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Porfiroide grigio di Branzi - NATURAL STONE INFO · Il Porfiroide Grigio, più noto in passato con il nome di ardesia* di Branzi, viene estratto in alta Val Brembana, al confine tra

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La Camera di Commercio di Bergamo, con il supporto di Servitec srle del CNR-IDPA*, ha istituito il marchio di origine delle pietre orobi-che, che garantisce la provenienza geografica dei materiali lapidei aduso ornamentale estratti nella provincia di Bergamo.Si tratta di uno strumento finalizzato alla valorizzazione ed alla pro-mozione della conoscenza del prodotto lapideo Bergamasco, checostituisce non solo una risorsa economica, ma soprattutto una pre-ziosa eredità di tradizioni e cultura inscindibili dalla storia del territo-rio. Anche a livello locale, sono in gran parte sconosciute le ottimecaratteristiche tecniche ed estetiche dei materiali orobici, a cui vengo-no spesso preferite pietre di altra provenienza e di limitata o scono-sciuta tradizione.

Il marchio è stato ideato in modo da fornire un agile riferimento agliaddetti ai lavori e non solo, relativamente ad origine, caratteristichetecniche e varietà commerciali del materiale. Ogni pietra commercializzata con il marchio rispetta le caratteristichestabilite nel relativo disciplinare di produzione, un documento strut-turato in 6 articoli, mediante i quali vengono fornite sia informazionigeologiche, che indicano l’unicità del materiale da un punto di vistagenetico e ambientale, sia informazioni tecniche, che mostrano leproprietà e l’applicabilità del materiale nei vari contesti edilizi.

Nel dettaglio sono indicati:• formazione geologica di appartenenza• bacini di estrazione e distribuzione geografica degli

affioramenti nell’ambito della provincia di Bergamo• composizione chimica e mineralogica • caratteristiche petrografiche• proprietà meccaniche (valori ottenuti da prove meccaniche

eseguite secondo la normativa vigente)• varietà e formati disponibili in commercio.

* CNR-IDPA Consiglio Nazionale delle Ricerche, Istituto per laDinamica dei Processi Ambientali

Arabescato Orobico 2698 143 - 18 0.71 - 0.066

Porfiroide Grigio 2725 268 - 41.5 1.32 11.6 0.19

Porfiroide Grigio Scuro 2751 175 - 51.6 1.04 7.25 0.20

Ceppo di Gré 2478 54 52 6.3 0.32 9.3 2.43

Pietra di Credaro Medolo 2658 172(carico perp.) 161.2 23 0.66 8.6 0.61165(carico par.)

Pietra di Credaro Berrettino 2579 149(carico perp.) 144.1 19 0.53 7.1 1.33144(carico par.)

Tipo di pietre Massa volumicaKg/m3

Resistenza a compressione

monoassiale MPa

Resistenza a compressione

monoassiale dopo cicli di gelività MPa

Resistenza all’usura

Resistenza aflessione MPa

Dilatazione termicamm/°C E -6

Coefficiente di imbibizione

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Porfiroide Grigio - Branzi

Porfiroide Grigio Scuro - Valleve

Arabescato Orobico - Camerata Cornello

Pietra di Credaro

Pietra Cote - Pradalunga

Ceppo di Gré - Solto Collina

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(200

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Il Porfiroide Grigio, più noto in passato conil nome di ardesia* di Branzi, viene estrattoin alta Val Brembana, al confine tra il paesedi Branzi e quello di Carona, dove si sfrutta-no da diversi secoli affioramenti di rocceappartenenti alla Formazione di Collio. Le singolari proprietà dell'ardesia di Branzi -elevata resistenza ai carichi, all'alterazione eagli effetti del gelo - sono note fin da tempimolto lontani, e le cosiddette “piode” (lastreper coperture) costituiscono un'importantevoce dell'economia locale da almeno quat-tro secoli.

La rilevanza storica ed economica di questomateriale è testimoniata da una ricchissimadocumentazione di letteratura e d’archivio.Nella sua “Descrizione di Bergamo e suoterritorio” del 1596, Giovanni da Lezze scri-ve: “nel detto loco de i Branci si trafficaancora et si fa la mercantia di lastre azureper coprir case in gran quantità vendendosi

soldi uno e mezo il peso, ma a Bergomosoldi cinque rispetto alla condutta.”

Poco più tardi, in un documento del 1628viene fatta specifica richiesta di ardesie pro-venienti da “oltre Le Goggie” (cioè dallezone a monte di Lenna) per lavori di amplia-mento al tetto della Basilica di Santa MariaMaggiore**, mentre nel 1763 il VicarioMinerario della Serenissima vieta sia iltaglio del bosco sovrastante la cava Piodera,in quanto svolge un'efficace azione di pre-venzione da allagamenti e smottamenti, siail pascolo di animali a monte della cava, iquali potrebbero arrecare danni ai cavatori.

Nel 1888 il prefetto Lucio Fiorentini scrive: “le cave sono numerose ed abbondanti mala scarsità dei mezzi, e i metodi rozzi e pri-mitivi, non permettono una vasta produzio-ne, quale si converrebbe, giacché le ardesie,specialmente di Branzi e di Carona, gareg-giano per qualità e durezza colle migliori chesi esportano da altre provincie”.Questi documenti attestano l'elevato valoreche la pietra aveva già allora e che giustifi-cava le grandi difficoltà e il durissimo lavoronecessari per l'estrazione, la lavorazione e iltrasporto, cui contribuiva tutta la forza lavo-ro della zona, come dimostrano queste fotorisalenti all’inizio del XX secolo.

La “folla” di operai necessari un tempo per la coltivazione delle piöde(ora la manodopera è limitata a qualche decina di operai).

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“Il Vicario alle miniere di Bergamo per esecuzione delle lettere dell'Illustrissimi edEccellentissimi Signori Deputati dell'EccelsoConsiglio di X sopra le miniere in data 26 maggioprossimo passato, e cosi instando D.D.GiacomoAntonio, e Paolo Midali, comettemo sia pubbli-cato, & affisso ne Luoghi soliti, & ove facessebisogno & intimato anche a chiunque occorresseche non vi sia Persona di che grado essersivoglia, che ardisca disturbare essi Midali nellaescavazione della Piodera posta nel comune deBranzi nella quale ne sono in posesso in forzadell'Investiture a loro rilasciate dal dettoEccellentissimo Magistrato, dovendo astenersido tagliar legne aldisopra, & all'intorno dellaCava medesima nel Bosco Comunale per tuttoquel spazio, che può essere la cava medesimainondata dal Vandulli; restando pure proibito nelsito superiore, e laterale alla cava medesima pertutto quel spazio, dove pascolando li animali,ponno far cadere sassi sopra li escavatori, il man-dar animali colà al Pascolo, il tutto sotto le piùsevere pene, oltre la formazione di processo cri-minale, e perdita del bestiame, che restando ris-servato all'arbitrio del suddetto eccellentissimoMagistrato.E pretendendo alcuno a risarcimento de Danni, oqualche cosa in contrario, ferma l'obedienza alpresente rissoluto comando comparano, che lefarà amministrata Giustizia. Restando incaricati liReverendi Parochi a pubblicar il presente e tra-smettere le Fedi della pubblicazione dello stessiper li dovuti effetti di giustizia; Inquorum & c.

Bergamo li 14 Giugno 1763.

FANTINO MARIA DONÀ I Vicario Minerale Elchion Maffeis Notarius Cancellarius Mineralis”

*il termine ardesia indica una roccia costituita da particel-le molto piccole (di dimensioni all’incirca millimetriche) eche si può facilemnte spaccare in lastre di spessore relati-vamente sottile.

** analisi chimiche e mineralogiche eseguite presso i labo-ratori CNR-IDPA e Università di Milano su frammenti dellepiode posate sul tetto della basilica confrontate con anali-si condotte sui materiali escavati attualmente hannomostrato che si tratta del medesimo materiale.

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vivevano i primi animali “terrestri”, i tetrapodi*, lucertoloni anfibi evoluti dagli antichi pesci e a lorovolta antenati dei dinosauri che faranno la lorocomparsa nel Triassico, qualche decina di milionidi anni più tardi. Le orme delle zampe e della codaimpresse nei soffici limi delle spiagge in riva allago sono visibili ancora oggi nei reperti esposti almuseo di Scienze Naturali di Bergamo, o, con unpizzico di fortuna, si possono trovare sulle roccedelle Alpi Orobie.La morfologia di queste tracce fossili è moltoimportante perché ha permesso in passato didatare queste rocce, indicando un’età permianasuccessivamente confermata da datazioni radio-metriche. Il disegno mostra una ricostruzione dal calco delleimpronte lasciate da un tetrapode circa 270 milio-ni di anni fa: si riconoscono le zampe anteriori (m),quelle posteriori (p), ed il solco lasciato dalla codache veniva trascinata sul terreno.*I tetrapodi, simili alle iguane per aspetto e dimensioni, sono unimportante anello della catena evolutiva degli organismi, perchèfurono i primi organismi ad uscire dall’acqua e a “colonizzare” leterre emerse; dai tetrapodi discendono tutte le specie viventi terrestri.

L’origine della roccia che chiamiamo PorfiroideGrigio risale all’incirca 280 milioni di anni fa, nelperiodo che i geologi chiamano Permiano. In que-sto periodo la Pangea, il grande supercontinenteche all’inizio del Paleozoico riuniva tutte le terreemerse, iniziava a frammentarsi in quelli chesarebbero poi diventati i continenti che conoscia-mo oggi. L’area lombarda si trovava allora ad unalatitudine prossima all’equatore ed era coperta daun vasto bacino lacustre poco profondo, in cuialcuni fiumi trasportavano ed accumulavanoabbondanti depositi detritici, a granulometria piùgrossolana o più fine in base all’energia della cor-rente. In prossimità di questi laghi e acquitrini

* Nicosia et al., 2000

Dopo milioni di anni i depositi di sabbia e limosono diventati rocce molto compatte: le SABBIEsi sono trasformate in ARENARIE, ed i LIMI inPELITI (o SILTITI). Le rocce denominate in com-mercio Porfiroide Grigio vengono identificatecon il nome di Scisti di Carona, e fanno partedella Formazione di Collio, al cui interno sonopresenti rocce laviche e sedimenti accumulatinell’arco di una decina di milioni di anni e chearrivano a spessori anche di 1500 m. Questa for-mazione, oltre a fornire le pregiate piöde, ospitaanche i famosi giacimenti di uranio di Novazza**. La colonnina stratigrafica*** mostra i tipi dirocce appartenenti alla Formazione di Collio e leloro variazioni laterali, caratterizzate principal-mente dalle quantità relative e dal tipo di sedi-menti e dalla loro granulometria. Come mostralo stralcio della carta geologica della Lombardia(pag 2), le rocce della Formazione di Collio, (sigla46a) affiorano su vaste aree delle Alpi Orobie,dove costituiscono massicci montuosi come ilPizzo Redorta, il Pizzo Coca, il Pizzo Diavolo diTenda, il Cabianca, il Gleno e buona parte dellaVal Trompia.** si tratta del più vasto giacimento di uranio dell’Europa occidentale

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***da Ravagnani, Storia Economica e Sociale di Bergamo.

Una volta deposti (1), i sedimenti venneroseppelliti e compattati (2) dalla pressioneesercitata dagli altri sedimenti che manmano si accumulavano (carico litostatico).Nel caso delle ardesie di Branzi, il caricolitostatico era approssimativamente di20000 tonnellate, e lo spessore dei sedi-menti sovrastanti circa 8 chilometri.

Più di 150 milioni di anni dopo la deposi-zione (3), circa 120 milioni di anni fa, glisforzi compressivi dovuti alla formazionedelle Alpi deformarono le rocce dellaFormazione di Collio mediante meccani-smi di stiramento e temperature fino a300 °C (metamorfismo).

Per effetto della pressione e della tempe-ratura, la struttura della roccia si modifi-cò: minerali lamellari (come le miche) sidisposero lungo piani di spessore milli-metrico in modo tale da assecondare losforzo.

In seguito a questa riorganizzazione delladisposizione dei minerali, la roccia acqui-sì una struttura planare, detta clivaggio,caratterizzata dalla presenza di pianiparalleli di spessore subcentimetrico sededi sfaldatura preferenziale.

Tuttavia, soltanto nell’area del giacimento(4) si generò un clivaggio regolare edomogeneo tale da permettere la lavora-zione a spacco naturale della pietra.

Le rocce della Formazione di Collio infattiaffiorano in vaste aree delle Alpi Orobie,ma solo nei pressi del paese di Branzipossiedono caratteri-stiche strutturali,volumetrie e condi-zioni di giacitura talida rendere redditizial’estrazione a livelloindustriale.

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Le elevate proprietà tecniche delPorfiroide Grigio sono testimoniate daantiche costruzioni tuttora in uso e dall’u-tilizzo secolare in aree di alta montagna,dove le condizioni del clima sottopongo-no la pietra a severe prove di resistenza.Tuttavia, per avere informazioni tali dapermettere un confronto con altri mate-riali appartenenti alla medesima catego-ria commerciale, sono state determinatele proprietà tecniche del materiale secon-do la normativa vigente:

• coefficiente di imbibizione (UNI 9724/2):indica la tendenza ad assorbire acqua

• resistenza a compressione e flessione (UNI 9724/3,5): indica la resistenza cheun materiale oppone a sollecitazioni per schiacciamento e incurvatura

• resistenza al gelo (L.R. Val d’Aosta, 10/90): indica la resistenza ad escursioni termiche estreme (gelo/disgelo)

• resistenza all’usura (R.D. 2234/5): indica la resistenza all’abrasione o al logoramento per attrito

• resistenza all’alterazione (L.R. Val d’Aosta, 10/90): indica la resistenza all’aggressione chimica e agli agenti atmosferici

• variazione lineare termica(DIN 18155): indica la dilatazione indotta dal riscaldamento.

In riferimento alle altre pietre che occupanola medesima categoria commerciale, ilPorfiroide Grigio mostra elevati valori perciascuna proprietà; nel dettaglio, sonosignificativi i valori di resistenza a flessione,al gelo ed all’usura, che indicano l’impiegoideale del materiale in esterno, tanto percoperture quanto per pavimentazioni. Imodesti valori di usurabilità e alterabilitàindicano un’ottima durevolezza e che ilmateriale posato non richiede interventi dimanutenzione.

Le prestazioni in opera del Porfiroide Grigiosono tali da renderlo uno dei pochi mate-riali che soddisfano i requisiti richiesti dallaLegge Regionale della Val d’Aosta*.

*a fronte di consistenti contributi economici, in Vald’Aosta è fatto obbligo a tutti gli edifici di avere il tettorealizzato in pietra naturale con elevate caratteristichetecniche (resistenza alla flessione, al gelo, all’alterazioneprovocata dagli agenti atmosferici).

Ardesia Lavagna 2716 0.39 149 59.5 53 - 13.33 6.0

Serizzo Formazza 2660 0.397 141 13 11.7 - 4.94 6.8

Porfido Albiano 2542 1.241 210 23 20.7 - 2.04 11.1

Quarzite Barge 2579 0.2 300 40 38.8 - 5.97 -

Ardesia Branzi 2725 0.19 268 41.5 39.5 < 0.01 3.03 11.6

Ardesia Valleve 2751 0.20 175 74.9 41.2 < 0.01 3.83 7.25

Tipo di pietre Massa volumicaKg/m3

Coefficiente di imbibizione

%

Resistenza a compressione

MPa

Resistenza a flessione dopo

cicli di gelo-disgeloMPa

Resistenza all’alterazione

Resistenza aflessione MPa

Resistenza all’usura per

attrito radentemm

Variazione lineare termica

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COMPOSIZIONE CHIMICO-MINERALOGICA

La composizione chimica del Porfiroide Grigiorisulta costituita prevalentemente da silice,allumina ed alcali, cui consegue una composi-zione mineralogica caratterizzata da silicaticome quarzo, fillosilicati e feldspati.L’estrema resistenza all’aggressione degliagenti atmosferici e all’usura è da ricondurreproprio all’abbondante presenza del quarzo,minerale molto resistente e difficilmente alte-rabile.

TESSITURA

È la relazione che i vari minerali hanno tra loro;si tratta di proprietà ben osservabili al micro-scopio. Il carattere peculiare della tessitura delPorfiroide Grigio è la presenza di allineamentidi minerali color bruno arancio, dispostisecondo la diagonale della foto. Questi mine-rali sono dei fillosilicati, i piani lungo i quali sisono ricristallizzati i cristalli durante gli eventidi compressione metamorfica, sono responsa-bili della peculiare fissilità della roccia e ven-gono sfruttati dalla lavorazione artigianale, inquanto guidano la sfaldatura dei blocchi inlastre.

COLORE

Il colore, come si può osservare nella lastra quiriportata, è grigio-azzurro, variabile da tonichiari a toni scuri. Osservando con attenzionele lastre, si può vedere che alla differenza dicolore è associata una differenza nella dimen-sione delle particelle: più queste sono fini, piùil colore diventa scuro.Sono talora presenti alcune venette bianche diquarzo, di spessore variabile da qualche milli-metro ad un centimetro.

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Composizione chimica

ossidi Ardesia di BranziSiO2 (%) 70.1Al2O3 (%) 19.2Fe2O3 (%) 2.4MgO (%) 0.5CaO (%) 0.5Na2O (%) 3.4K2O (%) 3.5altro 0.4

Composizione mineralogica

Fasi mineralogiche Quarzo, clorite, sericite,presenti feldspati, ossidi

Mentre in passato le piode si estraevano innumerose piccole cave disseminate nell’alta ValBrembana e Seriana, attualmente gli affioramen-ti coltivabili sono circoscritti all’area dell’alta ValBrembana, in prossimità della confluenza tra ilBrembo di Carona e quello di Valleve.Attualmente la cava attiva dove si coltiva ilPorfiroide Grigio è soltanto una: la cava “storica” nota con il nome di Piodera*.La cava e collocata lungo la strada che collegaBranzi con Carona, ad una quota di circa 1000 m.Dato il rigido clima di media montagna, la colti-

vazione si concentra su archi stagionali di 6/8mesi, generalmente da marzo/aprile aottobre/novembre, in funzione delle temperaturee delle precipitazioni nevose. L’abbattimento delmateriale dal fronte cava avviene mediante l’uti-lizzo di esplosivo a contenuto potere detonante,che permette di sfruttare le discontinuità natura-li della roccia come piani preferenziali di distac-co senza indurre nei volumi abbattuti eccessivafrantumazione. Inizialmente si praticano dei foriallineati sulla parete, in modo da delimitare leporzioni di roccia da distaccare. All’interno dei

fori si colloca l’esplosivo,che viene innescato dalla“volata”**.I blocchi così abbattutihanno forme e dimensionivariabili, generalmente2x1.8x1 m, e vengono lavo-rati dai “piöder” nei labora-tori siti in prossimità del

fronte cava (V. fotoa destra). Una voltadistaccati, i blocchivengono trasporta-ti nei laboratori sitiin prossimità delfronte cava e quilavorati.

* nel documento del Vicario alleMiniere del 1763 è già riportatoquesto nome

**esplosione simultanea o insuccessione delle cariche

Operai che preparano i fori eparete appena messa a giornoda una volata; sono ancora visi-bili le tracce lasciate dai fori.

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La lavorazione dell’ardesia è completamenteartigianale e viene tuttora eseguita a mano,secondo una gestualità che è rimasta immutatanel corso dei secoli. Si tratta di una sequenza dipochi colpi netti e precisi, che sembrano rac-chiudere un qualcosa di misteriosamente magi-co nel trasformare, apparentemente senza sfor-zo né studio, un blocco in tante piode sottili elastriformi. In realtà la perizia di un buon piodèrconsiste non solo nell’abilità e nella precisionedel gesto, ma in gran parte anche nel capire esentire la pietra: osservare la sua forma e, dacome “suona”, riconoscere la lavorabilità delpezzo e quindi il prodotto finito che si può otte-nere.

Le principali fasi della lavo-razione dal blocco al pro-dotto finito sono:

1. I blocchi provenienti dalfronte cava vengono ridi-mensionati in prismi dimisura 40x40x25 cm circacon sega a disco diamantato

2. I prismi vengono “aperti” (sfaldati) a manocon l’aiuto di un martello e un cuneo a puntapiatta, che guida la fenditura dei piani più facil-mente fissili; in questo modo si ottengonolastre a spacco naturale

3. In funzione della forma delle lastresemilavorate e in base al prodotto finaleche di intende realizzare, le lastre vengo-no sagomate (a profilo irregolare, a codadi rondine, quadrate, ecc,) e rifinite amano lungo i bordi che una volta posatiresteranno esposti

4. Sulle lastre vengono fatti i fori in cuiverranno inseriti i chiodi di ancoraggio infase di posa

5. Le lastre vengono stoccate in bancali.

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33

44 55

Foto 1: fenditura del bloccoFoto 2: rifinitura delle lastreper copertura tipo montagna Foto 3: rifinitura delle lastre acoda di rondine per coperturaalla svizzeraFoto 4: foratura delle lastreFoto 5: stoccaggio delle lastre

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F. J

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L’utilizzo più tipico del Porfiroide Grigio è quello percopertura, in cui le pregevoli caratteristiche estetichevengono coniugate con le ottime proprietà strutturali emeccaniche. Si tratta di un impiego che richiede elevateproprietà tecniche poiché la posa in esterno pone i mate-riali in condizioni spesso estreme, caratterizzate da fortiescursioni termiche, alternanza di fasi di gelo e disgelo,permanenza per tempi imprecisati di carichi di peso con-sistente come accumuli di neve. Sono disponibili incommercio diversi formati di lastre, che permettono larealizzazione di pose diverse in funzione dell’inclinazio-ne delle falde del tetto, delle condizioni climatiche e delletecniche costruttive peculiari di alcune aree geografiche.

I principali tipi di coperture sono:• Copertura alla bergamasca: si realizza posando corsi

orizzontali di lastre quadrangolari con bordi smussati;è la tecnica di posa tipica delle nostre valli, utilizzata anche per la copertura della “chiesa dei bergamaschi”, Santa Maria Maggiore.

• Copertura alla valdostana: le lastre, denominate lose,hanno forma irregolare, grandi dimensioni e spessoremaggiore rispetto alle normali lastre; si tratta di una tecnica di posa utilizzata per coperture molto rustichee robuste, di tradizione secolare nell’ambito dell’architettura alpina.

• Copertura alla svizzera: dal caratteristico aspetto a squame, si ottiene mediante la posa di lastre con rifinitura tonda a coda di rondine; viene utilizzata per coperture che richiedono un effetto estetico di pregio ed eleganza.

• Copertura alla francese: le lastre quadrate a spigoli vivivengono posate lungo corsi diagonali paralleli, compatibili con falde anche molto inclinate.

• Copertura alla piemontese o tipo montagna: le lastre quadrangolari a spigoli martellinati vengono posate lungo corsi orizzontali paralleli; si realizzano così coperture molto sobrie e robuste.

Copertura tipo Bergamasca

Copertura tipo Valdostana

Copertura a squame tipo Svizzera

Copertura tipo montagna Copertura tipo Francese

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Dettaglio della cupola di Santa Maria Maggiore (Bergamo)realizzata con copertura alla bergamasca

Particolare di copertura alla valdostana con colmocaratteristico

Chalet con copertura alla francese, ideale nel caso difalde molto inclinate

Chiesa di Santa Maria (Branzi) con copertura alla valdostana

Particolare di copertura alla francese dotata di fermaneve

Un bell’esempio di copertura tipo valdostana

Ala dell’Università di Bergamo (Dalmine) concopertura alla francese

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Pavimentazione a lastre rettangolari

Pavimentazione ad opus incertum

Pavimentazione a lastre quadrate

Pavimentazione a lastre rettangolari Pavimentazione in vari stili

Date le eccezionali proprietà tecniche,come la resistenza all’usura, al gelo e all’al-terazione, la resistenza a flessione e com-pressione, il Porfiroide Grigio si prestaanche ad impieghi di pavimentazione, zoc-colatura o rivestimenti esterni, realizzabilisia con masselli di formati standard, siacon piöde di forma irregolare che creanodisegni ad opus incertum.

L’ottima resistenza all’usura rende ilPorfiroide Grigio la pietra ideale anche perpavimentazioni ad intenso traffico siapedonale sia automobilistico.

Di grande effetto e pregio sono le pavimen-tazioni realizzate combinando formatidiversi, che esaltano l’unicità della pietra el’originalità di una realizzazione esclusiva.

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L’antico insediamen-to dei “Pagliari”, amonte di Branzi,perfetto esempio diarchitettura tipicaalpina, conservatointatto grazie adinterventi di ristrut-turazione rispettosidei materiali, dellegeometrie e deicolori della tradizio-ne alpina. Le coper-ture sono realizzatesecondo la consue-tudine locale, allabergamasca ed inPorfiroide Grigio.

Borgo dei “Pagliari”

Caratteristico borgo alpino

Baita d’alta quota

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foto

S. C

alega

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24100 Bergamo - Largo Belotti, 16 - Tel. 035 4225111 - Fax 035 226023e-mai l : [email protected] t - h t t p : / / w w w . b g . c a m c o m . i t