assumono il valore di scienze applicate quando si arriva alla constatazione
che tutta l'ascesa delle civilt si realizzata con quello stesso uomo fisico e intellettuale
che faceva la posta al mammut e che la nostra cultura elettronica, che ha appena
cinquant'anni, si regge su un apparato fisiologico che risale invece a quarantamila anni
fa. Se c' motivo di avere fiducia nelle possibilit di adattamento, tuttavia la distorsione
esiste ed evidente la contraddizione fra una civilt dai poteri quasi illimitati e un
civilizzatore la cui aggressivit rimasta immutata dal tempo in cui uccidere la renna
significava sopravvivere." (A. Leroi-Gourhan,Il gesto e la parola, pp. 463-464).
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CAPITOLO 1
Dal mito alla scienza: dai miti delle origini allevoluzionismodarwiniano e alla nascita dellarcheologia preistorica
1.1 LAntichit
Il bisogno di trovare una risposta alle domande sullorigine dellumanit e del mondo, nonch
sul senso e lo scopo dellesistenza, ha certamente assillato la mente umana fin dai tempi pi
remoti, da quando esiste l'uomo dotato di linguaggio articolato, autocoscienza e capacit
cognitive razionali. Anche i popoli senza scrittura, le cd. popolazioni di interesse etnografico,
con cui gli Europei vennero in contatto nelle Americhe, in Africa, nell'Asia settentrionale, in
Australia e in Oceania, avevano elaborato sistemi di spiegazione del mondo che li circondava1
, avevano concepito miti della creazione e delle origini, cosmogonie, miti escatologici,
religioni. I cacciatori e raccoglitori del Paleolitico Superiore, vissuti tra 35000 e 10000 anni
fa, hanno lasciato traccia del proprio pensiero religioso nell'arte parietale, che Andr Leroi-
Gourhan ha interpretato come "mitogramma", un insieme strutturato di simboli che
esprimevano una visione e descrizione del mondo. Ma soltanto a partire dal momento in cui
sorgono civilt urbane complesse, dotate di scrittura, abbiamo la possibilit di conoscere
direttamente i pensieri che gli uomini avevano elaborato su temi quali l'origine del cosmo,
della natura e della stessa umanit. Lo strumento con cui gli uomini della preistoria e delle pi
antiche civilt hanno cercato di rispondere alle domande che essi si ponevano di fronte ai
grandi fenomeni della natura o agli interrogativi sul significato della vita e della morte,sullorigine del mondo e della societ, stato e non poteva essere altrimenti - quello del
mito, un racconto costruito con immaginazione e fantasia, che non intende ricostruire
avvenimenti storici, ma offrire una spiegazione di ordine filosofico ed etico2. La verit del
1A.LEROI-GOURHAN,Le fil du temps. Ethnologie et Prhistoire , Paris 1983 (Fayard), p. 292 sgg.
2Per una rassegna esemplificativa di miti delle origini e cosmogonie cfr. Origine ed evoluzione dell'Uomo, a c. di HENRY
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mito, quindi, non di carattere storico e scientifico. Il pensiero speculativo e filosofico dei
popoli senza scrittura e delle pi antiche civilt, come quella egizia o quelle mesopotamiche,
un pensiero mitopoieico. Soltanto nel corso del VI secolo a.C. nellambiente ricco di fermenti
culturali della Jonia greca cominci a maturare una nuova visione razionale del mondo,
nacquero allora la filosofia, la storiografia e la scienza. La liberazione del pensiero dai lacci
del mito fu un processo lento e faticoso. La storiografia antica ha per oggetto un passato molto
recente, del quale sono rimaste testimonianze scritte o del quale gli stessi storici sono stati
spettatori. Quando gli storici antichi affrontano il tema delle origini o delle epoche pi remote
della loro stessa storia non possono far altro che utilizzare come fonti i miti, le leggende, le
tradizioni, a volte cercando di razionalizzarle e sistemarle criticamente. Io scrivo queste cose
come a me sembrano vere, poich molte e ridicole, come a me appaiono, sono le tradizioni dei
Greci, cos Ecateo verso il 500 a.C.3.Pur essendo archaiologhia una parola greca che significa scienza dellantico, gli antichi
non hanno mai fatto opera di archeologia nel senso moderno del termine, vale a dire non
hanno mai interrogato gli archivi storici sepolti sotto terra per ricostruire il passato, anche
quello pi remoto.
Il problema dell'origine dell'umanit e della sua cultura non fu oggetto di studi e di specifiche
ricerche scientifiche, ma fin dall'Antichit si possono rintracciare due concezioni
fondamentali che cercano di dare risposta a questi interrogativi.
La prima quella di una decadenza della societ o di una caduta dell'uomo, decadenza
rispetto a una felice et dell'oro, ormai tramontata per sempre (Esiodo, Le opere e i giorni,
106 sgg.), o caduta da una condizione originaria di bont e di innocenza. Secondo il racconto
della Genesi l'uomo, collocato da Dio nel paradiso terrestre, decaduto prestando ascolto alle
tentazioni del serpente. Nella Genesi confluiscono due storie sacre, una pi antica, detta il
racconto dello Yahvista, l'altra pi recente, detta il documento sacerdotale. Soltanto lo
Yahvista narra la storia del paradiso e del peccato originale, che il documento sacerdotale
sembra ignorare4.
Naturalmente gli avvenimenti che sono raccontati non hanno alcun carattere storico, si tratta
DE LUMLEY, ediz. italiana a c. di G.GIACOBINI, Milano 1985, p. 21 sgg.
3Ecateo, Storie, Proemio (fr. 1).
4J.BOTTERO,Naissance de dieu. La Bible et l'historien, Paris (Gallimard), 1986, p. 155 sgg.
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di un mito che ha lo scopo di rispondere a una inquietante domanda: unde malum, qual
l'origine del male? La propensione al male connaturata nell'uomo fin dalla sua creazione o
l'uomo, creato buono, diventato malvagio? Secondo la Genesi Dio cre l'uomo al sesto
giorno, modellandolo con creta tratta dalla terra, inspirandogli poi nelle narici il soffio della
vita, di modo che l'uomo divenne un essere vivente; quindi lo pose in Eden, una terra
pianeggiante e verdeggiante ricca di ogni genere di alberi, belli da vedere e buoni da
mangiare, fra cui l'albero della vita e l'albero della conoscenza del bene e del male. Dio
impart al primo uomo, Adamo, l'ordine di non mangiare il frutto dell'albero della conoscenza.
In seguito, mentre Adamo era immerso in un sonno profondo, Dio cre dalla sua costola la
prima donna, Eva. Fu Eva a farsi indurre dal serpente, simbolo di Satana, a mangiare il frutto
dell'albero proibito e lo fece mangiare anche ad Adamo. Dal quel momento Adamo ed Eva
persero la loro condizione originaria di innocenza e di santit. Dio li cacci dal paradiso e gliuomini furono condannati a vivere del faticoso lavoro dei campi e a sopportare innumerevoli
sofferenze.
In questo racconto bisogna distillare dallinvolucro letterario il contenuto dottrinario: il dolore
e la morte sono conseguenza della disobbedienza a Dio.
Il racconto biblico, che tanta importanza avr nella storia della cultura occidentale, per alcuni
aspetti affonda le sue radici nelle letterature mesopotamiche, in particolare in quella sumerica,
la pi antica di tutte. Nel racconto epico "Enmerkar e il Signore di Aratta" un passo di una
ventina di versi descrive una mitica et dell'oro, quando tutti gli uomini parlavano una sola
lingua e vivevano in pace e senza pericoli, fino a quando il dio Enki con un malefizio fece
cadere l'uomo da quello stato di grazia, suscitando guerre e conflitti. In un altro poema
sumerico, "Enki e Ninhursag", viene descritto un paese puro, pulito e splendente, in cui non si
conoscono la malattia e la morte, il paese di Dilmun. Il dio Enki ordina a Utu, il dio sole, di
far sgorgare dalla terra l'acqua e di irrigare il paese, che si trasforma in un giardino
lussureggiante. Il paese di Dilmun forse all'origine della concezione ebraica dell'Eden, il
paradiso terrestre. Lo stesso poema sumerico getta luce sulla creazione di Eva dalla costola di
Adamo. In ebraico Hawwah (Eva) significa "colei che fa vivere". Nel poema sumerico Enki si
ammala e una delle parti ammalate la costola. Ninhursag crea una dea che guarisce la
costola di Enki, Nin-ti, la "signora della costola", che significa anche "la signora che fa
vivere", poich ti in sumerico ha il significato tanto di costola, quanto di far vivere. In ebraico
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il bisticcio letterario perde significato, ma il fatto che nel racconto dello Yahvista la prima
donna, "colei che fa vivere", nasca dalla costola di Adamo, un indizio che rivela la
conoscenza della mitologia sumerica5.
Anche la concezione di una duplice natura dell'uomo, formato dall'argilla, e perci
miserabile e caduco, e da qualcosa di divino, dunque superiore a tutti gli altri esseri viventi,
trova alcuni riscontri nella letteratura sumerica. La dea Nintu mescola all'argilla la carne e il
sangue di un dio per far nascere l'uomo6. Per quanto riguarda il racconto del "peccato
originale" possibile che lo Yahvista abbia utilizzato una storia pre-esistente, ma un vero
parallelo nelle letterature mesopotamiche non ancora stato rintracciato.
L'idea della decadenza dell'umanit presente anche nell'antica Grecia. Ne "Le opere e i
giorni" Esiodo (VII secolo a.C.) racconta il mito delle diverse et dell'uomo. Nell'et dell'oro
"gli uomini vivevano come dei, avendo il cuore tranquillo, liberi da fatiche e da sventure, nincombeva la miseranda vecchiaiala fertile terra dava spontaneamente numerosi e
abbondanti frutti" (vv. 106-126). Nella successiva et dell'argento visse una seconda
generazione di uomini che non veneravano gli Dei, "peggiore e per nulla simile sia
nell'aspetto che nell'animo" a quella precedente (vv. 127-142). Nella terza et, l'et del
bronzo, gli uomini erano violenti e terribili, in perpetua guerra (vv. 143-155). La quarta
generazione di uomini, "pi giusta e divina", fu quella dell'et degli eroi, che combatterono a
Tebe e a Troia. Infine, venne l'et del ferro, per Esiodo la peggiore di tutte: "mai io avrei
voluto trovarmi con la quinta stirpe di uomini: meglio prima morire o essere nato prima.
di giorno non cessano mai la fatica e l'inganno...." (vv. 174-201).
Una diversa concezione sulle origini e il passato delluomo quella secondo cui la societ
umana si sarebbe perfezionata a poco a poco grazie a sempre nuove scoperte e invenzioni.
L'idea del progressivo sviluppo culturale dell'umanit, implicita anche in alcuni miti come
quello di Prometeo, l'eroe civilizzatore - a questo proposito si vedano Esiodo ed Eschilo - si
rintraccia nelle riflessioni di storici come Tucidide e Senofonte e di filosofi come Aristotele e
soprattutto Epicuro (341-270 a.C.).
5Per tutti i riferimenti alla letteratura sumerica citati cfr. S.N.KRAMER,I Sumeri agli esordi della storia, Milano 1958, inparticolare p. 138 sgg.
6J.BOTTERO,Naissance de Dieucit., p. 214.
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Le concezioni epicuree troveranno espressione poetica in Lucrezio (98-54 a.C.), autore del de
rerum natura, che contiene in nuce la periodizzazione della storia umana in et della pietra,
del bronzo e del ferro (cfr. vv. 951 e sgg., 1280 e sgg.). I primi uomini - scrive Lucrezio -
erano di una razza pi dura, con ossa pi robuste e pi grandi, capaci di sopportare
maggiormente il freddo e il caldo, vivevano dei prodotti spontanei della natura, davano la
caccia agli animali usando clave di legno o lanciando sassi con le fionde, vagavano nudi, non
avevano leggi. In seguito scoprirono il fuoco, cominciarono a vestirsi di pelli animali,
scoprirono l'agricoltura, costruirono capanne e adottarono l'istituto della famiglia. Nacque la
religione, si costruirono altari e templi, sorsero citt e sovrani, fece la sua comparsa anche la
guerra. Gli uomini scoprirono dapprima l'oro e il bronzo e soltanto in un secondo tempo il
ferro:
Arma antiqua manus ungues dentesque fueruntet lapides et item silvarum fragmina rami
et flamma atque ignes, post quam sunt cognita primum.
Posterius ferri vis est aerisque reperta.
Et prior aeris erat quam ferri cognitus usus,
quo facilis magis est natura et copia maior.(libro V, vv. 1283-1288).
(Le prime armi furono le mani, le unghie e i denti,
le pietre e parimenti pezzi di rami degli alberi,
e le fiamme e il fuoco, dopo che furono scoperti.
In seguito fu scoperta la forza del ferro e del bronzo.
Luso del bronzo fu appreso prima di quello del ferro,
la cui natura pi duttile e di maggiore abbondanza).
Un'identica concezione, esposta forse con chiarezza ancora maggiore, si trova in Cina
nell'opera di Yan K'ang's (52 d.C.), che la attribuisce a Feng Hu Tzu, filosofo vissuto
qualche secolo prima, all'epoca della dinastia dei Chou orientali (770-221 a.C.):
"Nell'et di Hsan Yan, Shen Nung e Ho Hs, armi e strumenti erano fatti di pietra per
tagliare gli alberi e costruire le case e venivano seppellite con i morti
Nell'et di Huang Ti le armi e gli strumenti erano fatti di giada per tagliare alberi, costruire
case e scavare il terreno e venivano seppellite con i morti;
Nell'et di Y armi e strumenti erano fatti di bronzo per costruire canali e case
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Nell'epoca attuale armi e strumenti sono fatti di ferro."7.
Ma n in Grecia n a Roma e neppure in Cina si giunse mai a fare vera e propria opera di
ricerca archeologica8. Le nozioni intorno al passato pi remoto dell'umanit derivavano dalla
sopravvivenza di tradizioni di et precedenti, da intuizioni filosofiche e dal confronto con i
popoli barbari contemporanei. Per es., Tucidide ritiene che i Greci dei tempi pi antichi
avessero un grado di civilt paragonabile a quello dei barbari suoi contemporanei (Guerra del
Peloponneso, I, 6). Ebbe invece un certo sviluppo presso i Greci e i Romani l'etnografia:
Erodoto descrisse le trib degli Sciti e degli Etiopi, notando che questi ultimi usavano ancora
armi di pietra; Diodoro Siculo descrisse i trogloditi del golfo arabico; Cesare e Tacito i modi
di vita, gli usi e i costumi delle popolazioni galliche e germaniche.
La nozione che nell' et degli eroi, vale a dire all'epoca della civilt micenea (II millennio
a.C.), non si conoscesse ancora il ferro era diffusa nel mondo antico e traeva spunto, oltre chedai poemi omerici, in cui gli eroi combattono esclusivamente con armi di bronzo, anche da
occasionali scoperte archeologiche, come, per es., nel 476-475 a.C. l'apertura della presunta
tomba di Teseo nell'isola di Sciro, da parte di Cimone in ossequio alle prescrizioni
dell'oracolo di Delfi: la tomba fu identificata in un piccolo tumulo che racchiudeva un corpo
di grandi dimensioni e si pot constatare che la spada e la lancia erano di bronzo e non di ferro
(Plutarco, Vita di Teseo, 36).
D'altro canto, gi presso i Romani non si conosceva pi l'esatto significato delle punte di
freccia in selce scheggiata e delle asce di pietra verde levigata, e si pensava che fossero il
prodotto della caduta dei fulmini: per questo motivo venivano denominate ceraunia, che
significa pietre del fulmine (dal gr. kerauns). Utilizzate spesso come amuleti, veniva loro
attribuito un valore magico e terapeutico (Plinio,Naturalis historia, libri xxxiii e xxxvii)9.
.
7 K.CHANG, The archaeology of Ancient China, New Haven, Ct., 1968, p. 1 ss.
8 E.D.PHILLIPS, The Greek vision of prehistory, inAntiquity, xxxviii, 1964, pp. 171-178.
9Gli studi pi importanti sui ceraunia nell'antichit e in rapporto alle superstizioni medievali e alle credenze popolari,sono: E.CARTAILHAC,L'ge de la pierre dans les souvenirs et les superstitions populaires, Parigi l877; ID.,La Franceprhistorique, ivi 1889; T.HAMY,Matriaux pour servir l'histoire de l 'archologie prhistorique , i,Le mmoire deMahudel sur les pierres de foudre, 1737, inRevue archologique, iv serie, vii, 1906, pp. 239-259; CH.S.BLINKENBERG,The thunderweapon in religion and folklore, a study in comparative archaeology, Cambridge 1911.
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1.2 Dal Medioevo allet moderna
Con la fine del mondo antico e la perdita di una buona parte del suo patrimonio letterario,
storico, scientifico e artistico, i testi sacri giudaico-cristiani diventarono la fonte pressoch
esclusiva per conoscere il passato degli uomini. Durante il Medioevo il pensiero storico si
cristallizz intorno al racconto biblico inteso in senso letterale, cio si riteneva - e molti lo
ritengono ancora oggi, ma questa interpretazione letterale non costituisce un dogma di fede -
che i fatti, gli avvenimenti e i personaggi del Pentateuco, fossero storicamente veri. Come
conseguenza la questione delle origini umane si ridusse a una questione di cronologia biblica,
sulla quale esistevano valutazioni disparate. Dai primi padri della Chiesa fino a Lutero si
fornirono computi differenti, ma alla fine si realizz un consenso sulla cifra di circa 6000
anni, che ebbe larga diffusione. In As you like it (Cos se vi pare), commedia scritta da
Shakespeare nel 1600, nellatto IV, scena I, 82, Rosalinda dice:
No, faith, die by attorney. The poor world is almost six thousand years
old, and in all this time there was not any man died in his own person, videlicet,
in a love-cause
(No, per carit, morite per procura. Questo povero mondo vecchio
per lo meno di seimila anni e in tutto questo tempo non c stato nessuno che sia morto in
persona, videlicet, per causa damore).
James Ussher (1581-1656), arcivescovo di Armagh, in un'opera pubblicata postuma nel 1658,Gli Annali del mondo dalle origini dei tempi . fino alla dispersione degli Ebrei, stabil che
la creazione del mondo da parte di Dio era avvenuta nel 4004 a.C. Poco dopo il vice-
cancelliere dell'universit di Cambridge, John Lightfoot, stabil anche la stagione e il giorno
preciso della creazione, il 23 ottobre del 4004 a.C. alle nove del mattino, mentre l'uomo era
stato creato venerd 28 ottobre 4004 a.C.10, giorno, mese e ora coincidevano con la data di
inizio dellanno accademico! Questa cronologia continu a essere sostenuta dalle varie chiese
cristiane per tutto il XVIII e XIX secolo, ma era destinata a entrare in conflitto con i progressi
compiuti dalle scienze naturali.
Il problema del passato pi remoto dell'umanit torn ad affacciarsi nella cultura europea
con la scoperta dell'America e le grandi esplorazioni e navigazioni dell'et moderna, che
10G.DANIEL, The Idea of Prehistorycit., p. 12 sgg.
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misero gli Europei in contatto con nuovi mondi e con popolazioni cos diverse da quelle della
civile Europa da essere definite selvagge. Nello stesso tempo cominciarono a svilupparsi
le scienze naturali, in particolare quelle della terra.
La scoperta di una nuova umanit, gli abitanti delle Indie occidentali, poneva problemi non
facili da risolvere. Gli Amerindi erano veri uomini o creature brute pi simili agli animali? E
se erano veri uomini, discendevano anchessi da Adamo? La Chiesa risolse in breve tempo il
dilemma, con la bolla papale Sublimis Deus emanata il 2 giugno 1537 dal pontefice Paolo
III. Veniva affermato che gli Indios erano veri uomini, capaci quindi di ricevere la fede
cristiana, e il fatto di ignorare la religione cattolica non poteva essere addotto a pretesto per
ridurli in schiavit e privarli dei loro beni. Questa chiara presa di posizione non ebbe alcun
effetto pratico, la conquista del Nuovo Mondo fu segnata dal genocidio sistematico e dalla
distruzione di intere civilt11.Nonostante il riconoscimento della piena appartenenza degli Amerindi al genere umano, la
conciliazione della scoperta di nuove popolazioni con i testi sacri si rivel tuttaltro che
semplice. Non un caso che comparvero opere che negavano lunit del genere umano.
Prendendo lo spunto da un difficile passo di Paolo, Epistola ai Romani (5, 12-14)12 e dal
racconto della Genesi, Isaac de la Peyrre (1596-1676), in unopera dal titolo Praeadamitae,
pubblicata anonima ad Amsterdam nel 165513, sostenne la tesi che erano esistiti uomini prima
di Adamo e che il racconto biblico riguardava soltanto la storia degli Ebrei, ma non quella di
tutta lumanit. Infatti, dopo luccisione di Abele, Caino prese in moglie una donna che non
era sua sorella, e fond una citt. Da dove proveniva la moglie di Caino? E la fondazione di
una citt non implica forse lesistenza di abitanti? Quindi Adamo sarebbe lantenato soltanto
11A questo proposito lopera pi famosa che documenta gli orrori perpretati dai civilissimi Europei neiconfronti delle selvagge popolazioni indigene quella di fra BARTOLOMEO DE LAS CASAS,ApologticaHistoria, scirtta tra il 1552 e il 1561, ma pubblicata integralmente per la prima volta nel 1906 a Madrid; trad.italianaLa leggenda nera. Storia proibita degli spagnoli nel Nuovo Mondo, Feltrinelli, Milano 1959, traduzionee introduzione di Alberto Pincherle (Moravia).
12Riportiamo i passi in questione: 12. Il peccato entrato nel mondo a causa di un solo uomo, Adamo. E ilpeccato ha portato con s la morte. Di conseguenza la morte passa su tutti gli uomini perch tutti hanno peccato.13. Prima della legge di Mos, cera gi il peccato nel mondo. Ma dove non c Legge non si dovrebbe neppuretener conto del peccato. 14. Eppure da Adamo fino a Mos la morte ha sempre dominato gli uomini, anche quelliche non avevano disubbidito come Adamo a un ordine di Dio. Il corsivo nostro.
13Lopera in latino, ma gi nel 1656 fu tradotta in inglese con il titolo Men before Adam.
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degli Ebrei, ma non dellintera umanit. La supposizione dellesistenza dei Pre-Adamiti
conferiva alla storia una nuova profondit temporale, ma lopera suscit la reazione delle
autorit ecclesiastiche e fu pubblicamente bruciata a Parigi nel 1656, La Peyrre arrestato e,
imprigionato in Olanda14, pens bene di ritrattare e poi di convertirsi dal protestantesimo al
cattolicesimo15.
La scoperta dellAmerica e i grandi viaggi di esplorazione e di circumnavigazione del globo
diedero il via alla nascita delletnografia e dellantropologia. Losservazione delle tecniche di
fabbricazione di manufatti in pietra scheggiata e in pietra levigata presso le popolazioni cd.
primitive favor la comprensione del significato di tutta una serie di reperti che in Europa
venivano scoperti casualmente e le discussioni su ceraunia e glossopetra (queste ultime
erano punte di freccia di selce, che venivano ritenute denti fossili di squali o lingue di serpentipietrificate) ebbero particolare importanza per la nascita dell'archeologia preistorica16.
Michele Mercati (1541-1593), direttore dell'orto botanico vaticano, fu il primo a sostenere
che le selci scheggiate e le asce di pietra levigata, che si scoprivano cos frequentemente nei
campi in seguito ai lavori agricoli, erano prodotti dell'attivit umana, risalenti a popolazioni
primitive ancora ignare dell'uso del metallo. Purtroppo, la sua opera, un catalogo delle
collezioni di minerali, fossili, oggetti archeologici ed etnografici del papa Clemente VIII, fu
pubblicata molto tempo dopo la sua morte (Metallotheca, Roma 1717). Parlando dei
"ceraunia" Mercati afferma che intorno alla loro natura circolavano due opinioni, la prima,
che era anche la pi diffusa, sosteneva che queste pietre fossero state prodotte dal fulmine, la
seconda, sostenuta dagli storici, riteneva che si trattasse di manufatti prodotti dalluomo per
percussione delle selci, quando ancora non si conosceva luso del ferro.
14I Paesi Bassi erano allepoca sotto il dominio della cattolica Spagna.
15Su Isaac de la Peyrre cfr. R.H.POPKIN,Isaac La Peyrre (1596-1676) : His Life, Work and Influence , Brill,1987; P.C.ALMOND,Adam and Eve in Seventeenth Century Thought, CUP, Cambridge 1999. Lopera di LaPeyrre stata recentemente tradotta in italiano con il titolo I preadamiti, a c. di G.LUCCHESINIe P.TOTARO,Quodlibet, 2004.
16La storia della nascita dell'archeologia preistorica pu essere seguita attraverso i lavori di A.LAMING-EMPERAIRE, Origines de l'archologie prhistorique en France, Parigi 1964; G.DANIEL, 150 years ofarchaelogy, London, 1950; ID., The Idea of Prehistory, London 1962, trad. italiana Firenze 1968; ID., Theorigins and growth of archaeology, Harmondsworth 1967; ID.,A hundred and fifty years of archaelogy, London1975; ID.,A short history of Archaeology, London 1981, trad. italiana Storia dell'archeologia, Milano 1982; O.KLINDT-JENSEN, A history of Scandinavian archaeology, Londra 1975.
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I ceraunia sono frequenti in Italia. Vengono comunemente chiamati frecce. Sono tagliati in
una selce sottile e dura a forma di punta triangolare. Vi sono due opinioni intorno ad essi. La
maggior parte delle persone crede che siano prodotti dal fulmine. Al contrario, gli storici di
professione ritengono che prima delluso del ferro i ceraunia venissero prodotti scheggiando
la selce molto dura per scopi militari. In effetti, i pi antichi uomini utilizzavano come coltelli
delle schegge di selce. (Michele Mercati,Metallotheca, XII, cap. 16).
Mercati cercava poi di conciliare i dati della Bibbia con quelli dell'antiquaria e
dell'etnografia. Secondo la Bibbia lo scopritore del ferro fu Tubalcain, appartenente alla
settima generazione dopo Adamo, ma anteriore al diluvio universale. Mercati formul
l'ipotesi che la conoscenza del ferro dopo il diluvio fosse rimasta appannaggio di una cerchia
ristretta di uomini e che invece le popolazioni che con le loro migrazioni ripopolarono la terra
dopo il diluvio avessero perduto questa conoscenza e fossero ritornate all'uso di armi estrumenti di pietra. Stranamente, mentre Mercati riconobbe la vera natura delle cuspidi di
freccia in selce, per quanto riguarda le asce di pietra levigata non si discost dall'opinione
tradizionale che si trattasse di pietre cadute dal cielo insieme ai fulmini.
Il naturalista bolognese Ulisse Aldrovandi (1522-1607), grande botanico e mineralologo,
nonostante il fatto che raffigurasse strumenti di pietra degli Indiani d'America e istituisse un
paragone tra gli strumenti e le armi delle popolazioni selvagge e i ceraunia, rimase fermo
all'idea che le punte di freccia in selce fossero prodotte dai fulmini (Musaeum metallicum,
Bologna 1648).
Ma ormai un numero sempre maggiore di antiquari confrontava i "ceraunia" con i manufatti
degli Indiani d'America. Nel corso del Seicento e del Settecento si diffuse, specie in
Inghilterra, Francia, Germania e ancor pi nei paesi nordici, il gusto per il collezionismo e si
formarono, presso antiquari, nobili e sovrani, numerose raccolte o gabinetti di curiosit, tra
i quali un posto di rilievo era occupato dagli oggetti archeologici provenienti dalle scoperte
occasionali. Accanto alla figura dello storico tradizionale comparve cos quella
dell'antiquario, mentre di tanto in tanto venivano effettuati veri e propri scavi, come, per es,
nel 1685 quello di una tomba dolmenica a Cocherel nel dipartimento dellEure (Francia), che
port al rinvenimento di asce di pietra levigata, fra cui una di giadeite.
Il secolo XVIII ricco di descrizioni di scoperte di sepolture pagane (cos era denominato
tutto ci che risaliva a epoca anteriore alla diffusione del cristianesimo) nell'Europa centrale:
in particolare si trattava di tombe rnegalitiche e di necropoli di campi di urne.
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L'idea che le "pietre del fulmine" fossero in realt opera dell'uomo e che le antiche
popolazioni europee fossero vissute in condizioni simili a quelle dei selvaggi contemporanei,
sostenuta con grande chiarezza da Antoine de Jussieu (De l'origine et des usages de la
pierre de foudre, Parigi 1723). All'Accademia Reale delle Scienze de Jussieu present
un'ascia di pietra levigata proveniente dai Caraibi e un'altra ascia e tre punte di freccia
provenienti dal Canada e le confront con le "pietre del fulmine" della collezione reale,
dimostrando che si trattava di manufatti prodotti dall'uomo. questo il primo esempio
dell'utilizzo dell'etnografia per la comprensione del significato dei resti archeologici
preistorici. De Jussieu si spinse ancora pi avanti. Poich nella maggior parte dei paesi in cui
si rinvengono le pietre del fulmine, non vi sono cave o ciottoli che possano essere stati
utilizzati per fabbricarle in loco, bisogna ritenere che uomini provenienti da regioni in cui si
trovava la materia prima venissero a scambiarle con altri prodotti ed lo stesso fenomeno chesi poteva osservare presso le popolazione selvagge delle Americhe.
Larga eco ebbe l'opera del missionario gesuita J.F. Lafitau, Moeurs des sauvages
amriquains, compares aux moeurs des premiers temps, Parigi 1724, 2 voll., lodata da
Voltaire. Il padre Lafitau metteva a confronto le notizie tramandate dall'Antichit sulle
popolazioni barbare e i fatti che erano stati osservati presso le contemporanee popolazioni
"selvagge" del Nuovo Mondo.
Anche G.L. Buffon nellopera Les poques de la nature, Parigi 1778, afferma che le pietre
ritenute un tempo cadute dalle nuvole e generate dal fulmine altro non sono che i primi
monumenti dell'arte dell'uomo allo stato di natura.
L'idea che lo stato di natura rappresentasse una condizione originaria e un tempo comune a
tutta l'umanit ampiamente diffusa nel pensiero settecentesco insieme al mito del buon
selvaggio. Di un mito, infatti, si tratta, anche se senza dubbio vero che la maggior parte
delle popolazioni cd. primitive accolsero con grande apertura e benevolenza gli Europei (per
esserne in cambio tragicamente ripagate). Per Jean-Jacques Rousseau luomo allo stato di
natura era libero e dominato dal sentimento e dallistinto. La civilt, invece, avrebbe corrotto
luomo e lavrebbe reso infelice. Il mito del buon selvaggio un pretesto per la critica della
societ europea del XVIII secolo, caratterizzata dalla diseguaglianza e dallasservimento dei
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propri simili17. Il buon selvaggio di Rousseau non mai esistito, ma limportanza storica del
pensiero rousseauiano, oltre che nellaver formulato lidea di democrazia, eguaglianza e
libert fondate sulla legge naturale, consiste anche nel fatto di avere delineato una evoluzione
della societ umana, da quella naturale e primitiva basata su famiglia, clan e trib, a quella
civile dellAntichit, del Medioevo e dellet moderna e contemporanea, caratterizzata da
leggi, istituzioni statali, conflitti, e soprattutto dalla propriet privata, principale causa per
Rousseau dei delitti, delle guerre e dellinfelicit umana. Lidea che una societ naturale abbia
preceduto, in tempi remoti, la civilt contribu a dare una nuova profondit temporale alla
storia dellumanit.
La cultura illuministica e l'idea di progresso nella storia, propugnata dagli Enciclopedisti e da
Voltaire ma avversata da Rousseau, che invocava un ritorno alla natura - , le primeconcezioni evoluzionistiche e il lento formarsi di un nuovo concetto della durata dei tempi
della storia della terra e delluomo, prepararono il terreno favorevole allo sviluppo della
ricerca preistorica. Inoltre, le esplorazioni e le navigazioni dellet moderna, dal doppiaggio
del Capo di Buona Speranza alla circumnavigazione del globo fecero entrare gli Europei in
contatto non solo con popolazioni selvagge, ma per la prima volta anche con le scimmie
antropomorfe, il gorilla e lo scimpanz in Africa centrale, lorang-utang e il gibbone nel sud-
est asiatico. In realt gli Europei conoscevano molto male tutte le scimmie, ma certamente la
scoperta delle grandi scimmie antropomorfe rivel per la prima volta agli Europei animali che
mostravano una straordinaria - e per molti versi imbarazzante - somiglianza con luomo, sia
dal punto di vista dellaspetto fisico che ancor pi da quello del comportamento: le scimmie
antropomorfe, infatti, ridono, sono curiose, manipolano oggetti, giocano e comunicano tra
loro, hanno espressioni di gioia e di collera. Nello stesso tempo ci che li divide dalluomo
profondo: non hanno un linguaggio articolato e laspetto, pur presentando molte somiglianze
con luomo, appare troppo bestiale per ammettere facilmente un legame di parentela.
Tuttavia, la scoperta delle scimmie antropomorfe ridusse in maniera radicale labisso che fino
ad allora aveva separato luomo da tutti gli altri animali.
Gli antichi non conoscevano che le scimmie con la coda, i cinocefali o Cercopithecidae,
17Le opere in cui Rousseau contrappone stato di natura e civilt sono il Discorso sulle origini e i fondamentidella disuguaglianza fra gli uomini(1754) e il Contratto sociale(1762).
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come documentato sia da fonti scritte18 che da sculture e pitture19. Da qualche
testimonianza sembra che qualcuno gi nellAntichit avesse visto almeno il gorilla. In
unopera di Claudio Eliano (175-235 d.C.), Sulla natura degli animali, c la descrizione di
un animale che non pu essere che il gorilla, senza tuttavia che ne sia specificata la
localizzazione geografica. Eliano riprende ci che ha scritto Cratete (II-I secolo a.C.)20, il
quale a sua volta riferisce la notizia a un racconto di Pitagora. Pitagora verso il 540 a.C.
viaggi in Egitto ed probabilmente qui che apprese dellesistenza di questa creatura. Nei
testi e nelliconografia dellantico Egitto non incontriamo mai una scimmia antropomorfa, ma
gli Egizi intrattenevano intense relazioni con le popolazioni della Nubia fino almeno alla sesta
cateratta e possono aver avuto notizie riguardanti le regioni equatoriali dellAfrica centrale.
Inoltre, una flotta fenicia per incarico del faraone Nechao II (610-594 a.C.) avrebbe compiuto
il periplo dellAfrica partendo dal mar Rosso e arrivando al delta del Nilo dopo tre anni. Nellesoste lungo le coste del golfo di Guinea non pu essere mancata loccasione di vedere delle
scimmie antropomorfe. Nel V secolo a.C. un sovranno di Cartagine, Annone, comp un
viaggio oltre le colonne dErcole lattuale stretto di Gibilterra fino alla parte meridionale
del golfo di Guinea. Qui incontrarono una popolazione di selvaggi: la maggior parte erano
donne, avevano corpi pelosi e gli interpreti le chiamavano gorilla. Abbiamo inseguito alcuni
maschi ma non abbiamo potuto catturarne neppure uno, poich erano ottimi arrampicatori e si
difendevano fieramente. Comunque, riuscimmo a catturare tre donne. Esse morsero e
graffiarono gli uomini che le avevano catturate, poich non volevano seguirli. Le abbiamo
uccise e scuoiate per portare indietro a Cartagine la pelle.
Daltra parte Erodoto stesso accenna allesistenza di montagne coperte di nevi da cui
nascerebbe il Nilo, che non possono che essere quelle delle regioni equatoriali dellAfrica
orientale. In conclusione, nel mondo greco grazie ai contatti con lEgitto e con i Fenici
circolava qualche notizia intorno alle remote regioni dellAfrica equatoriale in cui vivevano le
scimmie antropomorfe.
18Ad es. Plinio,N.H., VIII, 80.19Gi nellet del Bronzo gli affreschi di Akrotiri nellisola di Thera (Santorini) e di Cnosso a Creta mostranofigure di scimmie con la coda, probabilmente del genere Cercopithecus. In Egitto il babbuino era consideratoanimale sacro ed spesso raffigurato come adoratore del sole.
20Cratete di Mallo (Cilicia), fu direttore della biblioteca di Pergamo, dove introdusse luso della pergamena.
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Scrive Eliano: Vi un animale che chiamano onocentauro e chi lo ha visto non ritiene
inverosimile che sia esistita una popolazione di Centauri e che gli scultori e i pittori siano stati
menzogneri nella loro descrizione. .. simile a un uomo, la faccia circondata da folto
pelame, hanno collo e petto simile a quello delluomo, hanno anche mammelle rigonfie nel
petto, lomero, le braccia, le mani e il petto fino ai lombi hanno aspetto umano, mentre il
dorso, i fianchi, il ventre e i piedi sono pi simili a quelli di un asino e come lasino di
colore cenere, cos il basso ventre dalla parte dei fianchi ha un colore leggermente bianco. La
mano ha una duplice funzione, infatti quando sia necessario andare veloci, le mani procedono
innanzi prima degli arti posteriori, per cui nel correre a quattro zampe non superato dagli
altri animali, ma quando ha necessit di prendere cibo o sostenere, porre, afferrare o stringere
qualcosa quelli che prima erano piedi, diventano mani e allora non cammina, ma sta seduto.
Lanimale ha un animo di grave asprezza, infatti se viene catturato, non tollerando laschiavit, per il desiderio di libert si astiene da qualsiasi cibo e si lascia morire di fame.
Crates di Pergamo nella Mysia afferma che Pitagora abbia raccontato queste cose intorno
allonocentauro21.
.
In questa descrizione sono notevoli le osservazioni relative alla locomozione del tipo che oggi
definiamo knuckle walking e alla duplice funzione di piede e di mano delle estremit degli
arti posteriori. Anche le indicazioni sul colore grigio-argentato del pelame non lasciano il
minimo dubbio che lanimale descritto sia il gorilla.
21Il testo di Eliano in greco. La traduzione riportata stata fatta utilizzando la versione latina pubblicata daFriedrich Jacobs, Jena, 1832. (libro XVII, 9: Animal quoddam onocentauram vocant, eamque quisquis vidit, nonincredibile ducet, quod fama pervagatum est, Centaurorum nationes fuisse, neque fictores atque pictores ineorum descriptione mendaces fuisse; sed eos quoque a tempore productos, et gemina diversae naturae corpora inunum coaluisse, non negabit. Verum sive revera fuerint, sive omni cera flexibilior, et ad fingendum habilior,fama illos finxerit, tanquam dimidiato hominis et altero equi corporibus permixtis, et una conciliatis animapraetereo. De onocentaura quidem mihi nunc est animus explicare, quae auditione et fama accepi: Eam ipsamscilicet homini similem esse; et pilis prolixis faciem ejus ambiri; collum et pectus humanam speciemsimilitudinemque gerere; mammas quoque turgidas in pectore; humeros, brachia cubitos, manusque, ac pectususque ad lumbum humanam figuram habere; dorsum, latera, ventrem, posteriores pedes, asininis persimiles esse,et quemadmodum asinum cinereo colore esse, at imum ventrem (ad latera) leviter exalbescere: duplicem usum eimanus praestare; nam celeritate ubi sit opus, eae praecurrunt ante posteriores pedes, ex quo fit, ut ceterorumquadrupedem cursu non superetur; ac rursus ubi habet necesse vel cibum capere, vel quicquam tollere, ponere,apprehendere, aut constringere qui antea pedes essent, manus efficiuntur, tumque non graditur, sed sedet. Animalest gravi animi acerbitate; nam si capiatur, non ferens servitutem, libertatis desiderio ab omni cibo abhorret, etfame sibi mortem consciscit. Haec de onocentaura Pythagoram narrare testatur Crates ex Mysio Pergamo).
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La prima segnalazione scritta delle grandi scimmie antropomorfe africane risale al 162522.
Andrew Battell, un marinaio inglese fatto prigioniero dai portoghesi in Brasile dopo un
naufragio nel 1559, fu costretto ad arruolarsi nelle loro truppe coloniali ed inviato in Angola,
dove visse per diciotto anni. Le sue vicende avventurose insieme a una gran messe di notizie
sulle popolazioni locali, la fauna e la flora di quelle regioni, furono riportate dal suo amico,
geografo e scrittore, Samuel Purchas, in un libro apparso soltanto dopo la sua morte, nel
162523. Nel territorio del fiume Mayombe, che corrisponde pi o meno al Congo Brazzaville
e alla regione di Cabinda nellAngola settentrionale, Battell riporta lesistenza, nella fitta
foresta equatoriale, di due creature mostruose, chiamate nella lingua delle popolazioni locali
Pongo quella di maggiori dimensioni ed Engeco quella pi piccola. La descrizione del Pongo,
pur contenendo alcune notizie poco verosimili, permette di identificarlo con il gorilla.
Here are also two kinds of monsters, which are common in these woods, and very dangerous.The greatest of these two monsters is called Pongo, in their language, and the lesser is called
Engeco. This Pongo is in all proportion like a man, but that he is more like a giant in stature
then a man: for he is very tall, and has a mans face, hollow eyed, with long hair upon his
brows. His face and ears are without hair, and his hands also. His body is full of hair, but not
very thick, and it is of a dunnish colour. He differs not from a man, but in his legs, for they
have no calf. He goes always upon his legs, and carries his hands clasped on the nape of his
neck, when he goes upon the ground. They sleep in the trees, and build shelters for the rain.
They feed upon fruit that they find in the woods, and upon nuts, for they eat no kind of flesh.
They cannot speak, and have no understanding more then a beast. The people of the country,
when they travail in the woods, make fires where they sleep in the night; and in the morning,
when they are gone, the Pongoes will come and sit about the fire, till it goes out: for they have
no understanding to lay the wood together. They go many together, and kill many Negroes
22A volte viene segnalata come prima testimonianza scritta lopera di F ILIPPO PIGAFETTA,Relazione del reamedi Congo et delle circonvicine contrade, Roma 1591, p. 32. Il passaggio per assolutamente generico:Scimmie, Mone e simile bestie piccole e grandi di ogni maniera si trovano nel paese chiamato Sogno, che giacesul fiume Zaire, alcune delle quali sono molto piacevoli e porgono passatempo di tempo e massimamente usateda quei Signori per diporto, rappresentando esse, tuttoch irrazionali, assai li sembianti e li modi e gli attiumani.. T. Huxley cita il testo di Pigafetta nella edizione latina stampata a Francoforte nel 1598 dai fratelliDe Bry, traducendolo in inglese. Poich loriginale in italiano, il passaggio italiano !latino!inglese non hacerto giovato alla comprensione precisa del testo.23S.PURCHAS,Hakluytus Posthumus or Purchas his Pilgrimes, contayning a History of the World in SeaVoyages and Lande Travells, by Englishmen and others, London, 1625. La parte relativa a Battell furipubblicata nel 1901: E.G.RAVENSTEIN, (ed.), The Strange Adventures of Andrew Battell of Leigh, in Angolaand the Adjoining Regions. Reprinted from "Purchas his Pilgrimes." Publications of the Hakluyt Society, Ser. 2,
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that travail in the woods. Many times they fall upon the elephants, which come to feed where
they be, and so beat them with their clubbed fists, and pieces of wood, that they will run
roaring away from them. Those Pongoes are never taken alive, because they are so strong,
that ten men cannot hold one of them; but yet they take many of their young ones with
poisoned arrows. The young Pongo hang on his mother's belly, with his hands fast clasped
about her: so that, when the country people kill any of the females, they take the young one,
which hangs fast upon his mother. When they die among themselves, they cover the dead with
great heaps of boughs and wood, which is commonly found in the forests..
Risale al 1641 la prima descrizione di un orango ad opera dellanatomista olandese Nicolaas
Tulp e al 1658 quella di un orango femmina da parte del medico olandese Jakob de Bondt 24.
Uno studio sistematico e comparativo fu realizzato nel 1699 da Eduard Tyson, autoredellopera Orangutang or the anatomy of a pigmy compared with that of a monkey, an ape
and a man, London 1699, 2nd ed. 1751. Il pigmeo di Tyson in realt era un piccolo scimpanz
portato a Londra dall'Angola e morto pochi mesi dopo il suo arrivo nella capitale inglese.
Tyson individu 48 caratteri per cui il "pigmeo" assomigliava all'uomo e 34 per cui
assomigliava alla scimmia. Tyson analizz anche un orango venuto dallIndonesia25. a
partire da quest'epoca che nella lingua inglese si afferma il termine ape per indicare le
scimmie antropomorfe, distinguendole dalle comuni scimmie, che sono chiamate monkey,
distinzione che manca completamente nella lingua italiana.
Uno scimpanz fu portato a Londra nel 1738, mentre nonostante le numerose segnalazioni
precedenti, la scoperta ufficiale del gorilla avvenne soltanto nel 1846, quando due missionari
inglesi spedirono a Londra alcuni scheletri di un primate di dimensioni maggiori dello
scimpanz e appartenenti a una nuova scimmia antropomorfa che aveva la fama di non
fuggire l'uomo e di essere particolarmente feroce, il gorilla. Nel 1855 per la prima volta un
giovane esemplare di gorilla femmina arriv vivo a Londra.
No. 6, 1901, xx + 210 pp.24G.B.SCHALLER,L'anno del gorilla(1964), Bari 1968, p. 12 sgg.; J.C.GREENE,La morte di Adamo(1959),Milano 1971, p. 211 sgg. e pp. 235-236.
25J.C.GREENE,La morte di Adamocit., p. 213 sgg.; S.J.GOULD,Lo scimpanz di Tyson, in S.J.GOULD, TheFlamingos smile. Reflections on Natural History, New York 1985, trad. italianaIl sorriso del fenicottero,Milano, 1987, pp. 211-225; J.MARKS2004, pp. 24-25.
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1.3 Le scienze naturali nellet dei Lumi e linvenzione della tassonomia
Nel XVIII secolo, let dellIlluminismo, le scienze naturali conobbero un grande sviluppo.
Fu allora che si cominci a conoscere in maniera pi approfondita e sistematica lambiente
naturale e ad avere unidea pi precisa dellenorme variet degli organismi viventi.
Lampliarsi degli orizzonti, lintensificarsi delle conoscenze, il prevalere di uno spirito
razionale nello studio della natura sfociarono nella nascita della sistematica botanica e
zoologica. In questo campo il merito principale dello svedese Carlo Linneo (1707-1778),
che con la sua opera monumentale Systema naturae ide un sistema gerarchico di
classificazione degli organismi viventi fondato sulle somiglianze e differenze, sistema che
dalla distinzione pi generale, regno animale e regno vegetale, conduce via via fino alla
singola specie26..
Linneo, forma italianizzata di Carl von Linn, dopo aver studiato alle universit di Lund e di
Uppsala, comp viaggi di ricerca in Lapponia e nella regione di Dalarna, quindi si trasfer in
Olanda per completare gli studi di medicina e fu in Olanda che diede alle stampe la prima
edizione del suo Systema naturae. Fu poi in Inghilterra e in Francia. Nominato professore
all'universit di Uppsala nel 1741, fece ritorno in patria, dove rimase fino alla sua morte. La
sua opera Systema naturae gli procur larga fama, Linneo lavor assiduamente per arricchiree completare questo sistema di classificazione della natura, e ne fece ben dodici edizioni
diverse. Per quanto non abbia viaggiato molto, Linneo si avvalse di un'ampia schiera di
collaboratori, che aveva mandato in giro per il mondo a raccogliere campioni botanici e
animali. Alcuni collaboratori di Linneo, ad es., parteciparono ai primi viaggi del capitano
James Cook, il grande navigatore ed esploratore inglese (1 viaggio nel 1768-1771, 2 viaggio
nel 1772-1775), altri non fecero pi ritorno. Per rendersi conto del graduale e progressivo
ingrandirsi dell'opera di Linneo, basti pensare che le specie animali considerate erano 549
nella prima e 5897 nell'undicesima edizione. La pi importante la decima edizione, apparsa
negli anni 1758-1759 in due volumi, perch vi fu introdotto per la prima volta il sistema della
nomenclatura binomia per designare le specie, sistema che fu ben presto universalmente
26Sull'opera di Linneo cfr. J.C.GREENE,La morte di Adamocit., p. 155 sgg.
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adottato e che rappresent una svolta nel campo delle scienze naturali. In precedenza, infatti,
non vi erano criteri uniformi per definire le specie e da ci derivava una non piccola
confusione: moltiplicazione del numero delle specie partendo da semplici variet oppure
raggruppamento di specie diverse in una sola specie, se si accentuava l'importanza di un
carattere piuttosto che di un altro.
La nomenclatura binaria comprende il genere e la specie indicati con nomi latini: ad es., il
leone nella classificazione scientifica viene designato con la formula binomiaPanthera leo, in
cui Panthera indica il genere, leo la specie; la tigre Panthera tigris; lorango Pongo
pigmaeus, lo scimpanzPan paniscus, luomoHomo sapiens, e cos via.
La tassonomia linneana comprendeva 6 entit principali disposte in senso gerarchico, da
quelle pi generali ed estese fino a quelle pi particolari che coincidono con la singola specie:
Entit tassonomica
Regno : Animalia
Classe : ad es.,Mammalia(mammiferi)
Ordine : ad es. Carnivora(carnivori),Perissodactyla(perissodattili),
Proboscidea(proboscidati),Primates(primati), etc.
Genere : ad es.,Panthera,Felis, Canis,Equus,Elephas,Homo
Specie : ad es.,Panthera leo, il leone; oppureFelis sylvestris,
il gatto;Equus caballus, il cavallo;Homo sapiens, etc.
Variet : corrisponde pi o meno al concetto di razza
Tabella 1 La tassonomia linneana
La nomenclatura trinomia comprende anche la definizione della variet o sottospecie, ad es.
Homo sapiens sapiens.
Nella sistematica di Linneo manca un'importante unit tassonomica, quella della famiglia.
Infatti, Linneo era convinto che ogni specie costituisse una entit fissa creata da Dio e quindi
inserire nella sistematica un concetto come quello di famiglia, che implica parentela, non
poteva certo aiutare limprescindibile esigenza di armonizzare la scienza con la teologia.
Tuttavia, se inizialmente Linneo considerava la specie come il tipo primordiale creato da Dio
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e immutabile, tranne che per variazioni temporanee prodotte dall'ambiente e dal clima - da qui
il concetto di variet - , nelle sue ultime opere ammise la possibilit che le specie potessero
essersi formate per ibridazione di generi diversi. In un altro punto Linneo venne a trovarsi ai
confini dell'ortodossia, quando rifletteva sulla durata della storia della terra. Era intimamente
convinto che il mondo fosse molto pi antico di quanto comunemente si ammettesse in base
alle sacre scritture. Gi la collocazione dell'uomo fra i quadrupedi, cio fra i mammiferi,
aveva provocato violente reazioni.
Alle unit fondamentali di classe, ordine, genere, specie si sono in seguito aggiunte altre
unit, innanzitutto la famiglia, un gruppo di generi tra loro imparentati, e in seguito altre unit
intermedie come sottotipo, sottoclasse, sotto-ordine, infra-ordine, super-famiglia o sotto-
famiglia. La nomenclatura scientifica in latino e si usa il suffisso idae per designare la
famiglia, ad es. Hominidae, Felidae, il suffisso ea, per la super-famiglia, ad es.AnthropoideaoHominoideae quello inaeper la sottofamiglia, ad es.Ponginae, Homininae.
Attualmente si usano le seguenti entit tassonomiche (in neretto quelle fondamentali):
Regno Phylum(un tempo: Tipo) Sub-phylum Superclasse Classe Sottoclasse Ordine Sotto-ordine Infra-ordine Superfamiglia Famiglia
Sottofamiglia Genere Specie Variet, Razza
Nella tassonomia linneana si rivela pienamente lo spirito razionale e sistematico dellet dei
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lumi. Alla base della classificazione per unit sempre pi ampie vi la maggiore o minore
somiglianza che le innumerevoli singole specie presentano tra loro. In questo modo
lincredibile e straordinaria variet degli organismi viventi animali e vegetali veniva
identificata e raggruppata secondo principi logici e razionali, in base ai diversi livelli di
affinit che essi presentano tra loro.
Per Linneo la specie era una entit fissa creata da Dio, poich ogni individuo genera soltanto
individui simili a se stesso. I diversi livelli di affinit che gli animali mostravano di possedere
rispecchiavano una sorta di parentela ideale corrispondente al pensiero di Dio allatto della
creazione. Soltanto un secolo pi tardi la teoria evoluzionista di Darwin consentir di
comprende che la tassonomia linneana era molto di pi che una semplice classificazione in
base alle reciproche somiglianze e differenze, poich rispecchiava un legame ben pi
profondo esistente fra tutti gli organismi viventi, quello della comune discendenza.
Un altro grande naturalista del XVIII secolo stato Georges-Louis Leclerc, conte di Buffon
(1707-1788), autore di una monumentale Histoire naturelle in 44 volumi, pubblicata a partire
dal 1749 e a lungo ristampata anche nel corso del XIX secolo. A Buffon si deve la
formulazione del concetto biologico di specie, che supera il criterio della somiglianza, criterio
che se applicato agli organismi viventi pu rivelarsi insufficiente o problematico a causa delle
differenze a volte profonde dovute al dimorfismo sessuale o agli stadi di sviluppo per gli
invertebrati (larve e individui adulti) o al contrario al fatto che organismi viventi
morfologicamente simili possono presentare adattamenti ecologici e comportamenti differenti
e costituire quindi specie distinte.
La specie costituita da un gruppo di individui che sono in grado di accoppiarsi e generare
una prole fertile, capace a sua volta di riprodursi. Specie diverse possono accoppiarsi tra loro
e produrre prole, che tuttavia risulter sterile. Lesempio classico quello del cavallo che
feconda unasina, da cui nasce il bardotto oppure dellasino che feconda una cavalla, da cui
nasce il mulo. Mulo e bardotto sono sterili. Ogni specie ogni successione di individui che
si possono riprodurre con successo lun con laltro sar considerata come ununit. La
specie una successione costante di individui simili che si possono riprodurre lun con
laltro.
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1.4 Due nuove discipline scientifiche: la paleontologia e la geologia
Due nuove discipline scientifiche avranno un'importanza fondamentale per la comprensione
del problema dellorigine delluomo, la paleontologia, ovvero lo studio dei fossili, e la
geologia.
La prima citazione di fossili risale a Senofone di Colofonie, vissuto allincirca tra 570 e 480
a.C., uno dei filosofi della scuola ionica sorta nel VI secolo a.C. nelle colonie greche dell'Asia
Minore. Sembra che Pitagora - secondo quanto riporta Ovidio, Metamorfosi, XV, 60 ss. - ed
Erodoto conoscessero il significato dei fossili. Ad es., Erodoto a dimostrazione della sua idea
che un tempo la valle del Nilo fosse una grande e lunga insenatura marina, cita il ritrovamento
di conchiglie sui monti circostanti (Erodoto, II, 11-12). L'idea medievale dei fossili come
lusus naturae, giochi o scherzi di natura, si appoggiava ad Aristotele, a cui Avicenna
attribuisce la teoria che i fossili fossero formazioni inorganiche prodotte da una forza interna
alla terra, una non meglio precisata vis plastica. Nel Medioevo era diffusa anche l'opinione - a
lungo sopravvissuta nelle credenze popolari - che i fossili fossero opera del demonio o delle
streghe. Ad es., l'impronta di una conchiglia fossile in una roccia era ritenuta l'impronta dello
zoccolo del diavolo.
La prima comprensione della reale natura dei fossili si deve, in maniera indipendente l'uno
dall'altro, a Leonardo da Vinci (1452-1514), Girolamo Fracastoro (1478-1553) e BernardPalissy (1510-1590).
Un appunto di Leonardo da Vinci, nel codice di Leicester, mostra come egli avesse
chiaramente compreso la vera natura dei fossili: "Il limo dei fiumi ha ricoperto queste
conchiglie fossili, penetrando anche nel loro interno, quando erano ancora sul fondo del mare
presso la costa. Si pretende che queste conchiglie si siano formate sulle colline per influsso
degli astri, ma - mi domando - dove sono oggi le stelle che formano sulle colline conchiglie di
et e specie differenti? D'altra parte come potrebbero le stelle spiegare l'origine delle ghiaie,
che sembrano essere state arrotondate dal movimento dell'acqua corrente? Come spiegare,
infine, per mezzo di una simile causa la pietrificazione su queste stesse colline di foglie di
piante e di alberi marini?".
La natura organica dei fossili e la tesi che i fossili non potevano essere stati depositati dal
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diluvio universale furono sostenute da Palissy, agrimensore e ceramista27
. Il suo mestiere gli forn l'occasione di compiere molte osservazioni sui terreni, le loro
stratificazioni e i fossili che contenevano. Palissy espose le proprie idee sulla natura dei fossili
in una serie di lezioni pubbliche tenute a Parigi nel 1575 e 1576 e in uno scritto del 1580,
senza incontrare molta fortuna tra le autorit accademiche della Sorbona. Palissy finir i suoi
giorni alla Bastiglia nel 1590.
Doveva passare ancora un secolo prima che venisse generalmente accettata l'idea che i fossili
sono resti di organismi animali e vegetali un tempo vissuti sulla terra, anche se la loro
deposizione era attribuita al diluvio universale. Le scienze naturali erano costrette a cercare di
conciliare le osservazioni e i dati di fatto accertati con il racconto biblico dalla creazione del
mondo fino al diluvio di No, ritenuto il paradigma storico assiomatico, a cui comunque la
scienza doveva rimanere subordinata. Nonostante la forza delle osservazioni scientifiche edelle scoperte che andavano accumulandosi sempre pi numerose, ci vollero secoli per
liberarsi definitivamente da questo paradigma, un processo che si compiuto molto
gradualmente. Il primo passo fu la consapevolezza di una nuova dimensione del tempo
geologico e della enorme durata delle diverse tappe in cui si articolava la storia della terra. Il
termine "giorno" della Genesi non poteva essere interpretato che in chiave metaforica.
Lo sviluppo della geologia dar un contributo fondamentale alla comprensione della storia
della vita sulla terra e quindi anche al problema dellorigine delluomo. Grazie alla geologia
nacque una nuova concezione del tempo. Importante a questo proposito fu l'opera di Buffon,
poques de la nature, Paris 1778. Per stimare l'antichit della terra Buffon fece ricorso a due
calcoli. Se un sottile foglietto di ardesia - una roccia argillosa debolmente metamorfosata -
corrisponde a una marea, una collina con una formazione di ardesia dello spessore di centinaia
di metri pu avere impiegato 14000 anni a formarsi, un arco di tempo pi del doppio dei
seimila anni attribuiti dalla sacre scritture alla storia del creato. Il secondo calcolo effettuato
da Buffon concerne il tempo di raffreddamento dei solidi. La terra in origine era una sfera di
materia allo stato incandescente e poi si progressivamente raffreddata. Buffon fece
riscaldare fino al calor bianco alcune sfere di metallo e di pietra nelle sue fucine di Montbard
(Cte d'Or), il paese di cui era signore, e poi calcol il tempo di raffreddamento. In questo
modo, facendo le proporzioni con le dimensioni del globo terrestre, arriv a calcolare per la
27A.LAMING-EMPERAIRE, Origines de l'archologiecit., pp. 129-130.
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terra un'et di 75000 anni. Per Buffon era una stima minima, in realt nei suoi manoscritti si
trova la cifra di 3 milioni di anni per l'et della terra. "Il grande operaio della natura il
tempo: egli fa tutto". Negli Atti dell'Accademia di Digione, presso la quale Buffon present
il suo libro, riportata questa frase attribuita a Buffon: "Collochiamo un certo numero di
pietre miliari lungo la strada eterna del tempo".
Fondamentale per la nascita della moderna geologia e la comprensione dellenorme durata dei
tempi geologici fu la dottrina dellattualismo di James Hutton (1726-1797)28
. Nato a Edimburgo da famiglia benestante, dopo aver studiato legge, intraprese gli studi di
medicina, laureandosi nel 1749 alluniversit di Leida, in Olanda. Non esercit mai la
professione. Dapprima cre insieme a un amico unimpresa per la produzione di sale di
ammoniaca secondo un procedimento di loro scoperta, poi si dedic alla ristrutturazione e
gestione del podere ereditato dal padre. In questo periodo crebbe il suo interesse per la storianaturale della terra. Dopo vari viaggi, stabilitosi definitivamente a Edimburgo nel 1767,
Hutton divenne un membro di quella cerchia di intellettuali che far della capitale scozzese
uno dei centri pi vivaci dellIlluminismo europeo e che annoverava il filosofo David Hume,
lo storico William Robertson, il poeta Robert Burns, il chimico Joseph Black, che per primo
isol lanidride carbonica, leconomista Adam Smith, James Watt, inventore del primo
motore a vapore.
Hutton espose pubblicamente le sue teorie sulla storia naturale della terra alla Royal Society
di Edimburgo nel 1785 in due conferenze, il cui testo vedr la luce nei Transactions of the
Royal Society del 1788. Le teorie allora vigenti, note come nettunismo, prevedevano la
formazione sedimentaria delle rocce primarie in ambiente marino e il loro successivo
emergere in seguito al ritirarsi delle acque, conformemente allinterpretazione letterale della
Genesi. Successivamente lerosione delle rocce primarie avrebbe portato alla formazione di
quelle secondarie, caratterizzate da una stratificazione orizzontale, mentre le rocce pi recenti
erano dovute ad alluvioni ed eruzioni vulcaniche. Al contrario, James Hutton era convinto che
la spiegazione dei fenomeni geologici, anche di quelli pi grandiosi, doveva essere ricercata
nelle stesse forze naturali che sono ancora oggi visibili in azione: erosione prodotta dalla forza
del vento, dalla pioggia, dai fiumi e dal moto ondoso; trasporto e accumulo dei sedimenti
28Sulla vita e opere di James Hutton si pu vedere il bel libro di Repcheck recentemente tradotto in italiano: J.REPCHECK,Luomo che scopr il tempo. James Hutton e let della terra , Milano, Raffaello Cortina, 2004.
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erosi; eruzioni vulcaniche e terremoti; alluvioni. In particolare Hutton dava importanza al
calore interno della terra, che produceva il sollevamento e linclinazione degli strati rocciosi e
linfiltrazione del magma in strati sedimentari pi antichi. Inoltre, sedimentazione,
sollevamento, erosione, trasgressione marina formavano cicli che si ripetevano
periodicamente. Lattualismo o uniformismo di Hutton in sostanza implicava che piccole
cause, purch agenti continuamente per un lunghissimo periodo di tempo, producono effetti di
grande portata. Hutton trover le prove pi eclatanti delle sue teorie nellanno stesso della
pubblicazione delle due conferenze alla Royal Society. Nel giugno 1788 Hutton insieme a
John Playfair, professore di matematica alluniversit di Edimburgo, e sir James Hall,
chimico, perlustr in barca le coste del mare del Nord a sud di Edimburgo. Al promontorio di
Siccar Point la parete della scogliera mostrava dal basso verso lalto strati grigi di scisti
micacei con orientamento verticale, uno strato di grossi frammenti di scisti, strati orizzontalidi arenaria rossa. Gli strati grigi con orientamento verticale in origine erano stati deposti
orizzontalmente, poi furono sollevati fino quasi ad assumere un orientamento a V capovolta,
quindi sottoposti allerosione e poi nuovamente sommersi dalle acque. Quindi si
accumularono le arenarie rosse, che furono poi sollevate sopra il livello del mare ma senza
subire inclinazioni. Tutto questo processo aveva richiesto un tempo incommensurabile.
Nel 1795 Hutton pubblic Theory of the Earth, with Proofs and Illustrations, in due volumi.
Per quanto dopo la sua morte, avvenuta nel 1797, gli amici Playfair e Hall si prodigassero per
sostenere le sue teorie e dimostrarne la validit attraverso nuove importanti prove, le idee di
Hutton non fecero molti proseliti, dal momento che erano in contrasto con lortodossia, anzi
gli valsero laccusa di essere blasfemo e ateo. Nel frattempo le scoperte paleontologiche di
Cuvier gettavano le basi di una nuova visione della storia della terra, incentrata sulla
concezione del succedersi di sei grandi catastrofi, lultima delle quali era stata il diluvio
universale. Il nuovo paradigma divenne il catastrofismo e non mancarono i tentativi di
conciliare nettunismo e catastrofismo in ununica teoria.
Georges-Lopold Cuvier (1769-1832) stato uno dei fondatori della moderna
paleontologia29. All'et di 26 anni si stabil a Parigi, dove trov lavoro al Jardin des Plantes.
29Sugli sviluppi della paleontologia nel XVIII e XIX secolo cfr. J.C.GREENE,La morte di Adamocit., p. 109sgg.
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Fece una brillante carriera accademica e politica sotto Napoleone e poi anche sotto la
monarchia, diventando un'autorit indiscussa e per molti aspetti anche indiscutibile. Prima di
lui lo studio dei fossili era in gran parte circoscritto alle conchiglie, Cuvier diede impulso alla
paleontologia dei vertebrati e all'anatomia comparata. In particolare studi i proboscidati
fossili e attuali: defin un nuovo genere, ilMastodon, un elefante di grandi dimensioni vissuto
nel Vecchio e nel Nuovo Continente durante il Terziario e ancora nel Pleistocene, defin una
specie fossile di elefante, il mammuth (Elephas primigenius), caratterizzato da un folto
pelame e adatto a climi freddi30, e distinse le due specie di elefanti attuali, quello africano e
quello asiatico. Lo studio dei fossili, in particolare dei grandi mammiferi del bacino parigino
(Recherches sur les ossements fossiles de quadrupdes, Parigi 1812, 4 voll.), aveva rivelato a
Cuvier che un tempo la terra era stata abitata da faune molto diverse da quelle attuali, inoltre
lo studio della successione delle faune fossili attraverso le stratificazioni del terrenodimostrava che faune diverse si erano susseguite nel corso del tempo e che luomo era assente
nei terreni anteriori a quelli contenenti le faune moderne. Cuvier insistette molto
sull'importanza dei fossili per datare gli strati geologici. Inoltre, si deve a Cuvier
un'osservazione che avr grande peso sulle future ricerche: "le differenze che esistono tra gli
animali fossili e quelli attualmente viventi aumentano in relazione all'et degli strati che li
racchiudono, in modo che una esposizione di queste differenze diventerebbe una specie di
tabella cronologica dei terreni". O ancora: "pi gli strati in cui noi troviamo le ossa fossili
sono antichi, pi esse sono differenti da quelle degli animali che conosciamo al giorno
d'oggi", un dato di fatto che solo la teoria dell'evoluzione sar in grado di spiegare
scientificamente. Ma per Cuvier, come per Linneo, la specie era unentit fissa creata da Dio
e quindi si poneva il problema di conciliare i dati della scienza con la religione cristiana. Fu
cos che Cuvier, partendo dal presupposto dell'assenza di forme fossili intermedie tra le varie
faune che avevano popolato la terra in tempi successivi, si oppose al trasformismo di J.-B.
Lamarck e Geoffroy Saint-Hilaire. Cuvier elabor la teoria delle catastrofi, secondo la quale
la storia della terra si articolava in diversi cicli caratterizzati da gruppi differenti di animali,
ciascuno di questi cicli si concludeva con un cataclisma naturale che provocava lestinzione
repentina di tutte le faune, mentre allinizio del ciclo successivo Dio creava una serie di nuove
30Gi ai tempi di Cuvier si scoprivano frequentemente resti di mammuth in Siberia, fra cui esemplari completi,che si erano conservati intatti nel terreno ghiacciato.
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specie per ripopolare la terra. Fissit della specie, creazionismo e catastrofismo sono i cardini
di questa teoria.
La paleontologia, comunque, metteva gli studiosi di fronte a un fenomeno che richiedeva
spiegazioni pi adeguate che non il catastrofismo: attraverso le successive stratificazioni della
terra era possibile osservare non solo il continuo cambiamento delle forme di vita, ma anche
la comparsa successiva di forme di vita sempre pi complesse.
Il concetto di stratigrafia forn un altro potente strumento di conoscenza per la ricostruzione
della storia della terra. La geologia stratigrafica si avvale del concetto di fossile-guida,
formulato da un contemporaneo di Cuvier, William Smith (1769-1839): ogni strato geologico
si caratterizza per un insieme di determinati tipi di fossili.
La dottrina dellattualismo di J. Hutton e la geologia stratigrafica saranno utilizzati da Charles
Lyell (1797-1875) nella prima grande opera di sintesi della geologia moderna, Principles ofGeology or the modern changes of the Earth and its Inhabitants as illustrative of Geology, 3
voll., Londra,1830-1833, 18727). Scozzese di nascita, Lyell si laure a Oxford nel 1819 e
inizi una serie di ricerche sul terreno in patria, in Francia e in Italia che lo porteranno dalle
iniziali convinzioni ortodosse, anti-huttoniane, a comprendere la validit delle teorie di Hutton
e a rivalutarlo come il padre della moderna geologia. In contrasto con la teoria del
catastrofismo e della fissit della specie, propugnata da G. Cuvier, lattualismo o
uniformismo, di cui Lyell si fece assertore, affermava che la spiegazione dei fenomeni
geologici doveva essere ricercata nelle stesse forze naturali che osserviamo ancor oggi in
azione: le piccole cause, purch agenti continuamente per un lunghissimo periodo di tempo,
producono effetti di grande portata, senza alcuna necessit di ricorrere allipotesi di
periodiche catastrofi naturali. lantico concetto espresso dal detto latinogutta cavat lapidem
saepe cadendo. Let della terra non poteva essere di soli 6000 anni, ma
incommensurabilmente pi antica.
1.5 Il trasformismo di Lamarck
Jean-Baptiste Pierre-Antoine de Lamarck (1744-1829) fu il primo naturalista a elaborare una
teoria della trasformazione graduale degli organismi viventi31. Appartenente a una piccola
31Su Lamarck cfr. GREENEcit., p. 186 e ss.
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nobilt provinciale ormai decaduta e impoverita, Lamarck dopo aver compiuto i primi studi
presso i Gesuiti e aver perso il padre, nel 1761 si arruol nell'esercito, ma ben presto dovette
constatare la difficolt di intraprendere la carriera militare per un giovane senza mezzi. Nel
1768 si conged e si rec a Parigi, dove pur vivendo con pochi mezzi e facendo diversi
lavori, riusc a continuare gli studi. Conobbe Jean-Jacques Rousseau, svilupp un grande
interesse per la botanica e nel 1778 pubblicFlore franoise, un'opera che richiamer su di lui
l'attenzione di Buffon.
Buffon gli affid l'educazione del figlio, che sperava di avviare lungo la strada della ricerca
scientifica, e lo fece entrare all'Acadmie des Sciences. Nel 1781 Lamarck ebbe l'incarico di
custode dell'erbario al Jardin du Roi, che durante la Rivoluzione Francese cambier nome,
diventando prima Jardin des Plants e poi Muse Nationale d'Histoire Naturelle (1793). Al
Muse furono istituite due cattedre di zoologia, affidate una a Lamarck, che si occuper degliInvertebrati, e l'altra al pi giovane Geoffroy Saint-Hilaire, che si dedicher ai Vertebrati.
In otto anni Lamarck compir un imponente lavoro di revisione e classificazione degli
Invertebrati, un campo degli studi fino a quel momento ancora in uno stato di grande
confusione. Lamarck definir dieci classi differenti di Invertebrati, basandosi sulle
caratteristiche dei loro organi fondamentali, respirazione, circolazione e sistema nervoso. Nel
1801 i risultati del suo lavoro furono pubblicati nell'opera Systme des animaux sans
vertbres.
Lo studio degli invertebrati port Lamarck a concepire la teoria del trasformismo, che espose
nel 1802 nell'opuscoloRecherches sur l'organisation des corps vivantse nel 1809 nell'opera
Philosophie Zoologique. Lamarck rimase impressionato dalla constatazione che nel regno
animale vi erano delle differenze graduali tra le varie classi per quanto concerne la
complessit della loro organizzazione, tali da poter formare una sorta di catena della vita, che
partiva dalle forme pi semplici ed elementari per giungere attraverso una lunga serie
continua di gradini fino alle forme di vita pi complesse e dotate di intelligenza, che
culminano con l'uomo, collocato nel gradino pi alto. "Cittadini, andate dal pi semplice al
pi complesso e avrete il filo esatto che unisce tutte le creazioni della natura, avrete un'idea
precisa della loro progressione, sarete convinti che il pi semplice degli esseri viventi ha dato
origine a tutti gli altri". Questa scala della progressione della vita "indica il cammino
percorso dalla natura nel dar vita alle diverse forme animali".
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Secondo Lamarck l'idea della stabilit della specie era una falsa impressione generata dalla
breve prospettiva temporale considerata, limitata soltanto ai tempi storici. Ma se si
considerano le specie estinte che la paleontologia cominciava a far conoscere in maniera
sempre pi approfondita, si potr comprendere che le specie moderne discendono da quelle
estinte. D'altra parte, poich tutti gli organismi viventi dipendono per la loro esistenza
dall'adattamento all'ambiente e poich la storia della terra dimostra che l'ambiente ha
attraversato continue e incessanti trasformazioni, impensabile ritenere che le specie si siano
mantenute fisse e inalterate. Ci che deve sorprendere non la trasformazione delle specie,
ma il fatto che alcune specie siano rimaste inalterate per lunghissimi periodi di tempo.
Lamarck cerc di individuare le cause dell'evoluzione nell'uso e disuso degli organi in
rapporto all'ambiente e formul la discussa teoria secondo cui i caratteri acquisiti potevano
essere trasmessi alla prole. I cambiamenti climatici e ambientali determinavano nuovi bisognie la necessit di adottare nuovi modi di vita, questi ultimi inducevano modificazioni
strutturali, che si realizzavano in base al principio "la funzione crea l'organo". Le
modificazioni cos acquisite potevano essere trasmesse ai discendenti. In questo modo una
specie mutava gradualmente fino a diventare una nuova specie. Lereditariet dei caratteri
acquisiti rappresent il punto debole della teoria di Lamarck e contribu fortemente al rifiuto
dellintera teoria del trasformismo.
1.6 Darwin e la teoria dellevoluzione
Gli anni fra il 1830 e il 1859 sono quelli in cui gli studi delle scienze naturali avviati nel
XVIII secolo giunsero a piena maturazione e le diverse discipline, ormai autonome e ciascuna
dotata di una propria metodologia, interagirono tra loro convergendo verso la comprensione
del posto delluomo nella natura: scienze naturali, in particolare la zoologia, la paleontologia,
la geologia e la nascente archeologia preistorica.
Charles Darwin nacque a Shrewsbury (Birmingham) il 12 febbraio 1809. Il padre Robert era
un medico di agiate condizioni economiche, la madre Susannah era figlia di Josiah
Wedgwood, fondatore di unindustria ceramica che acquist grande popolarit nella seconda
met del XVIII secolo. La sua fabbrica fondata nel 1771 si chiamava Etruriae vi venivano
applicati i principi di una suddivisione del lavoro in unit ciascuna specializzata in un
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momento della catena operativa (preparazione dellimpasto, modellazione, cottura,
decorazione, ecc.).
Lambiente familiare in cui crebbe il giovane Darwin era di stampo progressista e liberale. Il
nonno materno Wedgwood era stato sostenitore del suffragio universale per i cittadini maschi,
favorevole alle riforme sociali e membro della societ per labolizione del commercio degli
schiavi. Il nonno paterno, Erasmus, anchesso medico, coltivava le scienze naturali ed era
autore di unopera,Zoonomia or the Laws of the Organic Life(1796), in cui sosteneva la tesi
che le specie non dovevano essere considerate entit fisse.
Charles fu avviato agli studi di medicina presso luniversit di Edimburgo, che interruppe al
secondo anno, scioccato dallaver assistito a unoperazione su di un bambino (a quellepoca
non vi erano anestetici e non era stato ancora introdotto luso del cloroformio). Pass quindi
al Christs Collegedi Cambridge, dove nel 1831 consegu la laurea in Scienze. A Cambridgeebbe come professori il rev. John S. Henslow (1796-1861) per la botanica e Adam Sedgwick
(1785-1873) per la geologia. Fu Henslow a proporre al giovane Darwin di ricoprire il posto di
naturalista di bordo sul brigantino Beagle, comandato dal capitano Robert Fitzroy, che stava
per iniziare un viaggio di circumnavigazione del globo. Superata la contrariet del padre
grazie allintervento dello zio Josiah Wedgwood, figlio del fondatore della fabbrica Etruria,
subito dopo le feste di Natale Charles si imbarc e salpato da Plymouth il 27 dicembre 1831
far ritorno in patria il 2 ottobre 1836, dopo un viaggio durato pi di 57 mesi, quasi cinque
anni. Come riconosce lo stesso Darwin nella sua autobiografia, fu lavvenimento pi
importante di tutta la sua vita.
Il Beagleveleggi lungo le coste del Brasile, dell'Uruguay e dell'Argentina, fino alla Terra
del Fuoco, per poi risalire lungo le coste del Cile, del Per e dell'Equador e raggiungere
l'arcipelago delle Galpagos. Da qui attravers tutto l'oceano Pacifico, arrivando a Tahiti e poi
in Nuova Zelanda, Australia e Tasmania. Il brigantino navig, quindi, lungo le coste
meridionali dell'Australia, punt poi verso l'Oceano Indiano, raggiungendo le isole Cocos e
quindi le Mauritius. Dopo aver toccato Citt del Capo e doppiato il capo di Buona Speranza,
attravers l'Oceano Atlantico con tappe a S. Elena, Ascensione e infine nuovamente in
Brasile, da cui fece rotta verso l'Inghilterra.
Lo scopo principale del viaggio del Beagleera quello di tracciare una carta dei mari ancora
poco conosciuti, cartografare le coste dell'America meridionale, effettuare una serie di
misurazioni cronometriche e registrare le condizioni meteorologiche di queste parti della
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Terra e il capitano Fritzroy era appunto un esperto di cartografia e di geodesia. Il compito di
Darwin era quello del naturalista di bordo, vale a dire raccogliere campioni geologici ed
esemplari della flora e della fauna dei paesi che venivano toccati nel corso del viaggio. Ma,
come stato scritto, questo viaggio doveva dare risultati ben pi importanti che tracciare una
carta di mari e coste ancora poco conosciuti, doveva dare una risposta nuova, tale da
sconvolgere il mondo, ad uno degli enigmi pi misteriosi e fondamentali: qual l'origine
dell'uomo e della vita che lo circonda32.
Darwin aveva portato con s il primo volume dei Principles of Geologydi Lyell regalatogli
dal suo professore di Cambridge, il rev. Henslow, e il 28 ottobre 1832, quando il Beagleera
ormeggiato nel porto di Montevideo ricevette per posta dall'Inghilterra il secondo volume
fresco di stampa, mentre il terzo e ultimo volume arriv mentre il Beagle si trovava alle
Falkland. Lopera di Lyell esercit un influsso decisivo sul giovane naturalista.Durante la lunga sosta a Bahia, in Brasile, Darwin effettu alcune spedizioni nella foresta
amazzonica; a Punta Alta, sempre in Brasile, scopr un importante giacimento di mammiferi
fossili, alcuni di dimensioni gigantesche come il Megatherium; attravers le pampas e la
Patagonia, pot osservare da vicino una popolazione primitiva come i Fuegini della Terra del
Fuoco, attravers le Ande da Valparaiso in Cile a Tucuman in Argentina, ma soprattutto pot
fare osservazioni nuove sulle somiglianze e differenze tra le varie specie animali e porsi
domande sulle cause dell'estinzione di tante specie e sulla distribuzione geografica di specie
diverse, ma affini. Ad es., Darwin fu colpito dal numero e dalle differenze tra le specie di topi