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XVII 02/2017 © Caffè Moak S.p.A. it Premio Afrodite: Annalisa Spadola premia Chiara Francini Moak rivoluziona la linea horeca: nuove miscele e nuovo look Caffè Letterario Moak 2017: record di iscrizioni Musica e caffè. Betty Senatore incontra Chiara Civello

Premio Afrodite: Annalisa Spadola premia Chiara … · Step by Step - Alan Parson Project Guarda il video dei 50 anni Moak pag 04 - tazzine Moak, edizione speciale 50 anni pag 05

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XVII 02/2017© Caffè Moak S.p.A.

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II – Tutto questo in soli dodici mesi, grazie alle persone che lavorano in Moak, orgoglio e anima di questa azienda, per sua natura dinamica e ambiziosa –

Partners

Spedizione poste italiane – cod.sap. n.30907349 – DCBCentrale/PT Magazine iscriz. R.O.C.n.23325 – validadal 18/03/2013 – Aut. Trib. Modica n.218/2013 VG –Notizie n.2/2013.

Direttore Responsabile: Sara Di Pietro

Redazione, foto e progetto grafico:Annalisa Spadola, Marco Lentini, Paolo Pluchino, Gianluca Campo,Sara Di Pietro, Sergio Iacono, Stella Orlandino

Fotografia di copertina: Direzione artistica for[me]moakIllustrazione di Angelo Ruta

Editore: Moak Holding S.p.A. Viale delle Industrie, 49-51-53 – 97015 Modica (RG)tel.+39 0932 904755www.caffemoak.comUfficio stampa: [email protected]

Azienda certificataISO 9001-14001-22000e conforme agli standard BRC E IFS

Stampa in esclusiva per Moak Holding S.p.A.a Soveria Mannelli (CZ)A norma dell’art. 7 della legge n. 196/03 il destinatario

può avere accesso ai suoi dati, chiedendo la modifica o lacancellazione oppure opporsi scrivendo a:Moak Holding S.p.A. Viale delle Industrie, 49-51-5397015 Modica (RG) – Italy

A dispetto degli scaramantici, il 2017 per Moak è un anno importante. Non solo perché festeggiamo i 50 anni. Da gennaio abbiamo adottato, nell’ottica di una vera trasformazio-ne digitale, l’ambiente SAP HANA, il software gestionale che ci permetterà di supportare la crescita aziendale. Abbiamo ampliato e radi-cato la nostra presenza all'estero, stringendo nuove alleanze commerciali, come in Grecia e in Germania. In Italia l'acquisizione della distri-buzione diretta in alcune regioni migliorerà il rapporto di fidelizzazione con i nostri clienti e partner. Questo autunno lanceremo il restyling della gamma di prodotti horeca, arricchita di nuove miscele e supportata da una nuova campagna di comunicazione. Grazie alla pre-senza di designer interni, inoltre, il materiale pubblicitario firmato e brevettato da for[me]moak – presentato in anteprima lo scorso gennaio al Sigep di Rimini – sarà lanciato sul mercato entro l'inizio del 2018. Tutto questo in soli dodici mesi, grazie alle persone che lavorano in Moak, orgoglio e anima di questa azienda, per sua natura dinamica e ambiziosa. A Ottobre, mese in cui spegnerà le sue 50 candeline, Moak ne avrà di regali da scartare.

Giovanni Spadola Presidente Caffè Moak

commenta su Twitter l’editoriale con l’hashtag

#caramoak. seguici su @twitmoak

editoriale

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Moak celebra 50 anni

Moak rivoluziona le linee horeca: nuove miscele e nuovo look

Caffè Letterario Moak 2017. Record di iscrizioni alla XVI edizione

Fuori Fuoco Moak 2017

Dopo il mondiale di Budapest, il campione italiano Marco Poidomani pronto a nuove sfide

il caffè tra dolce e salato

La Grande Sfida Fairtrade nei bar con Caffè Moak

Premio Afrodite 2017: Annalisa Spadola premia l’attrice Chiara Francini

Moak people contest

My Music Cocktail,i drink a base di musica

Musica e caffè. Betty Senatore incontra Chiara Civello

I vincitori di “Sicilia Felicissima”

Caffè Moak partner di Taobuk 2017 e testimone di una storia imprenditoriale di successo

ll caffè tra design e architettura del paesaggio. Moak al Radicepura Garden Festival

Caffè e sani dintorni

Caffè Moak rafforza la distribuzione in Grecia

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In copertina"My Music Coffee"

indice

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Il 2017 è l'anno in cui Moak festeggia 50 anni di attività e per celebrarli insieme ai nostri lettori, abbiamo voluto raccontare la nostra storia attraverso lo sguardo e

l'anima dei suoi protagonisti, scovando aned-doti e testimonianze di chi questa storia l'ha vissuta e continua a viverla. Nel numero precedente* vi abbiamo racconta-to come è nata la passione di Giovanni Spado-la per il caffè. Siamo alla fine degli anni '70 e nel decennio successivo, grazie all'ennesima intuizione del suo fondatore, Moak continua la sua ascesa.

Gli anni del - 1977-1987“Nel business come nella vita il rischio è un elemento essenziale. Chi non assume rischi non può avere successo”. Richard Branson

Esattamente dieci anni dopo aver fondato Moak, Giovanni Spadola si convinceva sempre di più che per avere successo bisognava anche rischiare. Era il 1976 e in Brasile, uno dei maggiori produttori di caffè al mondo, una grossa gelata causò una grandissima perdita di produzione di caffè crudi e di conseguenza l'aumento vertiginoso del prezzo. “Pensai – racconta - che quella era un'occasione, forse folle, ma che poi risultò vincente. Acquistai una quantità tale che, se avessi dovuto venderlo tostato, per la produzione di allora sarebbe bastato per almeno quattro anni. Im-magazzinai il prodotto in un momento di crisi, grazie anche alla fiducia che mi diedero le banche e cominciai a vendere il caffè crudo ad altri torrefattori e importatori”. Da quell'ope-razione ne ricavò grandi guadagni che investì

subito in nuovi macchinari e in una nuova sede. Era arrivato il momento di spostarsi dal vicolo di Modica Alta. Per quanto il legame con quelle viuzze frastagliate e con la casa in cui era nato e cresciuto fosse forte, era necessa-rio ampliare i locali e renderli facilmente rag-giungibili. Scelse Modica Sorda, la parte nuova della città, oggi quartiere residenziale a due passi dal polo commerciale. Ancora oggi da quelle parti si rimpiange il profumo di caffè to-stato che dava il buongiorno ai suoi abitanti. Nel 1979 uffici, produzione e magazzino erano pronti per ospitare in 500 mq la nuova Moak. Nel nuovo ufficio di papà, Alessandro – che all'epoca aveva poco più di 11 anni - cominciò ad assaporare l'azienda non più con gli occhi da bambino, ma da aspirante imprenditore. “Tutti i pomeriggi – racconta Giovanni – veniva con me a lavoro e seduto alla mia scrivania faceva i compiti. In torrefazione, mi diceva, riusciva a studiare e a concentrarsi. Oltre alla gioia di averlo accanto, vedevo nel suo sguar-do il futuro di Moak. Finiti i compiti, scendeva in produzione affascinato dalle onde circolari che i chicchi ricreavano muovendosi lenta-mente nella tostatrice, portandosi addosso a casa il profumo impregnante di caffè”. A metà degli anni '80, grazie anche all'as-sunzione di nuovi collaboratori, Giovanni potè permettersi di allontanarsi per qualche settimana e raggiungere i Paesi produttori per vedere con i suoi occhi e toccare con mano le rigogliose ciliegie da cui estrarre i migliori chicchi di caffè. “Il mio primo viaggio nelle piantagioni – ci dice nostalgico – fu a San Paolo in Brasile. Se non ricordo male, era il 1985. Ricordo invece bene

che per raggiungere la fazenda impiegammo quattro ore di pullman, più un bel tratto a piedi di strada sterrata. Ancora più indelebile nella mia memoria è lo stupore che ebbi nelle favelas alla vista di quelle piante, inebriato dai profumi di caffè misto ad agrumi, spezie e cioccolato. Purtroppo, in questi luoghi, come in altri paesi produttori che ho visitato, ci si scontra con un'altra realtà, quella politica e sociale. Il Brasile era appena uscito dal secolare regime di dittatura e in quegli anni le discriminazioni sociali erano ancora molto forti. Di quel viaggio mi porto anche il ricordo di un brutto episodio: una sera fui invitato ad un congresso internazionale sul caffè. Nell'al-bergo dove alloggiavamo verso mezzanotte un commando di circa trenta uomini armati fece irruzione, tenendo in ostaggio il personale e alcuni ospiti Io e mia moglie a quell'ora eravamo in camera. Fummo tutti derubati, ma per fortuna, il loro intento era solo quello di svaligiare le casseforti. Dopo quel viaggio, ne seguirono altri negli anni successivi, di cui ancora custodisco ricordi e forti emozioni.”

*vedi numero precedente pag. 4-5 Le origini 1967-1977

Moak celebra 50 anni

Brano consigliato perla lettura di questo articolo:Step by Step - Alan Parson Project

Guarda il video dei 50 anni Moakpa

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Restyling e nuove miscele per l’intera gamma horeca. Nell’anno in cui festeg-gia i suoi 50 anni, Moak riafferma il suo temperamento vivace e in continua

evoluzione. In linea con il nuovo assetto orga-nizzativo e l’apertura di nuove sedi all’estero, l’azienda allarga gli orizzonti ampliando non solo la gamma delle miscele, ma lanciando una nuova campagna visual a supporto dell’ambi-zioso progetto di riposizionamento del brand nei diversi mercati internazionali.

La miscela top Aromatik resta la regina di casa Moak. Fedele al nome e al suo stile so-brio, il nuovo visual della linea pubblicitari si colora invece di una veste più istituzionale ed elegante con la scelta del nero e bianco, colori neutri in versione “gessato” che comunicano attraverso un linguaggio iconografico il nuovo lifestyle dell’universo aromatik.

Invariata la linea Decaffeinato, dove la tazzina col manico verde resta l’elemento che contraddistingue il blend e comunica con immediatezza la leggerezza del prodotto dal basso contenuto di caffeina.

Le linee horeca Deluxe e Superior si uniscono, invece, sotto un’unica gamma: Essential. Del-la nuova famiglia fanno parte le miscele Stella, Brasilea, Soave, Andalusia, Servito e Coffee Break. Il packaging nella confezione in grani da un chilo resta uguale, mentre la nuova campa-gna visual “music” è un’esplosione di energia e di colori: dalla scelta dei materiali dei prodotti pubblicitari al linguaggio iconografico che interpreta in stile pop gli strumenti e i per-sonaggi legati ai sei generi musicali, già noti nella linea serving “my music coffee”.

Nuovo ingresso nella gamma prodotti con la linea Colonial, che adotta dalla precedente Deluxe le due miscele Dolce Vita e Special Bar. Alla nuova famiglia - in confezioni da 1kg - si uniscono due nuovi blend: Dreamland e Passenger, caffè filtro composti da pregiati qualità di Arabica e tostati per ottenere un perfetto caffè all’americana. Passano a Colonial anche Bio Fair e Bio Fair Plus, caffè che vantano le certificazioni Biologico e Fairtrade, le uniche della gamma proposte in confezioni da 500 gr. La linea Colonial – rivolta soprattutto ai locali che coniugano tradizio-ne, sostenibilità e innovazione – si distingue con un nuovo packaging in carta kraft, in cui le illustrazioni raccontano la storia dei paesi produttori di caffè, mentre l’indicazione �1967� evidenzia con orgoglio l’anno di fonda-zione dell’azienda.

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Moak rivoluziona le linee horeca: nuove miscele e nuovo look.

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Ogni anno poter annunciare l’ennesima edizione è sempre una piacevole e stimolante conquista. Caffè Letterario, primogenito del progetto Moak Cultura,

compie sedici anni e si arricchisce di storie, racconti e nuovi talenti. In tutte le edizioni Moak non nobilita il caffè solo attraverso I Racconti sul caffè – l’antologia dei migliori elaborati selezionati dalla giuria - ma renden-do omaggio anche a uno scrittore famoso, perché resti nella memoria. L’edizione 2017 dedica la silhouette, diventata ormai icona e veicolo di comunicazione del concorso, a Charles Baudelaire, il più grande e innovativo scrittore francese dell’Ottocento, considerato maestro del simbolismo e “poeta maledetto”, per il quale quest’anno si celebra il 150° anniversario della sua morte. L’illustrazione di for[me]moak richiama anche a Le Fleurs du mal, l’opera per la quale il poeta fu denunciato per oltraggio alla morale pubblica e offesa alla morale religiosa, ma che rappresenta uno dei capolavori al mondo nella storia della letteratura.Il boom di partecipanti della XVI edizione (il più elevato nella storia del concorso) afferma la crescente passione per la scrittura di molti

giovani e affermati autori italiani e conferma l’autorevolezza del progetto promosso da Moak, che ogni anno seleziona con cura una giuria di esperti, chiamati a valutare opere che profumano di caffè misto ad inchiostro.Quest’anno presidente è Andrea Vitali. Me-dico di professione, ha coltivato da sempre la passione per la scrittura esordendo nel 1989 con il romanzo Il procuratore. Nel 2006 vince il premio Bancarella con La figlia del podestà e nel 2009 il premio Campiello, quando è stato anche finalista del premio Strega (Almeno il cappello). Nel 2008 gli è stato conferito il premio letterario Boccaccio per l’opera omnia e nel 2015 il premio premio De Sica.Al suo fianco lo scrittore Guido Conti - già giurato nelle scorse edizioni - che dopo il successo internazionale de “Il volo felice della cicogna Nilou” (Rizzoli 2014) tradotto in Gre-cia, Spagna e Corea del sud si è recentemente confermato una guida preziosa per chi vuole avvicinarsi alla scrittura, prima con i volumi “La scuola del racconto “ usciti in allegato al Corriere della Sera e recentemente con il manuale “Imparare a scrivere con i grandi” (Rizzoli 2016). Altro prestigioso membro di giuria il poeta Davide Rondoni. Ha fondato e dirige il centro di poesia contemporanea dell’Università di Bologna. È direttore artistico del festival Dante 09 in Ravenna. È presente nelle più

importanti antologie di poesia italiana del secondo Novecento edite da Mondatori e da Rizzoli. È stato anche consulente Rai per la Fiction. Editorialista di Avvenire e de Il Tempo. Unica siciliana in giuria Nadia Terranova. Col-labora con diverse testate tra cui IL de Il Sole 24 ore, Internazionale e Il Foglio, ed è docente alla Scuola del libro di Roma. Ha pubblicato diversi libri per ragazzi tra cui Caro diario ti scrivo… (Sonda, 2011, segnalato al Premio Elsa Morante Ragazzi, vincitore del Premio Mariele Ventre). A gennaio 2015 è uscito il suo romanzo d’esordio Gli anni al contrario, vincitore di numerosi e importanti premi. Tra i giurati, negli ultimi anni è stato sempre presente un librario. Quest’anno la scelta è ricaduta su Luca Nicolini, ideatore ventuno anni fa del Festivaletteratura di Mantova, il più conosciuto festival culturale italiano, tra i più importanti d’Europa. La giuria annuncerà i vincitori il prossimo 18 novembre, durante la Serata di Premiazione dei Concorsi, presentata anche quest’anno da Betty Senatore di Radio Capital.

www.caffe-letterario.it

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Caffè Letterario Moak 2017. Record di iscrizioni alla XVI edizione

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A raccontare il caffè attraverso le im-magini saranno i partecipanti di Fuori Fuoco Moak, il concorso internazionale di fotografia che Moak promuove da

quattro edizioni. A loro si chiede non solo la capacità di utilizzare la macchina fotografica, ma di sapere intercettare le proprie emozioni e trasformarle in imput per costruire un mini-reportage di tre immagini. Fuori Fuoco - come suggerisce lo stesso nome del concorso – invita a catturare sguardi, paesaggi e persone in cui il caffè, anche se fuori fuoco, può non essere rappresentato palesemente ma diven-ta filo conduttore. A giudicare gli scatti una attenta giuria presieduta da Laura Serani. Vive a Parigi dove ricopre il ruolo di Présidente du Jury presso Prix Résidence pour la Photographie de la

Fondation des Treilles. Presidente della giuria per la fotografia della Fondation Les Treilles dal 2015, è stata anche delegata artistica del Mois de la Photo à Paris e direttrice delle Ga-leries Photo et numériques e della Collezione fotografica della Fnac per l’Europa, il Brasile e Taiwan. Autrice di vari libri tra i quali La foto-grafia tra storia e poesia, ha collaborato con diverse istituzioni culturali, come la Maison Européenne de la Photographie e l’Institut Italien de culture a Parigi e il MAMM (Museo delle Arti Multimédia di Mosca).Ad affiancarla un’altra donna, Alberta Cuccia, già photo editor di Casamica, magazine bimestrale allegato del Corriere della Sera e attualmente photo editor di Rolling Stone Italia. In giuria anche Vincenzo Vigo, copywri-ter, in passato direttore creativo in impor-tanti agenzie italiane e internazionali come Armando Testa. Ha firmato campagne e format di successo: “Denghiu” con Aldo Biscardi per De Agostini, “The Jumper” per Sammontana, Lottomatica “La nuova smorfia” e BMW “New York”. La scelta dei vincitori dell’edizione 2017 dipenderà anche dal fotografo e gior-nalista romano Maurizio Riccardi, fondatore e direttore del Gruppo AGRPress. Figlio d’arte (il padre noto fotografo della “Dolce Vita”)

collabora, nel settore fotografico, con le maggiori agenzie stampa italiane, tra cui l’Asca, l’Ansa, AdnKronos. A giudicare, invece, gli scatti come strumento di comunicazione e di marketing sarà Marco Lentini, art director di for[me]moak (agenzia pubblicitaria interna di Moak) e socio Aiap (associazione italiana design della comunicazione visiva). La giuria di Fuori Fuoco selezionerà cinque fi-nalisti che concorreranno al podio il prossimo 18 novembre, data in cui saranno annunciati i tre vincitori.

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Fuori Fuoco Moak 2017

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A pochi mesi dalla finale mondiale di Budapest del campionato World Coffee in Good Spirits - la gara in-ternazionale di drink a base di caffè promossa da SCA (Speciality Coffee

Association) – il campione italiano Marco Poi-domani si prepara ad affrontare nuove sfide, facendo suo il pensiero di Napoleon Hill, sag-gista statunitense dell’800:“Non devi temere la sconfitta se credi che possa svelarti poteri che non sapevi di avere…essendo tenaci si diventa vincenti”.

Il tuo motto è “non arrendersi mai”. Da cosa nasce questa consapevolezza?Dall’esperienza in primis, ma anche dal mio carattere tenace e ambizioso (e pure un pò testardo). Ho inseguito per anni il sogno di portare a casa il titolo di campione, affron-tando sfide, sacrifici, spesso ingoiando rospi amari. Non mi sono mai arreso e neppure illuso e alla fine il risultato è arrivato lo scorso gennaio, con la coppa di campione italiano di Coffee in Good Spirits.

Lo scorso giugno ai mondiali di Budapest hai rappresentato l’Italia. Cosa ti è rima-sto da questa esperienza?Partecipare alla finale mondiale è stata un’esperienza entusiasmante e formativa, non solo dal punto di vista professionale ma anche

umano. Da un lato senti il peso della respon-sabilità di rappresentare al meglio la categoria e non deludere chi ti ha sostenuto; dall’altro trai forza e insegnamento dal confronto con gli altri concorrenti, tutti campioni nazionali provenienti da paesi di tutto il mondo e impari a gestire le tue emozioni, messe a dura prova dalla competizione.

Tra i tuoi motti c’è anche “la vera sfida è saper osare”. È ciò che fai quando crei un drink?La continua ricerca e lo studio in questo settore in continuo cambiamento mi hanno permesso di sperimentare e ottenere nella mia carriera importanti risultati. Per chi osa, c’è il rischio di non essere compreso da molti, ma anche la soddisfazione di mettersi in gioco.

A Budapest hai portato drink al caffè ispi-rati alla tua terra. Da cosa è nata l’idea? Nella mia gara ho portato un pezzo della Sici-lia, tre elementi forti della mia terra: il sole, il mare e il vulcano. Gli stessi che accomunano i luoghi dove sono coltivati i monorigine che ho selezionato nei miei drink: il sole che asciuga il caffè naturale Black Lion, di Yirgacheffe in Etiopia; il mare fonte di vita come l’acqua utilizzata per il caffè semi lavato Ghesha del Costarica. Infine il vulcano: in Sicilia la sua presenza sovrasta e influenza il temperamen-to del popolo che lo abita, mentre nelle terre dove crescono le piante di caffè, rende le piante ancora più rigogliose.

A chi vuoi dire “grazie”?Il primo ringraziamento va senza dubbio ai miei figli Giorgio e Ilaria e a mia moglie Valeria, che mi sostengono ogni giorno e ai quali, con grande sacrificio, spesso tolgo del tempo. Grazie anche il mio coach Andrea Lattuada, al gruppo Moak e al team di Moak People Training.

La tua prossima sfida?Il giorno dopo la vittoria del campionato italia-no ero già alla ricerca di un nuovo caffè per la preparazione del cocktail da presentare ai mondiali. Il giorno dopo la finale di Budapest ero già in sala ad allenarmi e a sperimentare nuovi drink. La mia sfida quotidiana – per il ruolo di trainer che ricopro - è non smettere di studiare, ma anche quella di saper insegnare.

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Dopo il mondiale di Budapest, il campione italiano Marco Poidomani pronto a nuove sfide

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II

In Sicilia è così: si cresce tra i fornelli della nonna e i sughi della domenica. Gli odori e i profumi di quei piatti si portando nel cuore e nella memoria, fino a trasformarsi in passione e fonte di ispirazione. Così è stato per Giovanni Santoro, giovane chef stellato del resort Shalai di Linguaglossa, sulle pendici dell’Etna. La sua cucina è infatti ispirata dalla grande ricchezza del territorio e dosa sapientemente il concetto di stagionalità, che gli permette la lavorazione di prodotti eccellenti in ogni periodo dell’anno, a quella della briosa creatività. “Il palato va sempre coccolato e mai stravolto”, sembrano dire i suoi piatti. Ed è ciò che abbiamo provato al primo assaggio di un’inedito tonno rosso marinato al caffè.

Tonno rosso del Mediterraneo marinato al caffè Ingredienti per due persone. Per il tonno marinato al caffè: sale 50 gr., zucchero di canna 50 gr, caffè moak in polvere 50 gr, tonno rosso 400 gr. Per il chutney di cipolla:cipolla rossa 300 gr, zucchero di canna 50 gr, anice stellato 10 gr, mezzo bicchiere di aceto di vino rosso. Per il crumble di frolla salata: farina “00” 200 gr, burro 50 gr, tuorli 3, latte 50 gr, polvere di caffè 20 gr. Per la salsa moka: tuorli 6, panna 200 gr, caffè in polvere 50 gr.

In via Sampolo, nel cuore di Palermo, a due passi dalla centrale via Libertà e dal porto, da più di mezzo secolo il Bar Pasticceria Sampolo è il tempio dei dolci tipici sicilia-ni. Nel 1956 Salvatore Gambino notò che quella via, una delle più antiche della città dove i nobili palermitani trascorrevano le vacanze estive, era perfetta per aprire la sua attività: una pasticceria siciliana e la produzione di irresistibili gelati artigia-nali. Una intuizione azzeccata e ripagata dalla grande attenzione alla qualità e alla ricerca, nel rispetto delle tradizioni. Negli anni ‘90 entrano al suo fianco i figli Enrico e Carmelo. Sarà il primo ad occuparsi del laboratorio e della produzione artigia-nale, facendo tesoro dei consigli del suo mentore. Famosi i suoi bignè. Per noi li ha preparati al caffè. “Il vero talento – dice a chi lo affianca – si misura dalla prepara-zione di dolci semplici”.

Soave al caffèIngredienti per il bignè: 125 ml acqua, 50 gr burro, 75 gr farina, 3 uova, q.b. sale; per la crema al latte: 450gr latte fresco intero, 50gr panna fresca, 150gr zucchero semolino, 45gr amido di mais, 30gr farina 00, ¼ bacca di vaniglia; panna fresca semi montata: 500 ml panna, 25 gr zucchero semolino, 2 tazzine caffè espresso Moak, 15 gr caffè liofilizzato Moak.

Procedimento(1) per il tonno marinato: unire tutti gli ingredienti massaggiando con cura il tonno e far riposare per 20 minuti circa. Successivamente scottare in padel-la antiaderente formando una crosta esterna uniforme. (2) per il chutney dicipolla: tagliare la cipolla rossa a julienne e condire con zucchero di canna e anice stellato, facendo cuocere a fuoco moderato. Appena risulterà maturata sfumare con aceto di vino rosso. (3) peril crumble: sabbiare farina, burro morbido e polvere di caffè in planetaria con l’aiuto della foglia. Unire successivamente i tuorli e il latte fino ad ottenere un composto omogeneo. Far riposare in frigo per circa 20 minuti e cuocere in forno a 185° per 10 minuti circa. Quando il composto sarà freddo sbriciolare come un crumble.(4) perla salsa moka: in un tegame portare a 60 gradi la panna. Successivamente unire i tuorli e caffè in polvere precedentemente sbattuti. Far cuocere a fuoco moderato fino ad ottenere una crema inglese.

Composizione del piattoVersare al centro del piatto la salsa al caffè, adagiare sopra le scaloppe di tonno precedentemente scottato e guarnire in forma regolare con il crumble al caffè e il chutney di cipolla.

Procedimentoper i bignè: mettere l�acqua in un pen-tolino, unire il burro tagliato a pezzetti, portare ad ebollizione e versare la farina setacciata mescolando energicamente. Cuocere il composto per alcuni minuti mescolandolo e stendendolo sul fondo del recipiente in continuazione finche risul-terà ben asciutto ed inizierà a sfrigolare. Togliere dalla fiamma, lasciare intiepidire quindi amalgamare poco per volta e con forza le due uova sbattute. Mettere l�impasto in una tasca da pasticceria con bocchetta liscia e far scendere tanti piccoli bignè (a una distanza di 3 cm uno dall�altro) su una teglia foderata con un foglio di carta da forno. Infornare per 20/25 minuti a 125° gradi con valvola aperta.Per la crema di latte: mettere in un recipiente il latte, la panna fresca, lo zuc-chero e la bacca di vaniglia. Versare il 70% del composto in un pentolino e portare ad ebollizione. Al restante 30% unire le farinesetacciate; infine aggiungere il composto al liquido e mescolare lentamente fino a che la crema si sarà addensata. Togliere dal fuoco, fare raffreddare e setacciare affinché il composto sia ben fluido. Incor-porare il caffè espresso e il quello solubile, quindi aggiungere la panna semi montata fino ad ottenere una crema molto soffice.

EnricoGambino

Il caffè tra Dolce e Salato

Giovanni Santoro

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Una nuova alleanza tra Caffè Moak e la Fnb Trade, società che opera in Grecia nel settore ho.re.ca. La nuova conso-ciata, che già da qualche anno distri-

buisce per il mercato ellenico i prodotti Moak e Marsalì, ha appena siglato l'accordo con la Holding. Un'intesa in linea con la strategia di internazionalizzazione del brand avviata nel 2016, che mira a rafforzare in modo diretto la propria presenza nei mercati esteri. Dopo la filiale commerciale di New York, Malta e la nuova apertura in Germania, la partnership con Fnb Trade rappresenta un ulteriore inve-

stimento in un mercato in forte ripresa, come quello greco. “In questi ultimi anni – spiega Alessandro Spadola, CEO della Holding – no-nostante la crisi economica globale, abbiamo registrato un incremento delle quote export in Grecia e un posizionamento del nostro brand in un segmento alto di clientela. Risultati ottenuti grazie al lavoro svolto da Fnb Trade e alla professionalità di Anastasios Antono-poulos, che ha condiviso da subito la nostra filosofia aziendale ed è riuscito a trasferirla ai suoi clienti. Avere un'unità operativa Moak in Grecia ci consentirà di essere più vicini al cliente finale e di agire in modo più efficace sulle leve commerciali e di marketing”.“Siamo felici del nuovo accordo stipulato con Caffè Moak – dichiara Anastasios Antono-poulos. Ceo di Fnb Trade – oggi tra le aziende

leader sul mercato italiano e che ha influenza-to in modo positivo la crescita della nostra azienda”. Oltre ai prodotti horeca (Marsalì, Moak), Moak investirà nei settori del private label e del retail. “Le dinamiche del mercato estero – conclude Spadola – parlano chiaro: nel 2016 abbiamo registrato un incremento delle quote export del 10% e per il 2017 puntiamo al raddoppio. Un indice che ci invita a dare ascolto a un mercato internazionale sempre più complesso, ma in forte espan-sione. Oggi vince chi studia, intuisce e gioca d'anticipo. Per questo siamo fiduciosi che gli investimenti in Grecia ci daranno ottimi risultati”.

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Caffè Moak rafforza la distribuzione in Grecia

Quaranta mila partecipanti in 122 eventi, pubblici e privati, da Merano a Catania. È il risultato della Grande Sfida Fairtrade 2017, la campagna

promossa dall’organizzazione globale che at-traverso il marchio di certificazione Fairtrade, si propone di garantire migliori condizioni di vita per i produttori dei Paesi in via di sviluppo. La Grande Sfida Fairtrade 2017, dal 12 al 14 maggio, in Italia ha coinvolto un centinaio di locali che servono caffè Fairtrade, con l’obiettivo di promuovere verso i clienti la consapevolezza di poter fare la differenza attraverso le proprie scelte di consumo.

Tra questi, 17 hanno servito il caffè Bio Fair Moak: Bar Camparino (Pescara), Emporio Caffè (Spoltore-Pe), Bar Bamboo (Potenza), Colonial Cafè (Milano), Bar Tabarè (Modica), Caffet-teria Carmenini (Ciampino-Roma), Enoteca Trattoria Assunta (Latina-Roma), Caffè on the rock’s (Terracina-Lt), Ad Maiora-130 Small (Olbia-Ot), Madrugada (Porto Rotondo), Antica Caffetteria Farris (Budoni-Ss), I Grani (Nuoro), Paccamora Bio Bar (Enna), Grand Moritz (Catania), Bike Caffè Movimento Centrale (Si-racusa), Caffè Civico 41 (Sora-Fr), Arian Caffè (Putignano-Ba). Grazie alla collaborazione di Caffè Moak, da Pescara a Potenza e da Catania a Nuoro, in molti hanno consumato un caffè Fairtrade, sentendosi parte di un movimento globale.L’invito era quello di sensibilizzare i propri clienti a scegliere Fairtrade per la colazione o la pausa caffè, a casa o al bar, in ufficio con i colleghi o all’università. La tre giorni si è svol-ta in concomitanza con la giornata mondiale

del commercio equo, celebrata il 13 maggio in tutto il mondo. La World Fairtrade Challenge ha infatti coinvolto anche i consumatori di Austria, Belgio, Canada, Danimarca, Finlandia, Germania, Australia, Corea, Olanda, Nuova Zelanda, Norvegia, Polonia, Sudafrica, Spagna, Svezia e Stati Uniti, con l’obiettivo di organiz-zare l’evento Fairtrade più grande al mondo.

Ciascun locale ha colto l’occasione per pro-muovere campagne collaterali sul tema della sostenibilità. Tra queste “Differenziare è vita”: chi si presentava con tappi di bottiglia o carta da riciclare aveva un caffè Fairtrade gratis. Per i più coraggiosi c’è chi ha lanciato “la sfida nella sfida”: farsi tatuare il logo Fairtrade e portare a casa un premio in denaro.

La Grande Sfida Fairtrade nei bar con Caffè Moak

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Caffè Moak partner della 15° edizione del Premio Afrodite, uno dei premi più prestigiosi in Italia ideato dall’Asso-ciazione Donne nell’Audiovisivo, che

promuove l’eccellenza femminile nel campo del cinema, della fiction, dello spettacolo, del giornalismo e dello sport. Lo scorso 21 giugno si è svolta agli Studios cinematografici di Roma la serata di premiazione condotta dalla scrittrice Laura Delli Colli e da Stefano Meloccaro, giornalista sportivo che affianca Fiorello in EdicolaFiore. Quindici le donne che hanno ottenuto il ricono-scimento 2017 assegnato da una giuria fem-minile. Tra queste Chiara Francini, che dopo il cinema e la tv, esordisce come scrittrice con il libro “Non parlare con la bocca piena” (Rizzoli). A consegnare il premio Annalisa Spadola, direttore marketing di Caffè Moak, che ha

lanciato nel suo intervento un messaggio sul sessismo e sulla strumentalizzazione del corpo femminile nel mondo della pubblicità. “L’Italia – ha spiegato – rispetto a tanti altri paesi euro-pei è ancora molto lontana dall’aver definito dei confini chiari che garantiscano l’utilizzo della figura femminile nel campo della comunicazio-ne pubblicitaria, in grado di garantirle dignità ed uguaglianza. Siamo ancora tristemente spettatori di stereotipi che vedono il ruolo della donna in modo arcaico e di una mercificazione del suo corpo spesso pretestuosa ”. Sul pink carpet tantissime le donne dello spettacolo che hanno contribuito con il pro-prio lavoro, la propria creatività e immagine a promuovere la professionalità al femminile ma anche a sottolineare la sensibilità per tutti i temi che riguardano le donne. Le più premiate sono state: Valentina Bellè, attrice esordiente dell’anno per “Il Permesso, 24 ore fuori” di Claudio Amendola, Anna Foglietta, attrice regina della nuova commedia, con “Che vuoi che sia” di Edoardo Leo. A Carla Signoris, nella categoria cinema, il premio come migliore attrice non protagonista per “Lasciati andare” di Francesco Amato.

Premiate anche le attrici Alessandra Mastro-nardi, per il talento internazionale, Stefania Rocca, Francesca Cavallin e Demetra Bellina per il cast femminile dell’anno, Cinzia Th Torrini, Cecilia Zanuso, Madalina Ghenea. Per la categoria giornalismo e tv Franca Leosini e Lorella Cuccarini (personaggio dell’anno). Per lo sport, l’atleta Alessandra Sensini e infine il premio alla serie di TV 2000 “Kemioamiche”, per la qualità dell’impegno sociale nella fiction.

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Premio Afrodite 2017: Annalisa Spadola premia l’attrice Chiara Francini.

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Condividete con noi un caffè al giorno.Le migliori foto e i volti più simpatici scelti fra quelli inviati.

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Brano consigliato perla lettura di questo articolo:Cocktails for two - Carmen Cavallaro

Immaginate di tornare indietro nel tempo, a fine '800 o per i meno nostalgici negli anni '20. A condurvi in questo viaggio a ritroso la musica, dal jazz suonato nei

locali di New Orleans, mentre si beveva Vieux Carrè, al swing dell'era del proibizionismo mentre al Ciro's Club di Londra il barman Harry MacElhone inventava per una donna misteriosa il suo cocktail White Lady. Giovanni Peligra, Antonio Fiamingo e Davide De Leo, bartender trainer di MPT (Moak People Training) hanno messo in funzione la loro macchina del tempo, portandosi in valigia nel viaggio di ritorno sei ricette di cocktail, sei momenti storici e sei generi musicali. Il risultato: l'inedito menu di sei twist My Music Cocktail. “Il progetto My Music Coffee – ci spiega Peligra – che ha ispirato il menu, nasce da uno studio dello psicologo Charles Spence, che dimostra che i suoni esaltano e modifi-cano i sapori di cibi e bevande. Attraverso una ricerca, partendo dal periodo storico di massima espressione di ciascun genere mu-sicale della linea serving, abbiamo recuperato i cocktail in voga in quel momento, prenden-done spunto per creare sei twist delle ricette originali. Le abbiamo rielaborate inserendo ingredienti selezionati e di qualità, come il cioccolato modicano Bonajuto nel cocktail “Rock Spider” o il succo di arance biologiche di Sicilia nel “Bio Wallbanger”, in grado di esaltare le note sensoriali di ciascuna miscela abbinata ai sei generi musicali: jazz, classica, funk, soul, swing e rock”. Come per il rito del caffè, anche nell'ora dell'aperitivo, la musica diventa così strumento di interazione sociale di tipo multisensoriale.

Un nuovo format per l'ora felice che Moak ha voluto lanciare in occasione della nuova campagna adv 2017 My Music Coffee per trasformare il momento dell'aperitivo in una inedita esperienza. “Oggi – conclude Peligra – l'universo bar sta cambiando. I locali che si distinguono sono quelli che propongono le novità e lo fanno riuscendo a raccontare anche una storia bella e coinvolgente. Con il progetto My Music Cocktail vogliamo dare un valore aggiunto, non solo cultura del bere, ma anche cultura espressa attraverso forme d'arte, come la musica”.

My Music Cocktail

genere: Jazzepoca: fine '800cocktail: Vieux Carrètwist My Music: Caffè Vecchiomiscela My Music Coffee: Aromatik Jazzbartender: Davide De Leo

genere: Classicaepoca: inizi '800cocktail: analcolicitwist My Music: Red Energymiscela: Deca Classicbartender: Antonio Fiamingo

genere: Funkepoca: anni '50cocktail:Marvey Wallbangertwist My Music: Bio Wallbangermiscela My Music Coffee: Bio Fair Funkbartender: Antonio Fiamingo

genere: Soulepoca: anni '60cocktail: Paradisetwist My Music: Spyce Paradisemiscela My Music Coffee: Soul Coffeebartender: Giovanni Peligra

genere: Swingepoca: anni '20cocktail: White Ladytwist My Music: Black Ladymiscela My Music Coffee: Swing Coffeebartender: Davide De Leo

genere: Rockepoca: anni '50-'60cocktail: White Spidertwist My Music: Rock Spidermiscela My Music Coffee: Rock Coffeebartender: Giovanni Peligra

My Music Cocktail,i drink a base di musica

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Il caffè coinvolge tutti i sensi, come la musica. In questo numero cominciamo un breve percorso con Betty Senatore, speaker di Radio Capital, che incontrerà e

ci farà conoscere personaggi del mondo delle sette note che, nel loro stile, modo di essere e raccontarsi, ricordano le miscele My Music Coffee.

Il significato del nome Chiara è “limpida e famosa” ed è quindi destino di Chiara Civello essere famosa sia in Italia che all’estero. Chiara è infatti la prima artista italiana a esordire con la leggendaria Verve Records, la famosissima etichetta di musica jazz. A 18 anni lascia Roma per andare a Boston a studiare musica alla Berklee College of Music. Collabora da sempre con importanti nomi del panorama americano e brasiliano, come Marc Collin (Nouvelle Vague), Eumir Deoda-to, Gilberto Gil, Chico Buarque, Esperanza Spalding, Ana Carolina. Burt Bacarach, a cui fa sempre ascoltare i nuovi lavori, ha composto un brano appositamente per lei. Viaggia con-tinuamente fra l’Italia, New York e il Brasile.Tony Bennett l’ha definita “una garanzia, la migliore cantante jazz della sua generazione”, l’international Herald Tribune “la combinazio-ne di personalità, profondità e sofisticatezza impressionanti”. È un’ artista che racconta nelle sua musica il mondo che vive appieno e continuamente, visto che non ama stare nello stesso posto per tanto tempo.

Nei tuoi dischi hai raccontato lo spazio - quello fra le parole e le persone, come in “The space beetwen” (2007) e nell’ultimo cd “Eclipse” (2017) -, le immagini, quelle delle suggestioni cinematografiche. Per te la musica può procedere per immagini?Deve. Per me la musica è come una barca, mi fa attraversare luoghi e mi porta da un posto all’altro. Le immagini sono sempre state un punto forte di ispirazione per me.

Cosa rappresenta l’eclisse del titolo?“L’Eclisse è un’ombra nel sole o un sole nell’ombra, è una macchia scura che ha il sapore del vuoto e gli argini infuocati. È la fine di qualcosa e l’inizio di altro. La vita ha tante eclissi, tanti vuoti e col tempo ho imparato a lasciarli risuonare e a farli ballare”.

In questo album hai inserito alcune canzoni da film famosi. Quali sono i registi e i film che più ti hanno influenzato?Fellini, Elio Petri, Antonio Pietrangeli, Woody Allen, Antonioni, Bertolucci; dei contempora-nei amo Xavier Dolan, Gianfranco Rosi, Garrone e “The Young Pope” di Sorrentino.

In un’intervista hai confessato che “libera” è l’aggettivo che hai usato per de-scrivere quella volta in cui hai comunicato ai tuoi genitori che te ne saresti andata a Boston a studiare musica.Libera è la mia parola e i miei genitori sono stati molto bravi a lasciarmi andare via, oltre-oceano a 18 anni ad inseguire i miei sogni.

Sei molto legata sia a New York che Rio de Janeiro, la città che hai detto di averti cambiato la vita. In che modo l’ha trasfor-mata?New York mi ha dato la libertà, la mia prima grande chance con la Verve e tante informa-zioni musicali importanti mentre crescevo cantando in tutti i suoi locali, mentre Rio è la città dell’allegria, della festa e dell’altra musica che amo, dove le persone sono calde e mi hanno insegnato a sorridere di più.

Il caffè che immagine riporta alla tua mente?Il caffè è olio per gli ingranaggi del mio cervello la mattina. Lo amo e sto cercando di imparare a berlo senza zucchero come i veri esperti, ma non sono capace (sigh!).

Visti i tuoi continui viaggi, come ti orga-nizzi per bere il caffè italiano all’estero? Sei una di quelle che porta la moka in valigia?Il caffè italiano nel mondo è orrendo tranne qualche piccola oasi felice, tipo il Giappone dove meticolosamente, secondo me, importa-no pure l’aria che respira la macchina. Quello che ho imparato a fare è bere il caffè come lo fanno gli indigeni e disattivare i confronti, altrimenti è un fiasco assicurato.

Musica e caffè. Betty Senatore incontra Chiara Civellorubrica a cura di Betty Senatore

Brano consigliato perla lettura di questo articolo:Senza fine - Chiara Civello pa

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Si chiude con successo la prima edizio-ne di “Sicilia Felicissima”, il concorso di comunicazione visiva promosso dall'accademia Abadir, Aiap e Moak

e rivolto a designer e aziende che hanno sviluppato negli ultimi dieci anni progetti legati al territorio siciliano. A valutare gli elaborati la giuria presieduta da Cinzia Ferrara (Presidente di Aiap) e composta da Vanni Pasca (direttore scientifico Abadir), Rodrigo Rodriquez (Presidente Material Connexion), Paolo Di Vita (graphic designer), Leonardo Sonnoli (graphic designer), Vincenzo Castel-lana (architetto e docente di Design System), Paola Nicita (storica dell'arte) e da Annalisa Spadola (direttore marketing di Caffè Moak). Per loro il compito di scegliere i tre vincitori non è stato facile: i progetti candidati erano ben sessantadue e tutti di altissima qualità. Segno positivo del fatto che in Sicilia, terra spesso affrancata da stereotipi, sono in fer-mento processi sani e virtuosi, importanti per l’economia e lo sviluppo culturale dell’isola. Seppur rappresentano ancora delle nicchie di eccellenza, esistono ed è importante che vengano promosse e conosciute. Ancor più se in questi processi protagonisti sono anche le

aziende del territorio, sempre più propense ad investire sulla comunicazione come strumen-to di sviluppo economico. D'altronde il premio era rivolto non solo ai designe ma anche ad aziende e committenti. Il primo premio è stato vinto da Donato Faruolo, con il progetto grafico delle ultime quattro edizioni del Sicilia Queer Filmfest, commissionato dall’Associa-zione Culturale Sicilia Queer di Palermo, “per avere strutturato – si legge nella motivazione - un sistema identitario a partire da pochi e versatili elementi semilavorati(...). Un sistema che nella sua chiarezza formale diventa utile e imparziale strumento di traduzione visuale dai densi contenuti”. Il secondo premio è stato invece assegnato allo Studio GO Marketing e Comunicazione con il progetto “La Timpa - Tempo e Natura”, su commissione dell'azienda agricola “La Timpa” Piccitto-Di Benedetto di Ragusa, “in cui il sistema grafico diventa chiara espressione del progetto dell’azienda che fa del rispetto per l’ambiente, del recupero della tradizione, della ricerca dell’eccellenza il suo manifesto ideologico oltre che produtti-vo(...)”. Al terzo posto lo Studio Atelier 790, che per BM srl ha realizzato il sistema di identità visiva del birrificio artigianale Bruno Ribadi, “per l’ironia, la coerenza, l’efficacia con cui viene raccontato il prodotto, nato sul territorio siciliano a cui si rifà, senza nulla concedere al mito, al folklore, alla tradizione di un’isola sempre favoleggiata, in modo contemporaneo, irriverente, volutamente sfrontato (...)”.

Tra i progetti selezionati, anche cinque men-zioni: Fausto Gristina con Comitato Addiopiz-zo, Gianni Sinni con Logo e identità coordinata di GAL Hassin, Gaetano Licata e Michele Cam-marata con Corporate Identity Santabarbara Hospital, Marco Lentini con Restyling identità aziendale dell’Antica Dolceria Bonajuto, Carlo Scribano con Ciccio Sultano.“Siamo molto soddisfatti di questa prima edi-zione. – commenta Annalisa Spadola, in veste di promotrice e giurata – Abbiamo valutato le opere non solo esteticamente, ma tenendo anche conto dell'approccio delle aziende committenti alla comunicazione visiva e all'importanza della figura del designer”. La giuria di Sicilia Felicissima ha inoltre selezionato altri dodici progetti meritevoli che confluiranno insieme agli altri nel catalogo e nella mostra itinerante che racconteranno questa prima edizione.

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I vincitori di “Sicilia Felicissima”

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Ci sono due cose durature che possiamo lasci-are in eredità ai nostri figli: le radici e le ali. (Hodding Carter)

Caffè, cibo e letteratura protagonisti alla serata di apertura di Taobuk 2017, il festival internazionale del libro, che si è svolto a Taormina dal 24 al 28 giugno.

La partnership tra Moak e Belmond Grand Ho-tel si è rinnovata nell’edizione 2017 di uno dei più autorevoli festival di letteratura. Sensibile all’arte espressa in varie forme – attraverso l’ideazione di progetti culturali e la promozi-one di giovani talenti - ma anche al tema di questa edizione del festival “Padri & Figli”, legato alla trasmissione di saperi e di identità e al confronto generazionale, Moak è stata anche testimone di una storia imprenditoriale

di successo, che si tramanda da due generazi-oni e che quest’anno festeggia i suoi 50 anni di attività. Nell’ambito del Fud Hub, la sezione del festival dedicata all’enogastronomia, il Grand Hotel Timeo in partnership con Moak ha ospitato sulle sue terrazze che si affacciano sul mare blu cobalto della perla ionica, l’aperi-tivo letterario e la cena di gala ad inaugurazi-one dell’evento culturale protagonista dell’es-tate taorminese. La cena è stata curata da Roberto Toro, Executive Chef del Grand Hotel Timeo, che ha interpretato il tema centrale del festival, ovvero la riscoperta della semplicità delle ricette siciliane trasmesse di generazi-one in generazione nelle famiglie contadine, con un ritorno alle radici negli ingredienti, ma con una rivisitazione contemporanea nelle preparazioni che includeva una componente di caffè Moak: capesante su spuma di ceci al caffè, purea di mela verde e foie gras, per iniziare, risotto in crema di peperoni con alici affumicate, burrata e caffè arabica e triglia

al vapore con tataki di melanzane in salsa di provola e caffè, per chiudere con un dessert all’espresso Moak. Una sinergia, già brillan-temente sperimentata durante la cena della scorsa edizione, in cui gli ospiti – da Luigi Lo Cascio a Christian De Sica - hanno ripercorso un viaggio di saperi e sapori che è risucito a coniugare tradizione e innovazione, liaision tra la filososia culinaria del giovane chef e quella di un’azienda visionaria, ma fortemente legata alle proprie radici, come Moak.

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Caffè Moak partner di Taobuk 2017 e testimone di una storia imprenditoriale di successo

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Valorizzare la cultura del paesaggio, dare senso ai valori, ai benefici e all’impor-tanza di vivere all’aria aperta. È la forza propulsiva del Radicepura Garden

Festival, il primo evento internazionale dedicato al garden design e all’architettura del paesaggio del Mediterraneo, promosso dalla Fondazione Radicepura, di cui Moak è partner. Inaugurato lo scorso 21 aprile a Giarre, nella provincia etnea, il festival vede coinvolti giovani designer, istituzioni, imprese, grandi protagonisti del paesaggismo, dell’arte e dell’architettura. Obiettivo è valorizzare la natura, come motore di sviluppo del mondo intero, attraverso iniziative, eventi e linguaggi culturali: dalla musica alle installazioni artis-tiche, dalla botanica ai percorsi enogastro-nomici.Fino al 21 ottobre, nel parco botanico di Radicepura, sarà possibile visitare quattor-dici giardini, realizzati appositamente con le piante più originali coltivate da Piante Faro. Tra questi uno è dedicato a Moak: le “Jardin de Mantille” dell’architetto paesaggista francese Maia Agor. “Adoro scoprire qual-

siasi territorio – dice - che evochi emozioni complesse e sensoriali”. Un pò come il rito del caffè, inteso come esperienza intima e sensoriale, l’installazione è stata realizzata per condurre il visitatore in un universo incantato. “All’esterno una maglia spinosa protegge un giardino intimo, in cui le piante si nascondono, ondeggiano, a difendere la fonte della vita”.Nel calendario degli eventi dedicati ai più piccoli, anche il format di successo ideato da Moak della latte art junior, l’arte di decorazio-ne dei cappuccini. Nello splendido scenario naturale che si fa spazio tra l’Etna e lo Ionio, guidati dai trainer di Moak i piccoli ospiti han-no imparato un nuovo modo di tirare fuori la loro creatività, riscoprendo i giochi all’aperto e il valore della condivisione.

“Abbiamo accolto con piacere – spiega Annal-isa Spadola, direttore marketing di Caffè Moak – la partnership con Radicepura, un’azienda siciliana innovativa che come Moak promuove arte e cultura oltre i confini del territorio. Radicepura Garden Festival è un progetto am-bizioso e trasversale perchè abbraccia diverse forme d’arte: dalla musica, alle installazioni artistiche botaniche, ai percorsi enogastro-nomici. Il caffè si estrae da una pianta, sua fonte di vita che affascina per i suoi profumi e la sua bellezza ornamentale, ma anche per i numerosi pretesti che riesce a creare: rito, cultura, convivialità”.

“Siamo felici – dice Mario Faro, direttore e ideatore del festival - di aver avviato una pro-ficua collaborazione con un’azienda dinamica che è vera ambasciatrice del made in sicily in tutto il mondo e che condivide con il festival radici che affondano nel territorio, ma che al contempo ha uno sguardo capace di varcare i confini.”

www.radicepurafestival.com

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ll caffè tra design e architettura del paesaggio. Moak al Radicepura Garden Festival

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Brano consigliato perla lettura di questo articolo:Soul Kitchen - The Doors

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Una ricetta che ci fà riscoprire la primavera con i suoi delicati germogli e i mandorli in fiore, che porta con se ancora il ricordo dell'inverno appena trascorso con le rape rosse e il daikon, cresciuti al freddo coperti dalla terra.

Cialda di cannolo salato al caffèingredienti per 4 persone:

per la cialda85gr farina tipo 015gr caffé macinato30gr vino marsala3 gr sale marino integrale

per la farcitura del cannolo80gr ricotta di mandorle

per la tartare di rapa rossa100 gr rapa rossa cotta a vapore3gr succo di limone3gr olio evoun pizzico di sale marinoQ.b. pepe nero

per gli spaghetti di daikon40gr di daikonQ.b. olio evoQ.b. sale marinouna manciata di foglie di melissa

per la mousse di carote80gr di carote cotte a vapore3g radice di zenzero grattugiato frescoolio evosale marino

per decorare20gr germogli misti di cipolla, cavolo rosso e fieno greco

Prepariamo l'impasto del cannolo, disponen-do gli elementi secchi a fontana su di una spianatoia e versando il marsala al centro. Lavoriamo l'impasto finchè non risulterà liscio e compatto. Far riposare in frigo per mezz'ora circa. Quindi ne faremo una sfoglia sottile, che taglieremo con stampini tondi del diametro di 6cm. Chiuderemo la pasta in-torno alla canna d'acciaio tipica dei cannoli, attaccandone i lembi con un pò d'acqua. Friggeremo in olio bollente, finchè le cialde non risultino dorate e li poniamo su fogli di carta assorbente.Tagliamo la rapa rossa, che avremo precedentemente cotto al vapore come fosse tartare. Insaporiamo con una spruzzata di limone, sale, olio e pepe nero.Cuociamo a vapore le carote e quando sa-ranno morbide - con l'aiuto di un minipimer e un pò d'acqua di cottura, olio evo, sale q.b. e una grattugiata di zenzero fresco - le frulleremo fino a renderle una crema soffice e spumosa. Laviamo e mondiamo il daikon, lo tagliamo con una mandolina formandone degli spaghetti, condiamo con un pizzico di sale, succo di limone, olio evo ed una manciata di foglie di melissa tagliate sottili. Sciacquiamo bene il nostro mix di germogli e andiamo a comporre il nostro piatto.Stendiamo la mousse di carote, disponiamo la tartare di rapa rossa e gli spaghetti di daikon, appoggiamo delicatamente il nostro cannolo salato che avremo farcito con la ri-cotta di mandorle, decoriamo con i germogli.

Caffèe sani dintornirubrica a cura di Roberta Tribastone

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X 022014

Concorsi Moak 2014 Moak lancia la prima edizione di Fuori Fuoco

Moak apre le porte ai concessionari esteri. L’azienda punta alle grandi catene food

Le piccole e medie imprese ci salveranno dalla crisi. Intervista a Paolo Preti

Marianna Di Martino, dalla Sicilia a New York

XIII 022015

Mymusic coffee: Moak entra “a casa” con la nuova linea di capsule e cialde

Ecco la giuria di Caffè Letterario e Fuori Fuoco Moak 2015

Sicilia in rosa. Paola Maugeri

Foodss.Imprese e studenti tra cibo e design

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Concorsi Moak 2014. Ecco le giurie

In viaggio verso l’India

L’arte del cappuccino dedicata ai più piccoli. Al via i corsi di Latte Art Junior

Creatività etica e sostenibile. Gli scarti di caffè danno vita alla carta ecologica

XIV 032015

Il racconto di Ilenia Calafiore e la fotografia di Edoardo Seminara vincono ai Concorsi Moak 2015

Libri da parati. Una storia da “appendere”

Live My Music Coffee Da Milano a Napoli il caffè si “esibisce dal vivo”

Alle Feltrinelli piccoli artisti con la latte art

IX 012014

Bocciofila. Ecoforme ludiche

Biologico ed ecosostenibilità. Il futuro del food secondo Gioacchino Bonsignore

Caffè e Salute. Dagli Stati Uniti arriva l’importante scoperta: il caffè riduce il rischio di Alzheimer

Lo stile di arredare il bar modulare

XII 012015

for[me]one, il primo shop apre a Modica

Al via i nuovi bandi di Caffè Letterario e Fuori Fuoco Moak 2015

Caffè e salute Quanti caffè bere? È scritto nel Dna

Marsalì, la nuova corporate identity rende omaggio alla cultura araba

XV 012016

Maurizio Mauro, nuovo COO di Caffè Moak

Carrefour sceglie Moak per le sue caffetterie italiane

Loredana Cannata, la bella e impossibile

Viaggio in Congo:alla ricerca dei migliori monorigini

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II – Tutto questo in soli dodici mesi, grazie alle persone che lavorano in Moak, orgoglio e anima di questa azienda, per sua natura dinamica e ambiziosa –

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