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PROGETTO DI ISTITUTO "SCUOLISSIMA" – CLASSE IV A "G.MAZZINI"
PERCORSO DIDATTICO
"DAL BULLISMO ALLA SPERANZA DI UN FUTURO MIGLIORE" - CLASSE IV A – A.S. 2014/15
A CURA DELLE INSEGNANTI
FIUMANI LAURA E SASSOLI MARIANGELA.
Le insegnanti ritengono necessario che i bambini affrontino sempre l'esperienza scolastica in modo sereno e in condizione di benessere, per questo hanno proposto per l'anno scolastico 2014-15 un percorso didattico che ha affrontato diverse tematiche. Alcune letture riguardanti il bullismo hanno fornito spunti di riflessione e condivisione ed è stato possibile offrire chiavi di lettura e di conoscenza in merito a comportamenti giusti o sbagliati e, attraverso il brainstorming è avvenuta una condivisione di idee ed esperienze. Gli alunni hanno lavorato in piccoli gruppi e hanno avuto l'opportunità di contribuire, con il loro punto di vista, inventando testi narrativi con diversi sfondi sul tema del bullismo. Particolare importanza è stata data al tema del silenzio che spesso accompagna il fenomeno del bullismo: la possibilità di parlarne, di socializzare opinioni, di condividere preoccupazioni, costruisce il primo passo verso il superamento del problema.
Questo ha portato verso il tema della speranza, introdotto da un pensiero di Giovanni Falcone "Gli uomini passano, le idee restano e continuano a camminare sulle gambe di altri uomini". La lotta alla mafia, a tutte le mafie, è quindi anche una faccenda da bambini. Il testo letto è un racconto autobiografico di Luigi Garlando ed ha invitato i bambini a guardare alla lotta alla mafia non solo come azione che riguarda le forze dell' ordine, ma soprattutto un modo di pensare e di agire di tutti i cittadini, che parte dalle azioni e dai comportamenti quotidiani, nel piccolo, e che si oppone all'influenza e alla complicità con chi prevarica o sfrutta, laddove ci sono ingiusizie e prevaricazione. Il testo narra di un ragazzino palermitano di 10 anni che, in giro per la sua città con il padre, ripercorre i luoghi della memoria. In particolare il piccolo si sofferma ad osservare il tronco dell' albero sotto casa di Giovanni Falcone, chiamato l' Albero Falcone dopo la sua morte, in quanto tanti palermitani sono venuti qui a lasciare un biglietto, un fiore, un pensiero per lui. Il viaggio però non è solo un tuffo
nella storia della lotta alla mafia, ma si intreccia anche con la storia della famiglia del piccolo e con il tema della speranza, una parola che guarda al futuro, un futuro possibile.
Attraverso la lettura del testo “Io ho un sogno” di Martin Luther King i bambini hanno avuto l’occasione di pensare al proprio futuro, a quello che vorranno diventare ed essere e soprattutto come vorrebbero che il mondo diventasse. Successivamente le tematiche si sono sviluppate intorno all’argomento dell’Unione Europea in particolare è stato possibile riflettere su cosa significa essere e diventare cittadini consapevoli.
Da qui, le insegnanti hanno ritenuto importante far portare a conoscenza gli alunni dell' Inno ufficiale dell'Unione europea, adottato nel 1972, è costituito da un brano del movimento finale della Nona sinfonia composta nel 1824 da Ludwig van Beethoven, chiamato anche "Inno alla Gioia". Si tratta, in realtà, non solo dell'Inno dell'Unione Europea ma anche dell'Europa in generale. L'Inno fu adottato nel 1972 dal Consiglio d'Europa in quanto "senza parole, con il linguaggio universale della musica, questo inno esprime gli ideali di libertà, pace e solidarietà perseguiti dall'Europa". Nel 1985 venne adottato dai capi di Stato e di governo dell'UE come Inno ufficiale dell'Unione Europea. Non vuole sostituire gli inni nazionali degli Stati membri ma celebrare i valori che essi condividono e la loro "unità nella diversità", come recita il motto europeo.
Come conclusione del progetto, i bambini hanno avuto l’occasione di imparare l’esecuzione strumentale del ritornello dello spartito musicale con la tastiera, strumento utilizzato individualmente in classe durante l’ora di musica effettuate nell’anno scolastico.
Il bullismo a scuolaIl bullismo a scuolaIl bullismo a scuolaIl bullismo a scuola
a cura di Alessandra Muça, Romina Domi, Federica Servo e
Marika Guasticchi
Ieri mattina nella nostra classe è arrivato un bambino nuovo di
nome Billy Sumer. Io stavo con la mia amica per andare a salutarlo e appena ci siamo fermate lui ci ha spinto con prepotenza senza motivo. Io e la mia amica ci siamo rimaste molto male perché non pensavamo che era così antipatico. Noi stavamo per andare a dirlo alla maestra, ma lui ci ha fermate e ci ha detto che se andavamo a dirlo alla maestra ci avrebbe insultato.
Poco dopo ci ha chiesto scusa e siamo diventati amici. Il giorno dopo lo abbiamo incontrato in un parco vicino alla scuola, vicino a lui stavano giocando due bambini. Il bambino per sbaglio gli aveva dato un calcio, Billy aveva incominciato a picchiarlo: il bambino si mise a piangere e Billy si commosse quindi lo lasciò andare.
Poi diventò amico di quel bambino ed ora sono migliori amici.
Il bullismo a calcioIl bullismo a calcioIl bullismo a calcioIl bullismo a calcio
a cura di Fabrizio Obaco, Alessandro Armanni, Fabio Keta e Markus
Andino
Un giorno, a calcio, quando siamo entrati nello spogliatoio abbiamo
appoggiato i nostri zaini per terra.
Ad un certo punto è arrivato un nostro amico che si crede più forte degli
altri, ha cominciato ad urlare e a tirare il pallone ad occhi chiusi, non
sapendo dove andava la palla.
Il pallone è andato a sbattere contro il muro e poi sul viso di un bambino.
Quel bambino si è fatto male: il mister ha sentito alcune urla, ha aperto la
porta ed ha visto il bambino che piangeva.
Ha chiesto delle spiegazioni e tutti hanno detto che era stato quel bambino
che pensa di essere bullo. Il mister ha detto che non sarebbe stato
convocato alla partita dell’ indomani e non poteva fare l’ allenamento per
una settimana.
Quando è tornato quel bambino ha detto al mister che non avrà mai più
atteggiamenti da prepotente, perché si è reso conto che la violenza non è
mai la scelta giusta.
Il bullismo al parcoIl bullismo al parcoIl bullismo al parcoIl bullismo al parco
a cura di Abderrahim Zereg, Nicky Tra Bi e Fatjona Hoxhaj
Un giorno c’ era un ragazzo che era andato al parco e aveva trovato dei ragazzi che giocavano a calcio. Il ragazzo gli chiese se poteva giocare anche lui però il proprietario della palla gli disse di no mentre lo spingeva. Marco triste andò a giocare con i cavallini che erano al parco dei bambini più piccoli. dopo arrivò il suo amico con la palla e si misero a giocare insieme.
Subito dopo arrivarono altri ragazzi e gli chiesero: “Scusa possiamo giocare con voi?” Il ragazzo gentile gli rispose di sì, e così diventarono migliori amici e da allora giocarono sempre insieme.
Il bullismo a rugbyIl bullismo a rugbyIl bullismo a rugbyIl bullismo a rugby
a cura di Daniele Patacca, Matteo Pucciarini, Samanda Hoxha e Sublime
Gouhie
Un giorno, sono andato a vedere una partita di rugby. Durante l’ intervallo,
mentre entravano nello spogliatoio uno dei giocatori prese in giro la squadra
avversaria davanti a un loro giocatore. Così cominciarono a litigare uno
contro l’ altro.
Incominciato il secondo tempo un giocatore, sentendo la discussione picchiò il
giocatore che aveva iniziato la rissa e lo infortunò. Il giocatore si arrabbiò e
alla partita successiva si vendicò e placcò il giocatore che lo infortunò. Gli
piombò addosso molto violentemente e a sua volta lo buttò fuori, ma non gli
fece male.
Alla fine della partita il giocatore andò a casa pensando a cosa farà un
altro giorno. Al confronto per il campionato il giocatore fece una
grandissima partita e la squadra di Milano vinse il campionato e la
squadra avversaria arrivò seconda. Così i due giocatori che litigavano tutto l’
anno precedente diventarono amici. Successivamente il presidente comprò il
giocatore della squadra avversaria e visto che finalmente giocarono insieme,
erano molto felici.
IIIIl bullismo al parcol bullismo al parcol bullismo al parcol bullismo al parco
a cura di Valerio Cestellini, Francesco Guerra, Alessandro Poponi e Yixia Liu
C’ era una ragazzino di nome Marco. Un giorno andò al parco con suo fratello minore Andrea. Andrea voleva andare a giocare sui giochi del parco, ma i bulli li avevano rotti tutti. Fortunatamente Marco aveva portato il pallone. cominciarono a passarsi la palla con le mani. Quando la palla andò su un albero Andrea, che era uno scalatore provetto, si arrampicò e trovò la palla, ma mentre scendeva vide un campo da calcio confinante con il parco pubblico e allora lo disse a Marco che propose di andarci.
Quando arrivarono si misero in un piccolo lato del campo dove c’ era una porta libera. La maggior parte del campo invece era occupata da altri ragazzi grandi. Ad un certo punto arrivò un bullo di nome Michele che disse ai due
ragazzini, con tono molto sgarbato: “Andatevene bambocci!!!”. Marco rispose: “Perché non state dalla vostra parte?”. Il bullo li minacciò: “Se non ve ne andate, alzerò le mani!!!”.
Loro fecero resistenza. Il bullo che non afferrava la situazione, mollò un
calcio a tutti e due. Il piccolo pianse e insieme al fratello scapparono come
conigli. Quando arrivarono a casa dissero ai loro genitori l’ accaduto. Andrea zoppicava e si scoprì che si era slogato una caviglia.. Venne portato all’ ospedale a mettere una stecca. La slogatura guarì dopo
qualche settimana e tornarono al parco dove i giochi erano stati ricostruiti dai falegnami della città. Incontrarono il bullo e quindi scapparono via, ma lui gli andò incontro con
uno sguardo assai amichevole, quindi uscirono dal loro nascondiglio. Michele gli disse: “Scusatemi per l’ altra volta, volete diventare amici miei? Se direte di
no, io vi capirò perché vi ho fatto del male”. Loro dissero: “Giura che non ci farai più del male e che abbandonerai il bullismo”. Lui rispose: “ Giuro sul mondo!” Allora lui accettò i patti e i due fratelli lo invitarono a casa.
Proposero al nuovo amico di venire a casa loro ogni volta che voleva, perché
sarebbe stato il benvenuto per sempre. Da quel giorno diventarono migliori amici.
"Gli uomini passano, le idee restano e continuano a camminare sulle gambe di altri uomini".
Giovanni Falcone
COSTRUZIONE DELL’ALBERO DELLA SPERANZA IN CLASSE
DOPO IL BRAINSTORMING…
IO HO UN SOGNO
Il mio sogno è aiutare le persone che sono vittime di guerra e far finire tutte le guerre che oggi ci sono nel mondo.
Io vorrei aiutare le persone sfortunate che nascono in un paese dove ci sono le persone cattive che in questi mesi stanno minacciando e uccidendo la gente
innocente. Il mio desiderio sarebbe quello di portare le persone fuori da quelle terre, dove i
terroristi non potrebbero mai raggiungerle. Vorrei che tutte le persone facessero pace senza combattere con le armi.
Le discussione tra le persone devono risolversi con il dialogo e quindi pacificamente, perché per ogni problema c’è sempre una soluzione pacifica.
Attraverso la guerra non si ottiene mai niente e gli uomini devono assolutamente capire che le soluzioni pacifiche vanno sempre trovate: ad ogni costo!
Attraverso il dialogo e la collaborazione reciproca si possono risolvere tutti i problemi e l’uomo deve imparare dagli errori già commessi,
come ci insegna la storia del passato.
Testo di gruppo classe IV A Scuola Primaria “G.Mazzini
Il mio sogno è che finisca la guerra, così tutti gli uomini possano stare in pace senza litigare.
Un altro mio sogno è che gli uomini assassini diventino buoni e non uccidano più le persone.
Vorrei anche che nei paesi poveri e nelle città straniere non ci sia la povertà, perché anche lì, la gente ha il diritto
di vivere bene e con dignità, perché ogni persona è uguale alle altre, con gli stessi doveri ma anche con gli stessi diritti , senza fare distinzione di sesso,
religione, razza o classe sociale. Romina
Io ho due sogni: vorrei girare il mondo e parlare molte lingue. Vorrei viaggiare per il mondo per conoscere altri stili di vita e di religione, per
vedere come vivono le altre persone con usanze e tradizioni diverse dalla nostra. Sarà difficile realizzare tutto questo, perché dovrò imparare a comunicare con la gente per esempio con le tribù nascoste che vivono nelle foreste tropicali e dovrò
adattarmi a climi diversi, ai quali non sono abituato a vivere. Vorrei parlare molte lingue per poter comunicare in tutti i paesi del mondo e
contribuire a diffondere la cultura e soprattutto la pace, partendo dalla mia persona, che spero sia in grado di trasmettere ciò con passione e amore per la vita.
Per aiutare le persone a risolvere i problemi di vita quotidiana vorrei imparare le loro abitudini, perché potrei mostrargli tecniche e
conoscenze che magari loro ancora non conoscono. In questo modo potrei aiutare molte persone a vivere meglio, con pace,
serenità e amore.
Valerio
Il mio grande sogno è che tutte le persone del mondo siano felici! Per ottenere questo farei entrare nel corpo delle persone la felicità
attraverso il sorriso. Ho un altro sogno: quello di far cessare per sempre la guerra tra gli Islamici
e gli altri popoli del mondo. La felicità è come la pace!
La guerra con gli Islamici non è ancora cessata e spero che finisca immediatamente, prima di creare danni irreparabili e altre vittime.
Vorrei che le persone siano felici, come se ogni giorno fosse Natale. La felicità crea altra felicità e non porta e litigi e le guerre, ecco perché
è importante aiutare la gente. Molte persone sono morte a causa della guerra e questa non è una cosa giusta, quindi
nel mondo di domani, spero che i litigi cessino e che le parole di Papa Francesco entrino in tutti i cuori.
Francesco