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Consulenza tributaria Parlano gli esperti di SCGT TRUST INTERVISTA ALL’ESPERTO DOTTOR FEDERICO COCCHI LOGISTICA QUI SERVE ORDINE LOTTA ALLA CRISI COME RISOLLEVARE L’ITALIA MADE IN ITALY RIPARTIAMO DALLA QUALITà I.P. A CURA DI EDIZIONI MEDIACOM

Prima Pagina giugno 2012

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Speciale di informazione delle eccellenze italiane. Direttamente dalla voce delle aziende, professionisti ed imprenditori che operano in italia per il mercato nazionale ed estero

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Consulenza tributariaParlano gli esperti di SCGT

TRUST IntervIsta all’esperto dottorFederIco cocchI

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LOTTA ALLA CRISI come rIsollevare l’ItalIa

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Scegliendo di donare il tuo 5xmille a Telethon, scegli di sostenere la missione che la nostra Fondazione persegue ogni giorno da oltre vent’anni: far avanzare la ricerca scientifi ca verso la cura delle malattie genetiche. Con una semplice fi rma, aiuterai i malati e le loro famiglie a sperare in una cura sempre più vicina e sosterrai il lavoro di migliaia di ricercatori in Italia. Inserisci il codice fi scale della Fondazione nel riquadro della tua Dichiarazione dei Redditi “Finanziamento della ricerca scientifi ca e delle università” e prendi parte a una sfi da che riguarda tutti. www.telethon.it

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Supplemento realizzato da Edizioni Mediacom S.r.l.Via Brescia, 28/D - 20063 Cernusco sul Naviglio

t +39 02 92979810 - f +39 02 92979819 - [email protected]

Direzione generale:Luca Pavia

Testi realizzati da: Agata Melfi

Gestione clienti: Robero Pavia ([email protected])

Katia Piva ([email protected])

Progetto grafico e impaginazione: Francesca Marino ([email protected])

Illustrazioni e Foto di Copertina: Shutterstock

Sedi esterne: Treviso, Bari.

Stampa: Nuovo Istituto Italiano d’Arti Grafiche - Bergamo

Hanno collaborato a questo numero: Alessandro Giacomazzi, Emilio Proserpio, Gilda D’Errico,

Marco Samaritani, Margherita Cecilian, Maurizio Andreoni, Maurizio Zarlengo, Riccardo Gheller, Vilma Zucchi.

Tutti i diritti riservati. Testi, fotografie o disegni contenuti in questo numero non possono essere riprodotti neppure parzialmente senza l’autorizzazione di Edizioni Mediacom S.r.l.. Edizioni Mediacom S.r.l. si dichiara disponi-bile per chi dovesse rivendicare eventuali diritti fotografici non dichiarati.

56 TRUSTLa proprietà va in affido

60IMPRESE CHE RINASCONOPiù credito per tutti

DIRITTO E DIRITTILe aziende dicono che...

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4MADE IN ITALYRipartiamo dalla qualità

15PARTNER AZIENDALIProfessionisti in società?

27NUOVE NORMELe tasse più alte d’Europa

30INTERNAZIONALIZZAZIONEDall’Italia all’estero

37LOGISTICAQui serve ordine

47LOTTA ALLA CRISIL’anagrafe delle imprese: uno specchio della recessione

52TECNOLOGIEPiù informatizzati

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Sommario

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Il recupero industriale: un beneficio per tuttiUno studio professionale o una sede aziendale in una vecchia sede industriale Che gli architetti riportano in vita così

industrie, prima in periferia, sono state inglobate dalle città che sono cresciute”. S.t.a., con uno staff qualificato di 30 tra dipendenti, collaboratori e soci, eccelle anche nell’architettura classica e nel-la progettazione di opere pubbliche, come viabilità, acquedotti, fognature e scuole. Per pubblico e privato si occu-pa anche delle procedure complete di espropriazioni e del rilievo del territorio per tracciamenti, frazionamenti e prati-che catastali. Infine, segue le pratiche di finanziamento per aziende agricole e agroindustriali e tutti i progetti relativi al settore.

Il recupero dei vecchi stabilimenti indu-striali, dismessi da decenni, è una risor-sa non solo per le città e le periferie ma anche per aziende e professionisti. “Che possono vantare una sede originale, af-fascinante e alla moda” spiega Franco Santiano, fondatore di S.t.a. S.r.l., una società a metà tra studio professionale e azienda di servizi specializzata nel re-cupero edilizio e non solo. I mille metri quadrati della sede S.t.a. sono un ec-cellente esempio: morbide architetture in acciaio e vetro hanno ridato vita e fascino a una vecchia industria di tal-

co a Pinerolo, in provincia di Torino. “Ma gli esempi sono tanti, come la galleria commerciale nata da un vecchio cine-ma o il recupero di una fonderia di Car-magnola al quale stiamo lavorando”. I vantaggi? “Le normative facilitano il recupero delle aree in disuso mentre osta-colano l’occupazione di nuovi terreni” conti-nua Santiano. “Senza contare che la posi-zione è spesso cen-trale visto che queste

Ripartiamo dalla qualità

Dall’arredo alla gastronomia, i prodotti italiani mietono successi in tutto il mondo. E, nonostante la crisi, fanno crescere le esportazioni e danno speranza al nostro comparto produttivo. Ponendo un unico obbligo: puntare all’eccellenza e non guardare alla politica dei prezzi

a cura di agata melfi

E ra quasi Natale quando, in uno dei primi interventi al Senato, il Presidente Mario Monti invitò

gli italiani, in occasione degli acquisti per i regali, a comprare solo italiano, il miglior modo per aiutare il Paese. Non c’è dubbio, infatti, che puntare sul Made in Italy sia un metodo, lento ma efficace, per risalire la china della crisi. Le ultime cronache lo confermano,

in ogni settore, dalla pelletteria al vino al design. Un esempio concreto? L’arredo. Il Salone del mobile di Milano ha diffuso dati incoraggianti: il mobile “italico” continua a piacere all’estero: in Francia, nel 2011, sono arrivate cucine, armadi e poltrone per oltre due miliardi di euro. E le esportazioni in tutto il mondo sono aumentate del 4,3%.

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Made in Italy

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La nuova architettura è sostenibileNew habitat crede nel design amico dell’ambiente. E ogni suo progetto, oltre a essere green friendly, è totalmente italiano

La sede di New habitat la dice lunga sulla filosofia di questo saggio staff di architetti. È un vecchio laboratorio riqualificato di Cologno Monzese, nei dintorni di Milano, trasformato in un moderno studio - show room dove il cliente ha un’ampia scelta di prodotti tra le migliori aziende del design ita-liano. New habitat è qui dal 2008: un laboratorio di idee dove si fondono tradizione edile e innovazione tec-nologica all’insegna del rispetto per l’ambiente e dell’alta professionalità dei suoi tecnici. Alle spalle, però, ci sono 25 anni di esperienza: l’azien-da infatti è nata da un’idea di Co-simo Gallone e si è sempre distinta come una struttura in cui il cliente può trovare professionisti specializ-zati e prodotti made in Italy per la ristrutturazione o la costruzione del-la propria abitazione. “Gli anni sono passati e la struttura è cresciuta in-sieme al suo fondatore, ampliando i propri servizi e aprendosi a nuove sfi-de” spiega l’architetto Egle Giordano con riqualificazioni e ristrutturazioni volte al miglioramento dell’efficienza energetica, grazie anche ai corsi so-stenuti presso l’agenzia Casa clima di Bolzano. Per esempio, un intero ufficio dedicato agli arredi si occupa della progettazione e della selezione delle ditte con cui collaborare. “Non c’è limite alla fantasia, ogni proget-to viene seguito in tutte le sue fasi senza tralasciare nulla, anche i nostri arredi sono pensati per non pesare sull’ambiente. Perché crediamo for-temente in un’architettura sostenibile, il nostro benessere inizia dal luogo in cui viviamo” continua Giordano. “La gente spesso non è informata che con pochi accorgimenti può trasfor-mare la resa energetica di un vecchio

New Habitat S.r.l.Via Vespucci, 9

Cologno Monzese (MI)Tel. 02 26707358 - Fax 02 25118840

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edificio o di un singolo appartamento senza spendere grandi cifre, miglio-rando così la salubrità degli ambienti e in breve tempo avere un riscontro economico sulle bollette”. Dello stu-dio fanno parte anche l’architetto Gianluca Pizzigoni, che si occupa di progetti commerciali e residenziali, pratiche e permessi comunali, ed è anche il coordinatore alla sicurezza nei cantieri; l’architetto Massimiliano Bondesan, progettista delle strutture, specializzato in strutture in legno, e il geometra Loris Picci che si occupa di certificazioni energetiche.

progetto edificio in classe A, Milano

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Concepire gli spazi. È il pay-off di BgLog, azienda torinese specializzata in progettazione e realizzazione di so-luzioni per magazzini, negozi, uffici e officine. L’azienda è stata fondata nel 2002 da Gianluca Blandino e Mar-co Rotondo esperti in logistica indu-striale, scaffalature per supermercati, arredo ufficio e carpenteria. BgLog si distingue per la capacità di mixare con professionalità i fattori chiave di questo settore: estetica, funzionalità e sicurezza. Ma anche per offrire un servizio eccezionale a costo zero: la progettazione. “Il cliente all’interno dello staff troverà lo specialista in lo-gistica per lo studio del miglior layout personalizzato per il proprio magaz-zino e uno studio tecnico per quanto riguarda uffici e negozi. La progetta-zione è a carico nostro e viene fat-

ta, appunto, su misura delle singole necessità tenendo conto dei migliori prodotti sul mercato che si adattano a quelle specifiche esigenze” spiega-no Blandino e Rotondo. “Conoscendo il mondo della logistica e del contract è più facile per i nostri esperti trova-re la soluzione giusta per ogni spa-zio. Con un notevole risparmio per il cliente che può rivolgrsi solo a noi e non pensare a nulla”. Ma la progetta-zione è solo una delle tante fasi: tutto comincia con un sopralluogo tecnico specifico e finisce con il montaggio, la consegna chiavi in mano e l’assisten-za post-vendita. “I nostri fornitori, tutti scelti tra le migliori marche per ogni settore, cioè uffici, magazzini, negozi e officine: lavorano in esclusiva con noi” specificano Blandino e Rotondo. “In più, abbiamo una carpenteria interna che ci permette di realizzare attrez-zature a disegno e sviluppare dunque soluzioni speciali come soppalchi, contenitori specifici, invasi per tra-sporto interno dei mezzi natanti, etc.”.

BgLog mette quindi a disposizione del cliente ogni conoscenza tecnica per accompagnarlo passo passo nel-la realizzazione delle sue idee, con un esperto sempre a fianco che ascolta ogni specifica esigenza e richiesta, in ogni fase del lavoro, così da realizzare spazi davvero organizzati e strutturati secondo le reali necessità e i gusti di ogni imprenditore. I fiori all’occhiello? I magazzini statici e automatici indu-striali e per archiviazione compattabili oltre a una gamma infinita di pareti divisorie, attrezzate e monolitiche, ar-redo ufficio e casa, grazie alla nuova apertura di un punto vendita Febal ad Avigliana.

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Made in Italy

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L’argento che valeVavassori a Milano produce oggettistica preziosa di grande qualità. il giusto mix tra qualità artigianale e design moderno

una perfetta fusione tra tradizione (l’oggetto è realizzato interamente a mano) e innovazione nel design (per-ché anche l’argenteria deve essere viva e al passo con i tempi). La produzio-ne, vastissima, va dal pensiero curioso, come l’originale tappo per il barattolo della Nutella, all’oggetto di argente-ria prestigioso, per esempio il classico centrotavola. Ma ci sono anche lam-pade di ispirazione Tiffany, oggetti per l’arredamento e la tavola come coltelli, cavatappi, piatti e posate. E poi, pro-poste divertenti e raffinate per il colle-zionismo, l’oggettistica promozionale, le bomboniere e le luci. Infine, c’è an-che un reparto dedicato alla riparazio-ne degli oggetti in argento e un altro riservato alla realizzazione dei progetti proposti dagli stessi clienti.

Un nome storico dell’argenteria italia-na? Vavassori a Milano. Un’azienda fondata nel 1966 da Giacomo Vavas-sori che oggi prosegue la sua attivi-tà con i figli Giovanni e Silvia. Quello che da sempre caratterizza la pro-duzione di questa azienda virtuosa è l’originalità delle sue creazioni unita alla pregevole tecnica di esecuzione. La creazione di ogni oggetto, infatti, è rigorosamente artigianale ed è il frut-to di un particolare processo creativo. Che parte dalla nascita di un’idea: l’oggetto è pensato, disegnato e stu-diato direttamente da Vavassori, quin-di discusso con il maestro artigiano e infine progettato grazie alla stretta collaborazione tra l’ideatore e l’ese-cutore. L’oggetto, infine, prende forma nel laboratorio milanese ed è sempre

Vavassori ArgenteriaVia Alserio, 17 - Milano

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Quando l’arte diventa tradizione innovativa: la storia del successo di ZecchinAlta qualità artigianale, rispetto della tradizione e prezzi accessibili. È la formula vincente di zecchin, un’azienda che ha fatto di calici, decori e bijoux in vetro il suo futuro

Venezia, la città sull’acqua unica al mondo è la cornice. Dentro c’è la raffigurazione di un sogno che in vent’anni è diventato realtà grazie alla passione di Andrea e Michele Zec-chin, due cugini che hanno creduto all’unisono in un progetto innovativo e coraggioso.L’idea rivoluzionaria consiste nel cre-are un prodotto artigianale prezioso da mettere sul mercato ad un prezzo accessibile. “A questo scopo abbiamo riscoperto un’antica arte di decorazione in tra-sparenza, produzione a lume, una lavorazione esclusiva dell’isola di Mu-rano che risale al Tredicesimo Seco-lo. E abbiamo creato così tantissimi oggetti decorati in vetro e cristallo.

Dai vasi ai soprammobili dalle forme più ricercate e fantasiose”: ricordano i due imprenditori quarantenni che hanno fondato la “Zecchin”, un’azien-da nata nei pressi di Venezia nel 1993 e che di anno in anno continua a im-plementare in modo considerevole il suo fatturato. La triplice produzione di vetro decora-to, vetro soffiato e bijoux in vetro offre un ampio ventaglio di offerta diversi-ficata, che gode di un seducente ap-peal nei confronti dei consumatori più esigenti, che vogliono acquistare un prodotto elegante, ricercato e al con-tempo accessibile. Ed è proprio grazie a questa formula che alla Zecchin va ascritto il merito di aver saputo rein-

terpretare con ricercatezza e origina-lità la tradizione artigianale di storici maestri vetrai che hanno consacrato ad arte la lavorazione del vetro di Mu-rano per molti secoli. Il successo arriva sin dai primi anni quando il prodotto fa il suo ingresso nel mercato, riscuotendo molto inte-resse dapprima tra i turisti e poi dagli esperti del settore. Da subito la linea della bigiotteria di alta qualità in vetro consegue il maggior successo grazie alla matrice rivoluzionaria che la con-traddistingue: collane, bracciali, cion-doli che presentano una rivisitazione in chiave moderna dello stile veneziano. Inoltre è possibile un ampio margine di personalizzazione per mano di pro-

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Made in Italy

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UNA RETE “DI VETRO”

Sul modello dell’originale e unica triplice produzione in vetro (soffiato, decorato e bijoux), Zecchin ha creato un format di negozio al dettaglio che adesso pro-pone a tutti gli operatori commerciali interessati al settore per creare una rete. Una sorta di franchising, ma senza vincoli, che garantisce il successo, anche in soli 20 metri quadrati, nei centri storici e balneari d’Italia. È garantito che questi prodotti raffinati, dal calice per la tavola elegante alla collana in vetro di Murano al semplice portagioie in vetro decorato, siano di sicuro successo.

Zecchinby 2Z DueZeta S.r.l.

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www.duezeta.net

fessionisti esperti che sono in grado di apportare modifiche ad hoc ad ogni gioiello per renderlo stiloso e unico. Sotto l’abile guida del Responsabile Marketing Gigi Barichello, l’azienda sta raggiungendo in modo mirato il proprio target, sfruttando anche le

agenti giovani e ambiziosi che si fa-ranno portavoce della filosofia azien-dale che unisce tradizione e innova-zione in un binomio accattivante e perfettamente bilanciato. A questo punto viene da chiedersi quale sia il segreto del successo e i due cugini Zecchin rispondono con spontaneità: “Abbiamo iniziato que-sto percorso vent’anni fa con corag-gio e passione, facendo tesoro delle nostre esperienze e guardando avanti con lungimiranza e vogliamo porci sempre nuovi traguardi”.Dopo questa intervista si rafforza l’impressione che Zecchin farà stra-da, conquistando nuovi mercati e vie-ne da scommettere che continuerà a sorprenderci con nuovi colpi di scena.

potenzialità dell’e-commerce, che permettono al consumatore di com-prare online nell’apposita sezione dedicata allo shopping. Ad oggi la nuova scommessa dei fondatori è di espandersi in Usa, Russia e Giappo-ne; per tale ragione stanno forman-do una rete di vendita costituita da

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Un’immagine efficace è, prima di tutto, pulita

Una buona comunicazione e un’ottima pulizia. Sono due concetti strettamen-te collegati perché entrambi dicono quanta cura ci sia dietro servizi e pro-dotti. Phenix S.r.l., un’impresa di Reg-gio Emilia, ha deciso di unire i due con-testi per offrire un servizio unico: curare l’immagine dell’azienda a 360 gradi, dalla pulizia degli uffici all’allestimento fieristico. Come ci spiega Elena Anto-niou, responsabile dei settori certifica-zioni di qualità, fiere ed eventi, acquisti.

Come operate nel settore fiere ed eventi?Curiamo la partecipazione in ogni det-

taglio. Dal progetto dello stand alla sua realizzazione fisica, compresi arredi e grafica. Consegniamo il “prodotto” chia-vi in mano. E poi ci occupiamo anche di tutti gli aspetti organizzativi, dalla consu-lenza sulla comunicazione ai gadget, dal servizio hostess alla prenotazione di voli e pernottamento per gli imprenditori, fino all’organizzazione di incontri e convegni.

Il vostro core business?Le pulizie. La nostra è un’impresa che offre soprattutto servizi di pulizia e sanificazione per aziende, uffici, strut-ture ospedaliere, enti pubblici e privati e tratta la vendita di prodotti e attrez-zature per pulizie. Il tutto, con spirito e cura artigianali. Tanto da aver ottenu-to la certificazione Iso9001.

Ci dica qualcosa sulla vostra aziendaCi contraddistingue la continuità. I miei

genitori la fondarono dopo 30 anni di esperienza nel settore presso gran-di imprese. Ci avvaliamo dell’operato qualificato e professionale di squadre esterne di allestimento, e di oltre 100 unità che lavorano presso le aziende di tutta Italia, da Bolzano a Palermo.

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L’arredamento italiano la fa da padrone all’estero, nonostante le scarse performance sul mercato interno e la concorrenza dei Paesi scandinavi. Tanto che si lavora già per esportare la formula de “I saloni” in Cina, dove il Made in Italy sta vivendo un momento d’oro. Proprio a est, infatti, il valore delle esportazioni nel settore alimentare cresce del 36,3% a fronte di un aumento delle nostre esportazioni a livellomondiale del 12,7%. Lo dichiara un’analisi della Coldiretti sugli ultimi dati relativi al commercio estero diffusi dall’Istat. Un limite al volano però c’è e pesa, soprattutto di questi tempi. È il prezzo. Se è vero che l’Italia ha una grande tradizione di Paese esportatore, è anche vero che non ha mai fatto leva sui prezzi.

Un’impresa di pulizie che si occupa di allestimenti? Sì, perché l’aspetto aziendale sia curato in ogni dettaglio

Del resto, non potrebbe mai competere con quelli fissati per le produzioni delle nuove economie emergenti. La forza del Made in Italy sta nella qualità, nella ricerca dei materiali, nell’innovazione, nel design. È questo il tratto distintivo del marchio. Un nome davvero forte se il Ministro degli Esteri, Giulio Terzi di Sant’Agata, citando una recente ricerca di Kpmg, ha sostenuto che il Made in Italy è il terzo marchio al mondo più famoso dopo la Coca-Cola e la Visa. Lo ha detto partecipando a un convegno sulle nuove imprese presso l’università Luiss di Roma. E ha aggiunto: “Se vogliamo crescere a ritmi intensi dobbiamo anche riscoprire le qualità che tutti ci riconoscono: l’inventiva, la creatività, lo spirito imprenditoriale’’.

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Made in Italy

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Un vino di qualità (e di design) conosciuto in tutto il mondo

raggiungere un fatturato consolidato di 1.200.000,00 euro ed una produzione annua di 100 mila bottiglie, grazie ai 12 ettari di vigneti di proprietà. Nel frattem-po, questa realtà è riuscita a farsi ap-prezzare in vari Paesi del mondo, dalla Danimarca al Giappone, da Malta alla Polonia. “Per i prossimi anni ho in pro-getto una ristrutturazione completa del-la sede aziendale, cantina, casa rurale e sala di degustazione, in modo da rispon-dere alla sempre crescente domanda di visite di estimatori provenienti da tutto il mondo” confessa Cassetta che punta molto anche sull’immagine. Le sue bot-tiglie, infatti, hanno un design attraente ed accattivante, così che il prodotto sia ambasciatore non solo dell’enologia ma anche del design italiano. I materiali usati e il packaging, tutto rigoro-samente made in Italy, fanno sì che ogni presentazione dei vini Ca’ Lunga, per gli appassio-nati del settore, sia un vero e proprio evento.

Un’eccellenza vitivinicola italiana che l’estero ci invidia? Ca’ Lunga, una real-tà produttiva romagnola con 50 anni di storia alle spalle uscita indenne dal ter-zo cambio generazionale. Oggi la dirige Paolo Cassetta che non si è acconten-tato di mantenere inalterata l’alta qualità dei vini di famiglia. Alla guida dell’azien-da dal 1996, quando aveva appena 21 anni, ha iniziato a far conoscere i suoi prodotti a livello internazionale e non più solo locale, aggiudicandosi, uno dopo l’altro, numerosi riconoscimenti sulla stampa nazionale ed internazionale, e la presenza assidua sulle migliori gui-de dei vini italiani. Un risultato che ha dato nuovo entusiasmo a Paolo e che nel 2011 ha permesso a Ca’ Lunga di

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Pellemoda sa bene come confezio-nare la pelle. E questo lo sanno anche le migliori firme della moda italiana e straniera, che hanno deciso di affida-re le loro linee d’alta moda all’azienda di Vinci. Di certo Azzurra e Giampaolo Morelli, titolari di Pellemoda, devono al padre Bruno l’inventiva e l’intra-prendenza che li ha portati a essere oggi uno dei punti di riferimento dei maggiori brand internazionali.“Grazie agli insegnamenti di nostro padre siamo riusciti a perfezionare una struttura aziendale già solida ed efficiente” dice Azzurra, responsabile del dipartimento di ricerca e sviluppo. I numeri? 75 dipendenti altamente qualificati di cui 20 modellisti, un in-dotto di 350 persone e un magazzino capace di movimentare 60 mila capi l’anno. “La colonna portante della nostra azienda è il grande impegno indirizzato alla continua ricerca e alla sperimentazione di nuovi materiali e trattamenti, unito all’estrema compe-

La confezione in pelle fa di esperienza virtù

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tenza del personale” continua Azzur-ra. La qualità dei prodotti Pellemoda è frutto di un ciclo produttivo collau-dato, che parte da un ufficio specia-lizzato nella ricerca e nello sviluppo di materiali e metodi di lavorazione e termina in un laboratorio con lavatrici e asciugatrici adibite alla sperimen-tazione di nuovi lavaggi e trattamen-ti. Passando per un ufficio tecnico modellistico che si avvale di sistemi Cad e di un’equipe di sarte altamente qualificate. “Il nostro obiettivo prin-cipale è quello di proporre ai clienti prodotti a prezzi fortemente compe-titivi, ma pur sempre di qualità made in Italy” sottolinea Azzurra.“Per questo abbiamo investito molto sul personale e con ottimi risultati. E a oggi riusciamo a soddisfare le esigen-ze di molti grandi marchi del settore”. Ma Pellemoda non è l’unica fortuna che Azzurra e il fratello Giampaolo hanno ereditato dal padre: altrettanto importante è la lungimiranza e l’at-

tenzione per ogni necessità del cliente che l’azienda di Vinci ha nel dna da sempre. E così i due non si sono ac-contentati del settore delle confezio-ni in pelle. Nel 2007 infatti, assieme a Martino Mazzoni, hanno fondato la Hostage S.r.l., una giovane azienda che produce capi outerwear, ma in tessuto, per gli stessi clienti Pellemoda.Entrambe le società, nel corso dell’an-no, verranno trasferite nella nuova sede operativa di 6.000 mq, studiata appositamente per ottimizzare i pro-cessi produttivi e l’accoglienza per lo studio prodotto, mediante la creazio-ne di ben sette show room distinti.

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Made in Italy

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Il paradiso in una villa venetaArchitetture settecentesche, atmosfere raffinate, vini prelibati: a Verona, nel cuore di vigneti e uliveti, Villa Cordevigo è un hotel cinque stelle, per momenti speciali ed esclusivi

Villa Cordevigo Wine Relais

Località Cordevigo 37010 - Cavaion Veronese (VR)

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Com’è organizzata la vostra ospitalità?Le nostre suite e junior suite si pre-sentano tutte in stile classico ma di-verse una dall’altra; nella loro unicità

Un romantico viale di cipressi conduce all’ingresso di Villa Cordevigo e della sua chiesetta, immersa in un ambiente unico che si apre ad offrire i suoi tesori nascosti all’ospite che saprà apprezzarli. Colline ammantate di cipressi con boschetti di vegetazione spontanea, il parco secolare con le sue sorgenti naturali, gli uliveti e i vigneti di Villa-bella. Una natura incontaminata ed un’atmosfera di rara quiete fanno da cornice ad uno dei più suggestivi ho-tel di charme nell’entroterra del lago di Garda, a pochi minuti da Verona.

Cosa trovano qui i vostri ospiti?Un luogo dedicato all’accoglienza, all’arte del buon vivere, dove poter recuperare la propria armonia inte-riore e vivere un’esperienza unica alla riscoperta dei sapori della buona cu-cina e dei vini classici veronesi. Oltre alla conoscenza del patrimonio stori-co ed artistico del territorio.

si distinguono per la ricercata cura del dettaglio. Tessuti preziosi, toni caldi, marmi pregiati rivelano interni raffi-nati ed eleganti, per un soggiorno in-dimenticabile all’insegna del comfort moderno e del lusso internazionale.

E per quanto riguarda il palato?Al ristorante di Villa Cordevigo l’execu-tive chef Giuseppe D’Aquino vi rega-lerà nuove emozioni con la sua pas-sione, il suo istinto e talento, creando pietanze per una cucina suggestiva, mediterranea ed innovativa, coniu-gando i prodotti della sua terra par-tenopea a quelli del territorio veneto.

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La pianificazione fiscale potrebbe es-sere un rischio? “Un’operazione che comporti un risparmio fiscale può essere contestata dall’Agenzia delle Entrate anche se non contrasta con alcuna norma” spiega il Dott. Amle-to Villa, commercialista, titolare dello studio omonimo attivo a Bologna dal 1989. “È il cosiddetto abuso di diritto. È sufficiente l’assenza di valide ra-gioni economiche, diverse da quelle fiscali, per rendere contestabile qual-siasi operazione e anche la giurispru-denza è sfavorevole al contribuente”.

C’è una soluzione? Noi continuiamo a pianificare ma con

cautela, evitando di effettuare opera-zioni che non si farebbero se non ci fosse il vantaggio fiscale. In ogni caso valutiamo bene le possibili alternative prima sotto gli aspetti economico-imprenditoriali e poi gli aspetti fiscali. Oppure si può ricorrere all’interpello preventivo, ma con tempi lunghi.

Perché è importante la pianificazio-ne fiscale?Un imprenditore pianifica gli investi-menti, il lavoro, gli acquisti, ed è giusto farlo anche in campo fiscale. A volte questo aspetto è trascurato per su-perficialità o magari perché è visto come un costo. Ma l’im-prenditore non può improvvisarsi fiscali-sta. Inoltre, la piani-ficazione non deve essere considerata

immutabile, il detto “l’altra volta ave-vamo fatto così” in campo fiscale non va bene, le norme cambiano anche dopo pochi mesi.

Colpa dei governi?E del parlamento. Nel 2011 hanno fat-to 5 manovre e sono state modificate norme introdotte pochi mesi prima. Tutto questo non agevola le imprese che si trovano a dover affrontare un quadro normativo mutevole e incerto. Considerando che già i mercati sono variabili, occorre che almeno le nor-me rimangano più stabili.

Pianificazione fiscale: un’opportunità o un rischio?

Studio Villa

Via de Buttieri, 11 - BolognaTel. 051 344142

[email protected]

Un esperto ci spiega come programmare senza incorrere negli ostacoli fiscali e burocratici

Professionisti in società?L’unione fiscale e patrimoniale tra commercialisti, avvocati e consulenti è una novità legislativa Che genera dubbi e perplessità Ma che garantisce determinati vantaggi. Ecco come funziona

a cura di agata melfi

L a nuova legge di stabilità ha introdotto la possibilità, per professionisti come

avvocati e commercialisti, di mettersi in società. Secondo quanto stabilito dalle norme, possono essere composte da soci professionisti iscritti ad Ordini, Albi o Collegi, e soci non professionisti che possono collaborare solo per quanto riguarda le prestazioni

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Selecta Consulting nasce nei primi anni 2000, accorpando e consolidando le competenze decennali degli studi pro-fessionali dei commercialisti Paolo Me-rello, Carlo Poggi e Roberto Trovato. Conta circa 20 collaboratori e si esten-de in tutto il nord ovest, facendo base nel territorio della provincia di Monza e Brianza e operando ovunque lo richieda il raggio d’azione del business dei clien-ti, soprattutto piccole e medie imprese, enti locali e associazioni no profit as-sistite gratuitamente. “I repentini cam-biamenti in atto nella realtà economica e il loro pesante impatto sullo sviluppo delle aziende ci impongono alcune ri-flessioni sui servizi che noi possiamo offrire” spiegano i titolari.

Il range di servizi di uno studio pro-fessionale riesce a soddisfare le esi-genze odierne delle aziende?La risposta, anche se data a bassa voce, è “no”. Ed è da questa consi-derazione che noi abbiamo trova-to lo spunto e l’entusiasmo per un nuovo approccio professionale o, per dirla con il linguaggio imprendito-riale, per un nuovo “posizionamento competitivo”. Abbiamo, cioè, sentito l’esigenza di adeguare e comuni-care la nostra offerta professionale, affiancando “a tutto tondo” l’impren-ditore nella sfida verso il successo. Con metodo, esperienza, qualità e soprattutto integrazione delle com-petenze professionali.

Selecta Consulting, un partner per lo sviluppo aziendaleAnche uno studio professionale può trovare un posizionamento competitivo. Purché adegui l’offerta dei servizi alle mutevoli esigenze delle aziende e non perda di vista il rapporto con il cliente

Come si presenta oggi il panorama degli studi professionali? Il rapporto cliente-commercialista è mutato nel tempo, parallelamente al contesto socio economico, sotto la spin-ta dei cambiamenti delle modalità di comunicazione, dell’utilizzo sempre più importante delle nuove tecnologie, della delocalizzazione del mondo del lavo-ro. L’indissolubilità di questo rapporto è messa periodicamente in discussione: il commercialista non vive più di rendita: il successo professionale, anche e soprat-tutto con il passaparola, è conquistato giornalmente. Il nostro obiettivo diventa quindi quello di superare il ruolo del pro-fessionista che, da garante dei corretti adempimenti imposti dalla normativa,

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Selecta ConsultingVia Torri Bianche, 1 - Vimercate (MB)Tel. 039 6082020 - Fax 039 [email protected] - www.selecons.it

posizionare tutti i documenti contabili e fiscali, con grande risparmio di tem-po e possibilità di sinergie operative. Puntiamo inoltre su seminari e wor-kshop di breve durata su tematiche d’attualità ritenute di interesse comu-ne con l’intervento di testimonial di grande spessore professionale. Infine, ci teniamo a sottolineare che il nostro operato è caratterizzato da tempi-smo, estrema riservatezza e grande attenzione alle peculiarità del singolo cliente. Un particolare, quest’ultimo, che ci impedisce di adottare soluzioni standard.

CRISI AZIENDALE? ROMPIAMO LE REGOLE Risultati economici insoddisfacenti, temporanea crisi di liquidità, contrazione del set-tore economico di riferimento, questi i sintomi di una crisi che sta creando situazioni di difficoltà per le imprese, in particolare le PMI, che si trovano a fronteggiare un irrigidimento del sistema finanziario. Selecta Consulting, anche alla luce di casi già af-frontati, è in grado di supportare le aziende nel superamento dello stato di crisi, anche grazie all’uso efficace di innovativi strumenti legislativi posti in essere dalla riforma del diritto fallimentare: dal piano di risanamento agli accordi di ristrutturazione del debito.

diventa un partner proattivo nel percorso del successo imprenditoriale.

Che tipo di offerta presentate alle aziende clienti?Accanto alle tradizionali consulenze in materia contabile e fiscale, oggi viene richiesta al commercialista una consulenza più vasta ed interdiscipli-nare, con interventi che richiedono competenze di tipo giuridico fiscali e aziendale, con una forte connota-zione gestionale e di general mana-gement. Noi, attraverso investimenti sulle risorse, riconfigurazione orga-nizzativa dello studio e ampliamen-to dei servizi, riusciamo a presidiare varie aree di business: la consulen-za in materia societaria, sia in sede di pianificazione e costituzione, e nelle operazioni ordinarie e straordi-narie; l’assistenza tributaria pre-con-tenziosa e in tutti i gradi di giudizio; la consulenza aziendale su finanza agevolata, investimenti per amplia-menti e ammodernamenti industriali, programmi di ricerca e sviluppo per la messa a punto di nuovi processi/prodotti, la formazione su tematiche di interesse; la consulenza direzionale per il management system in vista del raggiungimento di specifici obiettivi; in relazione agli enti pubblici e locali possiamo vantare un’esperienza di-retta che ci consente di offrire con-sulenza e assistenza in tutti i processi decisionali e operativi. Inoltre, propo-niamo servizi professionali dedicati, per esempio un’analisi economico-finanziaria che si basa sul concetto di “conoscere meglio per decidere me-glio”, piani di sviluppo e reperimento capitale di rischio, sistema direzionale di pianificazione e controllo, analisi di profittabilità e Balanced Scorecard per gli enti locali.

Che rapporto avete con il cliente?Non certo limitato alle scadenze fi-scali! Abbiamo attivato un’area ri-servata del nostro sito nella quale

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A fianco dell’impresa. Nel bene e nel maleAnche una realtà virtuosa può trovare sul suo percorso la classica buccia di banana. Uno staff specializzato aiuta a risolvere gli incidenti e i problemidi un’azienda che lavora e cresce

Come operate?Le nostre diverse specializzazioni ci per-mettono di essere interscambiabili e di tenere un rapporto continuativo con le aziende che sanno di poter contare su di noi in ogni momento, dall’emergen-za alla semplice consultazione. In ge-nere seguiamo in coppia ogni cliente in modo che questi abbia un punto di riferimento stabile, affidabile e costante.

Reati contro la pubblica ammini-strazione, questioni ambientali e infortunistica: sono questi gli argo-menti che, per le aziende, richiedo-no sempre di più una tutela legale specialistica. “Sono i normali rischi di un’attività economica sui quali oggi le imprese pongono particola-re attenzione” spiegano gli esperti dello Studio associato Giordanengo di Torino, sei avvocati che nel 2000 hanno deciso di unire le rispettive decennali esperienze. Cesare Gior-danengo, Maurizio Anglesio, Rober-to Calleri di Sala, Simona Carosso, Stefano Valentini e Guglielmo Gior-danengo, tutti con esperienze chi di docenza, chi di interventi nei conve-gni nazionali, e di pubblicazioni, a testimoniare l’impegno e la compe-tenza nei relativi settori.

Di cosa vi occupate in dettaglio?Lo studio copre ogni problematica di rilevanza penale, ma vantiamo una particolare specializzazio-ne, dovuta all’esperienza, nel settore impresa. Quindi, tutto ciò che concerne per esempio il diritto pe-nale commerciale, fallimentare, fisca-le, la responsabilità professionale e am-ministrativa, le viola-zioni urbanistiche, gli illeciti amministrativi e il diritto penale dell’ambiente e del lavoro.

Una materia molto specialisticaSì, ma altrettanto vasta. Per l’edilizia, per esempio, si va dai semplici per-messi per costruire ai pericoli relativi alla pubblica incolumità come nel caso di crolli e incendi. Un’altra branca della quale spesso ci occupiamo, per esem-pio, è quello della tutela alimentare.

In cosa consiste il vostro intervento in questo ambito?Seguiamo le questioni relative alla pos-sibile contraffazione dei prodotti ali-mentari, l’adulterazione, la conformità alle normative, l’importazione, l’etichet-tatura. Anche gli operatori più virtuosi, alle prese con normative galoppanti e stringenti in un settore dai paletti così rigidi, possono incorrere in un incidente di percorso al quale bisogna rimediare.

www.studiogiordanengo.com

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Affiatati, complementari e specializ-zati come i protagonisti di Criminal Minds che uniscono le loro compe-tenze per risolvere anche i casi im-possibili. Sono gli avvocati del legal network F&D, un gruppo di lavoro coeso con tanta voglia di innovare la professione forense ma nel rispetto della tradizione. Lo studio è nato nel 2008 a Monza e Milano (con collabo-razioni a Roma e Lugano) dalle espe-rienze di quattro avvocati cresciuti in importanti studi legali milanesi e con background accademico. Come Fran-cesco Ferrari, specializzato in diritto amministrativo, e Barbara Antonioli in diritto pubblico dell’economia. En-trambi si occupano di public utilities. “Un settore oggetto di continue rifor-me” spiegano. “Nel quale è essenziale

Il legal network. Una nuova “formula” legaleUn team affiatato. Dove ogni partner è specializzato in un settore ma trae forza dall’esperienza degli altri

economico-giuridica. L’affermazione del diritto sportivo come materia mul-tidisciplinare, rende sempre più av-vertita l’esigenza di specializzazione in tale ambito. Da qui la necessità di una costante opera di aggiornamen-to professionale attraverso una colla-borazione con l’Università di Milano e con il Centro Studi Diritto Sport del prof. Lucio Colantuoni”.

www.fdavvocati.it

affrontare, oltre agli aspetti giuridici, le tematiche economico-finanziarie che caratterizzano i servizi e i relativi im-patti sulle amministrazioni e sulla col-lettività, per esempio gli aspetti tarif-fari”. Anna Dassi, invece, è esperta di diritto internazionale societario. “Ho iniziato con la contrattualistica della grande distribuzione, per concentrar-mi poi sul diritto farmaceutico e de-gli alimenti” ci racconta. “Nel mon-do delle imprese le novità normative sono da monitorare costantemente e noi affianchiamo il cliente alla ri-cerca di strategie societarie compe-titive”. Cristiano Novazio, infine, al di là della sua competenza civilistica, si è specializzato in diritto sportivo. “È assodato che lo sport abbia acquisi-to negli anni una crescente valenza

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tecniche (che non richiedono obblighi professionali) o che possono essere presenti nella società solo per finalità di investimento. I soci professionisti e il loro capitale, però, devono costituire almeno i due terzi della società, pena lo scioglimento. L’attività professionale deve essere svolta in via esclusiva dai soci e l’atto costitutivo della società

della libera professione, perché non è ancora chiaro il regime fiscale, senza il quale non c’è modo di valutare la reale convenienza. Se per quanto riguarda l’Iva cambierebbe poco, per i redditi, invece, la tassazione tra autonomo e impresa è differente.

delle società tra professionisti, dette Stp, sono parecchi. A pesare di più è la presenza di soci di capitale. Per la categoria degli avvocati, per esempio, è difficile immaginare un Consiglio d’Amministrazione, pur con gli avvocati in maggioranza, che possa decidere di promuovere o rinunciare a un appello o a una class action. Inoltre, la presente disciplina non pone delle garanzie che l’incarico professionale sia svolto dal socio abilitato e non dall’altro non professionista. Inoltre, si hanno molti dubbi sul fatto che la forma societaria possa costituire un modo vantaggioso o meno per l’esercizio

deve indicare i criteri affinché l’esecuzione dell’incarico professionale sia eseguito solo dai soci in possesso dei requisiti per l’esercizio della prestazione richiesta. Il decreto Liberalizzazioni ha poi introdotto l’obbligo per le società tra professionisti di stipulare una polizza assicurativa. Lo scopo è coprire i rischi derivanti dalla responsabilità civile per i danni causati ai clienti dai singoli soci professionisti nell’esercizio dell’attività professionale. I soci sono naturalmente tenuti all’osservanza del codice deontologico del proprio Ordine e il socio professionista può opporre agli altri soci il segreto sulle attività professionali a lui affidate. Nonostante questi paletti, i dubbi sull’efficacia

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Business Service è una società di ser-vizi alle imprese giovane e tutta al femminile, specializzata nel campo delle telecomunicazioni. Il suo obietti-vo è aiutare gli imprenditori a risolvere i problemi non connessi strettamente all’attività aziendale, come la gestione del reclamo, il servizio post vendita e la scelta di un operatore di telecomu-nicazioni. “Ogni imprenditore ha linee telefoniche, connessione internet, cel-lulari, rete interna, sito internet, cen-tralino. Ma ha difficoltà a ottimizzare i servizi e i costi” spiega Cristina Bone-ra, direttore responsabile del servizio Tutela utenti azienda di Business Ser-vice. Il mercato mette a disposizione innumerevoli offerte e l’imprenditore è confuso. Affidarsi a un professionista che lavora per l’azienda e non per il fornitore è l’unica soluzione.

Qual è il servizio più richiesto?L’analisi dell’infrastruttura, per capire quanto rende e quanto costa. Verifi-chiamo anche la tipologia dei contratti esistenti, la durata, le tariffe, eventuali incongruenze ed errori di fatturazione. L’altro servizio più richiesto è la gestio-ne delle controversie con gli operatori. Purtroppo quando il cliente non si af-fida da subito a un professionista ca-pita che ci siano delle incomprensioni. A volte, quando sfociano in problemi contabili, economici e di servizio, si possono adottare i procedimenti stra-giudiziali che oggi la normativa mette a disposizione, così da definire i conten-ziosi in tempi brevi e a costi contenuti.

Perché un’azienda dovrebbe dare in outsourcing questo servizio? Come conseguenza della forte con-correnza e dell’offerta di servizi sem-pre più specializzati, le aziende sono obbligate a concentrarsi sul pro-prio sviluppo. Dare alcuni servizi in outsourcing ad aziende qualificate significa avere maggior tempo ed energia da destinare alla propria mis-sion aziendale.

In quali aree geografiche operate?Non abbiamo limiti sul territorio na-zionale. Anzi, il nostro obiettivo è creare una filiale in ogni regione per aiutare tutte le aziende a utilizzare al meglio, sia dal punto di vista tecnolo-gico sia dal punto di vista gestiona-le e normativo, tutti gli strumenti che oggi il mondo delle comunicazioni elettroniche mette a disposizione per incrementare il business aziendale.

Business Service

Via della Volta, 183 - [email protected] www.businessservice.it

È un servizio unico nel suo genere: aiutare l’azienda a districarsi nel girone dei servizi informatici e telefonici. Dallo studio delle tariffe all’analisi infrastrutturale alla gestione dei contenziosi

Alle telecomunicazioni ci pensa Business Service

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La direzione amministrativa e finanziaria in outsourcing

Nelson S.r.l.Via della Stella, 64

25062, Concesio (BS)Tel. 030 2186133 | Fax 030 2180413

www.studionelson.it

Non è un normale Studio commerciali-sta. Nelson è una S.r.l. che da vent’anni gestisce in outsourcing tutte le pro-blematiche amministrative, contabili, fiscali, finanziarie e contrattualistiche delle aziende che, così, possono dedi-carsi esclusivamente alla gestione pro-duttiva e commerciale, esternalizzando tutte le problematiche rimanenti senza avere la necessità di mantenere una struttura amministrativa interna. Nelson ha un’anima femminile perché i colla-boratori sono quasi tutte donne e socie che affiancano ogni imprenditore-clien-te non solo con alta qualità professio-

nale ma anche con la determinazione, la caparbietà, la sensibilità, l’attenzione, l’ordine, la passione e la capacità or-ganizzativa tipici della personalità fem-minile. I “clienti tipo” sono soprattutto società di capitali a medio fatturato per le quali Nelson si fa carico di tutte le problematiche di natura amministra-tiva, finanziaria, civilistica, gestionale e fiscale. Le deleghe possono avere uno spettro molto ampio fino a consentire a Nelson di agire direttamente sui con-ti correnti per un sistematico controllo, in tempo reale, dell’andamento delle movimentazioni bancarie. Il controllo, naturalmente, è esteso all’andamento complessivo della gestione economico finanziaria dell’azienda, reso possibile dall’attività contabile rapida e conti-

nua svolta in outsorcing dalla stessa Nelson. Tra i clienti non mancano so-cietà di persone con fatturati più mo-desti, aziende individuali operanti in vari settori, importanti negozi di vendita al dettaglio e anche grandi studi profes-sionali. Gli aspetti fiscali della gestione aziendale vengono naturalmente af-frontati e gestiti nel pieno rispetto delle normative vigenti, così come quelli am-ministrativi (dalla semplice contabilità ai rapporti con istituti bancari, i bilanci di verifica periodici, la pianificazione finan-ziaria degli investimenti, etc...). Ma l’at-tività più importante di Nelson è sicu-ramente quella di controllo totale della “gestione aziendale”. Infine, Nelson è anche Organismo di mediazione iscrit-to presso l’apposito registro istituito dal ministero della Giustizia e offre quindi ad aziende e persone un’opportunità per dirimere le loro controversie evitan-do lunghe e costose cause civili.

Uno staff femminile per facilitare la gestione amministrativa e finanziaria di medie e piccole aziende. Ecco come Nelson rivoluziona il settore commercialista

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Arriva anche in Italia il divorzio breveGli avvocati camana e tripaldi spiegano cosa cambierà quando il progetto che riduce i tempi del divorzio diventerà legge

scontri tra moglie e marito” spiegano gli esperti. “L’articolo due del progetto di legge anticipa invece lo scioglimento della comunione dei beni al momento in cui i coniugi ven-gono autorizzati a vivere separati, all’udienza presidenziale fissata, in media, in 150 giorni dal deposito del ricorso. Il diritto di famiglia richiede oggi altre incisive riforme, ma il divorzio breve rappresenta un primo passo importante”.

Studio Legale Camana - TripaldiVia Gaetana Agnesi 3, Milano

Tel. 02 89072827 - Fax 0289072689www.studiocamanatripaldi.com

Ottomila coppie negli ultimi cinque anni sono ricorse al co-siddetto turismo divorzile per ottenere all’estero un divorzio lampo in 6 mesi. “L’Italia, infatti, è l’unica in Europa a impor-re snervanti e inutili attese tra separazione e divorzio, ben tre anni durante i quali è dimostrato come i coniugi non solo non si riconciliano ma intensificano il conflitto” spiegano i legali Barbara Camana e Valentina Tripaldi. “Lo scorso 23 febbraio, finalmente, la Commissione Giustizia alla Camera ha elaborato un testo unificato sul divorzio breve, modifican-do l’articolo 3 della legge 898/70 sulla durata della sepa-razione. Il progetto riduce a un anno la durata della separa-zione necessaria per il deposito della domanda di divorzio, e a due se ci sono figli minori”. Viene modificato anche un comma all’articolo 191 del Codice civile sulla decorrenza dello scioglimento della comunione dei beni tra i coniugi. “Oggi, con la separazione giudiziale, la comunione cessa con il passaggio in giudicato della sentenza di separazione personale. Considerata la durata media dei procedimen-ti contenziosi, 909 giorni, può arrivare dopo anni di feroci

La protezione industriale in outsourcingRegistrare e gestire marchi e brevetti fa la differenza in un mercato oggi così competitivo. Ma serve un consulente

È così importante oggi avere IP manager?L’utilizzo strategico di un prodotto mediante la protezione offerta dai diritti di proprietà industriale può trasformar-si in una risorsa commerciale ed economica preziosa. La registrazione e la difesa di un marchio, per esempio, permettono di qualificare il prodotto, accrescere l’inte-resse dei consumatori, espandere le quote di mercato, generare introiti attraverso la concessione a terzi di una licenza e accrescere il valore dell’impresa nei confronti degli investitori.

Chi sono i vostri clienti e dove operate?Sono aziende non necessariamente grandi ma con un discreto portfolio brevetti. Le seguiamo in tutta Italia, con sedi stabili in Piemonte, Lom-bardia, Puglia, Basilicata e Veneto.

www.laforgiabruni.it

Se c’è un bene prezioso per chi fa innovazione questo è il portafoglio brevetti. Per tutelarlo e incremen-tarlo, però, non tutti oggi possono permettersi un Intellettual property manager interno. “Noi proponiamo una formula nuova, in outsourcing”

spiega Giovanni Bruni, mandatario brevetti italiano ed europeo con esperienze in General Motors e fondatore con Domenico Laforgia, rettore dell’Università del Salen-to, dell’omonimo studio di consulenza.

Cosa vuol dire?Siamo figure “quasi interne” che affiancano i settori Ri-cerca & Sviluppo, Marketing, Ufficio legale e Acquisti per monitorare lo stato della tecnica a dei competitors, facili-tare la creazione di nuovi brevetti e stimolare le strategie di licensing. Lo scopo è proteggere l’azienda da contraf-fazione, imitazione servile e concorrenza sleale.

CONSULENZE

CONSULENZE

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La tutela del proprio patrimonio è di-ventata una necessità. Perché sono aumentati i rischi gestionali di pro-fessionisti, amministratori e comun-que di ogni forma imprenditoriale. “Il trust, il cui significato tradotto dall’in-glese è fiducia, è lo strumento che viene utilizzato ormai normalmente per garantire sicurezza e facilitare la gestione dei propri patrimoni” assi-cura Raffaele Ricco, commercialista a Roma. “Si tratta infatti di un istitu-to giuridico con il quale un soggetto ordinante trasferisce uno o più beni a un soggetto fiduciario, il quale in questo modo dispone e amministra i diritti acquisiti o seguendo una li-nea gestionale dettata dal soggetto disponente o facendo gli interessi di un beneficiario, il quale raccoglierà i frutti della gestione alla fine del trust. In questo modo gli obblighi giuridici del patri-monio conferito sono aliena-ti”. Ma quali sono gli effetti? “Il patrimonio viene protetto da vicende negative di ca-rattere imprenditoriale o fa-

miliare o durante eventuali operazio-ni di successione” continua l’esperto. “In più, sono facilitati gli investimenti in piani finanziari o fondi comuni, la vendita di impresa o beni a terzi e la tutela dei minori in casi di diatribe giuridiche scaturenti da separazioni coniugali o da limitazioni testamenta-rie. Senza contare la schermatura del patrimonio professionale e personale da aggressione di eventuali creditori”. Lo studio Ricco, che ha alle spalle 40 anni di esperienza in materia di con-tabilità, consulenza del lavoro e difesa, contenziosi tributari e fiscali, è specia-lizzato proprio in analisi patrimoniale, ottimizzazione fiscale, assistenza e consulenza esterna e interna di am-ministrazione e gestione immobiliare ed elaborazione di budget finanziari.

Studio commerciale tributario Raffaele Ricco

Via Tibullo 10, 00193 RomaTel. 06 39737242/44

[email protected]

Con il contratto di trust. Un esperto illustra tutti i vantaggi

Come tutelare il patrimonio immobiliare e mobiliare?

M eglio un trust o un fondo patrimoniale? I due istituti sono considerati

simili perché riguardano entrambi la protezione patrimoniale ma sono diversi sia nello scopo sia nella loro regolamentazione. Ecco alcune differenze, le principali. Il fondo patrimoniale crea un vincolo di destinazione sul patrimonio, il trust, invece, crea un patrimonio autonomo segregato. Il presupposto del fondo patrimoniale è l’esistenza di una famiglia legittima. Nel caso di scioglimento della famiglia è possibile mantenere il fondo patrimoniale se si hanno figli minori

sino a quando l’ultimo avrà compiuto 18 anni. Invece il trust prescinde dal vincolo familiare: tutti lo possono costituire e se anche lo si vincola ai bisogni di familiari non ha scadenze dipendenti dall’esistenza o meno del vincolo di parentela oppure dal raggiungimento della maggiore età dei figli. Possono formare oggetto di fondo patrimoniale solo i beni immobili, mobili registrati e i titoli di credito vincolati rendendoli nominativi. Invece, qualsiasi oggetto può essere posto in trust, persino quadri, mobili non registrati, titoli di credito, denaro, quote sociali, conti correnti e tanto altro.

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Studio commercialista Gianfilippo Tigano

Seveso (MB) Tel. 0362 552288

[email protected]

Il passaggio del “testimone”, per un imprenditore, è sempre un momento delicato. Non solo dal punto di vista della propria vicenda professionale ma anche in riferimento alla futura conduzione aziendale. “La successio-ne aziendale, infatti, è una strada irta di ostacoli” afferma Gianfilippo Tiga-no, commercialista e revisore legale a Seveso dove gestisce uno studio specializzato nella consulenza fiscale e societaria soprattutto alle piccole e medie imprese familiari.

Quali sono i problemi principali con-nessi al passaggio? L’attaccamento dell’imprenditore all’im-presa, la gestione verticale dell’impren-ditore senza supporto di un vero mana-gement e la mancanza di pianificazione del passaggio generazionale.Qual è il momento più giusto per in-traprendere questo processo? Non esiste un vero “momento giusto” per iniziare a pensare al passaggio del “testimone”. Esiste piuttosto la possibi-lità di valutare quando esistono i pre-

supposti per porre in essere un’opera-zione efficace, con il minor sforzo per le persone coinvolte e a costi minori.

Quali sono gli strumenti per pianifi-care il passaggio generazionale?A titolo esemplificativo ma non esau-stivo possiamo citare il patto di fami-glia che consente di lasciare l’azienda a uno o più eredi, derogando al di-vieto di patti successori. L’intestazio-ne fiduciaria. Il trust, che consente di regolare rapporti tra famigliari e pro-teggere patrimoni soggetti a succes-

sioni. Il family by out, ossia l’accordo tra soci e membri della famiglia di uscire dall’impresa senza modificare assetti e strutture societarie. E l’affitto o usufrutto di azienda che è un con-tratto tra familiari.

Il suo Studio offre consulenza in que-sto settore? Sì, perché abbiamo maturato una notevole esperienza nella consulenza fiscale e societaria rivolta soprattutto alle piccole e medie imprese familia-ri. Con il tempo e grazie all’apprez-zamento dei clienti siamo cresciuti. La fiducia concessaci è il frutto del costante e continuo aggiornamento di tutte le risorse sia umane che tec-nologiche, oltre che di un incessante impegno all’“educazione lavorativa” rivolta con particolare attenzione a tutte le esigenze del cliente.

Meno di un terzo delle imprese familiari sopravvive e solo il 12% riesce a superare la seconda generazione. Un esperto ci spiega come si passa “il testimone”

Il passaggio generazionale in azienda

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Casa Lemmi Bed & Breakfast è una millenaria dimora di charme nel centro storico di San Quirico d’Orcia, di fronte alla splendida Collegiata dell’XI Secolo. Il borgo, da cui si raggiungono in pochi minuti le antiche Terme di Bagno Vignoni, è incastonato lungo la Via Cassia, in passato an-che Via Francigena, nella incantata Val d’Orcia da qualche anno dichiara-ta patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, dominata sullo sfondo dal Mon-te Amiata. Casa Lemmi, recentemente ristrutturata come opera d’arte dedicata all’ospitalità e al relax dotata di ogni moderno comfort, è ideale per una rilassante pausa grazie alle sue nove spaziose e accoglienti su-

ites, all’avvolgente atmosfera di tutta la struttura e specialmente alle virtù di “Priscilla”, la sua multisensoriale Vasca Magica (estate/inver-no) situata nell’antica cantina della dimora aperta sul giardino. Volendo rimanere in Val d’Orcia, il che di per sé è un emozionante viaggio nella sua commovente bellezza, scoprendola a piedi, a cavallo, in bicicletta, ci si può muovere con facilità da Montalcino, patria del Brunello, fi no a Montepulciano, luogo d’origine del Vino Nobile e a Pienza prima città

“moderna”, per spingersi fi no a Siena, Firenze, Arezzo, a tanti altri luoghi umbri e toscani ricchi di cultura, arte e bellezze ambientali.

Via Dante Alighieri, 29 | 53027 San Quirico d’Orcia (SI) | Tel. +39 0577 899016 | Fax +39 0577 899838 | [email protected]

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LA DIFESA CONTRO LE DISCRIMINAZIONIUna delle prime pronunce giudiziarie contro la discri-minazione indiretta nei confronti di un disabile è stata ottenuta da un avvocato di Reggio Emilia, Fabrizio Corradi, difensore di un portatore di handicap discriminato da un cinema multisala: colloca-to in prima fila, non aveva potuto fruire dello spettacolo. Ma questo genere di difesa è solo una delle specializzazioni di Corradi. Si occupa anche di contenzioso bancario, recupero cre-diti ed esecuzioni immobiliari. E ha maturato

esperienza nel contenzioso esattoriale, curando so-prattutto la predisposizione delle difese avverso opposi-zioni ad attività dell’agente della riscossione. Da diversi

anni, inoltre, assiste il Custode giudiziario lo-cale nelle pratiche di liberazione degli immobili colpiti da pignoramento.

Studio legale Fabrizio CorradiVia Fontanelli, 7 - Reggio Emilia Tel. 0522 453917 - Fax 0522 453128

LOCAZIONE: IL CONTRATTO NON REGISTRATO SI PUÒ SANARECon il decreto legislativo 23/11 si è finalmente posto fine all’annosa querelle giudiziaria sulle problemati-che connesse ai contratti di locazio-ne non registrati e la conseguente nullità comminata dalla Finanziaria 2005. “La giurisprudenza sul punto non era unanime, essendoci orien-tamenti che propendevano per una nullità assoluta del contratto e altri per l’inefficacia sanabile retroattiva-mente con la tardiva registrazione” spiegano gli avvocati romani Gian-luca Accardi e Cristiano Savi. “Con questo decreto il legislatore ha escluso la nullità assoluta, statuen-do il principio di sanabilità del con-tratto di locazione non registrato. Il contratto, avente durata superiore a 30 giorni, deve essere registrato. In difetto, l’articolo 3 del decreto ha previsto le seguenti conseguenze: la durata della locazione è stabilita in 4 anni a decorrere dalla data di registrazione, volontaria o di ufficio; c’è il rinnovo automatico per ulte-riori 4 anni; il canone verrà deter-minato in misura pari al triplo della rendita catastale. La norma è entra-ta in vigore dal 6 giugno 2011. Un contratto registrato in applicazione di questa normativa è un contratto che, oltre a garantire una stabilità

nel rapporto tra le parti, sorge come nuovo, mentre quello precedente deve ritenersi come mai esistito”.

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Le tasse più alte d’EuropaL’Italia si avvia a detenere il primato dell’Eurozona per l’entità di contributi versati allo Stato. La pressione fiscale tocca il 45%. E chi paga le tasse è il 60% dei contribuenti

a cura di agata melfi

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Nuove norme

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Ecco le novità dell’imposizione sulle rendite finanziarie

ma prevede, in sostanza, il passaggio dalla tassazione del “maturato” in capo al fondo alla tassazione del “realizzato” in capo ai suoi partecipanti, equiparan-do così il regime fiscale nazionale, ai fini delle imposte dirette, a quello degli altri Paesi dell’Unione europea.

Le recenti manovre adottate per fron-teggiare l’attuale crisi economica e realizzare gli obiettivi di pareggio del-la finanza pubblica hanno introdotto significative modifiche al sistema di tassazione dei redditi di capitale e dei redditi diversi di natura finanziaria.Queste modifiche non si sono tradot-te solo in aumenti della tassazione del risparmio, ma hanno comporta-to anche la revisione di interi sistemi impositivi (basti pensare alla riforma dei fondi mobiliari) e, a volte, addirit-tura la riduzione del prelievo fiscale.“Infatti, se è vero che l’adozione dell’a-liquota unica del 20% ha determinato un incremento generalizzato della tas-sazione delle rendite finanziarie, prima soggette all’aliquota del 12,5%, è altret-tanto innegabile che l’unificazione delle aliquote ha, d’altra parte, comportato una riduzione del carico fiscale per spe-cifici prodotti finanziari. Il riferimento è, per esempio, ai rendimenti derivanti dai depositi e conti correnti bancari e po-stali, nonché dai titoli obbligazionari con scadenza inferiore ai 18 mesi, tutti pas-sati dal 27% al 20%” spiega Claudio Cascone, partner dello Studio Dattilo - Commercialisti e Avvocati di Milano, che ha approfondito le novità introdot-te dal legislatore nella sua Guida “Tas-sazione Rendite Finanziarie”, edita da Il Sole 24 ore, che offre a professionisti e imprese i necessari strumenti tecnici per fare chiarezza e orientarsi in maniera consapevole in un panorama finanziario profondamente mutato.

Quali sono quindi le novità più signi-ficative?Le recenti manovre, oltre ad unificare l’aliquota fiscale sulle rendite finanzia-rie, hanno radicalmente modificato il regime impositivo dei fondi mobiliari italiani e dei loro partecipanti. La rifor-

LE recenti regole HANNO MODIFICATO IL SISTEMA DI TASSAZIONE DEL RISPARMIO. AVVOLGENDOLO IN UNA NUBE DI DUBBI E INCERTEZZE. GLI ESPERTI, IN QUESTE PAGINE, FANNO CHIAREZZA

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Nuove norme

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Studio Dattilo

Galleria del Corso, 2 - Milano - Tel. 02 7636981Via Fratelli Cervi, 1 - Segrate (MI) - Tel. 340 4935246

Le modifiche hanno riguardato an-che le imposte indirette?Gran parte del gettito è previsto proprio dall’imposizione indiretta, con il sensibile incremento dell’im-posta di bollo sui prodotti finanzia-ri, inclusi i cosiddetti conti-deposito bancari e postali. È stata inoltre introdotta per il 2011 un’imposta

straordinaria sui patrimoni scuda-ti, oggetto cioè delle operazioni di emersione mediante la procedura del rimpatrio (fisico o giuridico). Dal 2012, il prelievo diventa struttura-le: è applicato ogni anno, ma solo sulle attività finanziarie per le quali permane il regime di riservatezza. Oltre a ciò, il legislatore ha previsto anche un’imposta sulle attività fi-nanziarie comunque detenute all’e-stero, dunque indipendentemente dallo scudo, che è attuata già con riferimento all’anno 2011.

Il mondo dei fondi italiani ha otte-nuto solo benefici dalle manovre di riequilibrio della finanza pubblica?Non v’è dubbio che i fondi mobi-liari nazionali incassano un ottimo risultato, con l’eliminazione delle distorsioni originate dal differente trattamento fiscale in precedenza applicato ai fondi italiani rispetto a quello, più favorevole, riservato ai corrispondenti Oicr comunitari. I benefici, tuttavia, non sono a costo zero per gli operatori del settore, i quali sono comunque chiamati ad assolvere gli obblighi informativi e

di trasparenza previsti dalla nor-mativa regolamentare, dei quali si occupa, per i nostri clienti, l’avv. Giovanni Campidoglio, esperto in materia di diritto bancario e dei mercati finanziari.

Avvocato Campidoglio gli investitori sono stati adeguatamente informati delle suddette novità fiscali?I nostri assistiti hanno diligentemen-te adempiuto gli obblighi informati-vi nei confronti della clientela, for-nendo alla stessa notizie “corrette, chiare e non fuorvianti” in ordine alle modifiche della tassazione del risparmio, anche mediante l’aggior-namento dei prospetti e delle note informative.Nella realtà operativa, tuttavia, si ri-scontra una minore sensibilità da parte di alcuni operatori del settore, che sottovalutano le conseguenze di una non adeguata informativa an-che per le tematiche fiscali, espo-nendosi così al rischio connesso alla mancata osservanza della norma-tiva comunitaria sulla trasparenza nell’ambito del settore bancario e finanziario.

UN PROFESSIONISTA PER OGNI ESIGENZALo Studio Dattilo, con sede in Milano, è diretto dal Socio fondatore Maurizio Dattilo e dal Managing Partner Luigi Merola coadiuvati, tra gli altri, da Partner storicamente legati allo Studio come Marco Guerrieri. In oltre quaranta anni di vita lo Studio, advisor storico di consolidate realtà bancarie e finanziarie, nonché di primarie società industriali e commerciali, ha maturato una cono-scenza profonda del diritto tributario e societario, sviluppando una particolare creatività nel fornire risposte alle più diverse esigenze delle imprese. Lo Studio offre un’expertise a 360 gradi sulla fiscalità rendendosi un interlocutore parti-colarmente apprezzato in operazioni straordinarie, in riassetti e sistemazioni di patrimoni familiari e in procedimenti di contenzioso, nonché un solido e ascoltato punto di riferimento nei rapporti con le istituzioni. Dal 2012, lo Stu-dio Dattilo - Commercialisti e Avvocati presta attività legale di consulenza e assistenza, anche giudiziale, per effetto dell’incorporazione di uno studio spe-cializzato in materia di diritto bancario e finanziario.

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D i globalizzazione si parla dagli anni ‘90. Il fenomeno, strettamente collegato

allo sviluppo tecnologico, ha offerto alle imprese l’opportunità di avviare graduali processi di internazionalizzazione realizzando importanti vantaggi

Dall’Italia all’estero

competitivi in termini di crescita economica e creazione di valore. In quest’ottica, la delocalizzazione produttiva o commerciale, ossia il trasferimento di parte o dell’intera attività di produzione al di fuori del territorio nazionale, rappresenta

solo uno degli aspetti del processo che, in Italia come nel resto dei Paesi più industrializzati, spinge le imprese più innovative e coraggiose a guardare il mondo intero come il proprio mercato di riferimento. Oltre ai Paesi dell’est europeo, anche quelli

Le imprese più innovative e coraggiose guardano al mondo intero come al proprio mercato di riferimento. Un vantaggio in termini di crescita economica e creazione di valore

a cura di agata melfi con la collaborazione dei dottori luciana pomara

e giuseppe scibetta

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Internazionalizzazione

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Con quale struttura giuridica un’impresa dovrebbe affrontare il mercato estero? Non è una sola la risposta alla doman-da che oggi si pongono molte aziende alle prese con la delocalizzazione. “I fat-tori che influenzano la scelta sono diver-si, dalle caratteristiche del Paese target alla finalità” spiegano Luciana Pomara e Giuseppe Scibetta, soci dell’omonimo studio di commercialisti e revisori con-tabili a Milano, attivo da oltre 60 anni nell’assistenza alle imprese italiane ed estere anche in stretta correlazione con gli studi internazionali associati a Inte-gra International.

Come si sceglie un Paese target?Principalmente per ragioni correlate alla presenza di eccellenze nel campo del lavoro e di adeguate infrastrutture, tra-sporti, comunicazioni, tecnologie, materie prime, senza tralasciare gli aspetti fiscali.

In generale, quali sono le forme giu-ridiche migliori per avviare un pro-getto di internazionalizzazione?Se la presenza estera è diretta e signi-ficativa, la scelta si pone solitamen-te tra due alternative: la Permanent establishment o Branch e la Società controllata o Subsidiary. La prima è una sede distaccata senza autonomia giuridica. La seconda è normalmente una società di capitali che l’impresa costituisce nel Paese target.

Perché scegliere l’una o l’altra?Per motivi di carattere organizzativo e fiscale. La subsidiary infatti gode di piena autonomia amministrativa e fi-scale. Limitando l’analisi ai paesi non black list il reddito è soggetto a tas-sazione con le aliquote del Paese in cui è stabilita e gli utili possono essere distribuiti alla casa madre applicando i trattati contro le doppie imposizioni. La tassazione del reddito della branch deve invece prendere in considerazione sia la normativa fiscale del paese in cui

Soluzioni operative per delocalizzare la produzione o espandersi fuori confine serve una forma giuridica adatta. gli esperti ci spiegano rischi e vantaggi delle più comuni alternative

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è stabilita che quella del Paese di re-sidenza della casa madre, effettuando gli eventuali conguagli dovuti alle diffe-renze di aliquota dei due Paesi.

Quindi conviene la subsidiary?Dipende dalle aliquote di tassazione dei vari paesi e dai trattati sulle dop-pie imposizioni. Tuttavia diversi fattori possono far optare per la scelta della branch come nel caso di un progetto industriale che preveda per i primi anni delle perdite di impresa deducibili dal reddito della casa madre.

Cos’altro è opportuno prendere in considerazione?È importante realizzare un adegua-to sistema di gestione dei prezzi di trasferimento tra la casa madre e la branch/ subsidiary adottando il ma-nuale del “transfer pricing” che, a parti-

re dal 2010, ha assunto una grande ri-levanza normativa anche in Italia al fine di prevenire le presunzioni di elusione e per evitare eventuali sanzioni fiscali.

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emergenti del sud est asiatico, come la Cina, hanno offerto interessanti opportunità in termini di apertura verso i mercati locali e prospettive di generosi profitti, legati anche in questo caso al basso costo del lavoro e dei fattori produttivi in genere. Allo stesso tempo, questi Paesi rappresentano oggi nuovi mercati da esplorare, caratterizzati da una crescita sostenuta e duratura. Una crescita che oggi rende indispensabile effettuare un’attenta valutazione delle opportunità e dei rischi. I vantaggi competitivi sono maggiori per le imprese che sanno realizzare efficaci sinergie attraverso l’individuazione delle potenzialità e delle eccellenze presenti nelle altre realtà, quindi attraverso la presenza di mano d’opera specializzata, di conoscenze e capacità tecnologiche, di materie

prime, di mercati più aperti e ricettivi, di maggiori flussi di capitali. E questo al di là della riduzione dei costi di produzione, destinati in un futuro non così lontano a una progressiva normalizzazione rispetto alle realtà occidentali. A tale scopo risulta di primaria importanza, per ogni azienda intenzionata ad allargare i confini del proprio scenario competitivo, la capacità di comprendere a fondo l’ambiente economico in cui intende operare. Fondamentale è di conseguenza l’approfondimento degli aspetti normativi, legali e fiscali connessi alla realtà operativa e specifici del Paese ospitante. Ciò consente una più completa e consapevole valutazione sia del costo complessivo del potenziale investimento sia delle opportunità

L’ingiunzione europeaÈ un valido sistema alternativo per recuperare un credito monetario. Un esperto ci spiega come funziona

cia immediata in tutti i Paesi dell’U-nione” continua l’esperto. “Il meccani-smo è facoltativo e alternativo a quello nazionale, si applica solo a crediti pecuniari civili e commerciali senza li-miti di importo, purché non contestati, escluse materie fiscali, doganali, am-ministrative, rapporti patrimoniali tra coniugi, testamenti, successioni, falli-menti, concordati e procedure affini, sicurezza sociale, obblighi extracon-trattuali o risarcitori, tranne se frutto di accordo tra le parti o riconosciuti”.

Maggiori approfondimenti sul tema trattato in articolo sul sito:www.marzari-capriotti.it

L’ingiunzione euro-pea, pietra miliare nel processo di in-tegrazione e armo-nizzazione euro-pea, entra in vigore in Italia il 12 dicem-bre 2008, attraverso il regolamento n. 1896 del 2006 che istituisce un nuovo sistema ingiuntivo nello spazio giudi-ziario dell’Ue, esclusa la Danimarca. “L’obiettivo è fronteggiare i ritardi di pagamento, oggi tra le principali mi-nacce alla sopravvivenza di piccole e medie imprese, con riguardo alle con-troversie transfrontaliere, caratteriz-zate dalla presenza di un residente in

uno Stato membro diverso da quello del giudice adito” spiega l’avvoca-to Rosa Capriotti, contitolare dello studio legale Mar-

zari Capriotti a Milano (C.so di Porta Vittoria, 58) e a Brescia. I vantaggi? “Un recupero più snello di crediti non contestati, procedure facilmente ac-cessibili, utilizzo di moduli standard, senza necessità di assistenza legale né comparizioni in tribunale, deposi-ti attraverso supporti cartacei o tele-matici, emissione entro 30 giorni e, in caso di mancata opposizione, effica-

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Internazionalizzazione

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Fuori e dentro confine: ecco una guida per le impreseRicerche di mercato, analisi degli scenari esteri, consulenza per l’espansione all’estero. Questi sono solo alcuni dei servizi offerti dallo studio Pasquali di Parma

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za ci permette di prevedere gli effetti di un decentramento produttivo sugli equilibri economico-finanziari dell’a-zienda e di consigliare la migliore struttura affinché la delocalizzazione avvenga con la prospettiva di una reale e duratura capacità di crea-re valore. La nostra professionalità è garantita dalla presenza attiva nelle aree geografiche a più alto indice di sviluppo economico e dalla cono-scenza approfondita delle normative locali e degli accordi internazionali.

Quali sono le altre aree di intervento? Seguiamo acquisizioni, fusioni e ri-strutturazioni aziendali. I clienti sono assistiti nel corso dell’intero proces-so, dalle fasi negoziali all’espleta-mento delle attività di due diligence, alla redazione della documentazione contrattuale, inclusi i patti paraso-ciali. In più, seguiamo tutto ciò che riguarda la proprietà intellettuale: consulenza e assistenza nell’acqui-sto trasferimento e mantenimento dei diritti, concessione di licenze, ri-organizzazione dei diritti di proprie-tà intellettuale. Naturalmente, non manca l’area fallimentare e, fiore all’occhiello, le ricerche di mercato. I nostri professionisti si occupano del-lo studio e dell’analisi dei comporta-menti e dei processi decisionali dei consumatori in un’economia di mer-cato che abbraccia tutta l’Europa, i Paesi della Confederazione Russa e gli Emirati Arabi.

A fianco delle imprese nel consolida-mento sul mercato interno e nell’in-ternazionalizzazione: è la missione di Marco Pasquali, commercialista a Parma, che dal 1996 sostiene le re-altà aziendali fornendo gli strumenti necessari per ottenere vantaggi com-petitivi forti e duraturi.

Quali servizi offrite agli imprenditori?Per prima cosa analizziamo lo sce-nario nel quale operano, le dinamiche competitive e i competitors, poi li aiu-tiamo a redigere un business plan effi-cace e un piano di sviluppo industriale a medio lungo termine selezionando le opzioni strategiche e definendo

la struttura economico-finanziaria. Segnaliamo anche nuove opportunità di investimento.

E per chi vuole espandersi oltre confine?Siamo in grado di creare, ristrutturare e ampliare la rete commerciale all’e-stero anche con accordi di partner-ship o joint-venture, assicurando una vicinanza ai mer-cati emergenti e di frontiera, quelli che possono as-sicurare il più alto tasso di sviluppo e di crescita. La nostra esperien-

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Con i mercati europei e nordamericani falciati dalla crisi, l’area che continua a rappresentare un potenziale mercato di espansione per le aziende italiane è la Federazione russa

sulenti a seconda delle specifiche aree di competenza” spiegano le titolari, gli avvocati Barbara Ferrari e Deborah Santolini. “Così possia-mo rispondere a ogni esigenza, dal-la contrattualistica all’assistenza in giudizio e litigation, dalla proprietà intellettuale alla tutela del credito, dal diritto bancario di internet, al diritto ambientale alla legislazione vitivinicola”.

…CON LE CERTIFICAZIONI AD HOCEast Certification è il secondo part-ner. Si occupa di certificazioni e consulenza per le industrie che in-tendono esportare i propri prodot-ti in Russia. Con anni di esperienza soprattutto nel settore Oil&gas, tanto da essere nella vendor list di Saipem France. “Sappiamo risolvere proce-dure problematiche come i permessi all’utilizzo RTN ed emettere certifica-zione di tipo Atex, Fire, metrologico, igienico, oltre ai comuni certificati di conformità Gost” spiega il responsa-bile, Marco Ponzalino. “E siamo l’u-nico rappresentate e organo di ispe-zione del Registro marittimo navale russo per l’Italia e la Francia”.

EasyRu è la nuova joint venture in gra-do di offrire i servizi necessari all’in-ternazionalizzazione verso il mercato russo. “Ci occupiamo di analisi di mer-cato, traduzione della documentazio-ne, certificazione dei prodotti, ricerca dei potenziali clienti e delle informa-zioni su di loro, analisi degli obblighi di legge, incontri commerciali, partecipa-zione a fiere, consulenza legale e con-trattualistica” spiegano i responsabili. “Con un triplice obiettivo: ottimizzare i tempi, evitare problemi con le autorità locali e tagliare i costi”.

…CON LE TUTELE LEGALI E COMMERCIALIUno dei partner di EasyRu è lo Stu-dio BFDS di Monza (con sedi di-

staccate a Como e Milano), che si occupa di diritto civile e commercia-le con un taglio internazionale. “Ci avvaliamo di collaboratori e con-

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Internazionalizzazione

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Raramente si pensa agli avvocati come a degli imprenditori. Hanno invece di-mostrato di esserlo Grazia Torrente e Alessandra Vignone, lasciando un af-fermato studio legale internazionale di Milano per costituire il proprio.

In un momento di recessione econo-mica come quello attuale?Abbiamo proposto sul mercato un mo-dello di business che è stato subito ap-prezzato dalle imprese: alta qualità del servizio, rapidità, semplificazione delle procedure e contenimento dei costi.

Chi sono i vostri maggiori clienti e cosa offrite?Aziende di medie e grandi dimensio-ni che hanno necessità di consulenti legali con competenze di diritto inter-nazionale. Così che li affianchino nel-

le attività di impresa anche all’estero. E con una seniority che i grandi studi non sono in grado di garantire se non a prezzi molto alti. Offriamo assisten-za totale nei settori del diritto commer-ciale e societario con specializzazione nella contrattualistica internazionale, trasporto e logistica e arbitrati.

A cosa dovete il vostro successo?Alla nostra esperienza all’estero: ab-biamo capito che un avvocato al pas-so coi tempi deve unire alla solida

preparazione tecnico-giuridica propria degli studi italiani tradizionali, la co-noscenza del mercato in cui operano i clienti. Essere imprenditrici noi stesse, inoltre, ci è servito per comprendere le vere esigenze dei clienti. Lontano dalla figura dell’avvocato di una volta che non si “sporcava le mani” con il lavoro del cliente. E poi, abbiamo spe-rimentato che l’assistenza personaliz-zata unita al budget ridotto può essere garantita solo da strutture leggere e semplici come la nostra.

L’imprenditorialità al femminile nel settore legaleCura dei clienti, budget ridotti ed esperienze all’estero. Ecco una formula vincente tutta rosa

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e dei vantaggi in termini di convenienza economica offerti dalle norme spesso agevolative dirette agli investitori internazionali. Non bisogna infine tralasciare l’interesse che le multinazionali estere hanno per l’Italia, che era e resta un mercato estremamente attrattivo, con circa 60 milioni di cittadini, il settimo Prodotto Interno Lordo nel mondo, uno dei tassi di risparmio più elevati del pianeta e la presenza di forza lavoro efficiente localizzata in poli di eccellenza in molti campi di ricerca e di creatività innovativa.

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ANCHE IL MAGAZZINAGGIO È PROFESSIONALSISTEMASERVIZI s.c.a.r.l. opera da decenni a fianco delle grandi imprese per fornire tutti i servizi relativi a magazzinaggio e logistica industriale in Emilia Roma-gna. I suoi addetti sono specializzati in tutte le operazioni relative a facchinaggio generico, manutenzioni, confezionamento, lavorazione in linea, pulizie e gestione del magazzino. Ogni servizio relativo a queste aree è personalizzato a seconda del-le esigenze dei committenti, di qualunque settore commerciale industriale. SISTE-MASERVIZI s.c.a.r.l. si distingue per la puntualità e l’efficienza, ma anche per la professionalità dei suoi collaboratori: tutti adeguatamente preparati e responsabili, ciascuno per la propria specifica mansione e perfettamente a conoscenza di tutte le norme che regolamentano il settore di rispettiva competenza. Tutti sono rego-larmente dotati del necessario equipaggiamento e di attrezzature antinfortunisti-che appropriate. Il badge identificativo è sempre chiaramente esposto a tutela del-la sicurezza di tutti e il trattamento economico è appropriato. Il tutto, però, senza andare a discapito del prezzo dei servizi proposti alle aziende clienti. SISTEMASERVIZI s.c.a.r.l. è inserita in un Consorzio di Cooperative operanti in Emilia Romagna a maggior ripro-va di solidarietà, correttezza ed efficienza operativa.

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Qui serve ordine

O gni imprenditore, indipendentemente dalle dimensioni della propria

azienda, si trova da sempre a dover ridurre i costi di gestione. A maggior ragione adesso, con la contrazione dei consumi e la crisi. Ma certo le riduzioni non possono essere ottenute da semplici ribassi o sconti derivanti da feroci trattative d’acquisto. In un mercato contratto, con fame di ordini ed esubero di offerta, i prezzi molto spesso sono già ai minimi termini. Servono piuttosto nuove idee e metodologie che riducano radicalmente il costo di un servizio o di un bene necessario alla propria attività. Un interessante campo di applicazione è senz’altro la logistica. Per capire il motivo basta andare indietro nel tempo.

Nel momento il cui la domanda scarseggia occorre razionalizzare risorse e strumenti. Una buona organizzazione del magazzino, delle automazioni e del flusso di merci, per esempio, può fare la differenza. Anche nelle piccole e medie aziende

a cura di agata melfi

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Logistica

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Il primo utilizzo della logistica fu per scopi militari. Giulio Cesare per primo istituì nei suoi ranghi la figura del logista. L’impiego, principalmente militare, si è protratto fino al nostro ultimo dopoguerra, momento in cui questo servizio è passato alle attività produttive ed economiche.L’essenza della logistica consiste nel mettere in ordine elementi tra loro correlati che però si presentano in modo casuale, disordinato. Come a dire che per vincere le nostre quotidiane guerre economiche non servono solo ordini ma anche ordine.Gli effetti fortemente concreti che l’impiego della logistica ha generato ne ha decretato il forte e rapido sviluppo tanto da generare al suo interno vari settori di specializzazione. Esiste la logistica industriale che si occupa della gestione dei flussi di merci all’interno di unità produttive, la logistica di trasporti che provvede a coordinare gli scambi di grandi volumi di merci, la logistica di progetto che si preoccupa di assicurare la piattaforma organizzativa per la realizzazione di progetti di costruzione. Ci sono poi ulteriori

tipi di logistiche atte a gestire temi di ecologia, trasporti di persone, coordinamento del traffico aereo e così via. Il denominatore comune è la capacità da parte del logista moderno di saper raccogliere tutti i dati che si presentano in un processo, saperli selezionare in base alla priorità rispetto all’efficienza finale e infine saperli ordinare, anzi coordinare, secondo un criterio logico che restituisca come risultato operativo il massimo del valore.Se da un lato è vero che la logistica in generale ha avuto un forte sviluppo,

è altrettanto vero che ci sono settori dove moltissimo è ancora da fare. L’attenzione, per esempio, va al settore produttivo industriale che ha visto crescere il reparto di logistica solo nelle grandi aziende. Nella maggior parte di quelle medie e piccole la logistica spesso è presente solo in modo approssimativo. Entrando in queste aziende si vede come si sia investito molto nell’automazione della produzione tipica per poi riscontrare un calo vertiginoso di funzionalità a partire dalle operazioni di imballaggio, etichettatura e gestione delle spedizioni. Elementi che, volendo entrare più in dettaglio, costituiscono gli strumenti materiali su cui poggia

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Logistica

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Ravizza PackagingVia Collegno, 108 - Alpigiano (TO)

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Cosa fa un’azienda che costruisce macchinari industriali in un momento in cui molte aziende rallentano la pro-duzione? Semplice, crea macchina-ri “anti crisi”! La risposta è di Ravizza Packaging, azienda torinese, famosa perchè dagli anni Ottanta introduce in Italia, imballaggi d’avanguardia, come i Politainer, un tipo di bag in box par-ticolarmente robusto per il trasporto di liquidi farmaceutici o alimentari. “Oggi in molti sono costretti a fermare le loro macchine veloci di confezionamento e tornare a imbustare manualmente. Noi abbiamo trovato la soluzione: macchi-ne più piccole, multiformato che con-sumano poco. Si possono mettere in funzione in un istante e permettono di ottimizzare materiali e tempo” spiega Roberto Ravizza, terza generazio-ne della famiglia che regge le redini dell’azienda dal 1938, anno della fon-dazione voluta dal nonno Giuseppe e dall’attivissima nonna Adelina. La specializzazione e la ragione sociale di questa virtuosa realtà è duplice: da una parte la Ravizza & Co., ancora guida-ta dall’ultraottuagenario papà Franco, che costruisce imballaggi speciali in legno per trasportare grandi impianti in tutto il mondo, dalla progettazione al fissaggio su camion e container. Dall’altra, Ravizza Packaging, che si occupa di macchinari per imballag-gio fornendo un servizio di logistica ai clienti. Spesso si tratta di primarie realtà dell’industria: dalla maggiore casa automobilistica italiana al leader italiano di distribuzione della più dif-fusa marca di apparecchi fotografici. “Dall’esperienza logistica siamo pas-sati presto alla costruzione delle mac-chine per insacchettare. Fin dall’inizio abbiamo cercato soluzioni diverse dai progetti classici che rispondevano alle esigenze di un mercato di 30 anni fa. Così è nata la serie Simplicita. Macchi-ne molto compatte, facili che costrui-scono il sacchetto su misura a partire da una bobina di film tubolare, imbu-

stano automaticamente il contenuto e chiudono il tutto” continua Ravizza che ha esteso la commercializzione in tutta Europa e adesso fa rotta verso il Sud America. “L’ultima che abbiamo bre-vettato, la Baggy, sta su un tavolo e, partendo dalla stessa bobina, produce sacchetti su misura direttamente sul

punto di utilizzo. È pensata per chi ora fa scorta di sacchetti preformati ad un prezzo necessariamente gonfiato dai costi di trasformazione e di distribuzio-ne. Baggy fa risparmiare il 50% di ma-teria prima, senza contare il vantaggio ecologico. Circa il 30% di plastica in meno nell’ambiente”.

I macchinari “anticrisi” di Ravizza Packaging

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Logistica: è questa la parola chiave su cui ruota la filosofia aziendale del quarantotten-ne imprenditore padovano

Massimo Toffanin. Formatosi profes-

sionalmente pri-ma come responsabile di produzione, poi come direttore logistico-di-stributivo in un’impor-

tante azienda vene-ta di ingranaggi per autoveicoli, nel 2006

decide di fare il salto di qualità

e mettere a frutto il più

che ven-tennale baga-glio di

e s p e -r i e n z e

acqu is i to nel settore

della logistica e della mec-

canica. Così viene istituita

una società, la Lg Logistic S.r.l., im-pegnata in due distinti settori. Il

primo è fornire un suppor-to logistico alle aziende che hanno bisogno di ottimizzare e snellire i tempi di gestione e produzione che incidono negativamente sul bilancio di un’azienda. “Questi aspet-

ti continuano a essere parte di un ob-biettivo generale delle aziende per po-ter abbassare i costi di magazzino e i costi certi nella logistica distributiva, come acquisti, stock, confezionamen-to e gestione delle spedizioni” spiega Toffanin. “Noi gestiamo con i clienti un servizio sul modello Kanban o Just in time”. Il secondo settore, invece, si occupa della vendita e commercializ-zazione dei ricambi di ingranaggi per autoveicoli e trucks nei nuovi Paesi emergenti del Middle East e del Far East. “Nel futuro prossimo, proprio in base alla specializzazione di questo secondo settore, l’obiettivo dell’azien-da è aprirsi al mercato estero dell’in-granaggio e delle parti meccaniche con una rete di filiali in loco create su un modello preciso, quello testato sul mercato italiano” continua Toffanin. “In modo da fornire un supporto più diretto e un’assistenza tecnica imme-diata alla clientela internazionale”.

Meccanica e non soloI due settori chiave di Lg Logistic s.r.l. sono la logistica distributiva e la vendita dei ricambi di ingranaggi per autoveicoli e trucks

www.lglogisticsrl.com

l’organizzazione logistica industriale. Utilizzare in modo non corretto questi dispositivi è un pericoloso spreco di risorse e fa la differenza tra avere una reale linea di automazione logistica e l’illusione di possederla.Un altro settore che presenta dei margini di sviluppo interessanti

è quella legata ai servizi di trasporto merci e ai nodi collocati sulle grandi linee di trasporto. Basta pensare a cosa potrebbe essere l’area torinese quando sarà realizzata la tanto controversa TAV e allo sviluppo che la nascita di attività logistiche potrebbe portare in posti di lavoro ed economia locale.

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Logistica

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Razionalizzare le attività operative, minimizzare gli errori e soddisfare al massimo le esigenze dei clienti. È lo scopo dell’impiego, nei settori Tra-sporto e Logistica, della rivoluzionaria tecnologia Rfid, ossia l’identificazione a radio frequenza. Norbert Dentres-sangle, il gruppo leader europeo dei service provider logistici, ha imple-mentato questa tecnologia già dal 2005, dimostrando lungimiranza e facendo da apripista. “In Italia siamo ora in una fase di test che interessa 10 punti vendita nel settore dell’abbi-gliamento in tutto il Paese e che am-plieremo già quest’anno” spiega Ube Gaspari, amministratore delegato di Norbert Dentressangle in Italia. “La tecnologia Rfid segnerà un passo in avanti fondamentale per la gestione della crescente complessità dei flussi

La tecnologia Rfid a servizio del flusso di merciNorbert Dentressangle, leader europeo, spiega perché il sistema di identificazione a radio frequenza migliora i servizi logistici

in uscita dai depositi. La qualità delle soluzioni, l’alto grado di innovazione e l’attenzione al cliente sono da sempre gli asset che ci contraddistinguono”. La tecnologia Rfid è finalizzata al mi-glioramento della qualità nei proces-si di movimentazione e spedizione e alla minimizzazione delle discrepanze inventariali attraverso un sistema di tracciabilità completamente auto-matizzato. La tecnologia si basa sulla capacità di memorizzare e aggiornare i dati da parte di particolari dispositivi elettronici, detti “tag”, e sulla loro ca-pacità di rispondere all’interrogazione a distanza da parte di appositi appa-rati. Il tag viene integrato in un’etichet-ta applicata sulle unità di trasporto che, a loro volta, passano attraverso un cancello, il cosiddetto gate, che le registra e le identifica una a una: in

questo modo viene assicurato un con-trollo continuo e accurato delle singole unità evitando eventuali errori. Con-siderati i benefici ottenuti dalla casa madre nell’utilizzo di questa tecnolo-gia per importanti multinazionali del tessile, dell’healthcare e dell’automoti-ve, anche Norbert Dentressangle Italia si è adeguata. A partire dallo stabili-mento di Settala, nei pressi di Milano, dedicato al settore dell’abbigliamento retail caratterizzato da spedizioni con un altissimo numero di referenze.

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Il Rfid evoluto amico dell’ambienteLa tecnologia di Smart Res garantisce la tracciabilità per ogni tipo di merce e su ogni supporto. Con una logica tutta green

È la tecnologia del futuro, “l’internet delle cose”. I campi di applicazione del RFID sono sconfinati. Così come le sue possibilità di innovazione. “Noi abbiamo messo a punto la tecnologia a filo di rame, per lo sviluppo, la pro-duzione e la commercializzazione di tag RFID” spiega Luigi Radaelli, AD di Smart Res spa (www.smartres.eu),

un’azienda italiana a capitale privato, centro di eccellenza tecnologico, nel settore da un decennio. “Le caratte-ristiche peculiari di questa tecnolo-gia hanno già permesso di portare i molteplici benefici dell’utilizzo di que-sti tag in settori per i quali la tecno-logia standard, a metallo inciso, non può dare delle risposte adeguate”. Le

applicazioni che hanno già utilizzano i prodotti di Smart Res vanno dalla classica gestione della supply chain (dal produttore al punto vendita) per la quale il tag RFID viene realizzato direttamente sull’etichetta finale, alla protezione del marchio per combat-tere la contraffazione, dove il tag realizzato su uno speciale suppor-to viene trasferito termicamente sul supporto finale voluto dal cliente. “Bi-sogna poi aggiungere la tracciabilità della filiera alimentare, per la quale sono stati realizzati tag speciali, in-capsulabili nei dispositivi che vengo-no apposti alle orecchie degli anima-li. La tracciabilità dei beni di lusso per i quali abbiamo reso disponibili tag di diverse forme e materiali” af-ferma Stefano Baroni, commerciale di Smart Res spa. Anche nel setto-re del controllo accessi in generale, dal trasporto alla sanità alla gestione di eventi, la Smart Res ha sviluppato e messo a disposizione del merca-to soluzioni dedicate. “La versatilità della nostra tecnologia permette di produrre sia tag standard per forma, materiale e prestazioni, sia tag perso-nalizzati, sviluppati e prodotti in base ai requisiti del cliente. Il tempo di svi-luppo e della realizzazione dei primi campioni avviene in poche ore e, per rispetto dell’ambiente, non usiamo reagenti chimici, a differenza dei pro-cedimenti di fabbricazione standard. Così prodotti finiti su supporto carta-ceo sono biodegradabili al 98%”.

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Logistica

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Diritto doganale comunitario, una spe-cializzazione rara che fa capo allo stu-dio Bellante & La Lumia, nato a Verona nel gennaio del 2000. In questo settore l’avvocato Piero Bellante ha maturato una solida esperienza fin dal 1980, non solo per l’applicazione del diritto doga-nale agli scambi internazionali di mer-ci, ma anche per il difficile contenzioso doganale. In questa materia interviene su riviste del settore, partecipa a incontri di formazione curati dalle associazioni imprenditoriali di categoria e collabora con la Facoltà di Economia dell’Univer-sità degli Studi di Verona. Nel 2010 ha pubblicato per Ipsoa “Il sistema doga-nale, strutture, regole e adempimenti”, in Manuale di Commercio Internazionale, edizione IV. “Si tratta di una materia va-sta, affascinante e complessa” confessa l’avvocato. “Ma ogni operatore commer-ciale che intenda affacciarsi seriamente sullo scenario internazionale deve far-ci i conti. Le conseguenze di un’errata

pianificazione doganale, infatti, pos-sono costare molto care”. Maria Rita La Lumia, invece, è esperta soprattutto in diritto di famiglia, con attenzione al nuovo istituto della mediazione familia-re. Gli altri settori di intervento riguardano le normative speciali, per esempio sicu-rezza dei prodotti, etichettatura, legge privacy, procedure Legge 231/2001 sulla responsabilità amministrativa delle società e degli enti, e l’assistenza nella redazione dei principali contratti commerciali. “L’attività contenziosa non viene mai spinta all’eccesso, poiché lo studio crede nella cultura della media-zione come strumento rapido ed effi-cace per il raggiungimento del proprio obiettivo” spiega La Lumia. “Vogliamo conseguire la migliore soddisfazione degli interessi del cliente con il minor sforzo economico”. Lo studio si avvale anche di collaboratori interni, accurata-mente selezionati e formati ed è partner e fondatore del network LegalAssociati

Sono le due eccellenze dello studio Bellante & La Lumia, fondatore del network LegalAssociati e realtà di riferimento per grandi aziende

Diritto doganale comunitario e mediazione

che unisce altri sei studi legali nelle prin-cipali città italiane e oltre 50 professio-nisti. Pur essendo una realtà veneta la particolarità dei servizi fa sì che questo studio sia ricercato anche da clienti di altre regioni. Persino multinazionali. “Il codice deontologico dell’avvocatura vie-ta di fare nomi” precisano i due legali. “Ma sono nomi di primo piano”.

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Spedizioni oltre dogana? Ci pensa Cad EuroPool

QUALITÀ CERTIFICATACad EuroPo-ol è passato in questi anni dalla semplice attenzione per

le bolle doganali all’attività di consu-lenza, sempre più richiesta dai clien-ti. Per questo ha anche allargato il raggio d’azione e oggi è presente a Verona, Piacenza, Lucca e Genova, fornendo un servizio completo con uno staff di 13 doganalisti. A garan-zia dei clienti, ha ottenuto dall’ammi-nistrazione doganale la certificazione Aeo, lo status europeo di Operatore economico autorizzato, un riconosci-mento importante come plus per la semplificazione doganale e per la fi-ducia concessa dall’amministrazione.

Consulenza su ogni aspetto del passaggio di merci in dogana. Dal disbrigo delle formalità all’assistenza legale nelle controversie. Ecco come si costruisce un successo

Cad EuroPool è un’agenzia di spe-dizionieri doganali, tra le poche in Italia autorizzate dal Ministero delle Finanze a svolgere tutte le operazioni previste dal Codice doganale comu-nitario e la prima divenuta operativa sul territorio nazionale. “Quando devo raccontare chi siamo e come lavoria-mo mi piace ricordare l’aneddoto di un caro cliente, responsabile di un’a-zienda internazionale” ci dice il suo presidente, Edoardo Malpeli. “Si trovò di fronte a una problematica doga-nale mai affrontata prima e chiamò Giorgio Longhi, uno dei fondatori del Cad EuroPool al quale va sempre il nostro pensiero perché ci ha lasciati prematuramente. Longhi gli disse: la aspetto nei nostri uffici e vedrà che troveremo la soluzione appropriata. Sono passati vent’anni e la collabo-razione va avanti da quel giorno”.

Questa dedizione è lo spirito di Cad EuroPool?Sì, dal lontano 1993, quando a Parma tre spedizionieri doganali manifesta-rono la volontà di associare le com-petenze doganali maturate in diversi settori per offrire un servizio unico e specializzato.

In che cosa consiste la vostra atti-vità?Offriamo prestazioni integrate e flessibili che vanno dalla consu-lenza alla progettazione, dal-la produzione di documenti al

disbrigo delle formalità do-ganali secondo i criteri di personalizzazione dei ser-vizi. Svolgiamo un’attività

di consulenza a 360 gradi in materia doganale, fiscale e tributaria.

Operiamo in totale autonomia oppu-re in affiancamento a professionisti interni all’impresa cliente, sia presso le strutture delle aziende, sia presso i nostri magazzini. In sintesi, analiz-ziamo le esigenze del cliente e pre-stiamo particolare attenzione alla re-alizzazione del processo gestionale e all’ottimizzazione del rapporto costi/benefici.

Quali sono i servizi che offrite?Proponiamo una vasta gamma di servizi: eseguiamo operazioni do-ganali e compiliamo gli elenchi in-trastat in modalità diretta; offriamo consulenza documentale specifica sulle normative vigenti; gestiamo le

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Logistica

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procedure domiciliate; progettiamo e gestiamo depositi doganali e fi-scali IVA; forniamo consulenza in materia di IVA comunitaria; ci oc-cupiamo della richiesta di autoriz-zazioni, licenze e documentazione sanitaria, della gestione dei rim-borsi e della rappresentanza fiscale per IVA e Accise. Non solo. Mettia-mo a disposizione dei nostri clienti l’assistenza legale nelle controver-sie e nel contenzioso doganale, as-sistenza all’estero nelle procedure doganali per la risoluzione in loco di eventuali problematiche e infine progettiamo e coordiniamo le ope-razioni di perfezionamento attivo e passivo. Negli ultimi anni abbiamo specializzato il nostro servizio sul-la gestione dei depositi doganali e fiscali e per questo ci affidiamo, nella fornitura di questi servizi, a un alleato tecnologicamente evoluto, Arkymede.

Cos’è di preciso Arkymede?È un sistema informatico avanzato per la gestione dei depositi doganali privati e fiscali che semplifica e ot-timizza le prestazioni autorizzando i processi e informatizzando il corre-do documentale. Il software, da noi ideato, è stato sviluppato in colla-borazione con un gruppo di esper-ti informatici, frutto di un lavoro di squadra in cui EuroPool ha messo a disposizione il proprio Know how, consolidato in anni di esperienza nel settore. Il progetto Arkymede rappresenta un valore aggiunto e un supporto di alto livello operati-vo in cui hanno creduto anche al-cune delle maggiori multinazionali del settore produttivo. Insomma, il nostro è servizio completo ma con un’attenzione ancora artigianale verso le richieste e le esigenze dei nostri clienti.

alizzazione sartoriale il simbolo della nostra identità aziendale. Vogliamo creare su misura un servizio persona-lizzato per i nostri clienti.

Progetti per il futuro?Negli ultimi anni non ci siamo mai fermati, crediamo che investire su noi stessi e sui collaboratori attra-verso la formazione sia l’unico modo per rendere dei servizi sempre mi-gliori e aggiornati e rimanere quindi competitivi.

www.cadeuropool.it

In che senso “artigianale”?Ci piace essere considerati come degli artigiani, perché crediamo sia davvero questo il nostro plus ed è per questo che negli ultimi anni abbiamo individuato nell’immagine di una re-

Lamio erik, lusardi stefano, mapeli edoardo

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Villa Contarini Nenzi Hotel & SPA

Via Guizzetti 78/82 | 31030 | Dosson di Casier | Treviso | Tel. +39 0422 493249 | Fax +39 0422 492098

www.hotelvillacontarininenzi.com | [email protected]

Una tipica villa veneta del XVIII secolo, rifugio ideale per chi è alla ricerca di un soggiorno esclusivo in un ambiente ac-cogliente e di pregio. Villa Contarini Nenzi, premiata come “Villa Veneta dell’anno 2009” dalla Regione Veneto, dispone di 43 camere finemente arredate con mobili d’epoca ma, allo stesso tempo, dotate dei più moderni comfort. Fiore all’occhiello, il centro benessere SPA & Wellness Center dove l’ospite potrà rigenerarsi e rilassarsi tra saune, bagno turco, piscine con acqua calda, di cui una salata, vasche idromassaggio, idroterapia, trattamenti speciali e bagni personalizzati.

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L’anagrafe delle imprese: uno specchio della recessioneIl calcolo di nascite e decessi delle aziende italiane è uno specchio fedele dell’economia reale del Paese. Le difficoltà a entrare nel mercato, ad accedere al credito e a districarsi tra le normative, insieme alla difficile congiuntura economica, hanno segnato la morte di oltre 146 mila imprese nei soli primi tre mesi del 2012. “Ma le Camere di commercio intensificheranno l’impegno a sostegno del tessuto economico” promette Unioncamere

a cura di agata melfi

N el primo trimestre del 2012 l’indicatore che segna la salute delle imprese

italiane si è abbassato. E la forbice tra nascite e decessi si è allargata spaventosamente. Secondo i dati di Movimprese, diffusi da Unioncamere, infatti, ad aprire una nuova attività sono stati in 120.278 ma a uscire dal mercato sono stati 146.368. In più, rispetto al 2011, le iscrizioni sono diminuite di cinque mila unità a fronte di un aumento di 12 mila cessazioni. I conti sono presto fatti: il saldo è negativo e segna 26.090

imprese in meno, circa il triplo rispetto allo stesso periodo del 2011 quando il saldo segnava quota meno 9.638.

“La macchina del tempo dell’anagrafe delle imprese riporta le lancette al primo trimestre del 2009, quando si registrò un saldo negativo pari a meno 30.706 unità e un tasso di crescita del meno 0,5%” ha dichiarato Ferruccio Dardanello, presidente di Unioncamere, intervenendo a un convegno sullo sviluppo del Mezzogiorno, organizzato dalla Camera di Commercio di Lecce. “Ma allora si trattava dell’effetto della fortissima crisi

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Lotta alla crisi

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Colombo Consulting Modena

Tel. 059 [email protected]

Migliorare la qualità per accrescere il profitto

Ci può dare esempi dei risultati che avete ottenuto?I nostri risultati più significativi sono: garanzie ridotte del 61%, qualità clien-te migliorata del 53%, scarti presso il cliente ridotti del 68%, qualità interna migliorata del 52%.

Che investimento occorre per otte-nere questi risultati?Intervenire sui processi non richiede grandi investimenti, spesso i pro-blemi qualitativi dipendono da ca-renze di organizzazione più che di struttura, di metodo più che tecni-che, di gestione più che d’impianti; occorre ricercare l’efficacia e l’effi-cienza lavorando sui processi che già esistono.

Se questa è la vostra logica, in cosa consiste il vostro intervento?Noi proponiamo una Chek-up Analysis per individuare la soluzio-ne più efficace ed efficiente in fun-zione delle esigenze e degli obiet-tivi. E la modalità di intervento può essere di due tipi: un supporto consulenziale: per individuare le aree di miglioramento, impostare e condurre un piano di interven-to. Oppure un supporto manage-riale per un intervento diretto nei processi: Interim Quality Mana-ger, Quality Supervisor, Coaching dei Responsabili Qualità. Sempre avendo chiaro l’obiettivo: migliora-re la qualità per fare aumentare il profitto del nostro Cliente.

Cosa intende per “consulenza operativa”?È operativa perché non offriamo un metodo ma risolviamo i problemi, quelli derivanti dalla mancanza di ef-ficacia, e mi riferisco ai clienti insod-disfatti, o da mancanza di efficienza, e mi riferisco ai costi eccessivi.

Il suo motto è “la qualità accresce il profitto”. Ma la crisi lascia spazio alla qualità?Una cattiva qualità moltiplica gli ef-fetti della crisi. Recuperare un cliente insoddisfatto costa molto e proces-

si inefficienti consumano risorse preziose: ci sono aziende che

spendono in costi della qua-lità anche il 15% del fattu-

rato, spesso senza saper-lo. Si può andare a 100 Km/h in 4° velocità op-pure in 6°, la differen-za è nei giri motore quindi nei consumi, le aziende che per inefficacia devono tenere un numero di giri elevato a parità di prestazione finiscono

prima la “benzina”.

Come incrementare il pro-fitto attraverso la qualità?

Orientando i processi verso la soddisfazione del cliente

ottenuta “al primo colpo”, abbat-tendo i costi della qualità e svilup-

pando poi un Problem Solving struttu-rato per non ripetere gli insuccessi.

È la filosofia di Colombo consulting, società che considera la qualità una leva per il business

Una lunga carriera come manager in aziende del calibro di Ferrari, Maserati e Fiat. Poi, nel 2008, Dario Colombo ha fondato Colombo Consulting, una società di “consulenza operativa”.

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Lotta alla crisi

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Come difendersi dai soprusi delle banche?al legale che, innanzitutto, interrompe i termini di decadenza e prescrizione. E poi, con la collaborazione contabile di altri professionisti, ridetermina con esattezza i rapporti di dare/avere tra le parti, dando al cliente l’opportuni-tà di agire, prima in sede di media-zione e, quindi, giudizialmente, per la tutela dei suoi diritti. Accade così che società sull’orlo delle procedure concorsuali scoprano improvvisa-mente, grazie al legale, di essere in una situazione più florida del previsto

e non certo destinate a es-sere emarginate dal sistema bancario a causa dell’avve-nuta segnalazioni di posizio-ni a sofferenza che, in realtà, non erano tali.

www.studioltc.it

La posizione delle banche non è solo contrattualmente dominante rispetto ai correntisti, “ma anche favorita dalle normative emanate con il consenso dell’ABI, così come dimostrato dal re-cente decreto mille proroghe” sotto-linea l’Avv. Luca Campanella, titolare dello Studio Ltc di Milano.

Cosa dovrebbero sapere i correntisti?Che si scontrano con un cartello: o accettano le condizioni unilateral-mente imposte dal sistema bancario o non intrattengono alcun conto cor-rente, il che è impossibile per le im-prese, le quali dovendo spesso ricor-rere ad aperture di credito, si trovano in una situazione ancora più grave, dovendosi confrontare con condizioni e interessi sfavorevoli. Quando i cor-rentisti si accorgono di essere inca-

strati, chiudere il rapporto costerebbe troppo. Le irregolarità, soprattutto nei contratti stipulati negli anni Novanta, sono tante: commissioni di vario ge-nere come quelle di massimo scoper-to, versamenti che riportano sempre una valuta postergata...

Come ci si deve difendere?Conoscendo i propri diritti è più fa-cile pretendere, in sede di stipulazio-ne del contratto, un comportamento più equo e trasparente. È quindi in-dispensabile ottenere dalla Banca le copie sottoscritte dei contratti e delle even-tuali variazioni successiva-mente intervenute. Altri-menti, proprio a causa della disparità di potere contrat-tuale, è necessario ricorrere

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Le opere pubbliche in tempi difficili

La sfiducia nel giudizio arbitrale non aiuta le imprese che operano

nel settore. L’avvocato spiega perché

La realizzazione di opere pubbliche riveste un ruolo indispensabile nel quadro nell’economia nazionale e le risorse impegnate sono consistenti. “Eppure, negli ultimi anni, si è assistito a una costante diminuzione del nume-ro di bandi” spiega l’avvocato Vittorio Biagetti, titolare dell’omonimo studio legale a Roma. “Non solo, sono dimi-nuite anche le procedure indette dal-le amministrazioni, sia sotto il profilo quantitativo relativo agli importi a base di gara, sia qualitativo circa la tipolo-gia delle opere appaltate. E sono stati limitati gli impegni di spesa degli Enti locali imposti a livello centrale dal Pat-to di Stabilità. È evidente che occorre un incremento dei finanziamenti così come è necessario sollecitare e favo-rire il coinvolgimento di capitali privati”.

Le grandi imprese riescono a conservare una soglia di “liquidità” che le garanti-sce. E gli altri?La crisi di liquidità di cui ormai soffre tutto il setto-

re dell’edilizia è aggravata dai ritardi nei pagamenti da parte della Pub-blica Amministrazione: i lavori non sono saldati nei tempi previsti e in alcuni casi si attendono anni. A ciò si aggiungono i tempi necessari per il recupero di crediti anche di natu-ra risarcitoria. Al riguardo, il continuo disfavore espresso nei confronti del giudizio arbitrale non aiuta.

Gli interventi del Governo fanno ben sperare?Il Governo è intervenuto con l’articolo 2 del decreto “Liberalizzazioni” istituen-do le “Sezioni specializzate in materia di impresa” presso alcuni Tribunali. Stabilendo che la competenza di tali Sezioni riguarda anche le controversie relative a contratti pubblici di appalto

di lavori, servizi o forniture di rilevanza comunitaria. È pre-visto un rito particolare che dovrebbe assicurare mag-giore celerità che non potrà comunque eguagliare quella propria dei giudizi arbitrali

economico-finanziaria esplosa l’anno precedente. Oggi, la brusca frenata della vitalità imprenditoriale è l’evidente risultato della fase di recessione e della maggiore difficoltà a entrare nel mercato”. L’anagrafe delle imprese è uno specchio fedele dell’immagine dell’economia reale: difficoltà e incertezza sul futuro. Ci vuole coraggio, certo, ma anche una politica di sostegno alle piccole imprese, quella diffusa nel nostro Paese

e quella da cui dipende il destino di milioni di famiglie. Maggiore facilità di accesso al credito, semplificazione delle normative e azioni straordinarie sul fronte occupazionale e fiscale sono gli interventi più richiesti da ogni fronte politico e sociale. “Le Camere di commercio intensificheranno l’impegno a sostegno del tessuto economico” ha promesso Dardanello.

“Soprattutto di quello meridionale, più in difficoltà in questo momento”.

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Lotta alla crisi

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L’innalzamento della pressione fiscale e dell’aliquota IVA, una grave crisi di liquidità, l’allungamento dei tempi di incasso dai clienti sono tutti elementi che rendono la crisi tutt’altro che ri-solta per le imprese italiane. Ma per quanto tempo ancora? “Il futuro si gioca sulla dinamica finanziaria e ri-guarda la necessità di reperire risorse per finanziare gli investimenti. Quindi, in un momento di restrizione del cre-dito, gli imprenditori dovranno meglio patrimonializzare le proprie aziende e il Governo deve fare la propria par-te per sbloccare risorse a favore del

La ricetta per risvegliare l’ItaliaTrovare le risorse giuste per rilanciare l’economia e risollevare le aziende di un Paese in ginocchio. La proposta di Ettore Colella

credito e rilanciare l’economia spiega Ettore Colella, titolare dell’omonimo studio di consulenza societaria e fi-scale a Milano e Buccinasco (Mi).

Cosa serve in particolare alle impre-se per rilanciare la loro economia?Riforme, ammodernamento delle infra-strutture di trasporto e di comunicazio-ne, un taglio ai costi della burocrazia, abbassamento della pressione fisca-le e degli oneri sociali a carico delle aziende. In buona sostanza dobbiamo rilanciare il Paese Italia riportandoci a casa il lavoro che è finito all’estero.

Qual è il primo punto da affrontare?La semplificazione delle norme. Un articolo di legge del Testo unico delle imposte, non si deve leggere come è scritto ma secondo una serie di com-binati disposti e di rimandi interpre-tativi e giurisprudenziali, peraltro non uniformi. E poi l’abbassamento della pressione fiscale: aliquota unica di tutte le imposte al 23%. Dobbiamo fare ritornare i grandi imprenditori ita-liani e gli investitori stranieri in Italia.

Ma le risorse dove si reperiscono?Innanzitutto dal contrasto all’evasio-ne fiscale. I risultati ottenuti nel 2011 hanno portato all’emersione di ingenti redditi nascosti. Poi, con l’inserimento nel bilancio statale di risorse finanzia-rie sotto forma di fondo “taglia-tasse”. Con un’aliquota fiscale giusta non credo che ci sarà ancora qualcuno che rischierebbe di accollarsi ingenti sanzioni. Infine, servirebbe un abbas-samento drastico degli oneri sociali a carico delle aziende per agevolare le assunzioni. Quello che le aziende risparmierebbero si potrebbe “girare” a favore dei lavoratori dipendenti con lo scopo non secondario di rilanciare i consumi.

www.ettorecolella.it

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Cosa offrite in più rispetto ai com-petitors? Pianifichiamo progetti di Business Intelligence e Corporate Perfoman-ce Management come percorsi di miglioramento. Non siamo vincolati all’adozione di un particolare softwa-re, ma abbiamo le competenze per supportare il cliente nella scelta della migliore soluzione sul mercato, anche open source, e nella sua implemen-tazione. E poi offriamo non un pro-dotto ma un servizio, basato su me-todologie, conoscenze ed esperienze di successo grazie alle competenze di un team qualificato, e in crescita, di ingegneri, programmatori, grafici e consulenti.

Come operate? Trasferiamo il modello funzionale che il nostro cliente ha in testa in un si-stema governabile e comprensibile. Qualunque problema egli voglia risol-vere, dal tempo perso a raccogliere, controllare e preparare le informazio-ni da presentare alla direzione azien-dale alla gestione dei processi di pia-nificazione aziendale.

L’automazione dei processi aziendali è la chiave del successo

www.diemmegroup.net

“Ogni dato aziendale è un’informazio-ne utile a raggiungere il successo”. È il motto di Dm consulting, società con sede a Vicenza e Legnago, che for-nisce servizi, tecnologia e consulenza per l’automazione dei processi azien-dali. “Analizziamo i dati delle imprese e li trasformiamo in elementi utili per comprendere le dinamiche interne e sempre disponibili al momento del bi-sogno” spiega Mattia Andrighetti, co-fondatore e amministratore delegato di Dm consulting. La società, nata nel

Più informatizzatia cura di agata melfi

I nfoCamere, la società di informatica delle 105 camere di commercio italiane,

e Assosoftware, l’associazione dei produttori di software gestionali e fiscali, hanno di recente firmato

un accordo per aiutare le imprese ad accelerare i processi di informatizzazione richiesti dai nuovi sistemi camerali, con una serie di iniziative che consentano di svolgere, in modo semplice e veloce,

2009, adesso è in piena espansione, come dimostra la costante acquisizio-ne di nuovi clienti e un tasso di fideliz-zazione superiore al 95%.

Qual è il vostro obiettivo? Fornire strumenti a supporto della crescita, tali da progettare il futuro e governarlo. E trasformare il nostro cliente in un attore proattivo del mon-do economico in cui opera, in modo che non subisca gli eventi, ma li pia-nifichi e li sappia gestire.

gli adempimenti richiesti. Un’intesa che ha anche l’obiettivo di favorire il libero mercato tra le aziende dell’Information Technology che producono software gestionali e fiscali. L’accordo, firmato

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Tecnologie

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Come spremere al meglio le proprie tecnologie

DisiwareTel. 02 [email protected] www.disiware.it

Oggi le nuove tecnologie sono diven-tate mature. Il mobile computing ren-de possibile rilocare intere applica-zioni sulla “nuvola”. Strumenti come iPhone e iPad riducono le barriere di accesso alle applicazioni grazie ai potenti mezzi di connessione e il touch screen che, eliminando la ta-stiera tradizionale, permette di scor-rere le immagini con un gesto natura-le, come sfogliare le pagine di un libro o selezionare, toccandole, le icone delle funzioni di un’applicazione ot-tenendo livelli di agilità ed efficienza prima irraggiungibili. Eppure, non tutti sono a conoscenza delle potenzialità dei propri mezzi tecnologici. Spesso, una parte della sofisticata tecnologia giace inutilizzata e le potenzialità del sistema non sono sfruttate appieno, è quindi indispensabile conoscerlo per utilizzarlo meglio. Una soluzione of-ferta da Disiware: partire dall’analisi dello stato dell’arte e definire le linee guida da seguire per ottenere da ogni sistema i migliori risultati possibili, magari rilocando sulla “nuvola” quel che non serve avere in casa. Disiwa-re mette a disposizione dei clienti le conoscenze e la competenza dei suoi professionisti di provata esperienza

per trovare le soluzioni più semplici, su misura e, soprattutto, sulla base di quello che si ha già e di quello che serve davvero. Evitando sprechi e inu-tili sofisticazioni. Perché quello che non c’è non si rompe.

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Nel 1995 Soteha è stata tra le prime a proporre servizi di connettività e di posta elettronica alle aziende. Oggi che Inter-net è lo strumento indispensabile per il business, Soteha è sempre più presente sul mercato con le tecnologie necessarie a soddisfare le esigenze dei clienti.“Essere stati tra i pionieri ci ha permes-

so di incrementare personale e fatturato costantemente negli anni” spiega il pre-sidente, Sergio Marchese, con lo stesso entusiasmo degli albori. “La ricerca e lo sviluppo portano continuamente ad allargare il portafoglio delle soluzioni offerte” aggiunge Francesco Manduca, web account manager di Soteha.“Sviluppiamo soluzioni web e integria-mo ad esse il mondo delle applicazio-ni per tablet e smartphone. Valorizzia-mo i nostri progetti con campagne di marketing virale sui social network; So-teha è sempre di più il partner ideale per le agenzie di comunicazione che puntano a offrire un servizio completo ad elevato contenuto tecnologico”. La forza di Soteha da sempre è stata la passione nella ricerca e lo sviluppo delle nuove tecnologie. Hosting, hou-sing, system integration, networking, sicurezza informatica, cloud com-puting e virtualizzazione sono sole

alcune delle competenze dello staff tecnico Soteha. “Il nostro obbietti-vo è sempre stato avere le massime competenze nel mondo IT, ed essere in grado di intervenire in modo effica-ce e veloce su ogni problema” spiega Silvio Menchise, IT Manager. Soteha oggi conta oltre 20 professionisti che condividono lo stesso obiettivo: rea-lizzare soluzioni che soddisfino sia le aspettative del cliente sia le esigenze del mercato nel quale opera.

www.soteha.it

Dal web al cloud computing, dalle app per smartphone e tablet ai servizi di server farm

Silvio Menchise, Sergio Marchese e Francesco Manduca

HI TECH CHE AIUTALa progressiva affermazione del Cloud ha sganciato l’uso del com-puter dalle complicazioni delle piat-taforme IT sottostanti. E ha reso ancora più necessario l’affidarsi a società specializzate in consulenza tecnologica e organizzativa. Come Geos Consult che aiuta ogni clien-te a raggiungere i propri obiettivi di business per mezzo della tecnologia, intesa come un insieme di architettu-re sicure e di soluzioni applicative. “Il nostro scopo è che chiunque possa fruire in modo semplice dei dati per lui più importanti” spiegano i respon-sabili. “L’intervento inizia ascoltando i bisogni del cliente e identificando i suoi obiettivi in termini di business; da qui nascono le proposte, soluzioni tecnologiche di mercato o sviluppo di soluzioni personalizzate”. La con-sulenza di Geos Consult è apprez-zata soprattutto negli ambiti Retail, soluzioni B2B, Business Intelligence e Controllo di Gestione. “Lo svilup-po di soluzioni web o disponibili su tablet e smartphone aiutano spesso a raggiungere lo scopo”.

Geos ConsultSeregno (MB) - Tel. 0362 220091www.geosconsult.it

Da oltre 15 anni sul mercato dei servizi internet Soteha è il partner ideale per le aziende che affrontano il nuovo mercato

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Tecnologie

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Un software semplice per redigere i bilanci lo ha ideato una commercialista Bolognese, che qui ci parla del suo lavoro

Studio Maria Vittoria PegoliVia Altabella, 11 - Bologna

Tel. 051 0390457Fax 051 0390459

www.studiopegoli.it

Il commercialista dalle idee nuove

Consulenza fiscale e societaria a pic-cole e medie imprese organizzate in forma di società di capitali. È l’area di azione di Maria Vittoria Pegoli, commercialista a Bologna. “Mi oc-cupo sia della gestione ordinaria sia di quella straordinaria, in particolar modo di valutazioni d’azienda e ope-razioni di finanza straordinaria”.

Il suo studio è inserito nel network Commercialista Telematico. Qual è il vantaggio?È una realtà unica in Italia che affian-ca alla presentazione sul sito dell’at-tività di redazione una rete di profes-sionisti radicati su tutto il territorio nazionale. L’attività di integrazione delle competenze economiche e giu-ridiche consente di ottenere notevoli sinergie, proponendo alle imprese di ogni settore soluzioni mirate.

In questo periodo di crisi cosa ritiene essere più importante per crescere?Bisogna rendersi conto che le moda-lità di svolgimento della professione sono cambiate, per affermarsi è fon-damentale capire qual è la propria identità, avere una visione strategica, sapersi relazionare con il cliente, co-

municare in modo in-tegrato e soprattutto avere “idee nuove”.

Per esempio?Io ho ideato un software per la redazione del Bilancio del-le società di capitali e dei do-c u m e n t i collegati . S v i l u p p a t o in iz ia lmente per risponde-re alle esigen-ze dello Stu-dio, oggi risulta tecn icamente avanzato grazie alla collaborazio-ne della D.G. Sof-tware, ed è venduto con successo già da molti anni sul sito di Commer-cialista Telematico. Il prodotto è in-tuitivo, semplice e allo stesso tempo completo, proprio perché ideato da chi fa i bilanci e conosce le proble-matiche di fondo.

da Valerio Zappalà, direttore generale di InfoCamere, e Bonfiglio Mariotti, presidente di Assosoftware, si inserisce all’interno di un ampio processo di informatizzazione. Sì, perché Internet sta cambiando

radicalmente l’economia digitale italiana. Basta ricordare che il nostro e-business vale ormai il 4% del prodotto interno lordo ed è probabile che dall’anno prossimo generi altri 4-5 punti percentuali di PIL, facendo

leva sul mercato dei servizi innovativi, su una rinnovata Pubblica Amministrazione, sulla sanità elettronica, sull’e-commerce, sulla didattica digitale, la formazione di skills ICT e l’avvio di start up.

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S erve a proteggere i patrimoni ed è uno strumento molto duttile, per questo il contratto

di Trust, un sistema mutuato dagli ordinamenti anglosassoni, è oggi molto consigliato dai consulenti alle imprese. Anche perché, di recente, il legislatore nazionale ha completato l’inquadramento normativo di questo istituto regolamentandolo anche dal punto di vista fiscale ed eliminando tutte le perplessità derivanti

La proprietà va in affidoUno strumento avanzato per la tutela e la pianificazione dei patrimoni

a cura di agata melfi con la collaborazione del dott. federico cocchi

dall’adozione in Italia di un istituto straniero. Il Trust colma una lacuna tutta italiana. Nel nostro Paese, infatti, è sempre mancato uno strumento giuridico che permettesse alle imprese, ma anche ai privati, di pianificare gli impianti economici e finanziari delle loro ricchezze mobili e immobili. L’impostazione del diritto italiano, di derivazione romanistica, la cosiddetta Civil law, limita infatti la possibilità di avere il pieno

controllo su tutti gli elementi ritenuti fondamentali per il raggiungimento di un’efficace pianificazione di lungo periodo. Per questo motivo è stato necessario ricorrere all’anglosassone Trust, che garantisca maggior libertà di espressione e tutela delle scelte di pianificazione del patrimonio famigliare o imprenditoriale. Il Trust garantisce il pieno rispetto della volontà del suo fondatore e la possibilità degli interessati

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Trust

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I patrimoni di privati e aziende si tutelano così

Via Montenapoleone 10, Milano

Tel. 02 796193

studiococchi.it

tion, poi, il Trust garantisce una effi-cace tutela giuridica. Offre possibilità di difendere i beni della famiglia da aggressioni esterne, per esempio da creditori, ex coniugi, figli illegittimi, o da dissidi interni, impedendo una frammentazione del patrimonio e scoraggiando azioni ostili.

Un istituto a solo tutela privati con grandi patrimoni, dunque?Al contrario. Anche in campo azien-dale il Trust permette di garantire il successo di piani di ristrutturazio-ne del debito per imprese in crisi, di fornire garanzie per gli investitori nell’ambito di piani di sviluppo, di or-ganizzare sindacati di voto o di scopo efficienti e di garantire il rispetto dei

Per anni in Italia è mancato uno stru-mento giuridico duttile ed efficace che permettesse a famiglie e imprese di pianificare gli assetti economici e finanziari dei loro patrimoni nel tem-po. “Per questo motivo è necessario ricorrere a un istituto straniero, il Trust, mutuato dagli ordinamenti anglosas-soni, che garantisca maggior libertà di espressione e tutela delle scelte di pianificazione strategica del patrimo-nio famigliare o imprenditoriale” af-ferma Federico Cocchi, dottore com-mercialista a Milano.

È quindi uno strumento relativamen-te nuovo: in quali casi può essere uti-le rispetto al altri istituti del nostro ordinamento?Per esempio quando bisogna realiz-zare soluzioni personalizzate per la pianificazione del passaggio genera-zionale, come nel caso delle famiglie di imprenditori, integrandosi appieno con gli istituti esistenti e le normative che regolano Patti di famiglia e Patti successori. In ambito di Asset Protec-

Patti parasociali e di governance. In ambito privato è una risorsa fonda-mentale per famiglie con figli porta-tori di handicap o bisognosi di cure specialistiche di lungo periodo, il Trust garantisce loro l’assistenza e le risor-se necessarie anche dopo la morte dei genitori senza necessità di ricor-rere al Giudice Tutelare o all’Ammini-stratore di Sostegno.

In Italia come viene tutelato chi ri-corre al Trust?Solo professionisti affidabili e con esperienza sono in grado di assiste-re al meglio il cliente nell’analisi delle opportunità e nella personalizzazione di tutti gli aspetti connessi all’istituzio-ne di un Trust. Il professionista potrà, inoltre, assumere il ruolo attivo di Pro-tector vigilando sulla corretta ammini-strazione del patrimonio e garantendo il rispetto della volontà del Disponente.

Il trust protegge beni e capitali dagli aggressori esterni e dai dissidi interni. tutela aziende e persone in difficoltà

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di far valere in ogni momento i propri diritti grazie a una precisa regolamentazione, italiana e internazionale, e a strumenti giuridici incisivi e collaudati. Giuridicamente, si presenta come un “vincolo di destinazione” applicato a un patrimonio finalizzato al perseguimento di uno scopo predeterminato. Il proprietario

L’avvocato: un consulente per le imprese

Un team specializzato che segue passo passo il cliente. È quello di Raffaella Salamon, avvocato tito-lare dell’omonimo studio a Paderno Dugnano, un Comune strategica-mente a metà strada tra il centro di Milano e quello di Monza. “Il nostro assistito viene considerato un partner e affiancato a secon-da delle sue specifiche esigenze” spiega l’avvocato. “Chi si rivolge al nostro studio sa già di non incorre-re nell’incombenza di dover trovare eventuali altre figure di riferimento perché noi pensiamo a tutto. Dal-le piccole società alle holding, qui tutte le imprese trovano un confi-dente pronto a seguirle in ogni tipo

di operazione commerciale. So-prattutto adesso che la situazione economica spinge all’apertura ver-so i mercati esteri, volta non solo al recupero del credito ma anche e soprattutto al consolidamento aziendale”. L’assistenza targata Sa-lamon è completa: dall’approccio verso il primo business alla letter of intent fino alla vera e propria fase di start up e poi, via via, dalla redazione di contrat-ti a livello internazionale e alle joint venture. “Il nostro quid pluris è l’occhio di ri-guardo che abbiamo per la tutela del patrimonio dell’imprenditore. Gli inter-

venti a questo proposito sono tanti. Solo per citarne alcuni, per esem-pio, il trust o la holding di famiglia” continua Salamon. “In sintesi, noi preveniamo ogni tipo di problema e, nell’ipotesi che si presenti, lo analizziamo e lo risolviamo nel mi-gliore dei modi. Il tutto all’insegna del minimo sforzo per il cliente e del massimo risultato”.

Studio legale Salamon

Via G. Pogliani 26Paderno Dugnano (Mi)

Tel. 02 91084332

A Paderno Dugnano, lo staff specializzato di Raffaella Salamon segue gli imprenditori sulla strada del successo. Con un occhio attento alla tutela del loro patrimonio

dei beni, detto Disponente, trasferisce al gestore, detto Trustee, la proprietà di determinati beni affinché li gestisca nel rispetto dei vincoli e degli obiettivi per cui è stato costituito il Trust. Lo schema del Trust, benché relativamente semplice, è particolarmente apprezzato grazie a due elementi essenziali: al Trustee viene trasferita l’effettiva proprietà

dei beni, non solo il mero possesso, e tutte le scelte del Trustee sono vincolate esclusivamente al raggiungimento dello scopo fissato dal Disponente. È per questo che il sistema trova crescente applicazione in molteplici campi. In ambito famigliare, per esempio, è utilizzato per la pianificazione di successioni complesse quando è necessario

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Trust

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poter stabilire oggi criteri e tempi di assegnazione dei beni. L’uso del Trust è frequente nel caso in cui gli eredi designati siano troppo giovani o ritenuti non idonei a entrare direttamente in possesso dei beni, nel caso di scelte successorie da compiersi alla morte del titolare in funzione di elementi non ancora noti, per esempio le capacità specifiche degli eredi di assumere incarichi strategici all’interno dell’azienda. In questi casi il Trustee assumerà le decisioni necessarie, siano esse la scelta dell’erede più meritevole o la tutela del più debole o anche la difesa di un pacchetto di controllo da pericolosi frazionamenti, basandosi sulle linee guida fornitegli dal Disponente al momento dell’istituzione del Trust. In campo commerciale, invece, è spesso

utilizzato per vincolare i beni da offrire in garanzia per operazioni di ristrutturazione aziendale o per supportare l’emissione di prestiti obbligazionari.Uno dei principali vantaggi di questo trasferimento di proprietà è un’ampia tutela del patrimonio del Trust che è protetto da qualsiasi evento negativo possa coinvolgere il Disponente, i beneficiari o lo stesso Trustee. A tale scopo le legislazioni anglosassoni offrono strumenti giuridici molto efficienti per assicurare la massima tutela al patrimonio del Trust affinché non possa essere distolto dallo scopo a cui è destinato non solo ad opera di terzi ma anche in caso di infedeltà dello stesso Trustee. È, inoltre, possibile affiancare al Trustee figure professionali come il Protector, il cui compito è quello di

vigilare sulla gestione garantendo un maggior controllo nell’interesse del Disponente e dei Beneficiari. Al termine del periodo prefissato di durata del Trust, che potrà essere di pochi mesi o di molti anni, il Trustee assegnerà i beni ai Beneficiari seguendo le istruzioni contenute nell’atto costitutivo del Trust redatto dal Disponente. I beneficiari possono essere già stati identificati nell’atto (Trust trasparente) oppure può essere lasciato al Trustee l’incarico di sceglierli in base a specifiche regole di selezione (Trust opaco). Il vantaggio di quest’ultima soluzione è la possibilità di scegliere il criterio di attribuzione dei beni senza dover indicare subito i soggetti beneficiari, lasciando al Trustee l’onere di valutare la situazione in un secondo momento.

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La riforma del diritto concorsuale e le aziende in crisiUn esperto illustra i nuovi strumenti per agevolare la ripresa e la ristrutturazione aziendale

La riforma del diritto concorsuale ha introdotto nuovi istituti che agevo-lano la ripresa e la ristrutturazione aziendale. “I piani attestati ex artico-lo 67, gli accordi di ristrutturazione ex articolo 182 bis, il nuovo concordato preventivo e fallimentare e il neonato concordato per le imprese non fal-libili e le famiglie sfortunate di cui alla legge 3/12: ecco gli strumenti che permettono di agevolare la ri-presa e la ristrutturazione aziendale e di salvare con interventi tempesti-vi un’impresa a rischio di fallimento” spiega Cristiano Poponcini, dottore commercialista a Monza.

Quali sono le sue competenze in que-sto settore?Da tempo svolgo attività nell’ambito delle procedure concorsuali. Sono curatore fallimentare e commis-sario giudiziale, consulente del Tri-bunale in campo contabile/fiscale,

del diritto civile, di espropriazione immobiliare e di bancarotta. Sono stato il primo custode giudiziario nominato dal Tribunale di Monza nel 1999, preludio a quelle “prassi virtuose”, sinonimo di efficienza, che sono sfociate nella riforma del Codice di procedura civile con la Legge 80/2005.

Di cosa si occupa il suo Studio?Da tempo lo Studio Poponcini ha creato, con altri professio-nisti, un gruppo sinergico integrato che, nella ma-teria del diritto con-corsuale, offre agli imprenditori in pre crisi e in crisi, come alle banche o agli enti di garanzia, un servizio ad alta specializzazione per garantire la massima efficacia e rapidità d’inter-vento nell’affrontare l’in-solvenza. Inoltre prestiamo assistenza nelle acquisizio-ni di aziende, beni o crediti nel contesto delle liquida-zioni nonché assistenza nei rapporti con gli organi del-le procedure.

Studio Poponcini

Piazza Carducci, 3 Monza

Tel. 039 2260862

Mentre il dialogo infruttuoso con le banche continua ad affossare gli imprenditori italiani, il governo studia nuove strategie di riordino degli incentivi. E Confindustria si impegna a far ridurre i tempi di pagamento dello Stato che sono passati da 120 a 180 giorni, mentre quelli francesi e tedeschi continuano a diminuire

a cura di agata melfi

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Imprese che rinascono

Più credito per tutti

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Fondersi per crescereLe operazioni societarie straordinarie

garantiscono tanti vantaggi. Aggirano la crisi e accrescono le quote di mercato.

Come spiega l’esperto

che sui mercati esteri. Lo stesso vale su scala minore: per esempio, erano nostri clienti quattro piccole aziende di trasporti che faticavano a sopravvive-re. Le abbiamo unite ed è nata la più grande azienda di autotrasporti priva-ta dell’Emilia Romagna.

Gli imprenditori sono pronti? In generale sì, anche se devono af-frontare due limiti. Uno è psicologico: temono di vedere limitato il proprio po-tere decisionale. L’altro è oggettivo e si chiama “fisco”. Purtroppo, in Italia, que-ste operazioni di riorganizzazione, sono spesso qualificate come elusive, mentre in un contesto economico come quello attuale, si tratta di pura “sopravviven-za”. In ogni caso, davanti a una chiara prospettiva dei vantaggi, gli imprendito-ri non possono che prendere atto della necessità di unirsi.

Complice la crisi, anche il piccolo im-prenditore ha ormai capito che, per difendere le proprie quote di mercato e conquistarne di nuove in un mon-do sempre più globalizzato, deve accrescere le proprie dimensioni. “Non solo in termini economici ma anche di ricerca e di sviluppo: fusioni, aggregazioni, reti sono oggi neces-sarie anche per conseguire econo-mie di scala” spiega Mario Sacchi, 25

anni di esperienza nelle operazioni straordinarie d’impresa e fon-

datore dell’omonimo studio associato a Vignola, che

opera prevalentemente nel cuore del distretto cerami-co di Sassuolo e anche in tutta Italia.

Che vantaggi portano le operazioni straordinarie?I prodotti italiani non po-tranno mai fare concor-renza di prezzo a quel-

li indiani o cinesi, ma di qualità sì. E possono farlo se alle spalle hanno gros-se strutture manageriali, maggioranze ed equilibri societari che permettono di lanciarsi senza timori an-

sacchieassociati.it

L e misure per la crescita, designate dal Ministro per lo Sviluppo economico

Corrado Passera, propongono il riordino degli incentivi alle imprese. Si vogliono

tagliare quelli discrezionali e puntare tutte le risorse su quelli automatici che, secondo il Ministro, andrebbero indirizzati soprattutto ai settori della ricerca e a favore dell’internazionalizzazione.

Ma per capire come e quanto queste misure possano essere efficaci occorre fare un passo indietro e analizzare brevemente cosa è stato fatto fino a questo momento.

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Più credito per tutti

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Gli scenari aperti dalla crisi seppur prevedibili nella teoria macroeco-nomica sono risultati inattesi nella realtà, almeno nella loro così am-pia portata. “Occorre intervenire con mezzi efficaci per consentire al no-stro patrimonio societario di rimane-re protagonista in ambito nazionale, comunitario e mondiale” afferma Matteo Trezzi dottore commercialista di TM Consulting Milano, uno studio specializzato in consulenza aziendale e societaria nella capitale economica del Paese. “Il cambiamento impone una gestione evolutiva e dinamica dell’adeguamento: diviene neces-sario snellire, fluidificare, la struttura societaria per adeguarla al domani. Sosteneva W. Churchill: le previsioni sono estremamente difficili. Special-mente per il futuro. Tuttavia risulta indispensabile per l’azienda mante-nersi vigile e pronta ad accrescere ciò che la natura stessa ci insegna per sopravvivere: l’adattamento all’am-biente esterno”. Forte dell’esperienza presso società della Federazione Rus-sa, il Dott. Trezzi conferma la fiducia in cambiamenti quali aggregazioni, conferimenti e fusioni. “A livello nazio-nale l’imprenditore, inteso sia come singolo sia come famiglia, a mio avviso ha la possibilità di cavalcare l’onda che questo cambiamento ha scatenato e, per farlo, deve necessa-riamente intervenire sulla costruzione delle propria azienda, rivisitandola dall’interno, modificandone struttura e forma giuridica” spiega. “Quando parlo di operazioni straordinarie mi ri-ferisco a un eterogeneo complesso di scelte strategicamente volte a muta-re l’assetto societario, mediante una gestione che esula da quella pretta-mente ordinaria. È possibile operare

Le operazioni straordinarie per costruire il futuroUn esperto spiega come rilanciare l’azienda senza rinunciare alla sua identità. Valutando i fattori di rischio e puntando su fusioni & co. per “adattarsi” al nuovo ambiente

mediante interventi sia sulla finanza aziendale sia sul capitale. Ma sareb-be controproducente dimenticare che ogni azienda è una realtà a sè stante. È quindi necessario intervenire incro-ciando la convenienza strategica le-gata all’operazione con la scelta del-la corretta opzione giuridico-fiscale. Trattasi di creare un vestito calzante e performante per l’impresa: un abito sartoriale realizzato su misura. Par-tendo da una due diligence conosciti-va, che copra oltre agli aspetti legali e fiscali anche quelli ambientali ed eco-logici per contestualizzare la Società, analizzando gli elementi endogeni ed esogeni all’azienda, individuando successivamente rischi e debolezze.

È proprio agli imprenditori che mi ri-volgo ricordando che il rischio è alla base dell’impresa, ma nulla è più ri-schioso del rimanere inattivi”.

TM Consulting MilanoCel. 349 2837936

[email protected]

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Imprese che rinascono

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La migliore consulenza si fa in gruppoLa consulenza economico fiscale integrata è il segno distintivo di Team service s.r.l. e Sicom servizi tributari

Come adattate i vostri servizi alle ri-chieste mutevoli del mercato? Forniamo soluzioni “su misura”, che integrano gli aspetti normativi ed economici. Gli aspetti legali, normati-vi e fiscali sono strettamente correlati e oggi sono sempre più integrati. E i regolamenti sono in continua evo-luzione tanto che il cliente ha come primaria necessità quella di adeguare la sua struttura legale e fiscale all’e-voluzione del mercato e del settore al quale l’impresa appartiene.

Sicom Servizi Tributari S.r.l.Via A. Corradini, 1/Q - Este (PD)

Tel. 0429 602023 - Fax 0429 600877

Team Service S.r.l.Via Carrarese, 36 - Montagnana (PD) - Tel. 0429 82607

Rispondere alle ormai mutate esigen-ze del mercato e fornire un servizio di consulenza innovativo e personalizzato. È la filosofia degli studi padovani Team Service srl di Montagnana e Sicom Ser-vizi Tributari srl di Este. “Sono strutture attive e organizzate, in cui ogni profes-sionista e ogni collaboratore può lavo-rare usufruendo delle capacità tecniche e dell’esperienza di tutti gli altri” spiega Alessandro Uguccioni, commercialista e fondatore delle due società.

Un lavoro di squadra dunque?Sì, che ha permesso gradualmente di creare una struttura di consulenza integrata e multidisciplinare capa-ce di assistere i clienti nei principali campi economico-giuridici. Ma senza trascurare il tradizionale rapporto di fiducia cliente-professionista.

Quali servizi offrite?Consulenza fiscale, societaria, conta-bile-amministrativa, operazioni stra-ordinarie di società, due diligence fi-scale, perizie e valutazioni d’azienda, incarichi sociali, come amministratore, sindaco e revisore. Ogni consulenza mira a fornire una soluzione pragmati-ca ai problemi fiscali e societari e nasce dal costante appro-fondimento e aggior-namento di tutto lo staff.

Nei sei anni dal 2005 al 2010 sono stati distribuiti 45,7 miliardi per 545 mila domande, per il 68% coperti dallo Stato. A questi bisogna aggiungere i fondi di garanzia per favorire l’accesso al credito, una leva finanziaria che ha permesso

di aumentare i prestiti concessi dalle banche, passando da un miliardo nel 2007 a 5,2 nel 2010. Anche nelle prossime manovre Passera punta sui fondi di garanzia, che generano nuovi flussi di investimenti, allargati ad altri settori come artigianato,

cooperative e autotrasporto. La carenza e i costi del credito, infatti, restano il principale freno per le imprese. “Stanno letteralmente stritolando il tessuto produttivo” ha dichiarato Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria.

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In un periodo di stasi nei mercati, mol-ti imprenditori per poter sviluppare le proprie imprese, o anche solo per rima-nere sul mercato, devono trovare nuove soluzioni organizzative, spesso fondate sulla cooperazione. “Nel nostro Paese non esiste una vera e propria cultura dell’aggregazione” spiegano gli esperti di B. & C. Associati, studio di consulen-za tributaria, societaria e amministra-tiva a Milano. “L’individualismo domina il nostro panorama imprenditoriale, ma oggi l’imprenditore lungimirante deve saper investire insieme ad altri per po-ter crescere anche individualmente”. L’attivazione di nuove modalità di in-tegrazione, come le reti di impresa, può rappresentare una leva efficace per sviluppare una crescita sosteni-bile delle piccole e medie imprese. Fare rete significa: maggior innova-

zione tecnologica, maggior capacità di internazionalizzazione e migliora-mento del rating assegnato dalle ban-che. Questo modello di aggregazione consente a diverse realtà aziendali di unirsi per realizzare congiuntamente produzione, investimenti in R&S, for-mazione e marketing, mantenendo la propria autonomia giuridica. Il contrat-to di rete, introdotto nel nostro ordina-mento con il decreto legislativo n. 5 del 10/02/2009, ha il grande pregio di la-sciare un’elevata flessibilità di utilizzare ogni programma di rete, infatti, si può costruire il programma di rete in base alle proprie esigenze ed obiettivi”. Na-

turalmente, questo nuovo modello di sviluppo, che per-mette di far parte di un’economia or-mai globalizzata, necessita sostegno anche da parte di istituzioni, banche e professionisti.

l’associazione è la nuova strategia vincenteper la competitività. Perché aggregarsi non vuol dire perdere identità

L’unione fa la forza (delle aziende)

Che ha aggiunto come il mondo delle banche nell’economia italiana sia insostituibile, pur essendo fondamentale, nello stesso tempo, rafforzare la struttura patrimoniale delle imprese. L’obiettivo di Confindustria sarà proprio dedicarsi al tema della capitalizzazione e della crescita dimensionale delle imprese, impegnandosi perché siano accorciati i tempi di pagamento delle Pubbliche Amministrazioni, “Fatto, questo, che darebbe giovamento, direttamente o indirettamente, a tutte le imprese” ha detto Squinzi. “A tale proposito ricordiamo che durante la crisi lo Stato italiano ha allungato i tempi medi dei pagamenti da 128 giorni a 180, mentre quello tedesco li ha ridotti da 40 a 35 e quello francese da 70 a 64”.

www.bcassociati.eu

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Imprese che rinascono

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Un’efficace alternativa a fusioni, acqui-sizioni o incorporazioni è la rete d’im-presa, una libera aggregazione di im-prenditori finalizzata all’accrescimento reciproco della competitività e delle ca-pacità innovative, senza rinuncia all’in-dividualità o all’autonomia del singolo. “Le reti sono destinate a operare per una serie indeterminata di attività eco-nomiche a differenza di altre forme più note di aggregazione quali le joint-ven-ture, le A.T.I. e le associazioni in parteci-pazioni che hanno natura temporanea” spiega l’avvocato Francesca Donati dello Studio legale DFGS di Bergamo.

Come sono nate le reti?Sono state considerate la prima volta con la manovra economica del 2008

Tutti i vantaggi del contratto di retePiù efficace di una fusione, più snello di un’acquisizione. Gli esperti spiegano quando e perché agli imprenditori conviene aggregarsi

modalità concordate per il loro raggiun-gimento; la durata, le modalità di adesio-ne di altre imprese e le relative ipotesi di recesso nonché l’individuazione di un pro-gramma di rete che contenga l’enuncia-zione dei diritti e degli obblighi di ognuno.

Sono previsti anche organi comuni?Sì, con poteri di rappresentanza, inca-ricati di eseguire il contratto di rete. È possibile anche l’istituzione di un fondo patrimoniale comune al quale sono im-putati i conferimenti iniziali e gli even-tuali contributi successivi, che possono avvenire anche mediante apporto di un patrimonio destinato all’affare ai sensi del 2447bis del Codice civile; al fondo patrimoniale si applicano le disposizio-ni dettate per i fondi consortili con con-seguente separazione patrimoniale tra le obbligazioni assunte dalla rete e le obbligazioni del singolo.

Quali sono i vantaggi?Amministrativi e finanziari, in particolare la possibilità di stipulare convenzioni con l’A.B.I. nei termini definiti con decreto del MEF. Rilevanti le agevolazioni fiscali: ancora per il 2012 sarà riconosciuto un regime di sospensione di imposta de-gli utili accantonati ad apposita riserva e destinati alla realizzazione di investi-menti previsti dal programma comune, preventivamente asseverato da organi a ciò deputati, a condizione che le som-me accantonate siano destinate al fon-do patrimoniale comune o al patrimonio destinato all’affare per la realizzazione, entro l’esercizio successivo, degli investi-menti previsti dal programma di rete..

che lasciava al MiSE, di concerto con il MEF, l’individuazione della forma giuri-dica di tali aggregazioni ed estendeva alle reti le agevolazioni amministrative e finanziarie previste a favore dei distret-ti industriali. Il contratto di rete è stato introdotto con l’articolo 3 comma 4-ter e 4-quater del D.L. 5/2009, emendato con la cosiddetta Legge sviluppo del lu-glio dello stesso anno. La sistemazione definitiva è giunta con il D.L. 78/2010.

Come funziona nel dettaglio? Più imprenditori, sulla base di un pro-gramma comune, si scambiano infor-mazioni o prestazioni ed esercitano in co-mune una o più attività. Il contratto deve indicare gli obiettivi strategici di innovazio-ne e di aumento della competitività e le

www.dfgs.it

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INVESTIRE SULLA SICUREZZA VUOL DIRE RISPARMIAREGli infortuni sul lavoro, soprattutto nel settore edile, si mantengono a livelli preoccupanti. Per questo è sempre più pressante l’esigenza di rendere la tutela del lavoratore momento centrale dell’organizzazione di un’impresa. “In realtà produttive moderne, caratterizzate dalla frammentazione e dall’interazione di più soggetti, un concreto adempimento all’obbligazione di sicurezza, e quindi una fattiva garanzia della persona, richiede un costante aggiornamento e un supporto tecnico qualificato” spiega Silvia Tognoli-na, avvocato a Milano. “Un approccio responsabile, preventivo e organico, ha effetti positivi anche per il datore di lavoro nel caso in cui l’infortunio si verifichi: si pensi agli obblighi risarcitori che, in assenza di formule assicurative personalizzate, gravano sull’impresa, oltre alle conseguenze penali a carico sia del singolo, titolare della posizione di garanzia, sia, per ef-fetto della legge 231/01, delle stesse società”. La sicurezza sul lavoro deve pertanto essere affrontata in modo sistematico e integrato. “Perché quelli che, troppo spesso, sono visti come oneri inutili, sono in realtà un irrinunciabile presidio alla vita umana e si traducono anche in un rilevante risparmio di costi futuri per le imprese e la collettività”.

Avvocato Silvia Tognolina - Milano

Le aziende dicono che...

I n tema di diritti, l’argomento caldo in questi mesi è il mercato del lavoro.

E per rendere chiaro il punto di vista delle imprese, cinque

grandi organizzazioni, Confindustria, Ania, Alleanza delle Cooperative,

Abi e Rete Imprese Italia, hanno inviato un documento al Presidente del Consiglio Mario Monti e al Ministro del Lavoro, Elsa Fornero. Trenta pagine per spiegare le modifiche richieste alla riforma del mercato del lavoro. Si parte dalla flessibilità in entrata, soprattutto per quanto riguarda i contratti a termine e le Partite Iva e si arriva ai licenziamenti, vera nota dolente, sulla quale i cinque enti imprenditoriali si dicono d’accordo con la mediazione politica raggiunta da Monti sui cosiddetti licenziamenti economici, che ha posto

una possibilità di reintegro nel caso in cui il licenziamento si dimostri palesemente illegittimo. Il documento propone invece una forte modifica dei disciplinari e l’idea di sopprimere il Capo VII sull’apprendimento permanente che introduce un sistema pubblico che certifichi le competenze. Ma la partita si gioca tutta sulla flessibilità in entrata che secondo le imprese non è bilanciata da una adeguata minore rigidità in uscita. Si chiede, quindi, per i contratti a tempo determinato, di sopprimere il limite di sei mesi per la durata del primo contratto senza causale, si chiede poi di ridurre l’intervallo tra un contratto e l’altro a 20 giorni per i contratti di durata inferiore a sei mesi e a 40 giorni per quelli di durata superiore.

Sulla grande riforma che coinvolge i lavoratori, qual è il pensiero comune delle imprese? Ecco i punti principali contestati da Confindustria e da altre organizzazioni

a cura di agata melfi

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Diritto e diritti

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L’iperspecializzazione di SCGT garantisce la giusta flessibilità per seguire le mutevoli esigenze del mercato

sulenti che, nel mondo della grande impresa, assumono sempre più il ruo-lo di “interfaccia tecnica” con l’Ammi-nistrazione finanziaria. E la credibilità non si guadagna certo con la vendita di schemi “elusivi” e nemmeno con la crescita a tutti i costi della dimensione dello studio, ma con l’onestà, la pro-fessionalità e la dedizione al lavoro.

Perché le grandi aziende si rivolgono al vostro studio?Perché garantiamo elevata compe-tenza tecnica, indipendenza, cura del dettaglio e attenzione a ogni esigen-za dei clienti.

Entrando nell’elegante sede romana di SCGT, lo Studio di Consulenza Giu-ridico-Tributaria (www.scgt.it), gestito da Alberto Trabucchi, Pierpaolo Ma-spes e Francesco delli Falconi, a po-chi passi dalla Corte di Cassazione, ci si rende subito conto di come sia cambiata la consulenza nell’ambito del diritto tributario. Ridotte dimen-sioni, forte specializzazione, grande flessibilità e alte professionalità: ecco come oggi viene prestata la consu-lenza tributaria alle grandi aziende.

Cos’è esattamente SCGT?È un’associazione professionale nata alla fine del 2005 con lo scopo di of-frire servizi di consulenza altamente specializzati e difficilmente reperibili sul mercato.

Quando parlate di specializzazioni a cosa vi riferite esattamente?In una materia sempre più comples-sa, crocevia di vicende economiche, finanziarie e politiche, la figura del consulente generalista è destinata

a sparire: servono gli specialisti. Noi, per esempio, ci siamo strutturati in tre macro-aree di specializzazione: fisca-lità diretta, fiscalità indiretta e gestio-ne delle risorse umane. All’interno di tali aree per i professionisti di cui si compone lo studio (una ventina di unità) operano ulteriori specializza-zioni, per esempio la fiscalità bancaria e dei principi contabili internazionali, l’IVA nel settore finanziario e nel set-tore delle telecomunicazioni, il diritto del lavoro e della sicurezza sociale. Al contrario del sentire comune, poi, l’e-levata specializzazione consente una maggiore flessibilità nel seguire le mu-tevoli esigenze del mercato.

Quindi l’evoluzione del mercato in-fluenza anche il modo di prestare la consulenza in ambito tributario?Sì. Oggi c’è la chiara necessità di se-parare i “buoni” dai “cattivi”, gli accer-tamenti basati su questioni interpreta-tive da quelli relativi a vere e proprie evasioni. C’è bisogno, dunque, di “cre-dibilità”, anche e soprattutto dei con-

La nuova frontiera della consulenza tributaria

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La lotta all’elusionel’avv. Andrea Amatucci, professore emerito di diritto tributario, spiega le ultime sentenze in materia pronunciate dalla Corte di Cassazione

no penale e le pratiche elusive previste costituiscono reati. La discrezionalità dell’Agenzia delle Entrate, in tal modo, si accentua e la difesa del contribuente si complica” conclude Amatucci.

Tra le iniziative nazionali assunte dal Governo Monti per ricondurre il bilan-cio in equilibrio, si colloca la lotta all’e-vasione e all’elusione. Una situazione tanto estesa quanto intollerabile per-ché l’evasore e l’elusore riducono o eli-minano la pressione fiscale legale che inciderebbe su di loro trasferendola sul contribuente onesto. “È però necessario evitare interpretazioni giurisprudenziali non ponderate, che rischiano, attraverso l’abuso del diritto, di rendere più gra-ve la pressione sui contribuenti onesti” avverte Andrea Amatucci, professore emerito di Diritto tributario dell’Universi-tà Federico II di Napoli e titolare dell’o-monimo studio legale, che si occupa, oltrechè di diritto tributario, anche di diritto commerciale. Questa situazione si verifica se il contribuente non dispone di mezzi di difesa sufficienti per tutelar-si nei confronti di atti illegittimi, anche parzialmente, dell’Agenzia delle Entrate. “La giurisprudenza della Corte di Cas-sazione ha considerato parziali le leg-gi che contengono clausole antielusive particolari, le quali prevedono i casi specifici in cui l’Agenzia delle En-trate deve disconoscere il rappor-to giuridico che è costruito da taluni contribuenti, ma che non costituisce per legge un presup-posto di imposta” spiega l’esperto. “Pertanto la Cassazione, con la sen-tenza del 23.12.2008, ha affermato che tale legge va integrata in sede interpretativa in forza del principio di capacità contributiva, e del di-vieto di abuso del diritto, per cui la giurisprudenza produce una clausola antielusiva generale in sostituzione delle particolari previste dall’art. 37 bis del d.p.r. 600 del 1973”. Sussiste l’abuso

del diritto tributario, secondo la Corte di Cassazione, allorchè, oltre al vantaggio fiscale, si individuino ragioni economi-che marginali o teoriche, insufficienti a giustificare il negozio giuridico. La Corte di cassazione si ispira alle decisioni della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, la quale sostiene che il concetto di abuso va riferito alle operazioni del contribuen-te, pur volute e valide, ma che perseguo-no essenzialmente lo scopo del vantag-gio fiscale, la cui concessione sarebbe in contrasto con gli obiettivi delle dispo-sizioni formalmente applicate. Non solo. “La Cassazione, con la sentenza 2193 del 16.2.2012, riconosce la retroattivi-tà delle leggi che contengono clausole antielusive particolari, per cui tali clau-sole divengono rilevanti anche sul pia-

Studio legale tributario e commerciale Amatuccivia Toledo, 156 - Napoli

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Diritto e diritti

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A proposito della riforma sul lavoroL’ultimatum della Commissione europea. E le principali direttrici del disegno di legge che cambia le norme di disciplina del mercato dei lavoratori

Il 4 aprile è stato varato il testo definiti-vo del nuovo disegno di legge sul mer-cato del lavoro in Italia. La riforma, che era già una priorità, è stata accelerata dal fatto che, lo scorso 28 marzo, la portavoce del Commissario all’Oc-cupazione UE ha richiamato il Parla-mento italiano alla “responsabilità del-la rapida approvazione di una riforma efficace” che permetta “un equilibrio

migliore fra flessibilità nelle entrate e uscite nel merca-to del lavoro”. La proposta in discussione (al momento della stesura del presente ar-ticolo, ndr) tocca molti profili della materia giuslavoristica. “Dimostrando innanzitutto il pregio, quantomeno sotto il profilo metodolo-gico, di affrontare la modifica del mer-

cato del lavoro in maniera or-ganica e non frammentaria” commenta Giacinto Favalli dello Studio legale Trifirò & partners di Milano, Roma, Genova, Torino e Trento. “Il metodo adottato, del resto,

è diretta conseguenza di quello che è l’obiettivo dichiarato della proposta: favorire una distribuzione ritenuta più equa delle tutele dell’impiego e rende-re più dinamico il mercato del lavoro”. Quanto agli istituti contrattuali, il Go-verno propone interventi per contra-stare l’utilizzo abusivo di molte delle esistenti tipologie di contratti di lavoro cosiddetti atipici. “Che però è favorito dal ricorso al contratto di apprendista-to, nella convinzione che esso possa divenire il canale privilegiato di acces-so al mondo del lavoro da parte dei giovani” continua Favalli. Il punto della proposta sul quale, come era prevedi-bile, si è accesso il maggior dibattito è quello della modifica della normativa sui licenziamenti. “In estrema sintesi, la proposta contiene una gradazione di tutele che, a differenza del regime previsto attualmente, non sanziona qualunque licenziamento illegittimo con la reintegrazione ma prevede la stessa solo in taluni casi e sostituisce, negli altri casi, tale tutela con un ristoro economico: condivido con il Presiden-te Monti che questa misura aumenti la prevedibilità dei casi di illegittimo licenziamento e riduca l’incertezza per le imprese. Per quanto riguarda gli ammortizzatori, le principali novità in materia si rinvengono nell’istituzione dell’Assicurazione Sociale Per l’Impie-go (ASPI), destinata a sostituire, con carattere universale, le vigenti indenni-tà di disoccupazione e di mobilità. È, inoltre, prevista l’istituzione di “fondi di solidarietà”.

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Lasciamo da parte le ideologieUn avvocato giuslavorista e l’argomento più caldo del momento: il lavoro tra politica, economia e dualismo delle tutele

Antonio Carbonelli, professionista con studio a Brescia, è socio AGI - Avvocati Giuslavoristi Italiani.

www.giuslav.com/perl/2009people.pl?mode1=detail &pid_people=540

mento disciplinare. Occorre esamina-re le criticità delle soluzioni attuali, per cercarne di più equilibrate.

Dunque è un problema politico?Non direi. Ormai si è scoperto che è contraddittorio ipotizzare che i pro-dotti di massa siano realizzati da capitalisti sempre più ricchi che di-minuiscono di numero e affamano le masse: chi glieli compra, poi, i pro-dotti? L’importante invece è non im-poverire i ceti medi e bassi.

Allora è un problema economico?Neanche. È un problema di riflessione critica. La mancanza di tutele pone sotto stress chi lavora: in Argentina 20 anni fa sono stati liberalizzati i licenziamenti, e la gente non com-prava più neanche un televisore. Ma l’eccesso di tutele pone sotto stress le imprese: assumono poco perché un licenziamento può costare caro. Que-sti stress vanno ridotti, così si lavora meglio e si rende di più.

Cosa ne pensa delle liberalizzazioni?Non credo nella pubblicità, perché il rapporto professionale si basa sul-la fiducia personale. Più complesso il problema delle tariffe: da un lato il ruolo dell’avvocato è essenziale in una società civile, e la concorrenza presenta degli inconvenienti. Dall’altro c’è chi osserva che con un patto pre-ventivo ci si potrebbe rivolgere all’av-vocato con più fiducia. Bisogna offrire un prodotto che gli altri non hanno, e fare l’interesse del cliente.

Crede importante puntare sulla con-sulenza preventiva?Mi pare essenziale, e ancor più in un periodo di crisi: se fino al 2007 era tutto più facile, oggi occorre un aggior-namento quasi quotidiano, e molti pro-blemi richiedono la consulenza tecnica preventiva di un professionista; è un errore cercarla quando è troppo tardi.

Articolo 18, licenziamenti, cassa in-tegrazione. In questi tempi di crisi si parla tanto di diritto del lavoro. Mai come oggi questo tema sembra es-sere nell’occhio del ciclone. “Anche se in realtà lo è sempre stato” af-ferma Antonio Carbonelli, avvocato con esperienze sia dalla parte della difesa delle banche sia nella consul-ta giuridica nazionale della Fiom. “Il contenzioso di lavoro disturba tutti gli interessati, perché li tocca nei loro rapporti quotidiani”.

Il vero tabù è l’articolo 18?Non è un comandamento e se ne do-vrebbe parlare senza pregiudizi ideolo-gici. Penso che anche brillanti avvocati sindacali condividano l’opportunità di superare il dualismo delle tutele del nostro diritto del lavoro. Non è possibi-le che l’impiegata di una piccola realtà licenziata dopo 30 anni e senza moti-vo sia liquidata con pochi euro, e che un operaio che ha dato una martellata in testa al datore di lavoro sia reinte-grato per un vizio di forma del procedi-

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Diritto e diritti

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LA BOUTIQUE DEL DIRITTONel cuore verde di Roma, l’avvocato Alessandra Valletti, au-trice di diversi saggi giuridici, gestisce nella sua “boutique del diritto” le problematiche inerenti il diritto del lavoro, della pre-videnza, di famiglia e tutti gli aspetti del diritto civile. Valletti è anche esperta di e-commerce. “Le tecnologie hanno amplia-to notevolmente la possibilità, per le medie e le piccole imprese, di espandersi eco-nomicamente. Tutto ciò, però, ha comportato un’attenta disamina dei vari aspetti giuridici di tale fenomeno, che è sottoposto a rigidi vincoli normativi, la cui cono-scenza e il continuo aggiornamento sono ormai indispensabili” spiega l’avvocato. “Per questo, i miei assistiti si rivolgono, con fiducia, al mio studio, per la redazione e la conclusione dei contratti online, nonché per la risoluzione di tutti i vari aspetti giuridici che coinvolgono lo svolgimento del commercio elettronico. Non solo. Le piccole e medie imprese, ma anche privati, nella mia boutique del diritto, trovano sempre una risposta pronta e aggiornata alle loro problematiche in ogni settore. E ogni soluzione proposta è finalizzata al raggiungimento del risultato, in tempi rapidi”.

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Diffamazione via web? C’è il risarcimento Due legali spiegano come sono riusciti a ottenereun compenso per il danno subito da una società offesa e danneggiata online

Il web è terreno fertile per la dif-famazione. Può accadere per esempio che frasi ingiurio-se siano sovra-scritte a pagine

già esistenti a danno di una so-cietà presente online, come quella difesa dagli avvocati Paola Anna Cambiaghi e Marco Somaschini. “Digitando nei motori di ricerca le parole relative alla società appa-rivano i titoli diffamatori con i siti web e le relative copie cache. La permanenza continua della indiciz-zazione, costituita dall’inserimento di un sito web nel database di un motore di ricerca, mediante l’uso di apposite parole-chiave, permet-teva il riconoscimento del sito da parte dei motori di ricerca e la sua comparsa nelle pagine di risposta alle ricerche degli utenti web” spie-

STUDIO LEGALEAvv. Paola Anna Cambiaghi e Avv. Marco Somaschini

V.le Berengario, 11 - 20149 MilanoMM 1 Amendola Fiera Milanocity - Monterosa

Tel. 02 87366606 - Fax 02 36558718Tel. 02 40326688 - Fax 02 36558718 [email protected] [email protected]

nale di Milano e abbiamo chiesto la rimozione immediata dei siti, la cancellazione dai motori di ricerca delle copie cache e delle indiciz-zazioni. Con lo scopo di ottenere non solo la cancellazione dei siti esistenti ma anche l’inibizione ad aprirne di nuovi.Urgeva una tute-la immediata essendo stato offeso non solo l’onore e la reputazione dei soci ma anche la reputazio-ne commerciale della società che per l’attività svolta recepisce la clientela esclusivamente tramite internet”. Il Tribunale di Milano ha accolto la richiesta con ordinanza riconoscendo sia il diritto alla tu-tela dell’onore e della reputazione dei soci sia la “reputazione com-merciale” sia il periculum in mora, dato che aspettando il giudizio or-dinario si perdeva clientela.

gano i legali. “Abbiamo presentato un ricorso per provvedimento d’ur-genza ex art. 700 c.p.c al Tribu-

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Lo stress: la vera malattia professionale dei tempi moderni, che crea inevitabilmente tensioni,ansia e nervosismo, ma allo stesso tempo un male che può essere sconfitto con successo, primache possa sconfiggere noi. E allora come giocare d’anticipo? La risposta è Villa Eden, un luogodove salute e bellezza hanno il dono del sorriso ed il linguaggio della gioia, dove la sostenibileleggerezza del benessere è la filosofia di vita. FateVi avvolgere da un’atmosfera di puro relaxe ritrovate il Vostro equilibrio naturale, immersi in un’oasi idilliaca dove sembra che il tempo sisia fermato.

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