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Rassegna Stampa di giovedì 17 aprile 2014
Scuola, Formazione, Università, Ricerca il Sole 24 Ore 17/04/2014 AFFONDA IL TRAGHETTO DEGLI STUDENTI Panorama 23/04/2014 LI ACCOGLIAMO A SCUOLA, POI LI ABBANDONIAMO Famiglia Cristiana 20/04/2014 IL 10 MAGGIO DAL PAPA PER DIRE CHE LA SCUOLA E' DI TUTTI il Giornale - ed. Milano
17/04/2014 "SCUOLE APERTE A TUTTI GLI SPORT, GINNASTICA NON E' UN'ORA BUCA"
la Gazzetta del Mezzogiorno
17/04/2014 NON C'E' SPAZIO PER LA MENSA DOPO PASQUA SERVIZIO A RISCHIO
Roma 17/04/2014 RELIGIONE, SOCIETA' E CULTURA: INCONTRO ALL'ISIS CON L'AZIONE CATTOLICA (LC)
Corriere della Sera 17/04/2014 LA PIRAMIDE DI PIANO NASCE DOPO 15 ANNI IL MUSEO DI HARVARD Corriere della Sera 17/04/2014 EREDITA' GENETICA - INTERVENTI & REPLICHE la Repubblica 17/04/2014 IRPEF, ECCO IL BONUS TAGLI AGLI STIPENDI DI TOGHE E DOCENTI MF - Milano Finanza 17/04/2014 UN MEDIA A MISURA DI TURISTA CINESE Italia Oggi 17/04/2014 IL COMUNE DI ROMA, SULL'ORLO DEL FALLIMENTO, NON RIESCE A
RISCUOTERE LA TASSA RIFIUTI NEMMENO... il Mattino 17/04/2014 INGEGNERIA, SALTANO I PC: TEST RINVIATO Il Secolo XIX 17/04/2014 ELEZIONI RETTORE URNE APERTE IL 18 E 19 GIUGNO Il Secolo XIX 17/04/2014 NOZZE GAY, DALL'UNIVERSITA' OK ALLA LICENZA MATRIMONIALE il Messaggero 17/04/2014 CHIUSE LE LISTE, DEBUTTA IL PARTITO PASCALE E A ROMA TORNA IN
CAMPO LA MUSSOLINI il Mattino 17/04/2014 CANDIDATURA, ALTRO NO UE A SILVIO AVANZA IL "PARTITO" DELLA
PASCALE la Gazzetta del Mezzogiorno
17/04/2014 ECCO TUTTE LE LISTE PER LE EUROPEE IN CAMPO VANNONI E CECCHI PAONE
La Notizia (Giornale.it)
17/04/2014 NELLA CIRCOSCRIZIONE CENTRO SFIDA TRA I MINISTRI GIANNINI E LORENZIN+++
Economia, Lavoro, Previdenza il Sole 24 Ore 17/04/2014 IL NON PROFIT E' "ROSA" E SALE DEL 28% Corriere della Sera 17/04/2014 PANSA E IL CAMBIO IN FINMECCANICA: MA IL PIANO VADA AVANTI la Repubblica 17/04/2014 POLETTI A REPUBBLICA.TV "IL CONTRATTO A TERMINE COSTI
ALL'IMPRENDITORE IL 10 PER CENTO IN PIU'" la Repubblica 17/04/2014 FIEG: I TAGLI NON FERMANO LA CADUTA Italia Oggi 17/04/2014 NON CI SONO PIU' PARTITI MA LEADER Italia Oggi 17/04/2014 LAVORO A CHIAMATA K.O. Italia Oggi 17/04/2014 L'APPRENDISTATO CAMBIA ANCORA Italia Oggi 17/04/2014 FONDI UE ANCHE ALLE PROFESSIONI il Messaggero 17/04/2014 STIPENDI PUBBLICI, MAXI-STANGATA IL PRIMO TETTO A 60 MILA EURO L'Unita' 17/04/2014 PENSIONI E LAVORO, DUELLO A DISTANZA POLETTI-CAMUSSO il Mattino 17/04/2014 STATALI: STANGATA-SALARI NON SOLO PER I DIRIGENTI il Sole 24 Ore 17/04/2014 TAGLIO DETRAZIONI SOPRA I 55MILA EURO il Sole 24 Ore 17/04/2014 SCONTO IRPEF AL TOP TRA 18 E 24MILA EURO la Stampa 17/04/2014 MARCHIONNE: IL 2014 SARA' UN BUON ANNO
Scuola: testate nazionali
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Settimanale
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PANORAMA.
Dati Censis e Fondazione Cesare Serono
Nn 2010 Nn 2020 NH 2040
Data 23-04-2014 Pagina 56/57 Foglio 1 /2
Padova e a Vicenza era andato tutto bene. Confuso nella comitiva dei compagni di scuola, Gioacchino aveva potuto visitare le città muovendosi agilmente sulla sua carrozzella. A Venezia, un disastro. Tra calli e
ponti sulla laguna, quel quindicenne di un liceo della Campania in viaggio d'istruzione nel Veneto si è imbattuto in un duro percorso a ostacoli e c'è voluta tutta la solidarietà e l'energia dei suoi compagni per sollevare la carrozzella e consentirgli di seguire gli altri. «Un incubo» sì è lamentata la madre del ragazzo. Un errore della scuola, ha ribattuto a muso duro l'assessore al ThrÌsmo della Regione Veneto, Marino Finozzi, e ha rimbeccato la professoressa che accompagnava gli studenti: «Le sarebbe bastato consultare le mappe dei nostri "Itinerari senza barriere" per evitare la brutta esperienza».
Triste duello sulla delusione di un ragazzo di 15 anni costretto a sentirsi un peso per i compagni. E dire che, sull'inserimento dei disabili nella scuola, l'Italia ha una tradizione di eccellenza in Europa: il 100 per cento dì inclusione, contro il 60,4 della Francia e lo stentato 16 per cento della Germania. Peccato che sia l'unico primato. Sul fronte della disabilità, hanno annotato in una ricerca congiunta il Censis e la Fondazione Cesare Serono, «lo scenario italiano presenta alcune luci, ma soprattutto diverse ombre)}. A partire dalla spesa destinata ai disabili: l' 1,5 per cento del Pii, secondo i dati Eurostat, contro una media europea del2 per cento. <6iamo il Paese delle contraddizioni, degli eccessi» commenta Pietro Barbieri, presidente della Fish, Federazione italiana per il superamento dell'handicap. «Abbiamo alcune buone leggi e alcune
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PANORAMA.
LA SPESA IN ITALIA E IL CONFRONTO CON I PAESI EUROPEI
Costo annuo pro capite (comprensivo di assistenza e fornitura di beni e servizi)
ITAliA €
A €
MEDIA DI 121 PAESI)
€
buone pratiche sul territorio, ma non riusciamo a farne una sintesi». Jl risultato è che, nell'Europa a 27, siamo alla pari con la Repubblica Ceca, a mezza strada tra la Polonia e la Romania e ben lontani dai traguardi della Svezia (che spende quasi tre volte più di noi). «Eppure ci sono settori in cui siamo all'avanguardia» sottolinea Barbieri. «Penso all'università: in Germania, a Heidelberg, sono concentrati 5 mila studenti disabili; noi ne abbiamo lO mila, ma distribuiti in tutti gli atenei. Uno straordinario esempio di inclusione)'.
Il punto è che, tra i 4, 1 milioni di disabili italiani, la larga maggioranza sono anziani, non ragazzi in età scolastica. Secondo i dati diffusi dall'lstat nel 2010, più dell'SO per cento delle persone con disabilità ha oltre 64 anni. È un numero destinato a crescere, in un Paese che invecchia. E questo rende quasi surreale il progetto, segnalato dal Censis e dalla Fondazione Serono, di «recuperare risorse economiche da questa voce di spesa pubblica», una tentazione ricorrente nelle varie spending review. In realtà, nel confronto europeo, la particolarità italiana consiste nel privilegiare l'assistenza rispetto alla spesa in beni e servizi. Hanno rilevato i ricercatori del Censis e della Fondazione Serono: la somma investita in servizi per i disabili è inferiore in Italia a 23 euro pro capite contro una media europea di 125 euro. È illuminante il confronto con la Spagna, l'unico trai grandi paesi del continente a spendere meno di noi: su 395 euro destinati ai disabili, gli spagnoli ne riservano 340 all'assistenza e 5S alla fornitura di beni e servizi; l'Italia, dei suoi 438 euro, ne assegna 41 S all' assistenza.
Qualche cifra: nel 2010 l'Inps ha pagato 1.500.613 assegni di invalidità e pensioni di inabilità e più di 3 milioni di prestazioni di invalidità civile, comprese le indennità di accompagnamento, per un totale di 26 miliardi 596 milioni di
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euro. Si investe molto meno per ottenere che le persone con handicap trovino lavoro. Il risultato? Risultano occupati appena ìl18,4 per cento dei disabili nella fascia d'età tra i 1 S e i 44 anni e iiI? per cento tra i 45 e i 64 anni. In Francia, secondo la ricerca Censis-Serono, ha un'occupazione il 36 per cento delle persone cui è stata riconosciuta la disabilità e nel Regno Unito addirittura il 50,4 per cento. Meno di uno su tre con sindrome di Down lavora dopo i 24 anni e il dato scende al 10 per cento tra le persone con autismo che abbiano più di vent' anni. Meno della metà delle persone con sclerosi multipla, tra i 4S e i 54 anni, è occupata, contro il 12,9 per cento di disoccupati e ìl23,5 di pensionati.
Osserva il presidente della Fish, Barbieri: «Nel nostro Paese, o si sta dentro la scuola o si sta dentro un centro di riabilitazione: tutto il resto esiste solo in teoria. Eppure, anche con le risorse esistenti, si potrebbero attuare buone pratiche». E cita una storia esemplare: lo smantellamento del manicomio di Aversa, attraverso lo strumento del «budget dì salute», ovvero la distribuzione sul tenitorio della spesa prima destinata a tenere in piedi quella struttura. Spiega Barbieri: «Sono arrivati i ragazzi di don Peppe Diana, il prete ucciso dalla camorra, e con i disabili mentali dimessi dal manicomio hanno creato prima un ristorante, la Nuova Cucina Organizzata, poi hanno avviato coltivazioni biologiche sulle terre confiscate ai clan, infine hanno inventato il "Pacco alla camorra", un marchio con cui vendono i loro prodotti in tutta Italia».
Un'esperienza da imitare. Anche per evitare che la vita dei disabili sia troppo triste. Tra loro, ha segnalato l'Istat, le persone insoddisfatte di come passano il tempo libero sono 1'11,3 per cento, contro il S,Idi chi non è disabile. III
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Data 20-04-2014 Pagina 82 Foglio 1
fC· IN FAMIGU,\ N" 16·2014
Il 1
risponde Paola §IJO~OI'IW I nsegnan te, 2 figli
. I
Gentile professoressa, sono un'insegnante di soli 45 anni, moglie di un insegnante,
figlia di una bravissima maestra elementare ora in pensione e mamma di due ragazzi che frequentano attualmente la scuola elementare e la media superiore, Insomma la scuola per la nostra famiglia è tutto, Ce ne sentiamo parte e ci crediamo. E ci fa davvero dispiacere percepire la crisi in cui si trova questa istituzione fondamentale per genitori e figli. Ho sentito parlare di una manifestazione che si terrà U10 maggio a Roma in piazza San Pietro. Di cosa si tratta? lo spero che
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sia un'occasione per rilandare !'importanza dell'educazione.
- Cara Giulia, come te vivo e sento la scuola come parte della mia vita. non un semplice lavoro ma qualcosa di più, qualcosa che implica mettere in gioco e in discussione sempre sé stessi. In un discorso del 2001 papa Francesco, allora cardinale forge Mario Bergoglio, affiancava la scuola alla famiglia e rivolgeva tre inviti agli educatori: «Sviluppare vincolì umani di affetto e di tenerezza come rimedio allo sradicamento», «Curare la coerenza fra ciò che si dice e ciò che si fa come forma per ridurre l'abisso della discontinuità», «Far sorgere alcune certezze di fondo nel mare di ciò che è relativo, frammentario». Forse anche da qui parte la scelta della Chiesa di abbracciare e di mettere al centro la scuola. Questo percorso vedeva circa un anno fa la prima tappa di W1
lungo itinerario di analisi e progettualità sui temi dell'educazione e della scuola. Questa prima fase si concluderà con la manifestazione del 10 maggio a Roma, quella che tu hai citato nella lettera, alla presenza di papa Francesco. Tutti sono invitati: cattolici, laici, operatori di scuole pubbliche e paritarie, perché chi "lavora" con quel prezioso materiale umano che sono i nostri ragazzi deve stringere alleanze educative e dialogare. Quando si parla di investimento nella scuola non si fa riferimento solo a !li! bisogno economico e materiale, ma soprattutto alla necessità di riconoscerle il suo molo di grande risorsa per la vita civile e sociale. Ti invito ad andare alla pagina www.lachiesaperlascuola.it Là troverai tutte le indicazioni sull'evento dellO maggio. In particolare vedrai le parole chiave che sono state inserite in una ipotetica cartina di linee della metropolitana proprio a sottolinea me l'interdipendenza l'una dalle altre. E così i nodi: famiglia, educazione, alleanza, umal1esimo, comunità, insegnanti e autonomia che formano Ulla rete di discussione e di incontro ... a Roma il lO maggio 2014. •
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Milan'o Data 17 -04-2014 Pagina 6 Foglio 1 /2
Antonio Rossi «Sport a scuola, educazione fisica non è l'ora buca»
«Scuole aperte a tutti gli sport, ginnastica non è un' ora buca»
• Sport a scuola, impianti, fondi alle associazioni dilettantistiche.E ancora: la cittadella dello sport sulle aree Expo,ilnuovostadioelacandidaturaolimpica2024.Parla l'assessore lombardo allo Sport Antonio Rossi.
L'assessore regionale: «Investiamo sui giovanissimi con progetti e palestre Visite mediche negli istituti per valutare attitudini e problemi dei ragazzD>
Antonio Ruzzo a pagina 6
cento degli impianti non è perfettamente fruibile e il 42 per cento degli impianti ha più di 30 anni. C'è da fare ... ».
Da che parte si comincia? «Intanto dalle palestre delle
Antonio Ruzzo
III AssessoreRossidadovedeve ricominciare lo sport lombardo?
«Dalle scuole, si comincia sempre dà lì. Dai bambini e dai genitori che devono imparare che l'ora di educazione fisica
scuole.Abbiamostanziat03mido CO? i colleghi ~i Sanit~ e lioni e mezzo perristrutturarle. IstruzlOne da qu~st anno stla~ Conundoppio obiettivo. Quelmo p:nsando dI far f~re agh lodipermettereaglistudentidi alun~l ?elle el~mentar~ anche farlezioniinstrutturemigliorie una Vlslta me~lca ~porÌlv~. Per più sicure e quello di permettea~ere ~n d~o m pll~ che Cl ~ac- reancheairesidentidiutilizzarClac~IPlreba de~e~plO setrabula- le negli orari extrascolastici». gazzlom ar leslsteunpro e- Epoi? ma di obesità, di eccessiva se- «Poi puntando sulla collabodentan
d' ~tà o altro ahncora. Ubn razione tra pubblico e privato
punto l partenza c e potre - cercandodivalorizzarenonsobe essere utile per conoscere le lo la costruzione dell'imp' t
non è un'ora "buca"». E chi glielo spiega? «Innanzi tutto iloro insegnan
ti. Epoidegliesperti,neolaureatiinscienzemotoriechegiàdall'anno scorso stanno facendo questo con il nostro progetto di "Scuola in movimento"».
. . h fi . h d . lan o, c~rattenstlc e 1~IC e eua~az- ma anche la sua gestione. Ab-Zl, se sono portatI persportdue- biamo sottoscritto unaconvensistenzaoppure di esplosività». zione conl'Istituto di credito al-
Insomma la Regione sale in lo sport non tanto per spuntare cattedra... tassipiùbassi di interesse quan-
Che sarebbe? «Sarebbe l'integrazione del
progetto di alfabetizzazione
«N eanchepersogno. N onvo- to per avere maggiore facilità di gliamo sostituirci ai maestri accesso al credito per gli enti o che fanno benissimo illoro me- associazioni sportive dilettanti-
motoria del Coni a cui si è ag- stiere.Noic:rchiamos?lodida-giunto un nostro finanziamen- re un contnbuto tec~l~o, conto di l 3 milioni che ha coinvol- creto. E anche se pOSSIbIle delle to 130mila alunni di oltre 5mila idee.Adesempioconlacollaboscuole per oltre 100mila ore di razione della Scuola di Scienze lezione». motorie stiamo anchepensan-
do di individuare una serie di E cosa fanno questi 406 esperti? giochi didattici da poter far fare
«Affiancano gli insegnanti ai ragazzi durante gli intervalnelle ore di educazione fisica li».
Per un' ora alla settimana e dan _ E le iniziative delle Federazioni?
no indicazioni ai maestri suco-sa fare nella seconda ora setti- «Ben vengano, porte aperte a
tutte le federazioni che vogliomanale. Così riusciremo a por- no fare corsi per far conoscere tare più sport nelle scuole pri-marieeatrasmettereainostrifi- le loro discipline ai ragazzi. A
scuola c'è posto per tutti, dal gli una sana cultura sportiva. È andata bene e così si dovrà ri _ rugby al basket, al ciclismo agli
. di' b scacchi ... ». partIre a proSSImo otto re». E ciò basterà a convincere le Perfetto ma dopo che i ra
gazziavrannoimparato la "Iefamiglie che lo sportènecessa-rio? zione" poilo sport dove lo fan-
no. In Lombardia la situazio«Nonlosoperòsidevecomin-
ciare da qui. Facendo sempre qualcosa in più. Così in accor-
ne degli impianti non è rosea. «È vero purtroppo. Il 62 per
stiche. Stiamo studiando un bando in accordo con l'Ics di 4milioni per l'impiantistica sportiva in regione che uscirà a settembre-otto bre».
Però c'è uno stanziamento da 18 milioni di euro firmato dal «fm> governo Monti che sarebbedovutoservireaiprogetti dei privati di cui non c'è più traccia?
«È una storia lunga. Era un bando fatto male che è stato bloccato da un ricorso della regione Veneto alla Consulta. Certo è che quei soldi non si sa che fine abbiano fatto. Ho scritto una lettera aperta al governo ma per ora non ho avuto risposte».
Sembra tutto sempre molto complicato. Un po' come la cittadella dello sport sui terreni di Expo?
«No lì la situazione è diver-
sa». Cioè? «Cioè che il Milan sembra
avere tutta l'intenzione di costruire il suo stadio. A noi però interessa realizzare anche una piscina olimpionicae un palazzetto polifunzionale dello sport che potreb be coinvolgere l'Hockey Milano così potrebbe partecipare al campionato russo con cui ha avuto contatti e che è uno dei più prestigio si e ricchi al mondo. Su questi progetti stiamo aspettando le analisi del Coni».
Il 2015 è qui, è il momento forse di aumentare la frequenza delle pagaiate?
«Diciamo che conle altreistituzioni c'è una buona collaborazione e una lunga lista di eventi anche sportivi che verrà messain calendario. I problemi potrebbero saltare fuori quando si dovrà decidere chi pagherà cosa ... ».
E per le olimpiadi 2024? «La Regione Lombardia su
questa candidatura si è battuta solo perché a noi interessava la cittadella dello sport sull'area di Expo. Quando se ne parlò il Coni partì subito con la proposta di Roma e ci sembrò strano visto che noi avevamo la possibilità di muover ci su un evento così importante. Certo è che se l'italia vuoi sperare in un un' olimpiade deve da subito pensare ad una candidatura unica. Altrimenti si corre ad handicap».
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Milarfo
u,
Il JWilan vuole fare il suo stadio J.Voi anche piscina e palazzetto
1\1ilano o Roma, l'Italia deve pensare a una candidatura sola
I 406 esperti affiancheranno gli insegnanti nelle attività
Data 17 -04-2014 Pagina 6 Foglio 2/2
L'EX CAMPIONE Anton io Rossi è un campione olimpico di canoa. Il governatore Roberto Maroni lo ha voluto in Regione
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COBBIEBE DELLA SEBA
Int."el1ti ;&Repllche Eredità genetica In riferimento all'articolo dal titolo «Madre è chi porta in grembo il bambino, sopravvalutiamo l'eredità genetica» (Corriere, 15 aprile) leggiamo con stupore alcune affermazioni della scrittrice Camilla Baresani (a suo dire suggerite dall'immunologo Semprini). Ad esempio «la percentuale di componenti ereditarie nel Dna dei figli è inferiore a un misero 1 % e di quell'l % metà appartiene al padre e metà alla madre». Così come viene riportata, questa affermazione è fuorviante e porta agli inquietanti interrogativi riportati nello stesso articolo: «Chi è la vera madre del bambino, quella che gli dà lo 0.5% dei geni, oppure ...... ». Noi potremo aggiungere: il restante 99% dei geni da chi proviene? Per chiarezza scientifica dobbiamo dire che il genoma del figlio è costituito per il 50% dai geni trasmessi dalla madre e il rimanente 50% da geni provenienti dal padre. La scrittrice ha probabilmente
frainteso quanto detto dal collega immunologo. Quest'ultimo le avrà forse sottolineato (correttamente) che solo un piccola porzione del Dna (circa 1.5%) codifica per speCifiche proteine, circa il 20· 25% ha probabilmente funzioni di regolazione, mentre la parte restante (circa il 75%) costituisce il Dna extragenico di cui attualmente conosciamo solo in parte la funzione. Tuttavia tutto questo pacchetto di informazioni (Dna codificante, Dna di regolazione e Dna extragenico) viene trasmesso al figlio nelle percentuali da noi sopra riportate. Affermare poi, come fa la scrittrice, che il moscerino ha una percentuale di geni in comune con l'elefante pari all'88% è ancora più fuorviante; sembrerebbe dire che un moscerino è più simile a un elefante di quanto lo sia il figlio nei confronti della madre. Questa percentuale si riferisce al fatto che il moscerino e l'elefante condividono 1'88% di proteine simili. Lo stesso confronto fatto tra tutti gli individui della specie umana, e tanto
Data 17 -04-2014 Pagina 43 Foglio 1
più tra genitori è figli, dà una percentuale di geni in comune pari al 100%. Senza sminuire il contributo educativo della famiglia e dell'ambiente sociale unito al contributo biologico della gestante, prendiamo atto che l'eredità genetica ha un peso rilevante in
tutte le fasi della vita di ogni Individuo. Giorgio Ricci, Ordinario di Biochimica
Andrea Novelletto, Ordinario di Genetica Carla Jodice, Associato di Genetica, Bianca M.
Ciminelli, Ricercatore di Genetica Università di Roma, Tar Vergata
Il pannello di esperti dell'Università di Tor Vergata conferma quanto riferitomi dal professor Enrico Semprini, owero che la componente genitore-specifica è minima, intorno all'l %, e che l'omologia delle proteine strutturali degli acidi nuc!eici fra moscerino ed elefante è dell'88%. Lo domonda che ci poniamo riguarda il significato culturale di tale 1 % e di quanta immagine propria si proietti sulla prole, con uno simile piccola frazione. Oggi, 1 7 aprile, Semprini ne parlerà a RaiNews 24 alle 11.20.
Camilla Baresani
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Universita'
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la Repubblica posizione del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Delrio sulle banche, è in arrivo l'aumento delle tasse sulle plusvalenze che gli istituti di credito ricaveranno dalla rivalutazione delle quote-Bankitalia. Si passera dal 12 al 24-26% e l'incasso (accompagnato da un ritocco al meccanismo di rivalutazione) dovrebbe essere di 1,2 miliardi.
Tra spending e misure one off, si raggiungerebbero i &-7 miliardi previsti per coprire il bonus, mentre per i prossimi anni ci silimiterà ad un impegno del governo. «Dicevano che era una televendita. Poi che non c'erano le coperture. Poi le coperture sì, ma non quelle. #-Amicigufi ma aspettare venerdì no?», ha comunque mandato a dire Renzi via Twitter ieri sera.
GUIIKAPmm I conteggi sono aperti fino al
l'ultimo minuto. L'elemento nuovo è la possibile estensione
dello sconto fiscale in busta paga ad una platea più ampia. Fino ad oggi si è parlato dei lavoratori dìpendenti che guadagnano fino a 25 mila euro lordi, la misura 00-vr.ebbe invece raggiungere anche chi conta su 28 mila euro per evitare uno HscalinoH troppo marcato intorno alla soglia dei 25 mila e rendere la curva più omogenea. In questa area si dovrebbe agire con l'aumento delle detrazioni Irpefintroducendo nella busta paga del 27 maggio un beneficio medio di 83 euro. n bonus salirà fino a 92 per chi sta nella parte più bassa e scenderà
a circa 60 per chi sta più in alto. Nella partita dovrebbero entrare anche gli incapienti. cioè coloro che guadagnano sotto gli 8.000 euro e non hanno spazio per utilizzare un aumento delle detrazioni perché sono già esentasse. Se sarà conf~to questo schema gli MincapientiH
avranno un bonus monetario erogato dall'Inps che costerà circa 1 miliardo in più e darà intorno ai 25 euro netti (per stipendi netti di circa 400 euro mensili).
tAOOPNVOTAZIONE In un clima da corsa contro il
tempo oggi Camera e Senatovoteranno l'autorizzazione al governo a rinviare il pareggio di bilancioal2016elarisoluzioneche approva il Def. L'approvazione del Def è necessaria per poter varare il decreto Irpef sulla base del nuovo quadro di bilancio. Per varareilDef, visto che il governo
ha previsto il rinvio al 2016 del pareggio di bilancio, servetuttavia una ulteriore autorizzazione del Parlamento che, secondo la Legge Costituzionale, deve avvenire con una distinta votazione. Al meccanismo giuridico mancava tuttavia un altro tasseijo: la lettera formale del governo italiano alla Commissione Ue,condizionepervotarel'autorizzazione al rinvio del pareggio da parte del Parlamento.
Così gli eventi sono precipitati. L'altra notte Padoan ha riferito di aver già avuto contatti informali a Washington con la
Commissione e fonti del Tesoro assicuravano martedì sera che la lettera era già partita, anche se Bruxelles ieri non confermava. Dopo una giornata di attesa e tensione, la lettera è arrivata a Bruxelles e soprattutto è accompagnata già dalla risposta di Bruxelles; una "presa d'atto» da parte del nuovo Commissario agli Affari monetari Siim Kallas sufficiente al Parlamento per. procedere, in attesa di valutazione.
A sollecitare la trasmissione della lettera al Parlamento è stata la. Presidente della Camera
Laura Boldrini, che ieri ha comunicato la sua iniziativa in apertura deilavori della conferenza dei capigruppo. Ciò non è bastato al capogruppo di Forza Italia Brunetta che, ormai senza motivo e con la solita aggressività verbale, è partito all'attacco della Boldrini che ha replicato definendo . i toni «irrispettosì e irriguardosi».
Resta lo scoglio della doppia votazione di oggi. Mentre infa~ti per il Def è necessaria la lllaggioranza semplice (cioè dei presenti), per votare l'autorizzazione al rinvio del pareggiodibilancio è necessaria la maggioranza degli aventi diritto. Oggi, giovedi di Pasqua, dunque la maggioranza al Senato dovrà vedere presenti tutti i suoi 161 componenti per dare il via libera al governo sullo sforamento del limite costituzionale. Una partita che in Senato la maggioranza affronta con tranquillità: nelle ultime richieste di fiducia infatti c'è stata una presenza tra i 163 e i 171 parlamentari di maggioranza.
CRIPRODUZIQNE RISERVATA
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Data
Pagina
Foglio
17-04-2014 1 2/3
Dopo la risposta di Bruxelles le camere voteranno la deviazione dagli obiettivi di bilancio
Come sono cambiati gli obiettivi sul deficit strutturale*
IN'KiOtu'Ì\,
201~
2014
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Nota di 'aggiornamento
alDef .
(set2013)
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0,0
0,0
Def2014 (apr 2014)
-0,8
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-0,1
0,0
Un miliardo dalla sanità. Renzi: "I gufi saranno serviti". Sgravi non ancora strutturali
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Lavoro e previdenza
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Pag. 27
n Sole9]{l mmrn Data 17 -04-2014 Pagina 9 Foglio 1
Il settore si rivela un traino per l'occupazione femminile: il 72% dei dipendenti è donna
Il non profit è «rosa» e sale del 28% ROMA
Cresce in Italia il settore "non profit": nel 2011 le organizzazioni attive sono risultate 301.191, il 28% in più rispetto al 2001, con una crescita del personale dipendente pari al 394 per cento. I volontari sono 4,7 milioni, in aumento del 43,5% rispetto ai 3.315.327 del 2001 (+1.443.295), mentre ilavoratori occupati a vario titolo sono quasi un milione (957.124 tra dipendenti, collaboratori esterni e lavoratori temporaneO, in aumento del 61,5% rispetto alla ricognizione di dieci anni prinla (592.791).
È quanto emerge dal IX Censimento generale dell'industria,
dei servizi e delle istituzioni non profit realizzato dall'Istat. Se si analizzala composizione per genere, si scopre che il non Profit può essere considerato un traino per l'occupazione femminile in Italia, con 494 mila donne dipendenti, il 72% del totale. Nell'esercito dei 4,7 milioni di volontari, la componente femminile è di 1,8 milioni. Tra le 494llÙla lavoratrici dipendenti 142mila sono esterne, 3mila sono lavoratrici temporanee, 9mila sono comandate/distaccate, 26milasono religiose e lOmila sono giovani del servizio civile. La categoria professionale più rappresentata nell'universo del
non profit, con il 27SYo dei lavoratori retribuiti, dipendenti ed esterni, é quella delle professioni tecniche(infermieri, fisioterapisti, mediatori interculturali etc.). Seguono le professioni nelle attività commerciali e nei servizi con il 2410/0 (operatori sociosanitari, assistenti socio-assistenziali e assistenti domiciliari etc.)le professioni intellettuali, scientifiche e di elevata specializzazione (17,9%), quelle non qualificate con il 13,8% (collaboratoriscolastici, addetti alle pulizie, operatori ecologici, etc.) e quelle esecutive nel lavoro d'ufficio (1140/0).
I dirigenti e gli imprenditori,
invece, rappresentano una quota pari al 3,5% del totale dei lavoratori retribuiti. Le istituzioni non profit rilevate nel censimento Istat sono nel 62,7% dei casi di pubblica utilità (orientate al benessere della collettività in generale) e nel restante 37.3% mutualistiche (dirette agli interessi e ai bisogni dei soli soci). il totale delle entrate di bilancio di queste istituzioni è pari a 64 miliardi di euro, mentre le uscite totali ammontano a 57 miliardi di euro. Le regioni con il maggior volume, sia di entrate che di uscite sono la Lombardia( oltre 17 miliardi di euro di entrate e oltre 15 miliardi di euro di uscite) e il Lazio (quasi 15 miliardi di entrate e quasi 12 miliardi di uscite).
R.Boc. ©RIPRODUZIONERISERVATA
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COBBIEBE DELLA SEBA Data 17 -04-2014 Pagina 6 Foglio 1
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)) [Retroscena Dalla cessione del settore dei trasporti ai progetti per il rafforzamento nel settore aeronautico
Pansa e il cambio in Finrneccanica: ma il piano vada avanti In due giorni il titolo ha perso il 7%, ieri il recupero. Le indicazioni di Tesoro e Sviluppo
Se qualcosa è cambiato, e perché, nei pensieri di Matteo Renzi e Pier Carlo Padoan, sul futuro di Finrneccanica e sul piano di sviluppo costato sette mesi di lavoro all'attuale capo azienda, Alessandro Pansa, e alla squadra che ha portato il colosso italiano a una relativa serenità dopo la scandalo giudiziario, lo si capirà solo dalla prima mossa del nuovo amministratore delegato, Mauro Moretti. TI numero uno delle Ferrovie chiamato a gestire, per la prima volta, un gruppo quotato in Borsa e costantemente sotto i riflettori degli investitori internazionali, pare si trovi subito davanti a un bivio di quelli capaci di togliere il sonno: proseguire o fermare la vendita delle controllate nei trasporti della società che produce il 91% dei ricavi nell'aerospazio civile e militare? I sindacati chiedono da tempo uno stop alle dismissioni e anche dal Pd si è levata qualche voce contraria alla cessione di Ansaldo Breda e Sts. TI cambio della guardia al vertice ha lasciato immaginare un passo indietro anche del governo. Un'ipotesi che ha contribuito all'ondata di vendite in Piazza Affari (il 7% circa in due sedute, prima del recupero del 2% ieri). Nel
piano di Pansa e dei manager della prima linea presentato alla comunità finanziaria un mese fa, era il 19 marzo, però, la strada maestra era tracciata e
Il profilo
Alessandro Pansa, 51 anni, amministratore delegato uscente di Finmeccanica
la scelta, tutt' altro che solitaria, era stata pienamente condivisa con i ministri dello Sviluppo, Federica Guidi e Pier Carlo Padoan, i quali, lo stesso giorno, hanno firmato un comunicato congiunto. Nella nota i due ministri hanno «condiviso» la strategia di concentrazionenei settori aerospazio, difesa e sicurezza affermando che <dI deconsolidamento delle attività nei trasporti deciso da Finrneccanica rappresenta un elemento essenziale per il successo di tale piano». L'idea di Pansa, ribadita in quell'occasione dagli stessi esponenti di governo, è che per le società dei trasporti vadano individuati partner in grado di assicurare investimenti adeguati e radicamento territoriale.
Meno di 30 giorni dopo quelle dichiarazioni, sul piano che si compone anche del duplice completamento della riforma della governance avviata lo scorso anno e del nuovo modello organizzativo di certezze non ce ne sono più e dal ritorno alla piena redditività, Resta la sorpresa, e l'amarezza, per un finale che nessuno si sarebbe aspettato a Finrneccanica dopo i risultati portati in poco più di un anno dal team di cinquantenni che ha dovuto superare una crisi reputazionale come quella provocata dall'arresto con l'accusa di corruzione internazionale dell'ammi-
nistratore delegato Giuseppe Orsi e un indebolimento industriale che aveva messo a serio rischio finanziario il gruppo.
«Questa è la scelta del governo e come tale va accettata e rispettata» si limita a ripetere in queste ore Pansa ai suoi collaboratori, con i quali pare non nasconda la stima per il suo successore, Moretti. Mai ~intervistain 14me~ si da amministratore delegato (carica per la quale aveva rinunciato al compenso mantenendo solo la retnbuzione da direttore generale) Pansa era stato nominato il 13 febbraio del 2013, dopo cinque anni da direttore finanziario nella stessa Finrneccanica. Bocconiano, 52 anni il prossimo giugno, figlio del giornalista Giampaolo, padre di due ventenni, una grande amore per la cultura classica, Pansa ha iniziato la sua carriera all'ufficio studi del Credito Italiano.
Con il presidente (confermato) Gianni De Gennaro è stata da subito sintonia, la fiducia reciproca non deve essere stata estranea ai risultati portati nell'ultimo anno, con il ritorno all'utile un flusso di cassa atteso in aumento da 50 a 200 milioni nel 2014, risparmi superiori ai 500 milioni e un rialzo del titolo di quasi 1'80% in Piazza Affari.
PaolaPica "!III@paolapica
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ILIAVORO
Paletti a Repubblica.tv "Il contratto a termine c<Ni all'imprenditore ilIO per cento in più"
ROMA TI contratto a tempo indetenninato «deve costare meno di quello a tennine», di «almeno il 10%». Lo dice a Repubblica tvil ministro del Lavoro Poletti: «L'imprenditore deve poter scegliere o il tempo indetenninato perché gli conviene o il tennine perché lo lascia più libero». Poletti aggiunge che ilJobs act sarà «pronto nei primi sei mesi del 2015». Mentre dalla prossima settimana riaprirà, con Inps e commissioni Lavoro, il tema esodati, allo studio «forme di flessibilità per il pensionamento di chi perde il posto».
Data 17 -04-2014 Pagina 3 Foglio 1
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la Repubblica Data 17 -04-2014 Pagina 27 Foglio 1
Fieg: i tagli non fennano la caduta ROMA. L'esodo di giornalisti ( 1662 dal 2009 al2013) e poligrafici (-8,3% nel 2013) ei tagli più che consistenti apportati ai costi negli ultimi anni dalle aziende editoriali non frenano il calo del fatturato, che anche nel 2013 siriducedell'11,l % per i quotidiani e del 12,7% per i periodici, secondo i dati Fieg. La crisi, ribadisce il presidentedellaFiegGiulioAnselmi,rendeancorapiù urgente la conversione al digitale, coniugata con una valorizzazione dei mezzi tradizionali. Una" smartphone revolution" che non lasci indietro il cartaceo.
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Data 17 -04-2014 ItaliaOggi Pagina 14
Foglio 1
Per Giulio Sapelli inoltre, sempre in Italia, i sindacati parlano di tasse anziché di salari
Non ci sono più partiti ma leader Da qui una protesta incontroUabile perche è atomizzata
DI GIULIO SAPELLI
Fau Merkel 1'11 aprile scorso ha effettuato il secondo Blitzbesuch in Grecia. Anche que
sta volta si è fermata poche ore, sette, per l'esattezza. Ma questa breve visita non è stata priva di significato. Merkel ha dichiarato di essere felice di ciò che Antonis Samaràs, segretario di N uova Democrazia, ha esclamato abbracciandola: «Ringrazio il popolo tedesco per la sua solidarietà!». La Merkel, da parte sua, si è lanciata in una comparazione storiografica che sicuramente rimarrà negli annali della disinformazione e della menzogna. Ha comparato i cinque anni di crisi attraversati dalla Grecia al periodo della riunificazione tedesca. Tra le altre incredibili affermazioni mi ha impressionato questa: «Molte professioni che apparivano indispensàbili nella Germania Est sono divenute con la riunificazione assolutamente obsolete e inutili e molta gente ha molto sofferto di ciò».
Mi si dice che il pubblico era stupefatto, incredulo, s0-
prattutto perché questa scena metafisica, che pareva avvenisse sull'Acropoli, si svolgeva invece in una città dove, il lO aprile, un'autobomba era espl<r sa davanti alla Banca centrale greca e settemila poliziotti, ben piantati sui margini delle strade, hanno fatto da scenario alle auto della Cancelliera dall'aeroporto al centro della capitale. Il traffico ad Atene, del resto,
era stato proibito ed essa sembrava una città morta.
Ben lontane dal perimetro di sicurezza, si svolgevano le manifestazioni di Syriza e dei sindacati. Ma nessun'eco è giunta a Frau Merkel e l'amante di Wagner e dei wurstel nulla ha udito di questi sussurri e grida della sofferenza. Il tutto, del resto, ha dello scenario wagneriano. L'oro del Reno esiste, certamente, e sono i titoli di stato che Wotan e i suoi compagni vogliono acquistare. Ma a quale prezw li acquistano! Padri e figlie si immolano vicendevolmente e l'intera Terra sembra tremare per malefici incantesimi.
Di questo dramma wagneriano, in versione più anarchica e meno ordinata (perché da noi, in Italia, i partiti non esistono più, a differenza che nella Grecia, e i sindacati sono troppo impegnati a polemizzare tra loro invece che mobilitare la povera gente) anche noi abbiamo avuto la nostra versione, ma è un dramma alla Mascagni. Con dei copioni che si ripetono: manipoli sia di provocatori, sia di convinti idealisti che mettono a ferro e fuoco le piazze. E a farne le spese sono i poveretti che, dilaniati dalla fame, cercano di far qualche soldo vendendo panini a questi manifestanti, raccogliendo impudentemente petardi che questi gentiluomini dell'opposizione scagliano contro le forze dell'ordine.
Wagner o Mascagni, sono terribili fenomeni che stan crescendo. Una mostruosa metafisica che osanna di nuo-
vo la crescita finanziaria e dimentica che la disoccupazione tocca livelli del 30%, 50%, 60% a seconda delle fasce di età che si prendono in esame. L'altra questione non è una metafisica, ma una realtà. In Italia, dove non esistono più partiti ma solo leader e dove i sindacati parlano di tasse anziché di salari, la protesta non sarà più collettiva, ossia ordinata, ma atomizzata, e peristaltica, solitaria e anomica, dove uomini soli camminano con bombe a mano in tasca e gruppi armati di militanti che la polizia dovrebbe conoscere uno per uno attaccheranno le sedi di quello che una volta si chiamava il potere delle multinazionali (Br) e oggi si chiama potere della casta (Stella e Rizzo e Gabanelli).
Dinanzi a tutto ciò fa impressione leggere la Frankfurler Allgemeine Zeitung, dove in terza pagina troneggia un gran ritratto politiC(}-biografico di Schauble, dal titolo <&hiiuble oder die grofie Null», ovvero Schiiuble e il grande zero. Il titolo è tutto un programma: Schiiuble non si muove, sta seduto sul suo surplus commerciale e sulla distruzione del modello sociale europeo, che la sua ostinazione provoca volendo imporre agli altri paesi ciò che la Germania - ancora per poco, però - può fare. Appunto lo zero di deficit annuale.
Dinanzi a questo scenario tra Wagner e Mascagni, si inserisce la nostra costernazione dinanzi all'indecisione di un caro amico, Mario Draghi, che sicuramente deve essere
sprofondato nell'insicurezza generata dalla paura. Forse Draghi dovrebbe dimettersi. Ogni volta che annuncia un provvedimento che cerca di aggirare i limiti statutari della Bce incoraggia l'oligopolio finanziario e lo stordisce fino a passare - pensate un po'! - per un salvatore dell'euro. E in questi giorni dovrebbe avere meno paura, se anche il giovane Holden di Solingen, quel Jens Weidmann, Presidente della Bundesbank, aveva di fatto approvato i suoi provvedimenti così bene annunciati, anche se, come avevo già spiegato, irti di flagranti contraddizioni piene di rischiose conseguenze, non solo finanziarie.
Insomma, da un lato c'è Wagner, dall'altro c'è Mascagni. Ma Mario Draghi chi è? lo una metafora ce la avrei, ma non mi azzardo a dirla perché, nonostante tutto, ripeto, nonostante tutto, è uomo dei miei amati nordamericani e soprattutto allievo di Federico CaJJè, nonostante tutto, nonostante tutto, nonostante tutto. Questo personaggio in cerca d'autore, il suo autore deve trovarlo e non devè incantarci chiamando bassa inflazione la deflazione. La prateria è surriscaldata dall'aridità che, non a caso, nella nostra lingua, fa assonanza con la finanziaria avidità. E se le praterie sono aride e secche, basta un nulla per farle incendiare. Mario Draghi deve dunque agire e presto, se non vuole fare la fine di quei politici che predicano e parlano e non agiscono. Con tutte le conseguenze del caso.
Ilsussidiario. nel
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Data 17 -04-2014 ItaliaOggi Pagina 26
Foglio 1
Il tribunale di Milano ha giudicato il contratto discriminatorio
Lavoro a chiamata k.o. Illegittimo l'utilizzo sulla base dell'età
DI DANIELE CIRIOLI
Illegittimo il lavoro a chiamata c9n giovani infra25enni. E un comportamento discriminatorio
riguardo all'età e, pertanto, comporta la trasformazione del contratto in un rapporto a tempo pieno e indeterminato sin dalla costituzione, oltre al risarcimento del danno. L'ha stabilito la Corte di appello di Milano decidendo una causa tra la Abercrombie & Fitch Italia sr! e un ex lavoratore intermittente, difeso dall'avvocato Alberto Guariso, con una sentenza del 15 aprile che mette a rischio della stessa sorte tutti i contratti a chiamata in essere e stipulati «per età».
Lavoro a chiamata Quello di lavoro intermit
tente (o a chiamata) è un contratto con cui un lavoratore si mette a disposizione di un datore di lavoro, il quale ne utilizza la prestazione all'occorrenza. Dopo la riforma Fornero (legge n. 92/2012,
dal 18 luglio 2012), il ricorso al lavoro intennittente è ammesso per causali «oggettive" e «soggettive>>: nel primo caso per svolgere prestazioni di carattere discontinuo e saltuario in base alle previsioni dei contratti collettivi o per le attività della tabella allegata al rd n. 2657/1923; nel secondo caso, a prescindere dall'attività, per prestazioni rese da soggetti con più di 55 anni o meno di 24 anni di età, fermo restando che le prestazioni possono essere svolte fino al 25esimo anno di età (cioè fino a 24 anni e 364 giorni).
È un contratto «discriminatorio»
La vicenda giudiziaria (come le conseguenze della decisione della Corte di appello) riguardano un contratto stipulato in base alle causali soggettive. Infatti, la controversia riguarda la società e un giovane assun-
to il 14 dicembre 2010 con contratto a chiamata, perché (appunto) con età inferiore a 25 anni e disoccupato (quest'ulteriore condizione era richiesta dalle norme
vigenti prima della legge Fornero). L'assunzione con contratto intermittente, effettuata a termine (quattro mesi), veniva prima prorogata e poi convertita a tempo indeterminato dalI o gennaio 2012. Infine ad agosto 2012 il giovane veniva licenziato «per giusta causa», perché aveva compiuto 25 anni di età e quindi il rapporto di lavoro intermittente era divenuto impossibile (vietato per legge).
Con ricorso al tribunale di Milano il lavoratore chiede il riconoscimento della sussistenza di una discriminazione in ragione dell'età (ex art. 28 del dlgs n. 150/2011),
ma l'istanza viene rigettata. Ripropone ricorso alla Corte di appello che, invece, gli dà ragione e «dichiara la natura discriminatoria del comportamento tenuto da Abercrombie & Fitch Italia srl per
I aver assunto il ri-corrente con un con
tratto intermittente in fonna della sua sola età anagrafica». In più la Corte ordina la fine del comportamento discriminatorio e, accertato che tra le parti è in corso dal 14 dicembre 2010 un rapporto di lavoro subordinato ordinario condanna la società a riammettere il lavoratore nel posto di lavoro (reintegrazione) e a pagare, come risarcimento del danno, un importo pari a 14.540 euro più interessi e rivalutazione.
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Data 17 -04-2014 ItaliaOggi Pagina 31
Foglio 1
Il vincolo per le nuove assunzioni introdotto dalla commissione lavoro della camera
Vapprendistato cambia ancora Stabilizzazione al 200/0 nelle aziende oltre 30 dipendenti
DI SIMONA D'ALESSIO
Il «tetto» del 20% dei rapporti di lavoro a termine deve essere calcolato sul numero degli occupati
a tempo indeterminato, in forza al lO gennaio dell'anno di assunzione. E si accende il semaforo verde per le imprese che hanno più di 30 dipendenti che vogliano dotarsi di nuovi apprendisti a patto, però, che ne regolarizzino una quota (pari al 20%) di quelli già in organico. Viaggia spedito verso il via libera della commissione lavoro di Montecitorio e, con tutta probabilità, sarà votato martedì in Aula, con la fiducia, il decreto 34/2014 (Disposizioni urgenti per favorire il rilancio dell'occupazione e per la semplificazione degli adempimenti a carico delle imprese); le modifiche licenziate nelle ultime ore, alcune che portano la firma della minoranza del Pd e della Lega, lasciano sostanzialmente intatta l'os-
satura del testo, senza «stravolgimenti» inaccettabili per il ministro del welfare, Giuliano Poletti. Nessun ritocco sul contratto a tempo determinato fino a 36 mesi, senza l'obbligo di dover indicare la causale (la ragione, cioè, per cui si stipula l'accordo per un periodo limitato), mentre la possibilità di prorogarlo subisce una sforbiciata (regge, dunque, l'intesa fra le forze politiche, preannunciata nelle scorse ore dal relatore Carlo Dell'Aringa del Pd), e ci si avvia a scendere da 8 a 5 opportunità di allungamento del rapporto (si veda anche ltaliaOggi di ieri).
E, fra le altre novità delle votazioni di ieri, c'è l'aver stabilito che la soglia del 20% dei contratti dei precari che può permettersi un'azienda deve essere quantificata sul totale dei dipendenti a tempo indeterminato, e non sul complesso del personale. Dal re latore, poi, arrivano due
proposte: una impone ai da-
tori di lavoro di informare, in forma scritta al momento della firma di un inquadramento a termine, le persone sul loro diritto di «precedenza» in caso di assunzioni sine die. L'altra, invece, è rivolta alla componente femminile, poiché il testo dispone che i mesi di congedo di maternità potranno essere conteggiati ai fini del diritto di «precedenza» per una eventuale regolarizzazione senza alcuna scadenza dei termini.
Torna in vita, poi, un passaggio della legge dell'ex ministro Elsa Fornero (9212012), seppur con una differente formulazione, giacché il centrosinistra ottiene il ripristino di una quota di stabilizzazioni per gli apprendisti: le realtà produttive con oltre 30 unità (non più con lO dipendenti), infatti, potranno accendere nuovi contratti da apprendista, esclusivamente dopo aver confermato il 20% (non più il 50%) di quelli già in essere. Un orientamento che scontenta Sergio Pizzolante
(Ncd), secondo cui è frutto di «una logica anti-impresa che penalizza i giovani» ed è «un disincentivo grave per le aziende, che finiranno per non assumerli». Quanto alla formazione pubblica obbligatoria, il restyling voluto dai deputati dellXI commissione dispone che debba essere offerta dalle regioni, o il datore di lavoro non avrà più alcun dovere; nell'emendamento del Pd si legge che, qualora l'amministrazione non provveda ad informare l'impresa, «entro quarantacinque giorni dalla comunicazione di instaurazione del rapporto, le modalità per usufruire dell'offerta formativa pubblica», l'azienda non sarà tenuta a «integrare» la trasmissione di competenze di tipo professionale e di mestiere, con quella finalizzata all'acquisizione di abilità di base trasversali. Domani il decreto sbarcherà in Aula per la discussione generale, mentre la votazione (quasi certamente blindata) si terrà a partire da martedì 22 aprile.
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Fondi europei ai professionisti Il vicepresidente della Commissione Ve, Tajani, ha scritto al governo italiano per
chiedere di garantirne l'accesso ai finanziamenti nella programmazione 2014-2020
L'Italia deve garantire l'accesso ai fondi De anche ai liberiprofèssionisti, riconoscendo il loro ruolo nella programmazione finanziaria 2014-2020. Lo chiede il vicepresidente della Commissione europea, Antonio Tajani, al sottosegretario alla presidenza del consiglio, Graziano Delrio, in una lettera inviata ieri. Il monito prende le mosse dal piano d'azione presentato la settimana scorsa da Bruxelles per le professioni, considerate ormai alla stregua delle imprese.
Péntura a pag: 82
Il vicepresidente della Commissione Antonio Tajani scrive al sottosegretario Graziano Delrio
Fondi Ve anche alle professioni L'Europa chiede all'Italia di garantire l'accesso ai fondi
DI GABRIELE VENTURA
L' Italia deve garantire l'accesso ai fondi De anche ai liberi professionisti, rico
noscendo il loro ruolo nella programmazione finanziaria 2014-2020. Lo chiede il vicepresidente della Commissione europea, Antonio Tajani, al sottosegretario alla presidenza del consiglio, Graziano Delrio, in una lettera inviata ieri. Il monito prende le mosse dal piano d'azione presentato la settimana scorsa da Bruxelles per le professioni, considerate ormai alla stregua delle imprese (si veda ltaliaOggi Sette del 14 aprile scorso). «I liberi
professionisti», scrive Tajani, «possono essere beneficiari anche di fondi strutturali e spero quindi che l'Italia sappia riconoscere il loro ruolo nell'ambito della conclusione degli accordi di partenariato per il periodo finanziario 2014-2020. Il lavoro autonomo riveste in Italia un peso di rilievo, ma necessita, come il mondo del lavoro dipendente e della piccola e media impresa, di misure come il sostegno all'autoimpiego, la mobilità, l'innovazione e la formazione, che possono trovare adeguato finanziamento, per esempio, nel Fondo sociale europeo». Il piano di azione è stato presentato da Tajani il 9 aprile scorso, e prevede una serie di azioni
in favore dei liberi professionisti europei, in quanto imprese. «Per quanto riguarda in particolare i fondi europei», scrive Tajani, «ho già chiesto alla mia direzione generale di fare in modo che i liberi professionisti siano a tutti gli effetti soggetti che possono beneficiare delle risorse previste in programmi quali, per esempio, Orizzonte 2020 e Cosme». Ricordiamo che i bandi e le relative risorse a cui i professionisti e gli studi associati potranno aspirare sono emanati costantemente e a più livelli istituzionali. Per gli studi più piccoli si aprono i bandi nazionali (per esempio, Fondo crescita sostenibile, nuova Sabatini, bOI?-us R&S,
fondi per la digitalizzazione), fino a giungere ai bandi regionali cofinanziati con fondi comunitari indiretti, oltre a livelli ancora più locali come quello provinciale. Per gli studi più grandi o associati, i professionisti possono puntare, oltre che alle predette opportunità, anche sui bandi comunitari diretti (per esempio, Horizon 2020, Cosme, per i quali si veda articolo nella pagina a fianco). Inoltre, il 7 maggio prossimo professioni ed enti previdenziali chiederanno agli assessori al lavoro e attività produttive di essere inseriti nei bandi regionali per l'erogazione dei finanziamenti alle imprese (si veda ItaliaOggi dell'l1 aprile scorso). .
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Direttiva qualifiche
L'Ue recapita all'Italia' un parere motivato sul mancato recepimento della direttiva sul riconoscimento delle qualifiche professionali e quella per la libertà di stabilimento e libera prestazione dei servizi. In pratica, Bmxelles ha approvato, il 13 maggio 2013, la direttiva 2013~5{Ue, che adegua determinate direttive a motivo deU'à.desione aDa De della Croazia. L'ltalia non haaggiomato lanOl'mativa e la Commissione ha inviato ieri il parere motivato, seconda tappa della procedura d'infrazione. Se entro due meSi non invierà a Bmxelles una risposta soddisfacente, Bmxelles può deferire l'Italia alla Corte di giustizia De,
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Stipendi pubblici, maxi-stangata Il primo tetto
Data 17 -04-2014 Pagina 4/5 Foglio 1 /2
I Gli st~tal!peI}ascia d~ età_ I
M f0;;ii I I
I 0-24 1,3%
25-29
30-34
2,9%
6,10%
circa 10%
40-44
- ~~9 .-!7'7%_1 - 60-64 5,7%
- over65 - - 0,60/,-1
I
I
I
I I
I 45-49 50-54 a 60 mila euro 35-39
10,8% 15,4% 19,5% 20,1% I l R_ap_porto_Ar_angiu_gno_2013_ldat_i2011_1 ________ "",,_A a>nt~~
~ Limite massimo alle retribuzioni a 240 mila euro: varrà anche per società pubbliche, magistratura e Banca d'Italia
_____________ - questa ultima cifra sarebbe ardita il governo tenta di esten-STRHT A quindi la prima soglia a scattare, dere il nuovo regime anche ad
per chi non ha un contratto di di- una serie di realtà finora esclu-ROMA Tetto alle retribuzioni per rigente. se. I~ pr~mo l~ogo gli organismi tutti i dipendenti pubblici. Sta costI.tuzlOnah, Camera, Sen~to, prendendo forma l'articolo del C~,AUSOLA ANTI-FURBI presldenz~ d~lla Repubbhca, decreto legge di domani destina- C e an.che una clausola ~ensat~ Cort~ costltuzI.onale, c~e god~to a limitare i compensi dei diri- per e':Ita~e che la st.re.tta. s~a aggI: n? ~I ~uton?mIa anche l? term~genti: ma l'ultima versione mes- rata: Il nspetto ?eI.hm.ltI dovra m dI bIlancIo. Ora questI orgamsa a punto si caratterizza come essere valutato m nfen!llento ~ smi e la Banca d'Italia (la cui inuna vera e propria stangata, che ~utte le s~mme percepIte ?agh dipendenza deriva invece dalcolpirebbe anche le categorie fi- mteressatI a qualunque tItolo: l'appartenenza alla Bce ed al sinora al riparo (come la magistra- c?mp~ese quelle erogate da ent~ stema europeo delle banche ce ntura e gli organi costituzionali) e dlve:sI o .quell~ .otte~ut~ quah trali) dovranno applicare le stescomunque imporrebbe una so- c?rnsl?et!~vo ~1I m~ar.lchI oc~~- se regole nei propri ordinamenglia massima, fissata a 60 mila slOnah. C e P?I un hm~te sp~ClfI- ti, garantendo comunque una rieuro, allo stipendio delle genera- C? n~l cas? dI as~e~tatlve o.mca~ duzione delle spese complessive lità dei dipendenti pubblici: non ~IchI fu.0: 1 fU.olo. m .questI caSI di almeno il 5 per cento rispetto solo i dirigenti quindi. mdenmta o nmbor~I spese non al 2013: c'è quindi un po' di flessi-
La novità scatterebbe alla da- potranno superare 1125 per c~n- bilità sulle modalità, ma comunta di entrata in vigore del provve- to del tr~ttam;nt? econor~llco que viene imposto il tetto a 240 dimento, quindi verosimilmen- complessIvo. L umca ecce~lOn~ mila euro e viene anche fisssato te già con gli stipendi di maggio. sembra ~s~ere quella relatIva. al uRobiettivQ di risparmio. Il riferimento base, già annun- c?ntr~tt~ dhopera
l per PdrelsltaRzI~- Percorso simile è previsto per
. "l Il . m artIstlc e (ne caso e a aI). . Clato plU vo te ne e scorse settI- l dd "l" d' _ la magIstratura, altra categona mane, è quello della retribuzio- a ove ~ e eSlgenz~ l compe che in passato h fato valere la ne del presidente della Repubbli- ~ere con l concorrentI sul merca- propria autonomia anche sul ca, che come ricordato ieri dallo o'M l t d Il'' t t piano economico e di bilancio. stesso Quirinale ha un importo a a porta a e m erven o Toccherà al Csm indicare le mo-lordo di circa 240 mila euro. emerge oltre che dai tetti nume- dalità concrete di applicazione Questo sarà il limite massimo, rici dalla sua estensione. Pratica- della stretta, fermo restando il da applicare nella pubblica am- mente si salvano dal limite mas- tetto massimo allivello del presimini strazio ne ai dirigenti di pri- simo fissato a 240 mila euro solo dente della Repubblica e l'obblima fascia che hanno un incarico i manager delle società quotate: go di ottenere una riduzione deldi capo dipartimento. Ma la quelli degli enti pubblici e delle la spesa dell'ordine del 5 per cenmaggior parte dei manager s} società partecipate in tutto o in to. Allo stesso modo il tetto masdovrà fermare più in basso. E parte dallo Stato o da altre am- simo vale anche per il personale previsto infatti che l'importo del ministrazioni, comprese quelle convenzionato con il servizio natetto sia ridotto rispettivamente che emettono obbligazioni quo- zionale, sul quale sarà operata del 30, del 60 e del 75 per cento, tate come Poste e Ferrovie rica- una riduzione dello stipendio per gli altri dirigenti di prima fa- dr anno invece nella tagliola. E lo del 5 per cento nel caso superi il scia, per quelli di seconda fascia stesso varrà per i componenti i livello fissato per i dirigenti di se-e per il restante personale. Le tre consigli di~mministrazione. conda fascia, ossia 96 mila euro. categorie si troverebbero quindi Andrea Bassi a non poter andare oltre i 168 mi- PERIMETRO ALLARGATO Luca Cifoni la, i 96 mila e ed i 60 mila euro: C'è di più: con una mossa forse © RIPRODUZIONE RISERVATA
RIENTRANO NEI VINCOLI ANCHE AZIENDE COME POSTE O FS SI SALVANO SOLO QUELLE QUOTATE
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Lavoro e previdenza
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rUnità Data 17 -04-2014 Pagina 7 Foglio 1
Pensioni e lavoro, duello a distanza Poletti-Camusso • n ministro: più flessibilità nella previdenza • n leader Cgil: cambiamo la «Fornero»
MASSIMO FRANCHI INVIATO A RIMINI
"Flessibilità nel sistema pensionistico". "No, bisogna cambiare la riforma Monti-Fornero". E ancora: "Il contratto a tempo indeterminato deve costare ilIO per cento in meno di quello a termine". "Finora si è creata solo ulteriore frammentazione contrattuale". Doppio botta e risposta fra Giuliano Poletti e Susanna Camusso. Se il ministro del Lavoro - durante un forum a repubblica.it - mette tanta carne al fuoco, rilanciando l'idea di prevedere forme di prepensionamento anche per i dipendenti privati e di far costare meno il contratto a tempo indeterminato, il segretario generale della Cgil da Rimini gli risponde prontamente criticando in gran parte le posizioni del governo.
Si parte dalle pensioni. Con il ministro del Lavoro che rilancia una flessibilizzazione del sistema, reso granitico dall'innalzamento dell'età a 67 anni decretato da Elsa Fornero. Poi etti non va più in là di una generica dichiarazione: "Stiamo pensando a forme flessibili di prepensionamento", nel solco delle parole del ministro Marianna Madia che si riferiva però ai soli dipendenti pubblici. Poi accenna all'idea di un "prestito" per rendere compatibile finanziariamente il progetto.
SERVE ALTRO La leader della Cgil pensa invece che entrambi siano interventi troppo specifici, mentre "serve ben altro". "È asso-
«TI ministro è dinamico nel costruire nuove forme lavorative di cui non abbiamo bisogno»
lutamente evidente che la legge Monti-Fornero non regge rispetto all'impatto della crisi e dell'invecchiamento e soprattutto alla possibilità di far entrare i giovani", sottolinea Susanna Camusso. "In Germania hanno rivisto l'allunga-
mento dell'età pensionabile. Il difetto di quello che ho letto - aggiunge - è l'idea che si genera l'ennesimo sistema ad hoc che peraltro è fatto di un prestito che mi pare un'idea ardita, perché per tanti le pensioni non sono così straordinarie". Piuttosto bisogna "mettere mano al sistema rendendosi conto che questo sistema ha bloccato l'ingresso al lavoro. Non bisogna parlare di flessibilità per i singoli ma rispetto all'idea di andare in pensione".
Poi si passa ai contratti e alloro costo. Se il decreto Poletti ha reso più semplici quelli a tempo determinato, ora dichiara di voler rendere meno costosi quelli a tempo indeterminato. "Vogliamo riscrivere l'intero codice -spiega - il contratto a tempo indeterminato deve costare il 10% in meno di quello a termine".
A parte le critiche sul decreto Lavoro - che per la Cgil precarizza ulteriormente il mondo del lavoro - Camusso contesta il ragionamento generale di Poi etti. La riforma dei contratti a termine "è una parte di un disegno, questo governo sa bene che il cambiamento profondo riguarda prima di tutto l'aspettativa per il futuro dell'economia. Gli interventi importanti sono il taglio delle tasse, gli interventi sulle scuole. Avere una regola che rende più
tranquillo un imprenditore quando assume è una norma "accessoria" che aiuta quell'imprenditore che, se accoglie il dato che l'economia cambierà in positivo, allora sa che può assumere».
Ma il duello continua. Perché Poletti ieri ha spiegato come intende ridisegnare le 46 tipologie oggi esistenti. "Noi -sottolinea -non abbiamo un elenco dei contratti da eliminare. Avremmo bisogno di un contratto temporaneo, di un contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti - e questo è previsto -, le tipologie poi dovranno essere tra loro in equilibrio. Il tempo indeterminato deve costare di meno nella fase di awio rispetto a quello determinato: oggi un contratto a termine costa 1'l,4% in più di un indeterminato, se non arriviamo al 10% non è significativo. Bisogna dare al datore di lavoro la possibilità di scegliere: scelgo questo perché mi costa meno o quello perché mi lascia più libero".
Ma anche su questo la posizione della Cgil è molto critica. "Il ministro del Lavoro - attacca Camussso - mi sembra molto dinamico nella costruzione di nuove forme lavorative, di cui non avevamo bisogno. In pochissimo tempo ha prodotto una ulteriore frammentazione dei contratti a termine, mi sembra l'opposto di quanto annunciato all' insediamento, cioè l'idea di rafforzare percorsi di stabilità. Credo si sbagli, non si tratta di ricostruire il posto fisso ma questo paese deve fare una svolta profonda nella costruzione di percorsi di certezza e progetti di vita per le persone".
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Data 17 -04-2014
IL~MA.TTINO Pagina 16 Foglio 1
Statali: stangata-salari non solo per i dirigenti Il governo punta a fissare un tetto massimo di 60mila euro. Il taglio scatta forse a maggio
LucaCifoni
ROMA. Tetto alle retribuzioni per tutti i dipendenti pubblici. Sta prendendo forma l'articolo del decreto legge di domani destinato a limitare i compensi dei dirigenti: ma l'ultima versione si caratterizza come una vera stangata, che colpirebbe anche le categorie finora al riparo (come la magistratura e gli organi costituzionali) e comunque imporrebbe una soglia massima, fissata a 60 mila euro, allo stipendio delle generalità dei dipendenti pubblici: non solo i dirigenti quindi. La novità scatterebbe alla data di entrata in vigore del provvedimento, quindi verosimilmente già con gli stipendi dimaggio.
Il riferimento base è quello della retribuzione del presidente della Repubblica, che ha un importo lordo di circa 240 mila euro. Questo sarà il limite massimo, da applicare nella pubblica amministrazione ai dirigenti di prima fascia che hanno un incarico di capo dipartimento. Ma la maggior parte dei manager si dovrà fermare più in basso. È previsto che l'importo del tetto sia ridotto rispettivamente del 30, del 60 e del 75%, per gli altri dirigenti di prima fascia, per quelli di seconda fascia e per il restante personale. Le tre categorie si troverebbero quindi a non poter andare oltre i 168 mila, i 96 mila e ed i 60 mila euro: questa ultima cifra sarebbe quindi la prima soglia a scattare, per chi non ha uncontratto di dirigente. C'è anche una clausola pensata per evitare che la stretta sia aggirata: il rispetto dei limiti dovrà essere valutato in riferimento a tutte le somme percepite dagli in-
Il ri,Q"" iI""<1::lbi'fiI
Tempi duri in arrivo perla maggior parte dei manager pubblici
teressati a qualunque titolo, comprese quelle erogate da enti diversi o quelle ottenute quali corrispettivo di incarichi occasionali. L'uni-ca eccezione sembra essere quella relativa ai contratti d'operaperpre
stazioni artistiche (nel caso della Rai) laddove c'è l'esigenza di comnetere con i concorrenti sul merca-
to. Ma la portata dell'intervento
emerge oltre che dai tetti numerici dalla sua estensione. Si salvano dal limite di 240 mila euro solo i manager delle società quotate: quelli degli enti pubblici e delle società partecipate in tutto o in parte dallo Stato o da altre amministrazioni, comprese quelle che emettono obbligazioni quotate come Poste e Ferrovie ricadranno invece nella tagliola. E lo stesso varrà per i componenti dei cda. C'è di più: il governo tenta di estendere il nuovo regime ad una serie di realtà. In primo luogo gli organismi costituzionali, Camera, Senato, presidenza della Repubblica, Corte costituzionale, che godono di autonomia anche in termini di bilancio. Ora questi organismi e la Banca d'Italia (la cui indipendenza deriva invece dall'appartenenza alla Bce) dovranno applicare le stesse regole, garantendo comunque una riduzione delle spese complessive di almeno il 5% rispetto al 20 13.
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Taglio detrazioni sopra i 55mila euro L'ipotesi nella bozza del decreto: per i redditi sopra lOOmila euro riduziòne dell'80%
Eugenio Bruno Marco Mobili ROMA
Le risorse per pagare agli italiani la "quattordicesima" che il premier Matteo Renziha promesso ai contribuenti non arriveranno solo dalla spending review. Ma anche dagli italiani stessi attraverso un riequilibrio tra "poveri" e "ricchi" del prelievo Irpef. Chi ha un reddito fmo a 55mila euro ci guadagnerebbe con i nuovi sconti per i lavoratori dipendenti (quanto e come viene spiegato nella pagina accanto); chi supera quella soglia invece ci perderebbe. Grazie a una stretta degli oneri detraibili che farà sentire i suoi effetti soprattutto al di sopra dei 100mila euro dove gli sconti fiscali saranno fruiti solo nella misura de120 per cento. Un contributo arriverebbe anche dalle imprese che tra incentivi e crediti d'imposta potrebbero lasciare sul terreno circa 1 miliardo, di cui il 60% a carico dell'autotrasporto.
TI condizionale è più che mai d'obbligo visto che serviranno ancora diverse riunioni per mettere a punto il testo del decreto atteso
Rimborsi spese
domani in Consiglio dei ministri. Stando alla bozza in possesso de Il Sole 24 Ore la lnallovra a cui sta lavorando il governo riparte dall'ipotesi che l'esecutivo precedente aveva appena abbozzato: razionalizzare le tax exependitures inbase al reddito. Nel mirino ci sarebbero i 29 miliardi di oneri detraibili al 19% sostenuti dai contribuenti Irpef. Ad esempio le spese sanitarie, veterinarie, funebri, per interessi passivi sui mutui, per assicurazioni vita o per istruzione scolastica e universitaria.
Qui l'intervento sarebbe doppio. Nella fascia tra i 55mila e i 100mila euro la detrazione non potrà essere goduta per intero, ma andrà calcolata sulla base di un coefficiente decrescente alcrescere del reddito e pari al rapporto tra 89mila (a cui andrà sottratto 1'80% del reddito percepito) e 45mila. In pratica chi guadagna 60mila euro e porta in detrazione spese per 1.000 euro oggiha un bonus di 190 euro e domani lo vedrebbe scendere a 173. Salendo a 80mila euro il taglio sarebbe ancora più rilevante perché, aspese immutate, lo sconto fiscale passereb-
be da190 a 106 euro (-80%). Oltre ilOomila euro la stretta cambia ancora visto che è il comma successivo dell'articolo 38 deIDl a stabilire una riduzione forfettaria al 20% degli oneri detraibili. Fanno eccezione tre categorie di spese (sanitarie, interpretariato dei sordomuti e per gli addetti all'assistenza) sostenute dai soggetti disabili che verrebbero esentate dalla doppia stretta.
Fin qui le misure messe a punto dai tecnici del governo. Che dovranno ora passare il vaglio politico del premier Matteo Renzi e dei suoi ministri. Vista la delicatezza del tema non è detto che l'intervento sulle detrazioni non cambi pelle. Stesso di!ìcorso per le altre misure fiscali contenute nell' articolo successivo (il 39). Tra cui spicca l'abbattimento da 7.500 a 2.000 euro della franchigia Irpef rimborsi spese per le trasferte. Peraltro già da quest'anno, in deroga allo Statuto del contribuente.
Arriviamo così al pacchetto incentivi. Oltre a tagli puntuali per alcuni settori, in prinlis l'autotrasporto, la bozza indica per i trasferimentialle imprese, diretti e indi-
Già da quest'anno la franchigia Irpef è destinata a scendere dagli attuali 7.500 euro a 2.000
Gli incentivi In arrivo tagli per circa l miliardo: il 60% dei sacrifici ricadrà sull' autotrasporto
DOPPIO MECCANISMO Coefficiente decrescente al crescere del reddito fino a lOOmila euro, oltre quella soglia scatta la riduzione secca al20%
retti, anche un principio di riferimento. La riduzione dovrà avvenire «nel rispetto dèllanormativa europea, applicando i principi di stretta necessità e funzionalità alla crescita economica e sociale del Paese». Un principio a cui dovranno attenersi anche le Regioni e le province autonome di Trento e Bolzano, chiamate ad adottare entro 60 giorni relativi provvedimenti. Scatterà la scure anche sui crediti d'imposta, a partire dallo maggio 2014, con un meccanismo di riduzioni percentuali variabile all'esito di monitoraggi del Mef. Per alcune misure è invece in progranIffia un'abolizione tout court. Tra queste rientra la norma, introdotta con l'ultima legge di stabilità, che consente ai distretti industriali di usufruire dell'accisa agevolata sul metano (2 milioni per il 2014 e 5 milioni a decorrere dal 2015). Stop anche al credito di imposta per le imprese artigiane del Mezzogiorno impegnate in R&S (lO milioni annui), al credito d'imposta per giovani musicisti (4.5 milioni annui fmo al2016) e a quello per le opere di ingegno digitali (5 milioniannuifmo al 2015)
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Le detrazioni nel mirino del governo
Il valore degli oneri detraibili al19% nel mirino del Governo· Dichiarazioni 2013· Dati in migliaia di euro I
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Inter$si Spese sui mutui
Reeione Totale sanitarie * .. primac8sa Lombardia 6.376,421 3.443.665 1.422.478 Lazio 3.293.855 1.772.178 821.630 Veneto ,2.74:0.461 1.462.794 511.542 Emilia R. 2.687.645 1.429.774 524.269 Piemonte ~.;:440;39P 1.284.861 516.710 Toscana 1.979.567 975.805 441.369 Campania 1.482.008 750.977 267.050 Sicilia 1.437.l~1 712.049 286.373 Puglia
l~llr 661.981 301.894 Liguria 81 518.497 172.694 Marche i 759.713 381.528 148.684 Friuli V.G. 718.674 375.954 148.073 Sardegna 5·~U .• 664 257.278 126.585 Calabria 512.901 254.378 72.512 Abruzzo 504.068 249.968 99.637 Umbria 408;868 197.840 78.501 P.A. Trento 295.648 159.439 40.377 P.A. Bolzano 287.196 152.661 40.874 Basilicata 177.948 78.323 24.677 Molise 105.643 46.255 16.668 Valle d'Aosta 7I.873 38.698 9.864 T9tAU .29.107.053 15.204;903 6.072.463 I * Dalla riduzione sono escluse le spese sostenute dai disabili ,
Fonte: elaborazione del Sole 24 Ore su dati Mef· Dipartimento delle Finanze
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Alt. 4 (PN/Jblk'U:!i/uJte tef/!lHlHk:u di unllli lf btN/tll)
Assicuraz. Spese
attività vita sportive
e infortuni Istruzione ragazzi 704.481 322.598 74.380 256.571 184.537 43.249 334.929 162.694 41.186 341.292 129.965 36.067 296.348 119.401 25.l89 265.456 102.307 25.280 160.738 172.671 14.l47 153.260 137.729 3.769 138.243 107.l63 10.142 107.613 42.850 10.012 96.696 47.015, 11.836 88.891 34.560! 9.912 55.635 32.754 5.968 58.700 59.594 3.407 54.100 33.698 7.247 57.198 26.520 6.238 43.949 17.502 4.098 53.583 7.213 2.898 24.232 19.535 1.924 14.296 11.225 1.567· 10.385 3.688 947
3.316.595 1.775.218 350.985
lI-
L'ANTICIPAZIONE IlSole240reèin grado di anticiparei contenuti del decreto legge che sarà esaminato nel consiglio dei ministri in programma domani. Suddiviso in tre titoli (Risparmi ed efficienza della spesa pubblica, Riduzioni di impostee norme fiscali, Norme di copertura ed entrata in vigore) il testo, datato 16 aprile, contiene al momento42 articoli. Ma è un nu mero desti nato a sa li re visto che alsuo interno dovrebbe confluire gran parte del Ddlsui debiti Pa approvato il 12 ma rzo scorso
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Data 17 -04-2014 Pagina 2 Foglio 2/2
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Sconto Irpef al top tra 18 e 24mila euro Renzi: «Le coperture? I gufi aspettino venerdì» - Bonus subito esteso agli incapienti
Marco Mobili Gianni Trovati ROMA
Nessuno sconto Irpef in due tempi e bonus esteso a tutti gli incapienti. E con un tweet lanciato in serata che lo stesso premier, Matteo Renzi, zittisce i "gufi": «Dicevano che era una televendita. Poi che non c'erano le coperture. Poi le coperture sì, ma non quelle. Amici gufi, ma aspettare venerdì no?». A palazzo Chigi si lavora ai dettagli e alle simulazioni per far quadrare i conti e assicurare gli 80 euro promessi da Renzi a chi oggi guadagna 1.500 euro al mese.
E l'ultima bozza di cui Il Sole 24 Ore è entrato in possesso e i cui effetti sono riportati qui a fianco, dimostra come il meccanismo che si fa avanti per da-
re un aiuto aggiuntivo sia agli incapienti (cioè alle persone che hanno già Irpef zero perché il reddito è basso) sia alle fasce di reddito superiori concentrando i benefici entro quota 28mila euro viaggi su un
Il cumulo di benefici
doppio binario. In sostanza, viene mantenu
to il vecchio sistema delle detrazioni rivisto e corretto in aumento dal Governo Letta, al quale viene affiancato un beneficio aggiuntivo in due modalità: un "credito" calcolato in percentuale sul reddito complessivo per le fasce piV basse (si veda Il Sole 24 Ore di mercoledì e giovedì scorso) e uno sconto ulteriore, che diminuisce via via al crescere del reddito dichiarato, per quelle un po' più alte.
Per il 2014 i numeri in gioco sono diversi da quelli a regime, a partire dal 2015, ma solo per calibrare sugli otto mesi di quest'anno lo stesso aiuto che da gennaio sarà naturalmente riferito all'intero anno. Il tutto si riallinea al vecchio sistema quando si arriva a 28mila euro annui, con la conseguenza che per la fascia 28-55mila euro non cambia nulla, mentre ovviamente i redditi superiori continuano a essere privi di detrazioni. A conti fatti dunque i circa 80 euro del "bonus Renzi" si aggiungono all'aumento
Gli 80 euro del «bonus Renzi» si aggiungono agli sconti targati Letta in vigore da gennaio
Non entra lo sconto fiscale per colf e badanti. Il credito agli incapienti sarà anticipato dai sostituti d'imposta
.Sono coloro che si trovano in situazione di incapienza fiscale, condizione che si verifica in tutti quei casi in cui il contribuente avrebbe diritto a detrazioni d'imposta (come ad esempio le spese sanitarie,le detrazioni per familiari a carico, per spese ristrutturazione), ma non deve pagare le imposte. Quindi il diretto interessato si trova nell'impossibilità di poter sfruttare la detrazione fiscale totalmente o in parte
degli sconti (circa 15 euro al mese al massimo) in vigore già dalle buste paga di gennaio per effetto della legge di stabilità varata dal Governo Letta. Gli effetti dei due interventi, dunque si cumulano. Con la nuova curva i maggiori benefici si avranno tra i 18mila e i 24.050 euro di reddito annuo, mentre il picco dell'intervento Letta si concentrava intorno ai-l5mila euro annui.
La bozza della norma sulla nuova curva degli sconti Irpef conferma anche che il "credito" riconosciuto ai 4 milioni di contribuenti incapienti, come lavoratori a tempo, stagionali o co. co.co., sarà anticipato dai sostituti d'imposta e sarà rapportato al periodo di paga. Il datore di lavoro recupererà successivamente gli importi anticipati direttamente in compensazione al momento di versare al fisco le ritenute. Se il lavoratore non ha diritto al bonus dovrà dichiararlo al datore di lavoro che provvederà a recuperare eventuali quote del credito erogato dalle buste paga successive e co-
Le:risorse
munque con le operazioni di conguaglio. Al contrario se il bonus Irpef non è stato erogato in tutto o in parte dai sostituti d'imposta, i lavoratori dipendenti potranno determinare il credito spettante direttamente in dichiarazione e potrà essere speso o in compensazione o a riduzione dell'Irpef dovuta per il periodo d'imposta successivo.
Secondo la bozza del decreto sembra tramontata l'ipotesi di estendere il bonus Irpef anche a colf e badanti con il pagamento del "credito" effettuato direttamente dalla famiglia e poi recuperato al momento di versare all'Inps i contributi.
Sul fronte delle coperture necessarie per finanziare il taglio Irpef, oltre al miliardo che sarà chiesto alle banche (si veda il servizio in pagina), spuntano anche 300 milioni dalla lotta all'evasione. In particolare viene previsto che le maggiori entrate strutturali ed effettivamente incassate nel 2013 derivanti dall'attività di contrasto all'evasione e stimate in300 milioni annui dal20J.4, «concorrono alla copertura» del DI.
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Oltre al miliardo che sarà chiesto alle banche spuntano 300 milioni dalla lotta all' evasione
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La nuova curva delle detrazioni
Il possibile impatto per classi di reddito dello sconto Irpef secondo la bozza di decreto
1.880
1.880
1.880
1.880
1.835 .
1.790!
1.745
1.700
1.655
1.609
1.564
1.519
1.474
1.429
1.384
1.339:
1.294
1.249
1.204
1.158 1.778,4 .
1.113' 1.644,7
1.068 1.422,5
1.023 1.200,2
978 978,0
Data 17 -04-2014 Pagina 3 Foglio 2/2
Nuova detrazione Beneficio annuo 2015
2.130,0
2.180,0
2.230,0
2.280,0
2.284,9
2.299,6
2.304,5
2.309,4
2.314,3
2.319,2
2.324,1
2.329,0
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Data 17 -04-2014
LA STAMPA Pagina 24 Foglio 1
APPROVATO IL BILANCIO DEL GRUPPO DI VEICOLI INDUSTRIALI E COMMERCIALI
Marchionne: il 2014 sarà un buon anno "Cnh e Fiat in linea coi target. Iveco? Non è in vendita"
TEODORO CHIARELLI
Prevede che il 2014 sarà un buon anno e ribadisce che Iveco non è in vendita. Intanto annuncia che il primo trimestre sia di Cnh Industriai sia di Fiat è «in linea con i target» e che i primi tre mesi dell'automotive in Europa «sono andati bene, anche se non è stato niente di spettacolare». Sergio Marchionne, che è presidente di Cnh Industrial e ad di Fiat Chrysler, appare tutto sommato soddisfatto al termine dell'assemblea dei soci del gruppo che produce macchine per le costruzioni e l'agricoltura, trattori, camion Marchionne, ad di Fiat e presidente di Cnh Industriai e bus, tenutasi ieri ad Amster-dam, dove la società ha la sede legale. Su Iveco taglia corto: «Non abbiamo mai avuto l'in-tenzione di venderla. Ci piace questo business».
Quanto all'auto il manager non dà particolari indicazioni, rinviando al6 maggio, quando sarà presentato il piano industriale quinquennale di Fiat Chrysler a Detroit. «Maserati, comunque, sta andando incredibilmente bene - si limita ad aggiungere -. Anche gli ordini stanno procedendo in modo positivo». Mentre per Alfa Romeo la presentazione della 4C al Salone deWAuto di New York il 18 aprile, che segna il ritorno della casa del Biscione negli Usa dopo 22 anni,
«è un buon inizio». Secondo l'agenzia Bloomberg, Maserati
potrebbe generare utiH In grado di controbilanciare le perdite di Fiat in Europa, ma su questo Marchionne non entra nel merito: «Aspettate maggio».
Tornando a Cnh Industriai, Marchionne indica come target 2014 «ricavi stabili rispetto al 2013, un margine operativo tra il 7% e 1'8% e un indebitamento netto industriale tra 1,5 e 1,7 miliardi». In assemblea aggiunge che «il 2013 è stato un anno molto significativo in quanto abbiamo compiuto un ulteriore passo storico in avanti con la fusione di successo di Fiat Industriai e Cnh Global che ha dato origine a Cnh Industriai, segnando l'inizio di una nuova era per il gruppo». Questo ha portato il gruppo, sostiene il presidente, a essere attraente per una vasta base di investitori internazionali. «Cnh Industrial ha fatto il suo debutto in Borsa a Wall Street e a Milano lo scorso settembre come un leader globale nel settore dei beni strumentali. Abbiamo anche modificato la struttura organizzativa e il team direttivo globale per riflettere il carattere internazionale del business e fornire l'esperienza e la leadership essenziale per il continuo sviluppo della società». L'8 maggio, a Detroit, verrà presentato il piano quinquennale anche di Cnh.
Come scontato, gli azionisti approvano il bilancio 2013 con ricavi per 25,8 miliardi di euro, un risultato operativo di 2 miliardi e un utile netto in crescita del 2% a 917 milioni e il dividendo di 0,20 euro per un totale di circa 270 milioni. Riconfermati tutti gli amministratori esecutivi e non esecutivi: oltre al presidente Marchionne, l'ad Richard Tobin, John Elkann, Mina Gerowin, Maria Patrizia Grieco (nuovo presidente dell'Enel), Leo W. Houle, Peter Kalantzis, John B. Lanaway, Guido Tabellini, Jacqueline Tammenoms Bakker e Jacques Theunillat.
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