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Rassegna Stampa di mercoledì 21 gennaio 2015 SNALS / CONFSAL Adnkronos 19/01/2015 VIDEO INTERVISTA DEL SEGRETARIO GENERALE DELLA CONFSAL M. P. NIGI Il Messaggero - Ed. Abruzzo/Pescara/C hieti/Aquila 21/01/2015 UNIVERSITA', C'E' L'ACCORDO SALVA PER ORA L'INDENNITA' La Sentinella del Canavese 21/01/2015 LA PAROLA A UN INSEGNANTE DELLA COSIDDETTA QUOTA 96 l'Eco di Bergamo 21/01/2015 SNALS BERGAMO Testate on line 21/01/2015 ARTICOLI PRESI DAL WEB Gazzetta del Sud 21/01/2015 APPRODI: ANCHE DRAMMA OCCUPAZIONALE Gazzetta del Sud 21/01/2015 TRENI A LUNGA PERCORRENZA E AREA STRETTO I SINDACATI SI MOBILITANO++ Scuola, Formazione, Università, Ricerca il Sole 24 Ore 21/01/2015 CENTRALI, RETI E SCUOLE PER SOSTENERE LA CRESCITA LOCALE Avvenire 21/01/2015 SCUOLA. ORGANI COLLEGIALI, TOCCA AI GENITORI il Giornale di Napoli 21/01/2015 EDUCAZIONE AMBIENTALE, INCONTRO TRA LA GIUNTA E GLI STUDENTI Il Messaggero - Cronaca di Roma 21/01/2015 SCUOLA, LA GRANDE FUGA DAI BANCHI la Gazzetta del Mezzogiorno 21/01/2015 COSI' LE DOMANDE ON LINE DI ISCRIZIONE NELLE SCUOLE il Sole 24 Ore 21/01/2015 CONTRO IL NUOVO TERRORISMO 5MILA MILITARI NELLE STRADE Corriere della Sera 21/01/2015 I DATI OCSE: "SOLO UN GIOVANE SU CINQUE E' LAUREATO" Corriere della Sera 21/01/2015 PRATICA IN CORSIA PER I NUOVI MEDICI la Stampa 21/01/2015 A MEDICINA PIU' POSTI NELLE SCUOLE DI SPECIALITA' Italia Oggi 21/01/2015 CHESSIDICE - MASTER IN DIGITAL JOURNALISM ALLA LATERANENSE Il Secolo XIX 21/01/2015 ERZELLI, 2 MESI PER NON PERDERE I FINANZIAMENTI DEL MINISTERO il Sole 24 Ore 21/01/2015 COME "EDUCARE ALLA CITTADINANZA" TRA SCUOLA E LAVORO +++ Economia, Lavoro, Previdenza il Sole 24 Ore 21/01/2015 DISCIPLINARI CON TEMPI PIU' CERTI NELLA PA il Sole 24 Ore 21/01/2015 PENSIONI, LE MISURE INEVITABILI PER ADEGUARE IL SISTEMA CONTRIBUTIVO il Sole 24 Ore 21/01/2015 RIFORMA FORNERO , NO AL REFERENDUM il Sole 24 Ore 21/01/2015 LAVORATORI OVER 50 E BISOGNI FORMATIVI Corriere della Sera 21/01/2015 NO AL REFERENDUM SULLA LEGGE FORNERO LA RABBIA DI SALVINI la Repubblica 21/01/2015 LA CONSULTA: NO AL REFERENDUM LEGHISTA la Repubblica 21/01/2015 STATALI, SBLOCCATI I LICENZIAMENTI DISCIPLINARI Italia Oggi 21/01/2015 BOERI ALL'INPS, SUBITO UNA GRANA Giorno/Resto/Nazio ne 21/01/2015 LA RIFORMA FORNERO NON SI TOCCA BOCCIATO IL REFERENDUM LEGHISTA Corriere della Sera 21/01/2015 BERLUSCONI E RENZI RILANCIANO IL PATTO SFIDA ALLE MINORANZE SULL'ITALICUM la Repubblica 21/01/2015 L'AUT AUT DEL PREMIER: "SILVIO, VOTATE TUTTO O IL NAZARENO SALTA" la Repubblica 21/01/2015 LE PRIME 10 BANCHE POPOLARI SI TRASFORMERANNO IN SPA MA E' SCONTRO NEL GOVERNO la Repubblica 21/01/2015 I CINESI VOGLIONO TELECOM ITALIA SPARKLE la Stampa 21/01/2015 RENZI RIFORMA LE BANCHE POPOLARI "DICIOTTO MESI PER DIVENTARE SPA"

Rassegna Stampa di mercoledì 21 gennaio 2015 · Rassegna Stampa di mercoledì 21 gennaio 2015 SNALS / CONFSAL Adnkronos 19/01/2015 VIDEO INTERVISTA DEL SEGRETARIO GENERALE DELLA

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Rassegna Stampa di mercoledì 21 gennaio 2015

SNALS / CONFSAL Adnkronos 19/01/2015 VIDEO INTERVISTA DEL SEGRETARIO GENERALE DELLA CONFSAL M. P. NIGI Il Messaggero - Ed. Abruzzo/Pescara/Chieti/Aquila

21/01/2015 UNIVERSITA', C'E' L'ACCORDO SALVA PER ORA L'INDENNITA'

La Sentinella del Canavese

21/01/2015 LA PAROLA A UN INSEGNANTE DELLA COSIDDETTA QUOTA 96

l'Eco di Bergamo 21/01/2015 SNALS BERGAMO Testate on line 21/01/2015 ARTICOLI PRESI DAL WEB Gazzetta del Sud 21/01/2015 APPRODI: ANCHE DRAMMA OCCUPAZIONALE Gazzetta del Sud 21/01/2015 TRENI A LUNGA PERCORRENZA E AREA STRETTO I SINDACATI SI

MOBILITANO++ Scuola, Formazione, Università, Ricerca il Sole 24 Ore 21/01/2015 CENTRALI, RETI E SCUOLE PER SOSTENERE LA CRESCITA LOCALE Avvenire 21/01/2015 SCUOLA. ORGANI COLLEGIALI, TOCCA AI GENITORI il Giornale di Napoli 21/01/2015 EDUCAZIONE AMBIENTALE, INCONTRO TRA LA GIUNTA E GLI STUDENTI Il Messaggero - Cronaca di Roma

21/01/2015 SCUOLA, LA GRANDE FUGA DAI BANCHI

la Gazzetta del Mezzogiorno

21/01/2015 COSI' LE DOMANDE ON LINE DI ISCRIZIONE NELLE SCUOLE

il Sole 24 Ore 21/01/2015 CONTRO IL NUOVO TERRORISMO 5MILA MILITARI NELLE STRADE Corriere della Sera 21/01/2015 I DATI OCSE: "SOLO UN GIOVANE SU CINQUE E' LAUREATO" Corriere della Sera 21/01/2015 PRATICA IN CORSIA PER I NUOVI MEDICI la Stampa 21/01/2015 A MEDICINA PIU' POSTI NELLE SCUOLE DI SPECIALITA' Italia Oggi 21/01/2015 CHESSIDICE - MASTER IN DIGITAL JOURNALISM ALLA LATERANENSE Il Secolo XIX 21/01/2015 ERZELLI, 2 MESI PER NON PERDERE I FINANZIAMENTI DEL MINISTERO il Sole 24 Ore 21/01/2015 COME "EDUCARE ALLA CITTADINANZA" TRA SCUOLA E LAVORO +++ Economia, Lavoro, Previdenza il Sole 24 Ore 21/01/2015 DISCIPLINARI CON TEMPI PIU' CERTI NELLA PA il Sole 24 Ore 21/01/2015 PENSIONI, LE MISURE INEVITABILI PER ADEGUARE IL SISTEMA CONTRIBUTIVO il Sole 24 Ore 21/01/2015 RIFORMA FORNERO , NO AL REFERENDUM il Sole 24 Ore 21/01/2015 LAVORATORI OVER 50 E BISOGNI FORMATIVI Corriere della Sera 21/01/2015 NO AL REFERENDUM SULLA LEGGE FORNERO LA RABBIA DI SALVINI la Repubblica 21/01/2015 LA CONSULTA: NO AL REFERENDUM LEGHISTA la Repubblica 21/01/2015 STATALI, SBLOCCATI I LICENZIAMENTI DISCIPLINARI Italia Oggi 21/01/2015 BOERI ALL'INPS, SUBITO UNA GRANA Giorno/Resto/Nazione

21/01/2015 LA RIFORMA FORNERO NON SI TOCCA BOCCIATO IL REFERENDUM LEGHISTA

Corriere della Sera 21/01/2015 BERLUSCONI E RENZI RILANCIANO IL PATTO SFIDA ALLE MINORANZE SULL'ITALICUM

la Repubblica 21/01/2015 L'AUT AUT DEL PREMIER: "SILVIO, VOTATE TUTTO O IL NAZARENO SALTA" la Repubblica 21/01/2015 LE PRIME 10 BANCHE POPOLARI SI TRASFORMERANNO IN SPA MA E'

SCONTRO NEL GOVERNO la Repubblica 21/01/2015 I CINESI VOGLIONO TELECOM ITALIA SPARKLE la Stampa 21/01/2015 RENZI RIFORMA LE BANCHE POPOLARI "DICIOTTO MESI PER DIVENTARE

SPA"

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19/01/2015

Confsal, modificare decreti Jobs act Vi invitiamo a guardare il video

registrato da ADN KRONOS sul proprio

canale video all’indirizzo:

http://www.adnkronos.com/soldi/lavoro/

2015/01/19/confsal-modificare-decreti-jobs-act_ZyYPUoidqug05xZzz1qNAM.html,

che riporta una bella intervista del Segretario Generale della Confsal, Marco Paolo

Nigi.

Nell’intervista il Segretario Generale ha

toccato i temi del Jobs Act (sulle modifiche

che si dovrebbero fare), dell’ipotesi di

applicare, rivedendole, le regole già esistenti

per i licenziamenti nel Pubblico Impiego, e

infine, della Scuola di cui riportiamo lo

stralcio del suo intervento:

Noi, intanto, abbiamo chiesto, proprio in questi giorni, un incontro urgente con

tutte le organizzazioni sindacali unitariamente al Ministro Giannini, perché ormai è

“diventata una barzelletta”. Già il titolo “Buona Scuola”, non so cosa significhi…

cioè, allora, vorrebbe dire che quella attuale è cattiva…

Ma noi siamo per una scuola seria, una scuola che educhi, ma, purtroppo, non

abbiamo visto proprio nulla di “buono”… Anzi, abbiamo visto quelle cose che sono

contrarie, cioè i tagli, e tutte quelle altre cose che sono contrarie a quello che si

potrebbe intendere l’investimento, e non il costo, per il Paese, per la Scuola.

Investimento che dovrebbe far crescere, attraverso l’educazione, l’impegno, il

prodotto interno lordo. Ma questa [Buona Scuola] non fa crescere proprio niente…

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Università, c'è l'accordo salva per ora l'indennità ~Stipendi pieni grazie al fondo di ateneo arretrati in sospeso

LA TRATTATIVA Si è rasserenata alla vigilia del­!'inaugurazione dell'anno acca­demico l'aria sul campus di via dei Vestini. Ieri, infatti, sindaca­ti, rsu e vertici di ateneo hanno raggiunto un accordo grazie al quale, in attesa del ripristino dell'Ima, l'Indennità mensile di ateneo sospesa da agosto, i 330 dipendenti tecnico-amministra­tivi dell'università d'Annunzio continueranno a percepire, co­me negli ultimi quattro mesi, ri­sorse attinte dal fondo di ateneo 2014, in particolare dal capitolo di bilancio Lavoro conto terzi. Qualora l'Ima non venisse ripri­stinata in tempi brevi, per evita­re di decurtare pesantemente lo stipendio dei lavoratori, si potrà ricorrere anche al fondo di ate­neo 2015. Si tratta di cifre varia­bili dai 300 ai 500 euro, corri­spondenti alla quota di salario accessorio a cui ogni dipenden­te avrebbe diritto. Il documento è stato sottoscritto, oltre che dai vertici di ateneo, da Lidia De Bia­si (FIe Cgil), Valentino Barattuc­ci (Uil), Gianluca Di Sante (Cisl), Goffredo De Carolis (Csa-Cisal), Antonio Di Federico ami nmCisapuni). Pace fatta, dun­que, dopo la lettera che una set­timana fa i sindacati nazionali hanno inviato al rettore Carmi­ne Di Ilio per invocare un inter­vento tempestivo sul salario ac­cessorio. Nell'incontro di ieri il

PATTO TRA VERTICI DElLA D'ANNUNZIO E I SINDACATI E DOMANI CERIMONIA DI APERTURA DElL'ANNO ACCADEMICO

magnifico, il direttore generale Filippo Del Vecchio e il delegato del rettore alle relazioni sinda­cali Luigi Capasso hanno incon­trato i rappresentanti locali dei sindacati anche per informarli su quanto fatto finora per favori­re il ripristino dell'Ima. I vertici di ateneo sono in attesa di una risposta del ministero dell'Eco­nomia e delle finanze dopo che, ricostruito il fondo accessorio obbligatorio per erogare l'Ima, hanno inviato a Roma i docu­menti necessari ad avere l'aval­lo degli ispettori. Solo così, infat­ti, potranno ripristinare !'inden­nità «a far tempo dall'epoca del­la sua sospensione», come preci­sa l'accordo stilato ieri con i sin­dacati, «quando fosse certificata l'entità del fondo accessorio e nella misura compatibile all'am­montare certificato e quando es­so sarà reso disponibile a segui­to dell'ottenimento dei pareri ri­tuali degli organi preposti», compreso il collegio dei revisori dei conti per la certificazione del fondo. A quel punto i 330 la­voratori potranno ottenere an­che l'arretrato, in un'unica solu­zione comprendenti i mesi da agosto 2014.

Francesca Rapposelli © RIPRODUZIONE RISERVATA

Il rettore Di Ilio

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Plurisettimanale

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la Sentinella del Canavese

L'OPINIONE

La parola a un insegnante della cosiddetta quota 96

ome sappiamo, la riforma delle pensioni Maroni, mi­nistro del Lavoro e delle politiche sociali durante il terzo governo Berlusconi (2005-2006), ha portato di colpo il requisito pensionistico relativo all'età ana­grafica da 57 a 60 anni: è il famoso gradone. Successi­

vamente, in campagna elettorale Cesare Damiano, ministro del Lavoro e della Previdenza sociale nel secondo governo Prodi (2006-2008), dichiara di voler eliminare questo gradone. Ma, una volta al governo, propone i gradini, vale a dire l'aumento di l anno di età (come requisito di età anagrafica) ogni 2 anni solari. La sua riforma verrà approvata, ma in una forma più restrittiva: l'aumento di l anno di età ogni 18 mesi. E così quelli nati entro i primi sei mesi del 1952 non riescono più ovviamente raggiunge­re i 57 anni entro il31.12.2008, mentre con la forma meno restrit­tiva avrebbero avuto tempo fino al 30.6.2009. Dopo la riforma Fornero può andare in pensione solamente chi ha compiuto 60 anni di età, più 36 anni di contribuzione; oppure 61 anni di età più 35 di contribuzione (è la cosiddetta" quota 96"). E ciò, però, entro il31.12.2011. Solo che per la scuola i requisiti si raggiungo­no entro la fine dell'anno scolastico in corso, cioè entro il 31.8.2012. Si tenga conto inoltre che la riforma è stata approvata ad anno scolastico già iniziato. Risulta pertanto illegale non per­mettere il pensionamento nell'unica finestra d'uscita, quella del 1.9.2012, a coloro che, come me, hanno raggiunto i requisiti en­tro l'anno scolastico 2011-2012.

Come si vede, si tratta di una nuova porcata in itinere, simile a quella che pose in essere l'ex ministro delle Riforme Roberto Cal­deroli nel 2005 a pochi mesi dalle elezioni politiche. Pur avendo­ne dunque maturato i requisiti, per un grossolano errore dell' al-

Data 21-01-2015 Pagina 27 Foglio 1

lora mini stra del Lavoro Elsa F ornero (aveva confuso l'anno sola­re con quello scolastico), gli insegnanti non possono vedersi ri­conosciuto il diritto di andare in pensione. I governi Monti, Letta e Renzi non hanno voluto correggere l'errore, riconosciuto pe­ral tro dalla stessa F ornero.

Ma lasciamo stare il primo: almeno questi due ultimi governi avrebbero dovuto farlo, se non altro perché retti da presidenti del Consiglio provenienti dal Pd, dal partito democratico, da un partito che dovrebbe essere a favore dei lavoratori. E invece no. Eppure, sostiene Silvia Chimienti del M5S, l'errore si potrebbe superare facilmente tenendo come valido il termine del 31.8.2012 per pensionare tutti coloro che hanno maturato i re­quisiti precedentemente a quella data. Ma né gli ex ministri Pro­fumo e Carrozza né tanto meno l'attuale mini stra Giannini han­no fin qui voluto correggere questa anomalia, provando ad esempio a superarla con un emendamento o all'attuale riforma della scuola o alla legge di Stabilità.

Le risorse ci sarebbero, sostiene la Chimienti, ma manca la vo­lontà politica. Una scelta davvero irresponsabile da parte dei go­verni perché bloccano quel turnover che consentirebbe di libe­rare energie fresche, almeno nella scuola. Intanto, però, il gover­no Renzi predispone prepensionamenti per risolvere problemi aziendali e pensiona per esempio 5.000 lavoratori (non dipen­denti statali) con soli 57 anni di età e con soli 18 anni di contribu­ti, coprendo la spesa con soldi che per gli insegnanti, ovviamen­te, non si trovano.

Ad ogni modo, da4.000 che eravamo ne12011 (mal'Inps allora aveva fornito il dato errato di 9.000), siamo rimasti in 2.500, per­ché circa 1.500 sono intanto riusciti a venirne fuori. Molte docen­ti di quota 96 hanno optato per la cosiddetta" quota rosa", cioè per una pensione calcolata solo in base al contributivo, il che pe­rò comporta una perdita de120-30%. Altri sono riusciti ad andare in pensione per aver raggiunto i nuovi requisiti richiesti dalla ri­forma Fornero. Inoltre, due privatamente e quarantadue soste­nuti dallo!m!l!ml sono riusciti a spuntarla vincendo delle cause le­gali. Ma anche qui non si capisce perché alcuni possano spun­tarla e altri no. Nel frattempo quattro di noi, purtroppo, sono morti. Difficoltoso risulta a quest' età, in questa situazione, soste­nere il continuo aumento del carico di lavoro usurante.

Ci si sente profondamente scherniti, umiliati, offesi. Mi reco a lavoro contro la mia volontà, mi sento come agli arresti scolasti­ci, prigioniero della politica cialtrona.

Tiziano Zarlottin

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C ECO DI BERGAMO

L::.LLL.Io..l..=..I BERGAMO

si avvicina l'appunta­per l'elezione delle Rsu,

3,4 e 5 marzo, loElilBl di Bergamo ha programma­un importante incontro con

personale docente e Ata, pre­e di ruolo: appuntamento

4 febbraio all'lsis «G. Quaren­irivia Europa, 27 a Berga­dalle ore 08.00 alle ore «Insieme ai membri del­

segreteria provinciale - spie­Loris Renato Colol)1bo, segre­

provinciale EIil- saran-presenti gli avvocati dello

legale delioElildi Ber-

gamo per illustrare la sentenza della Corte di giustizia Europea che ha accertato l'illegittima condotta dello Stato italiano, in danno dei lavoratori precari del­la scuola. Verranno fornite le in­dicazioni di merito per la pre­sentazione del ricorso e sarà inoltre presentato un nuovo ri­corso per la restituzione delle quote Enam indebitamente trat­tenute sullo stipendio dei do­centi della scuola dell'infanzia e primaria. L'Enam è ii:lfatti stato cancellato, ma le trattenute con­tinuano».

Data 21-01-2015 Pagina 44 Foglio 1

Loris Renato Colombo

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 21 gennaio, 2015

Scuola, i sindacati incontrano le Istituzioni, ecco la nota completa CAMPOBASSO. Le segreterie regionali di FLC-CGIL, CISL-Scuola, UIL Scuola e SNALS-Conf.S.A.L. insieme hanno richiesto un incontro urgente al Presidente Frattura e all’Assessore Petraroia che ha demandato alla struttura il compito di convocare la riunione (in allegato troverete il tutto in un file). Intanto il Dott. Iocca ha inviato una circolare a tutti gli Enti accreditati per ricordare di impegnare prioritariamente gli operatori iscritti all’Albo regionale chiedendo il rispetto del CCNL e della legge 10 del 95. Ha altresì ricordato l’attivazione della mobilità di secondo livello (in allegato troverete il tutto in un file). Evidentemente la nostra diffida legale, sottoscritta anche da decine di lavoratori, inviata alla Regione comincia ad avere qualche positivo riscontro. Purtroppo l’appuntamento di giovedì presso il Ministero del Lavoro è saltato per motivi di salute della dr.ssa Guglielmi, ma abbiamo richiesto, come sindacato, un nuovo appuntamento per la prossima settimana. Per le vie brevi abbiamo saputo che il Dott. Pillarella è riuscito a parlare con il Dott. Pirrone e sembra abbiano calendarizzato il da farsi: praticamente pare si riparta da quello che doveva essere il tavolo del 27 novembre. Intanto si ricomincia e il Senatore Ruta (garante dell’ultimo accordo sottoscritto in Regione), contattato oggi, ci ha garantito che sta seguendo da vicino tutta la faccenda: Lui è ottimista e afferma che per la fine del mese possiamo sperare di avviarci alla risoluzione del problema. Noi un po’ meno viste le lungaggini della Regione e della Pubblica Amministrazione: Ci avviciniamo ormai a superare due anni di “incavolamenti”: è dir poco. Però dobbiamo crederci. Sappiamo che molti da tempo devono “stringere la cinghia” visto che da mesi state senza stipendio e senza cassa, ma dobbiamo tenere duro e non dobbiamo arrenderci. Se non si avranno novità, per metà della prossima settimana indiremo un’assemblea generale per decidere il da farsi. Consentitemi di chiudere, e di interrogarci, con delle parole scritte da SAVIANO: “…… Cosa non abbiamo fatto nell’anno che si è appena concluso? Cosa non siamo riusciti a fare per mancanza di tempo o di risorse? Nella vita i fallimenti sono importanti perché ci fanno capire come modificare il passo. Cancellare, nascondere, insabbiare i propri fallimenti significa restare fermi al palo, significa non capire cosa va cambiato. Un fallimento insegna più di mille successi. ……. Capire è l’unico modo perché l’azione diventi efficace.” E allora “capiamoci” e prepariamoci a lottare tutti, ma proprio tutti, anche se la migliore battaglia è quella che non occorre combattere perché si è arrivati ad un ragionevole accordo prima del suono delle trombe. Ci auguriamo che questo accordo arrivi presto e che sia migliore e più veritiero di quello sottoscritto la notte del 23 dicembre 2014, del quale si è reso garante anche il Senatore Ruta.

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Scuola: testate nazionali

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I rapporti con le comunità

Centrali, reti e scuole per sostenere la crescita locale di Deborah Dirani

T ra le molte realtà che operano nel

. continente africano, Eni è una di quelle più attive ed impegnate in progetti che mirano a diffondere cultura, ricchezza ed, evidentemente, energia.

N el solo 2013, secondo i dati ufficiali, la spesa complessiva a favore del territorio sostenuta dal gruppo ammonta a 100,5

milioni di euro, di cui oltre 57 milioni investiti in interventi sul territorio derivanti da accordi e convenzioni.

Di più: nel medesimo arco di tempo, hanno lavorato per la compagnia del cane a sei zampe più di 34,8 mila fornitori nel mondo, di cui quasi il 20% nel continente africano.

In quattro Paesi (Angola, Mozambico, Nigeria e Congo) dove il gruppo è presente in Africa ha dato vita a iniziative che hanno come obiettivo il benessere degli abitanti che vivono in villaggi prossimi ai centri estrattivi.

Angola In Angola è attiva una collaborazione con le autorità al fIne di allineare i programmi della società alle priorità di sviluppo del Paese, definendo soluzioni sostenibili improntate sui bisogni delle comunità locali.

Uno dei progetti di punta sullo sviluppo dilocal con tent e quindi: • l'utilizzo di risorse locali per ricoprire posizioni all'interno della società; • le attività di formazione per capacity building; • la massimizzazione dell'uso di fornitori locali per sostenere lo sviluppo dell'industria del Paese e la creazione di nuovi opportunità di lavoro.

Nigeria In Nigeria, la società è attiva nella costruzione di reti e centrali elettriche alimentate a gas (precedentemente bruciato in torcia) e nel 2005 ha realizzato la centrale di Okpai da 480 Mw, la prima a ciclo combinato di tutto il continente.

Congo In Congo, secondo lo stesso principio di costruzione e riattivazione di reti, oltre alla Centrale Eléctrique de Djeno raddoppiata nel 2009

e passata da 25 a 50 Mw, ii gruppo Eni ha installato ulteriori 300 Mw con la Centrale eléctrique du Congo nel 2010.

Sempre in Congo, grazie al progetto integrato Binda, la società ha contribuito, tra l'altro, a riabilitare ed equipaggiare otto scuo~e, distribuendo complessivamente 2500

pasti giornalieri ad altrettanti bambini.

Mozambico In Mozambico, dove di recente la compagnia ha ottenuto un importante successo esplorativo, parallelamente allo sviluppo delle attività operative, si sta lavorando per il rafforzamento dello sviluppo sociale ed economico del paese.

Sono già in corso programmi di training per giovani universitari locali, oltre che per favorire l'accesso all'energia, intesa come principale driver di sviluppo sociale ed economico del Paese.

Proprio in questo senso è stata concordata con le autorità la costruzione di una centrale elettrica da 75 Mw nella provincia di Cabo Delgado.

(;; R;PROO.llIONE H,SFRVATA

Data 21-01-2015 Pagina 23 Foglio 1

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Scuola: testate nazionali

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Data 21-01-2015 Pagina 9 Foglio 1

Organi collegiali, tocca ai genitori

Documento unitario delle associazioni: permessi sul lavoro

per i rappresenti

ENRICO LENZI MILANO

'

è anche la richiesta di ricono­scere l'impegno di rappresen­tante di classe come motiva-

zione per ottenere un permesso al lavoro, tra le proposte che il Forum nazionale del­le associazioni dei genitori della scuola (Fonags) ha presentato al ministero dell'I­struzione (Miur) nell' ambito degli incon­tri in vista della stesura dei decreti sulla buona scuola. In particolare le associa­zioni dei genitori presenti al tavolo di con­sultazione con il Miur hanno affrontato in un documento unitario il tema della rifor­ma degli organi collegiali. «Non si può di­sattendere nella buona scuola la valoriz­zazione del ruolo delle famiglie» scrivono le sette associazioni (Age, Agedo, Agesc, Care, Cgd, Faes e Moige) e per questo chie­dono che nella riforma vi sia «il consiglio

dell'autonomia con funzioni di indirizzo e controllo di tutta l'azione della scuola». E nella composizione di questo organi­smo si tenga conto che la presenza dei ge­nitori deve «essere paritetica a quella del­le altre componenti nelle scuole primarie e medie», mentre nelle scuole superiori di secondo grado «la rappresentanza eletta dei genitori e degli studenti, in numero pa­ri per ciascuna delle due componenti, è complessivamente paritetica con quella della altre componenti». Proprio a sotto­lineare l'importanza di questo ruolo di rap­presentanza nella scuola, il Fonags ha chiesto a Miur e al ministero del Lavoro che prendano in considerazione la possi­bilità per concedere permessi sul lavoro per i genitori impegnati come rappresen­tanti nelle riunioni a scuola. La palla pas­sa ora nel campo del governo e del mini­stero impegnati nella stesura dellarifonna.

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Scuola: testate nazionali

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Educazione ambientale, incontro tra la giunta e gli studenti

MELITO. Giornata di sensibilizzazione am­bientale dedicata ai bambini quella di ieri nel­l'aula wnsiliare melitese. L'amministrazione ha infatti incontrato gli alunni delle quarta e quinta elementare delle scuole De Curtis e Fal­cone esponendo il progetto "Raee@scuola", giunto quest'anno alla sua terza edizione, gra­zie al quale vengono fomite notizie in più ri­spetto allo smaltimento di apparecchiature elet­triche ed elettroniche in disuso. Ad esserne coinvolti, nel periodo che va dal no­vembre 2014 al giugno 2015, cinquanta comu­ni di tutt'Italia, compreso quello di Melito. I più piccoli, come prewde il progetto promos­so dall'Associazione nazionale dei comuni ita­liani (An ci) e dal Centro coordinamento Raee, avranno la possibilità, per un periodo lungo 3 settimane, di imparare le tecniche di raccolta e smaltimento delle apparecchiature, da deposi­tare poi nelle 2 isole ecologiche del territorio situate in via Madrid e via Po. Ai ragazzi più virtuosi dei comuni partecipanti, peraltro, sa­ranno dati dei premi per il lavoro svolto. Ad incontrare glì alunni, istruiti sulle apparec­chiature Raee da un video proiettato in sala al­l'interno della casa comunale, il primo cittadi­no Venanzio Carpentieri, il vicesindaco e as­sessore all' ambiente Marina Mastropasqua, la collega alla pubbUca istruzione Dominique Pel­lecchia, l'ingegnere del Settore Ambiente del Comune di Melito Raffaele Davino e Francesco Buono, delegato dell' Anci Campania nonchè assessore al bilancio della città nolana di Ca­samarciano. «È importante - hanno sottolineato a margine della giornata tutti gli intervenuti - che i più pic­coli conoscano le varie tecniche di differenzia­zioni dei rifiuti, comprese quelle Raee. Molto spesso possono essere loro aredarguire e inse­gnare ai grandi, che in alcuni casi non rispetta­no le regole in materia ambientale, cosa bisogna fare per compiere correttamente il dovere di cit­tadini».

ANTOSA

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31131rggaggrrtl CRONACA di ROMA

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Scuola, la grande fuga dai banchi ~Cresce il numero dei giovani che lasciano gli studi a Roma ~I più a rischio "dispersione" sono ragazzi tra i 14 e i 19 anni Nel 2012 in oltre 40mila non si sono iscritti all'anno successivo Il Comune mette in campo un piano in sinergia con i Municipi

------------- Unione Europea che tutti i paesi l'INDAGINE membri dovranno raggiungere

Stando all'indagine presenta­ta in Campidoglio, nel 2012 i gio­vani romani che non si sono iscritti all'anno successivo della scuola superiore sono stati 40.656. Tra le cause principali svetta la bocciatura che, secondo il dipartimento delle politiche scolastiche, rappresenta un de­terrente per 1'8,7% degli studenti e si concentra soprattutto nel pri­mo anno con un 28,2%.

C'è ancora del lavoro da fare per contenere la perdita di studenti dalla scuola dell'obbligo, ma la Capitale riesce meglio di altre cit­tà italiane a combattere la di­spersione scolastica. E lo fa an­che grazie a tutti quei soggetti del terzo settore, a partire da pri­vati e associazioni di volontaria­to, che riescono a rispondere alI' emergenze dei ragazzi integran­do e migliorando le attività pro­mosse dai singoli istituti della cit­tà.

L'ANALISI Ieri in Campidoglio WeWorld In­tervita insieme all'associazione Bruno Trentin e alla fondazione Giovanni Agnelli, ha presentato un'indagine sull'andamento de­gli abbandoni scolastici e sulla resa del terzo settore per com­battere la dispersione. Un'analisi nazionale che ha messo però a confronto i risultati raggiunti da quattro province: Roma, Milano, Napoli e Palermo. E sulla base degli indicatori, per quanto il tas­so di dispersione nazionale si at­testi ancora su un 17% rispetto al­la soglia del 10% imposta dall'

entro i12020, la Capitale è riusci­ta a contrastare meglio di altre città il fenomeno.

I VOLONTARI Più di 1.500 sono i soggetti che compiono attività extrascolasti­che per incoraggiare gli alunni a proseguire gli studi. Ben 73.380 i volontari impegnati quotidiana-

mente in attività di socializzazio­ne, studio assistito, doposcuola. Certo, i dati su i ragazzi che ab­bandonano prematuramente gli studi non sono ancora soddisfa­centi. Secondo le analisi del di­partimento delle politiche scola­stiche di Roma Capitale molto ancora si deve fare, soprattutto nei licei e negli istituti superiori di secondo grado.

LE ISCRIZIONI MANCATE In questo caso la dispersione si attesta su un 19%, mentre il pro­blema riguarda marginalmente le scuole medie dove gli abban­doni non superano il 9% e le scuole elementari che registrano appena un 3,9%. Sono, dunque, i ragazzi tra i 14 e i 19 anni a ripor­re prima del tempo i libri negli zaini.

IL CAMPIDOGLIO Dal Campidoglio l'assessore alla Scuola, Paolo Masini, 'promette di incrementare !'impegno per contrastare la dispersione tra le scuole impegnate su questo te­ma e il terzo settore "una siner­gia già avviata che impegna oggi - ha detto Masini - più di un mi­lione di euro".

Per il futuro l'assessore, il pre­sidente dell'assemblea capitoli­na Valeria Baglio e la presidente della commissione Politiche so­ciali, Erica Battaglia, prometto­no un piano strategico dei diritti che contempli anche un'azione di coordinamento tra i Municipi di Roma nell'ambito dei Piani di zona locali.

Camilla Mozzetti @RIPRODUZIONERISERVATA

TRA lE CAUSE PiÙ . DIffUSE l~ BOCCIATURA SOPRATTUTTO

PRIMO ANNO l'ITALIA SUPERA LA MEDIA EUROPEA

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DALLE ELEMENTARI ALLE SUPERIORI SECONDO IL MIUR GIÀ NUMEROSE RICHIESTE INVIATE DALLA PARTENZA. GIOVEDì SCORSO

Così le domande on line di iscrizione alle scuole Iter semplice che comunque va affrontato rispettando le procedure

FRANCESCA AMBRUOSI

er tutti coloro che hanno figli, questi sono giorni determinanti per l'iscrizione al prossimo ano no scolastico. Infatti da giovedì

15 gennaio, sono incominciate le am­missioni online alla scuola primaria, alle scuole medie e alle scuole superiori per l'anno scolastico 2015/2016 e sono già migliaia le domande inoltrate alle scuo­le.

Secondo i dati del MIUR nel tardo pomeriggio del primo giorno di iscrizioni a scuola sono state inoltrate ben 67.164 domande di iscrizione online, ma questo è solo l'inizio. Le famiglie infatti hanno tempo fino al 15 febbraio 2015 per re­gistrare i propri figli.

Le iscrizioni riguardano le scuole sta­tali, alcune paritarie che hanno aderito al servizio e, da quest'anno, anche i Centri di Formazione Professionale re­gionale (CFP) delle Regioni che hanno aderito all'accordo con il MlUR.

In realtà, la procedura è molto sem­plice e richiede, al massimo, una decina di minuti. Inoltre, c'è tutto il tempo per fare le cose bene e con cahna. Sarà possibile effettuare la registrazione sul portale dedicato (http://www.iscrizio­nUstruzione.it). Le iscrizioni vere e pro­prie si concluderanno il 15 febbraio. È bene precisare che «le domande arrivate per prime non hanno diritto di pre­cedenza».

Il portale sarà attivo «sette giorni su sette, 21 ore su 21» ed in caso di bisogno sarà possibile sospendere la compila­zione della domanda, salvarla e ripren­derla in seguito.

Sono obbligati ad effettuare !'iscri­zione alla prima classe della scuola pri­maria i genitori di tutti i bambini «che compiono sei anni di età entro il 31 dicembre 2015; possono essere iscritti anticipatamente i bambini che compiono sei anni di età dopo il 31 dicembre 2015 e comunque entro il 30 aprile 2016». Per quanta riguarda !'iscrizione alla prima classe della scuola media, sono tenuti ad iscriversi tutti gli alunni che hanno conseguito la «licenza di scuola elemen­tare».

Infine, dovranno effettuare !'iscrizione online tutti «gli studenti che nel corrente anno scolastico raggiungeranno la li­cenza di terza media» (al fine di com-

ISCRIZIONI NEllE SCUOLE La procedura on line è abbastanza semplice

pletare il percorso scolastico obbligatorio fino ai 16 anni).

Per portare a termine con successo l'iscrizione scolastica online è necessario essere in possesso di un indirizzo di posta elettronica valido.

Una volta effettuato l'accesso al portale http://www.iscrizionUstruzione.it si do­vranno inserire le

Nel caso in cui l'iscrizione riguardi una «scuola secondaria di II grado», si indicheranno eventuali preferenze re­lative all'indirizzo di studio.

Sarà necessario compilare con atten­zione tutto il modulo (nessun campo va tralasciato).

Finiamo, precisando che gli alunni ripetenti non sono te­

proprie generalità e, una volta ottenute le credenziali d'accesso, procedere all'iscrizio­ne vera e propria.

SCELTA DELICATA nuti ad effettuare nuovamente l'iscri-

Chi, negli anni pre­cedenti ha già iscritto online un figlio è te­nuto a ripetere la pro-

Può essere decisiva per il futuro non solo scolastico ma dell'intera vita di un giovane

zione. Inoltre, dalla procedura d'iscrizio­ne online sono esclu­se «le Scuole dell'in­fanzia, le scuole in lingua slovena, le

cedura di registrazione. Fondamentale per completare l'iscrizione è l'indica­zione del «codice della scuola scelta». Questo codice è fornito dall'Istituto op­pure può essere rintracciato sul portale «Scuola in chiaro».

Chi si iscrive ad una scuola primaria dovrà indicare le preferenze riguardo al «tempo scuola».

scuole delle province di Aosta, Trento e Bolzano, i percorsi di istruzione degli adulti». Per questi Isti­tuti la domanda d'iscrizione è ancora cartacea.

In caso di dubbi e problemi è sempre possibile contattare r «Ufficio Relazioni con il Pubblico» tramite il canale web (http://www.istruzione.it/urp). via mail o telefonicamente.

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• I dati Oese: «Solo un giovane su cinque è laureato» di Antonella De Gregorio

Fonte: Dese

I· nvestire tempo e denaro per consegurr. . e una laurea serve? Secondo l'Ocse sì, ma in Italia meno che in altri Paesi. Avere in tasca il <<pezzo di carta», da noi

non garantisce un'occupazione. Nei Paesi Ocse sono il 5,3% i laureati senza lavoro, in Italia il 16%. Nel rapporto intermedio Education at a glance si legge anche che solo un italiano su cinque tra i 25 e i 34 anni arriva alla laurea (hanno il titolo il 12% dei 55-64enni), contro il 40% della media Ocse: 27 su 100 si fermano al diploma di scuola media o alla licenza elementare. Nel percorso

Corriere della Sera

scolastico si «perdono» 17 giovani tra i 18 e i 24 anni su 100 (rapporto Lost-Dispersione scolastica), ovvero circa 500 mila persone non arrivano alla maturità. L'obiettivo europeo è del 10%. L'Italia detiene un altro non onorevole primato: in compagnia dei' coetanei greci, spagnoli e turchi, molti giovani tra i 15 e i 29 anni (maschi soprattutto) sono in condizioni di «Not in Education, Employment or Training» (Neet): più del 30%, cioè, sono disoccupati o inattivi e fuori dal giro della formazione. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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COBBIEBE DELLA SEBA

Speclalizzaziooo, la rif~

Pratica in corsia per i nuovi medici Pratica anche negli ospedali non universitari e specializzazioni più brevi di un anno. Poi un esame nazionale, unico per tutti. il tutto forse già da quest'anno accadeITÙco. Dopo il sì del Consiglio superiore di sanità alla riforma della specializzazione per i medici manca solo la firma dei ministri di Salute e Università.

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LA STAMPA

LA RIFORMA ACCORCIA DI UN ANNO 30 CORSI SU 50

A Medicina più posti nelle scuole di specialità

FLAVIA AMABILE . ROMA

Specializzazioni mediche, si cambia. Già da questo anno accademico, i giovani medici appena laureati potrebbero vedere accorciato di un anno il loro percorso nelle scuole di specializzazione medica. Alla fine dovrebbero sostenere un esame nazionale di certifica­zione per singola specialità, a garanzia della loro prepara­zione. E durante la formazio­ne non presteranno servizio solo nei policlinici universitari ma anche negli ospedali della loro zona. Sono alcune delle novità del decreto di riforma delle specializzazioni medi-

che, che ha ricevuto il via libera del Consiglio superiore di sani­tà ed è in attesa della firma dei ministri dell'Istruzione e della Salute per completare !'iter.

Secondo Andrea Lenzi, presi­dente del Consiglio universitario nazionale, e presidente della V sezione del Css, i risparmi che si otterranno dalla riforma «servi­ranno anche ad aumentare il nu­mero di borse per le scuole di specializzazione, oggi circa 5mila a fronte di circa lOmila laureati in Medicina l'anno». Da un lato, «accorciando la durata delle scuole si risponde all'esi­genza di risparmiare in tempi ,di crisi, dall'altro c'è la riorganizza­zione dell'ordinamento attraver-

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so un'operazione di qualità che ci permette di mantenerci in linea con l'Europa. In pratica, riducia­mo la "cilindrata", ovvero la du­rata delle scuole, ma aumentia­mo i "cavalli motore", ovvero la qualità del sistema». I cambia­menti, spiega Lenzi, prevedono anèhe l'accorpamento di alcune scuolè e l'eliminazione di Medici­na aerospaziale e Neurofisiopa­tologia. Le scuole passeranno da 57 a 50, e per 30 di esse il percor­so verrà accorciato di un anno.

Per quel che riguarda la for­mazione in corsia si punta a specifiche convenzioni e mec­canismi di accreditamento ri­gorosi. Le Regioni si sono dette pronte a finanziare borse di stu­dio. Oggi si terrà ancora un in­contro al ministero della Salute per il testo definitivo. La propo­sta - che registra un giudizio «parzialmente positivo» del maggiore dei sindacati medici, Il\naao - è stata però criticata da presidi e docenti delle Facol­tà di Medicina campane.

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Stefania Giannini

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Come «educare alla cittadinanza» tra scuola e lavoro

Si tiene domani, giovedì 22 gennaio, dalle ore 9.00 alle 13-00, con ingresso libe­IO, nell'aula magna dell'Università LU­ISS, vialePola12, aRomala presentazione della ricerca realizzata da TreeLLLe e F ondazioneRoccasu «Educare alla citta­dinanza, al lavoro e all'innovazione: il modello tedesco e alcune proposte per l'Italia». Sono previsti gli interventi dei ministri dell'Istruzione Stefania Gianni­ni e del Lavoro Giuliano Paletti, del Se­gretario di Stato tedesco all'Educazione Georg Schutte. Interverranno anche i presidenti delle due Fondazioni Attilio Oliva e Gianfelice Rocca, oltre a Giorgio Allulli, Emmanuele Bobbio, Alessandro Cavalli, Simonc Collobiano, Giampaolo Galli, Luit,>Ì. Nicolais, Rodolfo Zich.

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Educare alla cittadinanza, al lavoro e all'inno­vazione. Il modello tedesco e propo­ste perl'Italia

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Gli emendamenti

Disciplinari con tempi . , . plucertI nellaPa

ConIa trentina di emen­damenti presentati dal rela­tore al Ddl Pa, Giorgio Pa­gliari (Pd) - ieri gli ultimi an­che in materia di lavoro pubblico - s'avvia alla chiu­sura la prima lunga e lenta fase iniziale dell'iter di con-

versione della delega in Se­nato. Entro il 29 gennaio c'è ancora tempo per i sub­emendamenti. Poi, dopo l'elezione del Capo dello Stato, si voterà in commis­sione Affari costituzionali e si andrà in aula.

Con le correzioni all'arti­colo 13 del testo si introduce tra i c;iteri di delega l'annun­ciata semplificazione delle norme sulla valutazione dei dipendenti e sulla "certez­za" dei tempi e delle proce­dure per l'azione disciplina­re: «Non ci saranno più blocchi ai procedimenti», ha osservato il ministro Ma­rianna Madia che ieri ha ri­badito con nettezza che il

Jobs act «non si applica al pubblico impiego». Questi criteri di delega rafforzati sul pubblico impiego vanno letti insieme con quelli sulla dirigenza,laddovesiprecisa la responsabilità (e la relati­va valutazione) sulla gestio­ne amministrativa, distinta dalla cosiddetta «attuazio­ne dell'indirizzo politico». Altra correzione significati­va presentata riguarda l'as­setto organizzativo della Scuola nazionale dell'am­ministrazione, ovvero il soggetto unico che gestirà i corsi-concorsi e le procedu­re di formazione dei dipen­denti pubblici dopo ilriordi­no previsto dal Dl 90 della primavera scorsa, che ha

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previsto la chiusura delle cinque vecchie scuole della Pa. La Sna, secondo i nuovi criteri di delega, potrà avere un'autonomia giuridica e coinvolgere «istituzioni na­zionali ed internazionali di riconosciuto prestigio» nonché «avvalersi, per le at­tività di reclutamento e di formazione, delle migliori istituzioni di formazione».

Sempre per la dirigenza si riducono ulteriormente gli automatismi dei percorsi di carriera , che saranno co­struiti in funzione degli esiti sulla valutazione della per­formance che sarà effettua­ta dalla prevista Commis­sione per la dirigenza statale che sarà costituita presso la Presidenza del Consiglio.

D.Col.

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Pensioni, le misure inevitabili per adeguare il sistema contributivo

di Mauro Marè

Italia ha realizzato nu­merose e importanti riforme pensionisti-

che dalI 992 ad oggi, che hanno stabilizzato la spesa pensioni­stica e depotenziato i princi­pali squilibri. Il sistema con­tributivo italiano è ancora pe­rò in parte incompleto e si al­lontana dalla sua versione "pura". Il meccanismo di indi­cizzazione è imperfetto e i co­efficienti applicati non sono "pienamente contributivi" e non differenziati per genere e coorte. L'uscita dal sistema dovrebbe essere flessibile, non rigida come è adesso, con un ovvio aggiustamento at­tuariale nelle prestazioni. Credo sia difficile perciò che l'azione di revisione della spe­sa che il governo dovrà fare non consideri anche quella pensionistica.

Una buona direzione di ri­forma è quella suggerita di re­cente da Y oram Gutgeld di an­ticipare i trattamenti pensio­nistici per chi perde il lavoro tra i 62 e i 66 anni - si può forse ritenere solo un po' troppo al­talasoglia dei 62 anni, dato che molte uscite dal mercato del lavoro avvengono in età più basse. Ma abbassare di più ri­durrebbe molto i trattamenti. Naturalmente questa misura agirebbe sul piano dell'equità generazionale e dei conti pub­blici se si chiarisse la sua natu­ra di semplice anticipazione,

con una riduzione dei tratta­menti una volta in pensione. Ma vi sono anche altre mis:ure ai fini del riequilibro del con­flitto generazionale.

La questione molto dibattu­ta è quella di un prelievo sulle pensioni retributive, soprat­tutto se al di sopra di una certa soglia. Se condivisibile sul pia­no dell'equità generazionale, esso è di difficile applicazione. Va ricordato innanzitutto che mentre la legge Dini prevede­va l'opzione per il contributi­vo, dal 2001 questa possibilità è stata sospesa per i retributi­vi. È difficile poi considerare indebita la pensione retributi­vaa chi è stata negata dallo Sta­to la possibilità di passare al si­stema contributivo. Le regole esistenti non prevedevano d'altronde una precisa corri­spondenza tra pensioni e con­tributi versati. Il calcolo sugli ultimi cinque anni (o ultima retribuzione, nel settore pub­blico), le regole di settori co­me i militari, le pensioni di an­zianità e i prepensionamenti, sono gli esempi più chiariacui si accompagnano, per chi ha un po' di memoria, miriadi di norme volte a favorire un set­tore o una categoria.

Se questo prelievo venisse applicato sarebbe poi neces­sario passare da ipotesi gene­riche di carriere retributive e contributive a carriere indivi­duali effettive, definendo cosa utilizzare e cosa no, e quindi il rischio di un contenzioso infi­nito sarebbe elevato: anni re-

galati, contributi figurativi, contributi di solidarietà, sot­tocontribuzioni come an­drebbero considerati? Quali coefficienti di trasformazione considerare, quelli attuali o quelli da calcolare nei diversi anni di pensionamento? Altra "piccola" questione è che per camminare su questa strada si devono avere a disposizione le storie contributive. È possi­bile averle in tempi brevi? Si­curamente no, sia per il pub­blico impiego, sia e anche per alcuni settori del lavoro auto­nomo, si deve ricorrere a sti­me più o meno estese.

L'altro aspetto cruciale im­portante è quello di un riequi­librio "solidaristico" all'inter­no del sistema pensionistico. Qui il padre delle nostre rifor­me previdenziali, Giuliano Amato, ha da tempo proposto un riequilibrio interno al si­stema pensionistico, che va­da a favore delle pensioni più

basse chiedendo un sacrificio a quelle più elevate. Come chiarito dalla Corte costitu­zionale, le pensioni non pos­sono essere colpite da contri­buti speciali per aumentare il gettito fiscale, poiché ciò vio­lerebbe il principio di egua­glianza in materia fiscale (an­drebbero colpiti anche gli al­tri redditi di pari importo -art. 47 Costituzione). L'esi­stenza di una componente so­lidaristica nel sistema di pre­videnza pubblica obbligato­ria appare importante. E l'art.

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38 della Costituzione prescri­ve che siano assicurati ai pen­sionati «mezzi adeguati alle esigenze di vita» e affida il compito difar lo ad «organi ed istituti predisposti o integrati dallo Stato». Un contributo di solidarietà sulle pensioni più elevate può rientrare in gioco con finalità molto diverse da quelle che hanno portato la Corte a dichiararlo illegitti­mo. Dato il numero elevato di individui che ricevono e an­cor più riceveranno pensioni a volte addirittura inferiori al­l'assegno sociale, occorre­rebbero «circa sette miliardi per portarli tutti ad almeno settecentocinquanta euro e circa quindici per portarli a mille». Un contributo di soli­darietà come quello di cui si è discusso in passato non ba­sterebbe, sarebbero necessa­rie risorse fiscali.

E la proposta più efficace è quella che suggeriva appunto Giuliano Amato: «Bisogne­rebbe organizzare diversa­mente l'intero monte contri­buti, destinando una quota di quelli versati da ciascuno -una quota crescente al cresce­re del reddito - a un fondo co­mune, che integra le pensioni a tutti i pensionati fino allivel­lo minimo stabilito. Una nuo­va architettura, ma con fonda­menta solide tanto nella storia originaria della previdenza, che nacque come mutualità solidale fra i lavoratori, quan­to nella stessa Costituzione, che alla mutualità solidale of­fre espliciti riconoscimenti».

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Sarebbe utile anticipare i trattamenti per chi perde il lavoro tra 62 e 66 anni ma spesso si diventa disoccupati molto prima

Un contributo di solidarietà sulle pensioni alte con finalità redistributive nel sistema può rientrare in gioco

Ili Il nostro sistema previdenziale è basato sul modello contributivo puro, con prestazioni pensionistiche determinate dai contributi versati dal lavoratore nell'arco della sua vita attiva. Il sistema, che prevede un equilibrio attuariale tra contributi i versati e prestazioni monetarie I pagate, è finanziato con il sistema della ripartizione (pay-go) in base alla quale le coorti dei lavoratori attuali finanziano direttamente le pensioni vigenti. I conti contribuitivi dei lavoratori sono dunque "nozionali" e al momento del pensionamento diventano la base per il calcolo della pensione maturata, calcolo effettuato con coefficienti di trasformazione che tengono conto anche della speranza di vita del lavoratore.

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Prestito ,Welfare La «questione» è stata definita chiusa dall'Inps I L'ipotesi del consigliere del premier Gutgeld: dopo sei salvaguardie per 170mila soggetti flessibilità per alcune tipologie di lavoratori

Riforma Fomero, no al referendum La Consulta: inammissibile il quesito della Lega -Salvini: Italia fa schifo ma non finisce qui

Davide Colombo ROMA

Secondo igiudici della Consul­ta non si può fare il referendum sulla riforma delle pensioni messa a punto dal ministro Elsa F ornero nell'autunno del 2011 e varata con il decreto "Salva Italia". Il testo è «inammissibile», ha deciso ieri la Corte costituzionale, che nei «ter­mini di legge» depositerà ora la sentenza con le motivazioni. Una lettura cui non aspirano certo i promotori della Lega, che ieri si so­no scagliati con toni asprissimi contro il verdetto.

Per protesta i deputati del Car­roccio hanno abbandonato l'Aula del Senato, chiedendo di sospen­dere l'esame sulla legge elettorale. Ai giudici della Consulta, il leader dellaLega,MatteoSaivini,haman­dato invece a dire che hanno «fot­tuto un diritto sacrosanto» alla gente. «È una vergogna. Vaffa .... Non tìnisce qui. Questa Italia mi fa schifo, mi batterò per ribaltarla»,

La spesa per pensioni

haaggiunto. «Selevie normali non bastano, troveremo vie più fanta-

siose». Ce n'è anche per la prossi­ma elezione del capo dello Stato, visto che tra i nomi circola quello di Amato, più volte ministro e pre­sidente del Consiglio e ora giudice costituzionale: nome su cui Salvi­ni, fa una croce su. «Si scordino di proporlo», ha tagliato corto. «Sconcertato» anche il senatore Roberto Calderoli, primo tìrmata­rio del referendum, che parla di «sentenza salva-Renzi». Una pre­sa di posizione, quella dei leghisti, che ha trovato concordi anche esponenti di Forza Italia.

Toni di tutt'altro tipo nelle rea­zioni delle altre forze politiche di maggioranza che, pure, con l'oc­casione della sentenza, son torna­te a sottolineare la necessità di in­terventi perlomeno di «manuten­zione» della normativa a tre anni dai drastici innalzamenti dei re­quisiti anagrafici e contributivi per l'accesso alla pensione di vec­chiaia e anticipata (quelle di an-

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La quota sul totale della spesa pubblica . Anno 2011 dati in percentuale

O 5 lO 15 20 25 30 35

Canada

Regno Unito

Usa

Oecd

Spagna

Germania

Giappone

Francia

Portogallo

Grecia

Italia

Fonte: Oecd, 2014 - Pension outlook

zianità sono state eliminate) presi senza prevedere una gradualità applicativa. Il presidente della Commissione Lavoro della Ca­mera, Cesare Damiano (Pd),hari­badito le sue proposte di maggio­re flessibilità in uscita: «A partire dai 62 anni di età con 35 di contri­buti per consentire l'accesso alla pensione, oppure l'adozione di "quota 100"». Mentre il suo colle­ga presidente della Commissione Lavoro del Senato, Maurizio Sac­coni,Ap (Ncd-Udc),haosservato che ora «si tratta di agire contem­poraneamente su una corretta e generalizzata possibilità di cumu­lare tutti i versamenti contributi­vi, su una più forte agevolazione dei versamenti volontari non solo del lavoratore ma anche del dato­re di lavoro per coprire periodi non lavorati o recuperare periodi di laurea, sulla opzione in favore di uscite anticipate necessaria­mente onerose». Anche l'ex mini­stro Elsa F ornero ieri ha fatto sen­tire la sua voce: «Il Parlamento, se vuole, esamini la riforma con pa-

catezza e lungimiranza». Da dove ripartirà l'iniziativa del

Governo sul fronte previdenziali lo si capirà nei prossirni mesi ma di certo non si parlerà più di "norme salva-esodati", dopo le sei salva­guardie messe in campo negli ulti­mi tre anni per tutelare oltre 170mila soggetti con un costo cu­mulato dicirca11,5 miliardi. La que­stione esodati è stata dichiarata «chiusa» dai vertici Inps. Tra le ipotesi in campo citate recente­mente da Yoram Gutgeld, consi­gliere di Matteo Renzi, c'è invece il cosiddetto «prestito pensionisti­co», ovvero la possibilità di antici­pare la pensione a certe categorie dilavoratoriin difficoltà (a2-3 anni dal pensionamento) con successi­va restituzione graduale dell'anti­cipostessoconmicroprelievisulle pensioni a regime. Misura comun­que onerosa e che andrà vagliata nel quadro delle compatibilità di fmanza pubblica. Intanto le Com­missioni Lavoro di Camerae Sena­to hanno avviato l'esame dell'atto di nomina di Tito Boeri alla presi­denzadell'Inps.I pareri dovrebbe­ro arrivare entro fine mese.

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n Sole9]{l mmrn

Lavoratori over 50 e bisogni formativi

umenta il numero dei lavoratori over 50 nelle aziende italiane. I numeri elaborati dall'Osservato­rio permanente sull'Active Ageing di Randstad

Italia dicono chencl20l3 erano 17 milioni e che nelz033 toc­cheranno quota 22,5 milioni. Un dato che è destinato a pe­sare non soltanto sul modello previdenziale, ma anche su quello relativo all'organizzazione aziendale. Le imprese sono infatti chiamate a progettare interventi per favorire l'invecchiamento attivo, garantendouna buona occupa­zione ai lavoratori in età adulta, e dovranno elaborare una nuova teoria di gestione manageriale come l'age manage­ment.I1 tutto allo scopo di potenziare laflessibilitàinterna, anche pervenire incontro alle differenti esigenze del lavo­ratore a seconda dell' età, e di aumentare il clima di parteci­pazione e pianificazione del percorso fino alla fuoriuscita dal mondo del lavoro, impostando nuove politiche retri­butive e sviluppando la formazione continua. Q}.!esto te-

i ma - secondo Federmanager - sconta ancora un deficit di attenzione. Il presidente Giorgio Ambrogioni propone al Governo di utilizzare i pensionati per fare da tutor ai più giovani in percorsi di alto apprendistato. Un'idea utile.

Data 21-01-2015 Pagina 20 Foglio 1

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COBBIEBE DELLA SEBA

Primo piano I Il caso I sindacati

Data 21-01-2015 Pagina 9 Foglio 1

La norma

• Il quesito referendario proposto dalla Lega mirava

N O al referendum sulla legge Fomero La rabbia di Salvini

Il segretario Cisl Furlan: il verdetto non vanifica il bisogno di cambiare la legislazione in vigore a cancellare

l'articolo 24 del decreto legge 20112011 (salva Italia) meglio noto come legge Fornero

• Conia riforma voluta dal ministro del governo Monti furono elevati i requisiti per le pensioni di vecchiaia delle donne, esteso il sistema contributivo TI leghista reagisce alla Consulta con un insulto

ROMA Non è ammissibile, sen­tenzia la Corte costituzionale, il referendum per l'abrogazione della legge Fornero, la discussa legge pensionistica approvata sotto il governo Monti, che pre­vede una stretta su età pensio­nabile e quote contributive. Le donne andranno in pensione a 66 anni nel 2018 (la riforma en­tra in funzione in modo gra­duale), nel settore pubblico a 66 anni e 3 mesi. Gli uomini, a 66 anni e 3 mesi. La pensione si potrà ottenere non prima di aver garantito, dal 2012 41 anni e un mese per le donne e 42 an­ni e un mese per gli uomini; dal 2014 a fine 2015, 41 anni e 6 me­si per le donne, 42 anni e 6 me­si per gli uomini.

In attesa di conoscere le mo­tivazioni della sentenza, la po­lemica politica esplode. I primi a far scoppiare il putiferio sono proprio i firmatari dell'}uesito, ovvero la Lega Nord. Matteo Salvini ieri era incontenibile, ai giudici della Consulta ha ribat­tuto che hanno «fottuto un di­ritto sacrosanto» alla gente. Poi ha continuato: «È una vergo~

gna. Vaffa .... Non finisce qui. Questa Italia mi fa schifo, mi batterò per ribaltarla». E anco­ra, «se le vie normali non ba­stano, troveremo vie più fanta­siose».

Prima reazione decisa, dice il segretario del Carroccio, l'ele­zione del capo dello Stato. «Siccome Giuliano Amato è giudice della Corte costituzio­nale», e avrebbe quindi parte­cipato alla decisione di boccia­re questo referendum, «sap­piate che la Lega non appogge­rà mai la sua candidatura al Colle». Oggi la Lega manifeste­rà davanti alla sede della Con­sulta con un presidio guidato da Gian Marco Centinaio e da Massimiliano Fedriga, la Costi­tuzione in mano e nell'altra una penna.

Resta in molti esponenti po­litici, che pure non criticano la sentenza della Suprema Corte, il pensiero della necessità di modificare quella legge, che ha prodotto, come effetto collate­rale, i cosiddetti «esodati», persone che si erano messe d'accordo con l'azienda per an-

dare in pensione entro la fine del 2012 e che poi sono rimaste senza retribuzione e senza as­segno pensionistico per un pe­riodo.

La stessa Elsa Fornero, mini­stro del Lavoro nel governo Monti, ieri diceva: «Positiva la sentenza della Consulta» ma anche, il «Paese è maturo per rivedere le leggi del passato, una revisione che deve avveni­re con animo pacato e senza asperità». Per la Fornero, che pure ribatte al «vergognati» della Lega con uno schietto

lin-

mo su due piani diversi», la legge può essere rivista perché non esistono più le condizioni di emergenza di tre anni fa. E anche se uno «sconcertato» Roberto Calderoli, primo fir­matario del referendum, parla di «sentenza salva RenzD>, e il governatore leghista della Lombardia Roberto Maroni ac­cusa la Corte di aver preso «una decisione tutta politica», per­ché «i requisiti per l'ammissi­bilità c'erano tutti», nella mag-

Alla radio Matteo Salvini ieri alla trasmissione radiofonica «Ungiomo da pecora» con la capogruppo Ncd alla Camera Nunzia De Girolamo

a tutti, alzati i limiti di uscita dal lavoro

gioranza si fa presente che «la decisione era inevitabile, non c'è nulla che si poteva fare di di­verso per via delle forme in cui il referendum era stato presen­tato». Infatti, «il decreto era formalmente parte della mano­vra di bilancio, e in quanto tale non sottoponibile a referen­dum abrogativo, anche perché conteneva norme tra loro mol­to eterogenee».

Non ci sarà referendum ma questo non significa che la ri­forma Fornero vada bene così com'è a tutti, tranne che alla Lega. n segretario della Cisl An­namaria Furlan dice che «l'inammissibilità del quesito non vanifica la necessità di ri­vedere le regole del sistema pensionistico», e che «il gover­no deve avviare quanto prima il confronto con le parti sociali per trovare un nuovo equili­bri». Ancora più determinata la Cgil, che aveva sostenuto il re­ferendum promosso dalla Le­ga, e che adesso chiede di «cambiare radicalmente» le norme decise dal governo Monti.

Mariolina lossa © RIPRODUZIONE RISERVATA

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la Repubblica Data 21-01-2015 Pagina 10 Foglio 1 /2

La Consulta: no al referendum leghista Secondo i giudici costituzionali è inammissibile il quesito che puntava a abolire la riforma Fomerosulle pensioni L'ira di SalVini: "Questa Italia fa schifo, vaffa ... l' ex ministro si vergogni". E anche il Pd pensa a cambiare le norme

teo Salvini, che' su questa bat-RODOLFOSALA taglia aveva puntato molte car;'

te,proponendosi come leader MILANO. Ella l'ultimo scoglio, politico in grado di tenere in­ma la Lega non l'ha superato. sieme l' oltranzismo di destra e La Corte costitw:ionale boccia i diritti degli esodati condanna­il referendum per chiedere l'a- ti al nulla (niente lavoro e nien­brogazione della legge Forne- tepensione) dallaleggeForne­ro, che ai tempi del governo ro.«QuestaItaliafaschifo,emi Monti aveva cambiato il regi- batterò per ribaltarla, i giudici mepensionistico.Lemigliaiadi della Consulta ,hanno fottuto fiÌ'me raccolte da Salvini e dai un diritto sacrosanto», urla il suoi (con l'aiutino della Fiom) leader della Lega producendo­non sono bastate: la Consulta si in un sonoro ~vaffa" accom­dichiara inammissibile la ri- pagnato da una promessa: chiesta, anche se per conoscere «Non finisce qui». Poi minaccia le motivazioni occorre aspetta- sfracelli;«Abbiamoseguitotut­re il deposito della sentenza. te le vie normali previste dalla «Decisione positiva per il Pae- legge, ma evidentemente in se, la Corte costituzionale avrà questo Paese non basta; biso-' avuto le sue buone ragioni», gnafarecoseanormali,eioper commentaacaldol'exministro restituire i diritti a questi Ita­del Lavoro. MentredallaLegasi liani sono disposto a tutto, se le spara a palle incatenate. vie normali non bastano ne tro-

llpiù duro è ovviamente Mat- veremo di più fantasiose».

CONTRIBUTIVO La riforma Fornero del2011 introduce per tutti il metodo contributivo per il calcolo delle pensioni a partire dal primo gennaio 2012: l'assegno si calcola in base ai contributi versati

ETA La pensione di anzianità viene abolita, così il sistema delle quote

. e la finestra mobile. L'età per l'uscita si allunga, a regime dal 2027 salirà a 68 anni per tutti. Nel 2015,66etremesi

REFERENDUM 'lIquesito referendario proponeva di abrogare l'articolo 24del Salva-Italia, legge214del2011

(governo Monti), che contiene la . riforma Fornero delle pensioni

Dal Carroccio piovono accuse sulla Corte Costituzionale: "Sono politicizzati"

Quanto a Elsa Fornero, <<vergo­gnati e taci, che schifo».

'Per Salvini quella della Corte costituzionale è ovviamente «una sentenza politica che vie­ne interpretata nell'interesse di qualcuno». Insomma: «L'in­put è non disturbare il dittato­re Renzi». Lo dice anche Rober­to Calderoli, primo firmatario del quesito referendario (i giu­dici costituzionali «salvano il governo»). E da Palazzo Lom­bardia ci si mette anche il go­vernatore Roberto Maroni: «La Consulta è un organo politiciz­zato, bisogna riformarla». Per protestare contro la sentenza ieri i deputati leghisti hanno abbandonato l'aula, impegna­ta nel dibattito sulla legge elét­torale: «È uno scandalo -urla il capogruppo Massimiliano Fe­driga -che si proceda con i lavo­ri sulle riforme istituzionali nel

giorno in cui la democrazia è morta».

Ma che qualcosa della legge Fornero vada cambiato lo dice anche il pd Cesaro Damiano, presidente della commissione Lavoro della Camera: <,Aldilàdi questa decisione, il t~ma previ­denziale va comunque messo all'ordine del giorno dal gover­no, la situazione non è reggibi­le per le conseguenze che la "riforma" Fornero ha prodot­to». E l'ex ministro, e capo­gruppo delNcd al Senato, Mau­rizio Sacconi: «Bocciaturascon­tata, ma non avevamo bisogno della minaccia referendarla per sapere di dover correggere la legge Fo.p1eroinmodo che di­venti più flessibile». Mentre per il commissario dell'Inps Ti­ziano Treu <<la riforma non è da abbattere, serve solo un po' di manutenzione».

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la Repubblica Data 21-01-2015 Pagina 28 Foglio 1

Statali, sbloccati i licenziamenti disciplinari Emendamento del relatore alla legge delega: proceduresanzionatorie più rapide, visite fiscali affidate all'Inps Si va anche verso il superamento degli automatismi di carriera peri dirigenti. Tweet di Renzisugli sgravi al cuneo fiscale

già introdotte dalla riforma Brunetta nel 2009.

LUISA GRION Fino ad oggi hanno funziona-to poco e male, lo dicono i nu­

ROMA. Licenziamenti certi per meri forniti dall'ispettorato chi infrange le regole, carriere della Funzione Pubblica: Nel legate al merito e non più agli 2013 (ultimi dati disponibili) automatismi, visite mediche fi- per portare a termine un prov­scali affidate all'Inps. Così il go- vedimento disciplinare ci sono verno intende rafforzare la voluti in media 102 giorni (78 riforma della pubblica ammini- nel 20 Il ). Su settemila dossier strazione: far funzionare, pri- avviati, il licenziamento, ovve­maditutto,lenormeinmateria ro la sanzione più grave, ha ri­disciplinare che già ci sono, ren- guardato 220 casi. «Obbligare a dendole efficaci e di rapida ap- certezzaerapidità,responsabi­plicazione. La malattia di mas- lizzando sui tempi chi dovrà ap­sa che ha colpito i vigili romani plicare le norme: è questo che nella notte di Capodanno ha la- oggi manca e questo sarà il mi­sciato il segno: gli emendamen- glior deterrente possibile con­ti che ieri il governo ha presen- tro le infrazioni» sottolinea tatoallaleggedelegapuntanoa Giorgio Pagliari, il relatore del sbloccare i licenziamenti disci- ddl sulla pubblica amministra­plinari «accelerando e renden- zione che ha presentato gli do concrete» le norme che li pre- emendamenti in commissione vedono. Quelle, per intendersi, Affari costituzionali al Senato.

Ci vogliono in media 112 giorni per portare a termine quei prowedimenti

L'obiettivo delle modifiche volute dal governo, dunque, è quello di rendere più facili sia i licenziamenti disciplinari che quelli per scarso rendimento (per i quali oggi si prevedono valutazioni e giudizi di ineffi­cienzaperalmeno dueanni).Di pari passo con la certezza dei tempi sui provvedimenti disci­plinari, arriverà la stretta sulle assenze dei dipendenti pubbli­ci per malattia: Pagliaro ha pre­sentatoanche un emendamen­to che riorganizza i controlli af­fidandoli all'Inps (oggi li effet­tua l'Asl). istituto al quale do­vranno quindi essere trasferiti fondi attualmente versati alle regioni. Altra novità riguarda i dirigenti: una proposta di modi­fica ad hoc fissa «il superamen­to degli automatismi nel per­corso di carriera e la costruzio­ne dello stesso in funzione degli

esiti della valutazione». Proce­dere per merito, insomma, ap­plicando i criteri che dovrebbe­ro far fede nel privato. A diffe­renza del privato, però il Jobs act nel settore pubblico non si applica: lo ha ripetuto ieri il mi­nistro della Pa, Marianna Ma­dia, precisando che, riguardo alla possibilità di esplicitare ta­le esclusione «si valuterà nélla forma cosa è meglio fare». Sulla riforma del lavoro appena vara­ta è intervenuto via Facebook e Twitter anche il premier Renzi, scrivendo «cosa cambia per chi vuole assumere» e allegando un grafico sulla riduzione del cuneo fiscale e gli sgravi contri­butivi introdotti dal Jobs Act. L'esempio che sifa è quello di un lavoratore a tempo indetermi­nato con reddito annuo lordo di 24 mila euro: in busta paga, se­condo il grafico, guadagnerà non più 1.308 euro, ma 1.483.

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STOP AI BLOCCHI L'emendamento del relatore in accordo con il governo impedisce che vengano bloccati i prowedimenti disciplinari

VISITE E CARRIERE L'accertamento medico-legale sulle assenze passerà all'lnps. Stop agli automatismi di carriera per i dirigenti

Riduzione del cuneo fiscale e sgravi contributivi FONTE TWEET DI RENZI

NEO ASSUNTO, contratto a tempo indeterminato (Singolo senza figli, reddito annuo lordo 24.000 euro) ~;\\t\WI!l"..,,~!Th~m\\\II"'-~'mW>l""llJWI;\\\I.'T;~;;h"'5m:n;\"f,mw.(/!.,qil":l<!\l,u.h1I"''1\\\;<<m>t:I\\\\\'~'''1ll"blmW.W\.~_tI!Wi>"\\w~"m;;'\a.wru<')l't1I~~_;"\\\tW.i~~l<...~_\~_~''#<ml'I\\:'''.,h:nml\\'''"''''''\\\\WP.})U'l\\W.\l

Costo per l'impresa l\I'IlIl!I\IIlI 2.633 Costo per l'impr .983

Netto in busta paga "1.308 Costo per l'impresa _ 1.483

CONTRA TIO ESISTENTE, contratto a tempo indeterminato (Singolo senza figli, reddito annuo lordo 24.000 euro) "'~"'"'"~''''''"'''''"''"'''",W''''''_'''(~;~~~;)'"''~.''m.~"-----.~''.".~~m." •• ~~'~'''.,,~'~'"''''-'~.'''=''(-;~;":3m.''"''''~'''"~"_"" .• "" .• ""'.,,"""""",,."'"""."N"""'.""""""

Costo per l'impresa 1\I'IlIl!I\IIlI2.633 Costo per l'impresa 2.575

Netto in busta paga l1\\1li 1.308 Netto in busta paga

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GLI ESEMPIDEGLI SGRAVI FISCALI PER NEOASSUNTI ECONTRAni ESI5nNTI In un tweet Matteo Renzi esemplifica i vantaggi dei tagli al cuneo

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Data 21-01-2015 Pagina 12 Foglio 1

Riuscirà a sostituire il Dg Nori (sostenuto dai sindacatO che ha fatto 5 anni di mandato?

Boeri all"Inps., subito una grana La sua potrebbe essere la prima nomina del Quirinale

DI PIERPAOLO ALBRICCI

e non ci saranno in­toppi, entro la prima metà di febbraio po­trebbe insediarsi il

nuovo presidente dell'Inps, il professor Tito Boeri. Dopo l'annuncio choc (soprattutto per il commissario straordi­nario Tiziano Treu) della vigilia di Natale, la procedu­ra sembrava languire: l'uni­co atto era stato l'annuncio del premier Renzi nella conferenza stampa del 24 dicembre. L'unico atto scrit­to era il còmunicato stampa. Ma, in questi giorni, tutto e' stato accelerato. La set­timana scorsa il Consiglio di Indirizzo e di Vigilanza (Civ) dell'Inps ha assicu­rato la propria intesa alla proposta (giunta con lettera del ministro Poletti in data 30 dicembre) assicurando così l'ok sindacale (il Civ è

., ., •• " ••• , ~ y W" .,

trlO/Boeti

l'organismo guidato a rota­zione da Cgil Cisl e Di! che rappresenta i lavoratori e le imprese, come contribuenti delle prestazioni assicurate dall'Istituto) all'operazione.

Entro il 2 febbraio dovran­no esprimersi le commissioni Lavoro di Camera e Senato (con parere obbligatorio ma solo consultivo: cioè l'appro­vazione o meno e' ininfluente sulla procedura di nomina) dopo di che il Consiglio dei ministri chiederà al Capo dello Stato di perfezionare la nomina con un Decreto del Presidente della Repub­blica (Dpr). Sarà uno dei pri­mi atti del nuovo inquilino del Quirinale o del facente funzione, Pietro Grasso?

Sul l'immediato futuro dell'Inps restano tre capitoli pendenti. Il primo riguarda la

governance. Sono anni che, da più parti, si chiede di modificare la governance

dell'Istituto che dal 2010 ha perso il consiglio di ammini­strazione (abolito dal Gover­no Berlusconi). Molti oggi scommettono che rinascerà. Almeno tre membri, uno dei quali i! presidente. Se così fosse, i sindacati non sareb­bero contenti: vorrebbero che i! Civ acquisisse i poteri del defunto cda, invece che spartirli - come accade oggi - tra presidente e direttore generale.

Il secondo capitolo ri­guarda proprio il direttore generale. L'attuale, Mauro Nori, dopo cinque anni di mandato, aveva stretto un accordo con Treu per ave­re un rinnovo dell'incarico, in barba alle recenti regole sulla rotazione degli inca­richi, richieste dalla legge Severino e dal presidente dell'Anac Raffaele Canto­ne. Riuscirà a convincere Boeri a rinnovarlo? Fino al 15 febbraio è in prorogatio.

Il presidente Boeri avrebbe l'occasione di completare i! ricambio dei vertici volu­to da Renzi, avrà la forza di farlo? O i! passato - e il peso dei sindacati che vor­rebbero la conferma di Nori - imporrà una continuità sconsigliata dalle leggi (lo stesso dilemma che deve ri­solvere l'Inail, dove peraltro i! presidente Massimo De Felice ha già fatto sapere di non gradire la conferma del suo Dg, Giuseppe Lu­cibello, «dopo cinque anni bisogna cambiare»). Il terzo capitolo ri­

guarda i conti dell'Isti­tuto. Dopo l'incorporazione di Inpdap il bilancio Inps ha un rosso di dieci miliar­di. E il 2015 è iniziato con l'esercizio provvisorio, vista l'impossibilità di chiudere e approvare i conti entro la fine del 2014. La spesa per dodicesimi non è un bel se­gnale di serenità sul futuro dell'anno appena iniziato.

---© Riproduzw"" riseroata---lll

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Data 21-01-2015 Pagina 8 Foglio 1

La riforma Fomero non si tocca Bocciato il referendum leghista In Consulta respinge l'iniziativa del Carroccio. L'ira di Salvini

aludll Mari" (, ROMA

LACURTE costituzionale dire no al rl'ferendull1 leghista sulla ritor­ma Fomero delle pensioni. Imme­diata la bufera politica, con la Le­ga in p!ima linea a scatenare la ba­gan'e dentro e filOri le aule parla­mentari, Senza mezzi tenuiui la reazione del leader del Carroccio, Matteo Sal vini : «Questa Italia mi fa schifo», E dai min"ofoni di Ra­dio Padania, incalza: ,<Oggi muo­re la democrazia, E una vergogna, Vafta, , , lo senta tutta Italia, Ma non nnisce qui», Parole pesanti che intercettano, nella sostauza, la posizione della Cgil, ma anche di Uil e Cisl, tutti li chiedere dì «cambiare radicalmente la l<gge Fomero)}, Analoga opinione, sia pure con toni diversi, anche per la si lIistra dem, da tempo schiera­ta, con l'ex ministro Damiano, nella livendìrazione di rilevlInti correzion i alla lee,se sulle pensio­ni del 2011.

A DIFESA della Cousulta i l't'nzi a­ni doe, che padano di "populi­smo inconcludente», COlltrattac­ca Filippo Taddei, responsabile economico del Pd: "In attesa del prossimo referenduUl sull'uscita dall'euro, dii vuole seriNÌI può scegliere un altro canalel>, Ovvia­mente soddisfatta l'llutt;ce della tifonna, l'ex ministra FOl11ero

Terza età a.llavoro La riforma Fornero alza a 67 anni e oltre l'età utile per il pensianamento, e La misura colpisce in particolare le donne

La speranza di vita I requisiti anagrafici El contributivi aumentano di J mesi ogni 2 anni in base a H'aspettativa di vita e il pensionamento slitta

Salvini: cNaffa .•. Oggi muore la democrazia •• Sit-in davanti alla Corte

(<<La Corte avrÌl aVlIlO le sue buo­ne ragioni»), impegnata per tlllta la giomata in lIIl vivace battibec­co COli lo stesso SalvinÌ. Anche se proplio lei apre aHlI IXlssibilitiI di aggiustamellti: "Ora sarÌl possibi­le un esame con pacatezza e lungì-

miranza», Una via, quest'ultima, sulla quale insistono anche l'ex ministro Sacconi e il commissa­!io dell'Iup5, Trell: "Selve co­munque lInll malLUtellzione»,

PER ORA, il verdetto dei giudìcì costituzionali blinda il riassetto pensionistico del governo Monti, fondato sull'abolizione delle pen­sioni di anzianità, l'elevaZIOne drastica dell'età pensionabile, il passaggio dal rettil)utivo al cOllll;­butivo per tutti. Con UII rispar­mio perla finanza pubblica di cir­ca 80 miliardi dal ~012 al 2021. E mota proprio attOl1lO li questo aspetto la possibile motivazione che Sa11l depositata successiva­mente - alla base della decìsione

della Consulta: non sono ammis­sibili per la Costituzione referell­dum che incidano sui saldi di bi­laudo, Ragioni e con ti a pat1e, la polemi­ca jcXllitica della Lega è al calor bianco, Mentre i SUOI parlamenta­li abbandonano le aule, Salvilli at­tacca: "Hanllo fottllto Ull diritto sacrosanto alla gente, Ma 1I0n sta­L~1l10 fermi. Il l'limo appullta­meli to di piazza, che spero lÌman­ga tranquillo, sarà ìl 28 febbraio», Intanto, oggi - informa un~ nota della Legà- i parlamentali del Canuccio «Silllllll1 o in presidio da­\'antì alla Corte costituzionale per anllunciare le prossime iniziative sul tema, Presente anche il segre-ta!ÌO Salvini», ...

Italia in coda Eurolandia lenta Usa in volata

Il Fmi taglia le stime di crescita dell'Italia, prevedendo che il PiL salirà solo dello 0,4% nel2015 e dello 0,8% nel 20' 6 contro il rapporto di ottobre che dava, rispettiva mente, un +0,9% e +1,3%. L'Italia è così fanalino di coda nel G7; il Fmi ferma a -0,4% il Pil del2014

Esodati al palo Le regole Fornero hanno intrappoLato i lavoratori in uscita incentivata e non Finora, sei salvaguardie ne hanno salvati 170mlLa

Il Pil di Eurolandia crescerà quest'anno dell'1,2% e nel2016 dell" ,4%; rallenta anche La Germania: si espanderà nel2015 dell",3% e l'anno seguente dell'1,5%. Più contenute le revisioni al ribasso per la Francia che crescerà dello 0,9% nel2015 e dell'1,3% nel 2016

Peggiorano anche Le prospettive mondiali, anche se il calo del petrolio dà una spinta alle economie: Le stime sul Pilglobale son o state tag liate al 3,5% nel2015 e al3,7% nel2016; migliora invece l'outlook degli Usa, con una stima di +3,6% quest'anno e di +3,3% il prossimo

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