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PROGRAMMA GITA IN VALTELLINA
1 / 3 APRILE 2011
VENERDÌ 1 APRILE
Ore 08.00 Partenza in pullman da Peschiera d/G
Ore 11.30 Arrivo a Sondrio
Strada panoramica per uno sguardo alla viticoltura “eroica” valtellinese
Pranzo tipico a Castel Grumello, patrimonio del FAI
Ore 15.30 Visita guidata al patrimonio storico della città di Sondrio
Visita a palazzo Sertoli del Credito Valtellinese con aperitivo nella Sala dei Balli
Sistemazione presso Hotel della Posta di Sondrio
Ore 20.00 Cena in albergo con rappresentanti del Rotary di Sondrio
SABATO 2 APRILE
Ore 08.30 Partenza per Tirano
Escursione con il Trenino Rosso, attraverso il ghiacciaio del Bernina
Ore 11.30 Arrivo a Sankt Moritz, visita al museo Segantini, pranzo e passeggiata nel centro
Ore 16.00 Partenza per Sondrio in pullman attraverso il passo del Maloja, visita guidata di Chiavenna
Cena al ristorante “Il Cenacolo” a Chiavenna
Rientro Hotel della Posta
DOMENICA 3 APRILE
Ore 09.00 Santa Messa alla chiesa della Colleggiata dei SS. Gervasio e Protasio
Visita alle Cantine Negri di Chiuro
Pranzo tipico all’agriturismo “Fracia”
Rientro previsto per le ore 19.00
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C' è in Lombardia un grande patrimonio che si sgretola un poco ogni giorno, dopo avere impiegato centinaia
di anni a formarsi. Non si tratta di chiese, di castelli o di palazzi, ma di muri a
secco, più precisamente di 2500 chilometri di muri in pietra che corrono lungo i
fianchi della Valtellina. Sono i sostegni dei vigneti terrazzati dai quali proven-
gono vini diventati famosi come l' Inferno, il Grumello, il Sassella, lo Sforzato.
Per difendere questo patrimonio che ha plasmato il paesaggio della valle la Pro-
vincia di Sondrio, in collaborazione con la Fondazione ProVinea «Vita alla vite
di Valtellina» Onlus, con il Consorzio tutela vini Valtellina e il patrocinio della
Regione, ha presentato domanda al ministero per i Beni culturali affinché i vi-
gneti vengano inclusi fra i beni che l' Italia chiede di inserire nella lista del Pa-
trimonio dell' umanità dell' Unesco. L' iniziativa è stata accolta favorevolmente
e, grazie al sostegno della Banca Popolare di Sondrio e al lavoro preparatorio
svolto da un' équipe che comprende fra gli altri l' economista Marco Vitale, gli
storici Nella Credaro Porta e Luigi Zanzi e il geografo Guglielmo Scaramellini,
i terrazzamenti sono stati inseriti nella Tentative List italiana. Quella valtelline-
se rappresenta l' area viticola terrazzata di montagna più estesa d' Europa, con
un giro d' affari di oltre 30 milioni. I 1250 ettari odierni rappresentano quanto è
sopravvissuto dei 3-4 mila che esistevano ancora un secolo fa, allo stesso modo in cui i 3 mila viticoltori che
ogni giorno si arrampicano sui ripidi fianchi delle montagne sono gli ultimi discendenti di una schiera di
ignoti contadini che per secoli hanno pazientemente scavato, costruito, consolidato un vero monumento all'
aria aperta, degno di diventare uno spettacolare ecomuseo. Per capire cosa significhi coltivare la vite su que-
sti scoscesi versanti, basti dire che in Franciacorta un ettaro di vigneto richiede 50-60 ore di lavoro all' anno,
mentre in Valtellina ce ne vogliono ben 1200, con un dispendio di energie superiore del 2500%. L' attività
svolta da questi viticoltori è preziosa, non solo perché ci fornisce vini dal corpo e dal profumo incomparabili,
ma anche perché nel corso del tempo ha contribuito a consolidare e proteggere il territorio, con un' opera di
manutenzione che si rivela ogni giorno più decisiva. Ormai lo abbiamo imparato a nostre spese: la montagna
sicura è quella abitata. Il riconoscimento dell' Unesco avrebbe diverse funzioni: far capire anche ai giovani l'
opportunità di impegnarsi nella viticoltura di montagna arrestando l' abbandono, difendere e valorizzare cul-
turalmente e turisticamente un grande capolavoro della cultura alpina, sensibilizzare sul valore sociale di un
lavoro di salvaguardia e cura di un ambiente delicato e sollecitare sgravi a favore degli agricoltori. In questi
anni, specie in Lombardia, si è parlato molto di identità. ma ci si è spesso dimenticati che l' identità di un po-
polo è prima di tutto affidata ai luoghi in cui vive e alle attività che esercita. Ecco perché il degrado e l' ab-
bandono dei vigneti valtellinesi costituirebbe una grave perdita per tutti. Franco BreviniIl progetto di inserire
i vigneti terrazzati della Valtellina nella lista dell' Unesco per tutelarli come «Patrimonio dell' umanità» ri-
guarda un' area di circa 1.250 ettari che si estende tra Morbegno e Tirano. Molti sono i prodotti vinicoli rino-
mati che provengono dalle terrazze valtellinesi. Tra i più famosi: Inferno, Grumello, Sassella e Sforzato I vi-
gneti della Valtellina sono considerati un capolavoro della cultura rurale alpina Il progetto Il progetto di inse-
rire i vigneti terrazzati della Valtellina nella lista dell' Unesco per tutelarli come «Patrimonio dell' umanità»
riguarda un' area di circa 1.250 ettari che si estende tra Morbegno e Tirano. Molti sono i prodotti vinicoli ri-
nomati che provengono dalle terrazze valtellinesi. Tra i più famosi: Inferno, Grumello, Sassella e Sforzato
2.500 La lunghezza, in chilometri, dei muri in pietra che corrono lungo i fianchi della Valtellina. Hanno pla-
smato per secoli il paesaggio della valle. La superficie, in ettari, dell' area viticola terrazzata valtellinese (la
più estesa d' Europa). Fino a un secolo fa erano più di tremila ettariI viticoltori che lavorano sui fianchi delle
montagne della Valtellina. Per coltivarne un ettaro sono necessarie ben 1.200 ore di lavoro all' anno 1.250 La
superficie, in ettari, dell' area viticola terrazzata valtellinese (la più estesa d' Europa). Fino a un secolo fa era-
no più di tremila ettari 3.000 I viticoltori che lavorano sui fianchi delle montagne della Valtellina. Per colti-
varne un ettaro sono necessarie ben 1.200 ore di lavoro all' anno.
«I vigneti della Valtellina patrimonio dell' umanità»
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Castel Grumello
Due fortilizi si fronteggiano sulla sommità di una collina (localmente “grumo”) che domina la Valtellina
presso Sondrio. Sull'altura rocciosa, fra bassa vegetazione che comprende anche specie rare, a est si trova la
torre, cioè l'appostamento militare vero e proprio; a ovest la zona residenziale, più complessa e articolata.
Un vero castello “gemino”, come se ne trovano non frequentemente. Costruito nel 1326 da Corrado de Piro,
fu distrutto dai Grigioni quando invasero la regione.
PALAZZO SERTOLI
Palazzo Sertoli, insieme ai palazzi Giacconi e Paribelli, forma un complesso architettonico posto nel cuore
del Centro Storico, sede della Direzione Generale del Gruppo: di notevole interesse il settecentesco salone
da ballo e le opere d'arte antica e contemporanea, da Henry de Bles detto "Il Civetta" al Giampietrino, dal
Petrini a Bernardino Luini, dalla famiglia Ligari a Segantini, dal Pittoni al Nuvolone, da Spoerri a Cardenas,
Consagra e Takis, tra cui spiccano il dipinto di Andy Warhol The last Supper e Il Giudizio Universa-
le della Scuola dei Campi, copia da Michelangelo. Palazzo Sertoli ospita inoltre la Galleria Credito Valtel-
linese che propone da oltre 20 anni iniziative espositive di rilievo. Il percorso prevede quest'anno anche l'a-
pertura, in anteprima assoluta per l'occasione, della mostra fotografica di Giovanni Chiaramonte "L'ALTRO
NEI VOLTI NEI LUOGHI" in allestimento.
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GRAND HOTEL DELLA POSTA
Un'oasi di tranquillita' nel pieno centro di Sondrio: cosi'
dal 1862 l'Hotel Posta accoglie i suoi ospiti.
Una struttura dalla solida tradizione, recentemente ristrut-
turata con grande attenzione e cura minuziosa per offrire
al visitatore tutto cio' che serve per sentirsi a casa.
Ampie camere e suite impreziosite da opere d'arte di noti
autori, l'elegante ristorante, l'intimo e accogliente bar e
una rilassante spa.
Una dimora d’epoca nel cuore di Sondrio, tra le Alpi ed
il lago di Como: in Valtellina , dove nascono grandi vini
e la tradizione gastronomica è coltivata con passione. Gli
sport di montagna ed il golf sono di casa. L’hotel è stato
recentemente restaurato e nella tranquilla e discreta atmosfera dei suoi ambienti permane il fascino della
sua origine. La cura dedicata ad ogni singolo particolare è il frutto di un attento lavoro di restauro conserva-
tivo operato su ambienti e decori. Restauro che trova la sua massima espressione nelle volte in sasso a vista
della sala riunioni e negli affreschi ottocenteschi degli
scaloni. La dimora è oggi un accogliente hotel 4 stelle
che offre tutti i comfort della più moderna ospitalità al-
berghiera. L'albergo è dotato di arredi antichi già esistenti
nell'edificio, restaurati e ricollocati nei locali ed integrati
da altri appartenenti alla banca ed arricchito con numero-
se opere attinte dalla collezione d'arte del Credito Valtel-
linese: quadri antichi e importanti opere d'arte moderna,
sculture collocate nelle sale del piano terra e nel giardino:
merita una segnalazione particolare la collezione di bron-
zi dello scultore Arturo Martini, il "Mur magnetique" di
Takis, "L'Ultima cena" di Avalle e "Ultime cene" di Da-
niel Spoerri.
Il “1862 ristorante dalla Posta” è l’espressione della migliore offerta gastronomica della Valtellina dove al
rispetto del prodotto del territorio e della tradizione si alterna la ricerca creativa di Aurelio Della Tor-
re. Magia, buon gusto e qualità rendono il Grand Hotel Della Posta un pezzo d’arte unico. Lo sceglie chi è
esigente, perché qui l’ospitalità è intesa come ricerca di tutte le sensazioni che fanno stare bene.
Il 1862 Ristorante della Posta offre una cucina squisitamente ricercata, arricchita e valorizzata da una forni-
ta Carta dei Vini, da gustare nelle eleganti ed esclusive sale recentemente rinnovate.
Il 1862 ristorante della Posta è aperto tutto l’anno, anche per i non residenti in Hotel.
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TRENINO ROSSO DEL BERNINA
Questa Ferrovia, inaugurata il 1. luglio 1908 (tratto Tirano-Poschiavo) e completata nell'estate 1910
(ecco perchè il 2010 è l'anno del centenario, dal completamento), fin da subito a Trazione Elettrica
(1'000 Volts corrente continua), venne chiamata Ferrovia Bernina (Berninabahn in tedesco), che con uno
spettacolare percorso ad alta guota ed a visuale libera supera il valico del Passo Bernina con una differenza
d'altitudine di ben 1'824 metri ripetto a Tirano che si trova nel fondovalle Valtellinese. L'ardita ferrovia
svizzero-grigionese collega la famosa località di St.Moritz nell'Alta Engadina attraverso lo spettacolare
Passo del Bernina con la Valposchiavo arrivando fino a Poschiavo, a Bru-
sio ed infine a Tirano oltre il confine svizzero/italiano. Grazie agli spetta-
colari paesaggi attraversati, oltre alle soluzioni tecniche adottate ed al fat-
to di congingere tre aree culturali-linguistiche, che potremmo cosi riassu-
mere:
Valposchiavo = zona culturale di lingua italiana
Engadina = zona culturale di lingua reto-romancia
Albula = zona culturale mista di lingua tedesca e reto-romancia.
la Ferrovia è entrata a buon diritto, assieme alla Ferrovia dell'Albula, dal 7 luglio 2008 nel patrimonio mon-
diale dell' UNESCO.
Costruita a scartamento ridotto di 1 metro per superare meglio le asperità
del terreno, con curve di raggio ridottissimo (raggio minimo 45 m.) e pen-
denze fino al 70 per mille SENZA l'uso di cremagliera (cioè senza l'ausilio
della rotaia dentata centrale tipica delle ferrovie da montagna), ha 1 solo bi-
nario e offre lungo tutto il suo percorso panorami mozzafiato di ineguaglia-
bile bellezza. Si passa dai 429 metri sul mare di Tirano ai 1'014 di Poschia-
vo per salire fino ai 2'091 dell'Alp Grüm, e ai 2'253 della stazione di valico
Ospizio Bernina per poi scendere ai 1'775 della stazione terminale di
St.Moritz, in Engadina, dopo aver percorso 60,5 km. Nelle principali stazio-
ni si incorcia in genere un treno in senso contrario.
La ferrovia Bernina funziona tutto l'anno, con circa 30 treni (15 coppie) in
circolazione al giorno sia regionali che espressi, ma anche affrontando non
pochi problemi d'inverno per le abbondanti nevicate, problemi prontamente
risolti dagli appositi spartineve rotativi (Schneeschleudern) e dal personale
addetto, operanti spesso di notte per non intralciare l'intenso e necessario traf-
fico diurno. L'inverno vede in circolazione alcuni treni in meno rispetto all'orario estivo o che possono ave-
re percorsi ridotti. Consultate quindi sempre l'orario relativo.
Dal 1942 la ferrovia Bernina è entrata a far parte della Ferrovia Retica, ferrovia a carattere cantonale, che
gestisce praticamente tutto il traffico ferroviario del Cantone dei Grigioni, interamente a scartamento
ridotto ma con cadenzamento orario delle corse e moderni treni diretti con servizio ristorante o mini-bar a
bordo, collegando importanti centri quali Coira (Chur, la Capitale del Cantone), Arosa, Davos, Disentis
(stazione di collegamento con la trasversale alpina Furka Oberalp, ora MGB), Filisur, Ilanz, Klosters,
Landquart, Scuol, Thusis, Zernez, oltre alle già citate St. Moritz, Pontresina, Poschiavo e Tirano.
Coira è stazione di interscambio con le Ferrovie Federali Svizzere, capolinea di molti treni Intercity sia
nazionali che internazionali, in particolar modo con le citta' di Berna, Basilea, Ginevra, Lucerna, Schaffhau-
sen, S. Gallo o Zurigo.
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Può sembrare strano, per chi non ha l'abitudine, pensare che questo treno possa essere usato anche come un
"normale" servizio pubblico, ma così è per gli abitanti della Valposchiavo. Se gran parte del traffico viag-
giatori è infatti turistico, esiste anche un certo servizio locale utilissimo per la valle, specie in inverno quan-
do le condizioni dell'innevamento mettono in seria difficoltà il Passo Bernina stradale, che viene più facil-
mente chiuso in caso di pericolo a differenza della ferrovia. Quindi questo è quasi una sorta di "tram" per la
Valposchiavo (grazie alle numerose fermate) che confina appunto con Tirano. Il sottoscritto infatti lo ti-
lizza spesso anche per motivazioni "normali", come mezzo per esempio per far visita ad amici, per fare una
semplice passeggiata su sentiero o ancora compere, o altro ancora.
Come nel resto d'Europa, ormai, anche tutti i treni della Ferrovia Retica sono SOLO NON FUMATORI,
non solo negli scompartimenti ma anche nelle piattaforme e nei vestiboli delle carrozze (questo vale
ovviamente ANCHE per le carrozze scoperte estive.
Una curiosità: la Ferrovia Bernina è stata presa a riferimento,
nel 1913, per la costruzione di un'altra ferrovia, inaugurata
nel 1919, con caratteristiche tecniche similari, che si trova
all'altro capo del pianeta: la Ferrovia Hakone-Tozan nelle
vicinanze di Tokyo, alle pendici del Monte Fuji, in Giappo-
ne. Nel 1979 è stato siglato un gemellaggio ufficiale tra la
Ferrovia Retica e la Hakone-Tozan Railway. In virtù di que-
sto gemellaggio circola una Locomotiva, la numero 622, che
porta il nome Hakone scritto anche nei loro caratteri, mentre
un convoglio serie 1000 in servizio presso la ferrovia giap-
ponese per contro riporta la bandiera svizzera e le iscrizioni
della Ferrovia Retica anche in caratteri occidentali. In diver-
se stazioni da noi è poi stata collocata un'opportuna tabella in
legno serigrafata con ideogrammi che indica appunto il nome della relativa stazione anche in lingua giappo-
nese.
St. Moritz
St. Moritz è una delle località turistiche più conosciute al mondo. Chic, elegante ed esclusiva con un am-
biente cosmopolita, situata a 1856 m s.l.m. al centro del paesaggio lacustre dell'Alta Engadina. Il suo leg-
gendario clima secco e frizzante viene definito "clima champagne" e il famoso sole di St. Moritz splende
in media 322 giorni all'anno.
Grazie alla lingua romancia, alla vicinanza con l'Italia e al fatto che la maggior parte della popolazione lo-
cale è di lingua tedesca, a St. Moritz si incontrano tre culture. Originariamente, il luogo deve la sua impor-
tanza alle sorgenti termali conosciute da oltre 3'000 anni. Oltre alla sua bellissima posizione al di sopra e
accanto al lago, St. Moritz offre un mix accattivante di natura, cultura, sport, attività e tranquillità.
St. Moritz è stato luogo di nascita del turismo alpino invernale (1864) e degli sport alpini (1884), non-
ché teatro di due edizioni dei Giochi Olimpici Invernali (1928 e 1948) come pure di molti campionati del
mondo di sci e bob. La stagione estiva è un po' meno glamour, ma attira addirittura più visitatori da tutto il
mondo rispetto a quella invernale. St. Moritz garantisce tutto l’anno offerte per lo sport e per il tempo libe-
ro assolutamente fuori del comune, highlight culturali, diverse possibilità di shopping ed eventi di livello
mondiale. Inoltre offre un servizio alberghiero di prima categoria e ristoranti eccellenti. Il sole di St.
Moritz è più intenso, il "clima champagne" è più secco e la neve è più garantita che altrove. Tutti questi
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elementi costituiscono, insieme al paesaggio lacustre dell'Alta Engadina e alla cultura di valle, i presupposti
per un'offerta che è unica nel suo genere per quanto riguarda qualità e varietà: sci alpino e nordico, Cresta
Run, Bob Run, corse di cavalli sul lago ghiacciato, tornei di polo, cricket, golf e curling, trampolino olim-
pionico, festival gastronomici e musicali in inverno.
Mountain bike, pattini in linea, escursioni, windsurf,
pattinaggio sul ghiaccio, golf, tennis, vela, rappresen-
tazioni operistiche, arte e cultura, attività nel parco
nazionale in estate: il tutto raggiungibile in pochi mi-
nuti.
Il nome St. Moritz è oggi così richiesto che è stato
necessario registrarlo e proteggerlo internazional-
mente come marchio. Il marchio St. Moritz è infatti
un marchio di qualità in tutto il mondo che significa
stile, eleganza e classe.
Oggigiorno, St. Moritz conta 5'400 abitanti e durante
la stagione si aggiungono ca. 3'000 impiegati, 5'300
letti in ca. 40 hotel tradizionali nonché ca. 7'500 letti
in case di vacanza, 3'500 dei quali vengono affittati.
La metà dei letti degli hotel appartengono a strutture ricettive delle categorie 4 e 5 stelle.
Gli ospiti di St. Moritz sono affascinanti e unici nel loro mix: al 70 percento stranieri provenienti da tutto
il mondo, sportivi, attivi e dinamici. Grazie a sport e moda St. Moritz rimane fresca e giovane, malgrado le
sue tradizioni e le sorgenti termali.
Museo Segantini St. Moritz
Il Museo, inaugurato nell'anno 1908, è stato eretto dall'Architetto Nicolaus Hartmann
come una sorta di monumento commemorativo visitabile, dedicato al grande pittore che
trascorse gli ultimi anni della sua vita in Engadina. L'edificio con la maestosa cupola è
ispirato alla rotonda di quel padiglione che Giovanni Segantini aveva progettato per
ospitare il suo Panorama dell'Engadina per l'Esposizione universale di Parigi del 1900.
Il Museo Segantini è stato completamente restaurato ed ampliato tra il 1998 e il 1999
dall'Architetto Hans-Jörg Ruch.
Giovanni Segantini (1858-1899) L'artista nacque nel 1858 ad Arco (Trento), un paesino sulla sponda settentrionale del
Lago di Garda. Frequentò l'Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, in seguito visse
in Brianza e nel 1886 si trasferì in Svizzera. Dapprima si stabilì con la famiglia a Sa-
vognino. Dal 1894 visse a Maloja ed a Soglio. Nel 1899 Giovanni Segantini fu colpito
da peritonite acuta e morì all'età di 41 anni sullo Schafberg, il monte che sovrasta Pon-
tresina, dove si era recato per ultimare il dipinto La natura, parte centrale del Trittico
ispirato alle Alpi. Già in vita Segantini venne celebrato in mezza Europa non solo co-
me artista innovatore e profeta, ma anche come grande rappresentante del Simbolismo.
Le prime opere di Segantini eseguite a Milano ed in Brianza sono ancora completa-
mente collegate alla pittura tradizionale lombarda. Trasferitosi nelle Alpi svizzere con
l'atmosfera trasparente, l'artista riuscì a sviluppare una tecnica di trasposizione impregnata di luce che si
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delineò con lo sviluppo della tecnica pittorica divisionista e, pari passo, con il sempre più accentuato orien-
tamento verso il Simbolismo. Con il Trittico ispirato alle Alpi - La vita - La natura - La morte - Giovanni
Segantini alla fine del XIX secolo realizzò uno degli ultimi cicli di contenuto programmaticamente simboli-
co dell'epoca. Infatti fu progettato come ciclo monumentale per l'Esposizione universale di Parigi del 1900,
nel quale l'artista trateggiò l'immagine dell'esistenza umana in armonia con la natura. I paesaggi e le perso-
ne semplici sono inseriti nel ciclo eterno delle stagioni. Assieme a Ferdinand Hodler Giovanni Segantini
impersonò il mondo delle Alpi svizzere. La sua fama internazionale, di cui godette già in vita, come anche
il valore storico-artistico delle sue opere, sono fondati sulla singolare trasposizione sulla tela della natura
osservata molto analiticamente e, al contempo, sull'attribuzione di un contenuto profondamente simbolico.
Il pittore riuscì a raffigurare il paesaggio alpino senza far ricorso ad un illusionismo troppo accentuato, tra-
sponendolo minuziosamente in immagini allegoriche di straordinaria luminosità. Per le sue visioni alpine
Giovanni Segantini è noto come uno dei maggiori rappresentanti del Simbolismo europeo di fine secolo,
mentre il Divisionismo italiano, di cui è uno tra i principali esponenti, gli attribuisce il merito di grande in-
novatore della tecnica pittorica. La tecnica del Divisionismo - l'accostamento di sottili pennellate di colore
puro - è il suo contributo decisivo all'avanguardia dell'epoca. In ciò sta anche il segreto della luminosità dei
suoi dipinti.
Sentiero-Segantini
Passeggiando lungo il Sentiero-Segantini potrete soffermarvi davanti a sei tabelloni che vi forniranno inte-
ressanti informazioni sulla vita e l'opera del pittore. Il sentiero inizia di fronte all'Albergo Soldanella, prose-
gue al di sopra del Museo Segantini e termina in Via Somplaz, nei pressi della zona residenziale Suvretta.
Ristorante al Cenacolo Chiavenna
Il Ristorante Al Cenacolo è un ambiente rustico ed elegante, dall'atmosfera fa-
miliare e gradevole, dotato anche di una bella terrazza estiva sul fiume Mera.
La cucina è tipica valtellinese, con piatti rispettosi della tradizione locale con
qualche tocco creativo e legati alle materie prime di stagione.
Il Ristorante Al Cenacolo, situato a Chiavenna in provincia di Sondrio, dispone
inoltre di una cantina vini molto buona, con selezione curata delle migliori eti-
chette locali e nazionali. Complessivamente offre la disponibilità di 60 coperti.
Ristorante Al Cenacolo, già "Antica Trattoria Fagetti" fra le più storiche di
Chiavenna, ristrutturato nel 1977 dagli architetti Franco Favaron e Mario Bona-
cina è attualmente gestito da Silvano Scinetti.
Da locale alla moda è diventato un classico della ristorazione in Valchiavenna.
Al Cenacolo è possibile degustare il menù tipico con variazione stagionale.
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Collegiata dei Santi Gervasio e Protasio – Sondrio
La Collegiata dei Santi Gervasio e Protasio venne edificata nel XII secolo ed è una
delle più antiche della Valtellina. Accanto al complesso della Collegiata si trovano
il camposanto e la torre campanaria. Numerosi rifacimenti e aggiunte hanno modi-
ficato il progetto originale, che ora si presenta semplice e di gusto rinascimentale,
anche se i progetti sono successivi. All'interno sono conservate diverse opere
dell'artista valtellinese Pietro Ligari, autore anche di uno dei progetti di amplia-
mento, mai realizzato, in quanto troppo oneroso. All'ingresso della Collegiata è
collocata l'urna che contiene le reliquie dell'arciprete Nicolò Rusca (1563-1618)
martirizzato a Thusis (Svizzera) e per il quale è in corso il processo di beatifica-
zione. Alle spalle dell'altare maggiore si trova un pregevole coro ligneo del XVIII
secolo con motivi raffiguranti scene dell'Antico Testamento. La navata centrale
conserva sei altari progettati da Pietro Ligari, realizzati con marmi policromi pre-
giati e decorati con materiali vari.
Le cantine Negri
La Nino Negri rappresenta oggi la realtà vitinicola Valtellinese che meglio coincilia tradizione e tecnologia.
Per Ottenere grandi risulatati è neccessario lavorare sempre con il
massimo impegno ed investire continuamente in cantina e nei vigne-
ti.
Oggi la cantina conta 1500 barriques nuove di rovere francese e
americano e ha completato la sostituzione delle grandi vecchie botti
con più di 100 botti di dimensione diverse ma più piccole per per-
mettere una maggiore selezione delle masse.
La stessa cosa vale per le nuove vasche d'acciaio e per i vinificatori
più moderni che ci permettono di implementare nuovi sistemi di vi-
nificazione. Sono stati reimpianatati 11 dei 34 ettari di proprietà con
nuove selezioni clonali di nebbiolo e nuovi sistemi di impianto a giro poggio.
Agriturismo Fracia
Il ristorante sorge in mezzo ai vigneti in una zona particolarmente bella
della Valtellina: Teglio. Un'oasi di gusto e della tradizione messa a di-
sposizione degli amanti del buon mangiare e del buon bere. Qui potete
trovare la classica cucina tipica Valtellinese, ma anche ricette ormai
dimenticate che vi faranno rivivere i sapori di un tempo. Naturalmente
accompagnati dai prestigiosi rossi della pluridecorata Casa Vinicola
Negri.
Grazie a Rita ed Emilio