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Pyrit-CUDA-Multiforcer

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Grazie a questa guida potrai apprendere tutte le tecniche per creare un dizionario come vuoi tu! Sfutta la potenza di calcolo della GPU per veloccizzare la creazione del vocabolario per craccare le password WPA!

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PASSWORD CRACKING

Wyd - Pyrit – MultiforcerCUDA POWER

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Questo pdf contiene tre sezioni, una dedicata all’introduzione ed impiego generale di CUDA,

mentre la seconda e terza verterà nell’utilizzo dei tools: Wyd - Pyrit e CUDA Multiforcer.

CUDA (acronimo di Computer Unified Device Architecture) è l’architettura per il calcolo parallelo sviluppato da Nvidia, nasce con lo scopo di utilizzare la/le GPU/s per compiti non grafici, definite in gergo GPGPU.

La GPGPU (General Purpose computation using GPU) ha come scopo l'utilizzo del processore della scheda grafica per scopi diversi dalla tradizionale creazione di un'immagine tridimensionale; in tale ambito di utilizzo la GPU viene impiegata per elaborazioni estremamente esigenti in termini di potenza di elaborazione, e per le quali le tradizionali architetture CPU non hanno una capacità di elaborazione sufficiente.

La caratteristica più eclatante di questo tipo di utilizzo delle GPU è l'enorme potenza teorica offerta da tali soluzioni, e di conseguenza il ridotto tempo di elaborazione, quando confrontato con analoghe elaborazioni svolte dalle CPU.

L’ evoluzione di tale architettura si evince dall’immagine sottostante:

Merito di ciò è dovuto alla natura stessa dell’architettura, come si evince dall’immagine:

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Passiamo ora alla parte pratica, ci serviremo, in prima istanza, del noto programma Pyrit, contenuto in backtrack.

Pyrit nasce con l’intendo di creare un programma che sia in grado di creare un grande database, precompilato, per il cracking delle password nelle reti wireless protette attraverso la codifica TKIP (WPA-PSK) e AES (WPA2-PSK).

A differenza di altri tools simili, dalla sua parte gioca il vantaggio di creare un database precompilato, in grado di poter essere sia riutilizzato, pensiamo nei casi di ssid di default, e sia d’altro canto di risparmiare enormi di cicli CPU.

Ma la vera novità che introduce nel campo, è l’utilizzo della tecnologia CUDA (Nvidia) e Stream (Ati) nella generazione del database. Accelerando di fatto i tempi di creazione del database stesso in termini non indifferenti, come si evince dall’immagine sottostante:

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Pyrit, di default viene installato con Backtrack, tuttavia per abilitare le librerie CUDA bisogna

installare il pacchetto backtrack-nvidia, il quale contiene i driver Nvidia.

Si consiglia di installarlo fuori dall’ambiente X, in quanto nell’installazione del driver è necessario che X non sia attivo.

Discorso analogo se si vuole attivare Stream, per i possessori di schede Ati, il pacchetto in questione è backtrack-ati, stesso consiglio di sopra per quanto riguarda l’installazione.

Una volta terminate le operazioni di installazione, possiamo effettuare una prova per testare il nostro sistema, da terminare digitare pyrit benchmark

Ora il passo successivo è la costruzione del dizionario per generare il nostro database, fortunatamente Backtrack ci viene in aiuto sotto questo punto di vista, sia fornendo un dizionario già pronto, sia fornendoci un pratico tool per la creazione chiamato wyd.

Per prima costa installiamo il pacchetto backtrack-worldlists , che non è che altro che un bel dizionario già pronto, ovviamente viene richiesto molto spazio su hardisk oltre i 400 megabyte.

Tuttavia è possibile crearsi un proprio dizionario utilizzando wyd, ad esempio con parole del dizionario italiano o nomi di persona. A scopo didattico creeremo un dizionario partendo da nomi di persona italiani:

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Come prima cosa, scarichiamo il nostro elenco già pronto, wikipedia in questo ci aiuta, salviamo la pagina contenente i Nomi Italiani:

wget http://it.wikipedia.org/wiki/Nomi_italiani

mv Nomi_italiani Nomi_italiani.html (necessario per permettere wyd di utilizzare il plugin)

cd /pentest/passwords/wyd (necessario portarsi nella directory di origine, pena errore)

./wyd.pl –o /home/nomi.txt /home/Nomi_italiani.html

/home/nomi.txt > directory dove si vuole salvare il file elaborato

/home/Nomi_italiani.html > directory sorgente dove è stato salvato il file da elaborare

È inoltre opportuno eliminare fastidiosi doppioni o tutte quelle parole inutili, difatti sappiamo che le password WPA-WPA2/PSK sono comprese fra gli 8 ed i 63 caratteri, ed alcune volte è utile avere un dizionario con tutte parole minuscole, in quanto le più usate.

cat nomi.txt | sort | uniq | pw-inspector –m 8 –M 63 > nomi_wpa.lst

dd if=nomi_wpa.lst of=nomi_wpa_m.lst conv=lcase (trasformazione in minuscolo)

Torniamo ora a pyrit, come prima cosa dobbiamo creare il nostro database, per fare ciò dobbiamo prima inizializzare il database con la creazione del essid e successivamente importare la lista delle password creata in precedenza:

pyrit –e “K world” create_essid (“K world” nome essid bersaglio)

pyrit –f nomi_wpa_m.lst import_passwords

Per coloro che vogliono usare la lista fornita da Backtrack:

pyrit –f /pentest/password/worldlists/wpa.txt import_passwords

Al termine dell’operazione sarà mostrata una immagine simile a quella sottostante:

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Ora è il momento di lanciare la creazione del database vero e proprio:

pyrit batchprocess

Una volta creato il database, bisogna esportarlo in un formato appropriato, in base al tipo di programma che verrà utilizzato, i formati supportati sono sia cowpatty che aircrack.

Useremo aircrack, in quanto alcune volte cowpatty può dare errori di tipo “buffer overflow”

pyrit –e “K world” –f db_air.out export_hashdb

“K world” > essid della rete bersaglio

db_air.out > nome scelto per il file da esportare

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Veniamo ora al cracking vero e proprio:

aircrack-ng –r db_air.out capture.cap

db_air.out > il file esportato da pyrit

capture.cap > un file precedentemente creato dove si era catturato Handshake, della

rete bersaglio

con il database:

Senza database

Come si evince dalla immagini nel primo caso utilizzando il database si è ottenuto un risultato di circa 60.000 keys/s, mentre nel secondo caso, senza database, si è ottenuto un risultato di circa 1200 keys/s per un incremento totale di 50 volte.

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Veniamo ora invece al crack delle password che usano gli algoritmi MD4, MD5 e NTML

utilizzando la potenza di CUDA, il programma in questione è CUDA-Multiforcer.

Il programma è raggiungibile da:

BackTrack > Privilege Escalation > Password Attack > Offline > CUDA-multiforcer

La sintassi corretta:

./CUDA-Multiforcer -c charsets/C -f H --min N --max Z -h T

C > indica il tipo di caratteri usabili, contenuti nella cartella charsets:

le opzioni disponibili sono: charsetfull, charsetlower, charsetlowernumeric,charsetlowerupper, charsetnumeric, charsetupper, charsetuppernumeric

H > indica il file con l'algoritmo da forzare

N > indica il numero minimo di caratteri da utilizzare

Z > indica il numero massimo di caratteri da utilizzare

T > indica l'algoritmo utilizzato : NTLM , MD4 o MD5

Per un piccolo test si può utilizzare la seguente stringa:

./CUDA-Multiforcer -c charsets/charsetnumeric -f test_hash_files/Hashes-NTLM-Numeric.txt --min 0 --max 9 -h NTLM

Wyd - - Pyrit - CUDA Homepages

in BackTrack :

BackTrack->Privilege Escalation->Password Atatcks->OfflineAttaks->Wyd

BackTrack->Radio Network Analysis->80211->Cracking->Pyrit

BackTrack->Privilege Escalation->PasswordAttacks->OfflineAttacks->Cuda-Multiforcer

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