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SPECIALE TRENTENNALE TRIBUNALE PER I DIRITTI DEL MALATO di CITTADINANZATTIVA: PREMIO ANDREA ALESINI 2010 “Buone pratiche per l'umanizzazione delle cure” Selezione di progetti relativi al miglioramento delle offerte dei pronto soccorso per i cittadini migranti Per maggiori informazioni sul proemio, e per consultare la banca dati: http://www.cittadinanzattiva.it/progetti-salute/buone-pratiche-salute/premio-alesini- 2010.html Gennaio 2011

Pronto soccorso e cittadini migranti: le buone pratiche

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Un estratto dalla banca dati delle buone pratiche in umanizzazione di Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato, dal "Premio Abdrea Alesini 2010"

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Page 1: Pronto soccorso e cittadini migranti: le buone pratiche

SPECIALE TRENTENNALE TRIBUNALE PER I DIRITTI DEL MALATO di CITTADINANZATTIVA:

PREMIO ANDREA ALESINI 2010“Buone pratiche per l'umanizzazione delle cure”

Selezione di progetti relativi al miglioramento delle offerte dei pronto soccorso per i cittadini migranti

Per maggiori informazioni sul proemio, e per consultare la banca dati: http://www.cittadinanzattiva.it/progetti-salute/buone-pratiche-salute/premio-alesini-

2010.html

Gennaio 2011

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NUMERO IDENTIFICATIVO: 106

Nome del servizio: Fondazione PTV - Policlinico Tor Vergata - UOC Direzione Infermieristica e delle Professioni Sanitarie

Indirizzo*: viale oxford 81 CittÀ: roma

Cap: 00133 Regione*: Lazio Provincia: Roma

Telefono*: 06 / 20908153 Cellulare: 3299023460

Tipologia di azienda: Policlinico Universitario

Tipologia di struttura: Ospedale

Responsabile del progetto: maddalena galizio

Cellulare: 3299023460

Titolo del progetto in atto: Comunic-A-zione, attraverso la Pittografia

Data di inizio 1 Gennaio 2010 Concluso

In corso: Si Fine prevista:

Coinvolgimento di Cittadinanzattiva: No

In che modo:

Area trattata: Presa in carico

Descrizione sintetica del progetto: La “Mission” del Pronto Soccorso è garantire risposte ed interventi tempestivi, adeguati ai pazienti giunti in ospedale, siano essi autoctoni siano essi appartenenti ad altra cultura. Non parlare la stessa lingua costituisce, infatti, un ostacolo nel rapporto tra il paziente e gli operatori sanitari. Gli accessi di persone di cultura altra al Policlinico Tor Vergata sono numerosi, pertanto gli operatori hanno dato vita ad un gruppo di lavoro denominato Pittografia che ha prodotto un progetto che si ispira ai concetti della pittografia e della comunicazione transculturale. La Pittografia è una forma primitiva di scrittura utilizzata da molte civiltà antiche consistente nel rappresentare graficamente oggetti o anche concetti, situazioni o fatti, assunti con valore semantico ora aderente ed immediato, ora simbolico e astratto. Differentemente dai geroglifici, nessuno dei disegni ha valore puramente fonetico, quindi il significato può essere inteso anche da individui che parlano lingue diverse e che siano incapaci di comunicare oralmente fra loro. La Comunicazione transculturale è un’interazione nella quale le competenze comunicative di due persone entrano in gioco in una relazione tra sfondi culturali differenti. Ogni persona, per le proprie caratteristiche fisiologiche, per le influenze culturali, per le esperienze e le relazioni che caratterizzano la sua biografia costruisce un proprio particolare punto di vista sul mondo, che non può mai essere esattamente corrispondente a quello di qualcun altro. La condivisione di un contesto culturale ed esperienziale facilita la comprensione reciproca, ma non annulla la diversità di prospettive. Il progetto ha elaborato un manuale multilingue che sposa la parola scritta e l’immagine, con la testimonianza della transculturalità. Il manuale è un dispositivo semplice in venti lingue, corredato da una scheda di immagini colorate e esplicative, ideato dal gruppo e destinato agli operatori sanitari del dipartimento emergenza-urgenza, per facilitare la comunicazione e per aiutarli a gestire le difficoltà che incontrano quando devono raccogliere informazioni da pazienti stranieri e dai loro familiari. Le domande, le risposte e le loro rappresentazioni saranno presentate al paziente così che possa esprimere con più facilità il suo stato di salute fisico e psichico e fornire informazioni utili riguardo i sintomi del suo malessere o, in caso di infortunio, sui sintomi e sulle modalità dell’accaduto. Descrizione dell’intervento realizzato, metodo utilizzato, risorse umane e strutturali interne: E’ stata fatta una ricerca sulle buone pratiche presenti nella comunicazione interculturale, considerando sia realtà nazionali che estere. Dall’esame di queste è stato scelto, utilizzando il criterio della fattibilità e dell’economicità, il modello che prevede la costruzione di uno strumento multilingue. Nel 2010 è stato attivato uno studio pilota in corso di sperimentazione. Il manuale si propone di agevolare i processi comunicativi creati dalle barriere linguistiche, con l’ambizione di diventare uno strumento efficace e di rapida consultazione.a disposizione degli operatori sanitari E’costituito da domande di uso comune del colloquio operatore-utente tradotte nelle varie lingue delle popolazioni straniere afferenti al Policlinico Tor Vergata di Roma. La prima parte è scritta in lingua italiana con domande numerate e tradotte nelle varie lingue. Individuata la domanda da porre al paziente si dovrà, poi, scorrere le pagine sino alla lingua compresa dal paziente, ed indicargli la domanda corrispondente alla stessa riga della pagina in italiano. Inoltre, per migliorare il processo comunicativo con una tipologia di utenza più “fragile” come bambini, anziani, persone non scolarizzate, è stata inserita una sezione di disegni/immagini di rapida consultazione/interpretazione dette “immagini pittografiche”. Per incontrare l’altra cultura nel rispetto dei

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valori sociali e religiosi sarà coinvolta la rete cittadina dei mediatori culturali, al fine di evitare parole e immagini che possano rivelarsi incongruenti o lesivi della dignità della persona. Gli obbiettivi del progetto, attraverso la realizzazione del manuale sono: agevolare l’accesso e la fruibilità dei servizi socio-sanitari facilitare la comunicazione operatore utente offrire una maggiore sicurezza al paziente facilitare l’individuazione del bisogno assistenziale facilitare gli operatori nella individuazione dell’iter diagnostico/terapeutico. Il manuale è attualmente in sperimentazione.

Descrizione sintetica del progetto:

Risultati raggiunti: Gruppo di lavoro multiprofessionale Manuale multilingue, corredato di icone pittografiche

È stato utilizzato un metodo per la misurazione dei risultati ottenuti?: Si - Il manuale è in sperimentazione da un mese ed è prevista una valutazione intermedia tra due mesi. Ogni volta che viene utilizzato si compila una griglia di valutazione che riporta : L’efficacia della comunicazione La comprensione delle domande La congruità delle risposte alle domande La necessità di modificare alcune domande e alcune risposte La necessità di implementare sia le domande che le risposte La facilità di utilizzo da parte degli operatori Il gradimento dello strumento da parte della persona assistita e o famigliari Il coinvolgimento di professionisti afferenti ai diversi servizi ha consentito la costruzione del manuale strumento di comunicazione sociale efficaci e soprattutto condivisi (ciò significa che saranno distribuiti all’interno dell’Area Emergenza); il personale dell’Area interessata ha manifestato interesse ed entusiasmo per l’iniziativa, affermando che va a colmare dei gap informativi che già erano percepiti. Si prevede una valutazione a breve termine, al fine di porre eventuali migliorie.

Il progetto è stato realizzato anche in altre strutture? No -

Durata del progetto (in mesi): 18 mesi

Costi complessivi del progetto :

Note:

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NUMERO IDENTIFICATIVO: 111

Nome del servizio: Fondazione PTV - Policlinico Tor Vergata - UOC Direzione Infermieristica e delle Professioni Sanitarie

Indirizzo*: viale oxford 81 CittÀ: roma

Cap: 00133 Regione*: Lazio Provincia: Roma

Telefono*: 06 / 20908153 Cellulare: 3299023460

Tipologia di azienda: Policlinico Universitario

Tipologia di struttura: Ospedale

Responsabile del progetto: maddalena galizio

Cellulare: 3299023460

Titolo del progetto in atto: Progetto Nur: Il Counselor Interculturale nel Dipartimento di Emergenza

Data di inizio Gennaio 2010 Concluso

In corso: Si Fine prevista:

Coinvolgimento di Cittadinanzattiva: No

In che modo:

Area trattata: Presa in carico Relazione

Descrizione sintetica del progetto: La “Mission” del Pronto Soccorso è garantire risposte ed interventi tempestivi, adeguati ai pazienti giunti in ospedale, siano essi autoctoni siano essi appartenenti ad altra cultura. Gli obiettivi dei curanti sono: ? acquisire le capacità di ridurre lo stato di ansia dei pazienti e dei loro famigliari ? fornire adeguate informazioni sanitarie (una buona comunicazione) ai pazienti stessi e ai familiari ? inibire le reazioni impulsive, applicando la regola di “agire” piuttosto che “reagire”. Nel caso di paziente di Cultura Altra e del suo Sistema Famiglia, questi obiettivi risultano fondamentali per una relazione efficace. E’ necessario avere competenza relazionale e comunicativa per una presa in carico efficace che comporta la considerazione della comunicazione non verbale come strumento dell’assesment clinico e per prevenire e o contenere una situazione relazionale conflittuale. Considerata la complessità del sistema comunicativo con i pazienti di cultura Altra, il Policlinico Tor Vergata ritiene di fondamentale importanza la presenza di un Counselor Interculturale all’interno del Pronto Soccorso. Il Counseling Interculturale è una professione che si rivolge a persone (individui, gruppi, famiglie, comunità) appartenenti a gruppi minoritari con l'obiettivo di favorirne l'inserimento, la sistemazione, l’adattamento e l'integrazione, di migliorarne la salute mentale e di dare supporto nell'affrontare le crisi di transizione culturale tipiche dei processi migratori. (Cecilia Edelstein, 2004) La funzione del Counselor Interculturale si inserisce come interfaccia tra operatore e paziente e tratteggia il profilo dei due gruppi: la comunità di appartenenza del paziente e la società di accoglienza dell’operatore sanitario. Il Counselor Interculturale deve rispondere alle aspettative ed alle esigenze di comunicazione dell’operatore; e deve inoltre, domandare, accogliere e re-interpretare la diversità del paziente straniero. Descrizione dell’intervento realizzato, metodo utilizzato, risorse umane e strutturali interne Accettazione e triage del paziente straniero. L’Infermiere, dopo un’attenta presa in carica: in Triage in Pronto soccorso in O.B.I. in Medicina di Urgenza in Terapia Intensiva Generale in Terapia Intensiva H1N1 individua una problematica relazionale legata alla cultura di appartenenza del paziente. Il Medico, dopo un’attenta valutazione: in Pronto Soccorso in O.B.I. in Medicina di Urgenza in Terapia Intensiva Generale in Terapia Intensiva H1N1 individua una problematica relazionale legata alla cultura di appartenenza del paziente. L’Infermiere e/o il Medico contattano il Coordinatore Infermieristico delle attività cliniche (coordinatore clinico) dell’Area Urgenza ed Emergenza Il Coordinatore Clinico valuta la richiesta avanzata dall’Infermiere e/o medico Il Coordinatore Clinico attiva la figura del Counselor Interculturale Intervento del Counselor Interculturale: per il paziente di Cultura Altra e il suo Sistema Famiglia, dove necessario, saranno attivati interventi di Counseling Interculturale utilizzando tra le diverse tecniche anche quella della Narrazione riferita alle tappe del processo migratorio. Percorrere e ri-percorrere le tappe del processo migratorio puà far emergere eventuali problematiche sociali, celate da domande di tipo sanitario, con una particolare attenzione alla violenza domestica di genere, qualora venisse individuata. Per questo tipo di intervento è necessario l’uso di un luogo protetto, dove poter ricreare un’atmosfera naturale ed stato individuato nella stanza colloqui dell’area accettazione del P.S. Il Counselor Interculturale redige una cartella con i dati e una descrizione della problematica individuata e la condivide con il Coordinatore Clinico e con la figura professionale, che per prima, ha richiesto l’intervento. Qualora la valutazione della situazione lo richieda, vengono attivate altre figure professionali come le Assistenti sociali e la Psicologa.

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Descrizione sintetica del progetto:

Risultati raggiunti: Il risultato raggiunto è parziale, essendo il progetto in svolgimento. Le finalità del progetto sono state acquisite sia per formazione, sia per sensibilità personale che gli operatori hanno mostrato verso la presa in carico del paziente di cultura altra, come qualcuno “altro da se”(Levinas) Partendo da una situazione di conoscenze e competenze transculturali proprie del personale infermieristico, le chiamate di consulenza, verso il counselor interculturale sono state numerose e documentate, attraverso una specifica cartella di consulenza interculturale. Le richieste del personale infermieristico, legate non alla prima presa in carico dove il personale è qualificato e competente, sono rivolte a comprendere la “posizione” del paziente all’interno del suo sistema familiare, dove eventualmente individuare la figura di un caregiver, ma anche a comprendere il processo migratorio che il paziente ha in atto o una sua eventuale interruzione, e che lo porta ad accedere al pronto soccorso in maniera funzionale o disfunzionale. L’obiettivo ambizioso è la decodificazione in maniera olistica del bisogno di salute.

È stato utilizzato un metodo per la misurazione dei risultati ottenuti?: No -

Il progetto è stato realizzato anche in altre strutture? No -

Durata del progetto (in mesi): 18 mesi

Costi complessivi del progetto :

Note:

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NUMERO IDENTIFICATIVO: 130

Nome del servizio: ASL di Mantova - URP e Comunicazione Aziendale

Indirizzo*: Via dei Toscani 1 CittÀ: Mantova

Cap: 46100 Regione*: Lombardia Provincia: Mantova

Telefono*: 0376 / 334273 Cellulare: 3357729490

Tipologia di azienda: ASL

Tipologia di struttura: Ufficio in staff alla Direzione Generale

Responsabile del progetto: Anna Ghizzoni

Cellulare: 3407729490

Titolo del progetto in atto: Interpretariato Telefonico Multilingue: dalla sperimentazione ASL di Mantova all’attivazione della rete sociosanitaria provinciale.

Data di inizio 1 Gennaio 2008 Concluso

In corso: Si Fine prevista: 31 Dicembre 2011

Coinvolgimento di Cittadinanzattiva: Si

In che modo: Utilizzo del servizio e collaborazione alla promozione del medesimo alla rete territoriale dei servizi sociosanitari, nonché all’utenza.

Area trattata: Presa in carico Relazione Trasparenza

Descrizione sintetica del progetto: I consultori Familiari dell’ASL di Mantova rappresentano un servizio territoriale consolidato per la tutela della salute dei cittadini e, soprattutto, delle cittadine. Nell’ultimo decennio una considerevole quota di utenza che accede ai servizi dell’ASL di Mantova proviene da altri paesi, europei ed extraeuropei. La necessità di adeguare l’offerta affinchè le barriere linguistiche e culturali non ostacolino l’accesso e l’erogazione dei servizi ha condotto l’ASL di Mantova ad avviare nel 2008 un servizio di interpretariato telefonico multilingue. Inizialmente, in via sperimentale, è stato attivato in due Consultori, individuati per il maggiore afflusso di utenza straniera, in un ambulatorio di Continuità Assistenziale e in quello per i viaggiatori internazionali. Successivamente, dal novembre 2008 all’agosto 2010, il servizio è stato attivato in tutte le sedi dei Distretti dell’ASL, privilegiando il consultorio quale servizio sociosanitario a maggior afflusso da parte di donne straniere bisognose di accoglienza e assistenza sanitaria, soprattutto in riferimento allo stato di gravidanza e maternità. Altro aspetto di tutela ed informazione al cittadino è quello relativo alla comprensione del “Consenso Informato” per qualsiasi atto sanitario che viene proposto. Il servizio di interpretariato viene erogato da traduttori madre lingua, quindi vi è la massima garanzia di conoscenza linguistica, ma anche di traduzione “culturale” di termini e metodiche di tipo sanitario. Durante la conversazione registrata i dati dell’utente non vengono mai dichiarati nel rispetto della privacy. Per l’attivazione di questo servizio si è fatto riferimento alle indicazioni previste dalla normativa che regola gli standard della JCI ed in particolare al processo aziendale “L’Azienda Sanitaria Locale assicura che i propri assistiti accedano ai servizi sanitari e socio sanitari offerti nel proprio territorio in modo che barriere fisiche, linguistiche e culturali non ostacolino l’accesso e l’erogazione dei servizi.” Visti i buoni risultati ottenuti e la buona risposta da parte degli operatori e dei loro utenti, non solo si vuole ampliare l’opportunità dell’ all’interpretariato ai servizi dell’ASL con maggiore utenza straniera (ambulatori di igiene pubblica, sportello gestione assistiti, sportelli Informativi distrettuali, ecc.), ma si intende allargare l’orientamento alla rete territoriale sociosanitaria della provincia. Sono, infatti, già in corso i primi contatti con i Medici e i Pediatri di Famiglia, ma è previsto un progressivo coinvolgimento delle Farmacie, dei Servizi di Segretariato Sociale dei Comuni, degli Uffici di Piano di Zona e delle Associazioni di Volontariato.

Descrizione sintetica del progetto:

Risultati raggiunti: In questi anni di utilizzo, il servizio è stato apprezzato dagli operatori per l’efficacia dello strumento, e dai cittadini l’utilità e facilitazione che ne hanno ricavato. La soddisfazione è stata espressa soprattutto dalla popolazione femminile, la quale non ha dovuto ricorrere all’aiuto di un conoscente o parente che fungesse da mediatore nella comunicazione con l’operatore sanitario. E’ stato soprattutto è stato apprezzato il rispetto della privacy e anonimato del traduttore che garantiva la corretta comunicazione tra il servizio e l’utente.

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È stato utilizzato un metodo per la misurazione dei risultati ottenuti?: Si - Dal 2010 è attivo un sistema di registrazione delle chiamate, in grado di monitorare la data, la durata e la lingua straniera utilizzata nell’ambito della telefonata.

Il progetto è stato realizzato anche in altre strutture? Si - Come già anticipato, attualmente il progetto è attuato in ambito ASL, ma è in corso la programmazione per allargare l’attivazione del servizio presso la rete territoriale dei servizi sociosanitari.

Durata del progetto (in mesi): 48

Costi complessivi del progetto : € 5.000 (cinquemila/00) / anno

Note: Il ruolo degli Enti di tutela del Cittadino, tra cui Cittadinanza Attiva, sarà determinante affinchè l’opportunità divenga modello d’approccio consolidato e sistematico.

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NUMERO IDENTIFICATIVO: 25

Nome del servizio: DIREZIONE MEDICA DEI PRESIDI OSPEDALIERI AZIENDA ULSS 13 REGIONE VENETO

Indirizzo*: VIA MAIRIUTTO 76 CittÀ: MIRANO

Cap: 30035 Regione*: Veneto Provincia: Venezia

Telefono*: 041 / 5133264 Cellulare:

Tipologia di azienda: ASL

Tipologia di struttura: Ospedale

Responsabile del progetto: DR.SSA DONATELLA NOVENTA

Cellulare: 3357847280

Titolo del progetto in atto: attivazione di un servizio di pronto soccorso telefonico multiligue per utenti stranieri

Data di inizio 1 Luglio 2009 Concluso 1 Luglio 2010

In corso: Si Fine prevista: 1 Luglio 2011

Coinvolgimento di Cittadinanzattiva: No

In che modo:

Area trattata: Relazione

Descrizione sintetica del progetto: Descrizione sintetica del progetto* (All´interno di questa sezione dovranno essere presenti le seguenti informazioni: criticità che si intendeva risolvere, descrizione dell´intervento realizzato, metodo utilizzato, strutture e risorse umane interne ed esterne coinvolte, schema del processo organizzativo sottostante la realizzazione del progetto ed eventuali normative di riferimento utilizzate per la predisposizione e/o l´attuazione del progetto. Max caratteri CRITICITA’ 1. Le organizzazioni sanitarie hanno la necessità di individuare ed utilizzare strumenti operativi che favoriscano la corretta comunicazione con i cittadini stranieri al fine di evitare incomprensioni e malintesi, nei trattamenti diagnostici e terapeutici ; 2. Gli operatori sanitari sono sollecitati a comprendere e rispettare la diversa percezione di salute e malattia espressa da utenti stranieri; 3. Vanno eliminate le barriere linguistiche e culturali per assicurare a tutti gli assistiti il libero accesso ai servizi socio-sanitari; 4. deve essere assicurata una relazione comunicativa efficace che consenta agli utenti stranieri di ricevere cure personalizzate ed orientate alle loro esigenze; DESCRIZIONE DELL’INTERVENTO REALIZZATO E DEL METODO UTILIZZATO Mediante procedura di evidenza pubblica è stato possibile acquisire un servizio di “pronto soccorso” telefonico multilingue, specializzato in mediazione linguistica e culturale il quale, tramite un call center dove operano mediatori di madrelingua, fornisce assistenza informativa “attiva” durante l’arco delle 24 ore; il servizio prevede l’utilizzo delle normali funzioni telefoniche (tastiera numerica e “viva voce”) che consentono di selezionare la lingua necessaria alla conversazione; il professionista viene posto in collegamento con un operatore madrelingua di un call center che traduce in simultanea quanto proferito dall’assistito; si attiva così una conversazione a “3” (operatore-mediatore-paziente) che consente, in ogni momento della giornata, uno scambio informativo corretto ed esauriente per l’iter clinico del paziente; Il servizio prevede la registrazione e la verbalizzazione del contenuto della telefonata (a cura del mediatore selezionato) al fine di evitare contenziosi legati all’attività di interpretariato telefonico; è possibile ottenere la traduzione simultanea di oltre 22 lingue. STRUTTURE E RISORSE UMANE COINVOLTE (ESTERNE) La Società a cui è stato affidato il servizio rende possibile l’accesso al servizio mediante l’attivazione di un numero verde gratuito e le chiamate di emergenza (attivando una specifica funzione) qualora il numero verde non sia immediatamente disponibile o le condizioni cliniche del paziente straniero non consentano differimenti o perdite di tempo prezioso per l’intervento assistenziale. (INTERNE) Possono accedere al servizio tutti gli operatori sanitari ed amministrativi dei servizi di ricovero , ambulatoriali, diagnostici , dei presidi ospedalieri e delle strutture territoriali , nonché gli uffici amministrativi aziendali di “Front Office” (Centro Unico di Prenotazione, Ufficio, Relazioni con il Pubblico, uffici accettazione dei Distretti Socio-Sanitari ecc) SCHEMA DEL PROCESSO ORGANIZZATIVO (si invia il relativo flow-chart via mail secondo le indicazioni fornite nel Regolamento)

Descrizione sintetica del progetto:

Risultati raggiunti: Il progetto è partito nel mese di luglio 2010 e prevede una sperimentazione di 12

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mesi.

È stato utilizzato un metodo per la misurazione dei risultati ottenuti?: Si - 1. monitoraggio periodico della frequenza nell’ utilizzo ed accesso al servizio di pronto soccorso telefonico multilingue da parte degli operatori delle strutture sanitarie, socio-sanitarie ed amministrative aziendale nel periodo luglio 2010- luglio 2011, mediante la richiesta di reports trimestrali alla Società incaricata del servizio; è considerato auspicabile un numero medio di 15-20 accessi mensili al servizio telefonico; 2. analisi dei dati e delle segnalazioni di Reclami (mediante acquisizione dei reports periodici del’U.R.P. aziendale); 3. analisi delle tipologie di Segnalazione di Eventi Avversi, Contenziosi Medico Legali (flussi già codificati in Azienda) mediante la valutazione del documento aziendale “Monitoraggio del Rischio Clinico Aziendale” relativo al primo semestre 2010 (in cui il servizio telefonico non era attivato) con quello relativo al secondo semestre 2010 e successivi (in cui il servizio è stato attivato in via sperimentale)

Il progetto è stato realizzato anche in altre strutture? Si - Presso tutte le strutture sanitarie, socio-sanitarie ed amministrative aziendali che operano a contatto diretto con l’utenza (anche ai servizi esternalizzati (come ad esempio il Centro Unico di Prenotazione)

Durata del progetto (in mesi): 12 mesi

Costi complessivi del progetto : 7500 euro

Note: Saranno inviati via mail i seguenti allegati che costituiscono parte integrante del progetto: • l’algoritmo di processo relativo alle modalità di funzionamento del servizio di “Pronto Soccorso Telefonico Multilingue”; • la scheda aziendale del progetto, estratta dal Piano Aziendale per la Gestione Integrata del Rischio Clinico – anno 2010; • la guida rapida predisposta per gli operatori per consentire un utilizzo facile ed immediato del servizio; • una locandina multilingue rivolta agli utenti stranieri per informarli del servizio, la quale è stata allocata nei punti principali di accesso agli utenti; • la Rassegna Stampa relativa alla diffusione e conoscenza dell’attivazione del servizio alla popolazione residente nei Comuni del bacino di utenza dell’Azienda Ulss n. 13 (di Dolo, Mirano e Noale ) in Provincia di Venezia.

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NUMERO IDENTIFICATIVO: 31

Nome del servizio: Servizio Infermieristico PO Madonna del Soccorso

Indirizzo*: Via Luciano Manara 7 CittÀ: San Benedetto del Tronto

Cap: 63039 Regione*: Marche Provincia: Ascoli Piceno

Telefono*: 0735 / 793506 Cellulare: 3337344048

Tipologia di azienda: ASL

Tipologia di struttura: Ospedale

Responsabile del progetto: Romani Nicolino

Cellulare: 3337344048

Titolo del progetto in atto: Progetto di Integrazione con Realtà Multietniche (Scheda di Accettazione Ricovero e Dimissione)

Data di inizio 8 Maggio 2005 Concluso 30 Dicembre 2005

In corso: No Fine prevista:

Coinvolgimento di Cittadinanzattiva: No

In che modo:

Area trattata: Comfort e processi organizzativi Presa in carico Relazione

Descrizione sintetica del progetto: In seguito al convengo organizzato dal Collegio IPASVI della Provincia di Ascoli Piceno sui vari processi di Integrazione Multi Etnica, nella realtà Infermieristica delle Unita Operative di Pronto Soccorso e Medicina D’Urgenza si sono identificate delle problematiche legate all’accettazione (nella fase del triage infermieristico) , visita medica di pronto soccorso , ricovero nel reparto di medicina D’urgenza ed infine nella fase di dimissione identificando la non presenza di punti di riferimento legati alle prestazioni sanitarie ospedaliere e territoriali dell’utenza immigrata. Le problematiche identificate sono state: < Difficoltà nell’interpretazione della lingua; < Difficoltà nell’identificazione dei bisogni dell’utente straniero (abitudini di vita legate alla cultura, alla religione ecc.); < Difficoltà dopo la dimissione dalla visita medica o dall’UO per dare dei punti di riferimento sui servizi territoriali e di orientamento sanitario. E’ venuta l’idea di realizzare un documento semplice di integrazione con i soggetti extracomunitari più rappresentativi presenti nella realtà della Regione Marche specificatamente nella Zona Territoriale n. 12 di San Benedetto del Tronto che confina Geograficamente con la Regione Abruzzo, questo documento cartaceo intende soprattutto semplificare le difficoltà della lingua nella interpretazione dei problemi sanitari dell’utenza immigrata sia essa regolare che non regolare .Il progetto ha come scopo finale il rendere più fluida l’accettazione della persona che ha difficoltà nell’espressione della propria lingua nella fase di Triage Infermieristico, nella Visita di Pronto Soccorso fino al ricovero Ospedaliero e alla Dimissione dando dei punti di riferimento a quello che offre il Sistema Sanitario Regionale al Cittadino Extra Comunitario Regolare e Non ( es. attraverso l’STP).

Descrizione sintetica del progetto:

Risultati raggiunti: Sono state identificate le lingue più rappresentative del nostro territorio attraverso l’ausilio di alcune associazioni di volontariato, attraverso dei lavori di gruppo è stata realizzata la scheda in Italiano ed infine dalla base della scheda in italiano sono state eseguite le traduzioni nelle lingue più rappresentative.

È stato utilizzato un metodo per la misurazione dei risultati ottenuti?: Si - Il metodo utilizzato per capire se questa scheda poteva essere utile alla popolazione immigrata che aveva difficoltà nell’orientamento nei servizi socio sanitari del nostro territorio è stato quello di realizzare una Job Satisfation per gli operatori sanitari che utilizzavano lo strumento sia medici che infermieri e i dati identificati sono stati confortanti in elevata percentuale degli intervistati ritiene lo strumento semplice ed utile nell’interpretazione delle problematiche dell’utenza immigrata.

Il progetto è stato realizzato anche in altre strutture? No -

Durata del progetto (in mesi): circa otto mesi

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Costi complessivi del progetto : iso risorse

Note: Questo progetto sopperisce a delle problematiche legate alla mediazione culturale in quando negli anni 2004 – 2009 non era presente nella struttura ospedaliera e territoriale un ufficio per la mediazione linguistica culturale e non erano presenti dei traduttori reperibili da contattare per eventuali problematiche di interpretazione della lingua della persona immigrata che richiedeva prestazioni sanitarie. Dal 2009 è stato aperto l’ufficio di mediazione culturale con degli operatori facilmente contattabili anche per via telefonica per eventuali problematiche che non sono comprese nella scheda che attualmente viene utilizzata nel nostro pronto soccorso ed ancora rimane uno strumento valido per l’interpretazione di problematiche sanitarie della popolazione immigrata.

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NUMERO IDENTIFICATIVO: 66

Nome del servizio: ASL 2 Savonese Ospedale Santa Corona di Pietra Ligure

Indirizzo*: via XXv Aprile 38 CittÀ: Pietra Ligure

Cap: 17027 Regione*: Liguria Provincia: Savona

Telefono*: 019 / 6232404 Cellulare:

Tipologia di azienda: ASL

Tipologia di struttura: Ospedale

Responsabile del progetto: Direttore Medico di Presidio Ospedaliero di Pietra Ligure e la Presidente dell'AVO Riviera delle Palme

Cellulare: 33116814165

Titolo del progetto in atto: PUNTO ACCOGLIENZA

Data di inizio 16 Dicembre 2005 Concluso

In corso: Si Fine prevista:

Coinvolgimento di Cittadinanzattiva: No

In che modo:

Area trattata: Comfort e processi organizzativi Relazione

Descrizione sintetica del progetto: UNA BUONA PRATICA IN SANITA’. IL PUNTO ACCOGLIENZA non solo diagnosi e cura ma attenzione al benessere della persona Il progetto “Punto Accoglienza”, unico nella realtà ligure, nasce dalla collaborazione con la ONLUS l’Associazione Volontari Ospedalieri “Riviera delle palme” con l’obiettivo di rendere psicologicamente meno traumatico il periodo di ricovero ospedaliero per la persona ricoverata e per i familiari che desiderano accompagnarli e seguirli in tale momento di criticità. Si concretizza nella possibilità di fruire di ospitalità all’interno dell’Ospedale, in una struttura socio-assistenziale gratuita, dotata di quattro posti letto, per i familiari dei degenti in stato di bisogno. L’Ospedale Santa Corona di Pietra Ligure è sede di Dipartimento Emergenza Accettazione di 2° livello, di Trauma Center, di Unità Spinale Unipolare per il primo intervento e la riabilitazione delle lesioni midollari, ed è centro di riferimento nazionale per l’interventistica protesica di elezione, per le forme settiche dell’ortopedia e per le forme tubercolari. Sono quindi numerosi i ricoveri di cittadini, anche extracomunitari, provenienti da territori distanti, che hanno difficoltà a trovare alloggio in una zona a forte vocazione turistica. La disponibilità in comodato d’uso di alcuni locali da parte dell’Azienda Sanitaria, la relativa ristrutturazione, con la forza organizzatrice dell’AVO hanno permesso di dare una risposta adeguata alle richieste dei degenti e dei loro familiari con un servizio a costo zero, la cui sostenibilità si fonda su un’organizzazione sanitaria già collaudata e sulla volontarietà dei soggetti gestori del Centro. L’AVO ed il personale dell’Ospedale collaborano nella gestione del Punto Accoglienza operando sinergicamente affinchè il turn over degli ospiti possa soddisfare tutte le esigenze. Un regolamento adottato con delibera aziendale definisce le modalità di accesso. Per essere ospitati è necessario rivolgersi alla Capo Sala del reparto presso il quale il paziente è ricoverato. Il familiare previamente autorizzato dal degente, è indirizzato al Servizio di Assistenza Sociale per un colloquio per la valutazione del caso, e inviato alla sede Avo per l’accoglienza. Il soggiorno non può superare il periodo massimo consecutivo di dieci giorni, fatte salve esigenze particolari valutate dall’AVO e dal Servizio Sociale Ospedaliero. L’ospitalità è a titolo gratuito, viene richiesto solo il rimborso spese del lavaggio della biancheria in dotazione al centro. All’interno, oltre alle due camere da letto, è presente un salotto, una cucina per il confezionamento dei pasti oltre naturalmente ai servizi igienici. Gli arredi e la biancheria del Punto Accoglienza sono frutto di donazioni di Ditte locali e di volontari, segno tangibile della sensibilità e del radicamento che l’Ospedale ha in questa zona del Ponente Ligure e del successo del lavoro svolto dall’AVO. Il valore aggiunto di questo progetto è la possibilità offerta a familiari di degenti di etnie diverse di rimanere vicine ai loro cari, per periodi a volte più lunghi, sollevati dell’onere economico, che non avrebbero mai potuto sostenere, delle spese alberghiere. La “mediazione” culturale svolta da una figlia (ospite del Punto Accoglienza) ha rappresentato un elemento imprescindibile per la cura di una donna africana anziana, con patologie molto importanti, incurabili presso il Paese di provenienza. Similarmente l’ospitalità offerta a madri di minori con mielolesione, a mogli di uomini giovani con paraparesi o tetraparesi, provenienti dall’EST europeo ha permesso quel percorso riabilitativo che conduce alla vita diversa da quella precedente, ma in cui le autonomie per l’autogestione, seppur in carrozzina, restituiscono quella dignità e quella voglia di vivere che si può esprimere tornando a guidare (con i comandi speciali) o a giocare a basket (in carrozzina). Questi obiettivi, il ritorno a casa, al lavoro, a scuola, alla vita di tutti i giorni si raggiungono

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con il lungo lavoro di una équipe di cui fanno parte non solo gli operatori della sanità ma anche l’interessato e la famiglia che deve essere sostenuta ed addestrata. Questi obiettivi non sarebbero raggiungibili se non vi fosse un posto dove ospitare questi familiari di riferimento, ed è stato un compito del Punto di Accoglienza supportare tutte le situazioni di bisogno sia di cittadini italiani che stranieri. Tale esperienza, iniziata nel dicembre 2005, continua ad oggi con molto successo e contribuisce a realizzare quelle azioni di umanizzazione ritenute indispensabile corollario per il miglioramento della qualità dei servizi sanitari. La struttura ospedaliera esprime le proprie potenzialità quindi non solo attraverso la diagnosi e la cura della forma morbosa ma anche con l’attenzione, l’accoglienza e la presa in carico della complessità della persona, con il reclutamento di tutte quelle risorse anche familiari che possano contribuire al suo benessere . Il riconoscimento del valore e del gradimento di tale iniziativa non è solo stato manifestato dai singoli fruitori del servizio, ma anche a livello nazionale. Infatti la realizzazione di tale percorso di accoglienza ha permesso di implementare gli indicatori di qualità in base ai quali è stato attribuito, nel corrente anno, all’Ospedale Santa Corona di Pietra Ligure il terzo bollino rosa da parte dell’Osservatorio Nazionale sulla salute della Donna e la menzione nella Guida ”Bollini rosa – gli ospedali vicini alle

Descrizione sintetica del progetto:

Risultati raggiunti: -L'iniziativa è pubblicata sul sito aziendale ed è facilmente accessibile agli utenti -Tutte le richieste pervenutte sono state accolte -Vi sono state facilitazioni relazionali per cittadini italiani e stranieri -Ampio raggiungimento del risultato per l'apprendimento di metodiche di sostegno ed assistenza al malato da parte dei familiari -Il progetto è stato confermato con delibera aziendale annualmente ed è prevista nuova convenzione per l'anno 2011.

È stato utilizzato un metodo per la misurazione dei risultati ottenuti?: Si - Quantificazione numerica :-persone ospitate dal 16 dicembre 2005 alla data odierna n.204( 161 donne e 43 uomini) -giornate di presenza n.2062 -giorni medi di presenza n.10

Il progetto è stato realizzato anche in altre strutture? No -

Durata del progetto (in mesi): 60

Costi complessivi del progetto : zero

Note:

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NUMERO IDENTIFICATIVO: 70

Nome del servizio: Servizio Infermieristico Ostetrico Aziendale-Azienda Ospedaliera Universitaria Careggi-Firenze

Indirizzo*: Largo Brambilla 3 CittÀ: Firenze

Cap: 50134 Regione*: Toscana Provincia: Firenze

Telefono*: 055 / 7947232 Cellulare: 3492228812

Tipologia di azienda: Azienda Ospedaliera

Tipologia di struttura: Ospedale

Responsabile del progetto: Dott.ssa beccaluva Maria Serena

Cellulare: 3492228812

Titolo del progetto in atto: L'Assistenza Infermieristica Transculturale

Data di inizio 1 Gennaio 2010 Concluso

In corso: Si Fine prevista: 31 Dicembre 2011

Coinvolgimento di Cittadinanzattiva: No

In che modo:

Area trattata: Presa in carico Relazione

Descrizione sintetica del progetto: Introduzione e motivazione Nello scenario sanitario italiano è ormai forte la presenza di utenza immigrata che impone una riflessione e un ripensamento circa le modalità di erogazione dell’assistenza. Ma soprattutto, indipendentemente dalle specifiche risposte umane all'impatto di eventi patologici, è necessario rifocalizzare l’attenzione al core dell’assistenza Infermieristica: quel “prendersi cura” e quel “prendersi in carico” delle persone in una visione olistica che tenga conto della ricchezza che le differenze possono esprimere e dell’arricchimento reciproco che può scaturire dall’incontro fra culture diverse. Riteniamo inoltre chel’assistenza Infermieristica debba tornare ad essere un percorso antropologico inteso come confronto con l’alterità in un mondo fatto di differenze e di particolarità, ma anche di incroci, di trasversalità e allo stesso tempo di conflitti ed ibridazioni. Il percorso progettuale utilizza una metodologia basata sul riconoscimento dei nostri pregiudizi per intraprendere il cammino necessario alla de/costruzione di stereotipi che possono ostacolare l’incontro con l’altro. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) afferma che il godimento del miglior stato di salute raggiungibile costituisce uno dei diritti fondamentali di ogni essere umano senza distinzione di razza, religione, opinioni politiche, condizione economica o sociale. Inoltre nell’art. 2 della Dichiarazione universale dei diritti umani (dell’ONU) si cita anche l’uguaglianza in base al sesso, affermando che “ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate nella presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione”. Il diritto alla salute, quindi, rientra nella tutela antidiscriminatoria e in una concezione estensiva delle pari opportunità per tutti. Ciononostante nei paesi Europei coloro che hanno più difficoltà ad usufruire dell’assistenza sanitaria e dei suoi servizi sono gli immigrati stranieri e le persone appartenenti a gruppi socialmente svantaggiati (Health for all, in Health-European Experiences on Health Care for migrants, 2009). Il Rapporto Global Health and Development Assistance Rights, Ideologies and Deceit 3rd Report of the Italian Global Health Watch (2009) evidenzia che nel nostro paese è presente un rischio concreto di discriminazione (come riportato anche nel Rapporto sulla salute degli immigrati in Italia - Rapporto Caritas 2009 - Osservatorio globale sulla Salute -Istituto superiore di Sanità). Il Rapporto Caritas sottolinea il problema dell’incertezza delle politiche d’integrazione, legato alla persistente difficoltà di accesso ai servizi sanitari. Dal rapporto emerge anche la necessità di un impegno volto a sollecitare e supportare una riorganizzazione dei servizi sociosanitari che ne massimizzi la fruibilità da parte degli stranieri immigrati e da parte delle persone socialmente svantaggiate. Il rapporto evidenzia inoltre l’importanza di condurre in modo continuativo ricerche sulle diseguaglianze nella salute all’interno delle strutture Sanitarie. A questo proposito abbiamo deciso di intraprendere una serie di azioni che possa migliorare l'accesso ai nostri servizi da parte degli utenti immigrati. Scopo e obiettivo Il Progetto ha lo scopo di sensibilizzare e di promuovere nel personale infermieristico il miglioramento della qualità dell’Assistenza Infermieristica rivolta alle persone provenienti da culture “altre” attraverso il riconoscimento della “diversità” come ricchezza e come fattore di reciproco sviluppo e arricchimento. Azioni previste Percorsi formativi rivolti al Personale d'Assistenza dei Reparti dell'Azienda (iniziati nel marzo 2010, ancora in corso) Ricerca sulle discriminazioni sull'accesso alle cure ed ai servizi dell'Azienda da parte degli utenti immigrati (la Ricerca ha

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già ricevuto il nulla osta da parte dell'Azienda) Raccolta ed analisi dati sulle prestazioni effettuate e rivolte agli utenti stranieri dal 2006 ad oggi Elaborazione procedure assistenziali in ottica di transculturalità (temi affrontati: la preparazione della salma, la gestione e la percezione del dolore, l'allattamento e religione, l'alimentazione, l'igiene e cura di sè),redazione in corso Elaborazione Accertamento Infermieristico Transculturale, redazione in corso Attivazione Consulenza Infermieristica Transculturale (da novembre 2010) Effettuazione del Progetto "Il dono del sangue fra culture, identità differenze ed uguaglianze.Aspetti Transculturali". in corso Soggetti/operatori coinvolti Infermieri esperti in assistenza Transculturale Infermieri stranieri operanti nell'Azienda Mediatrici culturali dell'Azienda Associazioni di comunità di stranieri presenti nel territorio Fiorentino Infermieri dell'Azienda

Descrizione sintetica del progetto:

Risultati raggiunti: Ad oggi già 240 operatori hanno svolto il percorso formativo interno con un'alta percentuale di gradimento e apprendimento (dati da questionari di apprendimento e questionari sulla qualità percepita) Ad oggi fase di stesura finale dei documenti di procedure assistenziali redatti in ottica di transculturalità ( inserendo e coinvolgendo in maniera prioritaria le comunità maggiormente presenti nel territorio e le etnie degli utenti che hanno eseguito prestazioni sanitarie all'interno dell'Azienda) La Ricerca sulle Discriminazioni ha vinto la Borsa di Studio del Collegio IPASVI Firenze Bando "Enrico Bertaccini" Elaborati documenti di supporto necessari all'effettuazione della Consulenza Infermieristica in transculturalità Elaborato ed avviato il Progetto sul "Dono del sangue"

È stato utilizzato un metodo per la misurazione dei risultati ottenuti?: Si - Cronoprogramma Progettuale con definizione dei tempi/degli attori coinvolti/strumenti necessari/Identificazione responsabile del controllo degli step progettuali Questionari apprendimento Formazione Questionari qualità percepita

Il progetto è stato realizzato anche in altre strutture? No -

Durata del progetto (in mesi): 24

Costi complessivi del progetto : Costi interni di formazione

Note:

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NUMERO IDENTIFICATIVO: 78

Nome del servizio: Distretto Sanitario Di Mantova Servizio Vaccinazioni

Indirizzo*: Via Trento 6 CittÀ: Mantova

Cap: 46100 Regione*: Lombardia Provincia: Mantova

Telefono*: 0376 / 334648 Cellulare:

Tipologia di azienda: ASL

Tipologia di struttura: Distretti

Responsabile del progetto: D.ssa Antonella Carnevali

Cellulare: 0376/334648

Titolo del progetto in atto: TI accompagno

Data di inizio 1 Ottobre 2010 Concluso

In corso: No Fine prevista: 30 Settembre 2011

Coinvolgimento di Cittadinanzattiva: No

In che modo:

Area trattata: Comfort e processi organizzativi

Descrizione sintetica del progetto: CRITICITA': spesso i soggetti fragili ( anziani, mamme, extracomunitari, ecc..) non si presentano ai servizi ASL anche se invitati attivamente( vaccinazioni pediatriche e adulti, visite pediatriche, pap-test o visite ginecologiche presso i consultori familiari, ecc…) per la mancanza di un TRASPORTO. DESCRIZIONE DELL'INTERVENTO: per andare incontro alle esigenze di “ TRASPORTO” l’ASL ha contattato alcune Associazioni di volontariato presenti sul territorio di 2 comuni ( Curtatone e Rodigo) creando una rete di collaborazione per trasportare presso i Servizi ASL gli utenti in difficoltà. METODO: nelle sedi ASL dei comuni coinvolti nel progetto vengono consegnati ad ogni utente che segnali una difficoltà per il trasporto un cartoncino con i recapiti telefonici dei volontari disponibili al trasporto ( scritti in modo chiaro e comprensibile). Gli stessi cartoncini sono disponibili nelle sale d’attesa dell’ASL . Strutture: ambulatori vaccinali, consultori familiari e sale d’attesa dei presidi ASL di Curtatone e Castellucchio. RISORSE UMANE INTERNE: assistenti sanitarie, ostetriche, infermieri professionali, medici vaccinatori e tutto il personale che ruota nel Presidio. RISORSE UMANE ESTERNE: volontari delle Associazioni che hanno dato la disponibilità a collaborare. PROCESSO ORGANIZZATIVO: - L’ASL contatta le Associazioni di volontariato presenti sul territorio in questione per chiedere la disponibilità al trasporto degli utenti in difficoltà . - L’ASL predispone il materiale informativo contenente i recapiti telefonici dei volontari e lo mette a disposizione degli utenti.

Descrizione sintetica del progetto:

Risultati raggiunti: Non disponibili perchè il progetto non è ancora iniziato

È stato utilizzato un metodo per la misurazione dei risultati ottenuti?: No -

Il progetto è stato realizzato anche in altre strutture? No -

Durata del progetto (in mesi): 12 mesi prorogabili

Costi complessivi del progetto : Rimborso benzina.

Note:

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NUMERO IDENTIFICATIVO: 81

Nome del servizio: NAGA

Indirizzo*: Via Zamenhof 7/A CittÀ: Milano

Cap: 20136 Regione*: Lombardia Provincia: Milano

Telefono*: 02 / 8392927 Cellulare:

Tipologia di azienda: ONLUS

Tipologia di struttura: Strutture Socio-Sanitarie

Responsabile del progetto: Dr. Guglielmo Meregalli

Cellulare: 3356937006

Titolo del progetto in atto: Codice STP: un diritto negato

Data di inizio 1 Luglio 2010 Concluso

In corso: Si Fine prevista: 23 Dicembre 2010

Coinvolgimento di Cittadinanzattiva: No

In che modo:

Area trattata: Presa in carico

Descrizione sintetica del progetto: La legge e la realtà: La salute, anche secondo la legge italiana, è un diritto di tutti, e l’accesso alle cure è garantito anche per gli immigrati privi di permesso di soggiorno (art.35 DPR 25 luglio 1998, n.286). Il Regolamento di attuazione della legge 286/1998, D.P.R. 394 del 31 agosto 1999, prevede che allo straniero, a prescindere dalla sua condizione giuridica, siano riconosciuti i diritti fondamentali della persona umana, e nello specifico “uno straniero potrà comunque usufruire delle cure ambulatoriali e ospedaliere urgenti o essenziali, ancorché continuative, utilizzando il codice STP (Straniero Temporaneamente Presente)”. Il codice STP viene assegnato da ospedali pubblici, riconosciuta l’urgenza o essenzialità della patologia. Per cure essenziali si intendono “le prestazioni sanitarie, diagnostiche e terapeutiche, relative a patologie non pericolose nell’immediato e nel breve termine, ma che nel tempo potrebbero determinare maggior danno alla salute o rischi per la vita (complicanze, cronicizzazioni o aggravamenti)”. Relativamente all’organizzazione dell’offerta sanitaria il regolamento di attuazione prevede (art 43, comma 3) che “le regioni individuano le modalità più opportune per garantire che le cure essenziali e continuative possano essere erogate nell’ambito delle strutture della medicina del territorio o nei presidi sanitari, pubblici o privati accreditati, strutturati in forma poliambulatoriale, od ospedaliera, eventualmente in collaborazione con organismi di volontariato”. In Lombardia non sono stati istituiti ambulatori territoriali od ospedalieri per la cura degli stranieri irregolarmente presenti, non sono stati coinvolti i medici di medicina generale, come in altre regioni, e neppure convenzioni con organismi di volontariato. Gli stranieri irregolari riscontrano grandissime difficoltà nell’accesso alle cure mediche, in particolare a quelle di base. La pubblicazione “La tutela della salute degli immigrati nelle politiche locali”, curata dalla Caritas di Roma, giugno 2010, dichiara” va messo in rilievo la persistenza in tre ragioni italiane (Lombardia, Basilicata e Calabria) di un livello non adeguato di assistenza (agli immigrati irregolari), fornita solo dal pronto soccorso, o da ambulatori di volontariato non convenzionato, comunque senza una direttiva regionale che uniformi l’assistenza e garantisca livelli assistenziali adeguati”. Il NAGA e i suoi pazienti: Il NAGA di Milano è un’associazione di volontariato che da 22 anni si dedica all’affermazione del diritto alla salute per tutti, sia promuovendone la promulgazione sul piano legislativo, sia fornendo l’assistenza sanitaria a quanti ne risultano ancora esclusi. Il Naga di Milano è ambulatorio di volontariato non convenzionato, e ogni anno i medici del Naga curano gratuitamente circa 10.000 cittadini stranieri irregolari, e nomadi, eseguendo circa 15.000 visite. Il Naga stima che ogni anno almeno 500 dei suoi pazienti, soffrono di patologie “essenziali” non tutelate in quanto il codice STP non viene assegnato (5-10% dei casi), oppure assegnato ma non comunicato al paziente (20-30% dei casi), oppure non gestito dalla struttura che l’ha assegnato (60-70% dei casi). In quest’ultimo caso il paziente viene dimesso dal Pronto Soccorso col codice STP, ma non gli vengono prescritti i farmaci su ricettario regionale, non gli vengono prescritti su ricettario regionale gli accertamenti ulteriori necessari, e soprattutto non gli vengono fornite le impegnative per le visite di controllo successive. All’atto pratico il codice STP diviene del tutto inutile. Il Naga ritiene che elementi prioritari di una “buona pratica ed umanizzazione delle cure” sia renderle pienamente accessibili a tutti gli individui, indipendentemente dal loro stato giuridico, come indicato dall’ONU e dal’OMS, e come previsto anche dalla legislazione italiana, e ha avviato un progetto ad hoc. Il progetto Il progetto prevede che per 6 mesi, a partire dal 01.07.2010, almeno 10 pazienti al mese, affetti da patologie croniche “essenziali”,

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secondo il giudizio dei medici Naga (ipertensione, diabete, asma, BPCO, scompenso cardiaco, epilessia, etc), siano accompagnati ai CUP (centri di prenotazione) degli ospedali pubblici di Milano affinché ottengano il codice STP, e/o il codice sia effettivamente utilizzabile tramite una “presa in cura” da parte dei servizi ambulatoriali dell’ospedale stesso. Gli accompagnatori sono volontari del Naga, forniti di adeguate informazioni circa i presupposti legislativi della richiesta, di documentazione cartacea relativa, e di lettera di accompagnamento di un medico Naga. Qualora non fossero disponibili “accompagnatori” il paziente verrà inviato ai centri CUP con una lettera di accompagnamento di un medico Naga e con la documentazione legislativa inerente il codice STP. In sintesi: 1.Criticità: Codice STP non assegnato o nei fatti non utilizzabile. 2.Intervento realizzato: domanda di presa in cura del paziente, ai centri CUP, per un pieno utilizzo del codice STP. 3.Metodologia: accompagnamento del paziente da parte dei volontari NAGA, o invio con lettera di accompagamento di un medico NAGA. 4.Strutture e risorse umane: volontari NAGA Processo organizzativo: il medico NAGA durante la visita identifica i pazienti affetti da patologie "essenziali" non assistiti dal Servizio Sanitario Nazionale, e li segnala ai volontari per "l'accompagnamento". 6.Normative di riferimento: si vedano le leggi nella premessa

Descrizione sintetica del progetto:

Risultati raggiunti: 1.Attivazione del monitoraggio relativo all'effettivo accesso alle cure per i cittadini stranieri irregolari. 2.Individuazione di numerosi casi di mancato accesso alle cure, causato dal mancato rilascio ed uso del codice STP da parte delle strutture ospedaliere pubbliche di Milano. 3.Accompagnamento di n.8 (alla data odierna) cittadini stranieri irregolari presso le strutture ospedaliere pubbliche di Milano, con ottenimento del rilascio del codice STP per 7 delgi 8 pazienti inviati.

È stato utilizzato un metodo per la misurazione dei risultati ottenuti?: Si - Numero di casi che otterranno il codice STP

Il progetto è stato realizzato anche in altre strutture? No -

Durata del progetto (in mesi): sei

Costi complessivi del progetto : zero euro

Note: Tutta l'attività è su base volontaria

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NUMERO IDENTIFICATIVO: 90

Nome del servizio: Azienda Ospedaliera San Filippo Neri

Indirizzo*: Via G. Martinotti 20 CittÀ: Roma

Cap: 00135 Regione*: Lazio Provincia: Roma

Telefono*: 06 / 33062676 Cellulare:

Tipologia di azienda: Azienda Ospedaliera

Tipologia di struttura: Ospedale

Responsabile del progetto: Dott. Lorenzo Sommella

Cellulare:

Titolo del progetto in atto: Ospedale Amico

Data di inizio 1 Settembre 2008 Concluso

In corso: Si Fine prevista: 31 Dicembre 2010

Coinvolgimento di Cittadinanzattiva: No

In che modo:

Area trattata: Comfort e processi organizzativi Presa in carico Relazione

Descrizione sintetica del progetto: Progetto Ospedale Amico Il progetto Ospedale Amico mira a migliorare la comunicazione e l’accesso ai servizi sanitari per i pazienti migranti. E’ stato realizzato in collaborazione con IMAGINE Onlus e lo staff ed i pazienti delle UOC di Medicina Interna 1, Ginecologia e Ostetricia, Neonatologia, Pneumologia e Gastroenterologia, Servizio Assistenza Infermieristica ed Ostetrica (SAIO), l’Ufficio Relazioni con il Pubblico (URP) e l’Ufficio Stranieri dell’Azienda Ospedaliera San Filippo Neri. Obiettivo Generale: Contribuire al miglioramento dei Servizi Sanitari rivolti alla popolazione migrante sul territorio italiano. Obiettivo Specifico: • Ampliare le competenze professionali degli operatori sanitari sul territorio italiano integrandole con le conoscenze sulle diverse realtà etno - culturali dei migranti e con un approccio interculturale. • Migliorare l’accesso e l’utilizzo dei Servizi Sanitari da parte della popolazione migrante. Il progetto intende raggiungere tali obiettivi utilizzando una strategia che ha due componenti fondamentali: sensibilizzazione e orientamento mirata ai pazienti migranti e formazione del personale sanitario sulle tematiche di medicina transculturale. Soggetti Destinatari: • Operatori Sanitari che lavorano nell' Azienda Ospedaliera San Filippo Neri. • Pazienti del Dipartimento Tutela della Salute della Donna e del Bambino e del Dipartimento di Medicina Interna e Specialità Mediche dell’ Azienda Ospedaliera San Filippo Neri. Risorse Umane Utilizzate: Responsabili del progetto - Dott. Lorenzo Sommella, Direttore, Direzione Sanitaria Aziendale - Dott.ssa Alyssa Rychtarik, Responsabile Progetti, IMAGINE Onlus Referente Aziendale per il progetto - Dott.ssa Laura Scaringella, Ufficio relazioni con il pubblico Analisi dei bisogni L’obiettivo dell’analisi dei bisogni è di raccogliere più informazioni possibili per avere un quadro completo della situazione attuale nell’Azienda Ospedaliera San Filippo Neri per quanto riguarda i servizi sanitari rivolti ai pazienti migranti e la capacità dello staff presente di fornire tali servizi. L’analisi dei bisogni è stata effettuata nelle UOC di Medicina Interna 1, Pneumologia, Gastroenterologia, Ginecologia & Ostetricia e Neonatologia - e si è focalizzata sulle esperienze e le problematiche vissute dagli operatori sanitari e dai pazienti migranti. Abbiamo utilizzato sia una metodologia qualitativa che quantitativa allo scopo di ottenere un quadro reale ed attendibile della situazione attuale, e, quindi, dei bisogni reali sentiti dal personale sanitario e dai pazienti migranti. Sono stati utilizzati vari strumenti nel corso dell’analisi dei bisogni: le interviste breve e narrativa con i pazienti (condotti dal personale IMAGINE); i questionari per pazienti creati per UOC/tematica sono stati distribuiti e raccolti dai referenti del progetto; ed un questionario per il personale sanitario, differenziato per 3 gruppi, in considerazione delle diverse realtà: 1) Ostetricia & Ginecologia, 2) Neonatologia e 3) Medicina Interna 1, Pneumologia e Gastroenterologia. Tutti i questionari sono stati distribuiti e raccolti dai referenti del progetto presenti in ogni reparto. Mostra fotografica “La salute non ha etnia” Dal 17 dicembre 2009 è stata allestita la mostra fotografica “La salute non ha etnia” con le fotografie di Nanni Fontana collocate all'interno dell'Ospedale, specificatamente negli atri dell'ingresso principale ed il 1° piano. Il materiale di comunicazione e di sensibilizzazione che supporta la Mostra è una locandina, affissa in diversi spazi dell’Ospedale, che racconta le storie dei pazienti migranti ritratti. Adattamento delle carte dei servizi per una clientela multiculturale La traduzione, stampa e distribuzione delle guide dei servizi della UOC di Neonatologia e Medicina Interna 1 nelle varie lingue (inglese, spagnolo, francese, arabo, rumeno) sono state effettuate nel 5° trimestre. Materiali Informativi del Progetto Ospedale Amico L’analisi dei bisogni ha consentito di evidenziare raccomandazioni utilizzate successivamente nella

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stesura dei materiali informativi. I 4 opuscoli prodotti in 6 lingue trattano tematiche diverse: 1) sensibilizzazione sulla diagnosi e trattamento della tubercolosi (insieme con il personale sanitario della UOC Pneumologia), 2) sensibilizzazione sulla diagnosi, trattamento e stile di vita da assumere per le patologie di diabete e ipertensione (insieme con il personale della UOC Medicina Interna 1) , 3) una guida al percorso di nascita per tutte le pazienti che afferiscono alla UOC Ginecologia e Ostetricia (insieme con il personale della stessa UOC), e 4) un guida sull'assistenza sanitaria per i pazienti migranti (insieme con il personale del Ufficio stranieri). All’uopo, sono stati costituiti con il personale coinvolto nel progetto, comitati di coordinamento e sviluppo. Corso Formativo Medicina Transculturale La prima edizione del corso si è svolto il 1 luglio 2010 nella Sala Teatro dell’Ospedale ed ha ricevuto 5 crediti ECM validi per medici, infermieri e ostetriche. Le altre due edizioni del corso sono state fissate per il 23 ed il 24 Settembre c.a. Ogni partecipante, riceverà una copia del Dossier Statistico “Immigrazione Caritas/Migrantes 2009” e una pen drive personalizzata con articoli, statistiche e presentazione powerpoint del corso stesso.

Descrizione sintetica del progetto:

Risultati raggiunti: 1. Competenze professionali degli operatori sanitari delle UOC partecipanti al progetto ampliate. 1A. 23 partecipanti per la 1° edizione del corso formativo “La Medicina Transculturale” 1B. Un totale di 96% dei partecipanti alla 1° edizione del corso ha migliorato le conoscenze sulla medicina transculturale. 2. Accesso e utilizzo dei servizi sanitari disponibili nell'Ospedale San Filippo Neri migliorati 2A. ancora in fase di implementazione 2B. ancora in fase di implementazione 2C. ancora in fase di implementazione 2D. ancora in fase di implementazione 2E. ancora in fase di implementazione 2F. ancora in fase di implementazione

È stato utilizzato un metodo per la misurazione dei risultati ottenuti?: Si - Per consentire una accurata misurazione dei risultati attesi, sono stati utilizzati idonei strumenti di seguito riportati. 1. Competenze professionali degli operatori sanitari nelle UOC partecipanti nel progetto ampliate. 1A. Strumenti di validazione: Scheda ECM per il corso formativo, Elenco di presenza per il corso con firme di attestazione presenza. 1B. Strumenti di validazione: Pre-test (prima del corso) e post-test (dopo il corso) 2. Accesso e utilizzo dei servizi sanitari disponibili nell'Azienda Ospedaliera San Filippo Neri migliorati 2A. Strumenti di validazione: Verifica periodica con i referenti del progetto all'interno delle UOC e Servizi; 2B. Strumenti di validazione: Verifica periodica con i referenti del progetto all'interno della UOC Ginecologia e Ostetricia; 2C. Strumenti di validazione: Verifica periodica con i referenti del progetto all'interno della UOC Pneumologia; 2D. Strumenti di validazione: Verifica periodica con i referenti del progetto all'interno della UOC Medicina Interna 1; 2E. Strumenti di validazione: Verifica periodica con i referenti del progetto all'interno della UOC Medicina Interna 1; 2F. Strumenti di validazione: Verifica periodica con i referenti del progetto all'interno della UOC Neonatologia.

Il progetto è stato realizzato anche in altre strutture? Si - Attualmente il progetto è in fase di realizzazione presso l’Ospedale Sandro Pertini di Roma.

Durata del progetto (in mesi): 28 mesi

Costi complessivi del progetto : 83.877 Euro

Note: IMAGINE Onlus, nata il 25 gennaio 2005 e iscritta all’Anagrafe unica delle Onlus, presso l’Agenzia delle Entrate, dal 6 maggio 2005, è un’associazione internazionale indipendente, senza scopo di lucro, di promozione sociale e culturale che opera nel campo della Solidarietà Internazionale e in ambito sociale sul territorio nazionale, con particolare attenzione alle tematiche della salute. Il nome IMAGINE sta per “Improving Medicine And Growing International Networks of Equality”, e si ispira alla spinta ideale ed etica dell’associazione verso un mondo in cui il diritto alla salute e l’approccio alla medicina siano basati sui valori di equità e solidarietà. Non è legata a partiti politici o confessioni religiose. IMAGINE realizza programmi di educazione sanitaria, di prevenzione e di intervento clinico, in particolare nei Paesi a Basso Indice di Sviluppo Umano, orientando i propri interventi nell’ottica dell’autosviluppo dei popoli ed in sintonia con i bisogni socio-culturali delle comunità locali. Ad azioni mirate a migliorare le condizioni di salute delle popolazioni più povere, IMAGINE associa anche attività di formazione e sensibilizzazione, sostenendo il dibattito etico e scientifico sulle tematiche della salute e della cooperazione internazionale allo sviluppo.

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NUMERO IDENTIFICATIVO: 95

Nome del servizio: Ufficio Privacy Azienda USL5 di Pisa

Indirizzo*: Via Fantozzi 14 CittÀ: Pontedera

Cap: 56025 Regione*: Toscana Provincia: Pisa

Telefono*: 0587 / 273589 Cellulare:

Tipologia di azienda: ASL

Tipologia di struttura: Ospedale Struutura amministrativa - Ufficio Privacy

Responsabile del progetto: Filomena Polito

Cellulare:

Titolo del progetto in atto: I colori dell'accoglienza

Data di inizio 1 Settembre 2009 Concluso 30 Settembre 2010

In corso: Si Fine prevista:

Coinvolgimento di Cittadinanzattiva: No

In che modo:

Area trattata: Comfort e processi organizzativi Relazione

Descrizione sintetica del progetto: L'idea del progetto "I colori dell'accoglienza" nacse dalla considerazione che l'esperienza quotidiana di lavoro delle strutture sanitarie mostra spesso difficoltà di relazione tra il cittadino-utente e la struttura alla quale egli si rivolge per ottenere una risposta al bisogno primario di tutela della salute. E' evidente che ciò comporta ricadute negative sul rapporto tra gli operatori sanitari e sulla stessa qualità della partecipazione dell'utente al percorso di diagnosi e cura, il che è ancora più grave a livello territoriale, per la complessità e la numerosità delle strutture operanti e dei servizi erogati. Tali criticità si manifestano in molti casi già dal primo contatto con la struttura sanitaria, al momento dell'accettazione, quando spesso l'inospitalità dell'ambiente, la mancanza di chiarezza delle indicazioni che dovrebbero facilitare l'accesso alle strutture e di riservatezza, finanche la difficoltà di individuare il personale idoneo a cui rivolgersi per ottenere informazioni, compromettono una visione di sanità moderna, partendo dalla consapevolezza che intanto un servizio sanitario può dirsi moderno in quanto possa definirsi per prima cosa umano. l'Ufficio Privacy dell'Azienda Usl 5 di Pisa, su impulso dell'Unità Operativa Radiologia della Zona Valdera, con il progetto "I colori dell'accoglienza", in occasione del trasferimento della Radiologia in nuovi locali, ha voluto ovviare alle criticità descritte migliorando l'accoglienza dei suoi utenti, offrendo un ambiente più vicino alle esigenze del cittadino e più attento al rispetto dei suoi diritti, perseguendo anche l'obiettivo di accrescere la collaborazione tra operatori sanitari e collaboratori delle Associazioni di Volontariato che effettuano il trasporto sanitario degli utenti non autosufficienti o con difficoltà motorie, attraverso la diffusione presso di esse della conoscenza delle direttive di legge ed aziendali sulla gestione della riservatezza delle informazioni. A tale scopo, nell'intento di tradurre nel concreto dell'attività quotidiana la sensibilizzazione verso una sempre maggiore umanizzazione dell'attività di cura ed una costante attenzione alla tutela della riservatezza soprattutto delle fasce sociali più deboli, come anziani ed immigrati, si sono attuati i seguenti interventi: la chiamata nel reparto di radiologia non avviene mai per nome, bensì attraverso un codice identificativo numerico, riprodotto su display luminoso in modo tale da ovviare anche al disagio delle persone affette da deficit uditivo; ogni sala d'attesa è contraddistinta da un colore diverso,così come il reparto è dotato di cartelloni colorati che rendono facilmente riconoscibili e fruibili da chiunque le informazioni relative al reparto e alle diverse prestazioni che vi vengono erogate. Inoltre, all'interno delle sale d'attesa è trasmesso, per tutto l'orario di accesso, un video illustrativo che diffonde le "istruzioni per l'uso" del reparto, in tre lingue e sottotitolato in considerazione della necessità di una comunicazione efficace anche nei confronti dell'utenza di lingua non italiana. Mediante lo stesso video possono essere verificati i tempi di attesa delle varie prestazioni. Metodo Utilizzato-Adozione dei seguenti strumenti e misure. cartelloni illustrativi; video divulgativi, brochure illustrative; spille indicative del ruolo del personale sanitario; personalizzazione del rapporto tra operatore ed utente; abbattimento delle barriere divisorie tra operatore ed utente;indagine di customer satisfaction presso l'utenza e presso i collaboratori delle Associazioni di Volontariato. In particolare, i video divulgativi vedono nel ruolo di attori gli stessi medici, infermieri e tecnici del reparto di radiologia i quali, interpretando se stessi, forniscono le informazioni all'utenza, esponendosi in prima persona, con ciò rendendosi riconoscibili da parte dei pazienti ai quali prestano la propria attività di cura. Le risorse umane utilizzate per la realizzazione del progetto sono costituite dal personale interno all'Ufficio Privacy ed all'U.O.di Radiologia (Presidio Ospedaliero "Lotti" di

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Pontedera) dell'Azienda Usl5 di Pisa Zona Valdera. Normativa di riferimento: D.Lgs. 196/2003 (Codice in materia di protezione dei dati personali). La realizzazione del rpogetto non ha richiesto l'adozione di uno specifico schema organizzativo.

Descrizione sintetica del progetto:

Risultati raggiunti: Attraverso indagini di customer satisfaction, attuate periodicamente, è stato registrato un incremento molto significativo della qualità del servizio di Radiologia percepita dagli utenti e dagli operatori delle Associazioni di Volontariato, i quali hanno espresso commenti a volte addirittura entusiastici (di cui si offre dimostrazione a titolo esemplificativo in alcuni degli allegati che si inviano tramite e-mail all'indirizzo [email protected]), segno che l'intervento realizzato ha dato risposta ad un bisogno effettivo ed urgente dell'utenza.

È stato utilizzato un metodo per la misurazione dei risultati ottenuti?: Si - - Indagine di customer satisfaction per l'utenza; - indagine di customer satisfaction per i collaboratori delle Associazioni di Volontariato; - Check List di verifica del rispetto delle misure di protezione dei dati personali e di tutela della dignità degli assistiti.

Il progetto è stato realizzato anche in altre strutture? No -

Durata del progetto (in mesi): 12

Costi complessivi del progetto : € 2500

Note: La finalità perseguita dal Progetto "I colori dell'accoglienza" comporta una costante verifica della sua attuazione, ragion per cui esso è oggetto di una "osservazione permanente", in modo tale da verificare il raggiungimento dei risultati attesi e le condizioni utili al consolidarsi degli stessi, nonchè da consentire la rilevazione di eventuali nuove criticità, in modo tempestivo, con l'intento ulteriore di prevenire la compromissione di quanto di positivo sia stato già realizzato. Questa attività di verifica costante viene attuata attraverso i seguenti strumenti, in corso di realizzazione: - audit civico - incontri seminariali con gli stakeholders - corsi di formazione per i collaboratori delle Associazioni di Volontariato - Divulgazione dei risultati delle indagini di customer satisfaction

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