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  — 1 — Psicochirurgia: Elettroshock una tortura ancora in uso Raccolta di informazioni sulla pratica della TEC a cura di edizioni Senza Guinzaglio

Psicochirurgia e Elettroshock: una tortura ancora in uso

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Opuscolo informativo sulla psicochirurgia e l'elettroshock. A cura dei Senza Guinzaglio.

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Psicochirurgia: Elettroshockuna tortura ancora in uso

Raccolta di informazioni sulla pratica della TECa cura di edizioni Senza Guinzaglio

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Introduzione

Nel nuovo millennio -quando tutti parlano di progresso- continua ad insediarsi un vecchio fantasma,la malattia mentale e con essa la pseudo soluzione dell'elettroshock.

Non bastava l'autorità tutta Toscana "del nostro mito" Gianbattista Cassano. Ad aumentare il poteredi questo individuo ci ha pensato la Bindi con la sua circolare del 2/12/1996 che prevede lareintroduzione di questa pratica nei casi di depressione, schizofrenia, catatonia, sindrome malignada neurolettici (per confermare quanto anch'essi siano utili!!!), gravi disturbi mentali in corso digravidanza, depressione e psicosi puerperali ecc. ecc...quando la "terapia" farmacologica èinefficace.

Chi lo ha inventatoII "genio", colui che ha avuto questa trovata e' Cerletti, che, dopo accurate ricerche sui maiali (neimattatoi di Roma), decide di utilizzarlo sull'uomo come "rimedio" alla pazzia (1938, leggi razziali).in cosa consiste l'elettroshock:Consiste nel far passare tra due elettrodi, posti alla base del cervello, una corrente elettrica alternatacon un voltaggio da 180 a 460 Volts. Questo passaggio di corrente stravolge almenomomentaneamente (e chissà cosa succede dopo...) l'equilibrio cerebrale, si perde conoscenza e sihanno delle convulsioni. Poiché la scarica provoca perdite di memoria e' possibile che il "paziente"si senta un po' meglio subito dopo. Se infatti tu dimentichi i motivi della tua tristezza sei menotriste.

Perché' torna di modaEssendo considerato un intervento chirurgico chi lo pratica ovviamente ci guadagna bene.Non importa se chi lo subisce non ha il diritto di scegliere se dare il proprio consenso; che valore ha

il consenso di chi e' considerato incapace di intendere e di volere? L'elettroshock e' stato ed e' usatocon persistenti e sistematici abusi, dietro una parvenza di scienza, per ridurre chi e' scomodo ad unvegetale.(Collettivo Antipsichiatrico Violetta Van Gogh www1.autistici.org)

Chi e dove lo praticanoDifficile capire in quali cliniche e ospedali pubblici o privati venga praticato, le voci che circolanotra gli oppositori sono preoccupanti, ma con certezza possiamo fornirvi solo queste indicazioni.Con certezza in Italia attualmente viene praticato In Toscana negli Spedali Santa Chiara la clinicapsichiatrica dell'Università di Pisa diretta dal professor Giovanbattista Cassano, direttore deldipartimento di Psichiatria, Neurobiologia, Farmacologia e Biotecnologie dell'Università. Coautorecon la giornalista Serena Zali del libro “liberaci dal male”, vero e proprio manifesto di propagandadella pratica della TEC (terapia elettro convulsiva).Oltre alla sopracitata clinica abbiamo i nomi del prof. Minnai (Sardegna, Oristano) e del gruppo diIs Mirrionis, Fàzzari (Brescia). (da /www.primapagina.regione.toscana.it).Attualmente nella clinica di Cassano nel vengono praticati almeno 100 trattamenti l'anno, il 30% apazienti toscani, il 70% a pazienti provenienti da fuori regione.

Cosa ne dice la leggeAutorizzazione alla pratica della T.E.C. ad opera dell'allora ministro alla Sanità Rosi Bindi,

circolare del 2/12/1996 (riportato nell'allegato in fondo)In seguito la Regione Toscana ha disciplinato la TEC e gli altri interventi di psicochirurgia(lobotomia prefrontale e transorbitale, ecc.) con la legge 39 approvata dal Consiglio Regionale il 28

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ottobre 2002, con la quale si ponevano molti limiti al ricorso alla TEC, e si bandivano tutti gli altriinterventi di psicochirurgia. Si vietava ad esempio di utilizzarla nelle persone con più di 65 anni enei bambini.Nel novembre 2003 la Corte Costituzionale dichiara però illegittimi alcuni articoli della legge 39,con la motivazione che il legislatore non può entrare nel merito delle pratiche mediche!L´unico articolo imposto dalla Consulta è quello che prevede un lavoro di «monitoraggio,

sorveglianza e valutazione» di questa pratica. Si è così deciso di intervenire solo sul consensoinformato e l'elettroshock è attualmente in uso.La T.E.C. così come gli interventi di lobotomia o meglio di psicochirurgia (e cioè di chirurgiacranica attuata al fine non neurologico o comunque per patologia vascolare o traumatica oneoplastica o similari, bensì nel tentativo di intervenire sulla psiche del soggetto) sono tuttorarappresentati persino nell'elenco delle tariffe minime degli onorari professionali delle prestazionimedico-chirurgiche.

Consenso informato?Sono note le tecniche di plagio e convincimento presentate dalla psichiatria che dietro il suo voltoumano e soccorrevole nasconde una realtà di coercizione e tortura (chimica, psicologica ochirurgica che sia).Chi, davvero conscio degli effetti devastanti e irreversibili prodotti dalla TEC sia così incosciente daconcedere tale consenso, a meno che l'informazione data sia parziale, a meno che, come quasisempre in psichiatra, tale consenso venga ottenuto con la coercizione e l'inganno.Molte persone in stato di sofferenza esistenziale o psicologica sono consenzienti alle cure a loroproposte perché ingannati e indottrinati circa l'efficacia dei rimedi. Persone confuse, sedate,ottenebrate dagli effetti della terapia stessa, perdono facilmente le capacità critiche di riconoscereciò che del loro malessere è indotto o meno dalle cosiddette “cure” che subiscono.Quando la “terapia” viene quindi proposta a una persona in stato di acuta sofferenza mentale eproposta come cura efficace è facile che la persona risponda “datemi qualsiasi cosa basta che mi

senta meglio in fretta”...I familiari e gli operatori del settore (nel caso di affidi, interdizioni ecc) hanno inoltre un ruolospesso determinante che pur di togliersi un problema, vuoi per ignoranza, vuoi per opportunismo,vuoi perché non si pongono i necessari scrupoli etici, o il necessario rigore nell'informarsi da piùfonti affidabili e non solo da chi “offre il miracolo”. La loro influenza spesso determinante si puòespletare sia nell'imposizione che nel potere di convincimento che possono avere sulla personasofferente, ma sarà sempre e solo la persona sofferente a subire il trattamentoCi si chiede quindi se e come vengano esposte informazioni dettagliate e complete circa casistica,rischi, studi, come quelle che seguiranno sul seguente opuscolo informativo (saggio del dott.Breggin).

Cassano, il fanatico sostenitore praticante"E' un'omissione non fare l'elettroshock a un malato grave che ne ha bisogno – dichiara il professorCassano – “In tutto il mondo la terapia elettroconvulsivante è sempre rimasta in vigore, perché lepiù importanti commissioni scientifiche (il Royal College inglese, l'American PsychiatricAssociation, le linee guida internazionali sui disturbi dell'umore) ne contemplano l'uso. In questicasi, è un salvavita.... Ogni Regione deve avere centri che lo praticano"... Alla domanda su comeagisce la terapia elettroconvulsivante risponde: "Sono state fatte varie ipotesi, ma i meccanismi diazione non sono ancora noti. Non si stupisca: in medicina è normale. Per anni e anni abbiamo usatol'aspirina sapendo solo che era efficace, ma non il perché. Le prime tecniche erano, in effetti,rischiose: si praticavano senza avere prima sottoposto il paziente a esami, e senza anestesia. Così, insoggetti affetti da osteoporosi, le convulsioni potevano provocare fratture o danni ai denti. A partire

dagli anni '50, con l'entrata in uso di anestetici e miorilassanti (farmaci che impediscono lecontrazioni muscolari, in precedenza diffuse a tutto il corpo), la terapia elettroconvulsivante non èpiù un trattamento rischioso né violento". Ora la convulsione è limitata al cervello: il paziente ha

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solo una contrazione del volto. "Spesso sono i malati stessi a richiedere la terapia, soprattutto glianziani (che non sopportano o non rispondono ad alcuna farmacoterapia), le puerpere, coloro chesono a rischio di suicidio”. Cassano sostiene anche “che verso la terapia elettroconvulsivante c'èuno stigma immeritato". In realtà sono arrivate le prime denuncie: dopo la terapia in molti casi siregistrano gravi conseguenze mentali e fisiche...: "In effetti, i vuoti di memoria costituiscono ilprincipale effetto collaterale", ammette Cassano. "Ma durano pochi giorni, e riguardano piccoli

episodi. La terapia dà, eccezionalmente, compromissioni sul piano cognitivo, sempre reversibili. Ilfatto che alcuni sintomi si siano evidenziati dopo la terapia elettroconvulsivante non significa cheessa li abbia causati” (ndr. Vedremo in seguito come questa dichiarazione sia palesemente falsa).

Giorgio Antonucci denunciaIl passaggio, attraverso la corteccia cerebrale, di una corrente di 125-135 volt per alcuni secondiprocura una crisi simile all'epilessia. Quindi, uno stato patologico laddove prima non c'era. Lacorrente crea squilibrio nella situazione neuronale, al punto che, al risveglio, la persona mostra unaperdita di memoria. L'elettroshock è quindi un attacco all'integrità psicologica e culturale". E glieffetti collaterali come lussazioni, fratture, apnee? "L'anestesia li evita, ma restano i danni mentali:mancanza di concentrazione e memoria, indebolimento della personalità, perdita dell'emotività. Inapparenza, il paziente sta meglio. Ma quando recupera le facoltà, tutto torna come prima.Hemingway si suicidò dopo l'elettroshock. L'aggravante è che spesso questo metodo viene praticatosu persone che non possono difendersi, strappando il consenso a tutori indifferenti o a parentidisperati". C'è poi la pratica "antidepressiva" ancora più crudele e irreversibile: la lobotomia. Èancora legale. Negli ospedali pubblici non si fa più, in poche strutture private sì. Consiste neltagliare alcuni collegamenti nel lobo frontale, la parte del cervello dove ha sede la coscienza.Risultato: i pazienti sono storditi, all'inizio non riconoscono neppure le persone più care, non hannopiù memoria né concentrazione. La depressione è legata all'intelligenza: compromessal'intelligenza, è ovvio che non si è più depressi.

Chi si è mosso sul livello istituzionaleGiovanni Barbagli e Mario Ricci, consiglieri di Rc alla Regione Toscana, hanno presentato unaproposta di legge per vietare elettroshock e lobotomia in tutte le strutture pubbliche e private.Il Comitato cittadini per i diritti dell'uomo ha raccolto migliaia di firme pro abolizione". IlConsiglio superiore della sanità, il ministero della Sanità all'epoca Bindi e poi la Cassazione si sonopronunciati per una limitazione, Il Consiglio regionale (Toscana) ha deciso solo riguardo al“consenso informato” cosa che non garantisce in realtà nulla: ma questo basta, il CCDU chiede chequeste pratiche vengano cancellate.

Dichiarazione di una donna che ha subito il trattamento“Io non ho sconfitto il male "A 41 anni mi hanno asportato l'utero e un ovaio; così sono entrata in

menopausa precoce. E lì sono cominciati problemi nervosi, depressione, agitazione. A questo si èaggiunta la morte di mio padre, e la tossicodipendenza più che decennale di mia figlia. Ho fattodiverse cure: Anafranil, En, Tavor per circa otto anni. Poi mi hanno tolto il Tavor di colpo, e io sonocrollata. Altri psichiatri mi hanno prescritto cocktail di farmaci, che mi facevano stare male: mal ditesta, sonnolenza, tremore alle gambe, palpitazioni. Dicevano che erano malesseri passeggeri, ma iostavo sempre peggio. Durante un ricovero ho chiesto di fare l'elettroshock: dicevano che facevabene, e io, pur di stare bene, avrei fatto qualsiasi cosa. Dopo la prima applicazione ho avutodebolezza, peso alla testa, ansia. E dei due mesi di terapia, farmacologica ed elettroconvulsivante,tuttora, un anno dopo, ricordo poco o nulla. Trovavo regali in camera e non sapevo chi li avevaportati. Mi svegliavo la notte e, vicino al letto, vedevo un ragno nero e grosso che mi assaliva, misentivo avvolta da ragnatele. Mio marito dice che ero molto confusa, instabile sulle gambe. Dopol'elettroshock ho avuto problemi allo stomaco, mi hanno diagnosticato un'ulcera gastroduodenale,un nodulo alla tiroide. La depressione? Sono tornata a casa peggio di prima". (La testimonianza èstata raccolta dal Comitato dei cittadini per i diritti dell'uomo) (da http://www.dweb.repubblica.it).

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Saggio tratto dalla pagina web del Dot. Breggin,alla voce "Politica, pratica e novità di rottura", e pubblicato in un articolo del "Giornale di

Psichiatria e Psicologia Etiche", sponsorizzato dal Centro Internazionale per lo Studio della

Psichiatria e della Psicologia (www.ICSPP.org)

Nell'ambito della psichiatria è successo qualcosa di nuovo alquanto rimarchevole. Un gruppo di

ricerca condotto da un promotore ed da un difensore dell'elettrochok, quale il prof. Harold Sackeim,ha recentemente pubblicato uno studio condotto su 347 pazienti sottoposti alle moderne praticheelettroconvulsive, inclusa la forma che è supposta essere la più benigna. La ricerca ha confermatoche l'elettrochock causa danni permanenti al cervello e la sua disfunzione.Basata su numerosi test psicologici standardizzati somministrati sei mesi dopo l'ultima seduta

elettroconvulsiva, la ricerca prova che tutte le forme di trattamento elettroconvulsivo causanoperdita di memoria e disfunzioni mentali. In sintesi, secondo le parole degli autori: "Così gli effetticognitivi negativi della terapia elettroconvulsiva si sono rilevati fino a sei mesi dopo l'ultimotrattamento." Essi concludono dicendo: "questo studio fornisce la prima prova effettuata su ungrande numero di pazienti che gli effetti cognitivi negativi causati dalla terapia elettroconvulsivapossono persistere per un lungo periodo e che caratterizzano tutti i trattamenti ECT abitualmenteeffettuati nelle comunità alloggio". Dopo che i danni cerebrali traumatici sono persistiti per seimesi, è assai verosimile che rimangano stabili nel tempo, o addirittura che possano peggiorare.Questo studio, perciò, conferma che l'uso clinico abitualmente condotto della terapiaelettroconvulsiva causa danni permanenti al cervello e alle sue principali funzioni.Il termine "disfunzioni cognitive" copre l'intero intervallo delle facoltà mentali, dalla memoria, al

pensiero astratto, al giudizio. Le disfunzioni cerebrali indotte dalla terapia elettroconvulsiva sonoglobali. In addizione alla perdita di memorie autobiografiche, i danni cerebrali più marcati siverificano a carico della "memorizzazione di nuove informazioni", nei "tempi di reazione semplici"e, più tragicamente, nello "stato cognitivo globale". In altre parole, i pazienti trattati con terapiaelettroconvulsiva hanno continuamente problemi a imparare e ricordare nuove cose, sono più lenti

nei tempi di reazione mentale e risultano mentalmente handicappati in un'ampia gamma di facoltàmentali.Lo studio di Sackeim, probabilmente per sminuire la vasta gamma di devastazioni indotte dallaterapia elettroconvulsiva, non fornisce la percentuale di pazienti afflitti da deficit cognitivopermanente; tutti i test psicologici somministrati sono altamente significativi (p<0,0001 in 10 degli11 test e p<0,003 nell'undicesimo). Ancora, le misure dei test correlano fra di loro. Questi datistatistici indicano che una larga percentuale dei pazienti è danneggiata dalla terapiaelettroconvulsiva subita.Molti pazienti sviluppano inoltre una anomalia persistente nel tracciato elettroencefalografico (cioènelle onde elettriche del cervello) sei mesi dopo il trattamento, indicando che la terapiaelettroconvulsiva causa danni cerebrali sconosciuti ancora più gravi di quelli rilevati dalla ricerca

del prof. Sackeim. Questi risultati confermano che i pazienti che hanno subito la terapiaelettroconvulsiva, come io ho scritto in numerose pubblicazioni, subiscono grossolani danni alcervello e perdita di funzioni mentali.Alcune delle più vecchie forme di elettrochock - ancora le più diffuse - producono gli effetti piùgravi; ma danni permanenti e disfunzioni cerebrali sono causate da tutti i tipi di trattamentoeletroconvulsivo. Più alto è il numero di trattamenti subito dal paziente, maggiore è la perdita dellememorie autobiografiche. Le donne anziane sono le più suscettibili a subire la terapiaelettroconvulsiva, probabilmente perchè non c'è nessuno a difenderle, e lo studio del prof. Sackeimprova come le donne e gli anziani sono i soggetti più sensibili alla grave perdita di memoriaautobiografica.

 Distruggendo viteLo studio del professor Sackeim non è indirizzato a valutare il reale impatto dei danni cerebralidelle terapie elettroconvulsive sulla vita dei singoli pazienti. Come per molte ricerche simili, questa

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risulta essere una questione di statistica. Nella realtà umana la perdita di memorie autobiograficheindica che il paziente potrebbe non ricordare più importanti esperienze di vita, come matrimoni,celebrazioni famigliari, promozioni, viaggi, nascite e morti. Secondo la mia esperienza, la perdita dimemoria spazza via anche significative esperienze professionali. Io ho valutato dozzine di pazientila cui vita professionale e familiare è stata rovinata, inclusa una infermiera che ha perso la suacarriera ma che ha recentemente vinto una causa per mal pratica professionale contro il dottore che

le ha consigliato di praticare la terapia elettroconvulsiva. La sua storia è raccontata nel mio sitoweb, www.breggin.com.Anche quando questa gente traumatizzata dalla terapia elettroconvulsiva può continuare a viveresulla base di una vita sociale superficiale, essa soffre di una devastante perdita di identità dovutaalla obliterazione di aspetti chiave delle loro vite personali. La perdita delle abilità di ricordare edapprendere cose nuove non è solo umiliante e deprimente, ma anche invalidante. L'abbassamentodei tempi di reazione è frustrante ed invalidante. Anche quando piccole, queste invalidità possonodisturbare le attività abitudinarie della normale attività di vivere. Gli individui non possono piùguidare in sicurezza l'autovettura. Altri non possono più trovare la strada per la loro propria cucina oricordarsi di spegnere il gas una volta acceso. Altri ancora non possono ricordare quello che hannoappena letto sul giornale o visto in televisione. Essi è comune che incontrino vecchi amici e nuovi

conoscenti senza ricordare chi essi siano. Infine, l'esperienza di una "disfunzione cognitiva globale"danneggia l'identità delle vittime e il loro senso di se stesse, così come rovina la qualità delle lorovite.Quantunque non menzionato nell'articolo del prof. Sackeim, oltre alle disfunzioni cognitive, alterapia eletroconvulsiva causa gravi disordini affettivi ed emozionali. Come molte altre vittime digravi traumi cerebrali, molti pazienti dopo il trattamento elettroconvulsivo diventanoemozionalmente superficiali e incapaci di relazionarsi ad un livello spirituale ed intimo. Essi spessodiventano impulsivi ed irritabili. Comunemente diventano cronicamente depressi. Essendo statidanneggiati da medici precedentemente stimati, essi quasi sempre diffidenti nei confronti di tutti imedici e rifiutano tutte le cure mediche, comprese quelle necessarie.Decadi d’opposizione alla terapia elettroconvulsiva.La ricerca di "rottura" del prof. Sackeim ha confermato quello che io sto dicendo da trenta annicirca la terapia elettroconvulsiva. Nel 1979 ho pubblicato: "Elettrochock: i suoi effetti disabilitantisul cervello". E' stato il primo libro medico che valutasse i danni cerebrali e la distruzione dellamemoria in questo "trattamento" per la depressione che prevede l'inflizione di una serie diconvulsioni al cervello mediante il passaggio di una corrente traumatica. Dopo aver ricevuto moltirifiuti alla pubblicazione, il coraggioso presidente della casa editrice "Springer", Ursula Springer,decide di pubblicare il mio libro controverso. La dottoressa Springer mi riferì dei forti attacchiverbali da lei subiti in occasione degli incontri scientifici a causa della pubblicazione del mio libro.Pubblicazione di cui lei non si è mai rammaricata.Con il passare degli anni, io ho continuato a scrivere, leggere, testimoniare presso i tribunali e

parlare ai media circa i danni cerebrali e la perdita di memoria causata dalla terapiaelettroconvulsiva (si leggano per esempio i seguenti lavori: Breggin 1991, 1992, 1997, and 1998).Qualche volta la mia persistenza è stata condannata da "avvocati" della terapia elettroconvulsiva,quale Harold Sackeim e Max Fink, che io avevo criticato per aver sistematicamente "coperto" ildanneggiamento di milioni di pazienti sparsi per il globo terracqueo. Io avrei bisogno di maggioridettagli autobiografici per comunicare la gravità degli attacchi che ho subito a causa delle miecritiche alla terapia elettroconvulsiva. Essi furono secondi solo agli attacchi che subii ad opera dellecompagnie farmaceutiche quando dichiarai che gli antidepressivi causano violenza e suicidi.Dato il vigore con cui i dottori che praticano l'elettrochock hanno denigrato ed ignorato il miolavoro, la ricerca qui citata mi sorprende perchè cita il mio articolo del 1986 intitolato"Neuropatologia e disfunzioni cognitive derivate dalla terapia elettroconvulsiva", pubblicato sul

Bollettino Psicofarmacologico. Di questo articolo si cita che "i critici della terapia elettroconvulsivaaffermano che questa invariabilmente si associa a perdite della memoria permanenti, in contrastocon alcune autorità". Queste autorità sono specificatamente Max Fink e Robert Abrams, che hanno

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argomentato a lungo circa l'inesistenza di prove relative alla perdita permanente di memoria causatada terapia eletroconvulsiva. L'implicazione della citazione del mio articolo è chiaramente cheavevano ragione i "critici" e avevano torto le cosiddette "autorità". Sackeim era tra queste cosiddetteautorità.L'"autorevole" testimonianza di Fink ad un certo numero di battaglie legali per la malpraticapsichiatrica ha permesso a molti psichiatri di farla franca dopo aver danneggiato il cervello dei loro

pazienti. Abrahams era uso testimoniare con successo a favore degli psichiatri che praticavano laterapia elettroconvulsiva fin tanto che io non ho dimostrato la sua compartecipazione azionaria aduna compagnia che produce macchine per terapia elettroconvulsiva.

Sfortunatamente, il gruppo di Sackeim non cita il lavoro del neurologo John Friedberg, il quale harischiato la sua carriera per criticare la terapia eletroconvulsiva. Tanto meno il loro articolo dacredito al lavoro del sopravvissuto alla psichiatria Leonard Frank o ai documenti del movimento perla riforma della terapia elletroconvulsiva condotto da David Oaks di Main Freedom. Essi non citanoinoltre il review del 2006 di Colin Ross e le analisi che dimostrano come i risultati positivi dellaterapia elettroconvulsa siano gli stessi che si ottengono sedando i pazienti senza choccarli.L'ultima conferma che la terapia causa danni cerebrali permanenti choccherà gli psichiatri e li

indurrà a smettere questa pratica? Non è verosimile. Gli psichiatri e gli affiliati neurochirurghihanno sempre saputo che la lobotomia distrugge il cervello e la vita mentale dei loro pazienti equesta conoscenza non gli ha fatto sospendere la loro pratica. Questo cambiamento ha richiesto unacampagna internazionale di discreditamento negli anni '70. Allora sono state rallentate e quindiquasi eliminate la lobotomia e la mutilazione chirurgica del cervello (Bregghin and Bregghin,1994). La lobby della terapia elettroconvulsiva è più larga e più forte della lobby della lobotomia,ed è anche meglio organizzata, con i suoi propri giornali e i propri avvocati posizionati ad altolivello in medicina e psichiatria. Fermare la terapia elettroconvulsiva richiederà un impegno dellaopinione pubblica, la resistenza organizzata di gruppi di sopravvisssuti alla psichiatria, nonchériforme psichiatriche, legali e di legislazioni nazionali.

Riferimenti bibliograficiBreggin, P. (1979). Electroshock: Its brain-disabling effects. New York: Springer Publishing

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Neuropsychopharmacology, 32, 244-254.Saggio del Prof. Peter Breggin, traduzione di Giovanni Giretto. Fonte: mailing list di No-Pazzia.

Stampato in proprio nel 2007da Ed. Senza Guinzaglio

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