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Raccolta dei racconti e delle ricette in concorso nell'ambito della quinta competizione ufficiale organizzata da Cascina San Cassiano, denominata "Racconto d'amore, ricetta del cuore".
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RACCONTO D’AMORE, RICETTA DEL CUORE
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Nella primavera dell'anno 2013 Cascina San Cassiano ha dato il via al quinto contest ufficiale
organizzato dall'azienda: "Racconto d'amore, ricetta del cuore".
Com'è facile intuire dal titolo, la competizione non riguardava solo l'ambito culinario, ma anche
quello letterario, senza dimenticare la fotografia, arte divenuta oramai indispensabile per
un'adeguata presentazione dei piatti.
Per l'occasione sono stati coinvolti nel progetto esperti di varie estrazioni, in particolare due
professioniste del campo editoriale, Simonetta de Nisco, capo redattrice del webmagazine
Cascina Style, e Angela delli Ponti, che si sono occupate dei giudizi riguardanti i racconti
presentati dai concorrenti.
In qualità di esperto di fotografia è stato inserito nella rosa dei giurati Davide D'Angelo,
autore di una delle photogallery pubblicata all'interno del CSC channel dal titolo "Le Langhe
oltre l'invisibile".
Infine, com'è oramai consuetudine per tutti i contest
ufficiali organizzati da Cascina San Cassiano, è stata
coinvolta nel progetto anche una blogger, Ileana
autrice del blog Ribes e Cannella, vincitrice del quarto
contest ufficiale Cascina San Cassiano: "Star for a
Night".
Questa presentazione è un omaggio a tutti i valorosi
partecipanti, che si sono dimostrati all'altezza della
sfida, considerata da molti tutt'altro che semplice,
soprattutto a causa della varietà di competenze
richieste: letteratura, culinaria, fotografia.
Siamo dunque lieti di presentarvi tutti i “racconti
d’amore” in concorso con relative “ricette del cuore”.
Buona lettura e buon appetito!
RACCONTO D’AMORE, RICETTA DEL CUORE
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IL RACCONTO di Sonia
Io amo molto i legumi secchi e le varie pasta e fagioli, pasta coi ceci, minestra di lenticchie mi
piacciono tanto. Trovo che in inverno siano dei piatti riconfortanti irrinunciabili. L'unico problema
deriva dalla mia difficoltà di digerirli, per cui posso mangiarli molto di rado.
Ieri mi sono deliziata con questa facilissima zuppa, o vellutata nel caso in cui frulliate il tutto, che
ho accompagnato coi tenerissimi cuoricini ai 5 colori di Cascina San Cassiano.
Io personalmente ho dovuto sostituirli perchè sono di grano, ma gli altri si sono ritrovati un bel
piatto allegro e colorato.
Potete frullare solo una parte dei ceci lasciando integro il resto oppure frullarli tutti; la mia resta
comunque una delle mille maniere di preparare questo rustico piatto.
Sono particolarmente legata alla pasta multicolore perchè mi riporta alla memoria il viaggio di
qualque anno fa in Puglia con mio marito. Abbiamo fatto un sacco di belle gite, abbiamo scoperto
posti nuovi, gente gentile e una regione pulitissima.
Abbiamo visitato Alberobello con i suoi famosi trulli, siamo andati a visitare le grotte di Castellana,
tra i luoghi naturali più belli mai visitati, un'esperienza unica che non dimenticheremo mai, delle
formazioni stalattitiche e stalagmitiche impressionanti! Siamo andati a Fasano a scoprire il suo
famoso zoo-safari, con le tigri a un tiro di schioppo, gli orsi che giocavano con le angurie e una
strabiliante quantità di serpenti in mezzo ai quali troneggiavano due coccodrilli maestosi.
Siamo stati abbagliati dal bianco candore di Ostuni e dalle belle spiagge Brindisine.
Ed essendo una zona fortemente turistica, era piena di negozietti con souvenirs di ogni sorta:
minitrulli, taralli, magneti da frigorifero e la famosissima pasta multicolore che ho ammirato in
tantissime forme diverse.
RACCONTO D’AMORE, RICETTA DEL CUORE
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Tra tutte le bellissime cose viste mi sono innamorata della pasta multicolore che ho comprato e
che ho conservato fino al San Valentino successivo: ho preparato una cenetta romantica usando
questa pasta per festeggiare i 16 anni di vita insieme.
Quando ho scoperto che questa pasta, in varie forme, era commercializzata anche da Cascina San
Cassiano, ero contenta come una bimba in un negozio di caramelle! Ho deciso di conservare una
parte di questi cuoricini per il prossimo San Valentino e ripetere il rito per il nostro 19 anno
insieme. Di anno in anno una pasta colorata per ricordarci che la vita insieme è anche allegria e
gioia e non solo responsabilità.
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LA RICETTA di Sonia
Vellutata di ceci con cuoricini multicolore
Ingredienti (dosi per 2 persone):
olio d'oliva
una carota
peperoncino
un gambo di sedano
250 g di ceci di Cicerale
4 cucchiai di porro finemente affettato
un cucchiaino colmo di preparato granulare per brodo vegetale
200 g di Cuoricini 5 colori Cascina San Cassiano
Procedimento:
La tempistica di preparazione si aggira sui 15 minuti. Mettere a mollo in acqua fredda i ceci per
una notte. Soffriggere il
porro tritato finemente, la
carota a tocchetti e il sedano
tritato in un filo d'olio d'oliva.
Sciacquare per bene i ceci e
versarli in pentola. Lasciare
insaporire i ceci, aggiungere
il preparato granulare,
coprire con abbondante
acqua e lasciare cuocere per
circa un paio d'ore,
prestando attenzione
all’acqua che non dovrà
asciugarsi. Insaporire la
zuppa con peperoncino e
frullare. Cuocere i cuoricini
per circa 5 minuti.
Impiattare la vellutata con una porzione di pasta, insaporire con un filo d'olio a crudo e servire
subito.
L’AUTORE Sonia, blog: la cassata celiaca.
RACCONTO D’AMORE, RICETTA DEL CUORE
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IL RACCONTO di Almerindo
Racconto la storia di chi, parlandomi di se, con gli occhi gonfi di lacrime, mi ha devastato di gioia il
cuore.
È la storia di un uomo, un uomo/padre che mi racconta la sua vita, la quale sempre benevola gli
era stata.
Una casa bella, un lavoro soddisfacente, una
donna giovane a cui dare amore e un cane
felice di essergli sempre accanto nelle lunghe
passeggiate.
Ma una cosa la vita gli aveva negato, una sola,
la più importante: la gioia di un figlio!
Il tempo passava, le giornate erano sempre
piene e lunghe, il lavoro incalzava cosi come il
suo pensiero di completare la famiglia.
Continui controlli medici a nulla erano valsi a
premiarlo ed era oramai alla soglia dei
cinquanta anni.
Con le mani piene di speranza e rassegnazione
un giorno si avvio per un consulto, forse l’ultimo,
ma non lo fu, gli proposero una questione che
poteva dare soluzione al suo problema.
L’incontro con un assistente sociale lo proiettò
di colpo nel mondo di quei bimbi che nessuno
aveva voluto, vestiti solo di speranza e nulla più,
ma era la sua stessa speranza e questo gli
riempiva il cuore di felicità e bontà.
Lo condussero in una stanza in un giorno tiepido e soleggiato come solo la primavera dona, era
una enorme stanza, pensò che forse era più grande della sua casa, ma poi sorrise riflettendo su
quello stupido pensiero.
Quel sorriso si illuminò sbiancandone il volto quando lo stesso fu corrisposto da un piccolo
esserino spuntato dal nulla; un visetto color cioccolato gli si avvicinò, toccandogli la mano...
Fu amore a prima vista, gli tocco piano con mano tremante di gioia i capelli e scopri delle piccole
mollettine a forma di fragole che provavano a tenere sistemati quei riccissimi e scuri capelli.
Era una bimba bellissima, e i suoi occhi si riempirono sempre più di lacrime.
Gli dissero che era una bimba di soli quattro anni, quattro anni di puro splendore con un tremendo
passato alle spalle, ma lui penso che finalmente tutto era finito e la conferma gli venne dal nuovo
candido sorriso della bimba, un sorriso bianco più della panna montata su un gelato al cioccolato
da mangiare di baci e amore.
RACCONTO D’AMORE, RICETTA DEL CUORE
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Le chiese il suo nome, sperando che rispondesse; e con tutto il candore di una bimba disse
“Peach”, come la principessa del gioco di Super Mario.
Ma da ora in poi sarebbe stata di Mario, Mario Rossi, e nessun drago cattivo l’avrebbe mai portata
via, era una promessa.
La sua vita ora era piena, con un nuovo futuro davanti, e sorrise.
Era ora di festeggiare col miglior spumante!
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LA RICETTA di Almerindo Peach girl
Ingredienti:
8 fragole
panna montata
scaglie di cioccolato
4 pesche rosa sciroppate con vino
moscato Cascina San Cassiano
1 noce di burro con cannella,
cardamomo e zenzero Cascina San
Cassiano
Procedimento:
Sciogliere il burro in una padella e riscaldare le pesche con parte del loro vino, farlo sfumare e
mettere in coppette. Affettare quattro fragoloni. Decorare intorno alla pesca con ciuffi di panna
montata, le fragole e le scaglie di cioccolato! Servire su miese en place.
L’AUTORE Almerindo, blog: la cucina dello stregone.
RACCONTO D’AMORE, RICETTA DEL CUORE
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IL RACCONTO di Sabrina
Il 2009 non è stato uno dei migliori anni per me: tanti cambiamenti importanti e radicali nella mia
vita, tante delusioni a livello personale e familiare, la chiusura della mia attività poco prima,
l'incidente di Fabrizio ed i tanti interventi alla gamba subiti, ma soprattutto una grande e
sofferente perdita e la scoperta di tante bugie e menzogne...
Di certo non è stato l'anno più roseo e sereno della mia vita.
Però poi è arrivata l'estate e quel viaggio improvviso, senza organizzazione, senza pianificazione,
senza una meta definita, della serie "prendi e parti" come, in fondo in fondo, piace a me!
Ed è stata una cura miracolosa per quel senso di fallimento, vuoto e tristezza che sentivo dentro...
Così quella mattina prendiamo una valigia, ci mettiamo dentro
alcuni cambi di abito, qualche maglia a maniche lunghe che non si
sa mai, e partiamo verso una meta ancora non chiara.
L'unica cosa certa era la prima tappa: Torino, a far visita a dei
carissimi amici e scoprire una città sorprendentemente fantastica.
Il soggiorno da loro è stato breve ma sufficiente per ammirare
anche delle meraviglie della città, come "Il Parco del Valentino" con
le sue innumerevoli e colorate varietà di piante e fiori, oppure la
Basilica di Superga, la famosa Mole Antonelliana e tante, tante altre
meraviglie che (onestamente) non mi aspettavo di trovare...
Poi via verso mete nuove!
Saliamo ancora verso la Valle d'Aosta ed ad ogni paesello che
incontriamo, siamo tentati di fermarci tanto veniamo conquistati da quelle atmosfere e quei colori
e forme tipiche di quei posti...
Ma a catturarci il cuore è stato Cogne!
Questo grazioso paese, collocato nella parte
meridionale della Valle d'Aosta, è circondato da una
vellutata distesa verde: i Prati di Sant’Orso.
Incastonata ai piedi del massiccio del Gran Paradiso,
con boschi di conifere e betulle sullo sfondo, Cogne
offre infinite bellezze naturali che si estendono a
perdita d’occhio verso le vette innevate, sebbene in
piena estate, e dalle distese verdi ed i pascoli e i
corsi limpidi dei torrenti, regala paesaggi contrastanti
e spettacolari!
Abbiamo alloggiato in un hotel molto grazioso e
curato, a conduzione familiare, dove l'accoglienza e
la gentilezza, la qualità dei servizi ed il calore di relazioni umane autentiche, l'hanno fatta da
padrone in questo nostro soggiorno da favola!
Sembrava di vivere in un luogo incantato: mai provata prima una sensazione di serenità e pace
come quella!
RACCONTO D’AMORE, RICETTA DEL CUORE
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E godendo di questo paradiso, ci siamo persi in lunghe e bellissime passeggiate tra i sentieri, nel
cuore del Parco nazionale Gran Paradiso.
A malincuore salutiamo questo angolo incantato e ci dirigiamo verso una nuova meta: il Monte
Bianco...
Courmayeur è il paese che ci ha ospitati prima del nostro viaggio di ritorno...
La cosa più sorprendente di questa vacanza, era (per me che avevo sempre e solo vissuto il mare)
lo stare sulla neve in piena estate, vestiti a mezze maniche, a ben 3800 metri sul Monte Bianco...
Io che ho sempre snobbato tanto la montagna, che l'ho sempre barattata senza batter ciglio con
spiagge ed ombrelloni, proprio io, non avrei mai pensato che questi posti, questi panorami,
potessero catturarmi tanto il cuore!
È stato un viaggio meraviglioso, un viaggio che ha riportato serenità in me...
Un viaggio che non può essere ripetuto per non togliergli tutto quel fascino, tutta quella magia, di
cui vive e si nutre nei miei ricordi ed in questi pochi scatti...
E proprio soggiornando in quel grazioso e caratteristico hotel, siamo stati coccolati e viziati da
tutte queste accortezze che ci riservavano, non solo nell'accoglienza, ma anche a tavola, dove ci
proponevano sempre delle pietanze nuove e particolari...
E questa, in particolar modo, si è meritata il suo bel posto nei miei ricordi, con questo suo strano
ed interessante connubio tra legumi e frutta...
Sto parlando del "matrimonio" tra due legumi (che io adoro) e le tipiche mele Jonagold della Val
d'Aosta, impreziosito per questa occasione dalla mousse di foie gras Cascina San Cassiano.
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LA RICETTA di Sabrina Lenticchie e fagioli adzuki con mele Jonagold e mousse di foie gras
Ingredienti (dosi per 4 persone):
un limone
sale e pepe
erba cipollina
un mandarino
2 spicchi d'aglio
una foglia di alloro
3 fette di pancarré
una mela Jonagold
150 g di fagioli adzuki
olio extra vergine d'oliva
150 g di lenticchie di Castelluccio
80 g di mousse di foie gras
Cascina San Cassiano
Procedimento:
La tempistica di preparazione si aggira sui 15 minuti più il riposo, la durata della cottura sarà di 40
minuti, la difficoltà della ricetta è classificabile come facile. Cuocere le lenticchie di Castelluccio in
acqua salata con uno spicchio d'aglio per 40 minuti circa, quindi spegnere il fuoco, aggiustare
RACCONTO D’AMORE, RICETTA DEL CUORE
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eventualmente di sale e lasciar raffreddare. Nel frattempo, in una padella antiaderente, tostare
con un cucchiaio d'olio i fagioli adzuki, coprirli con acqua, aggiungere la foglia di alloro e far
cuocere per circa 20 minuti. Scolare e salare. Preparare ora la citronette. Emulsionare in una
ciotola il succo di limone con il succo del mandarino insieme con 4 cucchiai d'olio, sale, pepe e 2
cucchiai di erba cipollina tagliata molto finemente sbattendo con una forchetta. Sbucciare la mela,
eliminare il torsolo, tagliarla a dadini ed unire alla citronette. Aggiungere i due tipi di legumi e
lasciar marinare per 30 minuti. Nel frattempo tostare le fette di pancarré, togliere la crosta e
spalmarle con la mousse di foie gras; quindi tagliare a quadratini ed ancora a formare dei triangoli.
Servire le lenticchie con i crostini appena preparati.
L’AUTORE Sabrina, blog: delizie e confidenze.
RACCONTO D’AMORE, RICETTA DEL CUORE
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IL RACCONTO di Serena
Questa non è la storia di un mio amore, è la storia di un amore di molte.
L’amore di venti quindicenni acerbe, sgraziate di quella malagrazia che solo la pubertà può
infliggere e pruriginose di quell’indecenza che solo gli istituti femminili possono suggerire.
Sfilavamo su e giù dal pullman, segretamente insofferenti a quelle parentesi formative di castelli e
sentieri che serpeggiavano in mezzo al disgelo separandoci da te, rivolgendoti occhiate goffe e
fugaci appesantite da un trucco inesperto e clandestino.
Sedevamo nei posti davanti, sperando di catturare nello specchietto retrovisore lo stiletto di
ghiaccio del tuo sguardo.
Non ti si può rimproverare niente.
Niente più di quanto la realtà ovattata di crocifissi e
punizioni divine e la lettura di certi classici della
letteratura francese potevano ispirare alle fantasie
smaniose di un’adolescente: sospiri, languori,
malintesi illusori, lacrime, persino una lettera d’amore
patetica come solo la lettera d’amore di una liceale a
un uomo sposato può essere.
Tutto hai accettato, come tributi a quel dio che ti
abbiamo fatto sentire, bello e terribile come quello che
le teachers ci insegnavano a temere.
Senza un sorriso, un grazie, una parola di
incoraggiamento; e ci mancherebbe.
Tutto decente, tutto corretto, tutto come doveva
essere.
Ci hai restituito al grigiore del centro fiorentino una
settimana dopo, con una vertigine che i nostri creduli
genitori attribuirono allo smog, cui l’aria alpina ci
aveva disabituato.
Mi rimane, invece, la decadente convinzione che quella sensazione di mancamento fosse la stessa
che ti coglie quando, sognando di precipitare, ti svegli un istante prima di toccare il suolo: un po’ il
sollievo di essere restituita alla vita come la conoscevi, un po’ il rimpianto di non aver scoperto
come fosse più in basso.
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LA RICETTA di Serena Zuppa di pane con fonduta di Bra al tartufo
Ingredienti:
300 g di pane raffermo
500 ml di brodo vegetale, meglio se di funghi
100 g circa di lardo di Arnad previamente dadolato
un vasetto (180 g) di fonduta di Bra con tartufo Cascina San Cassiano
RACCONTO D’AMORE, RICETTA DEL CUORE
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Procedimento:
Preriscaldare il forno a 180 °C. Tagliare il pane in fette alte
circa un centimetro e grigliarle da entrambi i lati. In una
pirofila, o in quattro cocottes da forno individuali, disporre
uno strato di pane, uno abbondante di fonduta e
cospargere di cubetti di lardo. Ripetere l’operazione fino a
esaurimento degli ingredienti, terminando con il lardo.
Portare il brodo a ebollizione, versarlo delicatamente nei
ramequins e infornare per circa 15 minuti, fino a che il
lardo in superficie non sarà diventato croccante.
L’AUTORE Serena, blog: omin di panpepato.
RACCONTO D’AMORE, RICETTA DEL CUORE
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IL RACCONTO di Giovanna
Adoro molto cucinare, è una tradizione di famiglia.
Ricordo nonna ai fornelli: quanti buoni odori e sapori abitavano quella cucina.
E questa ricetta è un sapore della mia infanzia,
destato in me quando ho aperto il vasetto del
sugo con capperi e olive Cascina San Cassiano.
E allora mi è ritornato alle papille gustative il
bucatino pieno di sugo reso meno voluttuoso
dal tuorlo d’uovo sodo appiccicato sulla sua
superficie e il sapore della mortadella esaltato
dai capperi presenti nel sugo e i fili di
mozzarella calda e filante.
Mi son messa ai fornelli cercando di riprodurre
quei sapori e quegli odori e . . . Ci sono
riuscita!
Nella teglia non è rimasto più nulla . . .
Chissà se fra trent’anni qualcuno si ricorderà di questo sapore di casa mia.
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LA RICETTA di Giovanna Regine alla pizzaiola al forno
Ingredienti:
3 uova sode
150 gr di mortadella
250 gr di mozzarelle
4 cucchiai di parmigiano grattugiato
½ kg di regine (sono i bucatini più grossi)
sugo semplice (passata di pomodoro, cipolla, olio)
un barattolo di sugo con capperi e olive
Cascina San Cassiano
Procedimento:
Cuocere in abbondante acqua salata i bucatini e scolarli molto al dente. Metterli nella pentola di
cottura e mischiarli con il sugo con capperi e olive, la mortadella a straccetti, le mozzarelle a
cubotti, le uova sode a fettine e il parmigiano grattugiato. In una teglia versare sugo semplice con
una spolverata di parmigiano, versarvi i bucatini e disporli ordinatamente. Aggiungere una
spolverata di parmigiano e infornare per 20 minuti a 220 °C.
L’AUTORE Giovanna, blog: in cucina con Vanna.
RACCONTO D’AMORE, RICETTA DEL CUORE
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IL RACCONTO di Concetta
Quell'anno avevamo deciso di concederci due settimane per conoscere le bellezze dello stivale,
senza orari, senza prenotazioni, senza programmi, noi, la macchina, una valigia e qualche
desiderio da soddisfare.
Era l'ultimo viaggio da fidanzati e doveva essere all'altezza delle aspettative.
Una sosta assolutamente imprevista fu quella di
Spoleto, eravamo troppo stanchi per proseguire e ci
sembrava giusto conoscere la famosa cittadina del
Festival dei due Mondi che si era appena concluso.
Restammo meravigliati dall'eleganza, freschezza e
tranquillità del posto e presi da un certo languorino
entrammo in una salumeria del centro, uno di quei
negozietti con i barattolini delle tipicità e i vini ben
esposti a favore di turista.
Volevamo un panino con qualcosa che fosse tipico del
luogo.
Il salumaio ci consigliò del salame al tartufo nero,
aggiungemmo della caciotta fresca e il panino aveva
un aspetto regale.
Il resto lo fece il parchetto nel quale ci fermammo a
riposare e a consumare la nostra agognata merenda.
Penso che non dimenticherò mai la perfezione di quell'istante, noi felici incantati dalla semplicità
che ci circondava e quel delizioso panino dal formidabile profumo.
Una formula irriproducibile probabilmente come la spensieratezza e l'amore che ci univano in quel
momento.
Il panino di oggi con il salame al tartufo e la fresca caciotta lo dedico al papà dei miei figli che era
con me in quella giornata a Spoleto, per non dimenticare quel che eravamo e per continuare ad
essere quel che siamo, costellando la nostra vita di ricordi altrettanto belli.
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LA RICETTA di Concetta Panini con salame al tartufo e caciotta
Ingredienti:
caciotta
3 uova sode
250 ml di acqua
un cucchiaino di sale
12 g di lievito di birra
400 g di farina di grano tenero tipo 0
2 cucchiaini di olio extravergine d’oliva
salami aromatizzati al tartufo Cascina San Cassiano
RACCONTO D’AMORE, RICETTA DEL CUORE
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Procedimento:
Sciogliere il lievito nell’acqua tiepida e aggiungerla alla farina, unire l’olio ed il sale facendo
attenzione a che quest’ultimo non venga a diretto contatto con in lievito. Lasciar lievitare per un
paio d’ore, sgonfiare l'impasto lavorandolo con le dita e dare la forma ai panini. Disporre le forme
realizzate su una teglia foderata di carta da forno. Lasciar lievitare ancora un’oretta e poi infornare
al massimo della temperatura, ponendo nella parte bassa del forno una ciotola piena d’acqua, per
mantenere il giusto grado di umidità in cottura. Una volta pronti i panini lasciarli intiepidire poi
tagliarli e farcirli con il salame al tartufo e la caciotta a fette.
L’AUTORE Concetta, blog: sale e pepe quanto basta.
RACCONTO D’AMORE, RICETTA DEL CUORE
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IL RACCONTO di Cristina
Tutto è iniziato con un aperitivo: la mia amica Barbara mi aveva chiesto se volevo uscire con lei e
due suoi amici. Chissà perché dopo una separazione tutti pensano che tu sia triste e malinconica e
vogliono per forza "accoppiarti" con qualcuno, come fosse un obbligo contrattuale! Ma siccome so
che lo faceva per puro affetto, la cosa mi ha solo fatto sorridere.
La verità è che non ero né triste né malinconica ma avevo proprio voglia di un Margarita, così ho
accettato volentieri e ho conosciuto i suoi due amici, in fondo una serata in compagnia non mi
avrebbe certamente uccisa; e poi a ben pensarci era un po' di tempo che non mi concedevo
qualche distrazione, e Barbie mi aveva ormai fatto venire la voglia di divertirmi in maniera
spensierata, così mi preparo e mi avvio all'appuntamento, un bel bar al centro. Puntuale, Barbie
era già al tavolo coi suoi due amici. Uno dei due mi è istintivamente stato antipatico sin dal primo
momento, proprio una questione epidermica: Lorenzo sembrava sapesse tutto lui, poi fisicamente
non mi attirava minimamente, inoltre mi dava l'impressione di arrogante e presuntuoso, mentre
Alberto mi attirava alquanto: non era "bello" nel vero senso della parola, anzi tutto il contrario del
classico principe azzurro, ma... aveva fascino, savoir-faire, e anche se non era un bellissimo uomo
aveva un sorriso strepitoso! Quell'uscita cominciava a prospettarsi interessante.
La serata è stata veramente bella, e a parte
tutto io mi sono divertita da morire: Barbie con
la sua comicità esplosiva, Alberto non un gran
parlatore ma il classico tipo "di poche parole ma
buone", e Lorenzo che ovviamente sapeva di
tutto e su tutti ma era dotato di molto umorismo
e di una risata potente. Come mi sono accorta
che la serata era riuscita bene? Semplice, dalla
mascella indolenzita: avevo riso così tanto che
mi faceva davvero male!!! E se è vero che il riso
fa buon sangue, il mio sangue per sei mesi era a
posto!
Al momento dei commiati Alberto mi chiede il
numero di cellulare, e per qualche giorno
cominciamo a frequentarci. Mi sembrava un po' troppo freddo, ma ho pensato fosse solo
questione di un carattere riservato e di poca loquacità, ma in certi momenti non si pensa mai con
sufficiente lucidità mentale, noi donne poi siamo delle maestre in questo. Decido quindi per
sciogliere il ghiaccio di preparare una cena strepitosa, ma non volevo fosse una cosa a due perché
in effetti era troppo poco tempo che ci frequentavamo e rischiavo di farlo scappare, quindi invito
Barbie che accetta volentieri e per chiudere il cerchio invito anche l'amico di Alberto. Non avrei
voluto invitare lui, ma era suo amico quindi ho soprasseduto.
Se è vero che gli uomini si prendono per la gola, avevo intenzione di preparare un cappio di
dimensioni epiche: dovevo scongelare Alberto e scuoterlo dalla sua compostezza e riservatezza,
niente primi pesanti, sarebbe stato troppo normale, o le solite torte, ma qualcosa di strepitoso, di
inusuale, di non frequente, ma che sapesse di sensualità e di sesso allo stato puro! Il messaggio
non poteva e non doveva essere frainteso!
La cena era prevista a casa mia sabato sera, ma ho iniziato a lavorare in cucina il martedì sera
precedente. Ho pensato di fare un piatto unico, composto di salmone marinato svedese gravad lax
con la sua salsa abbinata e panna acida, astice all'armoricaine e riso pilaf come accompagnamento.
Dei crostini di pane nero e burro aromatizzato all'aneto completavano il tutto, ovviamente pane e
burro fatti in casa da me!
Ho scelto qualcosa di leggero, ma di stuzzicante e di particolare, e che potesse essere un preludio
a ben altro. Quindi mi sono messa all'opera (con molta agitazione, lo confesso!)
RACCONTO D’AMORE, RICETTA DEL CUORE
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La settimana fu angosciante! Il martedì ho preparato il salmone e l'ho messo in marinatura, ho
calcolato attentamente il tempo per poterlo gustare il sabato sera, l'unico obbligo era di voltarlo
una volta al giorno. Mercoledì mi sembrava che il tempo non passasse mai. Il giovedì sono andata
dall'estetista, giusto per una rinfrescatina al viso. Venerdì un giretto dal parrucchiere, uno dei
venerdì più lunghi della mia vita. È strano come l'aspettativa di qualcosa piacevole allunghi le ore
e le giornate come caramello caldo. La sera ho messo a lievitare il pane nero.
E finalmente arriva il sabato. Sveglia prestissimo perché la casa doveva splendere più di uno
specchio, e il pomeriggio inizio a preparare l'astice con salsa armoricaine e le varie salsine di
accompagnamento. Il pane che cuoceva nel forno spandeva profumi deliziosi, e io continuavo ad
essere sempre più agitata. Verso le 19 inizio a vestirmi e truccarmi, e alle 19.40 suona il
campanello. Continuavo a ripetermi di stare calma, di non agitarmi, e che tutto sarebbe andato
non bene ma benissimo.
Ecco quindi entrare Barbie assieme ad Alberto e a Lorenzo. L'antipatia verso quel personaggio "so
tutto io" continuava ad aumentare, ma chi se ne importa: l'oggetto del mio desiderio era ben
altro! Avevo il cuore che batteva a mille, e mi dicevo di smetterla, che a 40 anni non ci si può
comportare come le ragazzine, ma credo che non sia questione d'età: certe cose non devono
avere limiti temporali, perché è bello provarle a qualsiasi età, e io ho scelto di godermi la
sensazione adrenalinica del classico "tuffo al cuore"
E così eccolo finalmente a casa mia: avrebbe funzionato il mio tentativo di prendere per la gola
Alberto? Più lo guardavo più mi piaceva, più mi piaceva più lo guardavo, qualsiasi cosa dicesse per
me era legge. Continuavo a comportarmi da ragazzina, ma ormai ero lanciata.
Ci sediamo a sorseggiare un aperitivo e a chiacchierare un po', e io mi chiedevo come mai Alberto
non avesse ancora notato la pettinatura, il vestito, insomma quei cambiamenti che è inevitabile
notare all'inizio di un qualsiasi rapporto, dove ancora l'abitudine e la consuetudine non la fanno da
padrona.
Lorenzo a un certo punto mi dice: "hai cambiato pettinatura? Ma sai che stai benissimo?",
"Grazie!" rispondo io, ma a denti stretti. Ma guarda se quell'antipatico doveva notarlo per primo!
Per tutta risposta Alberto mi guarda e dice: "ah si non l'avevo notato, stai bene"
Non l'avevo notato? NON L'AVEVO NOTATO?
Nella mia mente si cominciano ad affacciare
pensieri e strane sensazioni, ma noi donne
siamo bravissime a scacciare i grilli parlanti
dell'inconscio che tengono i cartelli di "pericolo"
in mano, e così ho fatto io quella sera: dopo lo
sbigottimento iniziale ho pensato che non era
obbligato ad accorgersene, ho nascosto in una
scatolina il grillo parlante, e sono andata avanti
con un enorme sorriso.
Ci sediamo a tavola e cominciamo a mangiare,
sinceramente mi aspettavo qualche commento
da Alberto, in fin dei conti la cena era
principalmente dedicata a lui. La mia amica
Barbara non la finiva più di farmi lodi sperticate per la cena, ho dovuto chiederle di smetterla
perché cominciavo ad imbarazzarmi, ma lei è sempre così cara e sempre piena di complimenti e di
parole buone che quasi non avevo il coraggio di interromperla. Mi accorgo che Lorenzo guarda il
piatto con occhio critico, lo annusa, lo assaggia, fa diversi assaggi, mi guarda, e con uno sguardo
fra il sorpreso e lo stupito mi dice che è strepitoso, che non ha mai mangiato un piatto così, e
RACCONTO D’AMORE, RICETTA DEL CUORE
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anche lui complimenti su complimenti, in maniera più sobria e discreta di Barbara ma ugualmente
molto piacevoli.
Inutile dire che oltre all'imbarazzo, ero molto orgogliosa di me stessa, ogni tanto ci vuole per tutti
un po' di carica all'autostima, ma.... e Alberto? Lui se n'è uscito semplicemente con un "buono
davvero" ed è finita lì.
Altro allarme rosso che comincia a delinearsi, il mio grillo parlante cercava di uscire da dove
l'avevo relegato, tutta la fatica fatta per conquistarlo, e lui che mangia come se mangiasse un
cheeseburger o come se il cibo fosse avvelenato. Gran bella serata davvero, il suo
comportamento offuscava anche i complimenti che mi avevano fatto tanto piacere di Barbara e di
Lorenzo.
Pazienza, ma continuiamo a mangiare a ridere e a chiacchierare, e a parte l'atteggiamento del mio
bel tenebroso la serata è andata avanti piacevolmente, ma io già sapevo che Alberto era ormai un
capitolo chiuso. Non era scattato niente, la sensazione iniziale si era affievolita, non mi dava più
emozioni, ma a ben pensarci forse non me ne aveva mai date, le emozioni che provavo me le ero
create io, e come tutte le cose nate da immagini distorte o non rispondenti alla realtà hanno avuto
vita breve, il tempo di una cena.
Non che ne fossi particolarmente delusa, non c'era un cuore spezzato o un amore profondo finito,
nessun danno collaterale e niente lacrime, la mattina dopo avevo già archiviato il tutto, anzi mi
sono anche irritata perché a parte Barbie, avevo speso soldi tempo e fatica per qualcuno rivelatosi
poi un niente. Ma chi se ne importa, tutto sommato le mie preparazioni erano riuscite, mi erano
piaciute, e questo mi bastava.
Ma la domenica, verso le 11, mi suona il
cellulare: era Lorenzo, che aveva chiesto a
Barbie il mio numero e che molto educatamente
mi ringraziava per l'invito a cena, continuava a
farmi complimenti su complimenti per il cibo, per
la presentazione, per la particolarità della
portata, mi chiedeva come l'avevo cucinato,
eccetera eccetera eccetera, e per sdebitarsi mi
chiede se la sera può offrirmi un aperitivo. Oddio,
al pensiero di doverlo sopportare ulteriormente
stavo già male, per cui declino l'invito dicendo
che non era assolutamente necessario sdebitarsi,
ma dietro ad ulteriori insistenze sono capitolata,
non sarei morta a vederlo un ultima volta, un
aperitivo mi avrebbe aiutato a sopportarlo, e se
fosse stato necessario un secondo aperitivo mi avrebbe aiutato ancora di più. Magari non
sarebbero serviti a molto, ma avrebbero reso il tempo passato con un antipatico del genere più
piacevole.
Così ho accettato, giusto per togliermelo di torno. Alle 19 è venuto a prendermi a casa e mi ha
portato in un bar molto esclusivo, io adoro i posti di nicchia e tutto sommato la serata poteva
avere risvolti piacevoli, pensavo già di essere a casa per le 21 o le 21 e 30 al massimo.
Peccato però che sono tornata a casa alle due di notte perché non riuscivamo a smettere di
raccontare di noi stessi. Peccato che la serata è stata estremamente piacevole, andando molto
oltre le mie aspettative. Peccato che ho scoperto che il signor "so tutto io" è in realtà un uomo
dalla cultura molto vasta, e al contrario di Alberto ama il buon cibo, e ama definirsi un epicureo
(come amo molto spesso definirmi anche io). Peccato che quella sera ho cominciato a guardarlo
con occhi diversi. Peccato che... non è stato affatto un peccato!
RACCONTO D’AMORE, RICETTA DEL CUORE
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Da quella sera cominciamo a frequentarci, a telefonarci, scopriamo di avere in comune milioni di
cose, scopriamo di litigare su mille e mille cose ma senza insulti, senza litigate "cattive", ma solo
discussioni animate che appena finite voltano pagina senza musi lunghi e recriminazioni. E
scopriamo che stiamo tanto bene insieme, sempre.
Ormai sono 10 anni. E Alberto? Non lo so e non mi interessa saperlo. So solo che assaporo come
un buon vino ogni momento in cui stiamo insieme, e ad ogni anniversario, come un rito
propiziatorio di rinascita che si ripete, io gli preparo la stessa cena che ho servito la prima volta:
salmone e astice, con pane e burro fatto da me. Ogni volta, da dieci anni, durante la cena, lui mi
prende la mano, mi guarda negli occhi, e mi dice: ”ti amo, sei la chef migliore del mondo" ... e
sono 10 anni che ogni volta io lo amo di più.
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LA RICETTA di Cristina Astice all'armoricaine
Ingredienti:
un astice congelato
sedano, carota, scalogno
un bicchiere di cognac
un bicchiere di vino bianco
½ cucchiaio scarso di concentrato di pomodoro
il corallo dell'astice (importantissimo)
Procedimento:
Prendere l'astice, tagliarlo a metà per il lungo e togliere il corallo, che servirà poi per completare il
sugo. Il corallo è quella parte cremosa situata all'inizio della testa dell'astice, sulla parte superiore,
che si toglie col cucchiaino. In un astice fresco è verde o grigia, nel caso l’astice venga congelato e
poi scongelato il colore potrebbe cambiare. Preparare un bel battuto di scalogno, sedano e carota
e metterlo in una pentola con del burro. Far appassire dolcemente, poi mettere gli astici con la
parte tagliata in alto. Far andare per circa un quarto d'ora, o comunque finché il carapace non
avrà preso un bel colore rosso e la carne interna sarà
diventata bianca. A questo punto via con la generosa dose
di cognac e fiammeggiare subito. Una volta esaurite le
fiamme aggiungere il vino bianco e far insaporire ancora
qualche minuto, giusto il tempo per ridurre solo un po’ il
liquido. Prendere gli astici e metterli da parte, magari al
caldo per non farli raffreddare troppo. Ora preparare il
condimento: nel soffritto mettere il concentrato di
pomodoro, la quantità varia in base al numero di
commensali. Dopodiché mescolare qualche minuto e
aggiungere i coralli degli astici precedentemente conservati. Questo passaggio è fondamentale in
quanto sono proprio i coralli che danno il sapore caratteristico all'astice all'armoricaine, senza
diventerebbero semplici astici al sugo. Far restringere qualche minuto e impiattare: astice, riso
pilaf bianco come accompagnamento, e sopra l'astice una dose abbondante di sugo, e per
un'occasione veramente speciale impiattare come segue: astice all'armoricaine, salmone marinato
svedese con salsina gravad lax e panna acida, pane nero con due gocce di burro aromatizzato
all'aneto fatto in casa.
L’AUTORE Cristina, blog: blu aragosta.
RACCONTO D’AMORE, RICETTA DEL CUORE
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IL RACCONTO di Daniela
Sia il dolore sia l’amore sono sentimenti molto presenti nella mia vita.
Se parto dal dolore mi accorgo di avere un forte malore al cuore, ma se parto dall’amore il peso
del dolore si attenua . . . Perché purtroppo siamo impotenti nella vita e senza risorse di fronte alla
morte.
Stefania a volte arriva nei miei sogni e i sogni sono una
benedizione.
Sono l’unico modo di raggiungere quel che più desideriamo,
vedere di nuovo la mia amata Stefy, la mia amica del cuore, la
mia compagna di banco, la mia confidente, il mio angelo.
Non ricordo molti sogni ma tempo fa sognai di essere in
macchina.
Tornavo a casa; una volta arrivata, notai che la casa era di vetro.
Nel sogno Stefy mi lesse una poesia che parlava di migliaia di
persone.
L’essenza del sogno voleva significare che non c’era solo lei, che
la vita doveva andare avanti e che sarei rimasta sempre nel suo
cuore.
Il sogno era confortante perché ero di nuovo con lei e tutti
eravamo felici in questa casa di vetro con tanta luce e tanti fiori.
Lei si avvicina e mi abbraccia donandomi un bouquet di rose rosse . . . Ma all’improvviso la casa di
vetro si frantuma in mille pezzi e tutto diventa buio e spettrale.
È stato il suo addio terreno ma lei oggi è un angelo biondo e il calore del suo abbraccio non lo
scorderò mai . . . Il coraggio nei suoi occhi nel farmi capire che la nostra amicizia non morirà mai,
che saremo sempre unite e che veglierà su di me dandomi la forza per andare avanti.
Le lacrime racchiudono la tristezza e il brachetto la gioia di continuare a vivere nel e con il suo
ricordo
Per sempre
Daniela.
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LA RICETTA di Daniela Millefoglie di pane carasau su rose di peperoni e lacrime di brachetto
Ingredienti:
una confezione di pane carasau
300 g di peperoni rossi
2 zucchine grandi
1 confezione di stracchino
1 vasetto di lacrime di brachetto Cascina San Cassiano
RACCONTO D’AMORE, RICETTA DEL CUORE
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Procedimento:
Per prima cosa lavare i peperoni e tagliarli nel senso della lunghezza. Prendere un tegame,
irrorare con olio extra vergine di oliva e uno spicchio d’aglio, e adagiare i peperoni, 2 cucchiai di
aceto balsamico, 1 cucchiaio di zucchero, ½ cucchiaino di sale e lasciar cuocere per circa 20
minuti. Prendere le zucchine e tagliarle nel senso della lunghezza, grigliandole su una piastra.
Prendere un piatto da portata e iniziare l’assemblaggio del piatto. Alla base iniziare con uno strato
di pane carasau, sopra cospargere di lacrime di brachetto, quindi uno strato di stracchino, le
zucchine grigliate e infine lo strato di peperoni. Continuare iniziando dal pane carasau e ripetendo
con tutti gli ingredienti. Dopo circa quattro strati terminare con i peperoni arrotolati singolarmente
su loro stessi formando un bouquet di peperoni e qualche pezzo di pane carasau.
L’AUTORE Daniela, blog: sapori di casa.
RACCONTO D’AMORE, RICETTA DEL CUORE
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IL RACCONTO di Alessandra
In questa calda domenica di fine luglio il girasole si staglia verso l’orizzonte quasi a guardare il
sole sfidandolo tronfio e fiero della sua bellezza. Silenziosa si posa sui suoi petali un’ape che
meticolosa incomincia la sua opera, click, ecco che entrambi diventano modelli inconsapevoli di
uno scatto rubato.
Lei ripone la macchina fotografica nello zaino, soddisfatta del suo ultimo scatto.
Ad attirare la sua attenzione è il profumo del dolce appena servitole; siamo su una fresca terrazza
al riparo della canicola estiva, circondati da colline verdeggianti piene di viti cariche di deliziosi
frutti quasi maturi.
Lei ringrazia il cameriere e ammira la delizia che le ha appena portato: un tortino che racchiude il
profumo e l’anima delle Langhe, un trionfo di cioccolato e nocciole!
Non resiste alla tentazione e ruba una
nocciola: ha un gusto tostato e deciso,
deliziosamente croccante come prima
sensazione, ma dolce e avvolgente quando si
scopre il profumo del miele di cui è intrisa.
Esattamente come Lui, una scorza dura di
solidità ma che andando oltre svela una
grande dolcezza e tenerezza; Lei lo sta
aspettando, si è allontanato un attimo e già
ne sente la mancanza.
Lui e Lei si sono conosciuti qualche anno fa ad
una festa, quasi per caso; Lui la nota subito
ma Lei ha la testa altrove e non gli concede
più di uno sguardo.
Hanno amici in comune e per questo da quel
momento diventano frequenti le occasioni in
cui si incontrano e si scontrano; non si
accende nulla tra loro, anzi mentre Lei lo
trova a tratti irritante e un po’ supponente,
Lui la ritiene altezzosa e anche un po’ snob, e
preferisce orientarsi su altri lidi.
Lei sembra così distante perché ha paura di
rimettersi in gioco e rischiare di farsi ancora
male, quindi è solo disattenta e non riesce ad
accorgersi veramente di chi e cosa le stia
intorno.
Lui invece ha sempre desiderato di condividere il suo mondo con qualcuno e finalmente farsi
conoscere per quello che realmente è, oltre le apparenze, ma si è un po’ rassegnato ormai al fatto
che questo non avverrà mai dopo i tanti no ricevuti, chiudendosi un po’ in se stesso.
Una sera qualsiasi però, su un’anonima panchina, mentre Lei si gusta un gelato, tra una
chiacchiera e l’altra, lo sente parlare e si volta, per caso, vedendolo forse per la prima volta: lo
trova improvvisamente bello come mai lo aveva notato e si accorge di quanto sia simpatico e
brillante.
RACCONTO D’AMORE, RICETTA DEL CUORE
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Che sia la persona con cui valga la pena riprovarci? Lo vede con occhi nuovi e di colpo la timidezza
la fa arrossire al solo rivolgergli la parola.
Da quella panchina inizia un gioco che li porta ben presto ad una sera di luglio di un anno fa, a
stringersi in un abbraccio che li ha condotti fino ad oggi.
Un anno intenso quello appena trascorso, dove Lui in modo entusiasta si è messo in gioco senza
riserve credendo davvero che, questa volta, non sarebbe stato più solo.
Lei invece fa ancora tanta fatica a lasciarsi veramente andare, ancora intrappolata dalle ferite del
passato che la fanno viaggiare continuamente su un’altalena di emozioni forti e contrastanti.
Per tutto l’anno appena trascorso si sono studiati e misurati, Lei facendo un passo avanti e due
indietro e Lui frenandosi malvolentieri di fronte alle sue indecisioni e titubanze.
Non sempre si sono incontrati, per alcuni versi si scoprono simili caratterialmente, ma per altri
sono come il giorno e la notte; laddove Lui è razionalità e precisione, Lei è creativa e pasticciona,
ma quando Lei si lascia andare si amalgamano benissimo insieme e sembra che il confine che li
separa dall’essere felici insieme sia meno netto e distinto.
È stato un anno più ricco per loro, o lo hanno passato solamente a fare i funamboli fermi in bilico
su una corda sospesa?
Ecco che arriva Lui! Si lamenta e borbotta per qualcosa e Lei sorride, trova del tenero in quel suo
modo di fare spigoloso, sta imparando che in gran parte è solo apparenza; Lui le sorride a sua
volta visibilmente intenerito dall’attenzione che ha avuto Lei nell’aspettarlo per il dolce, ancora
non si è abituato veramente ad avere qualcuno accanto che gli rivolga queste piccole attenzioni
che invece di considerare gesti normalissimi in una coppia, ancora lo stupiscono.
Ora le forchette affondano nel tortino e si avvicinano alle bocche di entrambi, è subito un’armonia
di gusti quella che l’invade: il piacere forte e intenso del cacao si sposa perfettamente con le
nocciole al miele, per amalgamarsi in un trionfo di sapori quando incontrano il caramello.
La mousse è deliziosamente soffice ed ha un’inconfondibile gusto di caramello; è protetta da uno
scrigno consistente di biscotto al cacao, ed è paragonabile esattamente a come si sente Lei in
questo momento: si è lasciata andare tanto in questi giorni di vacanza e non ne è pentita, ha fatto
un bel salto accorgendosi piacevolmente che non è stato nel vuoto o vano, perché si è sentita
sicura ed è stata accompagnata con sicurezza, impedendo che si facesse male di nuovo.
Anche Lei si sente come in uno scrigno, avvolta da una coperta sicura che protegge le sua fragilità.
Ora non ci sono più né ragionamenti né congetture a frenarla ma solo libertà e leggerezza; le
paure sono bandite e c’è spazio solo per il sole e i suoi raggi caldi, i bagni in piscina, le
passeggiate e le risate di questi giorni felici.
Sono arrivati all’ultimo boccone e finalmente non sono più solo Lui e Lei, ora sono anche e
soprattutto Loro!
Esattamente come le nocciole e il caramello che incontrano il cacao, in un dolce e amaro di sapori
e consistenze che si esaltano e si completano tra loro al tempo stesso, migliorandosi per poi
raggiungere un sapore armonioso.
È da qui che ha inizio davvero la loro storia, da questa terrazza immersa nelle verdi colline di
Langa e da qui prosegue; le loro mani si intrecciano, si alzano e si allontanano insieme
accompagnati da una scia profumata di nocciole e caramello, lasciando indietro tutto il resto, tutto
ciò che non conta più.
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LA RICETTA di Alessandra Tegolino di cacao e nocciole con mousse al caramello
Ingredienti:
Biscuit alle nocciole:
3 uova medie
20 g di farina 00
10 g di cacao amaro
90 g di nocciole tostate
65 g di zucchero semolato
50 g di margarina vegetale
Mousse al caramello:
90 g di tuorli
200 g di zucchero
12 g di gelatina in fogli
500 g di panna da montare
Farcitura e decorazione:
cacao amaro
nocciole al miele di Cascina San Cassiano
crema al cacao e nocciole Cascina San Cassiano
Procedimento:
Preparare il biscuit alle nocciole. Tostare le nocciole in forno e tritarle finemente con la farina.
Montare le uova a temperatura ambiente con lo zucchero, adoperando un frullino elettrico, per
almeno 15 minuti e incorporare le nocciole. Mescolando dall’alto al basso incorporare le nocciole e
il cacao e da ultima la margarina fusa (precedentemente sciolta nel microonde). Coprire la placca
del forno con carta forno e versarvi sopra il composto livellandolo bene. Cuocere in forno caldo a
180 °C per circa 15/20 minuti. Sfornare e far raffreddare il biscuit. Nel frattempo preparare la
mousse al caramello. Caramellare 125 grammi di zucchero con un cucchiaio di acqua in un tegame
dal fondo spesso (il caramello sarà pronto quando avrà raggiunto un colore nocciola scuro).
Aggiungere a filo 140 grammi di panna e un pizzico di sale. Mettere lo zucchero rimasto in un
pentolino con un goccio di acqua e portarlo a 110 °C, aggiungere la gelatina precedentemente
ammollata in acqua fredda per qualche minuto e ben strizzata; versare lo zucchero sui tuorli
sbattuti e far intiepidire. Montare la panna rimasta e mescolarla alla salsa mou preparata, far
riposare almeno un’ora in frigorifero. Con un coppa pasta quadrato tagliare il biscuit in otto
“tegole”. Riempire una sac-a-poche con la mousse al caramello. Con un cucchiaio posizionare al
centro di quattro tegoline la crema al cacao e nocciole. Con la sac-a-poche formare dei ciuffetti
(abbastanza grossi) seguendo il perimetro della tegola di biscuit. Coprire con una tegolina non
farcita senza premere troppo. Spalmare la superficie con crema al cacao e nocciole e cospargere
di cacao amaro. Decorare con nocciole al miele e un ciuffetto di mousse a piacere.
L’AUTORE Alessandra, blog: rosso lampone.
RACCONTO D’AMORE, RICETTA DEL CUORE
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IL RACCONTO di Pietro
L'amore non ha frontiere, viene narrato, cantato, urlato, oggi voglio condividere l'amore per un
membro della nostra famiglia...
...la piccola Trilly, uno Shih-tzu che oggi ha già 4 anni, 4 anni che fa parte della mia famiglia, 4
anni che ha un posto nel nostro cuore, 4 anni di gioia donata in cambio di nulla, 4 anni di coccole
al quale non sappiamo resistere, 4 anni di sguardi complici, questa e molto altro è Trilly.
Mia moglie
“La nostra batuffolina da quando è arrivata a casa è entrata a far parte della nostra famiglia.
Ricordo con estrema precisione ogni singolo attimo di quella splendida giornata, cosa strana,
provo ancora la stessa fortissima emozione nel ricordare le sensazioni di quei momenti...
Era quasi ora di pranzo, quando sentii aprire la porta di casa, erano Pietro e nostro figlio Giuseppe
(che aveva 4 anni).
Di solito corre da me e mi abbraccia forte dopo aver urlato... Buuu! Scoppiando dalle risa.
Quel giorno invece tardò a venirmi incontro e quando entrò
in cucina era tutto un sorrisone strano...
Nemmeno Pietro venne subito a salutarmi, mi disse... “Un
attimo, metto le pantofole e arrivo!”.
Quando fummo nella stessa stanza chiesi loro cosa
avevano fatto quella mattina, Giuseppe ridendo scappò via
in cameretta e Pietro mi disse... “Faccende, faccende e
faccende, sono stanco!”.
Ma quegli strani atteggiamenti mi insospettirono alquanto.
Insomma, sapevo che presto sarebbe arrivato a casa un cucciolo, ma credevo che saremmo
andati tutti insieme a prenderlo.
Ironia della sorte, quella mattina , tra le tante faccende da sbrigare, Pietro aveva incontrato quel
suo... Tanto caro collega.
Chiamai il mio bambino e gli chiesi se si fosse annoiato tutta
la mattina insieme al suo papà a girovagare per la città, ma
lui mi rispose... “Nooo, anzi, mi è piaciuto!”.
I suoi occhi sfuggivano al mio sguardo e a quel punto mi
balenò qualcosa per la mente, più che altro sentii qualcosa,
una strana sensazione!
A quel punto lanciai ad entrambi uno sguardo indagatore e
chiesi: “Che c'è di nuovo? Cosa mi dovete dire?”.
Il piccolo rispose: “Niente”, ridendo scappò ancora in cameretta, lo richiamai e chiesi se avesse
qualcosa per me.
Non smetteva di ridere, ma negava.
RACCONTO D’AMORE, RICETTA DEL CUORE
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Pietro iniziò anche lui a ridere così capii e corsi per tutta la casa cercando... Camerette, dispensa,
bagni... Ed in fine... il salone.
Dentro il trasportino c'era lei! Piccola, tenerissima, dolcissima, delicata, mi sentii come sciogliermi,
ma questa è una sensazione che non riesco a raccontare, a spiegare... Troppo intensa per saperla
descrivere con delle semplici parole.
L'unica cosa che dissi fu... “La chiamiamo
Trilly?”.
Con delicatezza presi il trasportino, lo portai
in cucina e lo adagiai accanto alla sua
cameretta (cuccia), che era pronta da quasi
un mese; non la toccai subito, sentivo che
dovevo rispettarla, rispettare i suoi tempi, il
fatto che era appena stata separata dalla sua
mamma e dai suoi fratellini, soltanto mi
premurai di sistemarle le ciotole con
crocchettine (che il collega aveva dato a
Pietro) e acqua (questo di solito è quello che
faccio appena un cucciolo varca la soglia di
casa mia... È una mia caratteristica, devo
farli mangiare).
Pietro mi disse, che il veterinario aveva detto che molto probabilmente per un po’ di giorni non
avrebbe toccato cibo (cosa per me terribile da affrontare).
Dalla felicità sembravo quasi pazza, saltellavo per la cucina senza sapere cosa stavo facendo o
dovevo ancora fare.
Si fece l'ora di rientro a casa dell'altra figlia, che appena vide il trasportino quasi ci lasciava le
penne, dopo una veloce ripresa guardò ancora la piccola, ma non riuscì a dire nient'altro che...
“Che... bellina!!!” per almeno mezz’ora.
Calmato appena un po’ l'entusiasmo ci sedemmo a pranzare, e proprio in quel momento la piccola
sbadigliò e si mise in piedi, tutti ci fermammo a guardare il prodigio!!!
In effetti lei uscì dal trasportino e mise il musetto nella ciotolina delle crocche, ne prese una e la
masticò... Non vi dico la mia felicità!
In quel momento capii che tipetta sarebbe stata la nostra cucciola.
Appena mostrò di essere a suo agio la presi finalmente in braccio... Quanta fatica non poterla
toccare prima...
Nel pomeriggio seguirono tutta una serie di foto e nei giorni a venire la portammo a conoscere "i
nonni", che sono pazzi di lei!
Quel delizioso esserino ricolma di gioia e amore la nostra famiglia e le nostre vite!
Posso dire soltanto che... Se al posto di lei ci fosse stato un altro cucciolo non so se sarebbe stato
uguale, ma lei è davvero speciale e ci rende felici tutti, molto semplicemente!"
Io invece voglio narrare Trilly attraverso una ricetta.
RACCONTO D’AMORE, RICETTA DEL CUORE
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LA RICETTA di Pietro Trilly’s
Ingredienti:
Per le cialde (circa 10):
15 g di burro
15 g di strutto
220 g di farina
un pizzico di sale
80 ml circa di Marsala
olio di semi per friggere
15 g di zucchero semolato
Per il ripieno:
100 g di zucchero vanigliato
250 g ricotta di pecora (1 cavagna)
6 marroncini al rum Cascina San Cassiano
Per decorare:
100 g di cioccolato fondente
10 marroncini al rum Cascina San Cassiano
Procedimento:
Realizzare le cialde versando tutti gli ingredienti (220 g di farina, 15 g di burro, 15 g di strutto, 15
g di zucchero semolato, 80 ml circa di Marsala e un pizzico di sale) nella planetaria, il marsala
dovrebbe essere nella giusta misura, ma potrebbero variare le dosi a seconda dell'umidità della
farina, quindi è consigliabile versarlo poco per volta, e se necessario aggiungerne qualche goccia.
Ottenuto un impasto ben compatto, avvolgerlo nella pellicola e farlo riposare in frigo per circa 30
minuti. Trascorsa mezz’ora con un mattarello stendere una sfoglia dallo spessore di ¾ mm.
Adoperando un doppio canestro adatto a realizzare i cestini, porre al suo interno un disco del
diametro ci circa 15 cm, richiudere e friggere in abbondante olio per fritti. Porre i canestri su carta
paglia per eliminare l'olio di frittura. Fondere a bagnomaria il cioccolato, quindi, con la tecnica dei
coni di carta, realizzare delle ali di farfalla che serviranno per decorare insieme ai 10 marroncini al
rum Cascina San Cassiano. Versare la ricotta in un recipiente con lo zucchero i 6 marroncini al
rum Cascina San Cassiano, alcuni cucchiai di liquido degli stessi, lo zucchero e impastare
finemente con una forchetta. Comporre i "Trilly's" versando una generosa quantità di ripieno nella
cialda, decorare con un marroncino al rum Cascina San Cassiano ai cui lati andranno poste le ali realizzate precedentemente con il cioccolato.
L’AUTORE Pietro,
blog: la pulce
e il topo.
RACCONTO D’AMORE, RICETTA DEL CUORE
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IL RACCONTO di Lara
Dovete sapere che nel 2009 io e l'acciuga abbiamo deciso di comprare casa, una casetta piccina
picciò, per due, con il giardinetto e tutta da ristrutturare.
Finita la totale ristrutturazione durata un anno e mezzo noi due piccioncini, tutti felici e innamorati,
una volta sistemati letto, cucina e luce, ci trasferimmo immediatamente.
Fino a che la prima sera di convivenza mi metto ai fornelli e, nell'intento di preparare un ottimo
menù per festeggiare, bottiglia di bollicine già pronta nel frigo, mentre mi accingo ad accendere i
fornelli un pensiero mi passa per la testa stile vignetta dei cartoni animati: “Sarà passato l’omino
del gas a cambiare il contatore oggi?”
Mi dirigo verso la cucina e comincio: cic cic, nulla . . . Riprovo, nulla.
“Vai a vedere che hanno lasciato la valvola chiusa quando hanno cambiato il contatore” continuo a
pensare.
Esco in giardino, meno male che è estate,
apro lo sportellino del gas e i miei occhi
non credono a ciò che vedono: contatore
vecchio e sigillo attaccato ancora
piombato.
Mentre nella mia testa risuona la colonna
sonora di Psyco, caccio un urlo al mio
adorato tesoro: “Amore, è venuto oggi
quello del gas?!”
Dopo un lunghissimo minuto di silenzio
una risposta tuona dalla camera da letto:
“Ah, no!”
“Ma porrk, adesso come cucino?” . . . E
qui tralascio tutte le maledizioni che ho
tirato giù in quel momento.
Ma sempre dalla camera da letto una
vocina spara: “E dai è estate, fai
qualcosa di freddo! Non hai niente in
casa? Hai speso 200 euro al super oggi!”
Così rovistando nella mia dispensa
appena ordinata, maledicendo
l'impossibile, ho trovato un vasetto di
peperoni in agrodolce con aceto
balsamico di Cascina San Cassiano, una
gigante scatoletta di tonno e la prima
ricetta per la serata in pochi minuti l'ho
pensata e preparata.
Inutile dire che un tavolino apparecchiato tutto carino, candele e i miei peperoni ripieni di tonno,
hanno reso la serata speciale.
Un'ottima cena per festeggiare l'inizio della nostra vita insieme.
RACCONTO D’AMORE, RICETTA DEL CUORE
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LA RICETTA di Lara Flan di peperone in agrodolce al tonno
Ingredienti:
50 g di robiola
capperi dissalati q. b.
15 g di zucchero semolato
2 filetti di acciuga dissalati
un piccolo ciuffo di prezzemolo
150 g di tonno sott’olio sgocciolato
un vasetto di peperoni di Carmagnola in agrodolce con aceto balsamico Cascina San Cassiano
Procedimento:
Sgocciolare i peperoni di Carmagnola in agrodolce con aceto balsamico di Modena Igp Cascina San
Cassiano. Nel mixer raccogliere il tonno, un cucchiaino di capperi, il prezzemolo tritato
grossolanamente, i filetti di acciuga e la robiola. Avviare l’apparecchio e frullare fino a ottenere
una cremina morbida e omogenea. Tagliare i peperoni a quadretti e disporli su di un piatto da
portata. Raccogliere la cremina di tonno in una siringa da pasticcere e farcire con dei ciuffetti di
crema ogni quadratino di peperone, e decorare in fine con un cappero sopra ognuno.
L’AUTORE Lara, blog: Lara & the kitchen.
RACCONTO D’AMORE, RICETTA DEL CUORE
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IL RACCONTO di Adriana
Queste parole mi provocano le classiche farfalle nello stomaco, ricordo di un giorno d'estate
speciale (12 Luglio 1998), ricordo di un amore magico nato e legato ad un dolce casalingo gustato
a casa di amici, ricordo di una stupenda sensazione e di sguardi intensi.
I ricordi di quella giornata calda e afosa sono impressi nella mia mente: le risate, gli scherzi,
l'alchimia nata al primo sguardo e la felicità provata.
Oggi invece c'è la certezza che quell'amore è ancora con me e in me, è la mia vita insieme alla
nostra piccola peste, certezza della sua presenza costante.
Questa ricetta legata al nostro amore è presente sempre per i "nostri momenti speciali", e certo
non poteva mancare in questo giorno (26 marzo): 13 anni di vita matrimoniale.
È una felicità per me condividere con tutti voi la mia, anzi la nostra torta cacao fichi soffice
croccantezza.
La particolarità di questo dessert è la sofficità in superficie dovuta alla pasta brioche, e la
croccantezza sul fondo per i biscotti, senza dimenticare la golosità del ripieno.
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LA RICETTA di Adriana Croccante torta fichi e cacao
Ingredienti:
2 cucchiai di burro fuso
un disco di pasta brioche
100 g di linguine al cacao
2 confezioni di biscotti digestive
un vasetto di crema fichi e cacao Cascina San Cassiano
Procedimento:
Innanzitutto sbriciolare tutti i biscotti e amalgamarli
con il burro. Porre il tutto in uno stampo a cerniera del
diametro di circa 26 cm, in modo da creare il fondo
biscottato e croccante. Successivamente spalmare
tutto il vasetto di crema fichi e cacao, e in ultimo
adagiare il disco di pasta brioche (100 grammi di
farina 00, 20 grammi di zucchero, 20 grammi di olio
extravergine d’oliva, 20 millilitri di acqua, 20 millilitri
di latte e 5 grammi di lievito di birra). A questo punto
mettere in forno a 180 °C per circa 15/20 minuti, il
tempo necessario solo per far cuocere la pasta brioche.
5 minuti prima di togliere dal forno sistemare le
linguine al cacao (ovviamente già lessate e senza
sale) e un'abbondante spolverizzata di zucchero di
canna. A cottura ultimata, togliere dal forno la torta fichi e cacao, far raffreddare e spolverizzare
con zucchero a velo.
L’AUTORE Adriana, blog: il mondo di Adry.
RACCONTO D’AMORE, RICETTA DEL CUORE
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IL RACCONTO di Milena
Questa è una ricetta tipica di una delle regioni più belle d’Italia, la Liguria, alla quale sono legata
per tanti motivi, uno dei quali è la mia primissima gita scolastica delle superiori: gita di un giorno
a Genova . . .
Avevo 14 anni e me ne innamorai perdutamente.
Ci sono tornata tante altre volte in Liguria,
sempre con grande piacere, ma quasi 7 anni fa
fu il primo di tanti viaggi insieme ad una persona speciale . . . Che mi fa sentire speciale . . .
Settembre 2006, da 3 mesi facevo coppia fissa
con l’Omo, e ci stavamo concedendo la nostra
primissima vacanza in un posto da sogno: le Cinque Terre.
Paesaggi meravigliosi, tramonti spettacolari,
scogliere uniche, bellissime passeggiate mano
nella mano, tanti progetti, tanti sogni e . . . tanti
nuovi piatti assaggiati, tra cui appunto le trofie al pesto con patate e fagiolini.
Ci sono tanti piatti che io e l’Omo amiamo,
ma se penso alla ricetta del cuore mi torna in
mente la pasta al pesto più buona che io abbia mai mangiato.
Ci colpì quel primo piatto, che assaggiammo
in una locanda, catturò i nostri palati e la
cuoca ci spiegò che in Liguria la pasta al
pesto si fa così, semplicemente.
Pochi ingredienti ma ricchi di sapore e di profumo.
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LA RICETTA di Milena
Trofie al pesto con patate e fagiolini
Ingredienti (dosi per 2 persone):
130 g di trofie
1 patata media
2 cucchiai di burro fuso
100 g di fagiolini già puliti
qualche cucchiaio di pesto alla genovese Cascina San Cassiano
RACCONTO D’AMORE, RICETTA DEL CUORE
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Procedimento:
Mettere a bollire una pentola di acqua salata. Lavare i fagiolini e tagliarli a pezzetti, sbollentarli
per una decina di minuti, toglierli dall’acqua con una schiumarola e tenerli da parte. Mettere
nell’acqua di cottura dei fagiolini le patate sbucciate e tagliate a cubetti, dopo circa 5 minuti
buttare la pasta (le trofie cuociono in circa 13 minuti, nel caso in cui la pasta richieda tempi diversi
considerare per i cubetti di patate circa 15/20 minuti di cottura e regolarsi di conseguenza). Nel
frattempo, in una ciotola capiente, diluire il pesto con un filo di olio e un cucchiaio abbondante di
acqua di cottura della pasta. Scolare infine la pasta, versarla poi nella ciotola, aggiungere i fagiolini e mescolare bene.
L’AUTORE Milena, blog: la scimmia cruda.
RACCONTO D’AMORE, RICETTA DEL CUORE
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Ed ecco a voi gli illustri membri della giuria.
Angela delli Ponti, lettore in lingua straniera (inglese e francese) per editori
italiani. Uffici stampa, relazioni esterne e organizzazione di eventi nel settore
editoriale, culturale, turistico e rofessionale.
Simonetta de Nisco, consulente editoriale, copy writer ed editor. Ideatrice di
prodotto editoriale per conto terzi con art direction; già direttore editoriale oltre
che di Collane di Manualistica e Fotografia, del “Progetto di traduzione
dell’Enciclopedia Britannica - Micropaedia - in italiano”. Tra i soci fondatori di
Cives (Centro Internazionale di Cultura di Alberto Frigerio). Relazioni esterne di
prodotti e realtà di nicchia italiani.
(www.cascinasancassiano.com/cascinastyle)
Ileana Pavone, foodblogger, new entry della “scuderia” di blogger che
collaborano con Cascina San Cassiano, autrice del blog “Ribes e Cannella”,
vincitrice della classifica assoluta nell’ambito della quarta competizione ufficiale
organizzata da Cascina San Cassiano, il contest “Star for a Night”.
(www.cascinasancassiano.com/blog-ribesecannella.html)
(www.cascinasancassiano.com/starforanightcontest)
Davide D’Angelo, fotografo professionista, rimasto folgorato dal mondo
digitale dopo una maturata esperienza nella fotografia “tradizionale”.
Specializzato in fotografia subacquea oltre che terrestre, si occupa oggi anche
di fotografia digitale all’infrarosso applicata alle tecniche di postproduzione in
Photoshop per il bianco e nero e alla stampa in fine art con inchiostri e
stampanti dedicati. Ha recentemente esposto una selezione di suoi scatti
nell’ambito della mostra “Cieli e paesi di Langa e Roero” organizzata in
collaborazione con la “Strada Romantica delle Langhe e del Roero”.
(www.cascinasancassiano.com/channel-ibspecial2.html)
Il resoconto integrale della competizione, nell’ambito del quale sono stati proclamati i
vincitori, è pubblicato all’interno del canale multimediale ufficiale di Cascina San Cassiano
all’indirizzo www.cascinasancassiano.com/channel-contestreport4.html
ARRIVEDERCI AL PROSSIMO CONTEST!