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Rendiconti Seminario Facoltà Scienze Università Cagliari • Vol. 76, Fasc. 1-2 (2006) Riassunto.Tenuto conto dell’interesse e curiosità che da sempre suscitano le piante carnivore, è stato realizzato un percorso didattico che ne descrive le diverse strategie evolutive. Il percorso inizia dall’osservazione degli esemplari presenti nell’Orto Botanico di Cagliari per giungere all’interno del Museo Botanico dove, tramite modelli tridimensionali antichi e di nuova realizzazione assieme a ricco materiale descrittivo, il visitatore è guidato alla scoperta di questi straordinari vegetali. Abstract. Since carnivorous plants always stir up interest and curiosity, we have realized a didactic route describing their different evolutional strategies. The route begins from observation of specimens present in the «Orto Botanico di Cagliari» to arrive inside the «Museo Botanico» where, by means of ancient tridimensional models and others of new constructions together with copious descriptive material, the visitor is guided to discover these strange vegetables. Molte sono state le leggende nate sulle piante carnivore che da sempre hanno incuriosito botanici ed amanti del mondo vegetale. Il botanico tedesco Karl Leche descrisse, ai primi del ’900, la «Crinoida drajeena» del Madagascar, terribile albero divoratore di uomini e animali. L’esistenza di piante «mangiatrici d’uomini» è stata poi diffusa attraverso racconti fantastici, fumetti, film e spot televisivi. Ben lontane da tali rappresentazioni, le piante carnivore possono catturare insetti, protozoi, crostacei, ragni e al massimo qualche anfibio o piccolo mammifero. La particolarità delle piante carnivore consiste non solo nella capacità di ribaltare le normali relazioni esistenti tra mondo animale e mondo vegetale per assicurarsi le sostanze (*) Dipartimento di Scienze Botaniche dell’Università di Cagliari. Presentato il 3/05/2006. Piante Carnivore. Un percorso didattico CRISTINA DELUNAS(*), M. CATERINA FOGU(*)

Piante Carnivore. Un percorso didatticounica2.unica.it/~preside/fileadmin/Documenti_ricerca/... · 2007. 10. 8. · PIANTE CARNIVORE. UN PERCORSO DIDATTICO 31 3) Nepenthes tobaica

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  • Rendiconti Seminario Facoltà Scienze Università Cagliari • Vol. 76, Fasc. 1-2 (2006)

    Riassunto.Tenuto conto dell’interesse e curiosità che da sempre suscitano le piantecarnivore, è stato realizzato un percorso didattico che ne descrive le diverse strategieevolutive. Il percorso inizia dall’osservazione degli esemplari presenti nell’OrtoBotanico di Cagliari per giungere all’interno del Museo Botanico dove, tramite modellitridimensionali antichi e di nuova realizzazione assieme a ricco materiale descrittivo,il visitatore è guidato alla scoperta di questi straordinari vegetali.

    Abstract. Since carnivorous plants always stir up interest and curiosity, we haverealized a didactic route describing their different evolutional strategies. The routebegins from observation of specimens present in the «Orto Botanico di Cagliari» toarrive inside the «Museo Botanico» where, by means of ancient tridimensional modelsand others of new constructions together with copious descriptive material, the visitoris guided to discover these strange vegetables.

    Molte sono state le leggende nate sulle piante carnivore che da sempre hannoincuriosito botanici ed amanti del mondo vegetale.

    Il botanico tedesco Karl Leche descrisse, ai primi del ’900, la «Crinoida drajeena» delMadagascar, terribile albero divoratore di uomini e animali. L’esistenza di piante«mangiatrici d’uomini» è stata poi diffusa attraverso racconti fantastici, fumetti, film espot televisivi. Ben lontane da tali rappresentazioni, le piante carnivore possono catturareinsetti, protozoi, crostacei, ragni e al massimo qualche anfibio o piccolo mammifero.

    La particolarità delle piante carnivore consiste non solo nella capacità di ribaltare lenormali relazioni esistenti tra mondo animale e mondo vegetale per assicurarsi le sostanze

    (*) Dipartimento di Scienze Botaniche dell’Università di Cagliari.Presentato il 3/05/2006.

    Piante Carnivore.Un percorso didattico

    CRISTINA DELUNAS(*), M. CATERINA FOGU(*)

  • 30 CRISTINA DELUNAS, M. CATERINA FOGU

    nutritizie, ma anche nel disporre di forme e meccanismi molto sofisticati per attuarla.Prendendo spunto da vecchi modelli, presenti nel Museo Botanico, si è pensato di

    creare un percorso didattico che guida il visitatore dall’osservazione «in vivo» dellepiante carnivore presenti nell’Orto Botanico di Cagliari, alla scoperta delle strategie postein atto da questi vegetali nella lotta per la sopravvivenza. Queste vengono illustrate espiegate nei locali del museo con l’ausilio di schede esplicative e modelli di grandidimensioni.

    Per la realizzazione del percorso si è proceduto per fasi.

    Fase 1. Individuazione nell’Orto botanico delle specie rappresentate dai modelli

    Sono stati messi a confronto i modelli esistenti con gli esemplari presenti in Orto.Tenuto conto dei sistemi di cattura «tipici» si è notato che all’interno del museo non eranorappresentati da modelli alcuni di questi presenti negli esemplari vivi. In base a questeosservazioni si è deciso quali modelli realizzare per avere una visione completa dellestrategie poste in essere per la cattura degli insetti da parte delle varie specie di piantecarnivore.

    Fase 2. Restauro conservativo dei modelli esistenti

    Si è proceduto al restauro conservativo dei modelli esistenti. L’intervento più urgenteha riguardato le basi in legno attaccate dai tarli: dopo il trattamento antitarlo, stuccati i foricon della cera, sono state riverniciate e lucidate. Le etichette originali sono statericostruite dove mancavano dei frammenti.

    Si è proceduto poi alla pulitura dei vari pezzi, alla loro stuccatura e riverniciaturaladdove danneggiati da urti e sbalzi termici subiti negli anni quando questi modelli eranoutilizzati nelle lezioni ed esercitazioni di botanica sistematica.

    In base ad una ricerca effettuata sui registri di carico del Dipartimento di ScienzeBotaniche, si è potuto appurare che i modelli, realizzati dalle «Officine Galileo»,risalgono agli anni 1950/60. Alcuni sono in celluloide, altri in legno e gesso.

    Tali modelli rappresentano:1) Aldrovanda vesiculosa2) Dionaea muscipula3) Drosera rotundifolia4) Sarracenia purpurea

    Fase 3. Realizzazione di modelli di gruppi sistematici presenti «in vivo»

    Una volta individuati nell’Orto Botanico gli esemplari dai sistemi di cattura tipici delgruppo sistematico al quale appartengono e non rappresentati da quelli esistenti, si èproceduto alla realizzazione dei modelli di:

    1) Utricularia vulgaris, unica pianta carnivora presente allo stato naturale in Sardegna.2) Nepenthes x miranda, ibrido spettacolare per le dimensioni delle trappole che ben

    si presta ad una rappresentazione schematica.

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    3) Nepenthes tobaica ben acclimatata in Orto.4) Pinguicula x weser che spesso i visitatori confondono con le piante succulente.

    Le tecniche utilizzate nella loro costruzione sono state essenzialmente due: cera ecartapesta.

    La vescicula di utricularia (Fig. 1), ingrandita di 40 volte rispetto alle dimensionireali, è realizzata in cartapesta con anima in filo di ferro zincato, mentre la dafnia al suointerno è in cera.

    Le nepenthes (Fig. 2) sono anch’esse in cartapesta con particolari in cera; gli insettisono realizzati con ferretti, cera e foglietti di plastica trasparente per le ali.

    I tre modelli in cartapesta sono stati verniciati con colori ad acqua e finiti con vernicetrasparente opaca acrilica.

    Il modello di pinguicula invece è quasi tutto in cera. Il materiale utilizzato è compostoda una miscela di cera d’api, paraffina, cera carnauba e colofonia con coloranti oleosi perconferirgli l’aspetto particolare del verde traslucido degli esemplari vivi. Le foglie,

    Figura 1

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    modellate singolarmente, portano inglobate minutissime sfere di vetro che simulano leghiandole fogliari. L’esile fiore è invece di carta, sorretto da un sottile filo di ferro.

    Da ultimo, i modelli di nuova realizzazione, sono stati montati su basi in legnomassello verniciate di nero e completati con etichette scritte a mano.

    Particolare attenzione è stata posta nella scelta delle tonalità dei colori e dei materiali,in modo che tra i modelli nuovi e quelli antichi non ci sia discontinuità stilistica esoprattutto affinché il visitatore ritrovi, all’interno del Museo, ciò che ha osservato dalvivo riprodotto il più fedelmente possibile.

    Fase 4. Realizzazione delle schede

    Ogni modello è stato corredato di una scheda che spiega il funzionamento delle«trappole» (Fig. 3).

    Ogni scheda riporta il disegno della pianta completa, dove viene evidenziata latrappola. Il sistema di cattura è descritto mediante disegni schematici che illustrano le fasi

    Figura 2.

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    della «cattura». Ogni disegno è completato da una breve didascalia. Numeri e piccolefrecce individuano l’esatta sequenza.

    Così come per i modelli, anche per i disegni ci si è ispirati essenzialmente agliesemplari vivi dell’Orto Botanico.

    Le schede sono state stampate in forex, materiale plastico molto resistente alla lucee agli sbalzi termici, con finitura trasparente satinata che evita l’«effetto specchio».

    Fase 5. L’esposizione

    I modelli sono stati collocati all’interno di una vetrina dei primi dell’800 su tre ripiani (Fig.4). Nel ripiano più alto sono esposti i modelli delle «trappole a scatto», in quello mediano quellidelle «trappole ad aspirazione» e «ascidi», mentre nel ripiano più basso quelli relativi alle«trappole adesive». Fa da sfondo ad ogni modello la rispettiva scheda descrittiva.

    L’esposizione è completata da un pannello di grandi dimensioni, che tratta brevemen-te aspetti e curiosità sulle piante carnivore nel mondo.

    Figura 3.

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    CONCLUSIONI

    L’esposizione museale dei modelli e quella orticola degli esemplari vivi, unitamen-te ai disegni e alle brevi spiegazioni su questi straordinari vegetali, vuol essere unospunto dedicato a visitatori di ogni età, per suscitare un rinnovato interesse per laBotanica che, avendo come momento cognitivo le piante carnivore, induca ad appro-fondire contenuti riguardanti non solo le Scienze Naturali, ma anche la Geografia, laChimica, la Fisica ecc.

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    Figura 4.

  • PIANTE CARNIVORE. UN PERCORSO DIDATTICO 35

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    (1), 53-57 (2003).