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L’impiego di nuove biotecnologie nella cura e nella prevenzione del piede diabetico 1 Deborah Silvestri, 2 Vera Frison, 3 Antonella Senesi, 4 Daniela Paolucci, 5 Antonella Tacconi, 6 Antonino Lo Presti, 7 Vito Cassano, 8 Amelia Girelli, 9 Giuseppe Giordano 1 CdC Abano Terme,Abano Terme (Pd); 2 ULSS 15 Alta Padovana, Cittadella (Pd); 3 Osp.SS Giovanni e Paolo, Venezia; 4 Centro del piede - distretto 2, Montegranaro (Fm); 5 Azienda Ospedaliera Universitaria, Verona, 6 Ospedale Paolo Borsellino, Marsala (Tp); 7 Ospedale Campo di Marte Asl 2, Lucca; 8 CdC Pederzoli, Peschiera del Garda (Vr); 9 Ambulatorio di diabetologia, Salemi (Tp) Introduzione In Europa sono 52 milioni le persone colpite da diabete; la prevalenza di questa malattia è in crescita in tutto il con- tinente, in parte legata all’invecchiamento della popolazione ma principalmente alla diffusione di condizioni a rischio come sovrappeso, obesità, scorretta alimentazione e sedentarietà. I dati Istat 2010 indicano che è diabetico il 4,9% degli italiani e che il diabete è la principale causa di amputazioni traumatiche, infarto, ictus, cecità, disturbi della vista e dialisi. È fondamentale modificare il proprio stile di vita, praticando una costante attività fisica. Occorre tuttavia che un paziente diabetico ponga attenzione alle proprie risposte fisiche e adotti alcune precauzioni. Camminare per tempi prolungati può determinare la formazione di vesciche e piccole lesioni che potrebbero degenerare e provocare, nei casi più gravi, l’amputazione degli arti inferiori. È opportuno mettere in atto una serie d’interventi preventivi per garantire l’integrità cutanea. Obiettivo di questa indagine multicentrica è stato verificare come un adeguato trattamento preventivo potesse garantire una corretta idratazione della cute e una conservazione dell’integrità epidermica del piede, in pazienti con diagnosi di diabete, anche in associazione a regolare attività fisica. Materiali e metodi Sono stati analizzati 168 pazienti, 44,1% donne - 55,9% uomini, con età media pari a 66,2 + 12,5 aa affetti da diabete di tipo I (14,5%) o di tipo II (85,5%), prevalentemente con cute anidrosica (27,5%) o ipoidrosica (50,9%). Il grado di cheratosi era minimo nel 37,7% dei casi, chiaramente visibile nel 40,7% e serio nel 12,6% dei pazienti. Il 41,7% dei soggetti effettuava attività fisica e il 34,7% utilizzava una crema idratante al fine di prevenire l’insorgenza di lesioni, già presenti nel 34,5% dei casi trattati. Il dolore era presente nel 52,4% dei pazienti ed il valore medio della NRS era pari a 5 + 2,4. A tutti i pazienti è stato consigliato, oltre ad una corretta igiene del piede, l’impiego di crema idratante, nel 35,3% dei casi applicata direttamente sulla cute con un lieve massaggio (Gruppo A) e nel 64,7% dei casi applicata tramite una nuova biotecnologia in grado di rilasciare in maniera continuata e graduale il principio attivo e favorirne una costante idratazione anche durante la fase d’esercizio fisico (Gruppo B). Risultati Il 46,5% del Gruppo B ha utilizzato questo dispositivo che ha permesso di aumentare la percentuale dei pazienti con cute normoidrata dall’8,4%, all’86,9 e all’84,1 rispettivamente dal T0 al T1 e T2 (Fig. 1). La percentuale di pazienti passati da un score d’idra- tazione non adeguato ad un valore definito di cute normoidratata è risultata statisticamente superiore a favore del dispositivo rispetto alla crema utilizzata secondo schema classico (Fig. 2) Anche il grado di cheratosi è andato migliorando in maniera statisticamente significativa (p< 0,00001) per tutti gli aspetti valutati (Fig. 3) e i risultati ottenuti sono stati statisticamente migliori (p<0,001) rispetto a quelli ottenuti con l’impiego della sola crema. Per quello che riguarda il parametro dolore, la popolazione di pazienti che ha utilizzato la crema applicata tramite bio- tecnologia ne era affetta nell’86,8% dei casi e il valore della NRS al basale era pari a 5,1 + 2,4; tale valore si è ridotto al T1 a 3,1 + 1,8 e 2,2 + 1 al T2 (Fig. 4). La presenza di sintomatologia dolorosa così come pure l’intensità risultano essere correlate alla presenza di ulcere (p=0,00000001). Non è stato possibile con- frontare i dati relativi alla sintomatologia dolorosa tra i pazienti dei due gruppi in quanto quelli del gruppo A che hanno utilizzato la sola crema idratante partivano da un valore di NRS significativamente più basso rispetto ai trattati del Gruppo B e il valore è rimasto pressoché costante per tutto il periodo di osservazione (NRS= 3,9 al T0, NRS= 3,5 al T1 e NRS= 2,9 al T2). Infine, l’86,6% al T1 e il 100% al T2 dei pazienti del Gruppo B che ha utilizzato il dispositivo ha giudicato il trattamento molto soddisfacente/soddisfacente (Fig. 5). Conclusioni L’impiego di biotecnologie ha permesso di ottenere un’adeguata idratazione del piede riducendo i rischi di lesioni, con alto livello di soddisfazione da parte dei pazienti. Fig. 1 Fig. 2 Fig. 3 Fig. 4 Fig. 5 PosterStampaB:Layout 1 06/09/12 18.48 Pagina 1

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L’impiego di nuove biotecnologie nella cura e nella prevenzione del piede diabetico1Deborah Silvestri, 2Vera Frison, 3Antonella Senesi, 4Daniela Paolucci, 5Antonella Tacconi, 6Antonino Lo Presti, 7Vito Cassano, 8Amelia Girelli, 9Giuseppe Giordano1CdC Abano Terme,Abano Terme (Pd); 2ULSS 15 Alta Padovana, Cittadella (Pd); 3Osp.SS Giovanni e Paolo, Venezia; 4Centro del piede - distretto 2, Montegranaro (Fm); 5Azienda Ospedaliera Universitaria, Verona,6Ospedale Paolo Borsellino, Marsala (Tp); 7Ospedale Campo di Marte Asl 2, Lucca; 8CdC Pederzoli, Peschiera del Garda (Vr); 9Ambulatorio di diabetologia, Salemi (Tp)

IntroduzioneIn Europa sono 52 milioni le persone colpite da diabete; la prevalenza di questa malattia è in crescita in tutto il con-tinente, in parte legata all’invecchiamento della popolazione ma principalmente alla diffusione di condizioni a rischiocome sovrappeso, obesità, scorretta alimentazione e sedentarietà. I dati Istat 2010 indicano che è diabetico il 4,9%degli italiani e che il diabete è la principale causa di amputazioni traumatiche, infarto, ictus, cecità, disturbi della vistae dialisi. È fondamentale modificare il proprio stile di vita, praticando una costante attività fisica. Occorre tuttaviache un paziente diabetico ponga attenzione alle proprie risposte fisiche e adotti alcune precauzioni. Camminare pertempi prolungati può determinare la formazione di vesciche e piccole lesioni che potrebbero degenerare e provocare,nei casi più gravi, l’amputazione degli arti inferiori. È opportuno mettere in atto una serie d’interventi preventivi per garantire l’integrità cutanea. Obiettivo di questa indagine multicentrica è stato verificare come un adeguato trattamento preventivo potesse garantire una corretta idratazione della cute e una conservazione dell’integrità epidermica del piede, in pazienti condiagnosi di diabete, anche in associazione a regolare attività fisica.

Materiali e metodiSono stati analizzati 168 pazienti, 44,1% donne - 55,9% uomini, con età media pari a 66,2 + 12,5 aa affetti da diabetedi tipo I (14,5%) o di tipo II (85,5%), prevalentemente con cute anidrosica (27,5%) o ipoidrosica (50,9%). Il grado di cheratosi era minimo nel 37,7% dei casi, chiaramente visibile nel 40,7% e serio nel 12,6% dei pazienti. Il 41,7% dei soggetti effettuava attività fisica e il 34,7% utilizzava una crema idratante al fine di prevenire l’insorgenzadi lesioni, già presenti nel 34,5% dei casi trattati.Il dolore era presente nel 52,4% dei pazienti ed il valore medio della NRS era pari a 5 + 2,4.A tutti i pazienti è stato consigliato, oltre ad una corretta igiene del piede, l’impiego di crema idratante, nel 35,3%dei casi applicata direttamente sulla cute con un lieve massaggio (Gruppo A) e nel 64,7% dei casi applicata tramiteuna nuova biotecnologia in grado di rilasciare in maniera continuata e graduale il principio attivo e favorirne una costante idratazione anche durante la fase d’esercizio fisico (Gruppo B).

RisultatiIl 46,5% del Gruppo B ha utilizzato questo dispositivoche ha permesso di aumentare la percentuale dei pazienti con cute normoidrata dall’8,4%, all’86,9 eall’84,1 rispettivamente dal T0 al T1 e T2 (Fig. 1).

La percentuale di pazienti passati da un score d’idra-tazione non adeguato ad un valore definito di cutenormoidratata è risultata statisticamente superiore afavore del dispositivo rispetto alla crema utilizzata secondo schema classico (Fig. 2)

Anche il grado di cheratosi è andato migliorando in maniera statisticamente significativa (p< 0,00001) per tuttigli aspetti valutati (Fig. 3) e i risultati ottenuti sono stati statisticamente migliori (p<0,001) rispetto a quelli ottenuticon l’impiego della sola crema.Per quello che riguarda il parametro dolore, la popolazionedi pazienti che ha utilizzato la crema applicata tramite bio-tecnologia ne era affetta nell’86,8% dei casi e il valore dellaNRS al basale era pari a 5,1 + 2,4; tale valore si è ridotto al T1a 3,1 + 1,8 e 2,2 + 1 al T2 (Fig. 4).

La presenza di sintomatologia dolorosa così comepure l’intensità risultano essere correlate alla presenzadi ulcere (p=0,00000001). Non è stato possibile con-frontare i dati relativi alla sintomatologia dolorosa trai pazienti dei due gruppi in quanto quelli del gruppo Ache hanno utilizzato la sola crema idratante partivanoda un valore di NRS significativamente più basso rispetto ai trattati del Gruppo B e il valore è rimastopressoché costante per tutto il periodo di osservazione(NRS= 3,9 al T0, NRS= 3,5 al T1 e NRS= 2,9 al T2).Infine, l’86,6% al T1 e il 100% al T2 dei pazienti delGruppo B che ha utilizzato il dispositivo ha giudicato iltrattamento molto soddisfacente/soddisfacente (Fig. 5).

Conclusioni

L’impiego di biotecnologie ha permesso di ottenere un’adeguata idratazione del piede riducendo i rischi di lesioni, con alto livello di soddisfazione da parte dei pazienti.

Fig. 1

Fig. 2

Fig. 3

Fig. 4 Fig. 5

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