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Piano della performance dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente della Lombardia per gli anni 2017-2019 ai sensi dell’art. 10 del D.Lgs. n.150/2009

Piano della performance dell’Agenzia Regionale per la ... · agenzie regionali per l’ambiente (senza oneri aggiuntivi per il sistema pubblico) Organizzazione delle agenzie regionali

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Piano della performance

dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente della Lombardia

per gli anni 2017-2019

ai sensi dell’art. 10 del D.Lgs. n.150/2009

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Piano della Performance 2017-19

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Direttore Generale

Michele Camisasca

Direttore Amministrativo

Calogero Trizzino

ARPA Lombardia

Agenzia Regionale per l’Ambiente della Lombardia

Direzione Generale

Via Rosellini, 17

20124 Milano

Italy

Tel. +39 02 69 666 1

www.arpalombardia.it

Redazione a cura della U.O. SG&E:

Gianpietro Cannerozzi

Luciano De Amici

MARZO 2017

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Presentazione del Piano

Il Piano Triennale delle Performance è lo strumento per valutare le prestazioni dell’Agenzia, ed è predisposto in attuazione di quanto disposto dall’articolo 10 del decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150, anche al fine di migliorare la trasparenza dell'attività dell'Agenzia, per attivare una nuova responsabilità e permettere l’ottenimento di migliori risultati a favore dei beneficiari dei servizi.

Con questo documento ARPA definisce l’aggiornamento del Piano al 2017: esso è infatti un documento “a scorrimento” che, partendo da quello predisposto per l’anno precedente, lo aggiorna alla luce dei documenti di programmazione e di organizzazione che nel frattempo sono stati adottati.

Nel Piano confluiscono pertanto tutte le informazioni di cui il cittadino già fruisce, con modalità diverse: dal sito dell’Agenzia a partire dalla identità della stessa, sino agli atti programmatici (Piano triennale 2017-2019, Programma Annuale di lavoro 2017).

Il questo senso, il Piano rappresenta lo schema sintetico delle strategie operative dell’Agenzia ed evidenzia la connessione tra la struttura organizzativa e la programmazione dell’attività, al fine di realizzare i compiti istituzionali dell’agenzia, tenendo conto degli indirizzi programmatici regionali e delle esigenze continuamente emergenti in campo ambientale.

L’approccio e la modalità per redigere il presente piano è dettato dall’art 15 c.2 lett b) del D.lgs n° 150, i criteri sono quelli della: qualità, comprensibilità ed attendibilità dei documenti.

In particolare:

- la qualità si ottiene esplicitando il processo di definizione degli obiettivi, la loro articolazione e il chiaro collegamento di questi con il mandato istituzionale, le strategie, le priorità politiche e i bisogni della collettività;

- la comprensibilità si ottiene redigendo il Piano in modo che sia di facile lettura e comprensione dei suoi contenuti;

- l’attendibilità si ottiene solo se è verificabile a posteriori la correttezza metodologica del processo di pianificazione e delle sue risultanze.

Il documento è adottato in stretta coerenza con i contenuti della programmazione finanziaria e di bilancio e comprende: gli indirizzi e gli obiettivi strategici ed operativi, gli indicatori per la misurazione, la valutazione della performance di ciascuna struttura, i Target e gli outcome attesi.

Questo piano è il primo che terrà in conto quanto previsto dalla Legge 132/2016 di istituzione del Sistema Nazionale a rete di Prevenzione Ambientale (SNPA) quale sistema federativo consolidato, che coniuga la conoscenza diretta del territorio e dei problemi locali con le politiche nazionali di prevenzione e protezione dell’ambiente. L’istituzione del SNPA ha l’obiettivo di assicurare omogeneità ed efficacia all’esercizio dell’azione conoscitiva e di controllo della qualità dell’ambiente e della tutela della salute. Entrambi beni pubblici di rilevanza costituzionale.

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Indice del Piano

1 SINTESI DELLE INFORMAZIONI DI INTERESSE PER I CITTADINI E GLI STAKEHOLDER ESTERNI ............................................................................... 5

1.1 PRESENTAZIONE DELL’AGENZIA ......................................................................... 5 1.2 L’AGENZIA “IN CIFRE” .................................................................................... 8

Entrate ................................................................................................. 8 Uscite ................................................................................................... 9

1.3 MANDATO ISTITUZIONALE E MISSIONE ................................................................10 2 ANALISI DEL CONTESTO ESTERNO ED INTERNO ......................................... 14

2.1 ELEMENTI DEL CONTESTO ESTERNO ....................................................................14 Contesto legislativo nazionale .................................................................14 Contesto legislativo regionale .................................................................14 Contesto organizzativo: Stakeholder di ARPA ............................................16 Contesto territoriale...............................................................................16

2.2 ANALISI DEL CONTESTO INTERNO ......................................................................24 Organizzazione .....................................................................................24 Risorse umane ......................................................................................26

3 DAGLI OBIETTIVI STRATEGICI AGLI OBIETTIVI OPERATIVI ...................... 28

4 IL PROCESSO DELLE PERFORMANCE E LE AZIONI DI MIGLIORAMENTO ..... 31

5 ALLEGATI TECNICI ..................................................................................... 33

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1 Sintesi delle informazioni di interesse per i cittadini e gli

stakeholder esterni

1.1 Presentazione dell’Agenzia

La norma che ha istituito ARPA Lombardia è la L.R. 16/99, successivamente modificata; nella tabella che segue sono sintetizzati alcuni punti della normativa di riferimento.

ARPA Legge 61/94 (Convers D.L. 496/93)

“Disposizioni urgenti sulla riorganizzazione dei controlli amb.li”

Istituzione dell’Agenzia Nazionale per l’Ambiente (ANPA – oggi ISPRA)

Delega alle regioni del compito di istituire agenzie regionali per l’ambiente (senza oneri aggiuntivi per il sistema pubblico)

Organizzazione delle agenzie regionali in settori tecnici, dipartimenti provinciali e servizi territoriali

Legge Regionale

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“Istituzione dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente”

Costituzione di ARPA Lombardia e definizione degli organi di governo: CdA, Presidente e Collegio dei revisori

Individuazione delle attività ARPA:

supporto tecnico scientifico, prevenzione e controllo ambientale, gestione informazione, educazione e formazione ambientali; promozione ricerca e innovazione, ulteriori attività di tutela ambientale.

Organizzazione delle sezioni territoriali in dipartimenti provinciali o sub-provinciali

Legge Regionale 4/2002

“Attuazione programmazione regionale e modifica di disposizioni legislative"

Trasferimento delle competenze in materia di tariffario dalla Giunta Regionale al CdA ARPA.

Ridefinizione delle competenze del CdA, del Presidente e del DG, tra le quali la nomina del DG ad opera del Cda (in precedenza, del Presidente).

Modifica delle modalità di retribuzione del Collegio dei Revisori, ora stabilite dalla Giunta Regionale (prima: in base al D.lgs 77/1995)

LA MISSION DI ARPA Lombardia

ARPA Lombardia è un ente tecnico-scientifico di diritto pubblico, dotato di autonomia amministrativa, organizzativa, tecnica e contabile, che svolge attività, servizi e funzioni volte a migliorare le scelte di politica ambientale degli enti territoriali di riferimento (Regione ed Enti Locali).

Informa la cittadinanza sullo stato dell’ambiente e ne promuove la sensibilizzazione. Promuove inoltre la tutela dell’ambiente anche mediante forme innovative di coinvolgimento attivo del sistema produttivo e favorisce la semplificazione amministrativa.

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Legge Regionale 14/2010

“Interventi di razionalizzazione sul sistema regionale”

Trasformazione del DG in Organo di governo e conferimento della rappresentanza legale ARPA

Nomina del CdA ad opera della Giunta Regionale;

Approvazione del CdA del piano pluriennale su proposta del DG, (e non più del Presidente) e del bilancio di esercizio su proposta del Presidente (in precedenza, del DG)

Possibilità di articolare le attività e i servizi su base sovra-provinciale ferme restando le strutture provinciali.

Legge Regionale n°19 2013

(Misure di razionalizzazione della spesa)

Fornisce precisazioni rispetto alle misure di contenimento della spesa previste per gli enti del servizio sanitario regionale, secondo modalità attuative stabilite da direttive della Giunta regionale

Legge Regionale n°35 2014

“Disposizioni per l’attuazione della programmazione economico finanziaria

regionale”

Sancisce che ARPA è tenuta ad adeguare i propri livelli di prestazioni tecnico scientifiche e, a tal fine predispone uno o più specifici piani occupazionali, fermo restando il rispetto del patto di stabilità e nei limiti delle risorse finanziarie disponibili, per l’adeguamento della propria dotazione organica

Legge Regionale n° 38 2015

“Legge di semplificazione 2015

Ambiti economico, sociale e territoriale”

Viene regolata l’attività istituzionale gratuita e le attività a titolo oneroso rese nei confronti dei privati. Arpa pubblicherà annualmente sul sito web istituzionale la lista delle attività di supporto tecnico scientifico dovute per legge a titolo gratuito.

È necessario ricordare che la Legge 28 giugno 2016 n.132, entrata in vigore il 14 gennaio 2017, che istituisce il Sistema Nazionale a rete per la Protezione dell’Ambiente (SNPA) e regola le funzioni di ISPRA, intende assicurare omogeneità ed efficacia nell’esercizio dell’azione conoscitiva e di controllo pubblico della qualità dell’ambiente, istituendo di fatto, un “Sistema nazionale” del quale fanno parte l’ISPRA e le agenzie regionali, e le province autonome di Trento e Bolzano per la protezione dell’ambiente.

La nuova normativa prevede:

- il monitoraggio dello stato dell’ambiente e della sua evoluzione e il controllo dei fattori di inquinamento e di pressione sulle matrici ambientali siano oggetto di informazione, divulgazione e coordinamento unitamente a quanto afferisce alla protezione dell’ambiente.

- la definizione di Livelli Essenziali di Prestazione Tecnica Ambientale (LEPTA) uguali su tutto il territorio nazionale, superando la realtà attuale che vede, a parità di legislazione, impianti controllati in maniera diversa e autorizzazioni spesso differenti. I LEPTA che rappresentano i livelli qualitativi e quantitativi delle attività che svolge il Sistema, devono essere garantiti in modo omogeneo a livello nazionale (art. 2) e verranno determinati da un apposito D.P.C.M. da adottare entro un anno dall’entrata in vigore della lege, su proposta del ministro dell’ambiente, che si avvale del Consiglio del Sistema, di concerto con

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il Ministro della salute e previa intesa in sede di Conferenza Stato-Regioni (art.9);

- un sistema di laboratori a rete che consentirà di creare dei poli di specializzazione nel paese;

- la possibilità per le agenzie di disporre di Ufficiali di Polizia Giudiziaria (UPG), consentendo una più stretta collaborazione fra le procure che indagano e gli operatori delle agenzie stesse;

- il riconoscimento dell’ufficialità della produzione del dato ambientale;

- l’affidamento a ISPRA di un ruolo di coordinamento del sistema, con le funzioni tipiche di una agenzia tecnica, rispetto l’inquadramento attuale di ente di ricerca.

Pertanto si attua un vero e proprio ripensamento dell’attuale sistema, rivolto a sanare una diversità di approcci tra le varie Regioni con la conseguente frammentarietà del sistema che indeboliva di fatto l’efficacia dell’azione di protezione ambientale a livello nazionale.

La Legge 132/2016 è entrata in vigore il 14/01/2017 (art. 16 comma 4). Le Regioni e le Province autonome recepiscono le disposizioni della legge entro 180 giorni dalla data di entrata in vigore della Legge stessa cioè entro il 13 luglio 2017 (art. 7 comma 7 e art.16 comma 4). Lunedì 16 gennaio 2017 si è svolto il primo consiglio del Sistema nazionale (consiglio SNPA), che ha ufficialmente avviato i lavori per l’attuazione della Norma.

L’istituzione del Sistema Nazionale a rete di Protezione Ambientale (SNPA) costituisce il passaggio da un assetto a forte connotazione regionale a un sistema integrato nazionale. La nuova legge mette in rete tutto il sistema dell’ISPRA e delle ARPA/APPA ed è suo intento agevolare il lavoro delle Agenzie.

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1.2 L’Agenzia “in cifre”

Anche per l’anno 2017, il contesto finanziario nel quale è predisposta la manovra di bilancio si connota per la decrescente disponibilità di risorse, derivata da:

- l’entrata in vigore dal 2016 del vincolo costituzionale del pareggio di bilancio, con conseguente divieto di prevedere investimenti mediante lo strumento del debito;

- l’esigenza di continuare a concorrere al consolidamento degli equilibri di finanza pubblica, in linea con le previsioni della Legge di Stabilità 2017, al fine di rispettare il Parametri e i Vincoli di derivazione europea.

Entrate

Si rileva peraltro che, pur a fronte del ridimensionamento della contribuzione finanziaria agli enti e alle società del SIREG, ad ARPA viene sostanzialmente garantita una invarianza delle risorse disponibili mediante una rimodulazione in incremento del contributo di funzionamento, erogato, quale percentuale del Fondo sanitario regionale, in correlazione con l’introduzione, nella legge di stabilità 2017-2019 di Regione Lombardia, di un onere economico a carico dell’Agenzia ai fini del concorso al mantenimento degli equilibri di finanza pubblica. È infatti previsto all’art.1, comma 8, della predetta legge che “L’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Regione Lombardia (ARPA) contribuisce alle misure di contenimento della spesa relative agli enti dipendenti, di cui alla sezione I dell’Allegato A1 della l.r 30/2006, trasferendo a Regione per ciascun anno del triennio 2017-2019 una somma pari ad € 4.000.000,00.”

Grafico: fonti di finanziamento Arpa Lombardia tratte dalle note preliminari al bilancio per il 2017 e dalle note Bilancio Consuntivo per gli anni dal 2011 al 2015.

Mediamente, oltre i quattro quinti delle entrate correnti dell’Agenzia derivano dai trasferimenti annui provenienti dalla Regione, mentre le entrate proprie si attestano a meno di un quinto del totale. Da rilevarsi per il 2017 un calo delle entrate derivanti da convenzioni stipulate con privati ed enti pubblici che si sono

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pressoché dimezzate rispetto al 2016. Rimane invece costante il flusso di entrate da prestazioni tariffate nei confronti di terzi per attività di tipo oneroso previste dal tariffario vigente. A tal riguardo Legge. 132/2016 prevede una progressiva uniformazione dei tariffari di tutte le Arpa ad esito di un’attività di armonizzazione delle tipologie di servizi e dei costi standard di produzione.

Uscite

Come è rilevabile dal successivo grafico che evidenzia gli indici di composizione dei costi, la componente di spesa più rilevante, pari al 67% dei costi di produzione è quella relativa al del personale.

Grafico: Composizione della spesa di Arpa Lombardia 2015

La corretta gestione del patrimonio di Arpa oltre ai continui efficientamenti organizzativi e informatici apportati alla Direzione Amministrativa hanno permesso negli anni di migliorare i pagamenti dei fornitori più che dimezzando i tempi di pagamento.

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Grafico tempi pagamento ARPA (Indicatore di tempestività dei pagamenti - Art. 33, d.lgs. n. 33/2013)

1.3 Mandato istituzionale e Missione

ARPA Lombardia attua la propria “mission” ispirandosi ai principi di competenza tecnico-scientifica, autonomia gestionale, multireferenzialità verso le istituzioni, le imprese, i cittadini. Tre aspetti tra loro peraltro fortemente integrati e sinergici.

La competenza tecnico-scientifica è la componente distintiva dell’Agenzia, l’aspetto caratterizzante la sua “mission” che la differenzia dagli Enti amministrativi. La presenza di un’alta professionalità tecnico-scientifica sul territorio consente di fornire supporto alle decisioni assunte dalle istituzioni di riferimento, contribuendo a migliorarne la qualità e l’efficacia. Tali competenze vengono aggiornate tramite un confronto continuo con il mondo della ricerca nazionale e internazionale.

La multireferenzialità nasce dalla trasversalità e dalla complessità delle problematiche ambientali e dall’esigenza, per la natura stessa dell’attività svolta, di porsi in relazione con i molteplici soggetti appartenenti al contesto esterno di riferimento, ponendo in essere meccanismi di integrazione, collaborazione o comunicazione. L’Agenzia pone le proprie competenze al servizio di tutti i livelli istituzionali (amministrazione ed enti pubblici di ricerca), del sistema industriale e dei cittadini.

L’Agenzia ha sviluppato sempre più la collaborazione e la sussidiarietà, secondo la linea strategica del “fare rete” promuovendo azioni per l’ambiente attraverso accordi con soggetti esterni pubblici e privati, istituzionali e non, con lo scopo di creare una vasta rete regionale, nazionale ed internazionale di controllo, conoscenza e partnership per la migliore protezione dell’ambiente nel suo complesso e per uno sviluppo durevole e sostenibile.

ARPA Lombardia ha pertanto maturato e realizzato sinergie con gli altri attori del sistema ambientale, tra cui:

− gli Enti regionali, nell’ambito del “Sistema regionale” (tra gli altri, Eupolis, ERSAF, Ilspa, LIspa) per partnership tecnico/scientifiche e per programmi di lavoro comune, ma anche per soluzioni condivise di tipo logistico/organizzativo (mobility management, soluzioni di ICT, formazione,…)

− il mondo scientifico e della ricerca (ISPRA, Università, ENEA, UNI, UNICHIM,…)

− gli Enti Sanitari (in particolare i Dipartimenti di prevenzione della ATS)

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− le Autorità (Magistratura, Comando Carabinieri epr la Tutela dell’Ambiente, Guardia di Finanza, ex Corpo Forestale dello Stato)

− le Associazioni di categoria, le Associazioni ambientaliste, le Associazioni dei consumatori, per la individuazione di forme di confronto, interlocuzione permanenti e strutturate

L’autonomia operativa e gestionale di ARPA Lombardia costituisce la garanzia per i cittadini, le imprese e la Pubblica Amministrazione della scientificità degli apporti e dell’attività dell’ARPA fondata su metodologie scientifiche e su criteri di trasparenza pubblica. L’indipendenza operativa dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente, garantita anche dalla L. 61/94 costituisce elemento essenziale, caratteristico dell’azione dell’ARPA e sinergico con gli altri elementi costitutivi sopra individuati.

In sintesi competono all’ARPA Lombardia: il controllo ambientale, il monitoraggio ambientale, le valutazioni ambientali, l’informazione ambientale, l’innovazione scientifica, organizzativa e manageriale.

Le competenze riguardano le materie seguenti:

• fisica dell’atmosfera applicata all’inquinamento atmosferico, meteorologia;

• radioprotezione per quanto riguarda le radiazioni ionizzanti e non ionizzanti;

• rumore, vibrazioni e microclima;

• modellistica ambientale e qualità dell’aria;

• biologia ambientale;

• monitoraggi del territorio, geologia, valutazioni ambientali e strumenti per lo sviluppo sostenibile;

• emissioni atmosferiche industriali;

• acque, superficiali e di falda, scarichi industriali;

• funzionamento degli impianti di depurazione;

• suoli e bonifiche, rifiuti industriali e relativo smaltimento;

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• rischio chimico e tecnologico.

Di seguito si riporta l’attuale organigramma delle strutture apicali dell’Agenzia.

Organigramma ARPA: le strutture organizzative (dal 1° maggio 2016)

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2 Analisi del contesto esterno ed interno

2.1 Elementi del contesto esterno

Contesto legislativo nazionale

Il contesto normativo in cui opera ARPA risulta profondamente mutato nell’arco degli ultimi mesi. Basti pensare alla Legge n. 132 del 28 giugno 2016 che ha istituito il Sistema nazionale a rete per la protezione dell'ambiente (SNPA), di cui fanno parte l'Istituto per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA) e le agenzie regionali e delle province autonome di Trento e Bolzano per la protezione dell'ambiente, alla Legge n. 68 del 22.05.2015 che ha assegnato nuovi profili di responsabilità alle Agenzie in materia di delitti contro l’ambiente e, a livello regionale, alla modifica con L.R. 38/2015 alla propria legge istitutiva.

L’avvento del SNPA come previsto dalla L. 132/2016 comporterà una significativa innovazione tecnica ed organizzativa di tutte le Agenzie, compresa ARPA Lombardia, che potrà essere condotta positivamente contemperando le esigenze di sistema con le esigenze della nostra Agenzia, in funzione delle specifiche esigenze del territorio regionale e dei suoi organi di governo.

È di conseguenza necessario enfatizzare, nel prossimo triennio, l’azione su alcune linee direttrici, temi relativamente ai quali si ritiene necessario un particolare impegno dell’Agenzia, inserendo gli elementi di pianificazione e gestione delle risorse, come indicazione generale, per lo sviluppo del sistema agenziale.

È da prevedere di conseguenza una articolazione in fasi dello sviluppo del piano triennale, sulla base:

a) dei contenuti della nuova legge regionale che incorpori le innovazioni previste dalla L. 132/2016 (primo semestre 2017);

b) dei contenuti del DPCM relativo ai LEPTA (inizio 2018);

c) del programma triennale del SNPA (di principio, a partire dalla disponibilità dei LEPTA).

In linea con quanto indicato nell’Allegato al DEFR 2016 l’Agenzia contribuirà alle modifiche normative della legge istitutiva di ARPA al fine di inserire elementi che indichino esplicitamente gli ambiti di intervento legati alle esigenze territoriali.

A ciò si aggiungeranno anche le scelte necessarie relativamente al tema degli UPG e ai rapporti con le Procure di riferimento.

Contesto legislativo regionale

L’articolazione del Piano della performance 2017-2019 dell’Agenzia si inserisce nel più ampio contesto della programmazione regionale. L’Agenzia, per approntare i propri strumenti di programmazione, recepisce gli indirizzi contenuti nel PRS, declinandoli e individuando in tale contesto le priorità strategiche di intervento.

La programmazione Triennale di ARPA Lombardia tiene conto del “Documento di Economia e Finanza Regionale 2016, comprensivo di nota di aggiornamento: proposta da inviare al Consiglio Regionale” adottato dalla Giunta Regionale di Regione Lombardia con deliberazione X/5711 del 24.10.2016

Il Documento di Economia e Finanza Regionale (DEFR) 2016 costituisce il riferimento per la programmazione regionale 2017-2019 e aggiorna il Programma

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Regionale di Sviluppo con le priorità indicate per la legislatura, adeguando la visione strategica dell’azione regionale alle novità del contesto.

Tra le priorità strategiche contenute nel DEFR si riportano di seguito quelle che hanno una maggiore ricaduta sulle attività di ARPA e precisamente:

1. una Pubblica Amministrazione più efficiente e meno costosa, che completi la rivoluzione digitale, e renda servizi più trasparenti, rapidi ed efficaci ai cittadini e alle imprese;

2. la tutela del territorio e dell’ambiente, a partire dall’attenzione alla qualità delle aree urbane, dal buon uso e il non consumo di suolo, dal riuso e recupero delle aree dismesse, dalla bonifica dei siti inquinati, dalla tutela del paesaggio, la valorizzazione del sistema delle aree protette fino alla sicurezza idrogeologica, alla qualità delle acque e dell’aria

3. il sostegno all’attrattività del territorio e delle sue componenti economiche, sia dal punto di vista dell’attrazione degli investimenti che da quello della valorizzazione delle risorse e della vocazione turistica;

4. le infrastrutture per favorire sempre più la competitività e la mobilità nella Regione.

Inoltre l’Allegato al DEFR 2016 “Aggiornamento indirizzi a Enti e Aziende dipendenti e Società Partecipate” contiene indirizzi tali per cui:

• ARPA contribuirà alla costruzione del Sistema Nazionale delle Agenzie ambientali previsto alla L. 132/2016, collaborando con Regione Lombardia, ISPRA e le altre Agenzie facenti parte del sistema. Il contributo di ARPA sarà ispirato alla logica di omogeneizzazione delle prestazioni essenziali del sistema, considerando però l’esigenza che le attività dell’ARPA debbano tenere conto delle specificità del contesto territoriale e degli obiettivi di politica ambientale definiti dal livello di governo regionale. In tal senso avrà fondamentale importanza l’intervento normativo regionale in attuazione della L. 132/2016 che dovrà adeguare la mission dell’ente al nuovo disegno normativo, attribuendo ad ARPA eventuali ulteriori funzioni istituzionali. Nell’ambito del percorso della riforma delle Autonomie locali in corso, l’Agenzia contribuirà alle riflessioni, valutazioni e costruzione degli scenari relativi alle scelte regionali di eventuale riposizionamento delle funzioni ambientali attualmente delegate e confermate alle Province.

• Anche dal punto di vista dei Sistemi Informativi Ambientali per la gestione dei data base connessi ai processi di monitoraggio e controllo, l’Agenzia garantirà il suo apporto specifico per la realizzazione del sistema informativo nazionale ambientale, nell’ottica di dotarsi di uno strumento di lavoro per lo svolgimento delle attività proprie dell’Agenzia, ma capace anche di garantire il raggiungimento degli obiettivi di trasparenza e diffusione delle informazioni ambientali verso istituzioni, enti, aziende e cittadini previsti da norme nazionali e comunitarie.

• L’Agenzia continuerà ad interpretare, anche alla luce della L.R. 38/2015, il proprio ruolo tecnico-scientifico in materia di tutela e protezione dell’ambiente nel rispetto della normativa statale e regionale. In particolare, relativamente alle prioritarie attività di controllo e monitoraggio ambientale, garantirà i livelli dei servizi già consolidati, anche mediante una preventiva selezione delle più rilevanti attività riconducibili ad improcrastinabili ed obbligatori adempimenti normativi, ferma restando l’esigenza di una graduale ricostituzione della

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dotazione di risorse umane approvata dalla Giunta regionale con la deliberazione n.X/4165 del 16.10.2015.

• Inoltre, sempre nell’ambito delle dotazioni disponibili e sulla base di modalità condivise con le competenti direzioni regionali, collaborerà con gli enti locali supportandoli da un punto di vista tecnico e formativo nelle attività in ambito ambientale.

Contesto organizzativo: Stakeholder di ARPA

Per definire e, quindi, analizzare il contesto esterno specifico nel quale opera l’Agenzia, appare opportuno evidenziare quali siano i principali soggetti che hanno rapporti con l’Agenzia. Il principale stakeholder di ARPA è la Regione Lombardia che si avvale di ARPA per le politiche ambientali.

Contesto territoriale

Questa sezione del documento delinea la cornice delle pressioni ambientali evidenziando, in modo sintetico, i punti di forza ma anche le criticità dello stato dell’ambiente lombardo. Vengono descritte le diverse tematiche ambientali, dall’aria all’acqua, fino agli aspetti legati alle attività agronomiche e industriali, con lo scopo di evidenziare le peculiarità del sistema, anche in termini di monitoraggio e controllo, al fine di definire il quadro delle esigenze e quindi le azioni da porre in essere per il superamento delle criticità.

La Lombardia misura 23.861 km2 per circa 10 milioni di abitanti, ed è montuosa per il 42% del territorio. Gli abitanti sono 10.014.304 e il territorio è suddiviso in 1.527 comuni (regione col maggior numero di comuni su tutto il territorio nazionale), distribuiti in 12 enti di area vasta (di cui 11 province e 1 città metropolitana, quella di Milano). La regione si posiziona prima in Italia per

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popolazione e per numero di enti locali, seconda per densità e quarta per superficie, dopo Sicilia, Piemonte e Sardegna.

La superficie della Lombardia si divide quasi equamente tra pianura (che rappresenta circa il 47% del territorio) e le zone montuose (che ne rappresentano il 41%). Il restante 12% della regione è collinare.

Per approfondimenti tecnico-scientifici si rimanda alla apposita sezione Web dedicata al Rapporto sullo Stato dell’Ambiente pubblicato sul sito arpa al seguente indirizzo: http://shp.arpalombardia.it/sites/arpalombardia2013/RSA/Pagine/default.aspx

Popolazione

Nell’ultimo decennio la popolazione della Lombardia ha ripreso a crescere dopo un periodo di stasi raggiungendo la soglia dei 10 milioni.

La crescita è in gran parte legata al contributo dei movimenti migratori in entrata provenienti dall’estero, ma negli ultimi anni si è registrata anche una discreta ripresa della natalità dovuta sia al graduale recupero riproduttivo dei cittadini italiani, sia dal contributo dei cittadini stranieri, che si caratterizzano per un numero maggiore di figli per unità familiare rispetto agli italiani.

Le differenze nei comportamenti riproduttivi fra stranieri ed italiani sono ancora molto marcate, ma emergono segnali di una progressiva convergenza.

Il processo di invecchiamento della popolazione lombarda sembra essersi almeno momentaneamente arrestato e dal 2005 in poi l’indice di vecchiaia è rimasto sugli stessi valori.

La dinamica demografica della popolazione lombarda è caratterizzata da una rilevante differenziazione territoriale: il saldo naturale risulta fortemente negativo sia nella fascia alpina e prealpina che nelle province meridionali della regione, mentre nella fascia centrale è tendenzialmente positivo

Imprese ed ambiente

Le imprese manifatturiere costituiscono più del 97% delle imprese attive nell’industria lombarda; più della metà sono localizzate nei territori di Milano, Brescia e Bergamo che, assieme a quelli di Varese e Monza e Brianza, rappresentano le aree con più spiccata vocazione manifatturiera della regione.

In Lombardia si trovano oltre un quarto, rispetto all’intero Paese, delle aziende a Rischio di Incidente Rilevante (RIR) e delle aziende sottoposte ad Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA), che viene applicata, secondo parametri europei, alle aziende cui è chiesto il maggiore impegno dal punto di vista ambientale.

Gli impianti a Rischio di Incidente Rilevante presenti il Lombardia nel 2015 sono 281 (con un lieve decremento 1% rispetto all’anno precedente) concentrati in particolare nei settori chimico e metallurgico e localizzati principalmente nelle province di Milano, Bergamo e Brescia.

Il numero di aziende sottoposte ad AIA (1.949) nella regione si mantiene complessivamente stabile rispetto al 2014. Il 40% delle AIA riguarda aziende zootecniche. Si sono registrate localmente variazioni positive delle AIA nelle province di Pavia, Como e Varese con un incremento tra il 10% e il 12%, e una

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diminuzione delle AIA nella provincia di Cremona del 9,5%. In agricoltura si è manifestata una forte crescita degli impianti di biogas. A marzo 2015 risultavano attivi 428 impianti di biogas: negli ultimi 5 anni il numero è quadruplicato. Nel 2013 la Lombardia ha contribuito con il 15,1% alla produzione nazionale di energia elettrica da fonti rinnovabili. La produzione regionale è concentrata per l’85% nelle province Cremona, Mantova, Brescia e Lodi.

Aria

Per quanto concerne la qualità dell’aria, le politiche regionali e il miglioramento tecnologico hanno consentito una riduzione delle emissioni nei diversi comparti con una conseguente diminuzione della concentrazione di molti inquinanti di origine primaria (CO, SO2 e benzene), ma non risultano in generale ancora raggiunti i limiti e gli obiettivi previsti dalla normativa per PM10, PM2,5, NO2 e O3. Si tratta di inquinanti le cui concentrazioni sono governate in maniera considerevole anche dalla loro produzione in atmosfera, come inquinanti secondari, a causa della presenza di precursori.

Le fonti emissive di PM10 primario sono riconducibili principalmente al diesel e all’utilizzo di legna da ardere nei piccoli impianti domestici. Le zone dove vengono superati i limiti della media annua di PM10 sono ormai ristrette.

La progressiva diminuzione delle concentrazioni, infatti, ha portato ad un rispetto del limite nella zona di montagna e nella zona di fondovalle, mentre permangono superamenti nelle altre aree. Per il limite relativo al numero massimo di giornate

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annuali in cui PM10 non deve superare un determinato livello, invece, il superamento è ancora esteso a diverse aree della regione, sebbene il numero di giorni di superamento sia complessivamente diminuito negli anni.

Distribuzione spaziale dei giorni di superamento della soglia di 50 µg/m3

sul territorio lombardo – anno 2014

Il PM2,5 rappresenta una frazione del PM10 mediamente pari, nell’area di Milano, al 67%. Ad oggi, in Lombardia, le concentrazioni medie annue di PM2,5 oscillano nelle diverse zone tra i 20 e i 35 µg/m3. Per quanto riguarda l’NO2, i superamenti del limite sulla media annua si sono verificati nelle zone maggiormente urbanizzate e nella zona di pianura. Le concentrazioni maggiori sono state registrate nelle stazioni da traffico. Il superamento del limite di NO2 sulla media oraria è invece ristretto ad un numero limitato di stazioni negli agglomerati di Milano e Brescia e nelle zone ad elevata urbanizzazione.

Poiché nelle aree urbane vengono emesse grandi quantità di ossidi di azoto e di idrocarburi e l’ozono si forma in atmosfera durante il trasporto di masse d’aria che contengono questi inquinanti (precursori), le concentrazioni più elevate di ozono si ritrovano nelle zone suburbane e sottovento rispetto alle aree di emissione degli inquinanti primari. In Lombardia, a causa dei rilievi posti nell’area a nord della regione, vi è un regime di brezze che soffia da sud durante il giorno, pertanto masse d’aria cariche di inquinanti dalle aree urbane si spostano verso la zona prealpina e alpina.

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La mappa: Distribuzione spaziale dell''Ozono troposferico sul territorio lombardo – anno 2014

Per quanto riguarda i metalli, si osservano complessivamente per l’anno 2014 concentrazioni ben al di sotto dei limiti fissati. Il benzo(a)pirene fa registrare i valori più alti nelle aree in cui più consistente è il ricorso alla legna per riscaldare gli ambienti; nel 2014 si riscontra il superamento del valore obiettivo nelle stazioni di Meda (MI) e Darfo (BS).

Attualmente le concentrazioni di SO2 (biossido di zolfo) sono largamente al di sotto dei limiti di legge. Il limite per la media giornaliera e quello per la media oraria non vengono superati in nessuna stazione di misura regionale. Le concentrazioni di SO2 hanno raggiunto valori molto elevati alla fine degli anni ’60. Successivamente, l’adozione di misure legislative sulla riduzione del contenuto di zolfo nel gasolio per riscaldamento, nell’olio combustibile, nella benzina e nel gasolio per autotrazione, nonché la diffusione della metanizzazione degli impianti termici civili ed industriali hanno contribuito in maniera decisiva a far diminuire le emissioni di SO2 dagli impianti industriali, dagli impianti per il riscaldamento domestico, ma anche dagli automezzi. Al decremento di questo inquinante ha contribuito la trasformazione delle centrali termoelettriche da ciclo a vapore, con caldaie alimentate ad olio combustibile, a ciclo combinato, con turbogas alimentate a metano, la delocalizzazione/dismissione degli impianti produttivi a maggiore emissione nonché il divieto di uso di olio combustibile negli impianti per il riscaldamento civile e la diminuzione del tenore di zolfo nei carburanti.

Acqua

ACQUE SUPERFICIALI – Considerando il periodo di monitoraggio 2009-2014, previsto dal Piano di Gestione del distretto idrografico del fiume Po, su 551 corpi idrici fluviali, lo stato ecologico, espresso sulla base degli elementi biologici,

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idromorfologici e chimici, è per il 33% elevato e buono e per il 46% sufficiente. Il 19% dei corpi idrici che attraversano le zone più antropizzate della regione presenta uno stato ecologico scarso e solo il 2% pessimo. Lo stato chimico (determinato dalla presenza di sostanze prioritarie, quali ad esempio metalli, pesticidi) risulta buono per il 68% dei corpi idrici fluviali. Dei 56 laghi lombardi, sempre considerando i sei anni di monitoraggio, il 53% presenta uno stato ecologico elevato e buono, mentre lo stato chimico è buono per il 63%.

ACQUE SOTTERRANEE – Tra il 2009 e il 2014 il 20% degli acquiferi della Lombardia ha raggiunto uno stato chimico buono.

Lo stato quantitativo (quantità di acqua presente negli acquiferi regionali) risulta buono per tutti gli acquiferi della Lombardia.

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Rifiuti

Il quantitativo totale di rifiuti urbani prodotti nel 2013 in Regione Lombardia è stato pari a 4.599.250 tonnellate. Il trend generale di decrescita della produzione totale di rifiuti, registrato a partire dal 2008, si conferma ancora nel 2013, anche se con una diminuzione meno marcata (-0,6%) rispetto agli ultimi due anni (-2,7% nel 2011 e -4,1% nel 2012). La produzione pro-capite dei rifiuti è diminuita maggiormente, a fronte di un aumento della popolazione residente per il 1,8%, è si è attestata a 461,2 kg*abitante/anno, pari a 1,26 kg/giorno. Continuano a crescere i quantitativi di rifiuti raccolti in modo differenziato (2.502.609 tonnellate) e la percentuale di raccolta differenziata, che ha raggiunto il 54,4%. Calano invece sensibilmente i quantitativi di rifiuti indifferenziati (2.096.641 tonnellate), con una diminuzione pari a -4,7%.

Le Province di Milano, Brescia, Bergamo, Varese e Monza rappresentano circa il 73% della produzione totale dei rifiuti urbani. Brescia, Pavia e Mantova hanno un dato di produzione pro-capite superiore a quello medio regionale (rispettivamente pari a 531,7 kg/anno, 515,7 kg/anno e 494 kg/anno), mentre tutte le rimanenti Province hanno un dato pro-capite inferire a quello Regionale.

La raccolta differenziata ha raggiunto livelli di eccellenza nelle Province di Mantova (71,5%), Varese (63%), Cremona (62%), Monza (61,6%), e Lecco (60,2%). Un dato certamente rilevante è il dato raggiunto della percentuale di recupero di materia ed energia a livello regionale, pari all'82,8%, così come l'ulteriore diminuzione del ricorso alla discarica come modalità di smaltimento dei rifiuti urbani indifferenziati, che è scesa ulteriormente, attestandosi all'1,2% diminuzione pari a -4,7%.

Suoli

La contaminazione dei suoli continua a manifestarsi come un fenomeno diffuso, essenzialmente legato a eredità del passato, messo in luce con il riuso del territorio. Nel 2011 erano presenti oltre 850 siti classificati come contaminati ai

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sensi della normativa, sui quali è in corso un procedimento di bonifica. La contaminazione è nella maggior parte dei casi riconducibile ad aree industriali dismesse (31%) o alla presenza di impianti di stoccaggio o adduzione di carburanti (21%). A fronte degli oltre 900 siti attualmente contaminati, si registrano allo stato attuale oltre 1600 siti già bonificati (dato gennaio 2015), cioè siti in cui si è definitamente concluso il procedimento di bonifica ed è stato emesso il certificato di avvenuta bonifica da parte della Provincia competente per territorio.

La presenza di siti contaminati più consistente si evidenzia nella Provincia di Milano (circa 49%) e in misura minore nella Provincia di Brescia e Varese (circa 9% e 8% rispettivamente), ovvero in quelle realtà territoriali che hanno visto storicamente lo sviluppo di insediamenti industriali e di numerose attività artigianali. In questo conteggio sono stati esclusi i siti di interesse nazionale: Sesto San Giovanni (area ex Falck), Pioltello Rodano Polo Chimico, Broni (area ex Fibronit), Brescia Caffaro, Mantova Polo Chimico e laghi di Mantova.

Grafico: Concentrazione di siti contaminati per comune

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Grafico: Numero di siti, suddivisi per provincia, sui quali allo stato attuale sono in corso delle indagini per accertare se sussiste o meno una potenziale contaminazione - 1° trimestre 2015

2.2 Analisi del contesto interno

Organizzazione

L’organizzazione dell’Agenzia è sviluppata secondo la LR 16/99 s.m.i. e secondo il regolamento organizzativo.

Sono organi dell’ARPA:

• Presidente;

• Consiglio di amministrazione;

• Direttore Generale;

• Collegio dei revisori.

Il Consiglio di amministrazione dell’ARPA è composto da cinque membri, tra cui il Presidente, e dura in carica cinque anni; l’attuale CdA è stato nominato dalla Giunta Regionale in data 27/6/2013 (Delibera Giunta Regionale n° X/333 del 27/06/2013).

Compete al Consiglio di amministrazione verificare:

a) su proposta del Presidente:

• il bilancio di previsione, le relative variazioni, il conto consuntivo, nonché il bilancio di esercizio di cui all’articolo 2423 del codice civile;

b) su proposta del Direttore generale:

• approvare il piano pluriennale di attività, in coerenza con gli atti di programmazione regionale;

• i regolamenti di organizzazione e di contabilità;

• il tariffario per le prestazioni rese a soggetti privati;

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• il programma di lavoro annuale sulla base del piano pluriennale di attività.

Compete al Presidente:

a) convocare e presiedere il Consiglio di amministrazione e stabilire l’ordine del giorno delle sedute;

b) verificare l’attuazione del piano pluriennale di attività approvato dal Consiglio di amministrazione;

c) presentare al Consiglio di amministrazione, entro il 30 aprile di ogni anno, una relazione sullo stato di avanzamento del piano pluriennale;

d) proporre al Consiglio di Amministrazione la nomina del Direttore Generale;

e) nominare, su proposta del Direttore generale, il vice direttore;

f) proporre al Consiglio di amministrazione l’approvazione del bilancio di previsione, delle relative variazioni, nonché del conto consuntivo e del bilancio di esercizio

Il Direttore Generale viene nominato dal CdA su proposta del Presidente; l’attuale Direttore è stato nominato in data 04/08/2015 con decorrenza al 01.09.2015.

Egli assicura l’attuazione degli indirizzi programmatici regionali e il raccordo con la Giunta regionale; cura il raggiungimento degli obiettivi fissati dalla Regione secondo principi di efficacia, efficienza ed economicità; garantisce il controllo di gestione e la verifica della qualità dei servizi prestati dall’ARPA.

In particolare spettano al Direttore Generale:

a. la rappresentanza legale dell’Agenzia;

b. la predisposizione dei regolamenti di organizzazione e di contabilità, nonché del piano pluriennale di attività e del programma di lavoro annuale;

c. la predisposizione del bilancio di previsione, delle relative variazioni, nonché del conto consuntivo e del bilancio di esercizio;

d. l’adozione dei provvedimenti in materia di personale;

e. la promozione e il coordinamento dei rapporti dell’Agenzia con enti ed istituzioni esterne;

f. l’assunzione di tutti gli ulteriori atti necessari alla gestione delle attività dell’Agenzia, compresa la nomina dei direttori di settore e di dipartimento.

Inoltre, provvede al coordinamento delle strutture centrali e periferiche dell’ARPA.

Il Collegio dei Revisori è nominato dal Consiglio Regionale, che ne indica il Presidente. È composto da tre revisori contabili, dura in carica 5 anni ed esercita le verifiche periodiche di bilancio e di cassa. Il Collegio predispone inoltre la relazione esplicativa al bilancio di previsione e la relazione sull’andamento della gestione riferita al conto consuntivo. Il Presidente del Collegio dei revisori comunica i risultati dell’attività del collegio medesimo al Consiglio di amministrazione.

La struttura organizzativa di ARPA Lombardia prevede una struttura centrale articolata in tre Direzioni Centrali (Operazioni, Amministrativa e Tecnico-

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Scientifica) e quattro Settori Tematico-Funzionali ed una struttura periferica articolata in dipartimenti.

Le funzioni della struttura organizzativa si suddividono in:

� funzioni accentrate con compiti di: indirizzo e coordinamento tecnico scientifico; supporto al DG nella programmazione delle attività e monitoraggio e reportistica su attività territoriale; svolgimento di attività operativa laddove previsto da disposizione organizzative interne (laboratori, monitoraggio della qualità dell’aria, e delle acque superficiali, radioprotezione, controllo delle emissioni in atmosfera, meteorologia, gestione amministrativa territoriale,…) ovvero previsto da accordi convenzionali.

� funzioni provinciali decentrate (Dipartimenti) con compiti di: definizione e realizzazione strategie territoriali; realizzazione attività “sul campo” (ad esempio: controlli, ispezioni,…); supporto tecnico agli Enti locali; definizione delle priorità e programmazione attività territoriali.

Risorse umane

Al 31 dicembre 2016 il numero complessivo dei dipendenti era pari a 986 unità, di cui 153 (15%) aventi qualifica dirigenziale; della restante parte (833 unità) quasi i tre quarti sono tecnici aventi elevata professionalità (chimici, biologi, fisici, ingegneri): ciò a testimonianza dell’elevato grado di professionalità raggiunto. A questi numeri bisogna aggiungere il personale a tempo determinato (48 risorse) dedicato alla gestione dei progetti in convenzione con Enti territoriali e aziende.

Tabella: dinamica compagine della Dirigenza Apicale e del Comparto ARPA

Nell’ambito di successivi aggiornamenti organizzativi succedutisi dal 2010 al 2015 improntati a criteri di efficienza, efficacia ed economicità dell’azione, c’è stata una significativa riduzione della dirigenza apicale e della dirigenza di struttura: si è passati dai 183 dirigenti in servizio nel dicembre 2012 a 153 attuali (4 dirigenti ARPA sono comandati in uscita presso altre amministrazioni regionali).

Altra considerazione da farsi è relativa al continuo calo del personale ARPA dovuto al succedersi delle finanziarie degli ultimi anni che hanno bloccato il turn over delle assunzioni, contribuendo alla riduzione del personale ARPA dalla originaria dotazione organica di 1020 persone all’attuale di 986 risorse al 31/12/2016.

La riduzione di organico si è inserita su un trend di continuo incremento delle attività attribuite dal legislatore ad ARPA che ha portato Regione Lombardia a

Anno 2012 2013 2014 2015 2016

Tot. Dirig. Apicali (DG, DC, DS, DD) (A) 21 20 15 14 13

Dirigenti di struttura (B) 75 68 69 66 67

Tot dirigenti struttura (A+B) 96 88 84 80 80

Dirigenti professional 87 73 76 77 73

Totale dirigenza ARPA Lombardia 183 161 160 157 153

Comparto 837 857 860 841 833

Totale dipendenti ARPA Lombardia 1020 1018 1020 998 986

Personale TD (su progetti ) 63 48

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riconoscere come insufficiente la precedente dotazione organica e ad aggiornarla, con delibera della Giunta Regionale n°X/4165 del 16/10/2015, sino a 1101 unità.

Attualmente i posti non ricoperti in pianta organica sono circa 160 (Piano occupazionale ARPA approvato con decreto D.G. n° 598 del 16/11/2016), e la nota della presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento della Funzione Pubblica del 10/10/2016 in cui si comunica che per la Lombardia sono ripristinate, nel limite delle risorse disponibili, le ordinarie facoltà di assunzione, lascia sperare che nei prossimi anni ARPA possa procedere con una più regolare politica di assunzioni del personale. In attesa della definizione degli indirizzi regionali in ordine al contenimento della spesa del personale, per il 2017 si è proceduto, in via cautelativa, ad assumente 8 risorse del comparto, corrispondenti al 25% della spesa del personale cessato nel corso del biennio 2015-2016 (come disposto dalla Legge Finanziaria 208/2015 art. 1 comma 28).

Nonostante le ristrettezze finanziarie e occupazionali che stanno affliggendo le pubbliche amministrazioni, va evidenziato che ARPA, nel corso dalla rilevazione del benessere organizzativo interno ha riscontrato una partecipazione elevata (70%) evidenziando un elevato senso di appartenenza all’Ente da parte di tutto il personale (82%), e una considerevole percezione dell’utilità della propria attività al raggiungimento della missione e degli obiettivi di Arpa (73%).

Pur tra tante conferme positive, l’indagine ha messo pure in risalto la necessità di trovare adeguate soluzioni per spronare il comparto a migliorare l’attività, anche attraverso la creazione di nuovi percorsi di carriera (61%).

Categorie e generi

Nei grafici che seguono è riportata la distribuzione del personale in Comparto e Dirigenza

Nel grafico che segue si è voluto dar conto dell’innalzamento dell’età media del personale ARPA che di anno in anno continua a salire dai 49,19 di media del 2015 ai 50,03 del 2016. Ormai risulta difficile trovare in ARPA dirigenti con un’età inferiore ai 45 anni (8%).

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Per quanto concerne la suddivisione di genere (grafico personale al 31/12/2016) la consistenza del personale del comparto vede una presenza femminile superiore in tutte le categorie sino alla D e tende a divenire minoritaria nella categoria superiore (DS) e in quella dirigenziale.

3 Dagli obiettivi strategici agli obiettivi operativi

Nel chiaro intento dell’Agenzia di orientare l’attività ordinaria secondo le attività strategiche il quadro di riferimento è il Piano pluriennale 2017-2019 che s’inserisce nel più ampio contesto della programmazione regionale. Il documento di riferimento è il PRS – Programma Regionale di Sviluppo della X Legislatura - che viene annualmente aggiornato dal DEFR – Documento di Economia e Finanza Regionale. Il DEFR, oltre ad aggiornare il Programma regionale, indica gli indirizzi di riferimento per lo sviluppo della pianificazione dell’attività di Enti dipendenti e Società.

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L’Agenzia, nell’aggiornamento dei suoi strumenti di programmazione, recepisce tali linee di indirizzo e individua le priorità strategiche di intervento in tre step successivi:

1. Verifica dello stato di attuazione del Piano pluriennale: con questa fase s’identificano le aree di criticità oggetto di necessaria ricalibrazione degli obiettivi.

2. Calibrazione dei target nell’eventuale variazione del Piano o individuazione di possibili nuovi obiettivi

Tale fase non può prescindere da uno stretto raccordo con il bilancio pluriennale 2017-2019 che è contestualmente approvato dal Consiglio di Amministrazione dell’Agenzia e che completa il quadro degli strumenti di programmazione tecnico finanziaria pluriennale.

3. Analisi degli impatti e ipotesi delle azioni organizzative

Questo piano della performance, il cui arco temporale è il triennio 2017-2019, sarà fondamentale per il contributo che ARPA saprà offrire alla costruzione del Sistema Nazionale delle Agenzie Ambientali previsto dalla L. 132/2016, collaborando con Regione Lombardia, ISPRA e le altre Agenzie facenti parte del sistema.

Le macro aree di intervento strategico

Le iniziative programmatiche che caratterizzeranno lo sviluppo dell’Agenzia rappresentano il proseguimento delle attività già in essere e prevedono il consolidamento e lo sviluppo dell’attività tecnico-scientifica di propria competenza istituzionale.

Le linee strategiche da considerare, emergenti anche attraverso l’analisi delle proposte dell’alta direzione di ARPA, sono di seguito poste in evidenza nello schema che segue.

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Dalle quattro macro aree strategiche sono stati sviluppati i temi prioritari considerati come obiettivi strategici nell’arco di valenza del Piano, e da cui discendono gli obiettivi operativi.

Questi, a loro volta, danno origine al sistema degli obiettivi, che interessa in primis la dirigenza apicale, e a seguire la dirigenza subordinata ed il personale del comparto.

Tra gli obiettivi che assumono maggiore rilievo per lo sviluppo dell’Agenzia si ricordano quelli avviati con l’attuale legislatura: il progetto SUOLI sviluppato da ARPA in risposta alle indicazioni fornite dalla LR 11/2014, l’attività di comunicazione ed educazione ambientale, la Scuola per l’Ambiente, lo sviluppo dei Sistemi Informativi di ARPA e le attività di sviluppo e ricerca finalizzate a migliorare le attività istituzionali di Controllo e Monitoraggio, altri obiettivi strategici. Avviati

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precedentemente, continuano ad avere un ruolo strategico le seguenti attività: la trasparenza sui tempi di risposta dei procedimenti, l’aggiornamento del tariffario e delle prestazioni tariffabili ARPA, la realizzazione del Sito Istituzionale dell’Agenzia, la razionalizzazione delle reti di monitoraggio (qualità dell’aria, geologica, idro-meteo-nivo).

Il predetto percorso, che raccorda le macro-aree contenute nella pianificazione strategica del CdA con le azioni concrete in capo alle singole strutture, avviene concretamente attraverso l’albero della performance.

L’albero della performance è allegato al presente Piano, e rappresenta in modo chiaro il collegamento tra gli obiettivi previsti dai documenti di programmazione approvati dal CdA ed i singoli obiettivi di struttura (direzioni ed unità organizzative).

Gli obiettivi di struttura vengono monitorati attraverso specifici indicatori, aventi due nature alternative:

- indicatori quantitativi (tipici dei dipartimenti, ma anche di alcune funzioni della sede centrale), che vengono misurati attraverso strumenti standardizzati di reportistica (implementazione di banche dati AGORA’- EDMA);

- indicatori di programma, tipici dell’attività di indirizzo e controllo della sede, che vengono misurati in base all’avanzamento della programmazione operativa rispetto a quanto inizialmente pianificato.

Detti indicatori sono esplicitati nella “Scheda A” con cui vengono assegnati gli obiettivi ai direttori ed ai dirigenti responsabili di unità organizzativa. In questo modo viene conciliato ed allineato l’intero ciclo di programmazione che, partendo dalla visione e dalla strategia espressi nei documenti approvati dal Consiglio di Amministrazione (Piano pluriennale, Programma annuale), si traduce in azioni reali per tutti i livelli dell’organizzazione, il cui grado di raggiungimento viene concretamente misurato.

4 Il processo delle performance e le azioni di miglioramento

Il processo per il recepimento del D.Lgs. n.150/2009 e delle Delibere CIVIT attuative relative al Piano della Performance, così come definito all’interno di questo documento, si inserisce nell’ambito di un più generale percorso già da tempo intrapreso dall’Agenzia.

Il processo per la definizione di questo Piano ha inizio alla fine del mese di settembre con incontri dedicati organizzati tra la direzione generale e la dirigenza apicale dell'Agenzia, con modalità sia collegiale che individuale. Tali incontri sono finalizzati alla descrizione dei processi, flussi e attività e alla definizione degli obiettivi operativi.

Con il Nucleo di Valutazione della Performance sono stati condivisi il metodo di lavoro, gli obiettivi, gli indicatori e i target.

Nel corso di vigenza del presente Piano sono previsti momenti intermedi di analisi ed eventuale rimodulazione del sistema e del Piano, in funzione delle esigenze e delle criticità sopravvenute.

Nel corso del 2017 si apporteranno modifiche ai sistemi di valutazione in modo da prevedere una valutazione complessiva che tenga conto degli obiettivi di attività fissati annualmente e delle competenze professionali espresse e dei comportamenti adottati.

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Nella tabella che segue sono dettagliatamente descritte le fasi del processo dell’Agenzia ai fini dell’elaborazione e della gestione del Piano della Performance.

Fasi Input Attori Destinatari output Inizio Fine

FASE 1

Avvio ciclo di performance

-Analisi processi di lavoro-attività

-documenti regionali di programmazione, Piano triennale

- DG

- Nucleo di Valutazione

- Coordinamento centrale (DOP, DAM, DTS, DS, DDP)

- Dirigenti apicali

- Responsabili Unità Organizzative

- Definizione obiettivi strategici

- Programma annuale di dettaglio

sett. 2016

ott 2016

FASE 2

Declinazione degli obiettivi strategici in obiettivi operativi

Programma annuale 2017 approvato dal CdA (del. n. V/65 del 28/11/2016)

- NdV

- Dirigenza apicale

- Dirigenza apicale

- RUO

- Definizione degli Obiettivi Operativi con indicatori e target

- Condivisione e definizione degli obiettivi operativi, target e indicatori con le UO assegnate

dic 2016

feb 2017

FASE 3

Redazione Piano Performance.

Definizione sistema per la rilevazione dei dati e articolazione Albero delle performance

Conferma o variazione Piano degli obiettivi operativi, Piani annuali, indicatori

- DOP-UO SG&E - Raccolta delle schede

- Elaborazione dei dati

- Incontri di condivisione

feb 2017

FASE 4

Monitoraggio e revisione Piano alla luce modifiche intervenienti

Elaborazione dati e informazioni (monitoraggio periodico o su bisogni specifici e misurazione e valutazione annuale)

- DG

- Dirigenza apicale

- NdV

Tutto il personale

Il DG con il supporto della DOP si confronta con la Dirigenza apicale sul grado di raggiungimento degli obiettivi e sui relativi scostamenti rispetto al programmato

I RUO si confrontano con i dirigenti a loro afferenti e con il personale

Il NdV con il supporto della DOP/DAM viene informato e supporta il processo

2017

FASE 5

Valutazione annuale

Schede di valutazione, rilevazione perfomance organizzativa

- DG

- NdV

- Dirigenza apicale

- RUO

Tutto il personale

-Raccolta delle schede

-Incontri di condivisione

-Elaborazione dei dati

feb 2017

FASE 6

Rendicontazione

Rendicontazione attività annuale

- Sede centrale

- NdV

Tutto il personale

La DOP redige la Relazione annuale sulla Performance

giu 2017

FASE 7

Assicurazione della trasparenza ex “riforma Brunetta”

Pubblicazione sul sito web della documentazione

- DG

- Comunicazione

- NdV

- Tutto il personale

- Stakeholder

- Cittadinanza

Il DG approva la relazione annuale sulla performance.

giu 2017

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Piano della Performance 2017-19

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5 Allegati tecnici

Albero delle performance 2017-2019 – obiettivi anno 2017

AVVERTENZE PER LA LETTURA

La colonna Area strategica di intervento individua una specifica Area di intervento contenuta nel “Programma annuale di lavoro anno 2017” approvato dal Consiglio di Amministrazione con deliberazione N. V/65 del 28/11/2016.

Le colonne successive individuano le strutture apicali e le UO di staff al DG e alla DOP: per ogni obiettivo è identificata la struttura a cui è primariamente associato l’obiettivo, vi è anche la colonna Altra struttura in cui sono indicate le strutture associate nel raggiungimento dell’obiettivo.

Ambito di intervento: interventi individuati nel Programma annuale di lavoro fondati su specifici “piani operativi” delle strutture organizzative.

Tematica: Tema concettuale omogeneo al cui raggiungimento concorrono diverse azioni strategiche realizzate da molteplici Unità Operative.

Azione strategica: Tipo di attività puntualmente descritta all’interno del” Programma annuale di lavoro 2017”.

La colonna “Piano Attività Lavoro 2017 pag.” rimanda alla pagina del “Programma Annuale di lavoro 2017” in cui l’obiettivo è citato.

Corr(isponden)za cod(ici) ob(iettivo) Scheda A: Gli indicatori con cui saranno valutati il raggiungimento dei risultati sono esplicitati nelle “schede A”; in corrispondenza di ciascun obiettivo dei direttori e dei dirigenti. Le schede A di ciascun direttore sono reperibili presso la Segreteria della Direzione Generale.

Le abbreviazioni relative alle Strutture vanno lette come segue:

APC-DISCAR.: Settore Attività Produttive e Controlli: U.O. discariche

APC-AP: Settore Attività Produttive e Controlli: U.O. Attività Produttive

APC-SISAR: Settore Attività Produttive e Controlli: U.O. Bonifiche di SIS e AdR

APC-AP-CRSMEA: Settore Attività Produttive e Controlli: Attività Produttive; U.O. Cento Regionale di Monitoraggio Emissioni in Atmosfera

APC-AF-CRR: Settore Attività Produttive e Controlli: Agenti Fisici; U.O. Centro Regionale Radioprotezione

DAM: Direzione Amministrativa

DAM-PL: Direzione Amministrativa: U.O. Patrimonio e Logistica

DG-NIPS: Direzione Generale – Staff del DG - U.O. Nuovi Insediamenti Produttivi e Semplificazione

DG RICEA: Direzione Generale – Staff del DG - U.O. Relazioni Istituzionali, Comunicazione e Educazione Ambientale

DG-IA: Direzione Generale: U.O. Internal Auditing

DOP-ICT: Direzione Operazioni: Information and Communication Technology

DOP-SG&E: Direzione Operazioni: Sistemi di Gestione ed Emergenze

DOP-SO: Direzione Operazioni: U.O. Sviluppo Organizzativo

DTS: Direzione Tecnico Scientifica

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Piano della Performance 2017-19

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DTS-MARR: Direzione Tecnico Scientifica: U.O. Modellazione dell’Ambiente del Rischio, Reporting

DTS-RIIC: Direzione Tecnico Scientifica: U.O. Ricerca Innovazione integrazione delle conoscenze

DTS-SSA: Direzione Tecnico Scientifica: U.O Sviluppo del sistema ambientale

LAB: Settore Laboratori

LAB-PAL: Settore Laboratori: U.O. Programmazione acquisizioni e logistica

LAB-ASTS: Settore Laboratori: U.O. Accreditamento e sviluppo tecnico-scientifico

MA-MVAIT: Settore Monitoraggi Ambientali: U.O. Monitoraggio e valutazione acustica delle infrastrutture di trasporto

MA-MQAI: Settore Monitoraggi Ambientali: U.O. Modellistica Qualità dell’aria e inventari

MA-CRQA: Settore Monitoraggi Ambientali: U.O. Centro Regionale Qualità delle acque

MA-CRMQA: Settore Monitoraggi Ambientali: U.O Centro Regionale Monitoraggio Qualità dell’aria

MA-RI-CRLMBAS: Settore Monitoraggi Ambientali: Risorse Idriche; U.O. Centro Reg. Laghi e Monitoraggio biologico acque superficiali

DIP: Dipartimenti provinciali. Nel nuovo modello organizzativo ARPA 2015-2019 ci sono 6 Direzioni per i 12 Dipartimenti provinciali. I dipartimenti sono stati abbinati come segue: (MI-MZ), (BG-CR), (BS-MN), (CO-VA), (LC-SO), (LO-PV)

TRN-USA: Settore Tutela dai Rischi Naturali: U.O. Usi Sostenibili delle Acque

TRN-SM+RIMR: Settore Tutela dai Rischi Naturali: U.O. Servizio Meteorologico e Rete Idro-Meteo Regionale

TRN-CMG: Settore Tutela dai Rischi Naturali: U.O. Centro Monitoraggio Geologico