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Questo PDF ti aiuterà a rispondere alle domande: come faccio a farmi conoscere online se vivo e lavoro in un piccolo paese? Di cosa ho bisogno e quanto mi costa?

Questo PDF ti aiuterà a rispondere alle domande: come faccio a … · 2018. 11. 28. · I soldi servono oggi e a meno che tu non voglia perdere dei mesi (come ho fatto io inizialmente)

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Questo PDF ti aiuterà a rispondere alle domande:

come faccio a farmi conoscere online se vivo e lavoro in un piccolo paese?

Di cosa ho bisogno e quanto mi costa?

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INTRODUZIONEPerché ti serve una buona strategia online e qual è la

differenza tra ieri e oggi (outbound vs inbound).Hai deciso di avviare la tua attività professionale, hai deciso di fare il grande passo e di metterti in proprio per raggiungere la felicità che ti meriti…. e adesso?

Sai come muoverti, cosa fare, come farti conoscere e quali passi devi compiere per raggiungere il tuo obiettivo? Fino a qualche anno fa era tutto diverso e farsi conoscere era facile, non c’era così tanta concorrenza in uno stesso paese e il lavoro c’era, senza doverlo cercare. Il passaparola, qualche annuncio sui giornali locali, un cartello per aiutare i passanti a sapere come raggiungerci… ed era cosa fatta.

Ma con le nuove tecnologie sono cambiate radicalmente anche le abitudini dei nostri potenziali clienti: siamo sempre più attaccati allo smartphone e siamo talmente bombardati di messaggi pubblicitari che ormai non ci facciamo neanche più caso.

Pensaci bene: quante volte davanti ad uno scaffale del supermercato hai

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scelto un prodotto solo per la pubblicità che hai visto in televisione o su un cartello lungo la strada?

Quante volte al contrario ti sei ricordato di tutti quegli articoli che hai letto su prodotti bio e sull’importanza di leggere bene gli ingredienti prima di acquistare? Insomma, quante volte la scelta che hai fatto è stata consapevole e basata su informazioni che tu per primo hai cercato on e off line? E’ proprio questo il cambiamento di cui ti parlavo. E’ proprio qui che si nasconde la differenza tra Outbound e Inbound.

Facciamo un altro veloce esempio: quante volte al giorno ti telefonano compagnie telefoniche o elettriche per proporti sempre la stessa bella promozione? Quante di queste volte dici “no grazie” oppure, come faccio io, metti giù il telefono prima ancora di sentire cosa hanno da dirti?

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Di solito nello scegliere la compagnia telefonica adatta ti informi da amici e parenti, controlli i piani tariffari e i vantaggi effettivi che hai nel cambiare operatore. Solo dopo tutte queste analisi prendi una decisione, e nel 90% dei casi non è di certo grazie alla telefonata che hai ricevuto. Pubblicità a pagamento, chiamate a freddo, email spam e fiere di settore sono tutti esempi di promozione Outbound, ossia forme di pubblicità tradizionale che richiedono costi per l’azienda molto elevati per ottenere una visibilità e un tasso di conversione difficilmente misurabile. Per avere successo e per crescere sul mercato al giorno d’oggi è fondamentale cambiare prospettiva, cambiare strategia, cambiare radicalmente pensiero e approccio al marketing.

Bisogna pensare Inbound, mettendosi nella testa del potenziale cliente per esserci nel momento giusto con il contenuto giusto.

The right content to the right person in the right time. Questa è la migliore notizia che potevi ricevere oggi! Sai perché? Con questa frase ti sto fornendo uno dei consigli più importanti ed efficaci che esistano per ottenere clienti reali dal web. Esatto, proprio da internet, da quel mondo immaginario e aleatorio pieno zeppo di informazioni, utenti e aziende che fanno a gara per essere in prima posizione. La verità è che non è necessario fare a botte con gli altri, la verità è che bisogna esserci nel modo corretto senza essere invasivi e senza cercare a tutti i costi di vendere qualcosa.

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La pubblicità tradizionale non è più efficace. Bisogna seguire le nuove tendenze, le nuove tecnologie e le nuove abitudini delle persone. Solo così potrai ottenere successo. In questo ebook voglio allora mostrarti quali sono gli elementi chiave che ti servono per essere Inbound centrico e per poter ottenere risultati concreti lavorando online.

A conclusione dell’ebook voglio dirti quanto costa tutto questo. Già perché se è vero che fare pubblicità è comunque un investimento importante, farlo in maniera Outbound ha un costo esagerato che porta pochi risultati, mentre farlo Inbound richiede minori costi vivi, più tempo da dedicarci ma enormi risultati in termini di ritorno economico e di visibilità.

Allora, sei pronto a capirci qualcosa in più? In questo ebook vedremo quali sono gli elementi che ti servono assolutamente, senza i quali non puoi partire a impostare la tua strategia di Inbound Marketing.

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SITO WEB E BLOGHai bisogno di una piattaforma tua personale che puoi

gestire e controllare in totale autonomia, attraverso la quale pubblicare contenuti di qualità e convertire gli utenti.

Il punto di partenza essenziale è senza alcun dubbio il tuo sito. Social network, Directory e Advertising non servono a nulla se non hai un tuo spazio sul web, uno luogo dove poter comunicare chi sei, quali sono i tuoi valori, quali servizi offri e come la gente può contattarti. Il vantaggio più grande di avere un proprio spazio online è quello di poterne avere il pieno controllo. Se hai una fan page su Facebook, per esempio, non ne avrai mai il dominio totale, in quanto la visibilità stessa della pagina e dei post cambia a seconda degli aggiornamenti di Facebook. Al contrario un sito web è controllato da te soltanto: ogni pagina, ogni articolo del blog e ogni sezione nuova che vuoi inserire dipendono solo da te.

Se vuoi migliorarlo a livello di posizionamento organico dipende solo da te. Se vuoi ottenere maggiore visibilità e maggiori conversioni dipende solo da te. Ecco perché ne hai bisogno. Dal sito web puoi comunicare tutto ciò che è inerente alla tua attività e tenere aggiornati gli utenti che lo frequentano spesso.

Hai bisogno anche di un blog?Si, la risposta è una sola. Si, si e ancora si.

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Il blog ti serve, ne hai bisogno per sopravvivere, un po’ come l’acqua per il tuo corpo. Il blog è la fonte di tutti i beni, è la parte dinamica che tiene in piedi tutto il sito, che fa entrare visite qualificate, che ti permette di ottenere conversioni reali, nuovi iscritti, nuovi contatti… tutto.

Sebbene si senta dire spesso che i blog stanno morendo, io sono convinta del contrario. Un blog darà sempre da mangiare ad un’azienda perché le persone cercano sempre più informazioni per prendere decisioni. Cercano novità, cercano consigli, cercano esperti che possano dire loro se stanno facendo bene o male. Non chiederti se per aprire un sito hai bisogno per forza anche di un blog. Apri un sito che abbia anche un blog, senza chiedere sconti. Online c’è davvero troppa concorrenza oggi e non puoi più permetterti di essere come la massa: devi distinguerti, essere diverso, muoverti in modo diverso, dare consigli in modo diverso.

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Molte aziende e professionisti non sanno cosa sia un blog, credono sia solo una perdita di tempo. Come si sbagliano. Un professionista in primis non dovrebbe mai pensare una cosa del genere: il suo personal branding deve basarsi su un blog perché non basta più un attestato a dimostrare quanto siamo bravi a fare il nostro lavoro. Ce ne sono troppi che escono con 110 e lode dall’Università, troppi laureati bravissimi che sanno tutto di tutto. Ma sono pochi quelli che hanno le palle di mettersi in gioco e di dimostrare concretamente quello che sanno fare. E sono quelli che un po’ di successo lo ottengono. > A tal proposito ti consiglio il libro I quadranti del Cashflow.

Ti racconto velocemente la mia storia, per capire meglio cosa

intendo.

Dopo le superiori mi sono iscritta all’università Ca’ Foscari di Venezia, facoltà Economia Aziendale - Marketing. Ho studiato molto e mi sono impegnata per i successivi quattro anni. Non sono mai stata la secchiona della classe, ma sono sempre andata avanti, senza mai avere “buchi” a scuola e senza restare troppo indietro con gli esami. Nel 2013 mi sono laureata con un voto piuttosto basso se ci ripenso, ma non tornerei indietro per cambiare decisione e continuare con i due anni di magistrale. Ho finito la triennale contenta del percorso fatto, ma più che convinta di voler iniziare a lavorare e a fare qualcosa di pratico.

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I primi 8 mesi dopo la laurea li ho passati in azienda, lavoro part time, dove il mio compito era quello di gestire sito e social. A settembre 2014 ho aperto partita iva e mi sono messa in proprio, iniziando con il mio blog.

Non so cosa sia successo, ricordo che studiavo molto e che lavoravo poco all’inizio, ma nel giro di qualche mese le cose sono cambiate e il blog è diventato il mio migliore amico. Da quel blog e da tutti quei contenuti sono arrivate le migliori collaborazioni e i migliori clienti che potessi aspettarmi. E’ stato miracoloso e mi ha permesso di prendere bei lavori senza dovermi svendere MAI. Grazie al blog sono stata riconosciuta da tutti come esperta in un settore che mi piaceva molto, ma che il percorso accademico fatto non mi aveva formata a dovere. Mi sono arrangiata, ed è stata la cosa migliore che potessi fare.

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Il consiglio che dò a te, professionista o imprenditore, è quello di ragionare concretamente sulla possibilità di aprire un tuo canale di pubblicazione di contenuti di qualità, con l’obiettivo di porti come esperto nel tuo settore di riferimento. I risultati che puoi conseguire non hanno eguali: possono volerci pochi o diversi mesi di lavoro, ma il rumore che facciamo oggi su internet si ripercuote in tantissimi mesi successivi. E’ incredibile. Mi sono trovata messaggi di persone che dicevano di aver sentito il mio nome ad una riunione d’azienda a cui avevano partecipato. Persone che agli eventi di web marketing mi hanno riconosciuta e voluta conoscere, neanche fossi una vip. Il successo non l’ho mai cercato, è arrivato senza volerlo e l’emozione che ho provato e che continuo a provare è indescrivibile. Per questo ti esorto a considerare la concreta possibilità di mettere in piedi il tuo sito e il tuo blog in maniera completa e professionale. E soprattutto non dimenticarti che dovrai mettere in campo dei soldi e molto tempo, almeno all’inizio. I soldi servono oggi e a meno che tu non voglia perdere dei mesi (come ho fatto io inizialmente) a capire cosa e come fare per mettere in piedi un sito fatto bene e un blog, ti consiglio di affiancarti ad un esperto che con qualche migliaia (si, migliaia, non centinaia) di euro, ti aiuti a creare quello di cui hai davvero bisogno. Le scorciatoie non prenderle, ti portano ad un vicolo cieco o a schiantarti, buttando i tuoi soldi nel water e costringendoti a iniziare da capo un progetto.

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Tante volte ho incontrato persone che hanno avuto brutte esperienze in passato con agenzie e professionisti poco raccomandati. Siti web mal realizzati e pagati molto, per il quale il cliente non aveva la minima idea di come modificarlo senza dover pagare ancora. Ogni volta che valuti un professionista devi sapere cosa stai pagando, devi farti mille domande e devi capire se questa persona ti aiuterà anche DOPO. Mettere online un sito è facile, farlo funzionare davvero è un’altra storia. Infatti non basta avere un bel sito, per lavorare di Inbound ti servono anche i famosi social network.

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SOCIAL NETWORKSPresidiare i canali social adatti al tuo business ti permette di farti conoscere nella tua zona e

di trovare nuovi clienti. Come capire quali sono adatti a te?

Esistono social networks di ogni tipo: da quelli più famosi come Facebook o Twitter, a quelli meno usati come Snapchat o Pinterest. La cosa buffa è che ognuno di essi è unico e ha un obiettivo preciso a seconda del tipo di persone che lo utilizzano. Le finalità con cui usiamo i social sono diverse: di solito usiamo Facebook per “cazzeggiare” o guardare video divertenti o consultare gruppi legati ai nostri interessi.

Al contrario usiamo LinkedIn quando stiamo cercando un nuovo lavoro o abbiamo bisogno di trovare nuovi collaboratori per il nostro business. Dall’altra parte c’è Instagram che ci fa sentire fotografi provetti, o YouTube pensato per chi non ha peli sulla lingua e vuole mettersi in gioco con un canale che migliaia di persone potranno seguire. In tutto questo calderone pieno di social networks diversi, siamo sicuri che per il nostro business vadano tutti bene? Oppure abbiamo bisogno di fare qualche analisi e concentrarsi solo su pochi?

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Ciò che conta è partire dall’identificare i Buyer Persona, ossia le rappresentazioni dei nostri potenziali clienti, cercando di capire su quali canali si muovono principalmente, per poterli raggiungere con i contenuti che servono. Decidere di mettersi online richiede molte energie e dispendi di tempo considerevoli: per questo motivo è impossibile riuscire a presidiare perfettamente tutti questi canali.

Dobbiamo fare un’attenta selezione e solo quando abbiamo il pieno controllo di uno di essi, possiamo aggiungerne un altro alla nostra lista. Faccio un esempio. Ho appena avviato una piccola pasticceria in un paesino di provincia. La prima cosa che faccio è aprire il sito con la presentazione dei prodotti e un blog per raccontare la storia dell’azienda ma anche alcuni segreti per essere pasticceri a casa. Il canale Facebook è sicuramente il primo social network che attiverò, in quanto ci rivolgiamo ad un pubblico di privati, e se siamo in un paesino d’Italia è più facile che i nostri vicini siano su Facebook, piuttosto che su altri canali. Quello su cui dobbiamo però ragionare è sulla tipologia di contenuti da pubblicare. Su Facebook le persone vogliono passare il tempo libero, distraendosi dalla normalità. Video che mostrano il dietro le quinte della pasticceria o qualche video ricetta, o ancora delle immagini carine/divertenti piuttosto che foto professionali delle torte di compleanno che realizziamo.

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Portiamo la gente a immaginare il gusto e i profumi sprigionati dalla cucina della pasticceria, creiamo già attraverso Facebook l’ambiente perfetto invogliando la gente a farci visita. Quando Facebook sarà presidiato e avremo una persona che potrà dedicarsi tranquillamente alla sua gestione, possiamo pensare di aprire Instagram e pubblicare le foto migliori tra quelle di Facebook. LinkedIn sicuramente non è adatto in questa fase, dobbiamo farci conoscere e lavorare sul territorio il più possibile. Quando sarà il momento di ingrandire l’attività potremmo usare Linkedin per trovare nuovi potenziali partner commerciali. Insomma, a seconda delle finalità e dei Buyer Persona che vogliamo raggiungere (possiamo definirne da 1-2 fino a una ventina) dobbiamo scegliere e presidiare in maniera sana i social network che meglio rispecchiano il nostro business e i nostri potenziali clienti. Seguire adeguatamente i social non solo ci permette di fare branding, ma favorisce il traffico di qualità verso il nostro sito web.

E per il terzo punto da considerare, torniamo proprio a parlare del sito.

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LEAD GENERATIONCome puoi ottenere contatti se non permetti

alla gente di iscriversi ad una lista? E’ fondamentale porsi un obiettivo preciso da raggiungere grazie al sito. Un sito se ben strutturato deve porsi un obiettivo preciso: raccogliere contatti. Al giorno d’oggi è difficile che un utente atterri sul nostro sito e senza conoscere nulla di noi, ci richieda info per i servizi proposti o acquisti subito un prodotto. Dobbiamo quindi dimostrare quanto siamo esperti nel nostro settore e quanto siamo capaci di fornire contenuti di qualità utili per chi ci legge e in grado di avvicinare in maniera considerevole l’utente al nostro business.

Lo possiamo fare attraverso le pagine del nostro blog, ma anche quelle istituzionali, portando l’utente a iscriversi ad una mailing list.

Ricorda: i soldi sono nella mailing list!

Per le persone è più facile lasciare il proprio indirizzo email piuttosto che spendere subito dei soldi senza nemmeno conoscerti. E’ anche vero che se una persona decide di sua spontanea volontà di lasciarti l’indirizzo email, per te deve essere una conquista enorme.

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In effetti se ci pensi, ogni giorno ognuno di noi è bombardato di messaggi pubblicitari via email. Di conseguenza darti l’autorizzazione ad inviare delle comunicazioni via email, significa permetterti di disturbarlo in ogni momento. Una volta ottenuto quel contatto, diventa di fondamentale importanza riuscire a portarlo a concludere la vendita del tuo prodotto o servizio. E’ evidente che non tutti coloro che si iscrivono arrivano per forza ad acquistare quello che proponi; il funnel si chiude e sarà una piccola percentuale degli iscritti a chiudere la vendita. Il Funnel può essere rappresentato in questo modo:

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Più visitatori porti al sito, più qualità proponi, più invogli le persone a rimanere collegate con te (ricorda che quando un utente esce dal tuo sito, non farà più ritorno), più probabilità hai di chiudere una vendita.

EMAIL MARKETINGGli autoresponder diventeranno i tuoi migliori

amici. Una volta raccolti i contatti è importante fare in modo che ti conoscano meglio e che sappiano quali sono i servizi più adatti a loro che puoi offrire. La parte più divertente e più commerciale è sicuramente quella legata all’email marketing. Il processo di Lead Generation che abbiamo visto poco fa può essere ulteriormente approfondito, ma non lo faremo in questa sede per non metterti confusione.

Ti basta sapere che si tratta della strategia più importante da mettere in pratica per ottenere risultati, e si tratta di un approccio che lega perfettamente con l’email marketing. Gestire un invio non spammoso di newsletter (che può essere anche quotidiano) significa mantenere un rapporto di qualità con il contatto acquisito, fino a portarlo a raggiungere l’obiettivo che ci siamo previsti. I sistemi mailer per l’invio di newsletter periodiche sono diversi: quello che consiglio sempre se sei alle prime armi è Mailchimp, in quanto ti permette di gestire in maniera facile e rapida fino a 2mila contatti con un account del tutto gratuito.

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Quando avrai preso mano potrai spostarti su mailer più professionali che ti permettono di eliminare parte del lavoro periodico di newsletter ai nuovi iscritti. Io ad esempio, utilizzo Active Campaign e devo dire che è molto tecnico ma completo di tutte le funzionalità più rilevanti per l’email marketing.

Ricorda sempre l’obiettivo che ti poni per ogni attività che decidi di intraprendere per il tuo business: nulla deve essere fatto a caso.

Ogni articolo di blog, ogni post sulla pagina Facebook, ogni newsletter che mandi devono essere ritagliate sul tuo Buyer Persona di riferimento. Solo così riuscirai ad attirare l’attenzione che meriti dalle persone giuste e ottenere risultati concreti. Nessuno deve piacere a tutti per forza, men che meno il tuo business.

Ciò che conta è piacere ad un piccolo pubblico in modo che possa diventare il tuo miglior evangelist del brand che stai sviluppando. Il passaparola rimane uno strumento di marketing inbound tra i più potenti al mondo!!

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QUANTO COSTA?

Se parti da zero hai un investimento iniziale molto alto, siamo sinceri.

Come promesso, adesso parliamo di soldi. Non so se faccio bene o male a parlare dell’argomento economico, ma credo che sia giusto che tu capisca quanto lavoro ci devi mettere e quanto ne devi chiedere agli altri per fare quello che cerchi. Quando parti da zero, senza un sito, senza alcun canale social, senza nemmeno un brand definito, hai bisogno di investire. Puoi investire tanti soldi o tanto tempo o entrambi, ma dovrai investire in ogni caso. Per distinguerti oggi non basta più un bel sito, qualche banner pubblicitario e qualche buona parola, ti serve una strategia studiata e ragionata sul tuo business.

Questo richiede uno sforzo non di poco conto da parte del professionista a cui ti rivolgi. Allo stesso modo richiede tempo ed energie a te per far capire a quel professionista cosa vuoi e come lo vuoi.

Nessuno ti legge nel pensiero, quindi dovrai contribuire, e non poco. Un sito che merita e che ha le potenzialità per posizionarsi su Google nelle prime pagine, richiede un investimento iniziale economico che si aggira tra i 3 e i 5 mila euro.

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La tua obiezione potrebbe essere la seguente: ma ci sono molti webmaster che per poche centinaia di euro di fanno un sito! Il problema dove si pone? Avere un sito con quattro pagine senza un obiettivo preciso, non ti dà alcun risultato nel medio lungo termine.

Sinceramente, non so te, ma io quando faccio un investimento vorrei anche che mi tornasse indietro qualcosa, se non di più di quanto ho speso!!Spendere 200€ per un sito senza un obiettivo, significa buttare nel cestino 200€ che avresti magari potuto spendere per comprarti un vestito nuovo. Se vuoi le cose fatte bene, non guardare preventivi incompleti di siti che costano tantissimo ma di cui non hai ben chiaro cosa ti vendono, oppure preventivi di siti che costano pochissimo e ti promettono DI TUTTO. Oltre al costo del sito, devi mettere in conto il DOPO.

Una volta che il tuo sito sarà online, dovrai lavorare a livello di comunicazione sui canali social e sul blog. Questo ti porterà via tempo per imparare e soldi per la formazione o la gestione esterna dei canali.

Ma nel giro di 6-12 mesi ti renderai conto di quanto quel valore che sei riuscito a trasmettere online, ti tornerà indietro per i successivi 2 anni! Facendo un calcolo rapido, il primo anno potresti arrivare a spendere tra gli 8 e i 15 mila euro, totali.

Poniti un obiettivo da qui a tre anni: cosa vuoi ottenere con tutto questo lavoro? Il professionista a cui ti affidi deve darti un quadro di quello che puoi raggiungere e del percorso che secondo lui è meglio fare. Durante il percorso l’analisi dei dati ti permetterà di capire quali strategie stanno portando risultati e quali invece non ti stanno dando nulla. Adatta la strategia rispetto a questi dati, e assicurati che il professionista che ti affianca sia sulla tua stessa lunghezza d’onda.

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CONCLUSIONESpero di averti lasciato degli spunti di riflessione importanti che potrai prendere e fare tuoi per i prossimi giorni. Ricorda che hai la possibilità di farti conoscere e diventare qualcuno nel tuo settore utilizzando degli strumenti straordinari, restando (volendo) comodamente seduto nel tuo divano di casa.

La potenza di internet e la capacità di unire persone che si trovano dall’altra parte del mondo, ti permette di trovare nuovi clienti in tutta Italia e in qualsiasi altro paese del globo.

Il problema risiede nelle competenze e nelle capacità di farlo.

C’è sempre più concorrenza ed è sempre più difficile lavorare sul web: come ho già scritto e detto più volte, non bastano un sito e una pagina Facebook, serve una strategia che rispecchi i valori e lo stile aziendale.

L’Inbound Marketing lavora proprio su questo:

- analizza e punta su siti web e blog di qualità per favorire l’attrazione del potenziale cliente

- definisce i canali social ottimali e imposta la strategia di comunicazione più adeguata

- sviluppa il miglior processo di Lead Generation organica, per portare il visitatore a diventare un contatto reale

- nutre quel contatto attraverso l’email marketing per farlo diventare un vero e proprio cliente

- fidelizza quel cliente attraverso contenuti di qualità per farlo diventare un evangelist del marchio e per portare grazie al passaparola nuovi sconosciuti verso il brand.

Se ti è piaciuto questo ebook e se vuoi entrare in contatto con me, scrivimi sul sito oppure inviami la tua richiesta di collegamento su LinkedIn > https://it.linkedin.com/in/martinadenardi

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