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Il sottoscritto BERTOLIN ANNALISA ai sensi dell’art. 3.3 sul Conflitto di Interessi, pag. 17 del Reg. Applicativo dell’Accordo StatoRegione del 5 novembre 2009, dichiara X che negli ultimi due anni NON ha avuto rapporti diretti di finanziamento con soggetti portatori di interessi commerciali in campo sanitario che negli ultimi due anni ha avuto rapporti diretti di finanziamento con i seguenti soggetti portatori di interessi commerciali in campo sanitario: ……………….. ………………………. ……………………..

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Il sottoscritto  BERTOLIN ANNALISAai sensi dell’art. 3.3 sul Conflitto di Interessi, pag. 17 del Reg. Applicativo dell’Accordo Stato‐Regione del 5 novembre 2009, 

dichiara

X che negli ultimi due anni NON ha avuto rapporti diretti di finanziamento con soggetti portatori di interessi commerciali in campo sanitario

che negli ultimi due anni ha avuto rapporti diretti di finanziamento con i seguenti soggetti portatori di interessi commerciali in campo sanitario: 

‐ ………………..‐ ……………………….‐ ……………………..

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Dalle evidenze alla pratica clinico assistenziale: un ponte per garantire la

cura della persona

La prevenzione delle cadute negli anziani ospedalizzati: update e

analisi di un’esperienza

Bertolin Annalisa

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BACKGROUND

• Le cadute nei pazienti anziani ricoverati presso ospedali ostrutture residenziali sono eventi comuni, nonostante ciòpossono causare perdita della propria indipendenza odiminuzione di essa, lesioni o morte. (Ministero dellaSalute, 2011)

• La caduta rappresenta inoltre, un evento temibile per leripercussioni psicologiche: la perdita di sicurezza e la paura dicadere possono condurre ad una perdita di indipendenza nellosvolgimento delle normali attività quotidiane ed accelerare così ildeclino funzionale inducendo ansia, depressione ed isolamentosociale (Raccomandazioni aziendali ASL BI, 2013).

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• In ambito istituzionalizzato è possibile avviare percorsi di prevenzione econtenimento dell’evento caduta tramite la rilevazione di alcuni specificielementi con appositi strumenti di lavoro e con una corretta valutazioneclinica ed assistenziale secondo un approccio multidisciplinare(Raccomandazioni aziendali ASL BI,2013)

• La morte o grave danno per caduta di un paziente rappresentano comeprevisto dal Protocollo Ministeriale un evento sentinella e come tale deveessere segnalato al Ministero della Salute. Uno strumento indispensabileper prevenire tali eventi e promuovere la sicurezza dei pazienti, èrappresentata da un’attenta sorveglianza.

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• E’ stata analizzata la revisione sistematica Cochrane, “Interventions forpreventing falls in older people in care facilities and hospitals” (CameronID, at al. 2013)

• Essa comprende 60 studi di cui 43 svolti in strutture residenziali e 17 pressostrutture ospedaliere, ma nonostante i numerosi studi e il numero di pazientiarruolati, secondo gli autori della revisione ne risultano prove per lo piùinconsistenti.

• La revisione ha mostrato che i principali fattori di rischio in pazientiospedalizzati sono: andatura instabile, agitazione/confusione, incontinenzaurinaria, storia di cadute precedenti e, terapie a base di farmaci psicotropi.(Oliver 2004)Inoltre per pazienti ricoverati presso strutture riabilitative, si includono comefattori di rischio: vertigini, pregresse amputazioni di arti, esiti di ictus, disturbidel sonno, necessità di aiuto durante la deambulazione, ostacoli ambientaliad esempio tappeti o pavimenti scivolosi (Vieira 2011).

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Differenze emerse tra strutture residenziali e degenze ospedaliere

Nelle strutture di cura residenziali:• non è stato evidenziato che

l’insegnamento di esercizi miratiriduca il rischio di caduta, ma pareabbia effetti positivi nel ridurlo ingruppi di pazienti meno fragili.

• La prescrizione e assunzione diVitamina D è efficace nellariduzione delle cadute (la suacarenza può comportare rischio difrattura, in particolare difemore, debolezza muscolare omiopatia.)

• Attualmente non vi sono evidenzecirca interventi educativi sullo staffe sull’organizzazione.

• Alcuni programmi di prevenzionecadute che riguardano più di unfattore di rischio, risultano essereefficaci

All’interno delle strutture ospedaliere:

• Attualmente non vi sono evidenzesull’effetto di interventi educativisullo staff e sull’organizzazione.

• Aumentare la consapevolezza deipazienti ricoverati in unitàoperativa circa il proprio rischio dicaduta e insegnare loro strategieper ridurre tale rischio, puòdiminuire il rischio stesso.

• Programmi multifattoriali diprevenzione applicati a pazientiricoverati per periodi prolungati(lungodegenza) riduce il verificarsidi cadute.

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OBIETTIVO

• L’obiettivo che questo studio si pone è quello di verificare se le

raccomandazioni contenute nella Revisione Sistematica Cochrane, che

tratta di interventi mirati alla prevenzione delle cadute in ambito ospedaliero,

siano applicate all’interno dell’Azienda Sanitaria ASL BI di Biella, nello

specifico all’interno del Dipartimento Medico, fornendo un’analisi dei dati in

merito alle cadute registrate nell’anno 2013.

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MATERIALI E METODI• E’ stata eseguita una ricerca su Banche dati (PUBMED, CINAHL). La

ricerca ha incluso le revisioni sistematiche COCHRANE.

• Si è scelto di utilizzare l’ultima revisione Cochrane (2013) e di avvalersi

delle “Raccomandazioni Aziendali per la prevenzione, gestione e

segnalazione delle cadute in ambito ospedaliero e territoriale” stilate

dall’Unità di Gestione del Rischio Clinico e diffuse presso i reparti dal

12/12/2013.

• Previa autorizzazione della Direzione delle Professioni Sanitarie, è stata

effettuata analisi dei dati forniti dall’Ufficio Qualità ASL BI, in merito alle

cadute segnalate tramite compilazione dell’apposita scheda di segnalazione

eventi avversi in uso, dati poi registrati su Database. Il periodo analizzato è

compreso tra il 1 gennaio 2013 e il 31 dicembre 2013.

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RISULTATINel periodo considerato (dal 01/01/2013 al 31/12/2013) il campione instudio risulta essere costituito da 102 soggetti.

TABELLA POPOLAZIONE

La popolazione presa in esame, ovvero i casi di cadute segnalati nell’anno 2013, è formata per il 57% da uomini di età media 72 anni e per il restante 43% da donne di età media 67 anni.

ETA’ MEDIAMASCHI 58 (57%) 72.47

FEMMINE 44 (43%) 67.11

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0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%FREQUENZA

% MACROAREE DIPARTIMENTALI

Distribuzione cadute

AREA MEDICA

AREA CHIRURGICA

SPDC

AREA CRITICA

AREA MATERNO INFANTILEALTRO

E’ stata effettuata una prima suddivisione dei dati, creando macro-aree dipartimentali, come si può notare la percentuale più alta di casisegnalati appartiene all’area medica, ed è pari al 59%, seguitadall’area chirurgica con il 19%.

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Una seconda suddivisione è stata eseguita collocando le cadute segnalate nell’area medica, all’interno dei reparti che la compongono. L’unità operativa con il maggior numero di cadute segnalate è quella di Neurologia con il 23%, a seguire troviamo Medicina 4 con il 18% e pneumologia con il 17%.

0%

5%

10%

15%

20%

25%Frequenza%

Reparti degenza

Distribuzione cadute Dipartimento Medico

NEUROLOGIASEMINTENSIVAPNEUMOLOGIAMEDICINA 4MEDICINA 3MED.RIABILITATIVAALTRO

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Tab. n. 3

LUOGO FREQUENZA %CAMERA DEGENZA 87 85%

SERVIZI IGIENICI 9 9%ALTRO 6 6%TOTALE 102 100%

Tab. n. 4FASCIA ORARIA

EVENTO FREQUENZA %MATTINO 18 18%

POMERIGGIO 20 20%NOTTURNO 48 47%

CAMBIO TURNO 12 12%ORA NON RILEVATA 4 4%

GIORNI FESTIVI 16 17%

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Dai dati delle due tabelle precedenti (tab. n. 3 e 4 ) emerge che lamaggior frequenza di cadute, ovvero l’85% si verifica all’interno dellecamere di degenza e il 47 % sono avvenute durante il turnonotturno, nonostante all’ingresso sia somministrata al 76% dei degenti laScala Conley per prevedere e stimare il rischio di caduta.

RILEVAZIONE CONLEY

EFFETTUATA ALL'INGRESSO

76%

NON EFFETTUATA

24%

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Si è scelto di mostrare qui di seguito le categorie di dati analizzati, inriferimento ai maggiori fattori di rischio citati dalle fonti bibliografiche.

Tab. n. 5DISAGI SFINTERIALI FREQUENZA %

CONTINENTE 58 57%INCONTINENTE 29 28%

CATETERE VESCICALE 10 10%ALTRO 5 5%

Tab. n. 6LIMITAZIONI FUNZIONALI FREQUENZA %CON AUSILI 36 35%

DEAMBULAZIONE AUTONOMA 14 14%

AIUTO NELLA DEAMBULAZIONE 41 40%

NON RILEVATO 11 11%

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Tab. n. 7ATTIVITA’ PRECEDENTI

LA CADUTA FREQUENZA %PZ. A LETTO CON SBARRE ALZATE 32 31%PZ. A LETTO CON

SBARRE ABBASSATE 20 19%

PZ. IN MOVIMENTO 16 16%

PZ. IN PIEDI 12 12%

PZ. IN CARROZZINA 17 17%

NON RILEVATO 5 5%

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CONCLUSIONILa popolazione inclusa nello studio è composta da 102 soggetti, ricoverati

presso le unità operative facenti parte del Dipartimento Medico, nel periodo

compreso tra 01/01/2013 e 31/12/2013. I risultati emersi dall’analisi dei dati

evidenziano che:

• I soggetti maggiormente colpiti dall’evento sono maschi (57%) con età

media di 72 anni;

• Le cadute si sono verificate per il 59% in Area Medica;

• All’interno del Dipartimento Medico il maggior numero di segnalazioni sono

avvenute nell’Unità Operativa di Neurologia con il 23%;

• E’ stato riscontrato che l’85% degli eventi segnalati è avvenuto all’interno

della camera di degenza, di questi il 47% durante il turno notturno.

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Le revisioni sistematiche hanno mostrato che i principali fattori di rischio in

pazienti ospedalizzati sono: andatura

instabile, agitazione/confusione, incontinenza urinaria, storia di cadute

precedenti e terapie a base di farmaci psicotropi.

(Oliver 2004).

Dall’analisi dei dati risulta evidente quanto segue:

• Nonostante l’incontinenza urinaria venga considerata un fattore di rischio

emerge che il 57% dei pazienti era continente;

• Per ciò che concerne le limitazioni funzionali il 40% dei soggetti necessitava

di aiuto nella deambulazione (andatura instabile e passaggi posturali);

• il posizionamento di sbarre al letto del paziente è un fattore che aumenta

l’incidenza delle cadute (31% versus 19% senza sbarre)

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• Non è stato possibile valutare se le Raccomandazioni Ministeriali ed

eventuali Linee Guida presenti in letteratura siano state seguite e

correttamente applicate alla pratica clinica, poiché essendo uno studio

retrospettivo è possibile che alcuni dati non siano stati adeguatamente

registrati o segnalati e quindi non rientranti nell’analisi. Inoltre non vi è

riscontro circa la valutazione da parte del personale sanitario rispetto la

scheda Segnalazione eventi avversi.

• Come obiettivo futuro ci poniamo quello di valutare se le Raccomandazioni

Aziendali entrate in vigore nel dicembre 2013 nonché quelle presenti in

letteratura vengano correttamente applicate, così come andrebbe valutata

la nuova scheda di segnalazione (in uso dal febbraio 2014) per sondarne

eventuali limiti e difficoltà nella sua compilazione.