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Il ciclo vitale del baco da seta Quei piccoli strani semini ......

Presentazione scienze

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Il ciclo vitale del baco da seta

Quei piccoli strani semini ......

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Obiettivo

Conoscere il ciclo vitale dello sviluppo di una farfalla da seta

Individuare nel concetto di ciclo, il processo di nascita, crescita, riproduzione, morte degli esseri viventi

Sviluppare il concetto di interdipendenza tra produttori primari e consumatori primari (primo approccio alla catena alimentare)

Conoscere la storia della diffusione del baco da seta con prime informazione in ordine agli scambi tra popoli

Riconoscere nella struttura del gelso, gli elementi di una pianta e le sue funzioni legate alla presenza umana

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I motivi della scelta tematica

Lo sfondo tematico dell'intero anno scolastico è stato lo studio degli aspetti macroscopici del mondo vegetale. Inserire, a conclusione del percorso, un primo accenno alle catene alimentari, ci è apparso molto importante in quanto nel percorso di scienze di classe prima l'argomento principale sono stati gli animali. La vita del baco da seta coniuga molto bene e con tempi adatti all'organizzazione della scuola le relazioni tra gli essi viventi.

Ci ha dato l'opportunità di ricordare e consolidare i concetti di nascita, di crescita e sviluppo, nonché di trasformazione degli esseri viventi, mettendo in risalto i tanti aspetti simili tra vegetali e animali.

Ci ha consentito di porre l'accento sull'osservazione di un fenomeno o oggetto, come operazione mentale, che deve essere accurata e “smaliziata” perchè non sempre l'apparenza è realtà.

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Il 3 maggio a scuola sono comparsi degli strani semini...

Sopra un tavolo avevo lasciato in bella vista un piccolo contenitore con dentro un quadratino di carta su cui erano disposti a corona degli apparenti semini scuri.I bambini al loro arrivo lo hanno notato e incuriositi hanno subito pensato ad una nuova specie di semini da seminare.Ho chiesto loro di osservarli con l'ingranditore e abbiamo scoperto che in realtà non erano semi come quelli che avevamo sino ad allora esaminato.Erano strani, sembrava fossero vivi, come se dentro ci fossero dei corpicini di animale … molto più simili alle uova che avevamo studiato l'anno precedente!Alcuni alunni hanno subito ipotizzato che ci fossero degli embrioni racchiusi dall'uovo.

In realtà il mistero si è subito svelato quando guardando all'interno del cerchio, abbiamo scoperto un piccolo vermetto scuro e peloso.Erano strani , sembrava che fossero vivi, come se dentro ci fossero dei corpicini di animale … molto più simili alle uova che avevamo osservato in classe prima.Alcuni alunni hanno subito ipotizzato che lì dentro ci fossero degli embrioni e che quello fosse veramente un uovo.Il mistero si è subito svelato quando, guardando all’interno del cerchio, abbiamo scoperto un piccolo vermetto, scuro e peloso

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Dal quaderno di Matilde3 maggio 2010

Ieri abbiamo guardato all’ingranditore i semi dei vermi, abbiamo visto che erano uova di vermi, abbiamo

visto queste uova e una si era trasformata in un verme di colore marroncino, nerino e era tutto pelucchioso.

5 maggio 2010

Ieri alcuni compagni hanno potuto vedere in diretta la schiusa di un uovo: dopo aver rotto il guscino, il vermetto ha cominciato ad ondeggiare con il corpicino e dopo circa 10 minuti è uscito fuori.7 maggio 2010

Oggi siamo andati nel laboratorio di scienze e sullo schermo della televisione abbiamo visto le uova dei vermi rimaste ancora intere. La maestra ci ha spiegato che le uova nere, dentro hanno i vermi morti perché non sono riuscite a nascere. Le uova grigie invece hanno fatto i vermi, ma sono morti perché non avevano forza. Dalle uova bianche sono nati tanti vermini. I vermi sono fatti di tanti anellini e nel sederino hanno un gancetto che gli permette di muoversi. I vermi hanno la testa di colore rosa, la fine del corpo è rosa scuro e violastro. Abbiamo raccolto un po’ di fogliloine tenere dal giardino ma i vermetti ci sono passati sopra e non hanno mangiato. La maestra ci ha detto che forse occorre trovare foglie di piante più buone per loro.

11 maggio 2010

L’altro ieri la maestra ha portato delle foglie di una pianta precisa, il gelso e le abbiamo messe sopra ai vermetti. Questa mattina, quando siamo arrivati le foglie erano state mangiucchiate e allora siamo tornati al laboratorio per vedere meglio cosa stava accadendo. Abbiamo visto una foglia quasi tutta mangiata e sembrava che i vermi avessero fatto un ricamo, la foglia era diventata bianca e si vedevano bene le nervature tutte intrecciate. Dopo 9 giorni, accanto alla testa, sono diventati più chiari e anche accanto al sederino. Poi la maestra ci ha fatto vedere un animale molto da vicino e così abbiamo scoperto che ha 10 anelli per corpo e pure che ai alti di ogni anello ci sono due zampette. Insomma non sono veri vermi e così tutti d’accordo li chiameremo bachi.

Mentre li guardavamo, loro mangiavano anche le nervature, ma non del tutto, forse sono un po’ troppo dure.

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Ancora altre osservazioni tratte dai quaderni …

Le osservazioni si sono ripetute costantemente circa due volte alla settimana. Prima di iniziare le lezioni del

giorno, dedicavamo un po’ di tempo all’osservazione dei bachi, cercando di memorizzare le novità con il compito di redigere il verbale di osservazione a casa. Un modo per verificare anche l’attenzione posta sull’osservazione svolta. Quindi il tempo necessario si è ridotto, consentendoci di effettuare molte registrazioni.

18 maggio 2010

Abbiamo notato che i vermi sono cresciuti di 1 centimetro, hanno sviluppato sul corpo una ventosa, sul sederino, che gli permette di attaccarsi quando stanno per cadere. Hanno occhi più visibili ad occhio nudo e hanno molti anellini sul corpo. Hanno sviluppato le zampette , che sono cornute e simpatiche; quando hanno paura si accartocciano, così sembrano morti di paura. (Marta)

Oggi abbiamo osservato i bachi: misurano un centimetro; quando stanno per cadere, sputano una bavetta e se la rimangiano per risalire sulla foglia; abbiamo notato che le loro zampe sono a forma di cono arrotondato; sopra la schiena hanno una specie di cono appuntito. (Giorgio)

19 maggio 2010

Quando siamo arrivati a scuola, abbiamo scoperto una strana cosa nel cartone dei bachi: era una specie di pelle dura fatta a cono, vuota, sembrava carta bruciata e aveva la stessa forma del baco. La maestra ci ha detto che è la muta, cioè il cambio di pelle che fanno i bachi quando dentro al loro “vestito” non ci stanno più comodi. Questi bachi ne faranno quattro prima di diventare adulti. (Costanza)

25 maggio 2010

Testo collettivo: I nostri bachi sono moot più grandi , più di 3 centimetri,e sono diventati così: molto più lunghi; le zampette sono meno appuntite e sembrano spuntare da una specie di vestito che ricopre il corpicino; la testa è più chiara, tendente al rosa; si vede molto bene il suo modo di mangiare. Tiene con le zampette la foglia, fa piccoli e veloci morsetti scavando al foglia in modo circolare; il colore del suo corpo sta diventando sempre più biancastro/rosato, sembra che, vicino alla testa, abbia disegnate due coppie di occhi. Sembra un totem indiano.

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Scopriamo il nome di questi bachi …Dopo 20 giorni di osservazione, molti bambini si sono posti il problema del nome da dare ai bachi; osservazioni tratte dalla loro esperienza non corrispondevano alla trasformazione che stava avvenendo, così hanno cercato notizie presso le famiglie e naturalmente la risposta alla domanda è pervenuta: erano bachi da seta. Ho raccontato perciò la storia di questo particolare baco, leggendo anche alcuni passi del libro “Seta” dove si narra la storia reale di una cittadina francese in cui vi era la produzione di seta. Quindi siamo andati nell’aula di informatica e abbiamo cercato notizie scientifiche sul baco da seta e sul gelso che abbiamo stampato e studiato. Intanto continuavano le nostre osservazioni …

1 giugno 2010 I bachi, di cui ora consociamo il vero nome, bachi da seta, misurano in media 5, 5 centimetri. Ogni giorno troviamo nuove mute e molti di loro sono ormai ciccioni ; mangiano un sacco di foglie, ma alcuni di loro sembrano fermi, come se dormissero. La maestra ha portato un fascio di ramoscelli e li ha messi dentro la scatola. Alcuni bachi hanno già cominciato a salirci, ma lì non ci sono foglie.

3 giugno 2010Oggi, quando siamo arrivati abbiamo visto una cosa incredibile. E’ vero che avevamo letto che i bachi si chiudono in un bozzolo, ma non pensavamo come facessero! Invece ci sono i primi tre bozzoli e altri bachi stanno filando una specie di ragnatela a trapezio tra un rametto e l’altro per chiudersi dentro. E’ uno spettacolo!

8 giugno 2010Le larve che sono rimaste ancora sul fondo della scatola misurano circa 8 centimetri, molte sono salite al bosco. Otto di noi ritengono che domani anche gli ultimi bachi saranno abbozzolati.

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Il cartellone fotografico, il ciclo vitale del baco da seta

Le uova, le larve, il gelso, larva in movimento, il gioco, la cacca, la misura, l’abbozzolamento, il bozzolo rotto, l’uscita della farfalla, l’accoppiamento, le uova. E la storia ricomincia …

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ConclusioniPrima della fine della scuola abbiamo riguardato le registrazioni sul quaderno e le pagine di informazioni trovate. Attraverso una conversazione collettiva, abbiamo cercato di riprodurre il ciclo di vita del baco da seta, individuando la relazione esistente tra questo animale e il gelso. Dalle notizie che avevamo, abbiamo capito che il baco si trasforma in farfalla entro 40 giorni ma il freddo stagionale non ci ha consentito di vedere lo sfarfallamento. Così ho deciso di regalare a ciascun bambino un rametto con due bozzoli da portare a casa per completare l’esperienza, sebbene già sapessero cosa sarebbe accaduto.Dalla conversazione è emerso che:-Il baco da seta è un animale che ha un ciclo vitale molto ridotto;-Ogni sua fase vitale ha uno specifico nome e questo riguarda tutte le farfalle uovo, larva, crisalide, farfalla;-Il baco da seta non è originario delle nostre zone e si ciba di una particolare foglia, il gelso. Questa foglia è molto importante per lui perché altrimenti muore di fame;-Se mancassero i gelsi il baco da seta si estiguerebbe;-Le fasi più importanti della sua vita sono la nascita da un uovo, la crescita per mezzo del cibo, la riproduzione con la deposizione delle uova, dopo la sfarfallamento e la morte.

A quasi tutti i bambini sono nate le farfalle e poiché erano più d’una, hanno potuto vedere e fotografare l’accoppiamento e la deposizione delle uova. Ne hanno fatto racconti e relazioni oltre ai disegni, come dei bravi scienziati.

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Alcune riflessioni finaliL’esperienza che si propone a volte nasce per condizioni fortuite e favorevoli che si innestano sull’intenzionalità

del docente, nel proporre contenuti che consolidano conoscenze, le ampliano, le irrobustiscono.

Talvolta l’esperienza è fatta di azioni manipolative ed operative sulle quali si ragiona e si riflette, altre volte l’osservazione dei fenomeni è l’esperienza stessa: una via per conoscere, confrontare, dedurre, analizzare, ipotizzare, modellizzare. Tutte operazioni mentali che sostengono l’acquisizione di competenze che esulano dal tema prescelto, sono un habitus per affrontare la realtà, conoscerla e gestirla con i mezzi culturali, linguistici e informativi che la scuola, nella sua funzione prioritaria, offre agli alunni.

Questa esperienza ha avuto tali connotati: ha consolidato conoscenze pregresse, le ha recuperate per intrecciarle e individuarne relazioni; è stata messa in campo perché abbastanza fattibile all’interno del periodo scolastico; era un ottimo punto di incontro tra mondo degli animali e dei vegetali e dava la possibilità di inserire un grande concetto scientifico, il ciclo. Ciclica è la vita degli esseri viventi, così come quella della materia in generale.

Ciclico è anche l’apprendimento che parte da elementi semplici, alla portata conoscitiva degli alunni, si sviluppa ed approfondisce con l’introduzione di operazioni mentali più complesse, che si cimenta con contenuti più complicati, andando gradualmente a costituire una solida rete concettuale e conoscitiva utile ad acquisire padronanza e transfert.

Il metodo fenomenologico-operativo viene rispettato dalla sostanza dell’argomento, vicina agli interessi del bambino, il quale opera sulle proprie ed altrui osservazioni della realtà, in modo intellettuale: osserva, registra, misura, confronta, deduce o ipotizza senza che necessariamente operi sull’oggetto di studio.

Questo è il significato di una pedagogia attiva in senso dewiano, una pedagogia che fonda l’attivismo non sul fare per il piacere di fare, ma sul fare cognitivo, elaborativo, produttore di conoscenze e di competenze.