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RACCONTI DI VIAGGIO | Tanzania INCREDIBILE Testo e foto di Michela Angelini Tanzania gruppo Angelini L Africa, o la odi o la ami, non esistono mezze misure quando si parla di questo vastissimo continente. Questa volta ho avuto la fortuna di visitare la Tanzania; Paese stupendo! Un sogno che dopo tanti anni finalmente si realizza. I suoi paesaggi immensi, i suoi laghi, i parchi più famosi come il Tarangire, il Serengeti, il cratere di Ngorongoro e la savana con tutti i suoi animali. Quanti animali...! Mai visti così tanti e tutti assieme, convivere e lottare tra di loro per sopravvive! Immagini tanto affascinanti quanto indescrivibili, piene di emozioni; si rimane increduli dai racconti altrui finché tutto ciò non lo si vede con i propri occhi. Ricordo con molta nostalgia le notti in tenda sotto il cielo africano, unico modo per vivere la savana nel modo più autentico possibile, i campeggi a volte semplici e spartani, l’acqua fredda nelle docce, la mancanza a volte della corrente elettrica e il ritornare a vivere “come una volta” con i ritmi dettati dalla luce del sole; le sveglie ancor prima dell’alba, quando la luna ancora splende ed il sole inizia pian piano a salire dalla parte opposta, le serate che alle 21.00 al massimo erano già terminate, stanchi e già all’interno delle nostre tende pronti a dormire, nell’attesa e nella curiosità di aspettare le avventure del giorno seguente. Ricordo con nostalgia i tanti chilometri percorsi in jeep su piste e strade dissestate, piene di buche, i guadi nei fiumiciattoli in secca durante questa stagione, la polvere che respiri e che ti ritrovi nelle mani, nei capelli, nei vestiti, all’interno degli zaini, dappertutto! Quanta polvere...! Rossiccia, giallastra, alzata dal vento e dalle jeep che corrono in cerca di animali. Questa polvere che alla fine per chi non è abituato può sembrare fastidiosa, a me, dopo qualche settimana dal rientro, già manca, alla fine ti resta fissa nel cuore e nei ricordi, per sempre! Mi mancano i colori, gli odori, i sapori, le emozioni che solo l’Africa ti sa regalare. Mi mancano gli animali, i paesaggi immensi, i tramonti, i vulcani, i laghi e la popolazione di questa Terra stupenda. Ricordo i bambini, sempre sorridenti ed allegri anche se non posseggono nulla e vanno scalzi e malvestiti tutti i giorni, mi mancano i loro abbracci, il loro timido prenderti per mano e i loro saluti. Mi mancano i “Jambo” gli “Acuna Matata” ed i “Pole Pole”. Ricordo ancora le persone incrociate per caso, i loro visi, quelle a cui ho chiesto informazioni e mi hanno accompagnato fin dove dovevo arrivare, non curandosi di lasciare quello che stavano facendo; mi mancano i bambini dell’orfanotrofio “Angela Chabai Orphanege Center “ e la signora Angela, che con il suo impegno e volontà è riuscita a creare questo spazio per i poveri bambini rimasti orfani. Mi mancano tutte le persone che ho conosciuto, sempre disponibili e pronte ad aiutarmi, come il nostro autista/guida Philip, che con le sue spiegazioni, ci ha aiutato a capire meglio i ritmi di questa terra e dei suoi animali, le migrazioni nella savana e tutto ciò che abbiamo visto . Mi manca il nostro cuoco Juma che ci preparava TANZANIA l’Africa che ti resta nel cuore, per sempre TANZANIA

RACCONTI DI VIAGGIO - viaggiavventurenelmondo.it · All’uscita ci attende l’autobus che, insieme al gruppo family, ci accompagna in albergo ad Arusha. Alle 03.30 tutti a letto

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RACCONTI DI VIAGGIO | East AfricaRACCONTI DI VIAGGIO | Tanzania

INCREDIBILE

Testo e foto di Michela Angelini

Tanzania gruppo Angelini

L’Africa, o la odi o la ami, non esistono mezze misure quando si parla di questo vastissimo

continente.Questa volta ho avuto la fortuna di visitare la Tanzania; Paese stupendo! Un sogno che dopo tanti anni finalmente si realizza.I suoi paesaggi immensi, i suoi laghi, i parchi più famosi come il Tarangire, il Serengeti, il cratere di Ngorongoro e la savana con tutti i suoi animali. Quanti animali...! Mai visti così tanti e tutti assieme, convivere e lottare tra di loro per sopravvive! Immagini tanto affascinanti quanto indescrivibili, piene di emozioni; si rimane increduli dai racconti altrui finché tutto ciò non lo si vede con i propri occhi.Ricordo con molta nostalgia le notti in tenda sotto il cielo africano, unico modo per vivere la savana nel modo più autentico possibile, i campeggi a volte semplici e spartani, l’acqua fredda nelle docce, la mancanza a volte della corrente elettrica e il ritornare a vivere “come una volta” con i ritmi dettati dalla luce del sole;

le sveglie ancor prima dell’alba, quando la luna ancora splende ed il sole inizia pian piano a salire dalla parte opposta, le serate che alle 21.00 al massimo erano già terminate, stanchi e già all’interno delle nostre tende pronti a dormire, nell’attesa e nella curiosità di aspettare le avventure del giorno seguente.Ricordo con nostalgia i tanti chilometri percorsi in jeep su piste e strade dissestate, piene di buche, i guadi nei fiumiciattoli in secca durante questa stagione, la polvere che respiri e che ti ritrovi nelle mani, nei capelli, nei vestiti, all’interno degli zaini, dappertutto! Quanta polvere...! Rossiccia, giallastra, alzata dal vento e dalle jeep che corrono in cerca di animali. Questa polvere che alla fine per chi non è abituato può sembrare fastidiosa, a me, dopo qualche settimana dal rientro, già manca, alla fine ti resta fissa nel cuore e nei ricordi, per sempre!Mi mancano i colori, gli odori, i sapori, le emozioni che solo l’Africa ti sa regalare. Mi mancano gli animali, i paesaggi immensi, i tramonti, i vulcani, i laghi e la popolazione di questa Terra stupenda.

Ricordo i bambini, sempre sorridenti ed allegri anche se non posseggono nulla e vanno scalzi e malvestiti tutti i giorni, mi mancano i loro abbracci, il loro timido prenderti per mano e i loro saluti.Mi mancano i “Jambo” gli “Acuna Matata” ed i “Pole Pole”.Ricordo ancora le persone incrociate per caso, i loro visi, quelle a cui ho chiesto informazioni e mi hanno accompagnato fin dove dovevo arrivare, non curandosi di lasciare quello che stavano facendo; mi mancano i bambini dell’orfanotrofio “Angela Chabai Orphanege Center “ e la signora Angela, che con il suo impegno e volontà è riuscita a creare questo spazio per i poveri bambini rimasti orfani.Mi mancano tutte le persone che ho conosciuto, sempre disponibili e pronte ad aiutarmi, come il nostro autista/guida Philip, che con le sue spiegazioni, ci ha aiutato a capire meglio i ritmi di questa terra e dei suoi animali, le migrazioni nella savana e tutto ciò che abbiamo visto . Mi manca il nostro cuoco Juma che ci preparava

TANZANIA

l’Africa che ti resta nel cuore, per sempreTANZANIA

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RACCONTI DI VIAGGIO | Tanzania

piatti strepitosi con solo pochissimi alimenti di base, cucinati in cucine da campeggio buie e prive di comodità.Mi manca tutto di questa Terra! Conserverò stretto nel cuore questo viaggio, questi bei ricordi, i miei compagni di avventura e tutte le persone che ho conosciuto in questo fantastico Paese africano.

Grazie a tutti!! Spero di poter tornare presto a trovarvi.Ciao Africa! Ciao Tanzania!

Grazie Avventure nel Mondo che rendi possibile tutto questo!

DIARIO GIORNALIERO

1°- 12 agostoFinalmente si parte! Arriviamo in orario ad Istanbul dove facciamo conoscenza con il resto del gruppo partito da Milano. Ripartiamo per il Kilimanjaro verso le 18.20.

2° - 13 agostoArriviamo puntuali all’ aeroporto Kilimanjaro alle 01.30. All’uscita ci attende l’autobus che, insieme al gruppo family, ci accompagna in albergo ad Arusha. Alle 03.30 tutti a letto a riposare per le poche ore rimaste.

Sveglia di buon ora per il disbrigo delle ultime pratiche, accordi e ritiro della tenda e dei materassini noleggiati. Facciamo conoscenza con il nostro autista Philip, molto bravo e preparato, ed il nostro cuoco Juma; con lui andiamo a piedi, prima a cambiare i soldi in scellini tanzaniani TZS, poi a fare gli acquisti necessari. Perdiamo circa due ore e mezzo anche perché siamo due gruppi a fare spesa nello stesso negozio, ed al momento di pagare è una lotta per tutti a causa il conto troppo esoso. Nel negozio non ci sono prezzi esposti, la lista degli acquisti viene scritta a penna in un foglio di carta, poi tirano le somme, insomma si va a fiducia e bisogna trattare un po’.. Bisogna anche dire che alla fine abbiamo rispettato la previsione di spesa cha avevamo pattuito il primo giorno. Nel vicino negozio acquistiamo anche delle SIM locali per le chiamate.Finalmente verso le 13.00 partiamo per il primo parco il Tarangire. Che l’avventura del safari abbia inizio! Questo parco è famoso per gli elefanti, i baobab e per i molti animali erbivori, ma non solo...! Facciamo pranzo all’ingresso del parco con dei biscotti e frutta acquistati in negozio ed alcune cose portate dall’Italia, il cuoco non riesce a preparare il pranzo del primo giorno, bisogna provvedere da soli. Game drive pomeridiano e primo impatto con gli animali del parco. Stupendo, avvistiamo moltissimi animali, ma sopratutto sei leonesse, alcune distese a riposare all’ombra di una pianta, altre che si apprestano a mangiare la loro preda.

Scena incredibile per il nostro benvenuto, grande entusiasmo nel gruppo! Verso le 18.30 arriviamo a Mto wa Wbu, dove prendiamo possesso delle nostre stanze. Cena e risate con il gruppo. Incredibile il primo safari!

3° - 14 agostoPartenza per il Lake Manyara. Il parco si colloca non distante dal villaggio Maasai di Mto wa Mbu (in Swahili: fiume delle zanzare), lungo la strada che porta ai più famosi parchi di Ngorongoro e del Serengeti, a soli 130 km da Arusha. Dal 1981 il parco è riserva della biosfera.L’estremità settentrionale del parco è occupata da una fitta foresta. Si alternano poi paesaggi tipici della savana, punteggiata da giganteschi baobab, boschetti di acacia, e foreste lungo i corsi d’acqua. Il parco è infatti attraversato da molti torrenti e dal fiume Endabash.

Game drive ininterrotto di cinque ore intorno al lago, questo parco offre la possibilità di contatti ravvicinati con numerosi branchi di elefanti, che sono l’attrattiva principale, ma anche con colonie di babbuini, gnu, zebre, molte giraffe, alcuni ippopotami e leoni. Ci sono anche numerose varietà di uccelli a bagno nei corsi d’acqua, tra i quali gli eleganti fenicotteri rosa e i pellicani. Il parco è famoso per i leoni che si rifugiano sugli alberi, ma noi purtroppo non abbiamo la fortuna di vederli. Facciamo pranzo nell’area panoramica con vista sul lago, poi riprendiamo la strada che porta all’uscita del parco. Nonostante molti scrivono che questo parco per ragioni di tempo si può anche saltare, a noi è piaciuto moltissimo; è diverso dagli altri parchi perché è foresta ed i paesaggi sono stupendi, anche se gli avvistamenti risultano a volte più difficili, con l’aiuto del nostro driver abbiamo visto ugualmente molti animali. Verso le 13.30 siamo di nuovo al

campeggio, carichiamo i bagagli, le tende, il cuoco e tutta l’attrezzatura, poi ripartiamo, in direzione Karatu, sulla strada che porta anche al Ngorongoro.

Visitiamo l’ orfanotrofio “Angela Chabai Orphanage Center” nel villaggio di Kibaoni, situato a 20

minuti di strada dal campeggio. Ecco il suo contatto mail: [email protected] Avevo proposto al gruppo di visitare l’orfanotrofio e contattato la signora Angela via mail, chiedendole cosa potevamo portare in dono ai bambini. L’orfanotrofio ha bisogno un po’ di tutto, si aiuta con l’appoggio dei turisti che decidono di passare da lei. Grazie alla collaborazione di tutto il gruppo, abbiamo portato ciò che potevamo: vestiti, borse per la scuola, quaderni, matite, penne, colori, caramelle, piccoli giochi e offerte in denaro, anche palloni da calcio erano molto graditi, ma per mancanza di spazio non siamo riusciti a portarli. Questa dolcissima donna, senza aiuti statali, gestisce questo orfanotrofio con annesso centro diurno. In tutto sono circa venticinque bambini, e vanno dai due ai quattordici anni. Ci accolgono calorosamente

e ci fanno visitare la loro casa: alcune stanzette, due dormitori, dei giocattoli, un’aula per fare scuola ed un piccolo cortile. Tutto molto semplice ed essenziale, ma vero. E’ stato veramente bello trascorrere un po’ di tempo con loro, abbiamo giocato, ci hanno cantato delle canzoni ma sopratutto è stato bello vedere un po’ di felicità nei loro occhi, un sorriso ed un loro abraccio vale più di ogni altra cosa. Attraversiamo in villaggio di Karatu e proseguiamo in direzione lago Eyasi. La strada da percorrere è lunga, 110 km, quasi due ore di viaggio, con inclusi 50 km di sterrato. Abbiamo percorso un tratto di pista rossiccia talmente polverosa da sembrare sabbia, uno spettacolo indescrivibile, impossibile non scendere per fare delle foto. Purtroppo lungo il tragitto due persone si sentono male, pensiamo per via della strada dissestata, ma alla fine, questi sintomi colpiscono cinque persone su sette totali del gruppo, il motivo non è dovuto alla pista dissestata ma ai classici problemi di stomaco e intestino che colpiscono il viaggiatore.Arriviamo al Lake Eyasy poco prima del tramonto. Il luogo è affascinante, il campeggio molto spartano e noi siamo gli unici ospiti. Montiamo velocemente le tende, poi riprendiamo la jeep, accompagnati dal nostro autista e dalla guida Qwarda, andiamo a vedere il tramonto sul lago. Il lago Eyasi è un lago salato (alcalino) che si prosciuga nella stagione secca, fa parte della Rift Valley Tanzaniana, è situato a sud del Serengeti National Park e a sud-ovest del Cratere Ngorongoro, nella zona di Crater Hihlands. La maggior attrazione del lago, oltre ad essere la notevole biodiversità faunistica, è la presenza di due tribù, in particolare i Datoga e gli Hadzabe, che visiteremo l’indomani.Cena al campo e prima notte in tenda sotto un cielo stellato. Notte difficile per molti di noi a causa dei problemi del viaggiatore.

4° - 15 agostoOggi è prevista la visita delle due tribù che vivono vicine al lago Eyasi.

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RACCONTI DI VIAGGIO | Tanzania

Partiamo prima dell’alba quando è ancora buio e freddo. Percorriamo in jeep circa quarantacinque minuti di pista sterrata prima di arrivare al campo della tribù Hanzabe (Boscimani).Arriviamo all’alba ed è ancora molto freddo. Le donne ed i bambini piccoli li troviamo raccolti a cerchio intorno al fuoco. Sono vestiti solo di qualche coperta, di uomini inizialmente ce ne sono pochi, poi piano piano arrivano anche loro. Ci stringono la mano e ci salutano. Osserviamo le loro capanne fatte soltanto di rametti secchi e fogliame, sono molto più piccole e povere rispetto a quelle fatte dai Maasai. Poco lontano dalle capanne osserviamo dei pezzetti ci carne appesa ad essiccare.Qwarda ci racconta che il governo in passato ha cercato di aiutarli fornendo loro una scuola ed assistenza sanitaria ma dopo poco tali servizi sono stati sospesi in quanto nessuno si è mai presentato a scuola né tanto meno dal medico. Solo durante la stagione delle piogge si rifugiano in altre zone. Ci rendiamo conto di quanto sia duro vivere in queste condizioni!Gli Hanzabe, sono una piccola tribù nomade che vive di caccia e abita per lo più in grotte e capanne. Per migliaia di anni il loro stile di vita è rimasto praticamente immutato. Sono l’ultima tribù di cacciatori e raccoglitori della Tanzania, discendenti diretti degli aborigeni: non coltivano, non allevano bestiame e vivono esclusivamente di caccia e raccolta del miele (praticata dagli uomini) e della raccolta di erbe, bacche, frutta, tuberi e radici (praticata dalle donne). La caccia li occupa per circa quattro ore al giorno. Non conoscono l’inglese o la lingua swahili, parlano l’un l’altro nella loro lingua madre, una lingua unica, piena di “click” e diversa da qualsiasi altra parlata oggi. Utilizzano il baratto con le tribù vicine, non hanno un sistema di credenze religiose, non festeggiano anniversari o compleanni e non contano neanche il passare del tempo, né in termini di ore, né di giorni, settimane o anni. Gli Hadzabe vivono in un mondo dove il tempo, la ricchezza ed i possedimenti non hanno nessun valore e dove ognuno è visto con lo stesso livello di

rispetto, infatti non hanno leader all’interno della tribù. Ci incamminiamo dietro dei giovanissimi ragazzi, che, muniti di arco e frecce avvelenate, vanno nella boscaglia a caccia di qualche animale. La caccia stavolta è misera, solo un uccellino. Accendono il fuoco con due legnetti, (come facevano i primitivi) e mettono a cuocere sopra di esso l’uccellino. Quando il cibo è cotto ha inizio il banchetto e ce ne offrono addirittura un pezzettino, un ragazzo favorisce, ma non lo vedo troppo convinto! Nonostante sia difficilissimo vivere di niente, ed in queste condizioni, non danno affatto l’idea di persone infelici o di persone fisicamente provate ed al limite. Bisognerebbe riflette più spesso sul nostro modo di vivere pieno di apparenza e cose superflue. Visita interessante, esperienza che rifarei senza dubbio. Proviamo anche a tirare con l’arco e le frecce ma non siamo bravi per niente! La visita dura circa quattro ore. Torniamo al campeggio, smontiamo le tende e facciamo colazione. Verso mezzogiorno andiamo a visitare l’altra tribù, i Datoga. Entriamo in una specie di recinto naturale, un uomo, accompagnato da alcuni bambini ci viene incontro, ci tendono la mano uno ad uno. Nel giro di pochi secondi si raduna tutta la famiglia, ci sono due ragazze molto giovani e già mamme, sono vestite di nero con un drappo di tessuto legato intorno al corpo, sono adornate con monili di ottone, ma non ne hanno alcun bisogno, sono proprio belle; da ogni loro movimento traspare una innata eleganza. Ci mostrano degli aspetti della loro vita quotidiana; le ragazze, accompagnate dalla nostra guida, ci portano a visitare la loro casa. Le loro abitazioni sono costruite con rami intrecciati fra di loro e ricoperti di fango. Molto più decorose se paragonate a quelle degli Hadzabe.Questa tribù di pastori è più evoluta della precedente, ed è dedita alla lavorazione di rame e ferro, alcuni ragazzi ci mostrano come forgiano e lavorano metalli e vecchi monili, dando vita ad anelli, collane ed oggetti di decoro molto carini; alcuni dei quali vengono comprati da me e da alcune ragazze del gruppo.Rientriamo al campeggio, facciamo pranzo poi ripercorriamo la strada fatta all’andata per tornare a Karatu. Alle 16.30, dopo aver fatto sosta in un negozio di souvenir lungo la strada, arriviamo al campeggio e prendiamo possesso dei nostri bungalow. Pomeriggio libero. Alcuni di noi vanno a piedi al vicino villaggio, chi non è stato molto bene approfitta per riposare in bungalow e fare una doccia calda. Ceniamo tutti insieme, poi chiacchiere e risate al bar del campsite.

5° - 16 agostoIl Ngorongoro ci aspetta. Partenza alle 9.30, dopo aver integrato la spesa e cambiato i soldi alla banca di Karatu situata lungo la strada. Verso le 11.00 siamo davanti all’ingresso del Ngorongoro, di solito c’è sempre molta fila. Sostiamo quarantacinque minuti circa in attesa di sbrigare le formalità di ingresso e i pagamenti (a queste pratiche pensa sempre il driver in possesso della scheda prepagata).

Quindi si comincia la salita che porta in cima, sosta al punto panoramico da cui si vede il cratere nella sua interezza. Ngorongoro è un luogo magico, unico, ammirandolo dall’alto in tutta la sua maestosa bellezza si viene travolti da un senso di immensità. Spettacolo indelebile!Il cratere di Ngorongoro è un bene protetto dall’UNESCO, si trova a 2.200 metri sul livello del mare, misura oltre 16 chilometri di diametro e occupa in totale un’area di circa 265 chilometri quadrati. Si tratta della più grande caldera intatta del mondo, è quanto resta di un antico vulcano che sarebbe stato più alto del Kilimanjaro se la sua cima non fosse collassata, dandogli l’aspetto che ha oggi. Sulla corona del cratere corre un’unica strada sul versante meridionale, il percorso per la discesa richiede circa trenta minuti. Il cratere appartiene all’area più estesa della riserva naturale di Ngorongoro (Ngorongoro Conservation Area, o NCA) La NCA è un organismo indipendente dal sistema dei parchi nazionali della Tanzania e amministra l’area in modo diverso; per esempio, all’interno dell’NCA la popolazione dei Maasai può vivere e spostarsi liberamente, cosa che non avviene in nessun altro parco della Tanzania dove vivono solo animali.Alle 12.00 siamo al campo, vista stupenda. Montiamo subito le tende perché sappiamo che nel pomeriggio si unirà tanta gente e partiamo subito per la visita. Facciamo una prima sosta al villaggio Maasai Boma situato nella discesa che porta al cratere.I Maasai sono un popolo di allevatori niloti (nativi della regione del Nilo), che non sono originari di questa zona, ma sono arrivati fino a qua seguendo le mandrie alla ricerca di pascoli da una regione compresa tra il sud-ovest dell’Etiopia, il Sud Sudan e l’Uganda settentrionale. Come gli altri popoli niloti sono pastori e poligami. Un guerriero Maasai non mangia altro che carne, sangue e latte, disprezza i

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cibi vegetali e l’agricoltura, si nutre esclusivamente dei suoi animali. Entriamo nel villaggio, è recintato tutto intorno da una staccionata di rami spinosi di acacia atti proteggere uomini e animali dai predatori durante la notte. Ci accolgono due a due nelle loro piccole capanne fatte da un’intelaiatura di rami, fango e sterco animale. La forma è ovale e l’entrata è bassa. L’interno è molto buio ed è diviso in tre, al centro c’è un focolare per cucinare e nei lati due stanze da letto. Visitiamo poi la scuola per i bambini dai tre ai cinque anni, ci cantano una canzone in inglese composta numeri, incredibile così piccoli già sanno contare fino a 100! Tra canti, balli tradizionali ed acquisti nel mercatino situato nella zona centrale, all’interno del villaggio, sostiamo circa quarantacinque minuti.

Continuiamo la discesa per arrivare fino al fondo del cratere. Ngorongoro ha l’aspetto di un paradiso

perduto, soltanto il passaggio degli altri fuoristrada ti riporta con i piedi per terra. Game drive ininterrotto fino alle 17.30. La vista è stupenda, spettacolo unico di animali e paesaggi, è incredibile come in un territorio così piccolo vivano così tante specie concentrate, una vicino all’altra. Avvistiamo moltissimi animali, impala, bufali, zebre, giraffe, iene, sciacalli, elefanti, antilopi, ippopotami, aquile e migliaia di fenicotteri rosa a bordo del lago e tanti altri uccelli, l’unico animale che non riusciamo a vedere è il rinoceronte, la causa, è dovuta al troppo vento che questo animale non ama e lo spinge a rifugiarsi nella lontana boscaglia, così ci dice il nostro driver Philip. Questa mancanza però ci viene ripagata da una scena indimenticabile: un leone maschio nascosto in una pianura erbosa, poco lontano da lui, il resto della famiglia composta da una leonessa e cinque cuccioli situati sopra una collinetta, all’ombra di una pianta; poco lontano la loro preda: uno gnu o meglio quel poco che ne è rimasto.

Aspettiamo un po’ in silenzio per vedere cosa succede; poco dopo un piccolo leoncino scende dalla collinetta, si avvicina alla preda ed inizia mangiare. La mamma leonessa, situata in altro, controlla e vigila la situazione. Foto a non finire! Tutto il gruppo è entusiasta, restiamo ad osservali sbalorditi ed increduli per circa quaranta minuti!Consumiamo il nostro Lunch box in jeep durante gli avvistamenti per non perdere tempo, ci sono troppi animali da vedere e troppe foto da scattare...!Facciamo una sosta vicino alla pozza degli ippopotami e continuiamo fino a chiusura del parco. Prendiamo il percorso di uscita; una salita incredibile, piena di tornanti. Poco a poco il paesaggio cambia, ci sono molte piante ed una folta vegetazione, poi quando si arriva in cima, quasi vicino all’uscita, la vista è favolosa!Cena al campeggio e nottata molto fredda, ma la bella giornata ci fa stare comunque sereni.

6° - 17 agostoOggi si parte con direzione Serengeti!Sveglia all’alba. Smontiamo subito le tende, prima ancora di far colazione. Partiamo verso le 07.30.Usciamo dal parco del Ngorongoro (l’ingresso ha una validità di ventiquattro ore, altrimenti si paga una penale). Raggiungiamo l’ingresso del Seronera, (Seronera Naabi Hill Gate) e mentre Philip sbriga le pratiche di ingresso, noi facciamo sosta nella collinetta di roccia con terrazzo e view point da dove si ammira una smisurata pianura ed un paesaggio mozzafiato.

Impresa ardua descrivere quanto meravigliosamente bello, vasto, ricco, e vario sia il Serengeti!La strada che percorriamo è meta di game drive, e ci impegna fino alle 17.30. Avvistiamo moltissimi animali: nove leoni, quattro leopardi, uno di questi posizionato sopra un albero a mangiare la preda, tre ghepardi poi elefanti, zebre, antilopi, uccelli, bufali, ippopotami ecc.. Sembra veramente di trovarsi all’interno di un documentario girato da National Geographic!

La scena che più mi rimane impressa in questa bellissima giornata è quella di un gruppo di impavidi facoceri; rischiano incoscientemente la vita girando attorno ad alcuni leopardi seduti belli e beati a riposare all’ombra di una pianta. Non riusciamo a capire cosa vogliono fare, sembra che vogliono rubargli il posto. Assurdo ma vero, alla fine riescono a guadagnarsi l’ombra e caccia via i leopardi, si vede che erano proprio sazi... Mah! Ci fermiamo solo trenta minuti per consumare il lunch box, poi continuiamo il giro. Arriviamo al Campsite e montiamo subito le tende prima che faccia buio. Il campo è sprovvisto di corrente elettrica ed acqua calda. Consumiamo per la prima volta la nostra cena seduti a terra sopra al famoso telo blu acquistato il primo giorno, illuminati solo dalla luce delle nostre pile frontali e dalla luna. Alla fine non si mangia male nemmeno così. Questo viaggio ci piace proprio a tutti...!Durante la notte incursioni di zebre che pascolano tranquille tra le tende dell’affollato campeggio senza

dar fastidio a nessuno.

7° - 18 agostoGame drive mattutino, questa volta avvistiamo pochi animali. Facciamo una sosta al Serengeti Visitor Center per una birra fresca. In questo posto organizzano i voli in mongolfiera nel Serengeti, chiediamo informazioni, ma sono troppo costosi.Ritorniamo al campeggio, smontiamo le tende, facciamo pranzo e carichiamo la jeep. Nel primo pomeriggio partiamo in direzione nord verso Lobo. La strada è lunga e diventa occasione di altri game drive, attraversiamo il centro del Parco e perlustriamo la zona intorno al fiume Seronera dove, nonostante la stagione secca, la fauna abbonda. Ad un tratto, mentre siamo in prossimità di un kopjie (uno degli enormi massi di granito che emergono dalla pianura come monumenti), ecco spuntare un leopardo! Continuano gli avvistamenti, ippopotami, gnu, giraffe ed anche un ghepardo sdraiato sopra una pianta!Arriviamo a Lobo, zona a nord del Serengeti, verso le 17.00, ci sono già molti altri gruppi ed il campeggio ha una vista favolosa. Bellissima location, anche se spartano. Montiamo la tenda poi andiamo in jeep a prenderci una birra fresca al vicino Lodge.Incredibile, avvistiamo altri due ghepardi al tramonto, sono nascosti da una roccia ma comunque ben visibili dalla strada! Questo viaggio non finisce mai di sorprenderci!Cena al campeggio seduti a terra ed illuminati dalle nostre pile frontali, nonostante ciò continuiamo a ridere e a divertirci. L’umore è alto ed i piccoli disagi ci lasciano indifferenti. Andiamo a dormire presto, fiduciosi che ogni giorno che verrà sarà più bello del precedente!

8° - 19 agostoPartenza ore 06.30 direzione Mara River. Oggi è l’attesissimo giorno per tentare di vedere la migrazione degli gnu! Sicuramente la giornata più difficile di tutto il safari, tutto dipende dal caso e dalla fortuna di trovarsi nel posto giusto al momento giusto! Dobbiamo percorrere più di 100 km (quattro ore abbondanti, considerando lo sterrato e le soste), ad un certo punto la strada diventa pista, troviamo molte buche e qualche guado.Lungo il percorso, quando il sole ancora non è ancora alto in cielo, avvistiamo un leone maschio adulto con una bella e folta criniera; sta divorando la sua preda vicinissimo alla strada!La giornata inizia subito bene! Sostiamo una mezzoretta e scattiamo moltissime foto. Dopo un po’ il leone si allontana e lascia gli avanzi della preda a delle iene, sciacalli e vari uccelli che girano intorno a lui in attesa che si allontani! Portano tutti rispetto al re della savana!Innumerevoli gli gnu che avvistiamo in questa zona del Serengeti. Incredibile, mai vista una concertazione di animali cosi numerosa. Immaginiamo quanto sarebbe bello poterli vedere dall’alto, magari sorvolando la zona con un piccolo aereo.

Facciamo una breve sosta al Kogatene Airstrip, un

RACCONTI DI VIAGGIO | Tanzania

Avventure nel mondo 1 | 2017 - 51

piccolo aeroporto di aerei superleggeri poi finalmente verso le 10.30 arriviamo al fiume Mara. Tempo di attesa, di ansia e di sospiri questo...! L’aria che si respira è incredibile, la tensione è anche dovuta all’attesa che può essere molto lunga e dalla paura di aver fatto tanti chilometri a vuoto, ma non disperiamo! Facciamo pranzo all’interno della jeep con i nostri lunch box. Giriamo circa un paio d’ore a vuoto e riceviamo molti falsi allarmi; nei parchi gli autisti si tengono in contatto con le ricetrasmittenti e si avvisano quando vedono movimenti strani di animali. Finalmente abbiamo un avviso veritiero!Corriamo in una zona del fiume, è incredibile, riusciamo a vedere il primo attraversamento!Mandrie di gnu ammassati a bordo fiume, sembrano indecisi sul da farsi, poi tutto d’un tratto iniziano a correre e lo attraversano, lo spettacolo del guado è unico, abbiamo la pelle d’oca per emozione! Vederli uscire vivi sulla sponda opposta è una grande liberazione, il culmine di uno degli spettacoli più incredibili della natura. Non potete immaginare l’emozione provata da ciascuno di noi davanti tutto ciò!Riusciamo a vederne un altro di attraversamento, strepitoso come il primo. Contenti e soddisfatti, verso le 14.30 decidiamo di tornare indietro, la strada è molto lunga e tortuosa. Durante il percorso, sempre lungo fiume avvistiamo un movimento strano di zebre e coccodrilli, poi in lontananza molta polvere; alziamo lo sguardo all’orizzonte, incredibile un altro branco di gnu sta cercando di attraversare. Il terzo avvistamento...!Corriamo veloci verso quella direzione, questa volta sono tantissimi, una mandria enorme composta da gnu e zebre, si avvicinano al fiume a più riprese perlustrando le rive.Il fiume ha forti correnti torrentizie, ma la cosa che più ci colpisce è il vedere le molte carcasse di gnu che si trovano disseminate anche nel bel mezzo del fiume, osserviamo meglio poi riusciamo a capire. Nascosti dentro le acque torbide, molti coccodrilli affamati attendono le loro vittime. Il passaggio delle mandrie al guado del Mara infestato dai coccodrilli è unico! Solo chi ha avuto la fortuna di assistervi sa quanto sia emozionante questo momento.Philip ci spiega che di solito sono le zebre a fare da apripista perché hanno la vista migliore degli gnu, ma questi ultimi hanno un odorato più sviluppato ed una buona memoria; addirittura sono capaci di ricordare e rifare il percorso della migrazione in senso inverso nello stesso punto dove hanno attraversato all’andata. E’ l’istinto che li guida, e l’istinto dice che se lo fanno in tanti e tutti insieme, avranno maggiori possibilità di successo e di sopravvivenza.In totale abbiamo visto quattro attraversamenti in un giorno! Impossibile desiderare di meglio!Questa giornata è stata memorabile, l’emozione più grande che poteva regalare la Tanzania ed il Serengeti.

Ritorniamo al campo percorrendo una pista diversa da quella fatta all’andata, anche qui il paesaggio è stupendo e le pianure sono interminabili. La savana ci affascina sempre più!Arriviamo al campo alle 18.30 con la vista di un tramonto che solo l’Africa ti sa regalare. Cena al campo, alle 20.45 già siamo in tenda a riposare. Giornata straordinaria, forse una delle più belle!

9° - 20 agostoGiornata di trasferimento oggi, dobbiamo arrivare fino

al lago Natron; attraversiamo una parte del Serengeti con meno animali, più ondulata e punteggiata di alberi, arriviamo a Klein’s Gate poi usciamo dal Parco. Facciamo sosta nella zona di Wasso, un villaggio situato lungo la strada per gli ultimi acquisti di carne verdura ed acqua per la cena al Natron, tra una cosa e l’altra perdiamo

circa un’ora (troppo..!!).Proseguiamo il trasferimento, lungo la strada avvistiamo numerosi campi Maasai. La pista è tutt’altro che comoda, peggiora man mano che andiamo avanti, ma il paesaggio fa dimenticare ogni cosa. Ogni tanto qua e là spunta dal nulla un gregge seguito da un pastorello Maasai. Qui i bambini vanno da soli nella savana a badare alle greggi, scalzi e con solo un bastone in mano, qui non c’è la televisione, la playstation o il computer! Incontriamo un altro gruppo di Avventure nel Mondo con la gomma a terra, ci fermiamo e il nostro driver aiuta l’altro a cambiare la ruota; favore ricambiato dopo pochi chilometri quando ci troviamo noi ad avere la gomma a terra. Questa pista è una pietraia, impossibile non bucare!

Ad un certo punto, dietro una curva appare la distesa di lava e soda su cui si erge il cono perfetto dell’Oldoinyo Lengai. Vulcano attivo, sacro al popolo Maasai che lo considera la dimora del Dio Lengai. Lo scenario è pazzesco, di una durezza estrema, siamo scesi di altitudine e la differenza di temperatura è evidente. Arriviamo al Campsite verso le 14.30.Andiamo subito a fare una passeggiata lungo il lago con la nostra guida Maasai, sono circa le 15.00 è ancora caldo, sarebbe stato meglio vedere il lago al tramonto o all’alba ma noi abbiamo poco tempo a disposizione. Il lago è molto bello, osserviamo delle formazioni di roccia molto bizzarre. I fenicotteri intenti a nutrirsi nelle acque basse si tengono a debita distanza e accennano un breve volo man mano che ci avviciniamo. La guida ci spiega che i fenicotteri rosa sono presenti in quasi tutti i laghi della Tanzania, ma solo al Natron depongono le uova. Al ritorno, vicino alla jeep troviamo un gruppetto di bambine Maasai, hanno organizzato una sorta di mercatino con i classici braccialetti e collane fatte di perline colorate, nella speranza di vendere qualcosa.

Tornati al campeggio facciamo pranzo, poi partiamo per il trek alla cascata. Iniziamo a camminare lungo il corso di un torrente, in una gola che diventa sempre più stretta. Si procede a tratti con i piedi nell’acqua, ci sono anche alcuni guadi e l’acqua è alta circa un metro, la guida è indispensabile, ci indica la strada ed i punti dove bisogna attraversare. Posto molto bello e suggestivo. In fondo al fiume, dopo circa quaranta minuti di cammino troviamo una bella cascata di acqua calda che viene fuori dalla montagna, una doccia perfetta, finalmente ci laviamo per bene! Bellissima esperienza, assolutamente da non perdere!

Tornati al campeggio montiamo le tende e ci prepariamo per l’ultima cena da campo assieme a Juma e Philip, questa è anche l’ultima notte in tenda e l’ultima di safari purtroppo! PS: volendo si può fare un trekking dal villaggio fino alla cima del vulcano dell’ Oldoinyo Lengai. Si parte a mezzanotte per arrivare in cima all’alba, poi si riscende. Trek impegnativo, servirebbe un giorno in più per poterlo effettuare.

10° - 21 agostoOggi altra levataccia, partiamo verso le 06.15, direzione Arusha aeroporto. Percorriamo tre ore di strada sterrata con molte buche, poi proseguiamo sull’asfaltato. Arriviamo finalmente ad Arusha dove il percorso al anello che abbiamo effettuato in questi giorni si chiude. Alle 11.30 siamo davanti al piccolo aeroporto di Arusha. Purtroppo è arrivato il momento dei saluti e gli addii sono sempre difficili, oramai penso che non mi abituerò mai... Mancia al cuoco e all’autista (meritatissime) più alcuni regalini come tende e sacchi a pelo ecc..

RACCONTI DI VIAGGIO | Tanzania

52 - Avventure nel mondo 1 | 2017

Check-in veloce senza pagare nessun supplemento per qualche chilo in eccesso, poi via... Zanzibar ci aspetta! Piccola isola corallina ricca di storia, ha visto il susseguirsi di arabi, persiani, portoghesi, olandesi, tedeschi e inglesi. Zanzibar costituì il centro di raccolta degli schiavi neri da gran parte dell’Africa orientale e il centro di smistamento verso tutto il Medio Oriente.Arriviamo alle 15.30 puntuali. All’uscita troviamo un ragazzo che ci accompagna in centro. Dopo quindici minuti siamo già in Hotel. Dopo una bella doccia, facciamo un giro serale della città vecchia.Bellissimi i portoni intarsiati e gli edifici storici, anche se un po’ in decadimento hanno comunque il loro fascino. Arriviamo sul lungomare del porto verso il tramonto quando ai Forodhani Gardens si accendono i bracieri delle tantissime bancarelle che vendono spiedini di carne e pesce, gamberi, samosa ecc... Resistiamo alla tentazione di assaggiare.Proseguiamo il giro del lungomare popolato di persone e ragazzi che giocano in spiaggia, sembra di essere stati catapultati in un altro continente. Ci rendiamo conto della netta differenza tra lo stile di vita della Tanzania dei parchi e dei piccoli villaggi Massai, rispetto a quella su quest’isola. Decidiamo di mangiare comodi e fermarci in un vicino ristorante per una cena a base di pesce, poi stanchi della lunga giornata di trasferimenti andiamo a riposare.

11° - 22 agostoIn questa giornata è prevista l’escursione in barca alle tre isole.Veniamo accompagnati al molo dal proprietario della barca, noleggiamo il necessario per lo snorkeling poi partiamo per il tour.La prima isola che visitiamo è Changuu o Prison Island o isola delle tartarughe. Prison Island, era un luogo di detenzione per gli schiavi indisciplinati. Successivamente il Primo Ministro britannico di Zanzibar vi fece costruire la prigione a cui l’isola deve il nome, che però non venne mai utilizzata come tale. In seguito al dilagare della febbre gialla, Prison Island venne adibita a stazione di quarantena e la prigione venne convertita in ospedale. Su quest’isola vive una colonia di un centinaio di tartarughe giganti delle Seychelles. L’origine di questa colonia non è ben chiara. Le tartarughe possono raggiungere un peso di 250 kg, e di alcuni degli esemplari presenti a Prison Island si pensa che abbiano oltre 250 anni di età. La seconda tappa è Bawi dove facciamo snorkeling sulla barriera corallina. Infine ci fermiamo a Pange, un isolotto di sabbia corallina con acque turchesi dove facciamo pranzo con risotto al pesce, verdure, frutta e dolcetti, tutto incluso con il costo del’escursione. Tutto delizioso. Bella escursione. Rientriamo al molo verso le 16.00 dopo una mezzoretta di navigazione. Facciamo di nuovo un giro nel labirinto di viuzze, vicoli e piccole botteghe

della città vecchia per acquisti vari. Appuntamento in Hotel per il trasferimento in pulmino a Kendwa. Alle 19.00 arriviamo al nostro albergo, siamo praticamente in spiaggia. Aperitivo, cena e dopo cena in spiaggia, non c’è molta gente e il posto è veramente carino.Kendwa è una bella spiaggia corallina situata a nord dell’isola, ci sono molte palme ed una mare bellissimo che non risente dell’effetto della marea.

12° - 23 agostoEscursione in barca all’atollo di Mnemba. Dopo un’ora e mezza abbondante di navigazione ci fermiamo per lo snorkeling alla barriera corallina. L’sola di Mnemba è privata e non si può scendere. Verso le 12.00 ci fermiamo in un altro isolotto di sabbia bianchissima per fare pranzo. Purtroppo finito di mangiare ci danno solo mezz’ora di tempo per godere del bel posto. Ci fanno subito ripartire per il ritorno perché dicono che devono fare un’altra escursione al tramonto e la marea non permette di rimanere di più. Alle 16.00 siamo di nuovo nella spiaggia del nostro hotel sdraiati sopra i lettini. Bella escursione anche se lascia poco tempo libero per godere della bella spiaggia corallina. Cena nel ristorante di fianco alla nostra spiaggia.

13° - 24 agostoCi svegliamo con comodo. Mattinata libera per chi

vuole restare in spiaggia a riposare, invece per i più volenterosi ho proposto una camminata lungomare fino al il villaggio di pescatori di Nungwi (un’ora e mezza abbondante).Percorriamo il lungomare fino a metà strada, poi siamo costretti a deviare per l’interno per via dell’alta marea che blocca il passaggio. Un ragazzo

del posto ci indica la deviazione e ci accompagna (dice che non è sicuro andare da soli), attraversiamo dapprima un boschetto che sembra un labirinto poi un pezzo di strada bianca prima di arrivare a Nungwi, da qui si può continuare a camminare dal lungomare. Arriviamo fino al villaggio dei pescatori dove riparano i dhow, le famose imbarcazioni a vela senza motore. Proseguiamo a piedi fino al faro dove è stato aperto un piccolo acquario con tartarughe marine. Torniamo indietro percorrendo tutto il lungomare dato che la marea si è abbassata. Pranzo al ristorante del nostro hotel e meritato relax.Verso le 16.30 partiamo per Jambiani, un pittoresco villaggio di pescatori che sorge sulla costa sud-orientale dove il senso di comunità è molto forte ed autentico. Luogo ideale per vedere il fenomeno delle maree. Cena nel ristorante dell’Hotel.

14° - 25 agostoJambiani, giornata libera tra relax in spiaggia, lunghe passeggiate e visita al villaggio situato dietro all’Hotel. Al mattino con l’alta marea, la spiaggia è

praticamente inesistente, bisogna stare in piscina, poi man mano la marea si abbassa verso le 11.30 circa (per sei ore), il mare scompare per chilometri. Passeggiare avanti e indietro per le spiagge incontaminate, godersi la sabbia bianca e le acque turchesi è una delle tante cose che si possono fare in questo angolo di paradiso. Così come avviene per le altre spiagge della costa orientale, le maree con i loro “giochi” fanno emergere conchiglie, stelle marine, barche in secca ed è possibile osservare la raccolta delle alghe per non parlare dei paesaggi da favola. La popolazione di Jambiani vive soprattutto di pesca e agricoltura. A queste attività tradizionali si sono aggiunte negli ultimi decenni la coltivazione delle alghe rosse e il turismo. La spiaggia di Jambiani è infatti una delle mete balneari più rinomate di Zanzibar e nel periodo di agosto, grazie al costante vento è meta di appassionati di Kite Surf.Cena in una piccolo ristorante vicino al mare che cucina aragoste e cibo superlativo.

15° - 26 agostoMattinata in libertà. Propongo di andare a visitare la scuola poco distante: “Elimo Ndiyo Kila Kitu”. Visitiamo prima la scuola secondaria, poi la primaria dei più piccini; anche se sembra un unico stabile, ci sono due diverse direzioni. Ci vengono esposte le idee innovative del preside della scuola primaria e la volontà di costruire una cucina e di portare l’acqua all’interno della struttura, alcuni lavori sono già iniziati, ma hanno bisogno di fondi, noi offriamo un piccolo contributo. Ecco il loro contatto mail: [email protected]

Alle 12.30 carichiamo i bagagli in pulmino e ritorniamo a Stone Town. Abbiamo ancora una mezzoretta libera da dedicare agli ultimi acquisti nella città vecchia prima di imbarcarci. Salutiamo Iddi che ci porta i biglietti dell’ ultimo traghetto in partenza, infine salutiamo la splendida Zanzibar. Sbrighiamo le pratiche di imbarco e partiamo puntuali per le due ore di traversata che si separa da Dar es Salaam.PS: controllate bene il numero del carrello dove vi mettono le valigie, alla riconsegna è un casino totale.L’autista ci aspetta al porto e ci accompagna allo Slipway Shopping Center, un centro commerciale dove ci sono molti negozi, bar e ristoranti. Quanto traffico in città...!Lasciamo tutti i bagagli al sicuro nel nostro pulmino e andiamo tranquilli a fare cena. Passiamo un po’ di tempo in questo posto prima di andare in aeroporto. 16° - 27 agosto Il nostro volo è alle 03.25. Arrivo ad Istanbul in orario, saluti ed abbracci con i ragazzi che partono per Milano. Con gli altri ci salutiamo a Roma.

Viaggio indimenticabile!

Appassionatamente Michela Angelini

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