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Mensile dell'Istituto Padre Monti
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In data 18 febbraio, la Santa
Sede ha comunicato al Superiore Generale la
decisione del Santo Padre di nominare il Cardi-
nale Giuseppe Versaldi
suo Delegato presso la
nostra Congregazione.
La Sala stampa ha
emesso il seguente
bollettino:
“A seguito della
visita apostolica effet-
tuata da S. E. Mons.
Filippo Iannone alla
Congregazione dei Figli
dell'Immacolata Con-
cezione, in data 15
febbraio il Santo Padre
ha deciso di affidare il
Governo del menziona-
to Istituto religioso
all'Em.mo Cardinale
Giuseppe Versaldi,
Presidente della Pre-
fettura degli Affari
Economici della Santa
Sede, nominandolo
Delegato Pontificio. In
tale veste il Card. Ver-
saldi avrà il compito di
guidare l'Istituto reli-
gioso e di indirizzare le
strutture sanitarie da
esso gestite verso un possibile risanamento
economico, escludendo tuttavia una partecipa-
zione della Santa Sede in tali opere”.
Il Superiore Generale, Fratel Ruggero Valenti-
ni, nella sua comunicazione ai Fratelli ha scritto:
La Congregazione accoglie la nomina del
Delegato Pontificio con grande disponibilità
consegnandogli i passi finora compiuti con re-
sponsabilità e concretezza, affinché le opere
ospedaliere sorte da un carisma fecondo possa-
no continuare il servizio apprezzato a livello
internazionale, conseguito in
oltre centocinquanta anni di storia eccellente.
Questo conta, ben oltre le affermazioni di quanti
oggi si fanno paladini di
un’eccellenza che non è
stata da loro costruita. …
Nel chiudere il mio man-
dato ricevuto in agosto
del 2010, ringrazio i
confratelli per la stima e
la fiducia riservatami in
una fase delicata della
nostra storia. Ringrazio
le innumerevoli persone
di varia estrazione che
mi hanno fin qui soste-
nuto con sincera amici-
zia. Pur con sofferenza,
non mi tiro indietro
dall’esprimere sentimen-
ti di perdono verso quan-
ti non solo non ci hanno
aiutato, ma addirittura
ostacolato in una diffici-
lissima opera di risana-
mento, fatta con disinte-
resse assoluto.
Ho potuto scoprire una
realtà di Congregazione
straordinaria. Essa nel
mondo è in continua
crescita per lo zelo e la
passione di molti, con risorse locali e con
l’appoggio di molte persone umili.
Sono certo che il Signore sta lavorando per
noi, per la nostra autenticità di consacrati, per il
bene di quanti ci incontrano …
Nel Santuario del Beato Fondatore preghia-
mo con intenzioni di bene verso ognuno, per il
bene delle famiglie dei nostri collaboratori, per il
bene della Famiglia religiosa e di ciascuno dei
suoi figli.
Il Cardinale Versaldi alla guida della CFIC
S O M M A R I O :
Editoriale 2
Luigi M. Monti
e dintorni
3
Una preghiera
per…
4
Preghiere per
le vocazioni
4
Con Maria,
come Maria
5
Glossolalie 6
Vita di Fami-
glia
7-8
Forse non
tutti sapevate
9
I Vostri mes-
saggi
10
La Porta aper-
ta
11
Riconoscere
vocazioni
12
Nelle mani di
un amore più
grande
13
Nel venerdì di
quaresima
14
D A T A A N N O I I , N U M E R O 1 0
N O T I Z I E D I
R I L I E V O :
Il Cardinal Versaldi
alla Guida della CFIC
Speciale testimo-
nianza di Auschwitz
Notiziario del Santuario del Beato Luigi Maria Monti
Saronno Anno II — n. 11 MARZO 2013
SANTUARIO DEL BEATO LUIGI MARIA MONTI—SARONNO Via A. Legnani, 4 - 21047 - Saronno (VA) 02 96 702 105 02 96 703 437
e-mail: [email protected] sito web: www.padremonti.org C.F.: 93054190892
Conto corrente bancario intestato a: Santuario Padre Monti
Cod. IBAN: IT27 C 08374 50520 00000 8801111 Cod. Bic.: ICRAITMMAE0
presso: Banca di Credito Cooperativo di Barlassina – Filiale di Saronno
Causale: Offerte pro-Santuario o Sante Messe
di Aurelio Mozzetta
P A G I N A 2
Umiltà e Fede
di Benedetto
XVI nel porta-
re ancora, con
gioia, la croce
di Cristo
Per la vita della Chiesa
qui ho posto il cuore
Dopo aver ripetutamente
esaminato la mia coscienza
davanti a Dio, sono pervenu-
to alla certezza che lemie
forze, per l'età avanzata,
non sono più adatte ad eser-
citare in modo adeguato il
ministero petrino.
Come tutti sono rima-
sto incredulo, non poten-
do neppur lontanamente
immaginare che qualcosa
di così straordinario, come
le dimissioni del Papa, po-
tesse accadere; ed accade-
re proprio in questo tem-
po, così che noi ne fossi-
mo spettatori.
Anche questo abbiamo
potuto vedere! - mi son
detto. Signore Dio, cosa vuoi
da noi, per renderci testimoni
di eventi ecclesiali di tale
portata?
Appena ho letto il bre-
ve discorso di Benedetto
ai cardinali, mi sono scese
le lacrime, prepotenti. E
quindi una grande pace!
Poi, però, ho dovuto
sorbirmi, come tutti,
l’effluvio interminabile di
parole, paroline, parolone
e parolacce di giornali, tv e
internet.
Si è detto di tutto, fino
a speculare su intenzioni,
moti interiori, nobiltà
d’animo, fede e sofferen-
E miracoli, grandi, stanno nascendo per la Chiesa dal gesto umile di questo grande uomo.
A N N O I I , N U M E R O 1 0
za… cose incomprensibili
a chi non sa neppure cosa
voglia dire pulizia
della mente.
Qualcuno dei
nostri politici (dalla
testa ina, ina, devo
dire) ha perfino pro-
clamato con preoc-
cupante prosopopea
che le dimissioni del
papa avrebbero favo-
rito la parte avversaria. Ma
davvero non hanno niente
altro da raccontarci?
Quella roba lì non è
giornalismo, è ballerinite
acuta.
Ci avevano spacciato
Ratzinger come il “pastore
tedesco” e il “panzer kar-
dinal”, e invece abbiamo
conosciuto uno degli uo-
mini più miti, più umili e
più intelligenti del mondo
attuale e non solo. Il più
grande teologo vivente. Un
Papa oltremodo degno
della scia di santità e di
magistero dei Papi
dell’ultimo secolo. Un
grande uomo, reso ancora
più grande dal coraggio di
un gesto che va contro la
corrente di molti se-
coli.
Il pontificato di Bene-
detto è stato luminoso e
brillerà a lungo come una
stella nel cielo della storia
(card. Angelo Sodano); le
sue dimissioni rappresen-
tano una grande testimo-
nianza di libertà spirituale
(P. Federico Lombardi).
Difficile affermare il con-
trario.
La domanda sorge
spontanea: quali sorprese
prepara lo Spirito per la
sua Chiesa?, quali altre
sorprese?
Con quelle parole
scarne, il Papa ha detto
tutto quello che doveva
dire: sono anziano e stan-
co, non ce la faccio più a
portare avanti un impe-
gno così gravoso; sappia-
te capire, lo faccio per il
bene della Chiesa.
Niente di più, niente
di altro.
Dove c’è la semplicità
e si vuole, invece e ad
ogni costo, cercarvi com-
plicazione e retro-motivi,
state pur certi che c’è
sempre qualche coda di
diavolo che si sta intrufo-
lando ad intorbidir le
acque ed offuscare la
volontà dell’Altissimo.
Dio è semplice. Sem-
plice così, come Benedet-
to ha dimostrato. Sono
anziano e stanco.
Cos’altro?
È su questo fonda-
mento di umanità - sem-
plice, autentica, vera,
serena - che Dio compie
i più grandi miracoli.
E miracoli, grandi,
stanno nascendo per la
Chiesa dal gesto umile di
questo grande uomo.
L’Editoriale
di Aurelio Mozzetta
L’Editoriale
Il primo sogno
P A G I N A 3
A N N O I I , N U M E R O 1 0
Per abitare in una corte
lombarda, ancora oggi, è obbli-
go rispettare delle norme, non
scritte, di convivenza. Osser-
vandole si garantiscono il ri-
spetto,
l’attenzione, e
quel minimo di
privacy.
Tutto questo
suggerisce come
sia complesso
vivere in una co-
munità, ma da
questo “stare assieme” scaturi-
scono anche vantaggi. Uno, ad
esempio, è la sicurezza. La
presenza di diverse persone,
tutte a portata di voce, funge
da deterrente ai malintenzio-
nati.
Condividere i momenti, i
più significativi, della vita: nasci-
te, matrimoni, morte, è un
altro aspetto positivo di que-
sto particolare ambiente. I
vecchi e i bambini ricevono lo
sguardo attento di tutti; non
esiste l’abbandono e la solitu-
dine. In fondo uno spaccato di
società civile, un welfare di
base.
Luigi Monti nella sua corte,
a Bovisio, tenta un esperimen-
to più complesso. Con gli ami-
ci più vicini, sogna una comuni-
tà ideale. Una vita scandita dai
tempi della preghiera, del lavo-
ro, della solidarietà. Ognuno
con la sua vocazione: chi la vita
religiosa, chi quella matrimo-
niale, ma tutti espressi nello
stile che da qualche anno, Luigi
e i suoi, stanno proponendo ai
giovani di Bovisio e dei paesi
vicini.
Sognano un convento co-
me sbocco finale per alcuni di
loro, con l’obiettivo di dedicar-
si ai figli degli altri compagni,
istruirli, farli uscire dalla mise-
ria e dalla ignoranza. Un circui-
to virtuoso.
È una proposta di vita non
ancora ben codificata nella
storia della Chiesa e trova solo
in rari casi una realizzazione
pratica. Ma i giovani della
Compagna dei Frati sono
vigorosi, determinati, visionari.
Vogliono condividere, per tut-
ta la vita, nelle varie forme, la
spiritualità che sempre di più
si addensa nella casa di Luigi.
Hanno dei potenti nemici:
gli Austriaci che governano la
Lombardia. Ogni accenno al
riunirsi di popolo, sospettano
la presenza di rivoluzionari e
intervengono pesantemente.
Tra gli ostili anche alcuni
preti. Si ritenevano gli unici
interpreti e mediatori del vole-
re divino.
Mai avrebbero permesso a
quei giovani zoticoni, senza
studi, di creare un simile movi-
mento. Sono disposti a man-
darli in galera pur di reprimere
quell’ondata spirituale. Ci riu-
sciranno. Luigi e altri saranno
carcerati per settantadue gior-
ni nelle prigioni di Desio.
Luigi e i suoi, non hanno
alle spalle protettori dalle per-
sonalità influenti. L’unico è un
sacerdote, don Luigi Dossi,
anche lui già abbondantemen-
te richiamato per i suoi com-
portamenti a favore dei giova-
ni, e presto “promosso” a una
sperduta località rurale fuori
Milano: Quinto Romano.
Questi motivi e la realistica
riflessione del Dossi, preoccu-
pato dei rischi che una simile
avventura comporterebbe per
quei ragazzi, spengono, alla
Compagnia dei Frati, la possibi-
lità di immediata realizzazione
del sogno.
Resta tuttavia, intatta, la
memoria di questo desiderio.
E, a guardarlo bene, può
essere una traccia per il Movi-
mento Montiano che in tutto
il mondo visitato dai frati della
Congregazione del Beato Luigi
Maria, sta timidamente nascen-
do.
Uno stile di vita semplice,
di famiglia, di incontri solidali.
Crescere condividendo per
quanto possibile spazi e ideali.
Dare cura, salute e studio a
tanti futuri figli. Una nuova
costellazione nell’Universo di
Dio.
Luigi, il Beato, lo
ha sognato: un primo
sogno. E, secondo me,
spera ancora che con-
tagi chiunque si avvici-
ni ai suoi ideali. Una
vita buona da vivere e
sicuro passaporto per
quella eterna.
Non temere.
Marco
Una traccia
per il
Movimento
Montiano
La Tomba del Beato Monti
nella Cripta del Santuario di
Saronno
Ognuno
consacrato con
la sua vocazione
Luigi Monti
sogna una
comunità
ideale: una
vita
scandita dai
tempi della
preghiera,
lavoro e
solidarietà.
qui ho posto il cuore
Luigi
Maria e
dintorni
P A G I N A 4
Una
preghiera
per...
A N N O I I , N U M E R O 1 0
qui ho posto il cuore
Preghiamo per
Preghiamo per i giovani
coniugi Fabio e Alessia,
che attendono il loro pri-
mo bambino, Paolo. Che
nasca bene e sia gioia per
tutti.
- Patrizia, la moglie di Giu-
seppe, mamma di due
bambini, ricoverata in neu-
rochirurgia per un tumore
al cervelletto. Padre Monti
aiutala e aiuta la sua fami-
glia.
- Maria (41 anni) e Lucia
(43), ambedue in grave
situazione a causa di un
tumore.
- Maria, la mamma di Gior-
dano, morta il 29 gennaio
scorso.
- Laura, morta di leucemia
il 6 febbraio, a soli 22 anni.
- Augusta, mamma di Gina,
morta il 10 febbraio.
- Sr. Ida e Mirella, morte il
12 febbraio.
- Gabriella, moglie di Fran-
cesco, morta il 15 febbra-
io.
Gli ammalati
I Defunti: il Signore doni pace a
coloro che ci hanno preceduto
Vocazioni dell’abbastanza e abbastanza vocazioni
O Signore,
non rendermi così esigente
da pretendere ciò che io voglio.
Aiutami a invocarti rimanendo aperto
a scoprire i tuoi messaggi nelle diverse realtà che vivo.
Dammi abbastanza lacrime per mantenermi umano
abbastanza sorrisi per conservarmi ottimista
abbastanza sconfitte per mantenermi umile
abbastanza successi per rendermi fiducioso
abbastanza amici per infondermi coraggio
abbastanza ricordi per darmi conforto
abbastanza pazienza per sostenermi nell'attesa
abbastanza speranza per accompagnarmi nell'incertezza
abbastanza fede per guidarmi a Te. (A. Pangrazzi)
Preghiera
per le
vocazioni
Le giovani coppie
Inviateci le vs. intenzioni di preghiera a: [email protected]
“...ora tocca a
te, Signore!”
“La preghiera, figli e fratelli miei carissimi, apre il tesoro de cuore di Dio”. Padre Monti
P A G I N A 5
A N N O I I , N U M E R O 1 0
La visita a Maria Provo ad immaginare Maria
che corre, di tutta fretta, ad
incontrare Elisabetta.
Come uno spettatore che
guarda da un angolo un po’
discosto, le
vedo salutar-
si sull’uscio
della casa di
Zaccaria, due
donne santi-
ficate dalla
Presenza.
Da que-
sta prospet-
tiva è possi-
bile apprez-
zare, in con-
troluce,
l’infinita ric-
chezza della
semplicità;
accorgersi di
Dio che gio-
ca in mezzo
a loro, nel
gioco lieto di
due bambini
che danzano
nel ventre.
Non posso non chiedermi:
e se fosse successo a me, inve-
ce che a Elisabetta?
Se fossi stato io a ricevere
la visita di Maria? Cosa le avrei
detto? Avrei riconosciuto in lei
la madre del mio Signore?
E ancora, come un fiume in
piena: dov’è che la incontro
oggi?
Dove Maria viene a farmi
visita, ed io a lei? Quale il mo-
tivo che mi spinge a incontrar-
la? Che cosa l’uno porta
all’altra?
Nel mettersi in viaggio,
Maria aveva lasciato i suoi so-
gni in Galilea. Sogni divenuti
ormai inutili di fronte alla im-
ponderata novità che le era
stata annunciata.
Forse, come i sogni di Gali-
lea, inutili sono le domande
che noi ci facciamo.
Quando non riusciamo né
a vedere né a riconoscere la
novità di una presenza, i nostri
passi si fanno più timidi e com-
plicati, spesso dolorosi, quasi
sempre pieni di timore.
Lì il Signore ci sta aspettan-
do, lì vuole incontrarci. Lì Egli
danza per noi.
E Maria ci prende per ma-
no. Ci abbraccia, Lei, messag-
gera dell’Altissimo, creatura
come noi, che conosce le no-
stre titubanze, madre buona
che ci protegge.
È Lei che ci insegna le tona-
lità della lode: tu, anima mia,
magnifica Colui che ti vuole feli-
ce!
Dalla visita, nel reciproco
incontrarsi, ci è permesso en-
trare in una mentalità rinnova-
ta; e accorgerci che il nuovo di
Dio è sempre cosa buona.
Lode a Lui, oggi e sempre!
Con
Maria,
come
Maria
abbraccia la
volontà del
Signore con il
suo “Si” e ci
accompagna
nel nostro
Cammino
quotidiano.
qui ho posto il cuore
P A G I N A 6
Comunità montiana
di Manila del 1990.
P. Pietro Borghi,
centro foto in piedi,
ne era il saggio
“patriarca”.
A LOVING MEMORY ON FR. PIETRO BORGHI Dear Fr. A., greetings!
This might have come late already.
But I don’t really intend to write a
testimony. I just want to take this
opportunity to thank the Congrega-
tion for having made Fr. Pietro Bor-
ghi cross my life. My rela-
tionship with him was noth-
ing special. I used to look at
him as a person of authority
because of his wisdom and
simplicity. There were two
times that I cried bit-
terly when I was in the
CFIC: one was when I
heard of his demise. I
went inside my room
and cried like a little
child. I was ashamed of
my self for having
breached the sensibility
of a grown-up person. I
wondered how the
person affected my life
and how I had become
attached to him, when
he did not seem to be
attached with anything.
I can say that his life
was a witness that compas-
sion transcends justice. I
have a different way of life
now, but my memory of Fr.
Pietro is a glimpse of assur-
ance that God will judge us
by His compassion and not
by our justice. To the CFIC
community, his person was
a gift that must be put for-
ward. It must live to the
challenge (which might take
a painful review of its out-
looks) to produce brothers
in his mould. But it seems
that it takes a person like
him for the community to
undergo a profound review
of routinary habits.
Happy Fiesta! Sincerely
yours,
Edelberto Limare
A margine
del
salmo 63
Dalle
Comunità di
Padre Monti
nel mondo
A N N O I I , N U M E R O 1 0
qui ho posto il cuore
Talvolta occorre avere prima spe-
rimentato il deserto per arrivare ad
urlare il bisogno di un Altro da sè
che non deluda e che risponda alla
sete, alla fame d'infinito. Nella notte
si è tutt'uno con la terra deserta,
impraticabile e senz'acqua. Poi arri-
vano i primi segni d'alba e basta
quel po' di luce per farti intravvede-
re Qualcosa o Qualcuno al quale, a
voce spiegata, gridi con lo spirito,
con la carne, col cuore e con la
mente e lo preghi di non sparire,
anzi di svelarsi pienamente.
Capita che quel grido strozza-
to non arrivi fino alle labbra: è la
disperazione di chi crede di trovare
la pace nel suicidio. Penso, dopo la
settimana dedicata al Ricordo, a
personaggi come Primo Levi: men-
tre viaggia verso casa, un compagno
che si dichiara ateo, dopo ciò che
ha visto e subìto, gli profe-
tizza che sarà invece suo
dovere vivere per testimo-
niare e lo scrittore parla del
"dono atroce", ma ci lascerà
La tregua, catarsi per molti,
non sufficiente a lui per
ritrovare uno spiraglio di
luce.
Compito importante: stare
accanto ai disperati, avere
un'amore grande per i suici-
di, non giudicare i fragili.
Arriveranno altre notti
dopo quella prima alba. Che
non avrà cancellato tutti i
dolori e i dubbi, perchè
l'uomo non può pretendere
di fissare il Sole; ma l'oscuri-
tà non farà più terrore: sul
proprio giaciglio, il ricordo
sarà compagnia rassicurante
e ci convincerà finalmente
che si può amare ed essere
amati da Colui che non de-
lude, perfino quando tace.
S'è attaccata a te l'anima
mia. Mi piace il versetto, ma
ricordo di avere letto, pen-
so in latino, l'anima mia ade-
risce al pavimento. Allora mi
entusiasmava e invidiavo i
monaci, gli eremiti, i mistici,
che guardano al Cristo col
corpo steso sulla nuda ter-
ra; e non ci vedevo un sacri-
ficio, ma una forma d'amore
che non ha bisogno di testi-
moni. Ora riesco a malape-
na a non lamentarmi, per
amore del Signore, che
scricchiolano le mie ginoc-
chia e le mie giunture, quan-
do adoro...
Sarà tappata la bocca di chi
iniquamente parla. Signore,
chiudi anche la mia e scaccia
come tentazione i miei pen-
sieri se mi ribello. S.O.
O Dio, sei tu il mio Dio
P A G I N A 7
A N N O I I , N U M E R O 1 0
centro per disabili. Anche in
Corea del Sud il messaggio
cristiano costituisce un punto
di riferimento per umanizzare
Suwon: Antonio e Giuseppe,
entrambi di 35 anni, ingegnere
meccanico il primo e assistente
sociale il secondo, si sono consa-
crati a Dio per tutta la vita. Il rito
è stato partecipato da molti pre-
senti, insieme al Superiore Gene-
rale e al Provinciale indiano. A
Suwon la rete di servizi della
Congregazione comprende una
struttura residenziale, una scuola
speciale, un laboratorio di produ-
zione, alcune case per
l’inserimento sociale dei disabili,
una casa di spiritualità e la pubbli-
cazione di un mensile di attualità
religiosa; a Cheol Won, presso il
confine del 38° parallelo, un cen-
tro per anziani non autosufficien-
ti. A Yonjn è in costruzione un
la vita, attraverso la
dimensione con-
templativa e la fra-
terna solidarietà.
Oratorio di Auschwitz per non dimenticare
Atto unico di Alina No-
wak Aprile, interpretato dalla
COMPAGNIA DELLA RUO-
TA nel salone dell’Istituto
Padre Monti la sera del 26
gennaio scorso, vigilia della
GIORNATA DEL-
LA MEMORIA. Un
momento
d’intensità, che ha
visto in tanti rac-
colti pensierosi.
Non ci sono parole,
commento ricor-
rente, non ci sono
parole sufficienti a
raccontare
l’immane tragedia,
ferita dell’umanità.
Si tratta della
storia vera
dell’ostetrica Stani-
slava Leszcynska,
internata ad Au-
schwitz, che per
due anni assistet-
te le donne gravi-
de deportate,
facendo nascere
circa 3000 bambini: racconto
straziante e glorioso di come
ogni nascita rappresentasse
una sconfitta del nazismo e
della sua volontà di morte.
Un mo-
mento
della rap-
presentazi
one
Comunità montiana in Corea: una presenza mite e laboriosa
Fratel Ruggero Valentini
con Giuseppe (a sx) e
Antonio (a dx)
Tremila
bambini nati
nei campi di
sterminio: il
racconto della
vita che
sconfigge la
morte del
nazismo.
qui ho posto il cuore
P A G I N A 8
Preghiera per gli
ammalati nel
Santuario del
Beato Monti e
nell’Ospedale di
Saronno,
fondato da
Padre Luigi
Monti.
Caro Padre Monti...
11 Febbraio, 21° Giornata
Mondiale del Malato Abbiamo pregato per
tutti i malati nel nostro
Santuario e nella partecipa-
zione alla Solenne Eucari-
stia celebrata nella chiesa
dell’Ospedale di Saronno.
Condividiamo con la
nostra missione di Foz do
Iguaçu, Brasile, gli echi
della celebrazione.
In portoghese si dice
Dia Mundial do Doente.
Scrive Fratel Gioacchino:
Il Vescovo di Foz, Mons
Dirceu Vegini, ha celebra-
to insieme agli operatori
sanitari del Poliambulato-
rio Nossa Senho-
ra Aparecida, alle
due comunità
Religiose delle
suore e dei frati e al popo-
lo che frequenta la Capela
Beato Luigi Maria Monti, la
XXI Giornata Mondiale del
Malato. È stato un momen-
to molto bello e fortemen-
te vissuto da tutta la no-
stra realtà apostolica di
Foz, anche perché il no-
stro Vescovo si è soffer-
mato a lungo a parlare con
la gente, ad accogliere i
fanciulli, a benedire ed
incoraggiare tutti noi ad
affrontare il cammino della
Quaresima con entusia-
smo, così come la Chiesa
del Brasile ci invita a fare.
Ringraziamo Dio per il
dono di questa visita tanto
gradita. E ringraziamo tutti
gli operatori sanitari che si
dedicano con grande dedi-
zione ai pazienti che usu-
fruiscono del nostro poli-
ambulatorio.
non è più quella di prima e
non ricordavo neppure
quella scatola. Ieri questo
sacerdote è venuto a con-
fessarmi e mi ha detto della
scatola, stamattina me l'ha
portata, e finalmente, ripo-
sta in un panno di lino, ho
ritrovata la reliquia!
Rendo grazie a Dio per
aver ascoltato settimane di
preghiere e per avermi fatto
ritrovare una cosi importan-
te fonte di devozione! So-
prattutto voglio chiedere
perdono a lei e ringraziarla
per la fermezza che ebbe
nel rispondermi. Ciò fece
scaturire in me la preghiera
e la speranza di ritrovarla.
Era però conservata, a sua
C aro padre, le scrivo
questa mail pieno di
vergogna per chiederle per-
dono: questa mattina final-
mente ho ritrovato la reli-
quia del Beato Monti che mi
aveva inviato! Non immagina
neppure quanto l'avessi
cercata e quanto mi facesse
stare male averla persa.
Prima di entrare in ospe-
dale, avevo dato in consegna
a un amico sacerdote una
scatola con le mie cose care
e dei documenti, da conser-
vare per me; in caso mi
fosse successo qualcosa
l'avrebbe aperta. Da quando
hanno iniziato a sommini-
strarmi morfina per soppor-
tare i dolori, la mia testa
insaputa, in mani sicurissime.
Ora avviserò questo amico che
l'ho trovata e che la conservo
nel comodino, nella custodia del
mio breviario insieme alla mia
corona del rosario.
Caro padre, spero di riuscire,
appena si apre la stagione, a
farmi portare al Santuario e
spero di aver la possibilità di
pregare insieme il Beato Luigi
Maria. La ricordo con amore
nella mia preghiera, sempre più
ridotta a causa degli atroci dolo-
ri che mi pervadono, ma sempre
più profonda e d'amore. Forse
anche il dolore è preghiera, lo
spero.
Buona e santa domenica.
Giulio
Il mio
Grazie a
Padre
Monti
Vita di
famiglia
(segue)
A N N O I I , N U M E R O 1 0
qui ho posto il cuore
Padre Monti, declinato al Femminile
P A G I N A 9
A N N O I I , N U M E R O 1 0
riamente encontrará en la fun-
dación de la nueva Congrega-
ción de las
Hermanas Concepcionistas,
P. STANISLAO PASTORI,
SUPERIORE GENERALE DEI
FRATELLI OSPEDALIERI FIGLI
DELL’IMMACOLATA CON-
CEZIONE
Obsequia y saluda
a la distinguida
Srta. Sara Lo-
na y le man-
da como
regalo una
reliquia de
la Santa
Cruz a fin
de que
recuerde
siempre que
así como Nue-
stro Señor Jesu-
cristo muriendo col-
gado en ella, ha triunfado
en el mundo, así ella, en virtud
de la cruz, triunfará sobre to-
das las dificultades que necesa-
Padre Francesco Cavalieri
… a spulciar gli
archivi e rimescolar
le carte della storia,
per sapere…
qui ho posto il cuore
Da una Circolare del 1896 Le Comunità Religiose
prosperano quando vi è
l’osservanza, si incammine-
ranno alla distruzione
quando questa viene a
mancare.
Se ognuno, senza tenere
d’occhio alle Regole, faces-
se tutto a suo capriccio,
chi non vede che allora le
Comunità Religiose, le
I n primo, miei cari,
come sempre abbiamo
fatto, vi raccomandiamo
caldamente l’osservanza
delle nostre sante Regole.
Se vogliamo e desideriamo
che lo spirito del nostro
Istituto sia mantenuto
sempre nel suo vigore e
nella sua purità, dobbiamo
far sì che non avvenga mai
la minima rilassatezza.
famiglie nostre, si mutereb-
bero in altrettante torri di
Babele? Le Regole vanno
osservate non solo quando
ci vanno a genio, ma anche
quando da esse ci sono
imposti dei sacrifici
(dalla Lettera Circolare
del 15 marzo 1896).
Le Parole
montiane
IL NOSTRO AUGURIO PIU FRATERNO ALLA RI-ELETTA SUPERIORA GENERALE DELLE NOSTRE SO-
RELLE, FIGLIE DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE DELLA CARITÀ, Madre MARTA Antonia ROBLES.
como ya triunfó el Venerado
Padre fundador Luis María
Monti. En el nombre de él que
nos es Padre común, bendice
de gran corazón la nueva
obra y a todas aquel-
las buenas jóvenes
que la formarán.
Roma, 3
de noviem-
bre
de 1947
(da Vita Concezionista,
Giugno- Luglio 1948)
Riportiamo qui una bella ‘reliquia’: una lettera del P. Pastori alla Signorina Sara Lona, la futura
Madre Sara, Fondatrice delle suore dell’Immacolata Concezione della Carità.
P A G I N A 1 0
Email e
lettere dal
mondo
Lettere alla Redazione Vivo e attraente
Grazie. Molto bello quel
brano di Bonhoeffer sulla
perdita. Il bollettino è dav-
vero sostanzioso e molto
bello da gustare, leggere,
per partecipare alle vostre
attività, condividere la vi-
ta... Un bollettino vivo e
attraente come pochi a
livello multimediale. Ciao.
Un regalo
inaspettato
Grazie per il nuovo nume-
ro, con una nuova veste
grafica. Bella! Forte l'edito-
riale... Grazie soprattutto
per il pensiero sulla perdi-
ta di Bonhoeffer; lo sento
vero anche per me. Si avvi-
cina l'anniversario della
morte di mio marito ed ho
sentito questo testo come
un regalo inaspettato.
Auguri a voi
Auguri anche a voi per
ogni giorno del nuovo me-
se e per sempre. sr. Leti-
zia
Una preghiera per
la nostra missione
Grazie del notiziario che
trovo molto ben fatto e
curato. Bene! Chiedo una
forte preghiera al Beato
Luigi Monti per la nostra
missione di Foz do Iguaçu.
Noi ce la stiamo mettendo
tutta nel vivacizzare la no-
stra Capela a Lui dedicata,
ma Egli deve assolutamen-
te darci una mano.
Spontaneo appog-
giare l’iniziativa
Oggi trovo tempo da dedi-
care ad una lettura attenta
di "Qui ho posto il cuore".
Complimenti per chi si è
impegnato a costruire que-
sto Giornale online. Rico-
nosco la fatica, sottolineo
la ricchezza dei contenuti
e dico che mi piace anche
la veste grafica. Mi viene
spontaneo appoggiare que-
sta bella iniziativa e prego
il Signore perché sostenga
chi si impegna in questo
prezioso lavoro. fratel
Rolando Sebastiani
Complimenti per
Complimenti per le parole
schiette, vere, sagge. Atti-
lio
Grazie di cuore
Grazie di cuore Fratel-
lo, nella disponibilita d'un
cuore povero, dove la
gioia di essere donato non
è mai venuta meno: Fiat
mihi secundum verbum
tuum. Laura
Come sempre, ok
Carissimo, come sempre
ok. Molto bello il pezzo di
ricordi su Noto. Ciao.
Biagio
Taglio aggressivo e
moderno...
Ho letto il bollettino: PIE-
NAMENTE APPROVATO!
Se dopo il primo anno di
Quihopostoilcuore, già
all'inizio del secondo l'edi-
zione ha un taglio più ag-
gressivo e moderno, amic-
cante e colorato, vuol dire
che il suo gradimento, nei
contenuti, ha fatto centro
ed è destinato ad espan-
dersi. Siete nel giusto! A-
vanti con coraggio. Gio-
vanni
Vivo e attraente
Ho letto con grande piace-
re il tuo editoriale, come
sempre chiaro ed efficace.
La rivista online inizia a
prendere una veste grafica
bella e gradevole, d'altron-
de siamo sempre in
progress nel nostro cam-
mino. Mi ha particolarmen-
te emozionato rileggere il
"mio" articolo su padre
Erasmo. Nel numero pre-
cedente, a riguardo, avevo
letto l'articolo di Iacono:
bello! Ci sono cose che
sembra fermino il tempo...
Quell'articolo l'ho sentito
anche mio. Tutto vero!
(dal 1947 P. Perniola è
stato sempre se stesso,
coerente nei pensieri, nelle
azioni, nella VERITÀ). Un
sincero saluto, Aldo
Possiamo essere
come Francesco,
parte di una rico-
struzione
Carissimi, un sincero augu-
rio di un buon e santo
inizio di Quaresima. L'au-
gurio di cuore che da que-
sti momenti di provata
tribolazione spirituale e
corporale possiamo far
germogliare quei semi di
Fede che il mondo ci chie-
de. Possiamo essere come
Francesco parte di una
ricostruzione. Pace e bene.
Guido.
Scriveteci
a
I Vostri
mess@ggi
A N N O I I , N U M E R O 1 0
qui ho posto il cuore
P A G I N A 1 1
A N N O I I , N U M E R O 1 0
I Sopravvissuti
Molti sono i pazienti anziani
che ho visitato e che riportano
ancora lesioni di pallottole.
Sopravvissuti da vari fronti,
che affrontano adesso l’ultima
battaglia: l’ultima malattia pri-
ma del riposo. I racconti dei
sopravvissuti sono impressio-
nanti: ad esempio questa, sul
fronte russo, una pallottola ha
attraversato il bacino per pas-
sare attraverso la colonna e
riuscire dalla spalla… ancora
vivo. Senza lesioni del midollo.
Dopo la guerra ha lavorato
come operaio e ora è in pen-
sione.
Un altro paziente si è pre-
sentato con tre buchi di 5-8
cm: gamba destra, coscia, spal-
la. Le ferite sono andate,
all’epoca, in suppurazione (al
fronte non c’erano medicinali)
e solo dopo molto tempo so-
no guarite, lasciando il ricordo
più amaro, quello di essere
stato colpito 3 volte e di esse-
re ancora vivo. Guarda al fron-
te come a cosa fatta. Senza
giudicare cosa è stato. Non ci
sono più ricordi, solo evidenze
di corpi martoriati. La memo-
ria è ancora viva. Ma non c’è
più alcun commento per ciò
che è stato.
Dall’altro lato ci sono gli
ebrei. Ne ho conosciuti pochi
e non è un eufemismo. Sono
tutti partiti, sono in Svizzera, in
America, in Australia… oppu-
re sono ritornati qui i figli dei
sopravvissuti, figli che manten-
gono viva la memoria di un
tempo passato, ma non ancora
troppo lontano.
Qui rimangono le matto-
nelle di rame per le strade: un
nome, una o due date e cosa
ne è stato. Catturato e ucciso.
Deportato e morto. Emigrato.
Queste le possibilità. Cammi-
nando per le strade si notano
queste mattonelle di rame
quasi ad ogni angolo, si con-
fondono con i ciottoli. Sono
per terra. Dove tutti passano e
calpestano. Dove comunque
tutti vedono e tutti possono
vedere.
A volte ci sono mostre
d’arte contemporanea o di
fotografia “per non dimentica-
re”, le iniziative sono sul gior-
nale. Ma, non c’è più guerra.
Non ce n’è più motivo. Tutti si
rispettano. Forse ci saranno
pure i neo-nazi, ma io non ne
ho visti. E non ho visto mai
intolleranza. Al contrario, di-
rei.
Non ci sono più né vincito-
ri né vinti. Solo vita, una vita
umana, prima di tutto. Una vita
umana. E forse una vita anche
più umana, è il caso di dirlo.
Io colgo con gli occhi di
un’estranea un mondo di cui
sento parlare, anche se non a
parole, ma da quello che vedo,
osservo, scorgo vicino o lonta-
no da me. È un mondo che
vivo nel ricordo di chi c’è sta-
to. Non è un giudizio. Non è
un commento, ma solo quello
che colgo ora. Un’istantanea di
presente, passato e futuro.
Un’istantanea di umanità.
Non di vincitori o vinti.
Solo di umanità. A presto. Bar-
bara
.
La Storia vera è
fatta di umanità, non di
vincitori e vinti.
Dalla
Germania una
testimonianza
viva e
tangibile
contro la
barbarie
Nazista.
qui ho posto il cuore
BARBARA è una carissima amica di Padre Monti da molti anni. Laureata in medicina, lavora da oltre un anno in Germania, presso il Reparto di geriatria di un ospedale civile. Barbara ha già collaborato con QPC. Nelle sue mail agli amici italiani, tiene una sorta di ‘diario’ della propria vita di donna, me-dico, emigrata. Qui sotto un breve estratto sui sopravvissuti dell’ultima guerra e della Shoah.
P A G I N A 1 2
A N N O I I , N U M E R O 1 0
qui ho posto il cuore
Storia di
Teresa, elevata
al cielo da una
vita dedita alla
preghiera e
all’azione,
sempre a
disposizione
degli altri
Rubrica a cura dei
Cercatori di Dio
Cavalcata verso il cielo TERESA LAPENNA
(1975 – 1998). Ecco una
giovane di 22 anni, che
ama cavalcare e si sente
libera e viva. Una giorno si
dirige con la sua Citroen
AX verso il maneggio, do-
ve il maniscalco avrebbe
ferrato la sua puledra. Una
Audi A4 la travolge
ad altissima veloci-
tà… Per otto giorni
è in coma: sono gior-
ni di preghiere e di
lacrime. Il 3 giugno
muore. I funerali si
svolgono in un clima
soprannaturale. Nel
canto la si sente viva.
Tutti sono consape-
voli di aver incontra-
to una creatura stra-
ordinaria.
Teresa era nata il
13 novembre 1975,
accolta con gioia da
genitori molto umili.
Cresce, sprizza vitalità, è
sempre allegra. Sin da
bambina i suoi discorsi
sono di una “grande”…
In famiglia e in parroc-
chia impara a pregare. La
preghiera diventa un dialo-
go continuo e silenzioso
con Gesù, segreto e forza
della sua breve esistenza…
L’amore di Dio e per Dio
trasforma la sua vita. La
sua spiritualità forte e ma-
tura, nel pieno della sua
giovinezza, non si ferma
alle teorie, ma si sbriciola
in concretezza. La stessa
preghiera si trasforma in
azione. La sua vita è a di-
sposizione degli altri. Ama
la vita, tutto ciò che è buo-
no e bello. La fede e la
coerenza crescono…
Impara a valutare le
situazioni e le contraddi-
zioni della vita solo alla
luce della verità. Preferisce
perdere qualcosa, ma mai
essere fuori della verità.
Per questo motivo spesso
è incompresa, criticata,
preda di facili attacchi. La
vedono ballare perché le
piace e la vedono pregare
perché ci crede. La sua
coerenza costa, ma vive
così i suoi vent’anni…
È una bella ragazza
Teresa, il sorriso aperto e
accattivante. Molti si inna-
morano di lei, ma lei non
ha fretta. Crede ferma-
mente nella verginità: “è
un valore da custodire e
donare nel matrimonio”.
Crede nell’amore vero e
non scende a compromes-
si…
Pochi giorni prima della
sua partenza per il cielo,
Teresa incoraggia una sua
amica con queste parole:
“ce la devi fare, la vita è
bella da vivere. Io sono
felice di vivere eppure non
è che non ci siano proble-
mi… però se il Signore mi
chiamasse in questo mo-
mento sono felice di mori-
re. Sono felice di vivere,
sono felice di morire”. A
un altro amico aveva scrit-
to: “Pregherò Dio che ti
presti una lampada, affin-
chè la tua strada sia sem-
pre illuminata”.
Questa luce auguro a
coloro che leggono questa
stupenda esperienza giova-
nile.
(da: Rocco TALUCCI,
Santi giovani per giovani
santi, Editrice Monti, 2013)
“Sono felice di
vivere, però se il
Signore mi chia-
masse in questo
momento sono
felice di morire”
Riconoscere
Vocazioni
- Questa giovanissima donna -
racconta la sua insegnante -
sapeva ascoltare e incoraggiare,
scherzava e interpretava la
realtà con doti non comuni.
Riusciva, con molta facilità, ad essere amica di tutti pur
esprimendo con schiettezza e sincerità massima le sue
opinioni, senza mai essere offensiva.
- Cominciai a scoprire la sorgente della sua incredibile
forza: aveva una passione immensa per la Mamma Cele-
ste. Si abbatteva, crollava sotto il peso della sofferenza,
ma riusciva sempre a tendere la mano verso la sua
Mamma e a rialzarsi per ricominciare. La Madonna - mi
diceva - è il tramite più immediato per giungere a Dio. È
così bella!
Testimonianze
P A G I N A 1 3
A N N O I I , N U M E R O 1 0
qui ho posto il cuore
La carità come vita nella fede
Tutta la vita cristiana è un
rispondere all'amore di Dio.
La prima risposta è appunto
la fede come accoglienza
piena di stupore e gratitudi-
ne di un’inaudita iniziativa
divina che ci precede e ci
sollecita.
E il «sì» della fede segna
l’inizio di una luminosa storia
di amicizia con il Signore, che
riempie e dà senso pieno a
tutta la nostra esistenza.
Dio però non si accontenta
che noi accogliamo il suo
amore gratuito.
Egli non si limita ad amarci,
ma vuole attiraci a Sé, tra-
sformarci in modo così pro-
fondo da portarci a dire con
san Paolo: non sono più io che
vivo, ma Cristo vive in me (cfr
Gal 2,20).
Quando noi lasciamo spazio
all’amore di Dio, siamo resi
simili a Lui, partecipi della
sua stessa carità.
Aprirci al suo amore significa
lasciare che Egli viva in noi e
ci porti ad amare con Lui, in
Lui e come Lui; solo allora la
nostra fede diventa veramen-
te «operosa per mezzo
della carità» (Gal 5,6) ed
Egli prende dimora in noi
(cfr 1Gv 4,12).
La fede è conoscere la
verità e aderirvi (cfr 1Tm
2,4); la carità è
«camminare» nella verità
(cfr Ef 4,15).
Con la fede si entra nell'a-
micizia con il Signore; con
la carità si vive e si coltiva
questa amicizia (cfr Gv
15,14s).
La fede ci fa accogliere il
comandamento del Signo-
re e Maestro; la carità ci
dona la beatitudine di met-
terlo in pratica (cfr Gv
13,13-17).
Nella fede siamo generati
come figli di Dio (cfr Gv
1,12s); la carità ci fa perse-
verare concretamente
nella figliolanza divina por-
tando il frutto dello Spirito
Santo (cfr Gal 5,22).
La fede ci fa riconoscere i
doni che il Dio buono e
generoso ci affida; la carità
li fa fruttificare (cfr Mt
25,14-30).
(dal MESSAGGIO del Papa
per la Quaresima 2013)
(
d
a
l
M
E
S
Nelle mani
di un
Amore più
grande
Tutta la vita
cristiana è un
rispondere
all’amore di Dio.
ANNO DELLA FEDE
(11 ottobre 2012 – 24
novembre 2013)
Dio non si accon-
tenta che noi
accogliamo il suo
amore gratuito.
Egli non si limita
ad amarci, ma vuo-
le attiraci a Sé, tra-
sformarci in modo
profondo.
P A G I N A 1 4
Fatti di Vangelo, da testimoniare e da pregare nei venerdì di Quaresima. È la bella iniziativa della Comunità Pastorale di Saronno, tramite la proposta della Commissione Cultura. Momenti opportuni di crescita nella fede, per rispondere all’appello di chi ci chiede: “vogliamo vedere il Signore”. Che fiorisca il nostro cammino a Pasqua!
Nel venerdì di Quaresima
A N N O I I , N U M E R O 1 0
qui ho posto il cuore
nel Cuore della Carità Montiana
QUI HO POSTO IL CUORE
Direttore: Saverio Clementi. Redazione: Aurelio Mozzetta, Raffaele Mugione
Hanno collaborato per questo numero:
P. Aurelio Mozzetta, Marco Perfetti, Edelberto Limare, S.O., Fratel Gioacchino, Giulio,
Barbara, Mons. Rocco Talucci (c/o Editrice Monti), Raffaele Mugione.
Direzione: Via San Giacomo, 5
21047 – Saronno (VA)
: 02 96 702 105 : 02 96 703 437
e-mail:
sito web: www.padremonti.org
(Nessun collaboratore percepisce
compenso. Questo Notiziario è
realizzato da volontari)
Santuario del Beato Luigi Maria Monti Saronno
Orario delle Celebrazioni del Santuario
GIORNI FERIALI
6.30 Lodi del Mattino (lunedì in cripta)
7.00 Santa Messa (lunedì in cripta) 9.00 Santa Messa
18.50 Rosario e Vespro
TUTTI I GIOVEDI’
18.30 Adorazione Eucaristica per le Vocazioni
DOMENICA E FESTIVI
8.30 Lodi del Mattino
9.00 Santa Messa
19.00 Santa Messa
SACERDOTI A DISPOSIZIONE IN SANTUARIO
P. Aurelio Mozzetta, rettore P. Pierino Sosio
P. Roy Puthuvala P. Elvis Lukong