112
Città di SOLOFRA L.n.1150 del 17/08/1942 e s.m.i. - L.R. n.14 del 20/03/1982 e s.m.i. L.R. n.16 del 22/12/2004 e s.m.i. - Reg. N.5 del 04/08/2011 Ar.T.Etica architetti associati PIANO URBANISTICO COMUNALE Largo Scoca 2, 83100 Avellino. tel/fax 0825/786473 TIMBRI E VISTI VAS. 0.RP b rev. 1 2015 PROGETTO URBANISTICO Arch. Raffaele Spagnuolo (progettista incaricato) Arch. Luca Battista Arch. Eleonora Giaquinto Arch. Flaviano Oliviero Michele Vignola Arch. Francesco Bottino Avv. Antonio Esposito Michele Russo STUDIO GEOLOGICO: dr. Geol. Roberto D’ORSI ZONIZZAZIONE ACUSTICA: ing Vincenzo LIMONE STUDIO AGRONOMICO: dr. Agr. Mario SPAGNUOLO P.U.T.: Ing. TizianaAMATUCCI PIANO ILLUMINOTECNICO: ing. A. DE MARCO geom. M. CAPUTO, per. Ind. M. CIPRIANO Collaboratore studio Ar.T.Etica: Arch. Caterina Avitabile 1:25000 1:10000 1:5000 1:2000 QUADRO CONOSCITIVO PP QUADRO STRUTTURALE PS QC1 Attuazione PRG vigente QC2 Uso e assetto storico del territorio QC3 Stato dell’ambiente Q Assetti fisici, produttivi e funzionali C4 QC5 La rete delle infrastrutture QC6 Il patrimonio dismesso, sottoutilizzato, degradato QC7 Vincoli, tutele, vulnerabilità QC0 Inquadramento territoriale. Coerenze con pianificazioni sovracomunali PS2 Norme di indirizzo prescrittive e direttive PS3 Limitazioni ambientali, contesti urbani e dello spazio aperto, interrelazioni territoriali PS4 Classificazione del territorio. Trasformabilità, standard, attrezzature, infrastrutture PS1 Scelte strategiche, obiettivi criteri guida, forme di attuazione RAPPORTO AMBIENTALE PRELIMINARE (art.2 c.4 Reg. 5/11 ;D.L.vo 152/2006 c.1 art 13) ALLEGATO : (da Bozza Piano. Prel. 2012) STATO DELL’AMBIENTE - INDICATORI - SCHEDE DI SINTESI DS - DOCUMENTO STRATEGICO IL SEGRETARIO GENERALE IL SINDACO IL DELEGATO ALL’URBANISTICA IL R.U.P. UFF. URBANISTICA Qp2 Normativa di attuazione QP3 Ambiti di pianificazione operativa QP4 Azzonamento Qp1 Prescrizioni operative PIANO STRUTTURALE PIANO OPERATIVO L.R. n.16/2004 e s.m.i. art.3 c.3 lett.a) Reg. N.5/2011 art.2 c.4, art.9 c.3 e 5 RP - RAPPORTO PARTECIPAZIONE VAS - VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA QUADRO STRATEGICO PIANO PRELIMINARE QC ELABORATI DI PROCESSO EP QUADRO PROGRAMMATICO POC ATTI DI PROGRAMMAZIONE DEGLI INTERVENTI API REGOLAMENTO URBANISTICO EDILIZIO COMUNALE RUEC RUEC1 Regolamento RUEC2 Indirizzi in materia energetico ambientale Ar.T.EticaArchitettura Territorio Etica Studio associato di architettura bioecologica e tecnologie sostenibili per l’ambiente degli architetti: L.R. n.16/2004 e s.m.i. art.3 c.3 lett.b) Reg. N.5/2011 art.9 c.4, art.9 c.6 rev. 2

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Città di SOLOFRA

L.n.1150 del 17/08/1942 e s.m.i. - L.R. n.14 del 20/03/1982 e s.m.i. L.R. n.16 del 22/12/2004 e s.m.i. - Reg. N.5 del 04/08/2011

Ar.T.Etica architetti associati

PIANO URBANISTICO COMUNALE

Largo Scoca 2, 83100 Avellino. tel/fax 0825/786473

TIMBRI E VISTI

VAS. 0.RP brev. 1

2015

PROGETTO URBANISTICO Arch. Raffaele Spagnuolo(progettista incaricato)

Arch. Luca BattistaArch. Eleonora Giaquinto

Arch. Flaviano Oliviero

Michele Vignola

Arch. Francesco Bottino

Avv. Antonio Esposito

Michele Russo

STUDIO GEOLOGICO: dr. Geol. Roberto D’ORSI

ZONIZZAZIONE ACUSTICA: ing Vincenzo LIMONE

STUDIO AGRONOMICO: dr. Agr. Mario SPAGNUOLO

P.U.T.: Ing. Tiziana AMATUCCI

PIANO ILLUMINOTECNICO: ing. A. DE MARCOgeom. M. CAPUTO, per. Ind. M. CIPRIANO

Collaboratore studio Ar.T.Etica:Arch. Caterina Avitabile

1:25000 1:10000 1:5000 1:2000

QUADRO CONOSCITIVO

PP

QUADRO STRUTTURALEPS

QC1 Attuazione PRG vigente

QC2 Uso e assetto storicodel territorio

QC3 Stato dell’ambiente

Q Assetti fisici, produttivie funzionali

C4

QC5 La rete delle infrastrutture

QC6 Il patrimonio dismesso,sottoutilizzato, degradato

QC7 Vincoli, tutele, vulnerabilità

QC0 Inquadramento territoriale.Coerenze con pianificazionisovracomunali

PS2 Norme di indirizzo prescrittivee direttive

PS3 Limitazioni ambientali, contestiurbani e dello spazio aperto,interrelazioni territoriali

PS4 Classificazione del territorio.Trasformabilità, standard,attrezzature, infrastrutture

PS1 Scelte strategiche, obiettivicriteri guida, forme di attuazione

RAPPORTO AMBIENTALE PRELIMINARE (art.2 c.4 Reg. 5/11 ;D.L.vo 152/2006 c.1 art 13)ALLEGATO : (da Bozza Piano. Prel. 2012)STATO DELL’AMBIENTE - INDICATORI - SCHEDE DI SINTESI

DS - DOCUMENTO STRATEGICO

IL SEGRETARIO GENERALE

IL SINDACO

IL DELEGATO ALL’URBANISTICA

IL R.U.P. UFF. URBANISTICA

Qp2 Normativa di attuazione

QP3 Ambiti di pianificazione operativa

QP4 Azzonamento

Qp1 Prescrizioni operative

PIANO STRUTTURALE PIANO OPERATIVOL.R. n.16/2004 e s.m.i. art.3 c.3 lett.a) Reg. N.5/2011 art.2 c.4, art.9 c.3 e 5

RP - RAPPORTO PARTECIPAZIONE

VAS - VALUTAZIONE AMBIENTALESTRATEGICA

QUADRO STRATEGICOPIANO PRELIMINARE

QC

ELABORATI DI PROCESSOEP QUADRO PROGRAMMATICOPOC

ATTI DI PROGRAMMAZIONEDEGLI INTERVENTI

API

REGOLAMENTO URBANISTICOEDILIZIO COMUNALE

RUEC

RUEC1 Regolamento

RUEC2 Indirizzi in materiaenergetico ambientale

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L.R. n.16/2004 e s.m.i. art.3 c.3 lett.b) Reg. N.5/2011 art.9 c.4, art.9 c.6

rev. 2

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Architettura biecologica e tecnologie

sostenibili per l’ambiente

Largo Scoca (ang. Via Macchia),2

83100 AVELLINO

Tel. +39 0825786473 fax +39

0825248754

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1

Bozza di Rapporto Ambientale (Documento di Scoping)

V.A.S. – VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA

La Valutazione Ambientale Strategica (VAS) è un processo finalizzato ad integrare

considerazioni di natura ambientale nei piani e nei programmi, per migliorare la qualità

decisionale complessiva. In particolare l'obiettivo principale della VAS è valutare gli effetti

ambientali dei piani o dei programmi, prima della loro approvazione (ex ante), durante ed

al termine del loro periodo di validità (in-itinere, ex post). Ciò serve soprattutto a

sopperire alle mancanze di altre procedure parziali di valutazione ambientale, introducendo

l'esame degli aspetti ambientali già nella fase strategica. Altri obiettivi della VAS riguardano

sia il miglioramento dell'informazione della gente sia la promozione della partecipazione

pubblica nei processi di pianificazione-programmazione.

Quadro di riferimento normativo

Direttiva europea 2001/42/CE

D.Lvo 152 /2006 e successive modifiche e integrazioni (D.Lvo 4/2008)

L.R.16/2004 e s.m.i. art. 47 (Burc supp. n.65/2004 + Burc2/2011)

DPGR 17/2009 del 18 dicembre 2009 Regolamento attuazione VAS (Burc 77/2009)

D.G.R. 203/2010 del 5 marzo 2010 Indirizzi operativi e procedurali per VAS Area Generale

di Coordinamento 5

D.G.R. AGC 16 n. 834/2007 -Tabelle indicatori di efficacia (Burc 33/2007)

Regolamento attuazione L.R.16/2004 n.5 del 4 agosto 2011 art. 2 (Burc 53/2011)

Manuale Operativo 1 del Reg. Att. 5/2001 – Area Generale di Coordinamento 16

Prime linee guida regionali procedure e fasi della VAS a cura dell' ARPAC

Nella Comunità europea la valutazione degli effetti di determinati piani e

programmi sull'ambiente è stata introdotta dalla Direttiva 2001/42/CE del

Parlamento europeo e del Consiglio, del 27 giugno 2001.

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Gli stati membri avrebbero dovuto recepire la Direttiva entro il 21 luglio del 2004. L’Italia

non ha rispettato tale termine ed ha recepito la Direttiva con la parte seconda del D.lgs. 3

aprile 2006, n. 152 entrata in vigore il 31 luglio 2007. Tale norma è stata sostanzialmente

modificata ed integrata dal D.Lgs. 16 gennaio 2008, n. 4, entrato in vigore il 13/02/2008 e

nuovamente modificata dal D. Lgs. 29 giugno 2010, n. 128 pubblicato nella Gazz. Uff. 11

agosto 2010, n. 186.

Normativa nazionale

La Valutazione Ambientale Strategica (VAS), a livello nazionale, è regolata dalla Parte

seconda del D.lgs. 3 aprile 2006, n. 152 così come modificata e integrata dal D.Lgs. 16

gennaio 2008, n. 4 e dal D. Lgs. 29 giugno 2010, n. 128 (di seguito indicata “decreto”).

Finalità

Come stabilito nel decreto la valutazione di piani e programmi che possono avere un

impatto significativo sull’ambiente ha la finalità di garantire un elevato livello di protezione

dell’ambiente e contribuire all’integrazione di considerazioni ambientali all’atto

dell’elaborazione, dell’adozione e approvazione di detti piani e programmi assicurando che

siano coerenti e contribuiscano alle condizioni per uno sviluppo sostenibile.

Soggetti coinvolti

I principali soggetti coinvolti nella procedura di VAS sono:

l’autorità procedente, la pubblica amministrazione che elabora il piano, programma,

ovvero nel caso in cui il soggetto che predispone il piano, programma, il proponente, sia

un diverso soggetto pubblico o privato, è la pubblica amministrazione che recepisce, adotta

o approva il piano, programma;

l’autorità competente, la pubblica amministrazione cui compete l’adozione del

provvedimento di verifica di assoggettabilità e l’elaborazione del parere motivato; in sede

statale autorità competente è il Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del

Mare che esprime il parere motivato di concerto con il Ministro per i beni e le attività

culturali;

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la Commissione tecnica di verifica dell’impatto ambientale di cui all’articolo 7 del

decreto legge 23 maggio 2008, n. 90, convertito nella legge 14 luglio 2008, n. 123, assicura

al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare il supporto tecnico-

scientifico per l’attuazione di quanto stabilito nel decreto.

i soggetti competenti in materia ambientale, le pubbliche amministrazioni e gli enti

pubblici che, per le loro specifiche competenze o responsabilità in campo ambientale,

possono essere interessati agli impatti sull’ambiente dovuti all’attuazione dei piani e

programmi.

Il parere motivato è il provvedimento obbligatorio con eventuali osservazioni e condizioni

che conclude la fase di valutazione di VAS, espresso dall’autorità competente sulla base

dell’istruttoria svolta e degli esiti delle consultazioni.

Ambito di applicazione

La VAS viene applicata sistematicamente ai piani e programmi che possono avere impatti

significativi sull’ambiente e sul patrimonio culturale:

i piani e programmi che sono elaborati per la valutazione e gestione della qualità dell’aria

ambiente, per i settori agricolo, forestale, della pesca, energetico, industriale, dei trasporti,

della gestione dei rifiuti e delle acque, delle telecomunicazioni, turistico, della pianificazione

territoriale o della destinazione dei suoli, e che definiscono il quadro di riferimento per

l’approvazione, l’area di localizzazione o comunque la realizzazione dei progetti elencati negli

allegati II, III e IV del decreto;

per i quali, in considerazione dei possibili impatti sulle finalità di conservazione dei siti

designati come zone di protezione speciale per la conservazione degli uccelli selvatici e quelli

classificati come siti di importanza comunitaria per la protezione degli habitat naturali e della

flora e della fauna selvatica, si ritiene necessaria una valutazione d’incidenza ai sensi dell’

articolo 5 del D.P.R. n. 357/1997 e s.m.i.

Per i piani e programmi prima descritti che determinano l’uso di piccole aree a livello locale

e per le modifiche minori dei piani e programmi prima descritti, la valutazione ambientale è

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necessaria qualora l’autorità competente valuti che producano impatti significativi

sull’ambiente, mediante l’espletamento di una verifica di assoggettabilità e tenuto conto del

diverso livello di sensibilità ambientale dell’area oggetto di intervento.

L’autorità competente valuta mediante l’espletamento di una verifica di assoggettabilità se

piani e programmi, diversi da quelli prima descritti, che definiscono il quadro di riferimento

per l’autorizzazione dei progetti, producano impatti significativi sull’ambiente.

Competenze

Per i piani e programmi da assoggettare a VAS:

sono sottoposti a VAS in sede statale i piani e programmi la cui approvazione compete ad

organi dello Stato;

sono sottoposti a VAS secondo le disposizioni delle leggi regionali, i piani e programmi la cui

approvazione compete alle regioni e province autonome o agli enti locali.

Fasi della procedura

La VAS è avviata dall’autorità procedente contestualmente al processo di formazione del

piano o programma ed è effettuata durante lo svolgimento del processo stesso e quindi

anteriormente all’approvazione del piano o programma.

Le fasi principali della procedura sono:

lo svolgimento di una verifica di assoggettabilità;

l’elaborazione del rapporto ambientale;

lo svolgimento di consultazioni;

la valutazione del rapporto ambientale e degli esiti delle consultazioni;

la decisione;

l’informazione sulla decisione;

il monitoraggio.

Il decreto stabilisce la durata di ciascuna fase della procedura.

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Verifica di assoggettabilità

L’autorità procedente trasmette all’autorità competente un rapporto preliminare

comprendente una descrizione del piano o programma e le informazioni e i dati necessari

alla verifica degli impatti significativi sull’ambiente dell’attuazione del piano o programma,

facendo riferimento ai criteri dell’allegato I del decreto.

L’autorità competente trasmette il rapporto preliminare ai soggetti competenti in materia

ambientale, individuati in collaborazione con l’autorità procedente, per acquisirne il parere.

Sentita L’autorità procedente, tenuto conto delle osservazioni pervenute, verificato se il

piano o programma possa avere impatti significativi sull’ambiente, emette il provvedimento

di verifica, assoggettando o escludendo il piano o programma dalla valutazione.

La verifica di assoggettabilità a VAS ovvero la VAS relative a modifiche a piani e programmi

ovvero a strumenti attuativi di piani o programmi già sottoposti positivamente alla verifica di

assoggettabilità o alla VAS, si limita ai soli effetti significativi sull’ambiente che non siano

stati precedentemente considerati dagli strumenti normativamente sovraordinati.

Elaborazione del rapporto ambientale

Prima fase (detta fase di scoping)

Per i piani e programmi da assoggettare a VAS, il proponente e/o l’autorità procedente

elabora un rapporto preliminare sui possibili impatti ambientali significativi dell’attuazione

del piano o programma ed entra in consultazione con l’autorità competente e con i soggetti

competenti in materia ambientale al fine definire la portata ed il livello di dettaglio delle

informazioni da includere nel rapporto ambientale.

Redazione del rapporto ambientale e svolgimento delle consultazioni

Il rapporto ambientale, la cui redazione spetta al proponente o all’autorità procedente,

costituisce parte integrante del piano o programma e ne accompagna l’intero processo di

elaborazione ed approvazione.

Nel rapporto ambientale devono essere individuati, descritti e valutati gli impatti significativi

che l’attuazione del piano o programma potrebbe avere sull’ambiente e sul patrimonio

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culturale, nonché le ragionevoli alternative che possono adottarsi in considerazione degli

obiettivi e dell’ambito di applicazione territoriale del piano o programma. Le informazioni da

fornire nel rapporto ambientale sono indicate nell’allegato VI del decreto.

Il Rapporto ambientale dà atto della consultazione della fase di scoping ed evidenzia come

sono stati presi in considerazione i contributi pervenuti.

La proposta di piano o programma, con il rapporto ambientale ed una sintesi non tecnica

dello stesso, sono comunicati all’autorità competente e messi a disposizione dei soggetti

competenti in materia ambientale e del pubblico interessato affinché abbiano l’opportunità

di presentare le proprie osservazioni, anche fornendo nuovi o ulteriori elementi conoscitivi e

valutativi.

Valutazione del Rapporto Ambientale e degli esiti della consultazione

L’autorità competente, in collaborazione con l’autorità procedente, svolge le attività tecnico-

istruttorie, acquisisce e valuta tutta la documentazione presentata, nonché le osservazioni,

obiezioni e suggerimenti presentati durante la consultazione, ed esprime il proprio parere

motivato

L’autorità procedente, in collaborazione con l’autorità competente, provvede, prima della

presentazione del piano o programma per l’approvazione e tenendo conto delle risultanze

del parere motivato e dei risultati delle consultazioni transfrontaliere, alle opportune

revisioni del piano o programma.

Decisione e informazione sulla decisione

Il piano o programma ed il rapporto ambientale, insieme con il parere motivato e la

documentazione acquisita nell’ambito della consultazione, sono trasmessi all’organo

competente all’adozione o approvazione del piano o programma.

La decisione finale è pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale o sul Bollettino Ufficiale della Regione

con l’indicazione della sede ove si può prendere visione del piano o programma adottato e di

tutta la documentazione oggetto dell’istruttoria.

Sono rese pubbliche sui siti web delle autorità interessate:

il parere motivato espresso dall’autorità competente;

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una dichiarazione di sintesi in cui si illustra in che modo le considerazioni ambientali sono

state integrate nel piano o programma , come si è tenuto conto del rapporto ambientale e

degli esiti delle consultazioni, le ragioni per le quali è stato scelto il piano o programma

adottato alla luce delle alternative possibili individuate;

le misure adottate in merito al monitoraggio.

Monitoraggio

Il monitoraggio assicura il controllo sugli impatti significativi sull’ambiente derivanti

dall’attuazione dei piani e programmi approvati e la verifica dell raggiungimento degli

obiettivi di sostenibilità prefissati, così da individuare tempestivamente gli impatti negativi

imprevisti ed adottare le opportune misure correttive.

Il monitoraggio è effettuato dall’Autorità procedente in collaborazione con l’Autorità

competente anche avvalendosi del sistema delle Agenzie ambientali e dell’Istituto Superiore

per la Protezione e la Ricerca Ambientale.

Il piano o programma individua le responsabilità e le risorse necessarie per la realizzazione e

gestione del monitoraggio.

Normativa delle regioni

Nel periodo intercorso tra l’entrata in vigore della Direttiva e la sua trasposizione a livello

nazionale, alcune regioni hanno emanato disposizioni normative concernenti l’esercizio della

VAS talvolta con norme dedicate al recepimento della direttiva comunitaria, in altri casi

nell’ambito di norme sulla pianificazione territoriale o sulla VIA.

A seguito dell’entrata in vigore del decreto devono adeguare il proprio ordinamento a tale

disposizione.

Secondo quanto stabilito nel decreto le Regioni e le Province Autonome con le proprie leggi:

individuano l’Autorità competente tra le pubbliche amministrazioni con compiti di tutela,

protezione e valorizzazione ambientale;

disciplinano le proprie competenze e quelle degli altri enti locali; i criteri per individuare gli

enti locali territoriali interessati ed i soggetti competenti in materia ambientale; eventuali

ulteriori modalità, rispetto a quelle indicate nel decreto, per l’individuazione di piani e

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programmi da sottoporre a VAS; le modalità di partecipazione al processo di VAS, delle

regioni e province autonome confinanti.

RAPPORTO SULLO STATO DELL’AMBIENTE A SOLOFRA

Obiettivo principale della stesura della Relazione sullo Stato dell’Ambiente di Solofra è la

valutazione della qualità della vita e dell’ambiente di vita del territorio nei termini più rigorosi

consentiti dal livello e dalla disponibilità delle conoscenze in merito.

Tale elaborato si candida a rappresentare un insostituibile riferimento per calibrare

l’intervento politico e per definire gerarchie di priorità fra le azioni da compiere al fine di

raggiungere obiettivi che favoriscano uno sviluppo equilibrato e sostenibile del territorio.

Il lavoro della RSA è stato strutturato nei seguenti step:

ο Analisi di esperienze similari legate ai processi di Agenda 21 Locale ed a programmi e

pianificazioni territoriali con spiccate connotazioni ambientali ed ecosistemiche.

ο Definizione di una metodologia di indagine e raccolta dati per il territorio.

ο Strutturazione di una prima lista di indicatori ambientali per Solofra.

ο Coinvolgimento di Enti, Associazioni, Aziende, che si occupano di problematiche

ambientali, economiche e sociali, attraverso un Forum, per approvare gli indicatori e

raccogliere informazioni integrate.

ο Incontri e collaborazioni con le strutture tecniche di riferimento per la raccolta dei dati

esistenti sul territorio di Solofra.

Nell’affrontare la progettazione del documento sono stati definiti i seguenti ambiti di

indagine:

I DETERMINANTI ECONOMICI

Struttura della popolazione

Agricoltura

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Industria

Energia

Trasporti

LE TEMATICHE AMBIENTALI

Aria

Suolo

Rifiuti

Biodiversità

Acque superficiali e sotterranee

Paesaggio

Inquinamento elettromagnetico

Cambiamenti climatici

Inquinamento acustico

I FATTORI DI RISCHIO

Rischi Naturali: il dissesto idrogeologico.

Rischi Naturali: il rischio sismico

AMBIENTE URBANO

Uso sostenibile del territorio comunale

Trasformazioni urbane

Territorio comunale

Ad ogni ambito è stata associata una matrice di indicatori1, che è stata riempita con dati

di dettaglio forniti da enti preposti, ma che ha visto anche elaborazioni originali da parte del

gruppo di lavoro per alcuni ambiti.

1 “Gli indicatori sono uno strumento per rappresentare in modo sintetico i diversi problemi indagati, senza che vada perso nella sintesi il contenuto informativo dell’analisi.” (Dal “1° Rapporto sullo Stato dell’Ambiente” del Comune di Bologna).

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Il modello utilizzato per sviluppare ed organizzare gli indicatori rappresenta una

rielaborazione del modello PSR dell’OCSE2: il modello DSPIR3, frutto delle attività

dell’Agenzia Europea per l’Ambiente (AEA).

Il modello DPSIR oltre a permettere una corretta organizzazione degli indicatori, e quindi dei

dati a cui essi sottendono, ha rappresentato un valido aiuto al riconoscimento delle tematiche

da analizzare per ottenere una corretta descrizione dello Stato dell’Ambiente.

Matrice degli indicatori del “reporting ambientale”

Per la definizione delle informazioni necessarie a descrivere lo stato dell’ambiente di Solofra

sono state elaborate delle matrici di indicatori ambientali.

La redazione degli indicatori rappresenta per quanto possibile, un work in progress, che si

avvarrà della partecipazione/condivisione di tutti i soggetti interessati alle prospettive di uno

sviluppo sostenibile.

L’attivazione dei processi di coinvolgimento e di reporting contribuisce, in parte, al

popolamento delle informazioni per elaborare gli indicatori e, quindi, alla continua

ridefinizione della struttura del documento fino alla sua redazione conclusiva.

Nella fase di costruzione del reporting si tenta di attivare relazioni fra gli enti interessati al

monitoraggio, attraverso la trasmissione, l’elaborazione ed il confronto dei dati.

Le attività di reporting, del resto, mirano a costruire una rete relazionale permanente, una

sorta di osservatorio che permetta una conoscenza dinamica del territorio.

2 “L’OCSE ha messo a punto un modello (modello PSR) basato sul concetto di causalità: le attività antropiche esercitano pressioni (pressures) sull’ambiente e inducono modificazioni nella sua qualità e nella quantità delle risorse naturali (stato, state). Queste ultime, attraverso le attività antropiche, si collegano di nuovo alle pressioni”. Il monitoraggio dello Stato dell’Ambiente in Italia-ANPA, Marzo 2000. 3 Modello DPSIR: Determinanti – Attività e comportamenti umani derivanti da bisogni individuali, sociali ed economici; stili di vita, processi economici, produttivi e di consumo che determinano pressioni sull’ambiente.

Pressioni – Pressioni esercitate sull’ambiente per effetto dei determinanti, cioè delle attività e dei comportamenti

umani. Stato – Qualità e caratteri dell’ambiente e delle risorse ambientali che possono essere messi in discussione

dalle pressioni e che occorre tutelare e difendere. Impatti – Cambiamenti significativi dello stato dell’ambiente che si

manifestano alterazioni negli ecosistemi. Risposte – Azioni di governo attuate per fronteggiare gli impatti, indirizzate

nei confronti di una qualsiasi componente DPSIR.

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Cos’è un indicatore

Un indicatore è la misura di qualcosa che ci permette di capire, in maniera più o meno

precisa e in relazione ad un certo obiettivo, "a che punto si è", "quanto si è distanti".

L'indicatore, è una misura che sia "sintomo" o "indice" dello stato di un sistema e che mostri

quantitativamente le condizioni del sistema stesso.

Nella misurazione, di solito, spesso si perde di vista l'obiettivo per il quale si effettua la

misura stessa. Il peso potrebbe quindi assumere maggior significatività rispetto all'obiettivo.

Di conseguenza è meglio pensare cosa misurare piuttosto che al punto a cui si vuole

arrivare.

Indicatori tradizionali e indicatori di sostenibilità

Nelle nostre città si eseguono misure "tradizionali" riguardanti il progresso sociale,

economico, ed ambientale (il tasso di disoccupazione, il prodotto interno lordo, la

retribuzione media, il consumo di risorse, sono solo alcuni dei molteplici esempi di indicatori

tradizionali che possono essere fatti). Indicatori di tal genere misurano cambiamenti in un

settore della società come se esso fosse completamente indipendente dagli altri.

Per esempio, il prodotto interno lordo misura il quantitativo di ricchezza prodotto in una

nazione. Esso è essenzialmente correlato al benessere economico della nazione di

riferimento; tuttavia, siccome è una misura solamente dell'attività economica di una

nazione, senza riferimenti alcuni alla sfera sociale ed ambientale, esso può crescere pur

comportando una diminuzione dello stato di salute della popolazione.

E' invece insita nel concetto di sostenibilità una visione integrata del mondo e la sostenibilità

stessa richiede indicatori che sintetizzino le relazioni tra il progresso economico, ambientale

e sociale di una comunità.

E' necessario quindi introdurre degli indicatori di sostenibilità che tengano in

considerazione la realtà che differenti settori della società possono essere strettamente

connessi tra loro.

Facendo riferimento all'esempio di prima, si potrebbe introdurre un indice di benessere

economico sostenibile, che sulla base di calcolo del prodotto interno lordo, apporta

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correzioni considerando per esempio gli insediamenti produttivi tossici oppure il danno

derivante dall'inquinamento dell'aria dovuto a determinate aziende o ancora i costi derivanti

alla società dai cambiamenti climatici o da una inadeguata distribuzione delle ricchezze.

Come si può immediatamente comprendere, un indice di tal genere accorpa un numero

gigantesco di informazioni, senza rischiare di sottovalutare alcune delle innumerevoli

relazioni tra ambiente, economia, società.

Indicatori di stato, pressione e di risposta

Un’ulteriore distinzione possibile tra gli indicatori di sostenibilità è quella tra indicatori di

stato, di pressione e di risposta.

Parleremo di indicatori di stato se ci riferiremo al calcolo e alla misurazione di situazioni di

fatto in un preciso momento temporale. Gli indicatori di stato fanno riferimento alla qualità

dell'ambiente in tutte le sue componenti e alla qualità e quantità delle risorse disponibili.

Definiremo indicatori di pressione quelli che determinano la pressione esercitata dalle

attività umane sull'ambiente in un determinato periodo temporale. Gli indicatori di pressione

sono normalmente espressi in termini di emissioni o consumo di risorse.

Infine, intenderemo per indicatori di risposta quelli che ci permettono di determinare come

reagisce o potrebbe reagire la comunità a determinati cambiamenti in atto. Gli indicatori di

risposta sono necessari per mitigare o prevenire impatti negativi dell'attività umana e,

rispetto a quelli di pressione o di stato, sono ancora in fase di sviluppo. Questo perché gli

indicatori di risposta sono proiettati verso il futuro e quindi necessitano di essere

attentamente valutati prima di essere utilizzati.

Caratteristiche di un indicatore

A seconda di ciò che un indicatore deve misurare, esso deve avere determinate

caratteristiche. i indicatori ne possono essere costruiti innumerevoli e ciascuno avere in sé

proprie peculiarità. Tuttavia sono individuabili le seguenti caratteristiche comuni a tutti gli

indicatori.

• Un indicatore deve essere una misurazione numerica e quantificabile.

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• Un indicatore non è un'indicazione, che generalmente fornisce solo una direzione e non

un obiettivo preciso e definito.

• Un indicatore deve essere significativo, deve cioè esprimere, in maniera quantitativa,

"qualcosa" del sistema o della società che noi vogliamo effettivamente conoscere.

• Un indicatore deve essere comprensibile, cioè facile da spiegare anche ai non esperti.

• Un indicatore deve essere verificabile, ovvero si deve essere in grado di poter verificare

l'informazione che l'indicatore sta fornendo.

• Un indicatore deve essere riproducibile, cioè basato su dati accessibili.

• Un indicatore deve fornire una visione di medio lungo periodo (20/25 anni) per poter

meglio significare la direzione intrapresa verso la sostenibilità.

• Un indicatore, infine, deve mostrare i collegamenti tra i settori economico, sociale ed

ambientale della comunità.

Scegliere un indicatore

Come applicare i criteri di sostenibilità agli indicatori, sia per costruirne di nuovi, sia per

scegliere "i migliori" o "quelli che meglio si adattano a" tra quelli esistenti ? Prima di fornire

criteri per la scelta è opportuno precisare che tali criteri non sono assoluti, e che la

sostenibilità è una visione del futuro in possesso di una certa comunità. In tal senso gli

indicatori di sostenibilità non sono solo una quantificazione di ciò che esiste, ma sono una

quantificazione di ciò che esiste in funzione di esigenze e obiettivi futuri. Non sembra fuor di

luogo precisare inoltre che, in mancanza di un indicatore che soddisfi determinati requisiti, è

auspicabile cercare un indicatore forse qualitativamente peggiore, ma comunque un

indicatore che abbia alcuni dei requisiti cercati.

Per scegliere un indicatore è opportuno:

• Determinare la comunità cui applicare l'indicatore, ovvero se una città, una regione, una

nazione o un'area ancora più vasta;

• Scegliere il tipo di indicatore, ovvero se tradizionale o di sostenibilità e se di pressione, di

risposta o di stato;

• Capire se si possono reperire tutti i dati per il calcolo dell'indicatore;

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• Capire se l'indicatore è facilmente comprensibile dai componenti della comunità cui deve

essere applicato;

• Valutare l'ambito cui l'indicatore deve maggiormente far riferimento, ovvero valutare a

quale componente dell’indicatore (economica, sociale o ambientale) deve aver maggior

rilevanza;

• Scegliere l'orizzonte temporale di utilizzo dell'indicatore ovvero ogni quanto e per quanto

rilevare i dati necessari al calcolo dell'indicatore;

• Determinare il tipo di informazione che l'indicatore fornisce;

• Predisporre eventuali piani correttivi della politica della comunità qualora l'indicatore non

fornisca le risposte attese.

Scheda di analisi degli indicatori

Attraverso le schede di identificazione degli indicatori si fornisce lo strumento metodologico

per la validazione e, successivamente, la gestione del set di indicatori di sostenibilità

individuato.

Le schede contengono:

Nome dell’indicatore: definizione sintetica dell’indicatore

Tipologia: gli indicatori selezionati come:

• Indicatori di pressione che descrivono l’impatto di un’attività antropica sull’ambiente;

• Indicatori di stato utilizzati per la valutazione della qualità delle risorse naturali e

ambientali;

• Indicatori di risposta che considerano le azioni di tutela dell’ambiente delle

Amministrazioni locali o degli enti privati;

• Indicatori i sostenibilità che per loro natura comprendono più di un aspetto e si pestano

così ad una lettura trasversale e integrata propria della definizione di sostenibilità.

In questo campo si segnala, inoltre, l’appartenenza dell’indicatore ai dieci Indicatori Comuni

Europei4.

Oggetto della misurazione: descrizione sintetica delle variabili da misurare per il

calcolo dell’indicatore considerato.

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Unità di misura: specifica l’unità o le unità di misura considerate.

Descrizione: giustifica la scelta dell’indicatore e ne specifica il campo d’azione.

Metodologia di calcolo e di rilevamento: questo campo è dedicato alla disamina

delle fonti disponibili e alla specificazione delle procedure per il calcolo dell’indicatore.

Calcolabilità e comparabilità: lo scopo di questo campo è duplice; per quanto

riguarda la calcolabilità, si vogliono sottolineare le carenze attuali nel calcolo dell’indicatore e

le modalità ritenute più opportune per colmarle; per quanto riguarda, invece, l’aspetto di

comparabilità, si vuole sottolineare quali sono gli indicatori che per modalità di calcolo o di

rilevazione più si prestano a confronti intertemporali o tra diversi enti territoriali.

Frequenza delle misurazioni: un aspetto particolarmente critico, per una gestione

efficiente del set di indicatori, riguarda la frequenza con cui sono aggiornati o aggiornabili.

4 La Commissione Europea ha avviato il progetto “Verso un profilo di sostenibilità locale: Indicatori Comuni Europei”, finalizzato a definire un set europeo condiviso di indicatori in grado di monitorare la sostenibilità e fornire informazioni obiettive e comparabili. I dieci indicatori che costituiscono il set sono stati selezionati in base ai seguenti principi di sostenibilità: uguaglianza e inclusione sociale (accesso per tutti a servizi di base adeguati ed economici, ad esempio educazione, occupazione, energia, salute, alloggio, formazione, trasporto); gestione amministrativa a livello locale/conferimento di poteri/democrazia (partecipazione di tutti i settori della comunità locale ai processi decisionali e di pianificazione locale); relazione tra la dimensione locale e quella globale (soddisfazione dei bisogni locali a livello locale, dalla produzione al consumo e allo smaltimento dei rifiuti; soddisfazione dei bisogni che non possono essere soddisfatti a livello locale in maniera sostenibile); economia locale (far coincidere competenze e bisogni locali con la disponibilità di impiego e di strutture, secondo modalità rispettose delle risorse naturali e dell’ambiente); protezione ambientale (adozione di un approccio basato sulla nozione di ecosistema: minimizzazione dell’uso delle risorse naturali e del territorio, della generazione di rifiuti e emissioni inquinanti, accrescimento della biodiversità); patrimonio culturale/qualità dell’ambiente edificato (protezione, conservazione e recupero di valori storici, culturali e architettonici; accrescimento e salvaguardia della bellezza e funzionalità di spazi e edifici).

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Tabella di sintesi dei 10 indicatori

(Per ciascun indicatore sono contrassegnati i “principi di sostenibilità” di riferimento.

Cliccando il numero dell’indicatore si ottengono informazioni di dettaglio )

N° Indicatore 1 2 3 4 5 6

A 1 Obbligatorio

Soddisfazione dei cittadini con riferimento alla comunità locale Soddisfazione dei cittadini (in generale e con riferimento a specifiche caratteristiche del Comune di appartenenza)

x x x x x

A 2 Obbligatorio Contributo locale al cambiamento climatico globale Emissioni di CO2 equivalente (valori assoluti e variazioni nel tempo)

x x x x

A3 Obbligatorio Mobilità locale e trasporto passeggeri N. spostamenti, tempo e modo di trasporto impiegato, distanze percorse

x x x x x

A4 Obbligatorio

Accessibilità delle aree verdi e dei servizi locali Distanza dei cittadini rispetto ad aree verdi (parchi, giardini, spazi aperti, attrezzature, verde privato fruibile,…) e ai servizi di base (sanitari, trasporto, istruzione, alimentari,…)

x x x x

A5 Obbligatorio Qualità dell’aria locale Numero di superamenti dei valori limite. Esistenza e attuazione di piani di risanamento

x x x

B6 Facoltativo Spostamenti casa – scuola dei bambini Modalità di trasporto utilizzate dai bambini per spostarsi fra casa e scuola e viceversa

x x x x

B7 Facoltativo

Gestione sostenibile dell’autorità locale e delle imprese locali Quota di organizzazioni pubbliche e private che abbiano adottato e facciano uso di procedure per una gestione ambientale e sociale

x x x

B8 Facoltativo

Inquinamento acustico Porzione della popolazione esposta, nel lungo periodo, ad elevati livelli di rumore o Livelli di rumore in aree definite; Esistenza e attuazione di Piani di Risanamento

x x x

B9 Facoltativo

Uso sostenibile del territorio Superfici artificializzate; Terreni abbandonati o contaminati; Intensità d’uso; Nuovo sviluppo; Ripristino territorio

x x x x

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B10 Facoltativo

Prodotti sostenibili Consumi locali di prodotti dotati di ecolabel, o certificati come biologici o energeticamente efficienti o provenienti da gestione forestale sostenibile o dal commercio equo e solidale; Offerta di tali prodotti sul mercato locale.

x x x x

INDICE DEGLI INDICATORI

DETERMINANTI ECONOMICI

1. Struttura della popolazione

• Anziani per bambino

• Crescita naturale

• Crescita totale

• Incidenza popolazione straniera

• Indice di dipendenza strutturale

• Indice di dipendenza strutturale degli anziani

• Indice di dipendenza strutturale giovanile

• Indice di ricambio

• Indice di vecchiaia

• Popolazione anziana

• Popolazione giovane

• Popolazione in età lavorativa

• Popolazione residente

• Tasso di mortalità

• Tasso di natalità

• Tasso di occupazione

2. Agricoltura

• Numero agriturismo

• Numero aziende agricole per forma di conduzione

• Numero di aziende agricole per possesso di terreni

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• Numero e dimensione aziende agricole

• Numero posti letto per categoria albergo

• Numero unità locali e addetti

• Quota di territorio ad uso agricolo

• Rapporto numero di aziende sul numero totale

• SAT (Superficie Territoriale aziende Agricole)

• SAU (Superficie Agricola Utilizzabile)

• Rapporto SAU / SAT

3. Industria

• Addetti per settore

• Addetti per settore e imprese

• Estensione superficie con destinazione d’uso industriale

• Import – export settore conciario

• Numero di imprese e distribuzione

• Natalità e mortalità imprese

• Emissioni in atmosfera di NOX imputabili all’industria

4. Energia

• Consumo di energia per addetti

• Costi – consumi energia polo conciario

• Energia fatturata per settore

• Gestione sostenibile delle imprese locali

5. Trasporti

• Motorizzazione privata

• Parco veicolare per categoria

• Parco veicolare per combustione

LE TEMATICHE AMBIENTALI

1. Aria

• Biossido di Zolfo

• Monossido di Azoto

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• Ossidi di Azoto

2. Suolo

• Allevamenti zootecnici

• Uso del suolo

• Superficie percorsa da incendi

• Numero cave

• Siti contaminati

3. Rifiuti

• Apparecchiature ingombranti

• Costo servizio gestione rifiuti

• Incidenza RD su RSU

• Produzione pro - capite

• Produzione totale rifiuti

• Raccolta differenziata dei Comuni Conciari

• RU (Rifiuti Urbani) raccolti in modo differenziato

• Rifiuti Speciali pericolosi

4. Biodiversità

•••• Tipologia di tutela ambientale (Parco Regionale, SIC, ZPS) ed estensione delle aree

•••• Zonizzazione parco regionale e rapporto area parco - superficie territoriale

•••• Caratteri eco – sistemici

5. Acque superficiali e sotterranee

• Sistema fognario depurativo _ Carichi sversati

• Stato quantitativo acque sotterranee

• Stato qualitativo acque sotterranee

• IBE e LIM delle acque superficiali

• Prelievi idrici

6. Paesaggio

• Superfici tutelate da vincolo paesaggistico (art. 139 del D. Lgs. 490 del 1999)

• Superfici di importanza naturalistica

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• Superfici di importanza storica – monumentale e archeologica

7. Inquinamento elettromagnetico

•••• Misure ELF nel comune di Solofra

8. Inquinamento acustico

9. Cambiamenti climatici

I FATTORI DI RISCHIO

1. Rischi Naturali: il dissesto idrogeologico.

• Aree a vincolo idrogeologico

• Aree rischio frane

• Aree rischio alluvioni

2. Rischi Naturali: il rischio sismico

AMBIENTE URBANO

1. Trasformazioni urbane

•••• Espansione dell’edificato

•••• Abitazioni occupate e non occupate

•••• Concessioni rilasciate

•••• Cambi di destinazione d’uso

•••• Abitazioni occupate per periodo storico

2. Territorio comunale

•••• Superfici urbanizzate o artificializzate

•••• Numero di abitanti per Km2 dell’area classificata come “suolo urbanizzato”

•••• Indice di affollamento

•••• Superficie residenziale pro – capite

•••• Territorio vergine

•••• Offerta dei servizi

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•••• Estensione spazi pubblici esistente e prevista

•••• Edifici abbandonati e industrie dismesse

•••• Impronta ecologica

•••• Caratteristiche del patrimonio abitativo e condizione abitativa

3. Uso sostenibile del territorio comunale

•••• Nuovo sviluppo: quote annue di nuova edificazione su aree vergini e su suoli contaminati e

abbandonati

•••• Recupero e riconversione di edifici abbandonati

•••• Ricostruzione di aree abbandonate per nuovi usi urbani, incluse le aree verdi pubbliche

•••• Bonifica di suoli contaminati

Avellino il 20/04/2012 Il tecnico incaricato

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Settore:

DPSRs Unità di

misura n° - %

Caratteri delle attività agricole presenti nel terr itorioAmbito tematico

Agricoltura

TabellaTipo di rap-

presentazione2002Periodo di riferimento

Indicatore n° 6

Livello di dettaglio

Il sistema degli agriturismi che si sta costruendo in provincia di Avellino, oltre ad avere ricadute generali sulla possibilità di avere sempre crescenti superfici adibite a coltivazioni a basso impatto ambientale, è elemento determinante per lo sviluppo di un turismo sostenibile

Commenti / problematiche:

Fonte dei datiCarta dell'Agriturismo in Irpinia - Assessorato all'Agricoltura Provincia di Avellino

Comprensoriale

Forma dei dati Cartografica

Titolo dell'indicatore

Agriturismi / aziende agricole

DescrizioneQuantifica il numero degli agriturismi presenti sul territorio e la percentuali rispetto alle aziende tradizionali.

AGRITURISMI del sistema urbano di Avellino

Solofra; 1

Summonte; 1

Mercogliano; 1

Forino; 1

Contrada ; 1

Cesinali ; 1

Capriglia I.; 1

;

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Settore:

DPSRS Unità di misura

Per il 2001 si è considerato il raggruppamento relativo ai vari settori di attività, al fine di elaborarre un rapporto percentuale globale.Commenti /

problematiche:

Numerici

2001Tipo di rap-

presentazione Grafico

Livello di dettaglioPeriodo di riferimento

ComunaleForma dei dati

DescrizioneQuantifica il numero medio di addetti per oigni tipologia del settore di attività

Fonte dei datiCamera di commercio di Avellino. www.ap.camcom.it

Caratteri e tipologia delle attività produttive

Ambito tematico IndustriaTitolo

dell'indicatoreNumero medio di addetti per imprese e

settore di attività

Indicatore n° 4

ADDETTI ed IMPRESE ATTIVE

4249

322 76 90 167 41 30721

6177

4395785

2

784

30323096263137781474

20

1000

2000

3000

4000

5000

6000

Agr

icol

tura

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Atti

vità

man

ifattu

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Cos

truz

ioni

Com

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li

Impr

ese

non

clas

sific

ate

TO

TA

LE

mig

liaio

addetti tot. imprese attive

ADDETTI IN MEDIA PER SETTORI DI ATTIVITA' - 2001

1,00

8,96

3,98

2,08

3,06

2,924,29

1,74

1,37

1,34

10,23

5,15

0,00 2,00 4,00 6,00 8,00 10,00 12,00

Agricoltura e caccia

Attività manifatturiere

Costruzioni

Commercio, ingrosso, dettaglio, rip.

Alberghi - Ristoranti e bar

Trasporti e comunicazioni

Intermediazione monet. E finanz.

Attivit immobiliari, informatica, professionali

Sanità ed altri servizi

Altri servizi pubblici e sociali

Imprese non classificate

TOTALE

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ADDETTI per SETTORE DI ATTIVITA' Distribuzione perc entualeANNO 2001

Altri servizi pubblici e

sociali

0,70%

Sanità ed altri servizi

0,66%Attivit immobiliari,

informatica, professionali

2,70%Trasporti e comunicazioni

1,23%

Alberghi - Ristoranti e bar

1,54%

Imprese non classificate

4,97%

Agricoltura e caccia

0,03%

Costruzioni

5,21%

Attività manifatturiere

68,79%

Commercio, ingrosso,

dettaglio, rip.

12,71%

ADDETTI per SETTORE DI ATTIVITA' Distribuzione perc entualeANNO 2010

Commercio, ingrosso,

dettaglio, rip.

10,39%

Attività manifatturiere

73,09%

Costruzioni

7,60%

Agricoltura e caccia

0,42%

Imprese non classificate

1,36%

Alberghi - Ristoranti e bar

0,54%

Trasporti e comunicazioni

1,04%

Attivit immobiliari,

informatica, professionali

1,72%

Sanità ed altri servizi

0,23%

Altri servizi pubblici e

sociali

3,47%

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Settore:

DPSRS Unità di misura

n° - %

Per il 2001 si è considerato il raggruppamento relativo ai vari settori di attività, al fine di elaborarre un rapporto percentuale globale.Commenti /

problematiche:

Periodo di riferimento 2001, 2010

Tipo di rap-presentazione Grafico

Livello di dettaglio ComunaleForma dei dati

Numerici

DescrizioneQuantifica il livello occupazionale degli addetti rapportato ai settori di attività per il Comune di Solofra

Fonte dei datiCamera di commercio di Avellino. www.ap.camcom.it

Caratteri e tipologia delle attività produttive

Ambito tematico IndustriaTitolo

dell'indicatoren° e rapporto % di addetti per settore di

attività

Indicatore n° 2

N° Addetti per settori di attività disarticolati - 2001

1 1 1 6178

3815

18 11 4 3 51 143 8 0 2 9322

58

483244 95 76 70 20 9 0 23 135 41 43

307

6177

010

0020

0030

0040

0050

0060

00

Agr

icol

tura

,cac

cia

e pe

sca

Est

razi

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iner

ali

Con

fez.

Ves

tiario

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San

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zi

Impr

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ate

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Settore:

DPSRS Unità di misura

ha/St

Nella tavola di analisi "Uso del Suolo", inerente la documentazione cartografica elaborata per la redazione del PRG, vigente dal febbraio del 2002, sono riportate due distinte aree: 1) Aree industriali, artigianali, commerciali

Commenti / problematiche:

Periodo di riferimento 2000

Tipo di rap-presentazione Grafico

Livello di dettaglio Comunale

Forma dei datiCartografici

DescrizioneQuantifica la quantità di superficie territoriale occupata da siti industriali, o comunque manifatturieri in attività.

Fonte dei datiP.R.G. vigente - Tavola Uso del suolo

Caratteri e tipologia delle attività produttive

Ambito tematico IndustriaTitolo

dell'indicatoreEstensione di superficie con destinazione

d'uso industriale o produttiva

Indicatore n° 1

Rapporto tra superfici industriali o produttive e Superficie territoriale

6%

94%

Aree industriali, artigianali,commerciali

Superficie territorialerestante

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Settore:

DPSRS Unità di misura

Euro

Import - Export del settore conciario

Ambito tematico Industria

Titolo dell'indicatore

Dati import-export globali settorte attività C151

Indicatore n° 6

DescrizioneQuantifica la variazione assoluta e percentuale per l'import-export nei vari mercati. Interscambio commerciale provincia di Avellino. Settore ATECO C151

Fonte dei datiCoeweb- ISTAT

Livello di dettaglio Provincia di Avellino

Forma dei datiCartografici

Indicatore Determinante. La riduzione di pelli grezze importate nel periodo esaminato è notevole, sia in valore assoluto che percentuale, in un arco di tempo piuttosto ampio (2001-2010). Dall'analisi ambientale EMAS Dicembre 2010Commenti /

problematiche:

Periodo di riferimento 2001, 2007, 2009, 2010

Tipo di rap-presentazione Grafico

Importazioni del Settore conciario Provincia di Ave llino

0

50000000

100000000

150000000

200000000

AFRICA AMERICA ASIA EUROPA OCEANIA MONDO

IMP2001

IMP2007

IMP2009

IMP2010

Esportazioni del Settore conciario Provincia di Ave llino

0

50000000

100000000

150000000

200000000

250000000

300000000

350000000

400000000

AFRICA AMERICA ASIA EUROPA OCEANIA MONDO

EXP2001

EXP2007

EXP2009

EXP2010

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IMPRESE ATTIVE - Distribuzione % - 2001

Attivit immobiliari, informatica, professionali

8%

Sanità ed altri servizi3%

Altri servizi pubblici e sociali

3%

Imprese non classificate3%

Intermediazione monet. 2%

Trasporti e comunicazioni2%

Alberghi - Ristoranti e bar3%

Agricoltura e caccia2%

Attività manifatturiere39%

Costruzioni7%

Commercio, ingrosso, dettaglio

46%

IMPRESE ATTIVE - Distribuzione % - 2004

Attivit immobiliari, informatica, professionali

4%

Sanità ed altri servizi0%

Altri servizi pubblici e sociali

2%Imprese non classificate

9%

Intermediazione monet. 2%

Trasporti e comunicazioni2%

Alberghi - Ristoranti e bar2%

Agricoltura e caccia2,85%

Attività manifatturiere41%

Costruzioni6%

Commercio, ingrosso, dettaglio

46%

IMPRESE ATTIVE - Distribuzione % - 2010

Attivit immobiliari, informatica, professionali

3%

Sanità ed altri servizi0%

Altri servizi pubblici e sociali

3%

Imprese non classificate5%

Intermediazione monet. 2%

Trasporti e comunicazioni2%

Alberghi - Ristoranti e bar5%

Agricoltura e caccia12,65%

Attività manifatturiere27%

Costruzioni10%

Commercio, ingrosso, dettaglio

46%

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Settore:

DPSR

S Unità di misura

n° - %

Per il 2001 si è considerato il raggruppamento relativo ai vari settori di attività, al fine di elaborarre un rapporto percentuale globale.

Commenti / problematiche:

Periodo di riferimento 2001, 2004, 2010

Tipo di rap-presentazione Grafico

Livello di dettaglio Comunale

Forma dei datiNumerici

DescrizioneQuantifica il numero delle attività locali in percentaule alle attività produttive insistenti sul territorio di Solofra

Fonte dei datiCamera di commercio di Avellino. www.ap.camcom.it

Caratteri e tipologia delle attività produttive

Ambito tematico Industria

Titolo dell'indicatore

n° e rapporto % di imprese attive insediate sul territorio per settore di attività

Indicatore n° 3

IMPRESE ATTIVE disarticolate per settore di attivit à - 2001

1 1 1 557

372

5 4 2 1 0 9 11 3 1 0 2 181

31

188 158

31 12 14 6 0 15 8 0 781

2 30 0 2 30 30

020

040

060

080

010

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Settore:

DPSIRS Unità di

misuraKWh, Euro

Indicatore n° 4 Energia

Ambito tematico Consumi e costi energia elettrica Polo Conciario

Titolo dell'indicatore Rapporti costi e consumi energia

Descrizione

Questo indicatore stima la quantità totale di energia consumata e il costo in un anno, permettendo quindi di analizzare da un punto di vista energetico lo stile di vita dei residenti su un territorio e la sostenibilità dei relativi consumi

Fonte dei dati Compagnia Cuoio 2004

ComunaleForma dei dati

tabellaLivello di dettaglio

Commenti / problematiche:

L’indicatore permette evidentemente di confrontare lo stile di vita e la sostenibilità dei consumi energetici specificatamente per il settore conciario

Periodo di riferimento 2000, 2001, 2002

Tipo di rap-presentazione tabella

2000

2001

2002

20768540

21184013

19820477

€ 3.410.969

€ 3.981.685

€ 2.671.482

ENERGIA ELETTRICA (KWh) COSTI (euro)

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Settore:

DPSIR

S Unità di misura

Indicatore n° 3 Energia

Ambito tematico Numero di imprese in possesso di ISO 9001 o ISO 140 01

Titolo dell'indicatore

Numero delle imprese in possesso di una certificazione ISO 9001 o ISO 14001 o di una registrazione secondo il Regolamento EMAS

Descrizione

Questo indicatore, significativo della risposta delle imprese al miglioramento continuo, anche nei confronti della salvaguardia del territorio, è l'implementazione di strumenti volontari di gestione (qualità e/o ambiente).

Fonte dei dati EMAS Dicembre 2010

ComunaleForma dei dati

tabellaLivello di dettaglio

tabellaCommenti /

problematiche:

Periodo di riferimento 2009, 2010

Tipo di rap-presentazione

Numero imprese nel settore conciario in possesso di certificazione

28

12 12 11

0 0

20

5

1210

0 0

ISO 9001 ISO 9001 Settore05

ISO 14001 ISO 14001SETTORE 05

EMAS EMAS SETTORE15.11

Num

ero

impr

ese

2009 2010

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Settore:

DPSIRR Unità di

misuraµg/m3

49,55 3052,63 30

NOX (µµµµg/m 3)MEDIA ANNUALE ( NO + NO2 )

Tempo di mediazione

20022002

LIVELLI CRITICI PER PROTEZIONE VEGETAZIONE

Indicatore n° 3

Ambito tematico ARIA

Titolo dell'indicatore Concentrazione di ossidi di azoto

Descrizione

L’analisi è stata utilizzando una tecnica regressiva lineare multipla che tramite interpolazione delle concentrazioni effettive presenti nello spazio viene utilizzata a fini predittivi, una volta individuati i parametri che determinano l’andamento della funzione interpolatrice. Per l’anno 2002 il valore limite orario imposto dal decreto ministeriale n. 60 per la protezione della salute è pari a 200 mg/m3 , da non superare più di 18 volte per anno civile. Il limite incrementato del rispettivo margine di tolleranza per l’anno 2002 risulta pari a 280 mg/m3 . Il valore limite annuale è pari a 40 mg/m3 considerando il rispettivo margine di tolleranza viene incrementato a 56 mg/m3.

Fonte dei datiPIANO REGIONALE DI RISANAMENTO E MANTENIMENTO DELLA QUALITÀ DELL’ARIA della Regione Campania. BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE CAMPANIA - N. SPECIALE DEL 27 OTTOBRE 2006

maglia comunaleForma dei dati

tabelleLivello di dettaglio

Commenti / problematiche:

La qualità dell'aria con riferimento al biossido di azoto nelle aree urbane è fortemente critica e non presenta segnali rilevanti di miglioramento. La valutazione dell’evoluzione delle emissioni fa prevedere, a fronte di un ulteriore residuo miglioramento delle emissioni dai veicoli su strada, gli effetti peggiorativi dell’incremento della mobilità privata e delle politiche di riequilibrio del deficit regionale di produzione di energia elettrica contenuto negli atti di pianificazione regionale. Tale evoluzione va mitigata con opportune misure di piano, anche in funzione del contributo della Campania al raggiungimento degli obiettivi nazionali sui tetti di emissione. Va, infine, sottolineato come la riduzione delle emissioni di questo inquinante sia un forte elemento per il miglioramento della qualità dell’aria con riferimento all’ozono.

Periodo di riferimento 2002

Tipo di rappresentazione tabelle, grafici

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Settore:

DPSIRR Unità

di misura

µg/m3

LIVELLO CRITICO PER LA PROTEZIONE VEGETALE

2002 202002 2017,94

Tempo di mediazione

MEDIA ANNUALE

16,12

Titolo dell'indicatore

Concentrazione media annuale di biossido di zolfo SO 2

Descrizione

i rilievi sono limitati nel tempo e nello spazio e come parametri analizzati. I dati raccolti non permettono la corretta valutazione del superamento puntiforme di alcuni valori limite previsti dalla normativa. I dati relativi alla media annuale di Biossido di Zolfo, Biossido di Azoto, Monossido di Azoto per l'anno 2002 per il territorio di Solofra sono stati estratti dagli allegati al PIANO REGIONALE DI RISANAMENTO E MANTENIMENTO DELLA QUALITÀ DELL’ARIA della Regione Campania.

Indicatore n°1Ambito

tematico ARIA

Fonte dei dati

PIANO REGIONALE DI RISANAMENTO E MANTENIMENTO DELLA QUALITÀ DELL’ARIA della Regione Campania. BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE CAMPANIA - N. SPECIALE DEL 27 OTTOBRE 2006

maglia comunaleForma dei dati

tabelleLivello di dettaglio

Periodo di riferimento 2002

Tipo di rap-presentazione

SO2 (µµµµg/m 3)

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Settore:

DPSIRR Unità di

misuraµg/m3

VALORE LIMITE D.M. 60/02

48,1 4051,07 40

Commenti / problematiche:

i rilievi sono limitati nel tempo e nello spazio e come parametri analizzati. I dati raccolti non permettono la corretta valutazione del superamento puntiforme di alcuni valori limite previsti dalla normativa. I dati relativi alla media annuale di Biossido di Zolfo, Biossido di Azoto, Monossido di Azoto per l'anno 2002 per il territorio di Solofra sono stati estratti dagli allegati al PIANO REGIONALE DI RISANAMENTO E MANTENIMENTO DELLA QUALITÀ DELL’ARIA della Regione Campania.

Periodo di riferimento 2002

Tipo di rappresentazione tabelle, grafici

Fonte dei datiPIANO REGIONALE DI RISANAMENTO E MANTENIMENTO DELLA QUALITÀ DELL’ARIA della Regione Campania. BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE CAMPANIA - N. SPECIALE DEL 27 OTTOBRE 2006

maglia comunaleForma dei dati

tabelleLivello di dettaglio

Titolo dell'indicatore Concentrazione di monossido di azoto

Descrizione

L’analisi è stata utilizzando una tecnica regressiva lineare multipla che tramite interpolazione delle concentrazioni effettive presenti nello spazio viene utilizzata a fini predittivi, una volta individuati i parametri che determinano l’andamento della funzione interpolatrice. Per l’anno 2002 il valore limite orario imposto dal decreto ministeriale n. 60 per la protezione della salute è pari a 200 mg/m3 , da non superare più di 18 volte per anno civile. Il limite incrementato del rispettivo margine di tolleranza per l’anno 2002 risulta pari a 280 mg/m3 . Il valore limite annuale è pari a 40 mg/m3 considerando il rispettivo margine di tolleranza viene incrementato a 56 mg/m3 .

Indicatore n° 2

Ambito tematico ARIA

NO (µµµµg/m 3)

MEDIA ANNUALETempo di

mediazione

20022002

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Settore:

DPSIRR Unità di

misuraµg/m3

49,55 3052,63 30

NOX (µµµµg/m 3)MEDIA ANNUALE ( NO + NO2 )

Tempo di mediazione

20022002

LIVELLI CRITICI PER PROTEZIONE VEGETAZIONE

Indicatore n° 3

Ambito tematico ARIA

Titolo dell'indicatore Concentrazione di ossidi di azoto

Descrizione

L’analisi è stata utilizzando una tecnica regressiva lineare multipla che tramite interpolazione delle concentrazioni effettive presenti nello spazio viene utilizzata a fini predittivi, una volta individuati i parametri che determinano l’andamento della funzione interpolatrice. Per l’anno 2002 il valore limite orario imposto dal decreto ministeriale n. 60 per la protezione della salute è pari a 200 mg/m3 , da non superare più di 18 volte per anno civile. Il limite incrementato del rispettivo margine di tolleranza per l’anno 2002 risulta pari a 280 mg/m3 . Il valore limite annuale è pari a 40 mg/m3 considerando il rispettivo margine di tolleranza viene incrementato a 56 mg/m3.

Fonte dei datiPIANO REGIONALE DI RISANAMENTO E MANTENIMENTO DELLA QUALITÀ DELL’ARIA della Regione Campania. BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE CAMPANIA - N. SPECIALE DEL 27 OTTOBRE 2006

maglia comunaleForma dei dati

tabelleLivello di dettaglio

Commenti / problematiche:

La qualità dell'aria con riferimento al biossido di azoto nelle aree urbane è fortemente critica e non presenta segnali rilevanti di miglioramento. La valutazione dell’evoluzione delle emissioni fa prevedere, a fronte di un ulteriore residuo miglioramento delle emissioni dai veicoli su strada, gli effetti peggiorativi dell’incremento della mobilità privata e delle politiche di riequilibrio del deficit regionale di produzione di energia elettrica contenuto negli atti di pianificazione regionale. Tale evoluzione va mitigata con opportune misure di piano, anche in funzione del contributo della Campania al raggiungimento degli obiettivi nazionali sui tetti di emissione. Va, infine, sottolineato come la riduzione delle emissioni di questo inquinante sia un forte elemento per il miglioramento della qualità dell’aria con riferimento all’ozono.

Periodo di riferimento 2002

Tipo di rappresentazione tabelle, grafici

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Settore:

DPSIRS Unità di

misura

Commenti / problematiche:

Da queste tabelle è intuibile quanto sia peggiorata la situazione scendendo l'indice IBE, che classifica la qualità dei corsi d'acqua, da quasi 10 (ambiente non alterato in modo sensibile) a 3 (ambiente fortemente degradato).

Periodo di riferimento 2002, 2003, 2004, 2005, 2006

Tipo di rappresentazione tabella

Fonte dei dati Il monitoraggio in Campania 2002 - 2006. ARPAC, Napoli

bacino idrografico SolofranaForma dei dati

tabellaLivello di dettaglio

Titolo dell'indicatore parametri ex D.L.vo 152/99

Descrizione

La qualità chimico microbiologica o di Livello di Inquinamento da Macrodescrittori (LIM) e i risultati dell' Indice Biotico Esteso (IBE) del torrente Solofrana. Il torrente Solofrana sottende un bacino imbrifero di circa 135,40 km2, nasce in località S. Agata Irpina, dove confluiscono le acque del Vallone Spirito Santo, provenienti da Solofra, le acque del Vallone dei Granci, provenienti dallo spartiacque del fiume Sabato. Le sue sorgenti sono ormai quasi un torrente artificiale, alimentato dagli scarichi delle concerie di Solofra.

Indicatore n°4 Il sistema e la qualità delle acque superficiali

Ambito tematico Acqua

Indice Biotico Esteso del torrente Solofrana (IBE)

0123456789

10

2002 2003 2004 2005

2002

2003

2004

2005

Livello di Inquinamento da Macrodescrittori torrent e Solofrana (LIM)

0

50

100

150

200

2002 2003 2004 2005 2006

2002

2003

2004

2005

2006

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Dalla Campagna di Monitoraggio 2008 (LIM e IBE)

Punteggio Classe Punteggio Classe Valore ClasseSolofrana "bianco" 290 2 120 3 6 III SUFFICIENTE

Solofra 190 3 155 3 4 IV SCADENTE

CODISO 1 175 3 85 4 2 V PESSIMO

CODISO 2 120 3 90 4 2 V PESSIMO

Confluenza 180 3 55 5 2 V PESSIMO

Dalla Campagna di Monitoraggio 2008. Stazione Ponte S.Pietro - SACA 2002 - 2006

2002 100 4 1_2 5 5 > valore soglia

2003 70 4 1_2 5 5 > valore soglia

2004 90 4 1_2 5 5 > valore soglia

2005 185 3 4 4 4 > valore soglia

2006 65 4 > valore soglia

Anno Classe IBEIBEClasse LIM

Giudizio Colore

SECA

Stazione

LIM28/05/0817/04/08

LIM

IBE17/04/08

SECA SCCA Colore

Stato Ambientale Corsi d'Acqua (SACA) alla Stazione Ponte S. Pietro del Torrente Solofrana

2002 2003 2004 2005

2002

2003

2004

2005

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Settore:

DPSIRS Unità di

misuramc/anno

Indicatore n°5 Prelievi idrici

Ambito tematico Acqua

Titolo dell'indicatore

Volumi emunti dal bacino della Solofrana

Descrizione

Dall'analisi dei prelievi idrici, forniti dall'Autorità di Bacino del Fiume Sarno, si evince come la presa venga effettuata prevalentemente da pozzi e l'uso per cui sono destinate sia essenzialmente quello industriale, anche se ci sono delle quote per uso irriguo e per consumo domestico

Fonte dei datiEMAS Dicembre 2010

bacino idrografico SolofranaForma dei dati

tabellaLivello di dettaglio

Commenti / problematiche:

Periodo di riferimento

2002, 2003, 2004, 2005, 2006, 2007, 2008, 2009

Tipo di rappresentazione tabella

Volumi d'acqua emunti nel Bacino Solofrana (mc/anno )

0

500.000

1.000.000

1.500.000

2.000.000

2.500.000

3.000.000

3.500.000

4.000.000

2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009

Volumi emunti

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Settore:

DPSIR

S Unità di misura

SISTEMA DI ADDUZIONE

Copertura servizio %

Abitanti serviti

Abitanti servitifognatura

retefognaria [%]

Coperturadepurazione [%]

100 11.802 11814 100 70

BOD5 (kg/anno)

AZOTO (kg/anno)

FOSFORO (kg/anno)

BOD5 (kg/anno) AZOTO (kg/anno)

81.416 27.882 2.491 77.539 15.933

Fiume Solofrana

SISTEMA FOGNARIO - DEPURATIVO

FOSFORO (kg/anno)

2.372

Periodo di riferimento 2005

Tipo di rap-presentazione

CARICHI SVERSATI puntuali CARICHI SVERSATI diffusi

Commenti / problematiche

CORPO IDRICO RICETTORE

Titolo dell'indicatore

Sistema fognario depurativo ed indicazione dei recapiti degli scarichi nei corpi idrici superficiali D Lgs n 152/99 e s.m.i.

Descrizione

Classificazione dello stato qualitativo, quantitativo e ambientale dei corpi idrici sotterranei elaborata dai dati della rete di monitoraggio 2002-2006 e dai Piani di Tutela delle Acque (da SOGESID 2006, modificato ARPAC 2007).

Indicatore n°1 Sistema fognario depurativo e carichi sversati

Ambito tematico Acqua

Fonte dei dati da SOGESID SpA

Comunale, Fiume SolofranaForma dei dati

Livello di dettaglio

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Settore:

DPSIRS Unità di

misura

tabella

tabella

CORPI IDRICI SOTTERRANEI ACQUIFERO STATO QUANTITATIVO

Monte Garofano o Monti di Solofra carbonatico CMonti di Villa e Canfora carbonatico AMonti Mai-Monte Cuculo carbonatico AIrno - Cologna carbonatico A

Indicatore n°3 Stato quantitativo delle acque sotterranee

Ambito tematico Acqua

Titolo dell'indicatore parametri ex D.L.vo 152/99

Descrizione

Nell'area studio gli unici corpi idrici sotterranei significativi sono gli acquiferi carbonatici profondi in quanto i sedimenti della piana alluvionale non contengono zone sature ovvero falde idriche, quantitativamente interessanti ai fini di un'eventuale utilizzazione.

Fonte dei datida SOGESID 2006

CORPO IDRICO SOTTERRANEO Forma dei datiLivello di

dettaglio

Commenti / problematiche:

I risultati ottenuti dal calcolo del bilancio idrico hanno evidenziato una situazione molto delicata nella quale i prelievi risultano molto prossimi alla potenzialità del corpo sotterraneo, determinando condizioni di sovra sfruttamento della falda.

Periodo di riferimento Febbraio 2007 - Marzo 2008

Tipo di rap-presentazione

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Settore:

DPSIR

S Unità di misura

2003 LUGLIO 15 Solofra AV

Anno ProvComuneGiornoMese

Valore limite previsto nella tabella 1 allegato B

AL dpcm 08/07/03

0,93 100Zona cimitero

Indirizzo

Valore massimo del campo di induzione magnetica misurato

Commenti / problematiche:

L’indicatore permette evidentemente di integrare i controlli con un monitoraggio delle aree sensibili.

Periodo di riferimento 2003 - 2007

Tipo di rap-presentazione tabella

Fonte dei dati Agenti Fisici. Il monitoraggio della Campania 2003 - 2007 p.19

ComunaleForma dei dati

Livello di dettaglio

Titolo dell'indicatore

Superamento dei limiti di legge per i campi ELF (campi a bassa frequenza, da 30 a 300 Hz)

DescrizioneI livelli di riferimento sono stati specificati nel DPCM 08/07/2003.

Indicatore TEMATICHE AMBIENTALI

Ambito tematico Inquinamento elettromagnetico

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22

STRUTTURA DELLA POLAZIONE

Riferimenti normativi, linee guida, ecc…

Riferimento tematica Allegato VI D. L. vo 16/01/2008 n.4

Riferimento Documento Scoping (bozza Rapporto preliminare)

Nome Indicatore DPSIR Descrizione indicatore di qualità ambientale

Target/ obiettivo di qualità ambientale

STATO TREND

Anziani per bambino S

Rapporto tra popolazione avente più di 65 anni e quella avente meno di 6 anni ☺ ↑

Crescita naturale

P

Differenza tra il tasso di natalità ed il tasso di mortalità. ↔

Crescita totale P

Somma algebrica del tasso di crescita naturale e del tasso migratorio netto. ☻ ↓

Incidenza popolazione straniera P

L'occupazione nel settore conciario incide sull'attrattività per i lavoratori immigrati.

Indice di dipendenza strutturale S

Rapporto tra la popolazione in età non attiva (0-14 anni e 65 anni e più) e la popolazione in età attiva (15-64 anni).

☻ ↓

Indice di dipendenza strutturale degli

anziani S

Rapporto tra la popolazione in età non attiva da 65 anni e più e la popolazione in età attiva (15-64 anni).

Indice di dipendenza strutturale giovanile S

Rapporto tra la popolazione giovane (0-14 anni ) e la popolazione in età attiva (15-64 anni)

☻ ↓

Indice di ricambio S

Rapporto tra la classe popolazione di 55- 64 anni (e più) e la classe popolazione di 15- 24 anni

☺ ↑

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Indice di vecchiaia S

Rapporto tra la popolazione di 65 anni e più e la popolazione di 0-14 anni S

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23

STRUTTURA DELLA POLAZIONE Riferimenti normativi, linee guida, ecc…

Riferimento tematica Allegato VI D. L. vo 16/01/2008 n.4

Riferimento Documento Scoping (bozza Rapporto preliminare)

Nome Indicatore DPSIR Descrizione indicatore di qualità ambientale

Target/ obiettivo di qualità ambientale

STATO TREND

Popolazione anziana P

Individua la percentuale di popolazione oltre i 64 anni sull'intera popolazione residente

Popolazione giovane P Individua la percentuale di popolazione tra 0 e 14 anni sull'intera popolazione residente ☻ ↓

Popolazione in età lavorativa P

Individua la percentuale di popolazione tra15 e 64 anni sull'intera popolazione residente ☺ ↑

Popolazione

residente P

Individua la popolazione residente e l'andamento temporale di crescita o decrescita

☺ ↑

Tasso di mortalità P

Rapporto tra il numero dei decessi nell’anno e l’ammontare medio della popolazione residente

☻ ↓

Tasso di natalità P

Rapporto tra il numero dei nati vivi dell’anno e l’ammontare medio della popolazione residente

☻ ↓ I DE

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Tasso di occupazione P

il tasso di occupazione descrive molto sinteticamente, ma efficacemente, l’andamento del mercato locale del lavoro, quindi, le opportunità lavorative esistenti. S

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24

AGRICOLTURA

Riferimenti normativi, linee guida, ecc…

Riferimento tematica Allegato VI D. L. vo 16/01/2008 n.4

Riferimento Documento Scoping (bozza Rapporto preliminare)

Nome Indicatore

DPSIR Descrizione indicatore di qualità ambientale

Target/ obiettivo di qualità ambientale

STATO TREND

Numero agriturismo /

aziende agricole

D ↔

Numero aziende

agricole per forma di

conduzione

D

Il sistema degli agriturismi che si sta costruendo in provincia di Avellino, oltre ad avere ricadute generali sulla possibilità di avere sempre crescenti superfici adibite a coltivazioni a basso impatto ambientale, è elemento determinante per lo sviluppo di un turismo sostenibile ↔

Numero aziende

agricole per possesso di

terreni

D

Individua il titolo dei possessi dei terreni. In valore assoluto e in rapporto alla SAT.

Numero e dimensione

aziende agricole

D

Rappresenta il cambiamento nel numero e nelle dimensioni delle aziende agricole in classi di superficie totale agricola media

↔ Numero posti

letto per categoria albergo

S

Quantifica il numero di posti letto disponibili nei territori limitrofi e potenzialmente fruibili anche da utenti interessati a Solofra

☻ ↓ Numero unità

locali e addetti S

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Quota di

territorio ad uso agricolo

S Quantifica gli ettari di territorio destinati ad uso agricola in percentuale sull'intera superficie comunale N

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25

AGRICOLTURA

Riferimenti normativi, linee guida, ecc…

Riferimento tematica Allegato VI D. L. vo 16/01/2008 n.4

Riferimento Documento Scoping (bozza Rapporto preliminare)

Nome Indicatore

DPSIR Descrizione indicatore di qualità ambientale

Target/ obiettivo di qualità ambientale

STATO TREND

Rapporto numero di

aziende sul numero totale

D Numero Aziende, Superficie Agricola Totale e Superficie Agricola Utilizzata

☺ ↓ SAT

(Superficie Territoriale

aziende Agricole)

D Fornisce indicazioni sull'andamento e sull'estensione del suolo agrario nel territorio.

SAU (Superficie

Agricola Utilizzabile)

D Individua la percentuale di popolazione oltre i 64 anni sull'intera popolazione residente

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Rapporto SAU / SAT D

Definisce la parte di suolo delle aziende agrarie effettivamente utilizzata per le colture e fornisce un chiarimento in merito alla destinazione d'uso principale del suolo agrario.

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26

INDUSTRIA

Riferimenti normativi, linee

guida, ecc…

Riferimento tematica Allegato

VI D. L.vo 16/01/2008 n.4

Riferimento Documento

Scoping (bozza Rapporto

preliminare)

Nome Indicatore DPSIR Descrizione indicatore di qualità ambientale

Addetti per settore S

Quantifica il livello occupazionale degli addetti rapportato ai settori di attività per il Comune di Solofra. Per il 2001 si è considerato il raggruppamento relativo ai vari settori di attività, al fine di elaborare un rapporto percentuale globale.

Addetti per settore e imprese S Quantifica il numero medio di addetti per ogni tipologia del

settore di attività.

Estensione superficie con

destinazione d’uso industriale

S Quantifica la quantità di superficie territoriale occupata da siti industriali, o comunque manifatturieri in attività.

Import – export settore conciario D

Quantifica la variazione assoluta e percentuale per l' import-export nei vari mercati. Interscambio commerciale provincia di Avellino. Settore ATECO C151

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Numero di imprese e distribuzione S Quantifica il numero delle attività locali in percentuale alle

attività produttive insistenti sul territorio di Solofra

Natalità e mortalità imprese S

Quantifica il saldo tra imprese iscritte e cessate. Si nota un andamento decrescente a partire dal 2001 con una prima inversione di tendenza a partire dal 2006. Il tasso di mortalità ha un andamento che potremmo definire altalenante. Ad un drastico aumento nel 2002 segue una discesa del tasso nel 2003 per poi riprendere a salire nel 2004e, ancora di più nel 2005.

I DE

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• Prime linee guida regionali. Procedura e fasi della VAS Redazione del rapporto ambientale ARPAC

• Primo Atlante Ambientale della Campania 2003. Sintesi della seconda relazione sullo stato dell’ambiente

Emissioni in atmosfera di NOX

imputabili all’industria

I Emissioni in atmosfera di ossidi di azoto connessi con l’attività industriale.

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27

ENERGIA

Riferimenti normativi, linee guida, ecc…

Riferimento tematica Allegato VI D. L. vo 16/01/2008 n.4

Riferimento Documento Scoping (bozza Rapporto preliminare)

Nome Indicatore DPSIR Descrizione indicatore di

qualità ambientale Target/ obiettivo di qualità ambientale STATO TREND

Consumo di energia per

addetti D

Quantifica la quantità media di energia espressa in kWh, per ogni Unità lavorativa e per ogni addetto.

Riduzione dei consumi di energia elettrica ☺ ↑

Costi – consumi

energia polo conciario

D / R

Questo indicatore stima la quantità totale di energia consumata e il costo in un anno, permettendo quindi di analizzare da un punto di vista energetico lo stile di vita dei residenti su un territorio e la sostenibilità dei relativi consumi.

Riduzione dei consumi e dei relativi costi di energia elettrica ☺ ↑

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Energia fatturata per

settore D / R

Quantifica per le aziende prese in considerazione la quantità di energia espressa in kWh che necessita per le loro produzioni.

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Indicatore N°B7 nel C.L.E.A.R. ( City and Local Environmental Accounting and Reporting )

Gestione sostenibile

delle imprese

locali

R

Quota di imprese locali che facciano uso di procedure per una gestione ambientale e sociale. E’ il numero di imprese in possesso di una certificazione ISO 9001 o ISO 14001 o di una registrazione secondo il Regolamento EMAS.

Questo indicatore, significativo della risposta delle imprese al miglioramento continuo, anche nei confronti della salvaguardia del territorio, è l'implementazione di strumenti volontari di gestione (qualità e/o ambiente).

☻ ↓

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28

TRASPORTI

Riferimenti normativi, linee guida, ecc…

Riferimento tematica Allegato VI D. L. vo 16/01/2008 n.4

Riferimento Documento Scoping (bozza Rapporto preliminare)

Nome Indicatore DPSIR Descrizione indicatore di

qualità ambientale Target/ obiettivo di qualità ambientale STATO TREND

Motorizzazione privata P

Quantifica il numero di veicoli circolanti ed immatricolati nel comune di Solofra.

Parco veicolare P Quantifica il numero e la tipologia di veicoli afferenti al Parco veicolare.

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Parco veicolare per combustione P

Descrive la composizione del parco veicolare circolante per combustibile.

Fornisce l’indicazione delle pressioni antropiche sul sistema di mobilità ed il numero di autoveicoli per abitanti. Seppur in assenza di obiettivi specifici, in Europa si riconosce la necessità di ridurre la domanda di mobilità e in particolare di motorizzazione individuale. Si riconosce inoltre l’importanza di favorire modi di trasporto leggeri e alternativi ( come il trasporto collettivo, o ove possibile, la bicicletta), specialmente nel contesto urbano, anche con l’obiettivo di ridurre la dipendenza dall’automobile.

☻ ↓

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29

ARIA

Riferimenti normativi, linee guida, ecc…

Riferimento tematica Allegato VI D. L. vo 16/01/2008 n.4

Riferimento Documento Scoping (bozza Rapporto preliminare)

Nome Indicatore DPSIR Descrizione indicatore

di qualità ambientale Target/ obiettivo di qualità ambientale STATO TREND

Biossido di Zolfo S

Quantifica la concentrazione media annuale di biossido di zolfo SO2

Rientrare nei valori limite della qualità dell’aria per il biossido di Zolfo previsti per la protezione della salute umana e dell’ ecosistema . ( D.M. Ambiente 60/2002 ). Per SO2 il valore limite è 20 (µg/m 3)

☺ ↔

Monossido di Azoto S

Quantifica la concentrazione media annuale di biossido di zolfo NO

Rientrare nei valori limite della qualità dell’aria per il monossido di Azoto previsti per la protezione della salute umana e dell’ ecosistema . ( D.M. Ambiente 60/2002 ). Per NO il valore limite è 40 (µg/m 3)

☻ ↔

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Ossidi di Azoto I

Quantifica la concentrazione media annuale di biossido di zolfo NOX

Rientrare nei valori limite della qualità dell’aria per il monossido di Azoto previsti per la protezione della salute umana e dell’ ecosistema . ( D.M. Ambiente 60/2002 ). Per NOX il valore limite è 30 (µg/m 3)

☺ ↔

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30

SUOLO

Riferimenti normativi, linee guida, ecc…

Riferimento tematica Allegato VI D. L. vo 16/01/2008 n.4

Riferimento Documento Scoping (bozza Rapporto preliminare)

Nome Indicatore DPSIR Descrizione indicatore di qualità ambientale

Target/ obiettivo di qualità ambientale

STATO TREND

Allevamenti zootecnici P

La consistenza del numero dei capi per tipo di animale, rispecchia la dimensione delle aziende agricole, quasi tutte a conduzione familiare e con una preponderante percentuale di microaziende

Occorre relazionare ed equilibrare il numero di capi allevati con il territorio disponibile per gli spandimenti.

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Uso del suolo D

Descrive la variazione quantitativa dei vari tipi di aree (urbane, industriali, agricole, forestali, naturalistiche etc.), presenti su un determinato territorio. I dati si ricavano da Corine Land Cover della Regione Campania.

Non esistono obiettivi specifici nelle norme internazionali e nazionali. Gli ultimi due programmi di azione europei in campo ambientale (The Fifth Enviromental Action Programme e The Sixth Enviromental Action Programme) e l’Agenda 21 pongono, come obiettivi generali, l’uso sostenibile del territorio, la protezione della natura e della biodiversità.

Superficie percorsa dagli

incendi I

Superfici interessata da incendi negli ultimi dieci anni.

Non sono presenti riferimenti normativi relativi a questo indicatore; l’obiettivo ultimo è costituito dalla prevenzione degli incendi

☻ ↓

Numero cave P Numero cave presenti sul

territorio comunale – N°1

Il Piano delle Attività Estrattive prevede linee di intervento atte a conseguire, nello stesso tempo, la salvaguardia dell’ambiente e il rilancio dello sviluppo e occupazione del settore.

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Siti contaminati P Aree contaminate sul territorio comunale

Riduzione del numero di aree contaminate ☻ ↔

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31

RIFIUTI

Riferimenti normativi, linee guida, ecc…

Riferimento tematica Allegato VI D. L. vo 16/01/2008 n.4

Riferimento Documento Scoping (bozza Rapporto preliminare)

Nome Indicatore DPSIR Descrizione indicatore di qualità ambientale

Target/ obiettivo di qualità ambientale

STATO TREND

Apparecchiature

ingombranti P

Definisce la quantità di apparecchiature fuori uso e di ingombranti prodotti annualmente.

Aumento della quantità di apparecchiature in disuso da smaltire negli impianti preposti.

Costo servizio gestione rifiuti R

Definisce il costo pro - capite delle attività di gestione dei rifiuti urbani. Negli anni 1999- 2000, periodo di chiusura dell'impianto di smaltimento di Ariano, il Comune ha provveduto con forme di stoccaggio provvisorie allo smaltimento di RU e RA che ha comportato un aumento del costo del servizio in quegli anni.

Ridurre i costi pro – capite per la gestione dei rifiuti. ☻ ↔

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Definisce l'incidenza percentuale di rifiuti raccolti in modo differenziato sul totale dei rifiuti prodotti.

Aumentare l’incidenza dei rifiuti raccolti in modo differenziato sul totale dei rifiuti prodotti da Solofra.

☻ ↔

Page 102: PIANO URBANISTICO COMUNALE€¦ · API REGOLAMENTO URBANISTICO EDILIZIO COMUNALE RUEC RUEC1 Regolamento RUEC2 Indirizzi in materia energetico ambientale Ar.T.Etica Architettura Territorio

32

RIFIUTI

Riferimenti normativi, linee guida, ecc…

Riferimento tematica Allegato VI D. L. vo 16/01/2008 n.4

Riferimento Documento Scoping (bozza Rapporto preliminare)

Nome Indicatore DPSIR Descrizione indicatore di qualità ambientale

Target/ obiettivo di qualità ambientale

STATO TREND

Produzione pro - capite D, P

Quantità dei rifiuti solidi urbani prodotta annualmente per quota pro – capite.

Riduzione della produzione di RU ☻ ↔

Produzione totale rifiuti (RU) P Quantità totale dei rifiuti

solidi urbani. Riduzione della produzione di RU ☻ ↔

Raccolta differenziata dei Comuni Conciari

S, R

Incidenza raccolta differenziata: nei tre comuni sede di distretti conciari osserviamo tassi di RD più alti rispetto ai dati provinciali

Aumento della percentuale di raccolta differenziata nel distretto dei Comuni Conciari. ☻ ↔

RU (Rifiuti Urbani) raccolti in modo differenziato

S Definisce la quantità dei rifiuti urbani raccolti in modo differenziato.

Aumento del recupero delle frazioni riciclabili di RU ↔

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Rifiuti speciali pericolosi D, P

Definisce il volume dei rifiuti contenenti un'elevata dose di sostanze pericolose.

Riduzione della produzione di RS pericolosi ☻ ↓

Page 103: PIANO URBANISTICO COMUNALE€¦ · API REGOLAMENTO URBANISTICO EDILIZIO COMUNALE RUEC RUEC1 Regolamento RUEC2 Indirizzi in materia energetico ambientale Ar.T.Etica Architettura Territorio

33

BIODIVERSITA’

Riferimenti normativi, linee guida, ecc…

Riferimento tematica Allegato VI D. L. vo 16/01/2008 n.4

Riferimento Documento Scoping (bozza Rapporto preliminare)

Nome Indicatore DPSIR Descrizione indicatore di qualità ambientale

Target/ obiettivo di qualità ambientale STATO TREND

Tipologia di tutela ambientale (Parco

Regionale, SIC, ZPS) ed estensione

delle aree

R

Individua rispetto all'intera superficie comunale il rapporto percentuale e la estensione in ha. delle tipologie di vincolo di porzioni territoriali

Zonizzazione parco regionale e

rapporto area parco - superficie territoriale

R

Individua rispetto all'intera superficie comunale il rapporto percentuale e la estensione in ha. delle aree protette e sotto vincolo paesistico

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34

ACQUE SOTTERRANEE E SUPERFICIALI

Riferimenti normativi, linee guida, ecc…

Riferimento tematica Allegato VI D. L. vo 16/01/2008 n.4

Riferimento Documento Scoping (bozza Rapporto preliminare)

Nome Indicatore

DPSIR Descrizione indicatore di qualità ambientale

Target/ obiettivo di qualità ambientale

STATO TREND

Sistema fognario depurativo _

Carichi sversati P

Sistema fognario depurativo ed indicazione dei recapiti degli scarichi nei corpi idrici superficiali D Lgs n 152/99 e s.m.i.

Classificazione dello stato qualitativo, quantitativo e ambientale dei corpi idrici sotterranei elaborata dai dati della rete di monitoraggio 2002-2006 e dai Piani di Tutela delle Acque.

Stato quantitativo

acque sotterranee

S Equilibrio del bilancio idrico delle fonti sotterranee.

Secondo i parametri Ex D.Lgs. 152/99 ridurre il sovra sfruttamento della falda.

☻ ↔

Stato qualitativo acque

sotterranee S

Definire il grado di vulnerabilità intrinseca all'inquinamento dei diversi acquiferi ricadenti e cioè l'attitudine dei corpi sotterranei a subire inquinamento.

Secondo i parametri Ex D.Lgs. 152/99 Classe 0 - Qualità particolare Classe 1 – Qualità pregiata Classe 2 - Qualità buona Classe 3 - Qualità sufficiente Classe 4 - Qualità scadente

☻ ↔

IBE e LIM delle acque

superficiali S

La qualità chimica microbiologica o di Livello di Inquinamento da Macrodescrittori (LIM) e i risultati dell' Indice Biotico Esteso (IBE) del torrente Solofrana.

Secondo i parametri Ex D.Lgs. 152/99

• SCADENTE • MEDIOCRE • BUONO • ELEVATO

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Prelievi idrici P Quantifica i volumi d’acqua emunti.

Equilibrio del bilancio idrico e del risparmio idrico ☻ ↔

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35

PAESAGGIO

Riferimenti normativi, linee guida, ecc…

Riferimento tematica Allegato VI D. L. vo 16/01/2008 n.4

Riferimento Documento Scoping (bozza Rapporto preliminare)

Nome Indicatore

DPSIR Descrizione indicatore di qualità ambientale

Target/ obiettivo di qualità ambientale

STATO TREND

Superfici tutelate da vincolo

paesaggistico (art. 139 del

d.lgs. 490 del 1999)

R

• Boschi (Kmq) • Fasce marine, fluviali,

lacustri (Kmq) • Aree Montane (Kmq)

Tutelare le aree che hanno cospicui caratteri di bellezza naturale in ragione del loro interesse paesaggistico.

☺ ↔

Siti di importanza naturalistica

R

Tutelare le aree che hanno cospicui caratteri di bellezza naturale in ragione del loro interesse paesaggistico.

☺ ↔

Siti di importanza

storico - monumentale

R

Garantire la protezione, la conservazione, la valorizzazione e la trasmissione alle future generazioni del patrimonio naturale e culturale.

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36

INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO - INQUINAMENTO ACUSTI CO – CAMBIAMENTI CLIMATICI

Riferimenti normativi, linee guida, ecc…

Riferimento tematica Allegato VI D. L. vo 16/01/2008 n.4

Riferimento Documento Scoping (bozza Rapporto preliminare)

Nome Indicatore

DPSIR Descrizione indicatore di qualità ambientale

Target/ obiettivo di qualità ambientale

STATO TREND

Superamento dei limiti di legge per i campi ELF (campi a bassa frequenza, da 30 a 300 Hz)

S I livelli di riferimento sono stati specificati nel DPCM 08/07/2003.

Integrare i controlli con un monitoraggio delle aree sensibili. ☺ ↔

Piani di zonizzazione acustica

R Controllo del territorio e stima della esposizione della popolazione. ☺ ↔

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COMUNE DI SOLOFRA (AV) Valutazione Ambientale Strategica

Rapporto di Scoping sui possibili impatti ambientali significativi derivanti dall’attuazione del PUC Piano Urbanistico Comunale

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FORMULARIO RELATIVO AL RAPPORTO DI SCOPING SUI POSSIBILI IMPATTI AMBIENTALI SIGNIFICATIVI DERIVANTI DALL’ATTUAZIONE DEL PIANO URBANISTICO COMUNALE.

DATI

SOGGETTO COMPETENTE IN

MATERIA AMBIENTALE DI

APPARTENENZA

RIFERIMENTO (NOME E COGNOME)

TELEFONO

FAX

E-MAIL

SITO INTERNET

LIVELLO DI DETTAGLIO PROPOSTO PER IL RAPPORTO AMBIENTALE

LA STRUTTURA DEL RAPPORTO AMBIENTALE

RITENETE CHE SIANO STATE PRESE IN CONSIDERAZIONE TUTTE LE COMPONENTI E LE TEMATICHE AMBIENTALI PERTINTI AL

PUC DI SOLOFRA?

SI □ NO □

IN CASO DI RISPOSTA NEGATIVA, DEPENNATE DALL’ELENCO SOTTOSTANTE LE COMPONENTI E/O LE TEMATICHE

AMBIENTALI CHE RITENETE NON DEBBANO ESSERE PRESE IN CONSIDERAZIONE E/O AGGIUNGETE LE COMPONENTI E LE

TEMATICHE AMBIENTALI CHE RITENETE DEBBANO ESSERE CONSIDERATE, POSSIBILMENTE MOTIVANDO LE VOSTRE

PROPOSTE:

COMPONENTI E TEMATICHE

AMBIENTALI MOTIVO DELL’ESCLUSIONE INTEGRAZIONE

Ambiente e salute umana

Aria e Cambiamenti Climatici

Risorse idriche

Suolo

Biodiversità e Aree Naturali Protette

Paesaggio e Beni Culturali

Bonifiche

Rifiuti

Ambiente Urbano

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COMUNE DI SOLOFRA (AV) Valutazione Ambientale Strategica

Rapporto di Scoping sui possibili impatti ambientali significativi derivanti dall’attuazione del PUC Piano Urbanistico Comunale

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RITENETE CHE LA STRUTTURA DELL’INDICE SIA RISPONDENTE AI DETTAMI DELL’ALLEGATO VI DEL D.LGS 152/2006 E

SS.MM.II.? (L’ALLEGATO E’ SCARICABILE DAL SITO WWW.PUCSOLOFRA.IT )

SI □ NO □

IN CASO DI RISPOSTA NEGATIVA, INDICATE NELLA TABELLA SOTTOSTANTE LE EVENTUALI MODIFICHE E/O INTEGRAZIONI, POSSIBILMENTE MOTIVANDO LE VOSTRE PROPOSTE:

RIFERIMENTO A CAPITOLO E/O

PARAGRAFO MODIFICA E/O INTEGRAZIONE

PROPOSTA MOTIVAZIONE

RAPPORTO DEL PIANO CON ALTRI PIANI O PROGRAMMI PERTINENTI

RITENETE ESAUSTIVO L’ELENCO DEI PIANI E PROGRAMMI PERTINENTI AL PUC DI SOLOFRA PER I QUALI DOVRANNO ESSERE

SPECIFICATI I RAPPORTI E LE EVENTUALI INTERFERENZE CON IL PIANO STESSO?

SI □ NO □

INDICATE NELLA TABELLA SOTTOSTANTE I PIANI E I PROGRAMMI CHE RITENETE NON DEBBANO ESSERE PRESI IN

CONSIDERAZIONE E/O AGGIUNGETE QUELLI CHE RITENETE DEBBANO ESSERE CONSIDERATI, POSSIBILMENTE MOTIVANDO

LE VOSTRE PROPOSTE:

PIANI E PROGRAMMI MOTIVO DELL’ESCLUSIONE INTEGRAZIONE (ALTRI PIANI/PROGRAMMI,

PROVVEDIMENTI DI

ADOZIONE/APPROVAZIONE, ECC.)

Piano Regionale per la Gestione dei Rifiuti Urbani (in via di adozione)

Piano Regionale per la Gestione dei Rifiuti Speciali (in via di adozione)

Piano Regionale di Bonifica dei Siti Inquinati della Regione Campania (in aggiornamento)

Piano Territoriale Regionale (PTR)

Piani dei Parchi Regionali

Piani regionali di gestione

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COMUNE DI SOLOFRA (AV) Valutazione Ambientale Strategica

Rapporto di Scoping sui possibili impatti ambientali significativi derivanti dall’attuazione del PUC Piano Urbanistico Comunale

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delle zone naturali protette

Piano Regionale per le Attività Estrattive (PRAE)

Linee guida in materia di politica regionale di sviluppo sostenibile nel settore energetico

Piano d’Azione per lo Sviluppo Economico Regionale (PASER)

Piano Sanitario Regionale della Campania

Piano regionale di risanamento e mantenimento della qualità dell’aria

Piano di Gestione delle acque del distretto idrografico dell’Appennino meridionale

Pianificazione delle Autorità di Bacino

Programma di Sviluppo Rurale (PSR) della Regione Campania 2007-2013

PO FSE della Regione Campania 2007-2013 (FSE)

PO FESR della Regione Campania 2007-2013

Piano d’azione per gli Obiettivi di Servizio - PO FESR della Regione Campania 2007-2013

PianO Pluriennale di Sviluppo della Comunità Montana

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COMUNE DI SOLOFRA (AV) Valutazione Ambientale Strategica

Rapporto di Scoping sui possibili impatti ambientali significativi derivanti dall’attuazione del PUC Piano Urbanistico Comunale

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FONTI INFORMATIVE

RITENETE ADEGUATE LE FONTI INFORMATIVE DI CUI SI INTENDE AVVALERSI?

SI □ NO □

IN CASO DI RISPOSTA NEGATIVA, INDICATE NELLO SPAZIO SOTTOSTANTE LE ULTERIORI FONTI INFORMATIVE, FORNENDO IL

RIFERIMENTO AI DATI E/O AGLI INDICATORI SPECIFICI CHE TALI FONTI SONO IN GRADO DI FORNIRE:

IDENTIFICAZIONE DEGLI OBIETTIVI AMBIENTALI DI RIFERIMENTO PER LA VALUTAZIONE

RITENETE ESAUSTIVO L’ELENCO DELLA NORMATIVA INTERNAZIONALE, NAZIONALE E REGIONALE UTILIZZATO PER LA

DEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI AMBIENTALI DI RIFERIMENTO PER LA VALUTAZIONE?

SI □ NO □

IN CASO DI RISPOSTA NEGATIVA, INDICATE NELLO SPAZIO SOTTOSTANTE LE EVENTUALI MODIFICHE E/O INTEGRAZIONI, POSSIBILMENTE MOTIVANDO LE VOSTRE PROPOSTE:

COMPONENTI E TEMATICHE

AMBIENTALI MODIFICA E/O INTEGRAZIONE

PROPOSTA - (NORMATIVA) MOTIVAZIONE

Ambiente e salute umana

Aria e Cambiamenti Climatici

Risorse idriche

Suolo

Biodiversità e Aree Naturali Protette

Paesaggio e Beni Culturali

Bonifiche

Rifiuti

Ambiente Urbano

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COMUNE DI SOLOFRA (AV) Valutazione Ambientale Strategica

Rapporto di Scoping sui possibili impatti ambientali significativi derivanti dall’attuazione del PUC Piano Urbanistico Comunale

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RITENETE ESAUSTIVI GLI OBIETTIVI AMBIENTALI DI RIFERIMENTO INDIVIDUATI PER LA VALUTAZIONE?

SI □ NO □

IN CASO DI RISPOSTA NEGATIVA, INDICATE NELLO SPAZIO SOTTOSTANTE LE EVENTUALI MODIFICHE E/O INTEGRAZIONI, POSSIBILMENTE MOTIVANDO LE VOSTRE PROPOSTE:

COMPONENTI E TEMATICHE

AMBIENTALI MODIFICA E/O INTEGRAZIONE

PROPOSTA - (OBIETTIVI) MOTIVAZIONE

Ambiente e salute umana

Aria e Cambiamenti Climatici

Risorse idriche

Suolo

Biodiversità e Aree Naturali Protette

Paesaggio e Beni Culturali

Bonifiche

Rifiuti

Ambiente Urbano

IDENTIFICAZIONE DEI POSSIBILI IMPATTI AMBIENTALI

SULLA SCORTA DEI CONTENUTI DELLA PORPOSTA DI PIANO, RITENETE ESAUSTIVI I POSSIBILI IMPATTI AMBIENTALI

IDENTIFICATI?

SI □ NO □

IN CASO DI RISPOSTA NEGATIVA, INDICATE NELLO SPAZIO SOTTOSTANTE LE EVENTUALI MODIFICHE E/O INTEGRAZIONI, POSSIBILMENTE MOTIVANDO LE VOSTRE PROPOSTE:

COMPONENTI E TEMATICHE

AMBIENTALI MODIFICA E/O INTEGRAZIONE

PROPOSTA - (IMPATTI) MOTIVAZIONE

Ambiente e salute umana

Aria e Cambiamenti Climatici

Risorse idriche

Suolo

Biodiversità e Aree Naturali Protette

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COMUNE DI SOLOFRA (AV) Valutazione Ambientale Strategica

Rapporto di Scoping sui possibili impatti ambientali significativi derivanti dall’attuazione del PUC Piano Urbanistico Comunale

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COMPONENTI E TEMATICHE

AMBIENTALI MODIFICA E/O INTEGRAZIONE

PROPOSTA - (IMPATTI) MOTIVAZIONE

Paesaggio e Beni Culturali

Bonifiche

Rifiuti

Ambiente Urbano

ANALISI DELLE ALTERNATIVE

RITENETE CONDIVISIBILE L’APPROCCIO CHE SI INTENDE UTILIZZARE PER L’ANALISI DELLE POSSIBILI ALTERNATIVE?

SI □ NO □

IN CASO DI RISPOSTA NEGATIVA INDICARNE LE MOTIVAZIONI E FORMULARE PROPOSTE METODOLOGICHE:

ULTERIORI OSSERVAZIONI

AI FINI DELLO SVOLGIMENTO DELLA CONSULTAZIONE DEL DOCUMENTO PRELIMINARE AL RAPPORTO AMBIENTALE AI SENSI

DEL D.LGS 152/2006 E SS.MM.II., RITENETE VI SIANO SUGGERIMENTI E/O ASPETTI DA FAR EMERGERE O CONTRIBUTI

UTILI DA POTER FORNIRE?

……………………… data Firma