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1 RAPPORTO ANIT 2013 Il mercato dei materiali isolanti in Italia Studio realizzato da TEP srl per ANIT per capire il mercato dei materiali isolanti presente, passato e futuro 18 febbraio 2014

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RAPPORTO ANIT 2013 Il mercato dei materiali isolanti in Italia

Studio realizzato da TEP srl per ANIT per capire il mercato dei materiali isolanti presente, passato e futuro

18 febbraio 2014

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Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e acustico

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SOCI AZIENDE ANIT ASSOCIARSI AD ANIT significa partecipare a una comunità di esperti intenzionati a diffondere, promuovere e sviluppare l’isolamento termico ed acustico nell’edilizia e nell’industria come mezzo per salvaguardare l’ambiente e il benessere delle persone. Anit nel 2013 ha rappresentato 88 aziende di produzione di materiali e sistemi per l’efficienza energetica e l’acustica in edilizia, con un fatturato nazionale di circa 800 milioni di euro e 4000 addetti.

ANIT partecipa ai tavoli di lavoro ministeriali e normativi per la redazione dei documenti legislativi portando gli interessi e la filosofia associativa. I soci ANIT sono sempre aggiornati sulle novità con riferimento a efficienza energetica, acustica in edilizia e sostenibilità ambientale e possono richiedere all’Associazione consulenza e sostegno per la difesa di un mercato di qualità. ANIT collabora con Ministero dell’Ambiente, Ministero dello Sviluppo Economico, ENEA, CTI, UNI, ITC-CNR, RSE, Sacert, Fondazione per lo sviluppo Sostenibile, Regioni, ITACA, Consiglio Nazionale della Green Economy... ANIT crea un punto di contatto tra professionisti, Aziende, enti di ricerca, istituzioni e università, proponendo sinergie e collaborazioni.

ASSOCIARSI CONVIENE! Le Aziende associate si dividono in: aziende industriali e commerciali che operano direttamente con produzione o importazione o trasformazione nel settore dei materiali per l’isolamento termico ed acustico; associazioni di categoria, laboratori, aziende che operano nel settore della strumentazione di misura. Le quote di adesione sono differenziate in funzione della produzione e del fatturato. Il fatturato annuo si riferisce alla sola parte relativa ai materiali isolanti prodotti o commercializzati sul mercato italiano. L’associazione è ad anno solare e si ritiene tacitamente rinnovata se non disdetta entro il 30 settembre dell’anno di iscrizione. Per associarsi richiedere tutte le informazioni direttamente ai responsabili dell’Associazione: Presidente: Ing. Valeria Erba - [email protected] Direttore tecnico: Ing. Rossella Esposti - [email protected] Dal sito www.anit.it è inoltre possibile scaricare lo Statuto dell’Associazione. Per maggiori informazioni vai su www.anit.it

Tutti i diritti sono riservati Nessuna parte di questo documento può essere riprodotta senza l’autorizzazione scritta di ANIT. Il contenuto di questo documento sono curati da ANIT. Sul sito www.anit.it sono disponibili i testi di legge e le sintesi. Edito da TEP srl, Via Savona 1/B – 20144 Milano

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INDICE

1 INTRODUZIONE ........................................................................................................................................................ 4

2 TECNOLOGIE D’ISOLAMENTO TERMICO ................................................................................................................... 5

2.1 Nuove costruzioni: strutture opache verticali esterne ............................................................................................. 6

2.2 Nuove costruzioni: strutture opache verticali interne ............................................................................................. 7

2.3 Nuove costruzioni: coperture .................................................................................................................................. 8

2.4 Nuove costruzioni: strutture orizzontali su pilotis ................................................................................................... 9

2.5 Nuove costruzioni: strutture orizzontali contro terra ............................................................................................ 10

2.6 Nuove costruzioni: strutture orizzontali tra differenti u. i. .................................................................................... 11

2.7 Nuove costruzioni: sistema costruttivo per l’isolamento acustico da calpestio .................................................... 12

2.8 Ristrutturazione: strutture opache verticali .......................................................................................................... 13

2.9 Ristrutturazione: strutture opache orizzontali ...................................................................................................... 14

2.10 I ponti termici ........................................................................................................................................................ 15

3 MERCATO GENERALE DEI MATERIALI ISOLANTI...................................................................................................... 16

3.1 Il punto nel 2005 .................................................................................................................................................... 17

3.2 Dati di volume generali e andamento 2005-2013 ................................................................................................. 19

3.3 Dati di variazione percentuale 2005-2013 per tipologia di materiale ................................................................... 23

3.4 Dati di fatturato generali e andamento 2005-2013 .............................................................................................. 25

3.5 Altri dati del mercato in generale .......................................................................................................................... 26

4 FORME D’INCENTIVAZIONE .................................................................................................................................... 29

4.1 Detrazioni del 65% (55%) ...................................................................................................................................... 30

4.2 Conto energia termico ........................................................................................................................................... 32

4.3 Titoli di efficienza energetica................................................................................................................................. 33

4.4 Confronto forme incentivazione ............................................................................................................................ 33

5 PROSPETTIVE FUTURE – NUOVA DIRETTIVA ........................................................................................................... 34

5.1 Applicazione metodologia comparativa cost-effective ......................................................................................... 36

5.2 Risultati studio del Ministero dello sviluppo economico ....................................................................................... 37

5.3 Estratto dello studio .............................................................................................................................................. 41

6 CONCLUSIONI ......................................................................................................................................................... 45

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1 INTRODUZIONE Per rispondere alla principale domanda “quanto vale in termini di volume e di fatturato il mercato dei materiali isolanti termici sul territorio nazionale” ovvero quanto materiale viene venduto e qual è il ricavo in euro, è necessario definire cosa si intende per materiale isolante, ovvero un materiale omogeneo in forma di aggregato sfuso, di feltri, pannelli semirigidi o rigidi e di uso prevalentemente civile ovvero per la coibentazione di pareti, solai e coperture. La risposta non è semplice poiché sul territorio nazionale sono presenti aziende produttrici di materiale isolante che vendono ad altre aziende, aziende che producono e vendono al mercato e aziende che si occupano della sola commercializzazione o della sola produzione rivendendo. Il mercato è inoltre molto frammentato poiché esistono diverse tipologie di materiale isolante e per il numero e per la differente grandezza delle aziende del mercato. Per alcuni materiali i siti produttivi sono pochi e concentrati in poche aziende (ad esempio il polistirene espanso estruso XPS o la lana di roccia LR o la lana di vetro LV), per altri sono diffusi su tutto il territorio nazionale e sono presenti molte aziende (ad esempio il polistirene espanso sinterizzato EPS o tutti i materiali considerabili ALTRO). Dai dati disponibili in letteratura, da ricerche di mercato di diverse fonti e da stime rispetto agli interventi di riqualificazione realizzati, il mercato dei materiali isolanti ha un volume annuale ipotizzato sulla base di diversi indicatori incrociati che si attesta per il 2012 intorno a 7.5 mln di metri cubi di materiale venduto con un fatturato complessivo di circa 600 mln di €. L’attuale ricerca si è basata su precedenti indagini di mercato, sullo studio dei fatturati degli ultimi anni di un numero di aziende produttrici rappresentativo del mercato complessivo e differenziando le aziende per tipologia di materiale isolante e grandezze. L’analisi dell’andamento dei fatturati è stata confrontata negli anni a fattori esterni, quali l’introduzione di nuove regole sull’efficienza più stringenti, la congiuntura economica mondiale e gli incentivi fiscali per verificarne la coerenza e le ricadute.

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2 TECNOLOGIE D’ISOLAMENTO TERMICO Si possono individuare diverse tipologie di materiale isolante (vedi tabella 1); le prime 5 categorie raggruppano mediamente più del 90% del mercato in volume. Più del 50% del mercato è assorbito dal polistirene in forma espansa EPS o estrusa XPS. Lo studio è quindi stato suddiviso secondo tali consolidate categorie di materiali:

Sigla Descrizione

EPS Polistirene (polistirolo) espanso sinterizzato

XPS Polistirene (polistirolo) espanso estruso

LR Lana di roccia

LV Lana di vetro

PUR Poliuretano

Altro Lana di legno, fibra di legno, fibre di poliestere, cemento cellulare autoclavato, fiocchi di cellulosa, isolamento riflettente, lana di canapa, sughero, ecc…

Tabella 1: Tipologie di materiali isolanti e suddivisione

In base ad un’indagine ANIT la maggiore attenzione progettuale è da dedicare ai nodi che collegano la parete esterna e i componenti trasparenti.

Grafico 1: strutture considerate più critiche come dispersione energetica Dalla stessa indagine è risultato che i materiali isolanti più utilizzati restano i polistireni seguiti dalle lane minerali. Tali dati vengono poi confermati dall’analisi sul mercato dell’isolamento riportata al capitolo 3. Come e dove vengono maggiormente utilizzati i diversi materiali? La ricerca effettuata da ANIT nel 2010 e poi proseguita con ulteriori accertamenti ha fornito una serie di dati interessanti tuttora validi. I risultati riportano le tipologie edilizie più utilizzate e i materiali isolanti applicati a tali tecnologie per tre zone climatiche Nord, Centro e Sud. Le tabelle distinguono anche le tecnologie usate per il nuovo da quelle per la riqualificazione di edifici esistenti. Di seguito sono riportati i risultati riguardanti le tecnologie più utilizzate in base alla tipologia di struttura e i materiali isolanti più usati per ogni struttura. Si segnala che per quanto riguarda il polistirene sinterizzato espanso e il polistirene estruso riteniamo che i professionisti spesso confondano i due materiali e quindi crediamo più corretto considerare il dato generale per la famiglia dei polistirene.

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2.1 Nuove costruzioni: strutture opache verticali esterne

Grafico 2: tecnologie più utilizzate per le nuove costruzioni per strutture verticali esterne

E’ evidente la necessità che il Nord Italia ha di isolare i ponti termici per poter rispettare i limiti di legge, infatti anche per il nuovo è predominante la soluzione di isolamento dall’esterno a cappotto. Restano sulla tradizionale muratura con intercapedine il centro e il sud-isole, dove ancora un 12% progetta con pareti esterne a singola muratura.

Grafico 3: materiali isolanti utilizzati per le nuove costruzioni per strutture verticali esterne

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2.2 Nuove costruzioni: strutture opache verticali interne

Grafico 4: tecnologie più utilizzate per le nuove costruzioni per strutture verticali interne

Per le pareti verticali interne tra diverse unità immobiliari la progettazione si sposta sul requisito di acustica, e

si tiene meno contro del requisito di termica, anche se per il DLgs 192/06 ripreso dal DPR 59/09 , le partizioni

interne devono avere una trasmittanza massima di 0,8 W/m2K.

Resta predominante l’uso di parete doppia con intercapedine, seguita dalla parete singola in laterizi o blocchi:

soluzione che, nelle zone del sud è ancora tra le più utilizzate (25%), malgrado i requisiti i requisiti di

isolamento termico e acustico non dipendano dalla zona climatica.

Grafico 5: materiali isolanti utilizzati per le nuove costruzioni per strutture verticali interne

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2.3 Nuove costruzioni: coperture

Grafico 6: tecnologie più utilizzate per le nuove costruzioni per coperture

Si evidenzia che, mentre al nord sono predominanti le coperture in legno e quindi la tecnologia di coperture a falda, al centro sud le soluzioni più realizzate riguardano le coperture piane in laterocemento. Questa differenza si riscontra anche nell’utilizzo dei materiali per cui al nord sulle coperture a falda viene usato in buona percentuale la fibra di legno (23%), ottimo isolante per rispondere anche alle sollecitazioni estive. Più utilizzato il poliuretano al sud rispetto al nord e la lana di roccia al nord rispetto al sud. I polistireni restano predominanti in percentuale globale che va dal 45% al nord al 59% (centro) e 67% al sud. Si fa notare che purtroppo Eps e Xps vengono spesso confusi, per cui consigliamo di considerare le percentuali ad essi relative in modo accorpato.

Grafico 7: materiali isolanti utilizzati per le nuove costruzioni per coperture

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2.4 Nuove costruzioni: strutture orizzontali su pilotis

Grafico 8: tecnologie più utilizzate per le nuove costruzioni per strutture orizzontali su pilotis

Resta predominante la soluzione in laterocemento con una percentuale di predalles (12%) solo al nord. L’isolamento dall’interno o dall’esterno risultano egualmente rilevanti. Restano predominanti gli isolanti polistirenici seguiti da una piccola percentuale di isolamento in lana di roccia.

Grafico 9 : materiali isolanti utilizzati per le nuove costruzioni per strutture orizzontali su pilotis

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2.5 Nuove costruzioni: strutture orizzontali contro terra

Grafico 10 : tecnologie più utilizzate per le nuove costruzioni per strutture orizzontali controterra

Rispetto alle altre strutture orizzontali si segnala che per il contro terra aumenta la percentuale dei solai isolati (dal 3% in copertura al 5% nei solai su pilotis arriviamo per questa tipologia strutturale al 13%). Per il resto predomina sempre il solaio in laterocemento. Relativamente ai materiali isolanti restano in percentuale maggiore i polistireni seguiti dal poliuretano e le lane di roccia.

Grafico 11 : materiali isolanti utilizzati per le nuove costruzioni per strutture per strutture orizzontali controterra

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2.6 Nuove costruzioni: strutture orizzontali tra differenti u. i.

Grafico 12: tecnologie più utilizzate per le nuove costruzioni per strutture orizzontali tra differenti u.i.

La tecnologia più utilizzata resta il solaio in laterocemento. Per le strutture orizzontali interne tra diverse unità immobiliari la progettazione si sposta sul requisito di acustica. Aumentano le percentuali di altro in quanto vengono considerati tutti quei materiali per l’anticalpestio non presenti nella legenda. Di seguito si riporta l’analisi della tecnologia anticalpestio più utilizzata.

Grafico 13: materiali isolanti utilizzati per le nuove costruzioni per strutture orizzontali tra differenti u.i.

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2.7 Nuove costruzioni: sistema costruttivo per l’isolamento acustico da

calpestio

Grafico 14: tecnologie più utilizzate per le nuove costruzioni per sistemi costruttivi per l’isolamento acustico da calpestio

Si rileva che è predominante la soluzione con massetto galleggiante soprattutto al nord e al centro mentre al sud si utilizza anche molto mettere dei materiali sottopavimento. Dal grafico si vede anche come la sensibilità all’isolamento acustico sia sicuramente maggiore a nord e centro rispetto al sud dove il 16 % non isola per il calpestio.

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2.8 Ristrutturazione: strutture opache verticali

Grafico 15 : tecnologie più utilizzate per le ristrutturazioni per strutture verticali

Nelle ristrutturazioni di edifici esistenti predomina la soluzione d’isolamento dall’esterno a cappotto. Per questa tipologia vengono privilegiati i materiali in polistirene seguiti dalla lana di roccia.

Grafico 16 : materiali isolanti utilizzati per le ristrutturazioni per strutture verticali

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2.9 Ristrutturazione: strutture opache orizzontali

Grafico 17: tecnologie più utilizzate per le ristrutturazioni per strutture orizzontali

Nella ristrutturazione si riscontra per le strutture orizzontali una variabilità di tipologie che passa dal 38% al nord di isolamento dei sottotetti al 39% al sud invece di isolamento dall’interno con controsoffitto. Questo risultato è in linea con quanto già detto precedentemente per cui al nord sono prevalenti i tetti a falda mentre al sud non sono realizzati preferendo le coperture piane. Feltri in lana di roccia o lana di vetro sono facilmente utilizzabili proprio per isolare sottotetti on praticabili, infatti la percentuale delle lane (37%) raggiunge quella dei polistireni (41%) al nord. Gli stessi materiali fibrosi sono ben accoppiabili con controsoffitti nelle realizzazioni al sud, infatti anche al sud, malgrado la predominanza dei polistireni le lane sono presenti in buona percentuale (21%).

Grafico 18: materiali isolanti utilizzati per le ristrutturazioni per strutture orizzontali

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2.10 I ponti termici

Nella valutazione delle tecnologie utilizzate per nuovo e ristrutturato si è mostrata chiaramente la necessità di ridurre il più possibile le zone di ponte termico, infatti l’utilizzo dell’isolamento dall’esterno è predominante. Le zone di ponte termico restano sempre un punto critico per le difficoltà realizzative. L’isolamento mediamente previsto per la correzione è tra i 5 e 10 cm per tutte le zone tra la parete corrente opache e gli altri componenti opachi ( solaio, pilastro..). Di minore spessore sono le correzioni previste negli aggetti e nella congiunzione con il serramento. Nel grafico si evidenzia come questi nodi tecnologici vengano solo in parte isolati.

Grafico 19: modalità di isolamento di diverse tipologie di ponti termici

I materiali prevalentemente usati per tali correzioni restano i polistireni, EPS 43% e XPS 28%, seguiti dalla lana di roccia in percentuale del 6,36%. Anche la lana e la fibra di legno rientrano in percentuali del 5% circa e seguiti di poco dal poliuretano (4,18%).

Grafico 20: materiali isolante per la correzione dei ponti termici

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3 MERCATO GENERALE DEI MATERIALI ISOLANTI Il mercato dei materiali isolanti in Italia è stato soggetto negli ultimi anni a variazioni in termini di volume e di mercato che sono state influenzate da diversi eventi: la sostanziale necessità di isolare maggiormente gli edifici di nuova costruzione e la novità di isolare quelli esistenti soggetti a interventi di diversa tipologia [vedi guida Anit] con il passaggio dalla Legge 10/91 ai decreti attuativi della direttiva europea 02/91 a partire dal DLgs 192/05, l’introduzione degli incentivi fiscali (detrazioni 55%-65%) e la crisi del mercato immobiliare e dell’economia in generale. I dati di fatturato e di mercato sono dati relativamente complicati da raccogliere poiché il mercato dei materiali isolanti è caratterizzato da diverse tipologie di materiali, diverse modalità di applicazioni e diversi soggetti che producono, rivendono, comprano e installano. Per alcune tipologie di materiali si è infatti in presenza di produttori di materie prime che rivendono a trasformatori che rivendono a venditori di sistemi con materiali isolanti (per esempio EPS); per altre tipologie invece, il trasformatore e il venditore è costituito dalla stessa realtà; altre piccole realtà sono infine semplicemente rivenditori di materiale o rivenditori che realizzano personalizzazioni dei prodotti. Tale specificità del mercato comporta un certo grado di approssimazione nel determinare il volume del venduto e il relativo fatturato. I paragrafi successivi riassumono i dati a disposizione.

Immagine 1: i soggetti del mercato dei materiali isolanti, dalla produzione all’acquisto

I dati presentati sono quindi frutto di elaborazioni ragionate su diverse fonti non sempre concordi ma con ordini di grandezza condivisi. L’idea del seguente capitolo è quindi di fare il punto su dove eravamo, dove siamo e dove andremo nel breve e medio periodo tenuto conto che il tema dell’efficienza energetica in edilizia è tutt’oggi un tema centrale nelle politiche europee e che la migliore energia rinnovabile è quella risparmiata.

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3.1 Il punto nel 2005

I dati più “lontani” e disponibili risalgono agli anni 2003 e 2005. A suo tempo da ricerche realizzate dall’allora presidente di Anit, ing. Sergio Mammi, era stato stimato un valore complessivo del mercato in termini di volume pari a circa 6.5 mln di [m³] nel 2003 e 7.5 mln di [m³] nel 2005. Con il valore dei metri cubi erano anche state raccolte le possibili percentuali di mercato delle varie tipologie di materiali isolanti impiegati. La tabella seguente riassume i dati citati.

Tabella 2: dati di mercato di ricerche Anit per gli anni 2003 e 2005

Il dato che emerge è una sostanziale copertura del mercato con materiali a base stirene (quasi il 50%) e una consistente presenza delle lane minerali (più del 30%) con una presenza importante del poliuretano (12%). Già nel 2003 e nel 2005, l’elaborazione dati di Anit presentava un dato significativo rappresentato dai materiali isolanti inseriti nella categoria “altro” che era superiore al 5%. Rispetto alle analisi condotte successivamente da Anit e anche da altri soggetti, i dati di volume di vendita risultano relativamente elevati. Ciò fa pensare che nelle analisi condotte in passato e nei dati raccolti non fosse stata adeguatamente separata la percentuale relativa alle vendite effettuate nel mercato industriale stimata oggi intorno al 15-20%. I dati presentati sono comunque una buona base di partenza sui cui fondare e confrontare le successive elaborazioni dei dati raccolti dal 2009 al 2013. Un’altra fonte presente in letteratura rispetto al tema del mercato dei materiali isolanti in edilizia è un dettagliato studio realizzato per Aipe (Associazione Italiana Polistirene Espanso) da Cresme, Confindustria e Federchimica nel 2006. I dati dello studio riguardano il mercato dei materiali isolanti impiegati in edilizia.

Tabella 3: dati di mercato ricerca Aipe 2006

Rispetto ai dati di Anit, prendendo come riferimento il dato del 2005, si può notare dalla tabella, come il volume di venduto risulti inferiore, ma anche come non siano indicate percentuali di mercato e quindi quantità di volume nella sezione dedicata ai materiali “altro”.

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I due dati sono però coerenti se si esclude la quota parte dedicata all’industria nei dati di Anit (-20%) e se si considera il volume aggiuntivo di “altro” nei dati di Aipe (+8%). Il dato di volume di mercato del 2005 quindi, sulla base dei dati elaborati e messi a confronto è stimato intorno ai 6.0 mln di [m³]. Le analisi successive sulla base di altri dati e indipendenti da questi confermeranno la cifra. Stimato il dato di mercato in generale, si è proceduto con un’analisi dedicata al tipo di materiale isolante impiegato e alla sua percentuale rispetto al mercato complessivo. Rielaborando i dati sulla base delle precedenti considerazioni si ottiene la seguente tabella:

Tabella 4: dati di confronto tra mercato ricerca Anit 2003 e 2005 e Aipe 2006 rielaborati

Grafico 21: distribuzione percentuale stimata del mercato dei materiali isolanti nel 2005 Rispetto ai dati di confronto si evidenziano le seguenti considerazioni generali:

- Il 50% del mercato in volume è a base stirene (EPS o XPS) - Le lane minerali (LR e LV) coprono circa il 30% del mercato - Il poliuretano (PUR) ha una percentuale variabile compresa tra il 7-12% - “Altro”è inferiore all’8%.

Questi i dati riassunti per l’anno 2005. Le successive analisi di Anit realizzate dal 2009 al 2013 hanno raccolto altri dati per evidenziare le variazioni del mercato dal 2005 al 2013.

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3.2 Dati di volume generali e andamento 2005-2013

Anit, durante il periodo compreso tra il 2009 e il 2013, ha raccolto informazioni di vendita relative al mercato e relative ai volumi presso le proprie aziende associate e non. Le fonti che hanno portato a mettere a sistema i dati raccolti sono le seguenti:

- dati di volume di vendita in [m³] resi disponibili dalle aziende - dati di fatturato [€] resi disponibili dalle aziende - dati di conti economici derivanti dalle Camere di Commercio o da altre fonti ad esse riconducibili - dati di volume derivati dal fatturato o viceversa sulla base di valutazioni relative al rapporto fatturato

medio/volume per le diverse tipologie di materiale. Il volume di vendita I dati di volume in [m³] raccolti da Anit coprono circa il 50% del mercato complessivo. Con i dati raccolti si è quindi descritto il mercato nel suo complesso analizzando le serie storiche dal 2005 sino al 2012. Il risultato è riassunto nel grafico sottostante che descrive l’andamento del mercato in volume nel suo complesso; per il 2013, in assenza di dati consolidati che verranno raccolti nel corso del 2014, si è proiettato il volume di materiale in relazione all’andamento generale dell’economia nazionale i riferimento a dati di OCSE, Banca d’Italia, Nomisma e Standard and Poor’s (fonte: Youtrade – gennaio 2014) ovvero con un mercato stabile.

Grafico 22: fatturato del mercato dei materiali isolanti. Fonte: elaborazione dati Anit Dal grafico emergono le seguenti considerazioni:

- crescita del mercato nel 2006, 2007 e assestamento nel 2008; - consistente riduzione complessiva nel 2009; - leggera crescita nel 2010 e 2011 senza raggiungere i valori del 2008; - contrazione del 2012 con ritorno a valori inferiori al 2009.

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L’andamento di mercato rispetto all’anno precedente è espresso dai seguenti andamenti percentuali che ricalcano le considerazioni precedenti.

Grafico 23: variazione percentuale rispetto l’anno precedente del volume del mercato dei materiali isolanti. Fonte: elaborazione dati Anit L’andamento percentuale del mercato complessivo non è direttamente correlabile all’andamento del mercato per le singole tipologie di materiali isolanti descritte in precedenza. Il mercato dei materiali è stato influenzato dal 2005 al 2012 da una serie di fattori che hanno condizionato la scelta di una tipologia di un materiale rispetto ad una altro. Tra questi fattori si evidenziano per esempio:

- prescrizioni legislative legate all’inerzia estiva delle copertura e delle pareti - esigenze di spessori ridotti per accesso agli incentivi o per interventi di isolamento dall’interno - applicazioni con implementata la richiesta di reazione al fuoco - nuova legislazione con limiti di trasmittanza minori e necessità di correggere i ponti termici - applicazioni con tecnologie e sistemi con materiali storicamente più impiegati - facilità di posa ecc…

E’ interessante provare a verificare la distribuzione % di materiale impiegato in edilizia sulla base di diverse fonti: dati relativi alle costruzioni del rapporto Saie 2009 ed elaborati dal Cresme, dati Istat sulla distribuzione degli edifici tra nord, centro, sud e isole, dati derivanti dal questionario Anit ai professionisti 2009. Sulla base di queste informazioni, si è elaborata una distribuzione % della “torta” in volume dei materiali isolanti descritta nel grafico.

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Tabella 5: peso percentuale delle superfici oggetto di intervento nel 2009. Fonte: Rapporto Saie Energia 2009, elaborazione Cresme

Tabella 6: numero di abitazioni occupate e distribuzione percentuale sul territorio nazionale. Fonte: Dati ISTAT – censimento delle abitazioni 2011

Grafico 24: distribuzione percentuale dei materiali isolanti rispetto al volume venduto nel 2009. Fonte: elaborazione dati Anit

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In considerazione del fatto che la distinzione tra EPS e XPS e tra LV e LR non è sempre così chiara, raccogliendo i dati per confrontarli con la situazione del 2005 si ottiene il seguente grafico:

Grafico 25: distribuzione percentuale dei materiali isolanti rispetto al volume venduto nel 2009. Fonte: elaborazione dati Anit Rispetto agli anni precedenti alla rivoluzione energetica introdotta dal DLgs 192/05, si assiste ad un aumento generale del mercato dei materiali isolanti, e quindi dal 2005 al 2009, le aziende aumentano il proprio volume di venduto, ma la distribuzione percentuale vede le seguenti modifiche:

- aumento della quota parte coperta dal polistirene (EPS + XPS) - riduzione della quota delle lane minerali (LV + LR) - aumento dei materiali considerati altro (da una percentuale stimata dell’8% a una del 18%).

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3.3 Dati di variazione percentuale 2005-2013 per tipologia di materiale

Sulla base dei dati raccolti e della loro rappresentatività in termini di tipologia di materiale si evidenziano i seguenti andamenti di volume per le diverse tipologie di materiali isolanti: Mercato del polistirene: EPS e XPS

Grafico 26: variazione percentuale rispetto l’anno precedente del volume di polistirene. Fonte: elaborazione dati Anit Mercato delle lane minerali: LR e LV

Grafico 27: variazione percentuale rispetto l’anno precedente del volume di lane minerali. Fonte: elaborazione dati Anit

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Mercato del poliuretano:

Grafico 28: variazione percentuale rispetto l’anno precedente del volume di poliuretano. Fonte: elaborazione dati Anit Per i materiali considerati nella categoria “altro” ha più senso evidenziare come è variato il mercato nel corso degli anni. Tra il 2009 e il 2012, periodo per il quale si hanno a disposizione dati più rappresentativi, appare una variazione di mercato compresa tra 0.6 e 1.2 mln di [m³] di materiale isolante.

Grafico 29: volume complessivo di materiale isolante venduto e diviso per tipologia dal 2009 al 2012. Fonte: elaborazione dati Anit

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3.4 Dati di fatturato generali e andamento 2005-2013

I dati di fatturato raccolti da Anit coprono più del 50% del fatturato complessivo del mercato. Con i dati raccolti si è quindi descritto il mercato nel suo complesso analizzando sulla base delle serie storiche dal 2005 sino al 2012. Il risultato è riassunto nel grafico sottostante:

Grafico 30: fatturato del mercato dei materiali isolanti. Fonte: elaborazione dati Anit Dal grafico emergono le seguenti considerazioni:

- crescita del mercato nel 2006, 2007 e 2008; - consistente riduzione complessiva nel 2009; - leggera crescita nel 2010 e 2011 senza raggiungere i valori del 2008; - contrazione del 2012 con ritorno ai valori del 2009.

L’andamento di mercato rispetto all’anno precedente è espresso dai seguenti andamenti percentuali che ricalcano le considerazioni precedenti.

Grafico 31: variazione percentuale rispetto l’anno precedente del fatturato del mercato dei materiali isolanti. Fonte: elaborazione dati Anit

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3.5 Altri dati del mercato in generale

Oltre all’andamento del mercato dei materiali isolanti valutato sulla base dei dati raccolti da Anit, si propongono altri dati raccolti da fonti alternative ma legate al mondo dell’edilizia che possano aiutare l’interpretazione sui dati presentati. Il primo grafico rappresenta l’andamento del fatturato di distributori di materiale edile dal 2006 al 2012. Rispetto ai dati presentati dallo studio Anit sul fatturato del mercato dei materiali isolanti, l’andamento è coerente ma caratterizzato da valori di miglioramento minori e valori negativi peggiori. Ciò è riconducibile all’introduzione di limiti di isolamento maggiormente restrittivi che hanno portato a spessori di materiale più elevati; di conseguenza nei momenti di crescita il valore percentuale è maggiore e nei momenti di decrescita è minore.

Grafico 32: andamento del fatturato dei rivenditori di materiali edili. Fonte You Trade su dati presentati da Cresme Altri dati che in generale mostrano una flessione negli ultimi anni degli investimenti del mercato delle costruzioni sono presentati dall’Osservatorio congiunturale sull'industria delle costruzioni (giugno 2012) che mostra come vi sia stata una crescita decisa fino al 2008, una riduzione consistente nel 2009 con una stagnazione successiva e una perdita nel 2012. Dati ancora una volta in accordo con il mercato dei materiali isolanti.

Grafico 33: andamento degli investimenti in costruzioni. Fonte Osservatorio congiunturale sull’industria della costruzioni.

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Il corriere economia ha presentato di recente dei dati interessanti che riguardano la riqualificazione degli edifici, dove ancora una volta si legge l’andamento registrato nel mercato dei materiali isolanti: caduta nel 2009 e nel 2012. Dato positivo per il 2013 e proiezione nel 2014. La riduzione della quantità incentivata comporta una riduzione probabile delle domande.

Grafico 34: andamento degli importi detraibili in mln di € per interventi di riqualificazione energetica. Fonte: Corriere Economia su dati Cresme Data l’importanza assunta dalla riqualificazione energetica e dalla caduta degli investimenti nell’edilizia di nuova costruzione si introduce l’ultimo grafico tratto dal rapporto 2011 MadeExpo di Federcostruzioni ed Ance con separata la parte di investimenti in abitazioni relativi al nuovo o alla ristrutturazione dove si evince la sostanziale stabilità del dato riguardante gli interventi sull’esistente e una diminuzione di quelli in abitazioni nuove.

Grafico 35: andamento degli investimenti mln di € in abitazioni nuove o ristrutturazioni. Fonte: rapporto MadeExpo 2011 elaborazione Federcostruzioni e Ance.

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Un ultimo dato riguarda gli investimenti nelle costruzioni in generale e in particolare in proiezione futura:

Grafico 36: andamento degli investimenti miliardi di € in costruzione. Fonte: Youtrade gennaio 2014.

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4 FORME D’INCENTIVAZIONE Le forme di incentivazione nazionali attualmente presenti per interventi di isolamento termico sono:

- detrazioni fiscali del 65% (ex 55%) - conto energia termico - titoli di efficienza energetica - detrazioni fiscali del 50%

Nei primi tre meccanismi, detrazioni del 65%, conto energia termico e titoli di efficienza energetica, è descritto dal legislatore un parametro minimo per accedere agli incentivi in termini di trasmittanza termica minima Umin

[W/m²K] della stratigrafia. Non sono menzionati aspetti legati alla correzione del ponte termico o a valori medi (come invece è richiesto per gli interventi di ristrutturazione dell’esistente). Dai dati resi disponibili da Enea, considerando il fatto che i meccanismi dei titoli di efficienza energetica riguardano interventi in diversi ambiti oltre quelli edilizia e che i soggetti obbligati all’acquisto dei titoli non realizzano generalmente interventi di efficientamento edile, emerge che il legislatore imponendo requisiti più restrittivi per mezzo della relazione Legge 10/91 ha dato un impulso importante al mercato dei materiali isolanti.

Grafico 37: efficacia espressa in percentuale delle diverse misure adottare per l’efficienza energetica e gli obiettivi dei protocolli europei. Fonte: rapporto Enea 2011 Nota: spesso per il rispetto della trasmittanza minima di legge è necessario ricorrere a spessori di materiale isolante paragonabile al raggiungimento di valori di trasmittanza necessari per l’accesso agli incentivi.

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4.1 Detrazioni del 65% (55%)

Rispetto agli ultimi anni si può positivamente accogliere il fatto che a inizio 2014 abbiamo il programma delle

iniziative legate alle detrazioni fino al 2016. L’aspetto negativo è la progressiva riduzione delle percentuali.

Immagine 2: cronologia delle detrazioni del 65% e del 50%. Fonte: guida Anit alle detrazioni.

Grafico 38: distribuzione percentuale della tipologia di interventi realizzati: Fonte: rapporto Enea 2010.

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Tabella 6: dati descrittivi dei soggetti richiedenti detrazioni del 55%. Fonte: rapporto Enea 2010.

Quanto è necessario isolare per acceder alle detrazioni? La tabella riassume questo aspetto: rispetto ai valori di trasmittanza limite di legge, l’accesso alle detrazioni del 65% di concretizza in un aumento di capacità isolante delle strutture parte e coperture pari mediamente al 20% per le zone climatiche D, E ed F. Immaginando di intervenire con un materiale isolante caratterizzato da una conduttività termica dichiarata pari a λD = 0.04 W/mK l’accesso alle detrazioni in termini di spessore di materiale aggiuntivo è compreso tra 2.7 e 3.6 cm (nelle zone climatiche D,E e F).

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4.2 Conto energia termico

Il conto energia termico è stato implementato per la parte di involucro solo per gli edifici “pubblici”. Rispetto alle detrazioni del 55% si configura come uno strumento più vicino al conto energia legato ai pannelli fotovoltaici ovvero al termine dell’intervento il GSE (che è l’equivalente dell’Enea per le pratiche del 55%) stipula con il soggetto che ha realizzato l’intervento di efficientamento un contratto sulla base del quale riconosce un contributo in € pari a circa il 40% delle spese sostenute con un tetto massimo per tipo di intervento e per €/m² spesi. Rispetto ai limiti di legge, l’accesso al conto energia termico richiede i seguenti valori di trasmittanza ridotti mediamente del 30%:

Zone

climatiche

Ulimite

incentivo

conto

energia

termico

(W/m2K)

Ulimite

detrazioni

fiscali del

55%

(W/m2K)

Ulimite

DPR 59/09

(W/m2K)

Ulimite

DPR 59/09

per edifici

pubblici

Δ% di

riduzione x

accedere

agli incentivi

rispetto al

DPR 59/09

COPERTURE

A 0.27 0.32 0.38 0.342 -29%

B 0.27 0.32 0.38 0.342 -29%

C 0.27 0.32 0.38 0.342 -29%

D 0.22 0.26 0.32 0.288 -31%

E 0.20 0.24 0.30 0.27 - 33%

F 0.19 0.23 0.29 0.231 -35%

PAVIMENTI

A 0.50 0.6 0.65 0.585 -23%

B 0.38 0.46 0.49 0.441 -22%

C 0.33 0.40 0.42 0.378 -21%

D 0.28 0.34 0.36 0.324 -22%

E 0.25 0.30 0.33 0.297 -24%

F 0.23 0.28 0.32 0.288 -28%

PARETI

A 0.45 0.54 0.62 0.558 -27%

B 0.34 0.41 0.48 0.432 -29%

C 0.28 0.34 0.40 0.360 -30%

D 0.24 0.29 0.36 0.324 -33%

E 0.23 0.27 0.34 0.306 -32%

F 0.22 0.26 0.33 0.297 -33%

CHIUSURE

TRASPARENTI

A 3.08 3.7 4.6 4.14 -33%

B 2.00 2.4 3.0 2.70 -33%

C 1.75 2.1 2.6 2.34 -32%

D 1.67 2.0 2.4 2.16 -30%

E 1.50 1.8 2.2 1.98 -32%

F 1.33 1.6 2.0 1.80 -33%

Tabella 7: confronto limiti di trasmittanza di legge e per accesso a conto energia termico.

Rispetto al meccanismo delle detrazioni del 55%, il conto energia termico ha un tetto massimo stanziato oltre il quale si ferma il meccanismo. Attualmente rispetto alle cifre stanziare si è raggiunto circa il 40% della cifra disponibile (fonte: rappresentante GSE, convegno Anit realizzato a Bolzano), ma il tipo di provvedimento è pensato per essere rifinanziato e riproposto periodicamente.

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4.3 Titoli di efficienza energetica

Anit ha realizzato nel 2013 una guida dedicata alla descrizione dei titoli di efficienza energetica e alle possibilità che sono offerte dal meccanismo. Questo meccanismo per quanto riguarda l’edilizia e l’isolamento termico risulta avere le seguenti criticità:

- metri quadri di superfici di intervento da raccogliere per poter vendere il titolo sul mercato elevati - riconoscimento economico inferiore derivante dalla vendita in capo a troppi e non definiti soggetti

(proprietario, installatore, distributore, azienda produttrici e ESCO) - valore del titolo di efficienza energetico legato alla variabilità del mercato

Tali criticità lo rendono uno strumento difficilmente efficace dal punto di vista della proposta rispetto a meccanismi più semplici e diretti come le detrazioni del 65-55% o il conto termico per le pubbliche amministrazioni.

4.4 Confronto forme incentivazione

Si riassume nella tabella seguente le differenze tra i tre meccanismi di incentivazione riguardanti l’isolamento termico delle strutture.

Detrazioni fiscali Conto termico Certificati bianchi

Tipo di intervento

Riqualificazione energetica edificio Pareti Coperture Pavimenti Serramenti

Pareti Coperture Pavimenti Serramenti Sistemi schermature

Vetri dei serramenti Pareti Coperture Pareti e coperture per raffrescamento estivo

Soggetti beneficiari

Persone fisiche Soggetti con reddito di impresa

Pubbliche amministrazioni Soggetti obbligati Soggetti volontari

“Incentivo” 2014

65% di detrazione in 10 anni

40% in rate da 5 anni Variabile e con + soggetti coinvolti

Tabella 8: confronto tra i diversi sistemi di incentivazione

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5 PROSPETTIVE FUTURE – NUOVA DIRETTIVA In materia di efficienza energetica la Comunità Europea ha indicato ai Paesi membri la strada da percorrere con la Direttiva 2002/91/CE “Rendimento energetico nell’edilizia” detta anche EPBD, ovvero Energy Performance Buildings Directive e successivamente con la Direttiva 2010/31/UE (detta anche EPBD2) in vigore dal 9 luglio 2010. L’Italia introduce nel proprio regolamento nazionale le indicazioni delle due direttive attraverso il DLgs 192/05 (di recepimento della direttiva 2002/91) e il Decreto Legge 63/13 (di recepimento della direttiva 2010/31) convertito in legge il 3 agosto 2013 dalla Legge 90/13. Il quadro legislativo italiano inoltre dal 2007 ad oggi si è arricchito di una serie di provvedimenti che hanno modificato, integrato e attuato le disposizioni previste dai testi di recepimento. Nello schema seguente è proposto il riassunto della cronistoria dei decreti italiani inerenti il rendimento energetico in edilizia di recepimento delle direttive europee o di modifica e attuazione dei decreti stessi.

Pubbli-cato

In vigore Documento

4 gen 2002

4 gen 2002

Direttiva 2002/91/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 16 dicembre 2002 sul rendimento energetico nell'edilizia. La direttiva detta la linea sulle nuove disposizioni in materia di efficienza energetica del sistema edificio-impianto che ogni Stato membro della Comunità Europea deve introdurre a livello nazionale entro il 4 gennaio

2006.

Dir.europea

7 ott 2005

8 ott 2005

DLgs 192/2005 “Attuazione della direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico in edilizia”. Con questo documento la Repubblica Italiana introduce le nuove disposizioni europee all’interno dei regolamenti nazionali. Molti aspetti vengono però demandati a futuri decreti attuativi.

Recepimento Dir.europea

1 feb 2007

2 feb 2007

DLgs 311/06 “Disposizioni correttive ed integrative al DLgs 192/05, recante attuazione della direttiva 2002/91/CE, relativa al rendimento energetico nell'edilizia”. Il decreto modifica e integra il testo del DLgs 192/05.

3 lug 2008

4 lug 2008

DLgs 115/2008 “Attuazione della direttiva 2006/32/CE relativa all'efficienza degli usi finali dell'energia e i servizi energetici e abrogazione della direttiva 93/76/CEE”. Il decreto introduce in Allegato III la definizione del “soggetto certificatore” valida a livello nazionale e l’obbligo di validazione dei software commerciali.

10 giu 2009

25 giu 2009

DPR 59/09 “Regolamento di attuazione dell'articolo 4, comma 1, lettere a) e b), del DLgs 192/05 concernente attuazione della direttiva 2002/91/CE sul rendimento energetico in edilizia”. Il documento è il primo dei decreti attuativi del DLgs 192/05 che introduce un nuovo quadro di disposizioni obbligatorie in sostituzione alle indicazioni “transitorie” dell’Allegato I del DLgs 192/05.

10 lug 2009

11 lug 2009

DM 26/06/09 “Linee guida nazionali per la certificazione energetica degli edifici”. Il decreto attuativo del DLgs 192/05 definisce le metodologie per la predisposizione dell’Attestato di certificazione energetica.

18 giu 2010

9 lug 2010

Direttiva 2010/31/UE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 19 maggio 2010 sulla prestazione energetica nell’edilizia (refusione). La direttiva aggiorna e integra i contenuti della Direttiva 2002/91/CE (che viene abrogata con effetto dal 1 febbraio 2012) obbligando gli Stati membri ad aggiornare i propri recepimenti nazionali.

Dir.europea

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28 mar 2011

29 mar 2011

DLgs 28/2011 “Attuazione della direttiva 2009/28/CE sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili, recante modifica e successiva abrogazione delle direttive 2001/77/CE e 2003/30/CE”. il documento modifica le regole sugli obblighi previsti per la copertura energetica da fonti rinnovabili (Art.11 e All.3) e per la certificazione energetica in sede di compravendita e locazione (Art. 13).

13 dic 2012

28 dic 2012

DM 22/11/12 “Modifica del decreto 26 giugno 2009, recante: «Linee guida nazionali per la certificazione energetica degli edifici”. Il decreto modifica le Linee Guida Nazionali e in particolare annulla la possibilità di autodichiarare l’edificio in classe G.

25 gen 2013

26 gen 2013

DM 22/11/12 “Modifica dell’Allegato A del DLgs 192/05 recante attuazione della direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico nell’edilizia”. Il decreto modifica l'Allegato A del DLgs 192/2005 "Ulteriori definizioni".

5 giu 2013

6 giu 2013

DL 63/2013 “Disposizioni urgenti per il recepimento della Direttiva 2010/31/UE del Parlamento europeo e del Consiglio del 19 maggio 2010, sulla prestazione energetica nell'edilizia per la definizione delle procedure d'infrazione avviate dalla Commissione europea, nonché altre disposizioni in materia di coesione sociale”. Con il Decreto viene recepita la Direttiva Europea 31/2010/UE. Il documento contiene le modifiche all DLgs 192/05 e la proroga degli incentivi fiscali.

Recepimento Dir.europea

27 giu 2013

28 giu 2013

DPR 74/13 “Regolamento recante definizione dei criteri generali in materia di esercizio, conduzione, controllo, manutenzione e ispezione degli impianti termici per la climatizzazione invernale ed estiva degli edifici e per la preparazione dell'acqua calda per usi igienici sanitari, a norma dell'articolo 4, comma 1, lettere a) e c), del DLgs 192/05”

27 giu 2013

12 lug 2013

DPR 75/2013 “Regolamento recante disciplina dei criteri di accreditamento per assicurare la qualificazione e l'indipendenza degli esperti e degli organismi a cui affidare la certificazione energetica degli edifici, a norma dell'articolo 4, comma 1, lettera c), del DLgs 192/05”

3 ago 2013

4 ago 2013

Legge 90/2013 “Conversione, con modificazioni, del decreto-legge 4 giugno 2013, n. 63”

L’introduzione della Direttiva 2010/31/UE ha segnato l’avvio di un nuovo iter legislativo intrapreso in Italia a partire dalla pubblicazione del DL 63/2013. Tra le novità che sono state introdotte dalla Direttiva c’è il concetto di edifici ad energia quasi zero e la necessità di un analisi costi benefici che servirà a sviluppare i parametri di riferimento per l’edificio ad energia quasi zero. La EPBD recast richiede agli Stati Membri che i requisiti minimi di prestazione energetica degli edifici siano definiti in un’ottica di raggiungimento dei livelli ottimali di costo. A tali fini, la direttiva ha introdotto una metodologia di analisi comparativa con il proposito di determinare requisiti di riferimento per gli standard nazionali. Il livello ottimale in funzione dei costi è definito come "il livello di prestazione energetica che conduce al costo più basso durante il ciclo di vita economico stimato dell’edificio", dove il costo più basso è determinato tenendo conto dei costi di investimento legati all’energia, dei costi di manutenzione e di funzionamento e degli eventuali costi di smaltimento. Il 21 marzo 2012 la Commissione ha pubblicato il Regolamento delegato (UE) N. 244/2012 del 16 gennaio 2012, e a seguire, il 19 aprile 2012, le Linee guida (Orientamenti della Commissione) che accompagnano il suddetto Regolamento.

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Con l’utilizzo di questa metodologia, gli Stati identificano i requisiti minimi di prestazione energetica corrispondenti ai livelli di costo ottimali, per edifici nuovi e per edifici esistenti sottoposti a ristrutturazioni edili e impiantistiche, importanti e non. Per avere quindi un idea del futuro assetto legislativo e soprattutto segnalare uno studio tecnicamente valido che fornisce le prestazioni ottimali in funzione dei costi, abbiamo riportato di seguito alcuni stralci del documento italiano in confronto anche con documenti di altri Paesi Europei che hanno eseguito l’analisi con gli stessi parametri.

5.1 Applicazione metodologia comparativa cost-effective

Applicazione della metodologia di calcolo dei livelli ottimali in funzione dei costi per i requisiti minimi di

prestazione energetica in base alla Direttiva 2010/31/UE art. 5

Quanto riportato di seguito è una sintesi dello studio che il Ministero dello sviluppo economico ha inviato alla Commissione europea. Alla base delle valutazioni sugli edifici ci sono due ipotesi che sono state contestate a livello italiano ma che è necessario conoscere per capire alcuni risultati a volte contraddittori. Queste sono: 1. l’ipotesi che le valutazioni tecnico-economiche degli interventi di efficienza energetica per gli edifici esistenti siano svolte esclusivamente in presenza di una “finestra di opportunità”, ovvero contestualmente a opere di manutenzione straordinaria necessarie per la funzionalità, la sicurezza e il decoro dell’edificio (ad esempio alcune delle opere che non concorrono alla determinazione del costo di un intervento di coibentazione esterna di un edificio sono: ponteggi, occupazione di suolo pubblico, rimozione e riposizionamento di impianti in facciata, operazioni di rimozione e/o ripristino di parti superficiali dell’intonaco ammalorate, l’adeguamento dei punti di appoggio in facciata legati alla presenza di sistemi oscuranti, persiane o ante, la revisione dei davanzali e il trasporto in discarica di materiali di risulta; 2. che la determinazione della prestazione energetica degli edifici avvenga attraverso la differenza tra l’energia primaria fornita all’edificio e l’energia esportata, intesa come surplus di energiaelettrica prodotta in loco e non necessaria alla copertura del fabbisogno energetico dell’edificio. Gli Stati membri sono tenuti a definire edifici di riferimento che siano rappresentativi del parco immobiliare normale e medio. Gli edifici di riferimento possono essere reali - esempi di edifici più diffusi all'interno di una data categoria - oppure virtuali (archetipi), vale a dire rappresentativi di una data categoria ma non comunque realmente esistenti. Per l’applicazione italiana si è quindi optato per la definizione di edifici virtuali (uno nuovo e due esistenti di diverse epoche), situati in due zone climatiche (B ed E, ai sensi del D.P.R. 412/93), per quattro tipologie edilizie (abitazione monofamiliare, piccolo condominio, grande condominio, edificio ad uso ufficio), per un totale di 24 edifici di riferimento. Al fine di prendere in considerazione l’interazione tra le differenti misure (ad esempio isolamento dell'involucro che incide sulla potenza e le dimensioni dei sistemi impiantistici) le misure sono state combinate in pacchetti e/o varianti, per creare sinergie volte ad ottenere risultati migliori (in termini di costi e prestazioni energetiche) rispetto a quelli ottenibili con misure singole. L’elenco degli interventi di riqualificazione energetica considerati all’interno della metodologia comparativa sono stati suddivisi in diverse categorie, a seconda della tipologia edilizia di volta in volta considerata: edifici residenziali esistenti, edifici residenziali nuovi, edifici ad uso ufficio esistenti, edifici ad uso ufficio nuovi. Il costo globale dell’edificio è valutato in termini di valore attuale netto (abbreviato in VAN) . Il VAN è una metodologia molto diffusa per la valutazione finanziaria di progetti a medio/lungo termine tramite cui si definisce il valore attuale di una serie attesa di flussi di cassa, non solo sommandoli contabilmente, ma attualizzandoli sulla base del tasso di rendimento (o tasso di attualizzazione). Il periodo di calcolo è definito in base alla destinazione d’uso dell’edificio. In particolare, per gli edifici residenziali esso corrisponde a 30 anni, ridotti a 20 per gli edifici adibiti ad uffici.

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Una volta definito il fabbisogno energetico degli edifici di riferimento si procede, mediante un calcolo iterativo, alla definizione del pacchetto di interventi che garantisce per quella specifica categoria edilizia il livello ottimale di costo. A tal fine è stata sviluppata una macro di ottimizzazione che si interfaccia con i fogli per il calcolo del fabbisogno di energia (UNI/S 11300-1, -2, -3, -4) e del costo globale. Per maggiori informazioni sulle procedure e le metodologie di ottimizzazione si fa riferimento al documento completo del Ministero dello Sviluppo economico.

5.2 Risultati studio del Ministero dello sviluppo economico

I grafici di seguito riportano in sintesi i valori di fabbisogno limite minimo e massimo ottimale in funzione dei costi per le varie categorie : nel caso di edificio nuovo, edificio riqualificato degli anni (1946-1976) e edificio riqualificato degli anni (1977-1990) e per le tipologie di villetta monofamiliare (MF), piccolo condominio (PC) e grande condominio (GC). Nella tabella di seguito sono riportati i valori ottimali dei parametri principali per le varie categorie. Nelle colonne si trovano dunque:

- Nuovo o epoca dell’edificio ristrutturato - Zona climatica - Tipologia di edificio - Numero di unità immobiliari - Minimo costo globale al metro quadro per gli interventi legati all’efficienza energetica - Valore ottimale medio di energia primaria annuale globale EP* - Valore ottimale dell’indice di prestazione energetica per la climatizzazione invernale EPi* - Valore limite di legge dell’indice di prestazione energetica alla data del presente rapporto - Trasmittanza pareti esterne prima dell’intervento - Trasmittanza pareti esterne con isolamento dall’esterno dopo dell’intervento - Trasmittanza pareti esterne con isolamento in intercapedine dopo dell’intervento - Trasmittanza copertura prima dell’intervento - Trasmittanza copertura dopo dell’intervento - Trasmittanza solaio prima dell’intervento - Trasmittanza solaio dopo dell’intervento - Trasmittanza sup. finestrate prima dell’intervento - Trasmittanza sup. finestrate dopo dell’intervento

*NOTA IMPORTANTE: Il valore ottimale medio di energia primaria annuale tiene conto di climatizzazione invernale, climatizzazione estiva, acqua calda sanitaria e utilizzo di fonti rinnovabili, il tutto in percentuali diverse in funzione della tipologia di edificio e zona climatica. Mentre quando parliamo di indice di prestazione energetica per la climatizzazione invernale si intende solo l’edificio involucro più impianto per la climatizzazione invernale. Per gli edifici di nuova costruzione si considera come trasmittanza prima dell’intervento la trasmittanza limite di legge, attualmente in vigore in base al DPR 59/2009.

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[kWh/m²anno] [W/m²K]

EPg ott EPi ott EPi legge Up Up(est) Up(interc.) Ur

Uf

Uw

Epoca ZC Tip. UI €/m2 prima dopo dopo prima dopo prima dopo prima dopo

1946-1976 E MF 1 566 69,4

1,48 0,29 2,2 0,27 2 4,9 2,2

1977-1990 E MF 1 464 54,2

0,76 0,34 1,14 0,27 0,98 0,33 2,8 2,2

nuovo E MF 1 512 58,4 72,6 97,5 0,34* 0,29 0,3* 0,3 0,33* 0,45 2,2* 1,9

1946-1976 E PC 12 612 115,6

1,15 0,25 1,65 0,2 1,3 0,29 4,9 1,9

1977-1990 E PC 12 520 63,3

0,8 0,25 0,97 0,2 1,14 0,2 3,7 1,9

nuovo E PC 6 510 61,1 39,6 72,1 0,34* 0,34 0,3* 0,4 0,33* 0,45 2,2* 2,2

1946-1976 E GC 24 676 116,1

1,15 0,34 1,65 0,2 1,3 0,29 4,9 1,9

1977-1990 E GC 48 493 81,7

0,76 0,25 0,97 0,23 0,98 0,33 3,7 1,9

nuovo E GC 24 429 68,2 32 57,7 0,34* 0,25 0,3* 0,27 0,33* 0,33 2,2* 1,3

1946-1976 B MF 1 420 46,1

1,18 0,48 2,2 0,5 2 4,9 5,8

1977-1990 B MF 1 374 43,0

1,1 0,48 2,2 0,5 1,3 0,49 2,8 5,8

nuovo B MF 1 359 31,3 40,3 42 0,48* 0,65 0,37 0,5 0,49* 0,49 3* 5,8

1946-1976 B PC 12 466 93,4

0,9 0,48 1,65 0,3 1,3 0,36 4,9 2,6

1977-1990 B PC 12 418 54,1

0,98 0,42 1,65 0,38 1,6 0,43 3,7 5,8

nuovo B PC 6 419 50,8 19,2 28,6 0,48* 0,3 0,38* 0,3 0,49* 0,36 3* 2,2

1946-1976 B GC 24 541 81,2

0,9 0,42 1,65 0,35 1,3 0,49 4,9 2,6

1977-1990 B GC 48 439 69,1

0,98 0,42 1,65 0,35 1,3 0,49 3,7 2,6

nuovo B GC 24 346 47.0 10,2 21 0,48* 0,36 0,38* 0,38 0,49* 0,49 3* 2,2

* Tali dati fanno riferimento ai limiti di legge in base al DPR 59/2009 in vigore alla stesura del presente rapporto Tabella 9: parametri ottimali in funzione dei costi. Fonte: elaborazione dati Ministero dello Sviluppo Economico.

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Un analisi di andamento è praticamente impossibile, quindi si riportano di seguito solo alcune osservazioni in merito ai risultati di tabella con riferimento ai valori di energia primaria ottimale che comprende non solo la climatizzazione invernale ma anche la climatizzazione estiva, l’acqua calda sanitaria e l’utilizzo di fonti rinnovabili, il tutto in percentuali diverse in funzione della tipologia di edificio e zona climatica . Dall’analisi dei valori ottimali di energia primaria globale EP si evidenzia che: Edifici monofamiliari in zona E - nel caso di riqualificazione di edifici tra gli anni ‘70 e ’90 risulta un fabbisogno ottimale più basso di circa il

7% rispetto a quello per il nuovo edificio. Questa incongruenza si presenta solo in questo caso. - Il fabbisogno ottimale previsto per la riqualificazione di edifici tra gli anni ’30 e ’70 è maggiore di circa il

19% rispetto agli edifici di nuova costruzione Piccoli condomini in zona E - La differenza tra il fabbisogno ottimale previsto per la riqualificazione di edifici tra gli anni ’70 e ’90 e il

nuovo è minima, c’è un aumento di circa il 4% - Il fabbisogno ottimale previsto per i nuovi condomini e quello previsto per la riqualificazione di edifici tra

gli anni ’30 e ’70 invece è molto diverso e nella riqualificazione il fabbisogno aumenta di circa l’89% Grandi condomini in zona E - La differenza tra il fabbisogno ottimale previsto per la riqualificazione di edifici tra gli anni ’70 e ’90 e

maggiore del 20% circa rispetto a quello previsto per gli edifici nuovi - Il fabbisogno ottimale previsto per i nuovi condomini e quello previsto per la riqualificazione di edifici tra

gli anni ’30 e ’70 invece è più alto e nella riqualificazione il fabbisogno aumenta di circa il 70% Edifici monofamiliari in zona B - nel caso di riqualificazione di edifici tra gli anni ‘70 e ’90 risulta un fabbisogno ottimale più alto di circa il

37% rispetto a quello per il nuovo edificio. - Il fabbisogno ottimale previsto per la riqualificazione di edifici tra gli anni ’30 e ’70 è maggiore di circa il

47% rispetto agli edifici di nuova costruzione Piccoli condomini in zona E - La differenza tra il fabbisogno ottimale previsto per la riqualificazione di edifici tra gli anni ’70 e ’90 e il

nuovo è minima, c’è un aumento di circa il 6% - Il fabbisogno ottimale previsto per i nuovi condomini e quello previsto per la riqualificazione di edifici tra

gli anni ’30 e ’70 invece è molto diverso e nella riqualificazione il fabbisogno aumenta di circa l’84% Grandi condomini in zona E - La differenza tra il fabbisogno ottimale previsto per la riqualificazione di edifici tra gli anni ’70 e ’90 e

maggiore del 47% circa rispetto a quello previsto per gli edifici nuovi - Il fabbisogno ottimale previsto per i nuovi condomini e quello previsto per la riqualificazione di edifici tra

gli anni ’30 e ’70 invece è più alto e nella riqualificazione il fabbisogno aumenta di circa il 73% Per quanto riguarda invece l’indice di prestazione energetica per la climatizzazione invernale resta strano il caso dell’edificio monofamiliare in zona E che aumenta rispetto all’EP mentre gli altri valori diminuiscono. Per quanto riguarda invece l’analisi dell’indice di prestazione energetica invernale EPi, in generale si riduce rispetto al fabbisogno di energia primaria di metà fino a un quarto. Questo significa che in alcune tipologie l’incidenza della parte impiantistica non legata al puro riscaldamento ha un peso non indifferente nella valutazione dei parametri ottimali. Maggiori spiegazioni sono riportate negli esempi di capitolo 5.3.

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Lo studio del Ministero dello Sviluppo economico ha fondamentalmente come obiettivo di trovare, per i nuovi edifici dei valori di EPi ottimali e per le riqualificazioni di edifici esistenti i parametri ottimali di trasmittanze e di rendimenti impiantistici. Dal confronto tra gli EPi ottimali e gli EPi di legge risulta una riduzione rispetto ai limiti di legge come di seguito:

EPi ottimali EPi limite Riduzione dal limite di legge

Monofamiliare zona E 72.6 97.5 -26%

Piccolo condominio zona E 39.6 72.1 -45%

Grande condominio zona E 32.0 57.7 -45%

Monofamiliare zona B 40.3 42.0 -4%

Piccolo condominio zona B 19.2 28.6 -33%

Grande condominio zona B 10.2 21.0 -52%

Tabella 10: indice di prestazione energetica per la climatizzazione invernale ottimale per le nuove costruzioni Per quanto riguarda invece la riqualificazione l’attenzione è stata posta proprio sui limiti dei parametri prestazionali. Dalla tabella risulta quanto di seguito riassunto:

U ottimali U limite Riduzione dal limite di legge

Zona E - Uwall 0.29 0.34 -15.7%

Zona E - Uwindow 2.0 2.2 -9.1%

Zona E - Uroof/ceiling 0.23 0.3 -23.9%

Zona E - Ufloor 0.29 0.33 -12.7%

Zona B - Uwall 0.45 0.48 -6.3%

Zona B - Uwindow 4.2 3.0 40%

Zona B - Uroof/ceiling 0.4 0.38 4,4%

Zona B - Ufloor 0.45 0.49 -7,8%

Tabella 11: trasmittanze ottimali per la riqualificazione energetica di edifici esistenti I valori di trasmittanza termica dei singoli componenti dell’involucro edilizio, così come risultano dall'applicazione della metodologia comparativa, sono in molti casi vicini a quelli definiti dagli standard nazionali, obbligatori in caso di ristrutturazione di edifici esistenti, fanno eccezione i valori di trasmittanza delle coperture in zona E e degli infissi per la zona climatica B. Per questi dati il Ministero dello sviluppo economico ha previsto un analisi di approfondimento. Si riportano di seguito due esempi di edifici in zona E: la villetta monofamiliare e il grande condominio. Le casistiche di esempio riportate sono l’edificio nuovo e la riqualificazione di edificio degli anni 1940-1970. Per ogni casistica si riporta:

- Grafico 1: “Intervallo ottimale in funzione dei costi” in cui I punti più bassi corrispondono allo scenario per il quale si ottiene il minore costo globale, mentre i corrispettivi valori di energia primaria costituiscono un “intervallo ottimale”.

- Tabella 1 : “Valori ottimali dei parametri di progetto” in riferimento allo scenario per il quale si ottiene il minore costo globale, la tabella mostra i valori ottimali dei parametri relativi alle misure di efficienza energetica.

Per lo studio completo si rimanda al sito della commissione europea al link:

http://ec.europa.eu/energy/efficiency/buildings/implementation_en.htm

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5.3 Estratto dello studio

Edificio residenziale monofamiliare nuovo – zona climatica E - (Milano)

Grafico 39: Intervallo ottimale in funzione dei costi

Il livello ottimale in funzione dei costi per tale tipologia deriva da una valutazione che tiene conto dei parametri progettuali riportati nella tabella di seguito, per cui ad esempio si prevede l’installazione di 4 m2 di collettori solari e 5 kWp di fotovoltaico, nonché sistemi impiantistici per la climatizzazione estiva ad alta efficienza.

Tabella 12: Valori ottimali dei parametri di progetto

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Edificio residenziale monofamiliare (1946-1976) – zona climatica E - (Milano)

Grafico 40: Intervallo ottimale in funzione dei costi

Tabella 13: Valori ottimali dei parametri di progetto

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Edificio residenziale grande condominio nuovo – zona climatica E - (Milano)

Grafico 41: Intervallo ottimale in funzione dei costi

Tabella 14: Valori ottimali dei parametri di progetto

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Edificio residenziale grande condominio (1946-1976) – zona climatica E (Milano)

Grafico 42: Intervallo ottimale in funzione dei costi

Tabella 15: Valori ottimali dei parametri di progetto

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6 CONCLUSIONI Sulla base del rapporto realizzato e delle informazioni prodotte si è giunti alle seguenti considerazioni:

- Il mercato dei materiali isolanti vede il prevalere di tipologie di materiali isolanti (EPS, XPS, LR, LV, PU)

che coprono quasi l’80-90% del volume del venduto. Poiché tali materiali sono soggetti a marcatura CE

e alla dichiarazione della conduttività termica λD, si può positivamente considerare che la qualità della

commercializzazione dei materiali è elevata. Per i produttori di materiale isolante che non ricadono

nelle regole della marcatura CE diventa prioritario allinearsi su questo tema (vedi anche norma UNI EN

10351 revisionata).

- Il mercato dei materiali isolanti ha visto una crescita fino al 2008 e oggi si è ai livelli del 2009. E’ un

mercato maturo sulla parte di edilizia nuova, dove gli investimenti sono in calo, ma un mercato non del

tutto maturo, dal punto di vista tecnico e tecnologico, per la riqualificazione. La necessità di ridurre gli

spessori o di non voler perdere spazio, porta nel mercato soluzioni non idonee al risparmio energetico.

Le problematiche igrotermiche di isolamento dall’interno sono argomento di attualità e verranno

approfondite nel corso dei prossimi anni.

- Il tema della correzione dei ponti termici è un tema attuale e non ancora affrontato in maniera

adeguata ma che nell’ottica degli edifici ad energia quasi zero diventerà il punto cruciale su cui

soffermarsi in fase progettuale e costruttiva

- Il mercato della riqualificazione dell’esistente è un mercato stabile e da monitorare in funzione della

riduzione progressiva degli incentivi dei prossimi anni, in particolare della forma di incentivazione del

55-65%. La domanda di edifici e gli indicatori di compravendita nel 2013 hanno visto una leggera

ripresa rispetto agli anni passati. L’instabilità di questo provvedimento tuttavia non ha permesso di

realizzare interventi sostanziali sull’involucro e fornire i risultati ambientali e energetici che avrebbe

potuto produrre.

- L’indicatore principale resta l’andamento del settore delle costruzioni in generale, finché quindi non

riusciremo ad uscire dalla crisi di questo comparto difficilmente si potrà pensare ad una ricrescita. Solo

le aziende strutturate e già rivolte alla riqualificazione hanno risentito relativamente della recessione.

- Il futuro si muove nella direzione di produrre limiti più restrittivi sia per gli edifici di nuova costruzione

che per edifici esistenti. Tuttavia gli studi effettuati dall’Italia per rispondere alle richieste Europee

della Direttiva 31/2010/UE, non propongono prestazioni tali da pensare ad un edificio ad energia quasi

zero, per cui per definizione dovrebbe avere un fabbisogno di energia quasi nullo. L’analisi del

Ministero dello sviluppo economico ha diversi punti critici, a partire anche dalle tipologie di edifici

utilizzate, soprattutto per le nuove costruzioni. I costi dell’isolamento intervengono nel progetto

globale in percentuale relativa, dando tuttavia dei riscontri notevoli da tutti i punti di vista: energetico,

sociale, ambientale. Su questo argomento a ANIT presenterà il prossimo rapporto di conclusione del

progetto isolare conviene.

- Le opportunità per il mercato dei materiali isolanti sono nell’inasprimento dei limiti da rispettare per

interventi su edifici esistenti in un’ottica di superamento degli attuali spessori necessari.

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ANIT, Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e acustico, ha tra gli obiettivi generali la diffusione, la promozione e lo sviluppo dell'isolamento termico ed acustico nell'edilizia e nell'industria come mezzo per salvaguardare l'ambiente e il benessere delle persone. ANIT

diffonde la corretta informazione sull'isolamento termico e acustico degli edifici

promuove la normativa legislativa e tecnica

raccoglie, verifica e diffonde le informazioni scientifiche relative all'isolamento termico ed acustico

promuove ricerche e studi di carattere tecnico, normativo, economico e di mercato. I soci ANIT si dividono nelle categorie

SOCI INDIVIDUALI: Professionisti, studi di progettazione e imprese edili.

SOCI AZIENDA: Produttori di materiali e sistemi per l’isolamento termico e acustico.

SOCI ONORARI: Enti pubblici e privati, Università e Scuole Edili, Ordini professionali.

_____________________________________________________________

ASSOCIARSI CONVIENE! Le Aziende associate si dividono in: aziende industriali e commerciali che operano direttamente con produzione o importazione o trasformazione nel settore dei materiali per l’isolamento termico ed acustico; associazioni di categoria, laboratori, aziende che operano nel settore della strumentazione di misura. Le quote di adesione sono differenziate in funzione della produzione e del fatturato. Il fatturato annuo si riferisce alla sola parte relativa ai materiali isolanti prodotti o commercializzati sul mercato italiano. L’associazione è ad anno solare e si ritiene tacitamente rinnovata se non disdetta entro il 30 settembre dell’anno di iscrizione. Per associarsi richiedere tutte le informazioni direttamente ai responsabili dell’Associazione: Presidente: Ing. Valeria Erba - [email protected] Direttore tecnico: Ing. Rossella Esposti - [email protected] Dal sito www.anit.it è inoltre possibile scaricare lo Statuto dell’Associazione. Per maggiori informazioni vai su www.anit.it

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