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Programmazione della produzione IV lezione n. 1

Programmazione della produzione

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Programmazione della produzione

IV lezione n. 1

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Specie rifiorenti.

• Anche nelle specie a fioritura continua o rifiorenti (garofano, rosa, gerbera, ecc.) l'epoca di impianto risulta fondamentale nel determinare la quota di produzione che andrà a distribuirsi nei diversi mesi invernale (che sono poi quelli in cui si accresce il valore della produzione).

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Nella rosa :

• I'epoca di potatura, la riserva di gemme (numero /sper0nepianta) e con condizionamento terico della serra.

• Anche nella gerbera sono i livelli termici che vengono mantenuti in serra ad influenzare i ritmi di fioritura.

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Specie sensibili al fotoperiodo.

Nelle specie che reagiscono in manieraaccentuata alle variazioni fotoperiodiche le possibilità di programmare I'epoca di fioritura aumentano attraverso I'impiego degli impianti di illuminazione artificiale edi oscuramento. Si tratta soprattutto delle specie a fotoperiodo breve come ilcrisantemo, la poinsettia (o stella di Natale), la Cattteya spp. ed Euphorbia fulgens.

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crisantemo

Nel crisantemo è possibile realizzare una produzione continua di fiori recisi o di

piante fiorite mediante impianti scalari ad intervalli settimanali opportunamente

guidati attraverso la modificazione del fotoperiodo.

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Orchidea CattleyaAnche nel caso della Cattleya si avverte la necessità di una programmazione della fioritura per epoche fisse. ln queste piante l'induzione fiorale si realizza con giorno corto: 16 ore di buio ed 8 ore di luce. Le varietà che fioriscono naturalmente in febbraio se vengono poste in condizioni di giorno corto (oscuramento dalle 16 alle8) dal 15 settembre al 30 ottobre, fioriscono a fine dicembre.

Le cultivar che fioriscono a novembre possono essere ritardate nella fioritura (Natale) allungando il giorno a 16 ore dal primo luglio al 20 settembre con lampade ad incandescenzaper 40-60 W/ m2.se la fioritura deve essere ulteriormente ritardata il regime giorno lungo viene ancora prolungato.

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Fenomeni fisiologici alla base della fioritura

• 1) formazione dei primordi fiorali;• 2) sviluppo della gemma;• 3) sviluppo e maturazione delle parti del fiore

(sepali, petali, pistillo, stami, nettario,ecc.);• 4) sviluppo del sacco embrionale con i suoi nuclei

(cellula uovo, sinergici, cellule antipodali, cellula polare);

• 5)sviluppo dei granuli di polline nelle antere;• 6) antesi.

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La formazione dei primordi fiorali èI‘ evento più importantenel ciclo vitale dellapianta perché in essoavviene il passaggio daun tipo di crescita esviluppo vegetativo aiprocessi riproduttivi.

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Prima che si formino i

primordi fiorali la pianta

deve completare un

periodo di crescita

vegetativa oppure

raggiungere un numero

minimo di foglie.

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• Quando si raggiunge questa condizione si dice

che la pianta è matura per fiorire

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Le condizioni ambientali

L’aver raggiunto la maturità a fiorire non conduce automaticamente all'induzione a formare primordi fiorali.

Sono necessarie alcune condizioni ambientali; se una pianta che non è matura per fiorire viene posta in condizioni ambientali che inducono la fioritura, la fioritura non avviene.

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luce e temperatura

• Fra le condizioni ambientali sono molto importanti luce e temperatura.

• ln alcuni casi particolari sono fondamentali valori sia di luce che di temperatura, ma più spesso è necessario un determinato rapporto fra queste due caratteristiche ambientali.

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Un effetto molto importante della temperatura è legato alla vernalizzazione'. alcune

piante per essere indotte a fiorire devono subire un periodo più o meno lungo di basse

temperature.

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Nel 1957 Lang trovo che il fabbisogno di basse temperature in alcune piante longidiurnepuo essere soddisfatto trattando il meristema apicale con gibberelline (GA). L'effetto di GA sembra diverso dallo stimolo alla fioritura, ma in qualche modo prende parte alla formazione o attivazione dello stimolo alla fioritura. Tali studi hanno trovato applicazionepratica per cui sono numerose le specie ornamentali che vengono trattate con GA perstimolare la fioritura.

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Fotoperiodo

L'importanza fondamentale della durata del giorno sull'induzione fiorale fu messa in luce

già nel periodo 1915-1920 da Garner e Allard.

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i dati sulla lunghezza del giorno in rapporto alla latitudine sono utili per interpretare la fioritura di piante che crescono in località diverse. Ad esempio all'equatore i giorni e le notti sono lunghi circa12 ore per tutto l'anno. Molte piante tropicali fioriscono tutto l'anno purché sia disponibile un adeguato rifornimento di acqua e le temperature siano favorevoli. Man mano che si sale verso nord, muovendo dall'equatore, la fioritura è stagionale e limitata solo ad alcuni periodi dell'anno.

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Come è noto la risposta al fotoperiodo può essere differenziata fra le specie. Si suole suddividere le piante in base all'entità della risposta in specie a risposta fotoperiodica obbligata o qualitativa e specie a risposta facoltativa o quantitativa.

Nelle prime I‘ induzione a fiore avviene solo se si raggiungono specifiche condizioni di durata del giorno, nelle altre le condizioni induttive determinanoinvece un'accelerazione del processo di fioritura o un aumento del numero di fiori prodotti per pianta.

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Le specie vengono poi suddivise in brevidiurne o a giorno corto (simbolo SD dall'inglese short day) ed in longidiurne o a giorno lungo (simbolo LD dall'inglese longday): le prime fioriscono se le ore di luce scendono al disotto di un valore soglia; le seconde se le ore di luce superano un determinato valore soglia.

Tutti questi gruppi sono presenti nell'ampio panorama biologico della floricoltura.

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Specie a giorno breve qualitativo:

• Begonia spp.• Dendranthema x morifolium (cv. termozero;

termopositive; termonegative)• Kalanchoe blossfeldiana• Cattleya spp.; Phalaenopsis spp.; Euphorbia

pulcherrima; Viola odorata

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