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PROVINCIA DI MANTOVA CONSIGLIO PROVINCIALE DEL 20.2.2012 1 PROVINCIA DI MANTOVA ______________________________________________________________________ CONSIGLIO PROVINCIALE DEL 20 FEBBRAIO 2012

PROVINCIA DI MANTOVA · Catullo" di Verona Villafranca S.p.A. 24)- Interrogazione presentata dal Gruppo consiliare Lega Nord, in merito ... fosse dettata dal fatto che il termine

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PROVINCIA DI MANTOVA CONSIGLIO PROVINCIALE DEL 20.2.2012

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PROVINCIA DI MANTOVA

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CONSIGLIO PROVINCIALE

DEL 20 FEBBRAIO 2012

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Sessione Ordinaria Seduta del 20 febbraio 2012 L’anno duemiladodici il giorno 20 del mese di febbraio alle ore 16.30 in Mantova nella sala consiliare, convocato dal Presidente del Consiglio Simone Pistoni, nelle forme di legge, si è riunito il Consiglio Provinciale di Mantova con la partecipazione del Segretario Generale Francesca Santostefano per la trattazione del seguente ordine del giorno:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio

Comunicazioni del Presidente

1)- Dismissione della partecipazione societaria della Provincia di Mantova in "Agrisviluppo S.p.A."

2)- Dismissione della partecipazione societaria della Provincia di Mantova in "ASEP S.p.A."

3)- Dismissione della partecipazione societaria della Provincia di Mantova in "Mantova Energia srl"

4)- Partecipazione societaria della Provincia di Mantova in "S.C.I.P. s.c.a.r.l." - Presa d'atto liquidazione

5)- Gal Colline Moreniche del Garda s.c.a.r.l. - Presa d'atto della modifica dello Statuto sociale

6)- Statuto della Provincia: abrogazione dell'articolo 25 e introduzione del nuovo articolo 3 bis

7)- Regolamento del Consiglio: approvazione degli articoli 33 bis, 33 ter, 33 quater, 33 quinquies e comma 2 bis dell'art.18

8)- Mozione presentata dal Gruppo consiliare Lega Nord, relativa all’introduzione dello “Jus Soli”

9)- Mozione presentata dal Gruppo Consiliare Lega Nord, per il mantenimento delle attuali graduatorie provinciali del nord Italia per gli insegnanti precari dopo la sentenza della Corte Costituzionale che ha reinserito "a pettine" circa tremila supplenti quasi tutti provenienti dal sud Italia

10)- Mozione presentata dal Gruppo consiliare Lega Nord, sulla contrarietà alla Manovra Economica del Governo Monti

11)- Mozione presentata dal Gruppo consiliare Lega Nord, sulla mancata copertura assicurativa della responsabilità civile dei veicoli in circolazione nel nostro paese

12)- Mozione presentata dal Gruppo consiliare Lega Nord, sull'utilizzo dei

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maggiori utili delle aziende partecipate, a favore delle famiglie in difficoltà

13)- Mozione presentata dal Capogruppo PD Francesco Negrini, per la pubblicazione sul sito della Provincia delle deliberazioni di Consiglio, di Giunta e delle Determinazioni dirigenziali

14)- Mozione presentata dai Consiglieri PD: Negrini, Cavaglieri, Soffiati, Zucca, Morselli, Montagnini, Bianchera, per la costituzione di una Commissione Provinciale di monitoraggio dei fenomeni mafiosi

15)- Mozione presentata dai Consiglieri PD: Negri, Cavaglieri, Soffiati, Zucca, Morselli, Montagnini, Bianchera, relativa alla Borsa di Studio "Prof.Magg.Ferruccio Spadini"

16)- Mozione presentata dal Consigliere PDL Maurizio Pellizzer, per l'istituzione della Stazione Unica Appaltante Provinciale

17)- Ordine del Giorno presentato dal Capogruppo IDV Paolo Refolo, in merito al Servizio Idrico Integrato e la gestione di ASEP S.p.A.

18)- Interrogazione presentata dai Consiglieri Lega Nord Cedrik Pasetti e Giovanni Fava, in merito alla variante S.S. 420 di Breda Cisoni

19)- Interrogazione presentata dal Gruppo consiliare Lega Nord, in merito alla crisi del Distretto della Calzetteria del mantovano

20)- Interrogazione presentata dal Gruppo consiliare Lega Nord, in merito alla gestione del Servizio Idrico Integrato nel Comune di Monzambano

21)- Interrogazione presentata dal Gruppo consiliare Lega Nord, in merito alla pessima gestione del Servizio Inquinamento Atmosferico del Settore Ambiente della Provincia

22)- Interrogazione presentata dal Gruppo consiliare Lega Nord, in merito alla situazione della Fiat e Fiat Industrial Service

23)- Interrogazione presentata dal Gruppo consiliare Lega Nord, in merito al mancato aumento del capitale sociale della Società "Aeroporto Valerio Catullo" di Verona Villafranca S.p.A.

24)- Interrogazione presentata dal Gruppo consiliare Lega Nord, in merito alla chiusura dell'Info Point della Provincia di Mantova, presente all'Aeroporto "Catullo" di Verona

25)- Interrogazione presentata dal Capogruppo Lega Nord Cedrik Pasetti, in merito ai criteri e modalità di affidamento alla Società Andromeda srl, della revisione delle cartografie del Piano Provinciale per la Gestione dei Rifiuti

26)- Interrogazione presentata dal Gruppo consiliare Lega Nord, in merito al Piano di Governo del Territorio (PGT) del Comune di Volta Mantovana

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27)- Interrogazione presentata dal Capogruppo PD Francesco Negrini, in

merito alla pubblicazione del quindicinale del Consorzio Oltrepo' Mantovano

28)- Interrogazione con richiesta di risposta scritta, presentata dal Capogruppo PD Francesco Negrini, in merito alla Determinazione avente ad oggetto: "Compartecipazione finanziaria per l'attuazione dell'Accordo di programma tra Provincia di Mantova e FUM"

29)- Interrogazione con richiesta di risposta scritta, presentata dal Capogruppo PD Francesco Negrini, in merito all'inquinamento rilevato in un corso idrico a Seriole di Asola

30)- Interrogazione con richiesta di risposta scritta, presentata dal Capogruppo PD Francesco Negrini, in merito alla Centrale a biomasse di Felonica

31)- Interrogazione presentata dal Gruppo consiliare Lega Nord, in merito al "Centro Internazionale d'Arte e di Cultura di Palazzo Te"

32)- Interrogazione presentata dal Gruppo consiliare Lega Nord, in merito al "Giorno del Ricordo"

33)- Interrogazione presentata dal Gruppo consiliare Lega Nord, in merito al possibile trasferimento dei Servizi ASL di Castiglione delle Stiviere, per mancanza di locali comunali

34)- Interrogazione con richiesta di risposta scritta urgente, presentata dal Gruppo consiliare Lega Nord, in merito alle iscrizioni degli studenti al 1° anno dell'Istituto E. Fermi di Mantova

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La seduta si apre con l’appello nominale del Segretario Generale Pastacci Alessandro Presente Pistoni Simone Presente Barai Giampietro Presente Beduschi Alessandro Assente Bianchera Elisa Presente Bignotti Germano Assente Cavaglieri Luigi Presente Chiodarelli Adriana Presente Dara Andrea Assente Fava Giovanni Presente Gazzoli Elga Presente Mancini Paola Assente Meneghelli Stefano Assente Montagnini Massimiliano Presente Morselli Beniamino Presente Negrini Francesco Presente Pasetti Cedrik Presente Pellizzer Maurizio Presente Pippa Davide Presente Refolo Paolo Presente Roveda Candido Assente Soffiati Gianni Presente Stefanoni Gabriele Presente Tiana Franceschino Presente Zucca Tiziana Presente Risultano assenti giustificati i Consiglieri: Mancini, Beduschi Constatato che l’Assemblea è in numero legale per validamente deliberare, viene dichiarata aperta la seduta.

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Comunicazioni del Presidente del Consiglio Presidente del Consiglio – Simone Pistoni : C’è un punto relativamente alla questione dell’Istituto Fermi che è stato oggetto di un’interrogazione. Adesso parlando con i capigruppo si è condiviso addirittura di anticipare il punto in modo tale… visto che la risposta scritta è stata consegnata solo oggi perché si sono resi necessari quei pochi giorni disponibili perché la capigruppo era solo a metà della settimana scorsa, quindi è stata consegnata solo in questo momento. Però stante l’importanza del tema si è voluto anche poterne discutere immediatamente e poter, nonostante sia a risposta scritta, lasciare lo spazio per un intervento per gruppo, come in parte era stato condiviso nella precedente capigruppo. Quindi l’ultimo punto, il 34, passerebbe al numero 1.

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34) Interrogazione con richiesta di risposta scritt a urgente, presentata dal Gruppo consiliare Lega Nord, in merito alle iscrizi oni degli studenti al 1° anno dell'Istituto E. Fermi di Mantova

Premesso che:

- Fin dallo scorso novembre 2011 la stampa locale ha costantemente informato i lettori di una problematica sulla situazione logistica dell’Istituto superiore E. Fermi di Mantova, in quanto lo stato attuale degli spazi necessari per tale scuola non consente l’accoglimento e l’iscrizione di tutti gli studenti che lo desiderano per l’anno prossimo;

- in particolare appare che nel primo piano dell’immobile sede dell’Istituto Fermi, il c.d. “Palazzo di Vetro” vi siano alcune aule utilizzate da altro Istituto, “L. da Vinci” che invece ha sede nell’immobile “ex IPSIA”;

- l’immobile “palazzo di vetro” è stato diviso successivamente in un momento di calo degli iscritti al Fermi e contestuale aumento per l’Istituto L. Da Vinci. Ma attualmente vi è un forte inversione della tendenza degli iscritti tanto che gli studenti del L. Da Vinci potrebbero utilmente seguire le proprie lezioni presso la propria sede e rilasciare quella di pertinenza dell’Itis E. Fermi;

- sembrerebbe, da valutazione sul trend degli ultimi anni, che a fronte di 200 studenti che lasciano il “Fermi” per conclusione del percorso degli studi vi sia la richiesta di ben 400 studenti delle terze medie della provincia di Mantova interessati ad iscriversi in tale Istituto;

- che l’Amministrazione Provinciale di Mantova avrebbe consigliato alla Dirigente dell’Istituto Fermi di istituire il “numero chiuso” pur di non apprestarsi ad adeguare i locali per accogliere i 400 studenti richiedenti;

dato che

- in data 31/1/12, ai sensi e per gli effetti dell’art. 70, co. 4 dello Statuto della Provincia di Mantova è stata presentata al protocollo una interrogazione popolare sottoscritta da oltre 150 persone tra professori, studenti maggiorenni, genitori di studenti frequentanti la terza media e semplici cittadini con la quale richiedeva:

• “Quale sia la proiezione degli iscritti alle classi prime all’Istituto Superiore “ E. Fermi” di Mantova per l’a.s. 2012/13, quanti studenti può contenere tale Istituto e quindi l’ipotesi di sovrannumero;

• Quali sono gli interventi necessari per poter accogliere tutti gli aspiranti studenti;

• Quale tipo di sopralluoghi sono stati fatti nel plesso “Fermi” e quali sono state le risultanze;

• Qual era la proposta della precedente amministrazione coinvolta nello stesso problema e perché è stata abbandonata;

• Quale strada sta percorrendo questa Amministrazione nel caso de qua;

• Quali e quanti sono gli spazi inutilizzati all’interno dell’Istituto, ovvero utilizzati da realtà esterne al plesso (nel caso specifico studenti dell’Istituto “L. Vinci”);

• Qual è il dell’Istituto “Vinci” che si appresta ad essere accorpato ad altro istituto professionale, con idonei spazi a disposizione, con risparmi di spesa di personale, anche a livello dirigenziale”;

- tale interrogazione non ha avuto riscontro alcuno né dal Presidente della

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Provincia né tantomeno dall’Assessore provinciale competente; - il 6/02/12 veniva depositata in Provincia una petizione con 517 sottoscrizioni

ai sensi dell’art. 70 dello Statuto della Provincia con la quale si richiedeva di convocare un consiglio provinciale urgente per discutere della problematica ed, inoltre, per richiedere all’Amministrazione Provinciale di adottare ogni provvedimento necessario per mettere a disposizione dell’Istituto Fermi gli spazi necessari affinché questo possa accogliere ogni studente che desideri frequentarlo nell’ambito di un’efficiente politica scolastica;

- nemmeno tale petizione non ha avuto riscontro alcuno nonostante l’urgenza fosse dettata dal fatto che il termine di presentazione delle pre-iscrizioni all’istituto de quo scadesse il prossimo 20 febbraio;

Rilevato che

- Sembrerebbe cha anche la Prefettura di Mantova abbia invitato, in data 19/1/12 la Provincia di Mantova a rispondere all’interrogazione presentata di cui sopra e alle istanze ivi contenute;

- Ai sensi dell’art. 70, co. 4 dello Statuto della Provincia di Mantova: “ I cittadini e le associazioni possono, altresì presentare agli organi dell'Ente interrogazioni su questioni di competenza provinciale, con almeno 100 firme, nonchè‚ presentare, con almeno 400 firme, petizioni per esporre comuni necessità e chiedere l'adozione di provvedimenti. Le petizioni sono discusse in Consiglio Provinciale”

- Il successivo comma 5 dell’art. 70 stabilisce che: “ All'interrogazione viene data risposta scritta.”

Considerato che - l’ITIS Fermi gode di una particolare fiducia da parte della comunità mantovana e fa parte degli istituti italiani con maggior prestigio ma, per di più, da studi effettuati dagli organismi competenti nel mercato del lavoro italiano attualmente vi è la necessità di duecentomila nuovi tecnici;

- la Costituzione italiana stabilisce con l’art. 34 che “ la scuola è aperta a tutti” e con l’art. 33 che: “la Repubblica (e gli Enti territoriali Regioni e Province)istituisce scuole statali per ogni ordine e grado”;

-che appartiene alla sfera della libertà personale inviolabile il diritto di ogni cittadino al pieno sviluppo della propria persona, tanto che la Repubblica si deve impegnare, così come disposto dall’art. 3 della Costituzione a rimuovere gli ostacoli che di fatto limitano tale libertà;

- che il fondamento del diritto allo Studio è la libertà di scelta del percorso di studi da intraprendere, altrimenti detto diritto sarebbe del tutto privo di contenuto;

- che gli studenti dell’ “E. Fermi” si sono detti disponibili ad affrontare tutti i lavori per ripristinare le aule oggi occupate dall’Istituto Fermi ,da affrontarsi come stage estive e, pertanto le spese che la Provincia dovrebbe affrontare sarebbero quelle dello spostamento del materiale ivi presente presso il vicino plesso “ex Ipsia”

p.q.m.

con la presente si interroga il Presidente e l’Asse ssore Competente per sapere

- La motivazione per la quale il Presidente e l’Assessore Competente, F. Zaltieri non hanno ritenuto di rispondere all’interrogazione presentata ex art. 70 dello

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Statuto della Provincia e perché non hanno ritenuto di inserire nell’ordine del giorno dei consigli provinciali successivi alla presentazione della richiesta di convocazione dello stesso per discutere della problematica;

- la risposta a tutti i quesiti presentati in detta interrogazione;

- se non ritengano che ogni studente possa affrontare il percorso di studi al medesimo più congeniale e, in particolare, frequentare l’Istituto superiore prescelto;

- se ritengono di adottare ogni provvedimento necessario per mettere a disposizione dell’Istituto Fermi gli spazi necessari affinché questo possa accogliere ogni studente che desideri frequentarlo nell’ambito di un’efficiente politica scolastica;

Presidente del Consiglio – Simone Pistoni : Darei la parola all’Assessore Zaltieri che dà lettura magari anche della risposta scritta e poi agli interventi dei singoli gruppi. Grazie. Assessore Zaltieri : Signor Consigliere Cedrik Pasetti… Consigliere Pasetti : Mi scusi Assessore, è stata presentata dal gruppo, non dal capogruppo e basta. Sono il primo firmatario ma noi siamo un gruppo unito pertanto è totalmente il gruppo che l’ha presentata questa interrogazione. Grazie. Assessore Zaltieri : Certo. Come richiesto nella sua del 16 febbraio 2012 appronto risposta scritta ai sensi dell’art. 27, comma 7, del Regolamento del Consiglio, in merito all’osservazione avanzata in quella, sulla situazione dell’istituto superiore Fermi di Mantova. La normativa inerente al decentramento di funzioni a favore degli enti locali, in particolare il D.Lgs. 112/98, stabilisce che competono alla Provincia in materia di istruzione scolastica l’istituzione, l’aggregazione, la fusione e la soppressione di scuole in attuazione degli strumenti di programmazione nonché la redazione dei piani di organizzazione della rete delle istituzioni scolastiche. Ai sensi del DPR 233/98 - Regolamento recante norma per il dimensionamento ottimale delle istituzioni scolastiche e per la determinazione degli organici funzionali dei singoli istituti a norma dell’art. 21 L. 59 del 16.7.1997, al fine di acquisire o mantenere la personalità giuridica gli istituti di istruzione devono avere, di norma, una popolazione scolastica consolidata e prevedibilmente stabile almeno per un quinquennio compresa fra 500 e 900. Il raggiungimento delle dimensioni ottimali delle istituzioni scolastiche ha la finalità di garantire l’efficace esercizio dell’autonomia scolastica prevista dall’art. 21 della L. 59/1997, di dare stabilità nel tempo alle stesse istituzioni e di creare istituzioni scolastiche autonome che raggiungano dimensioni idonee e garantire l’equilibrio ottimale fra domanda di istruzione e organizzazione dell’offerta formativa sul territorio. La Provincia con deliberazione di Giunta n. 132 del 4.11.2011 ha approvato la proposta del Piano provinciale di dimensionamento della rete scolastica relativo alle scuole secondarie di secondo grado per l’anno scolastico 2012-2013, che dovrà essere recepito da

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Regione Lombardia. Entrando nello specifico della vostra interrogazione, informo che in data 17.2.2012 è stata inviata risposta scritta alla referente eletta alla presentazione dell’interrogazione ricevuta il 31.1.2012 e destinataria della risposta, mentre per quanto riguarda la petizione ricevuta in data 6.2.2012, con la quale si richiedeva la convocazione urgente del Consiglio Provinciale, si è valutato di rimandare a data successiva alla chiusura delle iscrizioni la discussione consiliare per disporre di dati certi in merito. In data 28.2.2012 è altresì stata convocata la Commissione consiliare Cultura, Pubblica istruzione, Università, Formazione professionale, Lavoro, sport e Pari Opportunità con medesimo oggetto. Si riporta, come richiesto, di seguito risposta ai quesiti presentati nell’interrogazione pervenuta il 31.1.2012. 1) Quale sia la proiezione degli iscritti alle classi prime dell’Istituto superiore E. Fermi di Mantova per l’anno scolastico 2012-2013; quanti studenti può contenere tali istituto e quindi l’ipotesi di sovrannumero. Le iscrizioni alle classi prime per l’anno scolastico 2012-2013 sono state avviate in data 20.1.2012 e il termine di scadenza delle stesse è fissato per il 20.2.2012, come previsto dalla Circolare MIUR n. 110 del 29.12.2011 e dalla Circolare dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia e di Regione Lombardia prot. n. 217 del 12.1.2012 e pertanto solo dopo quella data sarà possibile quantificare le richieste di iscrizioni come prima opzione all’Istituto Fermi. Inoltre sempre la Circolare 217 prevede che le istituzioni scolastiche formative del secondo ciclo monitoreranno in tempo reale l’andamento delle iscrizioni e alla chiusura delle stesse procederanno tempestivamente a valutare se il numero degli iscritti sia compatibile con la capienza dell’istituto. Detta valutazione, caratterizzata da criteri di oggettività, equità e trasparenza precedentemente elaborati da ogni singola istituzione scolastica o formativa del secondo ciclo, dovrà portare all’eventuale individuazione entro il 29 febbraio di coloro le cui iscrizioni non possono essere accettate (questo dice la Circolare 217). L’Istituto, ad oggi, non ha ancora assunto alcun criterio di contenimento quindi i nostri uffici non sono in grado di fare una qualsivoglia ipotesi di proiezione. Per quanto concerne la capienza dell’Istituto occorre ricordare che l’affollamento massimo consentito delle scuole è subordinato a diversi fattori, contemporaneamente strutturali e gestionali, tra i quali prioritarie sono le normative che tutelano la sicurezza degli studenti. Infatti, considerando solamente il numero e le dimensioni delle aule a disposizione la capienza dell’Istituto Fermi si attesta sui 1650 studenti. Considerando invece il numero, l’ampiezza, la dislocazione dei passaggi e dei percorsi interni della scuola, tale capienza risulta essere significativamente minore. In particolare si segnala che il certificato di prevenzione incendi attualmente in corso di validità prevede un affollamento massimo dell’Istituto pari a 1089 persone contemporaneamente presenti, come ben noto all’autorità scolastica. Una revisione di tale previsione richiede un nuovo assenso, non scontato, da parte del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco e consentirebbe, secondo i calcoli dei miei uffici, comunque di raggiungere un affollamento massimo non superiore a 1400-1450 studenti. Non è possibile, di conseguenza, fare ipotesi di soprannumero non conoscendo ad oggi il numero delle iscrizioni. 2) Quali sono gli interventi necessari per poter accogliere tutti gli aspiranti studenti. Non è possibile rispondere non conoscendo, ad oggi, il numero

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totale degli iscritti. Si ribadisce, comunque, il criterio degli spazi come evidenziato dalle Circolari succitate. Ad oggi poi posso integrare con il numero che possiamo avere adesso delle iscrizioni, quindi questa interrogazione può essere ulteriormente integrata, adesso ve lo comunico. 3) Quale tipo di sopralluoghi sono stati effettuati nel plesso Fermi e quali sono state le risultanze. L’attuale complesso edilizio dell’istituto superiore Fermi è inserito, come tutti gli edifici in gestione alla Provincia, nei cicli regionali di sopralluoghi e di manutenzione ordinaria, oltre 40 sopralluoghi all’anno quali quelli dell’elettricista, dell’idraulico, del muratore, del serramentista, del giardiniere. Su tale attività si esercita la supervisione dell’Ufficio Tecnico della Provincia che, a campione, controlla la correttezza degli interventi effettuati dai manutentori e risponde a eventuali richieste formulate dall’istituto per tramite anche dell’Ufficio Tecnico interno della scuola. L’edificio si giudica in condizioni di manutenzione discrete, pertanto la struttura nei suoi componenti edilizi è ben conosciuta dall’ente, mentre i dettagli relativi al suo utilizzo didattico sono competenza esclusiva dell’istituto, cui l’edificio, di proprietà della Provincia, è stato consegnato in uso. 4) Qual è la proposta della precedente Amministrazione coinvolta nello stesso problema e perché è stata abbandonata. La precedente Amministrazione, nell’ambito delle proprie competenze programmatorie, con deliberazione di Giunta n. 166 del 9.12.2010 e con deliberazione di Giunta n. 167 del 9.12.2010, ha approvato rispettivamente la variazione al Piano provinciale di dimensionamento scolastico per l’anno 2011-2012 e al Piano provinciale dei servizi di istruzione e formazione per l’anno scolastico 2011-2012. Si ricorda altresì la nota, prot. 22305 del 26.4.2010, inviata dall’allora Assessore all’Istruzione Armando Federici Canova al dirigente dell’Ufficio Scolastico provinciale di Mantova e p.c. al dirigente dell’Ufficio Scolastico Regionale di Milano, avente ad oggetto “Iscrizione alle classi prime per l’anno scolastico 2010-2011, che ribadiva la necessità di attenersi ai limiti di accettazione delle iscrizioni previste dalla nota dell’USR del 18.1.2009 e precisava che “In riferimento alle competenze della Provincia in materia di edilizia scolastica e in considerazione dell’elevato numero di studenti che risultano essere iscritti alle classi prime dei vari indirizzi mi permetto di segnalare l’attenzione di questo Ufficio Scolastico Provinciale di Mantova sull’osservanza scrupolosa dei parametri fissati dalla nota USR al fine di garantire per tutto il percorso quinquennale la funzionalità del servizio scolastico, senza aggravi per la Provincia determinati dalla necessità di nuove infrastrutture”. Questa è la nota di Federici Canova che mandava all’Ufficio Scolastico Provinciale, quindi è la documentazione della sua posizione rispetto al tema. 5) Quale strada sta percorrendo questa Amministrazione nel caso de quo. La Provincia nell’ambito delle proprie competenze programmatorie con deliberazione di Giunta n. 132 del 3.11.2011, n. 139 del 30.11.2011 e n. 10 del 27.1.2012, ha approvato rispettivamente il Piano provinciale di dimensionamento della rete scolastica relativo alle scuole secondarie di secondo grado anno scolastico 2012-2013, il Piano provinciale dei servizi di istruzione e formazione per l’anno scolastico 2012-2013, Programmazione dell’offerta del secondo ciclo di istruzione e formazione e la Variazione al Piano provinciale dei servizi di istruzione e formazione per l’anno scolastico e formativa 2012-2013, Programmazione dell’offerta del secondo ciclo,

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istruzione e formazione. 6) Quali e quanti sono gli spazi inutilizzati all’interno dell’Istituto, ovvero utilizzati da realtà esterne al plesso (nel caso specifico studenti dell’Istituto “L. Vinci”). Non risulta alla scrivente Amministrazione che porzioni dell’edificio in uso all’Istituto Fermi siano inutilizzate. È in essere altresì una convenzione sottoscritta il 9.2.2008 tra la Provincia di Mantova, ITIS Fermi e l’IPSIA Leonardo da Vinci, avente ad oggetto la ristrutturazione e l’utilizzo congiunto dei laboratori di microbiologia e chimica dell’ITIS. Nell’adiacente sede dell’Istituto Leonardo da Vinci una porzione del primo piano del fabbricato risulta non utilizzata, in attesa dei lavori di rifacimento della copertura programmati dalla Provincia per rimediare a sistematiche infiltrazioni di acqua meteorica. 7) Qual è il dell’Istituto “Vinci” che si appresta ad essere accorpato ad altro istituto professionale, con idonei spazi a disposizione, con risparmi di spesa di personale, anche a livello dirigenziale. Il futuro dell’istituto professionale Vinci, come quello di ogni altro istituto scolastico mantovano, sarà oggetto di Piani provinciali di dimensionamento dell’offerta per l’anno scolastico 2013-2014 rispettosi dei parametri fissati dal DPR 233/98 e dalle normative in materia che verranno deliberate dalla Provincia e approvati dal Regione Lombardia nel corso del 2012, quindi sarà la Provincia che delibererà se l’IPSIA Vinci dovrà essere accorpato ad altro professionale o ad altro istituto. Quindi la domanda è formulata in modo un po’ improprio, cioè dando per scontato già un accorpamento tra professionali. Non è detto, con risparmi di spesa del personale questo sicuramente, l’accorpamento determina dei risparmi di spesa. Magari però quando si risparmia sulla spesa può anche esserci un abbassamento della qualità, se c’è meno personale che può… Però questa è una valutazione mia. Per quanto concerne le iscrizioni per l’anno scolastico 2012-2013 il tema della libertà di scelta degli studenti riporta in sintesi quanto previsto dalle circolari in vigore sottolineando le competenze ministeriali e regionali in materia. Per l’accoglimento delle iscrizioni c’è una normativa. La Circolare del Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca – Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia, prot. 13623 del 19.12.2011, inviata ai dirigenti delle scuole di ogni ordine e grado, avente ad oggetto “Iscrizioni per l’anno scolastico 2012-2013”, dice questo: “Indicazioni preliminari al punto limite dell’accoglimento delle iscrizioni. Il numero degli studenti iscritti non costituisce per l’istituzione scolastica una variabile indipendente rispetto alla qualità del servizio erogato. Al contrario, ciascun dirigente scolastico e ciascuno consiglio di istituto dovrebbero individuare quale sia il numero massimo di studenti annualmente accoglibili, non soltanto con riferimento agli spazi fisici delle aule ma anche e soprattutto rispetto alle dotazioni strutturali (palestre, laboratori, biblioteche) e alla strumentazione didattica anche di tipo multimediale. L’ottica di azione delle istituzioni scolastiche dovrà mirare all’eliminazione di sistemazioni improprie, quale è il caso di molte succursali che si giustificano come soluzioni transitorie cui si potrà porre rimedio anche su un piano pluriennale a partire da un’attenta gestione delle iscrizioni, in stretto e costante raccordo con l’ente locale competente. I consigli di circolo e di istituto avranno cura di deliberare in tempi stretti, prima dell’attivazione della procedura delle iscrizioni e comunque prima della sua conclusione, i criteri di accettazione delle istanze in caso di eccedenza rispetto al numero massimo

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programmato”. La Circolare del MIUR – Direzione Generale Ordinamenti scolastici n. 112 del 29.12.2011, avente per oggetto “Iscrizione alle scuole dell’infanzia e alle scuole di ogni ordine e grado per l’anno scolastico 2012-2013, riprende quanto già indicato dall’USR e dice: “Le domande di iscrizione sono accolte entro il limite massimo dei posti complessivamente disponibili nella singola istituzione scolastica, limite definito sulla base delle risorse di organico e dei piani di utilizzo degli edifici scolastici predisposti dagli enti locali competenti. Nella previsione di richieste di iscrizione in eccedenza, le scuole procedono alla definizione di criteri di precedenza nell’ammissione mediante apposita delibera del consiglio di circolo o istituto, da rendere pubblica prima dell’acquisizione delle iscrizioni”. La Circolare a firma congiunta Direzione Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale e Direzione Generale dell’Istruzione, Formazione e Lavoro di Regione Lombardia, prot. n. 217 del 12.1.2012, avente ad oggetto “Iscrizione alle scuole statali e paritarie del secondo ciclo di istruzione e percorsi di istruzione e formazione professionale” indica: “Le istituzioni scolastiche formative del secondo ciclo monitoreranno l’andamento delle iscrizioni e alla chiusura delle stesse procederanno tempestivamente a valutare se il numero degli iscritti sia compatibile con la capienza dell’istituto”. In merito, infine, alla richiesta di adozione di eventuali provvedimenti per mettere a disposizione dell’Istituto Fermi gli spazi necessari affinché tutti gli studenti che lo desiderano possano essere accolti si intende a partire dal riconoscimento delle autonomie perfette in capo all’Istituto Vinci e all’Istituto Fermi, favorire tramite azioni negoziali il divenire ad un possibile rapporto convenzionale che medi e tuteli i bisogni e gli interessi di entrambe le parti e permetta, nel limite del possibile, di offrire una risposta adeguata. La questione in ogni caso si inquadrerà in un ambito relativo al prossimo Piano di dimensionamento, contemperando ragioni di qualità dell’offerta formativa con ragioni dimensionali, ancora una volta normative di disposizioni in continua evoluzione, e di offerta complessiva provinciale il sistema di istruzione e formazione. Non è l’Amministrazione provinciale che ha facoltà o volontà di determinare un numero chiuso, assolutamente no. Esistono delle condizioni oggettive di capienza e quindi di conseguenza è necessario istituire una programmazione condivisa al fine di accogliere nel modo più equo possibile le richieste degli studenti che rispettino la loro libertà di scelta di un indirizzo scolastico preciso, non tanto di una scuola ma di un indirizzo che sia quello scelto secondo il proprio orientamento. Per cui non è una scelta dell’Amministrazione. Consigliere Pasetti : Grazie Assessore per la sua digressione. Di tutte queste circolari non ne avevo conoscenza e sinceramente non vanno a suo favore, nel senso che dicono tutte che bisogna valutare il numero di studenti in base alla capienza potenziale di ogni aula, di ogni istituto. Ed è questo il punto. Quello che ho saputo ultimamente era una questione di metodo. Molte volte noi Consiglieri abbiamo abdicato in quella che era la nostra competenza. La nostra competenza è valutare determinate situazioni a cui per legge, per Costituzione, siamo chiamati noi Consiglieri. Questa volta, Assessore, come lei dice il D.Lgs. 112/98 stabilisce che compete alla Provincia tutto ciò che è materia dell'istruzione, per cui compete

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alla Provincia valutare l’aspetto anche logistico delle aule. Me lo dice lei, “La normativa inerente al decentramento di funzioni a favore degli enti locali, in particolare il D.Lgs. 112/98, stabilisce che competono alla Provincia in materia di istruzione scolastica l’istituzione, l’aggregazione, la fusione e la soppressione di scuole in attuazione degli strumenti di programmazione nonché la redazione dei piani di organizzazione della rete delle istituzioni scolastiche”. Vuol dire che noi della Provincia dobbiamo cercare di valutare e di fare in modo che le aule possano essere quanto meno compatibili con il numero degli studenti. Il punto è questo, lei sa fin dal novembre del 2011 che c’era questo problema, adesso non è stato spiegato nell’interrogazione e vorrei eventualmente soffermarmi su questo. Il punto dolente è fra due istituti scolastici superiori, il “Vinci” e il “Fermi”. Il “Vinci” ha la propria sede nel cosiddetto Palazzo di Vetro, a ridosso del corso qui a Mantova, metà del primo piano è adesso occupato da un altro istituto scolastico, il “Vinci”. Perché questo? Su questo signor Assessore lei non mi ha risposto, per cui non può adesso eccepire che non sia vero quello che dico. Per cui inizialmente questo immobile è stato proprio costruito oppure pensato per l’ITIS. L’ITIS è una scuola superiore che ha 5 indirizzi, abbiamo la chimica, l’elettrotecnica, l’elettronica ed è molto importante in questo momento perché la Camera di Commercio, di Mantova ma anche le Camere di Commercio nazionali, stabiliscono e dicono che in questo momento noi abbiamo bisogno veramente di tanti tecnici, ne abbiamo pochi in Italia e pertanto ridurre e porre un numero chiuso in questo settore è anche deleterio per quello che è l’andamento dell’economia, della socialità in Italia. Il punto è, Assessore, il fatto che lei da novembre ha cominciato una dialettica, una battaglia, come possiamo chiamarla, mediatica con il dirigente scolastico del “Fermi” e l’Amministrazione provinciale non lo so, sicuramente non il Consiglio Provinciale, è venuto a conoscere di questa problematica. La problematica è questa. In un open day di novembre si è capito che le nuove iscrizioni del “Fermi” erano potenzialmente tra i 400 e i 500, a fronte di un’uscita per maturità di 200 ragazzi, per cui vuol dire che ci sarebbe stato un aumento circa di 200-300 ragazzi in prima superiore. Lei è stata allertata della situazione, il problema è che l’Istituto Vinci invece ha una diminuzione nelle preiscrizioni e pertanto non dico a ragione, questo poi lo dovrà valutare la Commissione n. 8, che è stata chiamata in ritardo comunque, bisogna valutare, ha chiesto l’Istituto Fermi di potersi riappropriare delle proprie aule visto che il “Vinci” aveva tranquillamente delle aule nella propria sede. A fronte di questo il 31 gennaio c’è stata l’interrogazione molto simile alla mia presentata da 150 persone, 150 tra ragazzi maggiorenni, professori e genitori di studenti di terza media che volevano quanto meno preiscriversi al “Fermi”, che hanno chiesto il perché non era più possibile iscriversi nell’istituto superiore nel quale aspiravano di poter fare il loro percorso di studi perché purtroppo non c’erano gli spazi adatti. È su questo, Assessore, che secondo me abbiamo mancato perché il problema c’è. Mi si è detto in conferenza capigruppo che era soltanto da un punto di vista logistico, nel senso che molte aule del “Vinci” non erano agibili perché pioveva. Allora se noi sappiamo di questa problematica bisogna subito attivare la Commissione n. 8 per valutare quello che è possibile fare. Quando io sono andato in conferenza capigruppo mi sono molto arrabbiato perché…

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Presidente del Consiglio – Simone Pistoni : Deve chiudere Consigliere. Avevamo condiviso un intervento però non un monologo di mezz’ora. Consigliere Pasetti : Si, ha ragione, ma l’Assessore ci ha messo mezz’ora per rispondere. Presidente del Consiglio – Simone Pistoni : Poteva anche non leggere la risposta scritta. Lo ha fatto per renderlo noto a tutti. Consigliere Pasetti : Il punto è proprio questo. Io ho lamentato e lamento ancora adesso e purtroppo questo mi dà ragione e dà ragione a tutti i cittadini che ritengono che l’ente Provincia sia un ente totalmente inutile, perché se noi addirittura abbiamo una competenza che è questa delle scuole e noi ci rifiutiamo quanto meno di valutare determinate situazioni vuol dire che l’ente Provincia non serve a niente. L’interrogazione è stata presentata il 31 gennaio ed è stata data risposta il 16 di febbraio, è stata presentata una petizione secondo l’art. 70 dello Statuto in base alla quale si è richiesta da parte di più di 500 persone la convocazione urgente di un Consiglio. Io ho chiesto anche ai capigruppo di fare in modo che oggi si facesse questo ordine del giorno perché è la volontà popolare. Noi parliamo molte volte di determinate situazioni che non contano niente, voi stessi mi dite che non contano niente (la mozione sulla Turchia…). Questa è competenza della Provincia e anche questa non possiamo discuterla. Per cui, Assessore, mi è stato detto che non è possibile fare questo ordine del giorno il 20 di febbraio perché purtroppo prima bisogna attivare la Commissione n. 8 per valutare i lavori. Si poteva anche valutare prima questo, si poteva convocare prima la Commissione. Io credo che qui sia diventata anche una questione politica perché, Assessore, il discorso è questo: il 20 scadono le iscrizioni, per cui oggi scadono le iscrizioni, adesso l’Istituto Fermi ha 9 giorni, fino al 29, per accettare o meno 200 persone. Quante sono adesso le iscrizioni? Mettiamo 400, me l’ha data oggi la risposta all’interrogazione e non mi ha detto esattamente quante sono. Comunque vuol dire che il 28 ci sarà una Commissione che non conterà niente, che dovrà rimandare a un’altra Commissione, perché questa è la Commissione Cultura, poi dovrà passare alla Commissione Lavori pubblici per valutare i lavori da fare nelle aule, poi dovrà passare alla Commissione Bilancio per vedere quanti soldi… Presidente del Consiglio – Simone Pistoni : Non può fare un monologo Consigliere. Consigliere Pasetti : Presidente abbia pazienza… Presidente del Consiglio – Simone Pistoni : Nella capigruppo abbiamo condiviso questa cosa, abbiamo anche anticipato il punto… Consigliere Pasetti : Presidente io voglio rispondere per cui le dico, Assessore…

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Presidente del Consiglio – Simone Pistoni : Non poteva nemmeno rispondere, questo è il tema. Consigliere Pasetti : Sto concludendo Presidente. Presidente del Consiglio – Simone Pistoni : Allora concluda, prego. Consigliere Pasetti : Assessore io spero che per il futuro comunque la questione che ho posto venga ricordata. Qui abbiamo mancato nel rispetto nei confronti del cittadini. Presidente del Consiglio – Simone Pistoni : Se qualcuno dei capigruppo deve fare un breve intervento, come avevamo concordato… Avevamo condiviso questa cosa, è chiaro che non si può però avevamo concordato questo. Se non ci sono repliche proseguiamo con l’O.d.G., oppure se vuol replicare, Assessore, lo faccia. Assessore Zaltieri : Dunque, l’Amministrazione provinciale è proprietaria degli immobili in cui sono allocatele scuole superiori e provvede alla manutenzione e alle esigenze strutturali. Fra le azioni della gestione di queste strutture c’è anche quella di dotare ogni plesso di un certificato di prevenzione incendi. Dopo di che la dotazione strutturale viene data alla singola autonomia scolastica che la gestisce in modo totalmente autonomo e il dirigente scolastico ai sensi della Legge 266 è anche il datore di lavoro responsabile della sicurezza. Consigliere Pasetti : Assessore mi scusi ma se avesse preso questa situazione fin da subito… Presidente del Consiglio – Simone Pistoni : No, no, il suo prossimo intervento è solo per dichiararsi soddisfatto o non soddisfatto. Consigliere Pasetti : Presidente, se qui il Regolamento non viene portato avanti non è che non viene portato avanti soltanto per me. Presidente del Consiglio – Simone Pistoni : Non lo può fare. Assessore Zaltieri : Mi ha posto una questione e le sto rispondendo, che è quella appunto della gestione degli spazi che non è dell’Amministrazione, è del dirigente scolastico nella sua autonomia. Dopo di che quando viene data un’autonomia a un dirigente e una dotazione strutturale è quella e quando vengono cambiate delle destinazioni d’uso, vengono inglobate in un’altra autonomia in questa autonomia vanno. Per cui l’autonomia che precedentemente avesse avuto degli spazi o delle aule non può ritenersi proprietaria e quindi destinataria di un diritto di proprietà. Questo per intenderci riguardo al Palazzo di Vetro, che adesso è condiviso per metà dall’IPSIA e per metà dal “Fermi”. Bisogna dire una cosa, ultimamente c’è stata una crescita notevole dell’Istituto Fermi anche perché con il riordino Gelmini

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c’è stato un grande successo del liceo delle scienze applicate un po’ in tutta la provincia di Mantova. Quindi noi abbiamo a che fare con una situazione abbastanza fluida di crescita. L’accoglimento delle iscrizioni proprio per non creare delle esigenze di intervento strutturale che magari possono valere per un anno e non valere per l’anno dopo, insomma per fare un investimento organico ed efficace delle risorse l’accoglimento delle iscrizioni dovrebbe essere armonizzato nel modo più possibilmente adeguato fra le scuole che sono sullo stesso territorio. Quindi lo spirito della legge, della Circolare di Colosio, quella citata del 19 dicembre, era questo: l’accoglimento delle iscrizioni non determini una necessità di creare ulteriori filiazioni e plessi, prima di creare un plesso ulteriore si badi ad accogliere le iscrizioni nelle varie scuole di una stessa città, sempre rispondendo alle richieste dell’utenza, in modo da renderla organica questa distribuzione. Voglio dire se c’è un numero eccedente di iscrizioni alle scienze applicate e ci sono due offerte di liceo delle scienze applicate su una stessa città si veda eventualmente di poter armonizzare le scelte e quindi di fare in modo che dove c’è posto in un istituto possano essere accolte dove nell’altro istituto scelto non ci sia più posto. Nelle grandi città avviene così da tempo, a Milano al liceo Parini, magari al liceo Tito Livio e all’altro liceo si fa in modo che il numero chiuso non precluda allo studente di non poter seguire un liceo ma dove non c’è più posto al “Parini” vadano al “Tito Livio”, vadano in un altro liceo che ha gli spazi. I criteri che ogni dirigente dovrebbe assumere dovrebbero andare in questa direzione, non della discriminazione ma del dire dove in una città c’è un unico indirizzo gli iscritti che richiedono quell’unico indirizzo avranno la precedenza, dove c’è un’offerta analoga magari si può dire in subordine che possono anche essere accolti nell’altra scuola dove c’è la medesima offerta. Tutti gli istituti superiori hanno queste prescrizioni. Come Amministrazione provinciale non abbiamo ritenuto che fosse corretto dare a un solo istituto in tutta la provincia di Mantova la deroga assoluta da questo obbligo di legge. Tutti si sono attenuti a quest’obbligo di legge. Pur restando la disponibilità dell’Amministrazione a venire incontro alla richiesta dell’utenza tutti devono adeguarsi alla medesima normativa. Se io avessi detto all’Istituto Fermi do deroga completa di poter accogliere tutte le iscrizioni che vogliono allora l’Istituto Bonomi avrebbe detto “allora anch’io”, il “Falcone” di Asola avrebbe detto la stessa cosa, Castiglione avrebbe detto la stessa cosa. Quindi mi è sembrato corretto poter dare una risposta a fronte dei dati delle iscrizioni ma non di dare un via libera preventiva ad una sola scuola in tutta la provincia di Mantova sulle capienze. In secondo luogo, dove io gli spazi debba chiederli ad un’altra scuola devo capire i dati di tutte le iscrizioni per capire quali sono le iscrizioni di quella scuola per poter, quindi, avere un quadro complessivo delle due scuole che possono mettere in comune degli spazi ma anche di tutto il territorio provinciale, perché non è l’unica scuola il “Fermi” che ha delle esigenze particolari e anche di spazio. È l’unica scuola che ha fatto un grande movimento mediatico, richieste, petizioni, firme e io mi sento responsabile nei confronti dei cittadini di quella petizione e di quelle interrogazioni ma anche di fronte ai cittadini di tutto il territorio provinciale e le risorse e le attenzioni vanno su Mantova città come vanno sui territori, vanno su una scuola come l’Istituto Fermi come sul professionale. Quindi per un dovere di equità e di

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attenzione io devo ragionare in questi termini, sempre disponibile poi adesso che ho i dati delle iscrizioni, adesso che ho un quadro complessivo, a chiedere alla scuola che ritengo possa avere degli spazi da mettere a disposizione di metterli a disposizione, previa riparazione dei tetti su cui stiamo già facendo un piano finanziario per poter intervenire in estate e averli pronti a settembre. Questa mia reticenza è stata determinata da un atteggiamento di equità che mi sono data rispetto al “Fermi” e rispetto a tutte le altre scuole, rispetto all’utenza del “Fermi” molto combattiva e motivata ma rispetto anche a tutti quelli che stanno zitti ma che sono altrettanto meritevoli di avere il rispetto dei propri diritti. Presidente del Consiglio - Simone Pistoni : Grazie Assessore. Devo chiedere al Consigliere Pasetti se si ritiene soddisfatto o non soddisfatto. Non può allargare il suo intervento, deve rispondere se è soddisfatto o non soddisfatto. Consigliere Pasetti : Mi scusi Presidente, abbia pazienza, ha continuato a parlare per mezz’ora l’Assessore, mi permetta quanto meno una breve replica. Presidente del Consiglio - Simone Pistoni : Siamo andati in deroga, o coglie altrimenti non so cosa fare. Consigliere Pasetti : Mi scusi, o facciamo le cose giuste da Regolamento o se non facciamo le cose giuste… Presidente del Consiglio - Simone Pistoni : Mi costringe a passare al secondo punto dell’O.d.G. Consigliere Pasetti : Presidente, mi permetta di dire che lei non è un bravo Presidente, non è giusto e non è equo. Presidente del Consiglio - Simone Pistoni : La ringrazio del complimento. Allora passiamo al secondo punto all’O.d.G. Verbalizziamo che non ha dichiarato se si dichiara soddisfatto o non soddisfatto. Consigliere Pasetti : Verbalizziamo pure che secondo il Consigliere Pasetti il Presidente non è equo per tutti i Consiglieri, per cui favorisce gli Assessori e se fosse per il Consigliere Pasetti lui potrebbe tranquillamente lasciare il suo posto e lasciarlo anche il Presidente Pastacci visto che gli consiglia come comportarsi nella sua carica di Presidente. Presidente del Consiglio - Simone Pistoni : Lei sta facendo quello che ne ha voglia qui dentro. Consigliere Pasetti : Presidente, questo O.d.G. è come lo vuole lei. Presidente del Consiglio - Simone Pistoni : Sta facendo quello che ne ha voglia,

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in barba al Regolamento e allo Statuto. Consigliere Refolo, avevo chiesto prima però… Consigliere Refolo : Ho lasciato finire il Consigliere Pasetti. Io avevo solo un paio di domande. Visto che l’Assessore ha detto che è a conoscenza del numero di iscrizioni… Presidente del Consiglio - Simone Pistoni : Non può interrogare l’Assessore, non è un dibattito. Consigliere Refolo : Visto che lo ha saputo oggi… Presidente del Consiglio - Simone Pistoni : Consigliere Montagnini. Consigliere Montagnini : Io qui intervengo in quanto Presidente di Commissione. C’è una Commissione convocata sul punto il 28, quindi ritengo che il dibattito può essere molto approfondito in Commissione. Tutto qui. Presidente del Consiglio - Simone Pistoni : Passiamo al punto successivo.

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1) Dismissione della partecipazione societaria dell a Provincia di Mantova in "Agrisviluppo S.p.A." DECISIONE Il Consiglio Provinciale provvede alla dismissione della partecipazione societaria in Agrisviluppo S.p.A. MOTIVAZIONE DELLE SCELTE La società svolge attività e servizi prettamente finanziari nel territorio provinciale di Mantova, nelle province della Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte e Veneto. In data 07 dicembre 2011, con lettera di prot. 62545, la Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A., che attualmente già detiene il 99,068% delle azioni, ha comunicato che intende acquisire tutto il patrimonio azionario della società Agrisviluppo S.p.A., ed ha offerto a tutti i soci euro 277,806 per azione in base alla situazione patrimoniale al 30.09.2011. L’Amministrazione dismette la totale partecipazione nella società in quanto con la cessione non si altera la capacità di perseguimento delle finalità istituzionali dell’Ente, in ragione della ridotta quota di partecipazione posseduta dall’Ente. CONTESTO DI RIFERIMENTO L’art. 3, comma 27 della Legge n. 244/2007 (Legge Finanziaria 2008) stabilisce che, al fine di tutelare la concorrenza ed il mercato, le amministrazioni di cui all’art. 1, comma 2 del Decreto Legislativo n. 165 del 30.03.01 e s.m.i., non possono costituire società aventi per oggetto attività di produzione di beni e servizi non strettamente necessarie per il perseguimento delle proprie finalità istituzionali, né assumere o mantenere direttamente partecipazioni, anche di minoranza, in tali società. La stessa disposizione stabilisce che è sempre ammessa la costituzione di società che producono servizi di interesse generale e l’assunzione di partecipazioni in tali società da parte delle amministrazioni di cui all’art. 1, comma 2 del Decreto Legislativo n. 165 del 30.03.01, nell’ambito dei rispettivi livelli di competenza. L’art. 3, comma 28, della medesima Legge n. 244/07 prevede che l’assunzione di nuove partecipazioni ed il mantenimento delle attuali devono essere autorizzati dall’organo competente con deliberazione motivata in ordine alla sussistenza dei presupposti di cui al comma 27. La Provincia di Mantova, che rientra nel novero delle Amministrazioni Pubbliche tenute ad effettuare la valutazione predetta, ha approvato con delibera di C.P. n. 49 del 20.12.2010 la ricognizione della compagine societaria procedendo al mantenimento della società ai sensi dell’art. 3 comma 27 della Legge 244/2007(Legge Finanziaria 2008). La società, oggetto di dismissione, Agrisviluppo S.p.A ., è una società a capitale misto pubblico-privato con capitale sociale complessivo di euro 17.429.850,00 di cui la Provincia di Mantova detiene n. 150 azioni del valore nominale di euro 258,22 cad. corrispondenti ad un valore nominale di euro 38.733,00 pari allo 0,222% del capitale sociale.

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ISTRUTTORIA Si allega la relazione contenente la compagine sociale, i risultati di bilancio degli ultimi cinque esercizi della predetta società partecipata, quale parte integrante e sostanziale alla presente deliberazione, allegato sub a). Si richiama la relazione tecnica predisposta dal Dirigente del Settore Agricoltura e Attività Produttive - Caccia e Pesca, che si allega quale parte integrante e sostanziale - allegato sub b) - che evidenzia le motivazioni per la dismissione. Si ricorda che spetta al Consiglio valutare quali siano le partecipazioni ritenute non più strettamente necessarie per il perseguimento delle finalità istituzionali della Provincia di Mantova e decidere di procedere alla loro dismissione. Con nota n. 70/SDG del 17 settembre 2008 sono state integrate le direttive generali in materia di partecipazioni dell’Ente per quanto riguarda la competenza in merito all’attività istruttoria e predisposizione dei relativi atti deliberativi. Si è provveduto ad un confronto con gli altri soci di minoranza e si è verificato che stanno procedendo alla cessione. Tra questi hanno già formalizzato la cessione la Camera di Commercio di Mantova, Confagricoltura di Mantova, Associazione Mantovana Allevatori. RIFERIMENTI NORMATIVI

• l’art. 3, commi 27, 28 e 29 della Legge 24 dicembre 2007, n. 244;

• il D.Lgs. n. 267/2000;

• lo Statuto provinciale; Visto il parere favorevole espresso dal Collegio dei revisori - Allegato sub c); Acquisiti i pareri formulati sulla proposta di deliberazione in oggetto ai sensi dell’art. 49 comma 1° del D. Lgs. n. 267/2000: - dal Dirigente del Settore Agricoltura e Attività Produttive - Caccia e Pesca, che

attesta la regolarità tecnica; - dal Dirigente del Settore Finanziario che attesta la regolarità tecnica solamente

per quanto attiene alle informazioni specifiche riferite alla società oggetto del presente provvedimento, come da allegato sub a), con esclusione di quanto attiene alle valutazioni in merito alla dismissione della partecipazione in quanto espresse dai dirigente competente funzionalmente nell’allegato sub b);

Sentita la competente Commissione Consiliare nella seduta del 8 febbraio 2012;

D E L I B E R A

1. di fare proprie le premesse della presente deliberazione che si richiamano nel

dispositivo del provvedimento “per relationem”;

2. di dare atto che, per le motivazioni sopra esposte, si autorizza la dismissione totale della partecipazione della Provincia di Mantova in “ Agrisviluppo S.p.A.” in

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quanto, in ragione della ridotta quota di partecipazione posseduta (0,222% del capitale sociale), con la cessione non si altera la capacità di perseguimento delle finalità istituzionali dell’Ente;

3. di autorizzare la cessione a Banca Monte Paschi di Siena S.p.A., di n. 150

azioni al prezzo derivante dalla situazione patrimoniale al 30.09.2011, pari a 277,806 per azione per un corrispettivo complessivo di euro 41.671,00, come indicato nella predetta nota inviata dalla Banca M.P.S. il 07.12.2011, ns. prot. 62545, che si allega sub d);

4. di dare atto che la somma di euro 41.671,00 proveniente dall’alienazione della

partecipazione alla Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A., socio di maggioranza della società, verrà imputata alla risorsa 4.01.4101 del bilancio di previsione 2012.

Alessandro Pastacci – Presidente : Per quanto riguarda il punto n. 1 all’O.d.G., dal punto 1 al 5 sono stati trattati nella relativa Commissione consiliare. Il punto n. 1 è “Dismissione della partecipazione societaria della Provincia di Mantova in Agrisviluppo S.p.A.". La Provincia ai sensi anche della legge finanziaria 2008 e con la verifica della congruità rispetto alle partecipazioni attualmente in atto ha dato avvio nei mesi scorsi a questo tipo di verifica e sta procedendo alla dismissione di alcune partecipazioni anche e soprattutto di piccole dimensioni o per una mancanza di coincidenza tra quelle che sono le competenze specifiche delle Province e gli obiettivi statutari di queste società oppure per alcune altre anche per quanto riguarda la conclusione delle proprie funzioni e quindi la messa in atto della liquidazione. Per quanto riguarda Agrisviluppo SpA in particolar modo, il socio di maggioranza, che deteneva una quota pari ad oltre il 99%, procederà al riacquisto delle quote, quindi di quel meno dell’1% attualmente di proprietà di altri soci e quindi noi abbiamo trovato sicuramente di interesse poter procedere alla dismissione, visto anche l’indirizzo della L. n. 244/2007. Presidente del Consiglio – Simone Pistoni : Ci sono interventi? Prego Consigliere Fava. Consigliere Fava : Registro con favore questo cambio di tendenza, vorrei però ricordare ai colleghi che nella scorsa consiliatura non c’erano che questo tema in questo Consiglio …[cambio lato audiocassetta n. 1]… Devo dire che la Giunta Fontanili allora fece scelte completamente diverse, cioè venne in quest’aula a dirci che, ad esempio, Agrisviluppo era anche strategica per le finalità della Provincia, quindi era necessario mantenere quel tipo di partecipazione. Siccome qui si giustifica la questione come un mero atto tecnico io vorrei invece ricondurre la questione a quello che è, cioè a un atto politico. È una scelta politica dell’Amministrazione che in controtendenza con chi c’era prima, quindi con un gesto di discontinuità politica rispetto all’Amministrazione precedente, sceglie di dismettere una partecipazione che non era strategica nemmeno prima, non è che adesso sia cambiata in termini di strategicità. Agrisviluppo, sapete meglio di me, di

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fatto è una sorta di merchant bank, una banca d’affari che si occupa di intervenire direttamente sul mercato con una serie di operazioni, ivi comprese le acquisizioni di partecipazioni societarie in aziende agricole e credo che l’Assessore Castelli ricordi bene che c’era stato detto che in un momento come questo, dove una Provincia come la nostra aveva scelto e optato di andare nella direzione di incentivare le attività agricole e la riconversione in particolare ai temi che seguiranno, perché erano i temi che riguardano la riconversione delle aziende agricole in aziende di produzione energetica da fonti rinnovabili… c’erano tutta una serie di questioni per le quali si diceva che Agrisviluppo fosse, come altre, una partecipazione assolutamente da non destinare a dismissione. Prendiamo atto, quindi, del fatto che si interrompe un ciclo, che la nuova Amministrazione la pensa diversamente da quella di prima. Noi peraltro avevamo votato contro in quella occasione, quindi io credo di poter già anticipare a nome del gruppo che voteremo a favore della dismissione di Agrisviluppo. Presidente del Consiglio – Simone Pistoni : Grazie Consigliere Fava. Ci sono altri interventi? Prego Consigliere Negrini. Consigliere Negrini : Solo un chiarimento. Nel deliberato si legge “di autorizzare la cessione a Banca Monte Paschi di Siena S.p.A. di n. 150 azioni al prezzo derivante dalla situazione patrimoniale al 30.09.2011, pari a 277,806 per azione” Quindi in questo caso abbiamo già trovato l’acquirente che sarebbe Banca Monte Paschi di Siena delle nostre 150 azioni? Intervento fuori microfono Consigliere Negrini : Cioè, non so se dovevamo fare un’evidenza o se poteva vendere… Era stata una scelta, eravamo obbligati oppure potevamo fare un’evidenza per vedere se qualche altro soggetto voleva acquistarle? Intervento fuori microfono Consigliere Fava : Le modalità di alienazione, ovviamente essendo alienazioni di un ente pubblico, teoricamente dovrebbero seguire una procedura di evidenza pubblica. Mi sembra abbastanza vincolante il fatto che poi alla fine compri il Monte dei Paschi. Se con Monte dei Paschi si sia raggiunta un’intesa non ho nulla da dire, probabilmente sarebbe stato meglio seguire quel filone, però mi ricordo che già all’epoca, quando si discusse di questo, l’ipotesi di cedere al Monte dei Paschi era una specie di strada obbligata. Non voglio dare giustificazioni, di certo se si fosse fatto un bando sarebbe stato meglio. Consigliere Negrini : La mia domanda deriva solo dal fatto che è una SpA, al di là che tutto il resto delle azioni sia di proprietà… Come facciamo noi a sapere che non c’è nessun altro soggetto che le voleva acquistare a un prezzo superiore?

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Presidente del Consiglio – Simone Pistoni : Ci sono altri interventi? Prego Consigliere Refolo. Consigliere Refolo : Io penso che quello che dice il Consigliere Negrini non sia del tutto sbagliato, nel senso che essendo una SpA sarebbe stato forse meglio fare un bando pubblico per cercare di ottenere il massimo dalla vendita di queste azioni, visto che queste vendite vengono fatte principalmente per fare cassa. Presidente del Consiglio – Simone Pistoni : Penso che sia legato a una questione di prelazione. Consigliere Fava : Scusate, non peggioriamo la situazione, perché la prelazione si esercita dopo che è stato fissato il prezzo, dopo di che nessuno glielo impedisce. Non peggioriamo la situazione, avete fatto la frittata, chiudiamola così. Credo che non ci sarebbero altri acquirenti, facciamo così. Non avendo nessun altro Consigliere chiesto la parola, il Presidente del Consiglio pone in votazione in forma palese, eseguita con sistema elettronico, il punto all’ordine del giorno e ne proclama il seguente esito:

Favorevoli: n. 19 In conformità di ciò, il Presidente proclama approvata all’unanimità la deliberazione stessa. Infine il Consiglio, con voti

Favorevoli: n. 19 Dichiara immediatamente eseguibile la deliberazione stessa.

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2) Dismissione della partecipazione societaria dell a Provincia di Mantova in "ASEP S.p.A." DECISIONE Il Consiglio Provinciale provvede alla dismissione della partecipazione societaria in A.SE.P. S.p.A. MOTIVAZIONE DELLE SCELTE La società svolge attività di apprestamento, organizzazione e gestione di servizi ai cittadini e alle imprese e di servizi pubblici locali ed in genere l’esecuzione di lavori e forniture ad essi affidati. L’Amministrazione dismette la totale partecipazione nella società anzidetta in quanto ritenute non più strategica per il perseguimento dei fini istituzionali dell’Ente, anche in ragione della ridotta quota di partecipazione posseduta dall’Ente. CONTESTO DI RIFERIMENTO L’art. 3, comma 27 della Legge n. 244/2007 (Legge Finanziaria 2008) stabilisce che, al fine di tutelare la concorrenza ed il mercato, le amministrazioni di cui all’art. 1, comma 2 del Decreto Legislativo n. 165 del 30.03.01 e s.m.i., non possono costituire società aventi per oggetto attività di produzione di beni e servizi non strettamente necessarie per il perseguimento delle proprie finalità istituzionali, né assumere o mantenere direttamente partecipazioni, anche di minoranza, in tali società. La stessa disposizione stabilisce che è sempre ammessa la costituzione di società che producono servizi di interesse generale e l’assunzione di partecipazioni in tali società da parte delle amministrazioni di cui all’art. 1, comma 2 del Decreto Legislativo n. 165 del 30.03.01, nell’ambito dei rispettivi livelli di competenza. L’art. 3, comma 28, della medesima Legge n. 244/07 prevede che l’assunzione di nuove partecipazioni ed il mantenimento delle attuali devono essere autorizzati dall’organo competente con deliberazione motivata in ordine alla sussistenza dei presupposti di cui al comma 27. La Provincia di Mantova, che rientra nel novero delle Amministrazioni Pubbliche tenute ad effettuare la valutazione predetta, ha approvato con delibera di C.P. n. 49 del 20.12.2010 la ricognizione della compagine societaria procedendo al mantenimento della società ai sensi dell’art. 3 comma 27 della Legge 244/2007(Legge Finanziaria 2008). La società, oggetto di dismissione, A.SE.P. S.p.A. è una società a capitale misto pubblico – privato con capitale sociale complessivo di euro 4.061.904,00, di cui la Provincia di Mantova detiene n. 3.630 azioni del valore nominale di euro 33,00 cad. corrispondenti ad un valore di euro 119.790,00 pari al 2,949% del capitale sociale. ISTRUTTORIA Si allega la relazione contenente la compagine sociale, i risultati di bilancio degli

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ultimi cinque esercizi della predetta società partecipata, quale parte integrante e sostanziale alla presente deliberazione, allegato sub a). Si richiama la relazione tecnica predisposta per la dismissione del Dirigente del Settore Agricoltura e Attività Produttive - Caccia e Pesca, che si allega quale parte integrante e sostanziale - allegato sub b) – che evidenzia le motivazioni per la dismissione. Si ricorda che spetta al Consiglio valutare quali siano le partecipazioni ritenute non più strettamente necessarie per il perseguimento delle finalità istituzionali della Provincia di Mantova e decidere di procedere alla loro dismissione. Con nota n. 70/SDG del 17 settembre 2008 sono state integrate le direttive generali in materia di partecipazioni dell’Ente per quanto riguarda la competenza in merito all’attività istruttoria e predisposizione dei relativi atti deliberativi; RIFERIMENTI NORMATIVI

• l’art. 3, commi 27, 28 e 29 della Legge 24 dicembre 2007, n. 244;

• il D.Lgs. n. 267/2000;

• lo Statuto provinciale; Visto il parere favorevole espresso dal Collegio dei revisori - Allegato sub c); Acquisiti i pareri formulati sulla proposta di deliberazione in oggetto ai sensi dell’art. 49 comma 1° del D.Lgs. n. 267/2000: - dal Dirigente del Settore Agricoltura e Attività Produttive - Caccia e Pesca, che

attesta la regolarità tecnica; - dal Dirigente del Settore Finanziario che attesta la regolarità tecnica solamente

per quanto attiene alle informazioni specifiche riferite alla società oggetto del presente provvedimento, come da allegato sub a), con esclusione di quanto attiene alle valutazioni in merito alla dismissione della partecipazione in quanto espresse dal dirigente competente funzionalmente nell’allegato b);

Sentita la competente Commissione Consiliare nella seduta del 8 febbraio 2012;

D E L I B E R A

1. di fare proprie le premesse della presente deliberazione che si richiamano nel dispositivo del provvedimento “per relationem”;

2. di dare atto che, per le motivazioni sopra esposte, non è più strategica per il perseguimento dei fini istituzionali dell’ente, la partecipazione della Provincia di Mantova in “A.SE.P. S.p.A.”;

3. di autorizzare, per le motivazioni sopra esposte, la dismissione totale, nelle

forme previste dalla vigente normativa e dallo statuto sociale, della totale partecipazione nella società A.SE.P. S.p.A., di n. 3630 azioni del valore nominale di euro 33,00 cad. corrispondenti ad un valore nominale di euro 119.790,00 pari al 2,949% del capitale sociale.

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Alessandro Pastacci - Presidente del Consiglio : Per le medesime motivazioni che dicevo per il punto precedente anche questo punto è già stato oggetto della Commissione consiliare e visto anche la quota estremamente limitata ma soprattutto per l’oggetto sociale e l’evoluzione rispetto anche alla partecipazione che portò la Provincia allora a partecipare al Centro Servizi che era stato costituito e l’evoluzione della società stessa, ad oggi per quanto attiene all’attività e alle competenze specifiche della Provincia, differentemente da quelle che sono le competenze e i servizi che vengono erogati da un Comune, questa partecipazione non è più una partecipazione strategica in quanto tale. Quindi anche per questa si propone al Consiglio l’approvazione della dismissione della quota. Presidente del Consiglio – Simone Pistoni : Prego Consigliere Fava. Consigliere Fava : Su questa invece, al contrario di quella precedente, ho qualche riserva in più, non tanto perché anche in questo caso l’argomento non fosse già stato dibattuto ampiamente e noi avessimo già dato indicazioni abbastanza chiare, il nostro orientamento sull’alienazione un po’ di tutte queste partecipazioni che consideravamo non strategiche, però qui stiamo parlando di una situazione un po’ particolare perché siamo in una fase di assoluta ristrutturazione dell’azienda. Non possiamo far finta che non sia in corso una ristrutturazione aziendale che ha portato, ad esempio, ad un avvicendamento fra i soci di minoranza in questa fase significativa, perché voi sapete che è uscito il socio modenese, chiamiamolo così, AIMAG per capirci, questo socio è stato soppiantato da TEA che ne ha acquisito le quote. Il Comune di Porto Mantovano, che è l’azionista di maggioranza relativa, ha chiesto a TEA stessa un momento di riflessione anche ai fini della composizione stessa del consiglio di amministrazione per ridefinire la mission e la strategicità dell’azienda in un’ottica appunto di ristrutturazione della società. Presidente, se posso permettermi, noi chiediamo che questo punto venga ritirato, in una logica nell’ambito della quale si abbia certezza di quello che è il piano industriale strategico del Comune di Porto Mantovano. Una volta assicuratici del fatto che ne uscirà una società assolutamente identica all’attuale ci mettiamo 5 minuti a deliberare anche al prossimo Consiglio, ma allo stato attuale, senza aver certezza di quello che si vuole fare di questa società, se debba o non debba diventare una società in house, cosa debba succedere e soprattutto quale sarà la composizione societaria, mi sembra una scelta affrettata quella dell’uscita. Presidente del Consiglio – Simone Pistoni : Prego Consigliere Refolo. Consigliere Refolo : La scelta di uscire da ASEP SpA che ci viene qui proposta non può assolutamente trovare il consenso dell’Italia dei Valori per i motivi che adesso esporrò. Il primo fra tutti è che questa società è composta da oltre 35 Comuni (gli ultimi sono usciti negli scorsi mesi altrimenti sarebbero stati 43) e questi 35 Comuni sono praticamente alcuni mantovani e altri del veronese. La società opera su tre aree fondamentali: area di servizi alla città quali gas, idrico, igiene urbana, area servizi alla persona quali farmacia, servizi agli anziani, corsi,

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attività per la salute, area di assistenza e supporto agli enti locali. Quest’ultima è l’area per la quale la Provincia nel 2000 entrò socia in CSI società poi incorporata in ASEP. Fu l’Amministrazione provinciale di centrosinistra, guidata dalla signora Tiziana Gualtieri, con intelligenza e lungimiranza a procedere nella scelta di entrare in CSI per svolgere e sostenere l’attività di supporto ai servizi ai Comuni e alla Provincia stessa. Peccato che nonostante le promesse elettorali, sottoscritte anche pubblicamente in quel di Porto dal successivo Presidente Maurizio Fontanili, la Provincia non abbia mai utilizzato questa società. Eppure ASEP con gli enti locali, compresa la Provincia, può svolgere decine di servizi ed attività. Basterebbe vedere quali ha svolto e quali potrebbe svolgere stante gli oltre 50 scopi sociali presenti nello statuto della stessa. Si è preferito come Provincia operare o con collaborazioni esterne ad incarico di tipo privatistico o assumendo personale specifico, rinfoltendo la già mastodontica macchina, cioè l’organico del personale, dal 2001. Anziché esternalizzare utilizzando la propria società, cioè ASEP, si è preferito procedere in senso contrario, al punto da avere oggi un eccesso di personale, dirigenti e quant’altro. Di contro si sono portati a casa da ASEP, cioè incassati, dividendi dal 2006, senza aver mai contribuìto al fatturato di ASEP. La definiamo rendita o speculazione democratico-istituzionale? Non solo si è utilizzata direttamente come ente Provincia e motivi di possibilità ve ne erano, ma non la si è utilizzata quale strumento associativo per le politiche ed iniziative associative fra Comuni mantovani. Tra l’altro la società è sempre stata super capitalizzata, nel senso di avere molto capitale sociale versato e riserve accumulate negli anni 2005-2010 per cui si potevano promuovere, con adeguate risorse, iniziative associative in vari settori compreso l’aggiornamento e la formazione dei Comuni, per esempio i tributi., corsi di formazione che ASEP ha fatto da sola, senza la Provincia per anni, fino al 2009. Addirittura mi si dice che la Provincia organizzava direttamente corsi di fatto in concorrenza con ASEP. Un’assurdità e un dispendio di risorse. Forse che ASEP oltre che essere invisa alle alte sfere di governo del nostro ente lo è stata anche ad alcuni dirigenti? Credo che la storia non possa che confermarlo. Si sono solo perse enormi opportunità di sviluppo associativo fra i Comuni. Si pensi che ad ASEP sono soci i più grandi Comuni veronesi oltre che i 35 mantovani, tranne Verona e Villafranca, c’è San Bonifacio, Legnago, San Martino Buon Albergo, Sona, Bussolengo, Sommacampagna, Casaleone, eccetera. Come dire, loro vi hanno creduto e vi credono ancora ma la Provincia, che è il terzo socio di ASEP, no. Perciò l’uscita dalla compagine sociale che oggi si approverà da parte della maggioranza che ci propone tale scelta non è un fatto nuovo bensì la tardiva conclusione di una contraddizione dell’Amministrazione Fontanili e da 7 mesi Pastacci. È la concreta incapacità di utilizzare uno strumento forte, ben capitalizzato, con ottime risorse professionali per un’azione di promozione associativa con i Comuni che la Provincia poteva e può fare e che il sottoscritto ha proposto di inserire nel programma amministrativo e che fu accolta dal Presidente Pastacci. Sbandierare l’associazionismo fra i Comuni e pensare di farlo con qualche dipendente della Provincia su iniziative marginali non può che riconfermarmi la convinzione dell’inutilità di questo ente, cioè la Provincia. Erano forse ottime le iniziative quelle fatte sui finanziamenti per i Comuni qualche anno

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fa? Se erano così ottimali perché da alcuni anni non sono più stati proposti dal nostro responsabile finanziario? Erano queste le iniziative associative ottimali per i Comuni? Certo, l’art. 4 della L. n. 138/2011 e il decreto Monti sulle liberalizzazioni impongono un riadeguamento delle società se miste e imperfette, ma perfettibili entro il 31.3.2013, quale ASEP, sia per quelle in house. L’abbassamento della soglia a 200 mila euro per affidamenti diretti nel caso dell’house riduce la possibilità di affidamento diretto, tuttavia rimangono margini per riadeguare le nostre società, compresa ASEP, una società che ha sempre fatto utili, creato risorse straordinarie e realizzato dividendi. Da ASEP la Provincia esce perché ipocritamente si dice non strumentale all’ente, tentando di sminuirla come fatto più volte da qualcuno in Commissione. ASEP ha più soci di TEA e ha anche importanti Comuni veneti che TEA non ha, una società, perciò, con un potenziale di sviluppo e di fornitura di numerosi servizi che potrebbe aiutare i piccoli e medi Comuni sia mantovani che non. Inoltre non vi è una motivazione economica in quanto la società ASEP è sempre stata ed è in utile, con riserve e capitali. Non mancano le potenzialità e le capacità di essere strumento per l’associazionismo, vista l’esperienza e i possibili scopi sociali. Per quale motivo allora dovremmo uscire? Prevale anche qui la strabiliante linea del Sindaco di San Giorgio, Vicovaro, che sulla “Gazzetta” di qualche giorno fa riferendosi alla vendita della Farmacia comunale ha affermato: “Comunale o privata l’importante è che a San Giorgio vi sia una farmacia in più”. È una svolta politica non indifferente perché chi crede nella Farmacia comunale crede anche nella concorrenza, crede e ha creduto in un modello sociale di qualificato presidio della salute nel territorio. Credo che questi ultimi fossero soprattutto gli obiettivi che la Giunta Morselli di San Giorgio avesse quando ha creato la farmacia qualche anno fa, obiettivi oggi disconosciuti dall’attuale Sindaco e Giunta. Qui è la stessa cosa, si eliminano le società che funzionano, che hanno fatto risultati positivi e si mantengono quelle che non vanno bene, come Valdaro SpA dalla quale si dovrebbe uscire rapidamente. La presenza della Provincia in una società quale Valdaro SpA, che è esclusivamente immobiliare, doveva forse – ripeto forse – essere momentanea e cioè iniziale da parte della Provincia e una presenza con non oltre il 5%. Di fatto la presenza è ultraventennale con il 25%, un errore grande come un grattacielo che si continua a perpetrare. Concludo nell’invitare la maggioranza a rinunciare all’uscita da ASEP SpA quanto meno sino alla conclusione del suo adeguamento, che dovrebbe essere a fine 2012/inizio 2013 e comunque quali attori propositivi nella fase stessa dell’adeguamento e non soggetti passivi come la Provincia è stata sino ad oggi se non per riscuotere i dividendi. Visto che in 11 anni di presenza sociale in ASEP da parte della Provincia non si è mai dato un contributo nemmeno di idee lo si faccia adesso nell’interesse della Provincia e dei Comuni soci di ASEP. Presidente del Consiglio – Simone Pistoni : Grazie Consigliere Refolo. Ci sono altri interventi? Consigliere Barai, prego. Consigliere Barai : Alcune precisazioni, tanto per essere chiari. Parto da quanto ha affermato il Consigliere Refolo. È vero che ci sono alcuni Comuni dell’area

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veronese soci di ASEP. Tenete conto che il 66% ce l’ha il Comune di Porto Mantovano, il 30% ce l’ha TEA, il 2 e qualcosa ce l’ha la Provincia, gli altri che sono 40 soci privati più i Comuni hanno lo 0,000… questa è la partecipazione societaria dei Comuni, che ovviamente stanno svendendo. L’intenzione del Comune di Porto mantovano ormai è abbastanza chiara, sta aspettando le ultime definizioni del decreto Monti, il passaggio in legge, però l’intenzione è quella del passaggio in house della società. Questo passaggio della Provincia ci consentirà poi di ritrasformare questa società in house anche perché così com’è, come diceva Fava, non può andare sul mercato in quanto non è stato fatto il bando per il socio privato e quindi in ogni caso dovrebbe ritrasformarsi, quindi sarebbe bloccata sul mercato. Quindi l’intenzione del Comune è proprio quella del passaggio in house della società, è per questo che il Presidente della società ha convocato i soci privati chiedendo di poter acquistare le azioni dei soci. Presidente del Consiglio – Simone Pistoni : Grazie Consigliere Barai. Consigliere Negrini, prego. Consigliere Negrini : Faccio una domanda. Qui anche se siamo su una SpA è diverso il deliberato dal punto precedente, qui andiamo ad autorizzare la dismissione totale della nostra partecipazione nelle forme previste dalla vigente normativa e dallo statuto sociale. Quindi chiedo quale sarà la forma, nel senso che in questo caso faremo un’asta, verrà fatta una diligens per la valutazione delle azioni in quanto qua viene indicato solamente il valore nominale di 33 euro cadauna? Faccio una piccolissima riflessione del perché ritengo giusto che la Provincia dismetta questa partecipazione azionaria. Fermo restando, come è stato detto nei precedenti interventi, che la società è in una fase di trasformazione rispetto alla situazione attuale non possiamo dimenticare che siamo nella fase della costituzione dell’Azienda Speciale per il servizio idrico integrato e ASEP è titolare del servizio in due Comuni se non erro, Porto Mantovano e San Giorgio. Quindi è indubbio che ci troveremmo nella situazione di controllare una società di cui noi siamo, seppur per il 2,929%, proprietari e tutto ciò secondo me non va bene per quanto riguarda l’ente Provincia. Ho già detto in Commissione che spero che comunque, al di là delle intenzioni del Comune di Porto, la mission sociale di ASEP SpA, credo che la nostra partecipazione mi auguro venga acquisita da un altro ente pubblico, un Comune, non so se sarà il Comune di Porto o un altro Comune, deciderà poi il bando di evidenza pubblica a chi andranno queste azioni. Quindi chiedo se si farà una diligens, se andiamo alla vendita con questo pezzo o se faremo un’asta o no. Grazie. Presidente del Consiglio – Simone Pistoni : Aveva chiesto la parola il Consigliere Tiana, prego. Consigliere Tiana : Grazie Presidente. Anch’io penso che vendere questa partecipazione della Provincia all’interno di una società che gestisce servizi importanti per i cittadini sicuramente è un problema da un punto di vista anche di

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quello che noi andiamo a fare e quindi che un pubblico venga via da una società in cui sono tutti soci pubblici. La mia preoccupazione è quella che è stata detta anche in Commissione: quale sarà il futuro di questa società? A maggior ragione, la domanda che ha posto il Consigliere Negrini, io spero che non si faccia una gara in cui ci sia la possibilità che possa entrare un socio privato, altrimenti ritengo che sia sbagliato e se deve essere fatta una procedura di questo tipo deve essere una procedura in cui chi può acquisire debba essere un ente pubblico o comunque un soggetto pubblico, non certo un privato. Questa è la preoccupazione forte e chiedo, prima di esprimere se votare a favore o meno, che ci sia questa sicurezza perché se così non dovesse essere è chiaro che non possono essere d’accordo sulla possibilità che un privato possa acquisire questo 3% per entrare all’interno dell’ASEP. Condivido che l’obiettivo che questa società deve avere debba essere quello di una gestione e di una proprietà completamente pubblica. Se il Comune di Porto si sta ponendo questo obiettivo bisogna che sia conseguente anche nei passaggi e questo è uno dei passaggi importanti. Presidente del Consiglio – Simone Pistoni : Altri interventi? Consigliere Pellizzer. Consigliere Pellizzer : Grazie Presidente. Al di là che le osservazioni valgano per tutta questa valutazione che la Provincia sta facendo credo necessariamente debbano essere alla base di quello che sta accadendo nella riorganizzazione del sistema dei servizi legato alle società pubbliche. In modo particolare, per quello che si evidenziava per quanto riguarda ASEP, che è una società che seppur coinvolge molti enti ma in modo particolare svolge la sua attività a livello territoriale, credo che sia l’aspetto importante sul quale porre l’attenzione. È fuor di dubbio poi, visto che il Consigliere Fava ha manifestato l’intenzione di precisare questa cosa, che quando si procede ad una vendita e in questo caso essendo ampio il numero dei soggetti soci per i quali ci può essere il diritto alla prelazione, necessariamente ci debba essere una procedura tale che debba mettere le persone… anche nel punto precedente c’era la stessa cosa perché essendo una società per azioni, essendo comunque una società e il diritto di prelazione è stabilito dal codice civile, deve essere messo sempre nella condizione di essere esercitato. In questa logica a maggior ragione in questo caso ci sarà una valutazione delle azioni che determinerà la scelta del soggetto che andrà ad individuare, perché che sia il 2% o il 40% come doveva essere con la scelta del socio privato la procedura deve andare in questa direzione. Che sia un percorso, tra virgolette, obbligato credo che sia un percorso obbligato ma anche la valutazione che sta alla base del rapporto che ci deve essere fra Provincia e territori, laddove ci sono delle società partecipate dalla Provincia, che la partecipazione stessa della Provincia può mettere nelle condizioni la società stessa ed il Comune partecipato di non vedere la possibilità che quelle determinate azioni, quelle strategie che stanno ora alla base del nuovo percorso stabilito da questa nuova forma dei servizi pubblici locali impedisca al Comune di poter intraprendere una determinata azione. Credo che la valutazione sia importante. Le valutazioni sulle partecipazioni societarie, lo evidenziava Fava, già nella precedente legislatura erano state poste con

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particolare attenzione. Credo che a maggior ragione debbano essere poste laddove la Provincia quanto meno deve verificare se possiede partecipazioni in società che perseguono le stesse finalità. La partecipazione in Mantova Energia – il punto successivo - probabilmente doveva essere già dismessa in precedenza allorquando la Provincia ha deciso di costituire un’altra società che svolge attività nell’ambito dell’energia. C’è una specifica disposizione che dice sostanzialmente chi aveva la partecipazione in una sola società persegua quella finalità. Per cui, come dire, si posticipa un intervento che doveva già essere fatto e quindi è chiaro – così ho risolto anche il problema dell’intervento sul punto successivo – è una valutazione positiva. Presidente del Consiglio – Simone Pistoni : Grazie Consigliere Pellizzer. Prego Consigliere Morselli. Consigliere Morselli : Non ho molto da aggiungere sul discorso di ASEP, credo che l’intervento del Consigliere Barai abbia chiarito sostanzialmente quella che sarà l’azione che si cercherà di portare avanti e quindi quello che ritengo che in questa fase debba essere il percorso che possa essere fatto. Una piccola risposta al Consigliere Refolo visto che mi ha citato direttamente. Gli direi che prima di parlare leggendo solo i titoli dei giornali magari bisognerebbe conoscere a fondo la situazione. Spesso si dice che è intelligente anche chi può cambiare idea. Aver fatto una scelta 5 anni fa a San Giorgio in un modo ed ora comunque ancora come amministratore fare una scelta che va esattamente in senso opposto ci sono delle motivazioni molto precise, forse non è questa la sede dove poter dare tutte le informazioni, se il Consigliere Refolo le vuole, sul perché e il per come l’Amministrazione di San Giorgio voglia cercare di vendere la titolarità della farmacia comunale. Presidente del Consiglio – Simone Pistoni : Grazie Consigliere Morselli. Dichiarazione di voto del Consigliere Fava. Consigliere Fava : Devo prendere atto che l’idea di posticipare la discussione… Il Consigliere Barai ha ben chiarito la posizione del Comune di Porto, non ho motivo di dubitare che sia quella giusta però gli vorrei ricordare che la scelta di passare in house passa necessariamente attraverso una riformulazione dello statuto. Quindi prima il Comune di Porto modifica lo statuto e trasforma la società e poi provvede all’acquisizione delle quote, così tranquillizziamo anche Tiana sul fatto che poi possono più o meno restare pubbliche, oppure così com’è è una vendita fine a se stessa, cioè domani uno mette in vendita e quindi chiunque ha diritto di comprare le quote, soprattutto in una società, come giustamente diceva il collega Pellizzer, che al proprio interno ha già privati. Quindi io insisto su questo punto, cioè se si potesse rinviarlo secondo me è la soluzione migliore. Presidente del Consiglio – Simone Pistoni : Grazie Consigliere Fava. Prego Consigliere Barai.

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Consigliere Barai : Volevo solo precisare una cosa. Il problema è che il Comune di Porto Mantovano non può chiudere la società ASEP, cambiare statuto e aprire un’altra società perché adesso la legge glielo impedisce. L’unica possibilità che ha è di riacquisire tutte le quote e poi tenere ASEP in house. Presidente del Consiglio – Simone Pistoni : Grazie della precisazione. Prego Presidente. Alessandro Pastacci – Presidente : A parte le osservazioni del momento particolare di passaggio, la determinazione del Comune e quindi della strategia che vuole impostare sulla società in quanto essendo socio al 66%, ormai la strada è segnata e anche la quota immagino che pur dovendo avere la dismissione di questa partecipazione una procedura, come prevede anche lo statuto, di evidenza necessaria che dovrà avere, va nella direzione di un interesse da parte del socio pubblico o del socio partecipato, poi si vedranno le forme, comunque tendenzialmente potrà essere quello che possiamo immaginare. Ci sembra che, visto anche questa determinazione, si possa procedere, anzi questo secondo me favorisce un po’ questa dismissione anche di partecipazioni che effettivamente, pur rispettando tutte le valutazioni fatte dal Consigliere Refolo, conoscendo anche parte della storia del sostegno anche negli anni scorsi di partecipazione nelle attività dei Comuni, nel tempo è venuta meno, si è molto più caratterizzata per un’attività legata all’erogazione anche di servizi come quelli che ha ricordato, legati al sistema idrico integrato, legati al gas, legati a una cessione di quote societarie con soggetti di primaria importanza anche nella gestione di questi servizi, AIMAG SpA […] prima, TEA successivamente, un modello anche organizzativo e di relazione con l’ente locale di un certo tipo. Oggi diverse di quelle attività, come confermato anche dall’intervento del Consigliere Refolo, possono essere assolte direttamente dalle Province. Questo dimostra ancor di più che certi tipi di attività devono rimanere in capo alla Provincia, così ottimizzano ulteriormente anche l’utilizzo del proprio personale e quindi di procedere in questa direzione. Presidente del Consiglio – Simone Pistoni : Grazie Presidente. Prego Consigliere Refolo. Consigliere Refolo : Grazie Presidente. Solo per la dichiarazione di voto. Prendo atto che le proposte dell’Italia dei Valori fatte in sede di presentazione delle linee programmatiche sono state disattese, quindi il mio voto sarà comunque contrario. Presidente del Consiglio – Simone Pistoni : Grazie Consigliere Refolo. Dichiarazione di voto del Consigliere Fava, prego. Consigliere Fava : Avevo chiesto di chiarire se si poteva rinviare il punto. Noi eravamo abbastanza orientati nel votare a favore ma a questo punto non lo facciamo, cambiamo la nostra opinione, votiamo contro perché contestiamo le modalità. Secondo me in questi tre anni c’è stato tempo di farlo anche prima, non

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cambia niente se passa un mese più o un mese meno. Evidentemente si ha una fretta, difficile da spiegare, di cedere questa partecipazione. Quindi noi pur non contestando nel merito la scelta dell’Amministrazione di alienare la partecipazione contestiamo invece il metodo e la forma e quindi di conseguenza votiamo contro perché avremmo preferito che non si procedesse al voto oggi. Non avendo nessun altro Consigliere chiesto la parola, il Presidente del Consiglio pone in votazione in forma palese, eseguita con sistema elettronico, il punto all’ordine del giorno e ne proclama il seguente esito:

Favorevoli:

n. 15

Contrari: n. 4 (Refolo – Fava – Pasetti – Stefanoni)

In conformità di ciò, il Presidente proclama approvata la deliberazione stessa. Infine il Consiglio, con voti

Favorevoli:

n. 15

Contrari: n. 4 (Refolo – Fava – Pasetti – Stefanoni)

Dichiara immediatamente eseguibile la deliberazione stessa.

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3) Dismissione della partecipazione societaria dell a Provincia di Mantova in "Mantova Energia srl" DECISIONE Il Consiglio Provinciale provvede alla dismissione della partecipazione societaria in MANTOVA ENERGIA S.r.l. MOTIVAZIONE DELLE SCELTE La società svolge attività di ricerca, progettazione, realizzazione, manutenzione macchine ed impianti per il recupero e lo sfruttamento dell’energia da fonti alternative e convenzionali e della salvaguardia delle risorse ambientali. CONTESTO DI RIFERIMENTO L’art. 3, comma 27 della Legge n. 244/2007 (Legge Finanziaria 2008) stabilisce che, al fine di tutelare la concorrenza ed il mercato, le amministrazioni di cui all’art. 1, comma 2 del Decreto Legislativo n. 165 del 30.03.01 e s.m.i., non possono costituire società aventi per oggetto attività di produzione di beni e servizi non strettamente necessarie per il perseguimento delle proprie finalità istituzionali, né assumere o mantenere direttamente partecipazioni, anche di minoranza, in tali società. La stessa disposizione stabilisce che è sempre ammessa la costituzione di società che producono servizi di interesse generale e l’assunzione di partecipazioni in tali società da parte delle amministrazioni di cui all’art. 1, comma 2 del Decreto Legislativo n. 165 del 30.03.01, nell’ambito dei rispettivi livelli di competenza. L’art. 3, comma 28, della medesima Legge n. 244/07 prevede che l’assunzione di nuove partecipazioni ed il mantenimento delle attuali devono essere autorizzati dall’organo competente con deliberazione motivata in ordine alla sussistenza dei presupposti di cui al comma 27. La Provincia di Mantova, che rientra nel novero delle Amministrazioni Pubbliche tenute ad effettuare la valutazione predetta, ha approvato con delibera di C.P. n. 49 del 20.12.2010 la ricognizione della compagine societaria procedendo al mantenimento della società ai sensi dell’art. 3 comma 27 della Legge 244/2007(Legge Finanziaria 2008). La società, oggetto di dismissione, Mantova Energia S.r.l. è una società a capitale misto pubblico – privato con capitale sociale complessivo di euro 80.000,00, di cui la Provincia di Mantova detiene quote per un valore nominale di euro 11.200,00 pari al 14% del capitale sociale. ISTRUTTORIA Si allega la relazione contenente la compagine sociale, i risultati di bilancio degli ultimi cinque esercizi della predetta società partecipata, quale parte integrante e sostanziale alla presente deliberazione, allegato sub a).

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Si richiama la relazione tecnica predisposta per la dismissione dal Dirigente del Settore Pianificazione Territoriale, Programmazione e Assetto del Territorio, che si allega quale parte integrante e sostanziale - allegato sub b) - che evidenzia le motivazioni per la dismissione. Si ricorda che spetta al Consiglio valutare quali siano le partecipazioni ritenute non più strettamente necessarie per il perseguimento delle finalità istituzionali della Provincia di Mantova e decidere di procedere alla loro dismissione. Con nota n. 70/SDG del 17 settembre 2008 sono state integrate le direttive generali in materia di partecipazioni dell’Ente per quanto riguarda la competenza in merito all’attività istruttoria e predisposizione dei relativi atti deliberativi; RIFERIMENTI NORMATIVI

• l’art. 3, commi 27, 28 e 29 della Legge 24 dicembre 2007, n. 244;

• il D. Lgs. n. 267/2000;

• lo Statuto provinciale; Visto il parere favorevole espresso dal Collegio dei revisori - Allegato sub c); Acquisiti i pareri formulati sulla proposta di deliberazione in oggetto ai sensi dell’art. 49 comma 1° del D. Lgs. n. 267/2000: - dal Dirigente del Settore Pianificazione Territoriale, Programmazione e Assetto

del Territorio, che attesta la regolarità tecnica; - dal Dirigente del Settore Finanziario che attesta la regolarità tecnica solamente

per quanto attiene alle informazioni specifiche riferite alla società oggetto del presente provvedimento, come da allegato sub a), con esclusione di quanto attiene alle valutazioni in merito alla dismissione della partecipazione in quanto espresse dai dirigente competente funzionalmente nell’allegato sub b);

Sentita la competente Commissione Consiliare nella seduta del 8 febbraio 2012;

D E L I B E R A

1. di fare proprie le premesse della presente deliberazione che si richiamano nel dispositivo del provvedimento “per relationem”;

2. di dare atto che, per le motivazioni sopra esposte, non è più strategica per il

perseguimento dei fini istituzionali dell’ente, la partecipazione della Provincia di Mantova in “MANTOVA ENERGIA S.r.l.”;

3. di autorizzare, per le motivazioni sopra esposte, la dismissione totale, nelle

forme previste dalla vigente normativa e dallo statuto sociale, della totale partecipazione nella società Mantova Energia s.r.l., di quote per un valore nominale di euro 11.200,00 pari al 14% del capitale sociale.

Alessandro Pastacci – Presidente : La motivazione della dismissione della partecipazione relativamente alla società in oggetto al punto n. 3 è la medesima delle precedenti. Inoltre vi è stata una precisazione corretta del Consigliere

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Pellizzer riguardo a questa partecipazione in quanto è una partecipazione antecedente alla costituzione successiva, legata ad un progetto comunitario, dell’agenzia AGIRE e quindi oltremodo anche gli obiettivi posti dalla Provincia in quell’ambito vengono assolti da una struttura che permette di non dover sostenere od avere una partecipazione esterna di questo tipo. Quindi al venir meno dell’interesse da parte dell’ente provinciale proponiamo, come è già stato sottoposto alla Commissione competente, la dismissione di questa quota azionaria. Presidente del Consiglio – Simone Pistoni : Prego Consigliere Fava. Consigliere Fava : Anche Mantova Energia è stata già oggetto ‘ai tempi’ di interrogazioni da parte del nostro gruppo. È una questione però un tantino più problematica rispetto a quella precedente perché noi sappiamo che l’andamento di questa azienda non è stato sempre meraviglioso. A questo punto chiedo di capire quali probabilità si ha di realizzare effettivamente la cifra che ipotizzate e se eventualmente avete già accordi per la cessione di queste quote, perché mi sembra di capire che Mantova Energia non abbia avuto bilanci straordinari in questi anni. Quindi vorrei capire quali sono gli eventuali obblighi o vincoli da parte del socio Amministrazione provinciale. Ci saranno perdite da ripianare? È una curiosità. Presidente del Consiglio – Simone Pistoni : Qualche intervento? Nessun intervento. Alessandro Pastacci - Presidente : Per quanto riguarda la delibera in oggetto l’approvazione della dismissione ci mette nelle condizioni di aprire la procedura per la cessione. Particolari oneri derivanti dal bilancio a carico della Provincia ad oggi non ci risultano. La procedura ci permette però, viste le valutazioni che dicevo in premessa, di poter almeno procedere all’evidenza. Altri tipi di relazione non vi sono ad oggi. Presidente del Consiglio – Simone Pistoni : Grazie Presidente. Ci sono interventi? Prego Consigliere Fava. Consigliere Fava : Dichiarazione di voto. Riteniamo che anche in questo caso sia una scelta tardiva, andava fatta probabilmente già in sede di ricognizione nel 2009, però prendiamo atto che è meglio tardi che mai, come mi suggerisce il collega Morselli. In questo caso procediamo con una valutazione favorevole. Non avendo nessun altro Consigliere chiesto la parola, il Presidente del Consiglio pone in votazione in forma palese, eseguita con sistema elettronico, il punto all’ordine del giorno e ne proclama il seguente esito:

Favorevoli: n. 19

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In conformità di ciò, il Presidente proclama approvata all’unanimità la deliberazione stessa. Infine il Consiglio, con voti

Favorevoli: n. 19 Dichiara immediatamente eseguibile la deliberazione stessa.

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4) Partecipazione societaria della Provincia di Man tova in "S.C.I.P. s.c.a.r.l." - Presa d'atto liquidazione DECISIONE Il Consiglio Provinciale prende atto della messa in liquidazione della società S.C.I.P. S.c.a.r.l., procedura che ha quale conseguenza finale l’estinzione della società. MOTIVAZIONE DELLE SCELTE La società non ha scopo di lucro e ha per oggetto la gestione di un piano per la logistica relativa alla navigazione interna delle merci e delle persone e la valorizzazione del sistema idroviario padano. In data 15 dicembre 2011, con nota di prot. n. 63706, la società S.C.I.P. scarl ha comunicato che l’assemblea dei Soci, avvenuta in data 14.12.2011, ha approvato la messa in liquidazione della società , in quanto ha esaurito lo scopo per cui era stata costituita. CONTESTO DI RIFERIMENTO L’art. 3, comma 27 della Legge n. 244/2007 (Legge Finanziaria 2008) stabilisce che, al fine di tutelare la concorrenza ed il mercato, le amministrazioni di cui all’art. 1, comma 2 del Decreto Legislativo n. 165 del 30.03.01 e s.m.i., non possono costituire società aventi per oggetto attività di produzione di beni e servizi non strettamente necessarie per il perseguimento delle proprie finalità istituzionali, né assumere o mantenere direttamente partecipazioni, anche di minoranza, in tali società. La stessa disposizione stabilisce che è sempre ammessa la costituzione di società che producono servizi di interesse generale e l’assunzione di partecipazioni in tali società da parte delle amministrazioni di cui all’art. 1, comma 2 del Decreto Legislativo n. 165 del 30.03.01, nell’ambito dei rispettivi livelli di competenza. L’art. 3, comma 28, della medesima Legge n. 244/07 prevede che l’assunzione di nuove partecipazioni ed il mantenimento delle attuali devono essere autorizzati dall’organo competente con deliberazione motivata in ordine alla sussistenza dei presupposti di cui al comma 27. La Provincia di Mantova, che rientra nel novero delle Amministrazioni Pubbliche tenute ad effettuare la valutazione predetta, ha approvato con delibera di C.P. n. 49 del 20.12.2010 la ricognizione della compagine societaria procedendo al mantenimento della società ai sensi dell’art. 3 comma 27 della Legge 244/2007(Legge Finanziaria 2008). La società S.C.I.P. S.c.a.r.l. è una società a capitale misto pubblico – privato con capitale sociale complessivo di euro 100.000,00, di cui la Provincia di Mantova detiene quote per un valore nominale di euro 5.000,00, pari al 5% del capitale sociale.

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ISTRUTTORIA Si allega la relazione contenente la compagine sociale, i risultati di bilancio degli ultimi cinque esercizi della predetta società partecipata, quale parte integrante e sostanziale alla presente deliberazione, allegato sub a). Si richiama la relazione tecnica predisposta dal Dirigente del Settore Pianificazione Territoriale, Programmazione e Assetto del Territorio, che si allega quale parte integrante e sostanziale - allegato sub b). RIFERIMENTI NORMATIVI

• l’art. 3, commi 27, 28 e 29 della Legge 24 dicembre 2007, n. 244;

• il D. Lgs. n. 267/2000;

• lo Statuto provinciale; Acquisiti i pareri formulati sulla proposta di deliberazione in oggetto ai sensi dell’art. 49 comma 1° del D. Lgs. n. 267/2000: - dal Dirigente del Settore Pianificazione Territoriale, Programmazione e Assetto

del Territorio, che attesta la regolarità tecnica; - dal Dirigente del Settore Finanziario che attesta la regolarità tecnica solamente

per quanto attiene alle informazioni specifiche riferite alla società oggetto del presente provvedimento, come da allegato sub a), con esclusione di quanto attiene alle valutazioni in merito alla partecipazione in quanto espresse dal dirigente competente funzionalmente nell’allegato sub b);

Sentita la competente Commissione Consiliare nella seduta del 08 febbraio 2012;

D E L I B E R A

1. di fare proprie le premesse della presente deliberazione che si richiamano nel dispositivo del provvedimento “per relationem”;

2. di prendere atto della messa in liquidazione della società S.C.I.P. scarl, di cui la Provincia detiene quote per un valore nominale di euro 5.000,00 pari al 5% del capitale sociale.

3. di dare atto che, la società ha esaurito lo scopo per cui era stata costituita e

di conseguenza non è più strategica per il perseguimento dei fini istituzionali dell’ente; avendo intrapreso la società la procedura di liquidazione, si attende la chiusura di tale fase che avrà quale conseguenza automatica l’estinzione della società;

Alessandro Pastacci – Presidente : In questo caso la società verrà messa in liquidazione e quindi anche questo autorizza l’ente a poter procedere nella cessione della propria quota.

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Consigliere Fava : Mi scusi Presidente, le ragioni per le quali la società viene messa in liquidazione a cosa sono legate? Alessandro Pastacci – Presidente : Lo scopo statutario ormai è venuto meno e quindi quando l’interesse viene meno per fortuna si può procedere alla messa in liquidazione. Presidente del Consiglio – Simone Pistoni : Grazie Presidente. Qualche intervento? Non avendo nessun altro Consigliere chiesto la parola, il Presidente del Consiglio pone in votazione in forma palese, eseguita con sistema elettronico, il punto all’ordine del giorno e ne proclama il seguente esito:

Favorevoli: n. 19 In conformità di ciò, il Presidente proclama approvata all’unanimità la deliberazione stessa. Infine il Consiglio, con voti

Favorevoli: n. 19 Dichiara immediatamente eseguibile la deliberazione stessa.

Esce Fava Presenti 18

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5) Gal Colline Moreniche del Garda s.c.a.r.l. - Pre sa d'atto della modifica dello Statuto sociale DECISIONE Il Consiglio provinciale prende atto delle modifiche dello statuto sociale approvato dall’Assemblea straordinaria dei Soci della società Gal Colline Moreniche del Garda s.c.a.r.l. per consentire l’ingresso di un nuovo socio (Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A.). MOTIVAZIONE DELLE SCELTE

In data 10 settembre 2011 l’Assemblea ordinaria dei Soci ha approvato l’ingresso di un nuovo socio, Banca Monte Paschi di Siena S.p.A., nella compagine societaria, con lo scopo di portare al G.A.L. una presenza radicata sul territorio e maggiori contributi per la promozione del patrimonio storico, culturale, paesaggistico. A seguire nella medesima data, l’Assemblea straordinaria dei Soci della società ha modificato l’articolo 6 dello statuto sociale procedendo all’aumento del capitale sociale da euro 41.000,00 ad euro 42.500,00 al fine di precostituire le condizioni che renderanno possibile il successivo ingresso nella società di un nuovo socio. CONTESTO DI RIFERIMENTO

La Provincia di Mantova, con deliberazione del Consiglio Provinciale n. 33 del 08.09.2009 ha approvato la costituzione e lo statuto della società consortile a responsabilità limitata Gal Colline Moreniche del Garda, con una quota di capitale sociale pari al 7,317%, per nominali euro 3.000,00.

La società è stata costituita per promuovere e coordinare l’avvio di nuove iniziative economiche, nonché realizzare opere di interesse provinciale nel settore economico, produttivo, commerciale, e turistico.

A seguito dell’operazione di aumento di capitale sociale la quota di partecipazione della Provincia di Mantova, nella società in oggetto, è diminuita dal 7,317% al 7,059%. ISTRUTTORIA Al fine di dare attuazione alle principali finalità statutarie, l’Assemblea straordinaria dei Soci della società è stata convocata nella giornata del 10 settembre 2011, per trattare il punto all’ordine del giorno della modifica dell’articolo 6 dello statuto sociale, in particolare l’aumento del capitale sociale da € 41.000,00 ad euro 42.500,00 per poter permettere l’ingresso di nuovi soci. Il nuovo socio è Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A., che entrerà nella compagine sociale con la percentuale del 3,529% del capitale sociale, pari a euro 1.500. Si allegano:

♦ il verbale dell’Assemblea ordinaria – allegato sub a) ♦ il verbale dell’Assemblea straordinaria – allegato sub b)

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quale parte integrante e sostanziale del presente provvedimento. RIFERIMENTI NORMATIVI

• l’art. 3, commi 27, 28 e 29 della Legge 24 dicembre 2007, n. 244;

• lo Statuto provinciale; Acquisito il parere formulato sulla proposta di deliberazione in oggetto ai sensi dell’art. 49 comma 1° del D. Lgs. n. 267/2000 dal D irigente del Settore Finanziario che attesta la regolarità tecnica; SENTITA la competente Commissione Consiliare nella seduta del 8 febbraio 2012;

D E L I B E R A

di prendere atto, per le motivazioni espresse e dettagliate in premessa,

♦ della modifica dell’articolo 6 dello statuto sociale della società Gal Colline Moreniche del Garda s.c.a.r.l. relativa all’aumento del capitale sociale da euro 41.000,00 ad euro 42.500,00;

♦ che la quota di partecipazione della Provincia di Mantova risulta diminuita dal 7,317% al 7,059%.

Presidente del Consiglio – Simone Pistoni : Qualche intervento? Alessandro Pastacci – Presidente : È già passata in Commissione anche questa. Non avendo nessun Consigliere chiesto la parola, il Presidente del Consiglio pone in votazione in forma palese, eseguita con sistema elettronico, il punto all’ordine del giorno e ne proclama il seguente esito:

Favorevoli:

n. 17

Astenuti: n. 1 (Pellizzer) In conformità di ciò, il Presidente proclama approvata la deliberazione stessa. Infine il Consiglio, con voti

Favorevoli:

n. 17

Astenuti: n. 1 (Pellizzer) Dichiara immediatamente eseguibile la deliberazione stessa.

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6) Statuto della Provincia: abrogazione dell'artico lo 25 e introduzione del nuovo articolo 3 bis DECISIONE Il vigente statuto provinciale disciplina all’articolo 25 le adunanze del Consiglio prevedendo il criterio di determinazione del numero legale per poter deliberare e per trattare interpellanze e interrogazioni. La collocazione dell’articolo nello statuto anziché nel regolamento si pone in contrasto con il testo unico sull’ordinamento degli enti locali che prevede, all’articolo 38 comma 2, che sia di competenza del regolamento la determinazione del numero di consiglieri necessario per la validità delle sedute. Inoltre l’attuale formulazione dell’articolo ha posto problemi applicativi sulla verifica in concreto della presenza del numero legale in sede di seduta Consiliare. Si procede pertanto ad abrogare l’articolo 25 dello statuto e ad approvare con successivo atto deliberativo posto al numero immediatamente successivo a questo punto dell’ordine del giorno, l’articolo 33 ter, integrativo del vigente regolamento del consiglio, che riformula la disciplina per la determinazione del numero legale per la validità delle sedute. Inoltre il Consiglio Provinciale, nella seduta del 21 dicembre 2011, ha approvato all’unanimità dei Consiglieri presenti, una mozione del Capogruppo SEL Franceschino Tiana, finalizzata a riconoscere fra i principi ispiratori del vigente statuto provinciale il principio dell’“acqua” come bene comune pubblico privo di rilevanza economica con l’introduzione nel vigente statuto provinciale, nella parte prima, “ordinamento istituzionale”, al titolo I, disposizioni generali, di un nuovo articolo 3 bis intitolato: Definizione dei servizi pubblici provinciali privi di rilevanza economica con il seguente contenuto:

1. La Provincia riconosce il diritto umano dell’acqua, ossia l’accesso all’acqua come diritto umano, universale, indivisibile, inalienabile e lo status dell’acqua come bene pubblico;

2. La Provincia conferma il principio della proprietà pubblica delle reti e della gestione pubblica del servizio idrico integrato e che tutte le acque, superficiali e sotterranee, anche se non estratte dal sottosuolo, sono pubbliche e costituiscono una risorsa da utilizzare secondo criteri di solidarietà;

3. La Provincia riconosce che la gestione del servizio idrico integrato è un servizio pubblico locale privo di rilevanza economica, in quanto servizio pubblico essenziale per garantire l’accesso all’acqua per tutti e pari dignità umana a tutti i cittadini.

MOTIVAZIONE DELLE SCELTE Si rende necessario abrogare la norma prevista all’articolo 25 dello statuto per una più corretta collocazione sistematica dell’argomento trattato nel regolamento del Consiglio, nell’ambito del titolo specificatamente dedicato, il titolo VII, intitolato “Presidente del Consiglio Provinciale e disciplina delle sedute”, al Capo II, in cui è trattata la “disciplina delle sedute”, introducendo dopo l’articolo 33 che regola le procedure di convocazione del Consiglio Provinciale, l’articolo 33 ter intitolato: “numero legale per la validità delle sedute”.

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Il Consiglio Provinciale si è espresso lo scorso 21 dicembre con atto deliberativo, per l’introduzione nel vigente statuto provinciale, di un nuovo articolo 3 bis intitolato: “definizione dei servizi pubblici provinciali privi di rilevanza economica” finalizzato ad introdurre nello statuto il principio che riconosce all’acqua il valore di “bene comune pubblico privo di rilevanza economica”, il diritto umano all’acqua, ossia l’accesso all’acqua come diritto umano, universale, indivisibile, inalienabile. CONTESTO DI RIFERIMENTO L’articolo 38 comma 2 del testo unico sull’ordinamento degli enti locali TUEL attribuisce al regolamento sul funzionamento del consiglio la determinazione del numero dei consiglieri necessario per la validità delle sedute. Il testo unico attribuisce pertanto alla competenza e alla discrezionalità organizzativa dell’ente locale la fissazione del quorum strutturale, nonché le modalità e i criteri del suo calcolo. L’articolo 6 comma 2 stabilisce invece le diverse competenze dello statuto, fonte di grado superiore rispetto agli atti di natura regolamentare e carta fondamentale dell’ente che racchiude i principi generali dell’ordinamento della Provincia. La norma prevede: “nell’ambito dei principi fissati dal testo unico, lo statuto stabilisce le norme fondamentali dell’organizzazione dell’ente e, in particolare, specifica le attribuzioni degli organi e le forme di garanzia e di partecipazione delle minoranze, i modi di esercizio della rappresentanza legale dell’ente, anche in giudizio. Stabilisce altresì i criteri generali in materia di organizzazione dell’ente, le forme di collaborazione fra comuni e province, della partecipazione popolare, del decentramento, dell’accesso dei cittadini alle informazioni e ai procedimenti amministrativi , lo stemma e il gonfalone e quanto ulteriormente previsto dalla legge”. L’articolo 7 dello stesso testo unico stabilisce che “nel rispetto dei principi fissati dalla legge e dallo statuto, l’ente adotta regolamenti nelle materie di propria competenza e in particolare per il funzionamento delle istituzio ni come il consiglio”. L’introduzione nello Statuto provinciale dell’articolo 3 bis nella parte I “Ordinamento istituzionale”, titolo I “disposizioni generali” intitolato “definizione dei servizi pubblici provinciali privi di rilevanza economica”, trova fondamento nella consultazione referendaria del 12 e 13 giugno 2011 che ha determinato l’abrogazione dell’articolo 23 bis del decreto legge 25 giugno 2008 n. 112 convertito nella legge 6 agosto 2008, n. 133 e successive modificazioni e integrazioni, sia del comma 1 dell’articolo 154 del decreto legislativo 3 aprile 2006, promuovendo la pubblicizzazione dei servizi idrici intesi come servizi pubblici essenziali di interesse generale, al fine di garantire l’accesso all’acqua per tutti. ISTRUTTORIA La commissione statuto e regolamenti è stata convocata per l’approfondimento della materia e per discutere sulla soppressione dell’articolo 25 del vigente statuto provinciale e delle proposte di stesura di un nuovo articolo da integrare al regolamento per il funzionamento del consiglio nelle sedute del 24 novembre, 1 dicembre 2011, 12 gennaio 2012 e 18 gennaio 2012; L’introduzione dell’articolo 3 bis è stata trattata nella commissione consiliare convocata per il 18 gennaio 2012 in recepimento della mozione del Capogruppo

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SEL Franceschino Tiana, approvata dal Consiglio Provinciale il 21 dicembre scorso, finalizzata a riconoscere fra i principi ispiratori del vigente statuto provinciale il principio dell’“acqua” come bene comune pubblico privo di rilevanza economica. RIFERIMENTI NORMATIVI O ATTI DI INDIRIZZO Richiamati: l’articolo 38 comma 2 del testo unico sull’ordinamento degli enti locali adottato con decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 intitolato “consigli comunali e provinciali”; l’articolo 6 del testo unico sull’ordinamento degli enti locali adottato con decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 intitolato “statuti comunali e provinciali”; L’articolo 11 del vigente statuto provinciale; l’articolo 42 comma 2 lettera a) del testo unico sull’ordinamento degli enti locali adottato con decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 intitolato “attribuzioni dei consigli”; La mozione n. 59 presentata dal capogruppo SEL Franceschino Tiana nella seduta del 21 dicembre scorso; PARERI acquisiti Il parere sulla regolarità istruttoria espresso dal responsabile del servizio di segreteria generale Cristina Paparella; gli allegati pareri favorevoli espressi ai sensi dell’art. 49 comma 1 del Testo Unico Enti Locali 267 intitolato “pareri dei responsabili dei servizi”, approvato con D.Lgs. 18/08/2000 n. 267 da: - Dirigente responsabile del settore Risorse Sviluppo Organizzativo e Affari Istituzionali Barbara Faroni che ne attesta la regolarità tecnica;

D E L I B E R A 1. di abrogare l’articolo 25 dello statuto provinciale ; 2. si procederà, con separato atto inserito al numero successivo dell’ordine del

giorno della seduta di consiglio, alla contestuale approvazione dell’articolo 33 ter integrativo del vigente regolamento del consiglio, che riformula la disciplina per la determinazione del numero legale per la validità delle sedute;

3. di approvare il nuovo articolo 3 bis intitolato “de finizione dei servizi pubblici provinciali privi di rilevanza economica” , da integrare al vigente statuto provinciale dopo l’articolo 3, nella parte I “Ordinamento istituzionale”, titolo I “disposizioni generali” nel testo formalizzato nel dispositivo della mozione approvata dal Consiglio Provinciale allegata al presente atto (ALLEGATO A - mozione presentata dal capogruppo SEL Franceschino Tiana per riconoscere l’acqua come bene comune pubblico privo di rilevanza economica (assunta agli atti al n. 59 del 21/12/20 11);

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4. di dare atto che a seguito delle abrogazioni e inte grazioni apportate, lo statuto provinciale sarà riformulato nella versione modificata allegata al presente atto (ALLEGATO B - Statuto della Provincia di Mantova);

5. l’abrogazione e l’approvazione del nuovo articolo 3 bis entrano in vigore decorsi 30 giorni dall’affissione all’albo pretorio della presente delibera ai sensi dell’articolo 11, 4^ comma dello statuto provinciale.

Entra Fava Presenti 19

Presidente del Consiglio – Simone Pistoni : Ricordo che essendo una modifica statutaria sono necessari i 2/3, quindi servono 16 voti favorevoli. Diversamente, non raggiungendo questo quorum, si affronterà una nuova procedura entro 30 giorni e una doppia votazione dove si devono raggiungere la metà dei Consiglieri assegnati. La modifica statutaria, come è noto, è passata in Commissione, è attinente alla modifica del numero legale per poter deliberare e trattare le interpellanze e le interrogazioni, oltre che per rivedere nell’ambito del nostro statuto il principio dell’acqua come bene comunque pubblico privo di rilevanza economica. Ci sono interventi? Prego Consigliere Negrini. Consigliere Negrini : Un brevissimo intervento, innanzitutto per ringraziare, anche se non c’è, il Presidente della Commissione Statuto, il Consigliere Dara, perché siamo riusciti, nonostante fosse una materia un po’ dibattuta quella dell’art. 25, a fare un discreto lavoro, a mio giudizio, in Commissione e credo anche che salvo notizie che non conosco dovremmo anche arrivare ad una votazione all’unanimità dei presenti. Ciò è una bella cosa perché stiamo parlando dello Statuto dell’ente e lo Statuto dell’ente non è lo statuto di una parte ma di tutto il Consiglio. Rimarco anche il fatto, e appena avrò l’occasione glielo chiederò al Presidente Dara, di riconvocare la Commissione Statuto, anche se passerà questa proposta di deliberazione, proprio perché ci sono altre parti dello Statuto che a mio giudizio devono essere riviste o modificate a seconda di come la Commissione riterrà più opportuno. Dichiaro il voto favorevole del punto 6 all’O.d.G. Grazie. Presidente del Consiglio – Simone Pistoni : Grazie Consigliere Negrini. Prego Consigliere Pasetti. Consigliere Pasetti : Grazie Presidente. All’O.d.G. di oggi finalmente ci siamo arrivati, abbiamo capito fin dagli inizi della nostra giovane carriera come Consiglieri che l’articolo, a parte che era stato inserito nello Statuto e non nel Regolamento, contrariamente a quanto stabilisce il Testo Unico degli enti locali, non dava la possibilità quanto meno di una gestione giusta ed equa del Consiglio Provinciale. Soltanto a Mantova e in poche altre realtà la maggioranza in realtà era la minoranza, per cui plaudo a questa novità. Ringrazio il Presidente Dara, anche se non è presente, per gli sforzi compiuti e per l’opera di convincimento nei confronti

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della maggioranza che dopo 3-4 Commissioni finalmente si è lasciata convincere. Presidente del Consiglio – Simone Pistoni : Grazie Consigliere Pasetti. Io mi sento anche di ringraziare la funzionaria responsabile Cristina Paparella che ha seguito questo tema in maniera assidua e ha permesso in maniera puntuale, precisa ed esaustiva il procedere dei lavori della Commissione. La ringrazio per questo. Consigliere Fava, prego. Consigliere Fava : Io volevo fare un’osservazione che entra nel merito della scelta …[cambio audiocassetta da n. 1 a n. 2]… Le questioni di principio sono buone quando portano a qualche risultato concreto ma se le questioni di principio diventano buone solo per riempire qualche giornale o, peggio ancora, per andarsi a cristallizzare in uno Statuto ma non portano a qualcosa di concreto perché il mondo va in un’altra direzione allora lì bisogna incominciare a fare delle riflessioni. Io non posso far finta di non sapere che in questi giorni è in discussione al Senato un provvedimento che parla di liberalizzazioni nell’ambito del quale il principio che oggi stiamo cercando di sancire con questa iniziativa condivisa dal Consiglio viene assolutamente messo in discussione. Così non posso dimenticare che a sostenere quel governo e quella maggioranza in questo momento ci sta buona parte di questa assemblea, sicuramente esclusi noi. Allora quando voi portate avanti battaglie di questo tipo del territorio ricordatevi che ognuno di voi è stato eletto all’interno di liste che hanno riferimenti politici nazionali. Andatelo a spiegare ai vostri parlamentari del Partito Democratico, del Popolo della Libertà, dell’UDC, di quelli che sostengono questa maggioranza che questo principio deve essere un principio che va salvaguardato fino in fondo, perché guardate che in quel provvedimento c’è scritto una cosa completamente diversa, si ripristina di fatto quanto era previsto dal famigerato emendamento Ronchi che poi diventò legge e fu oggetto del referendum. Allora voglio dire va tutto bene però queste sono iniziative che hanno un significato se poi si ha la forza di portarle politicamente all’esterno, se si ha la forza di condizionare i propri esponenti politici a livello nazionale fino al punto che questi abbiano qualche gesto di dissenso. Uno può anche non votarla la fiducia al governo Monti nei prossimi giorni. Conoscendo l’integrità e la serietà dell’on. Marco Carra lui sicuramente non voterà a favore del decreto liberalizzazioni, a favore della maggioranza che lo sostiene, nemmeno la fiducia stante il fatto che su questo punto si era impegnato moltissimo e ha fatto battaglie sul territorio di un certo livello che hanno portato alla definizione dell’articolo di oggi. Quindi io vi chiedo per cortesia di essere un pochino più attenti non solo alla forma ma anche alla sostanza, perché poi la sostanza porta necessariamente ad assumere degli atteggiamenti che siano coerenti con le enunciazioni di principio. Presidente del Consiglio – Simone Pistoni : Grazie Consigliere Fava. Se non ricordo male però il Presidente Monti poco tempo fa aveva ricordato che si sarebbe fatto carico di garantire il risultato referendario dell’anno scorso. Vedremo cosa accadrà. Altri interventi?

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Non avendo nessun altro Consigliere chiesto la parola, il Presidente del Consiglio pone in votazione in forma palese, eseguita con sistema elettronico, il punto all’ordine del giorno e ne proclama il seguente esito:

Favorevoli: n. 19 In conformità di ciò, il Presidente proclama approvata all’unanimità la deliberazione stessa. Infine il Consiglio, con voti

Favorevoli: n. 19 Dichiara immediatamente eseguibile la deliberazione stessa.

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7) Regolamento del Consiglio: approvazione degli ar ticoli 33 bis, 33 ter, 33 quater, 33 quinquies e comma 2 bis dell'art.18 DECISIONE Dopo l’abrogazione dell’articolo 25 dello statuto provinciale avente ad oggetto “le adunanze del Consiglio” realizzata con atto deliberativo adottato prima della trattazione di questo punto all’ordine del giorno del Consiglio si deve procedere alla successiva contestuale integrazione del vigente regolamento del Consiglio approvando i seguenti nuovi articoli da collocarsi al titolo VII, intitolato “Presidente del Consiglio Provinciale e disciplina delle sedute”, Capo II, dedicato alla “disciplina delle sedute”: articolo 33 bis intitolato “Apertura di seduta”; articolo 33 ter intitolato “Numero legale per la validità delle sedute”; articolo 33 quater intitolato “Verifica del numero legale” articolo 33 quinquies intitolato “Numero legale per la validità delle deliberazioni” nella formulazione allegata alla presente deliberazione: “allegato A”; Inoltre, su iniziativa del Consigliere Refolo, capogruppo dell’Italia dei valori il Consiglio provinciale ritiene opportuno inserire un comma 2 bis all’articolo 18 del vigente regolamento intitolato “finalità e competenze delle commissioni” in cui si rende obbligatoria la trattazione degli argomenti e delle proposte di deliberazione nelle commissioni competenti prima del loro inserimento all’ordine del giorno del Consiglio sottoposto all’esame della conferenza capigruppo, secondo la formulazione allegata alla presente deliberazione: “allegato B”. MOTIVAZIONE DELLE SCELTE Il regolamento del Consiglio necessita di una revisione generale. Il Consiglio Provinciale intende comunque procedere con tempestività alla riformulazione dell’articolo che disciplina il numero per ritenere valida la seduta e la relativa modalità di verifica in quanto la formulazione della norma dell’articolo 25 dello statuto provinciale, ora abrogata, ha comportato problemi interpretativi sul computo dei presenti per la determinazione del numero legale durante i lavori delle sedute consiliari. Si rende pertanto opportuno riformulare uno specifico articolo, (33 ter), dedicato al “numero legale” per la validità delle sedute” da inserire al titolo VII capo II del regolamento, oltre all’introduzione di altri articoli idonei a disciplinare argomenti procedurali attualmente non trattati nel vigente regolamento. Inoltre il Consiglio ritiene necessario introdurre l’obbligo procedurale del passaggio preventivo nella commissione competente degli argomenti sottoposti a parere obbligatorio o facoltativo prima della loro iscrizione all’ordine del giorno del Consiglio, in modo che quando la Conferenza Capigruppo analizza l’elenco delle proposte queste siano già state approfondite in commissione. CONTESTO DI RIFERIMENTO In materia di verifica del numero legale per la validità della seduta, o quorum strutturale esistono nella giurisprudenza amministrativa di primo grado interpretazioni discordanti.

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L’articolo 38 comma 2 del TUEL (testo unico sull’ordinamento degli enti locali), attribuisce al regolamento sul funzionamento del consiglio provinciale la determinazione del numero di consiglieri necessario per la validità delle sedute, prevedendo, come limite minimo inderogabile, che ci sia in ogni caso, la presenza di almeno un terzo dei consiglieri assegnati per legge all’ente, senza computare a tal fine il Presidente. Si discute in dottrina e in giurisprudenza circa il significato di tale espressione, in particolare se essa voglia escludere il computo del Presidente solo per la determinazione del quorum strutturale minimo o se, invece, tale esclusione abbia valenza generale. Entrambe le posizioni sono state assunte dalla giurisprudenza. Secondo un orientamento fatto proprio dal segretario generale dell’ente, il legislatore ha inteso limitare l’autonomia regolamentare degli enti soltanto con riferimento alla determinazione del numero di consiglieri minimo per la validità delle sedute, lasciando alla discrezionalità di ciascuna amministrazione la fissazione di diversi quorum costitutivi, fermo il rispetto della soglia minima stabilita dalla legge. In linea con questo orientamento si pone la sentenza del T.A.R. Puglia, Bari n. 1301/2004 la quale afferma che:” appare evidente, dunque, che la ratio della norma…è quella di escludere il Presidente soltanto dal calcolo per la determinazione del numero minimo di componenti richiesti per rendere valida la seduta, che non può scendere al di sotto del terzo dei consiglieri (escluso appunto il Presidente) assegnati all’ente. Per il resto ha lasciato alla discrezionalità organizzativa dell’ente locale la fissazione del quorum strutturale (salvo appunto l’inderogabilità della soglia minima), nonché le modalità ed i criteri per il suo calcolo”. Per questo orientamento nel raggiungimento del numero fissato per la legalità della seduta viene pertanto conteggiato anche il Presidente fra i presenti, considerandolo parte integrante del consesso e membro di diritto alla luce dell’articolo 46 del testo unico che dispone che “il Presidente è eletto dai cittadini a suffragio universale e diretto ed è membro del rispettivo consiglio, oltre che componente, partecipando a pieno titolo delle stesse prerogative, guarentigie e status dei consiglieri in conformità ai principi costituzionali in materia (per tutte Corte Costituzionale 20 febbraio 1997, n. 44), Altro filone interpretativo sostiene invece che la previsione di cui all’articolo 38 comma 2 del TUEL (Testo unico sull’ordinamento degli enti locali), esclude il Presidente dal calcolo del quorum strutturale non solo in relazione al numero legale minimo imposto alla fonte regolamentare, ma ogni qual volta si tratti di determinare il numero dei consiglieri necessario per la validità delle sedute. Considerato che su tale tematica esistono contrasti interpretativi nell’ambito della giurisprudenza amministrativa di primo grado e considerato che sul punto non sussistono ad oggi prese di posizione da parte del Consiglio di Stato, si ritiene che la proposta di modifica adottata dall’ente con questo atto sia in linea con il primo filone interpretativo esposto. Inoltre, in aderenza al principio di rappresentanza della maggioranza per il funzionamento del Consiglio quando si debbano adottare decisioni attraverso l’espressione del voto, il Consiglio richiede che il numero per poter deliberare in seduta Consiliare sia non più la metà dei Consiglieri assegnati, ma la maggioranza di tutto il Consiglio come definito all’articolo 37 del TUEL (Testo unico sull’ordinamento degli enti locali), pertanto 13 Consiglieri computando fra i Presenti anche il Presidente. Intervenendo sulla materia del numero per la validità delle sedute il Consiglio regolamenta anche altre aspetti procedurali attualmente non disciplinati dal vigente

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regolamento (art. 33 bis apertura di seduta; articolo 33 quater verifica del numero legale; 33 quinquies numero legale per la validità delle deliberazioni). Avendo inoltre rilevato la prassi diffusa da parte degli uffici di inserire all’ordine del giorno del Consiglio sottoposto all’esame della capigruppo proposte non preventivamente trattate in commissione il Consigliere Refolo, Capogruppo Italia dei Valori, propone l’introduzione di un comma 2 bis all’articolo 18 del Consiglio in cui viene sancito l’obbligo del preventivo passaggio in commissione degli argomenti prima del loro inserimento all’ordine del giorno del Consiglio esaminato in conferenza capigruppo. ISTRUTTORIA La sostituzione dell’articolo 25 dello statuto provinciale con la nuova formulazione da inserire nel regolamento per il funzionamento del Consiglio (art. 33 ter Numero legale per la validità della seduta) è stata trattata nelle sedute della commissione statuto e regolamenti del 24 novembre, 1 dicembre 2011, 12 gennaio e 18 gennaio 2012. L’introduzione degli articoli 33 bis - Apertura di seduta, 33 quater - Verifica del numero legale, 33 quinquies - Numero legale per la validità delle deliberazioni e del comma 2 bis del vigente articolo 18- Finalità e competenze delle commissioni, è stata trattata nella commissione consiliare del 18 gennaio 2012. I verbali delle riunioni di commissione sono allegati al fascicolo istruttorio; i verbali già approvati dalla commissione sono pubblicati sul sito istituzionale della Provincia nella sezione istituzionale, consiglio, conferenza capigruppo e commissioni consiliari, commissione consiliare VII statuto e regolamenti. RIFERIMENTI NORMATIVI Richiamati: l’articolo 38 comma 2 del testo unico sull’ordinamento degli enti locali adottato con decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 intitolato ” consigli comunali e provinciali”; l’articolo 3 comma 4 del testo unico sull’ordinamento degli enti locali adottato con decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 intitolato “autonomia dei comuni e delle Province”; l’articolo 7 del testo unico sull’ordinamento degli enti locali adottato con decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 intitolato “regolamenti”; l’articolo 12 del vigente statuto provinciale intitolato “regolamenti”; l’articolo 42 comma 2 lettera a) del testo unico sull’ordinamento degli enti locali adottato con decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 intitolato “attribuzioni dei consigli”;

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PARERI acquisiti Il parere sulla regolarità istruttoria espresso dal responsabile del servizio di segreteria generale Cristina Paparella; gli allegati pareri favorevoli espressi ai sensi dell’art. 49 comma 1 del Testo Unico Enti Locali 267 intitolato “pareri dei responsabili dei servizi”, approvato con D.Lgs. 18/08/2000 n. 267 da: - Dirigente responsabile del settore Risorse Sviluppo Organizzativo e Affari Istituzionali Barbara Faroni che ne attesta la regolarità tecnica;

D E L I B E R A 1. di introdurre al titolo VII, intitolato “Presidente del Consiglio Provinciale e

disciplina delle sedute”, al Capo II, dedicato alla “disciplina delle sedute” del vigente regolamento del Consiglio i seguenti articoli :

l’articolo 33 bis intitolato “Apertura di seduta”; l’articolo 33 ter intitolato “Numero legale per la validità delle sedute”; l’articolo 33 quater intitolato “Verifica del numero legale” l’articolo 33 quinquies intitolato “Numero legale per la validità delle deliberazioni” nella formulazione allegata alla presente deliberazione come parte integrante e sostanziale: “allegato A” ; 2. di introdurre al Titolo IV “Gruppi e Commissioni Consiliari” Capo II “Commissioni

Consiliari” all’articolo 18 “finalità e competenze delle commissioni” il seguente comma:

Comma 2 bis nella formulazione allegata alla presente deliberazione come parte integrante e sostanziale: “allegato B”; 3. di prendere atto che a seguito dell’approvazione delle modifiche regolamentari

di cui al punto 1 e 2 il regolamento del Consiglio assumerà la versione modificata allegata al presente atto quale parte integrante e sostanziale:(Allegato C – regolamento del Consiglio della Provin cia di Mantova).

4. di prendere atto che la nuova versione del regolamento del consiglio entrerà in

vigore decorsi 15 giorni dalla pubblicazione all’albo pretorio online da effettuarsi dopo che la deliberazione di approvazione è divenuta esecutiva (art. 12 comma 3 del vigente statuto).

Presidente del Consiglio – Simone Pistoni : Questo punto accoglie nel Regolamento le modifiche di cui al punto precedente. Qui basta la maggioranza degli assegnati. Non avendo nessun Consigliere chiesto la parola, il Presidente del Consiglio pone in votazione in forma palese, eseguita con sistema elettronico, il punto all’ordine del giorno e ne proclama il seguente esito:

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Favorevoli: n. 19

In conformità di ciò, il Presidente proclama approvata all’unanimità la deliberazione stessa. Infine il Consiglio, con voti

Favorevoli: n. 19 Dichiara immediatamente eseguibile la deliberazione stessa.

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8) Mozione presentata dal Gruppo consiliare Lega No rd, relativa all’introduzione dello “Jus Soli”

PREMESSO CHE

- Il dibattito sull’introduzione dello Ius Soli sta animando la scena politica pur non rappresentando una priorità per il paese;

- L’ordinamento italiano, in materia di cittadinanza, prevede già delle misure atte a tutelare i bambini nati sul territorio nazionale, qualora ricorrano particolari condizioni;

- In Europa lo ius soli è adottato, fin dal 1515, soltanto dalla Francia;

CONSIDERATO CHE

- La maggior parte dei paesi europei adotta lo Ius Sanguinis, essendo quest’ultimo più confacente alle caratteristiche storiche, culturali e quindi sociali delle popolazioni europee;

- L’avviamento delle procedure per l’acquisto della cittadinanza per espressa richiesta da parte dello straniero (ius sanguinis), a differenza dell’acquisizione automatica (ius soli), rappresenta un atto spontaneo ed esplicito che sottende, in gran parte dei casi, un reale percorso di integrazione;

- La Francia, unico paese europeo ad applicare lo ius soli, è un paese connotato dalla forte presenza di comunità straniere chiuse dove ha luogo il triste e pericoloso fenomeno delle “banlieue”;

- Anche negli Stati Uniti, pur essendo questo paese profondamente diverso da un qualsiasi paese europeo, l’applicazione dello ius soli ha determinato una forte presenza di comunità e quartieri chiusi, tristemente noti con il termine “ghetto”, dove povertà e criminalità regnano sovrane;

RITENUTO CHE

- Per tutelare la nostra identità occorra guardare alla cittadinanza come al coronamento di un percorso d’integrazione che abbia dato luogo al riconoscimento del proprio sé all’interno dell’identità collettiva e non solo come ad uno status legale acquisito spontaneamente;

- L’integrazione dello straniero e dei suoi discendenti sia un presupposto fondamentale affinché venga concessa la cittadinanza italiana, anche nell’ottica del mantenimento dell’ordine e della coesione sociale;

- La decisione di introdurre lo ius soli potrebbe portare a gravi conseguenze quali la scelta da parte di molte donne, di emigrare nel nostro paese rischiando la propria vita e quella del figlio che portano in grembo, con

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l’unico scopo di dare la cittadinanza italiana al proprio bambino come avviene già negli Stati Uniti;

VISTO CHE

- In Italia non esiste per i bambini stranieri, rispetto ai bambini italiani, alcuna minor tutela che giustifichi l’introduzione dello ius soli;

Il Consiglio Provinciale di Mantova esprime

- La propria contrarietà rispetto all’idea di introdurre lo Ius Soli nell’ordinamento italiano.

Presidente del Consiglio – Simone Pistoni : Consigliere Fava, deve intervenire lei sul punto? Poi la replica dell’Assessore Magri. Consigliere Fava : La vicenda è nota, sta da tempo alimentando il dibattito politico nazionale sia in ambito parlamentare ma soprattutto in salotti televisivi a onor del vero, perché di fatto questa è una proposta che si trascina dall’inizio della legislatura apparentemente con un vasto consenso parlamentare perché sul tema molti dei gruppi, non il nostro, si sono espressi favorevolmente ed è un tema che dal nostro punto di vista incide sensibilmente su quelle che sono le prospettive di crescita civile e sociale delle nostre comunità nei prossimi anni perché introduce un principio che non è confacente né alla nostra storia né alla nostra tradizione, tanto meno alla nostra cultura, che è il cosiddetto principio dello ius soli, meccanismo peraltro in vigore in alcuni paesi – pochi a dire il vero, sono solo 2 nell’ambito dell’Unione Europea – che vedono appunto la determinazione del principio di nascita sul suolo figlia di una cultura coloniale, che non può essere la nostra. Per un certo periodo di tempo servivano un po’ di soldati a basso costo per gli eserciti che si occupavano delle colonizzazioni e con questo meccanismo si è cercato di arruolarli e farli diventare cittadini a tutti gli effetti, salvo poi, nel caso dei soldati, che la cosa è oggetto di un contenzioso internazionale non risolto. Basta andare in Francia davanti al Parlamento per vedere che molti dei cosiddetti ascari sono là che protestano da anni senza soluzione di continuità rispetto al fatto che poi non vengono riconosciuti militari dell’esercito francese a tutti gli effetti. Al di là della vicenda che ha portato altri paesi a fare questa scelta, da noi c’è un problema che dal nostro punto di vista prende spunto da una situazione di fatto. Noi abbiamo sempre portato avanti nel nostro ordinamento il tema iure sanguini e lo abbiamo sempre fatto perché siamo stati prima di tutto, come qualcuno mi ricorderà sicuramente nel corso di questa sera, un popolo, un paese di gente che ha emigrato. Quindi noi abbiamo avuto la tendenza a mantenere questo principio che tendeva a tutelare i nostri emigranti all’estero, tanto è vero che voi sapete meglio di me che buona parte dei cittadini che vengono riconosciuti italiani in virtù di questo principio lo sono per discendenza e sono sparsi in giro per il mondo. Questo ha

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portato addirittura alla definizione di un provvedimento di legge specifico, dal mio punto di vista demenziale ma che esiste, che è quello che prevede che a questi cittadini venga riconosciuto anche il diritto di voto. Potremmo stare qua una settimana a discutere di questo argomento ma non ci porterebbe lontano. Voglio tornare sul tema specifico per dire che noi lo ius sanguinis lo abbiamo sempre utilizzato come modalità, con delle storture addirittura, cioè noi non abbiamo ancora perfezionato quel meccanismo. Non so quanti di voi lo sappiano ma per essere cittadini italiani bisogna essere discendenti di italiani da un non ben precisato numero di generazioni se il genitore è maschio, perché se il genitore è femmina deve essere una femmina nata dopo il 1947. Fino al 1947, l’anno in cui venne stabilito che anche le donne possono votare, in Italia non si considerava che le donne avessero i diritti civili e quindi non si considerava nemmeno che potessero trasmettere le madri ai figli un diritto come quello della cittadinanza. Questo l’ho citato come esempio per farvi capire che la legislazione è talmente arcaica, articolata e devo dire per certi versi anche fuori dal tempo già quella che abbiamo, figuriamoci andare ad introdurre un meccanismo esattamente opposto che tipo di conseguenze potrebbe avere sul nostro sistema. Intanto non si capisce che fine farebbero, modificando questo principio, i cittadini italiani residenti all’estero oggi ricongiungibili, tema inesplorato, motivo per il quale la Commissione stessa si è un po’ imballata alla Camera, quando è iniziata questa discussione. In subordine introdurremmo un principio che ci porterebbe a fenomeni molto simili a quelli che stanno accadendo in altri paesi. Qualche settimana fa l’“Internazionale”, che non è una rivista della Lega né tanto meno vicina alla destra europea, pubblicava un articolo molto interessante sugli esodi biblici di indiani o di altre persone in difficoltà presso le Comore per poter partorire sul territorio francese ed avere diritto al riconoscimento della cittadinanza in virtù del principio dello ius soli. Quindi un vero e proprio principio di nomadismo addirittura delle partorienti, un meccanismo aberrante ma che si sta verificando in modo massiccio, donne al settimo o ottavo mese di gravidanza che si infilano su un barcone per avere la possibilità di avere un figlio che nasce in un territorio dove gli è riconosciuto il diritto alla cittadinanza immediato, in un territorio dove evidentemente le condizioni sociali e civili siano migliori di quelle del paese di provenienza perché diversamente non ce ne sarebbe la necessità, non abbiamo problemi al contrario, non abbiamo visto esodi biblici verso il Maghreb o verso altre aree povere del continente. Quindi noi crediamo che questo tipo di scelta non può prescindere dal fatto che i territori si esprimono. Io sono abbastanza convinto del fatto che qui ci sia già un orientamento che va nella direzione contraria rispetto a quello che noi scegliamo, però sarebbe anche giusto far capire ai cittadini mantovani qual è l’orientamento della politica mantovana. Quando uno elegge un’Amministrazione di un certo tipo c’è un certo tipo di orientamento, quando ne elegge un’altra c’è un orientamento del tutto diverso o difforme, perlomeno in teoria perché ormai i classici della politica sono un po’ andati a farsi benedire dal punto di vista dell’andamento attuale della situazione generale che stiamo vivendo. Detto questo, siccome noi crediamo che alla fine a prescindere dalle prerogative proprie di un Consiglio Provinciale i temi di politica nazionale debbano entrare a far parte del dibattito del Consiglio Provinciale

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legittimamente e che in questa sede debbano trovare uno spazio adeguato di confronto, abbiamo inteso provvedere alla presentazione di questa mozione nell’ambito della quale mi auguro si apra un dibattito che poi alla fine avrà una votazione che sarà probabilmente molto condizionata da quelli che sono gli schemi rigidi di appartenenza dei singoli partiti ma che in ogni caso credo che possa essere interessante dal punto di vista proprio degli schieramenti per chiarire una volta per tutte se su queste questioni ci sono o non ci sono degli atteggiamenti che possono in un certo qual modo modificare e se questi possono modificare in virtù di una discussione o di un dibattito che io credo sia sempre salutare su questioni che riguarderanno il nostro territorio. Noi rischiamo una vera e propria invasione dei nuovi cittadini italiani nel momento in cui facciamo fatica a dare delle risposte ai cittadini italiani che qua sono da un pezzo. In questa situazione vedo che c’è uno slancio molto generalizzato che va nella direzione di avere un atteggiamento pietoso fino in fondo, noi però non possiamo fare a meno di ricordarci che le conseguenze per la nostra tenuta del quadro socioeconomico dei nostri territori saranno letali. Presidente del Consiglio – Simone Pistoni : Grazie Consigliere Fava. Prego Assessore Magri. Assessore Magri : Grazie Presidente. Volevo intervenire su questo punto leggendo in modo abbastanza breve però argomentato la proposta. Il senso di attualità e d’urgenza della revisione delle attuali norme sulla cittadinanza sta tutto nell’appassionato intervento del Presidente della Repubblica del 15 novembre 2011. Dopo aver ribadito che i cittadini stranieri che vivono e lavorano nel nostro paese rappresentano una grande fonte di speranza poiché oltre a contribuire allo sviluppo economico e a sostenere il gravoso fardello del debito pubblico rendono l’Italia demograficamente più giovane. Poi afferma: “La principale questione rimane la posizione dei circa 600 mila ragazzi nati in Italia da genitori stranieri e dei circa 700 mila che frequentano le nostre scuole”, quindi è una popolazione di stranieri demograficamente molto giovane. “Sono convinto”, prosegue, “che bambini e ragazzi venuti con l’immigrazione facciano parte integrante dell’Italia di oggi e di domani. Molti di loro non possono considerarsi formalmente nostri cittadini perché la normativa italiana non lo consente ma lo sono nella vita quotidiana, nei sentimenti, nella percezione della propria identità”. Napolitano ha in questo modo interpretato pienamente sentimenti dei ragazzi e delle ragazze di seconda generazione di immigrati. Ci sono diversi gruppi ormai molto organizzati e molto attenti di persone e di ragazzi di seconda generazione che non sono seconda generazione di immigrati perché non sono venuti loro sponte ma sono generazioni nate dall’immigrazione e che quindi sono sul nostro territorio, sono parte integrante di questo oppure sono arrivati per ricongiungimento familiare in età giovanissima. Una di questa organizzazioni è la Rete G2, rete nazionale volontaria di figli di immigrati ma, ripeto, è soltanto una delle realtà di ragazzi che ormai si stanno impegnando attivamente, praticando la cittadinanza attiva, molto attenta a questo e ad altri temi. Dicono di sentirsi cittadini mancati. Per la Rete G2 nell’attuale

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normativa si concretizza una doppia discriminazione, una verso i figli dell’immigrazione e una verso una generazione di italiani e di italiane. “Tali ci sentiamo” dicono, nonostante la legge attuale, generazione che vorrebbe contribuire allo sviluppo del nostro paese. Quindi si parla di ragazzi che si sentono profondamente italiani perché con i loro coetanei hanno ormai condiviso tutto. Questi ragazzi sono nati qui o venuti da noi da piccoli, che condividono con i loro amici italiani la scuola, la lingua, forme e stili di vita, tanti di loro non hanno nemmeno visto il paese d’origine, quindi sono proprio italiani a tutti gli effetti. Gli approfondimenti dei dati dell’undicesimo rapporto dell’immigrazione in provincia di Mantova ci dicono come nella maggiore età, quindi alla soglia dei 18 anni, questi ragazzi sentono un forte disagio nell’identità perché il passaggio da un ambiente fortemente inclusivo come quello della scuola alla società esterna li pone bruscamente di fronte ad un reale molto diverso da quello dei loro coetanei italiani. Loro non possono viaggiare liberamente, non possono votare, fare concorsi pubblici, essere disoccupati per troppi mesi e poi non riescono ad esercitare alcune professioni. Insomma, attraverso la cittadinanza questi ragazzi perfezionerebbero appieno quel senso di identità collettiva e sociale di appartenenza e responsabilità verso il paese che già sperimentano nella quotidianità. Quindi non si aggiunge nulla proprio a quello che c’è già, una normalizzazione della loro condizione. Nello specifico esistono due sistemi tradizionali di trasmissione della cittadinanza alla nascita, lo ius soli e lo ius sanguinis. Per il primo il criterio è il luogo di nascita, per il secondo il criterio è la pura discendenza genealogica, cioè il figlio di stranieri non ha alcun diritto politico anche se nato e cresciuto nel paese, parla la lingua e vi lavora. In paesi a forte immigrazione come il nostro questo provoca un’innegabile lacerazione del tessuto sociale, preludio questo sì di possibili forme di ghettizzazione, cioè proprio il fatto di sentirsi estranei e non di essere inclusi da una legge che li include al momento della nascita. L’Italia ha le norme per l’acquisizione della cittadinanza, tra l’altro, tra le più rigide rispetto agli altri paesi d’Europa che hanno reso condizioni più favorevoli proprio in questi ultimi anni pervenendo a sistemi misti, anche se dove vige lo ius sanguinis si è cercato di stemperare e di accorciare i tempi di richiesta. Il numero di stranieri che nel nostro paese ogni anno ottiene la cittadinanza è molto limitato e lontano dalla media europea. Qui vige uno ius sanguinis quasi puro e si è realizzata una controtendenza portando con la Legge 91 del 1992 il periodo legale di permanenza necessario per la cittadinanza da 5 a 10 anni, quindi un irrigidimento di ciò che c’era già, creando inoltre un iter dall’inaudita tortuosità, infatti sono interessati la Prefettura, la Questura, il Ministero dell’Interno, il Capo dello Stato e l’ufficiale di stato civile. Questa rigidità normativa non è più aderente alla realtà, cioè una condizione di principio che non tenga conto del cambiamento del mondo, del reale e di ciò che ci sta attorno diventa poi alla fine inefficace. È un paese di forte immigrazione dal carattere stabile e strutturato e contrasta con gli indirizzi della convenzione europea sulla nazionalità conclusa tra gli Stati membri del Consiglio d’Europa nel 97 e ancora in attesa di essere ratificata dal nostro Parlamento, nella quale è previsto che ciascuno Stato faciliti nell’ambito del diritto domestico l’acquisizione della cittadinanza per le persone nate sul suo territorio e ivi

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domiciliate legalmente e abitualmente. In ultima analisi questo disegno di legge riconosce l’acquisizione della cittadinanza come strumento essenziale di garanzia di pieno godimento di tutti i diritti e della loro salvaguardia. Anche il diritto di avere dei doveri è superamento delle disuguaglianze come delle discriminazioni quale tratto fondamentale dello Stato democratico con il suo carattere inclusivo, così come sancito anche dall’art. 3 della nostra Costituzione. Detto questo e poi portando anche altrove la discussione rispetto a questa cosa, GMI, un gruppo di giovani di seconda generazione molto attiva sul territorio mantovano ha pregato di dare lettura di questo documento. Cercherò di dilungarmi il meno possibile. Questo è uno dei tanti gruppi che insistono sul nostro territorio: “I giovani musulmani di Mantova sostengono con ferma convinzione questo disegno di legge. Pensiamo che se venisse approvato faremo un importante passo avanti come paese europeo. La maggior parte di noi sono nati e/o cresciuti sin da piccoli in Italia ma talvolta, sentendoci respinti dal nostro paese, iniziano a formularsi nella nostra mente una serie di domande sulla nostra identità, sui tanti perché rivolti alla nostra situazioni e quella di altri giovani di origine straniera ma nati o cresciuti in altri paesi europei. Facendo il confronto ci sentiamo di grado inferiore rispetto a loro, questo perché in Italia non veniamo riconosciuti come cittadini italiani. Noi difendiamo la nostra Costituzione”, e su questa cosa devo dire che sono stati molto convinti, “ne seguiamo i principi e vorremmo che fossero il faro da seguire per far sì che ci salvasse da questi momenti bui e tetri che sta passando l’Italia. Alcuni partiti politici vogliono creare Stati a sé, vogliono l’indipendenza di uno Stato fantasma, maledicono l’Italia, vogliono bruciare il nostro Tricolore e la nostra Costituzione, però sono pronti a cacciare chi ama questo paese” che sentono profondamente loro. “Dov’è la coerenza, dove sono finiti i valori etici e quelli sanciti dalle fondamenta di questo paese?” e qua proseguono. Sono persone giovani… ho dato lettura di una parte… Intervento fuori microfono Assessore Magri : Ho detto all’inizio che c’è un gruppo molto attivo in tutta Italia che si chiama GMI e hanno condiviso questo documento. Intervento fuori microfono Presidente del Consiglio – Simone Pistoni : Deve chiedere la parola, Consigliere. Assessore Magri : Non ho nessuna difficoltà a dire che mai io metterei nelle mani di un altro un documento già pronto. Loro hanno chiesto di darne lettura e io lettura ne sto dando. Non si insinui che questa Amministrazione o chicchessia dia un documento precostituito leggendolo e spacciandolo per altre persone. Dopo di che la discussione può essere portata avanti, ognuno porta avanti le proprie opinioni. Questo per dire che cosa? Per dire che effettivamente c’è un’aderenza di una realtà che è una realtà di un paese non più di emigranti ma di immigrati, con

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un’immigrazione fortemente strutturata. È un paese in cui ci sono un sacco di ragazzi giovani che sono nati qua, sono vissuti qua, sono cresciuti qua e per questo motivo si sentono fortemente italiani. Questa è un’altra puntualizzazione. Il disegno di legge prevede che il bimbo nato in Italia gode della cittadinanza solamente se il genitore vi sia residente per un periodo di almeno un anno e con uno stato non di clandestinità ovviamente, con un permesso di soggiorno regolare, quindi non madri di passaggio che all’ottavo mese vengono e partoriscono in Italia ma con una norma di salvaguardia molto precisa rispetto a questo tipo. Volevo aggiungere che uno Stato granitico che includa persone che dopo un lungo percorso facciano domanda di cittadinanza rispetto a tempi lunghissimi ed una burocrazia effettivamente molto tortuosa è uno Stato che si pone proprio in condizioni di chiusura verso l’esterno e che non dimostra di concepire un sé nei confronti dell’altro. Uno Stato che include è uno Stato che pensa cosa fare dei propri cittadini e come essere con i propri cittadini. Ripeto, questo è un argomento molto sentito da tanti gruppi di seconde generazioni che sono molto attivi, dal Gruppo G2 che si occupa fortemente di cittadinanza attiva, Associna, tanti gruppi di ragazzi nati qua e vissuti qua che si sono occupati di questo tema, tra l’altro portato avanti anche da Italia sono anch’io attraverso questa campagna a cui hanno aderito moltissimi soggetti, dai sindacati alla Caritas, ad altre associazioni religiose, quindi è proprio trasversale alla questione religiosa. Grazie. Presidente del Consiglio – Simone Pistoni : Grazie Assessore. La parola al Consigliere Pasetti. Consigliere Pasetti : Grazie Presidente. Noto ancora una volta, signor Presidente… Presidente del Consiglio – Simone Pistoni : Mi scusi Consigliere Pasetti, aveva chiesto la parola prima il Consigliere Montagnini. Perdoni, Consigliere Montagnini. Consigliere Pasetti : Chiedo scusa collega, sarò molto breve. Dicevo, Presidente, che noto con disappunto che lei non ha l’autorità per gestire l’aula. L’Assessore ha parlato per 24 minuti e ha potuto parlare tranquillamente, a ruota libera, senza che lei abbia detto alcunché. Per cui lei usa come al solito due pesi e due misure. Sarò molto breve comunque nella mia… Presidente del Consiglio – Simone Pistoni : Il peso di solito è di un certo riguardo che non avrà più. Prego. Consigliere Pasetti : Grazie. Io non posso che associarmi a quanto ha argomentato l’on. Gianni Fava, però vorrei anche replicare all’idea dell’Assessore e del Presidente Napolitano. Io credo che la normativa attuale non sia deleteria e sia una mancanza di diritto nei confronti dei bambini nati in Italia da cittadini esteri. Io credo che la cittadinanza italiana debba essere una scelta, una volontà, non può essere data automaticamente. La normativa attuale tutela i bambini da cittadini

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esteri uguale a quelli nati da italiani, successivamente avranno la possibilità, allo scadere dei 18 anni, di scegliere cosa vorranno fare. Vede, il problema è che in altri Stati, per esempio la Francia, hanno da sempre, fin dal 1500, scelto un’altra normativa. Il problema lo si vede proprio adesso, i figli di seconda e terza generazione, quelli che lei elencava come i migliori italiani, sono quelli che in Francia fischiano negli stadi la Marsigliese, sono quelli che bruciano la bandiera francese, sono quelli che creano dei problemi nelle banlieu, perché proprio la loro situazione quanto meno di figli di seconda e terza generazione non li ha portati a considerare la Francia come il proprio paese. Per cui io ritengo che questa eventuale novità legislativa non potrà che creare dei problemi a quella che è la nostra socialità. Presidente del Consiglio – Simone Pistoni : Grazie Consigliere Pasetti. Consigliere Montagnini. Consigliere Montagnini : Grazie Presidente. Innanzitutto ringrazio i colleghi della Lega per aver depositato questa mozione, perché ritengo che sia un argomento importante per il nostro paese e che il Consiglio Provinciale si può esprimere sul pezzo. Parlo a nome del Partito Democratico, quindi dell’intero gruppo, e farò di conseguenza anche la dichiarazione di voto per velocizzare un attimino i lavori. Io e la collega Bianchera la settimana scorsa abbiamo fatto un intervento a sostegno del comitato “L’Italia sono anch’io”. Riteniamo che sia arrivata l’ora di una normativa meno stringente sulla materia e che sia la possibilità a quelle generazioni che sono nate nel nostro territorio di avere la cittadinanza non al 18° anno di età, come è adesso, ma fin dalla nascita. Il Partito Democratico ha depositato alla Camera un proprio progetto di legge che a marzo verrà discusso per dare anche un segnale a queste giovani generazioni e anche per rispetto per quello che ha detto il nostro Presidente della Repubblica, perché il nostro Presidente della Repubblica in ben due o tre occasioni ha detto che c’è la necessità di riformare la legge sulla cittadinanza e inoltre ha definito questi bambini parte integrante dell’Italia di oggi e di domani in quanto grande fonte di speranza e di energia. Questo perché come diceva prima l’Assessore riduce l’età media della cittadinanza italiana ma anche perché si dà un nuovo slancio al nostro paese per quanto riguarda i diritti, perché la nostra Costituzione è la più copiata al mondo, la più invidiata ma proprio in prospettiva, per il rispetto che si ha nei confronti della nostra Costituzione secondo il nostro parere è giusto affrontare il problema in Parlamento. Per questo motivo noi voteremo contro la mozione presentata dai colleghi della Lega perché pensiamo che innanzitutto non sia una battaglia di pancia, non siano battaglie di cuore, siano battaglie di giustizia sociale, battaglie con cui noi vogliamo costruire un nuovo percorso di integrazione vero e proprio, fondato su reciproci diritti e doveri nel rispetto dei principi della nostra carta costituzionale.

Entra Bignotti Presenti 20

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Presidente del Consiglio – Simone Pistoni : Grazie Consigliere Montagnini. Chiede la parola il Consigliere Tiana, prego. Consigliere Tiana : Grazie Presidente. Tutte le associazioni a livello nazionale che hanno ritenuto opportuno di portare all’attenzione dell’opinione pubblica il problema di un diritto da parte dei bambini nati in Italia ma complessivamente degli stranieri residenti in Italia sia stato un passaggio molto importante perché ha messo tutti di fronte alla condizione di dover valutare e quindi di approfondire questa situazione perché su queste situazioni c’è stata una disinformazione totale in cui la maggioranza si è basata sugli spot che venivano lanciati in ogni campagna elettorale contro gli stranieri. Questa è stata la cosa vera che ha incominciato a far riflettere anche i cittadini, cioè incominciare a far arrivare un’informazione corretta. Su questo io penso che dobbiamo assolutamente… io stesso a Castiglione ho fatto i banchetti per raccogliere le firme per fare in modo che questa proposta di legge popolare raccolga il numero di firme necessarie per poter essere presentata in Parlamento e fare in modo che dopo si riesca a darle le gambe perché sia approvata e si dia attuazione vera a quello che riguarda la nostra Costituzione che stabilisce il principio dell’uguaglianza fra le persone impegnando la Repubblica a rimuovere gli ostacoli che ne impediscono il pieno raggiungimento nei confronti di milioni di persone di origine straniera e questo principio è disatteso. In Italia nel 2010 vi erano 4.235.059 cittadini stranieri, di cui 932 mila minori e di questi 572 mila nati in Italia. Quindi la maggioranza di questi minori sono nati in Italia, vivono in Italia e non è vero che non ci sono problemi perché quando questi ragazzi che sono nati in Italia, frequentano le nostre scuole e specialmente quando incominciano ad andare alle superiori incominciano a fare anche le gite scolastiche e in alcuni istituti vanno anche all’estero, ci sono notevolissimi problemi perché questi ragazzi possano andare, con tutta una serie di burocrazia, di documentazione. Quindi bisogna assolutamente dargli le condizioni per evitare queste discriminazioni. Le due proposte di legge di iniziativa popolare da un lato assegnano allo ius soli, cioè al diritto di essere cittadino del nostro paese partendo dal luogo nel quale si nasce e non dalla discendenza di sangue, un ruolo di primario rilievo. La cittadinanza viene inoltre a definirsi come diritto soggettivo e legittima aspirazione delle persone a partecipare a pieno titolo alla vita della comunità e della città dopo un periodo di soggiorno legale sul territorio e in tempi ragionevoli. Dall’altro attraverso il riconoscimento del diritto di voto amministrativo per chi risiede per un periodo congruo di 5 anni, si elimina un’ingiustizia che rischia di minare sempre più il principio del suffragio universale a livello territoriale impedendo a milioni di persone di partecipare pienamente alla vita della comunità dove risiedono e vi posso assicurare che ci sono persone che sono in regola con i documenti, che hanno fatto richiesta di cittadinanza, sono 15 anni che stanno aspettando, dopo 10 anni che hanno fatto la domanda e sono 5 anni che stanno aspettando. Questo iter che dovrebbe concludersi in due anni, non si conclude in due anni, ce ne sono 3 in più con tutto quello che ne consegue, il mancato rispetto di questa regola e quindi di queste norme. Quindi penso che sia importantissimo

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che questo principio e quindi che questa proposta di legge vada avanti e proprio per questo motivo ritengo di votare contro la mozione della Lega perché dal mio punto di vista è completamente non condivisibile e dice delle cose che realmente non sono così. Presidente del Consiglio – Simone Pistoni : Consigliere Barai, prego. Consigliere Barai : Io volevo solo rilevare una cosa. Nell’affrontare queste tematiche di carattere sociale e anche etico dovremmo provare un po’ a metterci nei panni di chi nasce in Italia, lavora in Italia, impara magari un dialetto italiano, non ha mai visto il suo paese d’origine, non sa neanche magari dov’è eppure non è cittadino italiano. Io penso che oggi come oggi sia una questione di civiltà, cioè la paura che ci sia uno, cento, mille cittadini italiani sinceramente in una società globalizzata come la nostra non mi spaventa affatto, queste persone già pagano le tasse, che già usufruiscono dei servizi del nostro Stato e quindi penso che sia una questione di correttezza e di civiltà far capire a queste persone che in realtà sono integrate, fanno parte globalmente di questo Stato, è anche una questione di ordine. È certo che lo ius sanguinis così com’è in Italia oggi non può più andare avanti così, la legislazione va assolutamente cambiata. Che poi sia strutturata in un modo piuttosto che in un altro però va assolutamente cambiata. Per cui per questo voterò contro. Presidente del Consiglio – Simone Pistoni : Grazie Consigliere Barai. Ci sono altri interventi? Consigliere Pellizzer, prego. Consigliere Pellizzer : Grazie. Credo che le tematiche presentate, affrontate e indicate nella mozione presentata dalla Lega ovviamente per certi aspetti evidenziano alcune problematiche che sono sentite anche a livello di comunità ma è altrettanto vero che le complicazioni che comportano scelte e valutazioni di questo genere vanno a toccare molti ambiti, molti campi che per essere accettate dovrebbero essere affrontate a 360 gradi perché molti sono gli aspetti che vanno a toccare il riconoscimento, molti sono gli aspetti che toccano le comunità anche locali perché è fuor di dubbio che in tutte le nostre comunità le percentuali di presenza stanno assumendo valori sempre più evidenti e quindi necessariamente deve essere affrontato questo tema. A livello di economia nazionale queste tematiche comportano dei riflessi per il fatto del riconoscimento e quindi credo che valutazioni come queste che sono importanti, che necessariamente devono essere affrontate e discusse ma, ripeto, affrontando ogni aspetto che va purtroppo non guardando soltanto il fatto che il bambino, come evidenziava Tiana, non può andare in vacanza in una gita organizzata in un altro Stato. Credo che necessariamente se le cose devono essere affrontate devono essere affrontate togliendo purtroppo quel senso di tenerezza che indubbiamente un bambino fa, ma necessariamente va posta la serietà sul fatto che queste tematiche dobbiamo affrontarle vedendo l’incidenza che può avere nel contesto della nostra nazione e anche della nostra Costituzione. Per questo motivo e per queste valutazioni ovviamente noi ci asterremo.

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Presidente del Consiglio – Simone Pistoni : Grazie Consigliere Pellizzer. Consigliere Chiodarelli. Consigliere Chiodarelli : Non vorrei scandalizzare i Consiglieri di maggioranza ma ho molte perplessità su questo punto. Che la legge italiana sia molto rigida, complicata nella sua applicazione è sicuramente verissimo e quindi non è più sostenibile che per avere la cittadinanza uno straniero debba aspettare anni e seguire un iter burocratico spaventoso. Riguardo la cittadinanza per nascita io invece mi sono messa nei panni di una mamma che va in Francia e ha un bambino. Vorrei almeno che mi chiedessero se sono d’accordo o meno a che mio figlio che nasce in Francia sia un francese. Per questo motivo mi asterrò perché credo che ancora si possa lavorare sulla legge italiana, pur pensando anche a questa alternativa. È un dono che secondo me richiede anche una partecipazione da parte dei genitori. Grazie. Presidente del Consiglio – Simone Pistoni : A lei Consigliere Chiodarelli. Consigliere Refolo, prego. Consigliere Refolo : Grazie Presidente. Condivido le parole della Consigliere Chiodarelli perché siamo di fronte ad un argomento molto importante che delineerà quella che sarà poi la costituzione sociale del nostro paese. È indubbio che siamo un paese a forte immigrazione però dobbiamo essere sicuri che queste persone vogliano la cittadinanza e creare un automatismo che li renda cittadini in automatico solo per nascita mi rende un po’ perplesso, nel senso che, come diceva appunto la Consigliere Chiodarelli, ci deve essere una volontà di essere cittadini italiani e una volontà anche di riconoscersi nei valori della nostra società, senza andare ad appiattirsi su quella che è la nostra religione, i nostri usi e consumi, però logicamente debbono vivere legittimamente, vivere secondo le nostre leggi. Quindi anch’io mi asterrò. Non avendo nessun altro Consigliere chiesto la parola, il Presidente del Consiglio pone in votazione in forma palese, eseguita con sistema elettronico, il punto all’ordine del giorno e ne proclama il seguente esito:

Favorevoli:

n. 3

Contrari: n. 13 (Pistoni – Pastacci – Tiana – Bianchera – Gazzoli – Montagnini – Negrini – Morselli – Cavaglieri – Soffiati – Zucca – Barai – Pippa)

Astenuti: n. 4 (Refolo – Chiodarelli – Pellizzer - Bignotti)

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In conformità di ciò, il Presidente proclama respinta la deliberazione stessa.

Escono Bianchera, Fava, Negrini Presenti 17

Presidente del Consiglio – Simone Pistoni : Il punto successivo è “Mozione presentata dal Gruppo Consiliare Lega Nord, per il mantenimento delle attuali graduatorie provinciali del nord Italia per gli insegnanti precari dopo la sentenza della Corte Costituzionale che ha reinserito "a pettine" circa tremila supplenti quasi tutti provenienti dal sud Italia”. Nel precedente Consiglio Dara aveva annunciato il ritiro di questo punto ma lo ha fatto però successivamente alla chiusura della seduta. Consigliere Pasetti : Presidente, purtroppo il primo firmatario è Dara. Mi rendo conto ma per rispetto vorrei quanto meno aspettare. Anche la mozione al punto 10 sulla manovra economica la ritirerei perché ormai è stata ampiamente votata. Per cui non so, eventualmente la inseriamo nel prossimo O.d.G. Presidente del Consiglio – Simone Pistoni : La 10 la ritirate? Consigliere Pasetti : Tutte quelle mozioni della Lega Nord i primi firmatari non ci sono per cui le rinvierei. Presidente del Consiglio – Simone Pistoni : Allora saltano fino alla 13. La 14, quella del Partito Democratico può essere discussa.

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14) Mozione presentata dai Consiglieri PD: Negrini, Cavaglieri, Soffiati, Zucca, Morselli, Montagnini, Bianchera, per la cost ituzione di una Commissione Provinciale di monitoraggio dei fenomen i mafiosi

Premesso che

Il problema della presenza delle associazioni mafiose è sempre stato vivo nel nostro paese, ma la situazione, spesso ignorata, col tempo si è aggravata. Questa questione è strettamente legata a quella della sicurezza, idea che nel nostro paese è trattata in modo impreciso e a soli fini propagandistici. Il tema, molto complesso, meriterebbe un’analisi seria, responsabile e accurata, perciò è anzitutto necessario distinguerlo da quello di ordine, anche e soprattutto perché se posti come obiettivi non sono raggiungibili con gli stessi mezzi. Il concetto di ordine, molto caro ai regimi dittatoriali non ha nulla a che vedere, con il principio di sicurezza. Un ordine lo si può imporre; per fare ciò i mezzi sono i più vari per esempio creando ronde notturne, fissando un coprifuoco, militarizzando i territori, escludendo, respingendo e ghettizzando categorie di persone per così dire “non gradite” o “diverse”. Così facendo la soglia di libertà individuale tenderebbe a restringersi sempre di più, anche quella di coloro che l’ordine l’hanno creato. Inoltre pur generando una parvenza di sicurezza nei cittadini, questa sarebbe soltanto illusoria. Nessun vero problema sarebbe stato affrontato né tanto meno risolto. Anzi è proprio in un sistema “ordinato” che è più facile operare nell’illegalità. E sono proprio le organizzazioni mafiose a farlo in perfetta tranquillità perché la loro azione è tradizionalmente subdola, poco visibile e, quindi, non percepita, se non marginalmente, come pericolo da parte dei cittadini.

considerato che L’unica soluzione per debellare il fenomeno della criminalità organizzata è fondare un programma per la sicurezza sul principio di legalità. Esso deve fungere da regola della vita sociale. Più la soglia di legalità individuale è alta più ogni cittadino è garantito e libero. Più un paese è legale più è sicuro. Perseguire questo obbiettivo è fondamentale, ma per farlo oltre al grande impegno di tutto il mondo politico è anche indispensabile quello dei cittadini; ;Bisogna affermare con forza che una città più sicura è anche una città più libera, più tollerante e più democratica. Ma una città sicura è quella vissuta dai cittadini aperta ed accogliente e non quel “fortino assediato” in cui potrebbe trasformarla un’azione di governo, sfruttando la paura delle persone.

preso atto che Nell’ultimo periodo – come dimostrano le notizie apparse anche in questi mesi sui quotidiani locali - si è sempre più evidenziato quanto sia presente e forte il radicamento delle mafie nel nord dell’Italia;

è quindi necessario che i Comuni e le Province (delle regioni settentrionali), di concerto con le Regioni e lo Stato, con il sostegno delle associazioni che più hanno operato nelle azioni di denuncia e contrasto del fenomeno mafioso, affrontino il problema in modo continuativo ed organizzato;

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pertanto al fine di Organizzare in modo più trasparente e organizzato, da parte delle amministrazioni locali la risposta e la denuncia delle infiltrazioni mafiose; Rendere consapevoli i cittadini in maniera esaustiva di ciò che accade nel proprio territorio generando un sentimento di controllo e sicurezza; Abbattere il muro dell’omertà, stimolando il coinvolgimento attivo dei cittadini.

Si impegna il Presidente della Provincia e la Giunt a a

1. costituire a livello provinciale una commissione di monitoraggio composta dai rappresentanti delle associazioni, delle forze dell’ordine e delle associazioni sindacali dei lavoratori e degli imprenditori che pubblichi periodicamente una informazione sulla situazione in corso

2. la riunione in seduta congiunta una volta all’anno dei consigli comunale e

provinciale con l’odg sul tema della legalità e della sicurezza con la presenza dei rappresentanti delle associazioni, delle forze dell’ordine e delle associazioni sindacali dei lavoratori e degli imprenditori.

3. la stesura di un Protocollo per la legalità (da sottoscrivere con la Prefettura)

per definire sia un sistema di controllo e di monitoraggio sulle imprese appaltatrici, sia regole chiare sui subappalti.

4. la stesura di un Protocollo etico dell’Amministrazione provinciale sulle gare

e gli appalti con la rinuncia alle gare al “massimo ribasso” e preferendo “l’offerta economicamente più vantaggiosa” che permette di valutare le proposte dando maggior peso alla qualità dell’opera e anche alla tutela della qualità del lavoro e della sicurezza dei lavoratori. Si garantirà che la struttura tecnico/dirigenziale provveda di prassi al controllo sulle condizioni di sicurezza del lavoro nei cantieri/luoghi di lavoro e alla verifica dell’applicazione dei contratti collettivi nazionali di lavoro delle imprese appaltatrici e, eventualmente, subappaltatrici, istituendo un apposito “Ufficio sicurezza” preposto alla verifica del rispetto dell’intera tematica.

5. la costituzione della Anagrafe degli eletti, nominati o designati dalla

Provincia ad incarichi in enti pubblici o a partecipazione pubblica.

6. l’adozione da parte del Consiglio provinciale, in quanto luogo di rappresentanza di tutti i cittadini, a prescindere dalla dialettica maggioranza-minoranza, del questionario da inviare a tutte le famiglie prodotto dalla FDE. Questionario volto a verificare la percezione del fenomeno mafia nel mantovano. Questo strumento prodotto da una équipe di studiosi e ricercatori mantovani specializzati in criminologia sarà adottato in questi mesi anche da altri Comuni mantovani.

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Presidente del Consiglio – Simone Pistoni : Chiede la parola il Consigliere Montagnini. Consigliere Montagnini : Presidente la ringrazio. Questa è una mozione per la costituzione in Provincia di Mantova di una commissione antimafia. Questo è un percorso iniziato anni fa dalla giovanile del Partito Democratico, tramite iniziative pubbliche e anche documenti scritti sul tema. Noi abbiamo presentato la stessa Mozione anche in Consiglio Comunale a Mantova però è stata bocciata, ma a prescindere da questo riteniamo che sia doveroso porre all’attenzione degli enti pubblici ma anche della cronaca quello che sta succedendo sul territorio mantovano. Nelle ultime settimane …[cambio lato audiocassetta n. 2]… Per questo anche tramite il tavolo che è avvenuto venerdì in Prefettura ritengo che sia doverosa la massima collaborazione tra enti al fine di combattere la criminalità organizzata. La mozione la do per letta comunque vi dico quali sono i passaggi cruciali. Innanzitutto la costruzione a livello provinciale di una commissione di monitoraggio composta da rappresentanti delle forze dell’ordine, delle associazioni sindacali dei lavoratori e degli imprenditori, che pubblichi periodicamente un bollettino della situazione; programmare una riunione dei Consigli Comunali assieme al Consiglio Provinciale in una seduta congiunta sul tema della legalità in presenza dei componenti della commissione di monitoraggio. Inoltre, l’estensione di un protocollo per la legalità, per la definizione sia di un sistema di controllo sulle imprese appaltatrici, sia sui subappalti e anche un protocollo etico dell’Amministrazione provinciale sulle gare e gli appalti. Infine, l’adozione da parte del Consiglio Provinciale del questionario ideato dall’istituto FDE da inviare a tutte le famiglie per verificare la percezione del fenomeno mafioso nel mantovano. Questa la riteniamo un’iniziativa molto importante. Il mio auspicio è che questo documento venga votato all’unanimità per dare un segnale ben preciso alle organizzazioni criminali, perché è giusto che le istituzioni siano unanimi, collaborino su questo punto. Quindi chiedo il voto unanime dell’aula. Presidente del Consiglio – Simone Pistoni : La Consigliere Gazzoli voleva fare una precisazione. Consigliere Gazzoli : Per ragioni organizzative non ho potuto firmare la mozione. Quindi chiedo di essere inserita anch’io tra i firmatari della mozione. Presidente del Consiglio – Simone Pistoni : Mettiamo a verbale la sua richiesta. Do la parola all’Assessore Magri. Assessore Magri : È quanto mai opportuno affrontare questo tema e costituire una commissione, tanto più che attraverso gli scambi di buone pratiche che avvengono attraverso Avviso Pubblico, che è l’associazione degli enti locali antimafia, si vengono ad apprendere attività veramente concrete, fattive e importanti che le amministrazioni pubbliche possono mettere in atto per combattere i fenomeni mafiosi. Tante iniziative vengono da Comuni del milanese, dall’estensione dei

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Regolamenti per gli appalti pubblici a quelli privati, dalla formulazione di sistemi operativi che incrocino i dati su più livelli da cui si desumono e si vanno ad individuare innumerevoli situazioni, ad attività di supporto culturale della legalità che viene affrontato in Emilia Romagna, a Reggio, non soltanto a livello di discussione, di approfondimento e di conoscenza ma sono veramente tantissime le attività che si possono sostenere a livello amministrativo. Quindi sono contenta di aver sentito questa cosa dal Consigliere Montagnini. Presidente del Consiglio – Simone Pistoni : Grazie Assessore Magri. Altri interventi? Consigliere Bignotti. Consigliere Bignotti : L’intervento per chiedere all’Assessore o ai firmatari della mozione un chiarimento. Ci risulta che presso la Prefettura dovrebbe essere operativa una commissione che si occupa di tematiche come questa o abbastanza simili. Ci chiedevamo se non fosse il caso di proporre un’integrazione piuttosto che una modifica di quella che è con precisione l’attività di quella commissione, senza creare un altro organo che magari duplica alcune delle attività rispetto a questo. Era un quesito che facevamo al Consiglio. Presidente del Consiglio – Simone Pistoni : Una precisazione dell’Assessore Magri, che è informatissima sul punto. Assessore Magri : Sono mesi che chiedo al Prefetto e anche alla Questura, alle Fiamme Gialle, una cosa di questo tipo. Era stata proposta fin dal mese di luglio, tra l’altro con la partecipazione non soltanto delle istituzioni ma anche, perché sia effettivamente efficace, di Libera, di Avviso Pubblico, della LAV per quanto riguarda le zoo-mafie perché è tra le quarte voci del bilancio delle mafie, ed è stato posto un diniego molto forte rispetto a questa cosa. La motivazione che il Prefetto ha addotto a seguito di diverse sollecitazioni è: non confondiamo il mondo della politica con il mondo delle istituzioni. Mi sono chiesta: io sono un’istituzione. Lui mi ha detto che Libera fa parte del mondo della politica. Al che siamo rimasti lì. Tra l’altro è stata istituita una commissione che deve ancora partire, dobbiamo ancora fare la prima seduta, questa volta sì assieme a Libera e assieme ad altri soggetti del territorio, voluta proprio da Roma, limitatamente al tema dell’utilizzo dei beni confiscati, quindi a un tema assolutamente circoscritto. Infatti mi dicevo come si fa ad operare in modo corretto, concreto, senza conoscere dati o senza avere in mano strumenti o conoscenze che invece ha la Prefettura. Invece quella è stata proprio cassata, ho fiumi di carteggi e di posta elettronica, ma non c’è stato verso. Quindi da un lato ci può essere questa partecipazione. Mi rendo conto che è una sovrapposizione di tavoli che a volte risulta anche ridondante, non efficace, eccetera, ma la risposta è stata “No”. Presidente del Consiglio – Simone Pistoni : Grazie Assessore Magri. Consigliere Barai, prego.

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Consigliere Barai : Al di là di Libera, mi chiedevo se la Provincia di Mantova potesse partecipare al tavolo della Prefettura. Un conto è Libera, un conto è la parte istituzionale provinciale. Assessore Magri : Loro hanno distinto ciò che è il gruppo delle forze dell’ordine e gli organi di governo del territorio da quelle che sono le altre istituzioni. Lì c’è stato proprio un aut-aut secco. Ho provato in tutte le maniere possibili ma non lo hanno concesso. C’è solamente questo tavolo che si occupa proprio della gestione dei beni confiscati ma nulla più. Nemmeno soltanto la Provincia. Posso rifare la proposta dicendo che proprio tutto il Consiglio delibera e chiede questa cosa, però su diverse sollecitazioni – ripeto, avrò scritto non so quante mai e ho avuto non so quanti colloqui – mi hanno proprio detto di no. Lo riproporrò come volontà del Consiglio. Consigliere Barai : Se fosse possibile deliberare una cosa forte da parte del Consiglio perché una commissione interna nostra senza l’apporto di chi è sul territorio e quindi conosce il territorio, conosce gli eventi, conosce i movimenti, è una commissione fine a se stessa che rischia un po’ di mordersi la coda o di ridirsi cose che magari sono state dette sui giornali il giorno prima, uscite magari dalla Prefettura piuttosto che dai Carabinieri piuttosto che da altri. Questa è la mia prima osservazione, quindi prima di andare a deliberare cercare in tutti i modi, cercando appunto di far ragionare le forze dell’ordine, in modo da non sovrapporsi. Una seconda ipotesi secondo me, se dovesse fallire questa, è di inglobare questa commissione in un’altra per evitare di aumentare i costi di un nuovo Presidente di commissione all’interno della Provincia, quella del welfare che a parte tratta un po’ questi temi. Grazie. Presidente del Consiglio – Simone Pistoni : Consigliere Morselli. Consigliere Morselli : In merito alla richiesta che faceva il Consigliere Bignotti, su cui anche il Consigliere Barai è intervenuto, secondo me avendo partecipato anche in altri momenti a riunioni di questa commissione parliamo di due cose diverse. Quella è la commissione provinciale sulla sicurezza che di volta in volta riunisce sicuramente tutti i rappresentanti delle forze dell’ordine e parti del territorio, perché almeno io ho sempre partecipato come Sindaco quando si parlava di cose inerenti la Sinistra Mincio, quindi 5-6 Comuni di quella zona e magari altri Comuni hanno partecipato per altre zone. Non c’è mai un discorso complessivo. La vedo più quella una commissione di tipo operativo, cioè che entra molto nel particolare, anche se in effetti poi riuscire ad avere dei dati concreti anche come amministratori per cercare di capire cosa succede sul proprio territorio non è sempre facile obiettivamente. Riferisco un episodio. Io chiesi a suo tempo di conoscere quanti reati venivano perpetrati sul Comune di San Giorgio, anche perché in quella fase c’era stato l’arresto di due persone affiliate a cosche mafiose (‘ndrangheta o altro), però avere notizie non è poi sempre semplice. Con quella proposta che abbiamo portato oggi vogliamo cercare di fare qualcosa un attimino diverso. Ovviamente ci

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servono i dati per poter conoscere e capire cosa succede sul nostro territorio però credo che la funzione delle amministrazioni pubbliche, dei Comuni, della Provincia che faccia un po’ da coordinamento, delle varie associazioni e anche, se è possibile, di Prefettura e forze dell’ordine, credo che sia un lavoro un po’ diverso che si vada a fare sul territorio. Quindi capire sì cosa succede ma anche portare dei modelli diversi da quelli che vengono propugnati attraverso azioni delittuose di questo tipo. Il discorso di portare nelle famiglie il questionario è un modo per cercare di capire il grado di sensibilizzazione o in che modo la nostra cittadinanza percepisce la presenza, se c’è, e percepisce sul territorio la presenza della malavita organizzata. Credo che siano due cose un po’ distinte. Se noi vogliamo aspettare di riuscire a coinvolgere una struttura come la Prefettura, che di suo è composta in un certo modo e che si muove anche in un determinato modo insieme alle forze dell’ordine, credo che sia difficile far partire questa cosa. Io auspicherei, invece, che ci si possa dare un po’ di slancio, riuscire a partire su questa cosa, anche perché gli ultimi fatti successi ad Ostiglia credo che siano estremamente preoccupanti, senza dimenticare gli altri di Villagrossi, senza dimenticare gli arresti che ci sono stati a San Giorgio, a Roverbella, insomma tutti gli altri fatti. Abbiamo già, purtroppo, molta carne al fuoco. Io credo che dobbiamo un po’ tutti uscire dall’idea che la nostra piccola realtà di provincia, quindi non solo la città ma tutta la nostra provincia, sia immune da questo fenomeno perché ormai i dati dicono l’esatto opposto. La nostra vicinanza con la città di Reggio Emilia, dove c’è una presenza ormai certificata, documentata… non solo a Reggio Emilia, noi abbiamo delle realtà vicine a questo territorio in cui magari talvolta viviamo delle azioni di questi soggetti. Sul discorso della commissione, però questa è una mia idea personale, non la vedo come una commissione consiliare nel senso che l’intento non era quello di creare un’ulteriore commissione consiliare con tanto di gettoni e cose di questo tipo, anche perché prevede la presenza di soggetti che sono esterni al Consiglio Provinciale, quindi secondo me non si dovrebbe porre il problema di dire che la presenza e la partecipazione in questa commissione debba per i Consiglieri Provinciali che eventualmente ne fanno parte vedere la remunerazione di un gettone di presenza. Questa è la mia personale idea. Presidente del Consiglio – Simone Pistoni : Grazie Consigliere Morselli. Prego Consigliere Tiana. Consigliere Tiana : Io penso che questo sia un argomento molto importante, hanno fatto bene i colleghi del PD a presentare questa discussione, con una proposta che mi sembra abbastanza interessante. Da quello che ho letto ho capito anch’io che non è una commissione consiliare ma è una commissione provinciale, che quindi opera all’interno della Provincia ma non come commissione interna al nostro organismo. Io mi ricordo che anche l’anno scorso vi erano state una serie di problematiche anche al Comune di Milano, in cui c’erano la Prefettura e altri che non erano molto d’accordo nell’andare a costituire quello che la nuova Amministrazione comunale voleva cercare di mettere in piedi, cioè un gruppo proprio per cercare di dare delle forme e anche di istituire delle condizioni per

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combattere efficacemente sugli appalti, ma non solo, quello che è tutto l’aspetto della malavita organizzata. Penso che questo ordine del giorno sicuramente non dovrà essere un doppione, perché le istituzioni oltre ad avere i dati, ad avere la titolarità per poter valutare, è chiaro che non è che questi distribuiscono le informazioni così a una commissione, ma sicuramente ci deve essere un confronto serio e la costituzione di questa commissione, con questo ordine del giorno, da parte del Consiglio Provinciale sicuramente dovrà essere come stimolo e come sollecitazione anche a chi, come diceva prima l’Assessore Magri, aveva espresso e manifestato titubanza se non contrarietà a proposte di questo tipo e quindi possa essere una sollecitazione forte che possa far riconsiderare anche alla Prefettura e agli altri enti interessati che vi è la necessità. Io penso che non dobbiamo aspettare che il problema peggiori ulteriormente, non siamo in situazioni drammatiche ma si sono già manifestate nella nostra provincia in modo significativo. Quindi è importante cercare di essere solleciti in questo facendo tutte le pressioni necessarie affinché si riesca a creare questa collaborazione, quindi sinergia fra due organismi che devono funzionare in modo separato ma collegati perché l’obiettivo deve essere comune, deve essere quello di intervenire per tempo e dare anche gli strumenti alle comunità locali, quindi ai vari Comuni, per poter intervenire e capire se anche gli appalti che stanno facendo sono appalti in cui ci possono essere delle infiltrazioni e in cui tu Comune magari non sei in condizioni di poterlo sapere. Presidente del Consiglio – Simone Pistoni : Grazie Consigliere Tiana. La parola al Consigliere Refolo. Consigliere Refolo : Grazie Presidente. Ritengo questa mozione importante perché va a smuovere il Consiglio e l’Amministrazione su un argomento dove si è detto di tutto e di più, specialmente in alcune Amministrazioni comunali si è arrivati addirittura a negare il fatto che la malavita sia presente anche sul territorio mantovano. Penso anche che però serva che questa commissione abbiamo una sorta di interconnessione con quell’organizzazione che rappresenta poi le forze dell’ordine. Logicamente non potremo sapere, come diceva prima il Consigliere Morselli notizie sensibili però potremmo avere delle notizie di primo pelo su quello che è il fenomeno. Quindi non disdegnerei un collegamento stretto se non è proprio possibile far parte di questo tavolo della Prefettura, almeno avere un’interconnessione stretta e capillare con questo organo. Presidente del Consiglio – Simone Pistoni : Grazie Consigliere Refolo. Consigliere Pasetti. Consigliere Pasetti : Grazie Presidente. Questa mozione è accoglibile. Ritengo che tutto ciò che possiamo approntare per eliminare questo fenomeno sia ben visto da tutta la cittadinanza, ben venga. Pertanto tutti i dubbi che hanno manifestato con i precedenti interventi li faccio miei. Effettivamente c’è già una commissione in Prefettura, rischia questa di essere un doppione che non ha

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nessuna valenza, però anche se non dovesse quanto meno dal punto di vista pratico portare a nulla per quanto riguarda l’ordine e la sicurezza potrebbe da un punto di vista di immagine far vedere a tutta la cittadinanza, a tutta la provincia di Mantova che c’è un organismo, una commissione che tenta di salvaguardare la provincia da questo fenomeno. Sul contenuto della mozione soprattutto nella prima parte non posso essere d’accordo perché considera quelle che sono le ronde notturne come un aspetto nazista, un aspetto dittatoriale. Non è così, non la penso così, non è questo l’intendimento e farò in modo, io e il mio gruppo, di considerare questa proposta di commissione favorevolmente nonostante le premesse. Spero che quanto ha manifestato il collega Morselli si avveri, speriamo che questa commissione non sia retribuita non soltanto nei confronti dei Consiglieri Provinciali ma anche nei confronti di tutti gli altri che parteciperanno. Speriamo che quanto meno questa commissione si coordini con quella già esistente della Prefettura e speriamo anche che la mentalità dei cittadini mantovani possa avere un aspetto positivo, perché è soltanto con i cittadini che noi riusciremo, con i nostri mezzi, a poter essere utili per la sicurezza e l’ordine pubblico in provincia di Mantova con questa commissione. I cittadini dovranno tener conto di questo, dovranno fare in modo di capire qual è la volontà e cosa bisogna portare tutti quanti per la salvaguardia di questo, perché se il cittadino si comporterà in maniera omertosa sicuramente questo creerà problemi. Perché dico questo? Perché io stesso ho avuto un’esperienza come Assessore del Comune di San Martino dell’Argine. Qualche anno fa, era uscito il decreto sicurezza credo di Maroni, noi avevamo fatto un manifesto dove avevamo chiesto alla cittadinanza di non fare i delatori ma di avvertire quanto meno gli enti competenti, le autorità di ordine pubblico, le autorità di polizia, qualora ci fossero delle situazioni non secondo la legge, secondo le normative in vigore. È nata una discussione anche mediatica molto accesa dove il piccolo Comune di 1800 abitanti di San Martino dell’Argine è stato considerato un Comune nazista. Non è così, il mio pensiero è sempre lo stesso, sono i cittadini che ci permettono di mantenere l’ordine e la sicurezza. Pertanto questa commissione se non avrà il plauso, se non avrà quanto meno l’aiuto da parte di tutti i cittadini anche da un punto di vista di mentalità servirà a poco. Speriamo che possa andare in questa direzione. Presidente del Consiglio – Simone Pistoni : Consigliere Barai. Consigliere Barai : Il Consigliere Morselli ha inquadrato un po’ più la cosa, sebbene rimane sempre il dubbio che la commissione provinciale… forse è meglio chiamarla gruppo di lavoro anche perché andrà normato in modo diverso, perché se all’interno faranno parte strutture non elette in Provincia. Un piccolo appunto sul punto 4 della mozione. Per quanto riguarda le gare degli appalti, attenzione! perché c’è già un certificato antimafia che va presentato, quindi di per sé… cioè l’offerta economicamente più vantaggiosa non significa niente rispetto… Intervento fuori microfono

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Consigliere Barai : In parte sono d’accordo però… Io sono d’accordo con il Ministro però attenzione che l’offerta al ribasso economicamente più vantaggiosa secondo le norme degli appalti adesso non vuol più dire niente, cioè c’è una norma totalmente diversa. Poi per quanto riguarda la sicurezza c’è già un ufficio presso la ASL. Questo per evitare di rifare uffici su uffici, magari far partecipare qualcuno di questo ufficio a questo gruppo senza dover ricostituire un altro gruppo. Il mio intento è quello di evitare di strutturare sovrapposizioni che dopo servono a poco. Grazie. Presidente del Consiglio – Simone Pistoni : A lei Consigliere Barai. Consigliere Montagnini. Consigliere Montagnini : Solo per ricollegarmi ai fatti che sono successi a Ostiglia. Vi vorrei ricordare che sabato 25 alle ore 17 presso la Piazza Cornelio di Ostiglia ci sarà una fiaccolata. Io dico già che parteciperò a questa iniziativa di un’associazione locale, cioè la sezione locale dell’ARCI e invito tutti i miei colleghi Consiglieri, compreso il Presidente e la Giunta, a partecipare a questa manifestazione. Presidente del Consiglio – Simone Pistoni : Grazie. Ne approfitto per ricordare che nell’ultima capigruppo ho annunciato che per il famoso Consiglio Provinciale sulle mafie, di cui si parlava in dicembre, abbiamo fissato una data che è quella del 19 marzo. In quella data si terrà questo Consiglio, con l’Assessore Magri stiamo chiudendo il panel delle partecipazioni. Questa è una delle altre iniziative che mette in evidenza l’impegno di questa Amministrazione provinciale sotto il profilo della sensibilità su questo che è un tema preoccupante. Consigliere Pasetti. Consigliere Pasetti : Voglio fare una provocazione. Mi riallaccio all’ultimo intervento del collega Montagnini. Vorrei soltanto sottolineare che l’antimafia non è appannaggio di una parte politica esclusivamente, proprio perché oggi ho visto sui quotidiani che è stata ampiamente reclamizzata come tale. Credo che tutti i cittadini siano contrari a questo fenomeno, per cui mi raccomando, non facciamone uno spettacolo politico. Grazie. Presidente del Consiglio – Simone Pistoni : Una breve replica del Consigliere Montagnini. Consigliere Montagnini : Io sono pienamente d’accordo con il collega Pasetti. Noi non vogliamo strumentalizzare il tema perché lo riteniamo importante per il territorio mantovano. Auspico che il mio collega Pasetti venga in quel di Ostiglia, però io non l’ho voluto fare come cartello del Partito Democratico o di altre organizzazioni. Sono pienamente d’accordo che la legalità e il tema delle mafie non è né di destra né di sinistra. Non avendo nessun altro Consigliere chiesto la parola, il Presidente del Consiglio

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pone in votazione in forma palese, eseguita con sistema elettronico, il punto all’ordine del giorno e ne proclama il seguente esito:

Favorevoli: n. 17 In conformità di ciò, il Presidente proclama approvata all’unanimità la deliberazione stessa.

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15) Mozione presentata dai Consiglieri PD: Negri, C avaglieri, Soffiati, Zucca, Morselli, Montagnini, Bianchera, relativa alla Bors a di Studio "Prof. Magg. Ferruccio Spadini"

Premesso che l’8 settembre 2011, nella sede del Provveditorato agli Studi di Mantova, per mano del dirigente reggente, Prof.ssa Francesca Bianchessa, e del presidente della commissione valutatrice, Prof. Roberto Archi, è stata consegnata una borsa di studio intitolata al “Prof. Magg. Ferruccio Spadini” ormai alla sua quinta edizione;

valutato che Ferruccio Spadini è stato ufficiale del Comando delle milizie fasciste in Valle Camonica (Bs) con il grado di Maggiore nella Guardia Nazionale Repubblicana e che tra il 1943 e il 1945 diresse la repressione contro i resistenti macchiandosi di gravi delitti

ricordando che l'iniziativa, promossa da alcuni anni dai familiari dello stesso, con il patrocinio della Fondazione per la Repubblica Sociale Italiana di cui la nipote Barbara è dirigente della delegazione lombarda, è già stata oggetto di giuste e accese polemiche nel 2007, anno in cui si pretendeva di voler promuovere il premio all'interno dell'istituto scolastico intitolato a Luisa Levi, la più giovane ebrea mantovana deportata e morta nei lager nazisti:

considerando che

la stessa Barbara Spadini, sul blog della Fondazione R.S.I., alcuni giorni dopo la premiazione, ha espresso le seguenti considerazioni: “il Provveditore agli studi di Mantova, prof.ssa Bianchessi ha con atto pubblico conferito il premio in Provveditorato, istituzionalizzando così il premio stesso, che diviene credibile e ufficiale. […] un vero e proprio riconoscimento da parte dell’Istituzione Scuola che, inconsapevolmente, ha reso un grande servizio anche alla memoria storica di mio nonno e a tutta la Repubblica Sociale Italiana”, smentendo di fatto le affermazioni della famiglia che da sempre motivano la borsa di studio con la professione di insegnante del prof. Ferruccio Spadini;

ritenendo che tale iniziativa, contrastata fortemente dalle associazioni dei combattenti per la libertà, dalla Comunità ebraica mantovana e soprattutto da familiari di Luisa Levi, sia contraria ai valori e ai principi della Costituzione Repubblicana che, ricordiamo, vieta la ricostituzione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista e che l'apologia di fascismo è un reato punito dall'ordinamento penale della Repubblica (l. 645/1952)

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Il Consiglio Provinciale esprime

la più ferma contrarietà verso ogni azione, manifestazione o iniziativa che in qualsiasi modo possa dar adito ad uno spirito revisionista della storia, teso a mettere sullo stesso piano vittime e carnefici, liberatori e collaborazionisti di Hitler;

impegna il Presidente della Provincia e l’Assessore Provinc iale competente

ad esprimere in ogni sede idonea la propria totale disapprovazione verso un uso distorto e propagandistico delle istituzioni scolastiche come avvenuto nel conferimento di questa borsa di studio. Presidente del Consiglio – Simone Pistoni : Chiede la parola il Consigliere Morselli. Consigliere Morselli : Abbiamo presentato questa mozione che si riferisce a una cosa che è stata oggetto anche di notizie e di polemiche sulla stampa ma che crediamo rivesta un significato molto profondo. Ci si riferisce sostanzialmente a una borsa di studio promossa dai familiari del Prof. Magg. Ferruccio Spadini che ormai è alla sua quinta edizione e finché questo fosse rimasto nell’ambito delle promozioni familiari, del ricordo familiare, ovviamente ognuno è libero di ricordare i propri defunti come meglio crede. Quando però questo assume un significato ben diverso, ben preciso e la consegna del premio avviene all’interno di un’istituzione scolastica riteniamo che assuma un significato veramente molto negativo. Ricordo tra l’altro che nel 2007 addirittura questo premio si voleva consegnare all’interno della scuola “Luisa Levi” che, ricordo, è la più giovane ragazzina ebrea che è stata deportata da Mantova e poi deceduta nel campo di Auschwitz. Allora ci fu una forte polemica e questo non avvenne. Questa volta in modo più o meno articolato questa premiazione è stata fatta all’interno dell’ex Provveditorato agli Studi. È significativo il fatto che mentre da una parte si voleva confermare il fatto che fosse semplicemente una rievocazione quasi familiare la nipote di Ferruccio Spadini, la signora Barbara Spadini, che è segretaria della Fondazione della Repubblica Sociale Italiana – quindi che nel 2012 ancora si cerchi di enfatizzare questo discorso della Repubblica Sociale Italiana credo che la dica lunga – ha avuto modo di affermare: “Il Provveditore agli Studi di Mantova, prof.ssa Bianchessi, ha con atto pubblico conferito il premio in Provveditorato istituzionalizzando così il premio stesso che diviene credibile ed ufficiale, un vero e proprio riconoscimento da parte dell’istituzione scuola che inconsapevolmente ha reso un grande servizio anche alla memoria storica di mio nonno e a tutta la Repubblica Sociale Italiana”. Credo che se questo è il reale intendimento, il reale risultato che si è ottenuto con l’assegnazione del premio di questa borsa di studio, noi come istituzione di fronte a questo non si possa non esprimere la nostra più ferma contrarietà verso questa e verso tutte le azioni, manifestazioni o iniziative, come abbiamo scritto nella nostra

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mozione, che in qualsiasi modo possano dare adito ad uno spirito revisionista della storia, perché la storia ha ormai stabilito non tanto chi sono i vinti e i vincitori ma chi sono le vittime e i carnefici, i liberatori e chi ha collaborato invece con le forze naziste. Quindi chiediamo di condannare questo gesto e di impegnare il Presidente della Provincia e l’Assessore provinciale competente ad esprimere in ogni sede idonea la propria totale disapprovazione verso un uso distorto e propagandistico delle istituzioni scolastiche come avvenuto nel conferimento di questa borsa di studio. Presidente del Consiglio – Simone Pistoni : Grazie Consigliere Morselli. Consigliere Refolo. Consigliere Refolo : Solo per una rapida dichiarazione di voto, anche se Consigliere Morselli io avrei aggiunto il fatto di non avere la possibilità di consegnare questo tipo di premio con questa intitolazione in spazi del Provveditorato. È stato proprio il posto in cui è stata data la borsa di studio a dare questo senso di ufficialità o comunque di commemorazione dello Spadini. Sono completamente d’accordo su questa mozione e preannuncio il nostro voto favorevole.

Escono Pasetti e Stafanoni

Presenti 15 Presidente del Consiglio – Simone Pistoni : Grazie Consigliere Refolo. Ci sono altri interventi? Consigliere Tiana. Consigliere Tiana : Io sono pienamente d’accordo con questo ordine del giorno perché penso che già l’anno scorso, quando si era manifestato, sono stato sollecitato, ma tutti siamo stati sollecitati a intervenire, purtroppo in ritardo, per evitare che il Provveditorato agli Studi si prestasse a un’operazione di carattere politico e quindi di un riconoscimento, come ha letto bene prima il Consigliere Morselli, in cui la proponente, che è la nipote di questo fascista, abbia utilizzato questo per dare anche un riconoscimento non solo a quello che aveva fatto il nonno ma anche alla Repubblica Sociale di Salò. Questo è gravissimo e penso che bisogna, come istituzione, come Amministrazione provinciale, tramite l’Assessore, intervenire in modo abbastanza energico e forte perché le istituzioni non si prestino ad operazioni di questo tipo perché tra l’altro penso che sia arrivato a tutti il documento delle Fiamme Verdi in cui con documenti storici – non sono invenzioni – si mette ben in evidenza chi era questo personaggio. A maggior ragione bisogna assolutamente evitare che nelle scuole vengano sponsorizzate queste iniziative in cui sembra che questi siano stati delle vittime, bisogna fargli anche una borsa di studio su cui andare a fare dei riconoscimenti. Io penso che già questa Fondazione della Repubblica di Salò dovrebbe essere in netta contraddizione con quello che è lo spirito democratico nato dalla Resistenza della

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nostra Repubblica. Questo già la dice lunga su quello che è il loro reale obiettivo. Basta andare a guardare anche nel sito di questa Fondazione per rendersi conto effettivamente di quali sono i loro obiettivi. Quindi sono pienamente d’accordo e condivido questo ordine del giorno. Non avendo nessun altro Consigliere chiesto la parola, il Presidente del Consiglio pone in votazione in forma palese, eseguita con sistema elettronico, il punto all’ordine del giorno e ne proclama il seguente esito:

Favorevoli:

n. 13

Astenuti: n. 2 (Pellizzer - Bignotti) In conformità di ciò, il Presidente proclama approvata la deliberazione stessa.

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16) Mozione presentata dal Consigliere PDL Maurizio Pellizzer, per l'istituzione della Stazione Unica Appaltante Provi nciale Il sottoscritto Maurizio Pellizzer, consigliere provinciale,

premesso che al fine di razionalizzare ed economizzare le procedure di gara, l'art.

23, commi 4 e 5, del d.l. 201/2011 (convertito con Legge 214 del 23/12/2011)

prescrive che i comuni al di sotto dei 5.000 abitanti appartenenti alla medesima

Provincia sono “obbligati” ad avvalersi di una unica centrale di committenza per

l'acquisizione di lavori, beni e servizi;

considerato che con il DPCM 30 giugno 2011 sono stati definiti i soggetti che

possono aderire alla Stazione Unica Appaltante (amministrazioni dello Stato,

regioni, enti locali, altri enti pubblici non economici, organismi di diritto pubblico,

associazioni, unioni, consorzi da essi costituiti, imprese pubbliche), le attività ed i

servizi svolti dalla SUA relativamente a servizi, lavori, forniture (collaborare alla

stesura degli elaborati tecnici e degli atti di gara, concordare le modalità di scelta

del contraente, definire i criteri dell’offerta economicamente più vantaggiosa,

nominando la commissione giudicatrice, i criteri di valutazione delle offerte, curare

lo svolgimento delle procedure in tutte le sue fasi, curare gli eventuali contenziosi,

fornendo elementi per la difesa in giudizio, collaborare alla stipula del relativo

contratto, collaborare con la Prefettura in attività di monitoraggio e controllo degli

appalti) ed i contenuti delle convenzioni da stipulare tra SUA ed ente aderente

(ambito di operatività, importi di gara, modalità di rimborso dei costi sostenuti dalla

SUA);

PROPONE

Che la provincia di Mantova, nell’interesse dei Comuni oggetto dalle disposizioni

richiamate in premessa, in accordo con la Prefettura, si attivi al fine di

intraprendere una soluzione di tipo consortile in materia di appalti pubblici

adottando questa formula, quale utile strumento nell’attività di prevenzione delle

infiltrazioni della criminalità organizzata. Già molte province italiane hanno aderito

all’istituzione della Stazione Unica Appaltante, ottenendo ottimi risultati e dando un

segnale importante in termini di trasparenza e correttezza.

Che la Provincia di Mantova metta a disposizione il proprio Ufficio Appalti, struttura

di esperienza e competenza riconosciute, per affiancare i piccoli Comuni del

territorio e faccia la proposta di avviare un tavolo tecnico che definisca in tempi

brevi il percorso per l’adozione della Stazione Unica Appaltante provinciale.

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L’obiettivo è chiaramente abbassare il livello di contenzioso legato agli affidamenti

degli appalti, rendere più efficiente il sistema e razionalizzare i costi in un ottica di

massima trasparenza;

La procedura, dal bando di gara fino alla aggiudicazione finale, spetterà alla

stazione unica, mentre il comune resterà responsabile delle fase precedente

(programmazione e progettazione) e delle fasi successive alla gara (stipula del

contratto).

CHIEDE

L’inserimento della presente mozione, nonché la discussione, nell’ordine del giorno

del primo Consiglio Provinciale che verrà convocato successivamente alla

presentazione della stessa.

Consigliere Pellizzer : Chiedo il rinvio del punto. Presidente del Consiglio – Simone Pistoni : Mi segnalano alcuni impegni alcuni Consiglieri e anche Assessori. Direi di valutare la sospensione del Consiglio per rimandarlo ad una data recente ma successiva ad oggi. Consigliere Refolo, prego. Consigliere Refolo : Signor Presidente, solo per dire che l’ordine del giorno che sarebbe il punto successivo è abbastanza datato. Direi di trattare questo e poi valutare la sospensione. Presidente del Consiglio – Simone Pistoni : Consigliere Montagnini. Consigliere Montagnini : Lascio l’aula perché ho un impegno alle ore 21 in Comune a Ostiglia, perché c’è un’iniziativa pubblica della Giunta proprio sul punto che abbiamo votato prima. Mi dispiace ma io devo lasciare l’aula. Presidente del Consiglio – Simone Pistoni : A questo punto diventa anche un problema di numero legale. Consigliere Refolo : Prendo atto che ancora una volta di ASEP non si vuole parlare. Presidente del Consiglio – Simone Pistoni : Possiamo parlarne, eventualmente il Presidente propone di parlarne pure. Consigliere Tiana : Io sono disponibile a rimanere perché sono veramente già due o tre Consigli che viene spostato, anche perché abbiamo discusso prima della

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dismissione della partecipata, quindi non penso che… Se c’è il numero legale non ho problemi.

Escono Pellizzer, Bignotti Montagnini e Gazzoli

Presidente del Consiglio – Simone Pistoni : Manca il numero legale. Mi spiace Consigliere Refolo. Consigliere Barai : Più che altro come ho esposto in maggioranza mi domando a questo punto la prossima volta che senso ha discutere della posizione di ASEP nel momento in cui si è già deliberata la vendita delle azioni, dando immediata esecutività. Presidente del Consiglio – Simone Pistoni : Consigliere Refolo, prego. Consigliere Refolo : L’immediata esecutività della dismissione delle azioni di ASEP non equivale alla vendita. Finché le azioni sono in possesso della Provincia sono nella condizione di presentare delle mozioni su ASEP. Presidente del Consiglio – Simone Pistoni : Grazie Consigliere Refolo. A questo punto manca il numero legale. Direi di sospendere la seduta a data da destinarsi.

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La seduta è tolta alle ore 20:00

Letto, approvato e sottoscritto

IL PRESIDENTE F.to Simone Pistoni

IL SEGRETARIO GENERALE F.to Francesca Sant ostefano