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Progetto di lotta alla processionaria del pino 1) Interventi selvicolturali mirati al diradamento del piano dominante nei rimboschimenti e nelle pinete degradate, con lo scopo di favorire la rinnovazione , soprattutto di latifoglie. Eventuale messa a dimora (in assenza di rinnovazione naturale) di specie non sensibili alla processionaria. Questi interventi sono utili anche a diminuire il carico d’incendio presente al momento attuale. Le operazioni selvicolturali possono essere affidate a ditte boschive esterne. Questi lavori possono iniziare nella primavera 2016 e essere finanziati con i fondi messi a disposizione per il 2016 in gestione speciale di FinAosta. Prevedere un progetto, anche a medio e lungo termine, definendo le priorità su quali popolamenti intervenire. 2) Raccolta meccanica dei nidi anticipata rispetto ai tempi attuali(soprattutto sui bordi di strade e sentieri), più eventuale lotta balistica per distruggere i nidi non raggiungibili da terra. 3) Censimento di tutte le piante a sensibili all’attacco della processionaria site nei parchi urbani, giardini, scuole, asili, cimiteri, ecc, e eventuale loro sostituzione con piante non attaccabili dal lepidottero. 4) Programmare gli eventuali metodi di lotta da applicare nei contesti urbani (raccolta manuale, raccolta con la cella, monitoraggio con trappole a feromone, interventi con endoterapia (in casi particolari), interventi con bacillus thuringiensis dal basso. 5) Monitoraggio con trappole a feromone di tutti i popolamenti forestali e possibilità di lotta a confusione sessuale con i feromoni di sintesi sui popolamenti con attacchi di medio-bassa intensità. La finalità di questo metodo di lotta è quella di sapere in anticipo dove e soprattutto quando le larve del lepidottero iniziano ad apparire. 6) l’organizzazione, la programmazione e la decisione sulle strategie da adottare vengano affidate al Corpo Forestale della Valle d’Aosta, in particolare all’Ufficio monitoraggio fitosanitario.

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Progetto di lotta alla processionaria del pino

1) Interventi selvicolturali mirati al diradamento del piano dominante nei rimboschimenti e nelle pinete degradate, con lo scopo di favorire la rinnovazione , soprattutto di latifoglie. Eventuale messa a dimora (in assenza di rinnovazione naturale) di specie non sensibili alla processionaria. Questi interventi sono utili anche a diminuire il carico d’incendio presente al momento attuale. Le operazioni selvicolturali possono essere affidate a ditte boschive esterne. Questi lavori possono iniziare nella primavera 2016 e essere finanziati con i fondi messi a disposizione per il 2016 in gestione speciale di FinAosta. Prevedere un progetto, anche a medio e lungo termine, definendo le priorità su quali popolamenti intervenire. 2) Raccolta meccanica dei nidi anticipata rispetto ai tempi attuali(soprattutto sui bordi di strade e sentieri), più eventuale lotta balistica per distruggere i nidi non raggiungibili da terra. 3) Censimento di tutte le piante a sensibili all’attacco della processionaria site nei parchi urbani, giardini, scuole, asili, cimiteri, ecc, e eventuale loro sostituzione con piante non attaccabili dal lepidottero. 4) Programmare gli eventuali metodi di lotta da applicare nei contesti urbani (raccolta manuale, raccolta con la cella, monitoraggio con trappole a feromone, interventi con endoterapia (in casi particolari), interventi con bacillus thuringiensis dal basso. 5) Monitoraggio con trappole a feromone di tutti i popolamenti forestali e possibilità di lotta a confusione sessuale con i feromoni di sintesi sui popolamenti con attacchi di medio-bassa intensità. La finalità di questo metodo di lotta è quella di sapere in anticipo dove e soprattutto quando le larve del lepidottero iniziano ad apparire. 6) l’organizzazione, la programmazione e la decisione sulle strategie da adottare vengano affidate al Corpo Forestale della Valle d’Aosta, in particolare all’Ufficio monitoraggio fitosanitario.

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La lotta a questo defogliatore è maggiormente efficace se si associano più metodi.

I metodi di lotta sono vari e devono essere adattati al contesto: Fase di sviluppo dell’insetto (adulto-uova-larve); Localizzazione (foresta-giardini pubblici-scuole); Localizzazione geografica (variazione delle date dello sviluppo larvale in funzione dell’altitudine);

La scelta dei metodi di lotta dipende dunque in gran parte dalle foreste da trattare nelle quali la soglia di tolleranza e le strategie di lotta ottimale possono variare. Delle decisioni di ordine pratico (mano d’opera, attrezzatura e prodotti) e economici sono da prendere sempre in considerazione.

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LA PROCESSIONARIA DEL PINO (Thaumetopoea pityocampa)

Lotta

La lotta contro le larve della processionaria ha per principale obiettivo mantenere le popolazioni a livelli tollerabili, al fine di proteggere la salute umana e animale e l i popolamenti forestali, ma non ha come finalità l’eradicazione dell’insetto.

Esistono più tecniche di lotta, e variano in funzione del ciclo biologico dell’insetto. Esistono attualmente quattro principali misure di lotta: La lotta meccanica; La lotta chimica; La lotta microbiologica; Le lotte alternative.

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La lotta meccanica consiste nel prelevare manualmente i nidi per mezzo di cesoie e distruggerli. La distruzione si effettua per incenerimento al fine di evitare la dispersione dei peli urticanti. Questa tecnica deve essere effettuata dall’inizio dell’autunno fino a fine febbraio.

È conveniente su piccole superfici, alberi isolati e nei parchi o giardini pubblici. È necessario un abbigliamento specifico (tuta, guanti, maschera e occhiali).

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LA PROCESSIONARIA DEL PINO (Thaumetopoea pityocampa)

Lotta meccanica

vantaggi svantaggi

Ecologica Facile da effettuare se gli alberi sono di altezza inferiore a 6 m. Applicabile nelle aree urbane Relativamente poco costosa

Necessita di mano d’opera qualificata Equipaggiamenti e attrezzatura specifici Rischi elevati di contaminazione Limitata a piccole superficie e a pochi nidi Distruzione di parassiti e parassitoidi Azione curativa e non preventiva, che deve essere rifatta ogni anno

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La lotta chimica, molto utilizzata fini all’inizio degli anni ‘90, è sempre meno usata. In effetti i prodotti usati sono sottomessi ad una omologazione e regolamentazione stretta.

Queste sostanze (larvicidi per ingestione e ovicida per penetrazione) sono vaporizzate per via aere o terrestre sugli alberi nel periodo autunnale (meglio quando le larve sono nei primi due stadi) e si fissano sulle foglie e vengono ingerite dalle larve.

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Lotta chimica

vantaggi svantaggi

Trattamento possibile su ampie superfici con mezzi aerei Efficace su tutti gli stadi larvali Permanenza sulle foglie molto lunga Buona efficacia anche a dosi deboli

Non specifica per le larve della processionaria del pino Molecola a lunga persistenza (anche più di un anno) Rischi sanitari e ambientali (sostanze tossiche) Equipaggiamenti specifici per l’aspersione terrestre Costi elevati per l’aspersione aerea Vincoli legislativi per l’aspersione aerea Vincoli climatici per l’aspersione aerea Azione curativa e non preventiva

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La lotta microbiologica è realizzata per mezzo di un insetticida, il Bacillus thuringiensis. È attualmente il biopesticida più utilizzato al mondo. Esistono diversi sierotipi, ognuno specifico di un gruppo d’insetti. Per le larve della processionaria del pino vengono usati i sierotipi 3 (Bacillus thuringiensis Kurstaki 3a e 3b - BtK) che sono molto efficaci.

Questo batterio aerobico, che esiste allo stato naturale, agisce per ingestione: deve essere polverizzato sugli aghi e persiste per circa una settimana. Le endotossine liberate dal batterio si fissano sulle pareti intestinali della larva inducendo una perforazione della membrana. La larva cessa di alimentarsi e muore d’inedia e di setticemia.

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Lotta microbiologica

vantaggi svantaggi

Specifico per le larve dei lepidotteri Debole persistenza nell’ambiente (6-8 giorni) Non tossico per la salute umana e animale Preserva l’entomofauna utile (anche le api) Applicabile su larga scala

Tossico per gli altri lepidotteri Necessita di condizioni climatiche adeguate al momento dell’applicazione Meno efficace sugli ultimi due stadi larvali Costi elevati per l’aspersione aerea Azione curativa e non preventiva

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L’endoterapia nasce dall’esigenza di trovare metodi alternativi ai tradizionali metodi di lotta. Per endoterapia si intende il trattamento fitosanitario eseguito attraverso l’immissione di sostanze ad azione insetticida e/o fungicida direttamente all’interno del sistema vascolare della pianta.

I principali metodi di lotta endoterapica possono essere suddivisi in: Sistemi a pressione e micropressione; Sistemi ad assorbimento naturale.

Metodo a pressione Metodo a d assorbimento naturale

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Lotta endoterapica

vantaggi svantaggi

Specifico per i defogliatori Non tossico per la salute umana e animale Efficace anche per più di un anno Azione preventiva

Applicabile solo nelle aree urbane Costoso Necessita di personale specializzato Massima efficacia solo se eseguita nei mesi di agosto e settembre

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La lotta alternativa prevede l’utilizzo di feromoni di sintesi. Questo feromone, molto vicino al feromone naturale, permette di attuare una lotta specifica catturando le farfalle per mezzo di trappole o di effettuare un azione per«confusione sessuale».

Questa lotta consiste nel catturare le farfalle di sesso maschile per mezzo di trappole contenenti feromoni sessuali si sintesi specifici. Questa tecnica mira a diminuire gli accoppiamenti e di conseguenza le ovodeposizioni contribuendo alla regolazione delle popolazioni mantenedole a livelli bassi. L’obiettivo dell’utilizzo di questo metodo non è l’estirpazione dell’insetto.

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Lotta alternativa con le trappole a feromoni

vantaggi svantaggi

Ecologica e specifica per la specie Utilizzazione facile Poco costosa Utilizzabile sia per la regolazione della popolazione ma anche per la sorveglianza (previsione e valutazione del livello della popolazione) Diagnosi precoce per le zone non infestate Azione preventiva

Efficacità variabile in funzione del tipo di trappola, dei diffusori, della dose di principio attivo, della localizzazione e densità delle trappole Costi della mano d’opera per la posa e i controlli Poco efficaci in caso di forti infestazioni

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La tecnica di «confusione sessuale» consiste nel diffondere nell’ambiente una grande quantità di feromone femminile artificiale nel periodo di volo degli adulti, per disorientarli in modo che abbiano difficoltà a rintracciare le femmine. In questo modo il tasso degli accoppiamenti diminuisce, e dunque la fecondità delle femmine diminuisce influenzando le nascite delle generazioni seguenti.

Vantaggi svantaggi

Ecologica e specifica per la specie Non tossica per la salute umana e animale Azione preventiva

Efficace solo se effettuata su ampie superfici Poco efficace in caso di forti infestazioni Risultati non ancora soddisfacenti

Lotta alternativa con le trappole a feromoni

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Come lotta alternativa, messa a punto di recente, c’è l’installazione delle ecotrappole. L’obiettivo di questo metodo è di catturare le larve durante durante la discesa dalle chiome per mezzo di trappole posizionate come una cintura intorno al tronco ad una altezza non raggiungibile da bambini e animali.

Le larve una volta entrati nel colletto hanno come uscita un solo foro che le conduce in un sacchetto contenente della terra e qui realizzano la ninfosi. L’originalità di questo metodo consiste nel ricreare una sequenza comportamentale dell’insetto nella processione di ninfosi. Qualche mese dopo i sacchi vanno inceneriti.

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Vantaggi svantaggi

Ecologiche Non tossiche per la salute umana e animale Rischi di contaminazione con i peli urticanti ridotti Utilizzazione facile, si installa solo sugli alberi con presenza di nidi invernali Poco costosa e trappole riutilizzabili Accessibile anche per i privati Azione preventiva per i rischi sanitari

L’efficacità dipende dalla qualità della posa dell’ecotrappola: delle larve possono scappare Abbigliamento di protezione per la manipolazione dei sacchi e la pulizia delle ecotrappole Non utilizzabili su larga scala Rischio di perforazione dei sacchetti da parte dei predatori

Lotta alternativa con le ecotrappole

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Come lotta alternativa viene inserita anche l’intervento selvicolturale; esso consiste nell’aumentare la biodiversità dei popolamenti, al fine di limitare la propagazione della processionaria. La creazione di popolamenti misti (pino e latifoglie) permette di ridurre sensibilmente le infestazioni. È consigliato di privilegiare specie come betulla e robinia.

Questo metodo permette di ridurre il numero di piante ospiti e la loro accessibilità alle farfalle facendo barriera fisica e chimica. In effetti, la maggior parte degli insetti forestali utilizzano segnali olfattivi per reperire le piante ospiti.

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Vantaggi svantaggi

Non tossica per la salute umana e animale Preservazione e miglioramento della biodiversità dei popolamenti Preservazione e miglioramento dell’entomofauna Miglioramento estetico dei rimboschimenti Azione preventiva

Efficacità solo a lungo termine Necessita di una gestione forestale accurata Costi d’intervento alti e poca resa

Lotta alternativa con interventi selvicolturali

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Tra gli interventi di tipo meccanico, quello relativo all’uso del fucile, prevede la distruzione del nido dall’azione meccanica dello sparo. Alla morte immediata di tutte le larve o di una parte dovrebbe seguire la progressiva riduzione numerica di quelle superstiti, come conseguenza sia dello stress termico che quello meccanico.

Non vi è dubbio che le caratteristiche dell’attrezzatura impiegata, l’abilità degli addetti, la distanza e la posizione di tiro possono influenzare in modo notevole la riuscita dell’operazione. La distanza di tiro è comunque il fattore che più degli altri incide sul risultato inteso come maggior numero di pallini che centrano il nido. Le distanze che rappresentano i valori soglia sono comprese tra 8 e 18 metri.

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Vantaggi svantaggi

Costi relativamente bassi Effettuabile in qualsiasi periodo Molto efficace se effettuata entro la distanza ottimale Non impattante per l’ambiente se effettuata con munizioni specifiche

Attuabile nelle aree urbane con limitazioni (sicurezza) Necessita di personale altamente qualificato (sicurezza) Necessita di attrezzatura specifica Azione curativa e non preventiva, che deve essere rifatta ogni anno

Lotta alternativa con

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Tipo di popolamento Soglia di tolleranza Strategie di lotta possibile

Rimboschimenti limitrofi a zone abitate

Bassa, tollerata la presenza di qualche nido

Interventi selvicolturali: Diradamenti del popolamento principale ((pino nero) favorendo le specie in rinnovazione soprattutto le latifoglie. Eventuale messa a dimora di latifoglie. Monitoraggio con trappole a feromone Eventuale lotta massale con feromoni a confusione sessuale Raccolta meccanica dei nidi eventualmente supportata dalla lotta balistica (soprattutto sui bordi di strade e sentieri)

Rimboschimenti Media, tollerata la presenza di nidi

Interventi selvicolturali. Diradamenti del popolamento principale ((pino nero) favorendo le specie in rinnovazione soprattutto le latifoglie. Eventuale messa a dimora di latifoglie. Monitoraggio con trappole a feromone Raccolta meccanica dei nidi eventualmente supportata dalla lotta balistica (soprattutto sui bordi di strade e sentieri)

Foreste in fase di crollo Media, tollerata la presenza di nidi

Interventi selvicolturali. Diradamenti del popolamento principale ((pino nero) favorendo le specie in rinnovazione soprattutto le latifoglie. Eventuale messa a dimora di latifoglie. Monitoraggio con trappole a feromone

Popolamenti di margine delle strade regionali e comunali

Bassa, tollerata la presenza di qualche nido

Interventi selvicolturali: Diradamento delle fasce per una larghezza di ca. 20 m, favorendo le latifoglie. Monitoraggio con trappole a feromone

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Tipo di popolamento Soglia di tolleranza Strategie di lotta possibile

Parchi e giardini pubblici Nulla Lotta indispensabile

Raccolta meccanica dei nidi ( a terra e con cella dove possibile); Trattamento con endoterapia; Monitoraggio con trappole a feromone; Trattamento con Bacillus thuringiensis Eventuale sostituzione dei pini e dei cedri con specie non sensibili

Scuole asili cimiteri Nulla Lotta indispensabile

Raccolta meccanica dei nidi ( a terra e con cella dove possibile); Trattamento con endoterapia; Monitoraggio con trappole a feromone; Trattamento con Bacillus thuringiensis Eventuale sostituzione dei pini e dei cedri con specie non sensibili

Foreste Alta Tollerata la presenza di nidi

Eventuale monitoraggio con trappole a feromone Raccolta meccanica dei nidi eventualmente supportata dalla lotta balistica (soprattutto sui bordi di strade e sentieri)

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comune località ettari N° piante stimate Metri cubi stimati

Utilizzo Ca. 30%

Villeneuve Arbonne 18 5400 1000 300

Villeneuve La Crête 12 3600 600 200

Saint-Pierre Côte de Brean 76 23000 5000 1500

Saint-Pierre Caillettes 40 12000 2500 750

Sarre Vareille 36 11000 2200 660

Sarre Piolet 8 2000 350 105

Aosta Vignoles 23 7000 1500 450

Aosta Talapè 3 1000 250 75

Aosta Serrand 50 15000 3000 1000

totale 276 80000 16400 5040

Rimboschimenti di pino nero ad alta priorità d’intervento

Priorità degli interventi selvicolturali: 1- rimboschimenti di pino nero ubicati nelle vicinanze di centri urbani 2- rimboschimenti di pino nero 3 popolamenti di pino silvestre in fase di crollo.