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Presso il centro si eseguono visite per le seguenti specialità:

Fondazione Giovanni Carlo RotaO.N.L.U.S.

POLIAMBULATORIO SPECIALISTICOAut. n. 20 DEL 17/10/2006 - Direttore Sanitario Dr. Fausto Svanoni

CARDIOLOGIA Dr. Enrico IavaroneCHIRUGIA VASCOLARE Dr. Francesco CusmaiDERMATOLOGIA Dr. Claudio AmatoENDOCRINOLOGIA/DIABETOLOGIA Dr. Giorgio PaganiGASTROENTEROLOGIA Dr. Paolo SerboliGERIATRIA Dr. Alberto OngaroGINECOLOGIA E OSTETRICIA Dr.ssa Raffaella Laquintana MEDICINA FISICA E RIABILITAZIONE Dr. Pietro BoneraMEDICINA INTERNA E GASTROENTEROLOGIA Dr. Fausto SvanoniMEDICINA LEGALE Dr. Massimiliano FerraraNEUROLOGIA Dr. G. Pietro SalviORTOPEDIA E TRAUMATOLOGIA Dr. Antonio LocatelliOTORINOLARINGOIATRIA Dr. Franco Fabretti PNEUMOLOGIA Dr. Marco CologniUROLOGIA Dr. Maurizio GozoVULNOLOGIA Dr. Sergio AccardiBIOLOGO NUTRIZIONISTA Dr. Paolo BianchiniDIAGNOSI E TERAPIA OSTEOPOROSI Dr. Marcella Montini PSICHIATRIA PSICOLOGIA Dr. Filippo Tancredi

PER INFORMAZIONI E APPUNTAMENTI: Tel. 035.6320011 - Almenno San Salvatore via Repubblica 1

www.fondazionerota.it

CENTRO DIURNO INTEGRATOApertura da lunedì a sabatodalle ore 8,00 alle ore 18,00

Servizi Sanitari Servizi alla persona Terapie riabilitative Animazione e socializzazione Servizi di sostegno alla famiglia Servizi alberghieri

C. D. I.

FisiokinesiterapiaRiEDUcAziONE mOtORiA iNDivUALE

mASSOtERApiA

ULtRASUONOtERApiA

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GALvANOtERApiA

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LASERtERApiA cO2

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ONDE D'URtO

tEcARtERApiA

(Convenzione con il Centro di Psicologia Clinica Anisé)

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Dicembre 2016 1

Comunità ApertA: Periodico mensile della parrocchia di Almenno San SalvatoreDirezione, redazione, amministrazione e corrispondenza: COMUNITà APERTA - via XXV Aprile - Almenno San Salvatore (Bg)e-mail: [email protected] o [email protected]: Don mario rosa - Direttore Resp.: don oliviero GiulianiAutorizzazione del tribunale di Bergamo n. 32 del 28.09.1988 Pubblicità inferiore al 70%- redazione: don Mario Rosa - don Giorgio Albani - don Lorenzo TestaRenzo Cornelli - Anna Cortinovis - Paolo Manzoni - Romano Bonfanti - Roberto Bonalumi- impaginazione e grafica a cura di: Renzo Cornelli- Stampa a cura di: Press R3 S.N.C. di Rota Alessandro & C.

Copertina a cura di: Roberto Bonalumi

Santo natale 2016

auguri a tutti dallaredazione di Comunità aperta

24678

10 12 1416171819202223252628303233343638424446

Natale: lasciati afferrare dalla Luce Calendario Parrocchiale Gennaio 2017 Benvenuti! Dal Monastero Francescano di Zogno Diacono per la Comunità di Almenno Papa Francesco: Dio piange con lacrime di padre e di madre Padre David Maria Ruroldo Consiglio Pastorale Parrocchiale Famiglie in festa Portobello: Rubrica missionaria Comunità Aperta: Abbonamenti Natale in Musica con il Corpo Musicale Gruppo del Sorriso ACLI: Don Lorenzo Milani Associazione Volontariato: Il Samaritano Percorso di fede in preparazione al Matrimonio Orologi sui campanili di Almenjno (seconda parte) Conferenza San Vincenzo Chiedilo al Parroco: Ma Gesù propone la guerra? L'Angolo della poesia Lettera alla Fondazione Rota Mi fanno ritornare in mente Un tempo Cara maestra La torta del Re Anagrafe parrocchiale Sempre nel nostro ricordo e nel nostro cuore

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Sommario

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Comunità Aperta 2

Editoriale

Natale:Lasciarci afferraredalla Luce!

A Natale ci incontriamo con la faccia sorri-dente e ci scambiamo gli Auguri; è un tempo meraviglioso perché “il Verbo di Dio” (come dice l’evangelista Giovanni), la Parola eterna si è fatta storia; ha assunto la nostra carne umana; quel Gesù bambino che vediamo nella “mangiatoia” di Betlemme, è la “luce del mondo”, anche se “le tenebre non l’hanno accolta”.

Natale mette a nudo questo violento contrasto; la luce e le tenebre; una realtà che può essere anche dentro di noi; sì, perché al di là della nostra faccia sorridente, quali sono nel nostro animo i veri sentimenti che ci abitano?

A conti fatti un Dio che si presenta come luce

non ci piace troppo; preferiamo il “dio” della notte, che coviamo dentro di noi che ha nome di: egoismo, arroganza, intolleranza, voglia di stravincere e imporsi su tutto e su tutti.

Così siamo tenebre perfette tanto che corriamo il rischio di non individuare più nemmeno la strada del nostro cammino: dove stiamo veramente andando?

La luce ci costringe a guardarci in faccia, a vedere con chiarezza che cosa c’è dentro il nostro cuore; e questo ci disturba. È meglio il buio, così evitiamo di fare la faccia rossa; è meglio il buio, così ci fermiamo e restiamo dove e come siamo.

Più che camminare e quindi muoverci, cambiare, ci stiamo abituando alla monotonia delle nostre abitudini, quasi senza via di uscita.

Ci sentiamo come animali in gabbia, prigionieri delle cose che abbiamo, incollati agli affari, incollati alla legge del mercato e del denaro, passivi seguaci delle opinioni correnti, senza più avere davanti agli occhi un’ideale degno di essere perseguito.

Se siamo a questo livello, dobbiamo riprendere in mano la nostra vita,

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Dicembre 2016 3

Editoriale

Natale: Lasciarci AFFERRARE dalla Luce!

sentirci un po’ più responsabili e ritrovare la forza per rimet-terci in piedi e riprendere il cammino.

Ciò significa cominciare a chiamare le cose che ci rendono schiavi con il loro nome: troppi guadagni sono veri e propri furti, troppe libertà sono vere porcherie, troppe leggi sono immorali, troppo benessere è a svantaggio dei più deboli, troppe vite facili creano adulti sfasciati.

È tempo di recuperare il gusto dell’anticonformismo; è tempo di ritrovare il filo della saggezza per vivere non come tanti, ma secondo la legge che è scritta nel profondo del cuore. È tempo di esporci al calore della luce di Betlemme, per cominciare a lasciarci prendere dal desiderio di infinito, l’unico che veramente appaga la nostra vita.

Se avremo il coraggio di fare questo salto di

qualità, allora il Natale non sarà semplicemente la dolciastra commemorazione di un evento passato, ma sarà il nostro “Natale”, la nascita di una persona nuova.

Gesù è venuto tra noi per questo e ci attende come ha atteso i pastori e i Magi… Lui non ha che un desiderio: essere accolto dalle nostre

braccia…

Se usciamo dal buio che ci portiamo dentro, entreremo nella luce e saremo luce come Lui; non è di questa luce di cui abbiamo bisogno, ciascuno di noi e questo nostro mondo così lacerato e angosciato..?

Buon Natale

Il parrocodon Mario

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Comunità Aperta 4

Parrocchia informa

GIORNO APPUNTAMENTO ORARIO LUOGO

DOMENIcA 1

SOLENNITà MARIA ss. MADRE DI DIO50a Giornata della Pace

S. MESSE IN ParrOcchIa

S. MESSa PEr TuTTa La cOMuNITà

7,30 - 10,0018,00

ParrocchiaSantuario

Giovedì 5 S. MESSa NELLa VIgILIa 18,00 Parrocchia

VENERDI 6EPIFaNIa DEL SIgNOrE

gIOrNaTa DELL'INFaNzIa MISSIONarIa

VESPrI cON TuTTI I ragazzI DELLa caTEchESI 15,00 ParrocchiaDOMENIcA 8

Battesimodi Gesù

santa Messa con Battesimi 9,30 Parrocchia

Lunedì 9 scuola della Parola 20,45 Oratorio

Martedì 10

S. Messa Madri CristianeIncontro Gruppo MissionarioConsiglio Azione Cattolica

9,0016,4520,45

CappucciniParrocchiaOratorio

Giovedì 12Conferenza S. Vincenzo

Santa Messa e Adorazione Eucaristica19,4520,00

Parrocchia

Cappuccini

Venerdì 13 Inizio catechesi Ragazzi 15,00 Oratorio

sabato 14 Inizio catechesi Ragazzi 15,00 Oratorio

DOMENIcA 15II Tempo O. sante Messe Orario Festivo

Martedì 17 cONSIgLIO PaSTOraLE ParrOcchIaLE 20,45 Parrocchia

Calendario Pastorale Gennaio 2017

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Dicembre 2016 5

Parrocchia Informa

«Discepoli sulla strada»

GIORNO APPUNTAMENTO ORARIO LUOGO

Mercoledì 18INIzIO SETTIMaNa PEr L'uNITà DEI crISTIaNI

INcONTrO FOrMaTIVO a VILLa gruPPI ParrOcchIaLI

Giovedì 19 Incontro Adulti A.C. 20,45 Oratorio

Venerdì 20Incontro Chierichetti

Scuola di Preghiera in Seminario

DOMENIcA 22III Tempo O. s. Messe ad orario festivo

Lunedì 23 scuola della Parola 20,45 Oratorio

Martedì 24 caritas Parrocchiale 20,45 Parrocchia

Mercoledì 25 Termine settimana per l'Unità dei cristiani

Giovedì 26Incontro catechisti

Incontro Vicariale Associazione Vedove

20,30 Oratorio

Venerdì 27 INcONTRO GENITORI cREsIMANDI 21,00 Oratorio

DOMENIcA 29IV Tempo O.

INcONTRO GENITORI sAcRAMENTI

Animazione in Oratorio16,30 Oratorio

Martedì 31sAN GIOVANNI BOscO S. Messa con tutti i ragazzi 16,00 Cappuccini

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Comunità Aperta 6

BenvenutiLa nostra comunità ha accolto una famiglia di richiedenti asilo

Mi chiamano straniero, Signore.

Ma prima che straniero, non sono forse uomo?

E poi, chi non è straniero in questa terra in cui siamo tutti ospiti?

Ma Signore, non avevi detto che nello straniero eri presente tu

e che rifiutare lo straniero era come cacciare via te stesso?

Continuano a chiamarsi cristiani, ma tu non sei tra loro.

Sei tra noi, gli ultimi, gli avanzi del pranzo del mondo.

(preghiera dell’immigrato)

La nostra comunità non ha rifiutato lo straniero e nelle scorse settimane ha accolto una famiglia di profughi provenienti dall’Iraq richiedenti asilo.

È una prima risposta alla tragedia umanitaria che da alcuni anni colpisce le popolazioni del medio Oriente coinvolte in continue guerre e le popolazioni dei paesi africani sub sahariani che fuggono da guerre, povertà e fame.

La famiglia è emigrata dall’Iraq a fine agosto per sfuggire ai pericoli della guerra e dopo aver raggiunto la Turchia ha potuto attraversare il mare con i famosi gommoni che vediamo quotidianamente dalle immagini della televisione per raggiungere le coste della Sicilia. La destinazione provvisoria è caduta su Bergamo dove, dopo essere stata alloggiata per un paio di mesi nella struttura per rifugiati di via

Gleno in città, ha trovato ospitalità da noi.

La famiglia è composta dai genitori e da tre splendide bambine che sono già state inserite nella scuola primaria dove inizieranno a conoscere la nostra lingua, a socializzare con i nuovi compagni crescendo insieme a loro.

Nei prossimi mesi potremo aiutare questi nostri nuovi concittadini ad integrarsi nella nostra comunità. Un gruppo di persone si è già reso disponibile a dare loro un aiuto.

Auguriamo a questi nostri fratelli di integrarsi positivamente nella nostra comunità riassaporando i valori della libertà, fratellanza e condivisione.

A cura del "Comitato Accoglienza"

Accoglienza

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Dicembre 2016 7

Per riflettere

Dal Monastero Francescano di Zogno

MonasteroFrancescano

T.O.R.Zogno

La Vita consacrata (1)A cura di Suor Giacinta Rota

«Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi» Gv. (16, 15):

La vita religiosa è la chiamata più grande e particolare di amore che Cristo mette nel cuore di tutte le Persone.Da questa dipende la felicità terrena ed eterna e rimane sempre un mistero, perché misteriosa e ineffabile è l'azione di Dio nelle anime. Ma cos’è la vocazione? È un dono di Dio, quindi viene da Dio. Se è un dono di Dio, la nostra preoccupazione deve essere quella di conoscere, approfondire, amare e far crescere la chiamata di Dio nel nostro cuore. Ma in che modo? Interrogare il cielo con la preghiera, interrogare il direttore spirituale, interrogare noi stessi sapendo le nostre inclinazioni. Tutte le vocazioni sono chiamate alla maternità materiale, spirituale, morale, perché Dio ha posto in noi l'istinto alla vita. Il Sacerdote è Padre spirituale delle anime così pure le Monache di vita contemplativa e le Suore sono madri spirituali delle anime. Approfondire e conoscere sempre più la propria vocazione significa prepararsi ad essere donatori di vita. Ci sono difficoltà in ogni campo e in ogni settore, ma non mancano la grazia e l'aiuto di Dio. Bisogna camminare in avanti sempre senza paura, anche se costa tanti sacrifici e sofferenze, ma tutto è dono e grazia del Signore. La vita Religiosa aiuta principalmente la Chiesa ad attrarre, perché davanti alla testimonianza di un fratello o di una

sorella che vive veramente la vita religiosa, la gente si domanda: “Che cosa c'è qui?”. Che cosa spinge questa persona oltre l'orizzonte umano?. Ecco il primo fine: aiutare la CHIESA a crescere. I consigli evangelici di povertà - castità - obbedienza che il consacrato professa introducono in una intimità più profonda con Gesù e rendono visibile a tutti la "perla" preziosa che è l'amore di Dio. Pregare per i consacrati è pregare perché la Chiesa diventi sempre più sposa di Cristo.La vita consacrata è donare la propria vita a Cristo nella intimità della preghiera, è essere di aiuto al povero e all'indigente.Questa scelta è frutto non di un entusiasmo passeggero, ma di una ferma e stabile adesione a Dio rivelato; è ricerca costante di Dio; è ascolto amoroso della sua parola. La VITA CONSACRATA è fede.

(continua)

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Comunità Aperta 8

Mandato per la Comunità

Carissimi amici di Almenno San Salvatore,

sono davvero contentissimo di potervi scrivere, anche se brevi, queste righe innanzi tutto per ringraziarvi per il ricordo nelle vostre preghiere per la vicinanza e per l’amicizia che mi avete donato nei giorni scorsi e

in particolare nel momento dell’ordinazione. È un dono grande e unico l’ avere così tanti cuori uniti al tuo in uno dei momenti più importanti della tua vita. Cuori conosciuti, stimati, con i quali in questi due mesi il Signore mi ha chiesto di confrontarmi.

Il 31 ottobre Dio mi ha fatto un dono davvero immenso, un dono a lungo desiderato, un dono sperato, un dono che ha richiesto un prolungato e faticoso percorso di formazione e di discernimento.

Ormai sono passati quasi 17 anni dal primo giorno in cui ho compiuto il mio primo passo in seminario, per gli incontri vocazionali. Seminario che è stato ed è per me vera e propria Casa nella quale sono cresciuto, casa nella quale è maturata la mia vocazione, casa che mi ha donato tante altre case nelle parrocchie che mi hanno ospitato, accolto e voluto bene come un fratello e un amico.Ringrazio il Signore, con il cuore gonfio di gioia per la casa che è per me la nostra Comunità di Almenno.

Diacono per

la Comunità

di Almennoseminario VescoViLe Di Bergamo gioVanni XXiii

VenerDì 11 noVemBre 2016

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Dicembre 2016 9

Mandato per la Comunità

Diacono per la Comunità di Almenno

Prostrato e immerso nel canto delle litanie, durante il rito dell’ordinazione, ho fatto passare e ho deposto nelle mani del Signore tutta la storia e i ricordi di questi lunghi 17 anni, consegnandogli anche quelle storie a me care e quei volti a cui voglio bene; tra quelli c’erano anche i vostri.

Da qualche giorno Marco Luca è diventato don Marco Luca diacono, servo, uomo di Dio, uomo a servizio dell’amore del Signore

e della sua Chiesa. Non vi nascondo che mi tremano le gambe e mi sussulta il cuore al sol pensiero che il Signore abbia donato a me, proprio a me, fragile e povero il dono di poter essere annunciatore di Speranza, profeta di Salvezza.

Vi chiedo un regalo immenso, un ricordo nella preghiera, per me don Marco Luca e per i miei compagni, don Simone, don Omar, don Dario, don Claudio, don Diego e don Marco, perché nella nostra vita possiamo essere realmente tutti un dono ed immagine del volto misericordioso del Padre.

Che il Signore vi benedica, benedica ogni passo che farete, benedica i vostri cari, benedica le vostre gioie e le vostre tristezze e vi renda testimoni della Gioia.

Portandovi nelle mie preghiere vi invio la mia benedizione.Con affetto e amicizia immensa, nel Signore,

don Marco Lc.

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Comunità Aperta 10

La "Parola" di Papa Francesco

Dio piange conlacrime dipadre e di madre

Da un'omelia mattutina in "Santa Marta"

Da L’Osservatore Romano del 27 ottobre 2016

Oggi Dio continua a piangere — con lacrime di padre e di madre — davanti alle calamità, alle guerre scatenate per adorare il dio denaro, a tanti innocenti uccisi dalle bombe, a un’umanità che sembra non volere la pace.

È un forte invito alla conversione quello rilanciato da Francesco nella messa celebrata giovedì mattina, 27 ottobre, nella cappella della Casa Santa Marta. Un invito che il Pontefice ha

motivato ricordando che Dio si è fatto uomo proprio per piangere con e per i sui figli.

Nel passo del Vangelo di Luca (13, 31-35) proposto dalla liturgia, ha spiegato il Papa, «sembra che Gesù avesse perso la pazienza e usa anche parole forti: non è un insulto ma non è fare un complimento dire “volpe” a una persona». Per la precisione dice ai farisei che gli hanno parlato di Erode: «Andate a dire a quella volpe». Ma già «in altre occasioni Gesù ha parlato duro»: ad esempio, ha detto «generazione perversa e adultera». E ha chiamato i discepoli «duri di cuore» e «stolti». Luca riporta le parole con cui Gesù fa un vero e proprio «riassunto di quello che dovrà accadere: “è necessario che io prosegua il mio cammino perché non è possibile che un profeta muoia fuori di Gerusalemme”». In pratica il Signore «dice quello che succederà, si prepara a morire».

Ma «poi subito Gesù cambia i toni», ha evidenziato Francesco. «Dopo questo scoppio tanto forte», infatti, «cambia tono e guarda il suo popolo, guarda la città di Gerusalemme: “Gerusalemme, tu che uccidi i profeti e lapidi quelli che sono stati mandati a te!”». Egli guarda «la Gerusalemme chiusa, che non ha sempre ricevuto i messaggeri del Padre». E «il cuore di Gesù incomincia a parlare con tenerezza: “Gerusalemme, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli come una chioccia i suoi pulcini!”», Ecco «la tenerezza di Dio, la tenerezza di Gesù». Quel giorno egli «pianse su Gerusalemme». Ma «quel pianto di Gesù — ha spiegato il Papa — non è il pianto dell’amico davanti alla tomba di Lazzaro.

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Dicembre 2016 11

Dio piange con lacrime di padre e di madreLa "Parola" di Papa Francesco

Quello è il pianto di un amico davanti alla morte dell’altro»; invece «questo è il pianto di un padre che piange, è Dio Padre che piange qui nella persona di Gesù».

«Qualcuno ha detto che Dio si è fatto uomo per poter piangere quello che avevano fatto i suoi figli» ha affermato il Pontefice. E così «il pianto davanti alla tomba di Lazzaro è il pianto dell’amico». Ma quello che racconta Luca «è il pianto del Padre». A questo proposito Francesco ha voluto riproporre anche l’atteggiamento del «padre del figliol prodigo, quando il figlio più piccolo gli ha chiesto i soldi dell’eredità e se ne è andato via». E «quel padre è sicuro, non è andato dai suoi vicini a dire: “guarda cosa mi è accaduto, ma questo povero disgraziato cosa mi ha fatto, io maledico questo figlio!”. No, non ha fatto questo». Invece, ha detto il Papa, «sono sicuro» che quel padre «se ne è andato a piangere da solo».

È vero, il Vangelo non rivela questo particolare — ha proseguito Francesco — però racconta «che quando il figlio tornò vide il padre da lontano: questo significa che il padre continuamente saliva sul terrazzo a guardare il cammino per vedere se il figlio tornava». E «un padre che fa questo è un padre che vive nel pianto,

aspettando che il figlio torni». Proprio questo è «il pianto di Dio Padre; e con questo pianto il Padre ricrea nel suo Figlio tutta la creazione».«Quando Gesù andava con la croce al Calvario — ha ricordato il Pontefice — le pie donne piangevano e ha detto loro: “No, non piangete su di me, piangete per i vostri figli”». È il «pianto di padre e di madre che Dio anche oggi continua a fare: anche oggi davanti alle calamità, alle guerre che si fanno per adorare il dio denaro, a tanti innocenti uccisi

dalle bombe che gettano giù gli adoratori dell’idolo denaro». E così «anche oggi il Padre piange, anche oggi dice: “Gerusalemme, Gerusalemme, figlioli miei, cosa state facendo?”». E «lo dice alle vittime poverette e anche ai trafficanti delle armi e a tutti quelli che vendono la vita della gente».

In conclusione Francesco ha suggerito di «pensare che il nostro Padre Dio si è fatto uomo per poter piangere. E ci farà bene pensare che nostro Padre Dio oggi piange: piange per questa umanità che non finisce di capire la pace che lui ci offre, la pace dell’amore».

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Comunità Aperta 12

Personaggi da ricordare

PaDre DaViD maria turoLDo

Da quel 22 novembre di cento anni fa, quando vide la luce nelle campagna friulane, fino all'alba di quel 6 febbraio 1992 quando ormai devastato dalla malattia si spense in una clinica milanese, padre David Maria Turoldo visse solo 75 anni

“cronologici”.

La sua vita si era allargata a una serie di eventi, di interventi, di opere capaci di coprire diverse vite,

difficili da coordinare e descrivere.

Possiamo ricordare il motto del suo Carlo Bo: “Padre David ha avuto da Dio due doni: la fede e la poesia. Dandogli la fede, gli ha imposto di cantarla tutti i giorni” e potremmo aggiungere in tutti i luoghi, dalle zolle della nativa Coderno fino nei sotterranei della lotta antifascista, tra gli echi delle volte del Duomo di Milano, ma anche nella familiarità calda di Nomadelfia, dall’amatissimo ritiro per nulla eremitico di Sotto il Monte alle sale, alle aule, alle piazze vocianti, da un lontano e sterminato Canada o dagli Stati Uniti fino ai piccoli centri, fino appunto al villaggio bergamasco o pugliese.

La sua figura imponente e sanguigna, dalla quale fuoriusciva una voce da cattedrale o da deserto, vanamente temperata dall’invincibile sorriso degli occhi chiari, aveva proprio nella parola biblica il suo alimento vitale. “Servo e ministro sono della Parola”, si era autodefinito, consapevole che ormai tutto il suo essere si era trasformato in una “conchiglia ripiena” dell'eco di quella Parola infinita come il mare.

Per questo il cardinale Carlo Maria Martini, nella presentazione del volume: "Opere e giorni del Signore" aveva comparato padre Turoldo a Efrem Siro e a Romano il Melode, straordinari autori di omelie bibliche cantate.

Forse bisognerebbe rileggere in modo sistematico la produzione poetica di Turoldo inseguendone la filigrana biblica. Il flusso letterario di questo

“cantore delle dense ore di Dio” ha coperto l’intera scrittura dalla Genesi fino all'Apocalisse e al suo

Nel Centenario della Nascita

La prima Messa al Santuario di Monte Berico (VI)

a cura di don Giorgio

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Dicembre 2016 13

Personaggi da ricordare

PaDre DaViD maria turoLDo

sospirato finale “Vieni Gesù”.

Le pagine di Turoldo è come un’insieme di citazioni, allusioni, evocazioni bibliche: il suo è lo spartito della parola suprema divina orchestrata in parole umane.

Questo intreccio tra parola di Dio e parole umane, tra storia divina e storia umana fu anche alla radice del suo impegno nell'incarnazione del cristianesimo, che si attestava spesso sulle frontiere più roventi o nei territori più disabitati da presenze religiose.

I rischi di queste incursioni sono noti a tutti, ma padre Turoldo ha sempre tenuto alta la fiaccola della speranza cristiana convinto che Dio è con noi

“vagabondo/ a camminare sulle strade,/a cantare con noi/ i salmi del deserto”.

Convinto che la meta ultima della storia è là dove “le lettere del divino alfabeto/ saranno in fiore per il Cantico Nuovo”. In questa luce possiamo accennare a un tema che tormentava Turoldo negli ultimi tempi della sua esistenza: il nodo era il silenzio di Dio, anzi, il misterioso intreccio-incontro tra Dio e il nulla.

Esso scompaginava l’enfasi della sua voce, spettinava per l’ultima volta i suoi pensieri e i suoi versi, quelli dei Canti ultimi: “Dio e il Nulla -se pure

l’uno dell'altro si dissocia.../ Tu non puoi non essere / Tu devi essere, / pure se il Nulla è il tuo oceano”.

Questo groviglio di luce e di tenebra aveva la sua raffigurazione nel Cristo crocifisso.

“La tua assenza ci desola... All’incontro cercato nessuno giunge... Notte fonda, notte oscura ci fascia -nera sindone- se tu non accendi il tuo lume, Signore!... Ma tu, Signore, sei bianca statua di marmo nella notte... Un Dio che pena nel cuore dell'uomo...”.

Nei suoi ultimi scritti Turoldo si è messo in viaggio verso questa Gerusalemme capovolta in modo deciso, pellegrino del Nulla e del Tutto.

Lungo quella frontiera fra essere e nulla Turoldo aveva incontrato Dio, come Giacobbe dopo la lotta al fiume Jabbok o come Giobbe dopo il suo lungo grido tenebroso. Su questa linea di frontiera non c’è un Dio imperatore, impassibile e onnipotente, ma un Dio sofferente, perché “ogni creatura ti muore tra le braccia nel mentre che si forma e fiorisce”.

Una fede autentica, purificata da tutta quell'enfasi ed entusiasmo che talora scandivano i suoi versi. Una fede "rocciosa e simile alle pietre della sua terra d’origine".

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Comunità Aperta 14

Organismi parrocchiali

consigLio

PastoraLe

ParrocchiaLeVerBaLe DeL consigLio PastoraLe ParrocchiaLe

DeL 15 noVemBre 2016 Il Consiglio P.P. si è riunito presso la Casa Parrocchiale in data 15-11-2016 per discutere sul seguente ordine del giorno.: 1. Preghiera ed apertura dei lavori;2. Lettura ed approvazione verbale della seduta precedente (vedi Comunità Aperta ottobre 2016)3. Lettera circolare del Vescovo;4. “Situazione” Oratorio;5. Scuola dell’Infanzia: situazione economica, ”Asilo Nido”….;6. Proposte Avvento - Natale;7. Aggiornamento su “Accoglienza richiedenti asilo”;8. Varie ed eventuali.

Alla riunione è presente don Lorenzo Testa che, a seguito della nomina a parroco di don Marco, è stato mandato dal Vescovo per coadiuvare i vari gruppi presenti in Oratorio che sono l’espressione dell’impegno della Comunità Cristiana nell’educazione alla fede dei nostri bambini e ragazzi. Il parroco introduce l’incontro con una invocazione corale allo Spirito Santo e l’ascolto della Parola (vangelo secondo Luca 24,13-35). I due discepoli in cammino verso Emmaus discorrevano e discutevano insieme sconfortati da quanto era successo a Gerusalemme con la morte in croce di Gesù. Assorti nei loro pensieri non riconoscono il compagno di viaggio finché, invitato resta con loro e, quando fu a tavola prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. In questo gesto riconoscono il Maestro che però sparisce dalla loro vista lasciandoli apparentemente ancora soli. La frazione del pane dà loro il coraggio e la forza per far ritorno senz’indugio a Gerusalemme e nella gioia dare testimonianza della resurrezione di Gesù. Anche noi, come il discepolo Cleopa e l’altro, di cui non si riporta il nome, attingendo all’ Eucarestia dovremmo sentire la vicinanza di Gesù e trovare il sostegno nei momenti di inevitabile scoramento nel cammino della nostra vita. Questo passo di Vangelo è l’icona a cui il nostro Vescovo Francesco si è ispirato nella sua Lettera Circolare per l’anno Pastorale 2016/17 indirizzata a tutte le Comunità: ”CAMMINARE INSIEME NELLA GIOIA DEL VANGELO” per vivere e testimoniare con fiducia e gioiosa speranza che Gesù è sempre al nostro fianco.

Il 2°punto all’ordine del giorno riguarda il verbale della seduta precedente pubblicato nel mese di ottobre su Comunità Aperta che viene approvato all’unanimità.

Si passa quindi al 3° punto all’ordine del giorno con la presentazione della Lettera Circolare che il Vescovo Francesco ha inviato a tutte le comunità dopo la sua ultima visita vicariale, nella quale delinea in maniera chiara l’esigenza di un ripensamento e di un nuovo rilancio dei Vicariati locali e la costituzione delle Fraternità presbiterali. Si tratta di uno stile di vita che caratterizza l’intera comunità cristiana e che Papa Francesco ha ultimamente indicato come la risposta cristiana alla frammentazione, alle divisioni, alle ostilità e alle guerre del nostro tempo. Il Vescovo manifesta anche alcune considerazioni sulla Lettera del Papa AMORIS LAETITIA che consegna alla Chiesa e all’umanità la bellezza ed il valore della famiglia. Per quanto riguarda gli sposi e le famiglie, come pure le persone che vivono in situazioni delicate dal punto di vista matrimoniale e familiare, i criteri fondamentali e inseparabili che connotano l’azione pastorale della Chiesa nel segno della misericordia, sono quelli dell’accompagnamento, del discernimento evangelico e dell’integrazione. L’orizzonte di questo percorso è rappresentato dall’Esortazione Apostolica “Evangelii Gaudium” (la gioia del Vangelo)

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Dicembre 2016 15

Consiglio Pastorale ParrocchialeOrganismi parrocchiali

di Papa Francesco dove si ritrovano indicazioni fondamentali quali: ritrovare la gioia del Vangelo e del suo annuncio, uscire dai confini di una fede rassicurante e di una comunità ripiegata e andare incontro ad ogni persona umana nella sua libertà, nella sua profondità , nella sua sofferenza, riconoscere nella figura del povero il volto di Cristo che ci interpella e ci evangelizza, adottare uno stile di vita cristiana e comunitaria capace di comunicare il fascino del Vangelo e di alimentare la fraternità tra le persone umane. L’obiettivo è alto e impegnativo, c’è quindi l’esigenza della preghiera per rendere visibile la gioia dell’essere cristiani che “camminano insieme nella gioia del Vangelo”.

Il 4° punto riguarda la “Situazione Oratorio” : don Lorenzo prende la parola per esprimere le sue prime impressioni soprattutto sui gruppi finora incontrati (catechisti e Azione Cattolica) e con i quali ha già approntato un programma di formazione e organizzazione per l’anno pastorale in corso. L’approccio è apparso di una realtà viva. Di fondamentale supporto è anche la presenza nel fine settimana del diacono Marco Luca prossimo all’ordinazione sacerdotale. Per tutte le altre componenti (gruppo adolescenti, sportivo, ricreativo) don Lorenzo si impegna quanto prima ad incontrare, conoscere e verificarne i cammini e le attività, al fine di perseguire un progetto educativo comune che armonizzi le forze per farle convergere in un unico obiettivo finale: EDUCARE I BAMBINI E I RAGAZZI ALLA FEDE. A tal proposito si rileva che la mancanza del curato potrebbe essere l’occasione per riflettere come costituire un’equipe educativa che funga da propulsore e raccordo fra i gruppi . Si ritiene utile ricostituire il Consiglio d’Oratorio tuttora mancante.

5°- Scuola dell’infanzia: situazione economica, ”Asilo Nido”…;Il parroco comunica che si è deciso di aprire le iscrizioni per il Micro Nido (massimo 10 iscritti) con inizio da gennaio 2017. A tal proposito ci sarà la possibilità, per le famiglie interessate, di partecipare all’open day sabato 19 novembre. La gestione è affidata ad una esperta, non assorbe il personale già presente alle dipendenze e sarà attivo con un minimo di 6 iscritti. A questo progetto è stata coinvolta anche l’amministrazione comunale.

6° Proposte Avvento-Natale;Don Mario propone il triduo di preparazione degli adulti al S. Natale nei giorni mercoledì 14 -giovedì 15 - venerdì 16 dicembre ai Cappuccini con s .messa alle ore 20 e riflessione. Si conclude domenica 18 dicembre con il ritiro alle h 15 presso le suore della Sacra Famiglia. Per i ragazzi viene proposto il cammino d’Avvento prendendo spunto da quello diocesano rimarcando nel momento della catechesi settimanale la preghiera in famiglia e durante la messa festiva delle 9,30. Viene riproposta la preghiera il martedì h 7,40 per le medie e h 7,50 per le elementari e le confessioni per tutti i ragazzi .Gli adolescenti inizieranno l’avvento con un momento di preghiera domenica 27 novembre h 18. I bambini si sono impegnati in una raccolta fondi per il Baby Hospital di Gerusalemme e le offerte saranno donate il 6 gennaio in occasione della festa dell’Epifania, momento in cui verranno premiati anche i partecipanti al concorso presepi.

7°- AGGIORNAMENTO SU “Accoglienza richiedenti asilo”;Don Mario introduce l’argomento annunciando che nella nostra Comunità è arrivata una famiglia di Siriani di etnia Curda. Manzoni PierAntonio, che ha seguito direttamente l’evoluzione dell’iter per accogliere i richiedenti asilo, ha comunicato che la nuova famiglia composta dai genitori e da tre bambine si è insediata in un appartamento sito in viale Marconi che un privato ha affittato alla cooperativa Ruah. Le tre bambine sono state inserite alle scuole elementari; la madre per ora seguirà la famiglia mentre al padre si chiederà di collaborare in comunità per attività socialmente utili. La famiglia è stata accolta dal Parroco, dal Sindaco e da alcuni volontari che si sono resi disponibili a supportarla nel caso di necessità; inoltre due operatori della cooperativa Ruah la seguiranno nell’inserimento nella comunità assicurando una presenza di 10 ore settimanali. Saranno successivamente valutate le modalità di presentazione alla comunità dei nuovi arrivati ed eventuali nuove iniziative di sostegno ai richiedenti asilo. 8°- Varie ed eventuali. La Presidente dell’Azione Cattolica porge un caldo invito a partecipare alla Festa del CIAO il giorno 8 dicembre; occasione di incontro di festa e preghiera per la Comunità con tutte le componenti dell’Associazione.A seguito di vari membri dimissionari risultano vacanti alcune componenti del Consiglio rappresentanti varie realtà (catechisti/giovani/madri cristiane/educatori); si auspica quindi la presenza di nuovi membri- referenti affinché la Comunità possa “Camminare insieme nella gioia del Vangelo”. Null’altro essendovi su cui discutere la riunione si scioglie alle ore 23.00. La Segretaria Il ParrocoLuigina Rota don Mario Rosa

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Comunità Aperta 16

Famiglie in Festa

Tantissimi AuguriNonna IRIDE

Dai tui figli, generi, nuore, nipoti e pronipoti.

Cara mamma, questo è un giorno speciale e noi tutti vogliamo festeggiare il tuo 92° compleanno,un traguardo importante a cui sei arrivata con fatica, accompagnata dalla tua grandissima fede.

Non ci sono parole per descriverti o ringraziarti per tuttoquello che hai fatto per noi, di certo una cosa è sicura, nussuno di

noi sarebbe qui oggi se non ci fossi stata tu, ci hai insegnato il valore della vita, l'amore per la famiglia, ad amare sempre con

pazienza e umiltà senza mai arrenderti.In questi anni non ci hai mai lasciati soli.

GRAzIE DI tuttO DALLA tuA GRAnDE FAMIGLIA ChEti ama inconDizionatamente, siamo Davvero

orgogliosi Di te. sarai semPre nei nostri cuori.

AuGuRI MAMMA!

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Dicembre 2016 17

Al servizio della persona

La rubrica del Gruppo Missionario

Congratulazioni Mamma, Papà

ed Angelo si congratulano con

ChIARA

che si è brillantemente laureata in Scienze dell'Educazione

presso l’Università di Bergamo.

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Comunità Aperta 18

Comunità in cammino

Comunità

ApertA CAmpAgnA AbbonAmenti Anno 2017

Ogni anno, come tutto pure i costi relativi alla stampa di "Comunità Aperta" aumentano,in relazione anche del numero di pagine che essa contiene. Avendo già aumentato di 2,00 €., l'anno scorso non vogliamo toccare gli attuali prezzi. Rimane comunque un divario tra il costo effettivo di Comunità Aperta e gli abbonamenti raccolti . Saremo grati comunque a chi si sente di dare un maggiore contributo all'abbonamento, per sostenere i maggiori costi di stampa oltre che a essere promotori di nuovi abbonamenti.Il costo delle spedizioni in Italia, in Europa e negli altri Continenti, per quest'anno rimane allineato a quello dell'anno scorso secondo i costi effettivi praticati dalle Poste Italiane.Ecco quindi la tabella degli abbonamenti per l'anno 2017:

Comunità ApertA

(mensile della Comunità distributo dalle volontarie in paese) €. 20,00 Comunità ApertA (con spedizione in Italia) (€. 20,00 + €.38,00 di spedizione) €. 58,00Comunità ApertA (con spedizione in Europa) (€. 20,00 + €.62,00 di spedizione) €. 82,00Comunità ApertA (con spedizione extraeuropea) (€. 20,00 + €.93,00 di spedizione) €. 113,00Angelo in FAmigliA (mensile della Diocesi di Bergamo) €. 15,00

Per gli abbonamenti fuori paese è possibile utilizzare il c/c. postale 13420245intestato a: Parrocchia San Salvatore - Almenno San Salvatore con causale:

"Abbonamento a Comunità Aperta 2016"

A tutti i lettori di Comunità Aperta

Buon Natale e Felice anno 2017

G R A Z I E ! ! !Un grazie va anche agli artigiani e commercianti che ogni anno tramite la pubblicità sostengono in parte il

costo di Comunità Aperta. A chi volesse aggiungersi per far conoscere la propria

attività alla clientela, invitiamo a rivolgersi a Renzo Cornelli tel. 3482218792 o scrivendo

alla e-mail [email protected]

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Dicembre 2016 19

Almenno in Musica

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Comunità Aperta 20

"Gruppo del Sorriso" Onlus

"Toccare": un'esperienza sensoriale

Al servizio della persona

Sabato 15 ottobre ci siamo recati al Teatro Ideal di Cepino presso cui è stata allestita una mostra realizzata dall'Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti dal titolo "Toccare”. All’interno di questa rassegna erano presenti delle attività sensoriali in cui si dovevano utilizzare i sensi meno quello visivo. C’erano laboratori tattili, ad esempio uno in cui si inserivano le mani in alcune scatole di legno che contenevano utensili di uso comune e si doveva capire l’identità dell’oggetto utilizzando solamente il tatto.

Un’altra esperienza tattile è stata quella del domino bendati e ancora quella in cui bisognava percepire i vari materiali, come ad esempio il vetro o il sughero, solamente toccandoli. In seguito abbiamo testato il nostro olfatto odorando alcuni campioni contenenti dei profumi, anche familiari e quotidiani come ad esempio la frutta; ma essendo abituati prima di tutto a vedere quello che ci sta attorno e non a sentire, in

questo caso gli aromi, non è stato per niente facile capire a quali cose appartenevano quelle fragranze.

Nella mostra era presente anche un “Corridoio sensoriale”, una sorta di tenda il cui interno era come un mondo a sé, pieno di cuscini imbottiti di sabbia, tessuti di varie consistenze che ricoprivano il pavimento, il soffitto che sembrava un cielo pieno di aquiloni e nell’aria c’era come un non so che aroma e una musica che non si capiva se era veramente presente o no; questo posto dava un senso di pace.

Infine per chi voleva e se la sentiva c’era il tunnel al buio, un vero e proprio percorso interamente al buio, nel quale si viene accompagnati da una persona non vedente che ha il compito di far percepire al visitatore, con il tatto dei piedi e delle mani, le sensazioni che solitamente si hanno con l’utilizzo della vista.

Avevo già vissuto questo tipo di esperienza quado ero andata in gita scolastica ad una mostra di questo tipo a Milano, ma è stato diverso, in parte perché ero più piccola e non avevo la piena consapevolezza di me e di ciò che provavo, l’ho vissuta un po’ come un’esperienza

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Dicembre 2016 21

quasi passiva tant’è vero che il percorso al buio l’ho, sì fatto, ma seduta in carrozzina.

È stata anche quella un’esperienza unica ma comunque diversa da quella vissuta nella nostra Valle perché questa volta il percorso l’ho svolto a piedi, con un po’ di fatiche in più ma ne è valsa la pena in quanto ho potuto sentire tutte le sensazioni tattili, olfattive e uditive che vive una persona non vedente.

Durante il percorso ho anche capito che al buio non so neanche orientarmi da sola, forse perché non sono abituata, ma in quel momento ero completamente dipendente da chi mi guidava. Mi sono resa conto di essere una persona fortunata perché anche con i miei limiti ho la bellissima opportunità di vedere ciò che mi circonda.

Sono rimasta piacevolmente stupita scoprendo che anche una persona che non ha la possibilità di vedere il mondo lo può percepire come e forse anche meglio di noi.

Silvia

Buon Natale

Ecco di nuovo davanti a noi il Natale

Una notte per la preghieraUn giorno per la speranza.

Tanti auguri a chi ha un sogno nel cuoreTanti auguri a te che hai un dolore

Tanti auguri a tutti i bambini quelli più fragili e quelli sereni.Tanti auguri agli amici, che siano tutti felici.

Tanti auguri a chi non crede nell’amore.Tanti auguri agli ammalati e a tutti coloro che sono più

fortunati.Tanti Auguri!

Due piccole parole ma…Tanti Auguri che vengono dal cuore.

Buon Natale e tanta felicitàChe duri da qui all’eternità!

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Comunità Aperta 22

DonLorenzo Milani

CIRCOLO DI ALMENNO SAN SALVATORE

Appuntamenti

Don Lorenzo Milani

Il prossimo anno ricorre il 50°anniversario della morte di Don Lorenzo Milani (Firenze 27.05.1923 – 26.06.1967).

Don Lorenzo fu un sacerdote che seppe lasciare un’impronta nella società ecclesiale e civile del secolo scorso ed ancora oggi la sua esperienza e i suoi insegnamenti risultano di forte attualità.

Ci piace qui ricordare solo alcuni dei suoi scritti più famosi: Esperienze pastorali (1957), L’obbedienza non è più una virtù; Lettere alla mamma; Lettere ad una professoressa. Il periodo più significativo riguarda senza dubbio la scuola di Barbiana, frazione di Vicchio, piccolo borgo sperduto sui monti della Diocesi di Firenze.

La scuola è stata un’esperienza educativa avviata da Don Lorenzo Milani negli anni ‘50 ed ha spronato il dibattito pedagogico degli anni sessanta.

Il libro “Lettere ad una Professoressa”, scritto da don Milani e dai suoi allievi spiegava i principi a cui si ispirava la scuola e nel contempo criticava i metodi educativi tradizionali.

Le ACLI nel corso del prossimo anno promuoveranno alcune iniziative per ricordare questa figura di sacerdote, educatore, insegnante e scrittore che ha ispirato tante riflessioni ed espe-rienze.

Cogliamo l’occasione per augurare a tutta la comunità buon Natale e felice anno nuovo.

Il Presidente ACLI Claudio Locatelli

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Dicembre 2016 23

Al servizio della persona

IL GIORNO DEL DONO È finalmente diventata Legge della Repubblica Italiana il progetto GIORNO DEL DONO, voluto e promosso dall’Istituto Italiano della Donazione; un cammino iniziato a fine 2013 e sostenuto dal presidente Emerito della Repubblica, Sen. Carlo Azeglio Ciampi, primo firmatario del Disegno di Legge. La data che è stata scelta è quella del 4 ottobre, festa di San Francesco d’Assisi, patrono d’Italia; una giornata che ci richiama alla pace, alla fraternità ed al dialogo. Il GIORNO DEL DONO nasce per celebrare i valori della solidarietà e della sussidiarietà ed è dedicato a tutti coloro che non si sono fatti fermare dalle difficoltà e che, ogni giorno, lavorano per il bene comune. In Italia operano quasi cinque milioni di volontari, cittadini attivi che hanno deciso di impegnarsi e di rimboccarsi le maniche per assumersi delle responsabilità personali o di gruppo: un miracolo silenzioso che accade ogni giorno. Noi volontari de “Il Samaritano” ogni anno ci siamo incontrati per festeggiare una Giornata del Volontariato a noi dedicata; occasione questa d’incontro con gli ospiti della Fondazione Rota e con il Consiglio di Amministrazione; solitamente coincideva con la Giornata del Malato - l’11 febbraio- animata dagli operatori sociali e dai volontari. Quest’anno, proprio per sentirci in sintonia con le forze del volontariato che operano in tutto il territorio nazionale, ci siamo incontrati domenica 2 ottobre per la nostra “GIORNATA DEL DONO”, nel salone dell’Istituto Rota: una “Giornata dei volontari” che ci ha permesso di sentirci più uniti e ci ha sollecitato a continuare con generosità ad offrire il nostro “dono” fraterno alle persone più fragili. Il presidente del Consiglio di Amministrazione, Bruno Terzi, ci ha ringraziato con parole molto significative e stimolanti: “Voi che offrite il vostro tempo ai nostri ospiti, che ci aiutate a sostenerli nel fisico e nello spirito, stimolando i loro ricordi ed aprendo i loro scrigni…”.

“ Voi siete qui con noi, sempre al nostro fianco; ci regalate affetto ed amicizia, ricordandoci il valore inestimabile della dedizione, dell’altruismo e della passione , del vostro dono, rendendo più leggero il vissuto dei nostri cari anziani…”.Abbiamo avuto l’opportunità di incontrare un po’ tutti i volontari che si impegnano in questa Casa di Riposo, in contesti ed in orari diversi, secondo la disponibilità di ognuno, approfondendo in tal modo la reciproca conoscenza e sentendoci più in sintonia. È stato sottolineato che sarebbe necessario che aumentasse il numero dei volontari anche perché per alcuni di noi sta arrivando la “quarta” età… e, lentamente, rimaniamo più pochi . Negli ultimi mesi si sono unite a noi alcune ragazze che vogliono offrire e sperimentare le loro energie in questo vasto campo rappresentato dai nostri cari ospiti, prendendosi cura di loro; un aiuto in tal modo anche per le loro attese per il futuro. I vari interventi hanno poi vivacizzato il nostro pomeriggio ed hanno apportato altri significativi spunti per un sereno intrattenimento. Così pure, la nostra presidente, Ancilla Elsa Locatelli, che ci ha declamato due bellissime poesie molto gradite da tutti. Come di consueto, è stato in seguito offerto un pacco-dono da parte dell’Amministrazione ad alcune volontarie che hanno raggiunto chi cinque, dieci, quindici anni, ecc. del loro servizio di volontariato: un segno di riconoscenza e di incoraggiamento per continuare con coraggio il prezioso cammino. Un omaggio floreale è stato donato anche a tutti i volontari presenti e, per non dimenticare questa prima nostra “Giornata del Dono”, non sono mancate le foto-ricordo. È stata una giornata veramente speciale: l’assistente sociale, le educatrici, l’animatrice e l’educatore sono stati a loro volta nei nostri confronti “volontari” che si sono messi a disposizione perché il “tutto” andasse per il meglio, offrendoci il “loro dono”.Il nostro “GRAZIE” a loro, all’Amministrazione, ai nostri sacerdoti, ed a tutti quelli che hanno collaborato per la buona riuscita della nostra prima “Giornata del Dono”. M. Luisa Salvi Pellegrini

Associazionedi volontariato"Il Samaritano"

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Comunità Aperta 24

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Dicembre 2016 25

Preparazione ai Sacramenti

Percorso di fede in preparazione al sacramento al MatrimonioParrocchie: Almenno San Bartolomeo e San Salvatore - Barzana - Burligo - Gromlongo - Palazzago - Pontida

14/01/2017 Introduzione al cammino verso il matrimonio

21/01/2017 Quando nasce una coppia

28/01/2017 Perché la coppia non diventi un cappio

04/02/2017 Quando la coppia... scoppia!

11/02/2017 Celebrare in Chiesa il matrimonio Cristiano

18/02/2017 Saremo una sola carne

20/02/2016 Ritiro

Il percorso di fede in preparazione al matrimonio si svolgerà presso l'oratorio di Almenno S. Bartolomeo tutti i sabati sera dalle 20.30 alle 22.30 circa. Gli incontri vedranno come relatori i sacerdoti delle varie parrocchie e alcuni psicologi che operano presso il "Consultorio famigliare E. Scarpellini" di Bergamo.

Le iscrizioni si raccolgono direttamente dal proprio parroco (per i residenti nella zona pastorale), per gli altri da don Fabrizio Polini parroco di Barzana e referente del percorso. Viene chiesto un piccolo contributo di € 30,00 per le spese da versare all'atto dell'iscrizione.

Gli incontri saranno relazioni frontali, testimonianze di coppie sulla vita matrimoniale e delle attivazioni dove le coppie presenti saranno chiamate ad interagire in modo attivo fra di loro. A tal proposito, per creare un buon clima di conoscenza, è nata un a consuetudine che vorremmo continuare cioè di fermarci a fine incontro per condividere una fetta di torta. È un modo per conoscerei meglio e scambiarci alcuni pensieri in libertà. Pertanto verrà chiesto alle varie coppie di portare a rotazione una torta da condividere. Raccomandiamo la fedeltà agli incontri da seguire in coppia e vi chiediamo di non fare più di una assenza.

Programma del percorso

Don Fabrizio Polini ( Parroco di Barzana) 3898527660 035/540375 [email protected] Telefono Fax WEB

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Comunità Aperta 26

Curiosità storiche

Orologi suicampanili diAlmennoa cura di Paolo Manzoni

Dopo avere raccontato nella puntata precedente le vicende dell’orologio cinquecentesco esistente sul campanile di S. Maria della Consolazione, in questa parlerò dell’orologio del campanile della Parrocchiale di Almenno S. Salvatore.

Premetto che per ora non ho trovato notizia del momento, anche approssimativo, in cui l’orologio è stato posto sulla torre. La difficoltà deriva dal fatto che anticamente (ma in molti casi anche oggi) la proprietà degli orologi sulle torri civiche e sui campanili era di pertinenza

dei Comuni, che consideravano tra i loro compiti anche quello di far conoscere ai cittadini l’ora nei diversi momenti del giorno. Pertanto notizie sull’orologio di Almenno si dovrebbero reperire nell’Archivio Comunale, che ha subito tali perdite da rendere difficile trovare indicazioni in proposito.

Fatta questa premessa, si sa per certo che negli anni ottanta del Quattrocento sul campanile della Parrocchiale di Almenno ancora non esisteva un orologio, per il semplice fatto che il campanile stesso non era ancora concluso e vi si

stavano attuando dei lavori.

Un documento datato 15 ottobre 1481, infatti, riferisce di un accordo tra i sindaci della chiesa di S. Salvatore Nuovo e il “cementatore” (architetto e capomastro) Cristoforo del fu Giovanni Gervasoni di Bordogna. Costui fu incaricato di “construere et alzare” entro il Natale del 1482 il campanile della chiesa, realizzandovi in particolare i “balconis seu fenestris”, ossia la cella campanaria (A.S.Bg., Fondo Notarile, Pilis Gregorio n. 614, Registro 1475-1504, 15 ottobre 1481).

Si sa anche che il campanile

(seconda parte)

Disegno della chiesa parrocchiale con l'antico campanile

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Dicembre 2016 27

oroLogi sui camPaniLi Di aLmenno

Curiosità storiche

Particolare dell'antico campanile della Parrocchia. Dal dipinto della Pala della Chiesina.

originario era notevolmente diverso da quello attuale. Lo si deduce da due raffigurazioni che lo ritraggono com’era prima che fosse sopraelevato: un affresco presente nella chiesina attigua alla Parrocchiale e un disegno a china appeso ad una parete della casa parrocchiale (vedi foto).

In ambedue i casi il campanile è effigiato ancora nelle tipiche forme quattrocentesche con la torre a sezione quadrata e la cella campanaria posta immediatamente sotto una cuspide a cono in mattoni: una struttura che in linguaggio tecnico viene definita “campanile a cono cestile”.

In una delle due predette raffigurazioni si nota anche il particolare della presenza dell’orologio. Questo significa che nell’Ottocento esisteva già. E si può fondatamente congetturare che vi sia stato collocato poco dopo l’anno 1628, quando, come si è detto nel precedente numero di Comunità Aperta, fu portato via l’orologio di S. Maria della Consolazione. In tale frangente, per non lasciarne il paese privo, ne fu collocato uno nuovo sul campanile della Parrocchiale.

Questo rimase in funzione fino al 1882 , anno in cui il campanile quattrocentesco, su disegno dell’arch. Antonio Piccinelli, fu modificato nelle forme attuali, aumentandone l’altezza per adeguarlo all’edificio della chiesa che pure, a partire dal 1710, era stata ristrutturata.

Rifatto il campanile, si dovette dotarlo di un nuovo orologio. Il costo dell’operazione fu sostenuto dal Comune di Almenno S. Salvatore, perché così voleva l’usanza.

Il meccanismo dell’orologio ottocentesco fu collocato in un apposito vano posto immediatamente sotto il piano di calpestio della cella campanaria. Era un congegno piuttosto complicato che doveva essere ricaricato manualmente ogni giorno, con un’infinità di ingranaggi e due grandi rulli su cui si avvolgevano due cordine metalliche.

Vi erano poi due contrappesi in pietra che nel corso della giornata scendevano dall’altezza dell’orologio fino a circa metà campanile all’interno di una specie di pozzo formato da assi di legno. Il contrappeso più piccolo, simile ad una palla di cannone, serviva per far battere le ore; l’altro, costituito da un grosso cippo, faceva muovere con il suo peso le lancette dell’orologio.

Pertanto, per fare funzionare l’orologio,

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Comunità Aperta 28

oroLogi sui camPaniLi Di aLmenno

Curiosità storiche

bisognava provvedere quotidianamente alla sua ricarica. A tal fine il Comune pagava una persona incaricata di svolgere questa operazione, che consisteva nel salire fino in cima al campanile e fare risalire i contrappesi girando un’apposita manovella.

Questa situazione si è mantenuta fino agli anni settanta del secolo scorso, quando si è attuata l’elettrificazione delle campane e anche l’orologio è stato adeguato al nuovo sistema. Con il cambiamento, però, l’orologio non ha cessato di essere comunale. Dovrebbero perciò continuare ad essere a carico del Comune tutti gli interventi di manutenzione relativi ad esso.

Si è insistito su questo aspetto per un motivo ben preciso. E’ infatti evidente a tutti che non è più possibile rinviare un intervento di restauro dei quadranti esterni dell’orologio, interessati da ampie cadute di intonaco pericolose anche per l’incolumità dei passanti. Ad una prima valutazione si potrebbe pensare che l’operazione di restauro debba essere oltre che costosa anche pericolosa. Innalzare delle

impalcature fino ad una simile altezza sembra un’impresa titanica. Ma con i mezzi del giorno d’oggi credo che si possa fare tutto con il minimo della spesa (da quantificare) e il massimo della velocità (una giornata).

Questa è la soluzione che mi permetto di proporre: predisporre dei quadranti della giusta misura in materiale plastico; far venire uno di quei bracci meccanici che permettono di arrivare fino all’altezza dell’orologio; abbattere gli intonaci pericolanti e al loro posto fissare con dei ganci i quadranti precedentemente preparati. Evidentemente il tutto dovrà essere fatto nel rispetto del monumento.

Mi si dirà: “Ma ci vogliono i permessi della Soprintendenza”. Rispondo che l’intervento può essere considerato di manutenzione ordinaria. Aggiungo che, se invece prenderemo la strada della Soprintendenza, dovremo predisporre dei progetti, pagare dei tecnici e poi aspettare il nulla osta dei burocrati, con la quasi certezza che l’orologio tra vent’anni sarà ancora nelle medesime pietose condizioni.

Conferenza s. vincenzo di Almenno San Salvatore

Per poter sostenere le nostre attività di aiuto verso le forme di povertà che anche nel nostro territorio si stanno diffondendo, chiediamo un gesto di generosità. Anche

piccole offerte sono ben accette: insieme queste fanno un grande aiuto.

È possibile effettuare donazioni tramite:

• BonIFICo BAnCARIo PRESSO UBI BANCA FILIALE ALMENNO S.S. IBAN: IT 46W 05428 52510 000000064578

• ASSEGno BAnCARIo

• ConTAnTI (ConSEGnAnDoLI PERSonALMEnTE A Don GIoRGIo, noSTRo ASSISTEnTE SPIRITuALE TEL. 035 641805

Gli importi donati alla nostra conferenza sono detraibili fiscalmente previa richiesta della relativa documentazione.Ringraziamo per l’attenzione e generosità.

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Dicembre 2016 29

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Comunità Aperta 30

ma Gesù propone la guerra?a cura di Romano Bonfantida un'idea di Sandro Rota "ol Ghirì".

Chiedilo al Parroco

Non ho mai capito la frase di Gesù: “Non sono venuto a portare la pace, ma la guerra”. E si che ho sentito tante omelie e letto tanti libri.

Un parrocchiano

Ma Gesù propone la guerra?

Per comprendere correttamente una frase del Vangelo, come di ogni altro testo biblico, è necessario innanzitutto collocarla nel suo contesto letterario, storico, “ambientale”; un’affermazione estrapolata dal suo contesto può facilmente essere fraintesa.

L’affermazione di Gesù a cui fa riferimento la domanda la troviamo nel vangelo di Matteo all’inizio del cosiddetto “Discorso sulla missione” (Mt 10,1-41) il secondo grande discorso dopo quello “della Montagna”; Gesù si rivolge ai suoi discepoli, in particolare ai “Dodici”, e inviandoli “in missione”, non nasconde loro le difficoltà e le prove che li attenderanno, comprese la persecuzione ed il rischio della vita.

Seguire Gesù è una scelta radicale, che non ammette compromessi e mezze misure, ma richiede il coraggio di andare fino in fondo, a costo anche di rinunciare ai rapporti più personali ed intimi se questi

intralciano la scelta non compresa o non condivisa della sequela di Gesù.

Il testo, infatti, dice precisamente: “Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; sono venuto a portare non pace, ma spada. Sono infatti venuto a separare l’uomo da suo padre e la figlia da sua madre, e la nuova da sua suocera; e i nemici dell’uomo saranno quelli della sua casa” (è una citazione del profeta Michea 7,6).

Chi ama padre o madre

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Dicembre 2016 31

Chiedilo al Parroco

ma gesù ProPone La guerra?

Questa rubrica sarà tenuta aperta se perverranno le domande ogni mese al Parroco.

In merito ad essa, coloro che fossero interessati all'iniziativa, potranno presentare delle domande, per scritto (ma, perché no, anche a voce), entro il 25 di ogni mese precedente a quello di uscita del Bollettino a questi recapiti: Redazione Comunità Aperta presso Casa Parrocchiale (cassetta delle lettere) e-mail Parrocchia: [email protected] e-mail Renzo Cornelli: [email protected] Il sottoscritto curatore della rubrica mette a disposizione la sua cassetta in via S. Giorgio 5. La redazione raccoglierà le domande, non le filtrerà né le modificherà e le sottoporrà al Parroco. Non saranno prese in considerazione quelle non consone alla rivista e quelle anonime. L'anonimato, se richiesto, verrà effettuato nella pubblicazione.

Michelangelo Manzoni

MarMi graniti - arte Funeraria

Sede Operativa: Via fonte, 8 - 24012 Brembilla (Bg)

Tel. e Fax. 0345/98133 - Cell. 3284861557

Sede legale: Via Gerosa, 8 - 24031 Almenno San Salvatore (BG)P. IVA 03283610164

più di me, non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me; chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me. Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà (Mt 10,34-39).

É un discorso chiaro, che non nasconde o minimizza il rischio della sequela di Gesù; in questo senso Gesù parla di spada, di guerra, come rischio, come possibilità di fronte ad una scelta che può essere contestata anche dalle persone più vicine.

Gesù non vuole la guerra, ne propone ai suoi “la guerra santa”, ma è pronto a subire le conseguenze di chi si oppone alla sua proposta, alla sua fedeltà al progetto del Padre e di fatto finirà vittima del potere e quindi della “spada” dei Romani che occupano la terra di Israele.

La frase di Gesù non giustifica, quindi, alcuna scelta di violenza, ma solo sottolinea il rischio per il “discepolo” di poter arrivare sulla scia del Maestro, alla perdita della propria vita, pur di mantenersi fedele al progetto di pace, di fraternità, e di riconciliazione che è il progetto di Gesù per la nostra umanità.

Il Parroco don Mario

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Comunità Aperta 32

L'angoLo

DeLLa Poesia

Per elevare "lo Spirito"

a cura di Maria Luisa Salvi

In questo mese la liturgia dell’Avvento ci ha preparato al Natale, la festa più gioiosa dell’anno per grandi e piccini: l’Avvento è tempo propizio per accogliere la venuta del Signore ed arrivare al 25 dicembre con il cuore in ascolto della Sua Parola.Dedichiamo proprio a questa grande festività tre testi, espressi in forma poetica, da Don Tonino Bello, Madre Teresa di Calcutta - santificata il 5/9/ 2016) - e don Primo Mazzolari.

ANDIAMO A BETLEMME Andiamo a Betlemme, come i pastori:l’importante è muoversi.E se invece di un Dio glorioso,ci imbattiamo nella fragilità di un bambino,non ci venga il dubbiodi aver sbagliato il percorso.Il volto spaurito degli oppressi,la solitudine degli infelici,l’amarezza di tutti gli uomini della Terra,sono il luogo dove Egli continua a viverein clandestinità.A noi il compito di cercarlo.Mettiamoci in cammino senza paura.

Don Tonino Bello ( 1935 – 1993)

È NATALE !È Natale ogni volta che sorridi a un fratelloe gli tendi la mano.

È Natale ogni volta che rimani in silenzioper ascoltare l’altro.

È Natale ogni volta che non accetti quei princìpi che relegano gli oppressi, ai margini della società.

È Natale ogni volta che speri con quelli che disperano.

È Natale ogni volta che doniper la povertà fisica e spirituale.

È Natale ogni volta che riconoscicon umiltà i tuoi limiti, e la tua debolezza.

È Natale ogni volta che permetti al Signoredi rinascere, per donarlo agli altri.

Madre Teresa di Calcutta ( 1910 – 1997 )

NOI CI IMPEGNIAMO

Noi ci impegniamo…

Ci impegniamo noi e non gli altri,unicamente noi e non gli altri;

né chi sta in alto, né chi sta in basso;né chi crede, né chi non crede.

Ci impegniamosenza pretendere che gli altri si impegnino,

con noi o per conto loro,con noi o in altro modo.

Ci impegniamosenza giudicare chi non si impegna,senza accusare chi non si impegna,

senza condannare chi non si impegna,senza cercare perché non si impegna.

Il mondo si muove se noi ci muoviamo,si muta se noi mutiamo,

si fa nuovo se qualcuno si fa nuova creatura.La primavera incomincia con il primo fiore,

la notte con la prima stella,il fiume con la prima goccia d’acqua

l’amore col primo pegno.Ci impegniamo

perché noi crediamo nell’amore,la sola certezza che non teme confronti,

la sola che bastaa impegnarci perpetuamente.

Don Primo Mazzolari ( 1890 -1959)

In questi testi ritroviamo quelle riflessioni che ci sono state offerte nell’Anno della Misericordiache si è concluso solennemente domenica 20 novembre e che ci ha profondamente interpellato.

A tutti i nostri lettori l’augurio più grande per un FELICE e SANTO Natale

e…BUON ANNO!

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Dicembre 2016 33

"Grazie"

Almenno San Salvatore 02/12/2016 Spett.le: Redazione Comunità Aperta. epc: Fondazione Giovanni Carlo Rota.

Carissimi almennesi, vorrei condividere con voi l’esperienza vissuta in prima persona, nel reparto 3° riabilitazione della Fondazione Rota “Opera Pia”. Mi hanno ricoverato in riabilitazione a ottobre a causa di un infortunio sul lavoro successo quattro mesi prima. Ho trovato in reparto personale con tanta professionalità, grande umanità e pazienza, nonostante sia contato, cercando di accontentare tutti i pazienti in tempi brevi, facendo veramente il possibile. Tutto il personale, dai medici, agli infermieri, ai fisioterapisti, compresi gli uffici amministrativi, sono sempre pronti e disponibili con il sorriso sulle labbra. Mi sono meravigliato di come una struttura come questa presente ad Almenno (non da ieri) non sia realmente conosciuta e valorizzata come deve. Per me è un fiore all’occhiello della nostra comunità. Prima di essere ricoverato parlando di una mia futura degenza in Fondazione con conoscenti, ho ricevuto dei commenti non molto incoraggianti per esempio: "Non andrai al ricovero in mezzo ai vecchi”! “Non credo facciano la riabilitazione post operatoria"! Non è così, sì, ci sono pazienti di una certa età, però non vedo il perché una persona più giovane non possa stare in mezzo a loro anzi, ti arricchiscono dentro. Ho visto molti pazienti venire da fuori paese e da vari ospedali e posso dire che arrivavano non “messi bene”…… sofferenti e dopo le cure tornare in piedi felici di trovare la loro autonomia nelle piccole cose che noi diamo per scontato. La mia stessa situazione non era piacevole, ma grazie a tutti loro mi hanno” rimesso a nuovo”. Inoltre posso garantire che la cucina è ottima con un menù vario nonostante i problemi di ognuno (diabete, colesterolo, deglutizione e così via). Porterò sempre con me un ottimo ricordo delle persone con le quali ho condiviso la degenza e di tutto il personale, volontari compresi.

Grazie a tutti di cuore.

In fede.Pierangelo Rota.

Alla "FondazioneG.C. Rota" Onlus

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Comunità Aperta 34

Mi fanno ritornare in mente...a cura di R.G.B.Illustrazioni di Michela Bonfanti

"Ricordi"

Quando visito Antonio mi vengono in mente le nostre Confessioni

Antonio aveva (se n'è andato alcuni anni or sono) tre anni più di me, ma in quarta e quinta era mio compagno di classe non perché fosse ignorante, ma solo figlio di contadini.

Di quei contadini che noi ragazzi adoravamo e cercavamo in tutti i modi di essere accolti nei loro

"stai" (aia) e di essere considerati amici dei loro tanti figli. Cioè noi ragazzi, figli di operai, allora avevamo un comportamento un po' "paraculo", comprensibile

solo dai ragazzi: a casa consideravamo nostri veri amici i figli dei contadini perché li invidiavamo e da loro imparavamo tante cose pratiche, a scuola invece preferivamo stare dalla parte dei figli dei bottegai, dei ricchi, dei "nobili" che per lo più erano di Almenno Alto. E come loro li consideravamo una classe inferiore: sentivano di stalla, non facevano i compiti (perché dovevano andare a lavorare nei campi), non erano molto ossequienti nei riguardi dei maestri perché loro avevano una dignità che noi non avevamo.

Tornando ad Antonio, un giorno eravamo insieme ai Cappuccini per le confessioni pasquali.

A confessare c'erano tutti i preti di Almenno: il parroco don Galizzi, don Antonio, don Lino, Don Valentino ("ol pret dè l'Ospedàl") e don Angelo ("ol pret dè la Madóna").

Io ero amico di Antonio e lui mi confidò: "Io vado dal don Valentino perché ho un grosso peccato da confessare".

Notoriamente il curato dell'ospedale, nello stesso tempo che il curato del Santuario ne confessava uno, lui ne confessava dieci, quindi, per l'Antonio non avrebbe fatto storie.

"Che peccato hai fatto?". "Ho mangiato mezzo cotechino di venerdì ". "Ah! ". "Quel pomeriggio ero appena tornato dai campi. Avevo

una gran fame. Ho aperto il cassetto del tavolo della cucina dove tenevamo il pane e ho visto un cotechino bollito che ballava lì da molti giorni. L'ho preso e l'ho azzannato. In quel momento è entrata mia mamma,

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Dicembre 2016 35

Mi fanno ritornare in mente"Ricordi"

mi ha rincorso per tutta la tavola e me ne ha dato un sacco con la ciabatta dicendo: "Non si mangia la carne il venerdì! Peccatore!" Adesso spero che qualche prete mi assolva. Sono sicuro che il don Valentino sarà indulgente ".

Due anni dopo anch'io commisi un peccato mortale che impiegai quattro anni prima di farmi assolvere. Era il settembre del 1960. Una domenica mio papà, assieme al suo compagno di guerra Pietro Mazzoleni, mi condusse ad Acqui, in Piemonte, per l'annuale raduno nazionale della divisione Acqui che, nel '43, aveva avuto 9.640 morti su un organico di 11.500, a Cefalonia.

La sezione di Bergamo, diretta dal prof. Raffaelli, aveva organizzato un pullman. Ero il solo ragazzo presente, ma mio papà ci teneva che io fossi testimone della rievocazione di un fatto cui aveva partecipato.

Ad Acqui quella mattina fecero le cose in grande. C'erano quasi diecimila persone sul piazzale della basilica della città dove sarebbe stata celebrata la funzione religiosa in suffragio dei caduti.

A questo proposito mi sono sempre venute in mente le parole di Totò, in un film in cui faceva la parodia di Napoleone dopo la battaglia di Austerliz:

"Di questa gloriosa compagnia ci sono solamente quindici superstiti. E non facciamo che tra un anno, quando faremo la rievocazione della battaglia, se ne presentino una quindicina!".

È una battuta, ma anche allora, e sì che ero un ragazzo, ebbi l'impressione che in questi raduni in cui si dovrebbe ricordare e piangere i più sfortunati, i reduci facciano festa per averla scampata bella. Ma era un cattivo pensiero di ragazzo, oggi non me lo permetterei nemmeno.

Alle undici ci fu la messa, ma la chiesa, anche se grande, non ne poteva contenere più di mille. Io cercai di entrare, ma il servizio d'ordine mi respinse e io dovetti sentire la messa da un altoparlante stando sul sagrato. Verso le

tredici ci portarono in una caserma a consumare il rancio.

Il giorno dopo, dopo l'euforia della festa, incominciai a pensare che il giorno prima, domenica, non ero andato a messa, perché in effetti io ero stato fuori dalla chiesa. Pensa che ti ripensa, mi convinsi che ero in peccato mortale e in tale stato non avrei potuto ricevere la comunione che un bravo seminarista (perché in quel periodo ero tale) faceva ogni giorno finché non mi fossi confessato. Ma, durante la confessione settimanale, io non ebbi il coraggio di dire al prete del seminario, che più che un confessore mi sembrava un membro dell'Inquisizione (e pensare che lo consideravano un santo!), il mio peccato. Avevo paura che mi avrebbe cacciato ignominiosamente dal seminario.

E così andai avanti per quattro-cinque anni sempre sentendomi un peccatore. Quando ricevevo la particola della comunione mi sembrava che mi bruciasse in bocca. Finché nel '65 riuscii a confessarlo al mio curato, il don Piero il quale mi mandò a giocare dicendomi : "A tè set própe ü lücù dè seminàre!" (sei proprio uno sciocco!). Da allora mi sentii più libero e più leggero.

Io racconto questo non tanto per i miei coetanei che possono essere d'accordo e ricordare, quanto per i giovani che non leggono Comunità Aperta (perché troppo impegnati a leggere e a scrivere cazzate su Internet), ma magari, tra qualche anno, qualche loro figlio (i figli sono sempre migliori dei padri) scoprirà tra le carte polverose della nostra biblioteca questi modesti scritti e si faranno un'idea delle luci e delle ombre del nostro tempo e quello passato.

Diceva Averroè (grande filosofo arabo del 1100):

"Se non sai da dove vieni, non sai dove stai andando".

A domenica prossima, Antonio.

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Comunità Aperta 36

"Ricordi"

Untempo...

a cura di Carlo Rota

LA PRETURA

La pretura era situata nel vecchio palazzo proprio davanti alla parrocchiale, dove, come già detto, oggi ha sede la biblioteca. Era al primo piano, si saliva per una bella scala di pietra, larga e comoda. Proprio in cima si presentava l'aula delle udienze: una sala grande col soffitto affrescato. Vi era una grande cattedra dove sedevano il Pretore e il Cancelliere. Il Pretore esercitava da solo la funzione di giudice in cause civili e penali, per le quali la legge prevedeva una pena non superiore ai tre anni. Il Cancelliere era un funzionario che registrava e conservava gli atti eseguiti dal Pretore: una specie di segretario. Ai lati c'erano gli avvocati e gli imputati; vi erano

delle balaustre oltre le quali poteva assistere il pubblico, ma in silenzio altrimenti il Pretore faceva sgombrare l'aula dai carabinieri che dovevano essere sempre presenti. Chi decideva era il Pretore. Il giorno delle udienze era il martedì mattina, per questo arrivavano ad Almenno avvocati da Bergamo o da altri paesi. Fino agli anni cinquanta i carabinieri venivano da Almenno S. Bartolomeo perché la caserma era posta in via Manzoni di quel paese. Passavano dalle carceri vicine e scortavano i detenuti per il processo dove dovevano essere giudicati dal Pretore.

Il processo iniziava quando il Cancelliere leggeva l'atto di accusa, gli avvocati dibattevano il pro e il contro, alla fine il Pretore emetteva la sentenza che

Caseggiato delle Vecchia Pretura di fronte alla Parrocchia

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Dicembre 2016 37

Un tempo..."Ricordi"

Sotto: Antico terrazzino della Pretura Sotto: Portale della vecchia Pretura

era di assoluzione o di condanna.

Se l'imputato era assolto, passava alla prigione a riprendersi i suoi stracci ed era libero. Se, invece, era condannato veniva accompagnato dai carabinieri a scontare la pena. Quando c'era udienza parecchi almennesi il martedì mattina andavano ad assistere alle udienze in pretura: pare che fossero più divertenti di un film di Totò. C'era chi aveva querelato un altro ("al ghéra facc quarèla": lo aveva querelato) perché quest'ultimo lo avrebbe insultato ("al ma dicc müss dè ca": mi ha detto faccia di cane). Il Pretore voleva vedere i testimoni, il querelante ne presentava due o tre, il Pretore si accorgeva che erano fasulli e allora lo consigliava a ritirare la denuncia altrimenti lo avrebbe condannato per falsa testimonianza.

Il più delle volte, però, la diatriba era sui confini di due campi che pare avessero il vizio di spostarsi secondo l'umore dei due padroni. Il pretore

minacciava di confiscare la zona di confine e allora i contendenti venivano a più miti consigli e facevano la pace. Tanto il giorno dopo il confine avrebbe continuato a spostarsi. Una volta un'anziana donna, della Valle Imagna, perse la causa (non aveva voluto assoldare l'avvocato perché sosteneva di avere ragione al cento per cento: le fu assegnato d'ufficio) e allora, rivolta al pretore, gli disse: "Tirì zo quèla scibàita 'ngliò!" (Togliete quel cartello lì: La legge è uguale per tutti). Il pretore era di Napoli, ma capì lo stesso e la fece arrestare dai carabinieri per oltraggio a pubblico ufficiale. Lei, ammanettata, uscì trionfante dalla sala pretorile perché tutti le batterono le mani. Ma, dal momento che le nostre carceri non prevedevano il settore femminile (a parte che la signora in oggetto avesse poco di femminile), i carabinieri, sentito il pretore, dovettero lasciarla libera sulla parola. La settimana dopo gli almennesi che assistevano alle udienze si triplicarono.

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Comunità Aperta 38

E continuo, cara maestra, con i proverbi bergamaschi che riguardavano il MONDO CONTADINO.

Legenda: Lett. = letteralmente SOLO NOSTRO = proverbio usato solo da noi almennesi, ma non trovato nei testi consultati. MACONI = Giovanni Maconi-La medicina popolare in Valle Imagna-C. Studi V. Imagna 2006. BROZZONI = Guerino Brozzoni-La salute è pò pio e Sic sac dè sòc sèc-AEPER.

57) Dè zögn ol sighès in pögn è sè a l'è mìa in pögn bé, spèta chè löi a l'è quàze lé = lett. a giugno il falcetto è in pugno e se non è in pugno bene, aspetta che luglio è quasi qui. Giugno era il mese più adatto per la mietitura.

58) Dòpo San Martì l'èrba a l'è dèl bèssì = lett. dopo San Martino l'erba è dell'agnellino. A San Martino (11 novembre) l'erba era dell'agnellino che poteva pascolare liberamente perché l'erba non veniva più falciata.

59) Fam poerèta chè a tè faro sciòr = lett. fammi poveretta che ti farò ricco. Più la vite era potata, più viveva a lungo e dava vini migliori.

60) Fónna zuèna è i ècc = lett. moglie giovane e vino vecchio. Il massimo del godimento contadino era avere una moglie giovane e vino invecchiato.

61) Gh'è mìa caàgna róta chè al mìa èrgóta = lett. anche un cesto rotto in caso di necessità può venire utile. Nessuno sulla terra era inutile.

62) I ca i va in tèra, i sólcc i va in ària, ma i cap a i càmpa = lett. le case cadono per terra, i soldi se ne vanno in aria, ma i campi campano. Le case potevano cadere, i soldi andavano e venivano, ma i terreni coltivabili rimanevano sempre ai loro posti.

63) In avril öna bùna aquàda a la al piö d'öna ingrasàda = in aprile una buona acquata (un breve e improvviso scroscio di pioggia) vale di più di una concimata (spargimento di

cara

maestra

Svolgimento

Di r.g.b.

I temi di Romano

Tema: "I solcc i va è i ve, ma la tèra a l'è sèmper le" (quarta puntata)

Lett.: I soldi vanno e vengono, ma la terra è sempre lì. La coltivazione della terra non tradiva mai

Disegni Di

miChelA bonfAnti

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Dicembre 2016 39

sostanze fertilizzanti. Tante volte l'acqua improvvisa era meglio del concime.

64) In do al pàsa la ciòca, al pàsa la pagnòca = lett. dove passa il campanaccio, passa anche la pagnotta. Dove passava il campanaccio del bue che arava, lì nasceva il grano che sarebbe stato trasformato in pane. "Pagnòta" e

"Pagnòca" erano sinonimi.

65) Infina a San Maté l'èrba a la diènta fe = fino a San Matteo (21 settembre) l'erba diventa fieno. Fino a quella data il contadino poteva tagliare l'erba per averne fieno.

66) I sólcc i va è i vé, ma la tèra a l'è sèmpèr lé = lett. i soldi vanno e vengono, ma la terra rimane sempre lì. La coltivazione della terra non tradiva mai.

67) La carèstéa a la e in bàrca = lett. la carestia viene in barca. L'annata piovosa traeva dietro à sé la carestìa.

68) La it bèla a la da poca öa = lett. la vite bella dà poca uva. La donna ben messa era sterile. (MACONl).

69) L'amìs è ól vi a gliè sèmpèr mèi ècc = lett. l'amico e il vino sono sempre meglio vecchi. Consigliava di fidarsi degli amici di vecchia data come del vino stagionato.

70) La nif a l'è la màre dèl fórmét = lett. la neve è la madre del grano. Sotto la neve pane.

71) La nif dè fèvrér a la ingràsa ól granér = la neve di febbraio impingua il granaio. Sotto la neve pane.

72) La piànta chè la fa tànce fröcc, il la marüda mìa töcc = lett. l'albero che fa tanti frutti non li matura tutti. Le gravidanze ravvicinate non andavano tutte a termine. (MACON1)

73) La piànta ólta a la da piö fiùr chè fröta = lett. l'albero alto dà più fiori che frutti. La donna sterile era considerata poco fertile. (MACONI)

74) L'àqua a la fa marsì i sège è ól vi al fa cantà i ège = lett. l'acqua fa marcire i secchi (di legno) mentre il vino fa cantare (pure) le vecchie. Era un invito a bere un buon bicchiere di vino.

75) L'àqua a lè la màre dè l'èrba, la nif dèl formét = l'acqua era considerata la madre dell'erba, la neve del frumento.

76) L'àqua dè paizà, chè la bàgna è mìa a sèl sa = lett. l'acqua del contadino che bagna e non si sa. Era una pioggia fine fine. Era un invito a stare attenti alle "acque chete".

77) Utùer a l'è ol mis dè pergà i rùer = lett. ottobre è il mese di bacchiare le querce. Venivano date ai maiali.

78) Zo i è sö sit = lett. giù vino e su sete. Più si beveva e più se ne accresceva la voglia.

79) Zögn bagnàt fe sigüràt, zögn söcc fe sears pèr töcc = lett. giugno bagnato fieno assicurato, giugno asciutto fieno scarso per tutti. La pioggia di giugno assicurava una buona raccolta di fieno, ma danneggiava l'imbiondimento del grano. (BROZZONI)

E con questo, cara maestra, ho finito la quarta puntata di questo tema.

Cara MaestraI temi di Romano

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Comunità Aperta 40

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Dicembre 2016 41

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Comunità Aperta 42

Per festeggiare

La Galette des Rois Parisienne è un dolce francese, composto da una croccante pasta sfoglia all’estero e ripieno di deliziosa crema frangipane. In altre zone della Francia il dolce dell’Epifania pur conservando lo stesso nome è a forma di corona e con diversi ripieni. Il dolce è molto antico si racconta che fosse in uso prima dell’anno 1000 e non solo in Francia, ma anche in Belgio e Olanda.Il nome del dolce richiama i tre Re Magi, ma la cosa affascinante del dolce è l’insieme di usanze legate al momento di mangiarlo, in quanto coincide con l’incoronazione del quarto re: il re della giornata di festa sarà colui che troverà il fagiolo, o la fava, o in alcuni casi una piccola figurina di ceramica, nascosta all’interno della crema.Durante la Rivoluzione Francese la torta venne ribattezzata la torta dell’uguaglianza e la figurina che rappresentava Gesù bambino venne sostituita con un berretto frigio in miniatura, per poi tornare con la Restaurazione.Il rito si svolge così: il più giovane commensale presente, di solito un bambino, deve prendere posto sotto il tavolo, poi la torta viene coperta con un tovagliolo, in modo che non si veda il fagiolo, anche qualora venga intercettato con il coltello. Vengono tagliate tante fette del dolce quanti sono i commensali, una in più; quest’ultima è detta la fetta del buon Dio, o fetta della Vergine, o fetta del povero, in ricordo della versione più antica della festa dell’Epifania, quanto anche i poveri potevano, bussando di casa in casa, mangiare a sazietà.Da sotto il tavolo il bambino decreta l’ordine di servizio

delle fette, «la prima alla Nonna, la seconda alla Zia, la terza a...» e via dicendo tenendone una per sé. Chi trova il fagiolo nella propria fetta verrà incoronato Re della Festa e potrà scegliere la sua Regina. Per alcuni l’usanza diventa anche la scusa per un festoso brindisi: il Re della Festa, dovrà ovviamente, svuotare il suo bicchiere tutto d’un fiato, mentre gli altri scandiranno: «Le Roi (la Reine) boit, le roi boit, le roi boit» (il Re o la Regina beve, il Re beve, il Re beve).

Ingredienti:2 rotoli di pasta sfoglia80 gr di burro150 gr di zucchero140 gr di mandorle tritate150 gr di farina 003 o 4 cucchiai di rum o cointreau4 uova (3 nell’impasto della crema e 1 tuorlo per spennellare la torta).1 confetto o una mandorlazucchero a velo da spolverare prima di tagliare la torta

- Scaldare il forno a 200°- Una corona di cartone

Incorporare: uova intere, zucchero, mandorle, farina, rum in modo da creare un impasto omogeneo. Stendere l’impasto su un rotolo di pasta frolla e inserire un confetto o una mandorla.

Chiudere l’impasto con l’altro rotolo di pasta sfoglia, creare un piccolo foro al centro per lasciare uscire il vapore della cottura, con il coltello si può disegnare una stella o un fiore. Spennellare la torta con un tuorlo di uova.

Tempo di cottura:10 minuti a 200°30 minuti a 160°

Mettere su un piatto capiente e spolverare con lo zucchero a velo. La persona che trova il confetto o la mandorla è incoronato re della festa.

La torta

DeL re

Un dolce per il giorno dell'Epifania

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Dicembre 2016 43

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Comunità Aperta 44

Novembre - Dicembre

rinati nell'acqua del Battesimo

Anagrafe parrocchiale

ANDREINI LUCAnato il 28 luglio 2016

di Giuseppe e De Filippi Antonella

BRUGALI MARCOnato il 18 luglio 2016

di Mauro e Masoni Francesca

MOSCHENI MARGHERITAnata il 22 agosto 2016

di Stefano e Motta Valeria

AVOGADRO MATILDE nata il 30 agosto 2016

di Simone e Pesenti Eleonora

iL 20 noVemBre 2016

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Dicembre 2016 45

Novembre - Dicembre 2016

morti in Cristoin attesa della Risurrezione

Anagrafe parrocchiale

GIANFRANCO PIROLAanni 70

morto il 17 novembre 2016

LUIGIA ROTAanni 95

morta il 18 novembre 2016

LUCIA ROTAanni 89

morta il 20 novembre 2016

GUSTAVO GAMBAanni 76

morto il 28 novembre 2016

GESUINA ROTAanni 87

morta il 4 dicembre 2016

GELMINI MARIOanni 89

morta il 4 dicembre 2016

LUIGIA ROTAanni 97

morta il 30 novembre 2016

MICHELE CORTINOVISanni 42

morto l'1 febbraio 2016

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Comunità Aperta 46

sempre nel ricordo e nel nostro cuore

Novembre - Dicembre 2016

2009

Giacomo Verzeri

2006

Edoardo Offredi

2008 1981

Carolina Rota e Pietro Rota

2008

Battista Maestroni

2011

Arnaldo Marcolin

2007

Giuseppina Morlotti

2010

Antonio Manzoni

1997

Battista Zonca

2000

Raffaella Frosio

2010

Antonietta Salvi

1984

Mario Pellegrinelli

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Dicembre 2016 47

L'eterno riposo

dona loro, Signore,

e splenda ad essila luce

perpetua,riposino in

pace.Amen.

2009

Paola Maestri

2013

Aldo Capelli

2012

Mario Capelli

1990 2003

Antonia Pellegrini e Clemente Rota

2002 2007

Luigia Mazzoleni e Battista Locatelli

2011

Lucia Leidi

1989

Giovanni Capelli

1997

Barbara Cortinovis

1997 1999

Giovanni Rota e Virginia Pedretti

1983 1987

Francesca Gotti e Luigi Paredi

Novembre - Dicembre 2016

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Comunità Aperta 48

Parrocchia San Salvatore Diocesi di Bergamo via XXV Aprile 5 - 24031 Almenno San Salvatore - Tel. 035 640227Sito Web: almennosansalvatore.parrocchiesulweb.it - e-mail: [email protected]

Sacerdotidon Mario Rosa 035/64.02.27e-mail [email protected]

don Angelo Bernini 035/64.00.83don Giorgio Albani 035/64.18.05don Antonio Manzoni 035/64.15.38don Lorenzo Testa - oratorio - 035/64.03.78 " " " - cellulare - 3392523771don Marco Luca Bertani -cellulare - 3293908591e-mail oratorio [email protected]

Segreteria OratorioLa Segreteria è aperta nei giorni:Lunedì - Mercoledì - Venerdì dalle ore 15,00 alle ore 18,00Nei medesimi orari è a disposizione il cell. 3472983007

Istituti religiosi Suore Sacra Famiglia 035/64.03.47

Enti pubbliciMunicipio 035/63.202.11(Il Sindaco Gianluigi Brioschi riceve il Martedì dalle ore 9,00 alle ore 12,00 eil Giovedì su appuntamento)ASL Distretto di Ponte San Pietro 035/60.31.11ASL Distretto di Villa d’Almè. 035/63.46.11Pretura di Almenno S. S. 035/64.02.74Poste e Telegrafi 035/64.00.39Biblioteca Comunale 035/64.42.10

Fondazione Giovanni Carlo Rota Onlus 035/63.200.11

Istituti di CreditoUBI Banca Popolare di Bergamo 035/64.30.22Intesa San Paolo 035/64.14.16Banco Popolare Credito Bergamasco 035/64.42.30

ScuoleIstituto Comprensivo 035/64.41.55Scuola Media Statale “Giovanni XXIII” 035/64.00.92Scuole Elementari Statali 035/64.00.03Scuola Materna “San Salvatore” 035/64.14.00e-mail [email protected]

EmergenzeNuMERO uNICO dI EMERGENza 112Carabinieri di Almenno S. S. 035/64.00.64Croce Azzurra 035/64.18.37Croce Rossa - Villa d’Almè 035/54.25.25Servizio di continuità assistenziale (ex Guardia Medica) 0353535

Medici di baseDr. Leonello Mazzoleni Dr. Giambattista Cordoni Dr. Claudio Amato Dr. Gianmauro Salvi Dr.ssa Lisa Maestroni

rivolgersi al numero telefonico o cellulare sottoindicati

informAzioni utili

AgenDA DellA Comunità

Centro prenotAzione uniCo Visite meDiChe meDiCinA generAleLe modalità di accesso agli ambulatori dei medici (solo su appuntamento) sono le seguenti:

Per fissare gli appuntamenti telefonare dalle ore 9,00 alle ore 12,00 e dalle ore 15,00 alle ore 18,00 al numero:035 511386 oppure 333 3590620

Un’Infermiera Professionale sarà presente negli ambulatori secondo i seguenti orari: dalle ore 8,00 alle ore 9,00 studio Dr. Mazzoleni dalle ore 9,00 alle ore 10,00 studio Dr. Salvi dalle ore 10,00 alle ore 11,00 studio Dr. Amato dalle ore 11,00 alle ore 12,00 studio Dr. CordoniLe richieste di visita domiciliare vanno fatte telefonando all’infermiera presso lo studio del medico secondo l’orario

di presenza dell’Infermiera stessa presso lo studio. Gli studi medici sono aperti nei seguenti orari:

amato Mazzoleni al.SS. Mazzoleni aSB Cordoni Salvi MaestroniLunedì 16.00/19.30 09.00/12.00 19.00/20.00 8,00/9,30-17,30/19,30 16.00/20.00 Martedì 9.00/11.30 15.00/18.00 11.30/12.30 8.30/11.00 10.00/12.30 12,30/13,30 Mercoledì 16,00/19.30 09.00/12.00 19.00/20.00 8.30/11.00 10.00/12.30 Giovedì 9.00/11.30 09.00/12.00 19.00/20.00 17.00/19.30 16,00/20.00 Venerdì 16.00/19.30 15.00/18.00 11.30/12.30 8.30/11.30 11.00/12.30

AmbulAtorio prelieVi emAtoChimiCi presso lA fonDAzione rotAI prelievi si effettuano nei giorni di LUNEDì - MERCOLEDì - VENERDì dalle ore 7,30 alle ore 9,00

pressoPoliambulatorioFondazione G.C. Rota

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