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___________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________ Febbraio 2007 PROGETTO DI PROMOZIONE E SVILUPPO DI RAPPORTI ECONOMICI TRA LA REGIONE AUTONOMA FRIULI VENEZIA GIULIA E LA FEDERAZIONE RUSSA “Il mercato dei generi alimentari nella Federazione Russa con particolare riguardo alle produzioni caratteristiche della regione Friuli-Venezia Giulia” Con la collaborazione di Con il supporto di

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___________________________________________________________________________ Febbraio 2007

PROGETTO DI PROMOZIONE E SVILUPPO DI RAPPORTI ECONOMICI TRA LA REGIONE AUTONOMA FRIULI VENEZIA GI ULIA

E LA FEDERAZIONE RUSSA “Il mercato dei generi alimentari nella Federazione Russa con particolare riguardo alle produzioni caratteristiche della

regione Friuli-Venezia Giulia”

Con la collaborazione di

Con il supporto di

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I N D I C E La Federazione Russa: caratteristiche geografiche, demografiche e amministrative p. 3 L’economia russa nel 2005- 2006 e le previsioni di sviluppo per il 2007 p . 5

Il mercato dei beni di consumo in Russia p. 12

I mercati regionali russi p. 21

Il commercio tra Italia e Federazione Russa p. 23

Il mercato dei prodotti alimentari nella Federazion e Russa p. 25

Le dimensioni del mercato alimentare in Russia p. 28

Le importazioni e esportazioni di prodotti agroalim entari p. 40

Le esportazioni di prodotti agroalimentari p. 41

Le importazioni: p. 44

Pesci commestibili p. 44

Formaggi e miele p. 45

Ortaggi p. 59

Frutta p. 85

Caffè p. 104

Olio d’oliva p. 108

Salumi p. 110

Prodotti di panificazione, biscotteria, pasticceria p. 112

Le bevande p. 117

Birra p. 117

Vino p. 119

Sidro p. 124

Liquori e grappe p. 125

La posizione dell’Italia sul mercato alimentare rus so p. 130

Dati Istat p. 136

L’interscambio tra Friuli-Venezia Giulia e Russia. L’export alimentare di FGV p. 141

L’evoluzione del mercato alimentare in Russia. Il n uovo consumatore p. 145

Canali di acquisto preferenziali p. 148

Alcuni errori degli imprenditori italiani sul merca to russo p. 150

Barriere di mercato e metodi di ingresso. Fattori d i competitività p. 151

Sistema bancario e cambi. Forme di pagamento p. 152

Sistema giuridico locale e controversie commerciali p. 153

Il rischio paese p. 154

Il sistema fieristico p. 154

Le prospettive di sviluppo sul mercato alimentare r usso: orientamenti per gli operatori del Friuli-Venezia Giulia

p. 157

Allegato: Certificazione e sdoganamento p. 162

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LA FEDERAZIONE RUSSA

Caratteristiche geografiche, demografiche e amminis trative

Superficie: 17.075.400 kmq, equivalente al 77,5% del territorio della Csi

La Federazione Russa si estende per 11 fusi orari attraverso due continenti, Europa e Asia, coprendo tutte le zone climatiche, dai ghiacci artici al nord alla vegetazione subtropicale sempreverde sul Mar Nero e nel Caucaso, ai deserti vicino al Mar Caspio. Confina con la Norvegia, la Finlandia, la Polonia, l’Estonia, la Lituania, la Lettonia, la Bielorussia, l’Ucraina, la Georgia, l’Azerbaigian, il Kazakhstan, la Cina, la Mongolia, la Corea. La Russia e’ bagnata dall’Oceano Pacifico e dal Mar Glaciale Artico, dal Mar Baltico e dal Mar Nero.

I suoi grandi fiumi costituiscono vitali arterie di comunicazione, come l’Ob-Irtysh (5410 Km.), l’Amur (4416 Km.), la Lena (4400 Km.), lo Jenisei (4092 Km.) in Siberia e in Estremo Oriente, e il Volga (3531 Km.), l’Ural (2428 Km.), il Dnepr (2201 Km.), il Kama (2032 Km.), il Don (1870 Km.) la Pechora (1809 Km.) e il Dnestr (1352 Km.) nella zona europea.

Popolazione 142.200.000 abitanti al primo dicembre 2006, di cui la popolazione urbana era oltre il 73 percento. La popolazione economicamente attiva era a fine dicembre 2006 di 74,3 milioni di persone (il 52% del totale), di cui 68,7 milioni, ovvero il 92,4%, erano stabilmente occupati, e 5,1 milioni (6,9 % della popolazione attiva) erano disoccupati (secondo i criteri statistici OIL), mentre 38 milioni, cioè il 55,3 % degli occupati, lavoravano nella media e grande industria. Il salario medio mensile a dicembre 2006 era di 14.354 rubli (circa 532 dollari Usa o 420 euro), ma nel 2005, circa 30 milioni di persone (37,2 milioni nel primo trimestre 2003), cioè il 20,9% della popolazione (26,1% nel 2003), avevano un reddito inferiore al minimo vitale, cioe’ circa 90 dollari al mese. Nel marzo del 1999, cioè alcuni mesi dopo la crisi economico-finanziaria dell’agosto 1998, la cifra corrispondente era di 55,2 milioni di persone. Nel 2006, il 10% della popolazione a reddito più elevato produceva il 30,2% di tutto il reddito nazionale, contro il 30,0% del 2004. Sempre nel 2006, il 10% della popolazione meno abbiente produceva il 2,0 % dei redditi (come nel 2004).

Città principali Mosca (10.358.000 ab.), San Pietroburgo (4.669.000 ab.), Novosibirsk (1.426.000 ab.), Nizhni Novgorod (1.311.000 ab.), Ekaterinenburg (1.293.000 ab.), Samara (1.158.000 ab.), Omsk (1.134.000 ab.), Kazan (1.105.000 ab.), Celiabinsk (1.078.000 ab.), Rostov (1.070.000 ab.), Ufa (1.042.000), Perm (1.000.000).

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Moneta La moneta della Federazione Russa è il rublo, che a fine 1997 è stato “ridenominato”, ovvero 1 rublo nuovo vale 100 rubli vecchi. Tuttavia, dopo tre anni di relativa stabilità, il 17 agosto 1998 il rublo è stato svalutato, e il suo valore e’ sceso bruscamente da 6 a 14 per un dollaro, perdendo ulteriormente terreno nei mesi seguenti. A partire dal 2000 invece, con la ripresa economica, il rublo prima è ridiventato stabile, e poi si è rivalutato sensibilmente sia nei confronti del dollaro, sia dell’euro. Alla data del 31 gennaio 2007 il rublo valeva 26,53 per un dollaro e 34,39 per un euro. Le banconote più diffuse sono attualmente quelle da 10, 50, 100 e 500 rubli, mentre dal 1 gennaio 2001 è entrata in circolazione la banconota da 1.000 rubli.

Etnie/lingue/religioni Vi sono 100 etnie diverse: Russi (82%), Tatari (3.8%), Ucraini (3%), Ciuvasci (1.2%), Baskhiri (0.9%), Bielorussi (0.8%), ecc. La lingua ufficiale è il russo. La religione è per lo più cristiana (in prevalenza ortodossa), con minoranze musulmane, buddiste ed ebree.

Divisioni politico-amministrative La Federazione Russa e’ suddivisa in 89 “soggetti”, che comprendono regioni, repubbliche, territori autonomi e le due “città di importanza federale” di Mosca e San Pietroburgo. A queste ultime corrispondono le due regioni di Mosca e di Leningrado, che però sono soggetti autonomi e distinti. Ogni repubblica, regione e città ha un presidente, governatore o sindaco, fino a poco tempo fa eletto direttamente, ed inoltre vi e’ un Parlamento e governo regionale o cittadino, anch’essi eletti, i quali dispongono di larga autonomia legislativa ed esecutiva in materia economica e imprenditoriale.

A livello federale, la nuova Costituzione russa prevede un Presidente, eletto ogni cinque anni a suffragio diretto, con vasti poteri esecutivi, e inoltre un Parlamento, articolato in una camera bassa (Duma di Stato) ed una alta (Consiglio della Federazione). I Deputati alla Duma sono eletti ogni 4 anni in base a liste di partito e/o di circoscrizione, mentre i membri del Consiglio della Federazione (Senatori), che fino a tutto il 2001, erano i governatori e presidenti degli 89 soggetti della Federazione, secondo la legge approvata il 26 luglio 2000, sono stati ora sostituiti per ogni regione da un rappresentante designato dagli stessi governatori, più un rappresentante eletto dalle rispettive assemblee legislative locali.

Inoltre, nel mese di maggio 2000, il presidente Vladimir Putin ha istituito sette distretti federali, con sedi a San Pietroburgo per il Nord, Mosca per il Centro, Nizhnij Novgorod per la zona del Volga, Rostov per il Sud, Ekaterinenburg per gli Urali, Novosibirsk per la Siberia Occidentale e Khabarovsk per l’Estremo Oriente, dove risiedono i rappresentanti speciali nominati dal Presidente, con funzione di superprefetti, nonche’ i procuratori federali, per il controllo dell’attività legislativa regionale.

Infine, il 13 dicembre 2004, il presidente Putin ha promulgato una legge che prevede la designazione presidenziale dei governatori regionali, in luogo delle attuali elezioni dirette, nonché la successiva approvazione da parte dei Parlamenti regionali, con il perfezionamento formale della nomina. Ormai quasi piu’ nessun governatore regionale in carica in Russia e’ stato rieletto, bensi’ designato dal Presidente.

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L’economia russa nel 2005-2006

e le previsioni di sviluppo per il 2007 La Russia: terza per dinamismo tra le grandi econo mie mondiali emergenti Tra le grandi economie mondiali emergenti, la Russia è da circa cinque anni al terzo posto come dinamica di sviluppo, dopo la Cina e l’India. Nel 2005 il Pil russo è cresciuto del 6,4 percento, e nel 2006 è proseguito il ciclo positivo, con un aumento del 6,7% , mentre la produzione industriale ha registrato un aumento del 3,9 percento rispetto al 2005.

Russia: % di crescita del PIL nelle principali econ omie mondiali nel 2005-2006 (dicembre)

1,4

1,7

2,7

2,7

3

3,2

7,4

9,2

10,4

0 2 4 6 8 10 12

Germania

Italia

Unione Europea

Giappone

Usa

Brasile

Russia

India

Cina

Fonte: elaborazione ICE MOSCA da “The Economist”, Lond ra, 9 dicembre 2006.

Nota: i dati sul Pil dell’Economist sono superiori r ispetto alle statistiche ufficiali del Governo russ o. In effetti, l’economia russa ha continuato a godere di una congiuntura estremamente favorevole sul mercato mondiale del greggio e del gas, che ha fatto affluire un fiume di valuta nelle casse dell’erario, ed anche nel fondo di stabilizzazione.

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Russia: andamento del PIL e della produzione indust riale nel 2004-2006 (in %)

7.67.4

7.77.2 7.1

7.6

6.47.1 7.2 7.3

6.2

3.9

6.1

4.1

6.2

4.1

6.4

4

6.2

3.5

6.3

4.4

6.8

4.3

6.7

3.9

0

1

2

3

4

5

6

7

8

I trim.2 004

II trim.2004

III trim. 2004

IV trim. 2004

12 mesi 2004

I trim.2005

II tr im.2005

9 mesi 2005

2005gen.-aprile 2006

gennaio-giugno 2006

gennai o-ottobre

2006

PIL Produzione industriale

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Rosstat della F ederazione Russa, gennaio 2007

Gli indicatori economici di base continuano ad essere positivi, e in primo luogo:

- nella produzione industriale in vari settori della metalmeccanica, nell’elettromeccanica, nell’alimentare, nell’edilizia e costruzioni. Anche gli investimenti interni sono ripresi, avvicinandosi al 10,5 % nel 2005 e salendo al 13,5% nel 2006;

- l’andamento dei redditi reali (circa l’8,8% nel 2005 e il 10% nel 2006) e del

commercio al minuto (12% nel 2005 il record del 13% nel 2006), conferma il forte sviluppo del mercato dei consumi, e una domanda crescente dei prodotti di maggiore qualità, provenienti soprattutto dall’importazione.

Per contro, tra i fattori negativi che si riscontrano, vi sono:

- il netto squilibrio dinamico tra il settore delle materie prime, che pur rimanendo dominante in percentuale della produzione industriale e del valore dell’export, ha rallentato nel giro di quattro anni la crescita annua dal 7-9% ad appena l’1,3% nel 2005 e il 2,3% nel 2006. L’industria manifatturiera è invece cresciuta del 4,4% nel 2006, con alcuni settori oltre il 6-8%, e picchi sull’8-16% (metallurgia (8,8%), materie plastiche (11,7%) e pelletteria (16,7%), mentre i consumi (vendite del commercio al minuto) sono aumentati del 13 percento. Altri settori manifatturieri, in particolare nella metalmeccanica, e soprattutto all’esportazione, hanno invece risentito dell’apprezzamento del rublo sul paniere di valute straniere, che è stato di circa l’8% in termini reali nel 2006, con punte fino al 12% nei confronti del dollaro, e

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che quindi ha penalizzato la competitività dell’export russo sui mercati internazionali:

- la continua lentezza del governo russo nel completamento delle riforme avviate, in

particolare nel settore dell’energia, dei monopoli di stato, della magistratura, dell’amministrazione statale, con faticosi progressi annunciati almeno per il 2006-2007

Russia: andamento dell’economia nel 2005 e nel 200 6

(variaz.% sul corrispondente periodo dell’anno pre cedente)

0

2

4

6

8

10

12

14

16

PIL 7.2 7.2 5.7 6.4 6.7

Prod.industriale 6.9 7.3 4 4 3.9

Edilizia e costruzioni 13 10.1 7.2 10.5 15.7

Edilizia abitativa 4.4 12.6 6.9 6.3 15.2

Produzione agricola 1.7 1.6 1.3 1.4 2.8

Investimenti 12.1 10.9 9.7 10.5 13.5

Commercio al minuto 11.6 12.5 11.4 12 13

Inflazione (prezzi al consumo) 7.1 11.7 8.5 10.9 9

Redditi reali 9.1 8.4 8.3 8.8 10

2004 (7 mesi) 2004 2005 (7 mesi) 2005 2006

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Rosstat della F ederazione russa, gennaio 2007

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Russia: andamento della produzione industriale nel 2005- 2006 per alcuni settori chiave in % rispetto all’anno pr ecedente

2005 2006 Produzione industriale 4 3,9 Produzione elettrotecnica, elettronica e ottica 20,7 -5,5 Produzione mezzi di trasporto 6,0 3,3 Industria metallurgica 5,7 8,8 Industria manifatturiera 5,7 4,4 Industria delle materie plastiche 5,5 11,7 Produzione di carbon coke e di prodotti petrolchimici 5,4 6,1 Lavorazione legno e prodotti del legno 4,5 0,5 Produzione del settore alimentare 4,4 5,4 Industria chimica 2,6 1,9 Materie prime (estrazione e lavorazione) 1,3 2,3 Produzione di macchinari e impianti (metalmeccanica) -0,1 3,3 Tessile e abbigliamento -1,5 7,3 Produzione e distribuzione di energia elettrica, gas e acqua 1,2 4,2 Pelletteria e Calzature -2,7 16,7

Fonte: Rosstat, gennaio 2007

Nel 2006 la produzione industriale è aumentata del 3,9% rispetto al 2005. Il maggiore aumento (+16,7%) è stato nel settore pelletterie e calzature, che nel 2005 invece aveva registrato una lieve flessione (-2,7%). Viene poi l’industria delle materie plastiche con un incremento dell’11,7%, seguita da industria metallurgica (+8,8%) e da quella del tessile e abbigliamento (+7,3%). Sopra il 5,5% sono anche la produzione di carbon coke e di prodotti petrolchimici (6,1%) e quella del settore alimentare (+5,4%). Tra il 4% e il 2% sono aumentate rispetto al 2005 l’industria manufatturiera (4,4%), la produzione e distribuzione di energia elettrica, gas e acqua (4,2%), la produzione di mezzi di trasporto (3,3%) e l’industria delle materie prime (estrazione e lavorazione) 2,3%. L’industria chimica ha invece avuto un aumento solo dell’1,9%, mentre quella della lavorazione del legno e dei prodotti del legno solo dello 0,5%. La produzione di elettrotecnica, elettronica e ottica, che nel 2005 aveva avuto la maggiore crescita, +20,7%, nel 2006 è l’unica tra i settori presi in esame a registrare una certa flessione, (-5,5%) e questo a causa del calo della produzione di apparecchiature mediche e apparecchi ottici (-25,8%), perché le altre voci all’interno di questo settore sono tutte in aumento: le apparecchiature per trasmissione radio e televisiva dell’8,9%, la produzione di apparecchiature per ufficio e computer dell’11,7% e quella di macchine e apparecchiature elettriche del 14,2 percento.

Più in dettaglio, osserviamo ancora:

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a) L’inflazione (indice dei prezzi al consumo) nel 2005 è stata del 10,9 percento. In effetti il governo è ricorso ad una serie di misure per bloccare l’inflazione sotto l’11%, in modo da rientrare negli obiettivi previsti, riducendo tale indice al 9% per la fine del 2006, come e’ poi avvenuto. Nei primi dieci mesi del 2006 l’inflazione era stata dell’8% e a fine dicembre del 9 percento.

b) I redditi reali della popolazione continuano comunque a crescere: dopo il boom del

14,5% in valore reale nel 2003, e il 9,9% nel 2004, nel 2005 essi sono aumentati del 9,9%. Nei primi 4 mesi del 2006 essi sono aumentati del 7,7% e nel 2006 del 10 percento . Il valore nominale del reddito pro-capite è stato nel 2005 di 7.848 rubli, ovvero di 277 dollari, contro circa 220 dollari di un anno prima, mentre il salario medio mensile era di 8.530 rubli (circa 301 dollari) contro 253 dollari nel 2004. A dicembre 2006 le rispettive cifre erano di 14.757 (557 dollari) per i redditi e 14.354 rubli (542 dollari) per i salari. Si noti che questa e’ la media russa, mentre i redditi nella megalopoli moscovita (14 milioni di abitanti, ovvero il 10% della popolazione del paese) sono 2,7 volte la media russa, ma anche le spese per i consumi sono 2,8 volte la media russa (dati al settembre 2006).

c) Le riserve valutarie, da 120 miliardi di dollari a fine marzo 2005, a fine dicembre

hanno superato il record di 175,9 miliardi, cioè il 23% del Pil stimato nel 2005 (intorno ai 765 miliardi di dollari). A fine marzo 2006 esse sono salite ad oltre 204 miliardi, il 21 luglio, a 262,9 miliardi di dollari, e a dicembre 2006 erano arrivate a 293 miliardi, superando i 301 miliardi nel gennaio 2007 . La Russia è quindi oggi al terzo posto mondiale per riserve valutarie, dopo Cina e Giappone. In effetti, le riserve sono diminuite in settembre dopo il pagamento anticipato di oltre 12 miliardi di dollari di debiti arretrati al Club di Parigi, ma a fine ottobre esse erano già ritornate sui 270 miliardi di dollari. Alle riserve occorre inoltre aggiungere il Fondo di Stabilizzazione, alimentato dai proventi del petrolio, che ha raggiunto i 43,7 miliardi di dollari a fine 2005 e quasi 90 miliardi a fine 2006. Andamento degli investimenti e del commercio al mi nuto nel 1999-2006

(variazione % annua)

-10

-5

0

5

10

15

20

Investimenti Commercio al minuto

Investimenti 1 17.7 8.7 2.6 12.5 11.8 11.6 9.4 9.9 10.5 9.4 13.5

Commercio al minuto -8 8.9 10.8 9.1 8 11.1 11.5 11.3 11.8 12 11.3 13

1999 2000 2001 2002 20032004

(6 mesi)

20042005

(6 mesi)

2005 (genn-ottob

20056

mesi 2006

2006

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Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Rosstat, genna io 2007

d) Nel 2005, le esportazioni russe sono aumentate del 32,9% in valore, a 243,5

miliardi di dollari, mentre le importazioni sono aumentate del 30,4,% fino a 125,3 miliardi di dollari, con un attivo della bilancia commerciale di 118,2 miliardi di dollari e un aumento di 32,4 miliardi rispetto agli 85,8 miliardi di attivo nel 2004, e di 59,6 miliardi rispetto ai 60,5 miliardi di attivo nel 2003. Nel gennaio-ottobre 2006, secondo i dati doganali russi, le esportazioni sono state di 246,9 miliardi di dollari , con un aumento del 26,6% rispetto al corrispondente periodo 2005, mentre le importazioni sono state pari a 106,8 miliardi do llari, con un aumento di ben il 37,3% rispetto ai primi sei mesi del 2005. Il saldo attivo è stato di ben 140,1 miliardi di dollari , contro i 117,2 miliardi del gennaio-ottobre 2005.

e) Nel 2005 gli investimenti stranieri complessivi sono cresciu ti del 32,4%, fino a

53,6 miliardi di dollari, mentre tra questi, anche gli investimenti diretti, sono aumentati del 38,8%, fino a 13 miliardi di dollari. Tale tendenza e’ destinata a continuare, anche perchè l’entità degli investimenti esteri e’ ancora modesta in rapporto al potenziale dell’economia russa.

f) In effetti, nei primi nove mesi del 2006 gli invest imenti stranieri sono stati di

35,3 miliardi di dollari, con una crescita del 31,7 % rispetto ai primi nove mesi del 2005. Di questi, 10,2 miliardi sono stati investimenti diretti, con una crescita del 55,5% sui primi nove mesi 2005. Al di là delle dichiarazioni pubbliche del Cremlino sulla volontà di attirare gli investimenti stranieri, occorre tuttavia una precisazione dei settori in cui tali investimenti sono limitati, ed in quale percentuale, come l’energia o il settore industriale- militare. La nuova legge in materia è appena stata sottoposta in bozza il 31 gennaio 2007 al Governo, ma deve essere ancora perfezionata e presentata al Parlamento.

Andamento dell’inflazione (indice prezzi al minuto ) e dei redditi reali nel 2000-2006

(variazione % annua)

20.2

9.1

18.6

5.9

15.1

10.21213.7

10.49.8

11.7

8.7 8 8.38.5

8.3

10.98.86.3

11.1

8

11.5

910

0

5

10

15

20

25

20002001

20022003

2004 (6 mesi)

20042005 (6 mesi)

2005 (gen-luglio)

20056 mesi 2006

10 mesi 2006

12 mesi 2006

Inflazione Redditi reali

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Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Rosstat e d i Troika Dialog (per i redditi reali), gennaio 2007 g) Un fattore incoraggiante e’ stato comunque l’annuncio effettuato a fine ottobre

2005, della costituzione delle prime sei nuove Zone economiche speciali , con particolari agevolazioni fiscali per gli investitori russi e stranieri. Esse sono quattro tecnoparchi, cioe’ Zelinograd e Dubna vicino a Mosca, Tomsk in Siberia e San Pietroburgo, oltre a due zone produttive industriali a Lipetz (dove c’e’ la Merloni-Stinol) e a Yelabuga, in Tatarstan.

h) Per quanto riguarda l’ingresso della Russia nella WTO ( Organizzazione mondiale

del commercio), i negoziati con gli Stati Uniti erano ancora aperti in estate, anche dopo il vertice del G8 a San Pietroburgo, ma un accordo di massima è stato raggiunto ai primi di novembre 2006. A parte la resistenza all’apertura di filiali di banche straniere in Russia, altri ostacoli erano le tariffe del trasporto aereo, e soprattutto le norme sanitarie sui prodotti agricoli, oltre agli accordi di liberalizzazione in campo energetico.

i) In ogni caso, la Russia ha visto riconosciuto il proprio solido status finanziario, con

la decisione annunciata il 5 agosto 2005 dall’agenzia internazionale Fitch di elevare il suo rating sovrano in valuta a lungo termine da BBB- a BBB, con outlook " stabile". Ha fatto poi seguito. L’Agenzia Moody’s il 25 ottobre, alzando anch’essa il rating della Russia da Baa3 a Baa2, e infine Standard & Poor’s il 15 dicembre 2005, da BBB- a BBB. Inoltre, per la prima volta dopo vari anni, la bilancia del flusso di capitali in Russia nel 2005 è stata positiva. Nei primi 9 mesi del 2006, il flusso netto di capitali in entrata è stato di circa 25 miliardi di dollari. E non a caso, nel luglio 2006, Fitch aveva ancora aumentato il rating sovrano russo da BBB a BBB+, sempre con outlook “stabile”.

j) Inoltre, a partire dal 1 luglio 2006, le autorità russe, sia attraverso un decreto

governativo, sia con una apposita legge firmata dal Presidente Putin, hanno abolito tutte le limitazioni e licenze o permessi necessari per l’esportazione o importazione di capitali da e per la Russia ad opera di persone fisiche e giuridiche. Tale misura è stata salutata come un passo decisivo verso la piena convertibilità del rublo, anche se quest’ultima non potrà completarsi prima della realizzazione di due misure chiave: la riduzione del tasso di inflazione al di sotto del 4% (come ha sottolineato il ministro delle Finanze Alexei Kudrin) e un deciso rafforzamento del sistema bancario russo, ancora troppo debole per adeguarsi agli standard internazionali.

Russia: andamento delle riserve valutarie (oro comp reso) nel 1999-2006

in miliardi di dollari

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12

12,5 28 36,6 4578

95120

141169,1175,9

204,1

262,9277 265 270294 301

0

50

100

150

200

250

300

350

199920002001200220032004 (9 m

esi)20042005 (aprile)2005 (nov.)2005 (dic.)2006 (m

arzo2006 (luglio)2006 (agosto)2006 (sett.)2006 (ott.)2006 (dic.)2007 (genn.)

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Banca central e della Federaz. Russa, gennaio 2007

k) D’altra parte, occorre osservare che tra la fine del 2005 e il 2006, il rapporto tra potere politico-amministrativo e ambienti imprenditoriali in Russia rimane ancora cauto, mentre il Cremlino tende ormai a favorire un maggiore controllo statale nei settore strategici dell’economia, inclusa la metalmeccanica (vedi il caso dell’elettromeccanica per la società Silovje Mashini, acquisita dalla Rao-Ees) e del settore automobilistico, con l’acquisizione del Vaz di Togliatti da parte di Oboronexport, l’Ente di stato per l’esportazione di armamenti. Gli industriali si adattano alla nuova situazione di “capitalismo di Stato”, anche se hanno chiesto specifiche norme per le ispezioni e multe fiscali. Pertanto anche la Borsa russa ha continuato la sua ripresa dell’estate-autunno, che l’aveva condotta oltre quota 900, superando prima la fatidica quota 1.000 e poi terminando il 2005 ad una quota sui 1.150. Nel 2006 il boom borsistico è continuato, fino a giungere a quota 1.500 ai primi di marzo, per poi riscendere ai 1.300-1.400 punti in maggio-giugno, ma risalire sui 1.600 a luglio-settembre ed arrivare a 1.920 punti a fine dicembre 2006.

Per il 2005, i risultati economici sono stati di una crescita del Pil russo del 6,4%, della produzione industriale del 4,0%, dei consumi privati del 12%, e dell’inflazione del 10,9 percento. Per fine 2006, il Pil russo, è invece cresciuto del 6,7%, la produzione industriale del 3,9%, il commercio al mi nuto del 13% e l’inflazione del 9 percento. Per il 2007 invece le previsioni sono di una crescita del Pil del 6,6-6,7%, della produzione industriale del 4,2%, dell’inflazione dell’8-8,5%, e del mercato dei consumi (vendite al minuto) di oltre il 12 percento.

Il mercato dei beni di consumo in Russia

Riteniamo importante per l’operatore interessato al mercato russo avere un’idea della dimensione reale, espressa in termini valutari, del settore dei beni di consumo, prima e dopo la crisi del 1998, il cui effetto principale e’ stato di far contrarre del 54-55% il mercato complessivo, da 152 a 72 miliardi di dollari nel 1998-99, di cui da quasi 75 a 34 miliardi di dollari per i prodotti alimentari e da quasi 78 a circa 38 miliardi per i beni di consumo durevoli. Nel 2000 si è avviata la ripresa, anche se si è rimasti ancora, in dollari, all’83%

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del 1998 ma appena al 54% del 1997. Nel 2001 si sono raggiunti e leggermente superati i livelli del 1998, ma si era ancora al 67% dei livelli del 1997.

A fine 2002 si è poi risaliti a oltre il 78% dei livelli 1997, in valuta, e nel 2003 si è in pratica ritornati al livello pre-crisi, che è stato ampiamente superato nel 2004. Diverso è invece il discorso per i valori in rubli, a prezzi comparati (contando l’inflazione annua), dove gia’ a fine 2000 si è raggiunto e superato, come volume del commercio al minuto, il livello di fine 1998, mentre il livello pre-crisi del dicembre 1997 é stato poi raggiunto alla fine del 2001 e ampiamente superato già nel 2002.

Nel 2004-2005 il commercio al minuto russo ha ancor a accelerato, con quasi il 12% nel 2004 in termini reali, scontando l’inflazione e d oltre il 12,7% nel 2005 . La crescita nominale in dollari è stata di ben il 32% (fino a 194 miliardi di dollari) nel 2004 e di quasi il 28% nel 2005, fino a circa 249 miliardi di dollari, ovvero, rispettivamente del 16,8% e del 17% in termini reali per i due anni, scontando la continua svalutazione del dollaro sul rublo.

Andamento del mercato dei beni di consumo in Russia nel 1997-2006 (rispettivamente in miliardi di rubli e miliardi di dollari, al cambio medio dell’anno )

Anno 1997

1998

1999

2000

2001

2002

2003

2004

2005

2006

Alimentari Miliardi rubli Miliardi dollari

433,8 74,8

464,0 45,9

828,6 34,0

1.072,0 38,1

1.386 47,5

1.750 55,7

2.089 68,0

2.556 88,7

3.228,8 114,1

3.931,8 145,6

Beni di consumo durevoli

Miliardi rubli Miliardi Dollari

450,9 77,7

537,8 53,1

894,2 37,9

1.234,7 43,9

1.619 55,4

2.004 63,8

2..426 79,0

3.042 105,6

3.809,5 134,6

4.695,7 173,9

Totale Miliardi rubli Miliardi Dollari

884,7 152,5

1001,8 99,0

1.772,8 71,9

2.306,7 82,0

3.005 102,9

3.754 119,5

4.515 147,0

5.598 194,3

7.038,3 248,7

8.627,5 319,5

Nota : i dati sono di fonte Servizio federale russo di statistica o Rosstat. – I dati in dollari 1997-2001 sono al cambio medio annuo del rublo (1997 = 5.800; 1998 = 10,12; 1999 = 24,67, 2000 = 28,1, 2001=29,2, 2002 = 31,4, 2003 = 30,7, 2004 = 28,8), 2005 = 28,3. I dati 2006 si basano su un’inflazione annua prevista del 9%, un cambio medio del rublo di 27 per un dollaro, e una crescita reale del mercato dei consumi del 13%, in rapporto alla continuazione dello sviluppo dell’economia russa.

Infine, nel 2006, anche in rapporto all’ulteriore crescita del Pil russo del 6,7%, il bilancio a fine anno appare positivo, e pari al 13% in termini reali in rubli, nonchè al 28% nominale in dollari, includendo la forte rivalutazione del rublo sul dollaro.

In euro, visto il rapporto con il dollaro sugli 1,30 a fine 2006, l’aumento del mercato dei consumi in Russia, al netto dei servizi (istruz.,sanità, trasporti e telecomunicaz., turismo, etc.) non e’ comunque inferiore al 22-23%, passando da quasi 200 miliardi di euro nel 2005 ad almeno 246 miliardi di euro nel 20 06. ll secondo grande effetto della crisi e’ stato lo sviluppo della produzione nazionale di beni di consumo a partire dalla fine del 1998, e la contemporanea contrazione della quota percentuale dei prodotti importati, a causa del loro forte aumento di prezzo. Tuttavia,come

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abbiamo visto prima, già nel 2004, la rivalutazione del rublo, insieme all’aumento significativo dei redditi reali della popolazione, aveva quasi cancellato tale effetto, riconducendo ad una situazione vicina a quella pre-1998.

Andamento quota % prodotti di importazione sulle ve ndite al minuto dei beni di consumo (alimentari e durevoli)

Anno 1997 1998 1999 2000 2001 2002

2003

2004

2005 2006

% Import su vendite 49 % 44% 36% 40% 41% 43% 44% 45% 45% 46,3 Miliardi dollari 74,7 43,6 25,9 32,8 42,2 51,4 64,7 87,4 111,9 145,2

Fonte: Agenzia statale di statistica ed elaborazion i ICE MOSCA, dicembre 2006

In particolare. nel 2004 e 2005, il continuo aumento delle importazioni (+28% in dollari in ambedue gli anni), dato il maggior potere di acquisto medio della popolazione, nelle nostre stime, ha ancora fatto salire la quota import al 45%, anche perché l’industria leggera russa non era in grado di competere seriamente.

Si noti però che per i prodotti alimentari, i più recenti dati Goskomstat / Rosstat indicano una percentuale dell’import più bassa, con una stima non superiore al 37% nel terzo trimestre 2006. D’altra parte questa percentuale è in continua crescita, per esempio rispetto al 35% di un anno prima, anche perché le importazioni di prodotti alimentari stanno accelerando sensibilmente, dal 27% nel 2005 a oltre il 36% nei primi dieci mesi 2006.

Piu’ difficile appare la valutazione della quota % di importazione sulle singole categorie di prodotti, anche a causa dei risultati discordanti delle indagini finora disponibili in merito.

Presentiamo in ogni caso una stima comparata ICE MOSCA basata sulle proiezioni dei dati di Expert-Comcon sul valore complessivo del mercato dei beni di consumo in Russia (non solo per la classe media), che è sensibilmente superiore ai dati ufficiali Rosstat, ritenuti sottovalutati. Già nel 1999-2000 infatti, tale mercato avrebbe superato abbondantemente i 100 miliardi di dollari, con un aumento di circa 25 miliardi nel 2002, 34 miliardi nel 2004 e 40 miliardi nel 2005.

Sviluppo comparato del mercato dei beni di consumo in Russia nel 1997-2006 (in miliardi di dollari, mercato immobiliare esclus o)

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15

130

152

10099 95

72

120

82

150

103

175

120

196

147

230

194

270

249

350

320

0

50

100

150

200

250

300

350

1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006

Comcon Rosstat

Fonte: elaborazione e stime ICE MOSCA sulla base dei dati Expert-Comcon-2 e Rosstat, Mosca, gennaio 2007

Nel 2003 il valore delle vendite al minuto, immobili esclusi, ma compresi i materiali per edilizia, aveva quasi raggiunto, secondo il Goskomstat / Rosstat, i 150 miliardi di dollari, mentre per Expert-Comcon era già vicino ai 200 miliardi.

Ma dopo il 2004 il divario è salito, dopo una recente indagine diretta di Expert-Comcon nel 2005 su 3000 famiglie russe, con una valutazione minima delle vendite a 249 miliardi di dollari ed una massima di 270 miliardi appunto per il 2005. Nel 2006 il mercato dei beni di consumo in Russia si situa tra i 314 e i 350 miliardi di dollari, di cui i beni di consumo durevoli sono almeno il 55%, cioè tra i 173 e i 192 miliardi di dollari, ovvero almeno 135-140 miliardi di euro.

Già nel 2003, uno studio di Renaissance Capital (Banca di investimenti moscovita) sul mercato dei consumi in Russia, stimava il reddito annuale disponibile medio, in termini PPP (Power Purchase Parity), ovvero a parità stimata di potere d’acquisto, a 6.785 dollari nel 2002, con una previsione di aumento al 2010 di almeno il 33%, cioè fino 9.163 dollari, uno dei più elevati tra le economie emergenti. Tuttavia, tali previsioni, tenendo conto della svalutazione del dollaro rispetto al rublo negli ultimi due anni (oltre il 20%), sono state ampiamente superate, e già per il 2004, il valore PPP del reddito disponibile annuale in Russia tocca va i 9.800 dollari, ovvero il valore più alto tra le grandi economie mondiali eme rgenti (vedi grafico seguente), e tenendo conto che il reddito medio a Mosca è di almeno 3,2 volte la media nazionale, ciò significava che il potere di acquisto nella capitale russa è ormai comparabile a quello dei principali paesi industrializzati, come Canada e Giappone. A partire dal 2005 poi, il reddito disponibile annuale in Russia ha superato la soglia dei 10.000 dollari.

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Redditi pro capite comparati di Mosca, della Russia e delle principali economie mondiali

(Pil pro capite nel 2004, in dollari PPP – Power Purchas e Parity, a parità di potere di acquisto

Fonte: elaborazione su dati del CIA World Factbook , Washington 2005 e del Rosstat della Federazione R ussa

A partire dal 2003-2004, si sta sviluppando una importante tendenza , ovvero l’allargamento crescente del benessere anche alla classe medio-bassa , con l’avvio di un vero e proprio “mercato di massa”, che coprirebbe già oggi fino al 40% della popolazione russa, ovvero 56-57 milioni di persone. Questo sta avvenendo, mentre nel frattempo anche la popolazione “povera” sta diminuendo da un circa un terzo a meno di un quarto del totale.

Lo sviluppo della classe media in Russia nel 2000-2005

17

12%

22

15%

29

20%

36

25%

50

35%0

10

20

30

40

50

2000 2001 2002 2003 2005

Milioni di abitanti Percentuale della popolaz.

Famiglia russa tipo di classe media (soglia inferiore): reddito mensile di almeno 600 euro a testa (1.200 euro per famiglia di due adulti e un figlio), appartamento di almeno due camere e cucina, automobile.

Soglia superiore: 15.000 euro.

Fonte: Elaborazione dal rapporto: “Lo stile di vit a della Classe media 2001-2005, Expert-Data, Mosca 2005

40000

3380031500 31360

2940026900

98008100

6300 56003100

0

5000

10000

15000

20000

25000

30000

35000

40000

$ pro capite

Usa

Svizzera

Canada

Mosca

Giappone

Unione Europea

Russia

Brasile

Ucraina

Cina

India

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E’ proprio allo sviluppo della classe media ed al suo potere di acquisto che si deve in gran parte l’attuale boom dei consumi in Russia, con tassi di crescita delle vendite dei principali prodotti alimentari e durevoli decisamente superiori a qualsiasi mercato dei paesi occidentali, come possiamo osservare nelle tabelle e grafici che seguono.

Russia: vendite al minuto dei principali beni durev oli nel 2005 in % al 2004 e nei

primi 9 mesi del 2006 in % ai primi nove mesi 2005

N. Var. % 2005 su 2004

Variazione 9 mesi 2006 su 9 mesi 2005

1 Aspirapolvere +36,5 + 15,9 2 Magnetofoni +32,3 + 15 3 Congelatori ad uso domestico +32,1 + 19,9 4 Videoregistratori +31,2 + 21,9 5 Lavatrici +29,2 + 13,5 6 Personal computer +28,4 + 45,4 7 Televisori di cui: +25,0 + 17,4 Televisori a colori +26,2 + 18,2 8 Gioielli in oro e argento +18,7 + 7,2 9 Autovetture +18,6 + 14,7 10 Frigoriferi ad uso domestico +18,0 + 10,9 11 Profumi e prodotti cosmetici +17,5 + 17 12 Stampa e poligrafia +15,3 + 8,7 13 Detersivi +15,2 + 11 14 Medicinali +14,8 + 21,3 15 Mobili +14,4 + 10,3 16 Radio +14,0 + 10,3 17 Benzina +13,5 + 10 18 Maglieria intima +13,4 + 10,7 19 Motociclette e moto +12,9 + 6,4 20 Materiali edili +12,9 + 13,5 21 Sapone da toeletta +10,7 + 8,6 22 Calze e calzini +9,9 + 8,4 23 Tessuti +9,4 + 10,2

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24 Tappeti +9,4 +11,7 25 Calzature in cuoio +7,9 +9,6 26 Pellicce e articoli in pelliccia +7,9 +3,8 27 Biciclette e monopattini +7,9 +12,8 28 Maglieria +7,8 +7,4 29 Abiti confezionati +7,7 + 7,2

Fonte: Elaborazione ICE MOSCA su dati Rosstat, dicembr e 2006 (in ordine secondo i valori del 2005)

Russia: vendite al minuto dei principali beni dure voli nei primi nove mesi 2006 in % ai primi

nove mesi del 2005 calcolata sul valore in dollari (con crescita superiore al 10%)

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19

10

10,2

10,3

10,3

10,7

10,9

11

11,2

12,8

13,5

13,5

14,7

15,9

17

18,2

19,9

21,3

21,9

45,4

0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50

benzina

tessuti

radio

mobili

maglieria intima

frigoriferi ad uso domestico

detersivi

tappeti

biciclette e monopattini

materiali edili

lavatrici

autovetture

aspirapolveri

profumi e prodotti cosmetici

televisione a colori

congelatori ad uso domestico

medicinali

videoregistratori

personal computer

Fonte:Elaborazione ICE MOSCA su dati Rosstat, dicembre 2006

Russia: andamento vendite al minuto di prodotti ali mentari nei primi nove mesi del 2006

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20

in % rispetto ai primi 9 mesi 2005

1,1

4,9

8,2

8,9

10,5

11,3

11,4

11,7

11,8

12,3

12,9

14

14,8

15,1

15,2

15,3

15,4

15,6

17,7

21,4

23,2

-2,3

-5 0 5 10 15 20 25

patate

zucchero

pane e prodotti panificazion

carne,pollame

verdura

latticini

uova

carne in scatola

bacche efrutta

salumi

pasta

burro

cereali

prod.ind.ittica

farina

pasticceria

olio

formaggi grassi

pesce in scatola

pollame

latte in polvere

Fonte: Elaborazione ICE MOSCA su dati Rosstat della Fe derazione russa, gennaio 2007

Russia: principali paesi fornitori di prodotti alim entari nel 2004-2005 (in milioni di dollari, codici 1-23)

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N.ro Paese 2004 2005 Var. % 1 Brasile 1.143,2 1.956,2 + 71,1 2 Ucraina 1.143,0 1.395,2 + 22,0 3 Bielorussia 1.037.6 1.132,9 + 9,2 4 Germania 730,5 820,7 + 12,3 5 Usa 620,1 773,6 + 24,7 6 Olanda 501,1 633,5 + 26,4 7 Argentina 335,2 582,5 + 73,7 8 Cina 410,4 574,3 + 40,0 9 Polonia 508,8 569,4 + 12,1 10 Francia 475,1 538,4 + 13,3 11 Norvegia 323,7 470,0 + 45,2 12 Ecuador 357,9 465,8 + 30,1 13 Uzbekistan 414,3 339,1 - 18,5 14 Turchia 202,6 325,7 + 60,7 15 Italia 240,0 310,0 + 29,2 16 Moldavia 324,7 296,9 - 8,6 17 Spagna 258,1 286,0 + 10,8 18 Kazakhstan 414,3 238,9 - 42,3 Totale 9.440,6 11.709,1 + 24,0 Altri paesi 2.622,5 3.682,0 + 40,4 Totale 1-23 (stime)

12.063,1 15.391,1 + 27,6

Totale 1-24 12.820,3 16.281,5 + 27,0 Fonte: Elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato statale delle dogane della Federazione russa, gennaio 2007

Russia: principali paesi fornitori di prodotti alim entari nel primo semestre 2006

in migliaia di dollari, codici doganali 1-23 N.ro Paese I sem 2005 1 sem.2006 Var. % Quota %

I semestre 2006

Totale 7.009.705 8.275.170 +18,0 100 1 Brasile 826.049 1.072.906 +29,8 12,9 2 Bielorussia 521.539 595.762 +14,2 7,1 3 Argentina 198.153 486.636 +145,5 5,8 4 Germania 349.846 475.278 +35,8 5,7 5 Usa 340.086 435.175 +27,9 5,25 6 Olanda 269.516 432.657 +60,5 5,22 7 Ucraina 697.063 384.196 -44,8 4,6 8 Cina 275.848 353.152 +28,0 4,26 9 Polonia 318.676 287.071 -9,9 3,46 10 Francia 256.111 245.075 -4,3 2,96 11 Ecuador 223.970 218.889 -2,2 2,6 12 Turchia 162.967 193.546 +18,7 2,3 13 Kazakhstan 115.160 196.556 +70,6 2,3 14 Spagna 133.110 182.838 +37,3 2,2 14 Norvegia 182.685 175.942 -3,6 2,1 16 Italia 133.242 147.697 +10,8 1,78 17 Belgio 157.680 146.410 -7,1 1,76 18 Finlandia 96.588 127.153 +31,6 1,5 19 Uzbekistan 120.690 122.886 +1,8 1,48 20 Marocco 53.571 103.613 +93,4 1,25 21 Moldavia 152.819 71.046 -53,5 0,8

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato Statale delle Dogane russo, gennaio 200

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22

Russia:principali fornitori di prodotti alimentari, codici 1-23, nel primo semestre 2006 in % calcolata sul valore in dollari

Turchia 2,3%

Norvegia 2,1%

Spagna 2,2%

Ecuador 2,6%

Italia 1,78%

Belgio 1,76%

Finlandia 1,5%

restanti paesi 26,21%

Kazakhstan 2,3%

Francia 2,96%Polonia 3,46%

Cina 4,26%

Ucraina 4,6%

Olanda 5,22%

Usa 5,25%

Germania 5,7%

Argentina 5,8%

Bielorussia 7,1%

Brasile 12,9%

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato Statale delle Dogane russo, gennaio 2007 I mercati regionali russi

Chi si accinge a operare sul mercato russo deve aver ben presente le differenziazioni a livello regionale, in termini di produzione industriale, concentrazione di risorse finanziarie e commerciali, redditi e potere d’acquisto, tra Mosca, alcune città principali, e il resto del paese-continente, che costituisce oggi la Federazione Russa.

La crisi del 1998 e la ripresa economica del 2001-2006 hanno influito in maniera differente sulla dimensione regionale, dove il livello di sviluppo, tenore di vita e relativo potere di acquisto della popolazione variano sensibilmente nelle 89 repubbliche, regioni e territori autonomi della Federazione Russa. Occorre sottolineare che oltre il 60% delle risorse finanziarie ed un terzo delle risorse commerciali della Russia sono accentrati nell’area di Mosca, seguita da San Pietroburgo e dalla Regione di Leningrado, che tuttavia non può competere per livello di reddito, con le più ricche regioni petrolifere siberiane, come Tjumen, o con i poli industriali nella valle del Volga, come Samara. Ma anche il polo agricolo e industriale di Rostov sul Don e Krasnodar nella Russia meridionale sta sempre di più dimostrandosi un mercato promettente.

L’indicatore più significativo ai fini della classifica del livello di benessere, e’ il rapporto tra il salario medio di un lavoratore dipendente e il costo del paniere con i 25 prodotti alimentari indispensabili. Tale rapporto si collega soltanto in parte al livello assoluto del salario medio, e si nota come secondo i dati di ottobre 2006 dopo Tjumen (indice 12,9,), la regione petrolifera della Siberia che fino a poco tempo fa occupava in quasi tutte le

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classifiche russe il primo posto come livello di benessere medio, vengano Mosca (11,4), il cui vero benessere e’ in genere sottostimato, perché la capitale russa ha una percentuale di oltre il 55% di redditi non derivanti da salario dipendente, e al terzo posto Murmansk (8,5), seguono poi la regione di Mosca e la città di San Pietroburgo con lo stesso indice, 8,4. Vengono poi la repubblica di Tatarstan (8,2 volte), che se ha un salario minimo medio appena inferiore alla media nazionale, ha però anche prezzi meno alti e la regione di Sverdlovsk negli Urali (7,8 volte). La repubblica di Bashkiria e la regione di Samara hanno rispettivamente un rapporto pari a 7,1 volte e 6,9 volte. Sia nella regione di Leningrado che in quella di Novosibirsk il salario medio è pari a 6,5 volte il costo del paniere minimo. Sopra le sei volte sono anche Nizhnij Novgorod nel Distretto del Volga e Krasnodar in quello meridionale. A Penza nel Distretto federale del Volga il rapporto tra il salario medio e il costo del paniere alimentare medio è pari a 5,2 volte. Occorre però sempre tenere presente che ormai nell’economia russa hanno un’importanza sempre maggiore il settore terziario e l’imprenditoria privata, per cui questi dati toccano solo una parte della popolazione.

Il commercio al minuto a livello regionale è un altro degli indici più interessanti, perchè si osserva subito la grande preponderanza di Mosca città, che copre da sola (dati gennaio-ottobre 2006) il 21,1% di tutto il valore del commercio al minuto russo, seguita dalla Regione di Mosca (5,7%), e poi, più staccato, da San Pietroburgo città (4,0%). Vengono poi la regione petrolifera di Tjumen (3,54%), il polo metallurgico e dell’industria pesante di Sverdlosvk (Ekaterinenburg) negli Urali (3,51), Krasnodar (3,1%%) la regione agricola del Sud, Samara (il polo automobilistico russo sul Volga, con il 3,0%), e l’altra importante regioni del Distretto meridionale, Rostov sul Don (2,7%)

I maggiori mercati regionali russi a ottobre 2006

Regioni componenti* % sul totale del mercato russo per vendite al minuto

% progressiva

Caratteristiche del mercato

Distretto federale centrale: Mosca, Regione di Mosca e tutta la zona centrale russa

36,07 36,07 Zona centrale europea, ad alta concentrazione di mercato

Distretto federale del Volga: Tatarstan, Nizhnij Novgorod, Bashkortorstan, Perm, Samara

12,27 48,34 Zona centrale europea, a media concentrazione

Distretto federale siberiano: Kemerovo, Omsk, Novosibirsk, Altaj, Krasnojarsk, Irkutsk

9,6 57,9 Zona asiatica siberiana, a medio-alta dispersione

Urali: Sverdlovsk, Celjabinsk, Tjumen 9,3 67,2 Zona intermedia euro-asiatica, a medio-alta concentrazione

Distretto federale meridionale: Rostov, Krasnodar, Stavropol, Volgograd.

8,59 75,79 Zona meridionale europea, ad alta concentrazione

Distretto federale Nord-Occidentale: San Pietroburgo, Regione di Leningrado, Kaliningrad, Murmansk.

6,0 81,79 Zona settentrionale europea, a media concentrazione

Distretto federale dell’Estremo Oriente: Primarie (Vladivostok), Khabarovsk, Jakutja.

2,69 84.48 Zona asiatica-orientale, a media dispersione

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• Si segue il nuovo raggruppamento politico-istituzionale, per cui dal giugno 2000 lo spazio economico e amministrativo russo è stato diviso in 7 Distretti federali. I dati della seconda e terza colonna riguardano solo i soggetti autonomi specificamente indicati, e non quindi quelli di tutti soggetti autonomi della Federazione russa, che fanno parte del Distretto federale in questione

Il commercio tra Italia e Russia Il commercio tra Italia e Russia, dopo un anno difficile nel 2003, a partire dal 2004 ha avuto una significativa ripresa , confermata dal buon andamento del 2005 e del 2006. Nel 2005 le esportazioni italiane in Russia sono cresciute del 22,4% arrivando a 6.075 milioni di euro, anche l’import ha registrato un aumento del 20,5% arrivando a 11.704 milioni di euro. L’interscambio quindi nel 2005 è stato pari a 17.779 milioni di euro, con un aumento del 21,1% sul 2004 e un saldo negativo per l’Italia pari a 5.629 milioni di euro. Per quanto riguarda la struttura delle nostre esportazioni, la prevalenza va ai macchinari e impianti, seguiti dai mobili e poi dall’abbigliamento, mentre le esportazioni di prodotti alimentari, in primo luogo vini, occupano una quota modesta, e suscettibile di notevoli miglioramenti.

Il commercio tra Italia e Federazione Russa nel 200 4-2005 e nei primi 11 mesi del 2006 (in milioni di euro)

14679

17779 1921420911

9716

1170412371

13301

4963 60756843 7610

-4753-5629 -5528

-5691

-10000

-5000

0

5000

10000

15000

20000

25000

Interscambio Importazioni Esportazioni Disavanzo

2004

2005

11 mesi 2006

2006 (prev.)

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Istat, gennaio 2007

L’andamento positivo è continuato nei primi undici mesi del 2006, quando rispetto ai primi undici mesi del 2005, l’export italiano è aumentato del 23,9%, raggiungendo i 6.843 milioni di euro , mentre l’import è cresciuto del 15,6%, soprattutto per la dipendenza energetica dell’Italia, fino a 12.371 milioni di euro. L’interscambio nei primi undici mesi del 2006 è stato perciò di 19.214 milioni di euro, mentre il disavanzo è stato di 5.528 milioni di euro. Ci si può quindi attendere che l’interscambio commerciale raggiunga i 20,9-21 miliardi di euro a fine 2006, con un aumento del 17,6-18% rispetto al 2005.

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25

Italia: struttura delle principali voci dell’esport azioni in Russia in % calcolata sul valore in

euro nel 2005

vetture, cod. 87, 1,72%

strumenti di ottica, cod. 90, 1,92%

materie plastiche, cod.39, 2,66%

lav.di ghisa, ferro,acciaio,cod.73,

3,26%

indumenti in maglia, cod.61, 4,22%

calzature,cod.64, 5,29%

macch.e app.per regist.suono, cod.85,

5,47%

alluminio e lav. Di alluminio, cod. 76,

1,6%

bevande, cod. 22, 1,4%

prod.farmaceutici, cod. 30, 1,30%

altri prodotti 22,26%

abbigliamento,non in maglia, cod. 62, 8,1%

mobili,cod.94, 9,5%

macchinari e impianti, cod.84,

31,3%

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Istat, dicemb re 2006

Italia: struttura delle principali voci dell’esport azioni in Russia in % calcolata sul valore in euro nei primi dieci mesi del 2006

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26

vetture, cod. 87, 2,13%

strumenti di ottica, cod. 90, 2,34%

materie plastiche, cod.39, 2,79%

lav.di ghisa, ferro,acciaio,cod.73,

3,02%

indumenti in maglia, cod.61, 4,4% macchine elettriche,

cod.85, 5,0%

calzature, cod.64, 5,9%

alluminio e lav. di alluminio, cod. 76,

2,33%

bevande, cod. 22, 1,22%

prod.farmaceutici, cod. 30, 1,31%

altri prodotti 24,16%

mobili e arred.cod.94, 8,9%

abbigliamento, non in maglia, cod 62, 9,1%

macchinari e impianti, cod.84, 27,4%

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Istat, gennai o 2007

La produzione e il mercato dei prodotti alimentari nella Federazione Russa

A otto anni dalla crisi finanziaria del 1998, il mercato russo è oggi in piena ripresa, e rimane in prospettiva uno dei più grandi del mondo. La Russia, con 147 milioni di consumatori nel 1997 (ridotti a 142,2 milioni a dicembre 2006), aveva importato allora, nell’anno migliore pre-crisi, quasi 19 miliardi di dollari di macchinari e impianti, un po’ meno di 13 miliardi di dollari di prodotti e materie prime alimentari, oltre 5 miliardi di dollari di abbigliamento e calzature (almeno il doppio delle cifre ufficiali), 1,5 miliardi di dollari di medicinali, 650 milioni di dollari di mobili. Dopo una diminuzione media del 32% in valore delle importazioni nel 1999 rispetto al 1998, a partire dal 2000-2002 esse sono ritornate a crescere, accelerando gradualmente. Nel 2006, la Russia importerà almeno 56 miliardi di dollari macchinari e impianti, 19 miliardi di dollari di materie prime e prodotti alimentari, 12 miliardi di dollari di automobili, 10 miliardi di abbigliamento e calzature (almeno 5-6 volte i dati ufficiali), oltre 5 miliardi di dollari di medicinali, e quasi 1 miliardo di dollari di mobili. Queste cifre da sole (in valori doganali e all’ingrosso, in genere sottostimati) bastano a dare un'idea dell'entità del mercato russo odierno. Per quanto riguarda il mercato dei prodotti alimentari, in termini di valore delle vendite al minuto alla popolazione, sia della produzione nazionale che di quella importata, l’andamento è il seguente:

Russia: andamento delle vendite al minuto di prodo tti alimentari nel 1997-2006 (in miliardi di dollari, al cambio medio dell’anno)

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27

74.8

45.934 38.1

47.555.7

68

87.1

112.8

145.6

0

20

40

60

80

100

120

140

160

1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006

miliardi di dollari

Fonte: elaborazione e stime ICE MOSCA su dati Gosko mstat / Rosstat della Federazione Russa, gennaio 20 07

Come si vede dal grafico, il 1999 è stato l’anno peggiore dopo la crisi, per le vendite al minuto, mentre anche le importazioni sono continuate a diminuire, da 12,7 miliardi di dollari nel 1997 a 10,2 miliardi di dollari nel 1998 a 7,7 miliardi nel 1999 a 6,9 miliardi e un 10% in meno ancora nel 2000. Nel 2001 però, le importazioni di prodotti alimenta ri sono ritornate a crescere per la prima volta dopo c inque anni, raggiungendo i 9,1 miliardi di dollari e un aumento di quasi il 31% sull’anno prima. Nel 2002, tale tendenza è continuata, raggiungendo i 9,65 miliardi di importazioni ufficiali. In realtà, se togliamo il tabacco, che nei dati russi è incluso nelle importazioni alimentari, la cifra reale per il 2002 è di 8,4 miliardi di dollari. Il settore dei prodotti alimentari occupa in effetti il secondo posto nelle grandi categorie di prodotti importati in Russia, dopo i macchinari e impianti in genere. Nel 2003 le importazioni sono cresciute dell’11,8% fino a 11,3 miliardi di dollari (ma meno di 11 miliardi togliendo i tabacchi), e nel 2004 l’aumento è salito al 13,2% raggiungendo i 12,8 miliardi di dollari (12,0 miliardi di dollari escludendo i tabacchi). Nel 2005, l’import alimentare russo ha accelerato a l 17,5%, arrivando a quasi 16,3 miliardi di dollari, e 15,4 miliardi togliendo i ta bacchi (890 milioni di dollari). . Nel 2006, sulla base dei dati disponibili sui primi 11 mesi, il tasso di crescita delle importazioni si dovrebbe mantenere sul 23%, arrivan do a circa 20,1 miliardi di dollar i e quindi almeno 19,2 miliardi di dollari esclusi i tabacchi. Più in dettaglio, osserviamo che nei primi 11 mesi del 2006, le importazioni in Russia di prodotti alimentari (tabacchi compresi) dai paesi Csi sono diminuite del 14,9%, da 2,4 a 2,1 miliardi di dollari, mentre le importazioni da tutti gli altri paesi, in particolare dall’aera eurasiatica e americana, sono aumentate del 30,7%, da 11,9 a 15,7 miliardi di dollari.

Andamento delle importazioni di generi alimentari i n Russia (codici 1-24)

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28

10.2

7.7 6.99.1 9.6

11.312.8

16.3

20.1

12.7

0

5

10

15

20

25

1997

1998

1999

2000

2001

2002

2003

2004

2005

2006

(pre

vision

i)

miliardi di dollari

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato Stat ale delle Dogane russo, gennaio 2007

In realtà, l'industria agro-alimentare russa ha stentato a riprendersi, da una situazione in cui non riusciva in ogni caso a soddisfare la domanda della popolazione. Nel 1997, di fronte al dilagare dei prodotti di importazione, la produzione alimentare era calata dello 0,8%, e anche nel 1998 essa ha atteso fino al tardo autunno per incominciare a riprendersi, rispondendo alla nuova situazione creatasi dopo l’agosto, ma terminando l’anno con un bilancio leggermente negativo (-1,9%), seppur migliore dell’indice medio della produzione industriale russa, che era stato del – 5,2%, e soprattutto della produzione agricola, in calo del 12,3 percento.

Soltanto nella primavera del 1999 l’industria agroalimentare russa ha incominciato a riprendersi seriamente, con tassi di crescita mensili assai elevati, terminando l’anno in modo positivo, al 7,5 percento.

Andamento della produzione nell’industria agro-alim entare russa nel 1998-2006

(variazione percentuale in rapporto al corrispondente periodo dell’anno prima)

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29

Anno Gen-mar gen-giu gen-lug Gen-ago Gen-sett 12 mesi

1998 +1,3 +3,7 +2,1 +0,1 -2,1 - 1,9

1999 - 0,3 +6,6 +8,5 +9,9 +9,9 +7,5

2000 +15,1 +12,4 +11,3 +10,4 +9,5 +7,1

2001 +6,3 +6,7 +7,2 +8,0 +8,1 +8,0

2002 +6,9 +8,2 +8,5 +8,1 +7,8 +7,2

2003 +3,7 +4,3 +4,6 +4,6 +6,2 +6,9

2004 +7,2 +6,1 +4,9 +3,0 +2,9 +4,0

2005 +0,9 +3,2 +4,4 +3,4 +3,5 +4,4

2006 +3,0 +5,2 +5,0 +5,2 +5,3 +5,4

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Goskomsta t della Federazione Russa, gennaio 2007

Successivamente, l’anno migliore per la crescita è stato il 2001 (8,0%) ma poi, insieme alla ripresa delle importazioni, i tassi di sviluppo della produzione sono andati gradualmente rallentando, fino al modesto 4% del 2004, per risalire però nel 2005 al 4,4% e nel 2006 al 5,4%.

Nel 2005 la produzione alimentare si è comunque ripresa, aumentando in termini reali del 4,4%, fino a 1.288,4 miliardi di rubli, ovvero, al cambi o ufficiale di 28,3 rubli per dollaro , 45,5 miliardi di dollari, ma la sua incidenza sulla produzione industriale russa si è ulteriormente ridotta al 13 percento.

La ripresa dell’industria agroalimentare è continuata anche nel 2006, quando è aumentata del 5,4 percento in termini reali, cioè fino a 1.465 miliardi di rubli, tenendo conto dell’aumento dell’8,3% dei costi di produzione, e quindi fino a 54,2 miliardi di dollari, al cambio medio dell’anno.

-4

-2

0

2

4

6

8

10

12

14

16

gen-mar gen-giu gen-lug. gen-ago gen-sett. 12 mesi

1998

1999

2000

2001

2002

2003

2004

2005

2006

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Le dimensioni del mercato alimentare in Russia

Russia: produzione, importazione e esportazione di prodotti della industria agroalimentare nel 2002-2006 in miliardi di dollari

Fonte: Elaborazione ICE MOSCA su dati Goskomstat de lla Federazione russa, gennaio 2007

Il mercato alimentare in Russia (produzione più importazione e meno esportazione), dopo un picco massimo di 43,9 miliardi di dollari raggiunto nel 1997, negli anni di crisi 1998-1999 è sceso prima a 35 miliardi di dollari e poi al minimo storico di 24,6 miliardi.

Nel 2000 ha però incominciato a riprendersi, risalendo a 27 miliardi, nel 2001 a 36 miliardi, e nel 2002 e 39,3 miliardi. Nel 2003, con importazioni per 11,3 miliardi di dollari, il valore all’ingrosso del mercato russo dei prodotti agroalimentari era salito a 48 miliardi di dollari, superando per la prima volta i valori pre-crisi del 2007.

Per il 2004 e 2005, il valore del mercato alimentare, in dollari equivalenti, è successivamente cresciuto prima a 53,2 miliardi e poi a 57,9 miliardi di dollari, con un aumento rispetto al 2003 in valore assoluto di quasi 10 miliardi di dollari.

La previsione per il 2006, sulla base dei risultati dei primi 11 mesi, è di arrivare a 69,5-70 miliardi di dollari, con una crescita di 1 1,6 miliardi sul 2005 e di 16,3 miliardi di dollari rispetto al 2004. In valuta europea, qu esto significa un valore di mercato di circa 54 miliardi di euro nel 2006.

Russia: valore del mercato alimentare (materie prim e e prodotti) nel 2002-2006

31.6

39.342.8

45.5

54.2

9.8 11.312.816.3

20.1

2.1 2.6 2.4 3.9 4.8

0

10

20

30

40

50

60

produzione importazione esportazione

2002

2003

2004

2005

2006 (prev.)

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31

39.348

53.257.9

69.5

01020304050607080

2002 2003 2004 2005 2006 (prev.)

miliardi di dollari

Fonte: Elaborazione ICE MOSCA su dati Goskomstat de lla Federazione russa, gennaio 2007

La dipendenza alimentare russa dalle importazioni ( incidenza delle importazioni sul valore del mercato) nel 2003 era pari al 23,6%, nel 2004 al 24,1%, e nel 2005 al 28,1%, mentre nel 2006 dovrebbe salire come minimo al 30,4 percento. Questo stando ai dati ufficiali, quando, ricordiamo, le importazioni rilevate dalle dogane russe sono notoriamente sottostimate.

La conferma viene direttamente dall’Agenzia federal e di statistica russa, che nel 2001, stimava appunto l’incidenza dell’import di prodotti alimentari sul volume del commercio al minuto al 30%, mentre nel 2002 poi tale dipendenza era scesa intor no al 26-27 percento. Nel 2003 la dipendenza alimentare dalle importazioni è risalita al 34% delle vendite al minuto, nel 2004 al 35%, nel 2005 al 36-37% e nel 2006 dovrebbe avvicinarsi al 40 percento.

Per confronto, nel 1997, l’anno prima della crisi, la produzione dell’industria alimentare russa è stata di 189,1 miliardi di rubli denominati (189.120 miliardi di rubli 1997), cioè pari, al cambio medio di quell’anno (5800 rubli per un dollaro) a 32,6 miliardi di dollari. Allora la stima del mercato russo dei prodotti alimentari era di quasi 44 miliardi di dollari (43,9), contando 12,7 miliardi di dollari di importazioni (il massimo assoluto in quegli anni) meno 1,4 miliardi di esportazioni.

In sostanza, la svalutazione del rublo del 1998 (di tre volte rispetto al dollaro) aveva ridotto di quasi il 45% il valore in dollari del mercato russo dei prodotti agroalimentari, tenendo conto che il massimo effetto della crisi è stato subito nel 1999, con un valore di mercato ridotto a 24,6 miliardi di dollari, mentre nel 1998, esso era sceso parzialmente a 35,6 miliardi. Questo mercato, di nuovo in espansione dal 2001, resta quindi assai attraente per i produttori stranieri.

Nello stesso tempo, occorre tener conto del forte riaumento della produzione interna, di cui una parte è dovuta proprio ai nuovi investimenti di imprese straniere nel settore

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agroalimentare russo, dalla birra, al latte e yogurt, al dolciario, alla produzione di sigarette, la quale, secondo la nomenclatura russa, è inclusa in questo settore.

Gli investimenti stranieri nella produzione alimentare in Russia, considerata come uno dei settori più interessanti, sono stati infatti di 1,786 miliardi di dollari nel 2000, di 1,557 miliardi nel 2001, di 1,210 miliardi di dollari nel 2002 e di 1,024 miliardi nel 2003, per un totale di circa 5,577 miliardi di dollari nel quadriennio 2000-2003.

Aggiungendo circa 800 milioni di dollari investiti nel 2004 (stima), oltre 1 miliardo stimato nel 2005 (515 milioni investiti nel primo semestre ) e 545 milioni investiti nel primo semestre del 2006, otteniamo quasi 8 miliardi di do llari. Considerando anche i capitali successivamente ritirati, questo pone il settore alimentare al sesto posto in Russia dopo gli investimenti stranieri nelle infrastrutture commerciali, nell’energia, nella metallurgia, nei trasporti e telecomunicazioni e nel settore dei servizi finanziari. Occorre inoltre ricordare che una parte degli investimenti nel settore commerciale copre specificamente le nuove reti distributive di prodotti alimentari, e quindi è direttamente collegato a questo settore, facendolo avanzare in realtà tra il quarto e il quinto posto.

Le imprese miste a partecipazione straniera, o anche a intero capitale straniero, hanno aumentato la propria quota di produzione nel settore alimentare russo dal 15% nel 1999 al 21,2% nel 2000, al 23% nel 2001, al 24-25% nel 2002, a circa il 26-27% stimato nel 2003, quasi il 30% nel 2004, e probabilmente fino al 32-34% nel 2005, e a circa il 35% nel 2006 anche se negli ultimi mesi non sono stati più pubblicati dati in merito.

E’ evidente, dalla tabella che segue, come la dieta media, impoveritasi, in particolare nella prima metà del 1999, stia ora invece arricchendosi e per molti prodotti sia decisamente migliorata. Nei primi 10 mesi del 2006 rispetto ai primi dieci mesi del 2005 vi è stato infatti un aumento della capacità d’acquisto per tutti i generi alimentari, tranne che per patate e zucchero (-3,5% e -7,2% rispettivamente).

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33

Evoluzione in Russia nel 1997-2006 del potere di a cquisto pro capite dei prodotti alimentari di base (Kg. al mese per un reddito medio)

0

100

200

300

400

500

600

700

800

1999 191,8 260,5 248,2 237,6 195,8 162,5 143,8 92,8 55,8 55,5 45,2 38,6 25,9 novembre

2000 366,1 339,7 277,1 249,8 234,5 179,2 166,8 138,2 84,7 65,2 62,3 44 31,3 novembre

2001 325,2 449,4 301,1 323 278 282,5 176,8 207,9 39,9 68,6 85,6 42,6 108,4 novembre

2002 388,3 454,8 379,5 461,8 365 397,1 233,1 253,6 52,4 81,9 108,3 52,8 105,8 novembre

2003 389,3 461,9 441,9 542,6 410,8 442,7 248 309,1 59,5 98,4 133,2 67,7 133 novembre

2004 712,5 723,7 467,7 450,7 376,7 450,7 304,1 319,2 67,1 115,3 149,9 72,9 156,2 novembre

2005 563,7 711,7 500,9 588 445,8 511 369,8 350 75,9 120,7 173,7 68,7 184,3 ottobre

2006 689,8 694,5 568,9 737,7 530,3 626,3 347,5 410,5 87,3 144,1 210 73,7 232,9 ottobre

1997 319,2 468 302,8 272,4 233,2 187 218 186,4 40 89 77,4 60,6 60,6 dicembre

Cavolo

frescoPatate

Latte

(litri)Farina Pane Cereali Zucchero Riso Burro

Pesce

cong.Margarina

Carne

bovina

Olio

veget.mese

Fonte: Elaborazione ICE MOSCA su dati Goskomstat de lla Federazione Russa, gennaio 2007

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34

Potere di acquisto di prodotti alimentari di un red dito medio russo nel 1997-2006 (chilogrammi al mese)

Tipo di prodotto 10 mesi

2006

10 mesi

2005

Var.%

10 mesi 2006

Su

10 mesi 2005

2004 Var. %

2004

su 2003

2003 2002 1997

Uova, unità 4.005 3.132 +27,8 2.799 +0,4 2.786 2.264 1.624

Cavolo fresco 689,8 570,4 +20,9 756,7 +65,2 458 403,5 329,8

Patate 694,5 720,2 -3,5 765 +51,4 505,1 467,1 483,7

Latte, litri 568,9 506,9 +12,2 489 +5,4 463,8 391,4 312,8

Farina di frumento 737,7 595,0 +23,9 476,2 -15,4 563,5 480,7 288,9

Pane e suoi prodotti 530,3 451,1 +24,2 396,7 -7,3 428 378,4 198,3

Zucchero 347,5 374,2 -7,2 320,9 +22,1 262,8 238,3 225,0

Cereali 626,3 544,6 +15,0 430,4 +8,3 397,1 405,4 231,8

Riso 410,5 354,1 +15,9 333,6 +2,8 324,4 262,4 192,5

Olio di girasole 232,9 186,5 +24,8 164,5 +17,8 139,6 109,9 108,3

Pesce congelato 144,1 122,1 +18,0 121,0 +15,6 104,6 84,8 n.d.

Margarina 210,0 175,7 +19,5 157,9 +13,0 139,7 112,1 n.d.

Carne di manzo 73,7 69,6 +5,8 76,1 +7,0 71,1 54,8 4 8,3

Burro 87,3 67,8 +28,7 70,5 +13,1 62,3 54,0 41,4

Fonte: Agenzia statale russa di statistica, elabora zione ICE MOSCA , gennaio 2007

Queste tendenze sono in parte confermate dall’analisi dell’andamento della produzione agroalimentare russa per i principali prodotti nel 2005 e nei primi mesi del 2006.

Osserviamo che l’industria alimentare nel 2005 ha avuto un aumento del 4,4 percento rispetto al 2004. I settori con i maggiori tassi di sviluppo sono stati nel 2005 la produzione di bevande analcoliche (18,9%), di olio vegetale, soprattutto di girasole (18,1%), di zucchero (15,2%), di vini spumanti (16,5%), cognac (14,4%), margarina (12,3%) e di conserve di frutta e verdura (11,3%).

I settori in calo sono stati invece quello dei vini di uva (-18,6%), ittico (-5,2%), della vodka (-3%), quello del pane (-2,8%), mentre la produzione di dolci è invece cresciuta del 5,6 percento.

Una buona crescita hanno avuto anche le produzioni di latticini (8,3%), di carne e salumi (rispettivamente il 7,6% e il 6,8%), di birra (6%) e di formaggi grassi (5,3%).

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Produzione dei principali generi alimentari nel 200 2-2006

Prodotti 2002 Var. % 2002 su 2001

2003 Var. % 2003/ 2002

2004 Var.% 2004 su 2003

2005 Var.% 2005 su 2004

2006 Var.% 2006 Su 2005

Zucchero, migliaia tonn.

6.197 -6 5.835 -5,4 4.852 -16,9 5.588 +15,2 5.843 +4,3

Pane e prodotti del pane migliaia tonn.

8.346 -3 8.006 -4,7 8.092 -3,6 7.868 - 2,8

7.702 -3,3

Dolci e Pasticceria, migliaia tonn.

1.952 +8,8 2.096 +7,0 2.240 +3,4 2.365 +5,6 2.537 +5,0

Pasta alimentare, migliaia tonn.

831 +8,8 858 +4,5 950 +8,6 982 +2,5 1.028 +3,4

Olio, migliaia tonn. 1.186 -7,5 1.515 +26,6 1.867 +16,9 2.206 +18,1

2.556 +17,0

Bevande analcoliche mln decalitri

321 +15,8 350 +9,0 416 +15,7 494 +18,9 565 +16,7

Birra ( milioni dal.) 702 +10,1 757 +7,8 842 +11,5 892 + 6,0

999 +9,8

Produzione di vodka e liquori (in milioni dal.)

139 +5,5 135 -3,3 136 +0,6 132 - 3,0 120 -9,6

Vini di uva, milioni dal. 32,5 +15,6 36,5 +9,7 39,1 +7,2 31,8 -18,6 47,0 +48,1 Cognac in migliaia dal. 2.620 +27,4 3.524 +32,9 3.912 +10,8 4.474 +14,4 6.387 +41,6 Champagne vini spumanti mln. decalitri

8,1 +6,0 8,8 +8,3 12,1 +37,9 14,1 +16,5 15,4 +8,9

Conserve di verdura e frutta , mln.barattoli convenzionali

3.393 +34,3 4.658 +24,4 6.238 +18,1 6.942 +11,3 8.440 +19,3

Formaggi e latticini magri migl. tonn.

399 +1,8 436 +4,4 478 +9,6 457 --4,3 447 -2,2

Formag.grassi migl. tonn.

309 21,3 335 +6,1 352 +0,8 371 +5,3 405 +7,2

Latticini migl. tonn. 7.452 +11,0 8.139 +5,1 8.723 +3,0 9.452 +8,3

10.000 +2,9

Burro, migl. tonn. 278 +2,8 278 -0,2 261 -4,9 264 +2,2 274 +7,9 Margarina, migl. tonn. 515 +0,5 540 +0,6 561 +16,9 630 +12,3 677 +5,4 Carne, migl. tonn. 1.390 +8,5 1.608 +10,5 1.698 +1,2 1.827 +7,6

2.104 +13,3

Salumi, migl.tonn. 1.443 +16,9 1.617 +10,1 1.832 +7,8 1.957 +6,8

2.132 +5,8

Prodotti di pesce, e altri prodotti mare, migl. tonn.

3.243 -10,8 3.263 -0,8 2.913 -10,5 2.764 - 5,1 -- -4

Fonte: Agenzia statale russa di statistica, elabora zione dati ICE MOSCA, gennaio 2007

Infine, nel 2006 rispetto al 2005 la produzione dell’industria alim entare è aumentata del 5,4%.

Si nota una riduzione in due sole voci nel settore bevande alcoliche: la produzione di alcol etilico ha visto il massimo calo (-22,8%), seguita da quella di vodka e liquori (-9,6). D’altra parte la produzione di vini è aumentata del 48,1%, quella di cognac del 41,6% e quella di champagne e vini spumanti è aumentata dell’8,9 percento. Anche la birra è

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cresciuta di quasi il 10%, mentre le bevande analcoliche hanno avuto un aumento del 16,7 percento.

Salgono la produzione di olio (17%), di burro (7,9%), di margarina (5,4 %), di formaggi grassi (7,2%). Invece i formaggi magri hanno registrato un calo del 2,2% e sempre nel settore latticini è diminuita la produzione di latte in polvere (-5,1%) e quella di gelati (-4,8%).

La produzione di conserve di frutta e verdura è salita del 21,9%, quella di pasta del 3,4%, di dolci e pasticceria del 5,0 percento. In calo invece la produzione di farina (-1,3%) e quella del pane e prodotti di panificazione (-3,3%). In crescita è la produzione di carne (13,3%) e salumi (5,8%), mentre il settore ittico, nel suo complesso, è invece in calo (-4).

La ripresa della produzione nell’industria agro-alimentare russa si è riflessa sulla domanda dei vari tipi di macchinari, privilegiando a partire dal 2000 le linee di produzione di farina, pane e pasta, carne in scatola, salumi, nonché le linee per la lavorazione di frutta e verdura, di imbottigliamento di bevande e di produzione di dolci.

Russia: produzione di macchine e impianti per la la vorazione dei prodotti agroalimentari

nel 1999-2005 in milioni di rubli e milioni di doll ari equivalenti

1669

69

2460

87

2570

88

2842

90

3123

102

5325,8

184,9

6726,4

237,7

0

1000

2000

3000

4000

5000

6000

7000

1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005

Milioni Rubli Milioni Usd

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Rosstat/Gosko mstat della Federazione Russa, gennaio 2007

Inoltre, l’industria agroalimentare russa, essendo orientata soprattutto sulla domanda interna, è molto vincolata all’andamento del potere di acquisto della popolazione. Tuttavia, malgrado tali miglioramenti, permangono ancora oggi vari limiti finanziari e tecnologici del settore agroalimentare, che deve fare ancora molta strada per ristrutturarsi in modo adeguato alle moderne esigenze competitive ed alla crescente sofisticazione della domanda dei consumatori.

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37

Andamento per trimestre della produzione alimentare russa nel 2004-2006 (incluse bevande e tabacco) in % calcolata sul peri odo precedente

4,5

3,9

4,7

4,4

0,9

5,4

6,1

4,4

6

3,2

3,55,2

5,7

7,1

3

0 1 2 3 4 5 6 7 8

I trimestre

II trimestre

III trimestre

9 mesi

12 mesi

2006

2005

2004

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Rosstat/ Gosk omstat della Federazione Russa, gennaio 2007

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38

Produzione di alcuni dei principali prodotti agrico li nel 2001 -2006 In milioni di tonnellate

0

10

20

30

40

50

60

70

80

90

2001 2002 2003 2004 2005 gennaio-novembre 2006

2001 85 35 14,6 13,3 2,7

2002 86,6 32,9 15,7 13 3,7

2003 67,2 36,7 19,4 14,8 4,9

2004 78 35,9 21,7 14,6 4,7

2005 78 37,5 21,4 15,2 6,4

gennaio-novembre 2006 82,3 37,5 25,6 14,6 6,2

grano patatebarbabietole da zucchero

verduresemi di girasole

Fonte: Elaborazione ICE MOSCA su dati Rosstat/Gosko mstat, gennaio 2007

Russia: Produzione dei principali prodotti agricoli in milioni di tonnellate

Milioni tonnellate

2001 2002 Var.% 2003 Var.% 2004 Var. %

2005 Var.% 10 mesi 2006

Var.%

Grano 85,2 86,6 +1,6 67,2 -22,4 78 +16,0 78,0 +0 82,3 -0,7 Patate 35 32,9 -6 36,7 +11,5 35,9 -2,1 37,5 +1,3 37,5 +1,5 Barbabietole da zucchero

14,6 15,7 +7,5 19,4 +23,5 21,7 +11,8 21,4 -1,3 25,6 +28,8

Verdure 13,3 13 -2,2 14,8 +14,6 14,6 -1,3 15,2 +4,1 14,6 -0,7 Semi di girasole 2,7 3,7 +37,0 4,9 +32,4 4,7 -4,0 6,2 +31,9 6,2 +4,2

Fonte: Elaborazione ICE MOSCA su dati Rosstat/Gosko mstat, gennaio 2007

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39

Andamento % della produzione di alcuni dei principa li prodotti agricoli nel 2003-2006

-22,3

16

0

-0,7

11,5

-2,1

1,31,5

23,5

11,8

-1,3

28,8

14,6

-2

4,1

-0,7

32,4

-4

31,9

4,2

-30

-20

-10

0

10

20

30

40

grano patate barbabietole dazucchero

verdure semi di girasole

2003 2004 2005 10 mesi 2006

Fonte: Elaborazione ICE MOSCA su dati Rosstat, gen naio 2007

Le previsioni del Ministero dell’Economia del gennaio 2001, che dopo una crescita produttiva del 7.5% nel 1999 e del 7,1% nel 2000, indicavano nel periodo 2001-2003 un’ulteriore crescita dell’agroalimentare russo di oltre il 15%, cioè almeno il 5% all’anno, si sono sostanzialmente avverate, ed anzi sono state inferiori ai risultati effettivi, con la crescita dell’8% nel 2001 ed una del 7,2% nel 2002, mentre nel 2003 la crescita è stata del 6,9% percento, ma nel 2004 è poi scesa al 4 percento. Tuttavia nel 2005 la produzione (inclusi tabacchi e bevande) è riaumentata del 4,4 percento rispetto al 2004, mentre nel 2006, rispetto al 2005, la produzione agroalimentare è cresciuta del 5,4 p ercento.

Russia: andamento della industria agroalimentare in % rispetto all’anno o al periodo precedente

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40

-1.9

7.5 7.18

7.2 6.9

4 4.45.4

-2

0

2

4

6

8

1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Rosstat/ Gosk omstat della F.R., gennaio 2007 Analizzando ora la produzione agricola, nel 2001 essa è stata di 961 miliardi di rubli e nel 2002 si è arrivati a 1029 miliardi di rubli a prezzi correnti. Nel 2003 la produzione agricola ha registrato un +1,4% rispetto al 2002 attestandosi su 1.156,4 miliardi di rubli, mentre nel 2004 è aumentata del 3,1% (scontando l’inflazione), arrivando a 1.344,6 miliardi di rubli.

309.2 307.6

607.1774.5

9611,029

1156.41344.6

1501 1617.1

0

500

1000

1500

2000

1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006

Andamento della produzione agricola in Russia nel 1 997-2006 (in miliardi di rubli)

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Rosstat/ Gosk omstat della F.R., gennaio 2007

Nel 2005 è poi cresciuta del 2,4%, raggiungendo i 1.501 miliardi di rubli, cioè al cambio ufficiale 53,0 miliardi di dollari; nel 2006 la produzione agricola è stata di 1.617,1 miliardi di rubli, con una crescita del 2,8%, e qui ndi, al cambio medio annuo, quasi 60 miliardi di dollari . Russia: andamento della produzione agricola nel 200 3-2006 in miliardi di dollari (al cambio

ufficiale medio)

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41

37.6

47.353

60

0

10

20

30

40

50

60

70

2003 2004 2005 2006

miliardi di dollari

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Rosstat/ Gosk omstat della F.R., gennaio 2007

Russia: crescita percentuale della produzione agric ola in % rispetto allo stesso periodo

dell’anno precedente

0,3

5

3,2 3,2 3,1

0,5

3,32,6

1,62,4

0,8

2,22,8

-0,3 -0,30,6

11,3

-1

0

1

2

3

4

5

6

I trimestre II trimestre III trimestre gennaio-settembre

gennaio-novembre

12 mesi

2004 2005 2006

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Rosstat della F.R., gennaio 2007

E’ poi interessante uno sguardo d’insieme alla struttura delle vendite di prodotti agroalimentari negli ultimi tre anni. Mentre non bisogna lasciarsi ingannare dagli alti tassi di crescita nel 2000 di verdura, olio vegetale e patate, che hanno un’incidenza percentuale di meno del 6% sul valore totale, le vendite complessive di generi alimentari sono continuate a crescere, dal 7,3% nel 2000 al 7,2% nel 2001, e fino al 9,9% nel 2002, con un andamento più stabile ed omogeneo tra i vari prodotti, come si può osservare dal grafico. Secondo i nuovi dati ufficiali russi, rivisti e pubblicati a febbraio 2007, nel 2003 si sono venduti prodotti alimentari per 2.088,5 miliardi di rubli, cioè il 7,5% in più di quanto se ne era venduti nel 2002. Nel 2004 le vendite sono aumentate del 10,4% fino a 2.556,4 miliardi di rubli, per crescere ulteriormente del 10,8% nel 2005, quando sono state pari a 3.228 miliardi di rubli. Per fine 2006 si sono venduti prodotti alimentari per quasi 3.932 miliardi di rubli (+10,2%), pari al cambio medio annuo, a 145,6 miliardi di dollari.

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Russia: Andamento delle vendite di prodotti aliment ari nel 2000-2006

7,3 7,2

9,9

7,5

10,4 10,810,2

0

2

4

6

8

10

12

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006

Fonte: elaborazione e stime ICE MOSCA su dati Rosst at della F.R., febbraio 2007

Si nota quindi un leggero rallentamento nel tasso di sviluppo delle vendite di alimentari nel 2005-2006, ma esso corrisponde all’evoluzione anche in Russia verso una moderna e più affluente società dei consumi, dove le vendite di beni durevoli, aumentate del 15,6% nel 2006, rispetto al 14,7% del 2005, tendono a prevalere sui consumi alimentari.

Russia: struttura della vendita al minuto dei prod otti alimentari e non alimentari nel 2003, 2004, 2005 , 2006

46.3 45.6 45.7 45.6

54.453.7 54.354.7

40

45

50

55

60

2003 2004 2005 2006

prodotti alimentari prodotti non alimentari

Fonte: elaborazione e stime ICE MOSCA su dati Rosst at/ Goskomstat della F.R., gennaio 2007

Le importazioni e esportazioni di prodotti agro-a limentari in Russia 1

1) In tutte le tabelle sulle importazioni i vari pa esi sono allineati secondo il valore delle loro imp ortazioni nell’anno 2006. Nel solo 2001 le importazioni dalla Bielorussia, ch e prima e dopo per il particolare regime doganale di questa repubblica con la Russia, non venivano inserite tra i paesi importatori, sono state calcolate dal C omitato Statale delle Dogane insieme agli altri paesi.

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Nel 1997, l’anno prima della crisi finanziaria in Russia, i prodotti d'importazione avevano occupato una posizione importante sul mercato interno. La percentuale dell'olio importato è stata pari al 60%, quella del formaggio al 49%, del cioccolato al 45%, della pasta al 40%, della margarina al 37%, della carne in scatola al 36,7%, del burro al 30%, dei salumi al 24%, della maionese al 34%, delle bibite al 30%, e delle caramelle al 23 percento. Nel 1998-99, dopo la crisi, tali percentuali sono sensibilmente diminuite, e solo dal 2000 si è avuta una notevole ripresa delle importazioni Russia: importazione di prodotti alimentari (codice 1-24) in miliardi di dollari nel 2003-2006

11.3 12.816.2

8.7

20.1

0

5

10

15

20

25

2003 2004 2005 6 mesi 2006 2006 (prev.)

miliardi di dollari

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato Stat ale delle Dogane russo, gennaio 2007

Nel 2003 si è arrivati a 11,3 miliardi di dollari (21,5% del totale) , nel 2004 si è saliti a 12,8 miliardi di dollari (18,6% del totale import), per arrivare con un ulteriore incremento nel 2005 a 16,2 miliardi di dollari (17,5% del totale). Nei primi sei mesi del 2006 le importazioni alimentari sono state pari a 8,734 mil iardi di dollari . Questo considerando anche come avviene nelle statistiche russe oltre ai prodotti alimentari anche il tabacco, mentre le stime sull’intero 2006 arrivano a 20,1 miliardi di dollari. Se prendiamo in considerazioni solo i codici 1-23, escludendo il tabacco, le importazioni per il 2003 sono state pari a 10,557 miliardi di dollari, per il 2004 a 12,055 miliardi e nel 2005 a 15,391 miliardi di dollari. Nei primi sei mesi del 2006 sono state pari a 8,275 miliardi di dollari, e le stime 2006 sono di 19,2 miliardi.

Le esportazioni agro-alimentari Per quanto riguarda le esportazioni agricole russe (forti nei settori del pesce e cereali), esse sono diminuite da 1,6 a 1 miliardo di dollari nel 1996-1998, e sono ancora scese a 762 milioni di dollari nel 1999, poiché le imprese russe hanno dovuto far fronte soprattutto alla domanda agroalimentare interna. Nel 2000 la situazione è invece nettamente migliorata, e le esportazioni agroalimentari sono quasi triplicate, risalendo a quasi 1,3 miliardi di dollari e l’1,6% delle esportazioni complessive. Hanno poi continuato ad aumentare tanto che nel 2003 le esportazioni hanno oltrepassato, con un aumento del 23,5% rispetto al 2002, i 2,6 miliardi di dollari, coprendo però solo il 2,1% dell’export totale.

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Nel 2004 le esportazioni di prodotti alimentari hanno raggiunto i 2,4 miliardi di dollari, con una riduzione rispetto al 2003 del 7,8%; da notare come l’incidenza sul totale delle esportazioni russe sia scesa nel 2004 all’1,4 percento. Nel 2005 le esportazioni di prodotti alimentari (codici 1-24), e in particolare di grano, si sono riprese, e hanno raggiunto i 3,9 miliardi di dollari , con una incidenza pari all’1,7% del totale esportazioni. Nel primo semestre 2006 esse sono state pari a 1,81 7 miliardi di dollari, cioè il 21,1% in più che non nel primo semestre 2005, mentre le p revisioni 2006 arrivano a 4,8 miliardi di dollari e una crescita del 23 percento .

Russia: esportazione di prodotti alimentari in mili ardi di dollari nel 1998-2006

1 0.71.3

1.8 2.12.6 2.4

3.9

1.8

4.8

0

1

2

3

4

5

6

1998

1999

2000

2001

2002

2003

2004

2005

Prim

ose

mes

tre

2006 20

06

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato Stat ale delle Dogane russo, gennaio 2007

Una buona parte delle esportazioni di prodotti alimentari russi continua ad essere diretta verso i paesi ex-sovietici membri della Csi. Nei primi sei mesi del 2006 l’incidenza dell’export verso i paesi Csi era stata pari al 48,0% del totale export prodotti alimentari.

Russia: andamento delle esportazioni agroalimentari russe nel 2000-2006 in % calcolata sul valore in dollari rispetto all’ anno precedente

71

38.4

16.623.8

16.3

57.4

21.1 23

0

10

20

30

40

50

60

70

80

2000 2002 2004 Primosemestre

2006

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato Stat ale delle Dogane russo, gennaio 2007

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Russia: esportazioni agroalimentari nel 2000-2006 in % calcolata sul valore in dollari sul totale delle esportazioni

1,61,5

2,22,1

1,51,7

1,3

0

0,5

1

1,5

2

2,5

2000 2001 2002 2003 2004 2005 Primosemestre

2006

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato Stat ale delle Dogane russo, gennaio 2007

Le esportazioni agro-alimentari russe dal 2002 al 2006 (in milioni di dollari Usa) codici 1-24

2002 2003 Var.%

2003 Su 2002

2004 Var.% 2004 Su 2003

2005 Var.% 2005 Su 2004

Primo sem.2006

Var. % Su I sem. 2005

Bestiame, codice doganale 01

4,6 8,2 +78,2 8,1 -1,2 3,4 -58,0 1,993

+ 52,0

Carne, codice doganale 02

2,5 1,8 -28 1,8 +0 4,6 +2,5 volte

3,463 +57,3

Pesce, codice doganale 03

383,5 408,0 +6,3 326,3 -20,0 456,6 +39,9 161,2 +0,8

Cereali, codice doganale 10

993,7 1.111,6 +11,8 646,2 -41,8 1.350,6 +2,0 volte

458,1 -1,5

Semi oleosi, codice doganale 12

26,2 84,1 +47,2 54,5 -35,1 87,7 +60,9 32,5 +94,1

Grassi ed oli animali e vegetali, codice doganale 15

57,1 70,8 +23,9 131,4 +85,5 241,1 +83,4 250,9 +94,1

Totale esportazioni russe in milioni di dollari

100.311 126.053,8 +25,5 170.381,2 +35,2 231.125,8 +35,6 136.742 +29,8

Esportazioni agroalimentari , codici doganali 1-24,

2.173,3 2.690,1 +23,7 2.478,7 -7,8 3.903,2 +57,4 1.817 +21,1

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in milioni di dollari Esportazioni agroalimentari, codici doganali 1-24, in % sul totale

2,2 2,1 1,5 1,7 1,3

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato Stat ale delle Dogane russo, gennaio 2007 Russia: incidenza delle esportazioni verso i paesi della Csi sul totale delle esportazioni agroalimentari nel 2003-2005

35%41%

48%42.90%

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

2003 2004 2005 primo semestre2006

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della F.R., gennaio 2007

LE IMPORTAZIONI

Pesci commestibili, secchi, salati o in salamoia, a ffumicati, farine, polveri Le importazioni di pesci commestibili, secchi salati o in salamoia, farine, polveri (codice doganale 0305) , sono state nel 2005 pari a 28,209 milioni di dollari, cioè più del doppio che non nel 2004 quando erano state di 12,837 milioni ( il 51,7% in più che nel 2003, quando esse erano state di soli 8,461 milioni di dollari).

Russia: importazioni di pesci commestibili,secchi, salati o in salamoia, farine, polveri, codice doganale 0305, in milioni di dollari nel 200 3-2005

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2003 2004 2005

milioni di dollari

8,46112,837

28,209

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato stat ale delle Dogane russo, gennaio 2007

L’Italia non è presente in nessuna delle voci del codice 0305 Diamo ora le importazioni nel 2005 per i vari setto ri all’interno del codice 0305 Codice Prodotto Migliaia

di dollari Principali fornitori

030510 Farina di pesce commestibile

3,4 n.d.

030520 Fegato, caviale e pezzi di pesce essiccati, affumicati, salati o in salamoia

2.112 Usa con 1,730 milioni e l’81,0% del mercato, il Giappone con 290.600 dollari e il 13,7% del mercato, Canada con 51.500 dollari e il 2,45 del mercato.

030530 Filetti di pesci, essiccati

358,9 Cina con 290.700 dollari (80,9% del mercato)

030541 Salmone dell’Oceano 52,1 n.d.

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Pacifico, dell’Atlantico, del Danubio

030542 Arringa affumicata, compresi filetti

0,6 n.d.

030549 Altro pesce affumicato 918,8 Estonia con 458.300 dollari e il 49,8% del mercato, Cina con 168.800 dollari (18,3%), Finlandia con 99.900 dollari (10,8%), Kazakhstan con 1.400 dollari (0,1%)

030551 Merluzzo secco, salato o non salato, ma non affumicato

1,6 n.d.

030559 Altro pesce secco, salato o non salato, ma non affumicato

24.361 Tailandia con 10,838 milioni di dollari e il 44,4% del mercato, Cina con 7,196 milioni (29,5%), Vietnam con 4,494 milioni (18,4%), Kazakhstan con 1,756 milioni (7,2%), Uzbekistan 11.000 dollari (0,04%)

030563 Acciughe, salate, non seccate,non affumicate

22,8 La Georgia è l’unico fornitore con 22.800 dollari

030569 Altro pesce salato, ma non secco né affumicato

107,5 Il Kazakhstan con 102.600 dollari ed il 95,4% del mercato

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato stat ale delle Dogane russo, gennaio 2007

I formaggi La produzione e le importazioni Il 60% all’incirca del formaggio russo è prodotto nel Distretto federale centrale e in quello del Volga, ma anche nel distretto Nord Occidentale, a Novgorod e a Pskov, malgrado le condizioni climatiche meno favorevoli vi sono alcuni caseifici. Ai primi posti per la produzione dei formaggi stagionati, duri sono la regione di Voronezh nel Distretto federale Centrale e i Territori di Altaj in Siberia e Krasnodar nel Distretto Meridionale. Nell’industria lattiero-casearia, dopo un calo del 10,4% della produzione russa nel 1997, in corrispondenza ad un picco delle importazioni di formaggi pari a 165 milioni di dollari, il 1998 ha visto una produzione stabile intorno alle 165.000 tonnellate, mentre le importazioni sono scese del 40,4%, a meno di 98 milioni di dollari. Nel 1999, anno in cui le importazioni sono scese ulteriormente, la produzione russa di formaggi è finalmente aumentata del 10,9%, arrivando a 183 milioni di tonnellate. La crescita è continuata stabilmente e nel 2003 si è arrivati a 349.000 tonnellate , mentre nel 2004 la produzione è stata di 352.000 tonnellate , cioè lo 0,8% in più che non nel 2003. Nel 2005 la produzione è stata di 371.000 tonnellate (+5,4%), e nel 2006 ha raggiunto le 405.000 tonnellate (+7,2%). Le importazioni sono letteralmente esplose dal 2001, quando sono state pari a 207,1 milioni di dollari (più del doppio dei valori del 1998). Dopo un aumento del 13% nel 2002 rispetto al 2001, nel 2003 con un ulteriore aumento del 51% rispetto al 2002, si è arrivati a 355,1 milioni di dollari .

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Nel 2004 le importazioni sono salite a 462,2 milion i di dollari (+ 30,1%) per arrivare poi nel 2005 a 661,4 milioni di dollari (+43,1%). Nel primo semest re 2006 hanno registrato invece una flessione (-13,8%) scendendo da 280,2 milioni di dollari nel primo semestre 2005 a 241,4 milioni di dollari.

Russia: importazioni di formaggi nel 2003- 2005 in migliaia di dollari

(codice doganale 0406) Paese 2003 Var.% 2004 Var.%

2004 Su 2003

% sul totale 2004

2005 Var. % 2005 su 2004

% sul Totale

Totale 355.157 100 462.228 +30,1 100 661.452 +43,1 100 Ucraina 121.330 34,1 211.987 +74,7 45,8 314.093 +48,1 47,4 Germania 103.486 29,1 87.816 -15,0 18,9 130.716 +48,8 19,7 Finlandia 49.543 13,9 42.456 -14,3 9,1 52.447 +23,5 7,9 Lituania 15.575 4,3 25.485 +63,6 5,5 43.497 +70,6 6,5 Olanda 16.324 4,5 17.287 +5,8 3,7 25.955 +50,1 3,9 Francia 12.171 3,4 15.131 +24,3 3,2 22.244 +47,0 3,3 Argentina 890 0,25 8.721 +9,7

volte 1,8 15.019 +72,2 2,2

Polonia 15.910 4,4 20.024 +25,8 4,3 14.242 -28,8 2,1 Uruguay 280 0,07 512 +82,8 0,1 6.875 +13,4

volte 1,03

Nuova Zelanda

4.224 1,18 7.410 +75,4 1,6 4.440 -40,0 0,67

Austria 2.418 0,68 3.067 +26,8 0,66 4.100 +33,6 0,61 Estonia n.d. -- 1.302 -- 0,28 3.925 +3,0

volte 0,593

Danimarca 5.941 1,6 3.289 -44,6 0,71 3.911 +18,9 0,5913 Armenia 1.084 0,30 1.071 -1,1 0,23 3.596 +3,3

volte 0,54

Italia 1.610 0,45 2.112 +31,1 0,45 3.050 +44,4 0,46 Ungheria n.d. -- n.d. -- -- 2.147 -- 0,32 Kazakhstan 776 0,2 780 +0,5 0,16 1.656 +2,1

volte 0,25

Svezia 2.015 0,56 3.443 +70,8 0,74 1.244 -63,8 0,18 Canada n.d. -- n.d. -- -- 1.061 -- 0,16

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato statale delle Dogane della Federazione russa, genn aio 2007

Nel 2005 L’Ucraina, passata dal 2003 al primo posto davanti alla Germania, continua a mantenere la sua posizione leader, con ben 314 milioni di dollari di forniture e il 47,4% del mercato. La Germania, malgrado un aumento del 48,1%, rimane seconda con 130,7 milioni e il 19,7% del mercato, seguita da Finlandia e Lituania con rispettivamente 52,4 milioni e 43,4 milioni di dollari. Oltre 20 milioni di forniture li hanno anche Olanda (3,9% del mercato) e Francia (3,3%). Nel 2005 hanno aumentato considerevolmente le proprie esportazioni l’Argentina (+72,2%) settimo paese, l’Uraguay (+13,4 volte) nono paese, l’Estonia (+3,0 volte) dodicesimo paese e l’Armenia (+3,3 volte) quattordicesimo paese. L’Italia è il quindicesimo paese e con un aumento del 44,4% ha raggiunto i 3,0 milioni di dollari e lo 0,46% del mercato, ma ricopre comunque un ruolo marginale , non corrispondente alle sue capacità. Taluni formaggi italiani, come mozzarella da un lato e parmigiano dall’altro, godono di una buona immagine in Russia, anche se risultano di

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prezzo troppo elevato. Per quanto riguarda però la mozzarella e formaggi analoghi, ricordiamo come esistano già in Russia vari produttori che immettono sul mercato questo tipo di prodotto, realizzato con macchinari e tecnologie di origine italiana. Tuttavia la qualità del prodotto spesso lascia a desiderare, rispetto ai livelli abituali riscontrabili in Italia. Occorre tenere presente che, anche se non segnalate dalle statistiche ufficiali del Comitato delle dogane russe, le esportazioni di formaggi bielorussi sono anche per il 2005 senz’altro superiori ai 42 milioni di dollari e insieme a quelle della Ucraina sono per lo più della fascia bassa di mercato.

Russia: principali paesi fornitori di formaggi nel 2005 in % calcolata sul valore in dollari (codice doganale 0406)

Austria 0,61%

Uruguay 1,03%

Polonia 2,1%

Argentina 2,2%

Francia 3,3%

Estonia 0,59% Danimarca 0,59%Nuova Zelanda 0,67%

Armenia 0,54%

Italia 0,46%

restanti paesi 2,51%

Olanda 3,9%

Lituania 6,5%Finlandia 7,9% Germania 19,7%

Ucraina 47,4%

Fonte: elaborazione di ICE MOSCA su dati del Comita to statale delle Dogane della Federazione russa, ge nnaio

2007

Russia: principali paesi fornitori di formaggi, cod ice doganale 0406, in milioni di dollari nel 2005

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3,05

3,596

3,911

3,925

4,1

4,44

6,875

14,242

15,019

22,244

25,955

43,947

52,447

130,716

314,093

0 50 100 150 200 250 300 350

Italia

Armenia

Danimarca

Estonia

Austria

Nuova Zelanda

Uruguay

Polonia

Argentina

Francia

Olanda

Lituania

Finlandia

Germania

Ucraina

Fonte: elaborazione di ICE MOSCA su dati del Comita to statale delle Dogane della Federazione russa, ge nnaio

2007

Nel primo semestre 2006 la Germania con 77,6 milioni di dollari (+28,9% rispetto al semestre 2005) e il 32,1% del mercato ritorna al primo posto, seguita dalla Ucraina, che ha invece registrato un calo del 67,6% e con 43 milioni di dollari ha il 18,1% del mercato. La Lituania con un aumento dell’84,4% diventa il terzo paese con 31,1 milioni di dollari e il 12,9% del mercato, mentre la Finlandia scende al quarto posto con 27,3 milioni e l’11,3% del mercato. Vengono poi l’Olanda, salita da 8,2 milioni di dollari nel primo semestre 2005 a ben 16, 2 milioni di dollari e la Francia, che ha invece registrata una flessione del 6% sulle sue esportazioni e detiene con 10 milioni di dollari il 4,13% del mercato. A ruota la segue l’Argentina con 9,9 milioni di dollari e il 4,12% del mercato. L’Estonia continua ad incrementare le proprie esportazioni (+3,3 volte) e diviene il nono paese con 4,7 milioni di dollari. Occorre comunque notare che in epoca sovietica proprio i paesi baltici erano i grandi fornitori di formaggi e il formaggio “estone” era uno dei più diffusi sulle tavole moscovite. L’Italia raddoppiando le proprie esportazioni sale da 1,0 milioni di dollari a 2,4 milioni di dollari nel primo semestre 2006 e raggiunge l’1,02% del mercato, divenendo l’undicesimo paese. L’Armenia che nel 2005 aveva triplicato le proprie esportazioni, nel primo semestre 2006 ha invece avuto un calo del 70,2% scendendo da 1 milione a 296.000 dollari.

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52

Russia: importazioni di formaggi nel primo semestre 2006 in migliaia di dollari (codice doganale 0406)

Paese 2005

I trimestre

2005 II trimestre

2005 I semestre

2006 I trimestre

2006 II Trimestre

2006 I Semestre

Var.% I sem.2006 Su I sem.2005

% Sul Totale

TOTALE 124.463 155.755 280.218 105.414 136.016 241.430 -13,8 100 Germania 25.207 26.668 60.197 36.619 40.996 77.615 +28,9 32,1 Ucraina 57.117 78.483 135.600 14.825 29.108 43.933 -67,6 18,1 Lituania 7.419 9.470 16.889 13.096 18.057 31.153 +84,4 12,9 Finlandia 11.458 13.466 24.924 11.903 15.417 27.320 +9,6 11,3 Olanda 3.684 4.541 8.225 6.803 9.455 16.258 +97,6 6,7 Francia 6.151 4.586 10.737 4.516 5.571 10.087 -6,0 4,13 Argentina 5.280 3.042 8.322 6.293 3.657 9.950 +19,5 4,12 Polonia 1.779 4.088 5.867 2.689 2.193 4.882 -16,7 2,02 Estonia 125 1.287 1.412 1.665 3.054 4.719 +3,3 volte 1,9 Austria 690 896 1.586 1.205 1.340 2.545 +60,4 1,05 Italia 448 635 1.083 1.076 1.404 2.480 +2,2

volte 1,02

Nuova Zelanda

2.041 800 2.841 600 541 1.141 -59,8 0,47

Armenia 262 738 1.000 215 83 296 -70,2 0,12 Fonte: elaborazione di ICE MOSCA su dati del Comita to statale delle Dogane della Federazione russa, ge nnaio

2007

Russia: principali paesi fornitori di formaggio (co dice doganale 0406) in % calcolata sul valore in dollari nel primo semestre 2006

Austria 1,05%Estonia 1,9%

Polonia 2,02%

Italia 1,02%

Argentina 4,12%

Olanda 6,7%

Francia 4,13%

Nuova Zelanda 0,47% restanti paesi

4,2%

Finlandia 11,3% Lituania 12,9%

Ucraina 18,1%

Germania 32,1%

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53

Fonte: elaborazione di ICE MOSCA su dati del Comita to statale delle Dogane della Federazione russa, ge nnaio 2007

Russia: principali paesi fornitori di formaggio (co dice doganale 0406) in milioni di dollari

nel primo semestre 2006

1,141

2,48

2,545

4,719

4,882

9,95

10,087

16,258

27,32

31,153

43,933

77,615

0 10 20 30 40 50 60 70 80 90

Nuova Zelanda

Italia

Austria

Estonia

Polonia

Argentina

Francia

Olanda

Finlandia

Lituania

Ucraina

Germania

Fonte: elaborazione di ICE MOSCA su dati del Comita to statale delle Dogane della Federazione russa, ge nnaio

2007

Russia: importazioni di formaggi freschi (non ferme ntati o stagionati) incluso il formaggio di siero di latte e ricotta nel 2003-2005 in miglia ia di dollari

(codice doganale 040610) Paese 2003 % sul

totale 2004 Var.%

2004 Su 2003

% sul totale 2004

2005 Var. % 2005 su 2004

% sul Totale

Totale 11.240 100 26.139 +132,5 100 41.204 +57,6 10 0 Germania 5.795 51,5 7.817 +34,8 29,9 10.658 +36,3 25,8 Polonia 2.275 20,2 11.530 +406,8 44,1 8.558 -25,7 20,7 Ucraina 248 2,2 623 +151,2 2,38 6.341 +10,1

volte 15,3

Lituania 506 4,5 1.999 +295,0 7,6 4.012 +2,0 volte

9,7

Francia 703 6,2 1.144 +62,7 4,3 3.843 +3,3 volte

9,3

Finlandia 942 8,3 1.388 +47,3 5,3 2.506 +80,5 6,08 Ungheria n.d. -- n.d. -- -- 2.147 -- 5,2

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54

Italia 496 4,4 845 +70,3 3,2 1.472 +74,2 3,5 Bulgaria 156 1,4 415 +166,0 1,58 634 +52,7 1,5 Danimarca n.d. -- 193,6 -- 0,7 538 +2,7

volte 1,3

Fonte:elaborazione di ICE MOSCA su dati del Comitat o statale delle Dogane della Federazione russa, gen naio 2007

Per quanto riguarda i formaggi freschi, non fermentati né stagionati incluso ricotta (codice 040610), fermo restando che presumibilmente la Bielorussia continua ad esportare formaggi di questo tipo circa nella stessa quantità del 2001, quando ne esportava per 16,08 milioni di dollari, ma che i suoi dati non vengono inclusi nelle statistiche del Comitato statale delle dogane russe, nel 2005 si è registrato rispetto al 2004 un incremento del 57,6 %, raggiungendo i 41,2 milioni di dollari: dal 2003 al 2005 le importazioni per questo sottocodice sono quindi più che triplicate La Germania sale al primo posto, scavalcando la Polonia, e con 10,6 milioni di dollari (+36,3% rispetto al 2004) ha il 25,8% del mercato, ma nel 2003 ne aveva il 51,5 percento. La Polonia scende quindi al secondo posto e con 8,5 milioni di dollari (-25,7% rispetto al 2003) ha il 20,7% del mercato.

L’Italia che pure ha aumentato le sue forniture, passando da 71.000 dollari nel 2000 a 1,4 milioni di dollari nel 2005 ha solo il 3,5% del mercato ed è all’ottavo posto tra i paesi fornitori. L’Ungheria che non figurava negli anni precedenti con 2,1 milioni di dollari ha oltre il 5% del mercato e precede l’Italia.

Russia: principali paesi fornitori di formaggi fres chi (non fermentati o stagionati) incluso formaggio di siero di latte e ricotta nel 2005 in m ilioni di dollari (codice doganale 040610)

0,538

0,634

1,472

2,147

4,012

6,341

8,558

10,658

3,843

0 2 4 6 8 10 12

Danimarca

Bulgaria

Italia

Ungheria

Francia

Lituania

Ucraina

Polonia

Germania

Fonte:Elaborazione di ICE MOSCA su dati del Comitat o statale delle Dogane della Federazione russa, gen naio

2007

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55

Russia: importazioni di formaggi grattugiati o in p olvere di tutti i tipi nel 2003-2005 in migliaia di dollari (codice doganale 040620)

Paese 2003 % sul

Totale 2003

2004 Var.% 2004 Su 2003

% sul totale 2004

2005 Var. % 2005 su 2004

% sul Totale

Totale 1. 942 100 2.591 +33,4 100 1.804 -30,3 100 Polonia 279 14,3 321 +15,0 12,3 526 +63,8 29,1 Ucraina 1.249 64,3 1.219 -2,4 47,0 465 -61,8 25,7 Danimarca 165 8,4 707 +328,4 27,2 325 -54,0 18,0 Italia 86 4,4 108 +25,5 4,1 133 +23,1 7,3 Francia 72 3,7 95 +31,9 3,6 131 +37,8 7,2 Germania 58 2,9 68 +17,2 2,6 n.d. -- --

Fonte: elaborazione di ICE MOSCA su dati del Comita to statale delle Dogane della Federazione russa, ge nnaio 2007

Per quanto riguarda l’importazione di formaggi grattugiati o in polvere (codice doganale 040620) nel 2005 con un calo rispetto al 2004 del 30,3% si è scesi da 2,5 milioni a 1,8 milioni di dollari.

La Polonia sale al primo posto e con 526.000 dollari (+63,8%) ha il 29,1% del mercato. L’Ucraina registrando un calo del 61,8% scende al secondo posto e con 465.000 dollari ha il 25,7% del mercato. La segue la Danimarca, che ha anche essa registrato un calo pesante, -54,0% e con soli 325.000 dollari è il terzo paese.

L’Italia è al quarto posto con appena 133.000 dollari (+23,1% rispetto al 2004) e il 4,1% del mercato. Viene subito dopo la Francia con 131.000 dollari e il 7,2% del mercato.

Russia: importazioni di formaggi fusi, esclusi quel li grattugiati o in polvere nel 2003-2005 in

migliaia di dollari (codice doganale 040630) Paese 2003 % sul

Totale 2004 Var.%

2004 Su 2003

% sul totale 2004

2005 Var. % 2005 su 2004

% sul Totale

Totale 45.891 100 36.243 -21,0 100 40.781 +12,5 100 Finlandia 26.820 58,3 24.269 -9,5 66,9 28.929 +19,2 70,9 Francia 5.875 12,8 6.490 +10,4 17,9 6.710 +3,3 16,4 Ucraina 1.198 2,60 2.008 +67,6 5,5 1.927 -4,0 4,7 Belgio n.d. -- n.d. -- -- 826 -- 2,0 Romania n.d. -- n.d. -- -- 757 -- 1,8

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56

Polonia 6.232 13,5 2.634 -57,7 7,2 712 -72,9 1,7 Germania 5.388 11,7 523 -90,2 1,4 644 +23,1 1,5 Lituania 123 0,26 152 +23,5 0,4 110 -27,6 0,26 Italia n.d. -- n.d. -- -- 63 -- 0,15

Fonte:Elaborazione di ICE MOSCA su dati del Comitat o statale delle Dogane della Federazione russa, gen naio 2007

Le importazioni in Russia di formaggi fusi (codice doganale 040630), dopo un calo del 21% nel 2004, si stanno riprendendo e nel 2005 hanno raggiunto i 407 milioni di dollari (+12,5%). La Finlandia con 28,9 milioni di dollari (+19,2% rispetto al 2004) detiene ben il 70,9% del mercato, la segue la Francia con 6,7 milioni di dollari (+3,3%) e il 16,4% del mercato. Al quarto posto è l’Ucraina, che rispetto al 2004 ha registrato una lieve flessione, -4,0%, e con 1,9 milioni di dollari detiene il 4,7% del mercato. Tutti gli altri paesi hanno esportazioni inferiori a 900.000 dollari. Belgio e Romania, che non figuravano negli anni precedenti con rispettivamente 826.000 dollari e 757.000 dollari sono il quarto e il quinto paese. Sesta è la Polonia, che è scesa da 2,6 milioni di dollari nel 2004 a 712.000 dollari (-72,9%) nel 2005. L’Italia non presente nel 2003-2004, nel 2005 con 63.000 dollari ha lo 0,15% del mercato ed è il nono paese.

Russia: importazioni di formaggi a pasta erborinata nel 2003-2005 in migliaia di dollari (codice doganale 040640)

Paese 2003 % sul Totale

2004 Var.% 2004 Su 2003

% sul totale 2004

2005 Var. % 2005 su 2004

% sul Totale

Totale 4.403 100 5.906 +34,1 100 7.900 +33,7 100 Germania 3.340 75,8 4.528 +35,5 76,6 6.229 +37,5 78,8 Francia 456 10,3 605 +32,6 10,2 768 +26,9 9,7 Danimarca 349 7,9 415 +18,9 7,0 466 +12,2 5,8 Italia 96 2,1 183 +90,6 3,0 261 +42,6 3,3 Fonte:Elaborazione di ICE MOSCA su dati del Comitat o statale delle Dogane della Federazione russa, gen naio 2007

Le importazioni in Russia di formaggi a pasta erborinata (codice doganale 040640 ) nel 2005 sono state di 7,9 milioni di dollari (+33,7% rispetto la 2004) e la Germania con ben 6,2 milioni di dollari (+337,5%) detiene il 78,8% del mercato. L’Italia con 261.000 dollari (+42,6%) ha il 3,3% del mercato ed è il quarto paese fornitore dopo Germania, Francia e Danimarca.

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57

Russia: principali paesi fornitori di formaggi a pa sta erborinata, codice doganale 040640) nel 2005 in % calcolata sul valore in dollari (valo re totale 7,9 milioni di dollari)

Italia 3,3%

Danimarca 5,8%

Francia 9,7%

restanti paesi 2,4%

Germania 78,8%

Fonte:Elaborazione di ICE MOSCA su dati del Comitat o statale delle Dogane della Federazione russa, gen naio

2007

Russia: importazioni di altri formaggi nel 2003-2 005 in migliaia di dollari (codice doganale 040690)

Paese 2003 % sul Totale

2004 Var.% 2004 Su 2003

% sul totale 2004

2005 Var. % 2005 su 2004

% sul Totale

Totale 291.681 100 391.349 +34,1 100 569.762 +45,5 100 Ucraina 118.634 40,6 208.137 +75,4 53,1 305.359 +46,7 53,5 Germania 88.905 30,4 82.607 -7,0 21,1 113.183 +37,0 19,8 Lituania 14.946 5,12 23.334 +56,1 5,9 39.373 +70,8 6,9 Olanda 15.543 5,3 17.287 +11,2 4,4 25.955 +50,1 4,5 Finlandia 21.781 7,46 16.804 -22,8 4,2 21.013 +25,0 3,68 Argentina 890 0,3 8.721 +9,7

volte 2,2 14.942 +71,3 2,6

Francia 5.064 1,7 6.796 +34,2 1,7 10.792 +58,7 1,89 Uruguay 280 0,09 512 +82,8 0,13 6.875 +13,4

volte 1,2

Nuova Zelanda

4.224 1,4 7.410 +75,4 1,8 4.440 -40,0 0,779

Polonia 7.124 2,4 5.327 -25,2 1,36 4.406 -17,2 0,773 Austria 2.340 0,8 3.067 +31,0 0,78 4.038 +31,6 0,70 Estonia n.d. -- 1.301 -- 0,3 3.925 +3,0

volte 0,68

Armenia 1.084 0,37 1.071 -1,1 0,2 3.596 +3,3 volte

0,63

Danimarca 5.426 1,86 1.974 -63,6 0,5 2.581 +30,7 0,45 Kazakhstan 750 0,25 779 +3,8 0,19 1.656 +2,1

volte 0,29

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58

Svezia 1.919 0,6 3.433 +78,8 0,8 1.186 -65,4 0,20 Italia 930 0,31 976 +4,9 0,2 1.121 +14,8 0,1967 Lettonia 72 0,02 345 +4,7

volte 0,088 1.120 +3,2

volte 0,1965

Canada n.d. n.d. n.d. -- -- 1.061 -- 0,18 Fonte: elaborazione di ICE MOSCA su dati del Comita to statale delle Dogane della Federazione russa, ge nnaio

2007 Le importazioni in Russia di altri formaggi (codice doganali 040690) nel 2005 sono salite a 569,7 milioni di dollari (+45,5% rispetto al 2004). L’Ucraina continua ad essere il paese leader con 303,3 milioni di dollari e il 53,5% del mercato, seguita ma a distanza dalla Germania con 113,1 milioni di dollari e il 19,8% del mercato. Lituania, Olanda e Finlandia detengono rispettivamente il 6,9%, il 4,5% e il 3,6% del mercato. L’Italia con 1,1 milione di dollari e lo 0,19% del mercato è il diciassettesimo paese fornitore.

Russia: principali paesi fornitori di altri formagg i (codice doganale 0699) nel 2005 in % calcolata sul valore in dollari

Austria 0,70% Estonia 0,68% Armenia 0,63% Danimarca 0,45%

Uruguay 1,2%

Polonia 0,773%Kazakhstan 0,29%

Nuova Zelanda 0,779%

Svezia 0,20%Italia 0,1967%

Francia 1,89%Argentina 2,6%

Olanda 4,5%

Finlandia 3,6%Ucraina 53,5%

Lituania 6,9%Germania 19,8%

restanti paesi 2,2%

Fonte: elaborazione di ICE MOSCA su dati del Comita to statale delle Dogane della Federazione russa, ge nnaio

2007

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59

Russia: struttura delle importazioni di formaggio n el 2005 in milioni di dollari

1,804

7,9

40,781

41,204

569,762

0 100 200 300 400 500 600

formaggi grattugiati(cod.040620)

formaggi erborinati(cod.040640)

formaggi fusi(cod.040630)

formaggi freschi(cod. 040610)

altri formaggi(cod.040690)

2005

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato statale delle Dogane della Federazione russa, genna io 2007

Russia: struttura delle importazioni di formaggio n el 2005 in % calcolata sul valore in dollari

formaggi erborinati, cod. 040640, 1,19%

formaggi grattugiati, cod. 040620, 0,27%formaggi fusi, cod.

040630, 6,1%

formaggi freschi, cod.040610, 6,2%

altri formaggi, cod. 040690, 86%

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato statale delle Dogane della Federazione russa, genn aio

2007 Le esportazioni di formaggi La Russia non esporta molto formaggi, anche se sta comunque incrementando le proprie forniture. Nel 2003 ha esportato formaggi (codice 0406 ) per 6,268 milioni di dollari e nel 2004, con un incremento del 69,9% ne ha esportato per 10,651 milioni di dollari. Nel 2005 con un ulteriore aumento del 67,2% ne ha esportato per 17,8 milioni di dollari.

Russia: esportazioni e importazioni di formaggi nel 2003-2005 in milioni di dollari,

codice doganale 0406

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60

355,157

6,268

462,228

10,651

661,452

17,816

0100200300400500600700

importazioni esportazioni

2003

2004

2005

Fonte:elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato statale delle Dogane della Federazione russa, genna io

2007

Russia: struttura delle esportazioni di formaggio n el 2005 in % calcolata sul valore in dollari

formaggi grattugiati, cod. 040620, 0,015%

formaggi erborinati, cod. 040640, 0,005%

altri formaggi, cod. 040690, 8,1%

formaggi freschi, cod.040610,

38,7%%

formaggi fusi, cod. 040630, 52,9%

Fonte:elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato statale delle Dogane della Federazione russa, genna io

2007 Russia: valore del mercato dei formaggi nel 2003-20 06, calcolato in tonnellate

2003 2004 Var.% 2004 Su 2003

2005 Var. % 2005 Su 2004

2006 (previs.)

Produzione, tonn. 349.000 352.000 +0,8 371.000 +5,4 405.000 (+7,2%) Importazione, tonn. 178.342 212.777 +19,3 259.734 +22,0 250.000 (- 3,7%)

9 mesi 150.925 (-17,1%)

Esportazione, tonn. 3.500 5.018 +43,3 7.676 +52,9 9.000 (+17,2%) Valore mercato, tonn.

523.842 559.759 +6,8 623.058 +11,9 646.000 (+ 3,7%)

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Rosstat/Gosko mstat, Comitato doganale di Stato della F.R., genn aio 2007

Russia: produzione, importazione e esportazione di formaggi in tonnellate nel 2003-2006

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61

349000

178342

3500

352000

212777

5018

371000

259734

7676

405000

250000

90000

100000

200000

300000

400000

500000

2003 2004 2005 2006 (prev.)

produzione importazione esportazione

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Rosstat/Gosko mstat, Comitato doganale di Stato della F.R., genn aio

2007 Il valore del mercato dei formaggi in Russia nel 2003 è stato pari a 523.842 tonnellate, salendo a 559.759 tonn. nel 2004, con un incremento rispetto al 2003 del 6,8 percento. Nel 2005 è stato pari a 623.058 tonnellate , cioè l’11,9% in più che nel 2004. Le esportazioni sono salite del 52,9% rispetto al 2004 e le importazioni del 22,0%, la produzione ha registrato un aumento del 5,4 percento.

Russia: valore del mercato dei formaggi nel 2003- 2 006 in tonnellate

523,842 559,759623058 646000

0

100,000

200,000

300,000

400,000

500,000

600,000

700,000

2003 2004 2005 2006 (prev.)

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Rosstat/Gosko mstat, Comitato doganale di Stato della F.R., genn aio

2007 Anche nel 2006 il mercato dovrebbe aumentare fino a 646.000 tonnellate, cioè circa del 3,7%, ma questo soprattutto grazie alla produzione, più che alle importazioni, che in quantità potrebbero invece scendere del 3-4%, anche se in valore unitario, i valori potrebbero aumentare. Miele naturale

Russia: importazioni di miele naturale nel 2003-200 5 in milioni di dollari,

codice doganale 0409

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62

1,539

0,8720,612

0

0,5

1

1,5

2

2003 2004 2005

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato stat ale delle Dogane russo, gennaio 2007

Le importazioni in Russia di miele naturale sono in diminuzione e sono scese da 1,5 milioni di dollari nel 2003 a 872.000 dollari (-43,3%) nel 2004, per arrivare nel 2005 , con un ulteriore calo del 29,8%, a 612.000 dollari. Del resto il consumatore russo è molto orgoglioso della qualità di miele nazionale e il miele della Bashkiria è considerato di qualità più pregiata.

Se consideriamo oltre il valore anche la quantità di miele importato, si nota che mentre nel 2003 le importazioni sono state di ben 2.321 tonnellate, nel 2004 sono scese a 886 (-61,8%) e nel 2005 hanno subito un ulteriore calo del 47,1%, scendendo a 468 tonnellate.

Russia: importazioni di miele naturale nel 2003-200 5 in tonnellate

2321

886

468

0

500

1000

1500

2000

2500

2003 2004 2005

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato stat ale delle Dogane russo, gennaio 2007

Ancora bisogna tenere presente che nel 2004 e nel 2005 il miele importato proveniva per la maggior parte dai paesi della CSI: nel 2004 il 70,2% e nel 2005 il 73,4% (in % calcolata sul valore in dollari).

Russia: principali paesi fornitori di miele natural e nel 2005 in migliaia di dollari (import totale 612.200 dollari), codice doganale 0409

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63

15,6

16,3

35,5

42,5

86,3

321,6

18,1

0 50 100 150 200 250 300 350

Kazakhstan

Uzbekistan

Tadjikistan

Moldovia

Ucraina

Francia

Kirgisia

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato stat ale delle Dogane russo, gennaio 2007

L’Italia non figura tra i paesi importatori di miele naturale IL MERCATO ORTOFRUTTICOLO IN RUSSIA – Gli ortaggi Ortaggi o legumi secchi, anche tagliati in pezzi o a fette oppure tritati o polverizzati

Le importazioni in Russia di ortaggi o legumi secchi, codice doganale 0712 , sono state pari a 13,055 milioni di dollari, cioè il 43,9% in più che nel 2004 quando erano state pari a 9,069 milioni di dollari (nel 2003 erano state di 9,027 milioni).

Russia: importazioni di ortaggi o legumi secchi, co dice doganale 0712, nel 2003-2005 in milioni di dollari

9,027 9,069

13,055

0

5

10

15

2003 2004 2005

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato stat ale delle Dogane russo, gennaio 2007

Diamo qui in particolare la situazione dettagliata per i singoli sottosettori del codice 0712 nel 2005.

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64

Russia: principali fornitori di cipolla, secca, tag liata, codice 071220, in migliaia di dollari nel

2005 (import totale 3,237 milioni dollari)

881 880

688

456

161

0

200

400

600

800

1000

Tadgikistan India Uzbekistan Egitto Francia

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato stat ale delle Dogane russo, gennaio 2007

L’Italia non figura tra i paesi fornitori di cipolla seccata.

Russia: principali fornitori di funghi, tipo Agaric us, secchi, codice 071223, in migliaia di dollari nel 2005 (import totale 312.000 dollari)

Germania; 182Cina; 126

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato stat ale delle Dogane russo, gennaio 2007

L’Italia non figura tra i fornitori di funghi secchi.

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65

Russia: principali fornitori di altri funghi secchi , codice 071239, in migliaia di dollari nel 2005 (import totale 544.000 dollari)

Germania ; 69

Italia; 131

Cina; 211

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato stat ale delle Dogane russo, gennaio 2007

La Cina con 211.000 dollari è il primo paese fornitore, seguita dall’Italia, che con 131.000 dollari ha il 24,1% del mercato. Viene poi la Germania con soli 69.000 dollari. Russia: principali fornitori di altre verdure secca te, intere o tagliate a pezzi, codice 071290,

in milioni di dollari nel 2005 (import totale 8,945 milioni dollari)

1,454

0,764 0,6570,278 0,219 0,129 0,125

4,741

0

1

2

3

4

5

Cina Polonia Uzbekistan Egitto Germania Francia Usa Ungheria

milioni dollari

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato stat ale delle Dogane russo, gennaio 2007 La Cina domina questo mercato con 4,7 milioni di dollari e il 53% dell’import totale, seguita ma a distanza dalla Polonia con 1,4 milioni di dollari e il 16,2% del mercato. Tutti gli altri paesi hanno forniture inferiori al milione di dollari. L’Italia non figura tra i paesi fornitori di altre verdure secche.

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66

Patate Le importazioni di patate (codice 07019) , dopo un forte calo nel 2004, quando erano scese a 32,8 milioni di dollari (-61,9% rispetto al 2003), si sono riprese e sono di nuovo sopra gli ottanta milioni di dollari (+2,6 volte). Il Belgio, che nel 2004 era sceso a 1,9 milioni di dollari, nel 2005 con 21,8 milioni e il 24,9% del mercato è il primo paese. Lo seguono, tutti sopra i dieci milioni di dollari, Olanda, Egitto e Cina con rispettivamente il 16,1%, il 13,8% e il 13,1 percento. Viene poi l’Azerbadjan con 9,4 milioni di dollari e il 10,7% del mercato. Francia (5,6% del mercato), Germania (3,1%), Turchia (2,9%) e Polonia (2,5%) hanno forniture tra i quattro e i due milioni di dollari. L’Italia non figura tra i paesi fornitori di patate.

Russia: importazioni di patate nel 2003-2005 in mil ioni di dollari,

codice doganale 0701

86,293

32,819

87,431

0

20

40

60

80

100

2003 2004 2005

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato stat ale delle Dogane russo, gennaio 2007

Russia: importazione di patate in migliaia di dolla ri (codice doganale 0701) nel 2003-2005

Paese 2003 % sul totale

2004 Var. % % sul totale

2005 Var. %

% sul Totale

Totale 86.293 100 32.819 -61,9 100 87.431 +2,6 volte

100

Belgio 13.037 15,1 1.986 -85,0 6,05 21.806 +10,9 volte

24,9

Olanda 35.931 41,6 5.581 -84,4 17,0 14.114 +2,5 volte

16,1

Egitto 3.323 3,8 3.703 +11,4 11,2 12.109 +3,2 volte

13,8

Cina 2.135 2,4 3.046 +42,6 9,2 11.518 +3,7 volte

13,1

Azerbadjan 2.592 3,0 5.029 +94,0 15,3 9.422 +87,3 10,7 Francia 11.327 13,1 315 -97,2 0,95 4.947 +15,7

volte 5,6

Germania 2.320 2,6 1.465 -36,8 4,4 2.747 -50,7 3,1 Turchia 2.421 2,8 n.d. -- -- 2.555 -- 2,9 Polonia 6.986 7,9 3.307 -52,6 10,0 2.228 -32,6 2,5 Israele 1.030 1,19 1.158 +12,4 3,5 1.316 +13,6 1,5 Usa 954 1,10 1.195 +25,2 3,6 1.174 -1,7 1,3

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67

Lettonia 160 0,18 416 +2,6 volte

1,26 1.019 +2,4 volte

1,16

Finlandia 1.126 1,3 287 -74,5 0,87 746 +2,5 volte

0,85

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato stat ale delle Dogane russo, gennaio 2007 Russia: principali fornitori di patate nel 2005 in % calcolata sul valore in dollari

Germania 3,1%

Turchia 2,9%

Francia 5,6%

Azerbadjan 10,7%

Polonia 2,5% restanti paesi 7,3%

Cina 13,1%Egitto 13,8%

Olanda 16,1%

Belgio 24,9%

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato stat ale delle Dogane russo, gennaio 2007 Le importazioni di patate nel primo semestre 2006 sono state pari a 81,029 milioni di dollari, cioè il 20,1% in più che nel primo semestre 2005. L’Olanda, avendo aumentato del 77% le proprie forniture, è il primo paese con 19,3 milioni e il 23,8% del mercato. Vengono poi Egitto e Azerbadjan con il 20,3% e il 15,7% del mercato. La Germania è il quarto fornitore con 9,0 milioni di dollari e l’11,2% del mercato, seguita dalla Cina con 7,6 milioni di dollari. Il Belgio , paese leader nel 2005, con un calo dell’82,6%, scende al sesto posto con soli 3, 6 milioni di dollari e il 4,5% del mercato.

Russia: importazioni di patate nel primo semestre 2 006 (codice doganale 0701)

Paese 2005

I trimestre

2005 II trimestre

2005 I semestre

2006 I trimestre

2006 II Trimestre

2006 I Semestre

Var.% I sem.2006 Su I sem.2005

% Sul Totale

TOTALE 18.583 48.876 67.459 24.554 56.475 81.029 +20,1 100 Olanda 59 10.843 10.902 9.104 10.196 19.300 +77,0 23,8 Egitto 891 9.938 10.829 3.845 12.660 16.505 +52,4 20,3 Azerbadjan n.d. 8.968 8.968 n.d. 12.737 12.737 +42,0 15,7 Germania n.d. 1.360 1.360 2.541 6.548 9.098 -93,3 11,2 Cina 1.111 2.603 3.714 2.036 5.532 7.658 +2,0 volte 9,45 Belgio 12.896 8.294 21.190 2.887 781 3.668 -82,6 4,5 Israele 85 1.009 1.094 1.233 2.384 3.617 +3,3 volte 4,46 Finlandia 71 362 433 886 2.546 3.432 +7,9 volte 4,2 Francia 1.855 1.260 3.115 1.760 1.103 2.863 -8,08 3,5

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato stat ale delle Dogane russo, gennaio 2007

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68

Russia: principali paesi fornitori di patate nel p rimo semestre 2006 (codice doganale 0701)

2,863

3,432

3,617

3,669

7,658

9,098

12,737

16,505

19,3

0 5 10 15 20 25

Francia

Finlandia

Israele

Belgio

Cina

Germania

Azerbadjan

Egitto

Olanda

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato stat ale delle Dogane russo, gennaio 2007

Pomidori

Le importazioni di pomodori freschi (codice 0702) sono in continuo aumento, e nel 2005 sono salite da 139,5 milioni a 216,1 milioni (+54,8%). La Turchia, più che raddoppiando le proprie forniture è salita al primo posto con 54,8 milioni e il 25,3% del mercato, l’Uzbekistan scende quindi al secondo posto con 45,4 milioni di dollari e il 21% del mercato, seguono Kazakhstan (29,2 milioni ) e Cina (22,1 milioni). Sopra i dieci milioni di dollari di forniture sono Azerbadjan e Spagna. Russia: importazione di pomodori freschi (codice 0 702) nel 2003-2006 in milioni di dollari

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69

89,618

139,557

216,168

0

50

100

150

200

250

2003 2004 2005

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Rosstat della Federazione russa, gennaio 2007

L’Italia è sedicesima e malgrado abbia più che raddoppiato le proprie forniture ha valori molto modesti, 277.000 dollari e lo 0,1% del mercato.

Russia: importazione di pomodori freschi in migliai a di dollari nel 2003-2005 (codice doganale 0702)

Paese 2003 % sul totale 2003

2004 Var. % 2004 su 2003

% sul totale 2004

2005 Var. % 2005 su 2004

% sul Totale

Totale 89.618 100 139.557 +55,7 100 216.168 +54,8 1 00 Turchia 16.310 18,1 21.522 +31,9 15,4 54.832 2,5

volte 25,3

Uzbekistan 18.173 20,2 28.988 +59,5 20,7 45.423 +56,6 21,0 Kazakhstan 15.076 16,8 25.137 +66,7 18,0 29.227 +16,2 13,5 Cina 8.364 9,33 13.412 +60,3 9,6 22.106 +64,8 10,2 Azerbadjan 3.000 3,3 7.086 +2,3

volte 5,07 15.375 +2,1

volte 7,1

Spagna 8.260 9,2 11.202 +35,6 8,0 11.200 -0,01 5,1 Marocco 5.783 6,4 8.592 +48,5 6,1 9.895 +15,1 4,5 Polonia 1.993 2,2 4.473 +2,2

volte 3,2 7.217 +61,3 3,3

Siria 1.466 1,6 3.227 +2,2 volte

2,3 5.463 +69,2 2,5

Olanda 5.174 5,9 7.199 +39,1 5,1 5.278 -26,6 2,4 Belgio 1.156 1,28 3.246 +2,8

volte 2,3 4.683 +44,2 2,1

Georgia 95 0,10 556 +5,8 volte

0,39 1.111 +99,8 0,5

Ucraina 2.376 2,6 1.269 -46,5 0,90 896 -29,3 0,41 Kirgisia 411 0,45 1.315 +3,1

volte 0,94 714 -45,7 0,3

Romania n.d. -- n.d. -- -- 284 -- 0,13 Italia 206 0,22 130 -36,8 0,09 277 +2,1

volte 0,12

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato stat ale delle Dogane russo, gennaio 2007

Russia: principali paesi fornitori di pomodori nel 2005 in % calcolata sul valore in dollari, codice doganale 0702

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70

Ucraina 0,4% Kirgisia 0,3% Romania 0,13%Georgia 0,5%

Belgio 2,1%

Siria 2,5%

Olanda 2,4%

Polonia 3,3%

Spagna 5,1%

Marocco 4,5%

Italia 0,12%

restanti paesi 1,5%

Azerbadjan 7,1%

Cina 10,2%Kazakhstan

13,5%

Uzbekistan 21,0%

Turchia 25,3%

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato stat ale delle Dogane russo, gennaio 2007

Nel primo semestre 2006 le importazioni di pomodori sono continuate a crescere (+20,7%) e sono state di 192,1 milioni di dollari. La Turchia continua ad essere prima con 50,8 milioni di dollari e il 26,3% del mercato, mentre l’Uzbekistan, con un calo del 27% e 24,4 milioni di dollari diviene il terzo fornitore, lasciando il secondo posto al Kazakhstan, che con 44,5 milioni di dollari detiene il 23% del mercato. Vengono poi Cina (9,9%), Azerbadjan (6,8%), Spagna (5,7%) e Marocco (3,0%). L’Italia ha ancora ridotto del 46,3% le proprie forniture e con soli 80.000 dollari ha lo 0,04% del mercato.

Russia: importazioni di pomodori, freschi o refrige rati nel primo semestre 2006 (codice doganale 0702)

Paese 2005 I trimestre

2005 II trimestre

2005 I semestre

2006 I trimestre

2006 II Trimestre

2006 I Semestre

Var.% I sem.2006 Su I sem.2005

% Sul Totale

TOTALE 30.612 129.392 160.004 42.594 150.591 193.185 +20,7 100 Turchia 13.191 34.483 47.674 15.090 35.761 50.851 +6,6 26,3 Kazakhstan 1.243 23.670 24.913 1.815 42.746 44.561 +33,1 23,0 Uzbekistan 2.304 31.166 33.470 3.451 20.963 24.414 -27,0 12,6 Cina 4.723 10.263 14.986 5.748 13.381 19.129 +27,6 9,9 Azerbadjan 0 11.506 11.506 104 13.105 13.209 14,8 6,8 Spagna 3.529 2.082 5.611 8.454 2.686 11.140 +98,5 5,7 Marocco 4.605 537 5.142 5.470 364 5.834 +13,4 3,0 Siria 339 4.940 5.279 837 4.395 5.232 -0,8 2,7 Olanda 43 2.628 2.671 250 3.327 3.577 +33,9 1,85 Belgio 6 2.492 2.498 75 3.285 3.292 +31,7 1,7 Iran 82 649 731 358 1.581 1.939 +2,6 volte 1,0 Polonia 78 2.094 2.172 50 1.750 1.800 -17,1 0,93 Israele 97 70 167 638 225 863 +5,1 volte 0,44 Ucraina n.d. 145 145 10 780 790 +5,4 0,40

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71

Italia 44 105 149 58 22 80 -46,3 0,04 Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato stat ale delle Dogane russo, gennaio 2007

Russia: importazioni di pomodori, freschi o refrige rati nel primo semestre 2006 (codice doganale 0702)

0,08

0,79

0,863

1,8

1,939

3,292

3,577

5,232

5,834

11,14

13,209

19,129

24,414

44,561

50,851

0 10 20 30 40 50 60

Italia

Ucraina

Israele

Polonia

Iran

Belgio

Olanda

Siria

Marocco

Spagna

Azerbadjan

Cina

Uzbekistan

Kazakhstan

Turchia

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato stat ale delle Dogane russo, gennaio 2007

Cipolle, scalogni, agli

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Le importazioni di cipolle, scalogni, agli, codice doganale 0703 , sono andate aumentando e nel 2005 con un incremento rispetto al 2004 del 24,5% hanno raggiunto i 132,6 milioni di dollari. La Cina continua ad essere il paese leader e con 42,1 milioni di dollari ( +22,5% rispetto al 2004) ha il 31,7% del mercato. Vengono poi Uzbekistan e Olanda con il 19,0% e il 18,5% del mercato. L’Italia che non figurava nel 2003-2004, nel 2005 ha 104.000 dollari di forniture e detiene lo 0,07% del mercato.

Russia: principali fornitori di cipolle,scalogni,ag li e porri nel 2005 in % calcolata sul valore in dollari (codice doganale 0703)

Kirgisia 0,6%Polonia 2,5%Turchia 0,3% Usa 0,1%Rep. ceca 0,2%

Italia 0,07%Francia 2,8%Egitto 4,2%Belgio 4,6%

Tadjkistan 5,4%Kazakhstan

11,7%Olanda 18,5%

Cina 31,7%

Uzbekistan 19,9%

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato stat ale delle Dogane russo, gennaio 2007

Russia: importazione di cipolle,scalogni,agli e por ri nel 2003-2005 in migliaia di dollari (codice doganale 0703)

Paese 2003 % sul

totale 2003

2004 Var. % 2004 su 2003

% sul totale 2004

2005 Var. % 2005 su 2004

% sul Totale

Totale 101.611 100 106.458 +4,7 100 132.638 24,5 10 0 Cina 31.230 30,7 34.365 +10,0 32,2 42.129 +22,5 31,7 Uzbekistan 11.765 11,5 15.820 +34,4 14,8 25.300 +59,9 19,0 Olanda 25.368 25,2 19.552 -22,9 18,3 24.546 +25,5 18,5 Kazakhstan 12.914 12,7 18.268 +41,4 17,1 15.599 -14,8 11,7

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73

Tadjikistan 5.880 5,7 6.715 +14,2 6,3 7.232 +7,6 5,4 Belgio 415 0,4 361 -13 0,33 6.137 +17

volte 4,6

Egitto 5.838 5,74 4.095 -29,8 3,8 5.641 +37,7 4,2 Francia 565 0,5 548 -3,0 0,51 3.761 +6,8

volte 2,8

Polonia 1.418 1,3 981 -30,8 0,92 3.439 +3,5 volte

2,5

Kirghizia 671 0,6 1.075 +60,2 1,0 877 -18,4 0,6 Turchia 4.573 4,5 3.728 -18,4 3,5 429 -88,4 0,3 Rep.ceca 66 0,06 n.d. -- -- 301 -- 0,2 Usa 166 0,16 232 +39,7 0,21 241 +3,8 0,1 Italia n.d. -- n.d. -- -- 104 -- 0,07 Lituania n.d. -- n.d. -- -- 65 -- 0,04

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato stat ale delle Dogane russo, gennaio 2007

All’interno del codice 0703 , diamo poi nei grafici seguenti i principali fornitori del 2005 in milioni di dollari per i singoli sottosettori .

Russia: principali paesi fornitori di cipolle (codi ce 070310) nel 2005 in milioni di dollari (import totale 113,739 milioni)

0,781

3,439

5,932

7,206

15,227

24,289

24,767

5,641

0 5 10 15 20 25 30

Kirgizia

Polonia

Egitto

Belgio

Tadjkistan

Kazakhstan

Olanda

Cina

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato stat ale delle Dogane russo, gennaio 2007

Russia: principali paesi fornitori di aglio (codice 070329) nel 2005 in milioni di dollari (import totale 18,268 milioni)

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74

17,361

0,339 0,3120

5

10

15

20

Cina Kazakhstan Uzbekistan

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato stat ale delle Dogane russo, gennaio 2007

Russia: principali paesi fornitori di purea di cipo lle e di altri tipi di cipolla (codice 070390) nel 2005 in milioni di dollari (import totale 0,630 milioni)

0,2570,205

0,0340,035

00,050,1

0,150,2

0,250,3

Olanda Belgio Turkmenia Kazakhstan

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato stat ale delle Dogane russo, gennaio 2007

Nel primo semestre 2006 le importazioni di cipolle, scalogni e porri, codice 0703, sono aumentate del 30,3%, raggiungendo 89,941 milioni di dollari. L’Olanda con un aumento di due volte e mezzo sale al primo posto con 46,4 milioni di dollari e 51,6% del mercato. La seguono Cina, Uzbekistan e Kazakhstan con rispettivamente il 19,6%, l’8,9% e il 6,5% del mercato. L’Italia malgrado abbia aumentato le proprie forniture del 97,4% è ancora su valori minimi, infatti con soli 77.000 dollari ha lo 0,08% del mercato ed è al tredicesimo posto.

Russia: importazioni di cipolle, scalogni, agli e p orri nel primo semestre 2006 (codice doganale 0703)

Paese 2005

I trimestre

2005 II trimestre

2005 I semestre

2006 I trimestre

2006 II Trimestre

2006 I Semestre

Var.% I sem.2006 Su I sem.2005

% Sul Totale

TOTALE 28.551 40.244 68.795 40.984 48.957 89.941 +30,3 100 Olanda 2.583 15.593 18.176 23.172 23.274 46.446 +2,5 volte 51,6 Cina 10.912 8.346 19.258 8.122 9.560 17.682 -8,1 19,6 Uzbekistan 2.076 4.919 6.995 3.488 4.550 8.038 +14,9 8,9 Kazakhstan 3.196 3.347 6.543 2.623 3.250 5.873 -10,2 6,5 Egitto 1 3.942 3.943 345 3.338 3.683 -6,5 4,09 Turchia n.d. 408 408 n.d. 2.628 2.628 +6,4 volte 2,92 Francia 3.048 774 3.822 1.711 233 1.944 -49,1 2,16 Tadjikistan 95 150 245 289 923 1.212 +4,9 volte 1,34 Belgio 5.098 957 6.055 522 124 646 -89,3 0,71 Polonia 1.009 1.390 2.399 238 322 560 -76,6 0,6

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75

Kirghizia 106 88 194 172 28 200 +3,0 0,22 Lituania -- n.d. -- 91 n.d. 91 -- 0,10 Italia 39 n.d. 39 77 n.d. 77 +97,4 0,08

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato stat ale delle Dogane russo, gennaio 2007

Russia: importazioni di cipolle, scalogni, agli e p orri nel primo semestre 2006 (codice doganale 0703) in % calcolata sul valore in dollari

Polonia 0,6% Kirghizia 0,22%

Belgio 0,71%

Francia 2,16%Tadjkistan 1,34%

Turchia 2,92%

Lituania 0,10% Italia 0,08%restanti paesi

3,3%

Egitto 4,09%

Kazakhstan 6,5%

Uzbekistan 8,9% Cina 19,6%

Olanda 51,6%

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato stat ale delle Dogane russo, gennaio 2007

Cavoli

Le importazioni di cavoli, codice 0704 , dopo una lieve flessione (-2,0%) nel 2004 sono salite nel 2005 da 23,8 milioni a 44,0 milioni di dollari (+84,7%). La Polonia, che ha raddoppiato le proprie esportazioni, con 16,2 milioni e il 36,8% del mercato, continua ad essere il paese leader. Vengono poi Cina, Uzbekistan, Kazakhstan e Olanda con rispettivamente il 22,6%, il 13,1%, il 7,9%, il 6,3% del mercato. L’Italia che non figurava nel 2003 e che nel 2004 aveva solo 59.200 dollari di esportazioni, nel 2005 è salita a 91.000 dollari (+53,7%), ma ha solo lo 0,20% del mercato.

Russia: importazione di cavoli nel 2003-2005 in mig liaia di dollari (codice doganle 0704)

Paese 2003 % sul totale 2003

2004 Var. % 2004 su 2003

% sul totale 2004

2005 Var. % 2005 su 2004

% sul Totale

Totale 24.327 100 23.831 -2,0 100 44.023 +84,7 100 Polonia 7.296 29,9 6.829 -6,4 28,6 16.242 +2,3

volte 36,8

Cina 4.915 20,2 6.682 +35,9 28,0 9.954 +48,9 22,6 Uzbekistan 4.039 16,6 2.846 -29,5 11,9 5.771 +2,0

volte 13,1

Kazakhstan 2.423 9,9 2.405 -0,7 10,0 3.503 +45,6 7,9 Olanda 2.593 10,6 1.347 -48,0 5,6 2.787 +2,0

volte 6,3

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Francia 1.362 5,5 2.464 +80,9 10,3 2.267 -7,9 5,1 Germania 1.035 4,2 n.d. -- -- 1.621 -- 3,6 Spagna 248 1,01 694 +2,7

volte 2,9 545 -21,4 1,2

Lituania 66 0,27 n.d. -- -- 198 -- 0,44 Kirghizia 55 0,22 19 -65,4 0,07 132 +6,9

volte 0,29

Rep.ceca n.d. -- n.d. -- -- 102 -- 0,23 Italia n.d. -- 59,2 -- 0,2 91 +53,7 0,20

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato stat ale delle Dogane russo, gennaio 2007

Russia: importazioni di cavoli (codice doganale 07 04) nel 2005 in % calcolata sul valore in dollari

Lituania 0,4%

Spagna 1,2%

Kirgizia 0,29% Rep.ceca 0,23% Italia 0,20% restanti paesi 3,4%

Germania 3,6%

Francia 5,1%

Olanda 6,3%

Kazakhstan 7,9%

Uzbekistan 13,1%

Cina

Polonia 36,8%

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato stat ale delle Dogane russo, gennaio 2007

Diamo ora di seguito i principali paesi fornitori nel 2005 nei sottosettore del gruppo 0704. Russia: principali paesi fornitori di cavolfiori e broccoli nel 2005 in milioni di dollari (import

totale 4,637 milioni), codice doganale 070410

2,267

1,102

0,137 0,134

0,739

0

0,5

1

1,5

2

2,5

Francia Cina Polonia Olanda Spagna

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato stat ale delle Dogane russo, gennaio 2007

Russia: principali paesi fornitori di altre verdure del gruppo brassica nel 2005 in milioni di dollari (import totale 39,345 milioni), codice doga nale 070490

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77

15,503

8,851

3,503 1,621 0,411 0,091

5,766

0

5

10

15

20

Polonia Cina Uzbekistan Kazakhstan Germania Spagna Italia

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato stat ale delle Dogane russo, gennaio 2007

Nel primo semestre 2006 le importazioni di cavolo sono rimaste abbastanza stabili (+2,9%). L’Uzbekistan che ha raddoppiato le proprie esportazioni sale al primo posto, mentre la Polonia che ha invece registrato un calo del 57,1% con 5,7 milioni, scende al terzo dopo anche la Cina. L’Italia è passata da 58.000 dollari nel primo semestre 2005 a 74.000 dollari nel primo semestre 2006 (+27,5%), ma con lo 0,2% del mercato è il dodicesimo paese fornitore.

Russia: principali fornitori di cavoli (codice dog anale 0704) nel primo semestre 2006 in % calcolata sul valore in dollari

Kirgizia 0,7%Lituania 0,99%Germania 1,1%

Francia 4,1%

Spagna 1,07%Rep.ceca 1,2%

Olanda 4,2%

Kazakhstan 10,3%

Italia 0,2%

restanti paesi 4,4%

Polonia 15,6 Cina 24,4%

Uzbekistan 31,7%

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato stat ale delle Dogane russo, gennaio 2007

Russia: importazioni di cavolfiori nel primo semest re 2006 (codice doganale 0704) Paese 2005

I trimestre

2005 II trimestre

2005 I semestre

2006 I trimestre

2006 II Trimestre

2006 I Semestre

Var.% I sem.2006 Su I sem.2005

% Sul Totale

TOTALE 11.352 24.543 35.895 11.549 25.417 36.966 +2,9 100 Uzbekistan 212 5.318 5.530 1.049 10.681 11.730 +2,1 volte 31,7 Cina 2.486 5.022 7.508 3.940 5.748 9.688 +29,0 24,4 Polonia 7.053 6.393 13.446 3.282 2.478 5.760 -57,1 15,6 Kazakhstan 51 2.996 3.047 225 3.895 4.120 +35,2 10,3 Olanda 188 1.935 2.123 780 789 1.569 -26,0 4,2 Francia 946 615 1.561 798 723 1.521 -2,5 4,1 Rep.ceca -- n.d. -- 451 n.d. 451 -- 1,2 Germania 156 1.520 1.676 195 240 435 -74,0 1,1

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Spagna 167 291 458 259 137 396 -13,5 1,07 Lituania 35 22 57 304 62 366 +6,4 volte 0,99 Kirghizia 41 91 132 112 173 285 +2,5 volte 0,7 Italia 58 n.d. 58 74 n.d. 74 +27,5 0,2

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato stat ale delle Dogane russo, gennaio 2007

Lattuga

Le importazioni di lattuga e cicoria, codice dogana le 0705, nel 2005 si sono stabilizzate sul milione e settecentomila dollari. La Spagna con 544.000 dollari e l’Olanda con 518.000 dollari dominano insieme il 60% del mercato. L’Italia che non figurava né nel 2003, né nel 2004, nel 2005 con 105.000 dollari ha il 5,8% del mercato.

Russia: importazione di lattuga e cicoria nel 2003- 2005 in migliaia di dollari (codice doganale 0705)

Paese 2003 % sul totale 2003

2004 Var. % 2004 su 2003

% sul totale 2004

2005 Var. % 2005 su 2004

% sul Totale

Totale 1.060 100 1.781 +68,0 100 1.783 +0,1 100 Spagna 257 24,2 371 +44,3 20,8 544 +46,6 30,5 Olanda 532 50,1 665 +25 37,3 518 -22,1 29,0 Turchia 60 5,6 320 +5,3

volte 17,9 133 -58,4 7,4

Ucraina 136 12,8 166 +24,8 9,3 125 -24,6 7,0 Italia n.d. -- n.d. -- -- 105 -- 5,8 Egitto n.d. -- n.d. -- -- 63 -- 3,5

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato stat ale delle Dogane russo, gennaio 2007

Russia: principali fornitori di lattuga e cicoria n el 2005 in milioni di dollari

0,105

0,125

0,133

0,518

0,544

0 0,1 0,2 0,3 0,4 0,5 0,6

Italia

Ucraina

Turchia

Olanda

Spagna

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato stat ale delle Dogane russo, gennaio 2007

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Carote e rape

Le importazioni di carote e rape, codice doganale 0 706, sono salite nel 2005 da 25,5 milioni a 46,2 milioni di dollari. Cina e Uzbekistan sono i primi due paesi con rispettivamente 11,8 milioni e 8,8 milioni di dollari. vengono poi, dopo avere incrementato fortemente le loro esportazioni Israele, Polonia, Kirghizia con 4,7,4,5 e 3,3 milioni di dollari. L’Italia pur con un aumento del 65,2% , resta sempre su valori minimi. Con 613.000 dollari ha infatti solo l’1,3% del mercato.

Russia: importazione di carote e rape e altre radic i nel 2003-2005 in migliaia di dollari

(codice doganale 0706) Paese 2003 % sul

totale 2003

2004 Var. % 2004 su 2003

% sul totale 2004

2005 Var. % 2005 su 2004

% sul Totale

Totale 26.613 100 25.556 -3,9 100 46.263 +81,0 100 Cina 6.783 25,4 8.141 +20,0 31,8 11.828 +45,2 25,5 Uzbekistan 4.447 16,7 3.528 -20,6 13,8 8.887 +2,5

volte 19,2

Israele 1.290 4,8 2.407 +86,5 9,4 4.779 +98,5 10,3 Polonia 1.883 7,0 451 -76,0 1,7 4.503 +9,9

volte 9,7

Kirghizia 879 3,3 965 +9,7 3,7 3.356 +3,4 volte

7,2

Olanda 5.816 21,8 3.593 -38,2 14,0 3.288 -8,4 7,1 Belgio 1.201 4,5 1.633 +35,9 6,3 3.197 +95,7 6,9 Kazakhstan 1.060 3,9 927 -12,5 3,6 1.463 +57,8 3,1 Italia 379 1,4 371 -2,1 1,4 613 +65,2 1,3 Ucraina 161 0,60 235 +45,9 0,91 311 +32,3 0,67 Usa 151 0,56 86 -43,0 0,33 202 +2,3

volte 0,43

Tadgikistan 63 0,23 32 -49,2 0,12 199 +6,2 volte

0,4

Lituania 89 0,33 101 +13,4 0,39 176 +74,2 0,38 Spagna 144 0,54 n.d. -- -- 134 -- 0,28

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato stat ale delle Dogane russo, gennaio 2007

Russia: principali fornitori di carote e rape nel 2 005 in milioni di dollari (codice doganale 0706)

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80

0,613

1,463

3,197

3,288

3,356

4,503

4,779

8,887

11,828

0 2 4 6 8 10 12

Italia

Kazakhstan

Belgio

Olanda

Kirghizia

Polonia

Israele

Uzbekistan

Cina

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato stat ale delle Dogane russo, gennaio 2007

Diamo anche per il codice 0706 nei singoli sottosettori le importazioni nel 2005 dai principali paesi fornitori.

Russia: principali paesi fornitori di carote e rape nel 2005 in milioni di dollari (import totale

30,543 milioni), codice doganale 070610

0,206

1,135

2,585

2,872

2,971

3,146

3,276

4,015

8,346

1,586

0 1 2 3 4 5 6 7 8 9

Italia

Kazakhstan

Olanda

Polonia

Francia

Belgio

Israele

Kirgisia

Uzbekistan

Cina

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato stat ale delle Dogane russo, gennaio 2007

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81

Russia: principali paesi fornitori di altre radici commestibili nel 2005 in milioni di dollari (import totale 15,719 milioni), codice doganale 07 0690

4,7813,482

1,719 1,6330,407 0,328

1,918

0123456

Uzbekistan Cina Polonia Olanda Israele Italia Kazakhstan

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato stat ale delle Dogane russo, gennaio 2007

Nel primo semestre 2006 le importazioni di carote sono state pari a 37,0 milioni di dollari , cioè il 22,4% in più che nel primo semestre 2005. Israele, più che raddoppiando le proprie esportazioni, con 9,8 milioni di dollari sale al primo posto, seguito da Uzbekistan con 6,6 e Cina con 6,1 milioni. L’Italia è rimasta stabile con una lieve tendenza all’aumento (+3,5%) e con 439.000 dollari ha l’1,18 % del mercato.

Russia: importazioni di carote nel primo semestre 2 006 (codice doganale 0706) Paese 2005

I trimestre

2005 II trimestre

2005 I semestre

2006 I trimestre

2006 II Trimestre

2006 Semestre

Var.% I sem.2006 Su I sem.2005

% Sul Totale

TOTALE 9.835 20.411 30.246 15.206 21.821 37.027 +22,4 100 Israele 585 3.340 3.925 2.585 7.228 9.813 +2,5 volte 26,5 Uzbekistan 2.337 3.150 5.487 3.753 2.931 6.684 +21,8 18,0 Cina 2.582 3.353 5.935 2.838 3.330 6.168 +3,9 16,6 Kirghizia 826 1.880 2.706 2.051 2.842 4.892 +80,7 13,2 Olanda 159 1.641 1.800 1.899 2.166 4.066 +2,2 volte 10,9 Belgio 1.182 1.484 2.666 791 599 1.390 -47,8 3,7 Kazakhstan 491 667 1.158 592 515 1.107 -4,4 2,98 Polonia 1.082 2.912 3.994 106 758 864 -78,3 2,3 Italia 196 228 424 180 259 439 +3,5 1,18 Lituania 20 121 141 142 18 160 +13,4 0,43 Ucraina 50 55 105 44 103 147 +40,0 0,39 Tadgikistan 110 19 129 90 17 107 -17,0 0,28 Spagna n.d. 105 105 n.d. 89 89 -15,2 0,24

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato stat ale delle Dogane russo, gennaio 2007

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82

Russia: principali fornitori di carote e rape nel p rimo semestre 2006 in milioni di dollari (codice doganale 0706)

0,439

0,864

1,107

1,39

4,066

4,892

6,168

6,684

9,813

0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

Italia

Polonia

Kazakhstan

Belgio

Olanda

Kirghisia

Cina

Uzbekistan

Israele

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato stat ale delle Dogane russo, gennaio 2007

Cetrioli

Le importazioni di cetrioli , codice 0707 , sono salite da 11,2 milioni di dollari nel 2003 a 21,5 nel 2004 per raggiungere nel 2005 32,6 milioni di dollari . Nel 2005 la Turchia, con 6,2 milioni di dollari e il 19,2% del mercato sale al primo posto, seguita da Uzbekistan e Spagna, entrambi con forniture superiori ai cinque milioni di dollari. L’Italia non figura tra gli importatori di cetrioli.

Russia: importazione di cetrioli nel 2003-2005 in m igliaia di dollari (codice doganale 0707)

Paese 2003 % sul totale 2003

2004 Var. % 2004 su 2003

% sul totale 2004

2005 Var. % 2005 su 2004

% sul Totale

Totale 11.253 100 21.503 +91,0 100 32.626 +51,7 100 Turchia 1.892 16,8 3.534 +86,7 16,4 6.255 +76,9 19,2 Uzbekistan 1.558 13,8 3.203 +2,0

volte 14,8 5.346 +66,9 16,3

Spagna 3.302 29,3 4.548 +37,7 21,1 5.180 +13,8 15,8 Iran 577 5,1 1.908 +3,3

volte 8,8 4.705 +2,4

volte 14,4

Kazakhstan 1.009 8,9 3.027 +3 volte

14,0 3.479 +14,9 10,6

Cina 618 5,4 1.097 +77,5 5,1 2.725 +2,4 volte

8,3

Polonia 1.198 10,6 1.623 +35,4 7,5 2.152 +32,5 6,5

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato stat ale delle Dogane russo, gennaio 2007

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83

Russia: principali fornitori di cetrioli nel 2005 i n milioni di dollari, codice 0707

6,2555,346 5,18

4,705

3,4792,725

2,152

0

1

2

3

4

5

6

7

Turchia Uzbekistan Spagna Iran Kazakhstan Cina Polonia

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato stat ale delle Dogane russo, gennaio 2007

Carciofi, asparagi, tartufi, spinaci

All’interno del codice 0709 le voci carciofi, asparagi, spinaci, tartufi sono su valori molto bassi, tanto che non vengano neppure segnalati i paesi fornitori. Russia: importazione di carciofi (cod.070910), aspa ragi (cod. 0709020), tartufi (cod.070952),

altri tipi di tartufi (070959) e spinaci (070970) n el 2005 in migliaia di dollari

216

119

15 12,1 0,10

50

100

150

200

250

altri tipi tartufi(cod.070959)

asparagi(cod.070920)

carciofi(cod.070910)

spinaci (cod.070970)

tartufi (cod.070952)

Russia: importazione di carciofi nel 2003-2005 in m igliaia di dollari (codice doganale 070910)

Paese 2003 % sul totale 2003

2004 Var. % 2004 su 2003

% sul totale 2004

2005 Var. % 2005 su 2004

% sul Totale

Totale 14,4 100 17,9 +24,3 100 15 -16,2 100 n.d. n.d. n.d.

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato stat ale delle Dogane russo, gennaio 2007

Russia: importazione di asparagi nel 2003-2005 in m igliaia di dollari (codice doganale 070920)

Paese 2003 % sul totale 2003

2004 Var. % 2004 su 2003

% sul totale 2004

2005 Var. % 2005 su 2004

% sul Totale

Totale 39,5 100 67,7 +71,3 119 +75,7 100 Tailandia n.d. n.d. 67 56,3

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato stat ale delle Dogane russo, gennaio 2007

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84

Russia: importazione di tartufi nel 2003-2005 in mi gliaia di dollari (codice doganale 070952) Paese 2003 % sul

totale 2003

2004 Var. % 2004 su 2003

% sul totale 2004

2005 Var. % 2005 su 2004

% sul Totale

Totale 0,1 100 1,1 +10 100 0,1 -90,9 100 n.d. -- --

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato stat ale delle Dogane russo, gennaio 2007

Russia: importazione di altri tipi di tartufi o fun ghi nel 2003-2005 in migliaia di dollari (codice doganale 070959)

Paese 2003 % sul totale 2003

2004 Var. % 2004 su 2003

% sul totale 2004

2005 Var. % 2005 su 2004

% sul Totale

Totale 32,1 100 173 +5,3 volte

100 216,5 +25,1 100

Polonia n.d. -- 98 -- 56,6 167 +70,4 77,1 Lituania n.d. -- 64 -- 36,9 n.d. -- --

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato stat ale delle Dogane russo, gennaio 2007

Russia: importazione di spinaci nel 2003-2005 in mi gliaia di dollari (codice doganale 070970) Paese 2003 % sul

totale 2003

2004 Var. % 2004 su 2003

% sul totale 2004

2005 Var. % 2005 su 2004

% sul Totale

Totale 11,8 100 15,6 +32,2 100 12,1 -22,4 100 -- .-- --

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato stat ale delle Dogane russo, gennaio 2007 Melanzane Le importazioni di melanzane nel 2005 sono salite da 5,7 milioni di dollari a 6,9 milioni (+20,3%). La Cina continua ad essere il paese leader e con 1,5 milioni di dollari (-5,1% rispetto al 2004) ha il 21,8% del mercato. La seguono da vicino Spagna e Kazakhstan con 1, 4 e 1,38 milioni di dollari.

Russia: importazione di melanzane nel 2003-2005 in migliaia di dollari (codice doganale

070930) Paese 2003 % sul

totale 2003

2004 Var. % 2004 su 2003

% sul totale 2004

2005 Var. % 2005 su 2004

% sul Totale

Totale 3.354 100 5.759 +71,7 100 6.931 +20,3 100 Cina 813 24,2 1.599 +96,6 27,7 1.517 -5,1 21,8 Spagna 766 22,8 1.329 +73,4 23,0 1.459 +9,7 21,0 Kazakhstan 810 24,1 929 +14,6 16,1 1.389 +49,5 20,0 Uzbekistan 456 13,5 746 +63,5 12,9 1.166 +56,3 16,8 Olanda 394 11,7 761 +93,1 13,21 768 +0,9 11,0

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato stat ale delle Dogane russo, gennaio 2007

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85

Russia: principali paesi fornitori di melanzane (c odice doganale 070930) nel 2005 in milioni di dollari

1,517 1,459 1,389

1,166

0,768

0

0,2

0,40,60,8

1

1,2

1,4

1,6

Cina Spagna Kazakhstan Uzbekistan Olanda

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato stat ale delle Dogane russo, gennaio 2007

Sedani

Le importazioni di sedani , anche se in continuo aumento non arrivano nel 2005 a superare i settecentomila dollari. Il primo paese è l’Olanda con 282.000 dollari e il 41,1% del mercato, seguita a ruota dalla Spagna con 269.000 dollari e il 39,2% del mercato. Israele che non figurava nel 2003-2004, nel 2005 ha esportazioni per 61.000 dollari. L’Italia non è tra i paesi fornitori. Russia:principali fornitori di sedani (codice dogan ale 070940) nel 2005 in migliaia di dollari

282 269

61

0

50

100

150

200

250

300

Olanda Spagna Israele

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato stat ale delle Dogane russo, gennaio 2007

Russia: importazione di sedani nel 2003-2005 in mig liaia di dollari (codice doganale 070940) Paese 2003 % sul

totale 2003

2004 Var. % 2004 su 2003

% sul totale 2004

2005 Var. % 2005 su 2004

% sul Totale

Totale 330 100 557 +68,7 100 686 +23,1 100 Olanda 199 60,3 302 +51,7 54,2 282 -6,6 41,1 Spagna 69,4 21,0 185 +2,6

volte 33,2 269 +45,4 39,2

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Israele n.d. -- n.d. -- -- 61 - 8,8 Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato stat ale delle Dogane russo, gennaio 2007

Funghi Le importazioni di funghi tipo Agaricus nel 2005 ha nno raggiunto i 21,4 milioni di dollari (+26,7% rispetto al 2004), l a Polonia è il paese leader con 19,2 milioni e l’89,5% del mercato. Vengono poi, ma a grandissima distanza Olanda, Lituania, e Repubblica ceca con rispettivamente il 3,1%, il 2,9% e il 2,0 percento.

Russia: principali paesi fornitori di funghi di tip o Agaricus (codice doganale 070951) nel 2005 in milioni di dollari

19231

0,673 0,637 0,4410

5000

10000

15000

20000

Polonia Olanda Lituania Rep.ceca

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato stat ale delle Dogane russo, gennaio 2007

Russia: importazione di funghi tipo Agaricus nel 20 03-2005 in migliaia di dollari (codice doganale 070951)

Paese 2003 % sul totale 2003

2004 Var. % 2004 su 2003

% sul totale 2004

2005 Var. % 2005 su 2004

% sul Totale

Totale 8.630 100 16.953 +96,4 100 21.482 +26,7 100 Polonia 8.447 97,8 16.344 +93,4 96,4 19.231 +17,6 89,5 Olanda n.d. -- n.d. -- -- 673 -- 3,1 Lituania 176 2,0 564 +3,2

volte 3,3 637 +12,9 2,9

Rep.ceca n.d. -- n.d. -- -- 441 -- 2,0 Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato stat ale delle Dogane russo, gennaio 2007

Peperoni, etc. , codice 07960

Le importazioni di pimenti del genere caspicum, (codice doganale 07960) hanno raggiunto nel 2005 i 37,7 milioni di dollari. Il Kazakhstan è il primo fornitore con 9,3 milioni di dollari e il 24,6% le mercato. Olanda, Israele e Cina, tutti con esportazioni superiori ai cinque milioni hanno rispettivamente il 18%,, il 13,7% e il 13,4% del mercato. L’Italia non figura in questa sottovoce.

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Russia: importazione di pimenti del genere caspicum o di altri tipi di pimenti nel 2003-2005 in migliaia di dollari (codice doganale 070960)

Paese 2003 % sul totale 2003

2004 Var. % 2004 su 2003

% sul totale 2004

2005 Var. % 2005 su 2004

% sul Totale

Totale 16.760 100 27.248 +62,5 100 37.709 +38,3 100 Kazakhstan 4.430 26,4 6.547 +47,7 24,0 9.309 +42,1 24,6 Olanda 3.228 19,2 4.745 +46,9 17,4 6.793 +43,1 18,0 Israele 1.198 7,1 2.538 +2,1

volte 9,3 5.193 +2,0

volte 13,7

Cina 1.487 8,8 3.355 +2,2 volte

12,3 5.054 +50,6 13,4

Uzbekistan 2.142 12,7 3.730 +74,1 13,6 4.655 +24,7 12,3 Spagna 2.614 15,5 3.417 +30,7 12,5 3.717 +8,7 9,8 Polonia 1.046 6,2 1.598 +52,7 5,8 1.101 -31,1 2,9 Turchia 162 0,9 625 +3,8

volte 2,2 509 -18,5 1,3

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato stat ale delle Dogane russo, gennaio 2007

Russia: principali fornitori di pimenti del genere caspicum , codice doganale 070960, in milioni di dollari nel 2005

3,7

4,6

5,05

5,1

6,7

9,3

0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

Spagna

Uzbekistan

Cina

Israele

Olanda

Kazkhstan

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato stat ale delle Dogane russo, gennaio 2007

Le importazioni di altri tipi di verdure, codice doganale 070990 , dal 2003 al 2005 sono triplicate e nel 2005 hanno raggiunto i 21,5 milioni di dollari. L’Uzbekistan continua ad essere il paese leader con 12,6 milioni e il 59,9% del mercato, il Kazakhstan è l’unico altro paese ad avere forniture superiori al milione di dollari (3,990 milioni e 18,5% del mercato).

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88

Azerbadjan e Spagna hanno entrambi il 4% del mercato, mentre la Cina, pur avendo triplicato le proprie esportazioni, ha solo il 3,7% del mercato. L’Italia nel 2005 ha avuto un calo del 37,8% ed è scesa da 412.000 dollari a 256.000 dollari, avendo così solo l’1,1% del mercato.

Russia: importazione di altri tipi di verdure nel 2 003-2005 in migliaia di dollari (codice

doganale 070990) Paese 2003 % sul

totale 2003

2004 Var. % 2004 su 2003

% sul totale 2004

2005 Var. % 2005 su 2004

% sul Totale

Totale 7.148 100 14.963 +2,0 volte

100 21.518 +43,8 100

Uzbekistan 3.312 46,3 8.587 +2,5 volte

57,3 12.697 +47,8 59,0

Kazakhstan 1.082 15,1 2.886 +2,6 volte

19,2 3.990 +38,2 18,5

Azerbadjan 853 11,9 945 +10,7 6,3 861 -8,8 4,0 Spagna 260 3,6 694 +2,6

volte 4,6 864 +24,4 4,0

Cina 71 0,99 192 +2,7 volte

1,2 798 +4,1 volte

3,7

Olanda 417 5,8 564 +35,2 3,7 604 +7,0 2,8 Turchia n.d. -- 88 -- 0,5 483 +5,4

volte 2,2

Georgia 251 3,5 128 -49,0 0,85 358 +2,7 volte

1,6

Italia 351 4,9 412 +17,3 2,7 256 -37,8 1,1

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato stat ale delle Dogane russo, gennaio 2007

Russia: principali fornitori di altri tipi di verdu re, codice doganale 070990, in % calcolata sul valore in dollari nel 2005

Turchia 1,6%Olanda 2,8% Italia 1,1%restanti paesi

3,1%Cina 3,7%

Spagna 4,0%

Azerbadjan 4,0%

Kazakhstan 18,5%

Uzbekistan 59,0%

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato stat ale delle Dogane russo, gennaio 2007

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Le importazioni per l’intero codice 0709 nel primo semestre 2006 sono state pari a 62,4 milioni di dollari, cioè il 39,7% in più che n el primo semestre 2005. L’Olanda che ha quasi triplicato le proprie forniture sale al primo posto con 12,6 milioni e il 20,3% del mercato, seguita da Uzbekistan (11,9 milioni), Polonia (7,9 milioni) Cina (6,4 milioni) e Spagna (5,9 milioni). L’Italia è al quindicesimo posto con solo 166.000 dollari (-31,6% rispetto al primo semestre 2005) e ha solo lo 0,2% del mercato.

Russia: importazioni di ortaggi freschi o refrigera ti nel primo semestre 2006 (codice doganale 0709)

Paese 2005

I trimestre

2005 II trimestre

2005 I semestre

2006 I trimestre

2006 II Trimestre

2006 I Semestre

Var.% I sem.2006 Su I sem.2005

% Sul Totale

TOTALE 20.090 24.438 44.528 24.399 37.850 62.249 +39,7 100 Olanda 144 4.115 4.259 2.141 10.551 12.692 +2,9 volte 20,3 Uzbekistan 4.106 6.642 10.748 4.767 7.156 11.923 +10,9 19,1 Polonia 6.186 5.598 11.784 2.695 5.211 7.906 -32,9 12,7 Cina 2.040 2.660 4.943 2.426 4.048 6.474 +30,9 10,4 Spagna 2.222 908 6.723 3.526 2.454 5.980 -11,0 9,6 Israele 2.892 701 3.593 4.766 930 5.696 +58,5 9,1 Kazakhstan 1.197 1.969 3.166 1.542 3.808 5.350 +68,9 8,59 Azerbadjan 252 504 756 406 496 1.299 +71,8 2,08 Turchia 287 595 882 467 679 1.146 +29,9 1,8 Germania n.d. 10 10 381 170 551 +55,1

volte 0,88

Rep.ceca n.d. n.d. -- 308 89 397 -- 0,63 Lituania 120 156 276 200 124 324 +17,1 0,5 Ungheria n.d. 1 1 164 63 227 +227

volte 0,36

Marocco 27 n.d. 27 206 n.d. 206 +7,6 volte 0,33 Italia 159 84 243 102 64 166 -31,6 0,2 Francia 62 n.d. 62 66 n.d 66 +6,4 0,10

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato stat ale delle Dogane russo, gennaio 2007

Russia: principali fornitori di ortaggi freschi o r efrigerate, codice doganale 0709, nel 2005 in % calcolata sul valore in dollari

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90

Rep. ceca 0,63%

Germania 0,88%

Turchia 1,8%

Lituania 0,5% Ungheria 0,36% Marocco 0,33 Italia 0,2% restanti paesi 3,4%

Azerbadjan 2,08%

Kazakhstan 8,5%

IsraeleSpagna 9,1% Polonia 12,7%

Cina 10,45

Uzbekistan 19,1%

Olanda 20,3%

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato stat ale delle Dogane russo, gennaio 2007

IL MERCATO ORTOFRUTTICOLO IN RUSSIA – La frutta La produzione ortofrutticola russa, dopo un periodo di declino nella seconda metà degli anni novanta, ha incominciato a riprendersi o a stabilizzarsi dopo il 1998-99, anche se essa non riesce a soddisfare comunque la domanda della popolazione, lasciando crescenti spazi per le importazioni di frutta e verdura di qualità, che vengono vendute a prezzi fortemente competitivi.

Le importazioni di frutta Dopo i picchi negativi del 1998-1999, quando comunque la Russia ha importato ufficialmente ben 439 milioni di dollari di frutta, le importazioni sono riaumentate e nel 2003, con 1,2 miliardi di dollari di importazioni (+39,1 rispetto al 2002) si sono superati i livelli pre-crisi del 1997, quando la Russia aveva importato quasi 2,7 milioni di tonnellate di frutta, per un valore non lontano dal miliardo di dollari. Nel 2004 si è avuto ancora un aumento del 37,0%, e si è oltrepassato il miliardo e mezzo di dollari di importazioni, per la precisione 1,555 miliardi. Nel 2005 le impor tazioni sono salite (+37,1%) a 2,132 miliardi di dollari e nel primo semestre sono arriv ate a 1,167 miliardi di dollari, il che fa presupporre che nei dodici mesi 2006 si possa ar rivare a 2,3 miliardi di dollari di importazioni di frutta.

Russia: andamento delle importazioni di frutta, cod ice 08, in % calcolata sul valore in dollari dell’anno precedente

46,9

5,719,3

39,1 37 37,128,3

0

20

40

60

2000 2001 2002 2003 2004 2005 I sem. 2006

andamento %

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della Federazione Russa, gennaio 2007

Russia: importazioni di frutta nel 1999-2006 in mil ioni di dollari

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91

814,5

1134,4

1554,9

2132,4

1167,7

2300

682,3

439

645,1

0 500 1000 1500 2000 2500

1999

2000

2001

2002

2003

2004

2005

I semestre 2006

12 mesi 2006 (stima)

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della F.R., gennaio 2007

Russia: le importazioni di frutta in migliaia di do llari nel 2003-2005 (codice doganale 08)

Paese 2003 2004 Var.% 2004 su 2003

% Sul Totale

2005 Var.% 2005 su 2004

% Sul Totale

TOTALE 1.134,4 1.554.930 +37,0 100 2.132.400 +37,1 100 Ecuador 245.482 329.453 +34,2 21,8 412.754 +25,2 19,3 Turchia 88.773 120.167 +35,3 7,7 211.370 +75,8 9,9 Uzbekistan 59.662 143.153 +139,9 9,2 205.876 +43,8 9,6 Argentina 78.042 103.321 +32,3 6,6 156.138 +51,1 7,3 Cina 58.604 80.460 +37,2 5,1 137.622 +71,0 6,4 Marocco 63.519 72.224 +13,7 4,6 110.995 +53,6 5,2 Polonia 54.309 100.065 +84,2 6,4 109.949 +9,8 5,1 Azerbajan 31.853 29.126 -8,5 1,87 69.268 +137,8 3,2 Italia 29.513 33.510 +13,5 2,15 54.715 +63,2 2,56 Belgio 18.408 29.285 +59,0 1,88 51.630 +76,3 2,42 Kazakhstan 33.824 47.571 +40.6 3,05 51.297 +7,8 2,40 Cile 18.336 35.241 +92,1 2,26 48.252 +36,9 2,2 Sud Africa 55.941 58.519 +4,6 3,7 47.224 -19,3 2,2 Egitto 21.925 36.074 +64,5 2,31 45.054 +24,8 2,1 Iran 23.564 32.427 +41,8 2,08 44.453 +37,0 2,08 Spagna 43.197 46.738 +8,1 3,00 42.985 -8,0 2,0 Grecia 7.462 23.813 +219,1 1,5 30.632 +28,6 1,436 Tadgikistan 17.050 23.254 +36,3 1,49 30.456 +30,9 1,42 Ucraina 15.971 11.579 -27,4 0,7 25.945 +2,2 volte 1,21 Francia 18.028 19.059 +5,7 1,22 24.325 +27,6 1,1 Georgia 3.872 6.134 +58,4 0,39 21.349 +3,4 volte 1,0 Stati Uniti 6.722 9.884 +47,0 0,6 18.781 +90,0 0,88 Israele 4.366 8.880 +2,0 volte 0,57 15.295 +72,2 0,71 Columbia 6.998 18.209 +160,2 1,17 14.899 -18,1 0,69 Olanda 12.429 14.956 +20.3 0,96 14.550 -2,7 0,68 Filippine 9.554 10.638 +11,3 0,68 13.169 +23,7 0,61 Moldavia 43.659 51.695 +17,6 3,3 9.339 -81,9 0,43 Bielorussia 6.325 6.649 +5,1 0.4 2.677 -59,7 0,12 Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della Federazione Russa, gennaio 2007

Solo in questa tabella (codice 08) con le importazi oni totali di frutta vi sono i dati per tutti gli a nni delle importazioni dalla Bielorussia. Per tutte le altre tabelle i dati della Bielorussia non sono segnalati , dal momento che per i particolari accordi doganali fra i due pa esi slavi, l’interscambio con la Bielorussia non vi ene riportato

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dettagliatamente nelle statistiche doganali uffici ali (unica eccezione il 2001). Occorre comunque ten ere presente che le esportazioni della Bielorussia per i codici 1-24 sono state pari nel 2003 a 730,9 mili oni di dollari, nel 2004 a 1.037 milioni di dollari e nel 2005 a 1. 132,9 milioni di dollari; nei primi sei mesi del 20 06 sono state di 595,766 milioni di dollari. In questa come in tutte le altre tabelle i paesi fo rnitori sono allineati secondo il valore in dollari delle loro forniture nel 2005. Il maggiore esportatore di frutta in Russia nel 2005 rimane l’Ecuador (banane). Seguono Turchia (frutta e frutta secca), Uzbekistan (frutta e frutta secca), Argentina (mele etc.), Polonia (mele, etc.). La Cina con un aumento rispetto al 2004 del 71,0% ha raggiunto 1 137,6 milioni di dollari e detiene il quinto posto e il 6,4 % del mercato. Vengono subito dopo il Marocco (arance) e la Polonia, seguiti dall’Azerbadjan che ha più che raddoppiato le proprie forniture e con 69,2 milioni di dollari ha il 3,2% del mercato. Nel 2005 l’Italia , salita da 33,5 milioni di dollari nel 2004 a 54,7 milioni di dollari (+63,2%) è al nono posto con il 2,56% del mercato. Nel 2004 il nostro paese era invece il quattordicesimo paese fornitore. Sopra il 2% del mercato sono anche il Belgio (51,6 milioni di dollari), il Kazakhstan (51,2 milioni di dollari), il Cile (48,2 milioni), il Sud Africa (47,2 milioni), l’Egitto (45 milioni), l’Iran (44,4 milioni) e la Spagna 42,9 milioni). Nel primo semestre 2006 le importazioni di frutta hanno raggiunto 1,167 miliardi di dollari e l’Ecuador, il grande fornitore di banane della Russia, continua ad essere al primo posto con il 18,7% del mercato e 218,8 milioni di dollari, seguito dal Marocco (+93,% rispetto al I semestre 2005 e 8,87% del mercato) quasi esclusivamente esportatore di agrumi e Turchia (8,85% del mercato). L’Argentina rimane al quarto posto con 96,3 milioni di dollari e il 7,9% del mercato. La Polonia che nel 2005 era scesa al settimo posto, nel primo semestre 2006 sale al quinto, con 71,8 milioni di dollari e il 7,9% del mercato, mentre la Cina scende al sesto con 69,9 milioni di dollari e il 5,9% del mercato e l’Uzbekistan al settimo con il 3,9% del mercato. All’ottavo posto è l’Egitto (soprattutto agrumi) con 44,2 milioni di dollari. Iran e Spagna, hanno più che raddoppiato le loro forniture e con 41,0 e 38,4 milioni di dollari rispettivamente, sono al nono e al decimo posto. L’Italia, che pure rispetto al primo semestre 2005 ha registrato un aumento del 37,0% è al dodicesimo posto con 30,0 milioni e il 2,57% del mercato, dopo il Belgio (36,1 milioni di dollari).

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Russia le importazioni di frutta in migliaia di dol lari nel primo semestre 2006 (codice doganale 08)

Paese 2005 I trimestre

2005 II trimestre

2005 I semestre

2006 I trimestre

2006 II Trimestre

2006 I semestre

Var.% I sem.2006 Su I sem.2005

% Sul Totale

TOTALE 458.649 521.127 909.776 577.061 590.706 1.167.767 +28,3 100 Ecuador 98.312 125.658 223.970 94.951 123.938 218.889 -2,2 18,7 Marocco 43.100 10.371 53.471 65.205 38.408 103.613 +93,7 8,87 Turchia 6.268 17.601 23.869 77.562 25.786 103.348 +4,3 volte 8,85 Argentina 23.133 84.176 107.309 26.548 69.842 96.390 -10,1 7,9 Polonia 46.717 41.121 87.838 36.086 35.801 71.887 -18,1 6,15 Cina 35.457 28.497 63.954 42.725 27.192 69.917 +9,3 5,98 Uzbekistan 4.473 38.576 43.049 4.916 41.045 45.961 +19,1 3,93 Egitto 18.986 16.404 35.390 31.526 12.740 44.266 +25,0 3,79 Iran 9.502 7.051 16.553 22.566 18.435 41.001 +2,4 volte 3,5 Spagna 9.617 6.033 15.650 18.008 20.474 38.482 +2,5 volte 3,29 Belgio 18.114 11.006 29.120 20.173 15.934 36.107 +23,9 3,09 Italia 13.811 8.102 21.913 17.281 12.750 30.031 +37 ,0 2,57 Sud Africa 3.996 9.764 13.760 6.394 15.651 22.045 +60,2 1,88 Usa 5.411 3.168 8.579 11.718 4.824 16.542 +92,8 1,41 Filippine 1.552 4.551 6.103 3.895 5.899 15.897 +2,6 volte 1,36 Kirgizia 922 1.051 1.973 1.351 11.617 12.968 +6,5 volte 1,11 Tadjikistan 6.002 5.055 11.057 6.661 6.179 12.840 +16,1 1,09 Francia 5.730 2.618 8.348 9.050 3.471 12.521 +49,9 1,072 Azerbadjan 2.615 3.079 5.694 7.930 4.599 12.529 +2,2 volte 1,072

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Ucraina 3.073 5.871 8.944 8.789 3.784 12.573 +40,5 1,0766 Kazakstan 3.453 4.696 8.149 2.360 9.100 11.460 +40,6 0,98 Grecia 3.606 4.591 8.197 5.508 5.763 11.271 +37,5 0,96 Cile 639 13.831 14.470 357 9.939 -31,3 -31,3 0,85 Israele 6.104 4.450 10.554 6.513 1.937 8.450 -19,9 0,72 Olanda 269 2.452 2.721 888 7.514 8.402 +3,0 volte 0,71 Germania 378 1.261 1.639 4.574 3.177 7.751 +4,7 volte 0,66 India 472 1.354 1.826 2.497 3.604 6.101 +3,3 volte 0,52 Georgia 1.796 344 2.140 3.004 662 3.666 +71,3 0,31 Serbia 308 158 466 2.114 1.563 3.677 +7,8 volte 0,31 Bielorussia 141 441 582 2.265 668 2.933 +5,0

volte 0,25

Indonesia 657 616 1.273 1.396 1.364 2.760 +2,1 volte 0,23 Brasile 1.280 874 2.154 1.313 1.161 2.474 +48,8 0,21 Romania -- 1.556 1.556 1.382 810 2.192 +40,8 0,18 Cipro 279 215 494 1.052 297 1.349 +2,7 volte 0,11 Lituania 62 159 221 307 257 564 +2,5 volte 0,048 Moldavia 6.200 2.757 8.957 215 294 509 -94,3 0,043 Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della Federazione Russa, gennaio 2007

Russia: principali paesi fornitori di frutta, codic e doganale 08, nel 2005 in milioni di dollari

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95

21,394

24,325

25,945

30,456

30,632

42,985

44,453

45,054

48,252

47,224

51,297

51,63

54,715

69,268

109,949

110,995

137,622

156,138

205,876

211,37

412,754

0 50 100 150 200 250 300 350 400 450

Georgia

Francia

Ucraina

Tadjikistan

Grecia

Spagna

Iran

Egitto

Cile

Sud Africa

Kazakhstan

Belgio

Italia

Azerbadjan

Polonia

Marocco

Cina

Argentina

Uzbekistan

Turchia

Equador

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della Federazione Russa, gennaio 2007

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Russia: principali paesi fornitori di frutta , codi ce doganale 08, in % calcolata sul valore in

dollari nel 2005

Iran 2,08%

Tadjkistan 1,42%

Grecia 1,43%

Spagna 2,0%

Egitto 2,1%

Sud Africa 2,2%

Cile 2,2%

Kazakhstan 2,40%

Belgio 2,42%

Ucraina 1,21% Francia 1,1%

Georgia 1,0% restanti paesi 12,2%

Italia 2,5%

Azerbadjan 3,2%

Polonia 5,1%Marocco 5,2%

Cina 6,4%

Argentina 7,3%

Uzbekistan 9,6%

Turchia 9,9%

Equador 19,3%

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della Federazione Russa, gennaio 2007

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Russia: principali paesi fornitori di frutta (codic e 08) nel primo semestre 2006

12,573

12,521

12,529

12,521

12,84

12,968

15,897

16,542

22,045

30,031

36,107

38,482

41,001

44,266

45,961

69,917

71,887

96,39

103,348

103,613

219,889

0 50 100 150 200 250

Ucraina

Francia

Azerbadzjan

Francia

Tadjikistan

Kirgizia

Filippine

Usa

Sud Africa

Italia

Belgio

Spagna

Iran

Egitto

Uzbekistan

Cina

Polonia

Argentina

Turchia

Marocco

Equador

I semestre 2006

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della Federazione Russa, gennaio 2007

.

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Russia: principali paesi fornitori di frutta (codic e 08) in % calcolata sul valore in dollari nel

primo semestre 2006

Usa2%

Filippine2%

Sud Africa2%

Italia3%

Kirgizia1%

Tadjikistan1%

Azerbadzjan1%

Francia1%

Ucraina1%

Belgio4%

Spagna4%

Iran4%

Egitto4%Uzbekistan

5%

Cina7%

Polonia7%

Argentina9%

Turchia10%

Marocco10%

Equador22%

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della Federazione Russa, gennaio 2007

Presentiamo nelle tabelle seguente la struttura percentuale delle importazioni per grandi categorie, secondo la nomenclatura doganale russa, nel 2003-2005 e nel primo semestre 2006. Tra le importazioni che hanno tenuto di più in questi ultimi anni vi sono quelle di agrumi, le cui forniture globali nel 2004 sono state pari a 344,552 milioni di dollari (+25,7% rispetto al 2003) e nel 2005 sono salite a 483,5 milioni di dollari (+40,3%) e quella di mele e pere, salite da 341,6 milioni di dollari nel 2004 a 450,4 milioni di dollari nel 2005 (+31,8%), costituendo il 21,1% delle importazioni totali di frutta . All’interno delle due categorie continuano a prevalere aranci nell’una e mele nell’altra. Gli agrumi, la cui incidenza sull’importazione totale di frutta (22,6%) ha superato quella delle banane, sono ora la voce maggiore. Anche le forniture di albicocche, ciliegie, pesche e prugne, codice 0809, hanno registrato rispetto al 2004 un aumento (+26,7%) e sono arrivate nel 2005 a 150,4 milioni di dollari. Le importazioni di kiwi, dove l’Italia è il primo

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99

paese, hanno registrato un aumento del 28,6% e sono salite da 21,8 a 28,1 milioni di dollari.

Russia: struttura delle importazioni di frutta nel 2003- 2005 In migliaia di dollari

2003

2004

Var.% 2003 Su 2002

2005 Var.% 2003 Su 2002

Quota % 2005

Agrumi (codice 0805) 273.999 344.552 +25,7 483.562 +40,3 22,6 Di cui:

50,5% Arance, 24,6% Mandarini, 20,9% limoni, 3,78 Pompelmi

Di cui: 44,8% arance, 19,9% limoni, 30,1% mandarini 4,8% pompelmi

Di cui: 40,3% arance 36,4% mandarini 18,4% limoni 4,6% pompelmi

Mele, pere (codice 0808) 273.868 341.654 +24,7 450.451 +31,8 21,12 di cui

72,2% Mele, 27,7% pere

Di cui 69,4% mele, 30,5% pere

Di cui: 65,4% mele 34,5%

Albicocche,pesche, ciliegie, prugne (codice 0809)

54.490 118.696 +117,8 150.493 +26,7 7,05

Di cui: 13,6% albicoc. 45,8% pesche 19,6% ciliegie, 20,8% prugne

Di cui: 13,4% albicocche 38,4% pesche 25,5% ciliegie 22,5% prugne

Di cui: 17,3% albicocche 40,9% pesche 28,5% ciliegie 13,1% prugne

Banane (codice 0803) 272.710 359.875 +31,9 451.054 +25,3 21,15 Meloni (codice 0807 19) 12.799 31.665 +147,4 55.467 +75,1 2,6 Uva fresca (codice 080610) 80.459 151.670 +88,5 210.585 +38,8 9,8 Kiwi (codice 081050) 13.623 21.869 +60,5 28.136 +28,6 1,31 Totale voci prese in considerazione

981.948 1.369.981 +39,5 1.829.748 +33,5 85,8

Restanti voci codice 08 251.752 184.949 -26,5 302. 652 +63,6 14,2 Totale codice 08 1.233.700 1.554.930 +26,0 2.132.4 00 +37,1 100

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della F.R., gennaio 2007

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100

Russia: struttura delle importazioni di frutta nel 2005

altri tipi di frutta 14,3%

meloni 2,6%

albicocche,pesche, ciliegie e prugne 7,05%

kiwi 1,31%

uva fresca 9,8%

mele,pere 21,12%banane 21,15%

agrumi 22,6%

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della F.R., gennaio 2007

Russia: importazioni di frutta nel primo semestre 2 006 in milioni di dollari Primo

semestre 2005 Primo semestre 2006

Var.% Quota % su import totale Frutta

Import totale frutta (codice 08) di cui:

979,125 1.167,767 +19,2 100

Import agrumi (codice doganale 0805) di cui:

244,009 316,714 +29,7 27,1

Import di arance (codice 080510)

110,650 139,267 +25,8 11,9

Import di limoni (0805550) 48,914 53,777 +9,9 4,6 Import mele e pere (codice doganale 0808) di cui:

285,129 296,453 +3,9 25,3

Import di mele (codice 080810) 202,224 203,892 +0,8 17,4 Import di banane (codice 0803)

238,030 230,120 -3,3 19,7

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della F.R., gennaio 2007 Nel primo semestre 2006 le importazioni di frutta sono state pari a 1,167 miliardi di dollari, cioè il 19,2% in più rispetto al primo semestre 2005. Di questi il 27,1%, cioè 316,7

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101

milioni di dollari sono state importazioni di agrumi (+29,7% rispetto al corrispondente periodo del 2005) e il 25,3% sono state quelle di mele e pere, cioè 294,6 milioni di dollari.

Russia: importazioni di frutta nel primo semestre 2 006 in milioni di dollari

1167,767

316,714 296,453

0

200

400

600

800

1000

1200

Import frutta totale Isemestre

import agrumi import mele e pere

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della F.R., gennaio 2007

Russia: struttura delle importazioni di frutta nel primo semestre 2006 in % calcolata sul valore in dollari

restante frutta 27,9%

banane 19,7%

mele e pere 25,3%

agrumi 27,1%

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della F.R., gennaio 2007

Anche nel primo semestre 2006 il Marocco è il primo esportatore in Russia di agrumi con 93,6 milioni di dollari e il 29,5% del mercato. Lo seguono la Turchia con 75,7 milioni di dollari e l’Egitto con 43,8 milioni di dollari.

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102

Argentina e Spagna con rispettivamente 25,1 e 24,8 milioni di dollari sono il quarto e il quinto paese fornitore. L’Italia pur avendo registrato un aumento del 47,4% è il dodicesimo paese con 914.000 euro e lo 0,28% del mercato. Russia: importazioni di agrumi nel primo semestre 2 006 in migliaia di dollari, codice 0805 Paese 2005

I trimestre

2005 II trimestre

2005 I semestre

2006 I trimestre

2006 II Trimestre

2006 I semestre

Var.% I sem.2006 Su I sem.2005

% Sul Totale

TOTALE 152.935 91.074 244.009 205.461 111.253 316.714 +29,7 100 Marocco 43.100 19.371 62.471 55.255 38.408 93.663 + 49,9 29,5 Turchia 59.460 10.625 70.085 68.453 7.324 75.777 +1 0,6 23,9 Egitto 18.798 16.263 35.061 31.474 12.335 43.809 +2 4,9 13,8 Argentina 112 26.930 27.042 147 25.018 25.165 -6,9 7,9 Spagna 7.491 1.865 9.356 13.589 11.245 24.834 +2,6

volte 7,8

Pakistan 4.721 3.302 8.023 12.741 4.717 17.458 +2,1 volte

5,5

Cina 11.035 2.183 13.218 13.058 1.341 14.399 +8,9 4,5 Sud Africa n.d. 4.855 4.855 n.d. 6.671 6.671 +37,4 2,1 Israele 5.360 4.045 9.405 5.129 1.348 6.477 -31,1 2 ,0 Georgia 1.173 n.d. 1.173 1.304 n.d. 1.304 +11,1 0,4 1 Cipro 279 215 494 1.052 287 1.339 +2,7

volte 0,4

Italia 393 227 620 890 24 914 +47,4 0,28 Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della F.R., gennaio 2007

Russia: importazioni di agrumi in milioni di dollar i nel 2001-2006

231,557273,9

344,552

483,562

316,714

0

100

200

300

400

500

2002 2003 2004 2005 Primosemestre 2006

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della F.R., gennaio 2007

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103

Russia: struttura delle importazioni di agrumi nel 2004 -2005 in calcolata sul valore in dollari (codice doganale 0805)

30,1

19,9

4,8

50,5

4,6

18,4

36,440,3

0

10

20

30

40

50

60

aranci mandarini limoni pompelmi

Fonte: Elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato statale delle dogane russo, gennaio 2007

Russia: struttura delle importazioni di agrumi nel primo semestre 2006 in % calcolata sul valore in dollari (codice doganale 0805)

limoni 16,9%

mandarini, pompelmi 39,2%

arance 43,9%

Fonte: Elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato statale delle Dogane russo, gennaio 2007

Le importazioni di mele e pere, ridotte drasticamente dopo la crisi, sono talmente aumentate da raggiungere nel 2005 (+31,8% rispetto al 2004) i 450,451 milioni di dollari e nel primo semestre sono state pari a 296,453 milioni di dollari (+3,9%).

Russia: Struttura delle importazione di mele e per e in % sul valore in dollari (codice doganale 0808) nel 2003-2006

72,2

27,7 30,5

69,4

34,5

65,4

31,3

68,7

0

20

40

60

80

mele pere

2003 2004 2005 primo semestre 2006

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104

Fonte: Elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato statale delle Dogane russo, gennaio 2007

Nel 2005 la Polonia continua ad essere la maggior esportatrice in Russia di mele con 79,1 milioni di dollari di forniture e il 26,8% del mercato. La Georgia, che nel 2001 era al secondo posto è praticamente sparita come paese fornitore dal 2002. Al secondo posto è invece salita la Cina, che con un aumento del 51,0% rispetto al 2004 con 52,7 milioni di dollari ha il 17,8% del mercato. La Moldavia, al secondo posto nel 2004, è invece scesa con 8,1 milioni di dollari all’undicesimo posto. Argentina, Azerbadjan, Ucraina e Cile con il 10,5, il 6,7%, il 5,08% e il 4,95% sono rispettivamente il terzo, quarto, quinto e sesto paese fornitore. L’Italia ha più che raddoppiato le proprie esportazioni e con 14,5 milioni di dollari e il 4,92% del mercato è al settimo posto. Russia: importazioni di mele, codice doganale 08081 0, nel 2003-2005 in migliaia di dollari 2003 2004 Var. % 2005 Var. % Quota %

2005 Totale 197.800 237.319 +19,9 294.978 +24,2 100 Polonia 41.112 65.928 +60,3 79.138 +20,0 26,8 Cina 26.520 34.901 +31,6 52.709 +51,0 17,8 Argentina 18.891 16.815 -10,9 31.135 +85,1 10,5 Azerbadjan 11.632 14.171 +21,8 19.893 +40,3 6,7 Ucraina 8.665 5.866 -32,3 14.993 +2,5 volte 5,08 Cile 5.893 13.676 +2,3 volte 14.606 +6,8 4,95 Italia 8.882 6.184 -30,3 14.520 +2,3 volte 4,92 Francia 13.334 10.219 -23,3 14.018 +37,1 4,7 Belgio 7.293 5.430 -25,5 11.538 +2,1 volte 3,9 Kazakhstan 6.611 9.309 +40,8 10.748 +15,4 3,6 Moldavia 34.423 37.942 +10,2 8.167 -78,4 2,76 Usa 901 1.162 +28,9 4.584 +3,9 volte 1,5 Olanda 3.342 3.060 -8,4 2.106 -31,1 0,71 Sud Africa 3.746 3.214 -14,2 923 -71,0 0,31

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della F.R., gennaio 2007

Russia: principali paesi fornitori di mele in % sul valore in dollari nel 2005

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105

Usa 1,5% Olanda 0,71%Moldavia 2,7%

Kazakhstan 3,6%

restanti paesi 6,1%

Francia 4,7%

Belgio 3,9%

Italia 4,92%

Cile 4,95%

Ucraina 5,08% Azerbadjan 6,7% Argentina 10,5%

Cina 17,8%

Polonia 26,8%

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della F.R., gennaio 2007

Russia: principali paesi fornitori di mele in milio ni di dollari nel 2005

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106

4,584

8,167

10,748

11,538

14,018

14,52

52,709

79,138

2,106

31,135

19,893

14,606

14,993

0 10 20 30 40 50 60 70 80 90

Olanda

Usa

Moldavia

Kazakhstan

Belgio

Francia

Italia

Cile

Ucraina

Azerbadjan

Argentina

Cina

Polonia

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della F.R., gennaio 2007

Nel primo semestre 2006 le importazioni di mele e pere (codice doganale 0808) sono state pari a 296,4 milioni di dollari. L’Argentina con 58,7 milioni di dollari è il primo paese, seguita da Polonia (56,8 milioni), Cina (41,8 milioni) e Belgio (34,6 milioni). L’Italia con 18,3 milioni di dollari e il 6,2% del mercato è divenuta il quinto paese fornitore.

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107

Russia: importazioni di mele e pere nel primo semes tre 2006 in migliaia di dollari, codice 0808 Paese 2005

I trimestre

2005 II trimestre

2005 I semestre

2006 I trimestre

2006 II Trimestre

2006 I semestre

Var.% I sem.2006 Su I sem.2005

% Sul Totale

TOTALE 132.579 152.550 285.129 154.459 141.994 296.453 +3,9 100 Argentina 15.970 55.452 71.422 16.669 42.050 58.719 -17,7 19,8 Polonia 43.462 32.685 76.147 31.230 25.623 56.853 -25,3 19,1 Cina 22.004 17.761 39.765 25.818 16.069 41.887 +5,3 14,1 Belgio 17.930 10.892 28.822 20.050 14.598 34.648 +72,8 11,6 Italia 6.494 4.963 11.457 10.082 8.304 18.386 +60,4 6,2 Olanda 249 2.103 2.352 8.712 6.995 15.707 +6,6 volte 5,29 Francia 5.314 2.394 7.709 8.723 3.182 11.905 +54,4 4,0 Cile 307 13.831 14.138 337 9.939 10.276 -27,3 3,4 Germania 16 951 967 4.178 2.663 6.841 +7,0 volte 2,3 Ucraina 2.116 1.979 4.095 6.040 817 6.857 +67,4 2,3 Spagna 944 166 1.110 2.870 1.335 4.205 +3,7 volte 1,41 Usa 3.283 1.507 4.790 2.663 695 3.358 -29,8 1,13 Serbia 15 n.d. 15 1.915 1.025 2.940 +196

volte 0,99

Grecia 664 356 1.020 2.208 514 2.722 +2,6 volte 0,91 Kazakhstan 3.356 501 3.857 2.168 178 2.346 -39,1 0,79 Georgia 139 38 177 1.471 427 1.898 +10,7

volte 0,64

Portogallo 1.601 307 1.908 1.674 76 1.750 -8,2 0,59 Kirghisia 832 166 998 1.296 352 1.648 +27,1 0,55 Romania n.d. n.d. n.d. 1.093 211 1.304 -- 0,43 Moldavia 5.564 2605 8.169 8 n.d. 8 -99,9 0,002

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della F.R., gennaio 2007 Nel primo semestre 2006 le importazioni in Russia di mele, codice doganale 080810, sono state pari a 203,892 milioni di dollari, cioè lo 0,8% in più che nel primo semestre 2005. La Polonia continua ad essere il primo paese con 56,6 milioni di dollari e il 27,8% del mercato, seguita dalla Cina con 34,3 milioni di dollari e il 16,8% del mercato. Viene poi l’Argentina con 19,8 milioni di dollari (-28,7% rispetto al primo semestre 2005) e il 9,7% del mercato. L’Italia è salita da 11,2 milioni di dollari nel primo semestre 2005 a 17,9 milioni di dollari (+58,7%) e detiene l’8,79% del mercato. La segue da vicino con 17,6 milioni di dollari e l’8,6% del mercato il Belgio. Sopra i dieci milioni di dollari è anche la Francia con il 5,7% del mercato.

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Russia: importazioni di mele nel primo semestre 200 6 in migliaia di dollari, codice 080810 Paese 2005

I trimestre

2005 II trimestre

2005 I semestre

2006 I trimestre

2006 II Trimestre

2006 I semestre

Var.% I sem.2006 Su I sem.2005

% Sul Totale

TOTALE 94.035 108.189 202.224 108.659 95.233 203.892 +0,8 100 Polonia 42.954 32.657 75.611 31.071 25.623 56.694 -25,0 27,8 Cina 16.665 15.511 32.176 20.933 13.426 34.359 +64,1 16,8 Argentina 1.836 25.971 27.807 1.713 18.089 19.802 -28,7 9,7 Italia 6.358 4.930 11.288 9.639 8.284 17.923 +58,7 8,79 Belgio 3.905 3.531 7.436 13.569 4.038 17.607 +29,7 8,6 Francia 5.213 2.360 11.184 8.599 3.157 11.756 +5,1 5,76 Cile n.d. 12.517 12.517 n.d. 8.559 8.559 -31,3 4,19 Germania 16 951 967 4.090 2.663 6.753 +6,9 volte 3,3 Ucraina 2.116 1.979 4.095 6.032 817 6.849 +67,2 3,3 Olanda 102 630 732 2.301 2.623 4.924 +6,7 volte 2,4 Spagna 130 97 227 1.961 1.032 2.993 +13,1

volte 1,46

Serbia 15 -- 15 1.814 1.025 2.839 +89,2 1,39 Kazakstan 3.351 501 3.852 2.168 178 2.346 -39,0 1,15 Stati Uniti 2.325 1.286 3.611 1.367 814 2.182 -39,5 1,07 Georgia 139 38 177 1.467 427 1.894 +10,7

volte 0,92

Kirgizia 821 166 987 1.266 352 1.618 +63,9 0,79 Romania -- -- -- 1.093 211 1.304 -- 0,6 Sud Africa n.d. 535 n.d. n.d. 844 844 +57,7 0,41 Moldavia 5.564 2.608 8.172 8 n.d. 8 -99,9 0,003

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della F.R., gennaio 2007 Russia: principali paesi fornitori di mele nel prim o semestre 2006 in milioni di dollari

e in % sul valore

0

10

20

30

40

50

60

quota mercato 1,07% 1,15% 1,39% 1,46% 2,40% 3,30% 3,30% 4,19% 5,76% 8,60% 8,70% 9,70% 16,80% 27,80%

milioni dollari 2,182 2,346 2,839 2,993 4,924 6,753 6,849 8,559 11,756 17,607 17,923 19,802 34,359 56,694

Stati Uniti

Kazakshtan

SerbiaSpagn

aOland

aGerma

niaUcrain

aCile

Francia

Belgio ItaliaArgent

inaCina

Polonia

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della F.R., gennaio 2007

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109

Russia: principali paesi fornitori di kiwi, codice doganale 081050, in milioni di dollari nel 2005 (totale import 28,155 milioni di dollari)

0,11

1,137

1,484

1,889

5,49

5,783

0,109

12,015

0 2 4 6 8 10 12 14

Spagna

Francia

Cina

Nuova Zelanda

Iran

Cile

Grecia

Italia

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della F.R., gennaio 2007 L’Italia anche nel 2005 è il primo paese fornitore di Kiwi con 12 milioni di dollari e il 42,6% del mercato.

Russia: principali paesi fornitori di pesche, codic e 080930, in milioni di dollari nel 2005 (totale import 45,5 milioni di dollari)

6,875

7,563

8,964

11,847

18,297

4,766

0 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20

Uzbekistan

Turchia

Cina

Italia

Spagna

Grecia

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della F.R., gennaio 2007

L’Italia nel 2005 è scesa dal secondo al terzo posto tra i paesi fornitori di pesche con 8,964 milioni di dollari e il 19,7% del mercato ed è dopo Grecia (18,2 milioni di dollari) e Spagna (11,8 milioni) e prima della Cina (7,5 milioni); nel 2004 era seconda dopo la Grecia e prima della Cina con 6,3 milioni di dollari e il 13,8% del mercato.

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110

L’importazione di uva fresca (codice 080610) è andata rapidamente aumentando, nel 2003 era stata di 80,4 milioni di dollari, nel 2004 è salita a 151,6 milioni (+88,5%) per arrivare nel 2005 a 210,8 milioni (+38,8%). Russia: importazione di uva fresca (codice 080610) nel 2003-2005 in migliaia di dollari 2003 2004 Var. % 2005 Var. % Quota %

2005 Totale 80.459 151.670 +88,5 210.585 +38,8 100 Uzbekistan 22.125 60.012 +2,7 volte 77.124 +28,5 36,6 Turchia 20.735 38.653 +86,4 52.476 +35,7 24,9 Cile 6.441 11.585 +79,8 22.060 +90,4 10,4 Italia 10.659 10.714 +0,5 15.959 +48,9 7,5 Argentina 1.844 3.459 +87,5 7.968 +2,3 volte 3,78 Cina 2.213 3.291 +48,7 7.209 +2,1 volte 3,4 Sud Africa 3.767 5.452 +44,7 5.779 +5,9 2,7 Iran 1.597 1.363 -14,6 3.639 +2,6 volte 1,72 Tadgikistan 866 3.168 +3,6 volte 3.511 +10,8 1,66 Romania n.d. 81 -- 2.868 +35,4 volte 1,36 Kazakhstan 2.176 4.678 +2,1 volte 2.461 -47,3 1,1 Spagna 1.430 1.973 +37,9 1.614 -18,1 0,76 Turkmenia 490 1.045 +2,1 volte 1.121 +7,2 0,53

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della F.R., gennaio 2007 Nel 2005 l’Uzbekistan con 77,1 milioni di dollari e il 36,6% del mercato è al primo posto, seguito da Turchia e Cile con rispettivamente il 24,9% e il 10,4% del mercato. L’Italia è il quarto fornitore con 15,9 milioni di dollari (+48,9% rispetto al 2004) e il 7,5% del mercato. Russia: principali paesi fornitori di uva fresca (c odice 080610) in milioni di dollari e quota %

di mercato nel 2005

15,959

22,06

52,476

77,124

1,60%

1,70%

2,70%

3,40%

3,70%

7,50%

10,40%

24,90%

36,60%

7,968

5,779

3,511

3,639

7,209

0 10 20 30 40 50 60 70 80 90

Tadgikistan

Iran

Sud Africa

Cina

Argentina

Italia

Cile

Turchia

Uzbekistan

milioni di dollari quota % di mercato

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della F.R., gennaio 2007

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111

La terza grande voce di importazione, le banane, ha oramai superato la crisi e nel 2004 le importazioni sono arrivate a 259,8 milioni di dollari, salendo così al primo posto tra i vari tipi di frutta importati in Russia con il 23,1% del totale delle forniture di frutta. Nel 2005 esse sono state pari a 451,054 milioni di dollari e d hanno avuto una incidenza sul totale delle importazioni di frutta pari al 21,15% e risultano essere la seconda voce per valore dell’importazione, dopo gli agrumi (22,6 %) e prima di mele e pere (21,12%). Nel primo semestre 2006 le importazioni di banane sono state pari a 230,1 milioni di dollari (-3,3% rispetto al 2004), con un a incidenza sul totale import di frutta pari al 19,7 percento.

Il mercato del caffé Le importazioni di caffé Il mercato del caffé è in espansione, anche se i russi per tradizione sono bevitori di tè. (Per un semplice confronto notiamo che nel 2005 le importazioni di tè sono state di 272,182 milioni di dollari). Le importazioni di caffé (codice doganale 0901 ) sono notevolmente aumentate: nel 2003 sono state di 41,2 milioni di dollari, nel 2004 di 45,7 milioni di dollari (+10,8%), nel 2005 sono ancora salite a 70,9 milioni di dollari. Nei primi sei mesi del 2006 sono continuate a crescere (+64,9% rispetto ai primi sei mesi del 2005) arrivando a 48,6 milioni di dollari. L’Italia dal 2004 è il paese leader e nel 2005 con 12,5 milioni di dollari (+39,3%) ha il 17,6% del mercato. La segue il Vietnam, che dopo un calo nel 2004 sta riprendendo le proprie posizioni e con 6,9 milioni di dollari (+2,4 volte) ha il 13,2% del mercato. Terzo paese è il Brasile con 6,9 milioni di dollari (+70,7%) e il 9,7% del mercato, seguito da Finlandia, Columbia e Indonesia rispettivamente con l’8,0%, il 4,9% e il 4,7% del mercato.

Russia: importazioni di caffé nel 2000-2006 in migl iaia di dollari, codice doganale 0901

3088733210 34463

4126245741

70965

48621

0

10000

20000

30000

40000

50000

60000

70000

80000

2000 2002 2004 Primosemestre

2006

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della F.R., gennaio 2007

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112

Russia: importazione di caffé tostato o non tostato , con caffeina e senza, contenente caffé in qualsiasi proporzione (codice doganale 0901)

Paese 2003 % sul totale 2003

2004 Var.% 2004 Su 2003

% sul totale 2004

2005 Var.% 2005 Su 2003

% sul totale 2005

Totale 41.262 100 45.741 +10,8 100 70.965 +55,1 100 Italia 5.358 12,9 9.011 +68,1 19,7 12.559 +39,3 17, 6 Vietnam 7.810 18,9 3.779 -51,6 8,26 9.416 +2,4

volte 13,2

Brasile 3.052 7,3 4.061 +33,0 8,8 6.933 +70,7 9,7 Finlandia 2.106 5,1 3.684 +74.9 8,05 5.716 +55,1 8,0 Columbia 804 1,9 2.792 +247,2 6,1 3.548 +27,0 4,9 Indonesia 4.200 10,1 1.445 -65,5 3,1 3.337 +2,3

volte 4,7

India 3.888 9,4 4.692 +20,6 10,2 3.127 -33,3 4,4 Tanzania 99 0,2 1.003 +10,1

volte 2,19 3.081 +3,0

volte 4,3

Etiopia 362 0,87 1.225 +3,3 volte 2,6 2.532 +2,0 volte

3,56

Francia 1.493 3,6 1.480 -0,8 3,2 2.504 +69,1 3,52 Germania 1.167 2,82 1.524 +30,5 3,3 2.201 +44,4 3,1 Bolivia 477 1,1 1.009 +111,5 2,2 2.009 +99,1 2,8 Uganda 1.178 2,85 1.105 -6,1 2,4 1.477 +33,6 2,08 Ruanda n.d. -- n.d -- -- 1.457 -- 2,05 Nicaragua 272 0,6 992 +264,7 2,16 1.335 +34,5 1,88 Olanda 425 -6,1 812 +91,0 1,7 1.020 +25,6 1,43 Burundi 399 0,96 369 -7,5 0,80 953 +2,5

volte 1,34

Armenia 384 0,93 993 +158,5 2,1 883 -11,0 1,24 Costa d’avorio 2.336 5,6 641 -72,5 1,4 766 +19,5 1,07

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della F.R., gennaio 2007

Russia: principali paesi fornitori di caffé tostato o non tostato, con caffeina e senza, contenente caffé in qualsiasi proporzione (codice doganale 0901) nel 2005

in % calcolata sul valore in dollari

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113

Bolivia 2,8%

Uganda 2,08%

Tanzania 4,3%

Germania 3,1%

Ruanda 2,05%

Indonesia 4,7%

Etiopia 3,56%

restanti paesi 16,09%

Francia 3,52%

India 4,4%Columbia 4,9% Finlandia 8,0%

Brasile 9,7%

Vietnam 13,2%

Italia 17,6%

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della F.R., gennaio 2007

Russia: Importazioni di caffé nel primo semestre 20 06 in migliaia di dollari (codice doganale 0901)

Paese 2005 I trimestre

2005 II trimestre

2005 I semestre

2006 I trimestre

2006 II Trimestre

2006 I Semestre

Var.% I sem.2006 Su I sem.2005

% Sul Totale

TOTALE 13.442 16.030 29.472 21.838 26.738 48.621 +64,9 100 Vietnam 782 1.461 2.243 5.391 7.896 13.287 +5,9

Volte 27,3

Italia 2.089 3.053 5.142 2.398 3.700 6.098 +18,5 12 ,5 Brasile 1.585 2.022 3.607 1.942 4.079 6.021 +66,9 12,4 India 680 819 1.499 1.779 1.663 3.442 +2,2

Volte 7,0

Columbia 789 921 1.710 1.677 1.265 2.942 +72,0 6,05 Finlandia 1.375 1.146 3.358 901 1.466 2.367 -29,5 4,8 Indonesia 444 647 1.091 704 946 1.650 +51,2 3,3 Ruanda 3 -- 3 1.196 208 1.404 +468

Volte 2,88

Francia 531 791 1.322 697 705 1.402 +6,0 2,8 Germania 378 427 3.048 416 674 1.090 -64,2 2,24 Honduras 135 93 3.276 378 556 934 -71,4 1,92 Etiopia 797 821 1.618 505 424 929 -42,5 1,91 Tanzania 570 790 1.360 503 198 701 -48,4 1,44 Nicaragua 361 259 620 348 230 578 -6,7 1,18 Papua-nuova Guinea

-- 105 105 542 27 569 +5,4 Volte

1,17

Olanda 248 132 380 240 275 515 +35,5 1,05 Svizzera 75 133 208 251 189 440 +2,1 volte 0,90 Uganda 542 295 837 223 132 355 -57,5 0,73 Svezia 115 142 257 201 184 385 +49,8 0,73 Austria 132 147 279 74 116 190 -31,8 0,39

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della F.R., gennaio 2007

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114

Nel primo semestre 2006 le importazioni sono salite del 64,1% raggiungendo i 48,6 milioni di dollari. Il Vietnam aumentando di quasi sei volte le proprie esportazioni con 13,2 milioni di dollari e il 27,3% del mercato balza al primo posto, mentre l’Italia, che ha invece avuto una crescita rispetto al primo semestre 2005 solo del 18,5%, scende con 6,0 milioni di dollari e il 12,5% del mercato al secondo posto. Viene subito dopo il Brasile con 6,02 milioni di dollari e il 12,4% del mercato. L’India, che ha più che raddoppiato le proprie esportazioni diventa il quarto paese con 3, 4 milioni e il 7% del mercato. Bisogna comunque notare che mentre l’Italia fornisce caffé da lei importato e poi tostato e miscelato, il Vietnam è invece un produttore di caffé; infatti nel sottosettore del solo caffé tostato, codice 090121 , l’Italia anche nel primo semestre 2006 rimane al primo posto.

Russia: principali paesi fornitori di caffé tostato , con caffeina contenente caffé in qualsiasi proporzione (codice doganale 090121) nel 2005 in m ilioni di dollari

(totale import 30,218 milioni di dollari)

0,536

0,576

0,883

1,019

1,826

2,201

2,504

5,716

12,415

0 2 4 6 8 10 12 14

Austria

Svezia

Armenia

Olanda

Columbia

Germania

Francia

Finlandia

Italia

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della F.R., gennaio 2007

L’Italia nel 2005 con 12,4 milioni di dollari di forniture è l’incontrastato leader per il caffé tostato con il 41,0 % del mercato, la segue la Finlandia con il 5,7 milioni di dollari e il 18,9%. Francia, Germania e Columbia hanno rispettivamente 2,5 milioni, 2,20 milioni e 1,8 milioni di esportazioni. Nel primo semestre 2006 le importazioni di caffé tostato con caffeina, codice doganale 090121, sono state pari a 15,3 milioni di dollari, solo il 2,9% in più che non nel corrispondente periodo del 2005. L’Italia continua ad essere il paese leader con 5,9 milioni di dollari (+16,5%) e il 38,6% del mercato. La seguono Finlandia e Columbia con rispettivamente il 15,3% e il 10,2% del mercato. Russia: principali fornitori di caffé tostato con c affeina nel primo semestre 2006 in milioni di

dollari. codice doganale 090121

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115

0,19

0,385

0,401

0,513

1,075

1,396

1,571

2,367

5,94

0 1 2 3 4 5 6 7

Austria

Svezia

Svizzera

Olanda

Germania

Francia

Columbia

Finlandia

Italia

I semestre 2006

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della F.R., gennaio 2007

Russia: Importazioni di caffé tostato con caffeina nel primo semestre 2006

in migliaia di dollari (codice doganale 090121) Paese 2005

I trimestre

2005 II trimestre

2005 I semestre

2006 I trimestre

2006 II Trimestre

2006 I Semestre

Var.% I sem.2006 Su I sem.2005

% Sul Totale

TOTALE 7.708 7.226 14.934 6.408 8.969 15.377 +2,9 100 Italia 2.074 3.023 5.097 2.373 3.657 5.940 +16,5 38 ,6 Finlandia 1.375 1.146 2.901 901 1.466 2.367 -18,4 15,3 Columbia 280 508 788 683 888 1.571 +99,3 10,2 Francia 530 791 1.321 691 705 1.396 +5,6 9,0 Germania 372 423 795 408 667 1.075 +35,2 6,9 Olanda 248 132 380 238 275 513 +35 3,3 Svizzera 70 120 190 220 181 401 +2,1

Volte 2,6

Svezia 115 142 257 201 184 385 +49,8 2,5 Austria 132 147 279 74 116 190 -31,8 1,2

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della F.R., gennaio 2007 La Russia esporta anche se in quantità ridotte il caffé e nel 2005 le sue esportazioni sono salite da 4,286 milioni di dollari a 6,452 milioni di dollari (+50,5%).

Russia: esportazioni di caffé (codice doganale 0901 ) nel 2003-2005 in migliaia di dollari

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116

2433

4286

6452

0

1000

2000

3000

4000

5000

6000

7000

2003 2004 2005

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della F.R., gennaio 2007

Il mercato dell’olio d’oliva Il consumo di olio di oliva sul mercato russo rimane ancora molto marginale e limitato alla fascia medio-alta o alta di consumatori, dato il prezzo. In effetti, dopo il 1998, i consumi russi di olio di oliva sono molto calati, per motivi di costo, in favore dell’olio di semi, soprattutto di girasole. Anche il ministero della salute russo raccomanda l’uso dell’olio di oliva e le qualità “medicamentose” di questo prodotto trovano una conferma dal fatto che proprio in Russia in molte farmacie venga venduto e lo si venda bene, ma una maggiore diffusione dell’olio di oliva è come si è detto, frenata dai costi molto elevati rispetto all’olio di semi. Nel 2005 infatti la produzione di olio di semi ha raggiunto i 2,2 milioni di tonnellate (+16,4% rispetto al 2004) e nel 2006 con un ulteriore aumento del 17,0%, è salita a 2,5 milioni di tonnellate, mentre per ragioni climatiche l’olio di oliva è solo di importazione. In ogni caso nella prospettiva dell’aumento dei redditi e della maggiore sofisticazione del gusto alimentare, i consumi di olio d’oliva dovrebbero consolidare la tendenza alla crescita, soprattutto qualora sorretti da una adeguata campagna promozionale. Il mercato dell’olio d’oliva, è un settore in cui l’Italia dovrebbe primeggiare, ma come si vede dalle più recenti statistiche, essa si è lasciata ampiamente superare dalla Spagna, che pratica una politica di prezzi più bassi e un approccio molto più aggressivo al mercato russo. Come risultato, la Spagna nel 2003 è leader sul mercato russo, con vendite per 5,6 milioni di dollari occupando il 67,8% del mercato d’importazione, lasciando all’Italia (1,8 milioni di dollari) solo il 21,8% del mercato. Seguono poi la Grecia, con il 2,3% e infine con il 2,0% la Turchia. Nel 2004 le importazioni sono salite a 10,884 milioni di dollari, la Spagna con 7,7 milioni di dollari detiene il 71,1% del mercato, mentre l’Italia con 2,1 milioni di dollari ne detiene solo il 19,4 percento. Da notare che mentre l’Italia nel 2004 ha avuto un aumento rispetto al 2003 del 15,4%, la Spagna ha invece avuto un incremento del 35,9 percento. Nel 2005 le importazioni sono salite a 18,192 milio ni di dollari (+67,1% rispetto al 2004). La Spagna continua ad aumentare le proprie esportazioni (+57,8%) e con 1,2 milioni di dollari detiene il 67,2% del mercato.

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L’Italia pur avendo aumentate del 91,1% le proprie forniture rimane al secondo posto con 4,05 milioni di dollari e il 22,5% del mercato. Seguono poi Grecia, Turchia e Tunisia con rispettivamente il 5,0%, il 2,8% e l’1,7% del mercato.

Russia: principali paesi fornitori di olio d’oliva nel 2003-2005 in milioni di dollari (codice doganale 1509)

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della F.R., gennaio 2007

Russia: importazioni di olio d’oliva nel 2003-2005 (codice doganale 1509)

Paese 2003 % sul

totale

2004

Var.%

2004

Su 2003

%

totale

2005 Var. % 2005 su 2004

% sul Totale

Totale 8.400 100 10.884 +29,5 100 18.192 +67,1 100

Spagna 5.699 67,8 7.748 +35,9 71,1 12.233 +57,8 67,2

Italia 1.837 21,8 2.121 +15,4 19,4 4.054 +91,1 22,5

Grecia 196 2,3 402 +105,1 3,6 910 +2,2 5,0

Turchia 174 2,07 193 +10,9 1,77 518 +2,6

volte

2,8

Tunisia 70 0,8 192 +2,7

volte

1,76 314 +63,5 1,7

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della F.R., gennaio 2007

0,1740,193

0,518

0,1960,402

0,91

1,837 2,121 4,054

5,699 7,748 12,233

0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%

Turchia

Grecia

Italia

Spagna

2003 2004 2005

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118

I salumi Mentre i sondaggi di opinione continuano a indicare che i russi preferiscono, per tradizione e gusto, i salumi di produzione nazionale a quelli importati, l’industria nazionale, dopo un periodo di crisi durato almeno quattro anni, dal 1997 al 1999, dal 2000 è ritornata alla crescita, e nel 2003 si è arrivati a 1,617 milioni di tonnellate. Nel 2004 la produzione è ancora continuata a crescere, + 13,2% e si è arrivati a 1,8 milioni di tonnellate , nel 2005 con un aumento del 6,8% è salita a 1,957 milioni di tonnellate. Nel 2006 la produzione di salumi è ancora aumentata dell’8,9%, arrivando a 2,132 milioni di tonnellate.

Russia: produzione dei salumifici nel 2000-2006 in milioni di tonnellate

1,052 1,2241,468 1,617

1,832 1,957 2,132

0

0,5

1

1,5

2

2,5

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006

Fonte, elaborazione ICE MOSCA su dati Goskomstat de lla Federazione russa, gennaio 2007

D’altra parte negli ultimi tempi sono apparsi in tutta la Russia nuovi piccoli salumifici privati, che si sono affiancati ai "giganti" veri e propri dell'industria alimentare (come per esempio il Cerkizovskij, lo Tsaritsinskij Kombinat o il Mikoms di Mosca) e utilizzano le tecnologie più moderne, offrendo ai consumatori prodotti tradizionali di alta qualità a prezzi competitivi.

Russia: andamento della produzione di salumi in % c alcolata sulle tonnellate prodotte nell’anno precedente, nel 2000-2006

10,90%16,30%

19,90%15,80%

13,20%

6,80% 8,90%

0,00%5,00%

10,00%15,00%20,00%25,00%

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006

Fonte, elaborazione ICE MOSCA su dati Rosstat della Federazione russa, gennaio 2007

Dopo la crisi del 1998, le importazioni avevano subito un vero e proprio crollo, passando da 102,5 milioni di dollari nel 1998 a 15 milioni nel 1999, solo dal 2000 è cominciata la ripresa, tanto che nel 2001 si era arrivati a 41,8 milioni. Nel 2002 però c’è stata di nuovo una riduzione delle importazioni (-21,5%) che sono scese a 32,8 milioni. Il calo è continuato nel 2003 quando le importazioni di salumi si sono quasi dimezzate scendendo dai 32,8 milioni di dollari nel 2002 ai 18,5 milioni di dollari. Nel 2004 si sono assestate su

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17,9 milioni di dollari (-3,7% rispetto al 2003), nel 2005 hanno avuto una flessione del 6,2% e sono scese a 16,7 milioni di dollari . L’aumento della produzione nazionale può in effetti aver compresso la domanda di prodotti stranieri. Nel 2005 l’Ucraina risale al primo posto con 2,1 milioni di dollari e il 12,98% del mercato (-25,,9% rispetto al 2004). La Polonia, che era il paese leader, con un calo dell’80,4% scende all’undicesimo posto e con soli 607.000 dollari ha il 3,6% del mercato ( nel 2002 aveva ben 13,2 milioni di esportazione). Al secondo posto sale la Spagna con 2,1 milioni di dollari e il 12,97% del mercato. Gli Stati Uniti, che hanno più che raddoppiato le proprie esportazioni, con 1,8 milioni di dollari detengono l’11,0% del mercato. Francia, Belgio e Danimarca hanno tutti forniture superiori al milione di dollari. L’Italia, pur con un incremento del 51,0% scende dal tredicesimo al quattordicesimo posto (nel 2002 era al quindicesimo, nel 2003 al quattordicesimo) con solo 497.000 dollari di esportazioni di salumi e il 2,9% del mercato. Russia: principali paesi fornitori di salumi (codic e doganale 1601), in % calcolata sul valore

in dollari nel 2005 (totale importazioni 16,793 mil ioni)

Olanda 5,0%

Danimarca 7,7%Brasile 5,6%

Estonia 3,8%

Austria 3,76%

Polonia 3,6%

Ungheria 3,59%

Germania 3,2%Italia 2,9% restanti paesi

6,6%

Belgio 8,3% Francia 9,0%

Usa 11,0%

Spagna 12,97%

Ucraina 12,98%

Fonte: Elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato stat ale delle Dogane della Federazione russa, gennaio 2007

Come si vede dalla tabella, le importazioni di salumi italiani in Russia (2,9% del mercato) rimangono assai marginali. Una fetta significativa dei salumi italiani che si trovano sui mercati alimentari moscoviti sembra passare attraverso intermediari e importatori di altri paesi, ma questo non serve molto a giustificare la posizione secondaria dell’Italia.

Russia: importazioni di salumi nel 2003-2005 in migliaia di dollari (codice doganale 1601)

Paese 2003 % sul totale

2004 Var. % 2004 su 2003

% sul Totale

2005 Var. % 2005 su 2004

% sul Totale

Totale 18.594 100 17.906 -3,7 100 16.793 -6,2 100 Ucraina 3.773 20,2 2.945 -21,9 16,4 2.180 -25,9 12,98 Spagna 1.466 7,8 1.540 +5,0 8,6 2.179 +41,4 12,97 Usa 684 3,6 735 +7,4 4,1 1.862 +2,5

volte 11,0

Francia 1.967 10,5 2.317 +17,7 12,9 1.525 -34,1 9,0

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120

Belgio 1.057 5,6 1.334 +26,2 7,4 1.394 +4,4 8,3 Danimarca 1.258 6,7 1.526 +21,3 8,5

1.309 -14,2 7,7

Brasile 138 0,74 222 +60,8 -- 944 +4,2 volte

5,6

Olanda 863 4,6 734 -14,9 4,0 852 +16,0 5,0 Estonia n.d. -- 183 -- 1,02 649 +3,5

volte 3,8

Austria 763 4,1 503 -34,0 2,8 633 +25,8 3,76 Polonia 4.019 21,6 3.103 -22,7 17,3 607 -80,4 3,6 Ungheria 758 4,0 881 +16,2 4,9 603 -31,5 3,59 Germania 505 2,7 646 +27,9 3,6 538 -16,7 3,2 Italia 269 1,4 329 +22,3 1,8 497 +51,0 2,9 Finlandia 272 1,4 348 +27,9 1,9 262 -24,7 1,5 Slovacchia n.d. -- n.d. -- -- 201 -- 1,19 Lituania n.d. -- 96 -- 0,5 166 +72,9 0,98 Lettonia 154 0,8 140 -9,0 0,7 139 -0,7 0,8 Moldavia 394 2,1 189 -52,0 1,0 94 -50,2 0,55

Fonte: Elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato stat ale delle Dogane della Federazione russa, gennaio 2007 Prodotti della panetteria, pasticceria o della bisc otteria Le importazioni in Russia di prodotti di pasticceria, biscotteria, codice doganale 1905 , , sono state pari nel 2005 a 124,9 milioni di dollari, cioè il 32,59% in più che nel 2004 quando erano state pari a 94,259 milioni di dollari (+ 44,1% rispetto al 2003, quando erano state di 65,4 milioni).

Russia: importazioni di prodotti di pasticceria, bi scotteria, codice doganale 1905, nel 2003-2005 in milioni di dollari

65,408

94,259

124,914

0

50

100

150

2003 2004 2005

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato stat ale delle Dogane russo, gennaio 2007

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Russia: importazioni di prodotti della panetteria, pasticceria e biscotteria, in migliaia di dollari, codice doganale 1905, nel 2003-2005 Paese 2003 % sul

totale 2003

2004 Var. % 2004 su 2003

% sul totale 2004

2005 Var. % 2005 su 2004

% sul Totale

Totale 65.408 100 94.259 +44,1 100 124.914 +32,5 10 0 Ucraina 19.445 29,7 33.419 +71,8 35,4 35.883 +7,3 28,7 Polonia 9.989 15,2 13.696 +37,1 14,5 20.004 +46,0 16.0 Germania 7.539 11,5 10.616 +40,8 11,2 14.899 +40,3 11,9 Italia 2.563 3,9 2.998 +16,9 3,17 7.369 +2,4

volte 5,8

Belgio 951 1,4 3.602 +3,7 volte

3,8 4.954 +37,5 3,9

Francia 1.120 1,7 2.584 +2,3 volte

2,7 4.627 +79,0 3,7

Danimarca 2.159 3,3 2.893 +33,9 3,06 4.709 +62,7 3,7 Gran Bretagna

3.934 6,0 3.898 -0,9 4,1 4.709 +20,8 3,7

Olanda 2.304 3,5 1.856 -19,4 1,96 3.120 +68,1 2,49 Finlandia 2.385 3,6 2.804 +17,5 2,9 2.868 +2,2 2,2 Spagna n.d. -- 214 -- 0,22 2.325 +10,8

volte 1,86

Cina 1.070 1,6 1.614 +50,8 1,7 2.191 +35,7 1,7 Corea del sud

2.438 3,7 2.252 -7,6 2,3 2.104 -6,5 1,68

Lituania 1.407 2,1 1.846 +31,2 1,9 2.069 +12,0 1,65 Ungheria n.d. -- n.d. -- -- 1.694 -- 1,3 Austria 1.370 2,09 1.417 +3,4 1,50 1.569 +10,7 1,2 Turchia 648 0,9 1.365 +2,1

volte 1,4 1.444 +5,7 1,15

Kazakhstan 1.767 2,7 1.755 -0,6 1,86 1.436 -18,1 1,1 Svezia 708 1,08 800 +12,9 0,84 1.146 +43,2 0,91

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato stat ale delle Dogane russo, gennaio 2007

Russia: andamento delle importazioni di prodotti di pasticceria, biscotteria, codice doganale 1905, nel 2003-2005 in % calcolata sul val ore in dollari

44,10%

32,50%

0,00%

10,00%

20,00%

30,00%

40,00%

50,00%

2004 2005

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato stat ale delle Dogane russo, gennaio 2007

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Diamo qui in particolare la situazione dettagliata per i singoli sottosettori del codice 1905 nel 2005. Russia: principali fornitori di pane croccante, det to “knackebrot” codice 190510, in migliaia

di dollari nel 2005 (import totale 1,327 milioni do llari)

Finlandia Germania Kazakhstan

2005

1,126

0,151 0,003

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato stat ale delle Dogane russo, gennaio 2007

L’Italia non figura tra i paesi fornitori di questo tipo di pane croccante. Russia: principali fornitori di biscotti ai fichi e altri tipi di biscotti farciti, codice 1905220, in

migliaia di dollari nel 2005 (import totale 1,335 m ilioni dollari)

Polonia Ucraina Svezia

2005

1,058

0,163 0,054

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato stat ale delle Dogane russo, gennaio 2007

L’Italia non figura tra i paesi fornitori di questo tipo di biscotti. Russia: principali paesi fornitori di biscotti secc hi dolci nel 2005 in milioni di dollari (import

totale 45,824 milioni), codice doganale 190531

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123

0,569

0,772

1,064

1,116

1,173

1,486

1,731

1,854

1,858

3,701

8,013

19,24

1,027

0 5 10 15 20 25

Corea del sud

Moldavia

Turchia

Italia

Germania

Kazakhstan

Olanda

Danimarca

Francia

Cina

Gran Bretagna

Polonia

Ucraina

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato stat ale delle Dogane russo, gennaio 2007

L’Italia con 1,064 milioni di dollari e il 2,3% del mercato è il decimo paese fornitore, nel 2004 per questa voce aveva solo 671.000 dollari e l’1,6% del mercato, nel 2003 ne aveva con 759.000 dollari il 2,2 percento.

Russia: principali paesi fornitori di wafers, ciald e e cialdine nel 2005 in milioni di dollari (import totale 24,177 milioni), codice doganale 19 0532

0,593

0,741

1,569

2,852

4,895

11,239

0,923

0 2 4 6 8 10 12

Gran Bretagna

Italia

Olanda

Austria

Germania

Polonia

Ucraina

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato stat ale delle Dogane russo, gennaio 2007

L’Italia con 741.000 dollari e il 3,0% del mercato è il sesto paese fornitore, nel 2004 per questa voce aveva solo 327.000 dollari e l’1,8% del mercato, nel 2003 ne aveva con

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407.900 dollari il 3,9% (le importazioni totali nel 2004 erano state di 17,214 milioni e nel 2003 di 10,2 milioni di dollari).

Russia: principali fornitori di fette biscottate, c odice 190540, in migliaia di dollari nel 2005 (import totale 7,351 milioni dollari)

Germania Olanda Finlandia Polonia Ucraina Israele

2005

3,401

1,414 1,2990,444 0,289 0,221

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato stat ale delle Dogane russo, gennaio 2007 L’Italia non figura tra i paesi fornitori di fette biscottate.

Russia: principali paesi fornitori di altri prodott i di panetteria, pasticceria o biscotteria nel 2005 in milioni di dollari (import totale 44,898 mi lioni), codice doganale 190590

0,681

1,163

1,694

2,046

2,325

2,792

2,978

3,926

4,417

4,543

5,593

7,377

1,534

0 1 2 3 4 5 6 7 8

Olanda

Irlanda

Corea del sud

Ungheria

Lituania

Spagna

Francia

Danimarca

Ucraina

Italia

Belgio

Polonia

Germania

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato stat ale delle Dogane russo, gennaio 2007

L’Italia con 4,417 milioni di dollari e il 9,8%% del mercato è il quarto paese fornitore, nel 2004 per questa voce aveva solo 2 milioni di dollari e il 7,0%% del mercato, nel 2003 ne

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aveva con 1,396 milioni di dollari l’8,6% (le importazioni totali nel 2004 erano state di 28,551 milioni e nel 2003 di 16,1 milioni di dollari). Per questa voce quindi le esportazioni italiane sono in forte aumento, tanto che dal 2003 al 2005 sono più che triplicate. Le bevande

La birra L'industria della birra e’ oggi uno dei settori di maggiore espansione, come dimostrano le cifre di aumento della produzione nazionale fin dal 1997, malgrado una temporanea battuta d’arresto nel 1998. E questo dopo una lunga crisi senza precedenti negli anni delle prime riforme economiche di Egor Gaidar. Nel periodo 1992-1996 la produzione di birra in Russia era infatti diminuita di quasi due volte, mentre nel 1995 e nella prima metà del 1996 si erano prodotti soltanto 12 litri di birra pro capite all'anno. Il reale fabbisogno di birra prodotta in Russia è invece attualmente stimato in almeno 40-50 litri pro capite all'anno. Questo fattore è stato sfruttato dalle società importatrici, che nel giro di pochi anni avevano aumentato molto le importazioni di birra in Russia, almeno fino alla crisi del 1998.

Produzione di birra in Russia milioni di decalitri e variazione %

1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001

2002 2003 2004 2005 10 mesi 2006

333.0 329.7 268.5 239.1 207.4 176.5 205.5 252.4 324 432 549,4

627 693 757 842 892 999

--- -1,0 -18,5 -10,9 -13,2 -14,9 +16,4 +22,8 +28,6 +33,3 +27,1

+14,1 +10,6 +9,2 +11,5 +5,9 +9,8

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Rosstat della Federazione russa, gennaio 2007

Russia: produzione di birra in milioni di decalitri

333

176,5252,4

324432

549,4627

693757

842892

999

0100200300400500600700800900

1000

1990 1995 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Rostat della Federazione russa, gennaio 2007

Soltanto nel 1996 la situazione ha incominciato a migliorare e gli aumenti sono continuati per tutti questi anni. Nel 2005 si è arrivati a 892 milioni di decalitri, cioè il 5,9% in più che nel 2004 e cinque volte in più che nel 1995 e nel 2006 con un aumento del 9,8% si é arrivati a 999 milioni di decalitri.

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Ricordiamo in merito che una serie di investimenti stranieri, tedeschi e scandinavi, negli ultimi anni ha contribuito a superare parzialmente il problema dell’ invecchiamento dei macchinari. Rimane comunque anche il problema della bassa qualità delle materie prime russe, che ha costretto fino a poco tempo fa i maggiori produttori russi, in primo luogo di Mosca e di San Pietroburgo, a importarle dall’estero. Nel 1998, la crisi del rublo aveva provocato un primo forte calo delle importazioni di birra, proseguito poi nel 1999, dove esso ha raggiunto le tre volte e mezza. Questo spiega anche la forte ripresa dell’industria nazionale, tenendo conto che secondo i sondaggi d'opinione, la maggior parte dei consumatori russi preferisce la birra chiara prodotta in Russia, come l’”Ochakovo”, la “Klinskoe” o la “Baltika”, a tutte le marche importate.

Russia : importazioni di birra (codice doganale 220 3)

(in migliaia di dollari)* Paese 2003 % sul

Totale 2003

2004 Var. % 2004 su 2003

% sul totale 2004

2005 Var. % 2005 su 2004

% sul Totale

Totale 60.032 100 67.205 +11,9 100 86.000 +27,9 100 Ucraina 45.247 75,3 51.567 +13,9 76,7 57.719 +11,9 67,1 Repubblica ceca 1.570 2,6 1.964 +25,0 2,9 6.068 +3,0 volte 7,05 Germania 1.271 2,1 1.623 +27,6 2,4 4.596 +2,8 volte 5,3 Finlandia 4.047 6,7 3.368 -16,7 5,0 3.498 +3,8 4,06 Irlanda 2.161 3,5 2.132 -1,38 3,1 2.117 -0,7 2,46 Slovacchia 250 0,41 220 -12 0,32 1.536 +6,9 volte 1,78 Belgio 109 0,18 .448 +4,1 volta 0,666 1.391 +3,1 volte 1,61 Messico n.d. -- n.d. -- -- 1.325 - 1,54 Giappone 730 1,2 981 +34,3 1,45 1.161 +18,3 1,35 Olanda 1.233 2,05 449 -63,5 0,668 968 +2,1 volte 1,12 Polonia 1.370 2,2 969 -20,1 1,4 708 -26,9 0,8 Italia n.d. -- n.d. -- -- n.d. -- --

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della F.R., gennaio 2007 Anche in questa come in tutte le altre tabelle, i dati della Bielorussia, per i particolari accordi doganali fra i due paesi slavi non vengono segnate nei registri doganali (eccetto che nel 2001). Ma è lecito ipotizzare che esse siano rimaste sugli stessi livelli del 2001, quando erano state pari a 11, 9 milioni di dollari. Nel 2005 si è importato birra per 86 milioni di dollari, cioè il 27,9% in più che nel 2004. L’Italia non e’ mai stata un grosso esportatore di birra in Russia, ed è scomparsa nel 1999, per riapparire nel 2001 e nel 2002 con solo 14.000 dollari di importazione e lo 0,029 del mercato e scomparire di nuovo nel 2003- 2006. L’Ucraina è in assoluto il primo paese esportatore in Russia con 57,5 milioni di dollari e il 67,1% del mercato. Seguono a grande distanza Repubblica ceca e Germania, che hanno fortemente aumentato le proprie forniture (+3,0 volte +2,8 volte) e con 6,06 e 4,5 milioni di dollari detengono il 7,0% e il 5,3% del mercato. Finlandia e l’Irlanda scendono quindi al quarto e quinto posto tra i paesi fornitori con rispettivamente 3,4 e 2,1 milioni di dollari. Nel primo semestre 2006 le importazioni di birra sono ancora aumentate del 67,4%, salendo da 33,3 milioni a 55,8 milioni di dollari. L’Ucraina con 33,2 milioni di dollari continua ad essere il paese leader, seguita come nel 2005 da Repubblica ceca e Germania, entrambe in forte espansione, con rispettivamente 7,7 e 5,2 milioni di dollari.

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127

Russia: principali paesi fornitori di birra nel 200 5 e nel primo semestre 2006

57,719

4,596 3,498

33,219

7,773 5,23

010203040506070

Ucraina Rep. ceca Germania

2005 primo semestre 2006

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della F.R., gennaio 2007

Il vino Nel 1996-1997 il consumo di bevande alcoliche (birra esclusa) è stato stimato a 2.097 milioni di litri di vodka (oltre 14 litri di vodka pro capite all'anno), 540 milioni di litri di vino (3.6 litri pro capite all'anno), 198 milioni di litri di spumante (1.33 litri pro capite all'anno) e 31.5 milioni di litri di brandy e cognac (0.2 litri pro capite all'anno). Secondo alcune stime, che aggiungono alle statistiche statali quantità non indifferenti di superalcolici distillati in casa, il consumo di vodka può raggiungere 20 litri all'anno per persona. Il giro d'affari sul mercato degli alcolici in Russia era stimato in 10-12 miliardi di dollari all'anno fino al 1997, con una spesa pro-capite media sui 56 dollari, contro 68-70 in Europa. Nel 1998-99, tale cifra era scesa alla metà per la svalutazione del rublo, ma ormai il mercato si è ripreso del tutto.

In realtà, l'81% degli uomini russi e il 51% delle donne consumano regolarmente superalcolici. Soltanto il 34% dei ragazzi (tra 16 e 24 anni) non ne beve. Vodka, cognac e altri superalcolici sono preferiti dalle persone fra 46 e 55 anni d'età. La birra è molto popolare, in particolare tra i giovani, mentre il vino è scelto da due gruppi sociali: il ceto più agiato e gli intellettuali.

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128

Produzione di vino in Russia nel 1998-2006 in milio ni di decalitri

12,6

9,2

3,8

18,3

7,3

4,1

24,1

6,8

2,8

27,4

7,7

3,5

33,3

8,1

2,6

36,5

8,8

3,2

39,1

12,1

4,2

31,8

14,1

3,01

47

15,4

3,040

5

10

15

20

25

30

35

40

45

50

1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006

Vini naturali Champagne e vini frizzanti vini fruttati

Fonte: Elaborazione ICE MOSCA su dati Rosstat della Federazione russa, gennaio 2007

Le aziende vinicole hanno sofferto della crisi economica degli anni novanta più di qualsiasi altro settore dell’industria agro-alimentare del Paese. Dal 1990 al 1997 la produzione e’ scesa da 757 milioni di litri (ma era la produzione sovietica, che includeva Georgia e Moldavia) a 210 milioni di litri nel 1994, per poi ridursi ancora a 119 milioni. Per interpretare correttamente le statistiche bisogna sottolineare che in Russia non si fa distinzione tra i vini naturali (che costituiscono il 90% dei consumi) e i vini "forti", la cui fermentazione viene arrestata con l'aggiunta di alcool.

Produzione di vini in Russia nel 2000-2006 in milioni di decalitri

Tipo di vino 2000

2001

2001 in % al 2000

2002

2002 in % al 2001

2003 2003 in % 2002

2004 2004 in % 2003

2005 2005 in % 2004

2006 2006 In % 2005

Vini naturali 24,1 27,4 +13,6 33,3

+21,5 36,5 +9,6 39,1 +7,2 31,8 -18,6 47,0 +48,1

Vini fruttati 26 35,6 +36,9 25,9 -25 31,8 +22,7 4,2 +32,6 3,014 -29 3,044 +1,0 Champagne e vini frizzanti

67,3 76 +12,9 81 + 5 88 +8,6 12,1 +37,9 14,1 +16,4 15,4 +8,9

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Rosstat della Federazione russa, gennaio 2007 La produzione di vino nel 2005 è stata di 31,8 milioni di decalitri (-18,6% rispetto al 2004), quella di champagne di 14,1 milioni di decalitri (+16,4%) e quella di vini fruttati di 14,1 milioni di decalitri (-29%). Nel 2006 la produzione di vini naturali ha avuto un aumento del 48,1% raggiungendo i 47 milioni di decalitri, mentre quella di vini fruttati uno dell’1,0%, stabilizzandosi sui 3,0 milioni di decalitri. La produzione di champagne e vini frizzanti è aumentata dell’8,9%, salendo a 15,4 milioni di decalitri.

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129

Le importazioni Nel 1997 le importazioni di vino erano aumentate del 30,9% ad un record di 519 milioni di dollari (dati ufficiali, che ricordiamo, possono essere sottostimati). Nei primi nove mesi del 1998 le vendite erano rimaste quasi stabili, ma la crisi si e’ fatta poi sentire, con un calo del 25%, a circa 390 milioni, seguito dal crollo nel 1999 di quasi il 60 percento. Ma dal 2000 le importazioni si sono riprese e nel 2005 esse hanno superato il mezzo miliardo di dollari (+17,6% rispetto al 2004).

Anche nel 2005 rimane forte il predominio dei vini moldavi (38,7% e 202,829 milioni di dollari), che hanno resistito meglio degli altri ai contraccolpi della crisi, anche per il loro basso prezzo, seguiti a distanza dai vini francesi (12,15% del mercato con 63,6 milioni di dollari), in possesso di una forte immagine di qualità, nonché da quelli georgiani, da sempre popolari fornitori di vino della Russia (8,8%).

L’Italia con 19,0 milioni di dollari (-23,5% rispetto al 2004) e il 3,6% del mercato è al sesto posto, preceduta da Bulgaria e Spagna, rispettivamente con l’8,8% e il 7,7% del mercato.

Russia: importazioni di vino (codice doganale 2204) (in migliaia di dollari) nel 2003-2005 Paese 2003 % sul

Totale 2004 Var. %

2004 su 2003

% sul totale 2004

2005 Var. % 2005 su 2004

% sul Totale

Totale 381.442 100 445.100 +16,6 100 523.535 +17,6 100 Moldavia 173.671 45,5 199.620 +14,9 44,8 202.829 +1,6 38,7 Francia 55.869 14,6 60.656 +8,5 13,6 63.654 +4,9 12,15 Georgia 33.892 8,8 38.811 +14,5 8,7 63.488 +63,5 12,12 Bulgaria 19.688 5,1 27.919 +41,8 6,2

46.513 +66,5 8,8

Spagna 16.270 4,2 25.307 +55,5 5,6 40.588 +61,0 7,7 Italia 19.988 5,2 24.859 +24,3 5,5 19.005 -23,5 3,6 Argentina 15.967 4,1 12.149 -23,9 2,7 17.762 +46,2 3,37 Ucraina 14.352 3,7 16.984 +18,3 3,8 15.880 -6,5 3,03 Cile 7.748 2,0 11.275 +45,5 2,5 15.862 +40,6 3,02 Germania 8.143 2,1 9.903 +21,6 2,2 13.280 +34,1 2,5 Uzbekistan 3.284 0,86 766 -76,6 0,17 5.646 +7,3

volte 1,07

Ungheria 3.016 0,7 3.538 +17,3 0,79 4.193 +18,5 0,80 Sud Africa 868 0,22 1.980 +2,2

volte 0,44 2.656 +34,1 0,50

Usa 1.699 0,4 2.366 +39,2 0,53 2.617 +10,6 0,49 Cipro 1.300 0,3 2.120 +63,0 0,47 2.400 +13,2 0,45 Australia 1.057 0,27 1.732 +63,8 0,38 2.099 +21,1 0,40 Portogallo 972 0,25 1.006 +3,4 0,22 1.424 +41,5 0,27

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della F.R., gennaio 2007 Russia: principali paesi fornitori di vino (codice doganale 2204) nel 2005 in milioni di dollari

e in % calcolata sul valore in dollari

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130

19,005

40,588

46,513

63,488

63,654

202,829

2,50%

3,02%

3,03%

3,37%

3,60%

7,70%

8,80%

12,12%

12,15%

38,70%

17,762

15,88

15,862

13,28

0 50 100 150 200 250

Germania

Cile

Ucraina

Argentina

Italia

Spagna

Bulgaria

Georgia

Francia

Moldavia

milioni di dollari quota mercato in %

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della F.R., gennaio 2007

Russia: importazioni di vino nel primo semestre 200 6 (codice doganale 2204) in migliaia di dollari

Paese 2005 I trimestre

2005 II trimestre

2005 I semestre

2006 I trimestre

2006 II Trimestre

2006 I Semestre

Var.% I sem.2006 Su I sem.2005

% Sul Totale

TOTALE 103.992 143.886 247.878 131.288 40.245 171.473 -30,8 100 Francia 11.270 17.658 28.928 20.707 8.243 28.950 +0,7 16,8 Spagna 6.836 10.993 17.829 8.554 9.376 17.930 +0,5 10,4 Georgia 9.942 16.742 26.684 16.726 25 16.751 -37,2 9,76 Bulgaria 7.288 12.104 19.392 10.822 4.100 14.922 -23,0 8,7 Italia 4.437 5.252 9.689 6.716 3.804 10.520 +8,5 6, 1 Argentina 1.395 3.427 5.499 3.056 4.375 7.431 +35,1 4,3 Germania 2.728 3.316 6.044 3.870 3.032 6.902 +14,1 4,0 Ucraina 3.039 5.540 8.579 3.570 2.105 5.675 -33,8 3,3 Cile 2.725 3.805 6.530 4.135 728 4.863 -25,5 2,8 Uzbekistan 1.961 1.290 3.251 1.089 2.700 3.789 +16,5 2,2 Ungheria 984 1.008 1.992 789 409 1.198 -39,8 0,69 Sud Africa 448 525 973 895 292 1.187 +21,9 0,69 Usa 363 545 908 481 338 819 -9,8 0,47 Australia 248 429 677 727 77 804 +18,7 0,46 Moldavia 49.316 59.135 108.451 47.335 n.d. 47.335 -56,3 0,2

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della F.R., gennaio 2007 Nel primo semestre 2006 le importazioni di vino son o calate del 30,8%, scendendo a 247,8 milioni a 171,4 milioni di dollari . La Moldavia tradizionalmente il primo fornitore russo avendo praticamente dimezzato le proprie esportazioni, con 47,3 milioni di dollari e solo lo 0,2% del mercato scende al quindicesimo posto.

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131

La Francia, le cui esportazioni sono rimaste stabili sui 28 milioni di dollari sale al primo posto con il 16,8% del mercato, seguita da Spagna (17,9 milioni), Georgia (16,7 milioni) e Bulgaria (14,9 milioni).

L’Italia dopo il calo del 2005 sta lentamente riprendendosi e con 10,5 milioni di dollari (+8,5% rispetto al primo semestre 2005) ha il 6,1% del mercato.

Russia: principali paesi fornitori di vino (codice doganale 2204) nel 2005 in milioni di dollari e in % calcolata sul valore in dollari

7,431

10,52

14,922

16,751

17,93

28,95

2,20%

2,80%

3,30%

4,00%

4,30%

6,10%

8,70%

9,70%

10,40%

16,80%

6,902

5,675

4,863

3,789

0 5 10 15 20 25 30 35

Uzbekistan

Cile

Ucraina

Germania

Argentina

Italia

Bulgaria

Georgia

Spagna

Francia

milioni di dollari quota mercato in %

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della F.R., gennaio 2007

Vini spumanti All’interno del gruppo indicato col codice doganale 22 0410, l’Italia nel 2005 è il primo paese con 17,2 milioni di dollari (+38,5% rispetto al 2004) e il 32,1% del mercato, viene poi la Francia con 14,4 milioni di dollari. Seguono, ma più da lontano Moldavia e Ucraina con rispettivamente 9,6 e 6,2 milioni di dollari di esportazioni. L’importazione di questi vini (codice doganale 22.04 10 ), calata, bruscamente dopo la crisi sta ben riprendendosi: nel 2004 è stata pari a 43,8 milioni di dollari e nel 2005 ha raggiunto i 53,5 milioni di dollari . Russia: principali paesi fornitori di vino spumante , codice 220410, in milioni di dollari e in

% calcolata sul valore in dollari nel 2005 (valore totale 53,557 milioni)

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132

0 2 4 6 8 10 12 14 16 18

Spagna

Lettonia

Georgia

Ucraina

Moldavia

Francia

Italia

quota di mercato 1,80% 3,25% 3,29% 11,60% 18,00% 27,00% 32,10%

milioni di dollari 0,965 1,742 1,767 6,262 9,673 14,465 17,209

Spagna Lettonia Georgia UcrainaMoldavi

aFrancia Italia

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della F.R., gennaio 2007

Anche l’importazione del vino con fermentazione interrotta da alcool, in contenitori di non più di due litri (codice doganale 22 04 21) ha avuto un buon aumento: nel 2003 ha toccato i 265,8 milioni di dollari per salire a 320,4 milioni di dollari nel 2004 e raggiungere nel 2005 i 416,6 milioni di dollari nel 2005 (+30,0%). La Moldavia con 159,1 milioni di dollari è il paese leader, seguita ma a distanza dalla Georgia con 62,1 milioni di dollari e dalla Francia con 51,3 milioni di dollari. L’Italia con 17,4 milioni di dollari (+50% rispetto al 2004) è al sesto posto, dopo anche Bulgaria, Spagna e prima di Cile e Ucraina. Russia: principali paesi importatori nel 2005 di v ino con fermentazione interrotta da alcool

in contenitori non maggiori di 2 litri in % calcol ata sul valore in migliaia di dollari (codice doganale 22 04 21) (import totale 416,658 m ilioni di dollari)

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133

3,648 0,87%

9,214 2,20%

11,794 2,80%

15,44 3,70%

15,621 3,74%

17,412 4,10%

20,202 4,80%

37,656 9,00%

51,332 12,30%

62,195 14,90%

159,132 38,10%

0 20 40 60 80 100 120 140 160

Ungheria

Argentina

Germania

Ucraina

Cile

Italia

Spagna

Bulgaria

Francia

Georgia

Moldavia

milioni di dollari _% di mercato

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della F.R., gennaio 2007

Sidro Le importazioni di sidro (codice doganale 2206) sono andate aumentando, salendo da 3,8 milioni di dollari nel 2003 a 4,6 nel 2004 (+22,3%), arrivando nel 2005 a 5,6 milioni di dollari (+20,9%). Cina e Giappone dominano il mercato, rispettivamente con 2,5 milioni, 1,03 milioni di dollari e il 44,8%, 18,2% del mercato. Seguono, ma a distanza Usa, Moldavia e Germania con il 7,9%, 6,0%, 5,9% del mercato. L’Italia, che nel 2003 aveva 352.000 dollari di esportazioni con il 9,1% del mercato, nel 2004-2005 non figura più tra i paesi fornitori.

Russia: importazione di sidro nel 2003-2005 in migl iaia di dollari (codice doganale 2206) Paese 2003 % sul

totale 2003

2004 Var. % 2004 su 2003

% sul totale 2004

2005 Var. % 2005 su 2004

% sul Totale

Totale 3.838 100 4.696 +22,3 100 5.678 +20,9 100 Cina 1.287 33,5 1.732 +34,5 36,8 2.549 +47,1 44,8 Giappone 444 11,5 1.045 +2,3

volte 22,2 1.037 -0,7 18,2

Usa 560 14,5 650 +16,0 13,8 453 -30,3 7,9 Moldavia n.d. - n.d. -- -- 341 -- 6,0 Germania n.d. -- 509 -- 10,8 340 -33,2 5,9 Italia 352 9,1 n.d. -- -- n.d. -- --

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato stat ale delle Dogane russo, gennaio 2007 Russia: principali fornitori di sidro, codice 2206, in milioni di dollari nel 2005 (import totale

5,678 milioni dollari)

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134

1,037

0,453 0,341 0,34

2,549

0

0,5

1

1,5

2

2,5

3

Cina Giappone Usa Moldavia Germania

milioni dollari

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato stat ale delle Dogane russo, gennaio 2007

Il mercato dei liquori

Il mercato dei liquori e delle bevande a forte gradazione alcolica (codice doganale 2208 ) è uno dei mercati maggiormente dinamici, in costante aumento negli ultimi anni. Le importazioni sono salite nel 2005 con un aumento del 37,5% da 481,9 milioni di dollari a 662,8 milioni di dollari . L’Ucraina con 225,7 milioni e il 34,0% è il paese leader, seguita da Francia e Gran Bretagna con rispettivamente il 19,1% e il 13,8%. L’Italia è l’undicesimo paese con 6,5 milioni e lo 0,99% del mercato, rispetto al 2004 ha avuto un incremento del 68,3%).

Russia: importazioni di alcol etilico con titolo al colometrico <80% vol, non denaturato, acquaviti, liquori ed altre bevande contenente alco li di distillazione nel 2003-2005 in migliaia

di dollari (codice doganale 2208) Paese 2003 2004 Var. %

2004 Su 2003

% sul totale 2004

2005 Var. % 2005 su 2004

% sul Totale

Totale 346.192 100 481.924 +39,2 100 662.899 +37,5 100 Ucraina 42.313 12,2 154.608 +3,6

volte 32,0 225.702 +45,9 34,0

Francia 93.332 26,9 115.836 +24,1 24,0 127.031 +9,6 19,1 Gran Bretagna

54.595 15,7 66.188 +21,2 13,7 91.748 +38,2 13,8

Armenia 51.753 14,9 49.773 -3,8 10,3 66.788 +34,1 10,0 Moldavia 30.476 8,8 34.135 +12,0 7,08 33.845 -0,8 5,1 Irlanda 15.023 4,3 20.308 +35,1 4,2 25.021 +23,2 3,7 Georgia 9.563 2.7 14.004 +46,4 2,9 20.789 +48,4 3,1 Messico 9.975 2,8 11.340 +13,6 2,3 15.202 +34,0 2,2 Stati Uniti 3.967 1,1 5.472 +37,9 1,1 7.442 +36,0 1,1 Azerbadjan 5.380 1,5 4.639 -13,7 0,96 6.902 +48,7 1,04 Italia 4.292 1,2 3.919 -8,6 0,81 6.596 +68,3 0,99 Germania 3.020 0,8 3.720 +23,1 0,77 5.885 +58,1 0,88

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato Stat ale delle Dogane russo, gennaio 2007

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135

Russia: principali paesi fornitori di liquori, codi ce 2208, nel 2005 in milioni di dollari

5,885

6,596

8,902

7,442

15,202

20,789

25,201

33,845

66,788

91,748

127,031

225,702

0 50 100 150 200 250

Germania

Italia

Azerbadjan

Stati Uniti

Messico

Georgia

Irlanda

Moldavia

Armenia

Gran Bretagna

Francia

Ucraina

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato Stat ale delle Dogane russo, gennaio 2007

Struttura dell’importazione di liquori (codice 2208 ) nel 2005 in % calcolata sul valore in dollari

rum e tafia, cod. 220840, 1,0%liquori, cod.

220870, 5,3%

whisky, cod.220830, 14,7%

cod.220990,alcol etilico,

tit.volumico<80% , 19,4%

vodka, cod.220860, 19,7%

gin, cod.220850, 0,89%

acquavite,cod.220820. 38,8%

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato Stat ale delle Dogane russo, gennaio 2007

Diamo qui in dettaglio la situazione per i sottocodici di maggiore interesse italiano. Acquaviti di vini o di vinacce

Le importazioni di acquaviti di vino o di vinacce sono in continuo aumento: dai 191 milioni del 2003 si è saliti a 220,7 milioni nel 2004 (+15,5%) , per arrivare nel 2005 a 257,4 milioni di dollari (+16,6%). La Francia continua ad essere il paese leader con 66,4 milioni (+33,8% rispetto la 2004) e il 25,7% del mercato. Armenia, Moldavia, Georgia sono rispettivamente il secondo, terzo, quarto paese con forniture che vanno dai 66 ai 20 milioni di dollari. Altri due paesi della

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136

Csi Azerbadjan e Ucraina sono al quinto e al sesto posto, rispettivamente con 6,9 e 2,4 milioni di dollari. L’Italia con soli 462.000 dollari, malgrado un aumento del 56,0% rispetto al 2004, ha lo 0,17% del mercato ed è il decimo paese fornitore.

Russia: importazione di grappe e liquori distillati da vino o succo di uva nel 2003-2005 in migliaia di dollari (codice doganale 220820)

Paese 2003 % sul totale 2003

2004 Var. % 2004 su 2003

% sul totale 2004

2005 Var. % 2005 su 2004

% sul Totale

Totale 191.071 100 220.713 +15,5 100 257.447 +16,6 100 Francia 89.749 46,9 111.075 +23,7 50,3 121.439 +9,3 47,1 Armenia 51.407 26,9 49.619 -3,4 22,4 66.417 +33,8 25,7 Moldavia 30.389 15,9 33.999 +11,8 15,4 33.428 -1,6 12,9 Georgia 9.563 5,0 14.004 +46,4 6,3 20.782 +48,4 8,0 Azerbadjan 5.380 2,8 4.639 -13,7 2,1 6.902 +48,7 2,6 Ucraina 921 0,48 1.781 +93,3 0,80 2.463 +38,2 1,13 Spagna 888 0,46 2.747 +3,0

volte 1,24 2.117 -22,9 0,8

Grecia 1.020 0,5 1.501 +47,1 0,68 1.558 +3,7 0,7 Germania 148 0,07 306 +2,0

volte 0,13 752 +2,4

volte 0,29

Italia 304 0,15 296 -2,6 0,13 462 +56,0 0,17 Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato stat ale delle Dogane russo, gennaio 2007

Russia: principali paesi fornitori di acquaviti di vini o di vinacce, codice 220820, nel 2005 in % calcolata sul valore in dollari (import totale 25 7,4 milioni di dollari)

Grecia 0,7% Italia 0,17%Spagna 0,8%Ucraina 1,1%

Germania 0,29% restanti paesi

1,3%Azerbadjan

2,6%

Georgia 8,0%

Moldavia 12,9%

Armenia 25,7%

Francia 47,1%

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato stat ale delle Dogane russo, gennaio 2007

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Nel 2005 l’importazione di liquori (codice doganale 220870) è salita da 28,8 milioni a 35,3 milioni di dollari, con un incremento rispetto al 2004 del 22,6 percento. La domanda di liquori in aumento testimonia una ricerca di liquori di maggior qualità. Occorre però tenere presente che nelle statistiche ufficiali russe wisky e vodka così come ruhm e tafia e gin non sono compresi in questa categoria. Sul mercato russo l’Irlanda ha la posizione principale, soprattutto grazie alla forniture del “Baileys Irish Cream”.

Russia: importazioni di liquori nel 2003-2005 in mi gliaia di dollari (codice doganale 220870)

Paese 2003 2004 % sul totale 2004

Var. % 2004 Su 2003

2005 Var. % 2005 su 2004

% sul Totale

Totale 25.225 100 28.814 +14,2 100 35.335 +22,6 100 Irlanda 12.785 50,6 16.798 +31,3 58,2 18.883 +12,4 53,4 Italia 3.777 14,9 2.522 -33,2 8,7 4.015 +59,1 11,3 Francia 2.467 9,7 3.175 +28,6 11,0 3.272 +3,0 9,2 Olanda 1.211 4,8 1.363 +12,5 4,7 1.930 +41,5 5,4 Gran Bretagna

1.603 6,3 1.175 -26,6 4,0 1.668 +41,9 4,7

Usa 630 2,49 808 +28,2 2,8 1.322 +63,6 3,7 Germania 680 2,6 819 +20,4 2,8 1.046 +27,7 2,9

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della F.R., gennaio 2007 L’Irlanda continua quindi ad essere il paese leader e nel 2005 con 18,8 milioni di dollari detiene il 53,4% del mercato. L’Italia, al secondo posto nel 2002-2003, ma scesa al terzo nel 2004, nel 2005 con 4,0 milioni, un aumento del 59,1% rispetto al 2004, ritorna ad essere il secondo paese ed ha l’11,3% del mercato. La Francia scende di nuovo al terzo posto con 3,2 milioni (+3,0% rispetto al 2004) ed ha il 9,2% del mercato. Seguono poi Olanda, Gran Bretagna, Usa e Germania, tutti con forniture tra i due e un milione di dollari.

Russia: principali fornitori di liquori, codice dog anale 220870, in % calcolata sul valore in dollari

Usa 3,7%

restanti paesi 9,4%

Germania 2,9%

Gran Bretagna 4,7%

Olanda 5,4%

Francia 9,2%Italia 11,3%

Irlanda 53,4%

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della F.R., gennaio 2007

Le altre bevande alcoliche (codice doganale 220890) nel 2005 hanno raggiunto i 128,6 milioni di dollari, con un aumento rispetto al 2004 del 29,0%, ma nel 2004 rispetto al 2003

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erano più che raddoppiate. L’Ucraina con 104,2 milioni di dollari e l’81,0% del mercato domina questo settore. Viene poi il Messico (Tequila) con 15,087 milioni di dollari e l’11,7% del mercato. L’Italia che nel 2004 rispetto al 2003 ha aumentato di 7,2 volte le proprie forniture arrivando a 924.000 dollari, nel 2005 le ha più che raddoppiate, salendo a 1,987 milioni di dollari e divenendo così il terzo paese. Vengono poi Finlandia e Germania con rispettivamente 1,8 milioni e 1,3 milioni di dollari.

Russia: principali paesi fornitori di altre bevande alcoliche, codice doganale 220890, in %

calcolata sul valore in dollari, nel 2005

Italia 1,5%

Lettonia 0,5%Germania 1,01% Francia 0,79%restanti paesi

2,03%

Messico 11,7%

Finlandia 1,47%

Ucraina 81,0%

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della F.R., gennaio 2007

Russia: importazioni di altri tipi di liquori nel 2 003-2005 in migliaia di dollari (codice

doganale 220890)

Paese 2003 % sul totale 2003

2004 Var. % 2004 su 2003

% sul totale 2004

2005 Var. % 2005 su 2004

% sul Totale

Totale 43.389 100 99.649 +2,2 volte

100 128.606 +29,0 100

Ucraina 28.636 65,9 81.923 +2,8 volte

82,2 104.263 +27,2 81,0

Messico 9.683 22,3 11.253 +16,2 11,2 15.087 +34,0 11,7 Italia 127 0,29 924 +7,2

volte 0,92 1.987 +2,1

volte 1,5

Finlandia 851 1,9 1.423 +67,2 1,4 1.892 +32,9 1,47 Germania 614 1,4 883 +43,8 0,8 1.307 +48,0 1,01 Francia 521 1,2 726 +39,3 0,7 1.027 +41,4 0,7 Lettonia 1.273 2,9 955 -24,9 0,95 703 -26,3 0,5

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato stat ale delle Dogane russo, gennaio 2007

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139

Le esportazioni russe di liquori (codice doganale 220870) nel 2004 sono state assolutamente insignificanti, pari a 1.200 dollari in Azerbadjan, nel 2003 erano state pari a 16.600 dollari ed erano destinate al 100% ai paesi Csi. Quelle di altre bevande alcoliche (codice doganale 220890) nel 2004 sono state pari a 6,536 milioni di dollari e sono state dirette per il 96,5% nei paesi esteri esclusi quelli della Csi. Nel 2003 erano state di 14,153 milioni di dollari, per il 97,1% dirette nei paesi esteri non Csi. Russia:esportazioni di liquori e altre bevande alco liche nel 2003-2004 in migliaia di dollari

14153

6536

16,6 1,20

2000400060008000

10000120001400016000

altre bevande alcoliche(codice220890)

liquori (codice 220870)

2003

2004

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della F.R., giugno 2005

La posizione dell’Italia

Russia:import di prodotti alimentari (codice 1-24, tabacco incluso) in milioni di dollari con forniture e quota % dell’Italia nel 2004-2006

0

10000

20000

import totale russo forniture italiane quota % Italia

import totale russo 12820,3 16281,5 8733,7

forniture italiane 297,201 353,504 165,664

quota % Italia 2,30% 2,10% 1,89%

2004 (codici 1-24) 2005 (codici 1-24) 6 mesi 2006 (1- 24)

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della F.R., gennaio 2007

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140

Russia:import di prodotti alimentari (codice 1-23, tabacco escluso) in milioni di dollari con

forniture e quota % dell’Italia nel 2004-2006

02000400060008000

1000012000140001600018000

2004(codici 1-

24)

2005(codici 1-

24)

Isem.2006(codici 1-

24)

import totale russo

foniture italiane

quota % Italia

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della F.R., gennaio 2007

Russia: Importazione di prodotti alimentari e quota dell’Italia nel 2004-2006

2004 2004 2005 2005 I semestre 2006

I semestre 2006

Codici 1-24

Codici 1-23

Codici 1-24

Codici 1-23

Codici 1-24

Codici 1-23

Import totale russo

12.820,3 12.063 16.281,5 15.391 8.733,7 8.278,1

Forniture italiane 297,201 239,284 353,504 310,019 165,664 147,697 Quota % Italia su totale

2,3% 1,98% 2,1% 2,0% 1,89% 1,78%

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della F.R., gennaio 2007

Gli ultimi dati parziali russi disponibili sui primi nove mesi del 2006 (gennaio-settembre), per i codici 1-23, cioè tabacchi esclus i, indicano che l’Italia ha aumentato del 25,1% le proprie esportazioni aliment ari in Russia, da 201,8 a 252,4 milioni di dollari. Occorre tuttavia notare la forte accelerazione dell’export italiano, che mentre nei primi sei mesi 2006 era cresciuto del 10%, da 133,2 a 146,7 milioni di dollari, nel terzo trimestre è salito del 54%, da 68,5 a 105,6 milioni di dollari, e qualora tale tendenza sia continuata nel quarto trimestre, le forniture italiane potrebbero raggiungere i

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141

400 milioni di euro a fine 2006, con una crescita intorno al 30%, rispetto al 29,2% del 2005. LA POSIZIONE DELL’ITALIA SUL MERCATO ALIMENTARE RU SSO nel 2004-2005 e

primo semestre 2006 (ove disponibile) Codice Doganale

2004 Quota %

2005 Var. %

Quota %

% Tot. Imp. 2005

0305 pesci commestibili

Non presente n.d. .. n.d. -- -- --

0406 formaggi Quindicesimo posto 2.112 0,45 3.050 +44,4 0,46 0,98 0406 formaggi Primo semestre 2006

I sem. 2005 1.083

I sem. 2006 2.480

+2,2 volte

1,02

040610 Formaggi freschi

Ottavo posto 845 3,2 1.472 +74,2 3,5 0,47

040620 Formaggi grattugiati

Quarto posto 108 4,1 133 +37,8 7,2 0,04

040630 formaggi fusi

Nono posto n.d. -- 63 -- 0,15 0,02

040640 a pasta erborinata

Quarto posto 183 3,0 261 +42,6 3,3 0,08

040690 Altri formaggi

Diciassettesimo posto 976 4,9 1.121 +14,8 0,36

0409 miele naturale

Non presente n.d. .. n.d. -- -- --

071220, cipolle Non presente n.d. .. n.d. -- -- -- 071223 funghi Non presente n.d. .. n.d. -- -- -- 071239, altri funghi

Non presente n.d. .. n.d. -- -- --

071290, altre verdure

Non presente n.d. .. n.d. -- -- --

0701 patate Non presente n.d. .. n.d. -- -- -- 0702, pomodori freschi

L’Italia è sedicesima 130 0,09 277 +2,1 volte

0,12 0,08

0702, pomodori freschi

I semestre 2006 L’Italia è quindicesima

I sem.2005 149

-- I sem.2006 80

-45,3

0,04

0703 cipolle L’Italia è al quattordicesimo posto n.d. -- 104 -- 0,07 0,03 0703 cipolle I semestre 2006

L’Italia è tredicesima I sem.2005 39

I sem. 2006 77

+97,4 0,08

0704 cavoli L’Italia è dodicesima 59,2 0,2 91 +53,7 0,2 0,02 0705 lattughe L’Italia è al quinto posto n.d. -- 105 -- 5,8 0,03 0706 carote L’Italia è l’ottavo paese 371 1,4 613 +65,2 1,3 0,19 0706 carote I sem.2006

L’Italia è al nono posto I sem.2006 424

I sem.2005 439

+3,5 1,18

0707 cetrioli Non presente n.d. .. n.d. -- -- -- 070990 altri ortaggi

L’Italia figura solo in questo sottogruppo del codice 0709 ed è al nono posto

412 2,7 256 -37,8 1,1 0,08

0709 I semestre 2006 L’Italia è quindicesima

I sem.2005 243

I sem. 2006

-31,6 0,2

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142

166 08 Frutta

L’Italia è al nono posto dopo 33.510 2.15 54.715 +63,2 2,56 17,6

08 Frutta

I semestre 2006 L’Italia è dodicesima

I sem. 2005 21.913

I sem. 2006 30.031

+37,0

2,57

0805 Agrumi

L’Italia è il diciassettesimo paese 688 0,19 979 +42,3 0,22 0,3

0805 Agrumi

I semestre 2006 L’Italia è dodicesima

I sem. 2005 620

I sem. 2006 914

+47,4

0,28

080810 Mele

Al settimo posto 6.184 2,6 14.520 +2,3 Volte

4,92 4,68

080810 Mele

I semestre 2006 Al quarto posto

I sem. 2005 11.288

I sem. 2006 17.923

+58,7

8,79

080820 Pere

Al tredicesimo posto 498 0,4 1.017 2,0 volte

0,6 0,32

0808 mele e Pere

I semestre 2006 L’Italia è al quinto posto

I sem. 2005 11.457

I sem. 2006 18.386

+60,4

6,2

080930 Pesche

L’Italia è al terzo posto 6.300 13,8 8.964 +42,2 19,7 2,89

081050 Kiwi

L’Italia è al primo posto 8.441 38,5 12.015 +42,3 42,6 3,87

080610 Uva

Al quarto posto 10.714 7,0 15.959 +48,9 7,5 5,1

0901 Caffè Al primo posto 9.011 19,7 12.559 +39,3 17,6 4,05 0901 Caffè Primo semestre 2006

Secondo posto I sem. 2005 5.142

I sem. 2006 6.098

+18,5

12,5

090121 caffè tostato

L’Italia è al primo posto 8.878 38,2 12.415 +39,8 41,0 4,00

090121 caffè tostato

Primo semestre 2006 Primo posto

I sem. 2005 5.097

I sem. 2006 5940

+16,5

38,6

15.09 Olio di oliva

Secondo posto 2.121 19,4 4.054 +91,1 22,5 1,3

1601 Salumi L’Italia è all’ottavo posto 329 1,8 497 +51,0 2,9 0,16 1905 prodotti della panetteria, biscotteria e pasticceria

Quarto posto 2.998 3,1 7.369 +2,4 5,8 2,3

2009 Succhi di frutta

Ventiduesimo posto 904 0,52 1.143 +26,4 0,52 0,36

2009 Succhi di frutta

Primo semestre 2006. Diciassettesimo posto

I sem. 2005 597

I sem. 2006 1.040

+74,2

0,71

2203 Birra L’Italia non è presente né nel 2004-

2005, né nel primo semestre 2006 n.d. -- n.d. -- --

2204 Vini Sesto posto 24.859 5,5 19.005 -23,5 3,6 6,1 2204 Vini Primo semestre 2006

Quinto posto I sem. 2005 9.689

I sem. 2006 10.520

+8,5

6,1

220410 Spumanti

Primo posto seguita da Francia, Moldavia e Ucraina

12.422 28,3 17.209 +38,5 17,2 5,5

220421 Vini a fermentazione interrotta

Vini a fermentazione interrotta 11.635 3,6 17.412 +49,6 4,10 5,6

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143

2206 sidro L’Italia non è presente nel 2004-2005 n.d. -- n.d. -- -- 2208 alcol etilico con titolo alcolometrico <80 % vol, liquori, distillati

L’Italia è undicesima 3.919 0,81 6.596 +68,3 0,99 2,1

220870 Liquori 2.522 8,7 4.015 +59,1 11,3 1,29 1-23

Prodotti alimentari escluso tabacco 239.284 1,98 310.019 +29,5 2,0 100

1-24 Prodotti alimentari (compreso

tabacco) 297.201 2,3 353.504 +18,9 2,1

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della F.R., gennaio 2007

Forniture italiane nel 2004-2006 in milioni di dollari

2004 2005 I semestre 2006 (solo codici disponibili)

Oltre i 30 milioni di dollari

frutta (33,5) Frutta (54,715) Frutta (30,031)

Da 10 a 30 milioni di dollari

vini (24,8) Vini (19,005), caffè tostato (12,415),

Vini (10,520)

Da 5 a 10 milioni di dollari

Caffé (9,01), prodotti di pasticceria, panificazione, biscotteria (7,369), liquori, distillati (6,5)

caffé tostato (5.940),

Da 4 a 2 milioni di dollari

liquori, distillati (3,9), prodotti di pasticceria e panetteria (2,998), formaggi (2,2), olio di oliva (2,121)

Olio di oliva (4,054), formaggi (3,050),

formaggi (2,480),

Da 1 a 2 milioni di dollari

verdura (1,91) succhi di frutta (1,143) Succhi di frutta (1,040),

Sotto il milione di dollari

Succhi di frutta (0,904), altri ortaggi (0,412), salumi (0,329), pomodori freschi (0,130), cavolo (0,059)

Carote (0613), salumi (0,497), pomodori freschi (0,277),altri ortaggi (0,256) lattuga (0,105), cipolle (0,104), cavoli (0,091)

Carote (0,439),altri ortaggi (0,166) pomodori freschi (0,080), cipolle (0,077)

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato stat ale delle Dogane russo, gennaio 2007 *sono considerate solo le voci specificatamente pre se in esame in questo studio

Russia: forniture alimentari italiane nel 2005 supe riori ai 5 milioni di dollari

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144

6,596 7,36912,415

19,005

54,715

0

10

20

30

40

50

60

2005 6,596 7,369 12,415 19,005 54,715

liquori, grappe, cod.2208

prod.pasticceria,panet.cod.1905

caffè tostato, cod.090121

vini, cod. 2204 frutta, cod.08

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della F.R., gennaio 2007 Russia:forniture italiane nel 2005 inferiori a 5 mi lioni di dollari ma superiori ai 400.000

dollari

0,497

0,613

1,143

3,05

4,054

0 0,5 1 1,5 2 2,5 3 3,5 4 4,5

salumi,cod.1601

carote, cod.0706

succhi difrutta,cod.2009

formaggi, cod.0406

olio di oliva, cod.1509

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati del Comitato doganale di Stato della F.R., gennaio 2007

Suddividendo la presenza dei prodotti alimentari italiani in sei fasce decrescenti, secondo la percentuale di presenza (quota sulle importazioni), otteniamo inoltre il seguente quadro nel 2005:

Fascia A (oltre il 20%) : kiwi (42,6%), caffé t ostato (41,0), olio di oliva (22,5%), Fascia B (oltre il 10%) : pesche (19,7%), vini spumanti (17,2%) , liquori (11,3%) Fascia C (oltre il 5%): uva (7,5%), prodotti di panificazione, biscotteria (5,8%) , lattuga (5,8%) Fascia D: (3 - 5 %): mele (4,92%), vini a ferment azione interrotta (4,1%) Fascia E: (da - 3 a 1%) : salumi (2,9%), carote (1,3%) Altri ortaggi (1,1%)

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145

Fascia G: (meno 1%): pere (0,6%), succhi di frutta (0,52%), formaggi (0,46%), agrumi (0,22%), cavoli (0,2%),pomodori freschi (0,12%), c ipolle (0,07%) Nel 2005 l’Italia ha migliorato la sua posizione per quanto riguarda la frutta (codice 08), dove ha raggiunto (+63,2%) i 54,7 milioni di esportazioni Tuttavia, dobbiamo ancora ribadire, come malgrado gli avvenuti miglioramenti, come per la frutta e il vino, per quasi tutti gli altri settori alimentari la situazione dei prodotti italiani sul mercato russo può essere definita, a seconda dei casi, come scarsa e inadeguata alle potenzialità effettive (per esempio prosciutto), come piuttosto modesta (salumi, formaggi), oppure come percepibile, ma ben al di sotto delle potenzialità. Il crescente interesse delle imprese italiane per il mercato russo dovrebbe quindi articolarsi e organizzarsi meglio nel 2007. I dati disponibili solo per alcune voci del primo semestre 2006 danno una idea delle tendenze in atto in questo ultimo anno. Nel primo semestre 2006 le esportazioni italiane per i codici 1-23 sono state pari a 147,697 milioni di dollari cioè il 10,8% in più che non nel primo semestre 2005, quando erano state pari a 133,242 milioni di dollari. (Per i codici 1-24, comprendenti cioè anche il tabacco nel primo semestre 2005 l’Italia ha avuto esportazioni per 154,879 milioni di dollari e per il primo semestre 2006 per 165,664 milioni di dollari (+6,9%). Più in dettaglio nel primo semestre 2006 sono aumentate le esportazioni italiane di : codice Articolo Milioni dollari

I semestre 2006 Var.% su I semestre 2005

Quota % Su totale import Italiano codici 1-23

08 Frutta 30,031 +37,0 20,3 2204 Vini 10,520 +8,5 7,1 2208 Liquori,grappe,etc. 6,596 +68,3 4,9 090121 Caffè tostato 5,940 +16,5 4,0 0406 Formaggi 2,480 +2,2 volte 1,67 2009 Succhi di frutta 1,040 +74,2 0,70 0706 Carote 0,439 +3,5 0,32 0703 Cipolle 0,077 +97,4 0,05 Mentre nel primo semestre 2006 sono diminuite le es portazioni italiane di: codice Articolo Milioni dollari

I semestre 2006 Var.% su I semestre 2005

Quota % Su totale import Italiano codici 1-23

0702 Pomodori freschi 0,080 -45,3 0,06 0709 Altri ortaggi 0,166 -31,6 0,12

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Comitato stat ale delle Dogane russo, gennaio 2007 I dati ISTAT I dati doganali russi sono molto importanti per il confronto percentuale con gli altri esportatori, ma non sempre riflettono il valore reale delle esportazioni italiane. I dati Istat quindi non sempre concordano con essi.

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146

Bisogna ricordare comunque che molto spesso merce italiane viene commercializzata da altri paesi, soprattutto Ue, come Finlandia, Germania e Olanda, e risulta nelle statistiche russe di provenienza diversa o in quelle italiane come esportate in altro paese Ue..

Esportazioni italiane in Russia di prodotti aliment ari nel 2001-2006 (codici 1-24, tabacco incluso) in milioni di euro

147,3

221,9 219,2

292,9320,7

182,9

0

50

100

150

200

250

300

350

2001 2002 2003 2004 2005 2006 (stima)

Fonte: dati Istat, gennaio 2007

Esportazioni italiane in Russia di prodotti aliment ari nel 2004-2005 (codici 1-24, tabacco incluso) in milioni di dollari, dati doganali russi , e in milioni di euro, dati Istat

219,2

297,201353,504

292,9

050

100150200250300350400

2004 2005

Fonte: dati Comitato statale delle Dogane russo e d ati Istat, gennaio 2007

Le forniture italiane in Russia sono state quindi nel 2005 secondo i dati doganali russi pari a 353,5 milioni di dollari e secondo i dati doganali italiani pari a 292,9 milioni di euro. Nei primi dieci mesi del 2006 ,secondo Istat, sono state pari, sempre per i codici 1-24, a 263,981 milioni di euro, cioè il 16,6% in più che nei primi dieci mesi del 2005. Se prendiamo in esame solo i codici 1-23 , escludendo il tabacco, nel 2005 rispetto al 2004 si è avuto un aumento delle esportazioni italiane di alimentari del 29,7% raggiungendo i 275,7 milioni di euro e nei 10 mesi del 2006 del 20 ,1% (con forniture pari a 254,5 milioni di euro).

Esportazioni italiane in Russia di prodotti aliment ari nei primi 10 mesi del 2005-2006 in milioni di euro, codici doganali 1-24

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147

226,358

263,981

200 210 220 230 240 250 260 270

10 mesi 2005

10 mesi 2006

Fonte: dati Istat, gennaio 2007

Russia: forniture italiane di alimentari in miglia ia di euro nel 2004-2006

Codice Doganale

2004 2005 Var.% Su 2004

Gen.ott 2005

Gen-ott-2006

Var. % Su 10 mesi 2005

0305 Pesci commestibili 7 28 +4 volte

28 0,8 -97,1

0406 Formaggi 2.851 4.332 +51,9 3.331 4.909 +47,3 040610 Formaggi freschi 815 1.326 +62,6 1.089 1.467 +34,7 040620 Formaggi grattugiati 133 221 +66,1 164 230 +40,2 040630 Formaggi fusi 28 58 +2,0

volte 45 108 +2,4 volte

040640 A pasta erborinata 78 88 +12,8 65 123 +89,2 040690 Altri formaggi 1.796 2.637 +46,8 1.966 2.980 +51,5 0409 Miele N.d. - 3,9 2 4 +2 volte 07 Verdure 386 1.390 +3,6

volte 1.193 440 -63,1

0712 Ortaggi o legumi secchi 99 124 +25,2 110 18 -8 3,6 0701 Patate n.d. 36 -- 36 30 -16,6 0702 Pomodori freschi o

refrigerati 69 481 +6,9

volte 341 73 -78,5

0703 Cipolle 1,0 0,9 -10 0,9 32,1 +35,6 volte

0704 Cavoli 4 47 +11,7 volte

47 26 -44,6

0705 Lattughe e cicorie 128 83 -35,1 80 31 -61,2 0706 Carote 9,9 253 +25,5

volte 253 77 -69,5

0707 Cetrioli n.d. 13 -- 8 n.d. -- 0709 Ortaggi freschi e

refrigerati 12 249 +20,7

volte 233 47 -78,9

08 Frutta 27.665 39.976 +44,5 30.010 47.391 +

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148

57,9 0805 Agrumi 605 742 +22,6 670 685 +2,2 080610 Uva 10.110 11.399 +12,7 5.566 8.741 +57,0 080810 Mele 5.935 11.259 +89,7 9.085 19.130 +2,1 volta 080820 Pere 559 1.087 +94,4 482 1.218 +2,5 volte 0809 Albicocche,

pesche,ciliegie 4.457 6.348 +42,4 6.276 7.392 +17,7

080930 Pesche 4.128 5.857 +41,8 5.833 6.938 +18,9 081050 Kiwi 5.636 8.342 +48,0 7.252 9.513 +31,1 0901 Caffè 9.891 13.501 +36,4 9.874 12.648 +28,0 1509 Olio di oliva 2.667 4.455 +70,7 3.700 5.377 +4 5,3 1601 Salumi 846 1.414 +67,1 981 1.540 +56,9 1905 Prodotti della

panetteria, biscotteria e pasticceria

6.845 17.767 +2,5 volte

12.288 12.651 +2,9

2009 Succhi di frutta 1.718 1.586 -7,6 1.220 2.284 +87,2 2203 Birra 12 44 +3,6

volte 14 22 +57,1

2206 Sidro 25 38 +52 28 39 +39,2 2204 Vini 21.071 31.503 +49,5 23.595 28.310 +19,9 220410 Spumanti 6.023 8.758 +45,4 5.911 8.346 +41,1 220421 Vini a fermentazione

interrotta 14.581 21.872 +50,0 16.896 16.954 +0,3

2205 Vermut 43.568 50.790 +16,5 36.776 40.906 +11,2 2208 Alcol etilico, grappe,

liquori 1.927 3.157 +63,8 2.505 2.554 +1,9

220820 Acquaviti di vini o di vinacce

342 624 +82,4 344 304 -11,6

220870 Liquori 1.389 2.003 +44,2 1.722 1.735 +0,7 220890 Alcol etilico con titoloo

alcolometrico volumico 80% vol., non denaturato, acquaviti ed altre bevande contenenti alcole di di distillazione

98 138 +40,8 102 88 -13,7

1-23 Prodotti alimentari (escluso tabacco)

212.579 275.783 +29,7 211.881 254.518 +20,1

1-24 Prodotti alimentari (compreso tabacco)

219.309 292.963 +33,5 226.358 263.981 +16,6

Fonte: dati Istat, gennaio 2007

Struttura delle esportazioni italiane in Russia dei principali prodotti alimentari nel 2005 in milioni di euro

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149

1,39

1,414

3,157

4,332

4,455

13,501

17,767

31,503

39,976

0 5 10 15 20 25 30 35 40 45

verdure,cod.07

salumi,cod. 1601

liquori,grappe,cod.2208

formaggi, cod.0406

olio, cod. 1509

caffè, cod.0901

biscotti, cod.1905

vini, cod.2204

frutta, cod.08

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati ISTAT, genna io 2007

Struttura delle esportazioni italiane dei principal i prodotti alimentari in Russia nei primi 10 mesi 2006 in milioni di euro

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150

1,54

2,284

2,383

2,554

4,909

4,592

5,377

12,648

12,651

28,31

47,391

0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50

salumi,cod.1601

succhi di frutta, cod.2009

verdura cons.,cod.2005

liquori,grappe,cod.2208

formaggi, cod. 0406

olio, cod. 1509

cioccolato, cod. 1806

caffè, cod.0901

biscotti, cod.1905

vini, cod. 2204

frutta, cod. 08

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati ISTAT, genna io 2007

In definitiva, le nostre esportazioni di prodotti alimentari (codice 1-23, tabacco escluso) in Russia hanno visto una certa crescita nel 2005 (+29,7%) e nel 2006 (nei primi 10 mesi del 20,1%). Tuttavia, come dimostrano anche i dati comparati delle dogane russe con le esportazioni alimentari degli altri paesi, l’Italia rimane molto al di sotto delle proprie potenzialità di export alimentare in Russia, anche se ha aumentato in valore assoluto le proprie vendite. Ma questo non e’ bastato a contrastare la crescente concorrenza internazionale sul mercato russo. Infatti, la posizione relativa dell’Italia rispetto ai paesi concorrenti è leggermente peggiorata nel 2006, scendendo dal 15mo al 16mo posto nelle statistiche doganali russe dei primi nove mesi.

L’aumento del nostro export alimentare, che secondo le dogane russe è stato del 10,8% nei primi nove mesi del 2006 (vedi tabelle a pag. 20), non ha impedito a paesi come la Spagna di superarci come valore delle forniture (182,8 milioni di dollari contro i nostri 147,7). Invece, ancora nel 2005 (dati sui 12 mesi) l’Italia precedeva gli iberici con 310 milioni di dollari contro 286 milioni. Ma il fatto è che nei primi nove mesi del 2006, l’aumento delle esportazioni in Russia di prodotti alimentari spagnoli ha superato il 37 percento.

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151

L’interscambio tra Friuli-Venezia Giulia e Russia. L’export alimentare di FGV

Riteniamo utile fornire ora un quadro dell’interscambio commerciale tra Friuli-Venezia Giulia e Russia, approfondendolo in particolare per quanto riguarda l’andamento delle esportazioni friulane di prodotti alimentari e bevande.

L’interscambio tra Friuli-Venezia Giulia e Federazi one Russa

(valore in euro)

ANNO

2004 2005 Variaz. % 2004/2005

2006 (primi 9 mesi)

Variaz. % 9 mesi

2005/2006

Export totale 203.935.017 307.951.572 +51,0 % 226.972.372 -4,8 %

di cui: export alimentari e bevande 1.450.066 2.469.588

+70,3%

1.616.074

+4,55

Incidenza % alimentari e bevande su export totale 0,71% 0,80%

0,71%

export alimentari 578.623 1.029.821

+77,9%

1.078.622

+42,9%

Incidenza % solo alimentari, bevande escluse

0,28% 0,33%

0,47%

export bevande 871.443 1.439.767

+65,2%

537.452

- 32 %

Incidenza % solo bevande 0,43% 0,47%

0,24%

Import totale 169.330.798 209.176.205

+23,5%

211.025.784

+51,2%

Interscambio 373.265.815 517.127.777 +38,5 437.998.156 +15,9%

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Istat, febbra io 2007

L’interscambio commerciale tra Regione Friuli-Venezia Giulia e Russia è in continuo aumento, ma mentre nel 2005 è cresciuto del 38,5%, fino a 517,1 milioni di euro, nei primi nove mesi del 2006 la crescita è rallentata al 15,9%, soprattutto a causa della frenata dell’export friulano. Quest’ultimo era cresciuto di ben il 51% nel 2005, raggiungendo i 307,9 milioni di euro, ma nei primi 9 mesi del 2006 esso è leggermente diminuito, del 4,8%, rispetto al corrispondente periodo del 2005, fermandosi a meno di 227 milioni di euro. Tuttavia, occorrerà vedere l’andamento del quarto trimestre 2006, prima di tirare le conclusioni per l’intero anno.

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152

Russia: forniture alimentari dalla regione Friuli-V enezia Giulia nel 2004-2006 in euro

578623

1029821 1078622

77,90% 42,90%0

200000

400000

600000

800000

1000000

1200000

2004 2005 9 mesi 2006

euro var.% rispetto al periodo precedente

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Istat, febbra io 2007

Occorre poi notare, per quanto riguarda l’oggetto del presente rapporto, che i prodotti alimentari e le bevande non superano per ora nemmeno l’1% in valore dell’export totale friulano in Russia. La loro incidenza percentuale è giunta ad un massimo dello 0,80% nel 2005, cioè in pratica 2,47 milioni di euro, mentre i risultati dei primi nove mesi del 2006 (1,6 milioni di euro), ritornano ad un quota dello 0,71%, come nel 2004.

Incidenza % delle esportazioni di prodotti alimenta ri sul totale delle esportazioni del

Friuli-Venezia Giulia in Russia

0,71%

0,80%

0,71%

0,65%

0,70%

0,75%

0,80%

2004 2005 9 mesi 2006

Quota % export alimentari sultot.export regione in Russia

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Istat, febbra io 2007

Tuttavia, occorre distinguere tra prodotti alimentari e bevande. Infatti, l’export di prodotti alimentari friulani è comunque continuato a crescere a buoni ritmi dal 2004 al 2006, raddoppiando quasi nel 2005 a 1,029 milioni di euro rispetto ai 0,578 milioni del 2004, e poi continuando a crescere del 42,9% nei primi nove mesi del 2006 (rispetto al corrispondente periodo 2005) e arrivando già a 1,078 milioni di euro a fine settembre.

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153

Esportazioni della regione Venezia Giulia in Russia di prodotti alimentari e bevande nel 2004-2006 in euro

578623

8714431029821

1439767

1078622

537452

0

500000

1000000

1500000

2004 2005 9 mesi 2006

export alimentari export bevande

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Istat, febbra io 2007 Invece l’export di bevande, dopo un forte aumento del 65,2% nel 2005, da 0,781 a 1,439 milioni di euro, nei primi nove mesi del 2006 è calato del 32% rispetto al gennaio-settembre 2005, fermandosi a 0,537 milioni di euro.

Struttura delle esportazioni della regione Venezia Giulia in Russia di prodotti

alimentari e bevande nei primi nove mesi del 2006 in % calcolata sul valore in euro

bevande, cod. 11, 33,2%

prodotti e prep.alimentari,

cod. 09, 1,2%

pesci, cod. 03, 4,5%

cereali e prep. A base cereali, cod.

04, 8,9%

verdura e frutta, cod.05, 12,9%

carni, cod. 0,1, 0,37%

caffè, the, cod. 07, 38,7%

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Istat, febbr aio 2007

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Esportazioni del Friuli Venezia Giulia in Russia di prodotti alimentari e bevande nel

2006 (valori in euro)

Prodotti

Export 2006

(in valore cumulativo per ogni trimestre)

I trim. II trim. III trim.

(in parent. III trim. 2005)

Var.% su 9 mesi 2005

01-Carni e preparazioni di carne 1.820

5.073

6.059 (-----)

03-Pesci (escl. mammiferi marini), crostacei, molluschi, etc.

------

36.731

73.108

(-----)

04-Cereali e preparazioni a base di cereali

49.017

87.473

144.026 (146.055)

-1,39%

05-Verdura e frutta 104.449 188.744 209.636 (11.753)

+17,8 volte

07-Caffè,the,cacao, spezie e prodotti derivati

166.743

365.062

626.335 (581.077)

+7,79%

09-Prodotti e preparazioni alimentari n.c.a.

17.706

18.958

19.558 (15.844)

+23,44%

Totale Prodotti alimentari 339.735 701.681 1.078.622 (754.729)

+42,9%

11-Bevande 164.985 244.255 537.452 (790.991)

-32 %

Totale Prodotti alimentari e bevande

504.720

945.936

1.616.074 (1.545.720)

+4,55%

Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati Istat, febbr aio 2007

Infine, occorre osservare che le importazioni di Friuli-Venezia Giulia dalla Russia per il settore alimentari e bevande sono piuttosto modeste, anche se nei primi nove mesi del 2006 esse sono più che raddoppiate rispetto al gennaio-settembre 2005, passando da 97.471 a 207.966 euro.

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L’evoluzione del mercato alimentare in Russia. ll n uovo consumatore

Nel 1999-2000, subito dopo la crisi finanziaria del 1998, il reddito medio disponibile dei russi non superava i 200 dollari al mese, e malgrado questo, i consumi alimentari non sono affatto diminuiti. In seguito, con il boom economico, a partire dal 2005 il reddito medio in Russia è prima raddoppiato a 400 dollari al mese, e poi è salito a oltre 550 dollari nel 2006, dando avvio ad una nuova fase di sviluppo dei consumi alimentari. I russi hanno incominciato a consumare prodotti alimentari nuovi e diversi da quelli precedenti, e crescono fortemente le vendite nei segmenti di prezzo elevato e di lusso, mentre il grado di concorrenza si intensifica praticamente in tutti i segmenti del mercato. Vi sono quindi continui mutamenti nel ruolo e posizionamento dei vecchi e nuovi produttori e distributori alimentari sul mercato russo, che non assumerà un assetto più stabile e definitivo prima del 2010-2012, quando il reddito medio mensile salirà oltre gli 800-1000 dollari.

In linea di massima, secondo talune stime (Kachalov & Partners), aggiornate da ICE MOSCA dal 2005 al 2006, il consumo di prodotti alimentari in Russia si aggira sui 1.400-1500 dollari pro capite all’anno, contro una media europea sui 3.300-3.500 dollari (per quanto le stime europee di Kachalov ci sembrino un po’ basse). Tuttavia a Mosca , città con 10 milioni di abitanti e redditi superiori di oltre tre volte e mezzo alla media russa, gli acquisti di prodotti alimentari si situano into rno ai 4.800 dollari all’anno e più, con un livello superiore a quello europeo, ed un valore di mercato stimato intorno ai 46-48 miliardi di dollari nel 2006.

Le altre città russe possono essere suddivise poi in tre categorie. La prima è costituita dalle dieci città superiori al milione di abitanti, con consumi alimentari tra i 1.700 e 2.200 dollari pro capite all’anno e un valore di mercato stimato mediamente sui 3-4 miliardi di dollari per ogni città , tenendo conto della differenza, per esempio tra San Pietroburgo (quasi 5 milioni di abitanti) e Novosibirsk (1,4 milioni) o Kazan (1,1 milioni)

Le città e capitali regionali con popolazione intorno al mezzo milione di abitanti , che sono 23, e dove i consumi alimentari si situano in grande maggioranza intorno ai 1.500-1.600 dollari pro capite all’anno , con un valore delle vendite intorno ai 600-800 milioni di dollari all’anno per ciascuna.

Infine la terza categoria è formata da altre 136 città russe, di cui 41 città tra i 250 .000 e i 500.000 abitanti, e 95 città tra i 100.000 e i 25 0.000 abitanti , dove gli acquisti alimentari sono in genere più bassi, ma dove una percentuale tutt’altro che trascurabile di prodotti alimentari (come patate, cavoli, pomodori, mele, etc.) è fornita direttamente alle famiglie dai rispettivi appezzamenti privati di terra nelle dacie di campagna

Analizzando specificatamente il settore dei beni di largo consumo, un rapporto della società AC Nielsen, nel novembre 2006, indicava una crescita stabile delle vendite di almeno l’11% annuo in valore, con picchi del 12% per i prodotti alimentari e del 29% per gli alimenti per animali domestici. Interessante, che sul valore monetario complessivo delle vendite dei beni di largo consumo, distinti da quelli di fascia medio-alta e di lusso, la quota prevalente sia comunque occupata dai prodotti alimentari, con il 73%, e più in dettaglio,

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dalle bevande alcoliche, con il 41%, seguite dai prodotti dolciari, con il 18%, e dai prodotti del latte, con il 16 percento.

In ogni caso, sulla base dei dati Rosstat sulle vendite al minuto, pur in genere sottovalutati, i segmenti più importanti del mercato degli alimentari, bevande escluse, nel 2006 sono così stimati:

Russia: vendite al minuto nel 2006 di alcuni dei pr incipali prodotti alimentari,

( in milioni di dollari. Stime sulla base delle vendite nei primi nove mesi)

Miliardi rubli

% delle vendite al minuto

Miliardi dollari

% delle vendite ai mercati

Carne, di cui: 349,3 4,2 12,9 39,7 Polli 99,6 1,2 3,68 27,1 Salumi, di cui: 299,5 3,6 11,09 12,1 Salumi cotti 82,4 1,1 3,05 12,8 Pane e prodotti di panificazione 190,67 2,3 7,06 4,1 Latticini 166,41 2,0 6,16 10,5 Formaggi grassi 66,42 0,8 2,46 11,2 Pesci e crostacei 116,48 1,4 4,3 16,1 Frutta 108,2 1,3 4,0 47,2 Verdura 108,2 1,3 4,0 43,7 Olio di semi 49,9 0,6 1,84 18,9 Patate 41,57 0,5 1,53 49,6

Fonte: elaborazione e stime ICE MOSCA su dati Rosst at della Federazione russa, febbraio 2007

Russia: vendite al minuto di alcuni dei principali prodotti alimentari nel 2006 in miliardi di dollari (stima su base dati per i primi 9 mesi)

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157

2,46

4

4,3

6,16

11,09

12,9

4

1,84

1,53

7,06

0 2 4 6 8 10 12 14

patate

formaggi grassi

frutta

latticini

salumi

Fonte: elaborazione e stima ICE MOSCA su dati Rosst at della Federazione russa, febbraio 2007

Nell’ambito dei canali distributivi, la crescita più rapida delle vendite di prodotti alimentari sta avvenendo negli iper e supermarket, con il 17% annuo ( 23% per i beni durevoli ).

Tuttavia, il mercato russo dei consumi rimane ancora molto fr ammentato , e le vendite combinate delle prime sette grandi catene d istributive non riescono a coprire più del 9-10% del mercato, mentre lo standard europeo-occidentale supera il 50 percento. Occorreranno quindi ancora alcuni anni per una tale evoluzione, caratterizzata da fusioni e acquisizioni delle grandi catene alimentari, nonché dall’apertura di negozi e punti vendita alimentari dei vari formati e segmenti di consumo.

In merito, mancano finora in Russia dati adeguati. Un dato che possiamo citare, di fonte ufficiale Rosstat, riguarda specificamente il settore delle imprese commerciali di tutti i tipi, che conta oltre 400.000 società tra commercio all’ingrosso e al minuto. Tra queste ultime, che sono 206.000, l’83% è costituito da piccole e medie imprese di commercio al minuto. Ma le tendenze appaiono chiare, e nel giro di un anno, ovvero dal gennaio 2005 al gennaio 2006, i negozi di vendita al minuto di prodotti alimentari (tutte le classi dimensionali di imprese) sono passati da 25.500 a 26.400, mentre il numero di mercati alimentari e misti è sceso da 6.400 a 5.800.

Nello stesso tempo, sono diminuiti i negozi non specializzati di vendite al minuto in genere (da 79.600 a 76.900) e sono invece aumentati significativamente i negozi specializzati nei vari segmenti merceologici, da 47.300 a 53.900. Tutto questo conferma una moderna tendenza all’effettiva specializzazione del sistema di vendita al minuto in Russia, con un ruolo dei mercati in progressiva diminuzione, dal 34% di tutte le vendite al minuto nel 1999-2000, a meno del 20% a f ine 2006.

Naturalmente, tale tipo di struttura, valida sul volume e media generale dei beni di consumo durevoli e alimentari, cambia anche significativamente secondo le varie categorie di beni di consumo, in particolare quelli durevoli, nei quali il ruolo dei mercati si riduce grandemente, in una fascia di incidenza percentuale compresa tra il 5 e 22%, a favore del ruolo dei negozi specializzati, mentre nella categoria degli abiti e scarpe, il ruolo dei mercati sale bruscamente in una fascia compresa tra il 50 e il 65% percento. Per gli

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alimentari invece, la fascia di incidenza percentua le dei mercati sul volume delle vendite varia tra il 4% (pane) e il 44-50% (frutta e verdura, in particolare le patate ).

Si ricordi comunque, che il nuovo consumatore russo è esemplificato nei recenti

sondaggi da una donna sui 35 anni, con potere di acquisto medio o medio-alto, e che tende a fare i propri acquisti per la famiglia nei nuovi supermarket alimentari, almeno una volta alla settimana, oppure acquista quasi ogni giorno i prodotti alimentari di prima necessità nei mini-market di quartiere, soprattutto quelli più moderni e di qualità, spesso appartenenti a catene alimentari, preferendoli ai caratteristi empori misti e alimentari di tradizione sovietica, frequentati da un pubblico meno abbiente e tendenzialmente più anziano, oppure da giovani con scarse risorse finanziarie.

Una differenza fondamentale è che in questo ultimo tipo di negozi, i prodotti

alimentari sono soprattutto russi, oppure di marche straniere, ma prodotte in stabilimenti in Russia, e pochi sono di importazione diretta. Il contrario avviene invece nei supermarket e nei mini-market e negozi alimentari specializzati di qualità, particolarmente nei grandi centri urbani come Mosca, e in misura minore, San Pietroburgo, dove la maggioranza dei prodotti di qualità è importata, e ovviamente comporta prezzi medio-alti rispetto ai prezzi più bassi o popolari degli alimentari di produzione russa o dei paesi Csi. Canali di acquisto preferenziali In effetti e’ particolarmente interessante osservare le preferenze dei consumatori per quanto riguarda i canali di acquisto. E’ chiaro che il ruolo dei mercati e’ piuttosto basso nei beni di consumo durevoli (5-6% per gli elettrodomestici bianchi, 6% per i televisori, 6-7% per gioielleria, 12-14% per i piccoli elettrodomestici, 12-13% per i mobili, 14-15% per radio e registratori, 14% per materiali per edilizia, 22% per biciclette e simili. Mentre il ruolo dei supermercati e grandi magazzini e’ abbastanza simile nelle vendite di tutte le categorie di beni di consumo durevoli e non, e varia tra il 7 e il 12%, il ruolo dei negozi specializzati e dei piccoli negozi varia sensibilmente, ed è molto più alto, come logico, nella categoria dei beni di consumo durevoli, dove sale fino al 55-60% delle preferenze di acquisto, poichè si richiede maggiore affidabilità del venditore, servizio personalizzato, eventuale assistenza tecnica e di riparazione o manutenzione, etc. L’incidenza dei negozi specializzati scende, nel ca so degli alimentari, fino al 40%, e cala ancora nel caso delle scarpe e degli abiti, fino al 30%, un livello piuttosto basso in rapporto ai paesi europei occidentali.

I canali di acquisto preferenziali dei consumatori russi nel 2005-2006

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(con utilizzo multiplo contemporaneo) Canali di acquisto Beni di consumo durevoli Abiti e Scarpe Prodotti Alimentari Mercati 5 – 21 % 55 – 74 % 4– 50 % Supermercati / Grandi magazzini

8 – 15 % 5 – 15 % 10 – 25 %

Negozi specializzati e piccoli negozi

55 – 60 % 18 – 30 % 40 – 42 %

Chioschi e banchetti --------- 6 – 12 % 10 – 20 % Rivenditori privati 4 – 15 % 7 – 20 % 16 – 25 % Altri / non so 7 % 8 % 5 % Fonte: elaborazione ICE MOSCA su dati statistici Ro sstat/Goskomstat e sondaggi di opinione Fom e Romir-Comcon, febbraio 2005, aggiornati a dicembre 2006 In definitiva, le tendenze prevalenti nei canali di distribuzione dei prodotti alimentari in Russia, particolarmente nei maggiori centri urbani, in concomitanza con la progressiva crescita del potere di acquisto dei consumatori e l’evoluzione del gusto e stile di vita, si possono riassumere in questo modo:

a) aumento progressivo del numero e ruolo degli ipermarket, supermarket e centri commerciali;

b) aumento del numero di negozi specializzati, di dimensioni medie e piccole, e dei

nuovi e più moderni minimarket di quartiere, di tipo self-service, e non più a vendita dietro il banco. Sparizione progressiva dei vecchi empori alimentari e misti di tradizione sovietica e provinciale;

c) apparizione e sviluppo negli ultimi due anni, in grandi città come Mosca, della

nuova categoria di boutiques gastronomiche (tipo Fa uchon francese), per i consumatori piu’ sofisticati e abbienti, con prodot ti sia di marca russa, ma soprattutto di marca straniera, in particolare francese, spagnola, italiana, tedesca, etc. oltre ai prodotti esotici e tropicali delle Americhe, Sud Africa e Australia. Dato il potere di acquisto molto elevato di circa il 5% della popolazione moscovita, ovvero mezzo milione di persone, ed abbastanza elevato di un altro 15%, con inoltre una fascia aggiuntiva di reddito medio o medio-alto di un altro 10% della popolazione, in totale quindi una fascia di classe media e medio-alta che arriva complessivamente ad almeno il 30-33%, tali negozi stanno incontrando un notevole successo.

E’ inoltre interessante rilevare il ruolo dei chioschi e banchetti per strada, specie nei centri urbani, che diventa significativo (fino al 20%) ma soprattutto per i prodotti alimentari, spesso con orari fino a mezzanotte o anche per l’arco completo di 24 ore, nei grandi centri urbani come Mosca o San Pietroburgo. La qualità dei prodotti venduti è però bassa o medio-bassa, e si rischiano contraffazioni. Occorre poi ricordare il ruolo dei cosiddetti “rivenditori privati”, soprattutto in Russia, dai commercianti-navetta ai piccoli produttori agricoli che vendono direttamente, molto spesso attraverso reti di conoscenza private, familiari o nell’ambito di talune organizzazioni o

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associazioni private (club vari, enti sportivi, etc.). Tale ruolo tende però sempre più a diminuire, specialmente nelle grandi città, in buona parte per l’inasprimento dei dazi e dei controlli doganali sul commercio individuale. E ancora, osserviamo una certa differenziazione tra le varie città e regioni russe. In primo luogo, il ruolo dei negozi specializzati, tende ad essere maggiore, rispetto alla media nazionale, nelle città siberiane di Tjumen (che come centro produttivo petrolifero ha il più elevato potere di acquisto in Russia) e di Novosibirsk, città più povera ma con elevato quoziente di educazione media e sofisticazione, e registra valori elevati anche a San Pietroburgo. Mosca, la capitale, rientra invece nella media, anche se vi e’ una forte differenziazione tra centro e rioni periferici. Il ruolo dei mercati appare invece più pronunciato nelle zone di provincia e nelle regioni della Russia centro-meridionale, della Valle del Volga e degli Urali, con punte maggiori a Nizhnij Novgorod, città industriale, a Rostov sul Don, centro commerciale nella Russia meridionale, a Ekaterinenburg, centro dell’industria metallurgica e metalmeccanica negli Urali, e anche a Samara, il polo produttivo automobilistico sul Volga.

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Alcuni errori degli imprenditori italiani sul merca to russo Vi sono vari motivi che hanno condotto a tale situazione, e ad un ruolo italiano sul mercato alimentare russo non corrispondente alle sue reali potenzialità. A parte motivi tecnico-organizzativi ormai radicati, come la carenza di un efficace sistema distributivo basato su alcune grandi catene nazionali, come Auchan per la Francia o Metro per la Germania, vi sono altri errori abbastanza ricorrenti e commessi in particolare dalle piccole e medie imprese italiane che intendono esportare sul mercato russo. Alcuni tra i più importanti e ricorrenti sono: a) Considerare la Russia come mercato tattico, e non strategico, ovvero come mercato di sbocco temporaneo della produzione aziendale in momenti di crisi, ma non di sviluppo permanente, e questo senza tener conto, che nel giro di 2-3 anni, la Russia sarà comunque il maggiore mercato alimentare europeo in termini di valore monetario. b) Sottovalutare il grado di maturazione del mercato, in termini di concorrenza e di qualità dei prodotti. In realtà ormai tutti i grandi produttori alimentari europei e mondiali sono presenti sul mercato russo, con campagne promozionali spesso molto aggressive e mirate, e soprattutto articolate in un arco di tempo abbastanza lungo, non limitandosi cioè ad iniziative sporadiche o limitate. c) Sottovalutare gli attuali produttori, distributori, importatori e buyers russi come grado di sofisticazione e operatività a livello internazionale, quando essi sono ormai abituati all’analisi rapida e in dettaglio delle proposte di vendita o di collaborazione, fanno largo ricorso a Internet ed al controllo dei siti delle imprese straniere, e soprattutto non si accontentano di proposte vaghe o prevalentemente di immagine, senza l’accompagnamento di dati reali, come profilo aziendale, descrizione adeguata dei prodotti e loro caratteristiche tecniche, esperienze di export in altri mercati, gamma di prezzi proposti, etc. d) Sottovalutare le esigenze di investimento finanziario sia in reti di distribuzione commerciale, sia in promozione e pubblicità, branding di prodotto, etc., in un mercato in cui la soglia minima per poter entrare con probabilità di successo è oggi abbastanza elevata, ed in genere fuori portata da piccole aziende che operino da sole ed in stretta economia di risorse. I costi pubblicitari di Mosca, per esempio, sono oggi allineati o quasi a quelli delle grandi città europee e americane, e talvolta possono anche superarli. e) Occorre inoltre riconoscere, che sia per motivi linguistici, ma soprattutto psicologici e culturali, esiste una difficoltà oggettiva di selezione di partner russi affidabili, e spesso si sottovaluta l’immagine pressochè speculare dell’imprenditore italiano sul mercato russo. Questa si sintetizza nel riconoscimento di creatività, design, flessibilità, ma anche nel timore di una scarsa affidabilità in termini decisionali, del rispetto delle scadenze, etc. f) Di qui nasce l’esigenza, ma anche la difficoltà, soprattutto per una piccola e media impresa italiana, con limitate disponibilità di dirigenti di primo livello e con reale potere decisionale, di effettuare l’investimento personale necessario, ovvero psicologico e imprenditoriale in prima persona, per stabilire un rapporto di fiducia con il partner russo, elemento chiave di successo di qualsiasi rapporto di affari. g) Si nota anche, da parte italiana, una tendenza ad indulgere alla eccessiva semplificazione delle attività promozionali, nonché delle procedure negoziali, sottovalutando per esempio l’esigenza di preparare il terreno prima sul piano informativo e tecnico-commerciale, impiegando materiale di promozione in lingua russa, etc. e solo in un secondo tempo, dopo le necessarie verifiche e accordi di contatto iniziale, procedere all’approccio

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manageriale, impegnando il corrispondente livello decisionale, e così via. In linea di massima, nell’imprenditore italiano vi è in genere un’aspettativa erronea di tempi relativamente brevi di trattativa, etc. h) Occorre sempre ricordare che esiste tuttora una forte diversità di concezione imprenditoriale (più speculativa-finanziaria da parte russa) nonché di aspettativa di redditività degli investimenti, che in Italia si misurano in genere in 3-5 anni e in percentuali tra il 5 e il 15%, mentre in Russia si misurano tendenzialmente in 1-2 anni e in percentuali superiori al 20-30%, al di sotto delle quali un investimento commerciale o industriale non viene considerato conveniente. Barriere di mercato e metodi di ingresso. Fattori d i competitività Le principali e più ricorrenti barriere di mercato in Russia, soprattutto per le piccole e medie imprese italiane, non sono i dazi doganali di per sé stessi o i problemi fiscali e tributari, ma nell’ordine, i problemi delle procedure doganali e di importazione, e quelli di reperimento di un partner locale affidabile, oltre ai problemi di comunicazione e di organizzazione del marketing e promozione in loco. In effetti, il problema numero uno, soprattutto per gli alimentari, è quello delle procedure doganali, che sono comunque complicate dai vari documenti e certificati necessari, di origine, sanitari, etc., il che richiede l’assistenza di un distributore-importatore in Russia specializzato e in possesso delle necessarie licenze doganali. A Mosca vi sono almeno due importatori-distributori italiani nel settore alimentare, per quanto già sovraccarichi (nominativi disponibili presso l’ufficio Ice moscovita), ma ve ne sono anche altri importanti, di nazionalità russa, per esempio nel settore vini e liquori, etc. E’ infatti piuttosto difficile e scarsamente conveniente per una piccola impresa, affrontare da sola tale problema, soprattutto per piccole spedizioni di merci, mentre è preferibile raggiungere una dimensione adeguata di forniture, per esempio attraverso strutture consortili.

In particolare, non è pensabile oggi di poter gestire una vera attività commerciale o promozionale in Russia a partire dall’Italia, senza o frequenti visite in loco, o la collaborazione permanente con un distributore, agente o meglio, con un proprio rappresentante italiano di fiducia, residente in loco. Inoltre, per i problemi di comunicazione, mentre si può in linea di principio ricorrere alla lingua inglese, questo non vale in vari casi, ed è comunque di gran lunga preferibile, anche per motivi psicologici e di immagine, disporre di traduttori o di personale di lingua russa, nonchè di materiali promozionali nella stessa lingua, e appositamente “tarati” per il mercato e la psicologia d’affari russa.

In sostanza, come tipo di entrata sul mercato russo, le preferenze devono andare

alla costituzione di un consorzio export tra un certo numero di imprese, che sia in grado di effettuare una promozione costante attraverso personale e strutture permanenti in Russia. Naturalmente, in una fase iniziale si può ricorrere ad un importatore o importatore/distributore, meglio che ad un semplice agente o rappresentate, sempre di difficile controllo, soprattutto a distanza.

Per quanto riguarda l’altro problema chiave per l’impresa italiana, ovvero

l’individuazione di un partner locale affidabile, la miglior via è quella di ricorrere ad una

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ricerca preliminare di mercato, con l’individuazione e relative pre-interviste, ad un certo numero di imprese russe selezionate ed effettivamente interessate ad una vera collaborazione commerciale e distributiva, e con le quali organizzare i primi contatti diretti, o in occasione della partecipazione ad una Fiera del settore, oppure con un’apposita missione a Mosca dei dirigenti aziendali o consortili italiani. L’ufficio Ice di Mosca è in grado di fornire i nominativi delle società italiane di consulenza, marketing e selezione partner di maggiore esperienza e affidabilità, e che operano già da vari anni con una presenza e proprie strutture dirette sul mercato russo.

I due principali fattori di competitività sul mercato alimentare russo sono il

rapporto prezzo/qualità del prodotto , oltre ad una immagine e presenza adeguata nei principali canali di distribuzione . Sul primo punto si scontrano molti produttori italiani, perché non sempre i loro prezzi riescono ad essere competitivi con la concorrenza. Il caso più tipico è quello dei vini, dove per esempio, i vini francesi doc rossi o bianchi di tipo Bordeaux (ovviamente non le grandi marche di annata e di prestigio) sono in vendita nelle enoteche moscovite a prezzi inferiori fino 2-5 euro rispetto ai vini italiani doc più convenienti. Naturalmente, questo dipende anche dalla politica di agevolazioni fiscali e assicurative praticata dal governo francese nei confronti dei propri produttori, ma è comunque significativo. Il secondo problema è non tanto di prezzo, quanto di immagine e presenza distributiva. Per esempio, nel nuovo grande emporio-boutique alimentare russo Globus Gourmet (Gurmè in russo) nella centrale via Nuova Arbat di Mosca, nella vetrina dei prosciutti vi sono due-tre prosciutti crudi italiani di Parma e San Daniele, contro almeno 4-5 tipi di prosciutti spagnoli, pur anche di prezzo doppio.

Sistema bancario e cambi. Forme di pagamento Il sistema bancario russo non costituisce più un serio problema per l’operatore straniero, specie dopo la liberalizzazione dei conti bancari e dei flussi di valuta da e per l’estero a partire dal 1 luglio 2006, come già indicato nella sezione introduttiva di analisi dell’economia russa. E questo anche se le procedure sono spesso complicate: per esempio, un’impresa russa o straniera in Russia che vuole ricevere un pagamento sul suo conto corrente, anche di importo minimo, deve comunque allegare per la banca una copia dello specifico contratto di fornitura con il cliente. Inoltre, vi sono ormai diverse banche straniere che hanno sportelli operativi diretti, attraverso le loro banche controllate al 100%, ma di diritto russo, come Raiffeisen Austria, la francese Societé Générale, l’italiana ZAO Banca Intesa, etc. Né vi sono più alcuni problemi operativi di cambio, quando il rublo è ormai considerato di fatto convertibile, ed anzi, il maggior rischio di cambio è che il rublo continui a rafforzarsi sia sul dollaro (il cambio medio annuo è passato da 28,3 a 27 rubli per un dollaro nel 2005-2006), sia sull’euro, mentre la Banca centrale russa cerca di contenere al massimo tale tendenza, perché diminuisce il grado di competitività delle merci russe sui mercati internazionali. Le importazioni in Russia di prodotti alimentari non sono soggette a particolari limitazioni, ma in un mercato ancora non completamente sviluppato, il problema dei pagamenti delle forniture e dell’affidabilità del cliente locale resta importante. E questo anche se sempre

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più spesso, gli operatori russi di prima fascia non hanno alcun problema di liquidità, ed anzi, tendono a pagare rapidamente. In merito, valgono le osservazioni seguenti: a) Pagamento anticipato . Varie aziende, incluse quelle italiane, preferiscono tuttora non effettuare forniture o spedizioni in Russia senza aver prima ricevuto una conferma di pagamento da una banca riconosciuta, spesso offshore, oppure italiana. b) Lettera di credito a 60-80-120 giorni. Data la crescente concorrenza internazionale sul mercato russo, la forma di un anticipo parziale all’ordine, variabile dal 10 al 30% e oltre, più pagamenti dilazionati, si sta consolidando. Le banche italiane che operano in Russia, adeguandosi alle principali banche straniere, avevano fino al luglio 1998, aperto plafond speciali per questo paese, ed esteso linee di credito ad un gruppo selezionato di 15-20 primarie banche russe. Dopo la crisi dell’agosto 1998, tale numero era stato drasticamente ridotto alle due-tre banche a partecipazione statale (Vneshekonombank, Vneshtorgbank e Sberbank). Fino verso la fine del 2000, è stato poi assai difficile per l’operatore ottenere un affidamento da una banca italiana o internazionale su una lettera di credito rilasciata da una banca russa ritenuta affidabile e gradita al partner locale, senza la garanzia di collaterali. A partire dal gennaio 2002, ma soprattutto dopo la seconda metà del 2004, con il netto miglioramento della situazione finanziaria interna e debitoria estera russa, nonché con il ripetuto passaggio della stessa ad una migliore categoria di rischio, la Sace ha rivisto la propria posizione in merito ed è ora assai più disponibile alla copertura assicurativa del rischio Russia, anche con nuove formule più rapide e semplificate, che possono agevolare in particolare i contratti delle piccole e medie imprese. c) Pagamenti in compensazione. Alcune aziende russe, con problemi di liquidità finanziaria, propongono almeno in parte, pagamenti in compensazione, o attraverso accordi di “buy back”, cioé di vendita al partner italiano del proprio prodotto, finito o semilavorato, oppure di controvalore in materie prime varie. Questo tuttavia, accade meno frequentemente nel settore alimentare. Mentre tale pratica sta molto diminuendo o addirittura scomparendo, l’operatore deve comunque attendersi proposte del genere, che se del caso, vanno valutate molto attentamente, per la gamma di potenziali problemi che esse comportano. Sistema giuridico locale e controversie commerciali Il sistema giuridico e normativo russo è in costante miglioramento, anche sul piano del diritto commerciale, dell’arbitrato, etc. Molte delle sue norme sono ormai moderne ed armonizzate con la legislazione internazionale in materia. Il problema semmai non è nelle leggi, ma nella loro applicazione, perché i tribunali russi, specialmente nelle istanze inferiori, in caso di controversia, tendono naturalmente, nei limiti del possibile, a favorire le tesi della parte locale, soprattutto se l’imprenditore straniero non è ben documentato e assistito. Ma vi sono ormai vari casi in cui l’imprenditore straniero ha ottenuto soddisfazione, almeno sul piano giuridico. L’altro problema maggiore è che anche in caso di sentenze favorevoli, non si riesce spesso a farle poi applicare in concreto, perché per esempio, il partner russo nel frattempo ha ritirato tutti gli attivi dall’azienda, di fatto svuotandola o facendola fallire, per poi ricominciare da zero con un’altra azienda ed in altro luogo.

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In effetti, due sono i principali consigli per l’operatore italiano in Russia: il primo è che qualsiasi documento o contratto, prima di essere firmato, sia fatto esaminare e approvare da un legale esperto e preparato sul diritto russo. Il secondo, è che alle prime avvisaglie di potenziale controversia con il partner russo, si tenti il possibile per comporre il disaccordo in via compromissoria e non in via giudiziale. Il ricorso formale in giudizio è infatti spesso controproducente, perché innesca immediatamente meccanismi di difesa e rigetto ad opera della parte russa, che può fruire di tutte le facilitazioni, lacune o scappatoie giuridiche e non, offerte dal contesto locale, in modo da vanificare di fatto qualsiasi iniziativa legale. Il rischio paese Il rischio Russia è ormai considerato accettabile dall’intera comunità finanziaria internazionale, specialmente dopo il pagamento anticipato di tutti i rimborsi dovuti sui vecchi debiti con le varie organizzazioni internazionali, dal Fondo Monetario al Club di Parigi, nonchè l’accumulo di riserve valutarie di fatto ormai superiori ai 300 miliardi di dollari, Fondo di stabilizzazione compreso. La stabilità politica del sistema sembra ormai assicurata, anche in vista delle elezioni parlamentari del dicembre 2007 e di quelle presidenziali del marzo 2008. Soprattutto per le piccole e medie imprese straniere, a differenza dei grandi investimenti in settori di rilevanza strategica, il cui regime giuridico deve essere chiarito prossimamente, il rischio politico appare minimo, mentre diventa più importante il rischio amministrativo locale, ovvero la possibile discrezionalità delle autorità regionali o comunali nella concessione di licenze, permessi vari, etc. Ma questo vale soprattutto per gli investimenti produttivi, e forse un po’ meno per le strutture commerciali. Per queste ultime attività esiste naturalmente un altro tipo di rischio, a cavallo tra la discrezionalità amministrativa e le potenziali pressioni di gruppi di interesse di natura illegale. In questo ambito, molto dipende dai rapporti con le autorità locali e dalla tipologia del partner russo, il quale può provvedere più facilmente ad evitare o regolare con efficacia problemi di questo tipo.

Il sistema fieristico

La partecipazione alle principali fiere specializzate di settore è un aspetto importante di qualsiasi produttore italiano o straniero che intenda penetrare stabilmente sul mercato alimentare russo. Tuttavia, in particolare per le piccole e medie imprese, non conviene assolutamente presentarsi da sole ad una fiera, a meno di non essere disposte a forti spese per allestire uno stand adeguato, come qualità e dimensione. Infatti, i buyers, distributori e consumatori russi sono ormai abituati a trascurare gli stand “poveri”, che pur tuttavia talune aziende e perfino istituzioni italiane (Centri esteri Ccia, Regioni, etc.) hanno talvolta allestito negli ultimi anni in grandi fiere in Russia. E’ pertanto consigliabile partecipare in modo adeguato con uno stand consortile, o nell’ambito di uno stand regionale o provinciale ben organizzato come materiali grafici ed elettronici di presentazione, naturalmente in lingua russa, associandovi inoltre iniziative promozionali di degustazione, etc.

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In secondo luogo, occorre tener presente che sono finora tre le fiere alimentari più importanti in Russia, e tutte a Mosca. Esse sono Prodexpo , in genere in febbraio all’Expozentr, World Food Moscow , in settembre, sempre all’Expozentr, e per il settore bevande, in particolare vini e liquori, Interdrink, ancora all’Expozentr a Mosca in ottobre. Abbiamo inoltre incluso almeno una fiera regionale, ovvero ProdexpoJug a marzo nella città di Rostov, considerata la porta commerciale per tutta la Russia meridionale, anche se la fiera non supera i 2-3.000 mq. di superficie. Infine si stanno sviluppando talune fiere specializzate in settori specifici degli alimentari, come per esempio gli ingredienti, additivi, etc., che stanno assumendo crescente importanza su questo mercato, e che possono fornire particolari occasioni di contatti proficui con distributori e produttori alimentari russi.

Alcune tra le principali fiere alimentari in Russia

Titolo Data e luogo Tematica Organizzatori Coordina te Prodexpo

12-16 febbraio 2007 Expozentr na Krasnoj Presne 123100 Mosca, Krasnopresnenskaja naberezhnaja,14

14.mostra internazionale di prodotti alimentari,bevande e materiale per la loro produzione

Expozentr Tel. +7 (495) 255-37-99, +7 (495) 255-39-46;fax+7 (495) 205-60-55, +7 (495) 205-72-05. E-mail: [email protected] Sito Web: http://www.expocentr.ru

Prodexpo-Jug (Prodexpo-Sud) 2007

28-31 marzo 2007 VertolExpo Rostov na Donu, pr.Mikhaila Nagibina,d.30

Prodotti della panificazione, macchinari, prodotti alimentari e bevande

VertolExpo Tel./fax+7(863) 292 40 78, E-mail: [email protected],Sito web: www.vertolexpo.ru

Karta VIN 25-29 aprile 2007

Padiglione 2, sala 6 Crocus Expo Complesso espositivo Crocus city 143400 Regione di Mosca, città Krasnogorsk, p/0 Krasnogorsk-4 , a/ja 92, 65-66 km.MKAD

II mostra internazionale specializzata di vini e prodotti alimentari,

Crocus EXPO Centro internazionale fieristico

Direttore della mostra: Avanesov Rudolf Ashotovich Tel.: +7 (495) 727-11-31 E-mail [email protected] Sito web: http://www.karta-vin.ru/

Sea Food Russia 2007

5-7 giugno 2007 Padiglione 2 sala 6 Crocus Expo Complesso espositivo Crocus city 143400 Regione di Mosca, città Krasnogorsk, p/0 Krasnogorsk-4 , a/ja 92, 65-66 km.MKAD

IV mostra internazionale di pesci e prodotti del mare

Zentralnie Evropeiskie Vystavki

Tel. +7 (495) 514-13-70 E-mail: [email protected] Sito web: http://www.seafood-russia.ru/

World Food Moscow

18-21 settembre 2007 Padiglioni 1,2,3,6,8 Mosca, Expozentr na Krasnoj Presne 123100 Mosca, Krasnopresnenskaja

Si tiene dal 1992 vi partecipano oltre 600 imprese straniere.

ITE Group PLC ITE Group Gran Bretagna105 Salusbury Rd, London, NW6 6RG, UK, tel. +44 207 596 5000,fax +44 207 596 5106, E-mail: [email protected], sito web: http://www.ite-exhibitions.com ITE Rossija, 129110 Mosca, ul. Schepkina dom 42, str. 2°, tel. (7 495) 935 73 50

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naberezhnaja,14

Tel: +44 (0) 207 596 5086 E-mail: [email protected] Organizers | Contacts | International Agents ITE Rossija, 129110 Mosca, ul. Schepkina dom 42, str. 2°, tel. (7 495) 935 73 50 Persona di contatto: Abramjan Bella Levonovna, tel. (7 495) 255-39-27, fax: (7 495) 205-60-58, E-mai: [email protected]

Vystavka plodoovshnoj produkzii 2007

19-22 ottobre Padiglione 3 Mosca, Expozentr na Krasnoj Presne 123100 Mosca, Krasnopresnenskaja naberezhnaja,14

II fiera internazionale della produzione ortofrutticola

SRL.Expomedia events Russia Montgomery International LTD (Gran Bretagna)

Expomedia events Russia , 115093 Mosca, ul.Pavlovskaja 7; tel. (7 495) 514-13-70, fax(7 495) 514-13-71; E-mail: [email protected], sito web: http://www.expocee.ru Montgomery International LTD; tel. +44 (0) 20 7886 3114, fax: +44 (0) 20 7886 3101, sito web: http://www.montex.co.uk Persona di contatto: Abramjan Bella Levonovna; tel. (7 495) 255-39-27;fax: (7 495) 205-60-58, E-mail: [email protected]

Interdrink 2007

31 ottobre-2 novembre 2007 Padiglione 5 Mosca, Expozentr na Krasnoj Presne 123100 Mosca, Krasnopresnenskaja naberezhnaja,14

XV mostra internazionale di bibite e macchinari del settore

Interexpo S.rl. Milano, via Plinio 73, 123242 Mosca, ul. M. Gruzinskaja 20/13

Tel. 39 (02) 23957901 7 (095) 2523366 Fax: 39 (02) 23957998 7 (095) 2521216 E-mail: [email protected], [email protected] Sito web: http://www.interexpo.it Persona di contatto:Anurova Marina Vasilevna, tel: (7 495) 205-75-72 Fax: (7 495) 205-60-58 E-mail: [email protected]

Ingredients Russia 2007

4-7 dicembre 2007 Padiglione 2 sala 8 Crocus Expo Complesso espositivo Krokus city 143400 Regione di Mosca, città Krasnogorsk, p/0 Krasnogorsk-4 , a/ja 92, 65-66 km.MKAD

X mostra internazionale degli ingredienti alimentari, prodotti alimentari, bevande

ITE Group PLC Tel. +7 (495) 935-73-50 E-mail:[email protected] Sito web: http://www.ingred.ru/

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Le prospettive di sviluppo sul mercato alimentare r usso: orientamenti per gli

operatori del Friuli-Venezia Giulia

a) Il mercato dei prodotti alimentari in Russia, è uno dei settori più dinamici e in ripresa. Nel 2005 l’aumento di produzione è stato del 4,4% e nel 2006 del 5,4 percento. Nel 2004 l’import di prodotti alimentari ha fatto un balzo del 13,2%, raggiungendo i 12,8 miliardi di dollari (12 miliardi se si escludono i tabacchi). Nel 2005 le importazioni di alimentari sono continuate a salire e hanno raggiunto i 16,2 miliardi di dollari (15,3 miliardi se si escludono i tabacchi). Nel 2006 vi sarà un’ulteriore crescita delle importazioni intorno al 23%, fino a 20,1 miliardi di dollari (19,2 miliardi escludendo i tabacchi). Un altro fattore determinante è stato l’aumento per il quinto anno consecutivo, delle vendite al minuto di prodotti alimentari. Nel 2002 si era venduto alimentari al cambio ufficiale in dollari per 55,7 miliardi di dollari, nel 2003 per 68,0 miliardi di dollari, nel 2004 per 87,1 miliardi di dollari, nel 2005 per 113 miliardi, e nel 2006 per quasi 146 miliardi di dollari. Tuttavia, secondo stime piu’ recenti (Kachalov & Partners), contando il mercato “grigio o parallelo”, pari ad almeno il 35-40%, nonchè la sottostima cro nica delle vendite ufficiali, il valore reale delle vendite al imentari in Russia sarebbe di almeno 200 miliardi di dollari nel 2005 e 230 milia rdi nel 2006.

b) In effetti, il mercato alimentare ha risentito della congiuntura favorevole, generata

dalla ripresa di tutta l’economia russa e quindi anche della aumentata capacità d’acquisto della popolazione. Continua senza soste l’espansione sia delle maggiori catene russe di supermarket, con forte prevalenza di prodotti agroalimentari, come “Sedmoj Kontinent” (Settimo Continente), o “Piatierocka”, sia delle grandi catene di distribuzione straniere (Auchan, Metro, Ava, Ramstor). Esse stanno occupando il mercato agro-alimentare e dei beni di consumo durevoli in Russia, non solo a Mosca e San Pietroburgo, ma anche in altre città di provincia, da Nizhnij Novgorod a Samara e Novosibirsk, senza contare le capitali dei paesi Csi, come Almaty, in Kazakhstan.

c) Oltre ai supermarket, è continuato ad aumentare nel 2004-2006 il numero dei

negozi specializzati, anche non grandi, nel settore alimentare, che coprono oggi il 41-43% delle vendite, e continua egualmente il processo di ristrutturazione e modernizzazione, avviato nel 2000 che interessa l’intera struttura dei mercati cittadini e rionali, con spazi più modernamente attrezzati, rispondenti alle esigenze commerciali e sanitarie moderne, e soprattutto con ambienti più confortevoli e attraenti per il consumatore, anche di fascia medio-bassa. Questa tendenza è percepibile soprattutto nelle grandi città come Mosca e San Pietroburgo, ma si sta allargando visibilmente anche ai centri regionali e provinciali.

d) Nel dicembre 2006, è continuato per il sesto anno consecutivo il boom di vendite di

fine anno, con un aumento di oltre il 20% rispetto al mese di novembre, già al livello massimo dei 12 mesi Inoltre, la classe media si sta concentrando ora anche sui prodotti cari, come carne, salumi, etc., come dimostrano i dati sugli aumenti percentuali delle vendite di vari prodotti alimentari. Il consumatore medio e non solo medio-alto russo, mentre continua a preferire i prodotti nazionali su quelli importati, ove appena possibile, sta mirando sempre di più alla qualità e sicurezza alimentare del prodotto. E questo anche perchè il potere di acquisto medio in Russia è tornato

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oggi o ha superato sensibilmente i livelli pre-crisi, eccetto che per gli alimentari più cari. In realtà, è previsto un ulteriore sviluppo della capacità di consumo della classe media, pari a circa il 40% entro il 2009-2010, mentre anche la popolazione “povera” è diminuita da un circa un terzo ad un quarto del totale.

e) In particolare, proprio il mercato dei prodotti alimentari, sia per l’alimentazione

domestica, che per l’alimentazione nei ristoranti e caffé, è ritenuto al primo posto come potenzialità di sviluppo, in particolare dei consumi della classe media, che copre tra il 22 e il 25% dei consumi totali

f) Per l’operatore commerciale, a parte la fascia dei consumi più alta, che continuerà

in ogni caso a svilupparsi, questo è importante per determinare il tipo di strategia di penetrazione e presenza sul mercato alimentare russo nei prossimi anni. In realtà nel 2002-2006 si sono rafforzate le due tendenze di base già emerse nel 2000. Da un lato, si tende alla russificazione dei prodotti in rapporto alle importazioni, anche se queste ultime sono riprese ad aumentare. Il consumatore russo, a parità di condizioni, preferisce il prodotto nazionale, a par te il prezzo, perchè lo ritiene più genuino e naturale, e meno sottoposto a procedi menti chimici artificiali (additivi, conservanti, etc.) . D’altra parte, anche per questo motivo continua il passaggio dei produttori stranieri dalla dimensione commerciale alla produzione diretta in loco. Pertanto, la concorrenza sul mercato si sta intensificando.

g) Lo spostamento verso l’alto del potere di acquisto della popolazione russa, sta

inasprendo la concorrenza sull’agro-alimentare anch e nella fascia alta, dove operano prevalentemente i principali produttori e distributori occidentali, insieme a pochi russi. Questo perché lo sviluppo delle boutiques alimentari, dei supermarket di fascia medio-alta e dei negozi specializzati di qualità, si sta rivelando particolarmente redditizio, ed offre varie possibilità anche ai nuovi prodotti alimentari di nicchia, purchè efficacemente pubblic izzati .

h) Nella fascia media, che è in continua espansione, alla concorrenza “occidentale”,

ed a quella delle imprese russe più moderne e dinamiche, si sta aggiungendo la concorrenza di alcuni paesi dell’Europa orientale, come Polonia o Ungheria, o anche ex-sovietici, come Bielorussia e Ucraina, in grado di offrire prodotti alimentari con un buon rapporto tra prezzo e qualità, senza scadere troppo nella “fascia bassa o medio-bassa”. Quest’ultima continua ad essere occupata prevalentemente da vari produttori russi, nonché dai produttori/importatori di paesi Csi e paesi asiatici, che offrono prodotti alimentari di base a basso costo, qualità inferiore e confezionamento di tipo semplificato. Ma anche tali prodotti hanno comunque un loro largo mercato.

i) Si tenga inoltre presente il crescente formarsi e consolidarsi di una domanda di

prodotti alimentari più specializzata e destinata a diverse categorie di consumatori. Ricorderemo in proposito:

i. Prodotti alimentari per i giovani e per l’attività sportiva, ad alto

contenuto vitaminico; ii. Prodotti alimentari per bambini;

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iii. Prodotti alimentari preconfenzionati per l’ufficio, cioè pratici come imballaggio, spesso a basso contenuto calorico, ma tuttavia nutrienti;

iv. Prodotti alimentari per animali, ovvero cani, gatti, etc.

j) Per quanto riguarda la posizione dei prodotti italiani sul mercato agro -alimentare russo, l’export è in aumento del 20,1%, nei primi dieci mesi del 2006 e a fine anno si dovrebbe arrivare sui 306 mil ioni di euro , rispetto ai 275,7 milioni di euro del 2005 (codici doganali 1-23, escludendo il tabacco, codice 24). Tuttavia, il giudizio di fondo rimane sempre il medesimo: l’Italia non occupa in Russia un ruolo commisurato al suo “status” di grande produttore alimentare di qualità e a livello europeo-mondiale. I dati Istat (primi 10 mesi 2006) e quelli doganali russi preliminari e parziali sulle importazioni (nel primo semestre del 2006 per talune categorie di prodotti e per i primi nove mesi come totale), disponibili all’inizio di gennaio 2007, confermano almeno due tendenze. La prima è che l’Italia sta consolidando la sua posizione, in termini di quote di mercato, in poche categorie di prodotti alimentari in cui è già leade r, per esempio nella pasta e nel caffé. Tuttavia, in altre categorie, per quanto essa aumenti in valore assoluto l’export ed anche in percentuali significative, si continua a perdere quote di mercato. Infatti la quota di mercato italiana su tutto l’imp ort alimentare russo (codici 1-23) è scesa dal 2,0% nel 2005 all’1,78% n el primo semestre 2006 .

k) Per quanto riguarda la posizione del Friuli-Venezia Giulia , abbiamo indicato

come le esportazioni in Russia di prodotti alimentari e bev ande, pur con valori assoluti non elevati, sono comunque cresciute del 7 0% nel 2005, fino a quasi 2,5 milioni di euro, ma sono poi aumentate di meno del 5% nei primi nove mesi del 2006, a causa di un calo del 32% nelle forniture di bevande. Questo mentre invece l’export di prodotti alimentari, dopo essere cresciuto del 78% nel 2005, fin oltre 1 milione di euro, ha continuato a crescere del 43% nei primi nove mesi del 2006, già superando il valore dei 12 mesi 2005.

a) Sul problema delle bevande , tanto vini quanto grappe, osserveremo che vi sono

due possibili fattori per il calo delle forniture osservato nel gennaio-settembre 2006. Il primo riguarda la politica dei prezzi e i rapporti con i distributori russi, ma ricordiamo soprattutto la crisi estiva dell’anno scorso nelle forniture generali di vini e liquori in Russia derivante dai problemi burocratici interni sollevati dalle nuove disposizioni di ministeri e dogane sull e marche obbligatorie per le bottiglie . Tali misure, come al solito mal preparate e applicate, hanno condotto al blocco effettivo per circa tre mesi delle vendite di vino, soprattutto di importazione, e ai vistosi scaffali vuoti nelle enoteche moscovite. Dovrebbe quindi trattarsi di un calo temporaneo, a meno che non sia intervenuto anche un secondo fattore, ovvero la concorrenza di altre marche di vini e grappe italiane.

b) Abbiamo indicato come una voce principale dell’export friulano sia rappresentata

dal caffè (evidentemente Illy, che è già abbastanza noto a Mosca, dove si è imposto come caffè di fascia alta, superiore a Lavazza, ritenuto di fascia media). In questo settore, la continuazione dell’attuale campagna promozionale e di immagine non potrà che apportare ulteriori benefici, data la buona immagine in genere e l’alta qualità del caffè italiano in Russia.

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c) L’altra voce importante dell’export in Russia è rappresentata dalla frutta e verdura, le cui forniture, in pratica inesistenti nel 2005, sono raddoppiate in valore dal primo al terzo trimestre 2006. Tenendo conto dell’alto grado di competitività del settore, anche da parte di regioni italiane contigue, restano di primaria importanza i buoni rapporti con i distributori. Nel settore delle patate di qualità, i principali e temibili concorrenti in Russia sono i tedeschi e gli olandesi, che dispongono in genere di un’esperienza finanziaria-organizzativa di gestione delle esportazioni di frutta e verdura più sofisticata e superiore a quella italiana.

d) Per quanto riguarda i pesci e crostacei , che comunque hanno raddoppiato le pur

modeste esportazioni dal II al III trimestre 2006 (73.000 euro), occorre notare che in Russia pesci come la trota sono ampiamente disponibili come prodotti freschi locali, e a prezzi competitivi (a meno di 2 euro all’etto) anche in negozi di fascia medio-alta. Questo non significa che trote norvegesi confezionate e surgelate non siano vendute nei supermarket e negozi di fascia alta a prezzi dal 30 al 50% superiori, per i russi più abbienti e snob. Ma la Norvegia, che precede l’Italia come fornitore alimentare della Russia, è il più grosso esportatore di pesce su questo mercato.

e) Per i prodotti caseari , come il formaggio Montasio, esso è già in vendita in

boutiques o negozi moscoviti di fascia alta, come il già citato Globus Gourmet nella via Novij Arbat, e in effetti il suo posizionamento appare di nicchia di èlite, anche se il suo prezzo rimane abbastanza accessibile in rapporto a formaggi molto cari, come il formaggio candito australiano o lo Stilton britannico, che costano oltre il doppio, cioè fino all’equivalente di 15 euro all’etto.

f) Sui salumi, e in particolare i prosciutti , a parte i dati forniti alla sezione apposita

per l’Italia, riteniamo che un maggior spazio di mercato in Russia esista senz’altro nella fascia medio-alta di consumatori, ma occorra comunque un’azione promozionale continua e mirata, in collegamento con la promozione del formaggio Montasio e più in generale della cucina del Friuli-Venezia Giulia, per esempio attraverso settimane gastronomiche nei ristoranti italiani e anche russi, di Mosca e San Pietroburgo, senza escludere altre città negli Urali e nel Volga, come Ekaterinenburg o Nizhnij Novgorod.

g) Per quanto riguarda l’olio di oliva , occorre anche qui rendersi conto che in

rapporto all’assai più diffuso olio di semi di girasole, si tratta finora in Russia di un consumo di èlite o comunque di fascia medio-alta, insidiato da un lato, dall’olio d’oliva spagnolo, che è molto aggressivo nella distribuzione ed ha prezzi più accessibili, e dall’altro, dai vari olii d’oliva di altre regioni italiane, dalla Liguria alla Toscana, alla Puglia e Sicilia. Un fattore favorevole, soprattutto per la mentalità igienista russa, è che l’olio d’oliva incomincia ad essere raccomandato dai medici per l’alimentazione più sana, e potrebbe iniziare ad essere venduto anche in farmacia.

h) Infine, il miele . La principale considerazione qui è che nessun russo anche di ceto

medio, tende ad acquistare naturalmente miele di importazione, se non per mera curiosità, poichè ritiene comunque che il miele russo e in particolare della Bashkiria, sia di qualità e purezza superiore. Ciò non toglie che nei negozi e supermarket moscoviti di fascia alta non si trovi miele tedesco o francese, magari con gusti speciali, o di tipo dietetico, che venga comprato dai nuovi ricchi, malgrado il prezzo

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sensibilmente più alto, dal 50% al doppio. Pertanto, soltanto inserendosi in questa nicchia si può pensare di vendere qualcosa.

l) In ogni caso, riteniamo che vista la congiuntura odierna di mercato, i tempi siano

maturi per una campagna promozionale in grande stil e del prodotto alimentare italiano in Russia, in cui il Friuli-Ven ezia Giulia potrebbe ritagliarsi un proprio ruolo. Non a caso i sondaggi indicano che la cucina italiana è al terzo posto nelle preferenze dei russi, dopo quella nazionale e caucasica, staccando di almeno 10 punti percentuali tutte le altre, come la cucina cinese o francese. Inoltre, tra i ristoranti stranieri (e non dei paesi Csi) a Mosca, il primato numerico e qualitativo è indubbiamente italiano.

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Allegato Certificazione, sdoganamento e procedure per l’imp ortazione di alimentari

Certificazione di conformità

Ai fini doganali russi, è necessaria la seguente documentazione:

a) CMR

b) Carnet TIR

c) Contratto in copia originale (con la traduzione in russo)

d) fattura commerciale, tradotta in lingua russa, indicante la tariffa doganale ed eventualmente la resa Cip (Cost Insurance Policy). In particolare la resa Cip, seppure non obbligatoria, è consigliata per evitare valutazioni aggiuntive e discrezionali della dogana russa.

e) Lettera di garanzia bancaria (Passport Sdel’ki)

f) Certificato di origine della merce (consigliata anche la traduzione in russo)

g) Polizza assicurativa (facoltativa, ma talvolta richiesta a conferma del valore della merce)

h) Altri eventuali certificati richiesti, e per gli alimentari, quello di igiene

Mentre in Russia le certificazioni di qualità e sicurezza vengono effettuate dal Gosstandard, si consiglia, soprattutto per un produttore-esportatore abituale, di far certificare una tantum dalla SGS in Italia la propria produzione. Ad ogni spedizione basterà quindi allegare copia del Test Certificate, che deve poi essere notarizzato in Russia. Enti di certicazione in Russia Gosstandart, Mosca, Leninskij Prospekt 9, tel. 095 / 236.0300 VNIIS, Mosca, Elektricevskij Per. 3, tel. 095 / 253.7006, 253.0078 Standard, Etichettatura e Imballaggio La fornitura di beni alimentari e durevoli importati in Russia senza etichettatura contenente le corrispondenti informazioni in lingua russa e’ stata proibita con il decreto governativo n.1037 del 15 agosto 1997. Gli importatori o enti importatori dovranno infatti fornire, secondo il tipo e la specifica natura del prodotto o articolo, in particolare per i generi alimentari: a) la denominazione del bene importato b) ingredienti c) contenuto al netto della tara d) tabella nutrizionale minima (valori calorici) e) data di scadenza

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f) il nome del produttore(Il nome della societa’ produttrice puo’ essere fornito anche in lettere latine, ma e’ meglio comunque riportarlo egualmente in russo)

g) paese di origine h) la funzione, le caratteristiche tecniche principali e le qualita’ del prodotto i) altre eventuali informazioni richieste specificamente dalla legislazione russa e dagli

standard governativi Procedure di sdoganamento e dazi doganali Le importazioni in Russia di generi alimentari non sono soggette a particolari limitazioni, eccetto in taluni casi, quando vi siano particolari motivi igienici (vedi mucca pazza, etc.), in genere annunciati attraverso apposite circolari e disposizioni. I corrispondenti dazi doganali si collocano in una fascia che va generalmente dal 5 al 20%. Occorre comunque tenere conto che esiste in pratica una certa discrezionalità nella classificazione precisa delle categorie doganali, nonché della loro registrazione formale ai valichi di frontiera, discrezionalità che è lamentata anche dalle stesse autorità doganali russe, perché essa consente abbastanza spesso l’abbattimento al minimo dei dazi doganali. Inoltre, a partire dal gennaio 2002, l’annunciata riforma del codice doganale e delle aliquote di tassazione, ha condotto ad alcuni mutamenti (aumento o diminuzione del 5% o più) per talune categorie di generi alimentari, che devono pertanto essere verificate Nota. Le indicazioni sopra si riferiscono a codici doganali generici. Per ogni singola voce occorre determinare con precisione il codice doganale di appartenenza (composto da 9 cifre), che potrebbe corrispondere a dazi differenti rispetto a quelli generali.