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10 U na noticina che solo i più distratti e superficia- li hanno sottovalutato. Una noticina che inve- ce vale più di un trofeo olimpionico. Per capi- re di cosa stiamo parlando è necessario andare a pagina undici dell’introduzione alla relazio- ne annuale che il presidente dell’Agcom Ange- lo Marcello Cardani ha presentato lo scorso 9 luglio sull’at- tività svolta e i progetti futuri dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni: “La Rai, del resto, da quattro anni è il terzo broadcaster nazionale, dopo Mediaset e Sky, che que- st’anno è il primo operatore per ricavi complessivi”. Un’incoronazione prestigiosa e indiscutibile che coinci- de con il decimo compleanno di Sky Italia. Il 31 luglio 2003 faceva infatti il suo debutto ufficiale nel nostro Paese la televisione satellitare di News Corp, il gruppo di Rupert Murdoch, che nel 2013, l’anno della crisi più tremenda del- la storia dei media in Italia – certifica l’Authority – sorpas- sa il colosso Mediaset per ricavi e riesce a contenere le per- dite. Infatti nel corso del 2012, sempre secondo la relazio- ne annuale, la tivù nel suo complesso vedeva calare i pro- Rupert Murdoch insieme al figlio James, presidente di Sky Italia, la pay tv che ha debuttato il 31 luglio del 2003 sotto le bandiere di News Corp. Dallo scorso 28 giugno Sky Italia è entrata a far parte di 21st Century Fox, la nuovissima società nata dopo la scissione del gruppo News Corp (da una parte tutto il business della televisio- ne e dell’intrattenimento e dall’altra, nella nuova società News Corp, carta stampata, servizi di informazione, edi- toria libraria, educazione digitale, eccetera). 21st Century Fox, di cui Rupert Murdoch è chairman e ceo affiancato da Chase Carey come president e coo, è quotata al Nasdaq e concentra le attività che vanno dalla produzione cinematografica (Twentieth Century Fox Film) e televisiva (Twentieth Century Fox Television e Shine Group) a un portfolio globale di reti e proprietà via cavo e di trasmissione che includono Fox, Fx, Fxx, Fs1, Fox News Channel, Fox Business Network, Fox Sports, Fox Sports Network, National Geographic Channel, Fox Pan American Sports, MundoFox e STAR. 21st Century Fox fornisce contenuti premium a milioni di abbonati grazie ai propri servizi pay tv in Europa e in Asia che in- cludono Sky Deutschland, Sky Italia e le partecipate BSkyB e Tata Sky. 78 - PRIMA/AGOSTO 2013 ANNI SKY

pr441pag0078-085 SKY INTRODUZIONE 2.qxd 22-07-2013 … · la televisione satellitare di News Corp, il gruppo di Rupert Murdoch, che nel 2013, l’anno della crisi più tremenda del-

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Una noticina che solo i più distratti e superficia-li hanno sottovalutato. Una noticina che inve-ce vale più di un trofeo olimpionico. Per capi-re di cosa stiamo parlando è necessario andarea pagina undici dell’introduzione alla relazio-ne annuale che il presidente dell’Agcom Ange-

lo Marcello Cardani ha presentato lo scorso 9 luglio sull’at-tività svolta e i progetti futuri dell’Autorità per le garanzienelle comunicazioni: “La Rai, del resto, da quattro anni è ilterzo broadcaster nazionale, dopo Mediaset e Sky, che que-st’anno è il primo operatore per ricavi complessivi”.

Un’incoronazione prestigiosa e indiscutibile che coinci-de con il decimo compleanno di Sky Italia. Il 31 luglio2003 faceva infatti il suo debutto ufficiale nel nostro Paesela televisione satellitare di News Corp, il gruppo di RupertMurdoch, che nel 2013, l’anno della crisi più tremenda del-la storia dei media in Italia – certifica l’Authority – sorpas-sa il colosso Mediaset per ricavi e riesce a contenere le per-dite. Infatti nel corso del 2012, sempre secondo la relazio-ne annuale, la tivù nel suo complesso vedeva calare i pro-

Rupert Murdoch insieme al figlio James, presidente diSky Italia, la pay tv che ha debuttato il 31 luglio del 2003sotto le bandiere di News Corp. Dallo scorso 28 giugnoSky Italia è entrata a far parte di 21st Century Fox, lanuovissima società nata dopo la scissione del gruppoNews Corp (da una parte tutto il business della televisio-ne e dell’intrattenimento e dall’altra, nella nuova societàNews Corp, carta stampata, servizi di informazione, edi-toria libraria, educazione digitale, eccetera). 21st Century Fox, di cui Rupert Murdoch è chairman eceo affiancato da Chase Carey come president e coo, èquotata al Nasdaq e concentra le attività che vanno dallaproduzione cinematografica (Twentieth Century FoxFilm) e televisiva (Twentieth Century Fox Television eShine Group) a un portfolio globale di reti e proprietà viacavo e di trasmissione che includono Fox, Fx, Fxx, Fs1,Fox News Channel, Fox Business Network, Fox Sports,Fox Sports Network, National Geographic Channel, FoxPan American Sports, MundoFox e STAR. 21st CenturyFox fornisce contenuti premium a milioni di abbonatigrazie ai propri servizi pay tv in Europa e in Asia che in-cludono Sky Deutschland, Sky Italia e le partecipateBSkyB e Tata Sky.

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tional Geographic Channel, Shine Group, BSkyB, SkyDeutschland, e naturalmente Sky Italia) mentre il nomeNews Corp è rimasto per definire la holding che concentrale attività di carta stampata, i servizi di marketing integra-to e di formazione digitale.

PASSIONATE, PRINCIPLED, PURPOSEFUL‘Passionate, principled, purposeful’ è il motto che segna

il nuovo capitolo dell’impero Murdoch, che individua nellapassione, nei sani principi e nella determinazione a perse-guire gli obiettivi le leve necessarie per mantenere una po-sizione di leadership nel panorama mediatico mondiale.

La passione è sempre stata uno degli stimoli su cui Skyha giocato la sua partita italiana: passione dei managerimpegnati e determinati a farsi largo in un mercato ostiledominato da due moloch come Rai e Mediaset, programmiappassionanti per catturare una nuova clientela; la passio-ne del maschio italiano per lo sport (il calcio in primis); la

pri ricavi del 17,9% con il gruppo News Corp che incassa-va 2,63 miliardi di euro (il 32% del totale, –1,4% sul 2011),facendo meglio sia di Mediaset, 2,49 miliardi (il 30,2%,–13,2%) sia della Rai, 2,34 miliardi (il 28,5% del totale,–7,5%). Il predominio di Sky risultava ancora più evidentesul fronte della pay tv, un settore che nel 2012 perdeva il3,5% a quota 3,368 miliardi con Sky Italia al 77,6% dei ri-cavi seguita da Mediaset Premium al 17,8% e dagli altrioperatori con il 4,6%.

Prova provata, se mai ce ne fosse stato bisogno, che ilvecchio tycoon australiano, poco dopo aver reso effettivalo scorso 28 giugno la riorganizzazione del gruppo NewsCorp in due società indipendenti, dimostra di avere ancorala grinta del vero, visionario e meritevolmente fortunatoimprenditore dei media. Riorganizzazione che ha fatto na-scere la 21st Century Fox in cui è concentrata la produzio-ne e distribuzione cinematografica e televisiva (Fox Broad-casting, Twentieth Century Fox Film, Twentieth CenturyFox Television, Fox Sports, Fox International Channels,Fox News Channel, Fox Business Network, Fx, STAR, Na-

MR MURDOCHCE L’HA FATTA

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E PUÒ BRINDARESODDISFATTO!A dieci anni dal debutto in Italia Sky è diventatoil primo gruppo televisivo per fatturato. È stata dura e con la crisi non è finita. Ma vale la pena di festeggiare il compleanno. I managerche presidiano i punti strategici della pay tv si raccontano e dicono come hanno fatto e cosa ci aspetta ancora in futuro

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passione nazionale per la politica con i notiziari e gli spe-ciali di Sky Tg24; la passione per il cinema e per l’intratte-nimento con innumerevoli canali dedicati e specializzati,fino al canale similgeneralista Sky Uno, con produzionioriginali e talent che, come nel caso di ‘X Factor’, hannosegnato una tappa importante nel rapporto tra Sky e ilpubblico giovane e social.

Flavia Barca, già direttrice dell’Istituto di economia deimedia della Fondazione Rosselli (oggi è assessore alla Cul-tura e al Turismo del Comune di Roma), non ha esitato adefinire “dirompente” l’impatto della piattaforma satellita-re Sky sul mercato televisivo italiano e ha presentato unostudio specifico della fondazione da cui risulta che il valo-re complessivo delle risorse investite dalla società tra il2004 e il 2012 ammonta a oltre 10 miliardi di euro, un vo-lano che – considerate anche le conseguenze indirette – hagenerato, nel periodo esaminato, ulteriore ricchezza peroltre 20 miliardi di euro. Focalizzandosi sulle posizioni atempo pieno occupate direttamente a Sky e sui lavoratoridell’indotto connesso all’azienda, l’analisi spiega come gliinvestimenti di Sky avrebbero sviluppato circa 21mila nuo-ve posizioni assegnando all’azienda il merito di essere sta-to il più grande investimento estero in Italia dell’ultimo de-cennio, capace di modificare “il rapporto tra domanda eofferta, l’ammontare delle risorse del sistema, ‘proteggere’i contenuti dalla pirateria, stimolare il consumo on de-mand”. Avendo un impatto decisivo “sulle strategie dibranding dei canali e dei prodotti televisivi e sulla trasfor-mazione di linguaggi e formati”.

La copertina di Prima n. 332 del settemnre 2003 vole-va sintetizzare il clima che si respirava al debutto di SkyItalia con due titoli chiave. Di spalla, l’atteggiamento deglialtri player del nostro mercato viene condensato in unabattuta – ‘Venga, venga mister Murdoch, sono 2000 anniche accogliamo grandi condottieri’ – che di fatto riassume-va le dichiarazioni di prammatica dei vertici del potere te-levisivo (e non solo) costituito. Sky, poi, forse nella fase

iniziale, contribuiva a illudere tuttisulla permanenza di una logicaconsociativa. Nella piattaforma sa-tellitare al decollo, infatti, Media-set veicolava Italian Teen Televi-sion, Happy Channel, Duel Tv,Macchina del tempo Channel. Eancora più forte e stringente era inquel momento il patto con VialeMazzini, che attraverso RaiSat di-stribuiva RaiSat Extra, RaiSat Pre-mium, RaiSat Cinema World, Rai-Sat Gambero Rosso, RaiSat Ragaz-zi e i suoi tre canali generalisti,dietro il pagamento di congruo

contratto. Un piede nella piattaforma lo avevano anchemolti big internazionali di allora, e poi Telecom (che pre-stava due brand extension di Mtv Italia) e tanti altri pesimedi e pesi leggeri del nostro scenario editoriale.

Alla fine di luglio del 2003 il battesimo di Sky venne ac-colto da esperti e concorrenti con grande scetticismo e so-spetto. Ai più parevano irrealizzabili gli obiettivi di NewsCorp che, un po’ a sorpresa, aveva vinto la partita con ifrancesi di Canal Plus/Vivendi per il controllo del settorepay. In un primo tempo Murdoch sembrava deciso a la-sciare l’Italia vendendo Stream, di cui possedeva il 50%

(l’altro 50% era di Telecom Italia) ai francesi di Canal Plus(Vivendi Universal); poi la velocissima parabola discen-dente del gruppo rivale gli aveva suggerito di cogliere l’op-portunità di diventare l’unico operatore del mercato satel-litare a pagamento fondendo Stream e Tele+ e facendo na-scere Sky Italia.

Era convinzione diffusa che lo Squalo dei media, messoalla prova con il complesso scenario nostrano, avrebbe ri-schiato di uscirne sdentato. Bastava vedere la calma concui Fedele Confalonieri, presidente di Mediaset, e FlavioCattaneo, direttore generale della Rai, guardavano alla pro-spettiva dello sbarco di Sky. La storia recente ha dimostra-to che noi italiani non avevamo nemmeno la più pallidaidea di che pasta fossero fatti Murdoch e i suoi generali.

Le vicende travagliate di Tele+, la prima pay tv della pe-nisola nata nel 1990 per iniziativa di Silvio Berlusconi, epoi di Stream, la concorrente di proprietà Telecom natanel 1997, avevano confermato le tesi di tutti gli scenaristiche sostenevano che in Italia, se non c’era spazio per un‘terzo polo’ televisivo via etere, era ancora più velleitariopensare ad alternative sofisticate e complesse come la tele-visione a pagamento. Roba da ricchi e irreprensibili figli diAlbione e nordeuropei ma impraticabile per i furbi latini,così inclini a trasformare in industria la pirateria delle tes-sere di abbonamento alla pay tv. Rai e Mediaset e gli anali-sti dei media erano convinti che quello che la televisione apagamento poteva dare in più al telespettatore – fino a

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Tom Mockridge (a destra) insieme a Rupert Murdoch di fronte allasede romana di Sky. Mockridge, che lavorava con News Corp dal1991, è stato il primo amministratore delegato di Sky Italia, dopoessere stato ad di Stream dal settembre del 2002. Arrivava in Italiadalla Nuova Zelanda, suo Paese d’origine, dove era chief executi-ve officer di Sky Network Television e capo di Independent New-spapers Limited. Giornalista, Mockridge è esperto di prodotto ol-tre che di gestione e manager di carattere, come ha dimostratonel costruire la pay tv in un ambiente italiano piuttosto ostile eportandola a diventare uno dei protagonisti della scena mediatica.Nel luglio del 2011 ha lasciato l’Italia per diventare ceo di News In-ternational, travolta dagli scandali di News of the World. Nel di-cembre 2012 Mockridge ha deciso di lasciare il gruppo. A maggioè stato nominato ceo di Virgin Media in Gran Bretagna, acquisitodal gigante delle telecomunicazioni Liberty Global.

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glesi, neozelandesi, canadesi e americani, tutti manager econsulenti di News Corporation venuti da ogni angolo delmondo per far nascere la nuova creatura televisiva.

LA SQUADRA DELL’ESORDIONella prima formazione guidata da Tom Mockridge –

con Rupert Murdoch presidente e il figlio Lachlan vice –c’erano il direttore delle operazioni Mark Williams (prove-niente, come Mockridge, da Foxtel), il direttore generaleprodotto David Bouchier (proveniente da BSkyB), il diret-tore generale Osvaldo De Santis (fino a quel momento di-rettore generale di Fox Italia). Andrea Zappia, oggi ammi-nistratore delegato di Sky Italia, era ai tempi il direttoremarketing, Luca Sanfilippo il direttore degli affari legali,Domenico Labianca (anch’egli, come Sanfilippo, tuttora incarica) il direttore finanziario, Tullio Camiglieri il diretto-re delle relazioni esterne. A dirigere Sky Tg24, nato un me-se dopo e accolto dai competitor con la stessa ‘freddezza’della piattaforma, era Emilio Carelli, mentre GiovanniBruno sovrintendeva lo sport.

Le concessionarie di pubblicità in avvio erano due: Pk eCairo Tv, destinate entrambe – con un lungo contenziosolegale per quello che riguarda la struttura di Urbano Cairo– a essere sostituite dalla struttura interna affidata a Fabri-zio Piscopo.

Già dall’inizio i nuovi canali Fox, struttura guidata aitempi da Emiliano Calemzuk, avevano largo spazio nelbouquet e Rupert Murdoch debuttava con una massicciacampagna pubblicitaria: 80 milioni d’investimento, molteaffissioni e tanti spot, per ficcare bene nella testa degli ita-liani il marchio Sky e far scordare Tele+ e Stream.

La promozione pubblicitaria non puntava solo sul cal-cio perché Sky aspirava a essere una televisione a 360 gra-di. Il direttore marketing Andrea Zappia così la racconta-va a Prima: “Proponiamo un’offerta completa per rispon-dere agli interessi e alle passioni di tutta la famiglia. Il

quel momento un mix in cui le partite di calcio in direttadella serie A erano l’elemento principale e i film in primavisione e i canali interamente dedicati ai bambini quellosecondario – non giustificava una spesa supplementare ri-tenuta onerosa.

Sky arrivava in Italia con la discussa Legge Gasparri initinere, una legge destinata ad allargare le maglie dell’Anti-trust nel settore della tivù italiana ingrandendo il perime-tro del mercato dell’audiovisivo e ipotizzando un’accelera-zione dell’approdo del nostro Paese nell’era della moltipli-cazione dei canali garantita dal digitale terrestre. La par-tenza significava affrontare un mare procelloso fatto di 2milioni scarsi di abbonati paganti e molti scrocconi. Lasquadra dei manager di News Corp, però, era solida e ave-va le idee chiare.

Lungo tutto il 2003 e mese per mese, Prima aveva segui-to lo sbarco in Italia di Murdoch con la convinzione che lanuova pay tv avrebbe fatto storia nei media nostrani. Nelnumero di maggio con il servizio intitolato ‘Italiani vi stu-piremo’ abbiamo raccontato la prima riunione ufficiale diSky Italia tenutasi lunedì 5 maggio nel palazzo di Tele+ aMilano in via Piranesi, che diventerà la sede della nuovapay tv italiana (che poi nel 2008 si trasferirà nella grandesede di proprietà a Santa Giulia nella periferia milanese).

La newco Sky Italia si era costituita a metà aprile, subitodopo il via libera dell’Antitrust europeo. L’ultimo giorno diquello stesso mese Murdoch aveva fatto il closing dell’ac-quisto di Tele+, ceduta da Vivendi per 871 milioni di euro,inclusi i debiti. Subito dopo cominciava la fusione operati-va tra Stream, già controllata da News Corp, e Tele+. Latabella di marcia di Tom Mockridge, il manager a cui Mur-doch aveva assegnato la responsabilità della partita italia-na, prevedeva che dal 1° luglio Stream e Tele+ sarebberodiventate un’azienda unica con sede a Milano. La fusioneera un processo molto complicato che doveva tenere contodi aspetti societari, giuridici, finanziari, industriali e orga-nizzativi. Il 16 maggio Mockridge fissa l’inizio delle tratta-tive con i sindacati sul piano industriale di Sky, snodo de-cisivo per procedere sulla strada dellafusione tra le due aziende, e prefigura lanuova azienda: la suddivisione dellearee romane e milanesi, quelle in so-vrapposizione e quelle da tagliare.Mockridge rassicura che non ci sarannolicenziamenti, ma il problema cruciale,che inquieta soprattutto i 500 dipenden-ti romani di Stream, sarà la mobilitànel momento in cui la maggior partedelle attività di Sky è destinata a esseretrasferita al Nord.

Il 5 maggio Mockridge, affiancato daisuoi uomini più fidati, Mark Williams eDavid Bouchier, convoca la prima riu-nione per presentare la struttura orga-nizzativa della nuova pay tv e far cono-scere tra di loro gli ex dirigenti diStream e di Tele+, che fino a pochi mesiprima si erano fatti una guerra senzaquartiere e che adesso, nella nuovarealtà della piattaforma unica, devonoimparare ad andare d’accordo. Il mo-mento è storico, il clima è un po’ algido,e il fatto che l’inglese sia la lingua uffi-ciale non aiuta a riscaldare i cuori deinostri connazionali: i dirigenti italianisono infatti in netta minoranza tra in-

In una foto del 2003, da sinistra: Enzo Cheli, presidente dell’Autorità per le garanzienelle comunicazioni, Tom Mockridge, amministratore delegato di Sky, e Lachlan Mur-doch, vice president della pay tv italiana e figlio di Rupert, durante l’incontro organiz-zato a Roma con i rappresentanti delle istituzioni e del mondo politico.

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calcio è il numero uno ma non esaurisce le nostre prero-gative. Abbiamo proposte molto forti per i bambini, per ledonne, per chi ama i documentari. Il nostro target di rife-rimento è una coppia dai 24 ai 48 anni con due figli tra i 2e i 16 anni”.

L’altra carta che si mette subito sul tavolo è quella tecno-logica. Nei mesi successivi all’esordio il decoder Nds sop-piantava quelli di Stream e Tele+, seppellendo l’era del si-mulcrypt. Investendo oltre 150 milioni di euro nella comple-ta conversione del sistema di trasmissione e nella sostituzio-ne gratuita di decoder e smart card a tutti gli abbonati Sky,avveniva il miracolo di rendere inespugnabile il sistema.

VINCOLI, OSTACOLI E TRAPPOLEL’Antitrust europeo condizionava l’approvazione della

fusione di Stream con Tele+ al rispetto di due tipi di vinco-li, i primi inerenti l’accesso ai contenuti premium, i secon-di riguardanti le attività su piattaforme diverse da quellasatellitare da parte di Sky. Per rendere possibile l’accessoai diritti e ai contenuti premium anche ad altre piattafor-me alternative, si stabiliva un limite temporale per la dura-ta dei contratti che la piattaforma satellitare poteva stipu-lare con i detentori: due anni per il calcio e tre per i film.Sky doveva inoltre accettare di rinunciare all’esercizio deidiritti in questione su mezzi diversi da quelli satellitari edera obbligata a rivendere i propri canali premium – secon-do il principio del cosiddetto must offer – “a condizioninon discriminatorie”.

Sul fronte invece della regolamentazione delle attivitàcross platform si obbligava Sky a cedere le attività di ra-diodiffusione terrestre analogica e digitale operate da Te-le+. Si prevedeva inoltre l’impossibilità, fino al 2012, dipossedere infrastrutture e avviare attività televisive sul di-gitale terrestre.

Ma nella vita della piattaforma satellitare – specie quan-do stava diventando chiaro che anche nel nostro Paese Ru-pert Murdoch stava costruendo mattone su mattoneun’impresa di successo – non sono solo queste misure attea favorire la concorrenza a rendere la vita difficile ai ma-nager.

Le Finanziarie 2004 e 2005 del governo Berlusconi, adesempio, prevedevano un contributo statale per chi acqui-stava un ricevitore dtt (nel 2011 la Corte di giustizia Ue hapoi statuito che “i contributi italiani per l’acquisto dei de-coder digitali terrestri nel 2004 e 2005 costituiscono aiutidi Stato e le emittenti radiotelevisive che ne hanno benefi-ciato indirettamente sono tenute a rimborsarli”). E con laFinanziaria del 2009 un altro esecutivo di centrodestra in-nalzava dal 10 al 20% l’aliquota Iva sugli abbonamenti paytv innescando una forte reazione di Sky. Tanto da far scen-dere in campo perfino Murdoch senior per segnalare che ilsuo ex amico Silvio stava di fatto negando i propri principiliberali e le promesse elettorali aumentando le tasse. Unavicenda simile riguardava poco tempo dopo l’esordio diCielo, il canale in chiaro del gruppo. Cielo annunciaval’inizio delle trasmissioni per il 1° dicembre 2009, ma il 30novembre il ministero guidato da Paolo Romani non avevaancora rilasciato l’autorizzazione e così, dopo una serie diverifiche e controverifiche legali, le trasmissioni prendeva-no il via solo il 16 dicembre. Lo stesso orientamento Ro-mani lo mostrava anche quando nel 2010 disponeva la ri-duzione progressiva del tetto pubblicitario delle pay tv (dal18 al 12% nel giro di tre anni).

E nemmeno troppo sotto traccia una ratio politicaemergeva anche quando nel 2009 il direttore generaledella Rai, Mauro Masi, ‘dismetteva’ l’accordo con Sky esottraeva all’azienda televisiva di Stato i soldi sicuri desti-nati a RaiSat, iniziando a criptare il segnale di alcunedelle trasmissioni della tivù pubblica distribuite anchedal satellite e visibili sullo schermo via telecomando Sky.Allo strappo la piattaforma satellitare rispondeva con l’ef-ficacia e la sfrontatezza della tecnologia. La Digital Key,una chiavetta Usb con funzione di sintonizzatore tivù di-gitale terrestre da collegare al decoder Sky HD o My SkyHD, distribuita a tutti gli abbonati, consentiva di accede-re a tutti i canali in chiaro disponibili sul digitale terre-stre rendendo inutile, per non dire autolesionistica, l’ini-ziativa della Rai.

IL CAMMINO DEGLI ABBONAMENTISky aveva però fino al 2007 il vantaggio di rimanere

l’unico operatore sul mercato e pareva proprio intenziona-ta a sfruttarlo fino in fondo. A solo un anno dalla sua na-scita, nel 2004 raggiungeva l’importante traguardo dei 3milioni di abbonati, chiudeva il 2005 a quota 3,4 e il 2006a 3,83 milioni. Nel 2007, quando nasceva Mediaset Pre-mium approfittando dell’inizio della transizione al digitaleterrestre e le possibilità di manovra offerte dai vincoli allafusione, Sky chiudeva l’annata a quota 4,24 milioni, con ilnuovo concorrente a 1,62 milioni. Il momento di massimapenetrazione della televisione a pagamento nel suo com-plesso coincideva con il 2010, quando Sky si attestava a4,8 milioni di ab-bonati e Premiuma 3,28. Il montan-te complessivodei sottoscrittoririsultava in calonel 2011, quandoSky da sola rag-giungeva però lasoglia fatidica dei5 milioni di abbo-nati mentre la paydel Biscione arre-

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La sede di Sky Italia a Santa Giulia, il nuovo quartiere che si tro-va nella periferia sudest di Milano.

Fabio Caressa (a sinistra) con Beppe Ber-gomi ai Campionati del mondo del 2006.

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trava a 2,9 milioni. Prima dell’ultima conta dell’Agcom, inchiusura di 2012, Sky deteneva circa 4,8 milioni di abbo-nati e Mediaset Premium 2.

REWIND E FORWARDIl resto della storia può scorrere più veloce, come quan-

do si schiaccia il pulsante del rewind o del forward su MySky (il decoder lanciato nel 2005). Nel 2006 con l’Italia vit-toriosa ai Mondiali di calcio in Germania (i diritti eranostati acquisiti un anno prima) trionfava anche la pay: era-no le voci di Fabio Caressa e Beppe Bergomi a entrare nel-la memoria collettiva sulle immagini del capitano FabioCannavaro che alzava la coppa, e i più fortunati si godeva-no il momento storico in alta definizione, con Sky primatelevisione italiana a trasmettere in questo sofisticato stan-dard.

Nello stesso periodo la società raggiungeva l’utile opera-tivo e un anno dopo, nel 2007, cominciava a far pubblicare

ad Auditel gli ascolti. Quello conl’indagine dei meter sarebbe statodi lì in avanti un rapporto difficilee contrastato. Con la società di Mi-lano Santa Giulia che rimproverava(e continua a rimproverare) alla ri-cerca ufficiale, tra le altre cose, le“anomalie della governance”, il ri-tardo nell’accogliere in campione i‘nuovi’ italiani, l’assenza delle mi-surazioni dell’ascolto ‘fuori casa’,destinato a divenire nel tempo unavoce sempre più importante dellafruizione.

Sempre nel 2007, inoltre, entravaa tutti gli effetti nella squadra diTom Mockridge come vice presi-dent corporate e market communi-cations anche Andrea Scrosati, giàconsulente strategico di alcune im-portanti aziende nazionali e inter-

nazionali, con un pallino e un talento particolare per i con-tenuti.

Nel 2008 trovavano posto in un carniere già ricco i di-ritti delle Olimpiadi di Vancouver 2010 e quelli di Londra2012 (Giochi trasmessi da Sky garantendo una coperturae una qualità del servizio senza precedenti), cui seguiran-no poi le acquisizioni di quelli di Sochi 2014 e Rio de Ja-neiro 2016 (appena ceduti alla Rai riallanciando il rap-porto rotto ai tempi di Masi) e, successivamente, l’offertaesclusiva di Sky si allargherà ad altri importanti eventisportivi internazionali, come i Mondiali di calcio del2010 e del 2014.

Sempre nel 2008 Sky lanciava My Sky HD, che aggiun-geva altre funzioni, l’alta definizione in primis, a quelleche già rendevano più personalizzata e godibile la fruizio-ne dei contenuti televisivi.

Nell’aprile 2009 – con la ‘regia’ di Scrosati – Rosario Fio-rello debuttava sul neonato canale di intrattenimento SkyUno con il suo ‘Fiorello Show’, e tanti altri talenti (CorradoGuzzanti, Simona Ventura e Paolo Rossi) trovavano spazioin un’offerta sempre più originale e universale.

Nell’ottobre del 2010 la tecnologia tornava protagonistacon la prima trasmissione live in 3d della tivù italiana – la‘Ryder Cup’, il più importante appuntamento golfistico almondo – anteprima del lancio, nel settembre 2011, del pri-mo canale italiano interamente in 3d.

PASSAGGIO DI TESTIMONE TRA MOCKRIDGE E ZAPPIA

Il 1° agosto del 2011 arrivava anche il momento di unostorico ed emblematico passaggio di testimone. News Cor-poration annunciava la nomina di Andrea Zappia ad am-ministratore delegato di Sky Italia, in sostituzione di TomMockridge, che volava a Londra, cooptato dalla famigliaMurdoch con la problematica missione di risolvere la crisiinnescata dallo scandalo intercettazioni nel ramo cartastampata di News International.

Zappia tornava in Italia dopo che nel febbraio del 2010si era trasferito in Inghilterra a BSkyB per guidare la dire-zione vendite, marketing e opera-zioni (ruolo da cui dipendonol’acquisizione dei nuovi clientie la loro gestione per l’offertapay tv, broadband e telefo-nia), lavorando a stretto con-tatto con Jeremy Darroch, addella pay inglese e altro cavallodi razza della scuderia Murdoch.

L’arrivo di Zappia contras-segnava di fatto l’avviodi una nuova fase,quella dello sviluppodella proposta ‘any-time ed everywhe-re’ e in cui, assie-me alla necessitàdi consolidare ilsuccesso e vince-re il confrontocon MediasetPremium, Li-berty Media o iqatarioti di AlJazeera, comin-ciava a divenirepiù attuale e in-sidiosa la concor-renza innescata daInternet e dalle overthe top tv.

È in questa pro-spettiva strategicache nei primi mesidel 2012 Sky lancia-va 13 nuovi canaliin alta definizione e introduceva un nuovo sistema operati-vo per il decoder che, grazie anche alla nuova interfacciagrafica in alta definizione, rendeva più semplice la fruizio-ne dei contenuti e delle informazioni da parte degli abbo-nati e abilitava funzionalità sempre più evolute, fra cuil’attivazione della porta Ethernet del decoder. Al tradizio-nale, potente motore satellitare della proposta di Sky si co-minciavano ad aggiungere nuovi cavalli e nuova potenzagarantiti da una sorta di seconda anima iptv.

Nel marzo 2012, dopo il lancio sui tablet dell’agosto2011, i canali Sky sbarcavano su pc, Mac e smartphonecon Sky Go, l’applicazione che portava in Italia la televisio-ne in mobilità. Nel luglio dello stesso anno, Sky lanciavaSky On Demand e offriva agli abbonati una videoteca conmigliaia di titoli a disposizione in continuo aggiornamentoda scaricare in pochi istanti.

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Andrea Zappia, amministratore delegatodi Sky Italia (foto StudioFranceschin).

Fiorello, protagonistadel ‘Fiorello Show’.

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10GLI UOMINI CHEHANNO IN MANO IL DESTINO DI SKY ITALIA Andrea Zappia - AmministratoreDelegato

Andrea Zappia, 49 anni, bolognesenato a Tripoli, laureato in economia ecommercio, è Amministratore Delegatodi Sky Italia dal 1° agosto 2011. Primadella nomina al vertice della pay tvitaliana, dove dal 2003 al 2007 è statoVice President Marketing, Promotion eBusiness Development e poi VicePresident Sport Channels, è stato dalfebbraio 2010 Managing DirectorCustomer Group di BSkyB, guidando laDirezione Vendite, Marketing eOperations con la responsabilitàdell’acquisizione dei nuovi clienti e dellaloro gestione per l’offerta pay tv,broadband e telefonia. Prima diapprodare in Sky Italia, ha ricoperto ilruolo di Vice President Marketing andProduct Development Worldwide di Filae, dal 1996 al 2001, quello di GlobalSales e Marketing Director per Ferrari eMaserati. Zappia ha iniziato la suacarriera nella multinazionale Procter &Gamble dove è arrivato a ricoprire lacarica di European Group MarketingManager. Zappia fa parte della Giunta,del Comitato di presidenza e delConsiglio direttivo per il progetto Media ecomunicazione di Assolombarda.

Umberto Angelucci - ChiefTechnology Officer

57 anni, è Chief Technology Officer diSky Italia dal 2008 e ha la responsabilitàdelle direzioni Broadcasting, Technologye Information Technology, ossia di tuttigli aspetti legati alla messa in onda deicanali dell’offerta, dello sviluppo dellepiattaforme distributive e di quellotecnologico dei device. Sotto la suaguida c’è anche la Direzione It, che sioccupa delle applicazioni e infrastruttureIt. Prima di ricoprire questa posizione èstato dal 2003 Direttore InformationTechnology. In precedenza ha lavoratoalla startup di Blu spa e nella società diconsulenza Ernst & Young.

Delia Bushell - Chief CommercialOfficer

41 anni, è Chief Commercial Officerdal giugno 2013, e ha la responsabilità ditutte le attività della Direzione Marketing& Sales che punta a sviluppare lestrategie per far crescere la baseabbonati e curare la reputazione delbrand Sky. Approdata a Sky Italia nel2012, è stata Chief Strategy &Commercial Initiatives Officer.

Precedentemente ha lavorato 12 anniper BSkyB, dove ha ricoperto diversiruoli, fra gli altri quello di ManagingDirector per l’Irlanda e responsabile delreparto Broadband & Voice.

Eric Gerritsen - Executive Vice President Communication& Public Affairs

53 anni, è Executive Vice PresidentCommunication & Public Affairs di SkyItalia dal settembre 2012, conresponsabilità sulle aree Publicity &Magazine, Comunicazione Corporate &Public Affairs, Eventi, ComunicazioneInterna & Csr, Regulatory & InstitutionalAffairs, European & International Affairs,Civil Affairs. Un’area che abbraccia lemedia relation, i rapporti con leistituzioni e la società civile, fino allacomunicazione interna e le attività diresponsabilità sociale. Prima di arrivarea Sky, Gerritsen è stato ceo Italia e VicePresident Emea Corporate & CrisisCommunication in Burson-Marsteller. Èinoltre membro del Board dell’AmericanChamber of Commerce in Italia.

Domenico Labianca - ChiefFinancial Officer

54 anni, è uno dei veterani di SkyItalia dove fin dalla nascita, nel 2003,ricopre l’incarico di Chief FinancialOfficer. Nel suo ruolo ha quindi laresponsabilità dell’andamentoamministrativo, contabile e fiscaledell’azienda. Attualmente tra le sueresponsabilità ci sono anche, ad interim,quelle legate alla guida della DirezioneRisorse Umane e Facility Management.La sua esperienza nel mondo della paytv è iniziata nel 2002, come direttorefinanziario di Stream. In precedenza, dal1998, ha ricoperto la carica di DirettoreGestione del Credito e Controllo in SeatPagine Gialle.

Pietro Maranzana - ExecutiveVice President Operations & Business

42 anni, è Executive Vice PresidentOperations & Business di Sky Italia dalsettembre 2011. In quest’incarico ha laresponsabilità di coordinare le attivitàlegate alla relazione con il cliente, leoperazioni di service & delivery(installazione, servizi di assistenza e postvendita) e l’area Business, ossia laclientela dei locali pubblici e hotel. Più direcente ha aggiunto tra le sueresponsabilità anche quelle dell’area Web& Digital Activities. Entrato in Sky Italia nel2005, con la responsabilità del BusinessPlanning, dal 2008 fino al suo ritorno inItalia nel 2011 è stato Chief FinancialOfficer di Sky Deutschland, la pay tvtedesca del gruppo 21st Century Fox.

Jacques Raynaud - ExecutiveVice President Sport Channels &Advertising

47 anni, è Executive Vice PresidentSport Channels & Advertising di Sky dalsettembre 2010. È il responsabiledell’offerta sportiva di Sky Sport, delcanale all news Sky Sport24, delleproduzioni e dell’acquisizione dei dirittisportivi. Della sua direzione inoltrefanno parte anche la concessionariaSky Pubblicità e l’area che si occupa dianalisi e misurazione degli ascolti. Hauna lunga esperienza nel mondo dellosport avendo lavorato, prima del suoarrivo a Sky, per 16 anni in Eurosport.

Luca Sanfilippo - GeneralCounsel

49 anni, è General Counsel di SkyItalia dal 2003 e componente delSenior Executive Committee. Primadella nascita di Sky è stato DirettoreAffari Legali e Regolamentari di Tele+e ha lavorato nella Direzione LegaleIbm nelle sedi di Milano, Parigi eRoma e presso la Commissione Ue aBruxelles. È inoltre Presidente dellaCommissione Concorrenza dellaCamera di Commercio Internazionale(sezione italiana), componente delConsiglio direttivo dello Iap eprofessore a contratto presso lefacoltà di giurisprudenza della Bocconie di relazioni pubbliche dello Iulm.

Andrea Scrosati - ExecutiveVice President Programming

41 anni, è Executive Vice PresidentProgramming dal giugno 2013, ladirezione che raggruppa tutti i contenutieditoriali non sportivi prodotti e distribuitidalla piattaforma Sky. Entrato a far partedi Sky Italia nel giugno 2007, con lacarica di Vice President Corporate &Market Communications, è statopromosso Vice President Programming& Promotions nel giugno 2010.Successivamente, nel marzo 2012, èstato nominato Executive Vice PresidentCinema, Entertainment & PartnerChannels. Nel 1997 ha fondato la suaagenzia di comunicazione, MN Italia.

Davide Tesoro-Tess - Strategy &Business Development Director

38 anni, dal giugno 2013 è Strategy &Business Development Director di SkyItalia. È entrato in Sky nel settembre2012, assumendo la responsabilità dellastruttura di Strategy. Precedentementeha maturato 15 anni di esperienzainternazionale nel settore di sviluppo egestione strategica di telecomunicazioni,intrattenimento e beni di lusso.

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LA NUOVA SQUADRA E IL PRIMATO RAGGIUNTO

Le novità che segnano durante il 2012 l’organigrammadel vertice di Sky danno l’idea di quale strada abbia decisodi prendere il gruppo. Nel settembre del 2012 Sky Italiaannunciava la nomina di Eric Gerritsen a executive vicepresident Communication & Public Affairs, a diretto ripor-to dell’amministratore delegato Andrea Zappia.

Poche settimane fa la pay creava la Direzione Program-ming facendovi confluire le attuali direzioni Cinema, Enter-tainment, Partner Channels e Sky Tg24. Al comando dellanuova entità veniva promosso Andrea Scrosati che diventa-va executive vice president Programming. Sotto il suo coor-dinamento, in pratica, passava, oltre alla gestione di SkyUno, Sky Arte, Sky 3D e quella dei canali Sky Cinema chegià deteneva, anche quella dell’offerta News. Nella curateladi Scrosati rimanevano pure i rapporti e la gestione dei ca-nali partner presenti sulla piattaforma e l’offerta in chiarodel canale Cielo. Nella nuova struttura, inoltre, il direttoredi Sky Tg24, Sarah Varetto, promossa vice president News,affiancava Scrosati nelle attività strategiche della direzione.

Sky nominava inoltre Delia Bushell chief commercial of-ficer, con la responsabilità della Direzione Marketing &Sales, dopo che la stessa manager aveva ricoperto il ruolodi chief Strategy and Commercial Initiative officer con laresponsabilità del Business Development e Transforma-tion. Contestualmente alla nomina di Bushell, Davide Te-soro-Tess, già responsabile dell’area Strategy, assumeva ilruolo di Strategy & Business Development director, a di-retto riporto dell’amministratore delegato, come del restogli altri personaggi in prima linea, l’executive vice presi-dent Operations Pietro Maranzana e il cto Umberto Ange-lucci.

Pochi giorni fa a celebrare il decennale arrivava pure,quasi fosse l’imprimatur e il riconoscimento ufficiale dellavoro che era stato condotto, la relazione dell’Agcom chebattezzava il 2012 come quello della svolta, del raggiungi-mento di obiettivi che nessuno avrebbe nemmeno lontana-mente prefigurato il 31 luglio del 2003.

Non molti giorni fa Zappia chiosava così la notizia dellaconquista del primato: “Sky viene premiata dai suoi abbo-nati per la scelta di proseguire sulla strada degli investi-menti sia tecnologici che dedicati all’arricchimento deicontenuti, nonostante la difficile e persistente congiunturaeconomica. Questi investimenti generano tra l’altro un cir-

colo virtuoso nell’industria italiana dell’audiovisivo soste-nendo il talento e la creatività nel Paese. In un mercato incui i competitor principali confermano di avere ricavi qua-si equivalenti, il dato che preoccupa è il calo costante dellaredditività di tutto il sistema televisivo. Operiamo ormai”,sottolineava Zappia, “in un unico mercato dell’intratteni-mento, sempre più ‘ibrido’, in cui gli operatori si contendo-no le diverse risorse disponibili su tutte le piattaforme: ab-bonamenti, pubblicità, contenuti e soprattutto l’attenzionedegli spettatori. L’industria”, concludeva il manager, “stavivendo un momento di trasformazione epocale con il con-tinuo ingresso di nuovi soggetti e bisogna avere il coraggiodi guardare alle cose con lungimiranza. Servono regolenuove, che valgano per tutti, basate su un approccio tecno-logicamente neutro che metta il cliente al centro”.

Il finale del 2013 e l’inizio del 2014 – anche a stare allasola agenda dei grandi eventi – per Sky e per i suoi abbo-nati si annunciano ricchi ed ‘eccitanti’. In particolare pergli appassionati di sport. Che potranno godersi Formula 1,MotoGp, le migliori manifestazioni sportive di tennis, golf,rugby, il basket Nba e poi, per stare al calcio, serie A, serieB, Uefa Champions League, Europa League, i campionatidelle principali Leghe europee di calcio (grazie anche alnuovo ingresso in bouquet, Fox Sports) i Mondiali di cal-cio brasiliani e le Olimpiadi invernali di Sochi. “La miglio-re annata di sempre”, secondo gli osservatori.

I manager di Sky – lo dice la storia di quest’ultimo de-cennio – ne stanno certamente preparando un’altra ancoramigliore.

continua da pag. 83

Festa in piazza del Plebiscito a Napoli per il lancio di Sky ArteHD: la performance ‘spaziale’ è di Paolo W. Tamburella.

Cos’è diventata Sky in questi dieci anni da un punto di vista della potenza industriale etecnologica, aspetto qualificante dell’azienda,

e delle proposte di contenuti e canali? Lo raccontano nelle pagine che seguono i

manager che hanno in mano le leve di comandodella tecnologia e dei settori legati

al prodotto e al rapporto con il cliente. Cominciamo con Umberto Angelucci, ChiefTechnology Officer, per far capire il ruolo

abilitante della tecnologia, e poi parliamo diSport, di Programming, di Informazione,

di Fox e anche di Comunicazione pubblicitaria.

La sala regia di Sky Tg24 (foto Stefano De Luigi).

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Èl’uomo che ha nelle sue mani tutto il potenzialetecnologico di Sky, le tre direzioni che primaoperavano in parallelo e ora sono integrate in ununico team, Broadcasting, Technology e Infor-mation Technology, oltre a due funzioni, Infor-mation Security & Business Continuity e Pro-

gram Management. Parliamo di Umberto Angelucci, 57anni, laureato in matematica, dal 2008 chief technology of-ficer di Sky Italia con riporto diretto all’ad Andrea Zappia.Un veterano del gruppo dove è arrivato nel 2003 agli esor-di della nuova piattaforma, per occuparsi di InformationTechnology, stesso incarico che ricopriva nella società ditelefonia mobile Blu dopo una decennale esperienza inErnst&Young. In questi dieci anni Angelucci è stato testi-mone e protagonista di molte vicende cruciali nella storiadei successi di Sky. Ha dovuto ad esempio affrontare subi-to i problemi complessi collegati alla fusione delle duepiattaforme di Stream e Tele+ e la questione urgente dellalotta alla pirateria, male che prima sembrava incurabilequando a competere erano due concorrenti di quel calibrocon il ministero della Comunicazione, che aveva impostol’adozione del simulcrypt come strumento di dialogo eapertura dei decoder degli operatori in gara.

Ma i momenti di snodo e le tappe di avanzamento diun’azienda fortissimamente centrata sulle tecnologie esull’innovazione come Sky sono stati tanti. E anche per iprossimi mesi e anni l’agenda all’insegna dei cambiamentiè fitta di appuntamenti decisivi, di progetti e di azioni daintraprendere in coordinamento con le anime strategia,marketing & sales, programming e customer operationdell’azienda.

L’introduzione risolutiva del decoder e del sistema di ac-cesso condizionato proprietario datano fine 2003, ma giànel 2005 arrivava la prima versione di My Sky, implemen-tato con la versione hd nel 2008. È del 2009 la geniale so-luzione Digital Key ideata dal team di Angelucci, la chia-vetta approntata in pochi mesi che ha permesso a Sky dicontinuare a offrire agli abbonati anche i canali del digita-le terrestre di Rai e Mediaset, che a un certo punto aveva-no ‘criptato’ alcuni dei propri programmi in funzione antitelecomando Sky. Nel 2011 è stato trasmesso il primo con-tenuto in 3d ed è arrivata la prima versione di Sky Go, epoco dopo c’è stato l’esordio dell’offerta Vod della library.

L’elenco dei passaggi importanti sarebbe interminabile:non è stato infatti uno scherzo mettere in piedi l’infrastrut-tura di Sky Tg24, appena un mese dopo l’esordio, SkySport24 nel 2009, fare partire l’offerta hd – decollata in oc-casione dei Mondiali di calcio del 2006 – realizzare nel2008 la nuova e moderna sede di Milano Santa Giulia doveè stato approntato l’avanzatissimo Broadcast Center, unconcentrato di tecnologia all’insegna dell’utilizzo esclusivodel digitale, e infine effettuare con successo il trasloco davia Piranesi.

Ma la cosa più interessante è farsi raccontare da Ange-lucci, sfruttando l’occasione del compleanno, quanto im-patta l’innovazione e la tecnologia nei sistemi e i processidi Sky e che cosa possiamo aspettarci ancora in futuro.“La tecnologia è un nostro asset fondamentale. Vendiamoservizi, un prodotto virtuale, che per arrivare bene al clien-te necessitano che la piattaforma tecnologica funzioni

sempre al meglio”, dice Angelucci. “Il nostro modello èquello business to consumer che, come tutte le realtà chemettono al centro il cliente, comporta complessità più altedi una realtà b2b. Il dialogo con alcuni milioni di clienti –in particolare – eleva ulteriormente la posta in gioco. Sia-mo quindi quella che si definisce un’azienda ‘techonologyintensive’ e questo vale per tutti i versanti della nostra atti-vità: quando facciamo un nuovo prodotto/servizio, quandocambiamo il modo di produrre ed erogare i contenuti (chesi tratti delle trasmissioni via satellite in standard defini-tion, in hd o in 3d e, in un futuro non troppo lontano, in‘ultra hd’), quando andiamo a sviluppare un nuovo mododi relazionarci con i nostri clienti, quando facciamo effi-cienza interna”.

Prima - Quali fattori strutturali hanno reso in questi ul-timi anni la gestione del sistema Sky sempre più articola-ta?

Umberto Angelucci - I principali sono senza dubbio laDigital Transformation, il Connected World e la Mobility.Più si è digitali, più i clienti sono connessi e più è necessa-rio un approccio technology intensive. Un esempio moltosemplice che rende bene l’idea del tipo di cambiamentoche abbiamo dovuto leggere e gestire è la ‘supply chain’ di-gitale dei contenuti: una volta i contenuti arrivavano viacassetta, adesso tutto è ‘file based’, cioè tutto passa attra-verso Internet, con tutto quello che ne consegueper i processi a valle.

La digitalizzazione, la connessione a Internetanche in mobilità hanno impattato su tutte lenostre filiere: quella dei contenuti, quelladella distribuzione, sui rapporti con gli ab-bonati e la loro user experience.

Uno degli aspetti cruciali di questa fasedella nostra storia è il passaggio da unmodello satellitare ‘puro’ a quello ‘ibrido’in cui l’Ip diventa sempre più importante.Si tratta in molti casi di trasformazioni cheabbiamo avviato solo due anni fa, con l’intro-duzione di Sky Go, con l’apertura del no-stro My Sky a Internet che ha resopossibile l’on demand sul settop box. Abbiamo aperto quelloche prima era un monolite cheparlava solo con il satellite e lasmart card, aggiungendo difatto un’altra piattaforma didistribuzione a quella origi-naria via satellite. L’introdu-zione dell’Ip e del modelloover the top ha completa-mente mutato la situazione.

Prima - Può spiegarcimeglio?

U. Angelucci - Ip e overthe top vuole dire integrarenel sistema il dialogo contutti gli operatori telefonicie con le reti wi-fi, e tuttodeve continuare a funzio-nare perfettamente come

SKY È ‘TECHNOLOGY INTENSIVE’PER I PROSSIMI MESI UN’AGENDA FITTA DI PROGETTI E DI AZIONI

10 ANNI SKY

Umberto Angelucci è Chief Tech-nology Officer di Sky Italia dal2008 e ha la responsabilità delledirezioni Broadcasting, Techno-logy e Information Technology.

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TECNOLOGIA

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succedeva prima nell’ambiente solo satellitare. I devicecon i quali i clienti possono usufruire dei nostri contenutisi sono moltiplicati e ognuno ha il proprio ambiente ope-rativo con cui le nostre applicazioni e i nostri servizi devo-no fare i conti. Anche i sistemi di protezione dei contenutisono diversi. In questa grande eterogeneità, considerandoanche la capacità e la qualità delle reti in Italia, assicurareil livello di servizio tipico del mondo satellitare, e al quale inostri clienti sono abituati, è una sfida stimolante. Questoprocesso proseguirà perché alla digitalizzazione e alla mo-bilità si sta aggiungendo anche la dimensione social chetrasformerà sia l’interazione con i programmi (un primogrande esempio sono state le app ‘X Factor’, che hannoavuto un livello di interazione altissimo), sia la relazionecon il nostro cliente rendendolo ancora di più one to one.

Prima - Come si fa a capire qual è il momento giusto incui avviare i processi di cambiamento?

U. Angelucci - Nelle aziende ‘normali’ è fatale che l’areatecnica rischi sempre di essere in ritardo nell’abilitare ilcambiamento tecnologico e procedere con le innovazioniche il mercato a un certo punto richiede. Assicurare l’inno-vazione spesso non basta, e anticiparla è in qualche casol’unica maniera per non penalizzare l’azienda nel ‘time tomarket’ dei propri servizi. Bisogna cercare di evolvere i si-stemi dotandoli delle nuove capabilities prima che urgautilizzarle, in modo che quando arriva il momento criticoil ritardo sia minimo. Non è facile, ma ci si deve provare, equesta è una delle nostre sfide.

Prima - Per raggiungere questo obiettivo bisogna rima-nere in una sorta di mobilitazione permanente…

U. Angelucci - Quando ci si occupa di sistemi è fonda-mentale avere una squadra in-tegrata. Le nostre tre divisionistoriche, Information Techno-logy, Broadcasting e Techno-logy oggi sono strutture sottola mia direzione: un’integra-zione importante perché inquesta era della convergenzanon c’è aspetto della vitadell’una che non chiami incausa l’altra. L’altro ingredien-te è avere un team motivato ecoraggioso con manager com-petenti e appassionati comePaola Formenti (Technology),Martin Brannigan (Broadcast)e Pier Paolo Tamma (It). Ungruppo di grande valore arric-chito da Monica Colleoni, cheguida l’area Cto Program Ma-nagement, e Matteo Feraboli,a capo della struttura Busi-ness Continuity & Informa-tion Security.

Prima - La distribuzione Ipè destinata a soppiantare pri-ma o poi quella broadcast?

U. Angelucci - Penso proprio di no. Quella satellitare ri-marrà soprattutto per i canali lineari la modalità di distri-buzione più efficiente ed efficace, in grado di assicurare lamassima qualità, tanto più che i prossimi sviluppi in temadi trasmissioni chiamano in causa l’utilizzo di standardsempre più ‘pesanti’. Buona parte dei nostri contenuti èfatto poi di trasmissioni live. Tutto questo fa mantenere alsatellite, anche in prospettiva, un ruolo fondamentale intermini di sistema di distribuzione. È molto più logico im-maginare sviluppi in cui si enfatizzerà il ruolo di comple-mento dell’Ip, che già oggi è sensibile veicolando i conte-nuti in mobilità con lo Sky Go e aprendo le library con ondemand sul set top box.

Guardando a Internet, inoltre, e a mercati più avanzati,si può pensare a modelli e offerte che utilizzano la Rete e,potenzialmente, sono in grado di catturare nuovi segmentidi clientela.

Prima - Quali altre novità tecnologiche il vostro clientesi può aspettare nascano nel prossimo futuro?

U. Angelucci - Molto presto la maggioranza delle caseitaliane sarà dotata di una connessione a banda larga wi-reless e il nostro My Sky HD ha ancora tante potenzialitàche possono essere sfruttate. Anche in questo caso il mer-cato internazionale offre esempi di user experience sem-pre più evoluti come la Connected Home, con il decodercapace di distribuire i contenuti a device casalinghi ditutti i tipi (tablet, tivù connesse, smartphone) e di rag-giungere tutte le camere. Sky d’altra parte è un’aziendada sempre orientata a innovare e ogni opportunità tecno-logica capace di rendere sempre più entusiasmante e per-sonalizzata l’esperienza di visione dei nostri abbonatisarà colta.

Nel futuro, poi, si può immaginare che la fruizione mobi-le si possa alimentare accedendo da remoto ai contenuti re-gistrati sul proprio set top box e che la visione sia arricchitadal cosiddetto ‘second screen’, la possibilità di usufruire diinformazioni e contenuti aggiuntivi, magari su un program-ma in onda, attraverso un pc, un tablet o uno smartphone.E poi certamente ci saranno evoluzioni sulla ‘user interface’,con funzioni sempre più ‘web like’ che sappiano cogliere ivantaggi dell’esperienza di navigazione su Internet.

Intervista di Emanuele Bruno

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LA SQUADRA DI ANGELUCCI MARTIN BRANNIGAN, Direttore Broadcast, è responsabiledella messa in onda di tutti i programmi della piattaforma. Se-gue l’intero iter di trasmissione dei contenuti attraverso il coor-dinamento delle varie aree coinvolte. PAOLA FORMENTI, Direttore Technology, ‘mente’ della Digi-tal Key, guida nel suo ruolo la direzione che confeziona e distri-buisce il servizio Sky ai clienti finali, occupandosi della correttatrasmissione on air e dello sviluppo di tutti i dispositivi tecnolo-gici. PIER PAOLO TAMMA, Direttore Information Technology, sioccupa delle applicazioni e infrastrutture It, assicurando la con-tinuità operativa di tutti i sistemi Sky e della rete che veicola vo-ce, dati e contenuti multimediali. MONICA COLLEONI, Head of Cto Program Management,struttura nata lo scorso aprile con l’obiettivo di coordinare le ini-ziative cross direzionali, seguendole in tutte le fasi di progetta-zione e sviluppo. MATTEO FERABOLI, Head of Business Continuity & Informa-tion Security, garantisce la continuità del business tramite ilmonitoraggio costante dei rischi operativi cui l’azienda è espo-sta e la sicurezza dei sistemi informatici.

Dall’alto: la sala broadcastingnella sede di Santa Giulia, il decoder My Sky HD el’applicazione Sky Go per iPad con cui gli abbonatipossono visualizzare i canali diSky di maggior successo (foto Stefano De Luigi). (©

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Ha una lunga carriera fatta tutta nei media e nellosport, Jacques Raynaud, approdato a Sky a giu-gno del 2010 come executive vice presidentSport e Pubblicità, nel periodo in cui l’attualeamministratore delegato, Andrea Zappia, fino aquel momento responsabile dell’area, si era tra-

sferito a Londra a BSkyB. Per metà francese e per metà tede-sco, è un manager appassionato, di quelli che sposano fino infondo la causa dell’équipe di cui fanno parte. Una forte espe-rienza costruita a Eurosport dove è arrivato da junior e doveha fatto tutta la trafila “passando dall’on air, il programminge il commerciale, fino a divenire co-chairman dopo 16 anni dimilitanza”, come racconta con orgoglio.

A rendere irrinunciabile e sfidante la scelta di trasferirsi aSky Italia la consapevolezza di dovere maneggiare materialieccellenti e risorse preziose: “Un bouquet di eventi di una for-za pazzesca, tecnologie avanzatissime, competenze diprim’ordine”. Da utilizzare mettendo in pista “progettualità,culto del dettaglio, creatività”. E di avere in mano una delleleve più importanti del business della pay tv.

Trascinatore ed entusiasta, è stato tra gli artefici della per-fetta edizione olimpica di Londra 2012, e ora è alle prese conil consolidamento del successo della Formula 1 versione Sky.“Il primo bilancio è positivo”, sostiene Raynaud, “i numeri so-no molto confortanti (sottoscrizioni in crescita e upgradingdei pacchetti, ascolti oltre le attese). Ma nel nostro mestiere,che è quello di stimolare la sottoscrizione di abbonamenti,oramai è quasi altrettanto importante godere di un passapa-rola positivo. Abbiamo deciso di replicare il modello della se-miesclusiva già testato in Gran Bretagna, ma non avevamocertezze. Quando le lettere degli abbonati, i monitoraggi dei

social network e tutte le verifiche sulla customer satisfactionhanno cominciato a dirci che lo spettatore aveva la sensazio-ne di vivere un’esperienza straordinaria, diversa da quella chefino a quel momento aveva sperimentato, allora abbiamoavuto la sicurezza che avevamo colto nel segno”.

Secondo Raynaud “il pubblico italiano della pay tv è unodei più esigenti in assoluto al mondo, ha aspettative altissimeche dipendono da un proporzionale grado di passione, com-petenza e un’esigenza di stile”. E Sky si prepara a offrigli unastagione sportiva 2013-2014 quanto mai prima intensa: tuttoil calcio, nazionale e internazionale (in dotazione extralarge,grazie all’ingresso nel bouquet di Fox Sports), e poi, oltre alsolito menù variegato di discipline ed eventi, le Olimpiadi in-vernali di Sochi, i Mondiali di calcio del Brasile e, con la stes-sa formula di semiesclusiva con cui sta curando i Gp di auto-mobilismo, anche le gare del prossimo Motomondiale.

E cosa pensa Raynaud dell’arrivo di Fox Sports? “Declineràper noi in maniera originale il claim ‘Same game new attitu-de’, molto sintonico con la nostra filosofia. Per l’abbonato èun’ottima notizia, perché grazie ai nostri cugini potrà vederele partite di straordinarie Leghe straniere, la Premier, la Liga,la Ligue 1... Ma, soprattutto dopo la finale di Champions, cre-diamo molto anche nella Bundesliga, esclusiva Sky”.

Raynaud è consapevole della enorme forza di Sky ma i‘concorrenti’ generalisti meritano rispetto. “Sulla Formula 1la Rai è un competitor molto solido, il confronto con loro nonè facile. Devo dire che anche Mediaset ha fin qui fatto sullaMotoGp un buonissimo lavoro. Rispettiamo la maniera di fa-re la tivù e raccontare lo sport delle tivù generaliste, ma il no-stro compito è quello di proporre una ‘much better television’.Siamo convinti che tutto si possa fare meglio. Sulla Formula1 non potevamo certo cambiare le monoposto o le regole del-le gare. Ma l’abbiamo trasmessa in full hd, mettendo a dispo-sizione dello spettatore nove ‘feed’ video. In pratica abbiamoportato i nostri abbonati al muretto dei box come fossero ac-canto a Stefano Domenicali quando controlla l’andamentodella gara di Fernando Alonso e Felipe Massa”.

Sul Motomondiale, Raynaud non si sbottona: “Abbiamo,come nel caso della Formula 1, la semiesclusiva sul campio-nato. Lavoreremo sulla falsariga di quanto fatto nell’automo-bilismo. Su voci e volti non posso ancora dire nulla, ci saran-no ovviamente anche sorprese interessanti, che presenteremoa Misano a metà settembre prima dell’avvio della prossimastagione. Cercheremo ovviamente di far apprezzare agli ab-bonati il ‘tocco Sky’”.

La dotazione esuberante di diritti forti non è tutto. “L’even-to in sé è quello che è. A noi spetta il compito”, spiega Ray-naud, “di confezionare qualcosa di più coinvolgente e stimo-lante, puntando sulla modernità e la freschezza. Il ‘tocco Sky’è un misto di autorevolezza, raffinatezza della confezione, epoi tecnologia, ‘talent’, tempi giusti. Credo però che Sky siariuscita e riesca sempre di più a marcare una differenza”.

Un risultato raggiunto anche grazie alla forza della suasquadra a partire da Massimo Corcione che, dopo aver rap-

10IL ‘TOCCO SKY’NELLO SPORT SKY PUNTA SEMPRE A MARCARE LA DIFFERENZA, CON UN MISTO DI AUTOREVOLEZZA,RAFFINATEZZA DELLA CONFEZIONE, E POI TECNOLOGIA, ‘TALENT’, TEMPI GIUSTI

Jacques Raynaud, Executive Vice President Sport e Pubblicità.

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Le telecamere di Sky Sport scrutano dalla scorsa stagione che co-sa succede negli spogliatoi prima della partita (foto S. De Luigi).

Usain Bolt dopo la vittoria nei 200 metri alle Olimpiadi di Londra2012. I Giochi sono stati trasmessi in esclusiva da Sky, con oltre2mila ore di trasmissioni live, 12 canali dedicati in hd, un canale3d e il mosaico, un sistema interattivo con 12 finestre per co-struire un proprio palinsesto personalizzato (foto Getty).

Fabio Caressa (a sinistra), condirettore, commentatore e con-duttore di Sky Sport, con Giuseppe Bergomi, ex campionedell’Inter e della Nazionale, da anni sua spalla tecnica nelle te-lecronache delle partite di calcio.

La squadra che segue la F1 per Sky Sport, da sinistra: MaraSangiorgio, inviata nel paddock; Simone De Luca, coordinatore;Antonio Boselli, inviato nel paddock; Sarah Winkhaus, condut-trice dal paddock; Marc Gené, commentatore; Carlo Vanzini, te-lecronista; Fabiano Vandone, conduttore esperto tecnico; FabioGuadagnini, head of motor sports project.

GiovanniBruno, che

dal 1° lugliodirige ad

interim SkySport.

Il mosaico di seicanali con cui, oltrea due canali dedi-cati e uno 3d, SkySport HD ha segui-to l’ultima edizionedel torneo di tennisdi Wimbledon (500ore di diretta com-plessiva) e il mo-saico con cui lapiattaforma satelli-tare copre il Mon-diale 2013 di For-mula 1: nove canaliinterattivi e il cana-le dedicato, SkySport F1 HD, contrasmissioni 24 oresu 24. In questomodo gli abbonatialla piattaforma sa-tellitare vengonoanche portati almuretto dei box co-me fossero accan-to a Stefano Dome-nicali, team princi-pal della Ferrari,quando controllal’andamento dellagara delle monopo-sto di FernandoAlonso e FelipeMassa (foto Getty).

Mario Sconcerti (nella fotocon Ilaria D’Amico, altropersonaggio di punta di SkySport), conduttore di ‘Terzotempo’, trasmissione chegenera interazione con ilpubblico a livelli da record(migliaia di telefonate, e-mail,tweet), come si era verificatoanche per ‘Terzo tempoolimpico’, condotto daGiovanni Bruno durante iGiochi di Londra.

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presentato in tutti questi anni un punto di ri-ferimento straordinario per tutta la redazio-ne, ha da poco scelto di concedersi un perio-do di pausa. Raynaud tiene a sottolineare lapassione e la professionalità di tutto il suogruppo, dai veterani Giovanni Bruno e FabioGuadagnini, colonne della pay tv, ai mana-ger Riccardo Botta, Matteo Mammì e Fran-cesco Zupi, a capo rispettivamente delle pro-duzioni, dell’acquisizione di diritti e dell’areainteractive.

L’area di Raynaud include anche la conces-sionaria Sky Pubblicità, guidata da DanieleOttier, e l’analisi degli ascolti, con a capo An-drea Mezzasalma. Due divisioni strategicheper l’azienda, per supportare i propri inser-zionisti a raggiungere il proprio target di rife-rimento e per analizzare scelte e preferenzedei propri abbonati in termini di visione.

Secondo Raynaud in Italia c’è un’offerta te-levisiva molto ricca di sport e di qualità com-plessivamente buona, ma chiamato a trovarequalche difetto avverte: “Il rischio che si correpiù facilmente in televisione è quello che iltuo pubblico percepisca un ‘invecchiamento’.E non parlo solo di quello anagrafico dei con-duttori o dei commentatori, ma anche delleformule. E mi capita molto spesso di vedereon air cose troppo vecchie. In certi casi glischemi, il linguaggio, il tipo di proposta vei-colati sono stantii. Certo, motivi fisiologiciinerenti alla storia di Sky ci hanno portato apotere mettere in campo volti, commentatori‘nuovi’, e questo è un indubbio vantaggio. Manon si tratta soltanto di una questione ‘gene-razionale’. Il nostro ‘Terzo tempo’, con MarioSconcerti protagonista, che non è certo un pi-vello, è un programma giovane e autorevole.E non è una miaopinione: la ri-prova è che ognisua trasmissionegenera vogliad’interazione delnostro pubblico alivelli da record,migliaia di chia-mate, e-mail,tweet; ma lo stes-so discorso valevaanche per il ‘Ter-zo tempo olimpi-co’ condotto daGiovanni Bruno”.

La ‘spina dor-sale’ dello sport diSky, a guardaregli impegni pro-fusi, sembrerebbeil canale all news,Sky Sport24. Ray-naud corregge ladefinizione: “Di-rei che è il nostroportale, la nostra

colonna vertebrale”, precisa, “sono il calcio ei motori. Sky Sport24 è il punto d’entrata nelnostro mondo e ha una tripla missione: esse-re il punto di riferimento assoluto della noti-zia sportiva in Italia; funzionare come vetrinaprivilegiata dei tanti eventi che trasmettiamo,ma anche come uno spazio di analisi costan-temente aperto e aggiornato. Siamo moltocontenti del format, ma nella nostra missione nel nostro codice genetico c’è scritto chenon possiamo fermarci al risultato già conse-guito, perché altrimenti senza nemmeno ac-corgertene di ritrovi tre passi indietro. Cosìstiamo studiando delle cose nuove e l’energiadi Fabio Caressa, nuovo responsabile, lasceràsicuramente il segno”.

Fuori luogo, però, avverte Raynaud, aspet-tarsi cambiamenti rivoluzionari della for-mula. “Nel nostro mestiere i grandi progres-si arrivano il più delle volte da una cura mi-nuziosa dei dettagli. I salti quantici sono po-chi, ciclici, coincidono con l’arrivo nel car-niere di grandi colpi sul terreno dei diritti econ l’introduzione di nuove tecnologie più omeno strabilianti, come la trasmissione suSky Go e quelle in 3d. Ma poi la differenzala fai curando tutto al massimo delle tuepossibilità. Ogni lunedì analizziamo minu-ziosamente le nostre performancequanti/qualitative del weekend, guardiamole curve di ascolto, monitoriamo i commentisui social e troviamo sempre delle cose damigliorare e correggere già sette giorni do-po”, sottolinea Raynaud.

“Uno sforzo che è finalizzato a valorizzaretutti i nostri contenuti ma che in particolaresi focalizza su quella che è da sempre la no-stra property più importante: la serie A. L’as-set fondamentale per ogni pay tv e le forze

che mettiamo incampo per rac-contare con lamassima compe-tenza e professio-nalità ogni detta-glio dello sportpiù amato dagliitaliani sono ladimostrazione diquanto crediamoin questa compe-tizione. Il livelloagonistico e tatti-co è senza ugualie le passioni chescatena rimango-no uniche. E ilgradimento deinostri abbonati,sempre più parte-cipi e coinvolti,con ascolti in cre-scita non solo neibig match, ne so-no la miglioreconferma”.

CAROSI,PRINCIPEDEI REGISTI

Lo chiamano ‘il maestro’,Fifa e Uefa tengono contoanche dei suoi suggerimen-ti quando si tratta di predi-sporre l’impianto produtti-vo delle finali delle grandicompetizioni calcistiche.Angelo Carosi è il ‘principe’dei registi e controlla que-sto aspetto crucialenell’area sport di Sky.

Carosi Sky Italia l’ha vi-sta nascere essendo appro-dato nell’orbita News Corpda Stream dopo aver matu-rato una lunga esperienzaa Telemontecarlo. Conside-randosi uno dei pionieridell’azienda riconosce chel’approccio alla produzionee le esperienze sul campodi una multinazionale co-me News Corp gli hannocambiato la vita (professio-nale). “Nella tv free to airsi pensa alle trasmissioniin un’ottica più conservati-va, in una logica di effi-cienza della produzione,ma nessuno ti stimola a ti-rare fuori tutta la tua crea-tività. Sky ci ha subitomesso a disposizione lapropria esperienza interna-zionale e ci ha dato la li-bertà di immaginare comerendere più bello e spetta-colare il prodotto, garan-tendoci tutte le risorse eco-nomiche e tecnologiche ne-cessarie per arrivare al ri-sultato”.

Secondo Carosi quellache si è affermata nel no-stro Paese non è la manie-ra anglosassone di ripren-dere e curare gli eventisportivi. “Penso che siamoriusciti a fare una buonamediazione tra quello cheproponevano le altre cultu-re di ripresa e il megliodella nostra tradizione. Noiitaliani abbiamo un gustotutto nostro, una manieradi partecipare che – nel be-ne e nel male – è molto di-versa da quella delle perso-

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LA SQUADRA DI RAYNAUDRICCARDO BOTTA, Head of Sport Production & Ope-rations, è il responsabile delle produzioni Sky Sport, del-le operazioni tecniche e dei registi interni. GIOVANNI BRUNO, Direttore Sky Sport Editorial, figuradi grande esperienza nel mondo del giornalismo sportivo,è il responsabile della testata Sky Sport. Condirettore FABIO CARESSA con delega al canale Sky Sport 24.MATTEO MAMMÌ, Direttore Sport Rights & Program-ming, la figura che si occupa di acquisizione e gestionedei diritti che arricchiscono il palinsesto sportivo dei ca-nali Sky Sport.FABIO GUADAGNINI, appena nominato Direttore FoxSports Italia (all’interno di Sky Sport) dopo essere statoa capo del progetto Motori della piattaforma. Il nuovo ca-nale sportivo partirà ad agosto con Premier League, Li-gue 1 e Liga. FRANCESCO ZUPI, responsabile Interactive, gestisce iservizi interattivi che arricchiscono l’offerta di Sky Sport.DANIELE OTTIER, Direttore Sky Advertising, guida dal-lo scorso novembre la concessionaria interna Sky Pub-blicità. In portafoglio i canali editi da Sky, Fox, alcuni ca-nali partner e Cielo.ANDREA MEZZASALMA, Head of Audience Research& Insights, coordina l’area che monitora e analizza gliascolti televisivi della piattaforma.

ANNI SKY SPORT

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ne che stanno dall’altra parte dell’Oceano o della Mani-ca”. Perché rinunciare, ad esempio, al nostro campanili-smo, al nostro legame sanguigno con il calcio, al pathoslatino delle telecronache? Questi e altri ingredienti dellanostra cultura del racconto sportivo – assicura il regista– sono stati integrati a Sky in una formula più ricca e ar-ticolata. Che prevede alcune cose importanti: ad esempioche il ‘prima’ ed il ‘dopo’ sono importanti quasi comel’evento stesso; che le riprese devono essere molto atten-te ai dettagli e ricche di punti di vista; che vanno colti eproposti in real time, ovviamente senza interrompere lefasi chiave del gioco, tutti gli spunti che il campo, i per-sonaggi protagonisti e quelli di contorno, il pubblico e lostadio possono generare.

Ma è veramente ne-cessaria tutta questaossessiva attenzione aldettaglio? Secondo Ca-rosi è quello che fa ladifferenza. “È cambia-to tutto. Dieci anni fa,con le sole strumenta-zioni analogiche a di-sposizione, offrire unreplay ben fatto e contempismo di una fasecritica della partita,presupponeva sforziincredibili”, spiega ilregista. “Oggi con l’al-ta definizione, l’‘iper-motion’ (ndr: il replayche seziona un secon-do in mille fotogram-mi) e le ‘goal cam’ sipuò spaccare il capelloin quattro un attimodopo che il fatto è av-venuto e questo cam-bia totalmente le cosa.

“Le forze schierateper le produzioni, inoccasione di derby o partite particolari, sono diventatemassicce. Ogni weekend per seguire il calcio Sky e LegaCalcio – con cui collaboriamo per la produzione – man-dano in giro per l’Italia una flotta di camion attrezzati ecirca 600 persone. Ne servono almeno una settantina perraccontare la partita dell’anno, quella che merita l’alle-stimento speciale ed è ripresa da ogni angolazione da al-meno una ventina di camere al netto di quelle ‘speciali’.Perché poi ci sono pure le spider cam, che volteggianodentro lo stadio cercando prospettive fino a qualche an-no fa impossibili, quelle dedicate al gesto tecnico specia-le del singolo giocatore di talento, quelle a bordo campoe tante altre ancora”.

Decisiva, per costruire un prodotto ben fatto, ancheun’intesa e un dialogo costante – prima, durante e dopola gara – tra chi la commenta, chi la riprende e ovvia-mente il regista. Durante la partita ci si confronta in de-cimi di secondi fuori onda sulla possibilità di vedere ilreplay di un fuorigioco, il dettaglio di un fallo, l’inqua-dratura che svela un litigio tra compagni di squadra otra il campione e l’arbitro. Giornalisti e registi e operato-ri si scambiano di continuo informazioni critiche decisi-ve. Le interazioni riguardano perfino, spiega Carosi, “glischemi, le attitudini dei giocatori, il tipo di difesa adot-

tata dall’allenatore, la maniera di battere le punizioni deigiocatori, i movimenti nelle cosiddette ‘palle inattive’.Tutto questo ci serve”, racconta il regista, “per predi-sporci meglio a cogliere le cose che vanno colte. Primaquesto non succedeva. C’era una proposizione d’immagi-ni e il telecronista le commentava”.

Secondo Carosi la tecnologia e la televisione stannorendendo il calcio sempre più divertente, ma anche piùtrasparente.

In alcuni dei territori dell’impero televisivo di RupertMurdoch le riprese sportive contemplano l’uso delle ref(referee) cam, attaccate al petto dell’arbitro, o si usanopiccoli droni per fare letteralmente ‘volare’ dove si vuolela prospettiva di ripresa.

Ma Carosi ritiene in-teressanti altri sviluppiin itinere. In primis lapossibilità per il tele-spettatore di poter go-dere, oltre che delleimmagini della regia‘istituzionale’, anche dicontenuti speciali piùpersonalizzabili, fruitisu un ‘second screen’.

Per una sorta di de-riva naturale, alcunepartite reali sembranosomigliare sempre dipiù a quelle virtuali:interventi spaccaossa,volti tesi negli spoglia-toi, ritmi del gioco maanche ritmi di ripresaaltissimi. Carosi nonritiene che il calcio so-migli sempre più a un‘videogame’. “Il calciodi adesso”, dichiara, “èun calcio più fisico,più veloce di quello disolo dieci anni fa. Fat-

to di schemi, pressing, fasi concitate, colpi, giocatori piùa contatto, infortuni più frequenti, con la palla che pas-sa in 4 secondi da una porta all’altra. Ma è pure vero cheadesso c’è una possibilità di raccontare quello che succe-de che prima non esisteva. Senza l’alta definizione certecose non si vedevano, letteralmente”. Carosi ammetteche in qualche caso le riprese e la telecronaca, specie sela partita risulta noiosa, punteggiano il racconto più en-faticamente, dando più spazio a smorfie, urla, ultra pri-mi piani, prospettive inusitate. E poi – dice – c’è da con-siderare anche una variabile relativamente più nuova.L’intervento diretto dei protagonisti nella ‘sceneggiatu-ra’: “Calciatori, allenatori, arbitri quando sanno di essereripresi reagiscono mostrandosi consapevoli delle dina-miche del mezzo. Penso ad Antonio Conte che dalla pan-china rivolto alla telecamera manda un bacio al pubblicoa casa, ma decide di farlo solo quando vede accendersi laluce rossa che segnala che chi è inquadrato è anche onair; per non parlare dei ‘format’ di esultanza dei giocato-ri. La stessa scelta di parlare con la bocca coperta pernon fare leggere il labiale”, conclude, “è il segno chiarodi questa nuova consapevolezza degli attori di questosport”.

Emanuele Bruno

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Angelo Carosi, regista responsabile area sport di Sky Italia, soprannomina-to il Mourinho di Sky. Il suo campo sono i 20 monitor dove la partita è se-zionata minuto per minuto, la sua squadra sono i 15 cameramen che nondevono perdersi un’azione, un’espressione, un gesto tecnico. Sky Italia l’havista nascere, approdato nell’orbita News Corp da Stream, dopo anni di la-voro a Telemontecarlo.

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“Stare cinque passi avanti alla tivù generali-sta” è il mantra dei manager di Sky avendoben scolpito in testa che il vero dominus epunto di riferimento è il cliente che, pagan-do ogni mese un oneroso abbonamento,esige un’offerta superiore – in termini di

qualità, ricchezza ed esperienza emozionale – a quellache è possibile avere gratuitamente.

Per una lunga fase Sky, come tutte le pay tv del mondo,è stato meramente un distributore che prendeva il meglioche c’era sul mercato estero, principalmente statunitense,e lo mandava in onda. Funzionando come un grande su-permarket di lusso che di qualsiasi articolo propone unagrande varietà di pezzi, in buona parte pregiati, volevasegnare una evidente e indiscutibile differenza rispettoall’offerta delle reti generaliste nostrane. Sky ha acceso lapassione per le grandi serie americane, che allora esplo-devano come un fenomeno capace di oscurare la potenzadel cinema per l’altissima fattura, i temi ficcanti e gli alticosti di realizzazione. Allora erano i canali Fox che le ri-lanciavano in prima visione esclusiva. Di lì sono passatetutte: da ‘Six Feet Under’ ai ‘Soprano’, da ‘Csi’ a ‘MadMen’, da ‘Grey’s Anatomy’ a ‘Desperate Housewives’, da‘Lost’ e giù giù fino a ‘The Walking Dead’ e ‘Homeland’.

Con Sky il pubblico comincia a interessarsi ai grandidocumentari di storia e natura di National Geographic edi Discovery e a prender gusto ai reality, ai talent e aglishow americani sempre un po’ soprale righe.

“Allora e per i primi anni di vitadella piattaforma Sky ritenne che of-frire una grande scelta di canali fosseil valore principale sulla base del mo-dello tipico delle pay tv, un modelloparticolarmente valido in Italia doveil pubblico aveva una scelta limitatada un duopolio bloccato”, racconta

Andrea Scrosati, executive vice president Programming,la direzione a cui fanno capo i canali di Sky Cinema, SkyUno, Sky Arte, Sky 3D, Cielo, i canali di editori partner,le produzioni originali di cinema e fiction, le acquisizionie, da giugno, anche l’offerta news di Sky Tg24. “Avere adisposizione una tale gamma di canalitematici cambiava l’approccio allatelevisione: non era più il diretto-re del canale a decidere cosa ve-dere, ma il pubblico a scegliereil programma che gli interessa-va. Continuammo a incremen-tare l’offerta con nuovi canali:alcuni davvero straordinari, al-tri meno forti, ma la quantità ela qualità che offrivamo veniva-no percepite come un grande va-lore dai nostri abbonati”. Aicontenuti originali Sky, co-me ogni pay tv che si ri-spetti, arriva tardi e cioèalla fine degli anni Due-mila. Il mercato dellatelevisione italiana sta-va cambiando veloce-mente: si era messo inmoto il digitale terre-

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UNA COSTANTE INNOVAZIONE NEL VALORE DELL’OFFERTA MOLTE LE NOVITÀ IN CANTIERE PER IL PROSSIMO ANNO SECONDO LELINEE GUIDA PER CUI SU SKY SI TROVA SEMPRE IL MEGLIO DI UN GENERE,DI UN PRODOTTO DI INTRATTENIMENTO E D’INFORMAZIONE

Fiorello sul palco del ‘Fiorello Show’, prodotto e andato in onda su Sky Uno dall’aprile al maggio 2009. Nella foto al centro, lo show-man mentre scherza con Teo Teocoli durante la terza puntata dello spettacolo. A destra, il tendone allestito a Roma per ospitare il‘Fiorello Show’ (foto S. Strinfola/Olycom).

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Andrea Scrosati,Executive VicePresidentProgramming, la direzione cheraggruppa tutti i contenutieditoriali nonsportivi prodotti e distribuiti dallapiattaforma Sky.

ANNI SKY PROGRAMMING

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stre e sul mercato free spuntavano come funghi canali te-matici di film, serie, documentari, programmi per bambi-ni. Prodotti sicuramente meno pregiati di quelli che tra-smetteva Sky, ma con un asset non da poco: non costava-no un centesimo al telespettatore. Senza contare il debut-to di Premium, la pay tv di Mediaset, più economica e diminore stazza, ma comunque competitiva dal punto divista dell’offerta. “In una situazione di mercato in cui perSky la qualità e l’eccellenza dei contenuti diventavanofattori distintivi”, dice Scrosati, “sentimmo l’esigenza diavere anche prodotti italiani di intrattenimento e di fic-tion che le generaliste presidiano da sempre, ma che perandare in onda su Sky dovevano avere la giusta caraturain termini di qualità ed emozioni per la pay. Non riuscen-do a reperirli sul mercato abbiamo deciso di produrli di-rettamente”.

La via di Sky alla produzione di intrattenimento è fattadi molti stop-and-go, tentativi audaci e sperimentazioninon sempre riuscite, prima di assumere una linea defini-ta. Pietra miliare resta il sensazionale sbarco di Fiorellosu Sky Uno nel 2009, “il segnale iconico dell’ingresso diSky in quel mondo”, ricorda Scrosati. “E lo abbiamo fat-to con lo showman più bravo e un programma veramenteunico: uno show teatrale live di cui ogni giorno si estra-polavano 25 minuti per la messa in onda”. Il ‘FiorelloShow’ segnò così il lancio, il 1° aprile del 2009, di SkyUno, il primo canale Sky dedicato all’intrattenimento conun taglio vagamente generalista, che sembrò rappresen-tare la risposta di Sky all’uscita dei canali Rai dal suobouquet e dove le produzioni originali si mescolano ashow internazionali e ad alcune serie dai linguaggi moltoinnovativi come ‘Spartacus’. Sky Uno fa uno stretto giocodi squadra con Cielo, il canale in chiaro sul digitale terre-stre di proprietà di News Corp (da luglio parte di 21stCentury Fox), che inizia a trasmettere il 16 dicembre2009. È qui che si travasano, con finestre differenziate,formati e serie andati in onda su Sky Uno, oltre al rilan-cio del telegiornale di Sky Tg24 e l’utilizzo dei diritti freedi alcuni film (Sky Cinema).

Il programma che segna un’altra pietra miliare nellastrategia di Sky Uno è ‘X Factor 5’, che debutta il 20 otto-bre 2011 mentre contemporaneamente il canale inizia atrasmettere in hd. Dopo la sperimentazione di program-mi che non sempre hanno lasciato il segno e qualchebuon successo come ‘Buongiorno Afghanistan’, provando

e riprovando Scrosati e la sua squadra si rendono contoche la cosa giusta da fare è puntare su formati di alta fat-tura e linguaggi glamour che marchino in modo inconte-stabile la differenza con la televisione free. “Con ‘X Fac-tor’”, dice Scrosati, “abbiamo preso un talent generalista,lo abbiamo rovesciato come un calzino, con il risultatoche tra prima e dopo sembra un’altra trasmissione. Non èstata un’operazione esente da rischi prendere un formatoche aveva costi importanti, che in tutto il mondo andavain onda solo su reti in chiaro e veniva sfidato dal nuovotalent ‘The Voice’ e che oltretutto nelle ultime stagioni suRaidue aveva perso colpi, e trasferirlo in un contenitorecompletamente diverso come la pay tv. E, invece, credo sipossa dire che Sky sia riuscita a rivitalizzarlo in modostraordinario”.

Non finisce però qui il filone delle produzioni di suc-cesso che hanno costruito una forte identità a Sky Uno.L’altro programma ‘cult’ è ‘MasterChef’, destinato a farescuola nella tivù italiana perché ha cambiato il concettodi talent/reality, utilizzando un linguaggio montato e ba-sato su un approfondito lavoro di scrittura e un meccani-smo produttivo molto articolato. Ed è questo il talent cheha inaugurato il filone del racconto sofisticato di cucina.“Di programmi culinari se ne facevano molti, ma tutti ba-sati su un approccio casalingo. Noi abbiamo introdotto icuochi stellati in una sfida a base di piatti di altissima so-fisticazione, infrangendo il tabù secondo cui alla tivù ita-liana non si possa far vedere una pietanza che la casalin-ga di Voghera non riuscirebbe a rifare a casa sua”, ironiz-za Scrosati, soddisfatto del successo di pubblico, di criti-ca e di raccolta pubblicitaria, ma anche del fatto che ‘XFactor’ e ‘MasterChef’ siano diventati un’esperienza so-cialmente condivisa, “facendo rivivere un fenomeno dellavecchia televisione che è la visione collettiva. A ogni pun-tata di ‘MasterChef’ i fan usavano organizzare cene congli amici, mentre milioni di ragazzini hanno votato per leeliminatorie di ‘X Factor’ collegati nel salotto virtuale diInternet e sui social network”.

Proprio la capacità di sfruttare il fenomeno social dellaRete fa di ‘X Factor 6’ firmato Sky un esempio formidabi-le di come si possa organizzare la convergenza tra i varimedia in epoca digitale. ‘X Factor’, come del resto ancheil ‘Grande Fratello’, è così diventato un fenomeno socialeche entra nel linguaggio quotidiano, fa discutere e divide

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Un’immagine di ‘X Factor 6’: Chiara Galiazzo, la vincitrice dell’edizio-ne, insieme a Morgan (al centro), il suo coach, e al presentatoreAlessandro Cattelan (foto Olycom).

Da sinistra: Elio, Mika, Simona Ventura e Morgan, la giuria delnuovo ‘X Factor 7’, alla giornata finale delle audizioni a Milano.60mila le persone che si sono presentate ai provini per il talentshow. Il live show partirà il 24 ottobre in una nuova location aMilano, con il doppio del pubblico rispetto all’anno scorso.

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la platea, crea personaggi che restano e altri transitori,che comunque per i famosi cinque minuti warholiani,sono lì a permettere processi di identificazione, a scate-nare amori e odi, a fare insomma piccola storia quoti-diana televisiva e collettiva. Intorno alle audizioni perscegliere i protagonisti della edizione che partirà ilprossimo settembre, a partire dal mese di marzo sonostati organizzati raduni ed eventi con centinaia di fan easpiranti concorrenti, ma anche pubblico curioso e inte-ressato. Un tour arrivato per le ultime tre giornate diaudizioni dal 17 al 19 giugno al Teatro dal Verme di Mi-lano sotto l’occhio attento dei quattro giudici (Elio, Si-mona Ventura, Morgan e la new entry Mika) e del rap-per Fedez.

Scrosati pare proprio averci preso gusto, tanto chei diritti di ‘X Factor’ sono stati rinnovati per altre treedizioni che saranno realizzate da FremantleMedia Ita-lia ancora per il 2013 in collaborazione con Magnolia.

Anche per ‘MasterChef’ si prepara la nuova serie,mentre nella prossima stagione Sky Uno si rafforza condue nuovi show per i patiti di cucina: ‘Hell’s KitchenItalia’ (adattamento del talent americano di GordonRamsay con una gara all’interno di un ristorante) e ‘Ju-nior MasterChef Italia’, con baby aspiranti cuochi.

Dopo Fiorello, altri volti e personaggi della tivù genera-lista si sono trasferiti sulla pay e non solo la testa di ponteSimona Ventura, ma anche Alessandro Cattelan, Morgan,Elio, Lorella Cuccarini e Milly Carlucci (per il momentosolo come capoprogetto di ‘Bobo e Marco-I re del ballo’,un piccolo formato con i due ex calciatori Bobo Vieri eMarco Delvecchio). Sky sta anche creando la sua galleriadi star di cui fanno parte a pieno titolo i tre cuochi di ‘Ma-sterChef’, ormai consumati mattatori, Bruno Barbieri,Carlo Cracco, Joe Bastianich, e Flavio Briatore, il boss di‘The Apprentice’, il talent che ha esordito su Cielo ma chedalla prossima edizione sarà in prima battuta su Sky Uno.

Senza dimenticare le performance una tantum di Cor-rado Guzzanti che tornerà con la terza parte di ‘Aniene’,comicità allo stato puro senza barocchismi né fervoriniparapolitici, e le tre stagioni degli ‘Sgommati’, l’appun-tamento quotidiano con le facce di gomma che incarna-no personaggi della scena politica e imprenditoriale, fir-mato Palomar. “‘Gli sgommati’ però farà una pausa diun anno perché”, spiega Scrosati, “pur essendo un pro-dotto di cui siamo orgogliosi e che ci ha dato riconosci-bilità nel segmento della satira, ha un processo produt-tivo dai costi troppo elevati per i minuti generati. Spera-vo che dopo tre anni si trovasse un modello di produzio-ne meno costoso, ma il format non lo consente”.

Anche sul prodotto ‘scripted’, cioè la serialità ita-liana, Sky sta marcando la posizione ricercando te-mi e stili più trendy, erotici, violenti, insomma più ag-gressivi, saporiti e controversi della consueta minestrinageneralista. All’inizio sembrava voler puntare prevalen-temente su miniserie e tv movie come ha fatto pureHbo, ma dopo la svolta di ‘Romanzo criminale’, che haavuto una vasta eco anche all’estero ed è stato vendutoin 60 Paesi, ha imboccato la strada della serialità senzadisdegnare talvolta le due puntate (‘Faccia d’angelo’, ‘Idelitti del BarLume’) o il tv movie comico (‘Un Nataleper due’, ‘Un Natale con i fiocchi’). Sono ora in pistadue serie complesse come ‘1992’ e ‘Gomorra’ in cui ten-gono banco temi italiani piuttosto forti, mentre l’ambi-zioso ‘Diabolik’ ha già trovato il 70% dei finanziamentiall’estero solo sulla base del soggetto, dato che le sce-

neggiature devono essere ancora scritte. “Puntiamo a fa-re un prodotto seriale di alto livello con temi e soggettiche abbiano anche un appeal internazionale perché de-vono reperire finanziamenti all’estero, cosa non propriofrequente per la fiction italiana”, considera Scrosati.

Il fatto che Sky pensi di affidarsi di più al prodot-to domestico rappresenta una boccata d’aria perl’industria nostrana anche se di converso si deve regi-strare l’uscita di Fox che all’inizio era stato un interlo-cutore interessante producendo ‘Boris’, ‘Donne assassi-ne’, ‘Il mostro di Firenze’ e docufiction. “Vogliamo esse-re un partner per l’industria creativa italiana per fareoperazioni abbastanza uniche”, sottolinea Scrosati, checita l’esempio di ‘In Treatment’. “La sceneggiatura erastata scritta qualche anno fa, ma gli altri broadcasternon l’hanno prodotta perché è un formato sfidante dallapezzatura di 30 minuti, che si svolge integralmente inuna stanza, con temi molto sofisticati. Per intenderci,un vero rischio. Noi l’abbiamo fatto con i migliori attoriitaliani per proporre ai nostri abbonati qualcosa di dav-vero particolare. E ora siamo ricercati da produttori,autori, attori che premono per fare con noi il progettoche hanno da tempo nel cassetto, ma non sono mai riu-sciti a realizzare”.

Domanda legittima: quali sono le prospettive, almenoquelle a medio termine? “Offriremo sicuramente una co-stante innovazione nella tecnologia e già stiamo lavoran-do alle novità che abbiamo in cantiere per il prossimoanno. L’altra linea guida è la qualità e il valore che signi-fica dare e avere la certezza che su Sky si troverà il livel-lo più alto di un genere o di un certo tipo di serie. ‘Ma-sterChef’ e ‘X Factor’ sono stati una chiave di svolta e ilprodotto italiano avrà un suo peso senza dimenticareche la pay tv si basa sullo sport e sul cinema, entrambidestinati a restare i due generi trainanti. In Europa SkyItalia è la pay tv con la più alta penetrazione del pac-chetto cinema nella sua base abbonati ed è una percen-tuale che è aumentata da quando abbiamo introdottol’on demand. Così come cresce il segmento dedicato aidocumentari, che si è evoluto nel factual entertainment esta dando vita a programmi di notevole successo”.

Scrosati, con la riorganizzazione varata a metàgiugno, ha allargato la sua direzione per accogliereanche l’informazione di Sky Tg24. “Abbiamo ricalca-to l’organizzazione che c’è in Germania e in Inghilterrala cui logica sta nel considerare che il fine della televi-sione, di qualunque canale si tratti, è l’intrattenimentoe la soddisfazione del suo cliente, con tutta la delica-tezza di questi termini applicati alle news. Si può in-trattenere mandando in onda cartoni, film, sport oinformando. Non intendo mescolare concetti e valoridistanti ma il linguaggio televisivo, lo strumento cheutilizzi, è il medesimo”. Già oggi ci sono sinergie trachi lavora nell’intrattenimento e nelle news. “Per ilparto della principessa Kate abbiamo predisposto spe-ciali su Sky Uno, ma ne parla anche l’all news che uti-lizza alcuni dei prodotti che abbiamo acquisito per al-tri canali. Viceversa, per lo spostamento della naveConcordia dal Giglio, Sky Tg24 farà la diretta, ma cisaranno programmi su Sky Uno e su Cielo dedicati aquesto evento. Alla fine, quindi, avere un momento dicondivisione e di sintesi estesa anche al team del tele-giornale, con tutte le specificità dei diversi luoghi, puòtornare utile perché permette di trovare nuove oppor-tunità e una sana contaminazione di idee e di energie”.

Anna Rotili

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1) Stefano Accorsi durante le riprese di ‘1992’, la fiction che sarà trasmessa su Sky Uno il prossimo autunno; 2) Gli chef Carlo Cracco eBruno Barbieri durante le riprese di ‘MasterChef 2’. Il cooking show ha rivoluzionato il modo di raccontare la cucina in tivù; 3) Genny Sava-stano e Ciro Di Marzio, interpreti di ‘Gomorra’, la serie ispirata al bestseller di Roberto Saviano, prodotta da Sky Cinema con Fandango eCattleya; 4) Una scena dai ‘Re del ballo’, piccolo formato con protagonisti i due ex calciatori Bobo Vieri e Marco Delvecchio andato in ondasu Sky Uno; 5) Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nella versione degli ‘Sgommati’, appuntamento satirico quotidiano firmatoPalomar, che farà una pausa nel 2013; 6) Liam McIntyre, protagonista della terza serie di ‘Spartacus’, produzione statunitense andata in on-da su Sky Uno fino al 16 luglio; 7) Enrico Brignano e Alessandro Gassmann in una scena di ‘Un Natale per due’, prima commedia firmataSky, andata in onda su Sky Cinema; 8) Flavio Briatore, il boss di ‘The Apprentice’, talent che ha esordito nel 2012 su Cielo e che tornerà perla prossima edizione su Sky Uno; 9) Corrado Guzzanti in uno sketch del suo ‘Aniene’; 10) La locandina di ‘Quo vadis, baby?’, la prima serieprodotta da Sky; 11) La locandina di ‘Quasi amici-Intouchables’, un film del 2011 diretto da Olivier Nakache ed Éric Toledano; 12) SergioCastellitto e Valeria Golino, protagonisti di ‘In Treatment’. 13) Il cast di ‘Romanzo criminale 2’, la serie tratta dall’omonimo libro di GiancarloDe Cataldo, andato in onda per due stagioni, 2008 e 2009, su Sky Cinema 1 e Sky Cinema 2.

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Nel giorno dell’‘Habemus Papam’, alle 20,20del 13 marzo scorso, quando Jorge MarioBergoglio si è affacciato al balcone di piazzaSan Pietro salutando la folla con un insolitoe semplice “Buonasera”, Sky Tg24 ha regi-strato un picco di un milione 400mila tele-

spettatori. Il mese prima, il 25 febbraio, durante unalunga, estenuante diretta elettorale durata 33 ore, il tg diSky ha superato quota 5 milioni di spettatori unici. Gliesempi più eclatanti di una crescita costante degli ascoltiche negli ultimi due anni sfiora il 20%.

Ne è felice – ed è più che comprensibile – Sarah Varet-to, che lo dirige da un paio d’anni. Nata dieci anni fa (ilcompleanno si celebrerà il 31 agosto con l’inizio delle tra-smissioni in alta definizione), la testata fondata da Emi-lio Carelli ne ha fatta di strada. “Carelli”, dice Sarah Va-retto, “ha costruito una squadra eccezionale. Io, che sonoqui fin dal primo giorno, ho visto crescere sia le personesia il prodotto”. E Sky Tg24 sarà anche il primo canale allnews in hd del nostro Paese, compiendo un passo ritenu-to ormai fondamentale. “L’hd non è solo una rivoluzionetecnologica”, spiega Varetto, “ma anche una modifica dilinguaggio, di riproposizione della notizia, possibilità diusare in modo ancora più versatile gli elementi grafici.Su questo devo riconoscere all’azienda un impegno so-stanziale, vero. E la conferma che anche il nostro ad An-drea Zappia crede nel valore del telegiornale”.

La recente riorganizzazione di Sky prevede che SkyTg24 sia entrato a far parte della nuova Direzione Pro-gramming guidata da Andrea Scrosati. Il direttore, pro-mosso vice president News, commenta: “Siamo entratinella Direzione Pro-gramming per valoriz-zare i nostri prodotti.Quando organizziamola scaletta del tg, pen-siamo al nostro pubbli-co che, come può im-maginare, è ben diversoda quello degli altri ca-nali. La sfida è quella dicostruire prodotti edito-riali destinati anche adaltri tipi di pubblico.Per esempio, sul royalbaby (il figlio di Wil-liam e Kate: ndr) stia-mo lavorando a unospeciale che è fatto peril pubblico del nostrotelegiornale, ma pensa-to anche per quello diSky Uno. Proprio di recente abbiamo prodotto uno spe-ciale su quella storiaccia terribile del ‘mostro’ di Cleve-land (Ariel Castro, che ha tenuto segregate per dieci annitre ragazze: ndr) con un linguaggio adatto al canale Cie-lo”. Insomma, par di capire che Varetto consideri sem-pre il tg il suo core business, ma con un idea più integra-ta con gli altri contenuti prodotti dalla Direzione Pro-gramming. “Lavorare con Scrosati, che conosco e stimoda anni, è un’opportunità in più per far crescere SkyTg24 in un sistema di sinergie”, conferma.

Altro elemento di non poco conto nel canale all news èstata l’introduzione dei celebri confronti tra leader poli-tici. Finora quattro: uno per le primarie del centrosini-stra, uno tra i governatori delle Regioni interessate elet-

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LA SQUADRA DI SCROSATI“Una buona televisione nasce dalla capacità di

interpretare e soprattutto anticipare le ten-denze culturali della società. Per questo servonoprofessionisti che in primo luogo siano in gradodi attirare i migliori talenti del mercato e che so-prattutto abbiano il coraggio di rischiare, unendoconoscenza del settore a creatività e intelligenza,e l’umiltà alla voglia di imparare, sempre. Pensodi avere la grande fortuna di lavorare con profes-sionisti di questo calibro, a cui va il merito deisuccessi di questi anni. Sul piano organizzativo laDirezione Programming è strutturata con respon-sabilità verticali sui diversi canali editoriali eorizzontali sulle produzioni originali, le acquisi-zioni, i palinsesti, le attività digitali, la strategia”.Così racconta Andrea Scrosati presentando la suasquadra.PAOLO AGOSTINELLI, Vice President PartnerChannels, Ppv & Vod, ha la responsabilità dei rap-porti con gli editori partner di Sky. Da Agostinellidipende anche la nuova offerta di Sky On Demand el’offerta pay per view della piattaforma.SARAH VARETTO, Vice President News, è allaguida del canale all news Sky Tg24, entrato recen-temente nella Direzione Programming.NILS HARTMANN, Direttore Original Productions,cura la realizzazione di tutti i contenuti originali peri canali Sky Cinema, Sky Uno e Cielo, sia scriptedche unscripted. La struttura produce ‘X Factor’ e‘MasterChef’ ma anche serie di culto come ‘Roman-zo criminale’. MARGHERITA AMEDEI, Direttore Sky Cinema, hala responsabilità dell’offerta cinema di Sky, linearecon 12 canali dedicati e non lineare.MICHELA BARBIERO, Direttore Sky Uno, il cana-le che ospita nuovi show come ‘Junior MasterChefItalia’, ‘The Apprentice’, ‘Hell’s Kitchen Italia’, as-sieme a ‘X Factor’ e ‘MasterChef’.ANTONELLA D’ERRICO, Direttore Sky TerrestrialChannels, ha la responsabilità del canale free Cielo. ROBERTO PISONI, Direttore Sky Arte, il canalededicato alla cultura nel senso più ampio del termi-ne. COSETTA LAGANI, Direttore Sky 3D, canale uni-co nel suo genere in Italia e il primo al mondo a tra-smettere ‘Titanic 3D’.LUISA BORELLA, Direttore Business Affairs, ha ildelicato compito di gestire gli acquisti di contenutiper tutti i canali della Direzione.SONJA BRUGGER, Head of Programming Stra-tegy, coordina il team che monitora lo scenario na-zionale e internazionale in tema di diritti, formati,programmi.PIETRO SARRA, Responsabile Palinsesto Strate-gico, rispettando l’autonomia di ciascun canalesvolge la funzione di armonizzazione che permettedi evitare sovrapposizioni tra i diversi canali.LUCA REVELLI, Head of Digital Activities & Spe-cial Projects, coordina lo sviluppo delle attività di-gitali (web e app) delle aree cinema e intrattenimen-to e gestisce i progetti speciali.

Emilio Carelli (a destra), fondatoreed ex direttore di Sky Tg24, insie-me a Mario Monti, all’epoca presi-dente del Consiglio, durante la tra-smissione ‘Rapporto Carelli’ delfebbraio 2012 (foto Olycom).

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toralmente (“mi è molto piaciuto quel-lo che abbiamo fatto in Lombardiadai nostri studi di Santa Giulia,uscendo così dal territorio romano,che è poi quello della nostra sede”, di-ce Varetto), il terzo (necessariamentevirtuale visti i veti incrociati) per leelezioni politiche e il quarto, ambien-tato nello splendore di piazza delCampidoglio, tra Marino e Alemannoper la carica di sindaco di Roma.“Erano elezioni stanche, poco senti-te”, spiega Varetto, “e noi abbiamo vo-luto che il confronto si costituisse co-me un evento televisivo, cosa che nonera mai successa prima”. Con l’intro-duzione di una serie di accorgimenti(il televoto che permette di sondare gliumori degli spettatori a favore o con-tro questo o quel candidato, il factchecking istantaneo che permette dismascherare bugie o forzature), ilconfronto televisivo si è così configu-rato come cosa ben diversa da un talkshow dove spesso tutto, come si dice aRoma, rischia di ‘finire in caciara’.

Resta il fatto che, a differenza di die-ci anni fa, ora di canali all news ce n’èpiù d’uno. Basti pensare a Rai News diViale Mazzini e al TgCom di Mediaset.

Panorama dunque cambiato, che nonpermette di riposare sugli allori. “Laconcorrenza fa bene perché è uno sti-molo vero. Quando siamo nati ci con-frontavamo con i canali all news ame-ricani o inglesi, oggi dobbiamo fare iconti con i prodotti italiani e innovarecontinuamente”. Varetto si dice moltograta alla redazione e parlando deipropri giornalisti, dei tecnici e dei pro-duttori ci tiene a sottolineare: “Dietroa una squadra invidiabile di giornalistiche vanno in video c’è il coordinamen-to che fa un formidabile lavoro dietrole quinte, e ha il compito di impostaretutto il tg e di intervenire immediata-mente qualora se ne presenti l’esigen-za”. Sui tre turni quotidiani (più unonotturno) si mettono in pista sei, settepersone, a cui si aggiungono i redatto-ri e gli inviati. Tutti coordinati da uncapo fascia che “fa da maître alla cuci-na del tg”. E sempre a proposito di in-novazione, Varetto spiega che i circa150 giornalisti della testata stanno im-parando a turno a usare le piccole vi-deocamere, a inviare immagini, amontare. Una transizione verso il futu-ro di questo mestiere che, ripete Varet-to, “è il più bello del mondo”.

PRIMA/AGOSTO 2013 - 97

‘SKY TG24’ PRESTO IL PRIMOCANALE ALL NEWS IN HD UNA RIVOLUZIONE TECNOLOGICA MA ANCHE UNA MODIFICA DI LINGUAGGIO, DI RIPROPOSIZIONE DELLA NOTIZIA

Sarah Varetto, Vice President News edirettore del canale Sky Tg24, entrato afar parte della Direzione Programming.

I candidati alle primarie del centrosinistra al confronto andato in onda su Sky Tg24 il 12 novembre 2012. Da sinistra: Bruno Tabacci,Laura Puppato, Matteo Renzi, Nichi Vendola, Pier Luigi Bersani. Nella foto a lato, Gianni Alemanno (a sinistra) e Ignazio Marino, candi-dati sindaco alle elezioni comunali di Roma, al confronto organizzato da Sky Tg24 il 6 giugno in piazza del Campidoglio (foto Olycom). (©

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L’annuncio dell’arrivo del canale Fox Sports daagosto sulla piattaforma Sky ha preso molti incontropiede facendo pensare a un’invasionedi campo in un settore chiave per la pay tv. Inrealtà i rapporti tra Fox e Sky non sono maistati così buoni, assicura Diego Londoño, am-

ministratore delegato di Fox Italia e Germania e da mag-gio anche chief operating officer Europa e Africa dei ca-nali internazionali Fox. In Fox Italia da quando nel nostroPaese è arrivata anche Sky, prima come responsabileMarketing, Sales & Research, poi dal 2007 come ammini-stratore delegato al posto di Emiliano Calemzuk, Lon-doño ha avuto quindi un ruolo da protagonista nel cam-mino parallelo di Fox e Sky compresa naturalmente lascelta di portare in Italia il canale sportivo di Fox Interna-tional Channels – dopo il lancio in Brasile e Giappone edopo l’acquisizione della maggioranza di Eredivisie Livenei Paesi Bassi e della conversione di Espn Star Sports inFox Sports nel Sudest asiatico – frutto di una decisionemeditata e condivisa con i vertici di Santa Giulia. “Lo spa-zio c’è e non ci sono sovrapposizioni ma solo vantaggi perentrambi”, conferma Londoño. Posizione ribadita da Skysecondo cui la rete new entry contribuisce a dare vita alla“stagione più bella di sport mai allestita, la stagione per-fetta”.

Il nuovo canale, che in queste settimane sta selezionan-do un direttore, completa infatti un’offerta calcistica giàmassiccia con le partite della Premier League e della FaCup inglese, della Liga spagnola, della Ligue 1 francese ol-tre a una serie di programmi di notizie e talk sportivi.

“In tutto il mondo Fox International Channels segueuna strategia uniforme offrendo un portfolio di canaliche comprende un po’ tutti i generi, dall’intrattenimentodi Fox al legal e thriller di Fox Crime, dall’universo fem-minile di Fox Life al factual di National Geographic. Nel-la nostra offerta internazionale c’è anche lo sport che inItalia ancora mancava. Abbiamo ritenuto fosse il momen-to giusto per introdurlo col canale Fox Sports”, spiegaDiego Londoño.

Prima - Come mai proprio adesso?Diego Londoño - Il suo sbarco in Europa segue il ‘roll-

out’ in Asia e America Latina e arriva dopo la chiusura diun accordo con il campionato di calcio olandese, Paese do-ve stiamo per lanciare il canale.

Prima - Uno degli asset portanti di Sky è lo sport. Nonc’è il rischio di concorrenza all’interno della piattaforma?

D. Londoño - Le offerte di Fox e di Sky sono assoluta-mente compatibili. E comunque, prima di introdurre FoxSports abbiamo fatto una serie di considerazioni che han-no coinvolto anche i manager Sky. Abbiamo convenutoche all’interno del vasto panorama sportivo c’è ancora spa-zio per nuove proposte perché, tra l’altro, alcune disciplinenon sono ancora valorizzate adeguatamente. Quando ab-biamo deciso di lanciare Fox Crime eravamo in una situa-zione simile: il segmento era solo in parte coperto dall’of-

ferta esistente e non c’era un canale che fosse il punto diriferimento per le serie dedicate a questo genere. Stessacosa per Fox Retro dove sono confluiti gran parte dei vec-chi telefilm in qualche modo già presenti in televisione.

Prima - Avete individuato altri spazi di sviluppo nel no-stro Paese?

D. Londoño - Diciamo che dopo il lancio del canale

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IL CRIMINE PAGATRASCINATI DAL SUCCESSO DI FOX CRIME, I CANALI DEL GRUPPO GUIDATO DA DIEGO LONDOÑO SONO UNA COMPONENTE FONDAMENTALE NELL’APPEAL DELLA PAY TV ITALIANA

L’8 maggio Diego Londoño, amministratore delegato di Fox Inter-national Channels Italia e Germania dal 2007, è nominato ancheChief Operating Officer per l’Europa e l’Africa della controllata in-ternazionale di News Corporation. Londoño è in Fox InternationalChannels dal 1997, e qui ha ricoperto diversi incarichi. Nato in Co-lombia, Londoño si è laureato in business economy all’Universityof California, Los Angeles, e ha conseguito un master in internatio-nal management alla Graduate School of International Relationsand Pacific Studies, presso l’University of California di San Diego.

10 anni di Fox International Channels Italy2 0 0 3 2 0 0 4 2 0 0 5 2 0 0 6

FoxNational Geog. ChannelHistoryNat Geo Adventure

Will&Grace (Fox)

24 (Fox)

Ally McBeal (Fox)

C.S.I.(Fox poi Fox Crime)

Il mistero del lupo (Ngc)

Fox Life

Desperate Housewives (Fox Life)

Reparto maternità (Fox Life)

I campioni di Olimpia (History)

Fox Crime

Lost (Fox)

Grey’s Anatomy(Fox Life)

Sos tata (Fox Life)Delitti (Fox Crime)

Pinocchio nero (Ngc)

Il viaggio del Führer in Italia (History)

Ngc Hd

Criminal Minds (Fox Cr.)

Scatti di nera (Fox Cr.)

Il Vangelo di Giuda (Ngc)

La meraviglia della vita(Ngc)

Storia proibita del ’900 italiano (History)

Roma. Costruzione di un impero (History)

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vi. Prima di noi i marchi dei canali erano un elemento me-no importante rispetto ai contenuti. I brand naturalmentegià esistevano ma erano poco valorizzati. Sicuramentemolto meno di quello che la nostra esperienza internazio-nale ci ha sempre insegnato, abbinare cioè contenuti chia-ri e distintivi a un marchio potente, il tutto supportato dauna forte attività di marketing. Questi elementi hanno di-stinto il modo di approcciare la televisione italiana di Foxma direi anche di Sky. Un atteggiamento che serve ad ac-compagnare il portato di novità editoriale che abbiamo in-trodotto nel Paese e mi riferisco ai contenuti innovativi especializzati e a produzioni locali come ‘Boris’, ‘Il mostrodi Firenze’ o i documentari esclusivi di National Geo-graphic Channel.

Prima - Puntando su quali generi televisivi?D. Londoño - Abbiamo lavorato parallelamente sull’en-

tertainment e sul factual cercando di trovare l’equilibriotra programmi originali realizzati apposta per questo mer-

cato e cose già in qualchemodo passate e, ripeto, sup-portando sempre le nostre at-tività con un marketing ag-gressivo. È questo mix di ele-menti la principale novità cheabbiamo introdotto in Italia.Le serie esistevano anche pri-ma di noi, solo che erano po-co valorizzate e collocate ma-le in palinsesto. Fox ha capito

che esisteva un pubblico che desiderava questa tipologia diprodotto ma che faticava a trovarlo. Un altro buon esem-pio di questo approccio è Nat Geo Wild, canale specializ-zato che è riuscito a intercettare e fidelizzare a sé un targetdi appassionati di documentari dedicati agli animali.

Prima - Le produzioni originali realizzate apposta per ilnostro mercato sono partite con i documentari e si sonoaperte alle serie come ‘Boris’, realizzata da Wilder, per poicoinvolgere molte altre case di produzione tra cui Magno-lia (‘Sos tata’, ‘Aiuto, stiamo ingrassando’, ‘Tesoro, salvia-mo i ragazzi’, ‘Megafabbriche italiane’), Endemol (‘Cambiomoglie’, ‘Cucine da incubo’), Stand by me (‘Cambio cane’,‘La banda della Magliana-La vera storia’, ‘Mafia bunker’),Briciola Tv (‘La mala del Brenta’), Doclab (‘Concordia: ioc’ero’).

D. Londoño - In termini di ore negli ultimi anni la pro-

sportivo rimane solo un genere televisivo che Fox offe nelresto del mondo ma non ancora in Italia, ed è il cinema. InAmerica Latina abbiamo Lap Tv (Latin American Pay Te-levision Service: ndr), società che offre quelli che chiamia-mo ‘premium movies’, e in Asia c’è Fox Movies, canale allaHbo con tanti film e qualche serie.

Prima - State valutando l’opportunità di portare ancheda noi un canale come Fox Movies?

D. Londoño - Assolutamente no perché è un’area moltoben coperta da Sky Cinema.

Prima - Insomma il rapporto con la ‘sister company’ diNews Corp è stretto, sinergico e leale.

D. Londoño - Con Sky i rapporti sono sempre stati otti-mi. Mi ritengo molto fortunato a essere arrivato nel mo-mento del lancio italiano della piattaforma. Non ero quiprima del 2003, per cui non ho vissuto direttamente la si-tuazione che ha preceduto Sky ma ho capito che Sky haportato un cambiamento radicale nel modo di fruire la te-levisione e noi di Fox siamo orgogliosi di essere stati parteintegrante di questo processo.

Prima - Quanto pesa la presenza di Fox sulla scelta degliabbonati a Sky?

D. Londoño - Nella volontà di aderire alla tivù pay inter-vengono sempre più elementi e noi siamo uno di questi. Sidice che il calcio è la leva più importante e credo proprioche sia il driver principale. Ma non è l’unico perché tantepersone cercano altro. Le analisi che facciamo con Sky –oltre al passaparola che ha sempre un suo valore – ci dico-no che Fox ha consolidato negli anni un ruolo chiave alfianco di sport e cinema. C’è però anche un’altra importan-te leva che emerge nella scelta della pay: la tecnologia.

Prima - Che lei ha avuto modo di seguire nella sua evo-luzione.

D. Londoño - Sky è stata la prima a portare l’hd, poi conMy Sky ha introdotto il Pvr (la funzione personal video re-corder: ndr) e ancora la fruizione in mobilità con Sky Go.Insomma, ha scelto di avere un ruolo da pioniere nell’evo-luzione tecnologica televisiva, ruolo che osservando il nu-mero crescente di abbonati è stato particolarmente ap-prezzato. Dirò di più: una volta provate queste innovazioninon se ne può più fare a meno. Un valore da non sottova-lutare.

Prima - Sky ha offerto ai suoi partner una piattaformasempre più tecnologica. Quali sono gli elementi di novitàche Fox ha introdotto nel mercato televisivo italiano?

D. Londoño - Direi anzitutto la forza dei brand televisi-

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CANALI PROGRAMMI

31021102010280027002 2 0 0 9

Nat Geo Wild

Boris (Fox)

Dexter (Fox Crime)

Iniziative

legate all’Earth Day

(Ngc)

-

Donne assassine

(Fox Crime)

Ugly Betty

(Fox Life)

Fox Retro

Flop Tv

Fox Hd Baby Tv

Fox Crime Hd

Il mostro di Firenze

(Fox Crime)

Non pensarci (Fox)

Il mostro di Firenze-

La vera storia

(History)

-

The Walking Dead

(Fox)

Glee (Fox)

Modern Family (Fox)

Restrepo-Inferno

in Afghanistan (Ngc)

Great Migrations

(Ngw)

WwII-La guerra

degli italiani (History)

-

American Horror

Story (Fox)

Tesoro, salviamo

i ragazzi (Fox Life)

La banda della Maglia-

na-La vera storia

(History)

-

Da Vinci’s Demons

(Fox)

Cucine da incubo

(Fox Life)

Mafia bunker

(History)

Fox Life Hd

History Hd

Nat Geo Adventure Hd

Nat Geo Wild Hd

Homeland (Fox)

Touch (Fox)

Costa Concordia (Ngc)

Gli apocalittici it.

La mala del Brenta

(Ngc)

Titanic (Ngc/History)

Mankind (History)

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(Hist.)

196

37 anni34 anni

8

2003nel

2013nel

DIPENDENTI

ETÀ MEDIA

DONNE (%)

75% 53%

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ds (Fox Cr.)

(Fox Cr.)

Giuda

della vita

a del (History)

uzione (History)

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duzione è sempre aumentata. E si è anchediversificata nei generi. Siamo partiti con ilfactual per passare alle fiction con ‘Boris’, acui sono seguiti investimenti notevoli perlavori come ‘Donne assassine’ e ‘Il mostrodi Firenze’. Poi abbiamo aperto all’universofemminile con programmi realizzati perFox Life, tra cui la recentissima edizioneitaliana di ‘Cucine da incubo’ che ha datovita alla nuova star televisiva dei fornelli, lochef Antonino Cannavacciuolo. Il nostroimpegno sul fronte dei contenuti originalicontinuerà e, anzi, si intensificherà perchévediamo che queste proposte sono semprepiù cercate e apprezzate.

Prima - Oltre a essere il capo di Fox inItalia e in Germania, a maggio lei è statonominato chief operating officer di tutti icanali europei e africani, ruolo che le offreuna visione privilegiata sullo sviluppo dellatelevisione e che le permette di conoscerebene le caratteristiche dei singoli mercati.Quali sono quelle della tivù italiana?

D. Londoño - La struttura del mercatoitaliano è particolare, direi unica. Dopo an-ni di duopolio Rai e Mediaset il panoramasi è allargato con il contributo di La7, diSky e del digitale terrestre che offre unagrande ricchezza sulla free ma che impattapesantemente sul lavoro che dobbiamo fareper portare gente sulla pay. Direi comun-que che la principale caratteristica che di-stingue l’Italia dagli altri mercati europei èla presenza massiccia della televisione pub-blica, che se era già forte prima col digitaleterrestre ha conquistato ancora più posizio-ni. Una situazione difficile da capire per chicome il sottoscritto è cresciuto negli StatiUniti: per me è stranissimo che i canalipubblici possano avere così tanto spazio eavere ripercussioni tanto pesanti su una in-dustry che credo debba essere soprattuttocommerciale.

Prima - Ci spieghi meglio come il digitaleterrestre free ha influito sul mondo pay.

D. Londoño - Frammentazione significache più gente si sposta su più canali. Unasituazione che appare in tutta evidenzaanalizzando il dato di ascolto della ‘reach’,i contatti giornalieri, dove assistiamo a unvalore percentuale che si abbassa progressi-vamente poiché i telespettatori si muovonosu molti canali. Fortunatamente questo fe-nomeno è compensato dal fatto che chi viene a trovarci ri-mane sempre più tempo con noi. L’Ats, average timespent, cioè il tempo speso sulla rete aumenta ed è un otti-mo indicatore del gradimento dei nostri canali.

Prima - Oggi il gruppo Fox raccoglie circa l’1,6% di sha-re. Siete soddisfatti?

D. Londoño - Quando siamo arrivati in Italia non era-vamo monitorati e dovevamo accontentarci di ricerchequalitative. Non potevamo immaginare di poter raggiun-gere ascolti che sfiorano l’1,7% sul totale individui e su-perano il 2% sul target commerciale. Siamo quindi mol-to soddisfatti.

Prima - Qual è il canale che le ha riservato le maggiorisorprese?

D. Londoño - Voglio essere molto sincero: da Fox Crimeci aspettavamo buoni risultati, ma non di queste dimensio-ni. Quando è nato, nel 2005, le serie come ‘Csi’ erano giàtrasmesse e funzionavano bene perché, come diciamo noi,sono contenuti ‘watch together’, cioè capaci di coinvolgereun target omogeneo femminile e maschile. Ebbene, FoxCrime è stata una splendida sorpresa: è subito diventato ilcanale numero uno, il più visto su Sky, un primato chemantiene tutt’ora e un formato che in tanti hanno cercatoe cercano di copiare. Intervista di Roberto Borghi

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Alcuni programmi trasmessi sui canali Fox: 1) Antonino Cannavacciuolo, chefprotagonista dell’edizione italiana di ‘Cucine da incubo’ su Fox Life; 2) ‘The Brid-ge’, la nuovissima serie in onda su Fox Crime dal 18 luglio; 3) Ennio Fantastichini(a sinistra), protagonista della miniserie ‘Il mostro di Firenze’ su Fox Crime; 4) unacronista sportiva in onda su Fox Sports in Brasile; 5) un documentario di Nat GeoWild; 6) il cast della serie ‘Boris’ su Fox.

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Pino Rozzi – come gli capita spesso di fare – parlaanche a nome di Roberto Battaglia, con cui daanni forma una delle coppie creative più affiata-te e premiate dell’advertising nazionale. Al ‘ser-vizio’ di Sky, prima con Red Cell e poi con 1861United – nata come spin off della sigla d’origine

e con Rozzi e Battaglia ai vertici – i due hanno firmato ocoordinato tante delle campagne simbolo della storia dellapay tv satellitare. “Anche per la nostra agenzia”, raccontaRozzi, “sono stati dieci anni importanti, decisivi, intensi.Sky è stato e rimane per noi molto più che un cliente. Neltempo abbiamo costruito nell’azienda rapporti di amicizia,sintonie professionali e umane che abbiamo verificato an-che fuori dal contesto del lavoro. Un rapporto magico, checi ha messo nelle condizioni ideali per lavorare. C’è semprestata una ‘chimica’ favorevole. Non ce ne vogliano, se io eRoberto ci sentiamo moralmente parte del gruppo. Oramaiviviamo le loro sfide con il grado di coinvolgimento di chi èdentro”.

Rozzi e Battaglia diventano la prima agenzia di Sky ancheperché a luglio del 2003 avevano già maturato un’expertiseunica nel media, l’editoria, la televisione. Avevano lavoratosia per Stream che Tele+ prima della fusione, vinto tanti pre-mi con Mtv, senza farsi mancare consulenze anche per Di-scovery, Cartoon Network, Rtl 102.5. “Le televisioni, e quellea pagamento in particolare, sono una tipologia di clienteparticolarmente stimolante. Quando parli allo spettatore tirivolgi contemporaneamente a una persona che ha dentro disé il tifoso, il papà, il viaggiatore avventuroso (virtuale o me-no), sul filo di una serie articolata di segmentazioni psicolo-giche e sociologiche. Non è la stessa cosa – con tutto il rispet-to – se parli al consumatore che deve comprare un’auto, se‘vendi’ un vestito o un formaggino. Sky è come un diamantecon tante sfaccettature”.

Quando Rozzi e Battaglia vinsero la gara, ancora conRed Cell, avevano voglia di dimostrare di che pasta fosserofatti. Racconta Rozzi: “Ci hanno detto che avevamo vinto ilpitch Sky perché avevamo proposto un’idea differente da

quella di tutti gli altri competitor. Il concetto di base, repli-cato in tante campagne, era quello di fare scendere il testi-monial dal piedistallo, accorciando le distanze tra il pub-blico e la star, come tra i potenziali abbonati e la pay. Loabbiamo fatto tante volte, ogni volta in maniera diversa,vuoi inserendo John Travolta in un nucleo familiare nor-male, vuoi mischiando i calciatori ai propri fan, usandosempre la chiave dell’ironia e, spesso, il registro del surrea-le. Una piccola rivoluzione in un periodo in cui i testimo-nial rimanevano nell’iperuranio, icone inavvicinabili”.

Un segno distintivo, una cifra chiara che è tornata utile an-che quando il contesto è cambiato. A rendere le cose ancorapiù complicate è stata la nascita del digitale terrestre, laframmentazione dell’offerta; nella pay tv è arrivata MediasetPremium che ha spostato il tenore dei messaggi su contenuti‘price oriented’. “A noi”, continua Rozzi, “spettava il compitodi tenere alto il livello, continuare a far passare il concettodel ‘value for money’”.

FAR SCENDERE IL TESTIMONIALDAL PIEDISTALLOL’IDEA DI AVVICINARE IL PUBBLICO ALLA STAR È ALLA BASE DI MOLTE CAMPAGNE FIRMATE DA 1861 UNITED, L’AGENZIACHE DA DIECI ANNI LAVORA PER CREARE LA PUBBLICITÀ DI SKY

Pino Rozzi (a destra) con Roberto Battaglia. I due creativi, fonda-tori nel 2006 della 1861 United, da dieci anni lavorano per la co-municazione di Sky. Oggi gli art director che lavorano su Skysono Max Verrone e Mario Esposito.

Alcune immagini delle campagne più significative firmate da 1861 United per Sky Italia: 1) ‘Koala’ del 2004 per il calcio, con Gigi Buffon testi-monial: “L’offerta è talmente ricca che il grande calcio non ti lascia mai. È sempre con te”; 2) John Travolta (2004) porta il grande cinema nel-le case degli abbonati con la campagna ‘Il grande cinema vive con te’; 3) ‘Lacrime’ (2009) racconta l’alta definizione applicata al cinema, unamplificatore di emozioni; 4) ‘Miracoli’ (2011): “Solo su Sky un’offerta sportiva unica, unita alla tecnologia più avanzata, può fare miracoli”.

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