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• Nuova serie - Anno 20 - Numero 248 - € 1,20* - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Mercoledì 19 Ottobre 2011 * con guida «I nuovi processi civili speciali» € 5,00 in più; con «Cartelle di pagamento: guida ai ricorsi» a € 7,90 in più; con guida «La manovra di ine estate» a € 6,00 in più; con guida «La responsabilità penale d’impresa» a € 5,00 in più; con «Atlante delle banche leader 2011» a € 1,30 in più. QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO www.italiaoggi.it Punto e virgola Novanta secondi per mettere a fuoco l’evento politico del giorno Enti locali - Patto di sta- bilità picconato dalla Corte dei conti e da Eurostat Cerisano a pag. 35 Corte Ue - No ai brevetti ricava- ti distruggendo embrioni uma- ni Chiarello a pag. 36 Documenti/1 - Iva e ter- ritorialità, la circolare delle Entrate Documenti/1 - Professori universitari nelle start-up, il decreto del Miur Documenti/1 - Prima casa e can- tine, la sentenza della Cassazione www.italiaoggi.it La casta si salva di nuovo dai tagli. Ci ha pensato il ministero dell’econo- mia. In una nota, di cui ItaliaOggi è in possesso, ha spiegato che il taglio del 5% per i redditi sopra i 90 mila euro, e quello del 10% per quelli sopra i 150 mila euro, valgono per tutti i dipendenti della pa, ma non per ministri e sottose- gretari. Siccome ricoprono cariche poli- tiche, e non sono titolari di un rapporto di lavoro dipendente, a loro non si appli- cano i tagli disposti dall’art. 9, comma 2 della manovra correttiva del 2010. Perciò sarà rimborsato, nella mensilità di novembre, quanto già trattenuto. La bozza di manovra per lo sviluppo apre ai soci di capitale e alle società interprofessionali I professionisti entrano in società Al via le società professionali e interprofessionali costituite nelle forme di società di persone o cooperative; ammessi anche i soci non professionisti (di puro capitale), ma l’attività professionale dovrà essere comunque svolta da un socio professionista; previ- sta l’iscrizione all’albo professionale della società e la soggezione al relativo regime disciplinare. Sono queste alcune delle novità contenute nella bozza di decreto-legge sulla crescita e lo sviluppo, sulla quale al ministero dello sviluppo economico si sta ancora lavorando, soprattutto al fine di individuare le risorse. Mascolini a pag. 29 D P t d ww Umberto Bombassei è vice- presidente della Confindustria, l’organizzazione che, d’intesa con la triplice sindacale egemoniz- zata dalla Cgil, ha sterilizzato, con un successivo accordo, l’art. 8 della manovra che prevedeva la possibilità di accordi a livello aziendale tra gli imprenditori e i sindacati in deroga allo Statuto dei lavoratori. Le rigidità di uno Statuto di 40 anni fa non lo ri- guardano. Le ha infatti superate inaugurando uno stabilimento polacco per rifornire clienti tede- schi, francesi e inglesi. Fatto ap- posta quindi, non per avvicinarsi alla clientela, ma per aggirare, lui che può, dei vincoli insostenibili. Trecento posti in meno in Italia. Ipertutelati ma inesistenti. DIRITTO & ROVESCIO C b t e n Chi IL Giornale dei professionisti * * * La casta esentata dai tagli Il prelievo dagli stipendi di ministri e sottosegretari era soltanto uno scherzo. Adesso infatti una nota del Tesoro ne autorizza la restituzione Paladino a pagina 5 BATOSTA PER FINI Il Fli aveva tre consiglieri nella regione Molise. Adesso non ne ha più nessuno Ricciardi a pag. 10 l d l ll à f l Il Demanio costretto ad ab- bassare i prezzi d’asta di due megastrutture a Bologna. Per gli investitori costano troppo. Il caso più eclatante riguarda la ex Caserma Sani, 11 etta- ri vicini alla fiera di Bologna. Messa all’asta dal Demanio per due volte nel recente passato a 42 milioni di euro, adesso si tenta di venderla a offerta libera. Come conferma il De- manio, i potenziali investitori hanno ritenuto i 42 milioni di base d’asta eccessivi. Stesso andazzo, e sempre a Bologna, per l’ex Caserma Masini: mes- sa all’asta anni fa a una base di 14 mln, adesso viene ven- duta a trattativa privata dal Demanio. Sansonetti a pagina 8 Non è facile privatizzare le caserme: offerta libera a Bologna dopo due aste a vuoto MARCO TESTA Un marchio si costruisce soprattutto con i video Cervini a pag. 17 DIFFUSIONI Giornale -20% Gazzetta -7% Libero -5% Corriere -1% Capisani a pag. 19 e in più IL SETTIMANALE DEI PROFESSIONISTI DELL’EDILIZIA da pag. 23 d p 2 stent -1 GIORNO AL FORUM LAVORO 2011 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO La casta ... · legge. I centri sociali in-vece possono essere degli stati negli stati. Il tentati-vo di ingresso della polizia sarebbe

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• Nuova serie - Anno 20 - Numero 248 - € 1,20* - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Mercoledì 19 Ottobre 2011 •

* con guida «I nuovi processi civili speciali» € 5,00 in più; con «Cartelle di pagamento: guida ai ricorsi» a € 7,90 in più; con guida «La manovra di i ne estate» a € 6,00 in più; con guida «La responsabilità penale d’impresa» a € 5,00 in più; con «Atlante delle banche leader 2011» a € 1,30 in più.

QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO

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Punto e virgolaNovanta secondi per mettere a fuoco l’evento politico del giorno

Enti locali - Patto di sta-bilità picconato dalla Corte dei conti e da Eurostat

Cerisano a pag. 35

Corte Ue - No ai brevetti ricava-ti distruggendo embrioni uma-

niChiarello a pag. 36

Documenti/1 - Iva e ter-ritorialità, la circolare delle Entrate

Documenti/1 - Professori universitari nelle start-up, il

decreto del Miur

Documenti/1 - Prima casa e can-tine, la sentenza della Cassazione

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La casta si salva di nuovo dai tagli. Ci ha pensato il ministero dell’econo-mia. In una nota, di cui ItaliaOggi è in possesso, ha spiegato che il taglio del 5% per i redditi sopra i 90 mila euro, e quello del 10% per quelli sopra i 150 mila euro, valgono per tutti i dipendenti della pa, ma non per ministri e sottose-gretari. Siccome ricoprono cariche poli-tiche, e non sono titolari di un rapporto di lavoro dipendente, a loro non si appli-cano i tagli disposti dall’art. 9, comma 2 della manovra correttiva del 2010. Perciò sarà rimborsato, nella mensilità di novembre, quanto già trattenuto.

La bozza di manovra per lo sviluppo apre ai soci di capitale e alle società interprofessionali

I professionisti entrano in societàAl via le società professionali e interprofessionali costituite nelle

forme di società di persone o cooperative; ammessi anche i soci non professionisti (di puro capitale), ma l’attività professionale dovrà essere comunque svolta da un socio professionista; previ-sta l’iscrizione all’albo professionale della società e la soggezione al relativo regime disciplinare. Sono queste alcune delle novità contenute nella bozza di decreto-legge sulla crescita e lo sviluppo, sulla quale al ministero dello sviluppo economico si sta ancora lavorando, soprattutto al fi ne di individuare le risorse.

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Umberto Bombassei è vice-presidente della Confi ndustria, l’organizzazione che, d’intesa con la triplice sindacale egemoniz-zata dalla Cgil, ha sterilizzato, con un successivo accordo, l’art. 8 della manovra che prevedeva la possibilità di accordi a livello aziendale tra gli imprenditori e i sindacati in deroga allo Statuto dei lavoratori. Le rigidità di uno Statuto di 40 anni fa non lo ri-guardano. Le ha infatti superate inaugurando uno stabilimento polacco per rifornire clienti tede-schi, francesi e inglesi. Fatto ap-posta quindi, non per avvicinarsi alla clientela, ma per aggirare, lui che può, dei vincoli insostenibili. Trecento posti in meno in Italia. Ipertutelati ma inesistenti.

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IL Giornale dei

professionisti* * *

La casta esentata dai tagliIl prelievo dagli stipendi di ministri e sottosegretari era soltanto uno

scherzo. Adesso infatti una nota del Tesoro ne autorizza la restituzione

Paladino a pagina 5

BATOSTA PER FINI

Il Fli aveva tre consiglieri nella

regione Molise. Adesso non ne ha più nessuno

Ricciardi a pag. 10

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Il Demanio costretto ad ab-bassare i prezzi d’asta di due megastrutture a Bologna. Per gli investitori costano troppo. Il caso più eclatante riguarda la ex Caserma Sani, 11 etta-ri vicini alla fi era di Bologna. Messa all’asta dal Demanio per due volte nel recente passato a 42 milioni di euro, adesso si tenta di venderla a offerta libera. Come conferma il De-manio, i potenziali investitori hanno ritenuto i 42 milioni di base d’asta eccessivi. Stesso andazzo, e sempre a Bologna, per l’ex Caserma Masini: mes-sa all’asta anni fa a una base di 14 mln, adesso viene ven-duta a trattativa privata dal Demanio.

Sansonetti a pagina 8

Non è facile privatizzare le caserme: offerta libera a Bologna dopo due aste a vuoto

MARCO TESTA

Un marchio si costruisce soprattutto con i video

Cervini a pag. 17

DIFFUSIONI

Giornale -20% Gazzetta -7% Libero -5%

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e in più IL SETTIMANALE DEI PROFESSIONISTI DELL’EDILIZIAdapag.23

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-1 GIORNOAL FORUM

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2011

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2 Mercoledì 19 Ottobre 2011

I movimenti e le per-sone di ispirazione cattolica che si sono interrogati nel convegno di Todi

sul loro ruolo nella crisi sociale, politi-ca e morale dell’Italia hanno suscitato, com’era naturale, l’interesse generale e questo ha portato a interpretazioni controverse delle loro conclusioni, so-prattutto sul versante della loro futura collocazione politica, che peraltro non appare affatto definita in modo univoco. Più delle interpretazioni interessate (e scontate) del giorno dopo, forse meri-tano interesse gli appelli che al mondo cattolico sono stati rivolti dall’esterno il giorno prima. Il più au-torevole era contenuto in un lungo articolo di fondo firmato dal direttore del Corriere della Sera, che in sostanza dopo aver ampiamente valorizzato l’apporto di concretezza, di realismo e di equilibrio dei cattoli-ci nella vita nazionale, li ha invitati a unirsi per esercitare ancora e in modo più penetrante una loro azione politica autonoma, che però dovrebbe liberarsi dei «cosiddetti» valori non negoziabili. In sintesi si può dire in modo un po’ rudimentale che ai cattolici italiani si chiede di contare di più, persino in prospettiva di assumere nuovamente la guida politica dell’Itala, a patto di mettere tra parentesi il cattolicesimo.

Non si tratta di una considerazione puramente paradossale. Alla Democra-

zia cristiana, partito di raccolta dei

cattolici e con una base all’origine largamente legata alle campagne,

toccò di gestire da una posizione di potere il processo di secolarizzazione della società e quello di industrializza-zione dell’economia. Si dimentica però di mettere questi dati nel loro conte-sto specifi co, quello di un’unità politica dei cattolici che nasceva dall’esigenza di difendere la libertà, non solo quella religiosa, in una situazione in cui il li-beralismo pagava il cedimento di fronte al fascismo e la maggior parte del socia-lismo subiva l’egemonia comunista.

Ora le condizioni sono del tutto di-verse, nella secolarizza-zione ormai avvenuta si avvertono i rischi di una riduzione alla sfera privata del messaggio religioso, di un rifiuto «progressista» della di-fesa della vita e della

famiglia. Ridurre l’apporto dei cattolici all’interclassismo (cioè al rifi uto della lotta di classe ma non della promozio-ne degli interessi sociali delle classi po-polari) coerente con la dottrina sociale della Chiesa, elidendo invece tutto ciò che ha a che vedere con le problema-tiche etiche, è un’aspirazione nutrita da sempre da settori importanti delle classi dirigenti europee ottocentesche, da Bismarck a Crispi. Rileggere ora le stesse intenzioni presentate come espressione della modernità fa davvero una certa impressione.

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IL PUNTO

Cattolici in politica? Quando dimenticheranno i loro valori

DI SERGIO SOAVE

o dei cattoli-

vzsupr«f

famiglia Ridurr

Interclassismo sì, il resto va

messo tra parentesi

I tartufoni sostengono, con aria saputa, che la polizia sapeva che nella manifestazione degli indigna-

ti a Roma si sarebbero infiltrati anche i delinquenti che, del resto, si erano già fatti vivi nelle manifestazioni violente contro la Tav. Se è per questo, lo sa-pevano tutti, visto che i media hanno pubblicato, per giorni, questa notizia. Il problema non è di sapere ma di poter in-tervenire. Per esempio, è certo che i più esagitati fra questi delinquenti proven-gano da alcuni centri sociali. Ebbene, se la polizia fosse entrata nei centri sociali per accertare se in essi erano custodite armi e per rovistare nei loro pc, sarebbe successo il finimondo. Per i radi-cal chic il cittadino deve essere nudo davanti alla legge. I centri sociali in-vece possono essere degli stati negli stati. Il tentati-vo di ingresso della polizia sarebbe stato contrastato con la violenza. E la polizia avrebbe subito ripiegato «per non farci scappare il morto». Precauzione com-prensibile, questa; ma a furia di temere le reazioni dei violenti, lo Stato finisce per perdere il controllo del territorio e le leggi finiscono per essere vanificate nel caso che, a violarle, siano dei criminali organizzati.

Spia di questa mentalità è anche il linguaggio. Se un tizio picchia un poli-ziotto si parla di «resistenza aggravata a pubblico uffi ciale» anziché di «violen-

za». Il poliziotto non è un pungiball da pic-chiare a piacere ma

un pubblico uffi ciale che va difeso con sanzioni pesanti da chi lo aggredisce o gli fa resistenza. Maroni parla adesso di ripristino della legge Reale: sarebbe un errore. Alemanno vuole limitare le manifestazioni a Roma: una misura che compatterebbe sui violenti anche coloro che violenti non sono.

Ciò che serve invece è l’arresto in fl a-granza differita: consultando solo le foto pubblicate dai quotidiani si potrebbero arrestare subito almeno 50 di questi fa-cinorosi che, nella foga del distruggere,

sono rimasti a viso sco-perto. Questi dovrebbe-ro essere processati per direttissima. E a loro favore non dovrebbe va-lere nessuna attenuan-te. Misure di questo tipo (che non negano il diritto

di manifestare ma che colpiscono solo i violenti) sarebbero in grado di ridurre di molto la propensione a delinquere. A Londra, polizia e magistrati, hanno lavorato giorno e notte e, nel giro di una settimana, i facinorosi individuati erano già stati tutti processati e condannati. Non a caso gli incidenti sono cessati. In Italia invece si rinvia, si distingue, si ter-giversa. L’importante è non disturbare i violenti. Ma non si potrà continuare a fare così. L’Italia, questa volta, ha preso paura sul serio. Per cui si sta asciugando l’acqua attorno ai demagoghi.

arebbe stato di manifestare

Per fare giustiziabastano le leggiche già ci sono

DI PIERLUIGI MAGNASCHI

L’ANALISI

Chi ha commesso reatinon può passarla liscia

PUNIL PUNTO

I C O M M E N T I

DI ANTONIO CALITRI

Il sindaco di Firenze lancia la Firenze Card ma sbaglia i conti sulle «capacità di visita» dei turisti e ci ri-mette oltre 100 mila euro. Incredibile Matteo Renzi, non riesce mai ad antici-pare i conti con l’oste e che sia in politica nazionale o nell’amministrazione cit-tadina, anche quando ha le idee buone, trova sempre una buccia di banana che lo fa scivolare. Se la rotta-mazione, gli si è rivoltata contro tanto che ha dovu-to cambiare rapidamente bandiera, il nuovo e più recente caso si è aperto in questi giorni sulla Firen-ze card, la carta che al costo di 50 euro permette ai turisti di visitare per tre giorni tutti i musei della città e utilizzare anche i mezzi pubblici. Bella idea ed è stato effettivamente un grande successo questa estate, tanto che fi no a fi ne agosto l’hanno scelta oltre 14 mila turisti. Adesso che si tirano le somme però, è venuto fuori il buco della

Firenze Card. Qualcuno a Palazzo Vecchio come si suol dire, non ha fatto bene i conti con l’oste. E ha calcolato che i turisti

avrebbero potuto visitare in tre giorni al massimo cinque musei. E invece la media delle card fa quasi sette musei a testa. Un vero successo per la città ma un piccolo disastro per le

casse comunali. L’ammini-strazione infatti incassa i 50 euro ma poi deve ricom-pensare i vari musei che hanno fatto entrare i turi-sti senza il loro biglietto ma con la card fi orentina. E siccome il calcolo medio era stato fatto su cinque musei, i due in più han-no sballato i conti. Così il comune si è ritrovato ad aver incassato 605 mila euro e a dover ricompen-sare i musei per 722 mila euro, con un disavanzo di 117 mila euro. Una bella batosta di questi tempi, visto che Renzi contava di utilizzare l’avanzo dell’operazione per fare nuove iniziative e spinge-re ancora di più la car-ta di Firenze, che aveva già portato in esempio di successo ai suoi colleghi in tante trasmissioni te-levisive nazionali. Che

ora possono ridere. Men-tre dall’opposizioni ne ap-profi ttano per denunciare l’operazione come grande fl op.

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IL CASO DEL GIORNO

Renzi sbaglia il conto dei turistie la Firenze Card diventa un boomerang

DI MARCO BERTONCINI

Vi sono settimane in cui Silvio Berlusconi tace sempre. Avviene quando è annichilito dopo una sconfi tta, incapace di coprire i propri sentimenti di smacco: la visibilità esteriore dei propri pensieri è una pe-sante limitazione dell’uomo, che danneggia il politico. Vi sono giorni, invece, in cui il Cav esterna a 360 gradi, con felicità dei notisti politici. Così è stato ieri, anche se dalle ri-petute dichiarazioni ben poco di confortante o di solido è emerso.

Più che fondata è parsa la polemica contro la stampa (notevole il ruolo esercitato dal Corriere) per la preparazione prima, il commento poi, del se-minario di Todi, dal quale non è uscito, come molti avrebbero desiderato, il richiamo uffi cia-le della Cei al governo perché tolga il disturbo e lasci il passo a un gabinetto tecnico o una grande coalizione o un cen-tro-sinistra ampliato con una nuova formazione neodemo-cristiana. Le frasi, più che del Cav, sembravano uscite dalla penna del direttore del Foglio,

ma non stonavano.Diverso è il discorso sulla

concretezza politica e sulle prospettive. Il quadro è de-solante. Berlusconi continua a promettere riforme: lo fa da più di un anno, con l’unica va-riante di aver cassato il piano per il Sud. Siamo sempre lì, con l’aggravante del tempo che si riduce e della quasi conclamata impossibilità di procedere a revisioni costitu-zionali. Il decreto sviluppo, ul-tima carta per recuperare al-meno una parte delle simpatie perse con le manovre estive, è avvilente per incertezze e ti-mori di nuove stangate. Non è certo d’aiuto l’allusione del Cav alla propria contrarietà alla patrimoniale, cui parte della maggioranza potrebbe propendere.

Per la Banca d’Italia, sia-mo ancora fermi a tre mesi fa, con relativa fi guraccia. È sconfortante. Un elemento di novità, invece, è la disponibili-tà conclamata per una riforma elettorale: peccato che non si sappia quale nuovo sistema venga postulato.

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LA NOTA POLITICA

Il Cav è il ventriloquodi Giuliano Ferrara?

Matteo Renzi

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3Mercoledì 19 Ottobre 2011Mercoledì 19 OttoP R I M O P I A N O

Riunione i ume sul provvedimento. Berlusconi prosciolto su Mediatrade. Lega in i brillazione

Berlusconi: non c’è più un euroI conti non tornano e la maggioranza è sempre più risicata

DI FRANCO ADRIANO

Silvio Berlusconi, ieri, ha incassato il proscio-glimento nel processo Mediatrade («Il grande

scandalo è che i pm hanno porta-to contro di me accuse che i loro stessi colleghi hanno smentito») ed anche la vittoria alle elezioni regionali in Molise per un sof-fio (lo 0,8%), con la conferma di Michele Jorio, dove determi-nante è stato il movimento di Beppe Grillo (proprio come in Piemonte). Non si è infilato nel fuoco della polemica su Fini, su cui i berluscones in parlamento nelle ultime ore avevano gettato benzina («Non ho mai criticato il presidente della Camera e mi astengo anche questa volta»). Ha provato a glissare il fatto che le sette principali associa-zioni delle imprese e del lavoro di ispirazione cattolica (anche quelle tradizionalmente più vicine al centro-destra) hanno chiesto un governo «più forte» perché l’attuale «è inadeguato» («uno splendido discorso» quel-lo del capo dei vescovi, Angelo Bagnasco, per Berlusconi, ma fatto oggetto di una «ridicola strumentalizzazione»). Infine, ha avuto una risposta disar-mante per i rappresentanti delle imprese che in una let-tera invocavano il dl Sviluppo «subito». «Stiamo cercando di inventarci qualcosa, soldi non ce ne sono», ha detto. «Conto sul varo del decreto appena sarà convincente cioé quando ci sarà un provvedimento che sia di sti-molo a sviluppo e crescita. Ma non ho particolare fretta». La copertura finanziaria possibile? Berlusconi si è detto «contrario» alla patrimoniale.

È panico nelle commissioni

Ieri mattina, a Montecitorio, si è riunita la commissione At-tività produttive, ma ha dovu-to ben presto interrompere i lavori perché i deputati della maggioranza che non hanno più votato la fi ducia al gover-no, Luciano Sardelli, Santo Versace e Giustina Destro si sono presentati puntuali al la-voro. Non così i loro ex colleghi Pdl e Lega. La maggioranza a quel punto non ha più avuto i numeri per procedere. Lo stes-so sta avvenendo nella com-missione di vigilanza della Rai che ben presto dovrà occuparsi del caso del direttore del Tg1, Augusto Minzolini, e votare la proposta della maggioranza di abolire dai talk show del ser-vizio pubblico schede e tabelle che possano costituire «tesi pre-costituite» ed essere «manipo-lative» dell’informazione. Lì il fuoriuscito Sardelli rappresen-tava il ventunesimo membro della maggioranza su un totale di quaranta. La maggioranza non c’è più. Per non parlare del-la Giunta per le autorizzazioni a procedere dove il fuoriuscito

Fabio Gava non garantisce più la maggioranza in un or-ganismo che oggi dovrà votare sull’acquisizione dei tabulati di Alfredo Papa. Una situazione di impasse cui la maggioranza avrà diffi coltà a metterci una pezza (in dialettica con Fini).

Caccia al fascista nella Lega

C’è un clima da caccia al fa-scista infi ltrato nel Carroccio. «Flavio Tosi è uno stronzo, ha tirato nella Lega un sacco di fa-scisti, cosa che non può essere sopportata per molto», ha detto

Umberto Bossi riferito al sin-daco di Verona che aveva soste-nuto che molti deputati in certe votazioni hanno avuto «il volta-stomaco». Marco Reguzzoni e Giancarlo Giorgetti, ieri, hanno affrontato il problema delle contestazioni a Bossi du-

rante il congresso di Varese. Il capogruppo Reguzzoni ha fatto leggere a Giorgetti degli sms in cui il presunto colpevole tenta di proclamarsi innocente. Ma il segretario della Lega lombarda si è detto per la linea dura.

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4 Mercoledì 19 Ottobre 2011 P R I M O P I A N O

Arresti per kit guerriglia, Daspo, organizzatori responsabili dei danni: mano pesante dopo Roma

Così Maroni si prepara al peggioSarà «autunno caldo». Preoccupa la manifestazione dei No Tav

DI EMILIO GIOVENTÙ

Il ministro dell’Interno, Ro-berto Maroni, riferisce al Senato sugli scontri di saba-to durante la manifestazione

degli indignati. Riassume infor-mazioni che tutti avevano già acquisito e metabolizzato attra-verso immagini e cronache. «In piazza c’è stato terrorismo urba-no» che ha la «sua fonte nell’area anarchica», «duemila antagoni-sti», sui quali le informazioni «c’erano tutte», ma «le norme contemplate dalle leggi attuali non consentono alle forze di po-lizia di intervenire» per prevenire le violen-ze». Ma qualcosa cambierà, almeno è ciò che promette il numero uno dei ministero dell’In-terno. Perché quello che si preannuncia «è un autunno caldo» e per questo proporrà al Parla-mento «nuove misure legislative per consentire alle forze dell’or-dine di intervenire con azioni di prevenzione». Sabato «c’era la volontà di ricreare l’incidente avvenuto a Genova e solo grazie alle forze dell’ordine si è impe-dito che ci scappasse il morto» e per evitare che ciò possa invece accadere nelle prossime manife-

stazioni ecco come ha intenzione di muoversi il Viminale. Arresto in flagranza differita, Daspo anche per i cortei, uno specifico reato associativo per chi esercita violenza a g g r a -v a t a n e l l e mani-festa-z ioni , m a g -g i o r i t u t e l e

giuridiche per gli operatori di polizia, questi alcuni dei prov-vedimenti che potrebbero essere adottati. Così come l’arresto ob-bligatorio per chi viene trovato in possesso di veri e propri kit di guerriglia urbana. Stretta anche sugli organizzatori dei cortei che dovranno dare garanzie econo-miche per riparare ad eventuali danni dei manifestanti. Maroni, comunque, fa un passo indietro sulla necessità di una normati-vasspeciale ispirata alla legge Reale, che invece aveva invocato sulla scia della richiesta avan-

zata dal leader dell’Idv, Antonio Di Pietro. Intanto, i sindacati di polizia, a poche decine di metri dal Senato, continuano a gridare il «no» ai tagli che rischiano di «pre-giudicare l’efficienza delle forze dell’ordi-ne» e di «mettere a rischio la sicurezza dei cittadini». Anfp, Silp-Cgil, Siap e Coi-sp sono in piazza per denunciare «le incon-gruenze di un governo che dice di considerare la sicurezza una priorità e poi le nega le risorse necessarie». «Ho chiesto e ottenuto dal ministero

dell’Economia, anche se non è stato facile, uno stanziamento di 60 milioni di euro per la gestione dell’ordine pubblico: 30 milioni da subito e altri 30 milioni entro la fine dell’anno, il mio impegno è quello di ottenere la cancel-lazione dei tagli del comparto sicurezza», la replica di Maroni. Ma è l’immediato che preoccu-pa il Viminale. E nell’immedia-to c’è la manifestazione dei No Tav, domenica in val di Susa. Per Maroni è una «manifestazione a rischio, soprattutto alla luce dei violenti scontri di sabato scorso a Roma. In questo quadro ho al-

lertato il prefetto di Torino e ho dato indicazioni perché vengano prese tutte le misure idonee per evitare ogni episodio di violen-za. A tal fine invito anche tutti gli amministratori locali a dis-sociarsi da ogni episodio di vio-lenza». Timori annunciati. Uno dei leader, Alberto Perino, ha detto che succederà «qualcosa di brutto». Dichiarazione che lascia intendere che domenica potreb-be essere un’ulteriore tappa di avvicinamento a quell’autunno caldo annunciato anche dal mi-nistro Maroni.

© Riproduzione riservata

Le paure del sindaco di Roma, Gianni Ale-manno, potrebbero avere le fattezze dei

tremila giovani della diocesi di Roma che il prossimo 22 ottobre avrebbero dovuto partecipare al pellegrinaggio da San Pietro a San Giovanni in Laterano per papa Wojtyla. C’è il rischio che il pellegrinaggio non si farà perché Alemanno ha promesso di non fare sconti a nessuno. A loro for-se si riferiva quando, spiegando a Repubblica, l’ordinanza anti-cortei, dice che in «quel divieto

rientrano anche una processione e un corteo di Forza Nuova». A questo punto resta da vedere se sarà vietato anche il tradizionale pellegrinaggio notturno a piedi che si tiene ogni sabato da Roma al santuario al santuario del Di-vino Amore. Intanto, c’è chi non si arrende. «Venerdì non rinun-ceremo», annuncia la Fiom. «Il 5 novembre faremo la nostra ma-nifestazione e sarà una grande festa di polo», dice Pier Luigi Bersani, segretario del Pd.

Emilio Gioventù© Riproduzione riservata

A rischio la processione per papa Wojtyla

E i pellegrinirestano a piedi

DI CESARE MAFFI

L’ordinanza di Gianni Alemanno, che vie-ta per un mese cortei nel centro della capitale, sarà odiata dall’ineffabile Susanna Camusso e troverà ostilità, già dichiarate, anche nel centro-destra (Renata Polverini) e a destra (France-sco Storace), ma certo dovrebbe far respirare alcune centinaia di migliaia di romani, residenti o presenti. La condizione normale di chi vive od opera in Roma all’interno delle Mura Aureliane è, infatti, di essere pesantemente condizionato nei propri spostamenti non soltanto dalle condizioni oggettive del traffi co (con le strade suturate da autovetture in sosta vietata per l’assoluta insuf-fi cienza di parcheggi, strade quindi nelle quali muoversi è arduo), ma altresì dalle quotidiane esperienze del blocco di molte vie, con rifl ussi sull’intero centro. Studenti, lavoratori, sportivi, fedeli, protestatari a vario titolo, si mettono tut-ti in corteo, anche in due o tre o quattro gruppi distinti nello stesso giorno.

Il problema consiste, di là della bavosa rabbia esternata dai sindacalisti (ai quali è ovviamente riservata la possibilità di svolgere comizi e di oc-cupare piazze, ma a loro non basta, ché vogliono muoversi in massa l’un dietro l’altro, così da para-lizzare il traffi co), nella libertà di circolazione e di spostamento. In Roma, da anni e annorum questa libertà è conculcata, irrisa, vilipesa, compressa.

Non è soltanto un problema di ordine pubblico. Come ha costatato il sottosegretario all’Interno, Alfredo Mantovano, per garantire sicurezza le manifestazioni dovrebbero svolgersi dove si è tenuta la giornata mondiale della gioventù, a Tor Vergata, ove possono stare centinaia di migliaia di persone. E questo è un discorso serio: ma ai

protestatari di ogni colore non piace starsene lontani dal centro. È un problema di vita quoti-diana della gente che vive, lavora, si muove nella capitale, e che vive male, lavora male, si muove male, se, come avviene, dalla Stazione Termini parte un corteo diretto al Colosseo, o via del Corso è paralizzata da chi si reca a sbraitare davanti a Montecitorio, o corso del Rinascimento è chiuso perché c’è chi s’intruppa per protestare davanti al Senato.

Bene, quindi, ha fatto Alemanno a bloccare il centro agli occupatori (compresa, come lui stes-so ha fatto rilevare, una processione). Siamo, tuttavia, certi che fra un mese la sua ordinanza non sarà rinnovata, perché le faziose ragioni di sindacalisti, politici e contestatori di ogni tipo (e magari anche atleti e oranti) prevarranno sul buon senso.

© Riproduzione riservata

L’ORDINANZA, PERÒ, RISCHIA DI DURARE UN MESE SOLTANTO

Alemanno tutela i romaniLa Capitale non può essere ostaggio dei manifestanti

Roberto Maroni

Vignetta di Claudio Cadei

Sopralluogo di Gianni Alemanno

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5Mercoledì 19 Ottobre 2011Mercoledì 19 OttoP R I M O P I A N O

Pertanto le somme detratte alle indennità loro e dei sottosegretari debbono essere restituite

I ministri rimborsati dei tagliItaliaOggi ha scoperto un inghippo che è legale ma scandaloso

DI ANTONIO G. PALADINO

Contrordine ministri e sottosegretari, non agitatevi. Meno vi muovete e meno si

nota che era tutta una finta. La riduzione del vostro sti-pendio, annunciata in pompa magna nell’imminenza della «manovra bis» era solo un eufemismo, un modo di dire. Stupisco che ci siate casca-ti.

Insomma era solo uno scherzo o, se volete, un gioco di destrezza per tenere buoni i cittadini normali, quelli che Pa-lazzo Chigi lo vedono solo sugli schermi tv quando la sera si abbioccano davanti ai Tg. Solo per loro erano (e sono) i tagli. Infatti per mini-stri e sottosegretari, poiché ri-coprono cariche politiche e non sono titolari di un rapporto di lavoro dipendente, non posso essere desti-natari dei tagli al trattamento economico com-plessivo dispo-sti dall’articolo 9, comma 2 della manovra corret-tiva del 2010. A questi, pertanto,

sulla mensilità in pagamen-to il prossimo novembre, sarà rimborsato quanto trattenuto in applicazione della predetta norma.

È quanto si desume scor-rendo il testo del messaggio 11.10.2011, n.150 che la di-rezione centrale dei sistemi informativi e dell’innovazio-ne del Ministero dell’econo-

mia ha diffuso per f o rn i re

chiarimenti in ordine

al calco-lo della d e c u r -tazione p r e -v i s t a dal Dl

n.78/2010. Come si ricorderà, il legi-

slatore ha previsto che, a de-correre dall’1.1.2011 e sino al 31.12.2013, i trattamenti economici complessivi dei di-pendenti, anche di qualifica dirigenziale delle ammini-strazioni pubbliche, superio-ri a 90.000 euro lordi annui, sono ridotti del 5 per cento per la parte eccedente il predetto importo fino a 150.000 euro, nonché del 10 per cento per la parte eccedente 150.000 euro.

Il messaggio del Minecono-mia, pertanto, avvisa che a decorrere dalla rata del cor-rente mese di ottobre, sono stati effettuati ulteriori inter-venti in applicazione della di-sposizione ex art.9, comma 2

del Dl n.78/2010. In particolare, Via

XX settembre rileva che la de termina -

z i o n e d e l trattamen-to econo-mico com-

plessivo l o r d o v e r r à e f fet -tuata

a s s i -

curando che, ai fini della ri-duzione, si faccia riferimento al trattamento spettante in ragione d’anno.

Quindi, in casi di redditi percepiti con misura inferio-re ad un anno (ad esempio, se l’assunzione è avvenuta a metà 2011), la riduzione verrà comunque applicata «in quan-to il trattamento economico complessivo è dato dallo sti-pendio mensile per 12, ferma restando l’applicazione della ritenuta mensile per il solo periodo di effettiva vigenza». Inoltre, anche nel caso di per-sonale destinatario del taglio legislativo, che è cessato dal servizio nel corso del 2011, saranno assicurati interventi con conguagli a loro debito.

Sulla scorta delle indica-zioni fornite dalla Ragione-ria Generale dello Stato (il riferimento è alla circolare n.12/2011), il Mineconomia precisa che, ai fini della deter-minazione del trattamento da sottoporre a riduzione, sono considerate di competenza dell’anno in cui vengono ero-gate, le somme accessorie che sono liquidate nell’anno suc-cessivo rispetto all’anno in cui sono effettuate le prestazioni a cui si riferiscono. Quindi, tali emolumenti sono impu-

tati al trattamento economico dell’anno in corso «anche nel caso in cui siano corrisposti a tassazione separata».

Ma è l’ultimo capoverso del messaggio di Via XX Settembre che regala una novità. Infatti, sulla scorta delle indicazioni fornite dall’Ispettorato generale per gli ordinamenti del perso-nale e l’analisi dei costi del lavo-ro pubblico (IGOP) della stessa Ragioneria generale dello Stato, dall’applicazione della norma in oggetto devono essere esclusi i Ministri e i Sottosegretari. Ciò in quanto “tale personale rico-pre una carica politica e non è titolare di un rapporto di lavoro dipendente”. Pertanto, in linea con quanto appena detto, per il citato personale, il messaggio del Mineconomia avvisa che sulla mensilità di novembre 2011 si darà corso al rimborso di quanto trattenuto in appli-cazione dell’articolo 9, comma 2 del Dl n.78/2010.

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DI MASSIMO TOSTI

Per chi se la fosse persa (per-ché era troppo tardi, o più semplicemente perché non ne può più dei talk politici)

l’altra sera Fred, il vignettista di Porta a Porta, ne ha disegnata una molto carina: «Perché», domanda un poliziotto a un collega con la cuffia in testa davanti a un centralino d’ascolto, «non intercettate le telefonate dei black-bloc?»; e l’altro, serafico: «Aspettiamo che Berlusconi li inviti a una festa». Si discuteva (come altrove: da Gad Lerner, alla stessa ora, nelle trasmissioni del matti-no e del pomeriggio, su tutti i canali) degli incidenti di sa-bato, e dei modi per prevenirli o sedarli. Antonio Di Pietro (vecchio cuore di sbirro) ha suggerito di ripristinare le norme straordinarie previste dalla legge Reale nella secon-da metà degli anni Settanta, quando la paura invase le piazze di tutta Italia, e il mi-nistro Roberto Maroni si è dichiarato d’accordo. Gli spiriti autenticamente liberali la pensano diversa-mente, nella convinzione che le leggi esistenti offrano tutti gli strumenti idonei per bloccare questo rigurgito di violenza. Basterebbe applicarle. Sarebbe sufficiente tagliare le con-

nivenze, più o meno occulte, con i «compagni che sbagliano» (per ri-prendere una infelice espressione degli anni di piombo); potrebbe es-sere salutare l’applicazione dell’ob-bligatorietà dell’azione penale con il medesimo rigore (persino fiscale) che viene adottato nei confronti di

qualche politico di spicco: tanto per non fare nomi, ieri Silvio Berlu-sconi è stato prosciolto in uno dei dieci o ventimila procedimenti che lo riguardavano.

Non servono le corti marziali. Non siamo in guerra, o almeno non lo sia-mo ancora. Il giorno del rapimento di Aldo Moro, Ugo La Malfa (repub-blicano, ma di animo liberale, non dimentichiamolo) invocò il ripristi-no della pena di morte. Allora sì che l’impressione di molti fu di trovarsi

in guerra, perché mai il terrorismo aveva mira-to tanto in alto. Andan-do indietro di dieci anni esatti, gli Stati Uniti hanno applicato nor-me eccezionali all’in-domani della tragedia delle Twin Towers. E lì la guerra era evidente e comprovata.Il Riformista, ieri mat-tina, ha titolato: «Mol-ti sapevano. E i Servi-zi?». E il vecchio saggio Emanuele Macaluso, nell’editoriale, citando il colloquio di due gior-nalisti di Repubblica con «esponenti dei de-vastatori di Roma» che hanno raccontato dove e come si sono adde-strati e organizzati, si è chiesto: «È possibile

che l’intelligence delle tante polizie italiane non abbia avuto sentore di questa organizzazione?». Domanda lecita. Ma di domande lecite ce ne sono tante che meriterebbero una

risposta. Perché non c’è dubbio che le forze dell’ordine si sentono isolate (e non certo a causa delle mancate risposte alle pur legittime richieste di rafforzamento degli organici e di adeguamento degli stipendi), più o meno come si sentì isolato uno di loro, il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, quando ricevette l’incarico di combattere la mafia (rimanendo-ne vittima). I cattivi maestri riscono da oltre trent’anni ad avvelenare il clima. Questo è un paese nel qua-le una sala di Montecitorio è stata intitolata a un ragazzo (Carlo Giu-liani) che commise un tragico erro-re, dando l’assalto a Genova a una jeep dei Carabinieri. Perse la vita, in quell’atto di follia criminale. I parenti e gli amici hanno il dirit-to di piangerlo. Le istituzioni non devono ricordarlo come un marti-re, o un eroe. Gli indignados hanno diritto di manifestare liberamente le ragioni del loro scontento (anche se molti di loro dovrebbero farsi un esame di coscienza perché la vita, come insegnava Mazzini, tornato di moda nel 150°, è fatta più di dove-ri che di diritti). John Kennedy, nel suo discorso di insediamento alla presidenza degli Stati Uniti, disse: «Non domandatevi che cosa il vostro paese deve pare per voi, ma che cosa voi dovete fare per il vostro paese». Glielo spieghi Veltroni a quelli che scendono in piazza.

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O, ALMENO, NON ANCORA. CIÒ CHE SERVE È LA SERIA APPLICAZIONE DELLE LEGGI CHE GIÀ ESISTONO

Non servono leggi marziali. Non siamo certo in guerra

Giulio Tremonti

La nota del ministe-ro dell’economia è disponibile sul sito www.italiaoggi.it/documenti

Un momento degli scontri alla manifestazione di sabato a Roma

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6 Mercoledì 19 Ottobre 2011 P R I M O P I A N O

L’industriale veneto vota per la proposta di Parenti: bisogna aiutare le imprese a crescere

Sì, alziamo l’asticella dello StatutoCarraro, applichiamolo soltanto oltre i trenta dipendenti

DI SERGIO LUCIANO

Sono d’accordo con la proposta del collega di Piacenza, innalzare la soglia dell’applica-

zione dello Statuto dei lavo-ratori si può e sarebbe utile». Mario Carraro, industria-le metalmeccanico veneto, con oltre 4000 dipendenti di cui più della metà all’estero, è considerato da sempre una colomba» nello schieramento confindustriale e non ha mai fatto mistero del suo orienta-mento politico progressista. «Penso che una delle riserve che frenano il nostro sistema industriale», continua, «sia proprio quella delle piccole di-mensioni medie. È chiaro che bisogna aiutare le imprese a crescere, anche eliminando i fattori di dissuasione. Mi par-rebbe addirittura una misura indispensabile e andrei su so-glie anche più alte dei trenta dipendenti. E sono d’accordo, in genere, con tutto quello che senza ideologismi e col mas-simo realismo può snellire il nostro mercato del lavoro. Tutto questo, beninteso, non vuol dire negare l’evidenza di un sistema che va riformato e reso più flessibile. Che non significa meno equo e meno

solidale».Domanda. Dottor Carra-

ro, più fl essibilità signifi ca per esempio anche licenzia-menti individuali leciti?

Risposta. Sono temi su cui bisogna guardare al mondo. Pensi alla Danimarca: lì scio-gliere il rapporto di lavoro è molto facile, molto più che da noi, ma il lavoratore licenzia-to viene subito protetto da un sussidio di disoccupazio-ne molto signifi cativo. Certo, non interminabile: ma solido, e durevole.

D. Però, dottor Carraro, non teme che facilitare i li-cenziamenti comporti un rischio di abuso e di arbitrio?

R. Guard i , non è che i da-tori di lavoro assumano i l personale per il piacere di l i c e n z i a r l o , lo assumono perché serve, e per impiegarlo al meglio. Cer-to, non ha sen-so mantenere in un deter-minato ruolo qualcuno che abb ia d imo-

strato di non volerlo o saper-lo svolgere, ma con la dovuta fl essibilità sarebbe più facile, ad esempio, cambiare mansio-ni al personale per destinarlo a quelle più adatte, o più ne-

cessarie. U n a

volta, chi nasceva tornito-r e mo -

r i v a torni-t o r e ,

o g g i l ’ a u t o -

m a z i o n e consente

un’evoluzione delle competen-ze ma obbliga anche a un co-stante aggiornamento. Il tutto, richiede fl essibilità

D. Una fl essibilità che va contro la logica dello Sta-tuto dei lavoratori, non trova?

R. Guardi, i tempi richiedo-no che tutto il sistema diventi più fl essibile, nel senso di su-perare gli ideologismi che pur-troppo pesano nelle relazioni industriali italiane, ancora oggi. Per questo mi sembra va-lida l’idea di elevare la soglia d’applicazione dello Statuto, anche oltre i 30 dipendenti, soprattutto per le nuove ini-ziative, che dobbiamo agevola-re in tutti i modi, facilitandole a svilupparsi, ad accrescere il

know how aziendale. Insom-ma, a crescere in fl essibilità, come oggi in Italia è ancora

troppo diffi cile.D. Tanto che l’ammini-

stratore delegato di Fiat Sergio Marchionne ha ri-tenuto di dover uscire da Confi ndustria...

R. Sì, per quanto non basti liberarsi dal vincolo associa-tivo per applicare con asso-luta facilità accordi privati... Del resto, Marchionne non esclude il confronto costante con i sindacati: lo contempla,

ma all’americana, cioè secondo un altro modello ed altre con-suetudini.

D. Peccato per la concer-tazione, che in Italia era stata utile, non crede?

R. Utile sì, ma non agevole, in un Paese che ha una dot-trina corporativa molto forte. Non è facile concertare all’Ita-lia, ricordo di aver avuto attor-no al tavolo anche trentadue delegazioni... E poi, vede, la concertazione è ancora fi glia di una logica nazionale. Oggi, con la globalizzazione piena, e la concorrenza delle atti-vità manifatturiere a livello planetario, un coordinamento delle nostre regole con quelle mondiali è inevitabile. Anche per il mio gruppo, avere più di duemila dipendenti all’estero ha avuto forti ripercussioni in Italia. Sono cambiati il mondo, la tecnologia, i rapporti...”

D. Ma tutto questo, non signifi ca calpestare i diritti sociali?

R. Guardi, io sono nato con una cultura che ha sempre avuto molta attenzione per l’aspetto sociale dell’attività d’impresa. E non vedo con-traddizione tra questa mia cultura e le esigenze della fl essibilità.

© Riproduzione riservataMario Carraro

DI DIEGO GABUTTI

Per un giorno intero mez-za Internet si è interrogata sull’identità d’«un uomo im-passibile» che assisteva ai tu-

multi nel centro della capitale. «Chi è costui?» chiedeva, tra gli altri, il sito di Repubblica. Un provocatore? Una spia? Uno sbirro infiltrato che aizzava la piazza per conto di qualche oscuro potere senza nome (ma con un cogno-me: Berlusconi)? È poi saltato fuori che il tizio in questione era un croni-sta del Tempo che stava facendo il suo lavoro: tenere gli occhi aperti e pren-dere appunti. Sul sito di Repubblica è allora apparsa una news infastidita e schifiltosa dell’ultima ora: «Pare sia un giornalista».

* * * «Se Berlusconi avesse lasciato, mol-

to probabilmente non ci sarebbe sta-to il caos». A commentare con queste sagge e misurate parole la guerriglia di sabato pomeriggio a Roma è Bar-bara Contini. Senatrice in quota ber-lusconiana passata ai futuristi dopo l’affaire del ditino alzato e della casa monegasca, ex governatrice di Nas-sirya, Afghanistan, uno stipendio da Nababba (per non parlare della fu-tura pensione, non meno generosa) ben meritato, Barbara Contini è un acquisto prezioso per il nostro parla-mento, dove si segnala per l’acutezza dei giudizi e per lo straordinario senso della realtà. Tra noi e il caos, «molto probabilmente» c’è soltanto Barbara

Contini, e che Dio ci aiuti.* * *

«Ogni giorno ci accade d’assistere alla scomparsa o alla disfatta dell’evento effettivamente accaduto o realizzato a favore d’uno pseudoevento che ha tut-te le apparenze della realtà ma è già in partenza soggetto a manipolazioni che ne infi ciano la realtà (anche se ne con-servano la «verosimiglianza»: quello che Atistotele defi niva eikòs)» (Gillo Dorfl es, Fatti e fattoidi, Neri Pozza 1997).

* * *Massimo D’Alema, in un’intervista

al Corriere, ha proposto un’alleanza elet-torale in grado di raccogliere, spiega, il 60 per cento dei consensi elettorali. Lo garantiscono i sondaggi (carta canta, direbbe Tonino Di Pietro). Pier Fer-dinando Casini non dice di no. Perché dovrebbe? Se D’Alema avesse detto 80 o, meglio ancora, 90 per cento, il sì di Ca-sini sarebbe stato ancora più convinto. Berlusconi s’alleerebbe con D’Alema (o col demonio) anche per meno.

* * *D’Alema sta insomma consigliando a

Pier Luigi Bersani d’ascoltare il can-to delle stesse sirene che avevano stre-gato lui prima delle elezioni regionali del 2000, quando i sondaggisti amici gli avevano garantito una facile vittoria sui berluscones e invece vinse (anzi trionfò, come a D’Alema non è mai capitato) il Cavaliere. Per D’Alema, all’epoca presi-dente del consiglio, non fu soltanto una sconfi tta elettorale. Fu la fi ne, pura e semplice, della carriera.

* * *

Non ci crederete, ma sul sito di Mas-simo Donadi, la fronte più spaziosa (e l’espressione più cupa) dell’Italia dei valori, si può leggere: «I delinquenti va-dano in galera». Chi se l’aspettava tanta magnanimità da un tale dipietrista? Per questa volta i black bloc sono scampati alla ruota della tortura.

* * *Se persino nelle Brigate rosse, che si

proponevano d’instaurare la dittatura del proletariato, gli operai e i lavoratori del braccio si contavano sulle dita d’una mano, quanti lavoratori e quanti precari, cassintegrati e autentici sfruttati, come si dice in gergo, volete che militino tra i black bloc, all’estrema sinistra di quel 60 per cento di consensi fantasticato da D’Alema? Arrischio una risposta: nem-meno uno. Abbondano, in compenso, i bamboccioni, come tra i leaderini del sessantotto, millant’anni or sono, quan-do a pagare le spese era papà. Di solito, all’epoca, era un papà di destra, mentre oggi il babbo è in genere de sinistra (cau-sa del proprio mal, pianga se stesso).

* * *«L’agitazione studentesca, anziché

produrre ammiratori incondizionati della rivoluzione, sviluppa in pochi anni un’ampia classe media di sinistra, fi glia della democratizzazione univer-sitaria e delle idee del sessantotto. Gli ex sessantottini hanno fatto subito la pace col mercato, con la pubblicità, con la società dei consumi in cui spes-so nuotano come pesci nel mare, come se ne avessero denunciato le tare per adattarsi meglio. Ma pur nel loro inse-

rimento sociale intendono conservare i benefi ci intellettuali dell’idea di rivo-luzione» (François Furet, Il passato di un’illusione, Mondadori 1995).

* * *Gaetano Salvemini, grande stori-

co, antifascista, fuoruscito durante il Ventennio, diceva che se venite accu-sati d’aver violentato la Madonnina del Duomo di Milano, non vi resta che espatriare prima di affrontare il giudizio, fi dandovi della magistratu-ra, come certo vi consiglierebbe (anzi v’ingiungerebbe) Massimo Donadi. Su tutti i giornali, dopo la guerriglia ca-viar di sabato scorso, ha campeggia-to la fotografi a d’una statua di gesso della Madonna che giaceva infranta sul selciato. Ha titolato Il Tempo di Roma: «Chiedete perdono». E il Gior-nale, biblico: «È un’offesa all’uomo» (perché l’uomo, poi, e non la donna, anzi la Madonna, visto che la statua e il gesso sono suoi, è un mistero della fede). Consiglio ai black bloc di partire al più presto e senza indugio per un esilio dorato (con i soldi di papà, non importa se malguadagnati).

* * *«Non è facile concepire un sistema

sociale che ci soddisfi in modo tanto completo da sollevarci dalla necessi-tà di ricorrere, di tanto in tanto, a un mondo immaginario, in cui le nostre sofferenze siano cancellate e i nostri piaceri intensifi cati» (Lewis Mumford, Storia dell’utopia, Donzelli 2008).

©Riproduzione riservata

FOTOGRAFATO E DENUNCIATO DA GIORNALISTI: SI È POI SCOPERTO CHE ERA UN GIORNALISTA IN SERVIZIO

Un uomo impassibile assisteva ai tumulti. Era una spia!

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7Mercoledì 19 Ottobre 2011Mercoledì 19 OttoP R I M O P I A N O

Nuova missiva di Rete Imprese Italia, Coni ndustria, Abi, Ania e Alleanza delle cooperative

Sviluppo, ultimatum al premier Le aziende: subito il decreto. Ma per Berlusconi non c’è fretta

DI GIAMPIERO DI SANTO

Avevano già scritto una missiva al presidente del consiglio e, meno di un mese fa, era il 30

settembre, avevano presentato il loro Manifesto delle imprese per l’Italia, con tanto di pro-poste, idee e suggerimenti al governo per rilanciare imme-diatamente lo sviluppo e tenere sotto controllo. Ma a distanza di quasi tre set-t i m a n e d a quell’evento presentato a tamburo b a t t e n t e d a I v a n Malavasi (presidente pro tempo-re di Rete i m p r e s e

Italia), Emma Marcegaglia (numero uno di Confindustria), Giuseppe Mussari (Abi), Fa-bio Cerchiai (Ania), e Luigi Marino (Alleanza delle coope-rative), il decreto che dovrebbe accelerare la crescita dell’eco-nomia non è ancora arrivato, anzi l’approvazione in consiglio dei ministri continua a slittare in un eterno braccio di ferro tra i ministri che i soldi li voglio-no spendere e il collega, Giulio Tremonti, che invece stringe i cordoni della borsa. Così, ieri, le cinque organizzazioni dei datori di lavoro, in rappresen-tanza di 18 sigle, hanno scritto una nuova missiva, per solleci-tare una reazione del governo e soprattutto del presidente del consiglio, Silvio Berlu-sconi. «Alcuni giorni addie-tro abbiamo presentato, come associazioni di imprese, alcune proposte tese a favorire la so-

stenibilità del debito pub-blico nel medio periodo e la ripresa economica del nostro Paese», si legge nella missiva. «Ci ha mosso la preoccupa-zione incalzante dei

nostri associati per un quadro con-giunturale che si dimostra ogni giorno più seve-

ro. La situazione è sempre più difficile, la fiducia nel nostro Paese sta velocemente dimi-nuendo e, al fine di contribuire a fornire una risposta efficace a questa situazione abbiamo elaborato proposte concrete che possono essere discusse e integrate», proseguono gli im-prenditori. Che notano sconso-lati: «A oggi, nessuna reazione concreta è seguita da parte del governo e nessun dialogo è sta-to aperto». Le imprese, insom-ma, chiedono all’esecutivo di poter partecipare alla messa a punto «delle misure per contri-buire ad accrescere fattibilità ed efficacia» del decreto per il rilancio dello sviluppo. E aggiungono che il provvedi-mento dovrà contenere «mi-sure strutturali, concrete e credibili, che diano un chiaro segnale di inversione di mar-cia, in assenza delle quali ri-schierebbero di essere vani-ficati gli sforzi fatti fino ad oggi in ordine alla tenuta dei conti». Una chiamata alle armi in piena regola, quella degli imprenditori di ogni estrazione e di-mensione, che ripetono: «L’Italia ha i mezzi, le risorse e le intelligenze, per risalire la china ma il tempo è scaduto». Sen-

za ottenere però né piena né parziale soddisfazione dalla ri-sposta del premier, che ancora una volta è stato costretto ad ammettere che per rilanciare l’economia i soldi scarseggiano. «Sul decreto sviluppo è in corso una riflessione», ha spiegato il numero uno di palazzo Chigi. «I soldi non ci sono dobbiamo inventarci qualcosa, essere creativi», ha dichiarato il Ca-valiere. «Non c’è fretta, il prov-

vedimento sarà varato quan-

do il testo sarà con-vincente e in li-nea con l’obiet-tivo di

stimolare sviluppo e crescita». Difficile, però, raggiungere lo scopo senza soldi o con misure per così dire a costo zero. Come hanno sottolineato le opposi-zioni: il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, ha ironizzato: «La cosa che il governo può fare facilmente è passare la mano, non è che devono studiarci tan-to. Non credo che possano fare in pochi giorni quello che non sono riusciti a fare in tre anni». L’Idv, attraverso il responsabile Economia Maurizio Zipponi, ha sottolineato che il governo non trova i soldi «perché non vuole toccare l’evasione». E Gian Luca Galletti, vice-capogruppo Udc alla camera, ha affermato che «sostenere che per il dl sviluppo non c’è fretta e aggiungere che sarà fatto senza risorse è dare uno schiaffo alle imprese, che pro-prio oggi (ieri per chi legge, ndr) ricordano al presidente del consiglio di darsi una mos-sa perché il tempo è scaduto». Non per il premier, che ieri si è presentato alla camera e ha partecipato alle votazioni sulla legge costituzionale di riforma dell’articolo 41 (li-bertà di impresa) della Car-ta. Riforma a costo zero, naturalmente.

© Riproduzione riservata Ivan Malavasi Emma Marcegaglia

DI SEBASTIANO LUCIANI

Un manager che viene elogiato dal Partito democratico deve fare gli scongiuri e mettere le mani in tasca, fino in fondo (ma

non per cercare le chiavi della macchina): ne sa qualcosa Alessandro Profumo, un banchiere che, dopo l’abbraccio con il segretario del Pd Pier Luigi Bersani, lotta contro problemi e grane di prima categoria. Una coincidenza? Fatto sta che Profumo, secondo l’inchiesta giudiziaria che ieri sera lo portato improvvisamente dalle stelle alle stalle, deve fare i conti proprio con un’imposta che è stata cara all’ex ministro delle finanze Vincenzo Visco (e carissima agli italiani): sì, perché il travestimento in «dividendi» di quelli che in realtà erano «interessi», secondo l’indagine del procuratore aggiunto mi-lanese Alfredo Robledo ha generato a beneficio di Unicredit un illecito, enor-me, risparmio d’imposte Ires e Irap. Già, l’Irap: una sigla che ha provocato dolori mortali alle tasche dei contribuenti ita-liani, che venivano ampiamente spennati dagli altri acronimi precedenti. Ben 245 milioni di euro (cifra che supera il numero dei deputati del Pd), mica briciole: dopo-tutto un manager non deve essere secon-do a nessuno, come è stato detto a Profu-mo fin da piccolo durante la formazione targata McKinsey. Ne sa qualcosa Pier Luigi Celli, attuale direttore generale

dell’università Luiss, che dopo una serie lunghissima di esperienze professionali di prim’ordine approdò proprio a Unicredit, durante la gestione Profumo: posto a capo della struttura corporate identity, l’ex dg

della Rai non riuscì a concludere la sua missione, scontrandosi frontalmente con il banchiere. Tanto che quest’ultimo so-stituì Celli con una persona che non ave-va la stessa fama del predecessore. Oggi Profumo scivola su una vicenda datata 2007 (e che la dice lunga sulla velocità della giustizia italiana), proprio quando aveva scelto di intraprendere una nuova carriera, stavolta nel mondo della politica. La sinistra lo aveva esaltato, facendo di

lui l’icona di un liberismo buono, quello che ha il cuore a sinistra (occultando così il portafoglio): si era addirittura pensato a Profumo come a un possibile candida-to delle primarie del centrosinistra. Per non parlare di un governo tecnico, sem-pre a guida Profumo, mandando prima all’aria l’attuale primo ministro Silvio Berlusconi: ma la nemesi, che pare gui-dare senza indugi le sorti italiane, anche stavolta ha confermato il suo ruolo. «Se c’è bisogno di me, non mi tiro indietro»: parole pronunciate nel corso di una riu-nione di Alleanza per l’Italia, il partito di Francesco Rutelli. Negli ultimi mesi, Profumo aveva trovato un ottimo feeling con il sindaco di Milano Giuliano Pisa-pia, tramite l’assessore al bilancio Bruno Tabacci (di cui è grande amico). Ai vertici di palazzo Marino qualcuno aveva anche pensato di affidargli l’incarico di supervi-sore per tutte le controllate, ma poi non se ne fece più nulla. E Profumo vanta poi un ottimo rapporto con Massimo D’Alema, ex ministro degli esteri del governo di Ro-mano Prodi. Ora però non è più il tempo di sognare una poltrona d’oro in uno dei palazzi della politica: nel prossimo futuro ci sono solo le scomodissime seggiole del tribunale di Milano.

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L’inchiesta della magistratura milanese stronca la carriera politica dell’ex banchiere

Profumo, addio sogni di gloriaL’abbraccio del Pd diventa fatale

Due abruzzesi doc, Gian-ni Letta e Franco Marini, ieri sera erano in pri-ma fila nell’auditorium dell’Ara Pacis di Roma, per celebrare il primo mezzo secolo di Telespa-zio. Non a caso, dato che nel 1962 nella piana del Fucino, in Abruzzo, furo-no poste le fondamenta del centro spaziale più grande del mondo: ieri, con la benedizione del gesuita Federico Lom-bardi, direttore della sala stampa della Santa Sede, il vertice di Fin-meccanica (guidato da Pier Francesco Guar-guaglini) ha presentato un percorso espositivo, visibile fi no a domani 21 ottobre, ricco di cinque sezioni rappresentative ognuna di un decennio di storia spaziale. Telespa-zio ha permesso, a par-tire dagli anni Sessanta, di trasmettere in Italia i primi programmi televi-sivi via satellite, permet-tendo di seguire in mon-dovisione eventi come le Olimpiadi, lo sbarco sulla Luna e i mondiali di calcio.

Pierre de Nolac© Riproduzione riservata

Il Telespaziodi Letta e Marini

Altro servizio a pagina 43

Alessandro Profumo

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8 Mercoledì 19 Ottobre 2011 P R I M O P I A N O

A Bologna si cerca di cedere un pacchetto inizialmente stimato 56mln. Ma se ne incasseranno di meno

Quelle caserme che nessuno vuoleIl Demanio costretto ad abbattere i prezzi di due megastrutture

DI STEFANO SANSONETTI

Certo, il periodo non aiuta. Come tutti gli altri, anche il mercato immobiliare attraver-

sa una crisi non indifferente. Difficile mettere sul mercato edifici, pur appetibili, e rica-varci cifre consistenti. Eppure l’Agenzia del Demanio ci sta provando. Del resto si tratta del core business dell’ente che dipende dal mini-stero dell’economia. Peccato che i tenta-tivi recentemente fatti con un paio di ex caserme vicino Bologna si siano rivelati un buco nell’ac-qua. Il pezzo più pregiato è l’ex caserma «Sani», 108.369 metri quadrati situati in una zona stra-tegica del

bolognese, non distante dalla fiera del capoluogo dell’Emilia-Romagna. Ebbene, sul finire dall’anno scorso la megastrut-tura è stata messa all’asta a un prezzo base di 42 milioni di euro. L’operazione, tra l’altro, era stata preceduta da una sor-ta di presentazione-lancio alla quale erano accorsi numerosi potenziali investitori. Tra que-sti, addirittura, era spuntata

una società di Dubai, la Se-asif Group, seppure con

fondatore e presiden-te italiano, Franco

Favilla. Interessi tanti, ma fatti po-chi, perché al mo-mento dell’asta nessuno se l’è sentita di pre-sentare offerte a partire dai 42

milioni. Una cifra che, complice una

serie di vincoli un po’ disin-

centivanti, è stata giudicata troppo alta. E così proprio in questi giorni l’Agenzia del De-manio, che sta per essere de-finitivamente presa in conse-gna da Stefano Scalera (che succede a Maurizio Prato), ha pubblicato un invito nuovo di zecca. In esso si precisa che la «procedura sarà espletata mediante offerte segrete, libe-re, incondizionate e vincolanti per l’offerente». Insomma, chi vuole si faccia avanti e avanzi una proposta, fermo restando che l’Agenzia «si riserva la più ampia facoltà di non accetta-re l’offerta». La conclusione, purtroppo, è che alla fine, se cessione vi sarà, il prezzo sarà sicuramente inferiore ai 42 mi-lioni inizialmente stimati come soglia minima dal Demanio.

Stessa musica, seppure con qualche risultato in più, per l’ex caserma «Masini», ubicata nel centro storico della città felsinea (quartiere Santo Ste-fano). Anche su questa strut-tura in questi giorni l’Agen-zia ha pubblicato un avviso ricordando che sono già sta-te esperite due procedure ad evidenza pubblica «risulta-te infruttuose». Il prezzo inizialmente individuato come base d’asta era di 14 milioni di euro, nella cui scia

però non si è inserito nessuno. E allora, spiega il Demanio, adesso si intende dare il via a una «vendita mediante trat-tativa privata», considerando che è recentemente pervenuta un’offerta di acquisto della Ma-sini per 9,8 milioni.

L’Agenzia, del resto, fa quello che può. Non essendo riuscita a vendere l’immobile per 14 milioni di euro (come minimo) sa che dovrà accontentarsi di una cifra minore. Questa, al momento è appunto di 9,8 milioni di euro, corrispondenti a un’offerta ricevuta, evidentemente la più cospicua sul tavolo dell’Agen-zia stessa. Quin-di o qualcuno si fa avanti per rilevare il com-pendio a una

cifra superiore, oppure lo stato deve accontentarsi dell’unico incasso oggi prospettabile. Pur-troppo è così, in un momento di mercato immobiliare più che stitico bisogna accontentarsi della fi losofi a del «pochi, male-detti e subito». Certo, il risvolto negativo della medaglia è che così facendo si rischia di «sven-dere» il patrimonio pubblico. Cosa che, per certi versi, è av-venuta con le recenti avventu-

re immobiliari di Scip 1 e 2 (cartolarizzazioni). E il

momento fa anche riflettere sui fu-

turi programmi di dismissione i m m o b i l i a r e che il ministero dell’economia sta perseguen-do in questi

mesi.© Riproduzione

riservata

DI ANTONIO CALITRI

La guerra sotterranea tra Nichi Vendola e Michele Emiliano adesso va a teatro. Con un biglietto dal costo di 10 milioni di euro che non serve per vedere una rap-

presentazione, naturalmente, ma per acquistare un teatro vero e proprio che sta an-dando all’asta dopo la fallimen-tare ultima gestione condita da problemi di sicurezza e liti con i vicini.

Si tratta del Kursaal di Bari, teatro del primo ‘900 ristrutturato vent’anni fa e chiuso dalla scorsa stagione. Adesso andrà all’asta e la re-gione ha deciso di farsi avanti nonostante un bilancio così compromesso e tan-te emergenze in cor-so. E invece vuole mettere sul piatto 10 milioni di euro. Scelta inopportu-na per qualcuno, addirittura vie-tato dai tanti vincoli di spesa. Niente affatto, ha annuncia-to l’assessore regionale al bilancio Mi-

chele Pelillo che sta trattando con Merrill Lynch un rimborso e avverte che «i soldi che dovremmo avere sono svincolati dal patto di stabilità». Si tratterebbe di otto milioni di euro, ma il condi-zionale è d’obbligo visto che la trattativa non è stata ancora conclusa.

Una somma libera e quindi molto importante di questi tempi, che Vendola vorrebbe mettere tutta sul contenitore teatrale (che poi dovrà essere ri-strutturato) anche per poter avere uno strumen-to che lo metterebbe alla pari, anche su questo versante, con il sindaco di Bari, che sin dalla sua prima elezione ha puntato alla rinascita del teatro Petruzzelli e ne ha fatto uno dei cavalli di battaglia della sua esperienza da sindaco. Di-mostrando di essere riuscito a fare meglio dei colleghi che lo hanno preceduto per 15 anni. E

ora, tramite la fondazione Petruzzelli che presiede, fa il bello e il cattivo

tempo nel teatro, facendo an-dare su tutte le furie Vendola. Che adesso, con la «modi-ca» cifra di 10 milioni, più qualche altro milione per ristrutturarlo potrà avere un contenitore tutto suo per fargli concorrenza

sul piano culturale e senza dover andare a chiederlo in prestito il Petruzzelli ogni volta che ha bisogno di una sede prestigiosa.

© Riproduzione riservata

Dieci milioni per comprare uno stabile anti-Petruzzelli

Vendola vuole un teatroper disturbare Emiliano

Maurizio Prato Stefano Scalera

DI RICCARDO RUGGERI

In Francia, come al solito all’avanguardia delle ipo-crisie, ne sta cadendo una: l’assenzio può chiamarsi, finalmente, assenzio. Da tempo i francesi aveva-no ripreso a produrlo, a esportarlo, a berselo, ma sull’etichetta scrivevano “fatto con piante di as-senzio”. Nel 2008 lessi “Il libro dell’assenzio” di Phil Baker (Voland editore), che racconta la sua epo-pea nella storia dell’arte e della letteratura, negli anni a cavallo dell’8-900, fino alla messa al bando nel 1915. Van Gogh, oltre che berselo, lo usò come anestetico, per tagliarsi il famoso orecchio. Baker riporta le frasi di due ar-tisti consumatori. Marie Corelli (nome d’arte di Mary Mackay, scrittrice di best sellers d’epoca): “l’assenzio fa fare, al con-trario, il cammino di Dar-win, lo bevono uomini, tornano scimmie”. Oscar Wilde, acuto, affermò: “Dopo il primo bicchiere vedi le cose come vorresti che fossero, dopo il secon-do vedi le cose come non

sono, dopo il terzo vedi le cose come sono, e non c’è niente di peggio”. Nei primi vent’anni del ‘900 si ebbe un’alta concentra-zione di grandissimi ar-tisti, depravati, sifilitici, perennemente “fatti” di assenzio, di oppiacei, che produssero opere meravi-gliose. Da quando vige il salutismo, i (cosiddetti) artisti parlano in tv, si in-dignano, si arricchiscono, sfilano, producono chiac-chere, non arte. L’Europa, che ama regolamentare tutto, emani una direttiva definendo il prerequisito per dirsi artista: una car-tella clinica che certifichi dati assolutamente fuori norma, causa l’uso smo-dato di assenzio, droghe, sesso estremo, una fedi-na penale ricca di reati. Costoro faranno le opere d’arte per i posteri, gli altri sfilino pure ma non vengano più definiti arti-sti, ma indignados. L’as-senzio era raccomandato per le infezioni, proporrei che banchieri-regolatori-politici siano obbligati a farne uso smodato.

[email protected]

A CIASCUNO IL SUO

I grandi artisti di oggi

producono solo chiacchiere

Nichi Vendola

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9Mercoledì 19 Ottobre 2011Mercoledì 19 OttoP R I M O P I A N O

Ai vertici del partito democratico si cercano provvedimenti dopo l’atteggiamento in aula

Radicali, il Pd inchioda Veltroni Colpire Pannella per far male all’ex segretario che li candidò

DI ANTONIO CALITRI

Strumentalizzare i radi-cali per colpire Walter Veltroni, colpevole di averli candidati nelle

liste del Pd. L’atteggiamento della segreteria nazionale dei democratici che ha approfittato della presenza in aula dei se-guaci di Marco Pannella per attaccarli duramente nascon-de come obiettivo finale il capo della minoranza del partito, sempre più temuto e quindi da colpire con ogni mezzo. Dopo i fatti brutti di Montecitorio tra il Pd e i Radicali, con coda di ingiurie del leader Marco Pan-nella cacciato e insultato saba-to scorso durante il corteo degli indignati per aver «salvato» il governo Berlusconi, cosa peral-tro non vera visto che il nume-ro legale era stato raggiunto prima dell’entrata dei cinque radicali in aula, è arrivato lo sfogo del capo radicale alla tra-smissione Un giorno da pecora di ieri. Con Pannella che ha sparato a zero contro i vertici del Pd sancendo una spaccatura difficilmente rimarginabile ma smontando anche le motivazio-ni dei democratici. Già, perché la storia del numero legale non regge e il dovere di ascoltare gli ordini di partito non possono valere per un soggetto diverso dal proprio partito. E allora per-ché tanto accanimento contro Rita Bernardini, Elisabetta Coscioni, Marco Beltrandi, Matteo Mecacci e Maurizio Turco prima ammoniti da Pier Luigi Bersani dicendo che «i radicali si sono autosospesi, ne prendiamo atto. Seguano la loro strada, affari loro» e poi insulta-ti da Rosy Bindi che ha detto esplicitamente «cacciamoli»? Secondo informati collaborato-ri della segreteria nazionale, ci sono due obiettivi da parte del-la segreteria che ha voluto far passare la loro presenza in aula come un aiuto al premier nono-stante gli abbiano fatto un duro discorso contro e abbiano votato la sfiducia e come ha detto ieri Pannella, nonostante non fos-sero stati invitati sull’Aventino del Pd, con Bersani che da tem-po si rifiuta di incontrarli. La prima ragione dell’attacco è una questione di poltrone. Bersani tirato per la giacca da correnti e cespugli che già gli indicano i nomi da inserire nelle liste qualora si andrà di nuovo con il Porcellum, non ha posti per i radicali e aveva bisogno di un incidente per strappare. Ed ha preso al volo il mancato Aventi-

no. La seconda e più importante motivazione e intestare la colpa del comportamento, in questo caso rispettoso delle istituzioni da parte della truppa radicale, tutta e solamente a Veltroni che li avrebbe messi in lista e avrebbe così portato delle serpi

in parlamento. Al leader della minoranza gli vengono attribui-te già tanti campi di casacca, da Massimo Calearo ad Achille Serra. Ma quella dei radicali sarebbe più grave perché ha aperto le porte a un vero parti-to, indomabile, visibile e capace

di contrattare in blocco con l’al-tra parte. Di fatto però, il lega-me tra il Pd e i radicali, fanno notare alcuni Modem veltro-niani, non è finito con l’uscita di Veltroni anzi, è stato proprio Bersani a convergere per le ul-time regionali del Lazio la radi-

cale Emma Bonino. Con una frecciatina su quella scelta che avrebbe avvantaggiato Rena-ta Polverini, allora finiana ma molto gradita anche a Massimo D’Alema. Che guarda caso è il principale nemico di Veltroni.

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10 Mercoledì 19 Ottobre 2011 P R I M O P I A N O

Con solo lo 0,8% di vantaggio mentre il centrodestra supera di quasi il 15% il centrosinistra

Molise, vince il presidente battutoAltro paradosso: i grillini salvano il governatore di destra

DI MARCO BERTONCINI

L’analisi dei risultati delle elezioni regio-nali in Molise richie-de prudenza, per le

caratteristiche consolidate del voto locale nella più piccola e, insieme, più assurdamente inutile delle regioni a statuto ordinario. Per evitare discorsi che generalizzino il dato ba-sterebbero considerazioni sul-le persone dei candidati: un ex di centro-destra, il portaban-diera del centro-sinistra; un antico, ma non tanto, passato nel centro-sinistra per il vin-citore, eletto per la terza volta nel centro-destra.

Vediamo, cercando di resta-re al dato regionale, alcune ca-ratteristiche del voto di dome-nica e lunedì. Michele Iorio ha vinto grazie alla forza delle liste di sostegno: infatti, la differenza fra lui e il can-didato avverso è stata in-feriore allo 0,8%, 1.500 voti, mentre le liste del centro-destra hanno superato quelle del centro-sinistra di quasi il 15%, oltre 28mila voti. Ciò si-gnifi ca che gli elet-tori hanno di gran lunga preferito i simboli di partito o di movimento al nome del presi-

dente uscente. Infatti, Iorio ha ottenuto 12mila voti in meno delle proprie liste, standose-ne sotto il 47%, mentre i vari simboli schierati con lui hanno nell’insieme sfi orato il 56,5%.

I tre candidati concorrenti hanno segnato, all’opposto, un successo personale: Pao-lo Di Laura Frattura, per il centro-sinistra, ha avuto qua-si 15mila voti in più rispetto alle liste; il grillino Antonio Federico o l -tre il doppio (10.600, con-tro i 4mila dell ’unica l i s t a d i sostegno); e perfino G i o v a n -c a r m i -

ne Mancini, della Destra storaciana, ha preso circa 2.500 voti, 900 in più della propria formazione. Dun-que, i molisani hanno fat-

to ricorso al voto disgiunto in misura inattesa: cinque anni addietro lo stesso Iorio era stato eletto con 112mila

voti, mentre le sue liste si erano fermate a meno di 107mila.

La perdita di popolari-tà, da parte del presi-

dente, è stata marca-ta, e pesantemente,

così da far temere la sconfi tta, che

era apparsa all’orizzonte negli alti e bassi del-la lunga no t te . A

salvare Iorio sono stati i gril-lini. Hanno sottratto migliaia di elettori all’astensionismo e al voto di protesta, ma senza dubbio si può asserire che due o tre mila suffragi del loro car-niere siano stati tolti al centro-sinistra, danneggiandolo e, alla fi ne, facendogli mancare la conquista della regione. Si è confermato il ruolo dei rag-gruppamenti minori o locali, in danno dei maggiori partiti nazionali. Il Pdl è fi nito sotto il 19%, il Pd addirittura non ha raggiunto il 10%: entrambi i partiti hanno perso rispetto alle precedenti regionali e sono collassati se il confronto si at-tua con le politiche.

Lo sfarinamento dei voti fa sì che i 26 seggi delle liste cir-coscrizionali siano ripartiti fra ben 14 liste, 7 per ciascuno de-

gli schieramenti maggiori; vale a dire che ciascuna formazione presentata nelle due coalizioni maggiori ha spuntato almeno un consigliere. Ci sono poi il presidente eletto, il suo mag-giore avversario e tre seggi per il listino del vincitore: altra frantumazione, al punto che i 31 posti potrebbero alla fi ne ripartirsi in 15 o 16 gruppi, perché lo statuto molisano am-mette gruppi monoconsiliari. Questa moltiplicazione di liste (e domani di gruppi consilia-ri) attesta, ancora una volta, il fallimento del sogno berlusco-niano del Pdl come unico par-tito dei moderati (ancor peggio nel caso del Pd come collettore del centro-sinistra).

Il risultato conferma, infi ne, quanto da qualche tempo è emerso in sede nazionale: il cen-tro-destra ha bisogno dell’Udc, che col suo quasi 7% ha dato un aiuto decisivo (era stato così anche nel 2006, quando però lo Scudo crociato sfi orò il 10%).

Sul piano politico, va an-notato il successo dei minori alleati del Pdl: due consiglieri ciascuno hanno spuntato l’Al-leanza di centro, di France-sco Pionati, e il Grande Sud, di Gianfranco Micciché, mentre il redivivo Clemen-te Mastella può essere sod-disfatto dal seggio ottenuto dall’Udeur.

©Riproduzione riservata

DI ALESSANDRA RICCIARDI

Che disfatta per il terzo polo. Non c’è l’Api di Francesco Rutelli e non c’è neanche nessuno di Futuro e libertà di Gianfran-co Fini, che pure a Palazzo Moffa conta-

va tre componenti, la rappresentanza più forte di Fli a livello regionale. Niente da fare invece, alle elezioni molisane i tre si sono ripresentanti-chi in appoggio al centodestra, chi al centrosinistra, chi con una lista civica- ma non ce l’hanno fatta. E c’è già chi punta il dito contro la scelta suicida di Italo Bocchino, il vicepresidente dei futuri-sti, di non presentare una lista autonoma di Fli, scelta motivata dall’esigenza, strategicamente rilevante a livello nazionale ma evidentemente non fortunata a livello locale, di non schierarsi in appoggio al Pdl.

Scelta che sarebbe stata quasi obbligata, que-sta, nel caso di discesa in campo di Futuro e libertà, visto che l’Udc di Pier Ferdi-nando Casini, nonostante i tentativi di avvicinamento del Pd a livello na-zionale (si vedano le interlocuzioni con Massimo D’Alema) si è collo-cato a favore del centrodestra, ri-sultando decisivo per la vittoria del governatore Michele Iorio. E così il Terzo polo, di cui Casini detiene la quota di maggioranza, si è frantumato e chi ci perde di

più è proprio Futuro e libertà. Eppure solo un anno fa al progetto di Fini avevano aderito ben tre consiglieri: Tony Incollingo, Adelmo Be-rardo e Quintino Pallante (poi designato co-

ordinatore regionale di Fli), tutti provenienti dal Pdl.

Nonostante curriculum politici di peso, questa volta restano a piedi.

La vicenda molisa-na ha scatenato più di un malumore a livello nazionale tra i reduci futuristi che guardano da tempo con una certa apprensione al futuro

del partito.©Riproduzione riservata

Futuro e libertà senza una lista, gli ex non entrano in consiglio

Finiani orfani dell’Udcvanno fuori dalla regione

I grillini restano a mani vuote nonostante il 5,6% delle preferenze incassate dal candidato presidente Antonio Federico. Per loro nessun seggio nel consiglio regionale del Molise. Un mezzo pasticcio quello degli elettori del Movimento 5 stelle, che alla preferenza per il presi-dente non hanno accompagnato quella di sostegno alla propria lista provinciale. Solo il 2,15% dei grillini, infatti, ha espresso il voto a favore del proprio simbolo nel proporzionale. La lista, presente solo nella provincia di Campobasso e non in quella di Isernia, ha raccolto 4.083 voti, meno della metà rispetto ai complessivi 10.650 ottenuti dal can-didato presidente. Troppo pochi per entrare in Consiglio. «Abbiamo spie-gato mille volte le modalità di voto», ha spiegato su Facebook Federico, «purtroppo il messaggio non è ar-rivato bene a tutti».

Antonello Di Lella©Riproduzione riservata

Il Movimento 5 stelle vincema resta a mani vuote

Michele Iorio

Gianfranco Fini

Antonio Di Pietro Clemente Mastella

Beppe Grillo

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11Mercoledì 19 Ottobre 2011Mercoledì 19 OttoP R I M O P I A N O

Il presidente della commissione del Senato ottiene la sponda di Alemanno per l’evento

Salone della giustizia, Rimini addio Berselli sbatte la porta alla rossa Emilia e trasloca a Roma

DI GIORGIO PONZIANO

Filippo Berselli, presi-dente della Commissione Giustizia del Senato, ha lanciato l’Sos al suo col-

lega di partito, nonché sindaco di Roma, Gianni Alemanno, il quale gli ha detto subito sì, men-tre l’establishment di sinistra emiliano-romagnolo gli ha sbat-tuto la porta in faccia, almeno così la pensa lui, che ha deciso di tra-slocare il Salone della giustizia, una sua creatura, dalla «rossa» Rimini alla politicamente a lui più congeniale Roma. Berselli se l’è presa coi suoi corregionali (lui è di Bologna) e non lo manda a dire: «Qui non hanno mostrato interes-se per l’evento, lo scorso anno lo stand degli enti locali era sempre vuoto, non hanno coinvolto nessu-no e questo nonostante avessero avuto gratuitamente lo spazio espositivo. Mi aspettavo ben al-tra accoglienza, invece non è stata capita l’importanza dell’evento, il notevole risvolto che poteva avere per una città turistica come Rimi-ni. A Roma invece è tutta un’altra cosa, il sindaco Alemanno mi ha accolto a braccia aperte, sarà un Salone straordinario». Il Salone della giustizia è una fiera atipica, in pratica gli stand sono occupa-ti dai ministeri e dagli enti che ruotano attorno al ministero del-

la Giustizia, poi dai fornitori della pubblica amministrazione (e delle carceri), infine dagli ordini profes-sionali (a cominciare da quello de-gli avvocati), editori specializzati, associazioni che si occupano della giustizia. Un evento quindi con scarso business ma un certo appe-al politico, una fiera che necessita di contributi pubblici, in partico-lare da parte degli enti fieristici e degli enti locali. Ma il presidente della Fiera di Rimini, Lorenzo Cagnoni, alle prese coi debiti del maxi-palazzo dei congressi (il più grande d’Italia) appena inau-gurato e realizzato dalla fiera, ha stretto i cordoni della borsa e non ha mosso ciglio quando Berselli gli ha comunicato che se ne sa-rebbe andato altrove. Ma neppu-re il sindaco pidiessino di Rimini, Andrea Gnassi, e il presidente della Regione, Vasco Errani, hanno mostrato entusiasmo per il Salone, quindi i finanziamenti pubblici locali a secco. Colpa della crisi ma, secondo Berselli, anche del fatto che la sinistra non ha voluto sostenere un’iniziativa di matrice governativa di centrode-stra. «Il 15 novembre», sottolinea Berselli, «presenteremo il terzo Salone (che si svolgerà dall’1 al 4 dicembre) al Senato con la par-tecipazione del sindaco di Roma, quando abbiamo presentato le altre edizioni il sindaco di Rimini

non si è visto. Lo scorso anno ci sono stati quattro giorni di ritorno mediatico per la città, sono arriva-ti ministri, sottosegretari, giudici, comandanti delle forze dell’ordine. La città è rimasta indifferente, è stata a guardare lo sforzo orga-nizzativo senza intervenire. Sono dispiaciuto ma a Rimini dico che non può vivere solo di Meeting e di Notte Rosa, deve recuperare visibilità internazionale e do-vrebbe agevolare manifestazioni come la nostra, proporne una al mese. Invece niente, per fortuna a Roma ho trovato un sindaco e un presidente della provincia più

lungimiranti e sensibili dei loro colleghi riminesi».

Filippo Berselli aveva fatto la scommessa del Salone tre anni fa. Era riuscito a riempi-re alcuni padiglioni della fi era di Rimini ma i visitatori erano stati scarsi, l’anno scorso, alla seconda edizione, era cresciuto e questa volta doveva finire il rodaggio e spiccare il salto di qualità, con l’inaugurazione del ministro alla Giustizia, France-sco Nitto Palma, e una serie di convegni con ospiti di riguardo. Uno dei convegni sarà dedicato ai 150 anni dell’unità d’Italia e

curato dall’università Luiss: «La giustizia ai tempi dell’unità».

Ma lo sviluppo implica investi-menti e solo il sindaco di Roma, alleato politico di Berselli, ha ri-sposto obbedisco e tirato fuori i soldi. Così Rimini si ritrova senza salone mentre Alemanno canta vittoria. La città romagnola però non sembra adontarsi per la per-dita. Ma se a Roma la fi era doves-se realmente crescere, a Rimini potrebbero mangiarsi le mani anche se a mezza voce (nessuna risposta uffi ciale ai rimbrotti del parlamentare pidiellino) afferma-no che nello scenario post-gover-no Berlusconi il salone potrebbe ritrovarsi nelle sabbie mobili ed esserne inghiottito. Ovviamente Berselli ritiene che, al contrario, il seme che ha piantato possa cre-scere al di là degli equilibri poli-tici. Di certo il salone in queste due edizioni si è caratterizzato sul fronte del centro-destra anche perché il suo deus-ex-machina è un esponente forte del governo Berlusconi: Berselli ha tra l’altro arginato in Emilia, da ex-missi-no, la fuga verso Gianfranco Fini, anch’egli bolognese e con un braccio destro, Enzo Raisi, molto infl uente da queste parti. C’è da stupirsi se il centro-sini-stra ha messo in campo i propri anticorpi ?

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Filippo Berselli

DI ISHMAEL

«Cose rosse», «cose bianche» e anche un po’ (di ri-flesso) cose turche: la scena politica italiana, che si è a lungo imbellettata con i rossetti e le ciprie dell’identità ideologica più pignolesca, continua a disgregarsi in decine di sigle e correnti e fa-zioni imperscrutabili e neppure si sforza di recuperare, se non qualche forma d’«unità d’azio-ne», almeno la compostezza. C’è una ragione. È l’idea che i poli-tici italiani si fanno del mondo: un treno (alcuni, per farsi belli, dicono un Palazzo) da assaltare con un fazzoletto sul viso e una pistola nella mano. Sono politici bambini, che fon-dano senza tregua partiti peggio che personali: partiti composti da una persona sola, partiti che godono di pessima reputazione come i «bulli» nelle scuole e che non sono mai veramente parte di nessuna maggioranza, nemmeno quando la tengono sotto ricatto e (almeno in teoria) coman-dano loro. Fondatori e rifondatori inesausti di partiti spropositanti e bizantini, non sono mai neppure tentati dalla realtà: tifosi dell’utopia, una qualunque, la realtà (i conti economici e so-ciali, persino quelli geografici) è sempre la loro controparte, e dire che ne diffidano è dire poco. Diversamente dei partiti ideologici d’un tempo, partiti di massa, che «venivano da lontano» e agi-vano con metodo, questi sparuti gruppuscoli con annessa idea fissa (neanche più la Padania da

liberare, il comunismo o la Dc da rifondare, ma l’interesse privato di Tizio o Caio da perseguire) sono peggio che minoritari: sono politicamente ossessionati. Nascono e muoiono perché c’è una legge da respingere, oppure da favorire, o meglio ancora qualche portafoglio o lavoro pubblico da assegnare. Anche soltanto per tenersi d’occhio a

vicenda, spinti da qualche for-ma di paranoia, talvolta questi gruppuscoli lillipuziani fanno anche fronte comune, come oggi i futuristi di Gianfranco Fini, i perfettamente inutili di Fran-cesco Rutelli e i proporzionalisti ultrà di Pierferdinando Casini. Sarebbe meglio far da soli, ma va bene anche male accom-pagnati. Ci sono imprese, del resto, che consigliano anche al più solitario dei banditi solitari d’entrare in una banda, sia pure mantenendo la propria identità, quale che sia, come i «responsa-bili» nel Pdl, oppure accreditan-

dosene una inesistente, come ha fatto Claudio Scajola. Ciascuno, in questi cartelli nostalgici e occasionali, è il compagno di strada (e l’utile idio-ta, senza offesa) d’ogni altro. Ciascuno coltiva il suo «astuto» retropensiero. Sono bande che s’uni-scono per il potere e che proprio l’esercizio del potere, quando gli capita di condividerlo, e non succede spesso, subito divide. Ridotta a spartizio-ne del bottino, qua una poltrona da occupare, là una legge demagogica da varare, la politica (che già è quel che è) si trasforma in racket.

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PARTITI ANCHE DI UNA PERSONA SOLA, PARTITI BULLI

Fondatori e rifondatori inesaustidi partiti personali e spropositati

Ottant’anni, coda di ca-vallo candida come neve, l’aria d’un vecchio anar-chico, Marco Pannella è stato cacciato dal corteo, sabato scorso, tra insul-ti e sputi. Era capitato, senz’accorgersene, data l’età, in mezzo ai black bloc, che notoriamente non hanno pietà per nes-suno? No, a sputazzarlo e insultarlo, e quasi a malmenarlo, sono stati gl’indignados, cioè quel «99 virgola 9 per cento» del corteo (così non vio-lento, così educato) che per la sua gentilezza commuove tutti i tele-giornali, per non parlare degli opinionisti e dei politici politically correct. Alla testa di questo corteo pacifista e pio, idealmente parlando, ci sono San Francesco e il suo avatar moderno, Rosy Bindi dalla Grande Anima, che ai deputati radicali, colpevoli di non essere usciti dall’aula, venerdì scorso, per unirsi all’Aventinicchio, ha rivolto parole di pace: «Brut-ti stronzi». Mansueta come lei, avvezza (sempre come lei, Rosy Bindi) a porgere l’altra guancia e ad amare il prossimo suo come se stessa, l’ala pacifica del corteo ha trattato Pannella, un vecchio, col rispetto che si deve ai suoi capelli bianchi, cioè sputandogli addosso, spintonandolo e dandogli del «venduto», del «bastardo» e del «porco». Perché non hanno festeggiato nello stesso modo anche i black bloc? Forse perché i black bloc, a differenza di Pannella, che sarà ancora in gamba ma non è più un giovanotto, potrebbero ricambiare la cortesia prendendoli a mazzate sul setto nasale?

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A OTTANT’ANNI SPINTONATO DA GIOVINASTRI

L’ala pacifica del corteosputa in faccia a Pannella

Marco Pannella

Francesco Rutelli

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12 Mercoledì 19 Ottobre 2011 P R I M O P I A N O

Da Parigi a Cannes si parlerà del piano infrastrutture

G20 salva-bancheVerso una nuova iniezione di liquidità

DI MARIO LETTIERI *E PAOLO RAIMONDI **

Le crescenti tensioni fi nan-ziarie ed il rischio di un rallentamento signifi cativo dell’economia globale sem-

brano spingere il G20 verso un nuovo mega bailout del sistema bancario. Il debito sovrano dei paesi più esposti evidentemente passa in secondo ordine.

È la vecchia ri-cetta fallimentare. Se fosse ripetuta si riproporrebbe-ro interventi che in passato abbia-mo sperimentato senza successo. Il dato ignorato è che l’economia dei paesi occidentali oggi è fortemente indebolita e più indebitata rispet-to a tre anni fa.

La impratica-bilità della citata ricetta emerge anche dal comuni-cato fi nale del recente summit di Parigi dei ministri delle fi nanze e dei governatori delle banche cen-trali dei paesi del G20.

Al di là dei tanti «we agree» e «we welcome» su tematiche im-portanti ma «futuribili», come la regolamentazione degli Otc, la preparazione della lista dei gran-di istituti internazionali di im-portanza sistemica o la gestione dei fl ussi di capitali crossborder potenzialmente destabilizzanti, lo scettro è rimasto saldamente nelle mani del dominante «Re bailout». Infatti il testo dice chiaramente

che «siamo impegnati ad intra-prendere tutte le azioni necessa-rie per preservare la stabilità del sistema bancario e dei mercati fi -nanziari. Noi garantiremo che le banche siano adeguatamente ca-pitalizzate e abbiano accesso suf-fi ciente ai fondi per fronteggiare i rischi attuali. Recentemente le banche centrali hanno preso ini-ziative decisive al riguardo e con-tinueranno a mantenersi pronte a

fornire la liquidi-tà necessaria alle banche».

La seconda ciambella per i salvataggi fi nan-ziari dovrebbe essere quella del Fondo Monetario Internazionale a cui si devono «ga-rantire adeguate risorse per ren-derlo capace di realizzare le sue responsabilità si-stemiche». Il Fmi,

guidato da Christine Lagarde, che sulla carta dovrebbe avere a disposizione 390 miliardi di dolla-ri, sarà chiamato a studiare «nuo-vi modi per fornire, caso per caso, liquidità a breve termine a quei paesi che devono far fronte a shock esogeni e sistemici derivanti dagli strumenti fi nanziari in possesso e dalle condizioni esistenti».

A Parigi fortunatamente non è stata sostenuta la precedente proposta del ministro del Teso-ro americano Tim Geithner di trasformare la Banca Centrale Europea in un’altra Fed che stam-passe soldi a go go e diventasse

il prestatore illimitato di ultima istanza per tutti i bancarottieri, privati e pubblici. È noto che l’agi-tazione di Geithner è fi nalizzata a «coprire» la situazione delle ban-che americane la cui necessità di fi nanziamento dei debiti è di gran lunga più grande di quella delle banche europee.

A tal fi ne l’impatto del fondo Efsf salva stati «dovrebbe essere massimizzato per evitare il con-tagio». Si chiede anche che il Con-siglio europeo prepari un «piano comprensivo capace di rispondere alle sfi de correnti» per il suo pros-simo meeting del 23 di ottobre.

A Parigi infatti si è parlato di portare la «capacità di fuoco» dell’Efsf da 440 a 2.000 o a 2.500 miliardi di euro per i piani di sal-vataggio.

La questione è: per fare che cosa? Per salvare le banche in caduta libera e per comprare i ti-toli di debito di paesi che nessuno più vuole o per creare eurobond e trasformare il 60% del debito pubblico in obbligazioni europee garantite dall’Unione europea?

Nel primo caso, secondo noi, sa-rebbe un disastro e dimostrerebbe la sudditanza dell’Ue ai mercati e al sistema bancario. Si consi-deri che i bond dei paesi Piigs direttamente in mano al sistema bancario europeo sarebbero 750 miliardi di euro,150 dei quali sono titoli greci. Nel secondo caso, quello dell’emissione di eurobond, avremmo invece una posizione politica univoca e forte da parte dell’Europa che dimostrerebbe la chiara volontà di contrastare la speculazione fi nanziaria pun-tando alla stabilizzazione e alla riduzione del debito pubblico attraverso politiche di crescita economica.

Il documento fi nale di Parigi, comunque, contiene qualche ele-mento a nostro avviso positivo. Il primo, chiaramente sollecitato dai Brics e dagli altri paesi emer-genti, chiede di «allargare il pa-niere degli SDR, i diritti speciali di prelievo, come un contributo all’evoluzione del sistema mone-tario internazionale».

È la prima volta che in un atto uffi ciale di rilevanza internazio-nale si menziona il processo di su-peramento del sistema del dollaro e si fa riferimento ad un paniere di monete. Ci sembra interessante che il prossimo G20 che si terrà a Cannes il 3-4 novembre dovrebbe affrontare il problema delle fonti di fi nanziamento per progetti di investimento in grandi infrastrut-ture, alcuni dei quali dovrebbero essere presentati come esempi guida. È un passo nella giusta direzione. Ne parliamo da tempo, come del resto fanno i paesi emer-genti e alcune istituzioni europee, quali le Casse Depositi e Prestiti, che già promuovono investimenti di lungo periodo nei settori trai-nanti delle infrastrutture e delle innovazioni tecnologiche.

* Sottosegretario all’eco-nomia nel governo Prodi

**Economista © Riproduzione riservata

Appalto Ama-Multiservizi, tutto regolare. Fu il Tar ad assegnarlo

In riferimento all‚articolo pubblicato su ItaliaOggi di martedì 18 ottobre, dal titolo «Appalti fatti in casa nella capitale», Ama fa presente che l’aggiudicazione all’Ati Roma Multiservizi - Caldani della citata gara per la manutenzione del verde nei cimiteri capi-tolini è stata determinata esclusivamente da un pronunciamen-to del Tar del Lazio del 18 giugno 2010, poi confermato da una sentenza del Consiglio di Stato del 23 giugno 2011. Ama aveva difatti aggiudicato la gara, espletata secondo il criterio dell’offer-ta economicamente più vantaggiosa, all’Ati Consorzio Formula Ambiente - Ecoflora 2. l provvedimento di aggiudicazione è stato, tuttavia, impugnato da parte dell’Ati Roma Multiservizi-Caldani, secondo in graduatoria, al Tar del Lazio che ha accolto il ricorso. L’assoluta trasparenza di Ama è confermata dal fatto che l’Azien-da si è costituita in tale procedimento a difesa della legittimità dell’operato della propria Commissione di gara. Contro la sentenza del Tar del Lazio, Ama si è anche rivolta al Consiglio di Stato, che il 23 giugno 2011 ha respinto il ricorso in appello, confermando integralmente la sentenza di primo grado. Sulla base del defini-tivo pronunciamento del giudice amministrativo, Ama si è quindi adeguata ai provvedimenti giudiziali.

Daniele Petraroli, capo ufficio stampa Ama

Risponde Stefano Sansonetti: la ricostruzione dell’articolo non risulta affatto infondata e fuorviante, ma semplicemente fedele alla realtà dei fatti. Che l’aggiudicazione dell’appalto dell’Ama alla Roma Multiservizi (controllata dalla stessa Ama) sia stato avallato dal giudice amministrativo non cambia una virgola la sostenza della storia: a Roma una società comunale, la Multisevizi, si era proposta in una gara organizzata dalla sua società controllante, ovvero l’Ama. La quale ha a tal punto espletato le procedure di gara da far risultare la stessa Roma Multiservizi seconda in graduatoria. Questo significa che l’Ama ha avallato in pieno la partecipazione della sua controllata Roma Multiservizi.

LETTERE

Christine Lagarde

DI PAOLO SIEPI

Silvio Berlusconi tiene un gran aliado en Italia: la oposiciòn polìtica (Berlusconi ha un grande alleato in Italia: l’opposizione politica). El Paìs.

Anche la Lega è costretta, invece che alla politica, al «bossip». Massimo Buchi. il venerdì.

Se si vuole uscire dal tunnel non è questione nè di destra, nè di sinistra. Ma bisogna cambiare una certa parte delle regole che governano il funzionamento della pubblica amministrazione. Come? Semplicissimo: con il principio della responsabilità. I pubblici uffi ci debbono diventare un modello di effi cienza e di servizio con dei codici precisi di comportamento e di soddisfa-cimento dei bisogni dell’utenza. Chi sgarra o sta sotto questi limiti, va a casa. Anche se tiene famiglia (di qualsiasi natura). Guglielmo Pelliccioli. Quotidiano immobiliare.

Se Scalfaro fosse ancora presidente, forse il piano per ribaltare il governo senza passare per il Parlamento sarebbe andato in porto. Forse Scalfaro avrebbe preso per buona la tesi secondo cui la bocciatura del Rendiconto equivale ad un voto di sfi -ducia, e avrebbe chiesto a Berlusconi di rassegnare le dimis-sioni. Il punto è che nelle opposizioni aventiniane, compreso il corpaccione del Pd, i malumori nei confronti di Napolitano sono dinventati palpabili e, qualche volta, persino pubblici. Fabrizio Rondolino. Il Giornale.

Se Rosy Bindi defi nisce “stronzi” i deputati radi-cali, colpevoli di non aver aderito a un’operazione di tattica parlamentare, perché meravigliarsi di qualcuno che dice “stronzo” a Pannella in piazza e ci aggiunge uno sputo e uno spintone? I politici insegnano, i militanti seguono. Per fortuna sem-pre di meno. Ritanna Armeni. Il Foglio.

Il petting con gli anticapitalisti resta il gioco preferito dei capitalisti. Luca Cordero di Montezemolo, che non presiede la Trabant ma la Ferrari, nei giorni scorsi ha detto di stare con gli indignati. Che ce l’hanno esattamente con quelli come lui. Immaginatevi cosa avrebbero fatto gli indignati sabato scorso se avessero incrociato Montezemolo con la sua favo-losa California, magari con la capote aperta. Nicola Porro. Il Giornale.

La secessione ci sarà ma ci penseranno i cinesi. E’ uno di quei lavori che gli italiani non vogliono più fare. Massimo Bucchi. il venerdì.

La sinistra prima sbrana e poi riabilita. I demo-cristiani del 1948, incluso l’oggi celebratissimo Alcide De Gasperi, erano allora chiamati «for-chettoni» e, in massa, accusati di collusione con la mafi a, gli americani, gli agrari, di essere nemici del popolo. Tutti indicati come persone volgari, ignoranti, abominevoli, affaristi guidati dall’odio

per i lavoratori e dall’amore per il denaro. Paolo Guzzanti. Il Giornale.

A Mario Draghi: vi sono occasioni in cui è indispensabile parla-re; altre, come sabato scorso, in cui sarebbe stato meglio stare zitti. Giuliano Cazzola. Il Foglio.

Quando facevo io l’uditore giudiziario, i giudici di affi damento dell’epoca ci insegnavano che la prima cosa che bisognava accertare era la com-petenza e, se non si era competenti, il fascicolo andava all’uffi cio competente: probabilmente gli insegnamenti di adesso sono cambiati anche se la legge non è cambiata affatto, sul punto. France-sco Nitto Palma, ministro della Giustizia. Ansa.

Ma come faceva, Berlusconi, a non vedere, a non capire che la sua corte era composta da sfruttatori e da ladri? La malattia di Berlusconi è diventata padrona di lui in questi due ultimi anni, perchè prima non era così, l’uomo era un bugiardo, un megalomane, ma anche un affarista attento, che navigava nei rischi della politica e dell’economia, che usava persino i ricordi giovanili e le sue zie suore per farsi una fama di uomo attento alla morale. Giorgio Bocca. il venerdì.

Massaua, perla del Mar Rosso, affondata sotto un sole impla-cabile, biancheggia e sorride, distendendo lungo le banchine del suo porto un traffi co intenso. Indigeni seminudi, neri come l’ebano, mostrano, sotto il peso della casse, muscoli gonfi e lucidi. Non una bava di vento. Sarebbe questa, dunque, l’an-ticamera dell’inferno che tutta una letteratura coloniale ha cantato come una bolgia dantesca. Paolo Caccia Dominioni: «Ascari K 7 1935-36». (Longanesi)

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13Mercoledì 19 Ottobre 2011ESTERO - LE NOTIZIE MAI LETTE IN ITALIA

La magistratura francese ha accolto l’opposizione di alcuni abitanti del quartiere La Défense

Bloccate due enormi torri a ParigiI grattacieli gemelli sono promossi da un’impresa russa

DI MASSIMO GALLI

Quelle torri a Parigi, nella New York in miniatu-ra che è il quartiere La Défense, non s’hanno da

fare. Il tribunale di Nanterre ha accolto il ricorso presentato da al-cuni abitanti dell’area, bloccando il piano che prevede l’edificazio-ne di due grattacieli gemelli da parte della società Hermitage, filiale francese del gruppo russo Nazvanie.

Si tratta di un progetto da 2 miliardi di euro per il quale sono stati fi nora ottenuti fi nanziamen-ti pari a 700 milioni da parte delle banche russe Sberbank e Vtb. Le torri sono state disegnate dall’ar-chitetto Norman Foster. Ma ora è tutto fermo. I grattacieli do-vrebbero prendere il posto di tre immobili di abitazioni popolari, costruiti negli anni 1970, la cui gestione è affi data a una libera associazione sindacale. Gli oppo-sitori sono riusciti a far valere i loro diritti e lo statuto di questo organismo: prima di qualsiasi modifi ca, e a maggior ragione di un’eventuale demolizione, serve l’approvazione unanime degli

aderenti. I giudici hanno quindi vietato qualunque tipo di inter-vento con effetto immediato.

Tutto è cominciato dopo che la società Logis-Transports, fi liale immobiliare del gruppo di tra-sporti francese Ratp, proprieta-ria dei tre edifi ci, aveva fi rmato un accordo di vendita a Hermi-

tage dei suoi 230 appartamenti in affi tto per 50 milioni di euro. Un’operazione che ha generato una ricca plusvalenza, pari a una trentina di milioni. La ven-dita non sarà però effettiva fi no a quando tutti gli inquilini non saranno stati trasferiti in un al-tro alloggio. Hermitage si è im-

pegnata a versare il canone delle abitazioni rimaste vuote. Uno dei tre edifi ci è ormai vuoto: solo una famiglia è rimasta. Negli altri due sono in corso i traslochi.

L’associazione che rappresenta gli inquilini, Vivre à la Défense (Vivere alla Défense), non era riuscita in prima istanza a far

annullare la vendita degli im-mobili. Ora Hermitage reclama 8 milioni di euro per i danni legati al ritardo nella realizzazione del progetto immobiliare. Un’intimi-dazione, denunciano i rappresen-tanti degli inquilini.

Il presidente di Hermitage, Emin Iskenderov, dice che l’area è obsoleta e, oltretutto, inaccessibile ai portatori di han-dicap. Egli non capisce la reticen-za dei francesi a un progetto che prevede due torri abitative con un hotel e un centro commerciale. Un intervento che creerà 3 mila posti di lavoro. È inoltre previsto un parco pubblico di un ettaro che valorizzerà l’intera zona.

Sono di tutt’altro parere i resi-denti degli immobili. Essi dicono che le loro abitazioni, pur essen-do datate, sono molto accoglienti, con gli ampi balconi e le superfi ci di almeno 70 metri quadrati. Ma anche i politici locali socialisti sono contrari all’operazione rus-sa: sparirebbero 230 alloggi, di cui 170 sociali, mentre i nuovi appartamenti di lusso sarebbero venduti mediamente a 12 mila euro al metro quadrato.

© Riproduzione riservata

DI ETTORE BIANCHI

I televisori mettono in seria difficoltà Philips, che annuncia il licenziamento di 4.500 per-sone. Il ceo del gruppo olandese, Frans Van Houten, ha parlato

di un piano che prevede la riduzione di costi per un ammontare di 800 milioni di euro. Il taglio degli addetti, che sarà fatto in tutto il mondo entro il 2014, riguarda circa il 4% della forza lavoro. Ma la situazione più pesante si registra proprio nei Paesi Bassi, dove Philips darà il ben-servito a 1.200 dipenden-ti, il 10% del totale.

Tutta colpa dei conti trimestrali, che hanno evidenziato un utile net-to di 76 milioni di euro, in caduta libera rispetto ai 524 milioni di 12 mesi prima. Il giro d’affari, in-vece, è rimasto pressoché stabile a 5,3 miliardi di euro. La contrazione della redditività è dovuta, come ha precisato la società, all’innalzamento dei costi delle materie prime e ai grossi problemi nel comparto tv, che ha registrato una perdita di 57 milioni.

E pensare che il futuro in que-sto settore sembrava garantito dopo che Philips aveva annun-ciato in aprile il lancio di una joint venture con la società ci-

nese Tpv. La casa olandese ne avrebbe detenuto il 30%. Era un modo per liberarsi di un’attività che rappresentava ormai il suo tallone d’Achille, in quanto era da tempo in rosso. Ma le trattative non hanno dato l’esito sperato. Esse sono uffi -cialmente ancora in corso, ma pare procedano al rallentatore. Così, se l’iniziativa non andrà in por-

to per la fi ne dell’anno, si tornerà a studiare tutte le opzioni per risolvere la delicata questione dei televisori. Addirittura non sareb-be da escludere uno stop definitivo. Ormai Philips detiene soltan-to il 5-6% del mercato mondiale e la divisione avrebbe bruciato oltre 1 miliardo di euro negli ultimi cinque anni. Un incendio da spegnere in fretta, pensano alla Philips, prima che la situazione diventi in-

governabile e produca danni irreparabili all’intero

gruppo.Secondo Van Houten

il pesante taglio dei co-sti è indispensabile per ottimizzare tutte le spese operative che non sono direttamente collegate alla creazione di valore per il consumatore. Di fatto,

ormai nessuno crede più che l’ac-cordo con i cinesi di Tpv possa diventare realtà e Philips si sta preparando ad affrontare l’emer-genza attraverso tagli occupazio-nali ritenuti indispensabili.

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Fallite le trattative con Tpv per vendere la divisione video

Philips, in 4.500 a casa I cinesi non comprano le tv

Entro il 2013 Bmw lan-cerà la sua linea di auto elettriche. Senza farsi prendere dalla fretta,

dunque, per arrivare con modelli all’avanguardia. Il primo, chia-mato i3, uscirà appunto tra due anni, mentre la rivale francese Psa è già uscita con alcune vet-ture e Renault prevede di entra-re nel merca-to a metà del 2012.

Ma il co-struttore te-desco appare sicuro di sé e parla di volu-mi signifi cati-vi per il nuovo veicolo com-patto. Il se-condo modello, battezzato i8, un ibrido ri-caricabile più sportivo, vedrà l’uscita nel 2014. Anche la Mini commercializzerà auto elettriche.

Dalla casa di Monaco di Ba-viera spiegano che l’obiettivo è quello di lanciare auto premium. I tempi di attesa superiori dipen-dono dalla volontà di testare i vei-coli fi nché non siano perfetti. La sperimentazione sta avvenendo in Francia, dove 50 autovettu-re vengono provate da qualche mese, nella regione di Parigi, da

parte dei privati e delle imprese. I primi risultati dicono che l’au-tonomia del veicolo, pari a 160 chilometri, è giudicata suffi cien-te per l’uso quotidiano dall’81% dei privati, mentre il 48% ritiene penalizzante il raggio d’azione limitato. Essi ritengono che l’ide-ale sarebbe arrivare a circa 300 chilometri.

Ma c’è un’altra questione sul tappeto, quella della ricarica: la carenza di infrastrutture co-stringe l’86% degli utilizzatori a effettuare l’operazione a casa. Ma i tempi, che vanno da nove a dieci ore, non rispondono alle esigenze del 62% dei conducenti. Nonostante questi limiti, il 67% dei partecipanti sta considerando seriamente l’ipotesi dell’acquisto di un’auto elettrica.

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Renault ce la farà per l’anno prossimo

Entro fine 2013 la Bmw elettrica

La rappresentazione grafica dei due

grattacieli parigini

i

cialmente ancora in corso, rallentatore. Così, se l’inizia

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Le due pagine di «Este-

ro - Le notizie mai lette

in Italia» sono a cura di

Sabina Rodi

I televisori rappresentano il tallone d’Achilledel gruppo olandese

Il modello i3

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14 Mercoledì 19 Ottobre 2011 ESTERO - LE NOTIZIE MAI LETTE IN ITALIA

Senza volerlo: ridimensionando i suoi investimenti in treni colpisce le industrie tedesche

La Cina ha infilzato la GermaniaPechino, dicono in Siemens, è il nostro più importante mercato

da BerlinoROBERTO GIARDINA

Dopo l’incidente fer-roviario del luglio scorso, con quaranta morti, la Cina rivede

i suoi piani d’investimento per i treni superveloci, e crea seri problemi all’industria tedesca.

Soltanto quest’anno, Pechi-no aveva previsto una spesa di 80 miliardi di euro, e la Germania è da anni il partner privilegiato da quando ha ven-duto il suo treno su monorota-ia ai cinesi. I tedeschi avevano dovuto rinunciare una decina d’anni fa al progetto di uni-re Amburgo a Berlino, circa 300 chilometri da percorrere in 45 minuti. Ma il costo di 10 mila miliardi di Deutsche Mark, circa 5 miliardi di euro, sarebbe stato sicuramente su-perato, i verdi protestavano per il rischio ecologico, dato che il treno sarebbe passato per zone protette, e infine ci si chiedeva quali sarebbero stati i possibili clienti. Perché com-prare un carissimo biglietto

ferroviario, in-vece di prendere l’aereo?

I tedeschi ri-nunciarono, ma r i u s c i r o n o a vendere il loro treno ai cinesi per la linea Pe-chino-Shanghai. Da al lora, la rete ferrovia-ria in Cina ha cont inuato a s v i l u p p a r s i , puntando sui treni superve-loci. L’incidente è stato un au-tentico shock. Il governo ha ritirato 54 treni per compiere accurati control-li, e ha ordinato di ridurre la velocità massima di 380 km a poco più di 300. È stata anche sospesa la consegna di nove treni di ultima generazione, e la direzione delle ferrovie ha ammesso che ci sono «seri problemi nel funzionamento automatico dei freni». È sta-ta anche rinviata l’emissione di nuove azioni della società

ferroviaria per 680 milioni di euro. Il progetto di trasforma-re la rete ferroviaria nella più moderna ed estesa al mondo segna una pausa. Quanto lun-ga, si chiedono i tedeschi?.

Attualmente la rete dei treni superveloci in Cina è di 8.300 chilometri ed entro il 2020 doveva raggiungere i 16 mila chilometri, con miliardi di com-messe per l’industria tedesca. «Non crediamo che i cinesi ri-

nunceranno ai loro piani», com-mentano alla Siemens, che è la prima industria a fornire tec-nologia avanzata a Pechino, «è solo una battuta d’arresto».

Altri temono, invece, che il go-verno cinese, dopo l’incidente, voglia rivedere radicalmente i suoi investimenti, troppo costosi anche per un’economia in pieno sviluppo come quella di Pechi-no. Già adesso, si aggiunge, il prezzo dei biglietti è così eleva-

to che sempre meno cinesi se lo possono permettere. Dal 2005 al 2010 il numero dei passeggeri è calato del 3,5%. Il contraccolpo sarebbe grave per le imprese tedesche che, nel settore, occu-pano oltre 50 mila addetti: «La Cina è il nostro mercato più im-portante», dicono i responsabili della Siemens.

Roland Pörner, della Vdb, la federazione delle industrie ferroviarie, ammette: «Stiamo seguendo quanto avviene in Cina con molta attenzione. Fa un’enorme differenza per lo sviluppo dei freni, ad esem-pio, se i treni raggiungono una velocità massima di 300 o di 380 km all’ora. Bastano alcune decine di chilometri per un aumento notevole dei costi». Ma per Pörner c’è an-che un aspetto positivo: «I ci-nesi, dopo l’incidente, si sono resi conto di non potersi fida-re completamente della loro tecnologia. Negli ultimi tempi erano stati tentati di far da soli, rinunciando agli acqui-sti. Ora dovranno tornare ad acquistare da noi».

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Da 121 anni la versione uffi ciale della morte di Vincent Van Gogh vuole che egli si sia suicidato. Ma due americani, Steven Naifeh e Gregory White Smith, autori

di una nuova biografi a del grande pittore olandese, affermano il contrario.

Secondo i due studiosi, Van Gogh, che soffriva di epilessia piuttosto che di depressione, sarebbe in re-altà stato ucciso da due adolescenti, René Secrétan e suo fratello, i quali hanno sempre negato di trovarsi ad Auverse-sur-Oise il giorno dell’incidente.

Naifeh e White Smith, che hanno vinto il Pulitzer

per la biografi a di un altro grande artista, Jackson Pollock, sono arrivati a questa conclusione dopo die-ci anni di ricerche che hanno aperto loro le porte di tutti gli archivi del Museo Van Gogh di Amsterdam. Essi hanno consultato 28 mila scritti, fra cui alcune lettere inedite di Vincent al fratello Théo e ai parenti più stretti, lavorando insieme a un piccolo esercito di archivisti e traduttori. Se la loro versione si rivelerà veritiera, essa rivoluzionerà la storia dell’arte.

Van Gogh è morto il 29 luglio 1890, all’età di 37 anni. Fino a oggi si riteneva che egli si fosse sparato un colpo di revolver in un campo, prima di tornare alla locanda dove abitava e dove morì due giorni più tardi.

Più elementi fanno dubitare gli autori della nuova biografi a: l’arma, innanzitutto, che non venne mai ritrovata. E anche la traiettoria della pallottola di traverso nell’addome, per nulla logica per un suicida. «Ricordiamo che non vi è stata nessuna inchiesta medico-legale né alcuna autopsia», osserva White Smith. Secondo i due studiosi americani, un testi-mone che avrebbe visto Van Gogh appena prima della morte avrebbe udito il colpo di rivoltella nel cortile di una fattoria a qualche centinaio di metri dalla locanda.

Sul letto di morte, ai poliziotti che gli chiedevano se avesse tentato di suicidarsi, Van Gogh rispose: «Credo di sì, non accusate nessun altro».

Secondo lo storico americano John Rewald, che ha potuto parlare a dei testimoni diretti negli anni Trenta e la cui tesi è parsa interessante a Naifeh e White Smith, Van Gogh sarebbe stato ucciso accidentalmente dai due giovani e avrebbe deciso di proteggerli.

Per i due studiosi americani, i responsabili sareb-bero René Secrétan e il fratello, parigini di buona famiglia che quell’estate fatidica molestavano rego-larmente Van Gogh.

© Riproduzione riservata

Una nuova biografia del grande pittore esclude il suicidio

Vincent Van Gogh sarebbe stato assassinato

Il mese prossimo il primo la-ser destinato alla chirurgia della cataratta in Francia sarà installato presso la cli-

nica Ambroise-Paré di Lille.Grazie al nuovo apparecchio

laser a impulsi estremamente rapidi, la qualità dell’incisione del sacco capsulare (che contiene il cristallino e si trova dietro l’iride) sarà perfettamente calibrata.

Ogni anno in Francia circa 600 mila persone subiscono un intervento di cataratta. I migliori chirurghi hanno dei tassi di com-plicazioni di appena lo 0,5%.

«Con il laser però il gesto è più sicuro, più riproducibile», spiega un chirurgo.

Tuttavia attualmente la com-plicazione più frequente, ben-ché abbastanza rara, durante un intervento di cataratta è la

rottura della capsula. «È come se si dovesse abbattere un muro, il cristallino, al di sopra di una lastra di vetro (la capsu-la)», spiega il professor Antoi-ne Brézin, a capo del servizio di oftalmologia dell’ospedale Cochin-Hôtel Dieu di Parigi. «Il laser permette sì di fare a pezzi il muro, e questo è certa-mente un progresso, ma occorre ancora ricorrere agli ultrasuoni per ridurlo in polvere. Ma gli ul-trasuoni sono aggressivi per le pareti circostanti».

Finora solo una trentina di cen-tri negli Usa e meno di una deci-na in Europa utilizzano il laser per la chirurgia della cataratta. La ragione? I costi, valutati fra i 300 e i 500 euro per ogni occhio operato.

© Riproduzione riservata

Il primo apparecchio installato a Lille

Cataratta, il laser arriva in Francia

Dopo l’incidente ferroviario del luglio scorso, la Cina rivede i suoi piani d’investimento per i treni superveloci, a tecnologia in gran parte tedesca

Autoritratto di Vincent Van Gogh

Ogni anno in Francia circa 600 mila persone subiscono un intervento di cataratta

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23Mercoledì 19 Ottobre 2011

IL GIORNALE DEI PROFESSIONISTI DEL TERRITORIO E DELLE COSTRUZIONI

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CONEdilizia

PROFESSIONISTI DEL TERRITORIO E DELLE COSTRUZIONI

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& Appalti

L’a.d. di Banca Infrastrutture (Biis) chiede al governo misure di rilancio e la nuova legge Obiettivo

Opere, non vanno lasciate a secco Ciaccia: concedere ai privati la gestione dei beni culturali

DI SIMONDA D’ALESSIO

«Il decreto Sviluppo deve contenere risor-se per rilanciare le infrastrutture, ma c’è

il timore che non ce ne saranno o saranno troppo poche». Lo ha affermato l’a.d. di Biis (gruppo Intesa Sanpaolo), Mario Ciac-cia, secondo cui per le infra-strutture è necessario «un pia-no con delle priorità, mettendo poi le risorse sul piatto. La mia paura è che non ci siano o siano troppo poche». «Non prendiamo-ci in giro», ha detto il numero uno della Banca infrastruttu-re innovazione e sviluppo, «le infrastrutture non si possono fare tutte a costo zero. Ci sono alcune infrastrutture calde che possono ripagarsi da sole», ma per le altre è difficile se non impossibile (come i viadotti e le opere di collegamento)». «Nel decreto», ha aggiunto Ciaccia, «andrebbero introdotti snelli-menti procedimentali, che sono a costo zero. E servono certezze

sulle cose da fare, con chiarezza sulle risorse da parte pubblica e privata, un quadro chiaro di priorità, una rivitalizzazione della legge Obiettivo».

In questa situazione, Ciac-cia, ieri a Roma, alla vigilia del consueto convegno di Biis sulle infrastrutture dove si parlerà di beni culturali, ha proposto di «esternalizzare le attività riguardanti i beni cul-turali concedendo la gestione ai privati e lasciando la tutela allo stato. Conciliare, quindi, il carattere pubblico del servizio con la gestione privata» per far diventare i beni culturali un im-portante volano per la crescita economica. Una terapia d’urto, la gestione ai privati, che non è però una privatizzazione, se-condo Ciaccia. «Il patrimonio costituito dai beni viene affi dato alla supervisione di una società pubblica, costituita dallo stato e dall’ente territoriale interes-sato, che, assumendo il ruolo di concedente, affi da la gestione ad una società privata con titolo di

concessionaria. Le concessioni, ha proseguito Ciaccia, «avreb-bero durata ventennale».

«Non si tratta di una priva-tizzazione dei beni culturali; attualmente le concessioni ri-guardano singoli servizi, quali la caffetteria o il merchandi-sing, piuttosto che una gestio-ne integrata. Chiare ripartizio-ni dei ruoli del pubblico e del privato possono creare le con-

dizioni per nuovi investimenti. In un orizzonte temporale di cinque anni il fatturato arrive-rebbe, a regime, a 3 miliardi di euro e potrebbe consentire di pagare canoni annui di mezzo miliardo l’anno che permette-rebbero di fi nanziare la tutela, la conservazione e la ristruttu-razione dei beni. Non possiamo piangere sui beni culturali so-lamente quando crolla il muro della Domus dei Gladiatori di Pompei», ha concludso l’a.d. di Biis, «bisogna metterci risor-se». Una scelta che valorizze-rebbe ii patrimonio artistico, architettonico e archeologico, il cui fabbisogno fi nanziario, pari a circa nove miliardi l’anno, ed è stato coperto nel 2009 per l’80% da fi nanziamenti pub-blici (statali e locali), per una quota poco inferiore al 10% dai mecenati (fondazioni bancarie e imprese private), e per poco più del 10% dal ricavato di bi-glietti, merchandising e altri servizi in vendita. Le fonti di fi nanziamento interne del polo

artistico italiano (bookshop, ristorazione, guide audio ecc.) si rivelano essere ancora poco sviluppate.

I primi cinque musei italia-ni «realizzano soltanto il 13% del fatturato del Louvre e il 6% di quello del Metropolitan di New York», secondo la ricerca dell’uffi cio studi di Intesa San-Paolo con il centro Ask della Bocconi che verrà presentata al convegno di oggi, a Roma. Il dicastero guidato da Giancarlo Galan gioca il ruolo più rilevan-te nelle uscite, con 1,7 miliardi di competenza nel 2009, ma altri ministeri e palazzo Chigi accolgono centri di spesa più o meno legati a questo versante; le amministrazioni comuna-li nel 2009 hanno erogato 2,4 miliardi, pari a poco più del 3% delle loro spese totali.

DI ROBERTO GAMBA

La struttura di Verucchio è di epoca medioevale e, dalla fi ne del XII secolo, è segnata dalla presenza dell’inespu-gnabile Rocca Malatestiana, da cui i signori feudali gestirono il proprio pote-re sull’intera costa e sulle Marche, fi no all’arrivo di Federico da Montefeltro nel 1462. I resti della fortezza si possono an-cora oggi ammirare e dal mastio si può godere di una vista strepitosa. Ai piedi della Rocca, le necropoli docu-mentano aspetti della cultura villanoviana (nome moderno dato a una civiltà preistorica) e di quella delle famiglie ari-stocratiche che controllavano la valle del Marecchia. Notevo-li reperti archeologici, mobili, tessuti, ambre e orefi cerie, sono custoditi al Civico museo arche-ologico, dedicato all’età del ferro in Italia.

Date queste premesse e nell’ambito del programma di riqualifi cazione del centro stori-co e di promozione della cultura e del turismo, il comune della cittadina in provincia di Rimini mette a disposizione 3,6 milioni di euro per la creazione di un Parco archeologico multimediale (Pam).

Lo si realizzerà, nell’area della «Ne-cropoli Lippi», sugli esiti di questo con-corso di idee, che ha visto vincitore il gruppo di Maria Giovanna Giuccioli

(che comprende Giulia Rossi, Ro-berto Galietta, Mauro Dasasso, Paola Poli), con un progetto che è prevalso per la «coerenza e orga-nicità» nell’aver saputo integrare aspetti archeologici, naturalistico-paesaggistici ed espositivi.

Dove oggi ci sono un campo ara-to, una vecchia strada interrotta, scavi archeologici lasciati a cielo aperto, alberi che crescono spon-tanei, esso confi gura un parco, con

una selva, un vigneto, un ruscello, edi-fi ci discreti interrati o poco invasivi, un anfi teatro ricavato sulla copertura della sala multimediale, segnacoli funerari in pietra, per indicare il luogo dove sono state rinvenute le tombe, percorsi in ghiaia battuta o in legno, ampie zone lasciate a prato. L’ingresso al parco è

pensato come una barriera che faccia da monito: un muro di pietra e terra, simile a una fortezza, per dividere chia-ramente l ’oggi (auto-traffi co) e il

passato. Una grande fi bula in ambra e osso è all’origine della scelta formale per la sala multimediale, concepita al di sot-to del livello terreno, scevra di decora-zioni, per coniugare in una sintesi arte, architettura, natura e ambiente. Potrà ospitare un’esposizione permanente sulla storia e sulla ricostruzione della

necropoli; laboratori, spazi per mostre temporanee; due sale per proiezioni.

Maria Giovanna Giuccioli si dedica costantemente (anche in collaborazione con Carla Tomasini Pietramellara), a in-terventi di restauro monumentale, come quelli a Rimini (Rocca Malatestiana), a San Leo (Duomo e Pieve) e in altri centri della Romagna.

Al concorso, secondo si è classifi cato il gruppo di Monica Giuseppina Sor-ti; terzo quello di Francesco Baratti; quarto quello di Sandro Pittini, Ales-sandro Piraccini e Antonella Salvato-ri. I progetti partecipanti, 20 in totale, sono esposti fi no al 31 dicembre nella Chiesa di S. Agostino.

Giuccioli ha progettato un parco archeologico multimediale per Verucchio

Mario Ciaccia

Il progetto vincitore del concorso bandito

dal comune in provincia di Rimini

Supplemento a cura di SIMONETTA SCARANE

[email protected]

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24 Mercoledì 19 Ottobre 2011 EDILIZIA E APPALTI

L’a.d. del gruppo di hotellerie, Elisabetta Fabri, ha presentato il nuovo albergo di Milano

Echo, la svolta green di StarhotelsL’hotel curerà la manutenzione della cascina del Bramante

DI SIMONETTA SCARANE

La svolta «green» di Starho-tels è cominciata da Mila-no con il debutto di Echo contemporary hotel, l’ex

Splendid che dopo la riqualifica-zione da 13 milioni è diventato il primo dei 22 alberghi a quattro stelle della catena fiorentina a fare del lusso ecologico il suo fio-re all’occhiello. Oltre che il fulcro della sua campagna di marketing e comunicazione: «green» room, ristorazione vegetariana, menù della salute, trasporti sostenibili con le auto elettriche di cortesia fuori dall’albergo. A sottolineare la svolta ambientalista di Starho-tels Echo, a chi non se ne fosse accorto, ci pensa la maxi foto di un bellissimo orto di Roma che a tutta parete riveste la hall. L’orto di carta (quello vero verrà, è la promessa) accompagna i clien-ti, come in una passeggiata fra erbe officinali e cavoli, nell’Orto di Echo che è il ristorante interno all’albergo. Ristorante dove, man-co a dirlo, la salute è nel piatto con «green healthy food & mood», la cucina ideata e realizzata dal-la società F&De Group, guidata da Marcello Forti, che continua così la partnership con Starho-tels. Nell’Orto di Echo: alimenti cosiddetti a chilometro zero, cibi vegetariani, prodotti vegani, e menu con format salutistici che sposano la cucina tradizionale studiati sotto la supervisione scientifica della biologa nutrizio-nista dell’Istituto nazionale dei tumori di Milano, Anna Villarini. Non basta. Echo si affaccia sulla cascina nel centro di Milano. Sì, di fronte all’orto virtuale di Echo, fuori dall’albergo, accanto al de-hor, separata dalla recinzione, c’è quel che resta della cascina Poz-zobonelli: un’edicola rinascimen-tale con affreschi da restaurare attribuita al Bramante. Un gio-iello artistico-monumentale, circondato da un fazzoletto di prato, stret-to fra i palazzi e l’hotel Echo che mira a va-lorizzarlo da quando, a luglio scorso, Starhotels si è aggiudica-ta la gara per la sua manutenzio-ne e gestione.

L’ex Splendid ha cambiato fac-cia e pelle in 10 mesi con i lavori eseguiti da Percassi su progetto di Andrea Aulettta. Lavori con-centrati sul rinnovamento di impianti, facciata e interni che ne hanno fatto il primo Starho-tels ad alta effi cienza energeti-ca e basso impatto ambientale, promosso in classe energetica B (lo Splendid era G) in attesa di certifi cazione Green Globe.

La svolta «green» per aumen-tare l’effi cienza energetica, mi-gliorare il risparmio energetico e ridurre l’impatto sull’ambiente con la diminuzione delle emissio-ni di CO2 del vecchio Splendid è una nuova sfi da per la società

di Firenze ammini-strata da Elisabetta Fabri, che nell’ope-razione Echo ha impegnato comples-sivamente 13 milio-ni, quasi metà della quota che il gruppo destina annualmen-te alla voce investi-menti. E che conta di ammortizzare nei prossimi 6-7 anni, ha fatto sapere Fa-bri, con i risparmi sui costi di gestione, sulle bollette di ac-qua, luce e gas, calcolate, queste ultime, più basse del 20%. Come? «Grazie ai nuovi impianti per au-mentare il risparmio energetico dell’hotel» ha spiegato il mana-ging director, Fabrizio Gaggio, «il

rivestimento a cappotto della facciata che ne migliora l’effi-cienza energe-tica riducendo le emissioni dell’edifi cio do-tato di impianto fotovoltaico sul

tetto; luci a led, recupero e riciclo dell’acqua, compresa quella sapo-nosa e dispositivi nelle docce per ridurne i consumi. Inoltre, sistemi impiantistici ottimizzano l’utiliz-zo di aria condizionata e riscalda-mento». Starhotels conta anche sull’apprezzamento che la clien-tela vorrà tributare al suo primo «green» hotel con la disponibilità a pagare un prezzo più alto per soggiornare nell’albergo che offre «un concept ecologico, ma ricco», come ha sottolineato la premiere dame dell’ospitalità made in Italy d’eccellenza. Elisabetta Fabri ha tenuto a battesimo a Milano il suo primo eco-hotel (con centro fi tness e centro congressi a sale modulari per complessivi 250 posti) ospitato nel primo «green building» del gruppo e capace di

offrire un’ospitalità «eco sempre più richiesta dalla clientela inter-nazionale», ha detto, «attenta ai temi ambientali e del risparmio energetico».

Echo è nato dalle ceneri del vecchio albergo Splendid, a due passi dallo Starhotels Anderson ristrutturato anni fa, e quasi affacciato sulla piazza della sta-zione Centrale riqualifi cata. Con-dizione, questa, che ha convinto il gruppo a investire in «un’area che dà sicurezza», ha sottolineato Elisabetta Fabri, a.d. di Starho-tels, annunciando che è allo studio con le Fs di Mauro Moretti una strategia per l’ospitalità dei viag-giatori. Eco è la prima tappa di un piano di «adeguamento verde» che Starhotels sta esaminando sulla scia del successo della «tendenza green» che secondo l’a.d. Fabri «è un trend inarrestabile», misurato sul campo con l’aumento di richie-ste riguardo i servizi ambientali da parte dei clienti. E per non farsi mancare niente, Eco offre Birò, l’auto elettrica di cortesia per contribuire alla mobilità so-stenibile. E in tempi di ipotizzata «congestion charge» non è poco visto che, se verrà introdotta da gennaio 2012, le uniche auto au-torizzate a circolare nella cerchia dei bastioni saranno proprio quel-le elettriche.

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rcfamctildtafo

Investiti 13 milioni per riqualifcare l’ex Splen-did trasformato in un green bulding ad alta effi cienza energetica e

basso impatto

RIPARTIZIONE SPESE TRA COMPRATOREE VENDITORELa Cassazione (sent. n. 24654/’10, inedita) è ritornata su un problema variamente risolto, in dottrina e in giurisprudenza. «In caso di vendita di una unità immobiliare in condominio, nel quale siano stati deliberati lavori di straordinaria manu-tenzione, ristrutturazione o innovazione sulle parti comuni, qualora venditore e compratore non si siano diversamente accordati in ordine alla ripartizione delle relative spese, è tenuto a sopportarne i costi», ha stabilito la Suprema corte, «chi era proprietario dell’immobile al momento della delibera assembleare che abbia disposto l’esecuzione dei detti inter-venti, avendo tale delibera valore costitutivo della relativa obbligazione. Di conseguenza, ove le spese in questione siano state deliberate antecedentemente alla stipulazione del con-tratto di vendita, ne risponde il venditore, a nulla rilevando che le opere siano state, in tutto o in parte, eseguite succes-sivamente, e l’acquirente ha diritto di rivalersi, nei confronti del medesimo, di quanto pagato al condominio per tali spese, in forza del principio di solidarietà passiva di cui all’art. 63 disp. att. cod. civ.».

a cura dell’Uffi cio legale della Confedilizia

GIURISPRUDENZA CASA

Il nuovo Starhotels Echo di Milano che si affaccia sulla cascina Pozzobonelli (qui sopra) attribuita al

Bramante. Sotto, la hall con le pareti ricoperte dalle foto

dell’orto

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25Mercoledì 19 Ottobre 2011Mercoledì 1EDILIZIA E APPALTI

L’ a.d di Cassa depositi e prestiti Investimenti sgr fa il punto sullo stato dei i nanziamenti

L’housing sociale si ridimensionaMarchettini conferma sottoscrizioni per 2 miliardi nel 2012

Pagina a curaDI SIMONETTA SCARANE

Cassa depositi e prestiti investimenti sgr con-ferma di raggiungere l’obiettivo di arrivare

a fine ano, primi del 2012, a 2 miliardi di risorse disponibili per cofinanziare al 40% i fondi locali destinati alle operazioni di housing sociale. Ma, al tempo, i programmi di edilizia residen-ziale sociale pubblica, è probabile dovranno essere ridimensionati in conseguenza delle condizioni del mercato dei tassi che rendo-no più difficile reperire le risorse equity necessarie per dare gam-be ai progetti. È stato chiaro l’a.d. di Cdp Investimenti sgr, Stefano Marchettini, intervenendo a To-rino alla preview di UrbanPro-mo focalizzato sul social housing. L’evento anticipa l’appuntamen-to con la rassegna di marketing territoriale che si terrà fra un mese a Bologna, organizza-ta da Urbit, b r a c c i o operati-vo di Inu (Ist ituto nazionale di urba-n i s t i c a ) g u i d a t o da Stefano

Stanghellini. «Proseguono le sot-toscrizioni al Fondo investimenti per l’abitare (Fia), gestito da Cdp Investimenti sgr», ha detto Mar-chettini, «oggi siamo a 1,768 mi-liardi di euro, e con la prospettiva a breve di altri 20 milioni della Cassa di previdenza dei com-mercialisti, che nelle prossime settimane firmeranno e con i 140 milioni del ministero infrastrut-ture si arriverà a 1,928 miliardi. E entro fine anno o primavera 2012 si centrerà l’obiettivo dei 2 miliardi». Inoltre, Marchettini ha confermato l’intenzione di Fia, che sarà attivo fino al 2015, di in-vestire i 2 miliardi nei fondi im-mobiliari locali (il fondo dei fon-di può investire negli altri fondi fino al 40% e il resto va reperito altrove), ma, ha sottolineato, «la situazione finanziaria complicata del momento rende molto difficile trovare capitali finanziari a tas-

si compatibili, e quindi è difficile che il social hou-sing utilizzi la leva del debito. Il sistema inte-grato dei fondi potrà risentire di questa situazione contin-gente. E dunque è possibile che i pro-

getti dovranno essere ridefiniti in modo da risultare sostenibili dal punto di vista eco-nomico in conseguenza

della ridotta capacità di indebitamento». «Un ri-

dimensionamento, rispetto alle previsioni ini-

ziali», ha

aggiunto l’a.d. Marchettini, «dal momento che il costo della leva finanziaria è salita molto, l’inve-stimento complessivo sarà pre-sumibilmente inferiore rispetto alle previsioni iniziali».

Cdp Inve-stimenti sgr ha assunto 12 delibere pre-liminari per compless iv i 400 milioni di euro. Deliberati in via defi nitiva sono i 50 milioni relativi a Parma social house, e Fas1 (Fondo per l’abitare socia-le 1 Lombardia). In Lombardia, CdpI srg confi nanzia le operazio-ni di social housing a Crema, e a Milano, in due delle otto aree individuate dal comune di Mila-no: via Figino (320 alloggi) e via Cenni (130 abitazioni). Inoltre, Cdp sgr sottoscriverà le quote dei fondi gestiti da Polaris sgr (fondo regione Emilia-Romagna, fondo Piemonte abitare sosteni-bile, fondo housing toscano, fondo housing Roma più Fas e Parma);

da Ream sgr (gestisce fondo Pie-monte case); Beni Stabili (Veneto casa, Lombardia casa); Nattino sgr (investire immobiliare, Fondo Italia Centrale) e il nuovo fondo

Abitare soste-nibile Marche e Umbria; Est ca-pital sgr (fondo real Quercia).

Le richieste sono in aumen-to, ha dichiara-

to Marchettini, «la pipeline ci rassicura perché ci sono molte iniziative. La sfida adesso per le sgr dei fondi locali è trovare il 60% dell’equity». «Noi abbia-mo uno strumento innovativo e già ben fi nanziato perché il Fia ha già quasi completato la rac-colta e queste sono risorse certe e disponibili a rendimenti etici (3%oltre l’infl azione) . Una leva molto importante per stimolare la presentazione di proposte. Dall’altro lato abbiamo la diffi -coltà del mercato». «Al Sud», ha fatto sapere l’a.d. di CdpI sgr, «dove stiamo collaborando con

le regioni (Sicilia, Calabria, Sar-degna) lo sviluppo del sistema integrato dei fondi dipenderà dalla signifi cativa partecipazio-ne delle regioni e degli enti locai nei fondi».

Cassa depositi e prestiti inve-stimenti sgr ha istituito il fondo Fia sottoscritto per i 2 mld scar-si da Cdp (1 mld), ministero in-frastrutture (140 mln) e gruppi bancari, assicurativi, e casse di previdenza privatizzate. I fondi locali, invece, sono sottoscritti da fondazioni bancarie, investitori locali, imprenditori e cooperati-ve portatori di progetti, soggetti pubblici (regioni, comuni) sia at-traverso capitali che attraverso immobili. La durata del Fia è di 30 anni e i fondi locali possono avere una durata leggermente inferiore.

«Vedo dunque sono», conferenze sulla rivoluzione della visione artistica contemporanea, il ruolo della fotografi a e delle tecnologie. Due incontri al mese fi no a marzo 2012, organizzato da Ita-lia Nostra Onlus sezione Milano (tel. 02.8056920 - 86461400 - www.italiano-stra-milano.org), allo Spazio Oberdan (viale Vittorio veneto, 2). Inaugurazione 24 ottobre ore 18 con Philippe Daverio, che parlerà del «Novecento e la rivolu-zione dello sguardo».

Ponte sul fi ume Ombrone, di col-legamento fra il complesso monumen-tale della Villa Medicea e le Cascine di Tavola, Poggio a Caiano (Prato), fi no al 20 novembre mostra sul concorso per la ricostruzione del «Ponte Leopoldo II» del Manetti, nelle Scuderie medicee (via Lorenzo il Magnifi co).

Architetture e Paesaggi d’acqua. Strumenti retorici, immagine costruita,

Reggio Emilia, Palazzo del Por- tico o delle bonifi che, Corso Garibaldi, 42, fi no al 28 ottobre. In mostra le schede censi-te dal Consorzio di bonifi ca dell’Emilia Centrale per la valorizzazione del suo patrimonio architettonico e ambientale, a cura di Chiara Visentin.

Iconemi, conferenze e mostra fo-tografi ca, Bergamo, Urban center Bergamo Piazzale degli Alpini (www.iconemi.it), conferenze (20-27 ottobre-10 novembre, ore 17.00) e mostra sulla sco-perta del territorio bergamasco, rifl es-sione sui confi ni tra città e campagna, approfondimento su paesaggio, natura, geografi e, ambienti e culture, a cura del comune

Sorrento: paesaggi dell’agricol-tura e turismo sostenibile, eventi pubblici del workshop di proget-tazione «Jordi Bellmunt-Joao Nu-nes» Paesaggi dell’agricoltura e turi-

smo sostenibile», organizzato da Acma centro di architettura, ore 17.30, 20 ottobre, conferenza di Jordi Bellmunt e Giulia de Angelis; 21 ottobre, confe-renza di Joao Nunes e Luca Baroni; 23 ottobre, presentazione progetti, sede: Villa Fiorentino, corso Italia, 53, Sor-rento (Na).

Focurs-r: restauro recupero ri-qualifi cazione, il progetto contempo-raneo nel contesto storico. Convegno, 25 ottobre, ore 15, all’Unione commer-cianti, corso Venezia, 49, Milano, inter-vengono: Stefano Boeri, Carlo Valtolina, Stefano Calzolai, Marcello Balzani, Ro-berto Cecchi, Angelo Torricelli, Caterina Bon Valsassina, Marco Dezzi Bardeschi, Carlo Ostorero, Alberto Moroni, Massi-mo Carmassi, Andrea Bruno.

Gio Ponti. Design domestico. L’at-tuale e dibattuto tema delle riedizioni e l’annosa questione del rapporto tra

imprenditoria e design. Conferenze con-dotte da Franco Raggi, ore 21.15, via Solferino, 17, organizzate dall’Ordine degli architetti di Milano, per celebrare la fi gura di Gio Ponti. Intervengono: 20 ottobre, Carlo Guglielmi, Fulvio Irace, Salvatore Licitra, Carlo Molteni, il 27 ottobre, Ennio Brion, Stefano Casciani, Massimo Morozzi.

Ennio Brion: committenza d’au-tore, mostra allo Spazio Fmg per l’ar-chitettura Milano via Bergognone, 27 (www.spaziofmg.com), 20 Ottobre–18 Novembre, a cura di Luca Molinari e Simona Galateo. Incontro con Ennio Brion, Cino Zucchi e Luca Molinari 27 ottobre ore 18.30.

Klimahouse Umbria 2011, fiera specializzata per l’effi cienza energetica e la sostenibilità in edilizia, Bastia Um-bra (Pg, piazza Moncada), 21-23 ottobre, www.klimahouse-umbria.it

APPUNTAMENTI

Il fondo Marche e Umbria, innovativo per-chè destinato a fi nanziare piccole operazioni di housing sociale di medi comuni è stato isti-tuito dai 12 promotori (costruttori, cooperative abitazione, imprese di servizi e cooperative sociali, riunite in un contratto di rete del 2011). È il primo fondo promosso dai promo-tori uniti su un progetto immobiliare. Il fondo ha messo insieme una rete di progetti nelle Marche, 25 interventi di totalmente social housing sociale per 400 alloggi in 15 comuni, e sei strutture socio-sanitarie assistite per gli anziani da costruire entra primavera 2015. Il mix residenze assistite e case rende più che il solo social housing, ha spiegato Gabriele Gentili, a.d. di tecno Habitat, «La dotazione del fondo è di 100 milioni circa, tra aree in sviluppo e immobili fi niti, cofi nanziato dal Cdp investimenti sgr per 20 mln, promoto-ri e investitori istituzionali 30 mln, il resto debito». Il fondo è stato già deliberato il 19 luglio in via preliminare da Cdp investimenti

sgr. Apre la strada a iniziative analoghe per realtà abitative che non hanno una dimen-sione di città metropolitana. Praticamente è un nuovo modello per interventi di 15-20 abitazioni di puro social housing a locazione a lungo termine (Rsa, 25%), locazioni a riscatto con prelazione (51%) e vendite convenziona-te 25% degli alloggi previsti dall’operazione. «Gli alloggi sparsi sul territorio sono messi in rete per i servizi: controllo sul risparmio energetico, servizi socio sanitari che possono essere erogati dalle rsa, assistenza domicilia-re. Servizi messi in rete con una piattaforma domotica brevettata che comunica con le di-verse forme di tlc che possono essere immesse in un appartamento, e l’innovazione passa sul nuovo gateway che può essere implementato all’infi nito», ha concluso Gentili a.d. e diret-tore commerciale di Tecno Habitat, società di project management di Pesaro che sviluppa servizi nel campo dell’edilizia, dai progetti alla fi nanza, alla costruzione chiavi in mano.

Fondo Marche e Umbria per piccoli progetti

Stefano Marchettini

A

Pronta a fi rmare la Cassa dei dottori

commercialisti

Le rubriche Libri, Concorsi

e Appuntamenti sono a cura

di Roberto Gamba

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26 Mercoledì 19 Ottobre 2011 EDILIZIA E APPALTI

Ristrutturazione di due immobili per contrastare il disagio abitativo

Progetto per Porta PalazzoResidenze temporanee nella zona degli immigrati

DI GIORGIO SCIANCA

Il programma di housing sociale della Compagnia di San Paolo con l’Ufficio Pio (ente strumentale della

Compagnia di San Paolo) sta realizzando a Torino due resi-denze temporanee che garan-tiscono, in linea con le finalità del programma, una soluzione abitativa per un periodo di tempo limitato a persone che per ragioni economiche, sociali e familiari vivono in una fase di transizione e quindi di vulne-rabilità sociale ed economica. Il progetto è stato presentato a UrbanPromo, l’evento di mar-keting territoriale organizza-to da Urbit, braccio operativo dell’Inu (istituto nazionale di Urbanistica) a Torino.

Si tratta di una scelta ope-rata dal programma Housing per le residenze temporanee. La parola d’ordine è stata «co-progettazione». Tutti hanno lavorato insieme: progettisti, gestori, enti e soggetti del territorio, con il programma «housing». La co-progettazione coinvolge gli aspetti architet-

tonici, economici e gestiona-li, in un dialogo continuo che consente la riformulazione e l’adattamento reciproco dei diversi livelli di progettazione e di vocabolario. La sfi da del programma Housing è infatti di trasformare tale diversità in risorsa.

Per la gestione delle residen-ze temporanee è stato avviato un processo di selezione che ha

portato alla scelta degli enti così come per la ristruttura-zione degli immobili sono stati indetti specifi ci bandi

L’immobile di piazza del-la Repubblica 14 è compreso nell’isolato fra piazza della Re-pubblica, via Damiano Priocca e piazza Don Albera, nell’area denominata Porta Palazzo. Tale area, caratterizzata da una prevalenza di edifi ci popolari,

ha da sempre rappresentato una zona di approdo degli im-migrati giunti a Torino prima dal Sud Italia e, più di recente, dall’estero, attirati dai canoni di affi tto piuttosto contenuti.

Negli ultimi dieci anni nell’area è stato avviato un profondo processo di riquali-fi cazione svolto in particolare dal Comitato progetto Porta Palazzo «The Gate» cui aderi-sce, oltre al comune di Torino, una pluralità di enti pubblici e privati, tra cui la La Compa-

gnia di San Paolo. L’immobile è di proprietà del comune di Tori-no concesso in comodato d’uso all’Uffi cio Pio della Compagnia di San Paolo per trent’anni.

Nell’ambito della procedura ristretta per l’affi damento di servizi attinenti all’architettu-ra e all’ingegneria relativi alla ristrutturazione dell’ immobile di Piazza della Repubblica n. 14 a Torino, da destinare a resi-denza temporanea nell’ambito del programma Housing, sono pervenute all’Uffi cio Pio della Compagnia di San Paolo 48 do-mande, tutte ammissibili, delle quali 12 sono state preselezio-nate ai fi ni della presentazio-ne dell’offerta. Il 30 settembre 2009 la commissione aggiudi-catrice ha redatto la graduato-ria delle 12 offerte presentate dai candidati pre-selezionati ed è risultato al primo posto il costituendo raggruppamento di progettisti, con capogruppo lo studio associato Fagnoni e Associati Architetti.

I lavori richiederanno circa un anno, con conclusione entro l’estate del 2012.

© Riproduzione riservata

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DI GIORGIO SCIANCA

Hounsing sociale aTorino

Compagnia di San Paolo

Progetto Housing per residenze a Porta Palazzo

Pier Matteo Fagnoni dell’omonimo studio che

guida il raggruppamento di progettazione

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27Mercoledì 19 Ottobre 2011Mercoledì 1EDILIZIA E APPALTI

Sharing, operazione da 14 milioni che premia la socialità fra inquilini

Ivrea 24, non solo alloggi Modello innovativo: hotel e servizi low-cost

DI GIORGIO SCIANCA

È stato inaugurato il 4 ot-tobre 2011 Sharing, in via Ivrea 24 a Torino, il più importante esempio

di housing sociale temporaneo in Italia, illustrato a Urban-Promo, rassegna di marketing territoriale che ha organizzato, con Urbit, a Torino un focus sull’housing sociale. Ivrea 24 è stata portata a termine in tempi record, poco più di un anno dall’inizio dei lavori alla consegna dell’immobile, da un gruppo di partner che hanno saputo lavorare insieme con efficienza. Il progetto che oggi prende il nome di «Sharing» è stato reso possibile dalla Fonda-zione Crt (Cassa di risparmio di Torino) tramite la Fondazione sviluppo e crescita che ha ga-rantito il 90% dei 14 milioni di euro complessivi costo dell’ope-razione. Assume e valorizza un’idea di Oltre Venture, unico fondo italiano di venture capital sociale, l’esperienza di gestione della cooperativa Doc realizza-ta attraverso la società Ivrea 24 Abitare sostenibile spa grazie

alla collaborazione della città di Torino. La struttura e i servizi sono gestiti da Oltre Venture e da Doc attraverso Sharing srl.

L’immobile, nato dalla riconver-sione di un ex edifi cio delle Poste, ha una superfi cie di circa 10 mila metri quadrati; è composto da due corpi di fabbrica da nove piani fuori terra ciascuno ed è in grado di offrire 122 unità residenziali provviste di cucina ad induzione, completamente arredate, dotate di servizio wi-fi gratuito e sistema di domotica per il controllo delle utenze e 58 camere ad uso hotel

i cui costi sono particolarmen-te contenuti.

Sharing of-fre inoltre ser-vizi sanitari, di promozione sociale, spazi commerciali aperti a inquilini e residenti che siano in grado di creare oltre a un’offerta abitativa anche una socialità tra le persone.

Dall’apertura, avvenuta a ini-zio ottobre, sono già state accolte quasi 300 persone fra studenti, genitori single, parenti di degenti

negli ospedali cittadini, lavoratori fuori sede (a oggi: 58% studenti; 1% per un progetto sociale priva-to; 19% per il comune di Torino che diventa il 21% con il comune di Settimo; 13% lavoratori in tra-sferta; 7% giovani coppie).

Un centinaio di ospiti sono cinesi che studiano ingegneria

dell’automobile o architettura al Politecnico di Torino. Aiesec, una delle più grandi associazioni studentesche del mondo, ha sti-pulato un accordo per avere la disponibilità di 10 appartamen-ti. La città di Torino ha iniziato a inviare, in base a una conven-zione siglata ad agosto, famiglie

in emergenza abitativa, in attesa di trovare una sistemazione per-manente: al momento si tratta di 21 unità abitative che potrebbe-ro aumentare in base al numero degli ospiti.

Il progetto «Sharing. Condi-videre idee e abitazioni» è nato dalla volontà di sperimentare

un nuovo approccio per af-frontare il disagio abitativo favorendo la creazione di strutture e servizi di buona qualità a costi calmierati. Sharing è inoltre un mo-dello innovativo anche per la particolare attenzione al rispetto dell’ambiente e alla sostenibilità che sono state dedicate sin dalle prime fasi di progettazione: sono ad esempio stati impiegati ma-teriali disinquinanti fotoca-talitici che consentiranno la

rimozione di particelle inquinanti dall’aria e l’auto-disinfezione da contaminanti batterici; acqua cal-da sanitaria ed energia elettrica verranno inoltre prodotte da im-pianti solari termici e fotovoltaici di notevole effi cienza e in grado di coprire una parte consistente del fabbisogno delle unità abitative.

Premio Enrico Salvatore de Pandis indetto dalla Fon-dazione Geometri E. dé Pan-dis (Avellino tel. 0825.33965, www.geometri.av.it). Prevede la presentazione entro il 25 novembre di elaborati affe-renti l’attività professionale del geometra, progettazioni, stime, rilievi, ambiente, sicu-rezza, telecomunicazioni, con-sulenze e prestazioni varie. Possono partecipare tutti gli iscritti ai rispettivi Collegi.

Concetto per lo sviluppo di un’area ricreativa sull’alto-piano, Naz-Sciaves. Concor-so d’idee, bandito dal comune (Casa della comunità «Haus der Dorfgemeinschaft», via Peter Kemenater) in collabo-razione con la provincia au-tonoma di Bolzano. L’areale dev’essere ricondotto a una funzione armoniosa, tale da soddisfare sia i residenti, sia i villeggianti. Potrà essere con-segnato al massimo 1 foglio di dimensione A0, scadenza iscrizione 4 novembre. Con-segna progetti 2 marzo 2012. Coordinamento Michaeler & Partner, tel. 0472.978140-0472.978140 www.michaeler-partner.com. Premi: € 20.000, € 10.000, € 5.000.

Riqualifi cazione paesaggi-stica e urbanistica del siste-ma dei parchi urbani, Ciriè (Torino). Concorso di idee, «trEttari», cofi nanziato dalla regione Piemonte, progetto su un’area di poco più di tre ettari, destinata a verde pub-

blico nel centro urbano, capa-ce di prevedere un processo di riqualifi cazione esteso ai parchi urbani, pervenendo ad un disegno architettonico, di arredo e del verde. Bandi-tore è il comune www.cirie.net, tel. 0119218170, docu-mentazione su www.trettari.it. Coordinamento affidato alla Fondazione Oat, Ordine architetti Torino. Il termine per la consegna elaborati (4 tavole in formato A1) è fi ssato al 15 dicembre. Montepremi € 20.000 (€ 10.000, € 7.000, € 3.000).

Riconversione dell’ex «strut-tura industriale Bailo», in lo-calità Coldané, Pieve Tesino, provincia di Trento. Concorso di progettazione prelimina-re in due fasi per un nuovo centro culturale polivalente, destinato alle famiglie, dove i bambini possano con giochi, strumenti ed esperienze diret-te, sviluppare conoscenze nei campi del paesaggio, dell’am-biente, della montagna e del costruire. Bandito dalla so-cietà fi nanziaria Valsugana, sede Villa Agnedo (Tn) - www.fi nanziariavalsugana.it, tel. 0461.1866200. Richieste: due progetti di referenza proget-tati e realizzati negli ultimi dieci anni, selezione di 10 partecipanti alla 2a fase, 1° premio: affi damento dell’in-carico di progettazione ese-cutiva. Agli altri progettisti classifi cati: 1.500 €. Inviare domande di partecipazione entro il 14 novembre.

CONCORSI

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Hounsing sociale aTorinoFondazione Crt

Le residenze di via Ivrea 24 a Torino

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28 Mercoledì 19 Ottobre 2011 EDILIZIA E APPALTI

Incontri con il pubblico del Consiglio notarile di Milano

Casa, acquisti sicuriNotai in campo sull’housing sociale

DI GIANFRANCO DI RAGO

Edilizia residenziale pub-blica, affitti e acquisti finanziati sono gli stru-menti più gettonati per

rispondere alla richiesta abitati-va in tempi di crisi. Anche i notai milanesi scendono in campo, per il quinto anno di fila, per aiuta-re i privati a muoversi con più tranquillità sul mer-cato immobiliare. È stata presentata ieri a Palazzo Pirelli a Milano la nuova edi-zione dell’iniziativa «Comprar casa senza rischi», promossa dal Consiglio notarile di Milano con la collabo-razione della regione Lombardia. È quindi previsto un ciclo di in-contri tematici aperti a tutti i cittadini che si svolgeranno dal 25 al 28 ottobre presso Palazzo Lombardia sugli aspet-ti giuridici della compravendita, sul funzionamento dei mutui, sui criteri per scegliere tra l’acquisto

finanziato della casa e la locazio-ne, nonché sull’edilizia residen-ziale pubblica. Ma non è tutto. Da quest’anno, infatti, è possibile richiedere in ogni momento una consulenza gratuita presso gli studi dei notai del distretto di Milano prenotandola attraverso il sito web dedicato www.comprar-casasenzarischi.it. Da evidenzia-re, inoltre, l’ulteriore servizio on-

line per calcolare un preventivo dei costi connessi alla compra-vendita, con o senza mutuo, inclusi l’ono-rario notarile e tutte le imposte percepite e versate dal notaio allo stato per conto dell’ac-quirente. Il presidente del Consiglio notarile di Milano, Domenico de Stefano, ha inte-

so sottolineare a Ita-liaOggi l’importanza dell’iniziativa e il ruolo prezioso svolto dai no-

tai in favore della collettività per rendere sempre più trasparente il mercato delle transazioni immo-biliari, con un consiglio ai privati:

diffi dare delle offerte di vendita eccessivamente basse e dei ven-ditori che dimostrano troppa fret-ta di concludere l’affare. Nel fare un bilancio di questi primi cinque anni, che hanno registrato poco meno di mille incontri effettivi tra cittadini e notai, de Stefano ha evidenziato come più della metà dei privati che si sono rivolti ai professionisti siano stati giovani interessati all’acquisto della pri-ma casa (anche per partecipare a procedure di vendita forzata degli immobili), mentre la restante par-te dell’utenza abbia chiesto infor-mazioni relative all’acquisto della seconda casa o a problematiche ereditarie o di trascrizione degli atti in conservatoria. L’assessore alla casa della regione Lombardia, Domenico Zambetti, ha invece evidenziato gli strumenti messi a punto per garantire il diritto alla casa: il bando per l’erogazione di contributi per l’acquisto della pri-ma casa, i fondi di sostegno per gli affi tti e per i lavoratori sfrattati o che hanno perso il lavoro: il tutto per un investimento che, dal 2000 a oggi, ammonta a oltre 265 milio-ni di euro.

Le stagioni delle scelte - Lodovico Meneghetti - architettura e scuolaa cura di Daniele VitaleILPOLIGRAFO - 2011Pagine 292 – euro 35

Il libro, che fa parte della collana «Il tempo e le opere», di-retta da Daniele Vitale (docente di Composizione a Milano), ha preso avvio da due lezioni, tenute da Meneghetti (Nova-ra 1926) nel 2008, al Politecnico di Milano. È diviso in tre parti; nella prima, questi propone un vivido saggio sulla sua esperienza culturale e sul suo lavoro, che rivela l’impegno eclettico, sempre attraversato da una forte tensione ideale e civile. Con una ricostruzione storica, abbraccia l’intera para-bola architettonica e culturale dell’Italia del Novecento. Parla della sua vita, della vita da studente, dei primi lavori nello studio di Novara, insieme a Vittorio Gregotti e Giotto Stoppi-no; della «logica dei mattoni, in principio» (in cui giustifi ca la scelta ripetuta di defi nire le facciate con il laterizio a vista). Il racconto è avvincente anche nella ricca descrizione delle tecnologie adottate e offre al lettore un aspetto «appassio-nante» della professione. Chiare le foto, precisi i disegni di dettaglio, riprodotti per offrire una completa comprensibilità; genuine le testimonianze sulla conduzione dei cantieri; signi-fi cativi i paragrafi che «omaggiano» il maestro Mario Ridolfi ; che esprimono i chiari convincimenti politici di Meneghetti; quelli dedicati ad altri aspetti costruttivi (la prefabbricazione a pannelli); agli impegni tematici di progettazione; ai concorsi, al design, all’architettura d’interni, ai piani urbanistici. Con uguale precisione racconta di seguito la carriera scolastica, l’insegnamento di Urbanistica svolto al Politecnico milane-se, condividendo le ragioni ideologiche della «contestazione» studentesca. La seconda parte comprende saggi e testimo-nianze, elaborati da colleghi, storici e critici (Guido Canel-la, Daniele Vitale, Antonio Monestiroli, Fausto Bertinotti, Cesare Bermani, Pier Luigi Senato, Emilio Battisti, Sergio Rizzi, Federico Bucci, Massimo Fortis, Georg Frisch, Leo Guerra, Giancarlo Consonni).

La terza parte offre regesti e apparati sulla fi gura di Me-neghetti, sulla vita, le opere, gli scritti.

LIBRI

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SEDE CENTRALE DI NAPOLISTAZIONE UNICAAPPALTANTE

ENTE DELEGATO DALCOMUNE DI CASTELLAMMARE DI STABIA (NA)La procedura aperta esperita il 14 luglio 2011per l’affidamento dei lavori di recupero, ristrut-turazione e adeguamento asilo nido ex ONMI nelComune di Castellammare di Stabia (NA) – CUPE82J10000120005 – CIG. 2525107835. - Im-porto complessivo dell’intervento €563.725,56= pubblicata sulla G.U. n. 69 del13.6.2011 è stata aggiudicata la Coop. La SantaLucia 78 con sede in Bacoli (NA) alla via Sca-landrone n.205 – per il prezzo complessivo di €348.816,27 al netto del ribasso del 34.889%.

IL PROVVEDITOREf.to dott.ing.Giovanni Guglielmi

ESTRATTO AVVISO DI GARA

Valore Ambiente Srl, contrà Ped. San Biagio 72 - 36100 Vicenza, rende noto che è stata indetta, ai sensi del D.Lgs. n. 163/06, una gara a procedura aperta per il servizio di trasporto, trattamento e smaltimento finale della frazione organica da raccolta differenziata rifiuti, per un valore complessivo a base d’asta di € 1.000.000,00 + IVA di cui € 1.000 di oneri per la sicurezza, CIG 33275469D1. Scadenza presentazione offerte 9/11/2011. Apertura offerte 11/11/2011 ore 9.Il bando è visionabile nel sito internet www.aimvicenza.it, mentre tutti i documenti di gara sono scaricabili all’indirizzo http://www.aimvicenzaspa.it/gare/organico.zip.L’avviso di gara è stato trasmesso per la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea il giorno 30/09/2011.

L’AMMINISTRATORE UNICO

(Maria Menin)

AVVISO DI AGGIUDICAZIONE APPALTO DI SERVIZI

Il 5 ottobre 2011 l’Amministrazione Provinciale di

Treviso, Via Cal di Breda n. 116 - 31100 Treviso, ha

provveduto ad aggiudicare, in via definitiva, mediante

procedura aperta, l’affidamento del servizio di supporto

scolastico integrato ai disabili della vista e dell’udito

per gli anni scolastici dal 2011/2012 al 2015/2016

alla Società Servizi Socio Culturali Cooperativa Sociale

Onlus di Venezia/Marghera.

L’aggiudicazione è stata effettuata con il criterio di

cui all’art. 82, D.Lgs. n. 163/2006 e s.m.i., a favore

dell’offerta economicamente più vantaggiosa.

Durata della concessione dal 01.11.2011 al

31.08.2016.

Sono state presentate n. 2 (due) offerte.

La gara è stata aggiudicata alla SOCIETA’ SERVIZI

SOCIO CULTURALI COOPERATIVA SOCIALE ONLUS -

Venezia/Marghera per l’importo di Euro 6.543.699,75.

Data di invio esito di gara alla GUCE: 10.10.2011.

Il Dirigente del Settore Dott.ssa Diana Melocco

AVVISO DI GARAProcedura ristretta per la per l’affidamento del “servizio di manutenzione ordinaria, evolutiva e conduzione del Sistema regionale dei radiocollegamenti dedicati all’Emergenza Sanitaria, Protezione Civile e Sicurezza della Regione del Veneto” - n. d’ordine TLC 2/2011. (categoria di servizi: N. 07) - 5). Base appalto Euro 13.475.000,00.= Iva esclusa. Criterio di aggiudicazione: offerta economicamente più vantaggiosa, ai sensi dell’art. 83 del D.lgs. 163/2006. Numero di riferimento attribuito al dossier dall’amministrazione aggiudicatrice: CIG: 3389777478 - TLC 02/2011. Termine di ricezione delle domande di partecipazione: entro le ore 13.00 del 11/11/2011 presso Regione del Veneto – Direzione Sistemi Informativi, Via Pacinotti, 4, 30175 Venezia Marghera, tel. 041/2792202, fax 041/2792218. Il modello di domanda e dichiarazione sostitutiva, l’informativa ex art. 13, D.lgs.196/2003, sono disponibili su: www.regione.veneto.it. Il bando integrale inviato alla GUCE e ricevuto dalla stessa. Responsabile del procedimento: Roberto Zanardo, Dirigente dell’Unità Complessa Tecnologie, Reti e Banda Larga.

DIREZIONE CONTROLLI E GOVERNO SSRAVVISO DI AGGIUDICAZIONE DI APPALTO

Oggetto appalto: Fornitura di vaccini diversi in fabbisogno alle Aziende Sanitarie della Regione Veneto; Numero di gara: 3155854; Data di aggiudicazione dell’appalto: 10/10/2011; Numero di offerte ricevute: 5; Nome dell’operatore economico aggiudicatario: LOTTI 1 – 4 – 6 : Ditta Sanofi Pasteur MSD S.p.A.; LOTTI 2 - 5: Ditta Novartis Vaccines and Diagnostics S.r.l.; LOTTO 3: Ditta Kedrion S.p.A.; Valore finale totale dell’appalto: € 3.493.801,00= IVA esclusa (al 10%); L’avviso di esito integrale è stato inviato alla G.U.U.E. il 13/10/2011.

Il Responsabile Unico del ProcedimentoDirigente Regionale - Direzione Controlli e Governo SSR

Dott. Francesco Dotta

GIUNTA REGIONALE - ESTRATTO DI AVVISO DI PROCEDURA APERTA

E’ stata indetta, ai sensi dell’art. 55, comma 5, D.Lgs. n. 163/2006 e ss.mm.ii., procedura aperta per l’appalto del Servizio di rassegna stampa all’Agenzia di stampa della Giunta Regionale della Lombardia “Lombardia Notizie”. Durata contratto: 36 mesi dalla stipula. Disponibilità finanziaria: € 300.000,00= (IVA esclusa), oneri di sicurezza da interferenza ex art. 86, comma 3-bis, D.Lgs. n. 163/2006 ss.mm.ii. pari a zero. La procedura si svolgerà in modalità telematica tramite la piattaforma Sintel di Regione Lombardia, accessibile dal sito www.centraleacquisti.regione.lombardia.it. Aggiudicazione: offerta economicamente più vantaggiosa. L’offerta e la documentazione ad essa relativa dovranno essere redatte e trasmesse a Giunta Regionale della Lombardia in formato elettronico attraverso la piattaforma Sintel, secondo le modalità stabilite all’art. 4 del disciplinare di gara, entro il termine perentorio del 25/11/2011 ore 12.00.La documentazione di gara è disponibile sul sito www.regione.lombardia.it al link “BANDI” > “Gare Servizi” e tramite il portale www.centraleacquisti.regione.lombardia.it. (link “Sintel” > “Procedure in corso”), può essere richiesta presso la sede di Milano, Piazza Città di Lombardia n. 1, previa istanza trasmessa via fax al n. 026765.4424. Richieste di chiarimenti potranno essere rivolte alla Struttura Acquisti Contratti e Patrimonio entro e non oltre il giorno 14/11/2011 unicamente attraverso la funzionalità “Comunicazioni della procedura” presente all’interno dell’interfaccia dedicata alla procedura di gara in argomento nella piattaforma Sintel.Le operazioni di gara si svolgeranno il giorno 28/11/2011 alle ore 10.00 presso la sede di Milano – Piazza Città di Lombardia, 1 – 7° Piano – Ala Azzurra - Sala riunioni Az.07.01 Responsabile Unico del Procedimento: Dott. Maurizio Vitali – Direttore dell’Agenzia di Stampa e di Informazione “Lombardia Notizie” - Direzione Centrale Relazione Esterne, Internazionali e Comunicazione. Codice Identificativo Gara (C.I.G.) 3274967C40 Codice Unico Progetto (C.U.P.) E89C11000130002 Il bando integrale è stato spedito all’U.P. C.E. in data 03/10/2011.Il Dirigente della Struttura Acquisti Contratti e Patrimonio

Michele Colosimo

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Domenico de Stefano

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29Mercoledì 19 Ottobre 2011

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LA MANOVRA

DI FINE ESTAin edicola coDiritto onin edicola co

& Fisco

DECRETO SVILUPPO/ Comincia a prendere forma il provvedimento per il rilancio

Società di professionisti al viaOk al socio di capitale, ma non dovrà svolgere attività

DI ANDREA MASCOLINI

Al via le società professio-nali e interprofessionali costituite nelle forme di società di persone o coo-

perative; ammessi anche i soci non professionisti (di puro ca-pitale), ma l’attività professio-nale dovrà essere comunque svolta da un socio professioni-sta; prevista l’iscrizione all’albo professionale della società e la soggezione al relativo «regime disciplinare»; al via la qualifi ca-zione delle stazioni appaltanti, le norme acceleratorie sull’ap-provazione dei progetti e quelle di incentivazione del Ppp attraver-so il cosiddetto «contratto di di-sponibilità». Sono queste alcune del-le novità conte-nute nella bozza di decreto legge sulla crescita e lo sviluppo, sulla quale al ministe-ro dello sviluppo economico si sta ancora lavoran-do soprattutto al fine di indivi-duare le risorse; a questo testo, composto da 146 articoli che raccoglie le proposte di diversi dicasteri (e che potrebbe anche essere scorporato in più decreti o ddl), si aggiungeranno anche le proposte del ministero delle infrastrutture con ulteriori mo-difi che al Codice dei contratti pubblici. Oltre, presumibilmen-te, a una parte di «spesa» sulla quale in queste ore i tecnici del governo stanno cercando coper-tura fi nanziaria.

Disciplina società tra professionisti e tariffeLa principale novità è rap-

presentata dalla disciplina che viene proposta in materia di so-cietà tra professionisti. Si trat-ta di norme che comunque non incideranno sui «modelli socie-tari» già previsti da norme vi-genti, ma che dettano un primo quadro di regole e abrogano la legge razziale n. 1815 del 1939. Si ammette quindi la costitu-zione di «società fra professio-nisti», nelle forme previste per le società di persone e per le so-cietà cooperative, che avranno il vincolo di fare svolgere l’attivi-tà professionale esclusivamen-te da parte dei soci. Sarà però ammessa, accanto alla presen-

za dei soci professionisti, anche quella di soci non professionisti; in questo caso ciò potrà avveni-re o in presenza di «prestazioni tecniche», o per «fi nalità di in-vestimento», o con una «parteci-pazione minoritaria» (si tratta, per come è scritta la norma, di condizioni alternative: ne basta una per ammettere la presenza del socio non professionista). In ogni caso si precisa che rimane fermo il divieto per i non pro-fessionisti di svolgere l’attività professionale. La società dovrà inoltre prevedere anche modali-tà di esclusione del socio cancel-lato dall’albo a titolo defi nitivo.

I professionisti potranno parte-cipare soltanto a una società e saranno tenuti all’osservanza del proprio codice deontologico. La proposta prevede anche che sia la stessa società a essere iscritta all’albo professionale e conseguentemente sia soggetta al relativo «regime disciplina-re». Si prevede espressamente anche la costituzione di società interprofessionali, costituite cioè per l’esercizio di una plu-ralità di attività professionali. Previsto anche il rinvio ad un regolamento esecutivo, da ema-narsi entro sei mesi. Per quel che riguarda invece le tariffe professionali la bozza inter-viene sulla norma del decreto legge 138/2011 che prevede i criteri di delega per la riforma degli ordinamenti professio-nali, eliminando il riferimento alle tariffe professionali e alla possibilità di pattuizione dei compensi in deroga alle tariffe. La soppressione sembra chiari-re, quindi, che, nell’attuazione del criterio di delega previsto dal decreto legge di agosto, si dovrà tenere conto esclusiva-mente del fatto che il compenso del professionista risulti da atto scritto al momento dell’affi da-mento dell’incarico; per quel che

riguarda la disciplina tariffa-ria rimane quindi in vigore la «legge Bersani», nonostante le spinte di diversi settori profes-sionali che tendono la ripristino dei minimi.

InfrastruttureNella bozza sembra ormai en-

trata ormai in maniera sostan-zialmente defi nitiva la discipli-na del contratto di disponibilità, forma di Ppp che avrebbe ad oggetto un’opera di proprietà privata destinata all’esercizio pubblico: in sostanza il contra-ente generale realizza e mette a disposizione dell’ente pubblico

un’opera riceven-do un canone di disponibilità plu-riennale, un even-tuale contributo in corso d’opera e, se alla fi ne del contratto l’opera dovesse passare in mano pubbli-ca, un prezzo di trasferimento. Si tratta di una del-le diverse norma che incidono sul-la disciplina della cosiddetta «legge obiettivo» con-fl uita nel Codice

dei contratti pubblici, assieme a quelle che snelliscono la pro-cedure approvative dei progetti anche in senso al Cipe, che fi ssa-no limiti alle opere compensati-ve, che rivedono la disciplina del promotore (art. 175 del Codice), che ammettono i lotti costrutti-vi di un piano economico-fi nan-ziario, che limitano i ricorsi al Tar ai soli soggetti che abbiano partecipato al procedimento. La bozza prevede poi un sistema di qualifi cazione delle stazioni appaltanti da realizzarsi attra-verso l’obbligo di iscriversi ad una apposita anagrafe presso l’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici, previa veri-fi ca delle capacità gestionale e amministrative della stazio-ne appaltante da effettuare in base ad un emendando decre-to ministeriale. Confermato, per il settore autostradale, il ripristino del modello di ap-provazione degli schemi di convenzione che era in vigore prima del 2006 (eliminati i passaggi al Cipe e alle com-missioni parlamentari). Infi-ne si introduce l’istituto della «consultazione democratica» sul modello del «débat public» per le grandi opere.

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I datori di lavoro (e i consulen-ti) avranno 15 giorni di tempo in più per effettuare le regi-strazioni sul libro unico del lavoro (Lul). Liberalizzate le trasformazioni dei rapporti da tempo pieno a part-time: non serve più la convalida della di-rezione provinciale del lavoro (dpl). Le comunicazioni rela-tive ad assunzioni nel settore turismo si potranno comple-tare entro i successivi cinque giorni. Infine, stop alle assun-zioni nominative dei disabili. Sono tra le novità previste in materia di lavoro dalla bozza di decreto per lo sviluppo.

Più tempo per il Lul. Una prima novità, dunque, riguar-da il termine per effettuare le registrazioni obbligatorie sul libro unico del lavoro. Oggi, questo termine è fissato al giorno 16 del mese successivo a quello di riferimento (le scrit-turazioni relative al mese di ottobre vanno completate en-tro il 16 novembre); la modifica prevista dalla bozza di decreto per lo sviluppo allunga il ter-mine dal giorno 16 «alla fine del mese successivo a quello di riferimento».

Libere le trasformazioni a part-time. La seconda novi-tà riguarda le trasformazioni dei rapporti di lavoro da tem-po pieno a tempo parziale. Oggi, queste trasformazioni sono soggette alla preventiva convalida della direzione pro-vinciale del lavoro; la bozza di decreto per lo sviluppo elimina questa condizione.

Co nel turismo. La bozza dà più tempo ai datori di lavoro per comunicare le assunzioni, prevedendo che la relativa Co possa essere effettuata entro il quinto giorno successivo all’instaurazione del rapporto di lavoro a condizione che, pri-ma dell’inizio della prestazione lavorativa, siano comunicati le generalità del datore di lavoro, la data d’inizio della prestazio-ne e il numero di lavoratori in-teressati. Tale comunicazione potrà essere effettuata a mezzo fax o con le modalità che sa-ranno stabilite con uno o più decreti dal ministero del lavo-ro, sentite le organizzazioni

sindacali nazionali dei datori di lavoro e dei lavoratori com-parativamente rappresentati-ve nella categoria.

Collocamento disabili. Infi-ne, due novità che riguardano la disciplina del collocamento obbligatorio (disabili). La pri-ma è l’abbassamento della soglia di invalidità per poter considerare e conteggiare nel-la quota «obbligatoria» l’even-tuale dipendente che si sia infortunato in azienda. Oggi, tale possibilità è prevista per i lavoratori che divengono ina-bili allo svolgimento delle pro-prie mansioni in conseguenza d’infortunio o malattia che abbiano subito una riduzione della capacità lavorativa non inferiore al 60%; la bozza di decreto per lo sviluppo abbas-sa questa soglia di riduzione della capacità lavorativa dal 60 al 46%. La seconda novi-tà consiste nell’eliminazione della possibilità di fare le richieste nominative sulle assunzioni di disabili agli uffici di collocamento. Oggi, infatti, la disciplina prevede che i datori di lavoro devono fare queste assunzioni facen-done richiesta di avviamento agli uffici competenti e che tali richieste possono essere nominative per: a) le assun-zioni cui sono tenuti i datori di lavoro che occupano da 15 a 35 dipendenti, nonché i par-titi politici, le organizzazioni sindacali e sociali e gli enti da essi promossi; b) il 50% delle assunzioni cui sono tenuti i datori di lavoro che occupano da 36 a 50 dipendenti; c) il 60% delle assunzioni cui sono tenuti i datori di lavoro che oc-cupano più di 50 dipendenti. La bozza cancella per intero la possibilità di effettuare le richieste nominative, con la conseguenza che ogni assun-zione di soggetti disabili da destinare alla copertura della cosiddetta «quota di riserva» prevista dalla legge sul collo-camento obbligatorio (legge n. 68/1999) dovrà essere «nume-rica», ossia formulata al collo-camento e da tale ufficio deci-sa attingendo dalle specifiche liste di attesa occupazione.

Daniele Cirioli© Riproduzione riservata

LE ALTRE MISURE

Nel lavoro si semplifica

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30 Mercoledì 19 Ottobre 2011 GIUSTIZIA E SOCIETÀ

Le conclusioni del Consiglio notarile di Milano saranno presentate venerdì 21 ottobre

Ricapitalizzazioni dirette subitoPossibile bypassare la preventiva riduzione ad assorbimento

DI ALESSANDRO FELICIONI

Aumenti di capitale a maglie larghissime nelle società in perdi-ta; potrebbe non essere

mai necessaria la preventiva ri-duzione ad assorbimento delle perdite se l’aumento diretto ripristina la situazione patologi-ca venutasi a creare. Così, anche se ad-dirittura le perdite erodono il capitale al di sotto del minimo legale, sarà possibile procedere diretta-mente all’aumento dello stesso in modo tale da annacquare le perdite e riportar-le sotto il livello di guardia; è questa la conclusione cui giunge la Com-missione società del Consiglio notarile di Milano, con la mas-sima n. 122 del 18 ottobre 2001, che sarà presentata e commen-tata nel corso di un convegno che si terrà venerdì 21 ottobre a Milano, appositamente organiz-zato dal Consiglio notarile.

Lo studio parte dall’analisi delle situazioni che possono comportare la necessità di in-tervenire sul capitale sociale delle società, in conseguenza di perdite maturate e accer-tate. Il codice civile disciplina puntualmente gli interventi da porre in essere allorché, in presenza di perdite, il capitale sociale sottoscritto e versato si riduca per più di un terzo del proprio ammontare nominale fi nanche a divenire inferiore al minimo legale consentito per la tipologia societaria adottata.

Nella prassi societaria la pre-senza di situazioni che la massi-ma defi nisce patologiche, ossia la presenza di perdite superiori a un terzo del capitale, è sempre stata risolta operando dappri-ma una riduzione del capitale volta a ottenere il riassorbimen-to completo delle perdite stesse e solo successivamente, in caso di necessità, un aumento di ca-pitale volto a ripristinare, se del caso, il minimo di legge.

La novità rilevante della massima è costituita dall’inter-pretazione in base alla quale è sempre possibile bypassare la prima parte della procedura passando, direttamente, alla fase dell’aumento di capitale. Ciò è sicuramente possibile nel caso in cui le perdite non inci-dano sul capitale sociale per più di un terzo del suo ammontare; situazione questa considerata, come detto, fisiologica e che quindi non necessiterebbe di alcun intervento. L’aumento di-retto di capitale, in tale ipotesi si pone come valida modalità di riduzione dell’incidenza delle perdite (che restano del loro ori-ginario ammontare) sul nuovo e aumentato capitale sociale.

Più delicata è la situazione nella quale la perdita eroda

il capitale per oltre un terzo; qui il codice civile è chiaro nel richiedere intervento degli am-ministratori al fi ne di adotta-re «opportuni provvedimenti». Proprio nell’interpretazione ampia di tale locuzione la massima intravede la possibi-

lità di agire direttamente con aumento di capitale idoneo a ripristinare il corretto rapporto tra perdite e, appunto capitale sociale, senza alcun preventi-vo assorbimento delle perdi-te stesse mediante riduzione dell’originario capitale. Anzi il Consiglio notarile non trova

alcun impedimento acché tali provvedimenti (aumento di ca-pitale) possano essere adottati non solo in sede di assemblea all’uopo convocata ma anche prima dell’assemblea che ap-prova il bilancio dell’esercizio successivo rispetto a quello nel

quale si è rilevata la perdita o addirittura in tale sede.

Nella gamma di perdite rilevanti la situazione più pesan-te è però quella in cui le perdite stesse ero-dano il capitale fi no a ridurlo al di sotto del minimo legale; ebbe-ne anche in questa deteriore situazione è ben possibile pro-cedere direttamente all’aumento di capi-

tale che, al netto delle perdite portate a nuovo, torni ad essere superiore ai minimi di legge. Ciò però a condizione che l’aumento stesso sia sottoscritto tempesti-vamente e sia appunto idoneo a riportare il capitale sopra la soglia di galleggiamento.

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Il 29 novembre 2011 scade il termine entro il quale le società già costituite entro il 28 no-vembre 2008 devono dotarsi di un indirizzo di posta elettroni-ca certifi cata e comunicarlo al registro imprese, come previsto dall’art. 6, comma 2, della legge 28 gennaio 2009, n. 2 «Conversione in legge, con mo-difi cazioni, del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185». Lo ricorda DigitPa. Le procedure per la comunicazione dell’in-dirizzo non sono in carico a DigitPa. Per informazioni è disponibile il numero verde gratuito gestito da Formez Pa (Linea Amica) 803.001 o è possibile consultare la pagina web http://www.registroim-prese.it/dama/comc/comc/IT/pec/indexSocieta.

Nel corso di una conferenza stampa tenutasi ieri mattina a Palazzo Vidoni il ministro per la Pubblica amministrazione e l’innovazione Renato Bru-netta ha presentato, insieme al ministro del Turismo Michela Vittoria Brambilla, l’opera-zione «Open Government, dati aperti e App». L’iniziativa altro non è che la declinazione in chiave web 2.0 e internet in mobilità del lavoro avviato da tre anni e mezzo sul fronte dell’e-Government. Per libera-re i dati pubblici, rendendoli disponibili su supporti leg-gibili anche su smartphone e tablet è stato creato un portale (www.dati.gov.it) che intende diventare punto di riferimento per gli Open data della Pa italiana.

Inaugurata ieri mattina a Roma la versione italia-na del portale Euractiv. Per l’occasione, il vicepresidente dell’Unione europea, Antonio Tajani, il presidente dell’uni-versità Bocconi, Mario Monti, e il vicepresidente del Senato, Emma Bonino, hanno discus-so insieme a politici e stake-holder italiani quali saranno le prospettive dell’Unione europea, soprattutto alla luce della recente crisi.

Oggi alle 12, presso la Sala stampa di Palazzo Marino a Milano, Daniela Benelli, Assessore all’area metropoli-tana del Comune di Milano, e Andrea Mancini, Capo dipar-timento del Censimento Istat, presentano il «15° Censimento della popolazione e delle abita-zioni 2011».

Il presidente di Anci Lom-bardia, Attilio Fontana, che nelle scorse settimane aveva rimesso il suo mandato nelle mani degli associati, è stato riconfermato all’unanimità alla guida di Anci Lombardia

dall’assemblea ordinaria con-venuta a Milano. Nel suo inter-vento Fontana ha spiegato le ragioni alla base della sua scel-ta, dichiarandosi disponibile a continuare nella sua funzione fi no alla naturale scadenza de mandati nel 2014.

Agenzia delle entrate e comune di Mileto uniti per il recupero dell’evasione fi scale. Il protocollo d’intesa siglato ieri dal direttore regionale delle Entrate della Calabria, Antonino Di Geronimo, e dal sindaco di Mileto, Vincenzo Varone, mira a sviluppare effi caci forme di accertamen-to fi scale dei tributi erariali attraverso lo scambio struttu-rato di informazioni. A partire dal 2012 e fi no al 2014, previa istituzione entro il 31 dicem-bre 2011 dei consigli tributari, il comune riceverà una quota pari al 100% delle somme recuperate.

Il governo turco ha aumen-tato la tassa sul fumo, ma i prezzi delle sigarette sono aumentati fi no a cinque volte l’incremento dell’imposta. La Philip Morris/Sabanci ha annunciato ritocchi ai prezzi delle sigarette tra il 28% e il 44%. Prima le sigarette costa-vano 4,5 lire turche (1,76 euro), ora ne costano 6,5 (2,5 euro). I fumatori più esigenti dovran-no sborsare 9 lire turche (3,5 euro) al posto delle 7 di prima. La tassa sulle sigarette più costose è aumentata invece di soli 40 kuru (15 eurocent).

Il presidente di Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani, ha dichiarato: «Nel programma elettorale del Pdl è espressa-mente prevista la rilevazione dei redditi nonché la contra-rietà a un Catasto patrimonia-le e, quindi, a una tassazione di questo tipo, coerentemente con l’abolizione dell’Ici, che è infatti un’imposta patrimo-niale, che sussiste per una gran parte di immobili e alla quale c’è chi vorrebbe aggiungerne una seconda. Nessuno dei patrimonialisti, comunque, considera l’enormità di impor-re una seconda patrimoniale anche per i molti immobili che danno un reddito mi-nimo o che addirittura non danno alcun reddito, essendo il mercato immobiliare da tempo caratterizzato da una mancanza di coerenza, come tutti gli onesti riconoscono, fra redditi e valori, com’era invece nel 1947 allorché si varò una patrimoniale straordinaria che con le sue norme, dal primo articolo al settantasettesimo, rimane un monumento del nostro diritto».

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31Mercoledì 19 Ottobre 2011Mercoledì 1I M P O S T E E TA S S E

I ril essi operativi della manovra di Ferragosto. E si attende il provvedimento direttoriale

Beni ai soci miccia per la verificaMa impraticabile la doppia tassazione del reddito accertato

DI FABRIZIO G. POGGIANI

Per la concessione in go-dimento di beni (auto, barche, immobili e quant’altro) intestati

all’impresa ma acquisiti anche grazie a fi nanziamenti dei soci, fi nalizzati anche alla capitaliz-zazione della società, rischio potenziale di accertamenti in capo al socio e alla società, ma doppia tassazione del reddito accertato impraticabile.

Questo ciò che emerge dalla combinata lettura dei commi 36-sexiesdecies e 36-septiesde-cies aggiunti, all’art. 2, del dl n. 138/2011, in sede di conversione nella legge n. 148/2011, dal le-gislatore fi scale, che dispongono sull’obbligo dell’adempimento comunicativo e sui riflessi di natura accertativa dei beni concessi in godimento ai soci e dall’art. 163, dpr n. 917/1986.

Preliminarmente, si eviden-zia che la comunicazione, in attesa del provvedimento di-rettoriale da emanare entro il prossimo 16 novembre, rela-tiva ai dati dei beni utilizzati dai soci, si aggiunge, inevita-bilmente, alla comunicazione, di cui all’art. 21, dl n. 78/2010 («spesometro») e alla comuni-cazione dei dati contenuti nei contratti di leasing, locazione e noleggio, nelle modalità in-dicate dal provvedimento del 5 agosto scorso (Agenzia delle en-trate, comunicato 26/09/2011), con l’obbiettivo di implementa-re le banche dati da utilizzate per gli accertamenti sintetici, di cui all’art. 38, dpr n. 600/1973 («redditometro»).

In effetti, che questa massic-cia raccolta di dati e informa-zioni non serva esclusivamente come deterrente all’evasione fi -scale è evidente, in quanto, per quanto concerne la concessione in godimento dei beni fi ttizia-mente caricati sull’impresa, ai sensi del comma 36-septie-sdecies, del citato articolo 2, della manovra di mezza estate, l’amministrazione fi nanziaria procederà a un controllo si-stematico della «… posizione delle persone fi siche che han-no utilizzato i beni concessi in godimento …» con chiarissimo riferimento alla «… ricostruzio-ne sintetica del reddito …» che terrà conto ulteriormente «… di qualsiasi forma di fi nanziamen-to o capitalizzazione effettuata nei confronti della società …»; in pratica, il valore dei beni e/o dei fi nanziamenti sostenuti dal socio saranno valutati anche ai fini della determinazione del reddito sintetico, di cui ai com-mi 4 e 5, dell’articolo 38, dpr n. 600/1973.

Sul punto gli obiettivi appaio-no chiari già dal tenore letterale delle disposizioni in commento in quanto, l’indeducibilità dei costi in capo all’impresa e l’at-tribuzione di un reddito «vir-tuale» in capo ai soci, ai sensi della nuova fattispecie prevista

dalla lettera h-ter), del comma 1, dell’art. 67 del Tuir, amplia la base imponibile, ma la comuni-cazione dei dati all’amministra-zione fi nanziaria incrementa, come detto, «… gli elementi di capacità contributiva …» posti alla base dell’accertamento sin-tetico.

In attesa dei chiarimenti ministeriali appare evidente l’utilizzo del valore del bene ce-duto in godimento e comunicato all’Agenzia ai fi ni del reddito-metro del socio o del familiare, ma altrettanto scontata non ap-pare l’attribuzione del reddito «virtuale» (quello da nuova let-tera h-ter, dell’art. 67) in capo

a questi ultimi, quale reddito utile ai fi ni del raggiungimento della congruità dello stesso.

Peraltro, sul tema dell’accer-tamento sintetico «puro», è op-portuno ricordare come la spesa effettuata nel periodo d’imposta impatti complessivamente nel periodo di sostenimento, con la reale possibilità di dimostrare esclusivamente il possesso di ul-teriori redditi (legittimamente) non dichiarati (esenti, soggetti a imposta sostitutiva ecc.).

Il comma 36-septiesdecies, dell’art. 2 della manovra, pe-raltro, dispone che ai fi ni del controllo delle «… posizioni delle persone fi siche che han-

no utilizzato i beni concessi in godimento e ai fi ni della rico-struzione sintetica del reddito …» si deve tenere conto «… di qualsiasi forma di fi nanziamen-to o capitalizzazione della socie-tà …»; sul punto, si evidenzia il mancato richiamo ai finan-ziamenti effettuati dall’impren-ditore individuale alla propria impresa, ancorché si ritenga che anche questi saranno utilizzati per la determinazione del red-dito sintetico, mentre appare evidente che i fi nanziamenti mo-nitorati (e utilizzati per l’accer-tamento) potranno essere anche quelli destinati a fi nalità diverse dall’acquisto dei beni concessi in

godimento al socio o ai familiari dell’imprenditore.

Inoltre, si ricorda che, in ap-plicazione della vecchia versio-ne dell’accertamento sintetico, i fi nanziamenti erano considerati alla stregua degli incrementi pa-trimoniali, per i quali si rende-va possibile la ripartizione nei cinque anni (comma 5, art. 38), mentre allo stato attuale e sal-va prova contraria, l’ammontare forma «totalmente» reddito in capo al fi nanziatore, nel periodo d’imposta nel quale lo stesso lo ha eseguito.

Di conseguenza, anche in as-senza di una specifi ca previsione, l’accertamento sulla società non sarà precluso, ribaltando sempli-cemente un principio consolida-to in giurisprudenza secondo la quale «… gli utili extra-bilancio della società di capitali a ristret-ta base azionaria o a base fami-liare si presumono distribuiti ai soci, salvo la loro prova contra-ria …» (Cassazione, sentenze n. 11724/2006, n. 3896/2007, n. 13845/2008 e n. 3896/2008, tra le altre) e, in presenza di un reddi-to insuffi ciente in capo al socio, potrà scattare l’ulteriore accer-tamento in capo al soggetto col-lettivo, non solo per la determi-nazione di un maggior reddito imponibile, peraltro stridente con le disposizioni sulla doppia imposizione, di cui all’art. 163 del Tuir, ma anche in qualità di sostituto per non aver operato le ritenute sui redditi «accerta-ti» e distribuiti.

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Con la circolare n. 61/e dello scorso 27 di-cembre 2010, l’Agenzia delle entrate ha fornito importanti interpretazioni in tema di fiscalità dei trust, che hanno suscitato molte perplessità presso i commentatori e gli operatori. Un tema molto discusso, af-frontato dalla circolare riguarda la fiscalità degli eventuali beneficiari italiani di trust esteri, ovvero quei trust domiciliati fiscal-mente all’estero e amministrati da soggetti (trustee) non residenti. L’Agenzia ha ritenu-to di rendere tassabili in capo ai beneficiari residenti le attribuzioni di reddito operate dal trustee estero per conto del trust non residente. Tale interpretazione, fa si che questi soggetti potrebbero essere obbligati a compilare il quadro RW relativamente alle disponibilità estere del trust a loro «riferibi-li», tema su cui la circolare in oggetto non si esprime esplicitamente.Se pur pare determinante, a una interpretazione letterale delle norme vigenti, che l’adempimento sia connesso strettamente al con-cetto di disponibilità - meglio, di detenzione - delle attività situa-te all’estero, si deve notare come in varie occasioni pubbliche gli esponenti dell’amministrazione finanziaria non abbiamo sciolto minimamente i dubbi sul punto, lasciando gli operatori, e ancor più, i contribuenti nella piena incertezza. Peraltro a fronte di

un impianto sanzionatorio imponente che, come più volte è stato fatto notare, solleva addirittura perplessità in ordine al principio di proporzionalità e senza dimenticarsi della sanzione, particolare nel diritto tributario, consistente nel meccanismo della confisca per equivalente. Le difficoltà aumentano se si pensa a come questo quadro RW dovrebbe essere compilato; quasi un mistero. Non a caso si rileva tra gli operatori, un crescente numero di operazioni di ridomiciliazione di trust esteri in Italia. A favore di tale «sta-gione delle ridomiciliazioni», ancora in pieno fervore, depongono una serie di motivazioni; in molti casi non vi è veramente motivo, so-prattutto in caso di cosiddetto family trust, nel mantenere un rapporto «a distanza» con un trustee che invece per definizione dovreb-be risultare «vicino» ai beneficiari. Inoltre è

evidente come il contesto attuale ponga sotto mille riflettori qualsiasi rapporto che un con-tribuente italiano intrattenga, anche in tota-le buona fede, con una controparte estera. Non va nascosto inoltre come alcune leggi regolatrici del trust proprie di certi paesi, consentano di comprimere il diritto di in-formazione dei beneficiari, con il risultato paradossale di contribuenti che nella fatti-specie risulterebbero tenuti alla compilazio-ne del quadro RW a fronte di una posizione beneficiaria di cui, per espressa volontà del disponente del trust, non sono neanche a conoscenza. Tornando ai temi di queste ore, per quanto attiene alla prossima scadenza della presentazione della dichiarazione dei redditi forse qualche riflessione merita di essere condotta, tenendo comunque a mente che la dichiarazione può essere integrata

con sanzioni minime oltre la scadenza ordinaria del 30 set-tembre. È bene ricordare che in ogni caso il quadro RW fotogra-fa la situazione al 31 dicembre di ogni anno solare; motivo per cui, se la ridomiciliazione del trust può rappresentare una soluzione, potrà esserlo ormai non di certo per Unico 2011, che attiene all’anno 2010, ma sicu-ramente un’opportunità per gli anni futuri.

Giuseppe [email protected]

L’ANALISI

Trust, beneficiari in corsa per la ridomiciliazione

dalla lettera h ter) del comma a questi ultimi quale reddito no utilizzato i beni concessi in

BENI DI COMODO

La concessione in godimento al socio o al familiare deve essere comunicata all’Agenzia delle Entrate, con incertezza se la stessa deve essere presentata sempre e comunque o soltanto quando il corrispettivo annuo risulti inferiore del valore normale

ACCERTAMENTO

Utilizzo del valore dei beni utilizzati in godimento dai soci e dai familiari dell’imprenditore ai i ni della ricostruzione sintetica del reddito, con incertezze per quanto concerne la determinazione di un extra-reddito in capo al soggetto collettivo (società)

DOPPIA IMPOSIZIONE

Necessaria una previsione di esclusione della doppia im-posizione (società e socio) sul medesimo presupposto, in assenza di reddito capiente in capo al socio, ai sensi dell’art. 163, dpr n. 917/1986

FINANZIAMENTI

Per la ricostruzione sintetica del reddito del socio, si rende necessario chiarire se si deve tenere conto solo ed esclu-sivamente dei i nanziamenti i nalizzati all’acquisto dei beni concessi in godimento

L i i di t l i l f ili d

BENI IN GODIMENTO E REDDITOMETRO, INCROCI PERICOLOSI

ONLINE 15 ANNI DELL’ESPERTO RISPONDE

Tutte le risposte ai quesitidei lettori sono disponibili

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32 Mercoledì 19 Ottobre 2011 I M P O S T E E TA S S E

Effetti delle modii che introdotte dal decreto legge 98/2011, che scatteranno da gennaio

Gli ex minimi senza via d’uscitaL’unica opzione resta il regime di contabilità ordinaria

DI ANDREA BONGI

Per gli ex minimi nessu-na via d’uscita. L’unica possibilità di fuga, più teorica che pratica, è

costituita dall’opzione per il regime contabile ordinario. Per tutti gli attuali contribuenti mi-nimi che dal 1° gennaio 2012 verranno catapultati automa-ticamente nel regime sempli-ficato previsto dal comma 3 dell’articolo 27 del dl 98/2011, l’unica alternativa possibile ri-sulta dunque l’opzione per la tenuta della contabilità ordina-ria. Questa via di fuga è espres-samente disciplinata dal com-ma 5 della disposizione sopra richiamata ai sensi della quale i potenziali ex minimi «possono optare per l’applicazione del re-gime contabile ordinario».

Non era così per gli originari contribuenti minimi per i qua-li il comma 110 dell’articolo 1 della legge 244/2007 disponeva che essi potevano «optare per l’applicazione dell’imposta sul valore aggiunto e delle imposte sui redditi nei modi ordinari» con ciò lasciando intendere la libertà di scelta del futuro regime contabile opzionale fra l’ordinario e quello delle c.d. imprese minori ex articolo 66 del Tuir. Ciò che allora con-tava era infatti solamente il passaggio ai criteri ordinari di determinazione delle imposte sui redditi e dell’Iva al posto di quelli forfettari previsti dal particolare regime introdotto dalla fi nanziaria 2008.

È una differenza letterale che deve far riflettere. Se è vero che le parole sono pietre, e nel diritto tributario spesso sono veri e propri massi, la dif-ferente terminologia utilizzata dal legislatore non può essere frutto del caso.

Impossibile infatti pensare ad un soggetto ex minimo che, pur mantenendo i requisiti soggettivi e oggettivi previsti ad origine dalla legge n.244 del 2007, decida di optare per la tenuta del regime contabile ordinario per almeno un trien-nio. La marginalità economica dell’attività svolta, i cui ricavi compensi devono essere infe-riori ai 30 mila euro/anno, si scontra con le rigidità e i co-sti connessi alla tenuta delle scritture contabile nel regime ordinario.

Se è così, se le parole sono dunque pietre, non resta che chiedersi quali motivazioni hanno indotto il legislatore a una scelta così rigida.

L’unica spiegazione plausi-bile può essere quella di voler imbrigliare gli ex contribuenti minimi in quel regime natura-le di sbocco previsto per essi dal terzo comma dell’articolo 27 del dl 98/2011. Un regime para-semplifi cato con metodi ordinari di determinazione delle imposte dirette e con il ritorno dell’Iva da versare

tramite unica liquidazione su base annuale, al quale, di fatto non esistono alternative. È come se il legislatore aves-se posto i futuri ex minimi di fronte a un’unica scelta: o il regime di sbocco naturale per essi confi gurato o la cessazio-ne dell’attività.

Se questo scenario troverà conferma anche nei futuri prov-vedimenti attuativi dei nuovi regimi destinati ai contribuenti

minimi resta da chiedersi cosa succederà al momento in cui tali soggetti, indipendentemente dal regime di destinazione (nuovi o ex minimi), perderanno i requi-siti della legge 244/2007.

L’uscita da uno dei due nuovi regimi dei minimi previsti dal legislatore della prima manovra estiva dovrebbe condurre, quale sbocco naturale, verso il regime delle imprese minori e mai ver-so il regime contabile ordinario

che potrà nuovamente essere invocato, ma solo tramite opzio-ne espressa del contribuente.

Un caso del tutto peculiare è rappresentato dal superamen-to, in corso d’anno, di oltre il cinquanta per cento del limi-te annuo dei 30 mila euro. In questa ipotesi infatti il comma 111 dell’articolo 1 della legge 244/2007 prevede la fuoriusci-ta immediata dal regime a im-posta sostitutiva con il ritorno immediato ai regimi ordinari Iva e dirette. È dunque dovero-so porsi il problema in ordine al mantenimento di detta disposi-zione e dei suoi effetti anche nei due nuovi regimi introdotti in sostituzione di quello dei mini-mi dal dl 98/2011.

Tenuto conto del richiamo continuo alle disposizioni ori-ginarie del regime dei minimi operato dal legislatore della prima manovra dell’estate 2011, l’interpretazione di tipo sistematico più plausibile ap-pare la seguente: il supero del limite dei 30 mila euro per ri-cavi o compensi di oltre il 50% comporterà la fuoriuscita im-mediata dal regime dei nuovi

minimi ma non da quello degli ex minimi. Per questi ultimi la circostanza di cui sopra comporterà la fuoriuscita ma soltanto dall’anno successivo. Ciò perché nel regime ex mi-nimi le imposte dirette, e in un certo senso anche l’Iva, sono già determinate con metodi ordinari per cui nessuna per-dita di gettito si può verifi care per l’erario dal supero di oltre il 50% del limite dei ricavi in corso d’anno.

Del tutto diverso il caso dei nuovi minimi. Qui il regime a imposta sostitutiva super ri-dotta del 5% ripropone tutte le conseguenze già previste dal legislatore nel citato comma 111 dell’articolo 1 della legge 244/2007. Da ciò la fuoriuscita in corso d’anno.

Le questioni sopra esposte e i conseguenti dubbi interpre-tativi che ne derivano ripro-pongono, con forza, la necessi-tà di un intervento tempestivo dell’amministrazione fi nanzia-ria finalizzato a far luce sui nuovi regimi applicabili dal 1° gennaio 2012.

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La riforma fiscale non servirà a ridurre la pressione fiscale, bensì solo a stabilire con quali modalità aumentarla. Senza in-

terventi sul fronte della spesa pubblica, alla luce delle fondamenta che sono state gettate, l’aggravio tributario su impre-se e cittadini è inevitabile. Sul versante della lotta all’evasione, invece, il Fisco dovrebbe concentrare le proprie forze sul fare emergere ciò che non viene dichia-rato, piuttosto che contestare e ri-determinare i redditi de-n u n c i a t i . A parlare è Claudio Siciliotti, presiden-te nazio-

nale dei commercialisti, intervenuto ieri in audizione presso la commissione fi nanze del senato. Il messaggio è piutto-sto chiaro: alle condizioni attuali, anche la più auspicabile delle riforme non po-trà far sì che le tasse scenderanno. Anzi, il contrario. «Ben 20 miliardi di euro di maggiori entrate messe a bilancio dal 2014 (4 miliardi nel 2012 e 16 miliardi nel 2013, ndr) sono in realtà una casella bianca che aspetta di essere riempita con una riforma fi scale che dovrà in buona sostanza compiere le scelte fi nalizzate al loro reperimento», osserva il presidente del Cndcec, «siamo i primi a rammari-carcene, ma è un dato tecnico oggettivo che non può essere sottaciuto». A parità di uscite, per conseguire un gettito ag-giuntivo da 40 miliardi complessivi il ca-rico impositivo gravante sui contribuenti non potrà che essere ritoccato verso l’al-to. La pressione fi scale, secondo i dati tratti dai documenti di fi nanza pubblica predisposti dal governo e riproposti ieri dal Cndcec davanti ai senatori della VI commissione, supererà il 44% già a par-tire dal 2012. «Si potrà razionalizzare, semplifi care e redistribuire il prelievo

secondo criteri di maggiore equità», prosegue Siciliotti, «ma se non si pongono in essere altre manovre fi -nanziarie che agiscano sul lato della spesa, recuperando lì i 4+16+20 mi-

liardi già messi a bilancio pre-visionale, la riforma fi scale che andremo a varare non soltanto non potrà in alcun modo ridurre la pressione fiscale complessiva, ma anzi dovrà implicitamen-te defi nire le modalità del

suo aumento».Per quanto riguarda le proposte con-

crete, i commercialisti ripartono da quelle già messe a punto dal Consiglio nazionale col Manifesto per la riforma fi scale, diffuso nel novembre 2010. Tra i capisaldi lo spostamento della tassazio-ne «dalle persone alle cose», l’abolizione dell’Irap, un aumento della tassazione sui redditi di capitale e incentivi fi scali alla capitalizzazione delle imprese. Non solo. Siciliotti ribadisce la validità delle osservazioni portate dal Cndcec alle ri-unioni del tavolo tecnico sull’economia non osservata, presieduto dal presiden-te dell’Istat, Enrico Giovannini (si veda ItaliaOggi del 19 luglio 2011). Tra que-ste, l’elevazione a rango costituzionale dello Statuto del contribuente e il c.d. «contrasto di interessi».

Infine, pur condividendo una seria politica di lotta all’evasione, Siciliotti esprime preoccupazione «a fronte delle sempre più roboanti dichiarazioni volte a rinvenire in essa il serbatoio princi-pale cui attingere per sistemare i conti dello Stato». Come dire: bene l’attività di contrasto «fi nalizzata a ripristinare con-dizioni di equità sociale tra i cittadini», male invece «la mera attività di recupe-ro di gettito, che vede il cittadino come controparte, anziché come azionista». Sul punto, il Cndcec auspica il potenzia-mento della componente investigativa. «Oggi questa attività ha una componen-te impiegatizia ancora troppo spiccata», conclude il presidente, «l’obiettivo deve essere quello di far emergere il sommer-so, più che questionare, contestare e di-sconoscere ciò che viene dichiarato».

Valerio Stroppa

IL PRESIDENTE DEI COMMERCIALISTI IN AUDIZIONE AL SENATO

La riforma non ridurrà la pressione fiscaleSiciliotti: servirà solo a stabilire secondo quali modalità aumentare le tasse

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Regime dei minimi – opzione

(comma 110, art.1, Legge 244/07)

«I contribuenti minimi pos-sono optare per l’applicazio-ne dell’imposta sul valore aggiunto e delle imposte sul reddito nei modi ordinari».

Regime degli ex minimi – opzione

(comma 5, art.27, dl 98/11)

«I soggetti di cui al comma 3 possono optare per l’appli-cazione del regime contabile ordinario».

LE DIFFERENTI OPZIONI

Claudio Siciliotti

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33Mercoledì 19 Ottobre 2011Mercoledì 1I M P O S T E E TA S S E

Dalla circolare 37 dell’Agenzia delle entrate emerge la traccia della prossima dichiarazione

Stabile organizzazione, Iva al bisOperazioni proprie e della casa madre in contabilità distinta

DI FRANCO RICCA

Dichiarazione annuale Iva con moduli contabi-li distinti per la stabi-le organizzazione che,

oltre alle operazioni proprie, veicola quelle effettuate in Ita-lia dalla casa madre estera. Ma anche per l’impresa italiana che effettua operazioni territorial-mente rilevanti prodotte dalla propria stabile organizzazione all’estero. Sono queste le no-vità che, con tutta probabilità, troveranno posto nella prossi-ma dichiarazione annuale Iva, alla cui modulistica sono vero-similmente al lavoro i tecnici dell’Agenzia delle entrate.

Novità che possono desumer-si dalla circolare n. 37 del 29 luglio 2011, con la quale l’Agen-zia ha illustrato la riforma della territorialità scattata nel 2010, ma che, in parte, erano già ne-cessitate da modifiche prece-denti.

La stabile organizzazione quale soggetto passivo resi-dente

In base all’art. 7 del dpr 633/72, come riformulato dal dlgs n. 18/2010, conformemente alla normativa comunitaria, la stabile organizzazione in Italia di un soggetto passivo estero si considera, ai fi ni dell’Iva, «sog-getto passivo stabilito» relati-vamente alle operazioni attive da essa stessa poste in essere, nonché alle operazioni passive ricevute e utilizzate, nel terri-torio dello stato.

Di conseguenza, circoscriven-do il discorso alle sole operazio-ni attive, la stabile organizza-zione, per le operazioni proprie, assume a pieno titolo anche la veste di debitore dell’Iva, al pari degli altri soggetti «residenti» (nel peculiare significato che tale espressione assume agli

effetti dell’Iva).

L’estensione della qualifi -ca di debitore dell’Iva

Fermo quanto sopra, la stabile organizzazione può assumere la veste di debitore dell’Iva anche quando non è essa stessa pro-tagonista dell’operazione terri-torialmente rilevante. Questo avviene, nella disciplina armo-nizzata della direttiva, quando la stabile organizzazione «par-tecipa» alle operazioni territo-riali poste in essere dalla casa madre estera, come si desume dall’art. 192-bis della direttiva 112 del 2006. Sul concetto di partecipazione, pur senza for-nire un’espressa definizione positiva, l’art. 53 del regola-mento n. 282/2011 offre impor-tanti indicazioni, precisando anzitutto che si presume che la stabile organizzazione non partecipi all’operazione posta in essere dal soggetto estero, a meno che costui utilizzi i mez-zi tecnici o umani della stabile

organizzazione per operazio-ni inerenti alla realizzazione dell’operazione effettuata nel territorio dello stato, prima o durante la realizzazione dell’operazione stessa.

La stessa disposizione chia-risce poi che la partecipazione non si realizza se i mezzi del-la stabile organizzazione sono utilizzati solo per funzioni di supporto amministrativo, qua-li la contabilità, la fatturazio-ne e il recupero di crediti; tut-tavia, se viene emessa fattura con il numero identificativo della stabile organizzazione, si presume, salvo prova contra-ria, che essa abbia partecipato alla realizzazione dell’opera-zione.

In sintesi, la stabile organiz-zazione è debitore dell’Iva sulle operazioni territoriali, in ogni caso (e dunque anche quando il destinatario è un soggetto pas-sivo stabilito in Italia), quando effettua essa stessa l’operazio-ne, oppure quando vi partecipa

nel senso sopra precisato.

Assunzione della qualifi ca «per necessità»

In base alla normativa nazio-nale, inoltre, la stabile organiz-zazione è tenuta ad assolvere gli adempimenti d’imposta quando l’operazione territoria-le è posta in essere dalla casa madre estera nei confronti di un soggetto passivo estero op-pure di un privato consumato-re. In questa ipotesi, infatti, la stabile organizzazione, pur es-sendo estranea all’operazione, deve assolvere gli adempimen-ti per conto della casa madre estera ai sensi dell’art. 17, dpr 633/72, come se fosse un rap-presentante fi scale. Si deve ri-cordare, al riguardo, che già dal 2009, dopo l’emanazione del dl n. 135/2009, è venuta meno la possibilità per il soggetto este-ro che ha una stabile organiz-zazione in Italia di identifi carsi anche tramite rappresentante fi scale o direttamente, sicché

le operazioni poste in essere (o ricevute) dovranno essere veicolate attraverso la stabile organizzazione. Le modifi che introdotte dal dl 135/2009 inducevano a ritenere che si rendesse pertanto necessario, ferma l’unicità della posizione Iva, ricorrere all’applicazio-ne separata dell’imposta, per tenere distinte, anche ai fi ni del diritto alla detrazione, da un lato, le operazioni proprie della stabile organizzazione e, dall’altro, quelle veicolate per conto della casa madre.

Questa esigenza sembra es-sere stata colta ora dalla cir-colare n. 37/2011, che chiarisce infatti che, per le operazioni rese da un soggetto estero nei confronti di privati consuma-tori, oppure di soggetti passivi esteri, gli obblighi d’imposta dovranno essere assolti dal soggetto stesso tramite il nu-mero di partita Iva attribuito alla sua stabile organizzazione italiana, adottando però una distinta serie di numerazione delle fatture non riferibili alle operazioni poste in essere dal-la stabile organizzazione. Sem-bra corretto dedurne, quindi, che la stabile organizzazione dovrà applicare separatamen-te l’imposta, tenendo distinte, da un lato, le operazioni pro-prie e quelle alle quali abbia partecipato, e, dall’altro, le operazioni veicolate per con-to del soggetto estero, e che le due categorie di operazioni dovranno essere indicate in distinti moduli della dichia-razione annuale Iva 2012.

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I vani accatastati come cantina ma che in realtà vengono usati a scopo abitativo non fanno scat-tare l’agevolazione fi scale per la prima casa se la superfi cie globale supera i 240 mq. Lo ha stabilito la Corte di cassazione che, con la sentenza numero 21533 del 18 ottobre 2011, ha respinto il ricorso di una coppia che rivendicava le agevolazioni fi scali per la prima casa dal momento che i vani acca-tastati come abitazione non superano i 240 metri quadrati. Ma il fi sco aveva spiccato l’accertamento della maggiore imposta di registro dal momento che da una verifi ca era emerso che alcuni locali, accatastati come cantina, venivano invece usati come abitazione, facendo così superare il limite consentito dalla legge.

Contro l’atto impositivo i due hanno presentato ricorso alla Ctp di Firenze ma senza successo. La decisione è poi stata confermata dalla Ctr toscana. Ora la Cassa-

zione l’ha resa defi nitiva. In particolare, condivi-dendo la relazione e le conclusioni della Procura generale del Palazzaccio, il Collegio della sezione tributaria ha motivato che «ribadita in sede di di-scussione, in quanto, fermo restando il difetto di autosuffi cienza riscontrato, a fronte della precisa asserzione della Ctr che i vani indicati come can-tine sono posti allo stesso livello degli altri e han-no la medesima altezza (quindi ex se utili) appare ininfl uente la normativa sull’accatastamento, in quanto l’accertamento di fatto della non corrispon-denza alla realtà del dato catastale ne elimina la rilevanza, essendo onere della parte non assolto in sede di merito (né dedotto come motivo di impugna-

zione) la dimostrazione concreta, tramite idonea documentazione tecnica, che i vani in questione non erano utilizzabili a scopo abitativo».

Debora Alberici

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34 Mercoledì 19 Ottobre 2011 I M P O S T E E TA S S E

Studio del Consiglio nazionale del Notariato: nel caso dei parchi va valutato il tipo di bene

Fotovoltaico, mini-impianti esentiNiente Ici per installazioni su lastrici solari a uso familiare

DI MARIA ANGELA PETTINELLA

E ANTONIO MONTEMURRO

Gli impianti di piccola di-mensione posti su lastri-ci solari ad uso familiare non rientrano nell’am-

bito della tassazione Ici mentre per i parchi fotovoltaici occorre distinguerli a seconda che possa-no qualifi carsi come beni mobili o immobili.

È quanto emerge da uno studio del Consiglio nazionale del No-tariato Agosto 2011 concernente la qualifi cazione civilistica e fi -scale degli impianti fotovoltaici. In ambito Ici la distinzione tra piccoli e grandi impianti fotovol-taici può costituire un elemento utile ai fi ni della qualifi cazione dell’impianto quale bene mobile o immobile. Lo studio distingue le centrali fotovoltaiche dagli impianti fotovoltaici di piccole dimensioni, in isola o connessi in rete. Secondo tale distinzione gli impianti di piccola dimensio-ne posti su lastrici solari ad uso familiare non rientrano nell’am-bito della tassazione Ici, mentre per l’insieme di generatori di

grandi dimensioni in grado di produrre una elevata quantità di energia (cd. parchi fotovoltaici) si pone il problema della corretta qualifi cazione come beni mobili o immobili. Lo studio prende a base di analisi, ovviamente, l’art 1 comma 2 del dlgs 504/92 il quale enuncia quale presupposto dell’Ici è il possesso dei fabbrica-ti e che «per fabbricato s’intende l’unità immobiliare iscritta o che deve essere iscritta nel catasto edilizio urbano».

L’analisi del Notariato fa no-tare che la nozione catastale di immobile suscettibile di attribu-zione di rendita è più ampia di quella di fabbricato ricompren-dendo in detta nozione anche le costruzioni stabili di qualunque materiale costituite (art. 4 rdl 13 aprile 1939 n. 652). Non possono essere considerati beni immobili e quindi non sono assoggettabili ad Ici quali fabbricati, i manufat-ti che non sono compenetrati al suolo in modo da realizzare un unico bene complesso, ma che possono essere separati senza perdere la loro funzionalità.

Pertanto per gli impianti foto-voltaici di piccole dimensioni la

connessione al suolo non sembra produrre un cd. bene integrato in quanto i pannelli solari anche se incorporati al suolo possono es-sere smontati e riposizionati in altro luogo senza perdere la loro autonomia funzionale, non c’è quindi un’unione dell’impianto al suolo che giustifi chi la qualifi ca-zione come bene immobile anzi-ché mobile. Anche l’Agenzia delle entrate ha precisato che tra suolo e impianto non vi è la connessio-

ne e integrazione funzionale, in quanto l’impianto fotovoltaico è costituito da pannelli solari che possono essere agevolmen-te rimossi e posizionati altrove mantenendo inalterata la loro funzionalità. Per gli impianti fotovoltaici di grandi dimensio-ni l’Agenzia del territorio (ris. n. 3 del 6/11/2008) precisa che i pannelli fotovoltaici posizionati permanentemente al suolo sono assimilabili alle turbine delle

centrali idroelettriche e che gli immobili ospitanti gli impianti fotovoltaici sono da considerarsi unità immobiliari e qualifi cabili come categoria «D/1 - opifi ci» e nel calcolo della rendita catastale devono essere inclusi i pannelli fotovoltaici e quindi essere assog-gettati ad Ici.

L’incentivazione al ricorso e alla produzione di energia da fonti rinnovabili costituisce uno dei temi centrali della politica internazionale e comunitaria in materia di protezione dell’am-biente. Il Notariato ritiene quin-di necessario un coordinamento tra le diverse tesi del Territorio e delle Entrate in merito alla corretta qualifi cazione degli im-pianti fotovoltaici, e in attesa di ulteriori chiarimenti ministeriali si ritiene che non sempre per tali beni si verifi ca quell’integrazione al suolo come nel caso di centrali termoelettriche, realizzando così un bene complesso; sarà quindi probabilmente necessario verifi -care la grandezza e la portata de-gli impianti ai fi ni di un corretto accatastamento e tassazione ai fi ni Ici degli stessi.

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35Mercoledì 19 Ottobre 2011MercoledENTI LOCALI E STATO

Corte dei conti: gettito sovrastimato. Ed Eurostat lancia l’allarme sull’impianto delle regole

Il patto di stabilità perde i pezziDubbi sulla Robin tax e sul rispetto delle norme europee

da Viareggio FRANCESCO CERISANO

Il patto di stabilità 2012 ri-schia di perdere i pezzi. Perché da un lato la Corte dei conti ha sollevato forti

dubbi sulla reale quantifica-zione della Robin Tax, l’ad-dizionale Ires sulle imprese energetiche il cui gettito, sti-mato in 1,8 miliardi di euro, è stato destinato dal governo a parziale copertura dei 6 mi-liardi di sacrifici chiesti agli enti dal dl 138. Ma dall’altro è tutta l’architettura del Pat-to a scricchiolare dopo che Eurostat ha inviato, tramite l’Istat, una nota riservata al Mef chiedendo di rivedere la normativa italiana e render-la più aderente alla disciplina europea. Nel mirino dell’Ue ci sono la contabilizzazione dei trasferimenti (che dovrebbe-ro essere valutati per cassa e non invece per competen-za) e le alienazioni dei beni immobiliari che Eurostat chiede siano escluse dai saldi rilevanti. Le perplessità dei magistrati contabili italiani e dell’organismo europeo di statistica (di cui si è parlato nella seconda giornata del convegno organizzato da Le-gautonomie a Viareggio) stan-no scompaginando i piani dei tecnici di via XX Settembre nella fase forse più delicata dell’anno: la scrittura delle regole contabili 2012 in vista del varo della legge di stabili-tà. E, secondo quanto risulta a ItaliaOggi, sarebbero proprio questi dubbi ad aver determi-nato lo stralcio delle norme sul Patto dal disegno di leg-ge varato venerdì scorso dal consiglio dei ministri. Come si ricorderà, (si veda ItaliaOggi del 13/10/2011) nella bozza di quella che era un tempo la vecchia legge finanziaria, era stato «prenotato» un ar-ticolo (seppur in bianco) sul Patto, poi improvvisamente scomparso nel testo approva-to da palazzo Chigi. La norma, concordata con Anci, Upi e re-gioni, avrebbe dovuto innanzi-tutto sancire l’obbligatorietà dello sconto di 1,8 miliardi (vi-sto che il dl 138 afferma che l’importo della manovra «può» essere ridotto) ripartendolo, già dal 2012, tra i diversi li-velli di governo in base all’en-tità del concorso agli obiettivi di risanamento della finanza pubblica chiesto a ciascuno di essi. E così, in base a una boz-za circolata nei giorni scorsi, che sembrerebbe essere supe-rata dopo i dubbi della Corte, i comuni avrebbero beneficiato di uno sconto di 500 milioni di euro, le province di un alleg-gerimento di 170 milioni e il restante miliardo sarebbe sta-to di pertinenza delle regioni. Per gli enti, che già hanno la mente proiettata ai bilanci di previsione, sarebbe stata una

bella boccata d’ossigeno. Pec-cato però che il «regalo» del governo si basi su una condi-zione del tutto aleatoria: in-cassare dall’addizionale Ires sulle imprese energetiche un gettito pari a quello stimato nella manovra. A questo pun-to, dunque, le cose si compli-cano e appare più diffi cile che gli enti locali possano ricevere subito lo sconto.

La norma «fantasma» sul Patto (che potrebbe essere re-cuperata nel decreto sviluppo o inserita come emendamen-to parlamentare alla legge di stabilità) contiene anche le nuove percentuali da appli-care per centrare gli obietti-vi contabili nel 2012 e 2013. La base di riferimento sarà sempre la spesa corrente me-dia 2006-2008 a cui i comuni con più di 5.000 abitanti do-vranno applicare il 15,6% nel 2012 e il 15,4% nel 2013. Per le province l’asticella sarà un po’ più alta: 16,6% nel 2012 e 19,7% nel 2013. Il nuovo Pat-to segnerà anche un debutto:

quello dei piccoli comuni (da 1.000 a 5.000 abitanti) a cui i vincoli di bilancio si appliche-ranno a partire dal 2013. An-che per loro la percentuale di riferimento sarà del 15,4%.

Ma anche su queste percen-tuali, non ancora definitive, pesano delle incognite. E sono quelle derivanti, come detto, dai dubbi di Eurostat. «Abbia-mo chiesto al governo di la-sciarci tranquilli per il 2012», rivela Francesco Delfino, com-ponente dell’Osservatorio del Viminale sulla finanza e la contabilità degli enti locali e membro della Copaff, «ma nel 2013 ci ritroveremo questo problema davanti». In pratica, per quest’anno il Mef sembra intenzionato a fare orecchie da mercante ai rilievi di Bru-xelles, ma dal 2012 sul 2013 la riforma del Patto dovrà essere messa in cantiere. Non rap-presentare in modo corretto e veritiero i bilanci degli enti locali è un lusso che l’Italia non può permettersi.

©Riproduzione riservata

Un rinvio al 2014 della rifor-ma della riscossione. Perché i comuni non sono ancora pron-ti a sostenere le conseguenze dell’uscita di scena di Equita-lia dal settore della fi scalità locale, sancita dal decreto svi-luppo di luglio (dl n. 70/2011). Lo ha chiesto ufficialmente Legautonomie a conclusione del convegno di Viareggio. Secondo l’associazione gui-data da Marco Filippeschi, visti i tempi stretti che se-parano gli enti dalla fatidica scadenza dell’1/1/2012, è alto il rischio di un vuoto norma-tivo e organizzativo nella ge-stione dei fl ussi fi nanziari, soprattutto nei piccoli comuni. Per questo, meglio sarebbe allineare l’entrata in vigore della riforma con l’avvio a regime del federalismo fi scale che rivoluzionerà l’attuale paniere di tributi locali (l’Ici, per esempio, lascerà il posto all’Imu principale, mentre Cosap, Tosap, imposta sulla pubblicità e diritti sulle affi ssioni verranno accorpati nell’imposta mu-nicipale secondaria). E, soprattutto, si dovrebbe consentire agli enti locali di utilizzare la riscossione coattiva «in modo da garantire una più effi cace ed equa attività di recupero». Nel documento approvato a Viareggio si chiede anche l’isti-tuzione di una commissione di lavoro congiunta per la co-stituzione di una società di riscossione degli enti locali col supporto di Equitalia, Anci, Upi e Legautonomie. Senato federale, al via la raccolta di fi rme. L’istituzione del senato federale è tra le priorità programmatiche di Legau-tonomie che la ritiene un passaggio indispensabile per dare rappresentanza agli enti locali e consentire che le più rile-vanti decisioni di indirizzo politico vengano sottoposte a tut-ti i livelli istituzionali di governo. Per questo l’associazione presieduta da Marco Filippeschi ha promosso una raccolta di fi rme, partita proprio da Viareggio.

Francesco Cerisano©Riproduzione riservata

Filippeschi (Legautonomie): nuova riscossione da rinviare

DI ANTONIO G. PALADINO

Nelle province e nei comuni dove nel 2011 si sono svolte le elezioni amministrative, il contributo ordi-nario erogato dal ministero dell’in-

terno, sarà tagliato, rispettivamente, di 1,27 e 6,47 euro per abitante.

È quanto precisa il ministero dell’interno nel decreto 28 settembre 2011, pubblicato sulla Gazzetta Uffi ciale del 14 ottobre scorso, con cui si attuano le disposizioni contenute all’articolo 2, comma 183 della legge n. 191/2009 (legge fi nanziaria per il 2010).

Come si ricorderà, la norma sopra richia-mata ha previsto che il contributo ordina-rio assegnato del Viminale per il 2011 (ex articolo 34, comma 1, lettera a), del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 504), è ri-dotto per le province e i comuni interessati nel 2011 dallo svolgimento delle elezioni amministrative, rispettivamente, di 5 e 86 milioni, applicando la riduzione alla popola-zione residente al 31.12.2009 (sulla scorta dei

dati forniti dall’Istat). Sul punto, la norma inserisce anche le regioni a statuto specia-le quali destinatarie del provvedimento, le quali dovranno provvedere ad adottare «le disposizioni idonee a perseguire tali fi nalità in conformità ai rispettivi statuti e alle rela-tive norme di attuazione».

Pertanto, a seguito delle consultazioni amministrative svoltesi nei mesi di maggio e giugno 2011, il taglio del contributo ordi-nario erogato dal Viminale coinvolge nove province e 1299 amministrazioni comunali, tenuto conto che in alcuni piccoli comuni non si è potuto procedere al rinnovo dei ri-spettivi consigli per mancanza del quorum, mentre nel comune di Soddì (Or) non sono state presentare candidature. Si rileva, poi, che i tagli, secondo quanto prevede il pre-detto comma 183 della Finanziaria 2010, saranno ancora maggiori il prossimo anno, quando si dovrà procedere a una riduzione, rispettivamente, di sette e 118 milioni, per le province e i comuni che saranno interes-sati dal turno elettorale.

Quindi, sulla popolazione considerata ai fi ni Istat, il dm in osservazione ha rilevato che per le province dove si è rinnovato il consiglio provinciale, sarà determinata per il corrente anno una riduzione del contribu-to ordinario pari a 1,274 euro per abitante. Mentre per i comuni delle regioni a statuto ordinario e quelli sardi e siciliani, sempre interessati dal turno elettorale, sarà ope-rata una riduzione del contributo ordinario pari a 6,47 euro per abitante.

Il decreto, inoltre, specifi ca che per i soli comuni delle regioni a statuto ordinario, la riduzione si applica al contributo ordi-nario, calcolato in forma fi gurativa ai fi ni di quanto sancito dagli artt. 2 e 3 del dm interno 21.6.2011, ovvero le disposizioni che regolano il fondo sperimentale di ri-equilibrio che spetta ai comuni con meno e con più di cinquemila abitanti. Restano comunque ferme tutte le assegnazioni fi -nanziarie che spettano agli stessi ai sensi del citato dm 21.6.2011.

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Decreto del ministero dell’interno in G.U. Riduzioni da 1,27 a 6,47 € per abitante

Contributo tagliato negli enti locali dove si sono svolte le amministrative

2012 2013

Comuni sopra i 5.000 abitanti 15,6% 15,4%

Comuni da 1.000 a 5.000 abitanti - 15,4%

Province 16,6% 19,7%

LE NUOVE PERCENTUALI DEL PATTO DI STABILITÀ

Marco Filippeschi

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36 Mercoledì 19 Ottobre 2011 DIRITTO E IMPRESA

I giudici europei intervengono sulla brevettabilità dei medicinali e sulla dei nizione di embrione

L’embrione muore? No al brevettoLa Corte di giustizia Ue: l’ovulo fecondato ha dignità umana

DI LUIGI CHIARELLO

Non è possibile brevettare medicinali ricavati da cel-lule staminali con proce-dimenti che comportano

la distruzione di embrioni umani. Lo hanno stabilito ieri i giudici della Corte di giustizia europea, che hanno fissato al momento della fecondazione dell’ovulo la nozione di embrione. Attribuendo a esso «dignità umana». Di più. I giudici comunitari hanno anche sostenuto che la qualifi cazione di embrione umano «deve essere ri-conosciuta anche all’ovulo umano non fecondato in cui sia stato im-piantato il nucleo di una cellula umana matura e all’ovulo umano non fecondato indotto a dividersi e a svilupparsi attraverso par-tenogenesi». Perché attraverso queste tecniche si dà avvio «al processo di sviluppo di un essere umano». È quanto stabilito da una sentenza della Corte di giu-stizia Ue (causa C-34/10, Oliver Brüstle / Greenpeace eV), che si è espressa sul caso di un tratta-mento contro il morbo di Parkin-son, brevettato dal ricercatore tedesco Oliver Brüstle. I giudici

comunitari, va sottolineato, han-no riconosciuto brevettabile, in-vece, un procedimento, che abbia fi nalità terapeutiche o diagnosti-che applicate all’embrione umano e sia utile a quest’ultimo.

Il storia. Oliver Brüstle è ti-tolare di un brevetto, depositato il 19 dicembre 1997, relativo a cellule progenitrici neurali isola-te e depurate. Si tratta di cellule ricavate da staminali embriona-li umane utilizzate per curare le malattie neurologiche. Secondo Brüstle, ne esistono già applica-zioni cliniche su pazienti affetti da morbo di Parkinson.

Su domanda presentata da Greenpeace eV, il Tribunale fe-derale tedesco dei brevetti (Bun-despatentgericht) ha dichiarato la nullità del brevetto di Brüst-le, perché prevede procedimenti che consentono di ottenere cellule progenitrici a partire da cellule staminali di embrioni umani.

Il Bundesgerichtshof (la Cor-te federale di cassazione della Germania), sentito Brüstle, ha deciso di interpellare la Corte di giustizia europea in merito all’interpretazione della nozione

«embrione umano»; una nozione non defi nita dalla direttiva 98/44/CE sulla protezione giuridica delle invenzioni biotecnologiche. I giudici tedeschi hanno chiesto alla Corte di giustizia di sapere se l’esclusione della brevettabili-tà dell’embrione umano riguardi tutti gli stadi della vita a partire dalla fecondazione dell’ovulo o se debbano essere soddisfatte altre condizioni. Per esempio, che sia raggiunto un determinato sta-dio di sviluppo. Esaminando la nozione di «embrione umano», la Corte di giustizia ha sottolineato in primis che essa non è chiamata ad affrontare questioni di natu-ra medica o etica, ma che deve limitarsi a un’interpretazione giuridica delle disposizioni della direttiva. E a riguardo ha fi ssato un paletto fondamentale

Il principio. Secondo i giudici europei, il legislatore dell’Unio-ne, nella direttiva 98/44/CE, ha voluto escludere qualsiasi possi-bilità di brevettabilità «quando il rispetto dovuto alla dignità umana può esserne pregiudica-to». E, in relazione alla nozione di embrione umano, questa, se-

condo la Corte di giustizia, «deve essere intesa in senso ampio». Più esplicitamente, i giudici europei dicono che «sin dalla fase della sua fecondazione qualsiasi ovulo umano deve essere considerato come un embrione umano, dal momento che la fecondazione è tale da dare avvio al processo di sviluppo di un essere umano». Di più. Questa qualifi cazione di embrione umano, spiega la Corte, «deve essere riconosciuta anche all’ovulo umano non fecondato in cui sia stato impiantato il nucleo di una cellula umana matura e all’ovulo umano non fecondato in-dotto a dividersi e a svilupparsi attraverso partenogenesi». Infat-ti, chiosano i giudici Ue: «Anche se tali organismi non sono stati oggetto, in senso proprio, di una fecondazione, essi, per effetto del-la tecnica utilizzata per ottenerli, «sono tali da dare avvio al proces-so di sviluppo di un essere uma-no». Esattamente come avviene con l’embrione creato mediante fecondazione di un ovulo.

La decisione. Tornando, quindi, ad analizzare il metodo Brüstle, i giudici sottolineano

come questo ricorra al prelievo di cellule staminali ricavate da un embrione umano nello sta-dio di blastocisti. E comporti la distruzione dell’embrione. A riguardo, i giudici Ue hanno detto chiaramente che «il non escludere dalla brevettabilità una tale invenzione rivendica-ta, darebbe la possibilità al ri-chiedente il brevetto di eludere il divieto di brevettabilità, at-traverso una stesura abile della rivendicazione». E hanno anche ribadito come l’utilizzazione di un procedimento a fi ni di ricerca scientifi ca non sia brevettabile

Quindi, per concludere, i giu-dici europei hanno reputato che «un’invenzione non possa essere brevettata qualora l’attuazione del procedimento richieda, in via preliminare, la distruzio-ne di embrioni umani o la loro utilizzazione come materiale di partenza». Un principio, questo, da seguire anche ove, in sede di domanda di brevetto, «la descri-zione di tale procedimento non menzioni l’utilizzazione di em-brioni umani». Come avvenuto nel caso in questione.

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DI ALBERTO VENTURINI E DANIELE FEZZARDI

Obbligo di certifi care le prestazioni di commercio elettronico diretto esclusivamente mediante fattu-ra. Il vincolo è stato recentemen-

te confermato dalla direzione regionale Lombardia dell’Agenzia delle entrate, in sede di risposta ad un’istanza di interpel-lo (prot. 39586 del 21/4/2011). L’Agenzia ha inoltre ritenuto di considerare inam-missibile l’istanza non riconoscendo l’esi-stenza di obiettive incertezze interpreta-tive di una disposizione tributaria. Sul punto l’amministrazione si era già infatti espressa con risoluzione n. 274/2008. Da un punto di vista operativo, questa posi-zione dell’Agenzia delle entrate fa si che il tema della certifi cazione dei corrispettivi assuma una particolare importanza, poi-ché nel settore del commercio elettronico diretto l’ammontare medio delle transazio-ni è poco rilevante (a volte anche di pochi euro), e prevedere l’obbligo dell’emissione di una fattura per ogni singola operazione è sicuramente un adempimento oneroso in termini di gestione amministrativa. Il commercio elettronico viene distinto in commercio elettronico indiretto e diret-to. Nel commercio elettronico indiretto la cessione avviene per via telematica ma la consegna del bene avviene tramite i canali fi sici o tradizionali. Invece nel commercio elettronico diretto sia la cessione sia la consegna del bene avvengono per via te-lematica, e quindi, la transazione si con-clude interamente in rete. Le operazioni di commercio elettronico indiretto sono as-similate ai fi ni fi scali alle cessioni di beni effettuate per corrispondenza, per le qua-li non è prevista l’emissione obbligatoria della fattura. A oggi, invece, le transazioni

relative al commercio elet-tronico diretto non godono dell’esonero dall’obbligo di emissione della fattura previsto dall’art. 22 del dpr n. 633/1972 (si veda la tabella riepilogativa con le principali casisti-che), nonostante quanto previsto dall’art. 101 della legge 21 novembre 2000, n. 342. Tale disposizione prevedeva l’emanazione di appositi regolamenti al fi ne di semplifi care gli adempimenti contabili e formali inclusi anche quel-li relativi alla effettuazione di transazioni di commercio elettronico aventi a oggetto beni o servizi regolati con l’intervento di intermediari fi nanziari abilitati. Tra le semplifi cazioni previste dalla legge n. 342 del 2000 vi era anche la «non obbligatorietà dell’emissione della fattura in presenza di idonea documentazione». Quanto previsto dal già citato art. 101, comma 2, della legge 342/2000, si inserisce nel più vasto insie-me di semplifi cazioni introdotte dall’art. 3, comma 136 della legge n. 662/1996, che si proponeva di razionalizzare e semplifi ca-re le procedure di attuazione delle norme tributarie tenendo conto «dell’adozione di nuove tecnologie per il trattamento e la conservazione delle informazioni». La prevista semplifi cazione, tuttavia, non è intercorsa, non essendo stati emanati tali regolamenti. Pertanto, allo stato attuale, sussiste l’obbligo di emissione della fat-tura per la certifi cazione dei corrispettivi relativi alle operazioni di commercio elet-tronico diretto.

Tale orientamento era stato confermato in passato anche dalla già citata Risoluzio-

ne ministeriale n. 274 del 3 luglio 2008, in cui l’interpellante richiedeva se gli incas-si delle somme derivanti dal commercio elettronico diretto, potessero essere cer-tifi cati, in alternativa all’emissione della fattura, mediante riepilogo giornaliero nel registro dei corrispettivi tenuto manual-mente nella sede della società. L’interpel-lante riteneva che se tale soluzione non fosse stata accolta, l’aggravio di natura amministrativa avrebbe determinato un onere eccessivo relativamente all’attività esercitata. Nonostante, la problematica posta sia assolutamente condivisibile, e nonostante l’amministrazione stessa nel rispondere a tale interpello abbia ricor-dato e citato le fi nalità della legge n. 342 del 2000, in mancanza degli appositi re-golamenti attuativi, l’Agenzia ha ritenuto indispensabile l’emissione della fattura al fi ne di certifi care i corrispettivi derivanti dal commercio elettronico diretto.

L’Amministrazione ha assunto e conti-nua attualmente ad assumere quindi una posizione rigida, che si scontra con alcune aperture che vi erano state nel passato.

Ci si riferisce a quanto indicato nella Nota n. 46585 del 5 giugno 2000 della Dir. Reg. Entrate Lombardia, la quale si era espressa favorevolmente circa l’esonero dell’emissione della fattura per i sogget-ti che svolgevano attività di commercio elettronico diretto segnalando inoltre che «la normativa vigente è inadeguata alla nuova realtà economica rappresen-tata dal commercio tramite rete». Va det-to che ancora si attendono i regolamenti attuativi previsti dall’art. 101 della legge 21 novembre 2000, n. 342, che consen-tirebbero un’effettiva semplificazione degli adempimenti posti a carico delle imprese operanti nel settore. Si segnala inoltre che lo stesso art. 22 del dpr n. 633/1972, prevede che altre casistiche di esonero dell’emissione della fattura, oltre a quelle già riconosciute, possano essere introdotte con decreto del mini-stero delle fi nanze per quelle fattispecie per le quali sia particolarmente onerosa l’osservanza dell’obbligo di fatturazione e degli adempimenti connessi.

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La Dre Lombardia conferma il vincolo di certificazione per le attività che fanno commercio elettronico

Le prestazioni e-commerce vanno fatturate

e di transazioni ne ministeriale n 274 del 3 luglio 2008 in Ci si riferisce a quanto indicato nella

cessioni di beni effettuate da commercianti al minuto autorizzati in locali aperti al • pubblico, in spacci interni, mediante apparecchi di distribuzione automatica, per corrispondenza a domicilio o in forma ambulanteprestazioni alberghiere e somministrazioni di alimenti e bevande effettuate nei • pubblici eserciziprestazioni di trasporto di persone • prestazioni di servizi rese nell’esercizio di imprese in locali aperti al pubblico, in forma • ambulante o nell’abitazioni dei clientiprestazioni di custodia e amministrazione di titoli• operazioni esenti indicate ai nn. Da 1) a 5) e ai nn. 7), 8), 9), 16) e 22) dell’art. 10•

cessioni di beni effettuate da commercianti al minuto autorizzati in locali aperti al•

PRINCIPALI OPERAZIONI PER LE QUALINON È PREVISTO L’OBBLIGO DI EMISSIONE DELLA FATTURA

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37Mercoledì 19 Ottobre 2011MercoLAVORO E PREVIDENZA

I nuovi valori in una circolare dell’Inail che manderà apposita comunicazione agli interessati

Rendite, via alla riliquidazioneAggiornati gli assegni di industria, agricoltura e radiologi

DI DANIELE CIRIOLI

Via libera alla riliquidazio-ne delle rendite per infor-tuni sul lavoro e malattie professionali (+ 1,55%)

nei settori industria e agricoltura, e per i medici radiologi e tecnici sanitari. La circolare n. 53/2011 dell’Inail aggiorna i valori delle prestazioni con decorrenza dallo 1° luglio; gli interessati riceve-ranno apposita comunicazione dall’istituto assicuratore.

Rivalutazione 2011. Con ef-fetto dall’anno 2000, le rendite Inail hanno un doppio sistema di rivalutazione, disciplinato dall’articolo 11 del dlgs n. 38/00 (riforma Inail). Il primo stabilisce che, a decorrere dal 1° luglio di ogni anno, la retribuzione di rife-rimento per la liquidazione del-le rendite corrisposte dall’Inail a mutilati e invalidi del lavoro sia rivalutata in base dell’indi-ce Istat. Il secondo sistema di rivalutazione prevede che esso venga applicato, comprendendo anche il primo, nell’anno in cui si verifi chi una variazione retri-butiva minima non inferiore al 10% rispetto alla retribuzione

presa a base per l’ultima riva-lutazione effettuata (articolo 20 della legge n. 41/1986). L’attuale operazione di rivalutazione delle rendite, come detto, decorre dal 1° luglio 2011 per durare fi no al 30 giugno 2012; tiene conto della variazione effettiva Istat che si è verifi cata tra la retribuzione media giornaliera dell’anno 2010 rispetto a quella dell’anno 2009 pari a 1,55%; nonché del fatto che, nel periodo considerato, non si è verifi ca la variazione retri-butiva minima del 10% per l’ap-plicazione del secondo sistema di rivalutazione.

Settore industria. Per il set-tore industria, la retribuzione media giornaliera per la deter-minazione del massimale e del minimale di retribuzione annua diventa euro 69,91 (euro 68,84 fi no al 30 giugno). I limiti retri-butivi annui, minimo e massimo, da assumere per il calcolo delle rendite diventano rispettivamen-te euro 14.681,10 (in precedenza euro 14.456,40) e euro 27.264,90 (in precedenza euro 26.847,60).

Assegno una tantum. La circolare spiega che nei settori industriale e agricolo l’importo dell’assegno una tantum, spet-

tante ai superstiti, passa all’im-porto di euro 1.936,80. Pr i medi-ci radiologi colpiti dall’azione dei raggi x e dalle sostanze radioatti-ve, invece, l’importo dell’assegno è rapportato alla retribuzione di euro 56.023,37 secondo le se-guenti percentuali: un terzo per sopravvivenza del coniuge con fi -gli; un quarto per sopravvivenza del solo coniuge o dei soli fi gli; un senso negli altri casi.

Settore agricoltura. Dal 1° luglio nel settore agricolo il cal-colo o ricalcolo delle rendite dei lavoratori subordinati assunti a tempo determinato (Otd), spiega

l’Inail, va effettuato su una retri-buzione annua convenzionale di euro 22.156,41 (euro 21.818,23 fi no al 30 giugno); per i lavorato-ri assunti a tempo indeterminato (Oti), invece, la retribuzione effet-tiva è compresa entro i limiti pre-visti per il settore industriale.

Medici raggi X. Sempre dal 1° luglio è variata la retribuzio-ne annua d’assumere a base per la liquidazione delle prestazioni economiche a favore dei medi-ci colpiti da malattie e lesioni causate dall’azione dei raggi x e delle sostanze radioattive, e dei loro superstiti, passata a euro 56.023,37 (euro 55.168,26 fino al 30 giugno).

Comunicazioni Inail. L’Inail invierà agli interessati la comu-nicazione concernente il provve-dimento di riliquidazione delle rendite con l’indicazione del re-lativo conguaglio (moduli 170/I e 171/I). In caso di variazioni ana-grafi che, la circolare raccomanda agli interessati di dare tempesti-va comunicazione alla sede com-petente, indicando i propri dati anagrafi ci aggiornati, entro 15 giorni dalla data di ricevimento della comunicazione dell’Inail.

DI CARLA DE LELLIS

Il mancato pagamento di una o più rate della dila-zione del pagamento (in quattro rate) del premio da

autoliquidazione non ostacola la concessione della rateazione ordinaria (ex legge n. 389/1989). Lo precisa l’Inail nella nota pro-tocollo n. 6465/2011, in risposta a un quesito dell’Ance (associa-zione nazionale dei costruttori edili).

La rateazione ordinaria. La rateazione ordinaria, spie-ga l’Inail, è concessa per i debiti non iscritti a ruolo al ricorrere di certe condizioni quali, tra l’altro, debito inferiore a mille euro, presentazione di motiva-ta istanza da cui risulti la tem-poranea e obiettiva diffi coltà a pagare in unica soluzione, l’os-servanza di altri piani di rate-azioni eventualmente concessi nel biennio precedente. Si ricor-da che, invece, per le rateazio-ni delle cartelle di pagamento (crediti iscritti a ruolo) l’Inail non ha conservato alcuna pre-rogativa di concedere dilazioni, ritenendo opportuno utilizzare esclusivamente l’attività degli agenti della riscossione prin-cipalmente per esigenze di semplifi cazione e uniformità di trattamento nei confronti dei debitori (circolare n. 22/2008).

I chiarimenti. In risposta al primo quesito dell’Ance, l’Inail precisa che nella rate-azione ordinaria possono esse-re inclusi sia i debiti pregressi (scaduti) che quelli correnti (non ancora scaduti); e che, tra i debiti pregressi, è ricompre-so anche l’eventuale omesso pagamento delle rate relative all’autoliquidazione annuale dei premi. In secondo luogo, l’Inail precisa che ai fi ni della concessione della rateazione ordinaria non si deve tener conto dell’eventuale inosser-vanza, da parte dei datori di lavoro, della «rateazione dei premi da autoliquidazione». In tal caso, spiega la circolare, il frazionamento in quattro rate del premio è una «mera moda-lità di pagamento alternativa al versamento in unica solu-zione, non soggetta ad autoriz-zazione, ma solo a un obbligo di comunicazione da parte de-gli interessati». Pertanto ag-giunge la nota, diversamente da quanto accade per la rate-azione ordinaria, all’omesso o tardato pagamento di una o più rate (dilazione da auto-liquidazione) non si applica l’istituto della decadenza e, di conseguenza, l’inosservanza di tale rateazione non è causa ostativa alla concessione della rateazione ordinaria.

Possibile concedere la dilazione ordinaria

Premio a rate, ritardi perdonati

DI SIMONA D’ALESSIO

Infortuni sul lavoro in calo per i circa 28mila occupa-ti nel settore della pesca, uno fra i più rischiosi in

assoluto. E sette incidenti su dieci si verifi cano non durante la navigazione, bensì a terra, nel corso delle operazioni di carico e scarico merce. A rivelarlo è un rapporto dell’Inail presentato a Civitavecchia, relativo al perio-do 2004-2008, che evidenzia però come buona parte degli operatori (circa il 60%) lamenti patologie muscolo-scheletriche, sia per una «degenerazione dell’apparato», sia in virtù di stress fi sici ripe-tuti, come la movimentazione di materiale pesante. L’istituto specifica che le informazioni arrivano quasi esclusivamente dall’Inail e dall’ex Ipsema, che fino all’entrata in vigore della legge 122/2010 che li ha fusi, avevano ambiti di copertura distinti: il primo si dedicava al personale che pratica la piccola pesca in acque interne (lavora-tori autonomi o cooperative con natanti fi no a 10 tonnellate di stazza lorda) e a chi svolgeva at-tività di vallicoltura, miticoltura e ostricoltura, mentre il secondo si occupava di chi cattura prodot-ti ittici in mare aperto, a bordo di mezzi di stazza lorda superiore alle 10 tonnellate e, in generale,

dei lavoratori dipendenti. Per i «piccoli marittimi», a fronte del già annunciato calo del 3%, si ri-leva una contrazione consistente degli incidenti denunciati, che sfi ora l’8%: dai 405 del 2004 ai 374 del 2008, dei quali 17 sono stati mortali; il documento met-te in luce che le cadute dall’alto, tra le cause più comuni di sinistri fatali, sono ancora più frequenti a bordo dei pescherecci. Inoltre, la scarsa numerosità dei casi di infortunio di lavoratori autono-mi, ai quali si riferisce soltanto il 5% delle denunce, pur rappresen-tando circa il 14% del complesso degli assicurati, fa supporre che, come in altri comparti produttivi, una quantità di episodi, magari di lieve impatto sulla salute, non venga, purtroppo, segnalata dalla stessa vittima, pur di non inter-rompere l’attività lavorativa.

In mare aperto, invece, fra il 2004 e il 2008, la diminuzione degli incidenti è stata del 32% (da 253 a 172 denunce, 35 dei quali letali), tuttavia la scar-sità dei numeri a disposizione, nonché il peso che possono as-sumere le oscillazioni casuali del fenomeno suggeriscono di considerare la flessione con cautela; difatti, se al periodo preso in esame dal rapporto si aggiunge il biennio 2009-2010, la diminuzione è molto meno incoraggiante: -18,6%.

Presentato il rapporto sul 2004-2008

Infortuni in calo tra i pescatori

DATI INPS

Il tiraggio della cigal 43,4%

Supera di poco il 43% (esatta-mente il 43,4%) la percentuale delle ore di cassa integrazione (cig) effettivamente utilizzate in rapporto al numero delle ore autorizzate nei primi 7 mesi del 2011. Secondo i dati diffusi ieri dall’Inps, l’uso più consistente delle ore autorizzate è come sempre quello per la cassa in-tegrazione ordinaria (49,4%), mentre l’utilizzo reale delle ore autorizzate per la cassa integrazione straordinaria e in deroga è pari al 41,6%.

«Con il passare dei mesi», ha commentato il presidente Inps Antonio Mastrapasqua, «il dato del tiraggio evidenzia con sem-pre maggiore certezza la so-stanziale stabilità dell’uso delle ore di cassa integrazione, che si attesta in una percentuale de-cisamente al di sotto del 50% delle ore autorizzate. Questo dimostra che le aziende sono ancora in qualche modo preoc-cupate per la crisi economica; anche se proprio lo scarso uti-lizzo della cig richiesta segnala una discreta vitalità del siste-ma produttivo».

Il tiraggio per la cassa inte-grazione ordinaria è passato dal 57,8% del 2010 al 49,4% del 2011; per la cassa integra-zione straordinaria e in dero-ga è passato dal 48,9% (2010) al 41,6% di quest’anno.

Fino al 30 giugno 2011 Dal 1° luglio 2011Retribuzione minima (industria) euro 14.456,40 euro 14.681,10

Retribuzione massima (industria) euro 26.847,60 euro 27.264,90

Retribuzione convenzionale (agricoltura) euro 21.818,23 euro 22.156,41

Retribuzione annua (medici rx) euro 55.168,26 euro 56.023,37

Retribuzione annua (tecnici sanitari rx) (anni 2009, 2010 e 2011) euro 24.894,71Assegno per assistenza personale continuativa

euro 475,99 euro 483,37

Assegno una tantum in caso di morte euro 1.907,24 euro 1.936,80

Fino al 30 giugno 2011 Dal 1° luglio 2011

I VALORI AGGIORNATI

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38 Mercoledì 19 Ottobre 2011 LAVORO E PREVIDENZA

Grazia Strano (ministero del lavoro) illustra le novità introdotte dalla manovra di i ne estate

Disabili, collocamento più facileDal 10 agosto le compensazioni territoriali sono automatiche

DI DANIELE CIRIOLI

Stop alle autorizzazio-ni alle compensazioni territoriali sul collo-camento obbligatorio.

Dal 10 agosto il ministero del lavoro non accetta più richie-ste dalle imprese (informan-dole della novità), in quanto la compensazione opera in via automatica e a livello nazio-nale. Lo anticipa a ItaliaOggi Grazia Strano, direttore gene-rale per le politiche del perso-nale, l’innovazione, il bilancio e logistica del ministero del lavoro (ex direzione generale per l’innovazione tecnologica e la comunicazione), preannun-ciando l’arrivo di una circolare con le istruzioni operative.

Domanda. La manovra di fine estate ha riformato sensibilmente gli obblighi di assunzione dei disabili, sopprimendo la previgente procedura di richiesta mo-tivata di autorizzazione ai fini della compensazione territoriale che è rimasta pertanto in vigore fino al 10 agosto. Dal giorno se-guente, dunque, l’impresa con più unità produttive o i gruppi societari con più imprese sul territorio pos-sono effettuare compensa-zioni a livello nazionale, senza più attendere prima l’ok ministeriale. Come si applica questo nuovo regi-me? Per gli obblighi/assun-zioni successivi al 10 ago-sto o anche per il periodo precedente?

Risposta. Tutte le istanze già pervenute al ministero del lavoro alla data del 10 ago-sto non sono state oggetto di autorizzazione in quanto non

più necessarie, ovvero i pro-cedimenti di autorizzazione avviati sono stati conclusi con «archiviazione». Della circo-stanza ne è stata data notizia alle aziende interessate. E a giorni è prevista l’emanazione di una circolare attuativa che illustrerà queste novità.

D. La nuova disciplina opera automaticamente, quindi, e non è più necessa-rio effettuare alcun adem-pimento.

R. Il solo adempimento cui sono tenute le imprese inte-ressate alla compensazione

riguarda la presentazione in via telematica a ciascuno dei servizi competenti delle province in cui insistono le unità produttive della stessa azienda e le sedi delle diver-se imprese del gruppo, del prospetto informativo di cui all’articolo 9, comma 6 della legge n. 68/1999, dal quale ri-sulta l’adempimento dell’ob-bligo a livello nazionale sulla base dei dati riferiti a ciascu-na unità produttiva ovvero a ciascuna impresa apparte-nente al gruppo.

D. Vuol dire, dunque, che

le imprese interessate do-vranno effettuare la comu-nicazione in via telematica a ciascun servizio provin-ciale competente rispettan-do il termine annuale del 31 gennaio?

R. Certo. In merito a tale prospetto va ricordato che, dopo le modifiche apportate dall’art. 40, comma 4, del dl n. 112/2008 (convertito dalla legge n. 133/2008) e, successi-vamente, dall’art. 6, comma 5, della legge n. 99/2009, con il dm 2 novembre 2010 è stata det-tata la disciplina per l’adempi-mento dell’obbligo di trasmis-

sione, per cui il prospetto va inviato entro il 31 gennaio di ogni anno dai datori di lavoro privati e pubblici che occupano a livello nazionale almeno 15 dipendenti. Il comma 8-bis del novellato articolo 5 della legge n. 68/1999 recita, infatti, che: «I datori di lavoro privati che si avvalgono della facoltà di cui al comma 8 trasmettono in via telematica a ciascuno dei ser-vizi competenti delle province in cui insistono le unità produt-tive della stessa azienda e le sedi delle diverse imprese del gruppo di cui all’articolo 31 del decreto legislativo 10 settem-bre 2003, n. 276, il prospetto di cui all’articolo 9, comma 6, dal quale risulta l’adempimento dell’obbligo a livello naziona-le sulla base dei dati riferiti a ciascuna unità produttiva ovvero a ciascuna impresa ap-partenente al gruppo». Pertan-to l’eventuale compensazione verrà comunicata dalle singo-le aziende multilocalizzate o dalla sola azienda capogruppo per le imprese che fanno parte del gruppo ai rispettivi servizi competenti, per il tramite dei servizi informatici regiona-li, entro il 31 gennaio di ogni anno, con le modalità tecniche disciplinate dal ricordato dm 2 novembre 2010.

D. Che cosa succederà all’impresa che dovesse «dimenticare» di fare que-ste comunicazioni?

R. La «dimenticanza» è equiparata al mancato o ritar-dato invio, le cui sanzioni sono quelle previste dall’articolo 15 della legge n. 68/99 (euro 635,11 più maggiorazione di euro 30,76 per ogni giorno di ritardo, ndr).

© Riproduzione riservata

Interviene il Senatore Maurizio Sacconi, Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali

Giovedì 20 ottobre 2011, ore 9.15 - 13.30, in diretta su canale 507 di Sky e www.italiaoggi.it

I contratti di prossimità e le nuove relazioni sindacali

Riforma dei tirocini

Compensazioni territoriali

Relatore: Antonio Vallebona, Ordinario di diritto del Lavoro Università Torvergata Roma

Interviene: Marina Calderone, Presidente CNO Consulenti del Lavoro

Relatore: Enzo De Fusco, Consulente del Lavoro coordinatore scientii co Fondazione Studi

Relatore: Nevio Bianchi, Consulente del Lavoro esperto Fondazione Studi

La riforma dell’apprendistato

Nuove sanzioni per il libro unico

Certifi cati medici online

Relatore: Giuseppe Maccarone, Consulente del Lavoro esperto Fondazione Studi

Interviene: Vincenzo Silvestri, VicePresidente CNO Consulenti del Lavoro

Relatore: Luca De Compadri, Consulente del Lavoro coordinatore rivista Leggi di Lavoro

Relatore: Luca Caratti, Consulente del Lavoro esperto Fondazione Studi

Evento in collegamento via satellite con le sedi dei Consigli Provinciali dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro, valido ai fi ni della Formazione Continua Obbligatoria

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Moderano: Rosario De Luca, Presidente Fondazione Studi e Ignazio Marino, Giornalista ItaliaOggi

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LA MANOVRA DI FERRAGOSTO E LE ALTRE NOVITÀ DEL LAVORO

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IL COLLOCAMENTO OBBLIGATORIO

Assunzioni obbligatorie

La legge n. 68/1999 obbliga tutti i datori di lavoro, pubblici e privati, che occupano non meno di 15 dipendenti, ad assumere un numero di soggetti appartenenti alle categorie protette (cosiddetta quota d’obbligo), variabile in funzione del numero di lavoratori giù occupati (forza lavoro)

La quota d’obbligo

La quota obbligatoria è pari a: un solo soggetto «protetto», se la forza lavoro è compresa ●

da 15 a 35 lavoratori;due soggetti «protetti», se la forza lavoro è compresa da 36 ●

a 50 lavoratori;al 7% dei lavoratori occupati, se la forza lavoro supera il ●

numero di 50 lavoratori.

La compensazione territoriale

La compensazione territoriale è un istituto che permette alle imprese che hanno aziende o unità locali dislocate in diverse province, di operare una (appunto) «compensazione territoriale» dell’obbligo di assunzione dei disabili. Con la compensazione, le imprese possono effettuare in una o più sedi un numero di assunzioni di disabili in misura superiore a quella i ssata dalla legge e portare l’eccedenza a conguaglio del minor numero di assunzioni obbligatorie effettuate in altre sedi

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I dati e le informazioni sono fornite dall’azienda, che ne garantisce la veridicità

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40 Mercoledì 19 Ottobre 2011 P R O F E S S I O N I

L’elenco delle incompatibilità in un decreto del Miur

Aziende intoccabili Niente docenti in fase di start up

DI BENEDETTA PACELLI

Nessuna carica direttiva o amministrativa per il personale accademico negli spin-off universita-

ri. Membri del consiglio di ammi-nistrazione, professori, ricercatori che fanno parte delle commissio-ni di ateneo in materia di ricerca, così come i rettori, i membri del senato accademico, i direttori dei dipartimenti dell’università, infat-ti, non possono assumere cariche direttive e amministrative negli spin off e negli start up universi-tari, quelle imprese, cioè, nate per valorizzare i risultati della ricer-ca svolta proprio negli atenei. A stringere le maglie delle incompa-tibilità tra ruoli accademici e quel-li d’impresa è un decreto attuativo della riforma universitaria (legge 240/10) appena pubblicato in Gaz-zetta Ufficiale (n .242 del 17/10/11) che definisce «i criteri di parteci-pazione di professori e ricercatori universitari a società aventi carat-teristiche di spin off o start up». Il provvedimento, in realtà, nel de-finire le modalità per partecipare e assumere responsabilità formali in società di capitali, non fa altro

che mettere nero su bianco, in maniera compiuta, quanto stabi-lito da un provvedimento prece-dente (dlgs 297/99). A partire dai soggetti che possono proporsi per costituire spin-off o start up che, per definirsi «universitari», devo-no essere costituiti «su iniziativa dell’ università o del personale universitario o prevedere la par-tecipazione al capitale da parte dell’università o del personale uni-versitario». La proposta di costitu-zione della società, approvata dal cda dell’università, non senza aver avuto parere favorevole del senato accademico, deve essere correda-ta da un progetto imprenditoriale che dovrà contenere gli obiettivi, il piano finanziario, le prospetti-ve economiche e il mercato di ri-ferimento ma anche il carattere innovativo e le qualità tecnolo-giche e scientifiche del progetto. Gli atenei, poi, nell’ambito della propria autonomia definiscono i casi nei quali i professori e ricer-catori possono essere autorizzati a costituire imprese di questo tipo oppure assumere responsabilità formali nella loro gestione. Specie in quei casi in cui rivestano spe-cifici ruoli all’interno dell’ateneo

«tali che il contemporaneo eserci-zio dell’attività di impresa possa compromettere l’autonomia nello svolgimento della funzione, ovve-ro possa determinare conflitti di interesse o situazioni di oggettiva difficoltà per lo svolgimento delle normali funzioni didattiche, di ri-cerca e istituzionali». Al docente o ricercatore che partecipa allo spin off o start up universitario è vieta-to svolgere attività in concorrenza con quella dell’ateneo di apparte-nenza. In ogni caso, al termine di ciascun esercizio sociale, deve comunicare all’ateneo, i dividendi, i compensi e le remunerazioni a qualunque titolo percepiti dalla società. Il rapporto di lavoro con l’università non deve costituire strumento per l’attribuzione al so-cio di vantaggi, diretti o indiretti, che riguardano il controllo della società o comunque l’esercizio di altri strumenti di discriminazione o di pregiudizio nei confronti degli altri soci.

Da qualche tempo gli ordini professionali nostrani si sono affacciati sul mondo dei social network con l’aper-tura di pagine su Facebook. Associazioni e sindacati di categoria hanno fatto qualcosa di più creando commu-nity di discussione per confrontarsi sulle novità e sui problemi della categoria. Sul versante della relazione tra professionisti e loro potenziali clienti, invece, una novità degna di nota è rappresentata dal nuovo servizio offerto dal portale Professionisti.it (www.professioni-sti.it), online da poco più di un anno, che offre accanto a una directory di oltre venti categorie professionali, una Enciclopedia online scritta dai professionisti per gli utenti con un linguaggio semplice per essere com-prensibile proprio a cittadini e imprese. L’utente ha così la possibilità di effettuare ricerche per argomento o per problema e trovare nelle schede pratiche dell’Enciclopedia spiegazioni, chiarimenti e indicazioni per comprendere meglio la propria proble-matica e poter scegliere con maggior consapevolezza il professionista più adatto. Le tematiche trattate sono le più disparate: si va dal-la separazione dei coniugi alle procedure concorsua-li, dalla progettazione edilizia ai reati tributari, dalle pensioni all’efficienza energetica, dalla dichiarazione dei redditi alla responsabilità medica, dal coaching ai contratti di lavoro. Il progetto è a numero chiuso ed è previsto un abbo-namento per i professionisti che vogliano entrare a far parte della directory, mentre è un servizio totalmen-te gratuito per gli utenti che hanno la possibilità di leggere le spiegazioni (voci dell’Enciclopedia) scritte, aggiornate e firmate dai professionisti con cui può es-sere instaurato un filo diretto attraverso i commenti in calce a quanto si è letto. Insomma una via di mezzo tra la formula wiki, il modello social e il network profes-sionale dove professionisti cittadini e imprese hanno la possibilità di conoscersi dialogare e scegliersi per instaurare nuovi rapporti professionali.

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41Mercoledì 19 Ottobre 2011MDOTTORI COMMERCIALISTI

Si terrà a Parma, dal 27 al 29 ottobre, il convegno nazionale Ungdcec dal titolo «Il domani che verrà»

I giovani si interrogano sul futuroA confronto sulle prospettive per i dottori commercialisti

Le criticità derivanti da un panorama internazionale sempre più complesso, sia sotto il profilo politico che

macroeconomico, possono essere positivamente affrontate sola-mente attraverso una riflessione congiunta in grado di sensibiliz-zare i singoli a muoversi verso scelte condivise e responsabili.

È sulla base di tale convinzione che un tema delicato come quello del futuro della professione del dottore commercialista è stato posto come argomento di discus-sione all’interno del prossimo Convegno nazionale Ungdcec di Parma dal titolo «Il domani che verrà: prospettive e realtà della professione», nel corso del qua-le si affronteranno anche temi come previdenza e formazione continua, parlando anche delle competenze, più o meno esclusi-ve, dei dottori commercialisti ed esperti contabili.

«In considerazione del parti-colare momento che stiamo vi-vendo», conferma Massimiliano Vignetti, presidente dell’Ugdcec di Parma, «l’idea è stata quella di dedicare l’argomento del con-vegno a tematiche specifiche

della professione, con una par-ticolare attenzione al concorso che ciascun di noi potrà fornire per rendersi promotore del rilan-cio della nostra economia e del nostro Paese. Parlando più in dettaglio della fi gura del dotto-re commercialista, spesso, negli ultimi tempi, tale fi gura è stata più volte messa in discussione, e per questo è stata avvertita la necessità di tornare a parlare del presente ma soprattutto del futu-ro della nostra categoria».

Una necessità evidentemente condivisa, se è vero che, a circa due settimane dell’inizio del convegno, sono già più di 400 gli iscritti al Convegno: «I dati», sot-tolinea Vignetti, «sono molto po-sitivi. Ad oggi abbiamo avuto più di 200 pre-iscritti e considerato che la maggior parte si iscrive nell’ultima settimana, pensiamo che l’obiettivo delle 600/700 unità possa essere raggiunto».

All’interno del convegno ver-ranno approfondite nell’ambito di 3 tavole rotonde composte da esperti di primaria importanza.

La prima è prevista per il po-meriggio di giovedì 27, e sarà intitolata «Il futuro della pro-

fessione», e sarà focalizzata, in particolare, sulla discussione circa il ruolo che i dottori com-mercialisti saranno chiamati a svolgere nell’immediato futuro. «A tale riguardo», tiene a pre-cisare Vignetti, «risulta essere di fondamentale importanza la spinta in termini propositivi che i giovani professionisti saranno chiamati a compiere, attività che potrà essere svolta in modo attivo e competente anche in conseguenza del fatto che agli stessi possano essere garantiti percorsi e tutele di crescita pro-fessionale». Tra gli interventi sono previsti quelli di Claudio Siciliotti, presidente del Cndcec, di Luigi Carunchio, presidente Ungdcec, dell’onorevole Ange-lino Alfano, segretario del Pdl, di Gaetano Stella, e di Gaetano Stella, presidente di Confpro-fessioni, e di Fabio Battaglia, presidente Commissione della Cassa di previdenza dei dotto-ri commercialisti e Welfare dei professionisti Ungdcec.

Tale tavola rotonda verrà pre-ceduta dai saluti istituzionali e dal «Bar Camp», un modo «di-verso» per introdurre i lavori,

cercando di coinvolgere tanto i relatori quanto gli ospiti in sala.

Le altre due tavole rotonde, invece, si terranno venerdì 28 ottobre. Al mattino, alla presen-za, tra gli altri, del segretario nazionale del Cndcec, Giorgio Sganga, del direttore di Fondo-professioni, Franco Valente, del presidente dell’Odcec di Parma, Andrea Foschi, del componente del Comitato scientifi co del cen-tro studi dell’Ungdcec, Alessan-dro Lini, del segretario generale dell’Irdcec, Gianpaolo Valente, del presidente della Commissio-ne centrale per i revisori legali, Mario Turturici, si parlerà de «L’insostenibile leggerezza dei crediti formativi», trattando le questioni attinenti la Formazio-ne professionale continua (Fpc) quale attività obbligatoria di ag-giornamento, approfondimento e sviluppo delle conoscenze e delle competenze tecniche sulle ma-

terie oggetto di esercizio dell’at-tività professionale del dottore commercialista e dell’esperto contabile. La tavola rotonda del pomeriggio, infine, intitolata «La previdenza tra sostenibilità e adeguatezza», sarà aperta da Gene Gnocchi, e vi prenderan-no parte Walter Anedda e Pa-olo Saltarelli, rispettivamente presidenti della Cassa dottori e di quella ragionieri, oltre ad Andrea Camporese, presidente dell’AdEPP, e all’onorevole An-tonino Lo Presti, approfondendo le principali questioni riguar-danti il futuro previdenziale per i giovani dottori commercialisti, possibile solamente qualora si possa attuare un ripensamento e una redistribuzione proprio in favore dei giovani. La mattina di sabato 29 ottobre, infi ne, sarà dedicata all’Assemblea nazionale dell’Ungdcec, con cui si chiude-ranno i lavori del convegno.

Convegno Nazionale

UNGDCEC

PatrociniPresidenza del Consiglio dei Ministri,

Camera dei Deputati, Regione Emilia

Romagna, Comune di Parma, Provincia

di Parma, Consiglio Nazionale Dottori

Commercialisti ed Esperti Contabili,

Cassa Nazionale di Previdenza e

Assistenza dei Dottori Commercialisti,

Camera di Commercio di Parma,

Gruppo Giovani Industriali di Parma,

U2/32- '*41-25- ,-.0/ &2,7564/*0/!

Università di Parma, Ordine dei

Commercialisti e degli Esperti Contabili

di Parma

Main SponsorPassepartout, Cariparma Crédit

Agricole, Diners, Ordine dei Dottori

Commercialisti ed Esperti Contabili

di Parma, Fondazione Dottori

Commercialisti di Parma, Unione

Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti

Contabili di Parma, Esa software

SponsorConfprofessioni, OPEN Dot Com – CAF

Do.C., Teamsystem, Filippi Broker -

Dual Italia, Indaco, Visura Spa, Cesi

Professionale - MySolution, Italstudio

S.p.a., Network Revidoc BDO!

Network Revidoc ANALISI, Sole 24 Ore

Fidenza Village, Eutekne, #%$(#%!

Dalla Rosa Prati, Iren, Camera di

Commercio, Isi servizi informatici srl

)/2, " 2-.38/ ,/ '*41*, Pizzarotti!

Centro commercio Ingrosso Parma

Basi Achille, Monte+oppe

Sponsor tecniciCapagio, Comfort Zone, Musei del Cibo

Monte delle Vigne

Giovedì 27 ottobre 2011

Ore 14.00 Registrazione partecipanti

Ore 14.30 Saluti autorità

Ore 15.00 Saluto del Dott. Claudio Siciliotti - Presidente CNDCEC

Ore 15.15 Saluto del Dott. Luigi Alfredo Carunchio - Presidente UNGDCEC

Ore 15.30 Bar Camp… per iniziare in un modo diverso

Ore 16.30 Introduzione ai lavoriTAVOLA ROTONDA:Il Futuro della ProfessioneModeratore Dott. Ignazio Marino

Venerdì 28 ottobre 2011

Ore 10.00 Introduzione ai lavoriIntervento del dott. Massimo Tripuzzi - Cariparma Crèdit Agricole

Ore 10.30 TAVOLA ROTONDA: L’insostenibile leggerezza dei crediti formativiModeratore Dr Vincenzo Laudiero - Consigliere UNGDCEC

Ore. 15.00 Introduzione ai lavori: Eugenio Ghiozzi … in arte Gene Gnocchi

Ore 15.30 TAVOLA ROTONDA: La previdenza tra sostenibilità ed adeguatezza.Moderatore Dott. Mario Giordano

per maggior informazionihttp://convegnonazionale.ugdcecpr.it

“Il domani che verrà: prospettive e realtà della professione”

Parma, giovedì 27 ottobre 2011 alle ore 14 all’Auditorium PaganiniVia Toscana 5/a

Sabato 29 ottobre 2011

10.00 - 13.00 Assemblea Nazionale dei Presidenti - Hotel de La Ville*****

Pagina a cura dell’

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42 Mercoledì 19 Ottobre 2011 AGENTI DI COMMERCIO

Il chiarimento dell’Agenzia delle entrate, utile anche agli agenti e rappresentanti di commercio

Spesometro, c’è spazio per l’autoAcquisti e vendite delle vetture rientrano nell’accertamento

DI FEDERICO GAVIOLI

L’Agenzia delle entrate con la circolare n. 28/E del 21 giugno 2011 ha chiarito, in riferimento

al nuovo strumento dello speso-metro, che rientrano nell’obbligo di comunicazione all’ammini-strazione fi nanziaria anche le cessioni di auto. L’importante chiarimento, di conseguenza, interessa anche gli agenti e i rappresentanti di commercio che utilizzano l’autovettura per svolgere la propria attività.

Si tratta di uno dei chiarimen-ti resi dall’Agenzia delle entrate con la suindicata circolare che ha raccolto, codifi cato e uffi cia-lizzato le risposte fornite nei tra-dizionali incontri con la stampa specializzata tenutisi nei primi mesi dell’anno. Il nuovo accerta-mento sintetico, delineato dalla Manovra d’estate 2010 conte-nuto nell’art. 22, comma 1, dl n. 78/2010, convertito dalla legge n. 122/2010, individua nel c.d. «spesometro» uno dei metodi attraverso i quali il Fisco può determinare sinteticamente il reddito complessivo del contri-buente.

Lo «spesometro» determina sinteticamente il reddito sulla base delle «spese di qualsiasi ge-nere» sostenute dal contribuente nel periodo d’imposta. L’Agenzia delle entrate, per ottenere tali dati, potrà contare sulle comu-nicazioni obbligatorie delle ces-sioni di beni e prestazioni di ser-vizi rese e ricevute per le quali i corrispettivi dovuti risultano di importo pari o superiore a 3 mila euro, al netto dell’Iva; 3.600 euro, al lordo dell’Iva, per le operazio-ni per le quali non ricorre l’ob-bligo di emissione della fattura, che andranno comunicate a far data dallo scorso 1° luglio 2011. Solo per l’anno 2010 il limite è stato elevato a 25 mila euro e riguarda le operazioni soggette a obbligo di fattura, che tutti i soggetti passivi Iva dovranno trasmettere relativamente alle

operazioni del 2010 entro il 31 ottobre 2011 e, per le annualità successive, entro il 30 aprile di ogni anno.

Sono obbligati alla comuni-cazione di cui all’art. 21 dlgs n. 78/10, tutti i soggetti passivi Iva che effettuano operazioni rilevanti ai fini di tale impo-sta. In particolare, i predetti contribuenti hanno l’obbligo di presentare, esclusivamente in via telematica, all’Agenzia del-le entrate, la comunicazione dei dati concernenti le operazioni rilevanti ai fi ni Iva:

• rese a soggetti nei confronti dei quali sono state emesse fat-ture per operazioni rilevanti ai fi ni Iva (clienti);

• ricevute da soggetti titola-ri di partita Iva, dai quali sono stati effettuati acquisti rilevanti ai fi ni dell’applicazione dell’im-posta (fornitori);

• rese a soggetti nei confronti dei quali non sono state emesse fatture per operazioni rilevanti ai fi ni Iva (consumatori fi nali, tra i quali anche imprenditori e professionisti che hanno ac-quistato beni e servizi non rien-tranti nell’attività d’impresa o di lavoro autonomo).

La disposizione normativa in esame e il provvedimento non prevedono ipotesi di esclusioni

soggettive dall’obbligo di comu-nicazione che è fi ssato, pertanto, in capo a tutti i soggetti passi-vi ai fi ni dell’Iva. Sono, quindi, obbligati a detta comunicazione anche i soggetti indicati nei se-guenti punti: i soggetti in regime di contabilità semplifi cata (im-prese ed esercenti arti e profes-sioni); gli enti non commerciali, limitatamente alle operazioni effettuate nell’esercizio di at-tività commerciali o agricole, i soggetti non residenti con stabi-le organizzazione in Italia, quelli operanti tramite rappresentante fi scale, ovvero identifi cati diret-tamente; i curatori fallimentari e i commissari liquidatori per conto della società fallita o in li-quidazione coatta amministra-tiva; i soggetti che si avvalgono della dispensa da adempimenti per le operazioni esenti ai sen-si dell’articolo 36-bis del dpr n. 633/73 (esempio agenti servizi fi nanziari), i soggetti che appli-cano il regime fi scale agevolato per le nuove iniziative impren-ditoriali e di lavoro autonomo ai sensi dell’art. 13, legge n. 388/00.

Successivamente con provve-dimento di rettifi ca del direttore dell’Agenzia delle entrate del 21 giugno 2011, n. 92846 è stato di-sposto che lo stato, le regioni, le

province, i comuni e gli altri or-ganismi di diritto pubblico sono esclusi dalla platea dei contri-buenti chiamati a comunicare le operazioni Iva di importo pari o superiore a 3 mila euro. L’esclu-sione da ogni adempimento re-lativo alle comunicazioni delle operazioni rilevanti ai fi ni Iva è dovuta alle peculiari modalità di tenuta della contabilità da parte delle amministrazioni pubbliche, che potrebbero rendere partico-larmente diffi cile l’individuazio-ne delle operazioni da segnalare. Il provvedimento mette, inoltre, a disposizione nuove specifi che tecniche al posto di quelle pub-blicate con il provvedimento del 22 dicembre 2010: ciò al fi ne di semplifi care ulteriormente gli obblighi di comunicazione per i contribuenti, migliorando la qualità delle informazioni tra-smesse.

Un breve cenno anche al red-ditometro si ritiene necessario; è uno strumento di accertamento del reddito complessivo prodotto dalle persone fi siche ed è stato modifi cato dall’articolo 21 del dl 78/2010 (Manovra estiva 2010). Costituisce un criterio di deter-minazione sintetica del reddito complessivo netto delle persone fisiche, fondato su elementi e circostanze di fatto indicativi di capacità contributiva. Tale tipo di accertamento si basa sulla differenza tra la capacità contri-butiva di spesa del contribuen-te o del suo nucleo familiare e quanto da lui dichiarato.

La circolare n.28/E dell’Agen-zia delle entrate ha sostanzial-mente ribadito quanto affermato nel corso di Telefi sco 2011; l’auto-vettura rientra nello spesometro anche se i veicoli sono registrati al Pra, ma non sono monitora-ti dall’Anagrafe tributaria. In particolare alla domanda se le cessioni di immobili e di auto-veicoli rientrassero nell’obbligo di comunicazione, i tecnici delle Entrate ricordano che al fi ne di limitare gli adempimenti a una ristretta platea di titolari di par-tita Iva, il direttore dell’Agenzia delle entrate con provvedimento del 22 dicembre 2010 ha escluso dall’obbligo di comunicazione le operazioni che hanno costituito autonomo oggetto di comunica-zione all’Anagrafe tributaria. Sono pertanto esenti da tale ob-bligo di comunicazione le opera-zioni riguardanti le cessioni di immobili mentre devono essere comunicate le cessioni di auto-veicoli, nonostante il particolare regime pubblicistico cui sono as-soggettati tali beni, in conside-razione del fatto che «esse non costituiscono oggetto di moni-toraggio da parte dell’Anagrafe tributaria ai sensi dell’art. 7 del dpr n.605 del 1973». In sintesi l’Agenzia delle entrate con il suindicato documento di prassi ministeriale uffi cializza la ne-cessità di includere nello speso-metro gli acquisti e le vendite di automobili.

www.commercialistatelematico.com

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Pagina a cura della Federagenti CisalFEDERAZIONE NAZIONALE AGENTI, INTERMEDIARI

E RAPPRESENTANTI DI COMMERCIOSede nazionale:

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43Mercoledì 19 Ottobre 2011

Operazione con Barclays. Tra i 20 indagati anche l’ex a.d Profumo. Stupore in piazza Cordusio

Unicredit, frode fiscale di 245 mlnPer i magistrati milanesi, messa in atto nel 2007 e 2008

Il giudice di Milano Luigi Varanelli ha disposto il sequestro di 245 milioni di euro a Unicredit spa,

accogliendo la richiesta del pm, Alfredo Robledo, nell’am-bito dell’inchiesta su una pre-sunta frode fiscale, commessa quando l’istituto era guidato da Alessandro Profumo, attra-verso una complessa operazio-ne con la banca inglese Bar-clays. Profumo è indagato per «dichiarazione fiscale fraudo-lenta mediante altri artifici per avere dato il via libera alle richieste di approvazione dell’operazione indirizzategli dagli uffici specializzati del suo gruppo».

In tutto, gli indaga-ti sono una ventina: oltre a Profumo, altre 16 persone, tra cui gli allora re-sponsabili in Uni-credit spa dell’area finanza, Luciano Tuzzi, dell’area af-fari fiscali, Patrizio Braccioni e della dire-zione programmazione fi nanza-ammini-

strazione, Ranieri De Marchis.Altri tre indagati appartengo-no alla banca inglese e tra que-sti il vicepresidente dell’area finanza strutturata Rupack Chandra.

Secondo le indagini, il reato è da riferire ai periodi d’im-posta 2007 e 2008. «Per il pe-riodo d’imposta 2009», secondo quanto afferma una nota della Gdf, emessa ieri sera, «allor-quando le indagini erano già in corso, l’istituto di credito ha regolarmente versato le impo-ste dovute relativamente alle analoghe operazioni transna-zionali oggetto di indagine».

L’istituto di piazza Cordusio ha espresso stupore per

il sequestro. Unicredit, ha affermato un por-tavoce dell’istituto, è «molto sorpresa per questa inizia-tiva, che non cam-bia la convinzione della banca circa la correttezza del proprio operato e

di quello dei propri dipendenti».

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Alessandro Profumo

CambiDivisa Valuta/ U.i.c. Var. Cross Euro prec. ass. su $

Quotazioni indicative rilevate dalle banche centrali

LEGENDA TASSI Prime rate. Il prime rate Abi è la media dei tassi ai migliori clienti rilevati tra gli istituti bancari. È rilevato ogni quindici giorni, all’inizio e alla metà del mese. Pil. I tassi di crescita del prodotto interno lordo riportati nella tabella sopra sono rilevati con periodicità trimestrale. Infl azione. È la variazione dell’indice dei prezzi al consumo rilevato ogni mese dall’Istat.

Tassi e dati macro Ultima Prece- Variaz. rilevazione dente assoluta

Tassi EuroE.O.N.I.A. E.O.N.I.A. Scadenza Scadenza

Preziosi e metalli Den. Let. Den. Let.

EuriborEuribor Euribor Scadenza Scad. Euro $ Usa Sterl. Fr. sviz. Yen

IrsInt. Rate Swap (Euro) Scad. Denaro Lettera

Il primo quotidianoi nanziario italiano

Corona Ceca 24,925 24,762 0,1630 18,2254

Corona Danese 7,4456 7,4453 0,0003 5,4443

Corona Norvegese 7,7605 7,732 0,0285 5,6745

Corona Svedese 9,1589 9,1582 0,0007 6,6971

Dollaro Australiano 1,3489 1,3406 0,0083 0,9863

Dollaro Canadese 1,4018 1,3955 0,0063 1,0250

Dollaro N Zelanda 1,736 1,7225 0,0135 1,2694

Dollaro USA 1,3676 1,3776 -0,0100 -

Fiorino Ungherese 298,4 293,94 4,4600 218,1925

Franco Svizzero 1,2348 1,2365 -0,0017 0,9029

Rand Sudafricano 11,0432 10,8856 0,1576 8,0749

Sterlina 0,8702 0,874 -0,0038 0,6363

Yen 104,97 106,43 -1,4600 76,7549

Zloty Polacco 4,3684 4,2927 0,0757 3,1942

Tasso uffi ciale di riferimento 1,50 1,25 0,25

Rendistato Bankitalia(lordi) 5,48 5,45 0,03

Tasso Infl azione ITA 3,00 2,80 0,20

Tasso Infl azione EU 3,00 2,50 0,50

Indice HICP EU-12 115,00 112,80 2,20

HICP area EURO ex tobacco 113,08 112,23 0,85

Tasso annuo crescita PIL ITA 0,80 1,00 -0,20

Tasso di disoccupazione ITA 7,78 8,61 -0,83

1 sett 0,913

1 mese 0,903

2 mesi 0,867

3 mesi 0,820

4 mesi 0,784

5 mesi 0,757

6 mesi 0,740

7 mesi 0,725

8 mesi 0,715

9 mesi 0,709

10 mesi 0,703

12 mesi 0,697

Preziosi ($ per oncia)Oro 1651,02 1651,52Argento 31,83 31,87Palladio 614 620Platino 1528,5 1538,5Metalli ($ per tonn.)Alluminio 2157 2158Rame 7271 7271Piombo 1905 1906Nichel 18575 18580

Stagno 20600 20605Zinco 1832 1832Monete e Preziosi (quote in €)Sterlina (v.c.) 282,5 315,04Sterlina (n.c.) 282,5 315,04Sterlina (post 74) 282,5 315,04Marengo Italiano 221,56 247,9Marengo Svizzero 220,53 246,87Marengo Francese 220,53 246,87Marengo Belga 220,53 246,87

1 Sett. 1,166

2 Sett. 1,233

3 Sett. 1,301

1 M 1,365

2 M 1,437

3 M 1,579

4 M 1,633

5 M 1,698

6 M 1,780

7 M 1,837

8 M 1,890

9 M 1,946

10 M 1,997

11 M 2,062

12 M 2,117

S/N - O/N 0,859 0,141 0,584 0,007 0,109

1 sett 1,095 0,190 0,619 0,012 0,118

2 sett 1,148 0,207 0,638 0,015 0,124

1 mese 1,305 0,245 0,697 0,018 0,143

2 mesi 1,378 0,320 0,799 0,028 0,159

3 mesi 1,508 0,409 0,968 0,042 0,195

4 mesi 1,573 0,473 1,048 0,052 0,239

5 mesi 1,644 0,533 1,145 0,067 0,291

6 mesi 1,719 0,598 1,249 0,085 0,334

7 mesi 1,774 0,651 1,337 0,112 0,386

8 mesi 1,828 0,698 1,423 0,143 0,432

9 mesi 1,886 0,751 1,508 0,177 0,473

10 mesi 1,946 0,801 1,593 0,217 0,503

11 mesi 2,004 0,854 1,661 0,260 0,528

12 mesi 2,067 0,913 1,739 0,308 0,553

1 anno 1,605 1,645

2 anni 1,519 1,559

3 anni 1,629 1,669

4 anni 1,804 1,844

5 anni 1,991 2,031

6 anni 2,156 2,196

7 anni 2,295 2,335

8 anni 2,406 2,446

9 anni 2,497 2,537

10 anni 2,579 2,619

12 anni 2,727 2,767

15 anni 2,870 2,910

20 anni 2,904 2,944

25 anni 2,850 2,890

30 anni 2,788 2,828

Fonte: Icap

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PENALE D’IMPR

in edicola coMercati oin edicola co

& Finanza

DI ALESSANDRO FELICIONI

Più che un dividend washing, un vero e proprio camoufl age fi scale; è questa l’accu-sa che viene rivolta a Unicredit nell’ambito dell’inchiesta che ha portato, come prima e tranciante conseguenza, il sequestro di 245 milioni al fi ne di applicare la confi sca della stessa somma in caso di condanna; la ricostruzione proposta dalla Polizia tributa-ria è chiara: ciò che formalmente appariva come investimento in pronti contro termine su strumenti partecipativi era nient’altro che un investimento in un deposito inter-bancario; fi scalmente, dal primo originano dividendi distribuiti dagli strumenti par-tecipativi in (temporaneo) possesso, dal secondo banali interessi attivi; con la con-seguenza fi nale che la tassazione dei presun-ti dividendi gode dell’esclusione dalla base imponibile del 95% dell’importo distribuito mentre i proventi a titolo di interessi attivi concorrono per intero alla determinazione dell’imponibile Ires e Irap.

L’ordinamento tributario italiano ha da sempre posto particolare attenzione alle manovre di natura elusiva che possono coinvolgere i proventi di natura fi nanzia-ria; manovre che trovano spazio laddove il legislatore fi scale fatica a tenere il passo dell’evoluzione degli stru-menti di investimento che l’ingegneria finanziaria crea; così la semplice bi-partizione tra azioni e ob-bligazioni (che in termini imponibili si traduce nella distinzione tra dividendi e interessi attivi) si scontra spesso con la necessità di inquadrare nuovi prodotti fi nanziari in uno o nell’altro raggruppamento. A poco servono le misure specifi -

che che l’ordinamento pone per contrasta-re specifi ci fenomeni quali, appunto il divi-dend washing disciplinato dai commi 3-bis e seguenti dell’articolo 109 del Tuir; meglio allora aggrapparsi alla norma antielusiva generale di cui all’articolo 37-bis del dpr 600 del 1973 e far leva, appunto, sulla condotta e la volontà «raggiratrice» del contribuente.

Nel caso di Unicredit, peraltro, labili sem-brano le giustifi cazioni addotte sulla licei-tà tributaria delle operazioni; la cosiddetta ottimizzazione fi scale o gli arbitraggi tra diverse giurisdizioni per adottare l’«abito» meno caro sono facilmente inquadrabili in abusi e danno inevitabilmente origine a comportamenti elusivi. Peraltro, proprio la volontà esplicita di ricercare la legisla-zione tributaria più appropriata per porre in essere determinate operazioni è un tipi-co esempio di abuso di diritto e confi gura quello che comunemente viene definito treaty shopping (letteralmente commercio di trattati); si abusa cioè del principio di li-bera circolazione dei capitali e di libertà di stabilimento per sfruttare vantaggi fi scali altrimenti indebiti.

Il tutto aggravato ulteriormente dal fatto che comportamenti di tale natura vengo-no sanzionati non solo in ambito ammini-

strativo ma anche in sede penale. Le operazioni di siffatta natura, se confer-mate, non possono non comportare l’accusa di dichiarazione fraudolen-ta mediante altri artifi ci di cui all’articolo 3 del dlgs n. 74 del 2000 a ca-rico della persona fi sica che ha commesso il fatto, ossia l’amministratore de-legato pro tempore.

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Comportamento elusivo a danno del fi sco

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Prospetto dei valori correnti delle polizze index linked

VALORI AL 30/09/2011

Adesso Index Aprile '07 88,060 MERRILL LYNCH & CO. INC. Baa1 | A | A+ BANCA ALETTI & C. S.p.A. - | A- | BBB+

Adesso Index Febbraio '07 98,207 B.CA POPOLARE DI VERONA NOVARA Scarl A2 | A- | BBB+ * BANCA ALETTI & C. S.p.A. - | A- | BBB+

Alba Carim Index 08/07 99,539 CASSA DI RISPARMIO DI RIMINI S.p.A. - ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA-

Alba Carim Index 11/06 99,828 CASSA DI RISPARMIO DI RIMINI S.p.A. - BNP PARIBAS Aa2 | AA | AA-

Alti Percorsi Index 1 – 2007 98,825 BANCA POPOLARE DI CIVIDALE SCPA A3 | - | - UBS Ltd Aa3 | A+ | A+

Carichieti Index Linked 2007 95,001 INTESA SANPAOLO S.p.A. Aa3 | A | AA- BANCO SANTANDER S.A. Aa2 | AA | AA

Creberg altiplano marzo 07 97,798 CREDITO BERGAMASCO S.p.A. - | A- | BBB+ BANCA ALETTI & C. S.p.A. - | A- | BBB+

Creberg Altiplano Aprile '07 87,580 BANCA ITALEASE S.p.A. Baa3 | - | BBB+ BANCA ALETTI & C. S.p.A. - | A- | BBB+

Creberg Polar Aprile '07 87,360 BANCA ITALEASE S.p.A. Baa3 | - | BBB+ BANCA ALETTI & C. S.p.A. - | A- | BBB+

Derby Index Linked Dicembre 2006 87,730 BANCA ITALEASE S.p.A. Baa3 | - | BBB+ UNICREDIT S.p.A. Aa3 | A | A ****

Derby Index Linked Ottobre 2006 93,260 BANCA POPOLARE DI BARI Scrl - | (1) | - BANCA ALETTI & C. S.p.A. - | A- | BBB+

Duomo Index Nuove Frontiere II Serie N/D (�) GLITNIR BANKI HF WR | NR | NR SOCIETÉ GENERALE Aa3 | A+ | A+

Duomo Index Nuove Frontiere III serie 93,800 BANCA POPOLARE DI VICENZA - | BBB+ | BBB+ BANCO BILBAO SA Aa2 | AA | AA-

Duomo Index Nuove Frontiere IV serie 95,600 INTESA SANPAOLO S.p.A. Aa3 | A | AA- DEUTSCHE BANK AG Aa3 | A+ | AA-

Futuro Forte 1 - 2006 98,740 GOLDMAN SACHS GROUP, INC. A1 | A | A+ SOCIETÉ GENERALE Aa3 | A+ | A+

Index Scatto piu' Persona Life 97,440 SOCIETÉ GENERALE Aa3 | A+ | A+

Index Up 1-2008 84,600 MORGAN STANLEY A2 | A | A SOCIETÉ GENERALE Aa3 | A+ | A+

Prima Classe 3 - 2005 99,370 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA- BANCA IMI S.p.A. Aa3 | A+ | AA-

Scelgo Index 10 99,023 CASSA DI RISPARMIO DI FERRARA S.p.A. Ba1 | - | - ROYAL BANK OF SCOTLAND PLC Aa3 | A+ | AA-

Scelgo Index 11 98,741 CASSA DI RISPARMIO DI FERRARA S.p.A. Ba1 | - | - CITIBANK N.A. A1 | A+ | A+

Scelgo index 12 99,167 CASSA DI RISPARMIO DI FERRARA S.p.A. Ba1 | - | - BANCO SANTANDER S.A. Aa2 | AA | AA

Scelgo Index 13 98,210 CASSA DI RISPARMIO DI FERRARA S.p.A. Ba1 | - | - BARCLAYS BANK PLC Aa3 | AA- | AA-

Scelgo Index 14 97,640 CASSA DI RISPARMIO DI FERRARA S.p.A. Ba1 | - | - JP MORGAN CHASE BANK Aa1 | AA- | AA-

Treviso Index 2007 98,825 BANCA POPOLARE DI CIVIDALE SCPA A3 | - | - UBS Ltd Aa3 | A+ | A+

(�) Index con sottostante Glitnir Banki HF; si comunica che, a partire dalle quotazioni dell’ 1/10/2008, le quotazioni sono sospese come dacomunicato disponibile sulla home page del sito www.cattolica.it e www.cattolicabanche.it.

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4,30% International Index Serie V Marzo 2007 75,010 ANGLO IRISH BANK PLC Caa2 | CCC | BB- UBS Ltd Aa3 | A+ | A+

4,30% International Index Serie VIII Maggio 2007 96,200 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A1 | A | A DEUTSCHE BANK AG Aa3 | A+ | AA-

4,30% International Index Serie XV Settembre 2007 95,980 HBOS Treasury Services Plc Aa3 | - | - CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

4,30% International Serie VI Aprile 2007 75,000 ANGLO IRISH BANK PLC Caa2 | CCC | BB- CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

4,30% International Serie VII Aprile 2007 75,120 ANGLO IRISH BANK PLC Caa2 | CCC | BB- CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

4,30% International Serie X Giugno 2007 93,831 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A1 | A | A BANCO SANTANDER S.A. Aa2 | AA | AA

AUSTRALIAN & SWISS INDEX SERIE VIII GIUGNO 2006 96,010 MORGAN STANLEY A2 | A | A UBS Ltd Aa3 | A+ | A+

Convergence Serie IX 2007 75,000 ANGLO IRISH BANK PLC Caa2 | CCC | BB- CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

Convergence Serie VIII 2007 75,010 ANGLO IRISH BANK PLC Caa2 | CCC | BB- UBS Ltd Aa3 | A+ | A+

Convergence Serie XI 2007 96,200 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A1 | A | A DEUTSCHE BANK AG Aa3 | A+ | AA-

Convergence Serie XII 2007 93,831 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A1 | A | A BANCO SANTANDER S.A. Aa2 | AA | AA

Convergence serie XIV 2007 95,980 HBOS Treasury Services Plc Aa3 | - | - CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

CRESCITA SICURA SERIE VI 2006 97,230 MORGAN STANLEY A2 | A | A BANCA IMI S.p.A. Aa3 | A+ | AA-

CRESCITA SICURA SERIE I 2007 97,710 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA-

CRESCITA SICURA SERIE II 2007 90,270 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A1 | A | A COMMERZBANK AG A2 | A | A

CRESCITA SICURA SERIE II/2006 98,700 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A1 | A | A SOCIETÉ GENERALE Aa3 | A+ | A+

CRESCITA SICURA SERIE III 2006 97,770 SNS BANK NV Baa1 | A- | BBB+ CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

Crescita Sicura Serie III 2007 95,920 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE A1 | A | A ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA-

CRESCITA SICURA SERIE IV 2006 96,900 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE A1 | A | A COMMERZBANK AG A2 | A | A

Crescita Sicura Serie IV 2007 92,640 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A1 | A | A BANCO SANTANDER S.A. Aa2 | AA | AA

CRESCITA SICURA SERIE IX 2006 99,190 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA-

CRESCITA SICURA SERIE V 2006 95,940 GOLDMAN SACHS GROUP, INC. A1 | A | A+ ROYAL BANK OF SCOTLAND PLC Aa3 | A+ | AA-

Crescita Sicura Serie V 2007 96,200 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A1 | A | A DEUTSCHE BANK AG Aa3 | A+ | AA-

Crescita Sicura Serie VI 2007 93,831 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A1 | A | A BANCO SANTANDER S.A. Aa2 | AA | AA

CRESCITA SICURA SERIE VII 2006 98,220 BNP PARIBAS Aa2 | AA | AA-

Crescita Sicura Serie VII 2007 95,980 HBOS Treasury Services Plc Aa3 | - | - CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

CRESCITA SICURA SERIE VIII 2005 99,835 BANCA DI VALLE CAMONICA S.p.A. A1 | A | A *** BANCA IMI S.p.A. Aa3 | A+ | AA-

CRESCITA SICURA SERIE VIII 2006 99,180 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA-

Crescita Sicura Serie VIII 2007 92,970 NIBC Bank NV Baa3 | BBB | BBB CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

CRESCITA SICURA SERIE X 2006 99,940 BNP PARIBAS Aa2 | AA | AA-

CRESCITA SICURA SERIE XI 2006 97,760 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA-

DJ EUROSTOXX CRESCITA EUROPA SERIE II FEBBRAIO 2006 98,700 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A1 | A | A SOCIETÉ GENERALE Aa3 | A+ | A+

Euramerica 87 Index Linked Serie IX Maggio 2007 96,830 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE A1 | A | A HVB HYPO-UND EREINSBANK AG A1 | A | A+

EUROSTOXX 3,75% SERIE VII MAGGIO 2006 96,900 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE A1 | A | A COMMERZBANK AG A2 | A | A

EUROSTOXX 4% PIU' INDEX LINKED SERIE XII AGOSTO 200698,220 BNP PARIBAS Aa2 | AA | AA-

EUROSTOXX 4% PIU' SERIE XIV OTTOBRE 2006 99,190 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA-

EUROSTOXX 4% PIU' SERIE XV NOVEMBRE 2006 99,940 BNP PARIBAS Aa2 | AA | AA-

EUROSTOXX 4% PIU' SERIE XVI DICEMBRE 2006 97,760 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA-

EUROSTOXX 4% PIU'SERIE XIII SETTEMBRE 2006 99,180 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA-

EUROSTOXX 4% SERIE I GENNAIO 2007 97,710 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA-

EUROSTOXX 4% SERIE IX GIUGNO 2006 95,940 GOLDMAN SACHS GROUP, INC. A1 | A | A+ ROYAL BANK OF SCOTLAND PLC Aa3 | A+ | AA-

EUROSTOXX 4% SERIE XI LUGLIO 2006 97,230 MORGAN STANLEY A2 | A | A BANCA IMI S.p.A. Aa3 | A+ | AA-

EUROSTOXX 4,20% SERIE III FEBBRAIO 2007 90,270 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A1 | A | A COMMERZBANK AG A2 | A | A

EUROSTOXX CRESCITA SICURA SERIE III 2006 98,700 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A1 | A | A SOCIETÉ GENERALE Aa3 | A+ | A+

Global Alternative Energy & Water Serie XIII Settembre 2007 91,660 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE A1 | A | A CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

INDEX "€uro/Dollaro" BSG 2006/2012 SERIE IV 97,770 SNS BANK NV Baa1 | A- | BBB+ CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE IX 97,230 MORGAN STANLEY A2 | A | A BANCA IMI S.p.A. Aa3 | A+ | AA-

INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE V 96,900 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE A1 | A | A COMMERZBANK AG A2 | A | A

INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE VI 95,940 GOLDMAN SACHS GROUP, INC. A1 | A | A+ ROYAL BANK OF SCOTLAND PLC Aa3 | A+ | AA-

INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE X 98,220 BNP PARIBAS Aa2 | AA | AA-

INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE XI 99,180 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA-

INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE XII 99,190 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA-

INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE XIII 99,940 BNP PARIBAS Aa2 | AA | AA-

INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE XIV 97,760 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA-

INDEX "DJ EUROSTOXX 6Y" BSG 2007/2013 SERIE V 90,270 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A1 | A | A COMMERZBANK AG A2 | A | A

INDEX "EUROSTOXX50 - SWING 6Y" BSG-2007/2013 SERIE II97,710 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA-

INDEX "HICP-INFLATION" BSG 2007/2012 SERIE III 97,730 CREDIT SUISSE, LONDON BRANCH Aa1 | - | -

Index “Alternative Basket 5Y” BSG 2007/2012 Serie XI 92,970 NIBC Bank NV Baa3 | BBB | BBB CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

Index “Convergence 5Y” BSG 2007/2012 Serie IX 93,831 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A1 | A | A BANCO SANTANDER S.A. Aa2 | AA | AA

Index “Convergence 5Y” BSG 2007/2012 Serie VIII 96,200 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A1 | A | A DEUTSCHE BANK AG Aa3 | A+ | AA-

Index “Convergence 5Y” BSG 2007/2012 Serie X 95,980 HBOS Treasury Services Plc Aa3 | - | - CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

Index “DJ Eurostoxx 6Y” BSG 2007/2013 Serie VI 95,920 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE A1 | A | A ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA-

Index “DJ Eurostoxx 6Y” BSG 2007/2013 Serie VII 92,640 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A1 | A | A BANCO SANTANDER S.A. Aa2 | AA | AA

Index Coupon Euro/Dollaro serie XX 2005 99,835 B.CO DI BRESCIA SAN PAOLO S.p.A. A1 | A | A *** BANCA IMI S.p.A. Aa3 | A+ | AA-

Japan – Euro Serie IV 2007 75,000 ANGLO IRISH BANK PLC Caa2 | CCC | BB- SOCIETÉ GENERALE Aa3 | A+ | A+

Lombarda vita 6&6 91,870 MEDIOBANCA S.p.A. - | A | - COMMERZBANK AG A2 | A | A

Lombarda vita 6&6 New 92,790 MORGAN STANLEY A2 | A | A ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA-

Lombarda Vita Best of Euro-USA 2008-2014 93,970 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA- SOCIETÉ GENERALE Aa3 | A+ | A+

Lombarda Vita BRIC 40 "5 + 5" 90,260 NIBC Bank NV - | (1) | - CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

LOMBARDA VITA BRIC 40 "5,10 + 5,10” 91,700 MEDIOBANCA S.p.A. - | A | - BNP PARIBAS Aa2 | AA | AA-

Lombarda Vita Classic Markets 99,448 CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

Lombarda Vita Classic Markets New 90,310 MEDIOBANCA S.p.A. - | A | - BANCO BILBAO SA Aa2 | AA | AA-

Lombarda Vita Euro Sector 90,150 MEDIOBANCA S.p.A. - | A | - FORTIS BANK SA A1 | AA | A+

Lombarda Vita Euro Sector New 87,170 BANCA IMI S.p.A. Aa3 | A+ | AA- BNP PARIBAS Aa2 | AA | AA-

Presente e Futuro 2007-2012 Serie XIV settembre 2007 92,970 NIBC Bank NV Baa3 | BBB | BBB CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA

VALORI AL 30/09/2011

VALORI AL 30/09/2011

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* Rating della Società Incorporante Banco Popolare Scarl

*** Rating della Società Incorporante Unione di Banche Italiane ScpA

**** Rating della Società Incorporante Madre Unicredit S.p.A.

***** Rating della Società Incorporante Natixis

(1) La Compagnia assume integralmente il rischio di controparte

Carismi Più Certezza 10 102,468 C. DI RISP. DI SAN MINIATO S.p.A. - | (1) | - SOCIETÉ GENERALE Aa3 | A+ | A+

Carismi Più Certezza 11 102,050 BANCA IMI S.p.A. Aa3 | A+ | AA- BANCO BILBAO SA Aa2 | AA | AA-

Carismi Più Certezza 2 Private 102,520 MEDIOBANCA S.p.A. - | A | - BNP PARIBAS Aa2 | AA | AA-

Carismi Più Certezza 3 98,158 C. DI RISP. DI SAN MINIATO S.p.A. - | (1) | - CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

Carismi Più Certezza 5 98,610 BEAR STEARNS COMPANIES INC. Aa3 | A+ | AA- DEUTSCHE BANK AG Aa3 | A+ | AA-

Carismi Più Certezza 6 108,330 BANCA ITALEASE S.p.A. Baa3 | - | BBB+

CARISMI Più Certezza 8 81,600 UNICREDIT S.p.A. Aa3 | A | A **** SOCIETÉ GENERALE Aa3 | A+ | A+

Carismi Più Certezza 9 84,010 MEDIOBANCA S.p.A. - | A | - SOCIETÉ GENERALE Aa3 | A+ | A+

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BCP Più index serie IV 2005 99,780 MEDIOCREDITO FRIULI VENEZIA GIULIA - | A- | - UNICREDIT S.p.A. Aa3 | A | A ****

CRFC INDEX LINKED SERIE XII 100,535 BEAR STEARNS COMPANIES INC. Aa3 | A+ | AA- BANCA IMI S.p.A. Aa3 | A+ | AA-

CRFC INDEX LINKED SERIE XII bis 2004 100,398 BEAR STEARNS COMPANIES INC. Aa3 | A+ | AA- BANCA IMI S.p.A. Aa3 | A+ | AA-

Index Linked Bull Dividend 94,900 BARCLAYS BANK PLC Aa3 | AA- | AA- SOCIETÉ GENERALE Aa3 | A+ | A+

Index Linked Select Dividend 93,820 BANCA ITALEASE S.p.A. Baa3 | - | BBB+ BANCA IMI S.p.A. Aa3 | A+ | AA-

Index Up 1 2007 99,239 BANCA POPOLARE DI INTRA Scrl - UBS Ltd Aa3 | A+ | A+

Index Up 2 2006 98,650 MERRILL LYNCH & CO. INC. Baa1 | A | A+ INTESA SANPAOLO S.p.A. Aa3 | A | AA-

Nikkei Avenue 95,050 BANCA ITALEASE S.p.A. Baa3 | - | BBB+ INTESA SANPAOLO S.p.A. Aa3 | A | AA-

SOLO FRUTTI - SERIE VI 2003 147,510 SOLUZIONE FUTURO S.r.l. - | - | AA CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

SoloFrutti serie I 148,500 SOLUZIONE FUTURO S.r.l. - | - | AA CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

SoloFrutti serie II 147,510 SOLUZIONE FUTURO S.r.l. - | - | AA CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

SoloFrutti serie III 146,530 SOLUZIONE FUTURO S.r.l. - | - | AA CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

SoloFrutti serie IV 145,540 SOLUZIONE FUTURO S.r.l. - | - | AA CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

SoloFrutti serie V 147,660 SOLUZIONE FUTURO S.r.l. - | - | AA CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

Tandem Doppia Opportunità 100,000 C. DI RISP. DI FABR.NO E CUPRAMONTANA - | (1) | - SOCIETÉ GENERALE Aa3 | A+ | A+

Valore Assicurato 99,470 INTESA SANPAOLO S.p.A. Aa3 | A | AA- INTESA SANPAOLO S.p.A. Aa3 | A | AA-

Presente e Futuro Serie XVI 2007 92,970 NIBC Bank NV Baa3 | BBB | BBB CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

Protezione e Valore Serie III 2007 97,730 CREDIT SUISSE, LONDON BRANCH Aa1 | - | -

Swing DJ Eurostoxx50 Serie II 2007 97,710 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA-

Swing DJ Eurostoxx50 Serie V 2007 90,270 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A1 | A | A COMMERZBANK AG A2 | A | A

Swing DJ Eurostoxx50 Serie VI 2007 95,920 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE A1 | A | A ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA-

Swing DJ Eurostoxx50 Serie X 2007 92,640 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A1 | A | A BANCO SANTANDER S.A. Aa2 | AA | AA

SWING DJ EUROSTOXX50 SERIE XVI 2006 99,180 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA-

Swing DJ Eurostoxx50 Serie XVII 2006 98,750 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA-

SWING DJ EUROSTOXX50 SERIE XVIII 2006 99,190 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA-

Swing DJ Eurostoxx50 Serie XX 2006 99,940 BNP PARIBAS Aa2 | AA | AA-

Swing DJ Eurostoxx50 Serie XXII 2006 97,760 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA-

Tortona Borse Piu' Index Serie LI 2006 95,940 GOLDMAN SACHS GROUP, INC. A1 | A | A+ ROYAL BANK OF SCOTLAND PLC Aa3 | A+ | AA-

Tortona Borse Piu' Index Serie LIII 2006 97,230 MORGAN STANLEY A2 | A | A BANCA IMI S.p.A. Aa3 | A+ | AA-

Tortona Borse Piu' Index Serie LV 2006 99,180 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA-

Tortona Borse Piu' Index Serie LVI 2006 99,190 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA-

Tortona Borse Piu' Index Serie LVIi 2006 99,940 BNP PARIBAS Aa2 | AA | AA-

Tortona Borse Piu' Index Serie XLIX 2006 96,900 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE A1 | A | A COMMERZBANK AG A2 | A | A

VALORI AL 30/09/2011

VALORI AL 30/09/2011

VALORI AL 30/09/2011

Previsioni nelle città d’Italia

min max M G V

PIEMONTE Alessandria 12 16 Asti 10 17 Cuneo 9 17 Novara 8 14 Torino 9 17 Verbania 8 13 Vercelli 8 16 VALLE D’AOSTA

Aosta 1 7 LOMBARDIA

Bergamo 8 14 Brescia 8 14 Como 8 13 Cremona 10 17 Lecco 8 15 Lodi 9 16 Mantova 11 18 Milano 9 17 Pavia 10 15 Sondrio 8 14 Varese 7 13 TRENTINO-ALTO ADIGE

Bolzano 9 15 Trento 13 18 VENETO

Belluno 11 18 Padova 10 18 Rovigo 11 18 Treviso 12 20 Venezia 10 18 Verona 11 18 Vicenza 10 18 FRIULI-VENEZIA GIULIA

Gorizia 11 18 Pordenone 11 16 Trieste 16 16 Udine 10 18 LIGURIA

Genova 16 19 Imperia 14 19 La Spezia 14 17 Savona 13 20 EMILIA-ROMAGNA

Bologna 13 22 Ferrara 12 19 Forlì 10 22 Modena 12 20 Parma 12 17 Piacenza 9 16 Ravenna 11 21 Reggio Emilia 13 18 Rimini 10 21 TOSCANA

Arezzo 11 21 Firenze 11 21 Grosseto 12 23 Livorno 13 21 Lucca 13 21 Massa Carrara 13 18 Pisa 11 21 Pistoia 13 21 Prato 13 21

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Frosinone 11 22 Latina 13 22 Rieti 13 21 Roma 13 22 Viterbo 12 20 ABRUZZO

Chieti 8 22 L’Aquila 8 18 Pescara 7 22 Teramo 10 22 MOLISE

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Avellino 14 21 Benevento 14 21 Caserta 14 22 Napoli 16 20 Salerno 14 22 PUGLIA

Bari 10 22 Brindisi 15 22 Foggia 11 23 Lecce 13 21 Taranto 12 21 BASILICATA

Matera 9 20 Potenza 8 17 CALABRIA

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Agrigento 11 20 Caltanissetta 11 20 Catania 10 22 Enna 7 17 Messina 16 23 Palermo 16 23 Ragusa 7 19 Siracusa 12 22 Trapani 14 23 SARDEGNA

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46 Mercoledì 19 Ottobre 2011 MERCATI E FINANZA

Mercato auto. Immatricola-zioni in lieve calo a settembre in Europa. Secondo i dati Acea, nell’Europa a 27 le vendite sono aumentate dello 0,7% a 1.232.707 unità. Nei primi nove mesi le immatricolazioni sono state 10.122.983, -1,1% rispetto allo stesso periodo del 2010. In Germania le vendite sono salite dell’8,1% (+10,8% nei nove mesi); cali in Gran Bretagna (-0,8% e -5% nei nove mesi), Italia (-5,7% e -11,3%), Francia (-1,4% e +0,2%) e Spa-gna (-1,3% e 20,7%). Settembre è stato negativo per Fiat. Le immatricolazioni sono scese del 7,8% 80.785 unità. In calo anche la quota di mercato passata dal 7,2 al 6,6%. Nei primi nove mesi il Lingotto ha venduto 735.494 unità con una quota di mercato passata dall’8,2 al 7,3%. Volkswagen è cresciuta del 12,1% a 283.970 unità; la quota di mercato è salita al 23%.

Fiat. Nuovo incontro sulla ver-tenza dello di Termini Imerese lunedì prossimo al ministero dello sviluppo economico. Nel tavolo di ieri tra l’imprendito-re molisano, Massimo Di Risio, che rileverà lo stabilimento, i rappresentanti sindacali e Invitalia ci sono state alcu-ne schiarite. Tuttavia, alcuni aspetti tecnici legati alle pro-cedure di cassa integrazione, al riassorbimento del personale e al contratto che sarà applicato, saranno affrontati nello speci-fi co lunedì con un rappresen-tante del ministero del lavoro.

Eni. Dopo il riavvio del ga-sdotto Greenstream, «a breve» ripartirà anche la produzio-ne di gas della piattaforma di Sabratha, al largo delle coste libiche: lo ha detto a Parigi l’a.d., Paolo Scaroni, ricordando che la piattaforma era stata lasciata in febbraio.

Harmont and Blaine, azien-da di abbigliamento sportivo di Caivano, nel Napoletano, ha chiuso i primi nove mesi con un fatturato di 46,5 mi-lioni di euro, +17%. Le stime sono per quota 55 milioni ri-spetto ai 47 dello scorso anno.

Ibm. Nel terzo trimestre ha re-gistrato un incremento dell’uti-le netto del 7% a 3,84 mld usd. Il dato è stato possibile grazie alla crescita dei ricavi a doppia cifra. L’utile operativo è salito a 3,28 usd per azione dai 2,85 usd precedenti; I ricavi sono aumentati del 7,8% a 26,16 mld usd. Il margine lordo è aumentato al 46,5%.

Danone ha registrato nel ter-zo trimestre vendite per 4,81 mld euro, in rialzo rispetto ai 4,35 mld dell’analogo periodo 2010, in scia alle vendite in Asia e all’inclusione dei rica-vi di Unimilk, recentemente acquistata. Il gruppo francese ha confermato i target per l’in-tero 2011 su un aumento delle vendite del 6-8%, escludendo effetti valutari e acquisizioni.

Lvmh ha concluso il terzo tri-

mestre con un incremento dei ricavi a 6,01 mld euro da 5,11 dell’analogo periodo 2010, in scia all’acquisto di Bulgari e del retailing in Asia. Le vendi-te hanno raggiunto i 16,3 mld euro (14,21).

Johnson & Johnson. Gli uti-li del colosso Usa dei prodotti di grande consumo sono scesi a 3,2 miliardi di dollari nel terzo trimestre (1,15 dollari ad azio-ne), contro i 3,42 di un anno fa (1,23 dollari ad azione). I pro-fi tti con l’esclusione degli oneri straordinari si sono attestati a 1,24 dollari ad azione, sopra gli attesi 1,21 dollari ad azione.

Coca-Cola. Profitti legger-mente superiori alle attese nel terzo trimestre. Gli utili si sono attestati a 2,22 miliardi di dol-lari (95 cent ad azione), contro i 2,06 di un anno fa. I profi t-ti con l’esclusione degli oneri straordinari si sono attestati a 1,03 dollari ad azione, sopra gli attesi 1,02 dollari. Il fatturato è cresciuto a 12,25 miliardi di dollari, in linea con le attese.

Fondazione Cariplo non in-tende svalutare la partecipazio-ne detenuta in Intesa Sanpaolo, avvalendosi di quanto previsto dalle recenti normative. Lo ha ribadito il presidente della Fondazione, Giuseppe Guzzetti.

Dexia. Il gruppo bancario franco-belga prevede di con-cludere il piano per la ces-sione della divisione Dexia bank Belgium allo stato bel-ga durante l’incontro di oggi. La divisione verrà naziona-lizzata secondo un piano di salvataggio messo a punto all’inizio del mese che avrà come risultato fi nale lo smem-bramento di Dexia. Lo stato belga acquisirà la divisione retail per 4 mld euro, mentre i governi di Belgio, Francia e Lussemburgo offriranno 90 mld euro in garanzie per i fi nanziamenti di Dexia del prossimo decennio. Dexia ce-derà inoltre la divisione lus-semburghese, quella di public fi nance francese e quella turca Denizbank.

Bank of America è riuscita a tornare in utile, realizzando nel terzo trimestre un risultato netto positivo di 5,89 miliardi di dollari, a fronte di un rosso da 7,65 miliardi l’anno scor-so. La raccolta è salita a 28,7 miliardi (25,94). L’utile per azione si è così attestato a 56 cents, conto i 20 cents previsti in media dagli analisti.

Goldman Sachs. La banca Usa ha annunciato una per-dita di 428 milioni di dollari nel terzo trimestre, pari a 84 cent ad azione, contro un utile di 2,98 dollari ad azione di un anno fa. Gli analisti si aspetta-vano una perdita di 16 cent ad azione. È il secondo rosso tri-mestrale di Goldman Sachs da quando è diventata una public company. Goldman è la princi-pale investment bank Usa. La perdita è in gran parte legata al valore delle attività.

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47Mercoledì 19 Ottobre 2011Mercoledì MERCATI E FINANZA

ASSEMBLEA BPM/ Il cda: escluse promozioni facili nell’istituto

Nuovi alleati per MissoriDircredito, Ugl, Sinfub e Falcri con Fiba e Fabi

È in pieno svolgimento la campagna elettorale in vista dell’assemblea della Bpm, sabato. Ieri

la Fisac ha preso le distanze sia dalla proposta Arpe, sia da quel-la Bonomi. «Proponiamo un pas-so indietro di tutti i sindacati», ha detto il segretario generale della Fisac, Agostino Megale, in conferenza stampa a Milano, «e di tornare a fare il mestiere del sindacato, che è rappresentare e tutelare i lavoratori, in una linea di coerenza con le indica-zioni della Banca d’Italia». Dalla segreteria del sindacato è venu-ta la conferma che gli iscritti «si orienteranno a sostenere la lista degli «Amici» in un’ottica di se-paratezza dagli investitori».

Movimenti anche nella lista Messori, che vede al suo fi anco Matteo Arpe. Ieri ha trovato nuo-vi alleati. La lista, presentata da Fiba e Fabi, ha reso noto che, «dopo un’approfondita analisi», si sono aggiunte anche le orga-nizzazioni sindacali aziendali e nazionali Dircredito, Ugl credi-to e Sinfub e la rappresentanza aziendale Falcri.

Nella lista degli «Amici», in-

vece, si registra la defezione di Giorgio Benvenuto: ieri, con una lettera, ha comunicato ai vertici di Bpm e al presidente dell’asso-ciazione, Alessandro Dall’Asta, la sua rinuncia alla candidatura per il cds di piazza Meda. Ben-venuto ha ricordato l’invito pe-rentorio espresso da Bankitalia a non ricandidare gli ammini-stratori uscenti.

Ieri intanto il cda ha esamina-to il nodo delle carriere sindacali e ha concluso che «le verifi che ef-

fettuate consentono di escludere una corrispondenza tra i criteri contenuti nel documento» sui criteri tutti sindacali di carriera sottoscritto nel 2010 dai vertici degli «Amici della Bipiemme» e «il sistema di promozioni-avan-zamenti effettivamente adottato dalla banca».

Dalla verifi ca, dal 2006 a oggi, «sono state effettuate comples-sivamente 3.799 promozioni, che hanno riguardato 3.041 di-pendenti (su circa 6.500 risorse

medie di periodo), oltre alla con-cessione di gratifi che ad perso-nam, di cui hanno beneficiato 520 dipendenti. Tali numeri ap-paiono in linea con gli analoghi dati a livello di sistema bancario italiano. Nell’ambito dei suddetti avanzamenti, 194 promozioni (su 175 dipendenti) e 12 ad personam sono ascrivibili alle categorie del personale citato nel documento pubblicato su La Repubblica», ovvero a sindacalisti.

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Il nervosismo regna sovrano sui listini. Ieri le borse hanno registrato continue fluttua-zioni. Alla fi ne, solo Milano e Francoforte hanno chiuso in positivo. Il Ftse Mib ha chiuso con un +0,35% a 15.970 punti. Il Ftse All share ha guadagna-to lo 0,31% a 16.757 punti, il Ftse Mid cap lo 0,47%, il Ftse Star lo 0,55%. Parigi è stata la piazza peggiore, con il Cac-40 a -0,79%. A Londra il Ftse-100 ha perso lo 0,48%, a Francofor-te il Dax ha chiuso a +0,31%. A metà seduta, a New York, il Dow Jones segnava +0,47%, l’S&P 500 +0,74%, il Nasdaq Composite +0,45%.

A Milano, dopo una parten-za in rosso, bene gli industriali, con Pirelli & c. (+3,94%), Auto-grill (+3,72%), Fiat (+2,35%). Positive Unicredit (+2,7%), Intesa Sanpaolo (+1,22%) e Popolare Milano (+0,97%). I dati dei bancari non sono stati infl uenzati dal declassa-mento dei rating di 24 banche italiane da parte di Standard & Poor’s, arrivato a listini chiusi. La decisione è venuta a seguito del declassamen-to di rating dell’Italia, nelle scorse settimane. Il giudizio è stata abbassato, tra l’altro, per Banca Mps, Banco popo-lare, Ubi banca, Banca Carige, Credem, Bper, Popolare Vicen-za, e Popolare Milano. Giudizi confermati, invece, per Intesa Sanpaolo, Unicredit, Medio-banca, Bnl, Banca Fideuram e Banca Imi.

Quanto all’euro, ha chiuso a 1,3678 dollari. Euro-yen a 105,04, dollaro-yen a 76,75.

Infi ne il petrolio, di nuovo in calo, con il Wti, a metà seduta, a 86,99 dollari al barile, con-tro i 109,71 dollari del Brent a Londra.

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FTSE MIB +0,35%

Borse nervose

Milano su

Nei primi nove mesi l’utile netto di Sogefi è salito a 18,8 milioni di euro, +40% rispetto allo stesso periodo 2010. I ricavi si sono attestati a 829,8 mln (+20,8%), il risultato operativo a 67,8 mln (+34,2%), l’ebitda a 76,5 mln (+18,6%) e l’indebitamento netto a 325,3 mln (182,6). «I positivi risultati ottenuti dal gruppo nei primi nove mesi», afferma So-gefi , «dovrebbero essere confermati anche per l’esercizio 2011. Al momento, infatti, nonostante i timori di un peggioramento del quadro econo-mico nel 2012, non si riscontrano da parte dei clienti signifi cativi annunci o previsioni di un rallentamento della domanda di componenti

nell’ultima parte dell’anno». Nei paesi Bric i livelli produttivi si sono con-fermati al rialzo. In Europa l’andamento poco brillante delle nuove immatricolazioni è sta-to più che compensato dal trend positivo del-le esportazioni, in particolare nel segmento dell’alto di gamma e per i costruttori tedeschi, con un incremento complessivo della produzio-ne di oltre il 7%. Anche il settore europeo dei veicoli industriali ha accelerato il recupero dei volumi, iniziato a metà 2010, pur non essendo ancora tornato ai livelli pre-crisi del 2007.

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In forte crescita l’utile di Sogefi

L’assemblea della Juventus F.C. ha approvato ieri, in sede ordinaria, il bilancio 2010-2011, che ha registrato un rosso di 95,4 mln di euro e, in sede straordinaria, un aumento di capitale di 120 mln senza però l’annullamento delle azioni, de-cisione che si è allineata ai consigli della Consob in materia.«Questo è il peggior bilancio della storia della Juventus. Presenta una perdita intollerabile per una società per azioni. Era chiaro fi n da su-bito che questo sarebbe stato un anno diffi cilis-simo. Abbiamo lavorato duro per tappare le falle del passato e programmare il futuro. Ne è nato un piano quinquennale e l’obiettivo è quello di tornare a vincere», ha detto il presidente della

Juventus F.C., Andrea Agnelli, nel suo discorso introduttivo, precisando però che «nessuno vuole illudere sull’anno in corso. La nostra rosa ades-so deve ancora crescere, ma è competitiva e può ambire a dei risultati consoni a questa società».Parlando dello stadio, Agnelli ha detto che dovreb-be generare «32 mln di ricavi, compresi i minimi garantiti e già prepagati da Sportfi ve; il margine operativo lordo sarà di almeno 4,5 mln». Il presidente ha anche espresso un forte rin-graziamento per il capitano della squadra, Alessandro Del Piero, giunto alla sua ultima stagione in bianconero. Ancora da defi nire un futuro in società per il giocatore.

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Juventus vara aumento da 120 mlnUNICREDIT

Conferma cdasalvo imprevisti

Tra le fondazioni azioniste di UniCredit c’è un accordo di massima per rinnovare il cda previsto in primavera, con gli attuali vertici dell’istituto: il presidente Dieter Rampl e l’amministratore delegato Fe-derico Ghizzoni. A confermare le indiscrezioni circolate nei giorni scorsi è stato ieri un consigliere d’amministrazio-ne, che ha preferito mantenere l’anonimato; ha precisato che il rinnovo dei vertici dipende da alcuni fattori ora non visibili.

Intanto il cda di ieri dell’isti-tuto di piazza Cordusio ha trat-tato tempi defi niti di routine. Non si è parlato né del piano industriale, né delle misure per rafforzare il capitale. Non è neppure stata formulata ai consiglieri una stima sulle ne-cessità di capitale. In una breve nota, ieri sera, l’istituto ha confermato che, nell’ambito del nuovo piano industriale, «sta valutando una gamma di azioni che pos-sano valorizzare al meglio le potenzialità del gruppo, in coerenza con il previsto nuovo quadro regolamentare, le at-tuali condizioni di mercato e lo scenario macroeconomico generale».

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