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CORSO - RSPP
MODULO C3 Il sistema delle relazioni e della
comunicazione
Avv.to Federica Gnani
22/05/2019
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Il sistema delle relazioni e della comunicazione PROGRAMMA LEZIONE Il sistema delle relazioni e della comunicazione
Competenze relazionali interpersonali: ruolo della comunicazione nelle diverse situazioni di lavoro
Cenni ai metodi, tecniche e strumenti della comunicazione
Caratteristiche e obiettivi che incidono sulle relazioni
La rete di comunicazione in azienda
Il sistema delle relazioni: RLS, Medico competente, lavoratori, datore di lavoro, enti pubblici, fornitori, lavoratori autonomi, appaltatori, ecc.
Individuazione dei punti di consenso e disaccordo per mediare le varie posizioni
Gestione degli incontri di lavoro e della riunione periodica
Chiusura della riunione e pianificazione delle attività
Attività post riunione
La percezione individuale dei rischi
Aspetti sindacali
Negoziazione e gestione delle relazioni sindacali (art 9 della legge 300/1970)
rapporto fra gestione della sicurezza e aspetti sindacali
Criticità e punti di forza
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Perché è importante la comunicazione
per gestire la sicurezza?
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DEFINIZIONE DI FATTORE UMANO
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Comunicazione e Sicurezza
La Comunicazione è parte integrante del percorso verso un ambiente di lavoro sicuro.
Uno dei modi più efficaci per migliorare la cultura della Sicurezza e
prevenire i rischi è quello di ottimizzare la comunicazione correlata alla sicurezza all’interno dell’organizzazione.
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controlli del velivolo a terra
decollo oltre il peso consentito
avaria motore non controllabile
decollo abortito
perdita del controllo del velivolo
presenza di fumo-fuoco in volo
operazioni pre-volo antighiaccio
incidenti
20 40 60 80 100 120 140 160 180
fuoco-fumo dopo l'incidente
fase di atterraggio
comunicazioni pilota-controllo
ispezione del velivolo a terra
manutezione e ispezioni
STATISTICHE DELLA BOEING Incidenti aerei
Figura 1 – La terza causa di incidente è psicologica: è il fallimento della comunicazione fra piloti e controllori di volo.
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Il disastro dello Space shuttle avvenne il 28 Gennaio 1986, quando lo space shuttle della NASA Challenger esplose pochi secondi dopo il decollo, portando alla morte dei 7 membri dell’equipaggio.
L’incidente del Challenger è spesso usato come case study nello studio di argomenti come sicurezza ingegneristica, comunicazione, decisione di gruppo (group decision-making) e i pericoli del
“groupthink”
Incidente allo Space Shuttle Challenger - 1985
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La Commissione d’Inchiesta rilevò che la cultura organizzativa della NASA e i processi decisionali
erano stati fattori chiave nel causare l’incidente, con l’agenzia che ha violato le proprie stesse regole.
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• La disintegrazione del veicolo fu causata dal guasto a una guarnizione, detta O-ring, nel segmento inferiore del razzo a propellente solido che cedette in fase di decollo.
• La rottura della guarnizione provocò una fuoriuscita di fiamme dall'SRB che causarono un cedimento strutturale del serbatoio esterno (External Tank, ET) contenente idrogeno ed ossigeno liquidi.
La Commissione d’Inchiesa riportò che:
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Il lancio era stato posticipato di sei giorni a causa del maltempo e di problemi tecnici.
La mattina del 28 gennaio era insolitamente fredda (PER IL CLIMA DELLA FLORIDA), e gli ingegneri avvertirono i superiori che alcuni componenti – in particolare le guarnizioni di gomma – o-ring – erano suscettibili di rottura alle basse temperature
Ciò nonostante, questi segnali vennero trascurati, e si procedette al lancio
Cos’era successo
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Alcuni ingegneri della stessa Morton Thiokol, l’azienda costruttrice dei SRB,
avevano espresso preoccupazione per le condizioni avverse del lancio.
Gli O-ring infatti erano testati per funzionare a una temperatura minima di 12 °C,
mentre la mattina del 28 gennaio si raggiungevano appena i -1C: a questa
temperatura, il materiale di cui le guarnizioni sono composte perde quasi
interamente la sua resilienza, diventando di fatto un anello rigido inadeguato a
contenere eventuali perdite.
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il problema non è stato identificato correttamente, né comunicato (segnali
deboli)
il problema è stato trattato come un richio accettabile
non sono stati considerati gli avvertimenti, né riportati adeguatamente ai
superiori: è emerso che una parte consistente della responsabilità era da attribuire
alla NASA stessa, i cui dirigenti hanno spesso ignorato le regole di sicurezza per poter seguire i tempi di missione prestabiliti.
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La Commissione d’inchiesta fornì una relazione in cui le cause dell’incidente erano identificate tanto nei difetti tecnici di progettazione quanto nell’inadeguata comunicazione e affidabilità tra le diverse sezioni della NASA e tra questa e le sue controparti. La Rogers Commission stilò nove "raccomandazioni" che la NASA avrebbe dovuto implementare prima di poter riprendere i propri programmi.
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Cause
Difetti di progettazione
Burocrazia/decisioni importanti troppo lente
Segnali deboli ignorati
Percezioni differenti della realtà
Sicurezza subordinata a pressioni esterne
Comunicazione problematica non verificata
Cultura aziendale della sicurezza poco flessibile
Lavoro di gruppo disorganico
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Competenze sociali
• sei stato troppo severo con te stesso nel momento
dell’autovalutazione? • O forse troppo generoso? • E perché? • Credi che un tuo amico/collega ti avrebbe valutato allo stesso modo?
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•Che cos’è la COMUNICAZIONE?
Pass Srl Formazione – www.passferrara.it La Comunicazione inizia con un’idea
COMUNICAZIONE:
Sistema per trasmettere, attraverso un mezzo, messaggi e informazioni
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Il modello del processo comunicativo
CODIFICA DECODIFICA
EMITTENTE RICEVENTE
CANALE
MESSAGGIO
E R
FEEDBACK
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COSA RIMANE DI UNA COMUNICAZIONE
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IL FEED-BACK E’ l’elemento che completa il processo di comunicazione. E’ l’informazione di ritorno. Consiste nella possibilità data e richiesta al ricevente di segnalare la corretta ricezione dei contenuti del messaggio.
IL CANALE diversi segnali È il mezzo usato per comunicare: la parola, la scrittura, la musica, ecc. e quindi la via attraverso la quale si fanno passare i segnali: organi della voce, organi dell’udito, onde sonore, ecc.
IL CODICE E’ il modo in cui un messaggio viene espresso: il tipo di lingua parlato o il gesto utilizzato. E’ un accordo in base al quale si stabiliscono i significati dei diversi segnali.
IL MESSAGGIO l’informazione che si vuole trasmettere o si deve ricevere E’ l’oggetto della comunicazione.
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I messaggi sono trasmessi attraverso canali. Il canale determina come il messaggio sarà inviato
Ad esempio, se volessi dire Ciao a qualcuno, potrei salutare, dire “Ciao”, inviare un messaggio con su scritto
“CIAO”, ecc…
Il messaggio sarà lo stesso, ma il mezzo che scelgo per inviarlo varia.
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Tutti i messaggi devono essere codificati in una forma
che possa essere inviata attraverso il canale
comunicativo scelto
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I DISTURBI NEL PROCESSO DI COMUNICAZIONE Il processo di comunicazione può essere disturbato da “rumori”, ossia ostacoli che ne impediscono in vari modi la corretta riuscita. Questi rumori possono, talvolta, vanificare gli sforzi compiuti sia dal trasmittente che dal ricevente, impedendo che un messaggio raggiunga il suo destinatario o stravolgendone il contenuto o
costringendo i due attori del processo di comunicazione ad un eccessivo sforzo di comprensione. I disturbi possono essere esterni o interni DISTURBI ESTERNI Disturbi che impediscono la corretta codifica o decodifica del messaggio: rumore, telefono che squilla, più persone che parlano contemporaneamente, ecc.
DISTURBI INTERNI Disturbi di natura psicologica che l’individuo trova dentro di sé: ansia, paura, stato emotivo, ecc.
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• Disturbi a livello di trasmettente e ricevente
• DISTURBI DI TIPO MECCANICO:
• Rumore, telefono, errori di stampa, ecc.
• DISTURBI DOVUTI A DIFETTI DEL CANALE:
• Voce bassa, annuncio troppo corto, ecc.
• Sordità, miopia, ecc.
• DISTURBI NELLA FORMULAZIONE DEL MESSAGGIO:
• Scarsa dimestichezza, emotività, distrazione, stanchezza, scarsa
• motivazione, sfiducia, ecc.
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Interferenza: Elemento di ostacolo al buon fine del processo comunicativo (presenza di disturbi lungo il canale che possono
danneggiare un segnale)
Sono interferenze, ad esempio:
1. Lingua 2. Differenze culturali 3. Differenze di genere 4. Differenze di Status 5. Separazione fisica
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FILTRI DELLA PERCEZIONE
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DALLA PERCEZIONE DIPENDE..
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L’INTERPRETAZIONE DEL MESSAGGIO (VIDEO WOODY)
• Ogni individuo (sia ricevente che trasmittente) interpreta il contenuto del messaggio in modo differente, a seconda delle sue caratteristiche personali, delle sue esperienze, della situazione che si trova a vivere in quel momento.
• Spesso i messaggi assumono significati diversi e provocano la
• creazione di due contenuti discordanti tra di loro.
Per far sì che i nostri messaggi abbiano la massima efficacia occorre tenere presente che:
il linguaggio deve essere condivisibile
i disturbi di tipo emozionale non devono esistere
la motivazione non deve essere eccessiva
Il ricevente deve impedire che la sua percezione del messaggio deformi eccessivamente l’informazione che gli viene trasmessa, facendogli capire una cosa diversa da quello che il trasmittente voleva dirgli.
Pertanto è importante verificare la validità e l’esattezza della comunicazione utilizzando lo strumento del feed-back.
Pass Srl Formazione – www.passferrara.it Tecniche di comunicazione e sensibilizzazione dei lavoratori, in
particolare neoassunti, somministrati, stranieri
LA COMUNICAZIONE EFFICACE
Esiste un corretto processo di comunicazione solo quando esiste una costante informazione di ritorno tra trasmittente e ricevente. In azienda, ognuno svolge funzioni di trasmittente e ricevente pertanto è importante comunicare con efficacia.
COMUNICAZIONE EFFICACE VUOL DIRE
esatta comprensione del messaggio
ottenimento degli obiettivi per cui la comunicazione è stata concepita.
CONSIGLI PER UNA COMUNICAZIONE EFFICACE
assumere un atteggiamento empatico: essere sintonizzati sui pensieri, sulle azioni, reazioni, opinioni ed emozioni dell’altro;
imparare ad ascoltare: porre l’altro al centro della nostra attenzione, cercare di conoscerlo, valorizzare lui, le sue idee, i suoi sentimenti
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Come si comunica?
Video Attimo fuggente
Pass Srl Formazione – www.passferrara.it Tecniche di comunicazione e sensibilizzazione dei lavoratori, in
particolare neoassunti, somministrati, stranieri IL LINGUAGGIO VERBALE, NON VERBALE E PARAVERBALE
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DIsagio Timidezza, autoprotezione
Sicurezza, sfida
Postura
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Sicurezza Pessimismo Pigrizia/riluttanza Attivismo
Come camminiamo
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Disagio Protezione/rigidità Superficialità,
Impazienza,
Superiorità
Come stiamo seduti
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Vorrei andarmene Relax, sicurezza,
presunzione Disapprovazione, Pronto
all’attacco
Come stiamo seduti
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Sfida, Aggrezzività Osservazione, Attesa Rabbia trattenuta
Braccia
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Barriere di protezione
Braccia
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Testa giù: insicuro, ostile
Testa su: Superiorità, arroganza
Testa inclinata:
Ascolto, fiducia
Testa
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Dita intrecciate: protezione, difesa
Mani
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Accusa/Aggressività
Indice
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PROSSIMITA’
media formalità
informale
formale
Pass Srl Formazione – www.passferrara.it Tecniche di comunicazione e sensibilizzazione dei lavoratori, in
particolare neoassunti, somministrati, stranieri IL LINGUAGGIO VERBALE, NON VERBALE E PARAVERBALE
Comunicazione verbale: indica ciò che si dice (o che si scrive, nel caso di una comunicazione scritta): la scelta delle parole, la costruzione logica delle frasi e l'uso di alcuni termini piuttosto che di altri .
Comunicazione paraverbale, cioè il modo in cui qualcosa viene detto. Ci si riferisce al tono, alla velocità, al timbro, al volume, ecc. della voce. Nella scrittura possiamo pensare all'uso della punteggiatura, capace di infondere un certo ritmo a quello che si legge.
Comunicazione non verbale: tutto quello che si trasmette attraverso la propria postura, i propri movimenti, ma anche attraverso la posizione occupata nello spazio (quale zona di un ambiente si occupa, quale distanza dall'interlocutore, ecc.) e gli aspetti estetici (il modo di vestire o di prendersi cura della propria persona). Nella comunicazione scritta ovviamente questo fattore viene meno, in quanto non viene trasmessa la "fisicità", in senso ampio, dello scrittore. Potremmo però ricondurre altri fattori alla componente non verbale della scrittura: il supporto che ospita il brano scritto, se il brano è scritto a mano o al computer, la calligrafia o il font utilizzati, ecc.
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I livelli della comunicazione
Verbale
Paraverbale
Non verbale
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Messaggio Verbale
Il significato letterale delle parole che scegliamo
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Messaggio Paraverbale
Come pronunciamo le parole: •Voce •Tono •Volume •Ritmo •Pause
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Messaggio Non Verbale
Il linguaggio del corpo: •espressioni del viso •contatto visivo •postura •gestualità •prossemica •aspetto
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Talvolta la comunicazione non verbale contraddice quella verbale e quindi compromette l’efficacia del
messaggio.
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Congruenza
Da noi, cortesia e disponibilità verso la persona sono al primo posto
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Incongruenza
Da noi, cortesia e disponibilità verso la persona sono al primo posto
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Livelli di Comunicazione
• Verbale: 7% • Paraverbale 38% • Nonverbale 55%
55
7
38
RELAZIONE
il contenuto è il dato che viene trasmesso, la relazione è il rapporto che si instaura tra i soggetti. Watzlawick sostiene che il contenuto della comunicazione pesa solo il 7%, rispetto al 93% della relazione. Le persone non litigano quasi mai per i contenuti, ma per le relazioni.
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Coerenza
• Verbale: 7% • Paraverbale: 38% • Nonverbale: 55%
100%
Comunicazione efficace
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Le parole non hanno lo stesso significato per tutti
e c’è di più ….
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Fraintendimenti possono accadere ad ogni stadio del processo della comunicazione.
Comunicare efficacemente implica minimizzare potenziali
fraintendimenti e superare ogni barriera alla comunicazione ad ogni stadio del processo.
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Come si costruisce una comunicazione
EFFICACE
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Tecniche di comunicazione
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STILI DI COMUNICAZIONE
Le caratteristiche della nostra comunicazione
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RELAZIONE CON L’ALTRO NELLA COMUNICAZIONE
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AGGRESSIVITA’
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PASSIVITA’
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ASSERTIVITA’
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Il sistema
delle relazioni
e
della comunicazione
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SOGGETTI IN RELAZIONE CON RSPP
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RUOLI DEI PROTAGONISTI DELLA SICUREZZA
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Processi relazionali
• Informazione ( e istruzioni)
• Formazione ( e addestramento)
• Consultazione
• Riunione periodica
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PROCESSO FORMATIVO CIRCOLARE
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Top-Down: i flussi delle informazioni sono originati dall’alto e rivolti
agli altri strati dell’organizzazione
Bottom-up: partono dalla base dell’organizzazione per raggiungere i
livelli alti dell’ente.
A Rete: seguono una tipologia di scambio di informazioni che segue i
centri nevralgici dell’organizzazione, senza distinguere una
direzione prevalente
• Le direttrici della comunicazione aziendale
• Gli strumenti della comunicazione aziendale
• SCRITTI: lettere, circolari, questionari, interviste, ecc.
• PARLATI: incontri, riunioni, focus group, interviste, ecc.
• VISIVI: segnaletica, bacheche, ecc.
• TECNOLOGICI: telefono, fax, posta elettronica, rete intranet, sito
aziendale, newsletter, face book, messenger, twitter, skype, ecc.
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Strumento strategico che consente di arrivare a raggiungere un obiettivo
Sistema per trasmettere messaggi e informazioni
DEFINIZIONI DI COMUNICAZIONE
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COMUNICAZIONE AD UNA VIA
COMUNICAZIONE A DUE VIE
MONODIREZIONALE
BIDIREZIONALE
EFFICIENTE MA NON EFFICACE
EFFICACE!!
Feed-back
Es. scritta, TV, radio
Es. consultazione (+tempo,+disturbi)
Efficacia: 3-5%
Efficacia: 98%
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Consultazione
Il RLS deve essere consultato su
1. Valutazione dei rischi
2. Individuazione e programmazione delle misure di
3. prevenzione
4. Nomina SPP
5. Nomina addetti sevizi emergenza
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OBIETTIVO DELLA CONSULTAZIONE
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RIUNIONE PERIODICA
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LE QUATTRO AREE DELLA COMUNICAZIONE EFFICACE
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COMUNICARE NEL GRUPPO
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RIEPILOGO: CONSIGLI PRATICI
pensare al vero scopo della comunicazione;
avere ben chiaro che cosa si vuole comunicare;
Considerare le condizioni in cui si comunica;
mettersi nei panni di chi ascolta;
Lasciare che anche gli altri abbiano la possibilità di comunicare;
Ascoltare il parere altrui;
usare un linguaggio chiaro e termini accessibili;
Eliminare le parole inutili;
Trasmettere di sé un’immagine convincente;
utilizzare spesso il feed-back;
tenere presente che molto spesso l’interlocutore non conosce quello che il soggetto conosce molto bene.
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Comunicare un rischio vuol dire scambiarsi informazioni e valutazioni sui rischi stessi, coinvolgendo tutti i portatori di
interesse, con la finalità di aiutare a prendere decisioni circa l’accettazione, la riduzione o addirittura evitare il rischio stesso.
Comunicare la sicurezza
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Semplificare
Attenzione al linguaggio troppo tecnico
Fare esempi concreti
Controllare che il ricevente abbia colto
Fare domande “civetta”
Adattare il messaggio al target
Scegliere il mezzo più idoneo
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Il messaggio
Usarne un numero limitato (non più di 3!)
Limitare la lunghezza di un messaggio
Il messaggio chiave deve essere chiaro ed inequivocabile
Deve essere supportato da fatti
Deve rispondere alle esigenze dei riceventi, non alle nostre!
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Verificare la comprensione
Ascolto attivo
Valutare con il ricevente l’accettabilità di un percorso
Dare risposte chiare ad eventuali richieste:se abbiamo incertezze, palesarle! E’ meglio rispondere un “mi informo e te lo dico” che dare una certezza confutabile!
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In sintesi
Essere onesti e disponibili
Chiarezza nei ruoli
Comprendere l’eventuale preoccupazione, costruendo empatia
Utilizzare strategie e strumenti diversificati secondo i destinatari
Essere comprensibili
Essere motivati
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NEGOZIAZIONE E CONFLITTO
Come gestire un processo negoziale
102
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103
TIPI DI CONFLITTO
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104
STRATEGIE E RISULTATI POSSIBILI
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105
RSPP e RLS: CONTRASTO-CONFLITTO
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Negoziazione e gestione delle relazioni sindacali
La filosofia “proattiva” alla base del D. Lgs 81 non è riconducibile ad un modello prevenzionale basato su uno Stato che dispone, imprenditori che attuano le disposizioni, strutture di vigilanza e controllo che verificano.
L’azione preventiva alla base della D. Lgs 81 richiede un sistema che non solo dispone controlla e sanziona, ma soprattutto di un sistema che promuove azioni positive.
In questo senso le relazioni sindacali possono diventare la componente centrale di un sistema di autocontrollo e controllo sociale in materia di prevenzione che si affianca a quello che controlla.
Questo sistema “misto” dovrebbe portare ad uno sviluppo di relazioni sindacali orientate alla soluzione dei problemi,un ruolo di composizione di controversie da parte degli organismi paritetici, una standardizzazione dei metodi operativi degli organismi pubblici di vigilanza.
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Gestione della comunicazione: riunioni
LE RIUNIONI SONO UN MODO CON CUI L’ORGANIZZAZIONE DICE ÀLLE PERSONE “TU SEI UNO DEI NOSTRI”.
SE LE RIUNIONI SONO POSITIVE E PIACEVOLI, LE PERSONE PENSERANNO “QUESTA È UN’ORGANIZZAZIONE PERCUI
È BELLO LAVORARE” -.
SE LE RIUNIONI SONO GESTITE MALE, NOIOSE E PERDI-TEMPO LE PERSONE CREDERANNO CHE L’ORGANIZZAZIONE ‘E GESTITA MALE E NOIOSA E CHE NON SA TENERE lN CONSIDERAZIONE IL TEMPO DELLE PERSONE.
CATTIVE RIUNIONI PRODUCONO ALTRE CATTIVE RIUNIONI
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Gestione della comunicazione: riunioni
Le riunioni sono importanti. Sono tra le principali occasioni in cui si forma e si sviluppano la cultura e il clima dell’organizzazione.
E importante distinguere le diverse possibili tipologie di riunione e fare corrispondere questi diversi tipi di riunione le tecniche e gli stili di conduzione più appropriati.
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Gestione della comunicazione: efficacia delle riunioni
Preparare le riunioni:
1) Definire gi obiettivi e i risultati;
2) Verificare se una differente forma di comunicazione potrebbe essere utilizzata
3) Stimare la durata della riunione
4) Stabilire orario di inizio e fine
5) Identificare la sede
6) Elencare partecipanti ed ospiti
7) Elencare ruolo dei partecipanti ed ospiti
8) Distribuire l’ordine del giorno in anticipo sufficiente
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Gestione della comunicazione: efficacia delle riunioni
Prepararsi alla riunione (tutti i partecipanti):
1) Specificare lo scopo della riunione;
2) Specificare la ragione nel parteciparvi;
3) Raccogliere tutti i dati da portare alla riunione;
4)Arrivare in orario e restare fino alla fine;
Predisporre i luoghi:
1)Scegliere il luogo comodo grande ed attrezzato;
2)Predisporre supporti audiovisivi necessari;
Verbalizzare la riunione
Pass Srl Formazione – www.passferrara.it Gestione della comunicazione: efficacia delle riunioni Curare l’inizio:
1) Stabilire le regole di base;
2) Comunicare gli scopi ei risultati il tipo di partecipazione e interazione desiderata;
Curare la conduzione:
1) Chiarire e parafrasare le idee chiare;
2) Attivare differenti punti di vista e proteggere le idee nuove;
3) Registrare idee e note su una lavagna a fogli con colori vivaci,
4) Porre domande aperte e tenere l’attenzione sulle idee;
5) Tenere la riunione concentrata e vitale
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Gestione della comunicazione: efficacia delle riunioni
Curare la chiusura:
1) Assicurarsi che ogni persona conosca i suoi compiti e che ognuno passi dalla riunione ai fatti;
2) Concludere riassumendo le decisioni
Curare le conseguenze:
1) Valutare la riunione e pianificare la logistica del dopo riunione;
2) Sulla base dei verbali scrivere un documento
3) Distribuire il documento a tutti i partecipanti
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Io sono responsabile Fai il lavoro in sicurezza
Le scorciatoie non valgono la pena La mia famiglia ha bisogno di me
Dipende da noi la nostra sicurezza Nessuno deve farsi male
Potrei essere io Siamo sulla stessa barca
Io sono coinvolto
Non sono responsabile Fai il lavoro
Tutti prendono scorciatoie Conta solo lo stipendio
Tocca a loro tenermi al sicuro Qualcuno si farà male
Non sarò io Siamo noi contro loro
Non sono ancora le cinque?? trasformazione
LA CULTURA DELLA SICUREZZA
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SICUREZZA
VOGLIO DEVO
CULTURA OBBLIGO
VALORE
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Perché persone esperte e intelligenti sono vittime di infortuni?
“Dev’essere proprio stupido, nessuno sano di mente si Arrampicherebbe lassù senza imbragatura?”
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Autostima eccessiva (so come fare, non c’è rischio) Trasgressione come libertà (io sono creativo,diverso) Super-fiducia nella fortuna (a me non capiterà mai) Assuefazione e calo dell’attenzione “controllata” Pigrizia
CAUSE PSICOLOGICHE ANTI-SICUREZZA del singolo LAVORATORE
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Analisi del comportamento applicata ABC
Il modello che spiega il comportamento umano è semplice ed è chiamato modello ABC A: Attivatori (activators) B: Comportamento (behaviour) C: conseguenze (consequences)
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ATTIVATORI
Sono ciò che provoca il nostro comportamento Es. lo squillo della porta è un attivatore Il comportamento provocato è aprire la porta La conseguenza è sapere chi è alla porta
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E’ provato che la qualità della CONSEGUENZA determina le nostre scelte
Più la conseguenza è vicina e certa più mi porterà a sceglierla
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Conformismo (fanno tutti così)
Significato scarso del lavoro di gruppo (ognuno pensa per sé)
Clima aziendale di sicurezza disorganico
CAUSE PSICOLOGICHE ANTI-SICUREZZA del GRUPPO
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Leader disattento ai comportamenti in sicurezza Leader che non li sa “ricompensare bene” Leader incoerente Leader remissivo (“siamo amici”)
CAUSE PSICOLOGICHE ANTI-SICUREZZA del LEADER
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Competenze di leadership
Ogni azione che aiuta un gruppo a raggiungere un obiettivo, a completare un compito, a realizzare uno scopo, a mantenere buone relazioni tra i componenti,
è un’azione di leadership. Vi sono tuttavia anche azioni che disturbano le attività e l’equilibrio sociale del gruppo e che vanno interpretate come azioni di leadership negativa. E’ leader non tanto colui che può contare su un largo numero di seguaci, ma colui sul quale molte persone possono far conto. Una leadership ben distribuita coinvolge gli altri nelle decisioni e fa sì che ciascun membro offra un apporto originale nell’esplicazione dei suoi compiti.
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PSICOLOGIA DELLA SICUREZZA
Affidarsi alle prassi, ai fatti, alle statistiche ma ascoltare anche le sensazioni, l’intuito personali soprattutto di fronte ai “segnali deboli” di pericolo
Comunicare assertivamente i propri dubbi relativamente a situazioni di scarsa Sicurezza in rapporto a cose e comportamenti
Non ipotizzare che qualcuno abbia già segnalato prima di noi il problema, per non assumerci noi stessi la responsabilità
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FIVE STARS
•START : iniziare l’intervento… intervenire in modo calmo ma fermo
•TARGET : puntare sull’azione (non sulla persona) descrivi quello che sto vendendo, evitando di giudicare la persona
•AGREE convenire sui metodi approvati
Qual è la procedura per le operazioni di taglio…?
•REASON motivi alla base del comportamento lascia spiegare alla persona perché si sta comportando in quel modo ascolta e mostra di aver compreso Chiedi di trovare una soluzione
•SELF – IMPACT impatto sulla persona chiedi quali sono le conseguenze personali del comportamento tenuto
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VISION
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Grazie dell’attenzione
Avv.to Federica Gnani